RASSEGNA STAMPA DEL 16 NOVEMBRE 2019

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16-NOV-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Norma Rangeri

Lettori Audipress 07/2019:

11.305 63


16-NOV-2019

da pag. 17 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 08/2019: 277.791 63


16-NOV-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 07/2019: 136.761 63


16-NOV-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 07/2019: 136.761 63


16-NOV-2019

da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 08/2019:

51.181 63


16-NOV-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 16 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 07/2019: 136.761 63


16-NOV-2019

da pag. 17 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


16-NOV-2019

da pag. 17 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


16-NOV-2019

da pag. 16 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


16-NOV-2019

da pag. 16 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


16-NOV-2019 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 14 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

Lettori Audipress 07/2019:

47.433 63


16-NOV-2019

da pag. 18 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


16-NOV-2019

da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 08/2019:

98.281 63


16-NOV-2019 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 5 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 08/2019:

51.181 63


16-NOV-2019

da pag. 5 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 08/2019:

51.181 63


16-NOV-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 2 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


16-NOV-2019

da pag. 2 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


15-NOV-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

Lettori Audipress 07/2019:

47.433 63


16-NOV-2019

da pag. 21 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


16-NOV-2019

da pag. 21 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


16-NOV-2019

da pag. 12 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 07/2019:

93.880 63


16-NOV-2019

da pag. 12 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 07/2019:

93.880 63


16-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


13-NOV-2019 Estratto da pag. 57 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


13-NOV-2019 Estratto da pag. 57 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


13-NOV-2019 Estratto da pag. 57 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


13-NOV-2019 Estratto da pag. 57 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


16-NOV-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


16-NOV-2019 Estratto da pag. 35 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 23 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 08/2019: 277.791 63


16-NOV-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


16-NOV-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


13-NOV-2019 Estratto da pag. 28 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


13-NOV-2019 Estratto da pag. 28 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


13-NOV-2019 Estratto da pag. 28 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


13-NOV-2019 Estratto da pag. 28 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 22 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 07/2019: 136.761 63


16-NOV-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 08/2019:

51.181 63


16-NOV-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 08/2019:

51.181 63


16-NOV-2019

da pag. 4 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 07/2019:

93.880 63


16-NOV-2019

da pag. 4 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 07/2019:

93.880 63


16-NOV-2019

da pag. 4 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 07/2019:

93.880 63


16-NOV-2019

da pag. 4 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 07/2019:

93.880 63


16-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 24 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


16-NOV-2019

da pag. 24 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


16-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 30 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 08/2019: 277.791 63


16-NOV-2019

da pag. 30 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 08/2019: 277.791 63


16-NOV-2019

da pag. 6 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

Lettori Audipress 07/2019:

47.433 63


16-NOV-2019

da pag. 6 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

Lettori Audipress 07/2019:

47.433 63


16-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 44 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 44 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 44 3043

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16-NOV-2019 Estratto da pag. 12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 08/2019:

51.181 63


16-NOV-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 08/2019:

51.181 63


16-NOV-2019

da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 08/2019:

98.281 63


16-NOV-2019

da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 08/2019:

98.281 63


16-NOV-2019

da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 08/2019:

98.281 63


16-NOV-2019

da pag. 34 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 07/2019: 202.143 63


16-NOV-2019

da pag. 21 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 08/2019: 277.791 63


16-NOV-2019

da pag. 21 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 08/2019: 277.791 63


16-NOV-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 9 3043

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16-NOV-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 08/2019: 277.791 63


16-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 12 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 08/2019: 277.791 63


16-NOV-2019 Estratto da pag. 38 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 38 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 08/2019:

98.281 63


16-NOV-2019 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 27 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


15-NOV-2019 Estratto da pag. 36 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


15-NOV-2019 Estratto da pag. 36 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 08/2019: 277.791 63


16-NOV-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 08/2019: 277.791 63


16-NOV-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 34 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 17 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 07/2019:

93.880 63


16-NOV-2019

da pag. 17 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 07/2019:

93.880 63


16-NOV-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 08/2019:

51.181 63


15-NOV-2019 Estratto da pag. 45 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 21 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019 Estratto da pag. 21 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


16-NOV-2019

da pag. 14 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 08/2019:

51.181 63


16-NOV-2019

da pag. 14 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 08/2019:

51.181 63


16-NOV-2019

da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 07/2019: 136.761 63


16-NOV-2019

da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 07/2019: 136.761 63


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PRIMO PIANO

SABATO 16 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

Il disastro in laguna

«La città grida aiuto, insieme per il Mose» Il leader della Lega Salvini in Piazza San Marco tra foto e domande ai commercianti: «Con Toninelli perso un anno» VENEZIA. «Non è più tempo

ca Zaia e il consigliere comunale leghista Giovanni Giusto a fargli da apripista nel cuore di Venezia. Subito circondato da telecamere e fotografi, Salvini si intrattiene qualche minuto con i commercianti proprietari dei banchetti di souvenir davanti ai Giardini Reali di San Marco. Scambia battute, chiede quanti danni la città abbia subito negli ultimi tre giorni. La comitiva si sposta sotto Palazzo Ducale. È qui che arriva l’affondo del leader della Lega sul grande incompiuto: il Mo-

se. «Le cose non si lasciano a metà», aggiunge, fermandosi a parlare con i giornalisti, «non siamo qui a distribuire colpe ma l’opera va finita per evitare che in futuro si ripetano cose simili». Snocciola poi emendamenti su emendamenti proposti dal suo partito per «accelerare» il completamento dell’opera. Prima del colloqui con il Patriarca e della visita alla Basilica, l’ennesimo capitolo della disputa con Danilo Toninelli, ex titolare delle Infrastrutture, che l’ha visto protagonista negli ultimi mesi dell’espe-

La segreteria regionale i consiglieri comunali «Venezia simbolo dei cambiamenti climatici»

zioni per l’acquisto e la sostituzione di quanto danneggiato, purché documentato». «Ma questo serve solo a governare l’emergenza», dice la capogruppo Pd in consiglio comunale, Monica Sambo, veneziana della città storica. «La salvaguardia di Venezia e della sua laguna deve tornare ad essere questione di preminente interesse nazionale. Deve diventare il simbolo di quanto sta accendendo a livello mondiale a causa dei cambiamenti climatici». «La tutela di Venezia e del Veneto richiedono oggi una radicale revisione delle politiche regionali», spiega il capogruppo in Consiglio regionale Stefano Fracasso. «Le azioni per contrastare il riscaldamento globale devono stare al primo posto. Lo abbiamo chiesto a gran forza nella discussione del bilancio della regione. Continueremo a farlo, anche in tutti i comuni i del Veneto». Il Pd ha, infatti, deciso una mobilitazione di tutti i consigli comunali della regione in cui far approvare un ordine del giorno con il quale si chiede al Parlamento: il rifinanziamento della legge speciale per Venezia e Chioggia, una rapida ado-

di perdere tempo, questa città grida aiuto, c’è bisogno di mettersi tutti insieme per ultimare il Mose». Il giorno dopo Silvio Berlusconi, compare in piazza San Marco anche Matteo Salvini. Il leader della Lega, cappellino in fronte e immancabile smartphone in mano pronto a scattare e a condividere sui social, arriva di prima mattina e con la marea già alta nel luogo simbolo del centro storico. Sono le nove quando sbarca all’altezza di Vallaresso. Con lui, il presidente del Veneto Lu-

Il Pd lancia RabbiAlta «Sospendere le tasse a famiglie e imprese La città va ripensata» LA CAMPAGNA

o slogan scelto è “RabbiaAlta”. Missione dichiarata: salvare Venezia. È questo lo slogan con il quale il Partito democratico ha messo nero su bianco le richieste al Parlamento e alla Regione per salvare la città messa in ginocchio dall’acqua alta. «Ormai questi fenomeni stanno diventando non più l’eccezione ma la regola e la situazione non potrà che peggiorare», ha ricordato il segretario regionale del Pd Alessandro Bisato. «Non è il Pd a dirlo, ci sono studi scientifici che ci di-

L

cono che tra pochi decenni se non interveniamo, il mare arriverà fino a Treviso». Il Pd del Veneto chiede da subito per gli abitanti di Venezia, Chioggia e della Laguna veneziana «il blocco immediato delle tariffe e delle imposte comunali a cui sono soggette famiglie, imprese, istituzioni culturali e sociali e associazioni cittadine che abbiano avuto danni materiali, la sospensione momentanea per la rateizzazione della tassazione, la sospensione del pagamento delle rate dei mutui, contributi in tempi certi e senza aggravi burocratici per i privati, le aziende, istituzioni culturali e sociali e associa-

rienza di governo insieme agli ex alleati grillini: «Con Toninelli abbiamo perso un anno e speriamo che ora i M5s non rallentino come hanno fatto in passato, anche se al Governo c’è solo gente che litiga tutti i giorni». Tra una foto e l’altra, Salvini si trova poi a passeggiare sotto le Procuratie. Davanti ai suoi occhi, i commercianti di piazza San Marco chini ad azionare le pompe per svuotare, ancora una volta, i locali invasi d’acqua. – E. P. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Matteo Salvini con gli stivali in Piazza San Marco

la visita

La conferenza stampa del Pd sull’emergenza di Venezia

zione della Direttiva dell’Unione Europea 2018/2001 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, la riduzione del sostegno finanziario e/o fiscale alla produzione da fonti fossili. Alla Regione si chiede, tra le altre, di «impegnare il bilancio regionale prioritariamente alla messa in sicurezza del territorio a partire dalla tutela di Venezia e della laguna». È indispensabile riportare l’attenzione del Parlamento su Venezia, sollecita il deputato Nicola Pel-

licani. Presenti ieri per presentare le richieste, anche Alessandro Baglioni consigliere municipale di Favaro Veneto, Valerio Favaron per il Pd metropolitano, e una rappresentanza di consiglieri comunali e regionali. Di sicuro c’è che la salvaguardia di Venezia tornerà ad essere argomento di dibattito politico a livello locale e nazionale. Sperando che non finisca del dimenticatoio. — Marta Artico BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Basta chiacchiere, con l’innovazione si può salvare la città

G

Oggi la solidarietà di Casellati e Lamorgese «Vedere Venezia così è un grande dolore». Lo ha detto il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. «Abbiamo investito moltissimo nel Mose», ha aggiunto, «penso che bisognerebbe ultimarlo per evitare che succeda il disastro che ha investito la vita delle persone e l’economia del Paese». Il presidente del Senato arriverà oggi alle 10 dove, a piazzale Roma, verrà accolta dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, dal presidente Zaia e dal sindaco Brugnaro.

CARLO BAGNOLI

L’INTERVENTO

li esperti di sostenibilità prevedono che Venezia sprofonderà entro il 2050, mentre quelli d’innovazione che l’Intelligenza Artificiale sarà più efficace di quella umana nell’espletare ogni attività entro il 2060. Nei 10 anni che separano il superamento definitivo della capacità di ragionamento umana da parte dei computer, si potrà presumibilmente trovare una soluzione all’inabissamento di Venezia. Soluzione

FOTO INTERPRESS

non trovata dall’opera che iniziata nel 2003 non è ancora stata portata a termine. Le immagini della città sommersa in questi giorni dall’acqua alta hanno fatto il giro del mondo. Si ricostruisce la via Crucis del Mose, si denunciano i suoi ritardi, si evidenziano i drammatici danni subiti dalle opere d’arte a portata di “aqua granda” e, in alcuni casi, si segnalano i gravi disagi per i cittadini che sono sempre più spinti a spostarsi in terraferma. Questa settimana Venezia

poteva diventare il centro del dibattito internazionale sull’innovazione e sulla sostenibilità, con lo Startegy Innovation Forum, che si doveva tenere in questi giorni all’Università Ca’ Foscari, ma il record di acqua alta ha reso la città protagonista di un dramma che ha colpito i suoi simboli. Un evento con 110 relatori, 1.500 persone iscritte all’evento, 50 partner privati. Poteva essere uno dei tentativi più riusciti per affermare che anche a Venezia, e non solo a Milano,

Londra, San Francisco o Shangai, si possa parlare di futuro, contribuendo così a evitare che la città diventi solo un museo a cielo aperto. La stessa Ca’ Foscari vanta un glorioso passato, essendo la più vecchia business school italiana e la seconda europea. Ma un glorioso passato è pura nostalgia, se non ha creato le basi per progettare un altrettanto glorioso futuro. Nelle 4 passate edizioni del SIF si è combattuto contro tutte le difficoltà che l’organizzare un grande evento a Ve-

nezia comporta. Il fine è creare una comunità d’innovatori che trovino nella tradizione che caratterizza il luogo che li ospita, la giusta ispirazione per pro-gettare insieme l’innovazione. In questa guerra contro la progressiva riduzione di Venezia a museo a cielo aperto o, ancora peggio, a grande parco giochi dove il fenomeno dell’acqua alta è vissuto con macabra allegria da parte dei turisti che lo associano a un’attrazione a tema, si è persa oggi un’importante battaglia.

In segno di sfida, si vuole però non solo rilanciare il SIF di quest’anno, pur rinviato di qualche mese, ma addirittura annunciare il tema che sarà affrontato nella prossima edizione: “Artefatti e modelli di business dal futuro”. L’idea è coinvolgere le più creative imprese del made in italy per immaginare i prodotti che si venderanno nel 2040, sperando che tra questi non ci siano le tute da sub per abitare una città definitivamente sprofondata nel mare. — Professore di Innovazione strategica a Ca’ Foscari e fondatore dello Strategy Innovation Forum BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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Corriere del Veneto Sabato 16 Novembre 2019

PD

NUMERI UTILI Comune Provincia Polizia

Padova padova@corriereveneto.it

0498205111 0498201111 0498205100

Ospedali GuardiaMedica ProntoSoccorso CroceRossa

0498211111 0498216860 0498212861 0498077640

CroceVerde CroceBianca Trib.delMalato GuastiAcqua-Gas

0498033333 0499003224 0498213904 0498200111

Emergenzainfanzia

Come sarà Una delle immagini del futuro Giustinianeo diffuse ieri dall’Azienda ospedaliera: sono ben visibili il Parco delle Mura, che sorgerà su edifici da abbattere e, in posizione centrale alle spalle degli alberi, i blocchi (bianchi) dell’Ospedale della donna e del bambino

«Nuovo Giustinianeo, altro passo per un polo di livello europeo» Giordani: l’ospedale è salvo, sarà parte integrante della più grande azienda italiana del genere PADOVA «Abbiamo ottenuto un risultato straordinario. E tutta la città dev’esserne profondamente orgogliosa». Di fronte alle immagini inedite che mostrano come diventerà il «vecchio» ospedale di via Giustiniani, il sindaco Sergio Giordani non sta nella pelle. E rivendica la bontà del lavoro svolto negli ultimi due anni in stretta collaborazione con il presidente della Regione, Luca Zaia. Ieri, dopo le anticipazioni pubblicate anche sulle nostre pagine, l’Azienda ospedaliera ha ufficializzato le linee guida e reso note le prime simulazioni in foto aerea(come quella sopra, ndr) sulla radicale trasformazione dell’attuale polo sanitario. Come si ricorderà, l’attuale giunta di Palazzo Moroni all’inizio era fermamente contraria alla realizzazione di un nuovo polo a Padova Est e puntava invece alla costruzione di un complesso nella medesima area in cui si trova quello attuale. Il cosiddetto «nuovo su vecchio». Poi però, davanti all’impraticabilità di tale operazione, il sindaco Giordani e (con qualche fatica in più) pure il suo vice Arturo Lorenzoni hanno parzialmente rivisto i loro propositi, condividendo la nascita di un nuovo polo della salute nella zona di San Lazzaro ma, allo stesso tempo, pretendendo di mantenere (anche se con qualche fun-

❞ Il sindaco Il doppio presidio sarà punto di riferimento per tutto il Paese

zione in meno) l’ospedale di via Giustiniani. E così si è arrivati alla progettazione di un policlinico da circa 1.650 posti letto sviluppato su due strutture «di pari dignità»: «Il doppio polo che si va sempre più delineando - sottolinea il primo cittadino - sarà la più grande Azienda Ospedaliera d’Italia, capace di soddisfare tutte le esigenze in termini di cura, didattica e ricerca. Tanto da diventare un punto di riferimento non solo per il Nordest e per il resto del Paese, ma pure a livello europeo». Giordani stavolta pone l’attenzione sull’area di via Giustiniani, dove prenderà presto forma l’Ospedale della

❞ Il dg Flor L’area cambierà totalmente volto. In primavera l’accordo di programma

mamma e del bambino con l’edificazione di tre nuove palazzine per i reparti di Pediatria, Pronto soccorso pediatrico, Oncoematologia pediatrica, Ostetricia e Ginecologia. Un’operazione, quella appena descritta, che consentirà anche di «liberare» le mura rinascimentali della città dai volumi che oggi si trovano «sopra» di esse. «Il Giustinianeo è salvo - esulta il sindaco E sarà oggetto di un profondo intervento di rigenerazione che comprenderà, ad esempio, l’abbattimento del Monoblocco e della Neurologia, la nascita di un nuovo Pronto soccorso fronte strada, lo

Esclusa la Cappella degli Scrovegni (che sarà chiusa 3 giorni)

Prima domenica del mese, musei gratis PADOVA Musei cittadini gratis, ogni prima

domenica del mese, per tutti i residenti di Padova e provincia. L’iniziativa, che ricalca quella nazionale per i musei statali, è stata fatta approvare ieri in giunta dall’assessore Andrea Colasio e prenderà il via da domenica primo dicembre: riguarderà Palazzo della Ragione, Palazzo Zuckermann, i Musei Eremitani e il Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea all’interno del Caffè Pedrocchi. Esclusa invece dalla promozione la Cappella degli Scrovegni che lunedì, martedì e mercoledì della prossima settimana, per il consueto monitoraggio sugli affreschi, rimarrà chiusa al pubblico. (d.d’a.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

“stombinamento” del canale San Massimo e la creazione del cosiddetto Parco delle mura». Dopodiché, in merito all’istruttoria aperta dalla Soprintendenza sull’impatto della nuova Pediatria sul Bastione Cornaro, Giordani puntualizza: «Con le Belle Arti c’è un rapporto di leale collaborazione. E sono certo che, a breve, troveremo una soluzione per porre fine ai disagi inaccettabili e non più giustificabili che devono patire bambini, famiglie e medici per colpa di una struttura vetusta qual è quella attuale». Intanto, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera, Luciano Flor, conferma che, a primavera prossima, verrà firmato l’accordo di programma tra tutti gli enti coinvolti: «Il Giustinianeo è destinato a cambiare completamente faccia. Mentre a San Lazzaro sorgerà un nuovo polo medico sanitario di respiro internazionale». Il futuro, insomma, sembra finalmente alle porte. «Il Giustinianeo – ribadisce il governatore Zaia – rappresenta l’altra faccia di una medaglia che non ha rovescio. Su un lato, il nuovo policlinico di San Lazzaro. Sull’altro, invece, un ospedale cittadino senza pari. E così Padova si appresta a diventare una città sanitaria di livello mondiale». Davide D’Attino © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo «storico» consigliere aderisce al partito della Meloni

Cavatton sale sul treno di Fratelli d’Italia Era scontato che, prima o dopo, sarebbe successo. Il 42enne Matteo Cavatton, dal 1999 in consiglio comunale con le casacche di Alleanza Nazionale, Popolo della Libertà, Forza Italia, Lista Bitonci e Libero Arbitrio, ha ufficialmente aderito ieri a Fratelli d’Italia. A «benedire» il suo ingresso nel partito guidato dalla deputata Giorgia Meloni, sono stati il coordinatore regionale Sergio Berlato,

PADOVA

quello padovano Elisabetta Gardini e i suoi colleghi, nell’aula di Palazzo Moroni, Elena Cappellini ed Enrico Turrin, come lui eletti nella Lista Bitonci e poi transitati per Libero Arbitrio. «Entro in punta di piedi in questa nuova compagine – ha sorriso ieri Cavatton – con l’obiettivo di farla diventare la prima forza del centrodestra a Padova». Quindi, stuzzicato dai cronisti, il neo esponente «meloniano»

Capi e consiglieri Da sinistra Enrico Turrin, Elena Cappellini, Sergio Berlato, il neoacquisto Matteo Cavatton ed Elisabetta Gardini

ha voluto spegnere sul nascere eventuali polemiche con l’ex sindaco leghista Massimo Bitonci che, qualche settimana fa, aveva criticato il passaggio con Fratelli d’Italia di Cappellini e Turrin: «Ringrazierò sempre Bitonci per avermi dato l’opportunità di fare l’assessore alla Cultura, all’Ambiente e all’Avvocatura Civica. La mia stima nei suoi confronti resta intatta». Infine, un «avvertimento» all’attuale primo cittadino Sergio Giordani: «Il tempo delle composizioni bonarie è finito». (d.d’a.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le altre notizie

Il calendario «coraggioso» dell’Arma È un’edizione «coraggiosa», come l’ha definita il colonnello Luigi Manzini, comandante provinciale dei carabinieri, quella del calendario storico dell’Arma 2020, giunto alla sua 87esima pubblicazione, e presentato ieri a Palazzo Moroni. Con un milione di copie stampate, il calendario contiene svariate

novità, attraverso i disegni di Mimmo Paladino, massimo esponente contemporaneo della transavanguardia, e i testi della scrittrice Margaret Mazzantini. «È un orgoglio presentarlo - spiega Manzini- è un prodotto in controtendenza, con pezzi importanti di letteratura e arte. Ricorda le vecchie Domeniche del Corriere. La copertina celebra i 100 anni dalla prima medaglia d’oro alla Benemerita». (a.pist.)

La protesta dei vigili del fuoco Sit-in dei vigili del fuoco ieri mattina in Piazza Antenore di fronte alla Prefettura. La protesta, come in tutte le piazze italiane, è durata circa un’ora prima che il prefetto Renato Franceschelli ricevesse una delegazione guidata da Stefano Pegoraro, segretario Fns Cisl Veneto: «Siamo stanchi delle promesse e delle pacche sulle spalle - dice servono assunzioni, adeguamento dello stipendio, tutele previdenziali e sanitarie». A Padova i pompieri sono sotto organico di 40 operativi e hanno mezzi obsoleti di 30 anni. (a.pist.)

«Storie di alternanza», i premi A vincere il premio «Storie di alternanza 2019», promosso dalla Camera di commercio, in occasione di Exposcuola è stato il liceo scientifico Jacopo da Montagnana. I ragazzi dovevano presentare un video nel quale raccontavano la loro esperienza di alternanza scuola-lavoro, facendo emergere le proprie emozioni. I vincitori hanno realizzato un filmato sulla preparazione di biscotti con la cooperativa Giotto, facendo emergere l’utilità sociale del lavoro per i detenuti. Il primo premio per gli istituti tecnici è andato al Rolando da Piazzola di Piazzola sul Brenta. (si.mo.)


PRIMO PIANO

SABATO 16 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

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Il disastro in laguna Il ministro dei Beni culturali Franceschini in visita alla Basilica. Art Bonus esteso anche alle chiese, già attivato anche un sms solidale

«Serve un Piano straordinario per Venezia Dobbiamo rifinanziare la Legge Speciale» IL SOPRALLUOGO

Enrico Tantucci er Venezia serve un piano straordinario di sostegno e il rifinanziamento della Legge Speciale, coinvolgendo anche la comunità internazionale che è pronta ad aiutare la città. Serve un intervento strutturale che prosegua anche quando inevitabilmente si saranno spenti i riflettori sulla grave emergenza di questi giorni a Venezia. Abbiamo anche presentato un emendamento che consente di estendere l’Art Bonus, l’incentivo fiscale per chi dona per il recupero dei beni culturali, anche a tutto il patrimonio ecclesiastico di Venezia». Parola del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che ieri – inforcati gli stivali – è sbarcato in laguna proprio in un’altra giornata terribile per l’acqua alta in città – per valutare di persona la situazione e capire i danni al patrimonio a culturale. A cominciare da quelli della Basilica di San Marco, dove si è recato in visita accanto al Patriarca Francesco Moraglia e al primo procuratore marciano Carlo Alberto Tesserin, oltre che al sindaco Luigi Brugnaro con il presidente della Regione Luca Zaia. E con Brugnaro – prima di incontrarlo nuovamente a Palazzo Ducale con la soprintendente veneziana Emanuela Carpani – ha fatto un giro tra Rialto e Campo San Luca per incontrare anche la gente e i pochi negozianti ancora aperti. «Non sono venuto qui per fare passerelle, ma per assumere provvedimenti operativi. Solo venendo qui, ha detto il ministro, «si capisce la reale dimensione del disastro che ha colpito Venezia, con le calli trasformate in torrenti e i campi in laghi dall’acqua alta. Serve un impegno enorme dello Stato e di tutta la comunità italiana a sostegno di Venezia, non solo perché è un simbolo ma perché qui è danneggiata la vita di migliaia di persone e di imprese. È un impegno che è partito ieri con le prime misure per l’emergenza – i primi 20 milioni di euro stanziati – ma deve proseguire in modo strutturale nel tempo. Da oggi (ieri OES) è già attivo un numero di sms solidale, in modo che chi vuole dare un segnale concreto per Venezia, patrimonio dell’Italia e dell’umanità, possa farlo. Ho parlato con il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, è già stato attivato il numero 45500 per effettuare le donazioni via sms per il recupero del patrimonio cul-

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1) L’interno della Basilica di San Marco allagato anche ieri a causa dell’acqua alta che ha superato i 150 centimetri; 2) Il sindaco Brugnaro e il ministro Franceschini mentre parlano dei problemi della città; 3) La visita di Franceschini in Basilica con il patriarca Moraglia e il primo procuratore di San Marco Tesserin FOTO INTERPRESS

turale. Il numero solidale è attivo per la durata di 30 giorni». Attraverso i gestori telefonici che hanno aderito all’iniziativa promossa dal Dipartimento per la Protezione Civile sarà possibile donare due euro inviando un SMS solidale o effettuando una chiamata da rete fissa al 45500. I fondi raccolti saranno trasferiti dagli operatori, senza alcun ricarico, al Dipartimento della Protezione Civile. Dopo la visita in Basilica Franceschini ha fatto il punto del sopralluogo: «La cripta di San Marco è stata nuovamente invasa dall’acqua: si sta facendo il censimento dei danni, per fortuna non sono irreparabili ma ci sono. Ci sarà bisogno di interventi strutturali per tutta la chiesa. Ma non è solo San Marco, sono più di

cinquanta le chiese che hanno avuto danni e sono state invase dall’acqua. Ora serve una grande capacità di intervento nell’immediato, c’è davvero bisogno di consapevolezza. Quando si vedono i mosaici ricoperti d’acqua dentro San Marco - e questo riguarda decine di chiese, attività commerciali, beni monumentali- si capisce la dimensione del disastro». Il ministro ha insistito anche sulla necessità di un impegno su Venezia a lunga scadenza: «Bene le prime misure di emergenza, ma serve qualcosa di molto più forte, anche se in questo momento non è ancora possibile fare delle cifre. Con il sindaco Brugnaro sono stati affrontati i primi temi concreti e a breve ci sarà un incontro con le soprinten-

denze e tutte le strutture del Ministero dei Beni Culturali. Ma per questa città c’è un problema enorme, che va dal completamento del Mose agli interventi per risarcire tutte le attività commerciali e private che sono danneggiate. Sono entrato in diversi negozi allagati nonostante le barriere. Vorrei che la comunità italiana e internazionale se rendesse conto fino in fondo della situazione di Venezia. Lo stato di calamità è la prima cosa ma andrà fatto molto di più. Quello che l’uomo può fare per controllare i fenomeni della natura va fatto in tutti i modi. C’è un problema che riguarda le persone che qui vivono e lavorano e di tutela di un patrimonio culturale unico al mondo». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

le riprese del film “sei tornato”

Stefano Accorsi via dalla Piazza Brugnaro: «Nessuna speculazione» VENEZIA. VENEZIA. Stefano Accorsi e Valeria Golino in Piazza San Marco nelle fasi di picco dell’acqua alta, insieme alle comparse e alla troupe cinematografica. La loro presenza per le scene del film“Sei tornato” di Stefano Mordini in una fase così difficile per la città ha causato malumori e proteste e sono stati allontanati dai vigili urbani. Dura la posizione del sindaco Luigi Brugnaro :«C’è poi anche qualcuno che vorrebbe girare un film, li abbiamo mandati via, anche questi. Poi non c’è di peggio che la speculazio-

ne in questi momenti». Nel frattempo, la società di produzione della pellicola, Picomedia, ha annunciato l’interruzione delle riprese e, in una nota, ha espresso solidarietà ai cittadini e a tutte le persone che stanno lavorando per rimettere in piedi Venezia. «Non appena ci siamo resi conto dell’aggravarsi della situazione abbiamo deciso di interrompere volontariamente e tempestivamente la lavorazione per evitare di ostacolare eventuali interventi dell’amministrazione locale». —


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Primo Piano

Sabato 16 Novembre 2019 www.gazzettino.it

Il delta flagellato dal maltempo

Acqua in crescita e Scirocco: vietato l’accesso alla Sacca Dal sindaco di Porto Tolle arriva il blocco del transito lungo la costa `

Stop alla pesca fino a lunedì mattina Livello dell’acqua ancora in crescita

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L’EMERGENZA PORTO TOLLE Pesca ferma almeno fin a lunedì nell’estremo Delta, così come da ieri mattina alle dieci sono stati pure sospesi i lavori di ripristino della Sacca di Scardovari colpita duramente al cuore nella notte tra martedì e mercoledì con la distruzione del 90 per cento delle sue cavane, le tipiche casette in legno in cui i pescatori tengono tutta la propria attrezzatura da lavoro. A ciò è da aggiungersi l’allarme lanciato dal prefetto Maddalena De Luca a seguito della riunione straordinaria per la gestione dell’emergenza maltempo che ha annunciato l’arrivo di una nuova ondata di alta marea unita a vento di Scirocco con la previsione di ben due mareggiate durante il fine settimana.

SACCA “OFF LIMITS” Il sindaco Roberto Pizzoli ha quindi provveduto a emanare disposizioni urgenti in vigore fino a domani per la Sacca e tutto il litorale comunale, sul quale è stato interdetto l’accesso a veicoli e pedoni. Sono state pertanto sospese tutte le attività e i lavori programmati nell’area dallo sgombero delle macerie di recupero dei detriti, dove è in corso la sistemazione delle cavane e degli argini. Stop anche all’attività di pesca per ragioni di incolumità pubblica. «Eravamo in Sacca e attorno alle 10 i vigili urbani ci hanno detto di andare via a tutela della

IN AUMENTO Il livello dell’acqua al porto pescherecci di Porto Tolle

nostra incolumità – racconta Mattia Bonandin, presidente del Mercato ittico -. Però qui, purtroppo, non va tanto bene, il livello dell’acqua è già più alto di martedì».

MASSIMA ALLERTA La preoccupazione è massima per questa nuova ondata di maltempo è in arrivo in un territorio già molto provato a inizio settimana, con l’acqua che ieri all’ora di pranzo era già arrivata

quasi a livello strada nel locale del porto peschereccio. Nel tardo pomeriggio al Consorzio pescatori del Polesine è arrivato Federico D’Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento, che dopo la tappa a Venezia e Rosolina ha chiuso il suo giro di perlustrazione a Scardovari dove si è confrontato con i rappresentarti del comparto pesca ed il sindaco Pizzoli. Confermato nella giornata di

ieri anche il consiglio comunale in seduta aperta per mercoledì 20 novembre alle 18 con un unico punto all’ordine del giorno: “Danni causati dall’evento calamitoso nella Sacca di Scardovari il 12 novembre 2019”. L’assessore regionale Giuseppe Pan ha incaricato i tecnici regionali del Genio civile e di Avepa per una ricognizione sui danni: «I forti venti e le mareggiate, compresa l’ultima di queste ore, stanno infierendo in un settore già in difficile equilibrio a causa di problemi generati da subsidenza e insabbiamento delle bocche di porto - ha dichiarato l’assessore - Purtroppo la violenza dell’acqua e del vento ha compromesso, se non spazzato via, impianti off-shore, cavane, reti e imbarcazioni, insomma tutta l‘attrezzatura di lavoro delle cooperative dei pescatori. Ma soprattutto ha determinato la morìa delle colture a mare dei mitili. Appena le condizioni del mare lo permetteranno, i tecnici regionali del Genio civile usciranno a fare le verifica, ma le prime stime parlano già di perdite quantificabili nell’ordine di milioni di euro».

COLLETTA DEGLI ULTRAS DEL CALCIO E CONTO CORRENTE APERTO DAL COMUNE

ATTREZZATURE PERSE Macchinari per la pesca ormai inservibili

COLLETTA DEGLI ULTRAS Nel frattempo sono iniziate le azioni di solidarietà. Gli ultras del Delta Porto Tolle hanno fatto partire una lotteria benefica la cui estrazione sarà fatta domenica allo stadio Cavallari al termine del primo tempo: chi volesse comprare i biglietti potrà farlo all’intervallo al bar del Palasport. Da oggi, inoltre, è operativo il conto corrente aperto dal Comune per il fondo di solidarietà per la Sacca di Scardovari, mentre la catena di supermercati Alì ha deciso di fare la sua parte istituendo una raccolta fondi straordinaria “Emergenza maltempo litorale veneto”. «Abbiamo aperto in tempi brevissimi il conto corrente per raccogliere fondi nell’immediato – spiega il primo cittadino -

Un modo per cercare di dare sollievo almeno momentaneo alle persone che sono state colpite da questo evento calamitoso. Con il gruppo Alì ci eravamo già sentiti con il presidente, che ho ringraziato personalmente per il gesto molto importante che sta compiendo con la sua catena. Credo che tutto quello che arriva sia buono per ripartire. Sono davvero grato a tutti quelli che si fanno sentire e con tutti coloro che dimostreranno la propria solidarietà attraverso il conto corrente». Chi volesse fare una donazione può farlo sul conto 04/001002754 – Fondo di Solidarietà per Sacca Scardovari Iban IT 21 H 08982 63432 04001002754. Anna Nani

Una sola voce sul territorio: «Fare presto. I pescatori vanno tutelati» violenti. La preoccupazione non si ferma solo ai danni visibili sul litorale, perché la conta non è ancora finita. A causa delle condizioni meteo avverse non si può ancora verificare la situazione della semina delle vongole e degli impianti delle cozze - sottolineano i dirigenti di categoria -. Proprio in questo periodo i nostri molluschicoltori si stavano preparando per le forniture natalizie, perché dicembre è il momento clou delle vendite. Questa ondata di maltempo sta mettendo in serie difficoltà il comparto».

LA SOLIDARIETÀ PORTO TOLLE Dopo i gravi danni causati dal maltempo nella notte da il 12 ed il 13 novembre nella Sacca degli Scardovari, è il momento di fare fronte comune tra operatori direttamente colpiti dal flagello climatico, istituzioni locali e nazionali, rappresentanze professionali e delle categorie ma anche enti spirituali collante delle comunità. Una presa di coscienza generale che aiuterà e sosterrà gli sforzi di che Delta è pronto a fare per risollevarsi. Tra i primi a fare il punto della situazione, Carlo Salvan e Silvio Parizzi, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Rovigo.

CATEGORIE PREOCCUPATE «Da tempo la Coldiretti denuncia che siamo nel mezzo di un vero cambiamento climatico e i fenomeni cosiddetti estremi si fanno sempre più frequenti e

DANNI ESTESI

DANNI ANCHE A CALERI E ROSOLINA. A RISCHIO LA SEMINA DELLE VONGOLE E LE VENDITE DEL PERIODO NATALIZIO

La preoccupazione dell’associazione però non è soltanto per Scardovari che è sicuramente l’area più colpita. Numerosi danni, ancora in fase di quantificazione, si sono riversati anche nella zona di pesca di Rosolina e Porto Caleri. «Purtroppo non è la prima volta che succede commenta Alessandro Faccioli, responsabile di Coldiretti Im-

presa Pesca –, anche lo scorso anno la mareggiata ha colpito la stessa zona, ma stavolta la forza del fenomeno climatico è stata ancora più devastante. Ogni volta che accade qualcosa del genere si raggiunge un picco massimo mai visto prima. La pesca e i suoi lavoratori hanno bisogno di tutela e in questo caso di aiuti per ricostruire, perché si tratta per alcuni di ripartire da zero. Siamo in contatto con l’amministrazione locale e al fianco dei pescatori per trovare una soluzione per riportare la situazione lavorativa come prima del maltempo».

LA VICINANZA DEL VESCOVO Anche la diocesi di Adria-Rovigo ha espresso solidarietà alle popolazioni colpite dal maltempo dei giorni scorsi: «Dopo le violente precipitazioni che si sono abbattute sui territori appartenenti alle chiese sorelle di Chioggia e Venezia - si legge in una nota -, la diocesi di Adria–Rovigo esprime vicinan-

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DISTRUZIONE Sono quasi una sessantina le cavane distrutte dalla furia della mareggiata di martedì

IL VESCOVO PAVANELLO: «LA DIOCESI È VICINA ALLE COMUNITÀ PROSTRATE DAGLI EVENTI CLIMATICI»

za a quelle comunità. Mentre guarda con sentimenti di commozione ai danni provocati dal maltempo nella Città lagunare, nelle Isole e nel Delta del Po, si fa vicina a quanti, a causa delle straordinarie precipitazioni, hanno visto danneggiate seriamente o distrutte le strutture e i mezzi per le attività lavorative e le abitazioni. Si unisce all’appello del Patriarca Moraglia affinché le autorità competenti intervengano a difesa del territorio». A.Nan.


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REGIONE

SABATO 16 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

Dibattito alla presentazione del libro di Renzo Mazzaro con Favotto, Bettiol e il sottosegretario all’Economia

Baretta: da gennaio il governo rimborserà i risparmiatori truffati da Bpvi e Veneto Banca IL LIBRO

Albino Salmaso

I

soldi ci sono: quel miliardo e mezzo in tre anni pescato dai conti correnti dormienti da Conte e Tria non si tocca. Anzi, va speso subito. E il governo Pd- 5Stelle.Iv-Leu intende partire a gennaio con i rimborsi ai 210 mila risparmiatori truffati da Bpvi e Veneto Banca senza modificare i criteri in vigore: risarcimenti del 30% a tutti, anche senza dimostrare il misselling con la delibera dell’Anac o la sentenza del giudice. Pierpaolo Baretta, sottosegretario all’Economia, porta una nota di ottimismo al pubblico che ha partecipato alla presentazione del libro «Banche, banchieri e sbancati, la grande truffa del Veneto al resto d’Italia», scritto da Renzo Mazzaro, edito da Laterza. Un atto d’accusa non solo nei confronti dei manager di Bpvi e Veneto Banca che nei processi di Treviso e Vicenza sperano di uscire indenni a dispetto della giustizia, ma dell’intera

società che si è fatta abbagliare dalla “banca-musina” all’ombra del campanile con la benedizione del parroco e il sostegno del sindaco. I rimborsi arriveranno subito, garantisce Baretta, tornato a Roma in coabitazione con l’altro sottosegretario, il grillino Villarosa. L’esponente dem nel governo Gentiloni è il padre del provvedimento che prevede il rimborso al 100% dopo aver accertato il danno con una sentenza dell’Anac, ma ieri sera ha corretto la rotta. Nessun dietrofront nostalgico. Si va avanti con la procedura introdotta da Tria e Bitonci. Soldi a tutti, pari al 30% del capitale investito. Resta un problema, sollevato da Mazzaro nella sua introduzione e ripreso dal pubblico: è impossibile compilare il modello per presentare la procedura di rimborso. Il sito on line è fuori uso e Banca Intesa fa fatica a consegnare i documenti. Ci vuole una proroga, il 22 febbraio è alle porte e si corre il rischio di un colossale flop. Baretta ascolta, prende nota e ricorda che per i rimborsi ci sono due paletti: il tetto di 100 mila euro come patri-

Da sinistra: Possamai, Baretta, Bettiol, Mazzaro e Favotto alla presentazione del libro

monio immobiliare e di 30 mila euro come reddito. Il dibattito offre spunti inediti sulla ricostruzione del crac: la vera cabina di regia di Bpvi non era il Cda ma l’annuale cena degli uccelli allo spiedo, rito celebrato da Zonin con il Gotha dell’imprenditoria locale: si brindava alle baciate. Paolo Possamai, diretto-

re del nostro giornale, chiede a Francesco Favotto che ha guidato Veneto Banca, se condivide la tesi di Mazzaro secondo cui sono i veneti ad aver truffato l’intera Itala. E il docente ovviamente dice di no e lo motiva con gli Npl, gli aumenti di capitale imposti dalla Bce decisamente più severi rispetto a quelli di Bankitalia.

(BIANCHI)

Analisi tecniche molto puntuali, da manager e docente illuminato alle prese con gli squali della finanza, che conosce bene però le regole della politica. Sono saltate le due popolari venete, Etruria, Carichieti, Carimarche e Carife. Nell’occhio del ciclone è finita Carige, solo la Popolare di Bari si è salvata da un crac annun-

ciato. E sapete perché? Francesco Boccia, ministro delle Regioni, ha bloccato la trasformazione in Spa, spiega il professor Favotto. La classe dirigente fa quindi la differenza tra il Veneto-locomotiva di Zaia e la Puglia di D’Alema e Boccia. Il sottosegretario Baretta ascolta la lezione e ammette: abbiamo sbagliato a imporre la trasformazione in Spa delle popolari con un attivo superiore a 8 miliardi, era meglio fissare il tetto a 30 ma ormai non si torna indietro. E poi se la prende con Luca Zaia, timido nell’appello agli imprenditori: bastavano 700 milioni per far nascere il polo veneto sulle ceneri di Bpvi e Veneto Banca. Un progetto ricostruito nei dettagli da Favotto: con la Popolare di Verona si era persino fissato il valore della fusione, 20 euro per ogni azione di Veneto Banca. Poi l’operazione è saltata ed è nato il matrimonio con la Popolare di Milano, con la finanza lombarda padrona assoluta del credito. Con chi prendersela? Mazzaro qualche nome lo fa: Iorio, top manager di Bpvi, guadagnava 10 mila euro lordi al giorno e tutti coloro che hanno tentato gli inutili salvataggi sono poi passati all’incasso prima di togliete il disturbo con zero risultati. Come finirà? L’avvocato Rodolfo Bettiol una proposta ce l’ha: care associazioni dei risparmiatori, smettiamola di litigare e avviamo subito la procedura per i rimborsi. Sarà ascoltato? — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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PRIMO PIANO

SABATO 16 NOVEMBRE 2019 LA NUOVA

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Il disastro in laguna la polemica con il vecchio estabilishment politico

Cacciari: «Prodi e Berlusconi hanno la coda di paglia» Erano d’accordo per fare il Mose, a tutti i costi, dice il filosofo ed ex sindaco E su Zaia: «E’ stato vice di Galan per anni». Finiranno i soldi, e saranno guai

Alberto Vitucci VENEZIA. «Berlusconi e Prodi

Le paratoie del Mose sollevate durante un collaudo nello scorso agosto. Sono in totale 78, distribuite nelle tre bocche di porto a dividere il mare dalla laguna. nella foto in basso, il jack up. La piattaforma viene utilizzato per la posa sul fondo delle paratoie

soldi dal Mose praticamente quasi tutti i responsabili delle forze politiche della zona, le associazioni, comprese il Patriarcato. Un pò è un delirio di onnipotenza, un pò è chi più ha cerca di avere sempre di più. Durante le mie legislature al Senato ripetutamente ho presentato interrogazioni sullo scandalo Mose, era una cosa conclamata. Le tre scimmiette non volevano vedere, sentire, tantomeno parlare. Quando scoppia il bubbone è normale che intervenga la magistratura». Il Mose va completato? «Fino a poco tempo fa io stesso mi ero chiesto se valesse la pena concludere questa opera,

buttando ancora soldi per finirla e almeno 100 milioni l’anno per la manutenzione, che peraltro non si sa chi le metterebbe. È ora che qualcuno da un punto di vista scientifico e oggettivo dica se funzionerà o no. C’erano alternative al Mose ma sono state scartate perché costavano molto meno e ci avrebbero mangiato meno. A questo punto finiamo, verifichiamo se funziona, ma con criteri scientifici. C’è anche un problema del ruolo della scienza, dei ricercatori, degli esperti che dovrebbero davvero essere indipendenti rispetto al potere economico e politico», ha concluso l’ex magistrato.

hanno la coda di paglia. Erano tutti d’accordo per fare il Mose, a tutti i costi. Poi si è anche capito perché. La cosa ignobile è che ci sia gente che non si ricorda come sono andate davvero le cose». Scuote la testa Massimo Cacciari. Il filosofo, 75 anni, per 12 sindaco di Venezia, sul Mose non le ha mai mandate a dire. Unico a votare contro il progetto nel Comitatone del 2006 presieduto da prodi. Adesso attacca. «Sono passati anni in cui non ti ascoltavano. Nessun governo, di destra e di sinistra. Quelli che avevano dubbi sulla bontà della grande opera venivano mitragliati dal fuoco concentrico di sinistra, centro, giornali, televisioni. Con rare eccezioni. E questo è il risultato». «Il ministro De Micheli», continua, «non ha colpe. Ma non sa nulla, non è informata. Mentre Zaia lo è, perché è stato vicepresidente di Galan per anni». Dunque il Mose non salverà Venezia? «Avevamo detto fin da subito che il Mose oltre ai suoi problemi tecnici avrebbe avuto enormi costi di manutenzione. Già adesso che non è finito ha bisogno di manutenzione, è tutto arrugginito. Quando entrerà in funzione avrà bisogno di cure continue e costose. Ma adesso tutti ci aspettiamo che lo finiscano in fretta e che funzioni. Ma si concentreranno su quello, come 15 anni fa. E tutto il resto non lo faranno più». Il «resto» sono gli interventi di riequilibrio della laguna, i marginamenti e la manutenzione della città che l’ammini-

scoperto era stato però il minimo che potesse accadere. «Infatti non critico il provvedimento della Prefettura di Roma che era stato doveroso data la situazione. La mia critica è per gli amministratori straordinari che, è il mio parere da osservatore, hanno allargato il perimetro del loro intervento. Il loro compito doveva essere di pura amministrazione, ma in breve tempo si sono trasformati in decisori tecnici e hanno interferito con l’esecuzione dei lavori. E hanno finito per fare il gioco delle imprese che si sono sentite libere e deresponsabilizzate. Ed è questa irresponsabilità collettiva il tema che nessuno vuole affrontare parlando del Mose. Ad

I due ex premier Romano Prodi e Silvio Berlusconi in una foto del 2013

strazione guidata da Cacciari aveva messo al primo punto delle priorità della salvaguardia. «Invece hanno puntato tutto sul Mose, e di soldi per Venezia non ce ne sono più stati. È stato accantonato anche il progetto per salvare la Basilica e San Marco, oggi tornato di attualità. se ne parla da vent’anni, non lo avevano più finanziato, per dare tutti i soldi al Mose». «Quando il Mose sarà finito», profetizza Cacciari, «tutto il resto non avrà interesse per la politica. Non finiranno nemmeno i marginamenti di Marghera e gli altri lavori in laguna, diranno che hanno fatto la grande opera

per salvare Venezia e non daranno più soldi a questa città». «In questo modo», dice ancora Cacciari, «saranno interrotti anche i lavori che in qualche modo erano stati fatti bene dal Consorzio. Come ad esempio le difese locali, che oggi funzionano. Sant’Erasmo mi risulta non è andata sott’acqua». La verità storica, invece, secondo l’ex sindaco, è completamente diversa. «Potrebbero ricordarsi che un po’ di anni fa avevamo presentato progetti alternativi per le bocche di porto. Studi scientifici e veri progetti che costavano meno del Mose e sarebbero ma-

gari stati più efficaci. Ma non ci hanno nemmeno ascoltato. Erano tutti d’accordo. Prodi, Berlusconi, Di Pietro, Galan, Zaia, Brugnaro. Adesso vediamo il risultato». Cacciari abita a Milano, torna a Venezia di rado nella sua casa di San Tomà. «Ho visto un danno grande, tante carte da buttar via. L’acqua alta non è una novità per noi veneziani, non lo è mai stata. Ma il problema è sempre più grave. In casa mia l’acqua era entrata nella storia solo due volte. Lo ha fatto di nuovo questa settimana». —

«Sì ma deve essere chiuso il Consorzio che non ha più la capacità di finire i lavori. Il 90% delle aziende che vi partecipano non sono più in bonis. Il restante sono piccole imprese locali. Il bilancio è in rosso per centinaia di milio-

be fare una volta chiuso il concessionario unico? «Voltare definitivamente pagina e organizzare una gara internazionale per il completamento e l’avviamento dell’opera. In questo modo potrebbe scegliere le imprese con il miglior progetto e una dimensione finanziaria proporzionata alla enorme responsabilità di dover salvare Venezia dalle acque alte eccezionali». Dopo gli oltre cinque miliardi già spesi quanti ne serviranno ancora per chiudere l’opera? «Non si può dire adesso. Ma anche questo discorso serve a poco. Quanto vale mettere in sicurezza una città come Venezia?». —

«Privo di senso dire che manca solo il 5% È come un iPhone senza sim, non funziona» Piergiorgio Baita

esempio di chi è la responsabilità se non si è neanche riusciti a fare un semplice test come accaduto pochi giorni fa?». Ma è possibile concludere l’opera?

ni. Chi paga? Il Consorzio aveva un ruolo di coordinamento di imprese che ora praticamente non esistono più. Che senso ha tenerlo in piedi?». E il governo cosa dovreb-

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REGIONE

SABATO 16 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

Gli stati generali dell’occhialeria

Formazione, made in Italy, tecnologia «Queste le sfide del nostro futuro» A Longarone si sono confrontate per la prima volta le aziende del distretto, evidenziando i punti deboli e di forza del settore Anche la piccola e media impresa rientra in questa partita: «Se non saprà investire sul cambiamento, non potrà resistere. Il cambiamento passa anche nella specializzazione in produzioni di nicchia», ha detto Romano, che ha evidenziato anche la necessità che si inizi pensare a nuovi materiali per produrre gli occhiali, in previsione di una futura plastic tax. Ma il cambiamento industriale non può prescindere da un potenziamento delle infrastrutture e dell’accoglienza, tramite una politica di locazione capace di attrarre nuovo personale.

Paola Dall’Anese LONGARONE. Puntare sul Made

in Italy, sulla formazione, sulle competenze e l’innovazione, potenziando le infrastrutture. Sono queste le sfide che attendono l’occhialeria nei prossimi anni. Sfide importanti che cambieranno il sistema occhialeria e lo stesso distretto bellunese, con ricadute anche occupazionali. Spetterà a imprenditori, sindacati e alla politica cercare di governare queste trasformazioni per garantire un futuro a un settore in costante crescita. È il quadro emerso, ieri mattina a Longarone, nel corso degli stati generali dell’occhialeria, al quale hanno partecipato le più grandi imprese del settore rappresentate dai vertici aziendali e dai rappresentanti sindacali: un mondo che vale miliardi di fatturato e che conta 17 mila lavoratori in tutta Italia, 12 mila dei quali nel solo territorio bellunese.

GLI IMPRENDITORI

Sul ritardo delle infrastrutture in provincia si è focalizzata la

«Fondamentale l’azzeramento del gap infrastrutturale presente in provincia»

IL QUADRO ECONOMICO

L’occhialeria è un settore che non conosce crisi, come evidenziato da Luca Romano, direttore di Local Area Network, che ha eseguito uno studio nell’ultimo anno e mezzo, intervistando direttamente gli imprenditori. «La produzione è cresciuta del 35% negli ultimi 10 anni, ma il numero di addetti è calato». Romano ha fotografato anche i cambiamenti che il settore ha vissuto in questi anni: «Internalizzazione della produzione, valorizzazione del Made in Italy, diventato un differenziale competitivo rilevante, e una forte spinta all’industria 4.0. Tutto questo ha portato a una ricerca sempre più puntuale di figure specifiche, che possono essere trovate all’esterno, ma anche tramite una formazione del personale interno».

Stati generali dell’occhialeria al centro congressi di Longarone Fiere: sopra Boito, Donazzan, Padrin e Berton

la Politica e le Parti sociali

Donazzan: «La Regione sarà al fianco del comparto» LONGARONE. «Se l’occhialeria è

un settore strategico, come noi riteniamo sia, allora sono necessari un approccio organico e una politica industriale ad hoc. Il mercato cambia velocemente, dipende significativamente dai grandi brand che stanno tra il biomedicale e il fashion del lusso, ma il denominatore comune e l’unico grande marchio collettivo che si afferma nel mondo è il brand Made in Italy’».

Così ha concluso gli stati generali dell’occhialeria l’assessore veneto, Elena Donazzan. «Il fatto che oggi siano le più importanti aziende a chiedere come controllare, difendere e comunicare questo valore, mi impegna a sollecitare la politica nazionale in questa direzione. La Regione», ha proseguito Donazzan, «e in particolare il mio assessorato tra lavoro e formazione, ha già intrapreso molte azioni in risposta alle

esigenze delle imprese, in particolare nel campo della formazione, con la nascita del Politecnico internazionale dell’occhiale, grazie a un innovativo accordo pubblico-privato con Anfao e a un finanziamento di un milione e mezzo di euro per il solo comparto dell’occhialeria». «Gli stati generali», ha concluso l’assessore, «sono stati pensati e progettati dalla Regione del Veneto, ma voluti

fortemente dai sindacati per primi. Un sindacato che in Veneto dà prova di essere sempre proiettato in avanti e responsabile, pronto a sperimentare, al fianco delle imprese, una contrattazione aziendale capace di muovere la leva della competitività, anche in un mercato del lavoro molto rigido». Anche i sindacati di categoria sono convinti che questo sia l’inizio di un percorso importante: «Quello di oggi è un punto importante, dobbiamo essere bravi a non farci sfuggire l’occasione», dicono Giampiero Marra della Filctem Cgil e Giorgio Agnoletto della Uiltec. «Credo che, con queste trasformazioni, si perderà anche il senso di distretto dell’occhialeria», spiega Marra, «visto

presidente di Confindustria Belluno Dolomiti e vice presidente di Anfao, Maria Lorraine Berton. «Purtroppo si è dovuto vincere le Olimpiadi per poter parlare di viabilità», ha detto, evidenziando i punti neri della provincia, partendo da Longarone e dal Cadore. «La crescita dell’occhialeria», ha puntualizzato il presidente della Provincia, Roberto Padrin, «oggi passa anche attraverso l’attenzione ai cambiamenti del mercato e lo sviluppo infrastrutturale. Su entrambe le partite la Provincia è presente. Stiamo lavorando per garantire collegamenti infrastrutturali all’altezza, in termini di strade e banda larga». Berton ha poi ribadito «la forza della montagna, che non accetta il proprio declino» e, rivolgendosi all’assessore regionale Elena Donazzan, ha chiesto

che le piccole e medie imprese rischiano grosso se non rinnoveranno». «Sono contenta, questo è un primo passo di un percorso importante», aggiunge Denise Casanova, segretaria della Filctem Cgil, intervenuta anche a nome della Femca Cisl e della Uiltec territoriali agli stati generali, chieden-

I sindacati vedono nell’incontro di ieri il primo passo di un percorso virtuoso do a tutti di poter governare queste trasformazioni, puntando alla formazione, alla digitalizzazione e al Made in Italy, elementi che devono diven-

più risorse tramite bandi e «meno burocrazia, dentro la quale stiamo annegando». Anche per gli amministratori delegati delle aziende più grandi dell’occhialeria provinciale, gli elementi su cui puntare sono la formazione, il Made in Italy e l’innovazione. Per Giovanni Zoppas, ad di Thelios, tra le sfide da affrontare troviamo la produzione all’interno di una stessa fabbrica non solo di montature, ma anche di lenti. «Importante sarà valorizzare l’artigianalità del nostro lavoro», senza trascurare il fattore umano, vale a dire i giovani. Molto sicuro sulla strada da percorrere Massimo Renon, ceo di Marcolin: «I problemi oculistici aumenteranno anche a causa dell’uso di smartphone o computer, si prospettano molte opportunità per le aziende che sapranno coglierle. Dal 2012 abbiamo investito 96 milioni di euro in formazione e nuovi macchinari». Per Roberto Risi, di Kering eyewear, «dobbiamo adeguarci ai nuovi modi di acquistare che stanno venendo avanti, senza dimenticare l’importanza della produzione italiana. Sarà importante prendere in considerazione nuovi prodotti per le montature che siano ecocompatibili». Risi ha anche evidenziato la fatica a trovare figure professionali specifiche «perché tutti puntano ai grandi centri come Milano». Anche le infrastrutture carenti, per Risi, «possono diventare un elemento discriminante per attrarre nuove professionalità». Puntare sulle eccellenze del territorio è anche l’idea di Callisto Fedon, la cui attività compirà quest’anno 100 anni. «Mentre il design si può fare in qualunque parte del mondo, la competenza è un patrimonio che è un peccato lasciare ad altri. Dobbiamo tenere in casa le nostre eccellenze». —

tare attrattivi come il brand». Soddisfazione è venuta anche da Nicola Brancher, che parla di «grandissima occasione, anche se poi molto dipenderà da quello che si riuscirà a costruire». Trasformazione sì, «ma dobbiamo capire dove vogliamo andare», ha sottolineato Gianfranco Refosco, segretario generale della Cisl Veneto. «Importanti saranno la tecnologia, le griffe, la qualificazione delle relazioni, la ricettività e le competenze». Sull’ecosostenibilità si è soffermato anche Giampietro Gregnanin della Uiltec Veneto, che ha messo al centro ancora la figura del lavoratore rispetto alle future intelligenze artificiali. — P.D.A.


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Primo Piano

Sabato 16 Novembre 2019 www.gazzettino.it

LA CONTA DEI DANNI Gli esercenti si liberano di frigoriferi e elettrodomestici danneggiati dall’acqua alta

A Scardovari la furia del maltempo ha distrutto le cavane dei pescatori

PIAZZA SAN MARCO

PORTO TOLLE (ROVIGO)

IL GOVERNO Il ministro dei beni culturali Dario Franceschini

1966-2019, Venezia umiliata

Franceschini: «Un bonus per chi aiuta a ricostruire» `«Estendiamo i benefici a chi fa donazioni Il ministro fa il giro di città e chiese: «È un disastro, qui si capisce la gravità» Sono una settantina le chiese danneggiate»

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LA VISITA

le su Venezia: facciamo sì che questo Mose funzioni bene, per questo dobbiamo agire finalmente di squadra. E mi auguro che il presidente del consiglio abbia ragione, che il Mose possa essere finito nel giugno 2021». Quindi prima cosa finire il Mose? «Non mi voglio accodare al coro di tutti “bisogna finirlo”. Il tema è un altro: è mettere in atto le risorse - dal punto di vista organizzativo, strutturale e finanziario - per dare continuità ai lavori e arrivare a finirlo. E non fare l’errore che molte volte si fa in questo Paese che passata la “nuttata” ci si dimentica delle cose. Dobbiamo finire il Mose, ma anche definire e attuare tutti gli altri interventi per proteggere la città e il territorio. E decidere poi chi gestirà le dighe mobili, chi deciderà quando alzarle». Le pare possibile che dopo trent’anni di chiacchiere, progetti, tangenti e inchieste si possa decidere tutto e subito? «Vero. Il 26 novembre però c’è un Comitatone: mi auguro che ne esca una soluzione chiara, non voglio che finisca come col ministro Toninelli. Da quella riunione si deve uscire con una decisione definitiva, senza dare pretesti al futuro di contestare il passato. È arrivato il momento delle risposte. La politica deve dare indicazioni chiare. E il territorio va ascoltato». Maurizio Crema © RIPRODUZIONE RISERVATA

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sono i milioni già stanziati dal governo per sostenere la città

45500 il numero solidale con sms si possono fare delle offerte

IN POLESINE ROVIGO Una lunga giornata lungo la costa veneta, da Venezia a Porto Tolle, per controllare i danni del maltempo, dell’acqua alta e delle mareggiate che hanno colpito il litorale e piegato le attività economiche. Una visita fatta anche di annunci sulle azioni del Governo, a partire dai primi stanziamenti di fondi. Federico D’Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha compiuto una visita istituzionale alle popolazioni colpite dal maltempo nella notte tra il 12 e il 13 novembre. Un viaggio iniziato in mattinata nella Serenissima, proseguito a Chioggia e Rosolina Mare prima di arrivare a Scardovari, nel comune di Porto Tolle. Nella città lagunare il ministro ha incontrato i rappresentanti di Confartigianato che insieme ai

VENEZIA Tira vento. Inizia a piovere. Acqua dal cielo e da terra. Il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini ha appena terminato il giro all’interno della Basilica di San Marco completamente allagata accompagnato dal Patriarca, monsignor Francesco Moraglia. «È un disastro, Venire qui di persona ti fa capire la gravità di quel che è successo, ben di più delle immagini televisive - ammette - Faremo di tutto». San Marco è solo il punto di arrivo di un sopralluogo in città. Lungo la strada, tra calli e campi trasformati in fiumi e piscine, il ministro si è intrattenuto con chi, come i commercianti, fa da guardia al proprio negozio per pulire e evitare altri allagamenti. Attorno a lui, ci sono la soprintendente alle Belle Arti, Emanuela Carpani, e un esercito di “caschi blu della cultura”, i Carabinieri del Nucleo patrimonio tutela culturale, lo staff della Procuratoria di San Marco, il governatore del Veneto, Luca Zaia e il sindaco Luigi Brugnaro.

LA DECISIONE «Abbiamo riscontrato parecchi danni, ma per fortuna non sono irreparabili all’interno della Basilica. Serve comunque un impegno straordinario - aggiun-

ge il ministro - dello Stato e di tutta la comunità italiana. La stato di calamità è la prima cosa; il Governo ha stanziato i primi 20 milioni di euro; di certo ci daremo da fare per il finanziamento della Legge speciale, ma intanto una prima cosa oggettivamente concreta. Abbiamo presentato un emendamento che, tra le misure di sostegno alla città, consentirà di estendere a tutto il patrimonio ecclesiastico di Venezia, i benefici dell’«art bonus», l’incentivo fiscale per chiunque

si voglia impegnare a donare per il recupero dei beni culturali. Sono tra 50 e 70, le chiese cittadine che hanno avuto danni. Ci sarà anche un numero solidale, il 45500. Basterà un sms per donare a Venezia».

IL CENSIMENTO DANNI E per far fronte a questo, subito dopo il sopralluogo in Basilica, Franceschini si è recato a Palazzo Ducale per una riunione con lo “stato maggiore” delle Soprintendenze alle Belle Arti. «So-

La soprintendente

Carpani: «In pericolo Murano e Torcello» Non solo San Marco. «A Venezia - racconta la soprintendente Emanuela Carpani - ci sono almeno 60-70 chiese su un totale di 120 che sono andate sott’acqua» senza contare i danni ai musei dalle Gallerie dell’Accademia a Ca’ d’Oro, da Palazzo Ducale a Palazzo Reale o le Prigioni, dove la marea eccezionale ha mandato in tilt impianti elettrici e idraulici o allagato i piani più bassi, le caffetterie, i bookshop, o danneggiato le coperture. E non solo. Il disastro tocca anche le isole. «Hanno sofferto in

particolare Torcello e Murano dice - e poi il litorale, Chioggia e Jesolo. «Per la Basilica di Torcello e per la Chiesa di San Donato a Murano è stato necessario l’intervento della Protezione civile». Franceschini ha assicurato il suo impegno per garantire risorse dalla programmazione straordinaria del Mibact. «E ci ha garantito un sostegno strutturale con un interpello ad hoc per convogliare in laguna tutto il personale tecnico che sarà necessario». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Allevamenti di vongole distrutti D’Incà va in missione nel Delta commercianti sono la categoria più colpita dall’eccezionale alta marea che ancora stenta a scendere. D’Incà ha sottolineato che il Consiglio dei ministri ha immediatamente messo a disposizione 20 milioni per cercare di dare ristoro ai privati, con contributi fino a cinquemila e 20mila euro per le aziende, mentre l’intenzione futura è di rivedere l’idea di

IL MINISTRO PER I RAPPORTI CON IL PARLAMENTO A CHIOGGIA INCONTRA I COMMERCIANTI E POI I PESCATORI

BELLUNESE Federico D’Incà

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una Legge speciale per tutelarla al meglio. Tra gli obiettivi principali per il rappresentante dello Stato, quello di mettere in sicurezza la città chiudendo la partita del Mose. «La priorità è poterlo finire, vederlo all’opera, capire realmente se funzioni o meno. Poi non bisogna fermarsi, Venezia ha problemi di spopolamento e un eccesso di turismo. Abbiamo circa 550 persone per cittadino, un livello che non esiste da nessun’altra parte al mondo». D’Incà a Chioggia ha incontrato i commercianti, prima di proseguire nel Polesine. E proprio i pescatori di Chioggia, insieme a quelli di Caorle, sono «molto preoccupati per la situazione che si sta creando in mare». Lo rileva

no qui per le cose operative - ha aggiunto - non sono arrivato a Venezia per fare passerelle. Vogliamo capire i danni enormi al patrimonio monumentale. Le strutture del Ministero si sono mosse velocemente e, con i funzionari, abbiamo dato il via ad un censimento. C’è San Marco, il pavimento della Basilica da salvare ma oltre agli interventi di emergenza, vanno adottati interventi strutturali. Ci sono diversi campanili da tenere sotto osservazione che da questa mattina sono monitorati dall’Agenzia spaziale per capire il loro stato di salute, se vi sono piccoli spostamenti, che vanno controllati per evidenti ragioni di sicurezza». Ma se è stato fatto il punto della situazione e si va procedendo ad un inventario dei danni, Franceschini è cauto sull’ammontare complessivo. «Non mi sento di fare cifre - conclude il ministro - La cifre vanno fatte con certezza, prima facciamo il censimento. Stiamo raccogliendo tutti i dati e le segnalazioni. Per il momento, in presenza dell’acqua, è difficile oggettivamente quantificarli, ma poi saremo tutti impegnati, non ci sarà solo il Governo, ma tutto il Parlamento Ci impegneremo per trovare tutte le risorse necessarie». Paolo Navarro Dina © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gianni Stival, presidente di Cogevo (Consorzio gestione Vongole), il quale sottolinea che «sono già stati avvistati una grande quantità di alberi e detriti in mare e, vista l’esperienza di ottobre 2018, temiamo che questi eventi calamitosi ci portino nuovamente ad assistere inermi ad una situazione di morìa per quanto riguarda le nostre vongole». «Registriamo già da parte dei nostri pescatori prosegue - alcune segnalazioni di vongole con il guscio aperto. Ma la preoccupazione più grande ce l’abbiamo per la risorsa dei cannolicchi, che abbiamo riseminato in grandi quantità nello scorso mese di giugno: questa è una specie molto sensibile e i cambiamenti di habitat dovuti al maltempo o alle grosse quantità d’acqua dolce proveniente dei fiumi può essere per loro fatale». Anna Nani © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Sabato 16 Novembre 2019 www.gazzettino.it

Il maltempo in provincia

In angoscia temendo il peggio Susseguirsi di riunioni ieri in Prefettura con l’incubo Vaia, `Prorogata la chiusura delle scuole in diversi comuni, ma l’emergenza fino a tarda serata è rimasta sotto controllo resta l’allerta rossa nell’area tra Sedico e la Pedemontana

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PROTEZIONE CIVILE BELLUNO Una giornata vissuta intensamente, aspettando quel “peggio” che fortunatamente non è arrivato. Solo verso sera il vento si è scatenato su Feltre evocando in parte gli scenari disastrosi di quella tempesta Vaia che ha segnato il territorio e ancor di più chi deve gestire la sicurezza. Due le riunioni a palazzo dei Rettori, coordinate dal prefetto Francesco Esposito, per mettere a confronto tutti i soggetti della Protezione civile.

TREGUA E RIPRESA Previsioni alla mano l’ondata di maltempo dovrebbe tenere i toni bassi fino a questo pomeriggio, poi torneranno piogge abbondanti e venti forti in quota. Una condizione instabile che si protrarrà fino a martedì, intrisa da un vento di Scirocco che destabilizza i versanti nevosi aumentando il rischio valanghe. In rialzo, tra i 1500-1800 metri, il limite delle nevicate. L’allerta resta rossa sulle zone del Piave pedemontano, ovvero da Sedico fino al Trevigiano e arancione sull’Alto Piave fino a Longarone e alta Valle del Cordevole. Per alleggerire la zona rossa, la Regione Veneto ha ordinato all’Enel di procedere con uno scarico del bacino del Corlo, ad Arsié. «Il livello del Corlo - spiega l’assessore regionale all’Ambiente e alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin - deve rimanere il più basso possibile nel momento in cui arriverà il picco massimo delle precipitazioni».

STUDENTI IN VACANZA Prosegue invece l’inattesa vacanza degli studenti: anche oggi le scuole resteranno chiuse nei comuni di Alleghe, Alpago, Canale d’Agordo, Feltre, Fonzaso, Limana, Livinallongo del Col di Lana, Pedavena, Belluno, Tam-

bre, Cesiomaggiore, Seren del Grappa, Ponte nelle Alpi. Un numero minore rispetto ai 39 di venerdì - spiega il capo di Gabinetto, Andrea Celsi - dovuto in parte alla tregua meteo e dal fatto che comunque in molti comuni le scuole osservano la settimana corta.

«La situazione è sotto controllo e al momento non risultano particolari criticità sul territorio provinciale - afferma consigliere provinciale delegato alla Protezione Civile, Massimo Bortoluzzi, nell’aggiornamento delle 19 dalla sala operativa della Prefettura -. L’Arpav conferma la pausa del maltempo fino a metà pomeriggio di oggi quando inizieranno nuove precipitazioni diffuse, più consistenti sulle zone nord-orientali, a tratti anche in-

DI GRADO QUATTRO SU UNA SCALA DI CINQUE IL RISCHIO VALANGHE SULLE DOLOMITI E QUESTA MATTINA NUOVO VERTICE

tense e localmente a carattere di rovescio temporalesco».

NEVE IN QUOTA Nelle ultime ore in quota è nevicato parecchio. «Permane il pericolo valanghe - prosegue Bortoluzzi -. L’allerta è arancione (grado 3 marcato) sulle Prealpi, rossa (grado 4 pericolo forte) sulle Dolomiti. Al momento ci sono richieste di intervento che però si possono gestire senza rinforzi, ad esempio alcune segnalazioni

per alvei di corsi d’acqua particolarmente ingrossati a Cencenighe e Sedico. Enel ci fa sapere che non ci sono guasti significativi. Terna ci comunica di avere la situazione della rete di trasmissione elettrica sotto controllo, anche se risulta fuori servizio un tratto della linea Soverzene-Austria. Nessun disagio neanche alla rete di telefonia mobile». Il tavolo in prefettura è aggiornato a questa mattina alle 10. Lauredana Marsiglia

PALAZZO DEI RETTORI Il prefetto Francesco Esposito che coordinata le riunioni della Protezione civile

Salta la fiera di San Martino e gli studenti trovati a scuola riportati a casa dai volontari IL CAPOLUOGO BELLUNO Il bilancio, a fine giornata, è di nessun ferito. Nonostante un albero caduto sopra un camion con conseguente tamponamento, nonostante diverse piante schiantate a terra tra Bolzano Belluno, Castion, Castoi e il Nevegal. In serata allarme anche per uno smottamento in via Col Da Ren. Ma nel complesso il venerdì nero è filato liscio nel capoluogo, grazie alle 8 squadre di Protezione civile in campo. Oggi si replica: ancora scuole chiuse, perché il bollettino emesso alle 15 di ieri dal Centro Funzionale Decentrato della Regione dava meteo in peggioramento, ed eventi annul-

lati. Le previsioni sono ballerine, il quadro muta velocemente ma né il sindaco Jacopo Massaro né i colleghi della Valbelluna e del Feltrino vogliono rischiare di mettere a repentaglio la salute dei cittadini, perciò anche per oggi le 54 scuole del comune di Belluno e quelle degli altri territori interessati dalla doppia al-

RAFFICA DI INTERVENTI PER PIANTE CADUTE E INTERRUZIONI DI ENERGIA ELETTRICA NEL CASTIONESE FRANE IN MOVIMENTO

lerta rossa saranno chiuse.

PREVENZIONE Non solo, il capoluogo salterà l’appuntamento con l’amata fiera di San Martino, dedicata al santo patrono e organizzata ogni anno la prima domenica dopo il giorno dedicato al santo, l’11 novembre. «Le condizioni meteo sono in ulteriore peggioramento – spiega Massaro – e diversi espositori, spaventati dalle previsioni, avevano già annunciato di non essere presenti all’appuntamento. Perciò l’annulleremo e non verrà recuperata perché non ci sono altri fine settimana disponibili». Annullato anche l’evento previsto questa mattina al Teatro Comunale per l’apertura della

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rassegna “Voglio diventare grande”, mentre è confermato quello serale. L’ingrossarsi dei corsi d’acqua secondari e di quelli principali hanno spinto il Comune ad una cautela in più, la chiusura dell’accesso al Piave da via Montegrappa accompagnata da inviti accorati del sindaco, diffusi sui social, di non avvicinarsi a

fiumi e torrenti.

INTERVENTI Dalle 5.30 di ieri mattina, quando ha aperto il Coc Centro operativo comunale di Marisiga, sul campo ci sono state per tutta la giornata otto squadre di Protezione civile. Attorno alle 7 hanno passato al setaccio la città per as-


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Primo Piano

Sabato 16 Novembre 2019 www.gazzettino.it

LA CULTURA DI VENEZIA Inzuppati dall’acqua alta preziosi documenti del Conservatorio: scatta la corsa per recuperarli

Oggi riaperti i musei di Piazza San Marco; martedì toccherà il museo di Storia naturale; mercoledì Ca’ Rezzonico

CONSERVATORIO BENEDETTO MARCELLO

LA PIAZZA

1966-2019, Venezia umiliata

I LEGHISTI Il governatore Luca Zaia con il leader del Carroccio Matteo Salvini a San Marco

L’affondo di Salvini su Toninelli e M5s: «Rallentano le opere» `«Piuttosto di regalare soldi a chi paga «Con loro al governo abbiamo perso un anno. Nella manovra serve 1 miliardo» col bancomat aiutiamo subito chi soffre» `

LA VISITA VENEZIA «Come ha detto il patriarca, speriamo che questo sia l’ultimo autunno sott’acqua. Perché può incuriosire qualche turista, ma è un disastro per chi ci vive e lavora». Il senatore Matteo Salvini, segretario della Lega, arriva a Venezia poco prima delle 9, quando la marea è già alta. Ha appuntamento con il patriarca Francesco Moraglia e con il primo procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin. Gli mostreranno i danni alla basilica, la cripta che martedì notte è diventata una piscina. E mentre attraversa la piazza, ac-

IL DEPUTATO DEM PELLICANI LO ATTACCA: «VENEZIA NON È UN PALCOSCENICO» CRITICHE A ZAIA PER IL BLITZ A BOLOGNA

compagnato dal governatore del Veneto Luca Zaia e dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, c’è chi lo avvicina invitandolo a visitare i negozi di nuovo sott’acqua. «Nessuno - dice Salvini - mi convincerà che un regalo di tre miliardi a chi paga col bancomat valga di più rispetto a un aiuto rapido a queste popolazioni».

Non è più tempo di perdere tempo, questa città grida aiuto, c’è bisogno di mettersi tutti insieme per ultimare il Mose». Se la prende con l’ex ministro alle Infrastrutture Toninelli, che pure era nel suo governo gialloverde: «Con Toninelli abbiamo perso un anno e speriamo che ora i M5s non rallentino come hanno fatto in passato».

LA RICHIESTA

BATTIBECCO

Il leader della Lega ribadisce la proposta del miliardo di euro: «Il governo ha previsto nella manovra economica di dare tre miliardi di rimborsi a chi fa la spesa pagando con bancomat e carte di credito. Noi proponiamo, visto il disastro, che uno di quei tre miliardi, venga distribuito a della gente che ha l’acqua in casa. I 20 milioni di cui parla il governo forse servono solo per piazza San Marco». Quanto al Mose, Salvini non ha dubbi: va completato. «Cinque anni persi con i commissari, i sub commissari, i vice commissari. E adesso ne hanno nominato un altro.

Il battibecco a distanza tra Lega, Pd e M5s è solo iniziato. Il deputato veneziano dem Nicola Pellicani accusa Salvini di farsi fotografare in piazza San Marco con l’acqua alta: «Venezia non è un palcoscenico, è una città che sta soffrendo». Il consigliere regionale dem Graziano Azzalin se la prende con il governatore Zaia che giovedì sera ha disertato il voto sul bilancio per partecipare a un comizio della Lega a Bologna: «Da “prima i veneti” a “prima gli emiliani”». Accusa poi ripetuta dal gruppo del M5s («Venezia affonda e Zaia va in Emilia a scodinzolare accanto a

Salvini») e dal ministro Luigi Di Maio: «Non è stato bello vedere il governatore del Veneto andare a un comizio elettorale a Bologna e dire “sarei arrivato anche a nuoto”». A replicare a Di Maio e Pd è il capogruppo della Lega in consiglio veneto Nicola Finco: «Il governatore è salito sul palco a Bologna alle 22,18. Fino a poco prima è rimasto in Veneto e a Venezia, a girare tra i luoghi più devastati dall’acqua alta, a organizzare i lavori della protezione civile. È tornato a Venezia subito dopo la fine del comizio e stamattina (ieri, ndr) di buon’ora era già in piazza San Marco. Cosa che ancora non ha fatto Di Maio. Che domani (oggi, ndr) invece di venire in Veneto va a fare comizi in Campania». E a elencare gli appuntamenti elettorali di Di Maio ci ha pensato l’assessore leghista Roberto Marcato con un video postato su Facebook: «Pomigliano. Casoria. Pozzuoli. Portici. No, no xe Venessia». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Moraglia: status speciale per la città IL DIBATTITO VENEZIA Venezia non è solo una città d’arte e il Governo deve tenerne conto. Non lo ha detto il sindaco Luigi Brugnaro, ma il patriarca Francesco Moraglia, mentre mostrava al ministro Dario Franceschini i danni patiti dalla Basilica di San Marco. «Al premier Conte - ha detto monsignor Moraglia - ho chiesto di considerare Venezia non una bella città italiana ma qualcosa d’altro. Serve uno status speciale per questa città e bisogna mettercela tutta per ottenerlo». L’appello più accorato al Governo e anche la descrizione più toccante l’ha fatta proprio lui, sotto le cupole d’oro della Basilica. «Ho trovato tanta gente che piangeva - ha raccontato

- frigoriferi industriali che galleggiavano. Noi non chiediamo la carità perché la nostra natura è di essere lavoratori. Ma dico una parola: chiediamo la difesa della città da acque che noi non possiamo dominare. Di fronte a queste maree noi siamo impotenti. Non ho intenzione di fare polemica, ma avremmo bisogno di essere ascoltati capendo che la Politica ha già tanti fronti aperti. Ma credeteci, non stiamo chiedendo il di più ma l’essenziale».

L’APPELLO DEL PATRIARCA MENTRE RIPRENDE IN PARLAMENTO IL CONFRONTO SULLA LEGGE PER VENEZIA

L’ITER Intanto, riprende l’iter della nuova Legge speciale per Venezia. Giovedì il deputato dem Nicola Pellicani assieme al capogruppo (ed ex ministro delle Infrastrutture) Graziano Delrio, hanno rilanciato il ddl che si era arenato con la precedente legislatura e che era stato ripresentato alcuni mesi fa. Un atto affronta in modo unitario tutti i grandi temi del cosiddetto Dossier Venezia: alta marea, Grandi Navi, moto ondoso, gestione dei flussi turistici, residenza, portualità, disinquinamento di Porto Marghera. «È indispensabile riportare l’attenzione del Parlamento su Venezia. Lo dico da quando sono stato eletto - commenta Pellicani - ma c’è anche un’altra notizia: in Commissione Ambiente è stata accolta la proposta che ho avanzato di avviare imme-

diatamente un’indagine conoscitiva sullo stato di attuazione degli interventi per Venezia». Il ddl prevede tra le altre cose, il ripristino del Magistrato alle acque, eliminato dal governo Renzi, come se nel nome ci fosse stata la radice del malaffare che ha caratterizzato la realizzazione del Mose fino al 2014. Il Magistrato dovrebbe avere competenza idraulica e sulla salvaguardia della laguna. La competenza amministrativa e sanzionatoria in termini di moto ondoso e gestione passerebbero alla Città metropolitana, unificando così le competenze, oggi spezzettate, che rendono impossibile una attività di repressione del moto ondoso. Tra le altre cose, l’istituzione di un centro per lo studio dei mutamenti del clima. Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Intervista Vincenzo Marinese

«Una tragedia annunciata: ora si deve solo agire» i emergenza prima o poi moriremo. È assurdo, tutti a dire che un’opera come il Mose comunque va finita, e da luglio il Provveditore alle Opere Pubbliche del Triveneto, l’ex Magistrato alle Acque, che dovrebbe controllare gli interventi, e soprattutto pagarli, è in pensione. Allora mi chiedo: se un’azienda lasciasse la funzione dell’Ad sguarnita per sei mesi potrebbe mai vivere?» Vincenzo Marinese come tutti a Venezia è sospeso tra l’angoscia dell’assedio quotidiano di maree sempre più alte e insistenti, e la rabbia per opere mai finite. «Purtroppo quello che sta succedendo a Venezia e in tutto il litorale è una tragedia annunciata - commenta il presidente della Confindustria di Venezia e Rovigo -. Era tutto previsto. Da anni sappiamo che nella nostra città e in tutto il resto del Paese siamo esposti a cambiamenti climatici che porteranno ad eventi sempre più estremi. Non dimentichiamo il tornado della Riviera del Brenta di qualche anno fa e quello che è successo già l’anno scorso. Pur-

«D

troppo sul Mose, come nel caso delle Grandi navi, siamo rimasti con le mani in mano ad aspettare la tragedia. Ma io non ci sto più: dobbiamo agire, ora». Di chi è la colpa di questi ritardi e di questa inazione? «Il Mose è un’opera voluta e gestita dallo Stato che ci ha messo un anno a nominare un commissario del Consorzio Venezia Nuova. Non si possono lasciare sguarnite posizioni così importanti soprattutto in momenti così delicati: mi auguro che il super commissario Spitz dia continuità ai lavori e ai pagamenti, altrimenti le imprese non riusciranno a sopravvivere. Qua c’è di mezzo la credibilità di un Paese. C’è un allarme mondia-

«MANCA ANCORA IL PROVVEDITORE COME LASCIARE UN’AZIENDA SENZA IL CAPO» presidente Confindustria


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L'ARENA

Sabato 16 Novembre 2019

PROVINCIA Telefono 045.9600.111 Fax 045.9600.120 | E-mail: provincia@larena.it

ILTAVOLOINPREFETTURA. Allertatiisindaci dell’Estveronese,Protezione civile, dittespecializzate,forze dell’ordine,118, analizzate leportatedei corsi d’acqua

Maltempo,pronta laretedell’emergenza Attesaperoggi edomani unanuova fasecritica rossaperAlto Brenta, BacchiglioneeAlpone Monitoraggiolungoifiumi enegliscantinati Allarme rosso, tutti in allerta. La Regione Veneto ieri pomeriggio ha emesso un nuovo bollettino che conferma lo stato di criticità idraulica rossa nell’area Alto Brenta - Bacchiglione - Alpone, che comprende anche i nove comuni dell’Est veronese a ridosso dell’Alpone e del Tramigna. Dopo una riduzione delle piogge registrata ieri in serata, la luce rossa è tornata ad accendersi anche con le previsioni per il pomeriggio e la sera di oggi fino al pomeriggio di domani, a causa di un’annunciata probabile «nuova fase di maltempo con rinforzi di vento dai quadranti meridionali in quota e precipitazioni anche abbondanti su zone montane e pedemontane centro - orientali con limite

Ancheiconsorzi dibacinohanno svuotatoicanali peressereingrado diaccogliere ondatedipiena

neve in rialzo». Il che, tradotto, significa rischio di smottamenti nelle aree più sensibili. Il livello di attenzione si era alzato già giovedì, quando l’avviso arrivato da Venezia aveva spinto il prefetto di Verona Donato Giovanni Cafagna a convocare alle Franceschine, sede della Provincia, un tavolo di coordinamento con i sindaci dei Comuni coinvolti, da Vestenanova, passando per San Bonifacio e fino ad Arcole, e poi la Protezione civile e il Genio civile, le forze dell’ordine, Enel e Terna, Rfi, i tre consorzi di bonifica del territorio, Autostrade e 118, tutti i soggetti cioè che avrebbero ripercussioni e dovrebbero entrare in azione in una ipotetica situazione di emergenza. «Ho chiesto ai sindaci che avviassero un’attività di monitoraggio dei corsi d’acqua nelle aree critiche indicate dal Pai, il piano di assetto idrogeologico, quelle cioè interessate in passato da alluvioni: il rischio non deriva solo dalle piogge ma anche dallo scioglimento delle nevi in quota che vanno ad aumenta-

re la portata dei corsi d’acqua», ha spiegato ieri il prefetto, al termine di un secondo incontro che si era tenuto al mattino. «Ho chiesto che venissero controllati anche i sottopassi, le abitazioni al piano terra, ma anche i magazzini e i depositi che si trovano sotto il livello stradale al fine di dare indicazioni agli abitanti. Ho segnalato anche ai primi cittadini la possibilità di chiudere le scuole, ma per ora non ce n’è stata necessità». Durante i tavoli, che sono stati aggiornati nel pomeriggio e quindi in serata, sono state analizzate le portate dei corsi d’acqua principali e secondari per capire se vi fossero eventuali criticità sulle strade comunali, provinciali, regionali, nelle autostrade e sulle ferrovie. «Genio civile e Consorzi di bacino», ha continuato il prefetto, «sono pronti a intervenire per quanto riguarda i corsi d’acqua, ma al momento (fino alla serata di ieri, ndr) la situazione è sotto controllo. Ho chiesto al Genio civile di allertare le aziende spe-

Agronomi

«Vafatto ilcensimento delverde»

Unapiena dellaPrognella:ieripomeriggio il torrenteè tornatoafare paura

cializzate del territorio in grado di intervenire con i loro mezzi in caso di smottamenti e con la disponibilità di sacchetti e sabbia per rafforzare gli argini in caso di necessità. Infine sono stati attivati i volontari della protezione civile», quegli angeli che più volte negli anni scorsi, e in particolare nell’alluvione del 2010, sono andati in soccor-

so della popolazione dell’est veronese. Lo scorso anno, a fine ottobre, l’allarme rosso esteso a tutto il territorio provinciale aveva spinto l’allora prefetto Salvatore Mulas a chiudere le scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private: in quei giorni il maltempo aveva messo a rischio il sistema fognario, la rete idrica e, di

conseguenza, anche la circolazione stradale. La nuova perturbazione in arrivo oggi e domani ha messo ancora una volta tutti sull’attenti: la macchina dell’emergenza è pronta a mettersi in moto, in qualsiasi momento, in tutti i Comuni dell’estremo Est veronese. • F.L. © RIPRODUZIONERISERVATA

TORRI. Dopole esperienzedrammatichedell’agosto scorso edel 2018ilprimo cittadino hapreferito non corrererischi

L’allertaèmassima, chiuselescuole Nell’evenienzadicalamità Nicotra ha scelto la cautela Situazionecontrollata finoaoggi amezzogiorno Emanuele Zanini

Viste le pessime previsioni meteorologiche il sindaco di Torri, Stefano Nicotra, non ha voluto rischiare. E così giovedì sera, dopo l’allarmante bollettino meteo inoltrato dalla Prefettura nel tardo pomeriggio dell’altro ieri, con allerta rossa e arancione per rischio idrogeologico e idraulico in alcune aree della provincia, compresa quella del lago, il primo cittadino torresano non ci ha pensato due volte e ha deciso di chiudere le scuole per la giornata di ieri. «Viste le drammatiche esperienze passate», sottolinea

Nicotra, «non me la sono sentita di far circolare i pulmini per il trasporto degli studenti e le vetture dei genitori che accompagnano i figli a scuola». Tuttavia, per fortuna, ieri, non si sono registrati particolari disagi sul territorio. La pioggia scesa a catinelle e il vento, che ha soffiato in particolare durante la nottata, non hanno creato eccessivi problemi. Polizia municipale, Protezione civile di Torri e operai comunali sono stati comunque allertati già dalla mezzanotte di giovedì, per essere pronti a intervenire in caso di necessità. Per sicurezza e per prevenire possibili disagi, all’alba di ieri gli addetti del Comune hanno controllato i canali e le vallette del territorio, in particolare quelli limitrofi al-

la strada Gardesana, che fossero sgombri da rami, detriti e fango. In località Piaghen, non distante da Pai, in una strada interna verso la collina, è stata messa in sicurezza una pianta situata in un’area aprivata, che a causa del vento si era pericolosamente piegata. L’allerta rimane massima fino a mezzogiorno di oggi, come ha spiegato il sindaco Nicotra: «Vigili e protezione civile continuano il costante monitoraggio del territorio, controllando che tutto sia a posto su strutture pubbliche e parcheggi, oltre che sulla viabilità. L’esperienza insegna». Il riferimento è al disastro dello scorso agosto, quando una violentissima tempesta di vento e acqua ha devastato il litorale e l’entroterra collinare tra Torri e Albisano ab-

Unalbero rimastoinbilico dopoil ventodi alcunenotti fa

CLINICA DENTALE IN CROAZIA

MONTEFORTE. IlComune affidaaVoltan l’analisie laprogettualitàperladifesa delterritorio

Rischi idraulici, si studiano le criticità Da tre progetti singoli a una sola progettualità estesa su tutto il territorio: a questo è orientato il Comune di Monteforte d’Alpone che ha formalizzato un incarico tecnico per l’elaborazione di un progetto di fattibilità tecnico-economica per l’analisi delle criticità idrauliche del territorio comunale. L’incarico è stato affidato a David Voltan, ingegnere che

già ha firmato il progetto per la messa in sicurezza di via San Carlo, via De Gasperi e via Dante sul capoluogo (progetto da 1,4 milioni di euro), lo studio di fattibilità tecnica ed economica per la messa in sicurezza di Costalunga (da 3,5 milioni) e quello propedeutico servito a individuare le cause dei problemi nella stessa frazione. Sono progetti di qualche anno fa che og-

gi, alla luce della disponibilità manifestata dalla Regione e dagli enti proposti a porre definitiva soluzione ai problemi, abbisognano di un aggiornamento ancorato a una progettualità di insieme. Il sindaco Roberto Costa guarda anche alla messa in sicurezza dello scolo Omomorto e di Brognoligo. A una progettualità complessiva, del resto, Costa era

stato invitato a provvedere da Nicola Dell’Acqua (direttore dell’area Tutela e sviluppo della Regione): l’occasione era stato un sopralluogo congiunto, alla presenza anche di Franco Baruffi (segretario generale dell’Autorità di bacino delle Alpi orientali), Umberto Anti (direttore di Acque veronesi), Gianfranco Battistello (direttore del Consorzio di bonifica Alta

battendo alberi come birilli, così come un traliccio dell’energia elettrica, mandando alla deriva imbarcazioni e danneggiando abitazioni e locali. E ancora, nel maggio scorso sempre il vento e la pioggia avevano divelto pontili, sommerso le spiagge, sradicato altri alberi e distrutto altre barche. Era stata un’apocalisse simile a quella dell’agosto del 2018 e alla lagheggiata del giugno dello stesso anno. Sono state drammatiche esperienze, insomma, che hanno segnato profondamente il paese e che saranno ricordate per molto tempo, nonostante in tutti gli episodi vi sia sempre stato il pronto intervento delle forze dell’ordine, della polizia locale e della Protezione civile. Alla luce di tutto questo, dunque, il sindaco ha preferito la via della prevenzione e ha giocato d’anticipo cautelandosi nel caso si fosse fatta avanti in questi giorni una nuova calamità. •

Statodimassima allerta peri Consorzidibonifica che operanoinprovincia. Siail Veronese,la cui areadi competenzasi estendesuoltre dueterzidel territorio scaligeroin tuttal’areaposta a destradelfiume Adige,che l’Altapianuraveneta, chesegue ilterritorio sullasisinstra Adige,daierimattinasono prontia intervenire incasodi situazionieccezionali. Sorvegliataspeciale la piena dell’Adige.«Tuttoquello che potevamofare loabbiamo fatto»,affermava ieri GianfrancoBattistella,il direttoredell’Alta pianura veneta.«Abbiamosvuotato il piùpossibile i canalie verificatoche tuttosiaa posto, oranonpossiamoche attenderegli eventi». Lesue parole,standoalle qualiin giornatanonsierano verificate situazioniparticolarmente pericolose,sono difatto le stesseusate daRoberto Bin, chedirigeil Veronese. Binha spiegatocheva tenutoconto cheiterreni sonogià imbibiti d’acquae, quindi,fanno fatica a drenarnedell’altra.Ieri sul tema deidannidamaltempo è intervenutoLucaCrema, presidentedell’Ordinedegli agronomieforestalidiVerona. «Unodeglieffetti più appariscentideglieventi climaticiestremi è rappresentatodaglialberi che crollanoequestofatto dimostracheci deveessere unadiversacuradelverde, pubblicoeprivato», hadetto Crema.«Ilcedimento delle piantespessoèfavorito dalla loroscorrettagestione, a partiredalla potatura», ha aggiunto.«Sarebbe importante chegli entipubblici, come prevedela legge,realizzassero censimentidel loropatrimonio arboreoeadottassero pianidi curadellepiante, perché queste,specialmente neicentri abitati,portanobenefici alla qualitàdell’aria edellavita in generale».«Il patrimonio verde»,haconcluso Crema, «noncostituisce unpericolo ma èunaricchezzaper tutti; si trattadiunaricchezzache, però,vagestitacon competenza». LU.FI.

pianura veneta) oltre che del Genio civile di Verona, richiesto e organizzato da Monteforte ai primi di ottobre. Al progetto seguirà un momento di confronto tecnico e poi la valutazione perché, come per i lavori di messa in sicurezza del Rio delle Carbonare (intervento prossimo a partire a cura del Consorzio), le risorse della tempesta Vaia potrebbero essere messe in campo per la soluzione delle diverse problematiche idrauliche dell’intero territorio comunale. • P.D.C.

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Sabato 16 Novembre 2019 www.gazzettino.it

1966-2019, Venezia umiliata IL REPORTAGE VENEZIA «Maledetta quella volta che sono venuta ad abitare a Venezia». Quarto giorno di passione. Otto del mattino. Fra tre ore e trentacinque venti minuti l’acqua raggiungerà i 154 centimetri, la settima marea più alta di sempre. Ma i veneziani ancora non lo sanno. Erano andati a letto la sera prima con la previsione del Centro maree che dava un’acqua alta a un metro e mezzo, si sono svegliati con l’aggiornamento: fino a dieci centimetri in più. Per il quarto giorno consecutivo, dopo la punta di 187 di martedì sera, si prospettano disagi. Danni. Neanche più arrabbiature. È più che altro un senso di impotenza. E tanta stanchezza. Perché le botteghe resteranno chiuse un altro giorno. I bar non apriranno i battenti. I titolari resteranno dietro il bancone solo per controllare che le pompe buttino fuori l’acqua. E le commesse scuoteranno la testa a chi, finito sott’acqua, pietirà di comprare un paio di calzetti per mettere all’asciutto almeno i piedi: «Mi spiace, siamo inagibili». E poi, quando l’acqua finalmente comincerà a defluire e i piani terra di case e uffici e botteghe si svuoteranno, allora bisognerà ricominciare a pulire. Acqua e detersivo, acqua e disinfettante, acqua e olio di gomito. È così che in bacino Orseolo, in quello che i turisti chiamano “il parcheggio delle gondole”, con l’acqua che già arriva al ginocchio, una donna sbotta: «Maledetta quella volta che sono venuta ad abitare qui». Chissà cosa direbbe se abitasse a Pellestrina, dove da giorni non arrivano i rifornimenti e si trova neanche più il latte.

INSOFFERENZA Ore 8.29, piazza San Marco è già un lago. Gli addetti di Veritas si preparano a togliere le passerelle pedonali. Ancora qualche minuto e poi diventerebbero inutilizzabili, galleggerebbero davanti alla basilica. Serrande abbassate, qualche turista, fotografi con i cavalletti sotto le Procuratie. L’acqua alta, per chi la immortala da lontano, ha sempre il suo perché. Non per i veneziani. Che ormai non sopportano più niente. C’è chi si arrabbia perché, nel disastro di questi giorni, la troupe del film di Stefano Accorsi e Valeria Golino ha continuato a girare.

MALUMORI VERSO I POLITICI. E DOPO L’ALLARME, LA PIOGGIA IL VENTO DI SCIROCCO NON PERMETTE IL DEFLUSSO DELL’ACQUA

Rabbia e rassegnazione: la marea non dà tregua Ieri mattina la settima esondazione più alta di sempre `Piazza San Marco chiusa al pubblico. Il procuratore: a 154 centimetri. Calli deserte, negozi chiusi da 4 giorni «Finestre stagne per la cripta e un progetto di barriere» `

«Sciacalli», è l’accusa che arriva via social, con annesse lamentele perché la produzione avrebbe anche fatto «onde». Finisce che il sindaco Luigi Brugnaro manderà tutti via, nonostante le autorizzazioni regolari. La marea esaspera gli animi. Anche nei confronti dei politici.

PASSERELLE Un anno fa, per la tempesta Vaia, il governatore del Veneto Luca Zaia portò in montagna un ministro dietro l’altro, tutte le più alte

cariche dello Stato. Perfino il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sorvolò in elicottero i boschi senza più alberi. A Venezia, al quarto giorno dopo la seconda Aqua Granda di sempre, c’è chi si è stancato delle visite. E si è premurato di urlarlo al senatore Matteo Salvini appena arrivato sul Molo, tra Todaro e San Marco: «Vergognati, a casa». Concetto ribadito di lì a poco da un altro passante: «Ma cosa fate qua oggi?». Chi si lamenta sostiene che sono solo “passerelle”, dice

che è colpa del circo mediatico e che i politici si fanno vedere con gli stivaloni all’inguine per finire nelle foto e poi raccogliere i like sui social. «Che bisogno c’è di attraversare la piazza?». Poi c’è chi ringrazia e corre incontro al senatore della Lega: «Venga a vedere il mio negozio, era di mio nonno, guardi in che stati siamo, per fortuna siete qua, ditelo a Roma che abbiamo bisogno di aiuto».

ASPETTANDO IL MOSE Calle dei Fabbri, la macelleria

Il Comune chiude la piazza allagata: cacciata la troupe del film di Accorsi IL CASO VENEZIA Se c’è una cosa che infastidisce i veneziani è vedere qualcuno che usa la loro città come uno scenario anche nei momenti peggiori. Ed è quello che purtroppo è accaduto ieri mattina, quando la piazza San Marco è stata chiusa sulle 9 dal sindaco Luigi Brugnaro proprio per evitare questo tipo di speculazione e di assistere a bravate come quella dell’uomo che mentre il mareografo segnava quota 187 lui nuotava a rana. Poco dopo, è comparsa una troupe cinematografica sotto l’ala napoleonica che si stava

attrezzando a girare, nonostante l’acqua avesse quasi raggiunto i 140 centimetri, che in piazza significa sopra le ginocchia. Qualcuno si è lamentato per quella presenza, poiché un set cinematografico mentre i negozianti si affannavano a tenere fuori l’acqua dalle botteghe o assistevano impotenti all’allagamento, non poteva che suscitare avversione. La produzione è quella del film “Sei tornato” di Stefano Mordini, che vede tra i protagonisti Valeria Golino e Stefano Accorsi. Quest’ultimo, tra l’altro era già stato criticato da parte dei veneziani in un paio di occasioni. La prima a settembre, quando pubblicò sulla

sua pagina Facebook una foto in cui mangiava una pizza in cartone in piazza San Marco di notte. Il secondo episodio risale a qualche giorno fa, quando ha postato un video in cui sfrecciava a bordo di un barchino. Due cose che - teoricamente - non si dovrebbero fare. Quando è arrivato in piazza il sindaco, però, la musica è cambiata: ha chiesto ai vigili di far andare via la troupe in quanto la piazza era stata chiusa per motivi di sicurezza e che nessuno avrebbe potuto stazionare lì, tanto meno con le macchine da presa. «C’è anche qualcuno che vorrebbe girare un film - ha commentato - ma li abbiamo man-

PIAZZA GLAMOUR Stefano Accorsi mentre sfreccia in barchino e, sopra, una sposa in un set fotografico

L’ATTORE: «GIREREMO FINO AL 12 DICEMBRE NIENTE SCIACALLAGGIO NON POTEVAMO IMMAGINARE UNA SITUAZIONE SIMILE»

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dati via perché non c’è niente di peggio che la speculazione in questi momenti».

LA SPIEGAZIONE Forse non si trattava di speculazione, la troupe aveva tutti i permessi, ma in una giornata del genere avrebbe forse dovu-

to desistere o rinviare. «Stiamo girando a Venezia dal 4 novembre e continueremo fino al 12 dicembre - ha commentato Accorsi sulla sua pagina, in cui poco prima aveva pubblicizzato una raccolta fondi per Venezia - Non stiamo facendo nessuno sciacallaggio, semplicemente non potevamo immaginare una situazione simile. Come ho già scritto essere qui in questi giorni è stato impressionante e angosciante. Stiamo semplicemente portando a termine un lavoro che era già previsto, cerchiamo di fare come tutti qui: andare avanti». Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Sabato 16 Novembre 2019 www.gazzettino.it

VIA LE PASSERELLE Passaggi ormai inagibili: l’onda di marea a quota 154 rende inutilizzabili le assi che vengono posizionate dagli addetti in occasione dell’acqua alta

1966-2019, Venezia umiliata nari finiti sotto la marea dei 187 centimetri. «Com’è oggi? È come se piovesse sul bagnato, dobbiamo ancora capire che tipo di danni abbiamo avuto. Ci hanno detto di fare foto e documentare le riparazioni. Ma vallo a trovare, oggi, un elettricista».

DESERTO

7 Il posto nella classifica di tutti i tempi della marea registrata ieri

154 I centimetri d’acqua sopra il livello medio a Punta della Dogana di Luca Caroldi è contemporaneamente aperta e chiusa. Aperta per buttar fuori l’acqua, chiusa perché anche oggi non si vende niente. «Cosa bisogna fare? Al punto in cui siamo va completato il Mose, martedì sera dovevano accenderlo, poteva essere una prova generale. Ma non hanno avuto il coraggio». «Che finiscano queste dighe e speriamo che funzionino, ormai non ci resta altro», dice Stefano Ghezzo dall’interno del suo laboratorio orafo, preoccupato per alcuni macchi-

Venezia, nel quarto giorno di passione, sembra una città finta. Come Cinecittà. Come gli studi cinematografi dove si giravano i film western e c’erano le sagome del Saloon e dell’ufficio dello Sceriffo. È tutto incredibilmente vuoto. Perfino piazza San Marco, per motivi di sicurezza, non è più accessibile. «Non si può, attraversarla è pericoloso», avvertono le vigilesse al Sotoportego dei Dai. Il deserto. Chiuse le boutique delle grandi firme. Chiuse le botteghe del tutto a 10 euro dei cinesi. Chiusi i bar. Da Rosa Salva, in Calle Fiubera, si pasteggia a pasta e fagioli con venti centimetri di acqua sul pavimento. Tommaso Gambirasi, dell’Ottica Ducale, non ha dubbi: «È il clima, tutti ce l’hanno con la povera Greta, ma sono le mutazioni climatiche la causa di tutto quanto sta succedendo. Ma la sa che l’Indonesia vuole trasferire la sua capitale perché Giacarta, lì dove si trova, sta letteralmente affondando?». Il picco è passato. 154 centimetri alle 11.35. «Non ci sono stati particolari problemi», dice Nicola Ligi, referente del distretto della Protezione civile mentre con i colleghi gira per le calli. Però l’acqua non defluisce. Non sale più. Ma neanche scende. E come se non bastasse, comincia a piovere. Acqua da sotto, acqua da sopra. Acqua salata, “salsa”. Che si “mangia” i preziosi marmi e i mosaici della basilica, come ribadisce il procuratore di San Marco Pierpaolo Campostrini, che rilancia il progetto per mettere in sicurezza la cripta con finestre a tenuta stagna, rivedere lo scarico delle acque piovane e realizzare un sistema di barriere.

GLI ANGELI Fuori, intanto, fa acqua anche la solidarietà. «Signore, può prestarci un carretto?». Vittorio Da Mosto si avvicina a un negoziante. Studente universitario, è uno degli “Angeli dell’Acqua Alta” cui il patriarca Francesco Moraglia ha inviato una lettera di gratitudine per il lavoro di aiuto a Venezia. Qui, in campo Santi Apostoli, sotto il diluvio, stanno raccogliendo i sacchi di immondizia per portarli al barcone di Veritas dietro l’angolo. È per questo che chiedono in prestito un carretto. E ogni tanto si sentono rispondere no: «Tocca a Veritas, io non vi presto niente, vengano loro a tirare su le scoasse». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Altre due giornate ad alta tensione Il Mose? Ora inutile Il Consorzio Venezia nuova: impossibile `Dal 2020 le prove con “mare grosso” alzare le dighe, il sistema non è ultimato Previsioni: oggi quota 120, domani 130 `

Punte massime livello dell’acqua

LA POLEMICA

Ieri a Venezia

VENEZIA Punto numero uno: non è mai stato detto da nessuna parte che nel 2019 ci sarebbero stati innalzamenti delle paratoie del Mose a mare grosso. Punto numero due: siccome il sistema di dighe mobili destinato (si pensa) a salvare Venezia dalle onde di marea non è stato ultimato, alzarlo per evitare l’Aqua Granda di martedì sarebbe stato inutile. La marea sarebbe passata lo stesso. Due verità del Consorzio Venezia Nuova per spiegare come mai, nonostante i ripetuti inviti, nessuno abbia dato il via ad una prova del nove capace di misurare realmente la funzionali del Modulo Sperimentale Elettromeccanico. Due posizioni, queste, che trovano spazio negli atti sottoscritti tra Consorzio Venezia Nuova e Provveditorato alle opere pubbliche per il Veneto. Lì è scritto che nel corso del 2019 sono previste prove tecniche del Mose a «mare calmo» e nel 2020 quella a «mare grosso». E sulla possibilità dell’innalzamento parziale di alcune delle barriere mobili del Mose, esiste soltanto una simulazione di tipo matematico, non sperimentale, relativa alla Bocca di Porto del Lido. Oltretutto, il modello matematico avrebbe calcolato una variazione positiva della marea, valutata in uno o due centimetri.

Il capoluogo lagunare e l’emergenza marea

COME MAI Solo prove con il mare calmo nel 2019, quelle con il mare grosso rinviate all’anno prossimo. Questo perché gli impianti di controllo elettronico delle paratoie non sono completati, le

Dati marea 12 Nov. 187 cm

154 cm 149 cm 146 cm

15 nov. 154 cm 16 nov. 120 cm*

Luoghi chiusi al pubblico

Venezia Burano Chioggia

17 nov. 130 cm *alle 11.55

Allagato il 70% del centro città

Basilica di San Marco

VENEZIA

Sospesa la circolazione dei vaporetti

Piazza San Marco

Palazzo Ducale

no delle dighe non dipendono dalla propria struttura, e solo un’autorità superiore potrebbe imporre una manovra del genere accollandosene gli oneri.

scirocco. Al momento si attendono 130 centimetri alle 3.50 di domenica mattina e alle 11.20. Questo mentre il Comune di Venezia è stato costretto a diramare un comunicato ufficiale per rispondere ad un audio diventato virale e che parlava di un pranzo carbonaro del sindaco Brugnaro a Murano, in cui si diceva di tenere basse le previsioni per non creare allarmismo. Notizia smentita ufficialmente. Nicola Munaro

Scuole chiuse

pompe di aria compressa non sono state tutte montate; soprattutto, non vi sono sufficienti squadre di tecnici per monitorare le quattro dighe. La possibilità poi che la chiusura di una bocca di porto possa portare dei benefici sull’innalzamento della marea sarebbe smentita già dai fatti e la variazione positiva sulla marea in un caso simile è stata valutata in uno o due centimetri. Già ieri, infatti, il Cvn aveva sottolineato che i protocolli sulla chiusura o me-

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LE PREVISIONI Mose o non Mose, Venezia attende le prossime ore: 120 centimetri sono attesi alle 12 di oggi. Per domani la situazione meteorologica, come afferma il Centro Meteo dell’Arpav, è ancora incerta e molto dipenderà da che proporzione prenderà lo

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PRIMO PIANO

SABATO 16 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

Il disastro in laguna il consiglio regionale

polemica sul weB

Salvare San Marco e le spiagge venete Dal bilancio 2020 arrivano 6 milioni

Finco (Lega) «Moretti e M5S avete sbagliato la foto di Zaia»

milioni finalizzati solo a interventi per la città lagunare e per i litorali. Tirate le somme il consiglio regionale ha chiuso la manovra con 22 milioni di euro in più rispetto alla proposta della giunta, e nel maxiemendamento che ho presentato sono state tenute in debita considerazione tutte le proposte migliorative formulate sia dai consiglieri di maggioranza che di opposizione». Il bilancio dovrà però tornare a Palazzo Balbi: Zaia è ottimista, anche se la Moretti e i grillini gli hanno rovinato la giornata: «Sono orgoglioso del bilancio 2020,è un ottimo risultato che consegno ai veneti», dice il governatore. —

VENEZIA. Per far perdere il buon umore a Luca Zaia, basta pubblicare una foto che lo ritrae con Giancarlo Galan. Il Pd e il M5s hanno scoperto il tallone d’Achille del governatore Serenissimo e per alzare il tono della polemica, si divertono a pubblicare post su Facebook e Twitter con la coppia d’oro del centrodestra a palazzo Balbi. In politica tutto è ammesso, a patto di saper pescare la foto giusta. Alessandra Moretti, eurodeputata del Pd, ha sfogliato l’album del centrodestra e ha pubblicato l’immagine di Galan e Zaia che esultano per il “lancio del Mose nel 2003” e il M5s ieri l’ha rilanciata con il fotomontaggio dei due governatori. Zaia non ha replicato né alla Moretti né al grillino Berti, ma ci tiene a far sapere che nel 2003 lui era presidente della Provincia di Treviso e non ha partecipato alla posa della prima pietra con Berlusconi. In sua difesa è sceso in campo Nicola Finco, capogruppo in consiglio regionale: «Ricordiamo ad Alessandra Moretti e al M5S che il Mose è un’opera statale e che la gestione dei costi dipende dal Governo. Luca Zaia è stato sollevato da ogni sospetto. Nelle intercettazioni tra indagati lui veniva definito come un ostacolo alla macchina delle tangenti, perché ha sempre cercato di bloccare questi comportamenti esercitando un ferreo controllo. A finire coinvolti nell’inchiesta sono stati esponenti di Forza Italia e del Partito Democratico». —

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Forcolin soddisfatto: «Ho accolto tutti gli emendamenti» Azzalin alza il tiro: «Il governatore a Bologna e mai in aula» Albino Salmaso PADOVA. Passa il bilancio delle

Regione con 31 voti, ma per la prima volta la corazzata della Lega si piega e accoglie gli emendamenti importanti, sostenuti dalle opposizioni: un milione di euro per salvare la basilica di San Marco di Venezia dai danni dell’acqua alta. Soldi prelevati dal fondo di riserva del 2019 con un provvedimento specifico. E altri cinque milioni per la difesa del litorale adriatico, che con il Global Warming rischia di diventare un’immensa palude, dato che la laguna nel 2050 minaccia di arrivare fino alle colline del Prosecco. Scenari apocalittici, raccontati nelle lezioni di Greta Thumberg che la Lega ha sempre visto come fumo negli occhi, alla pari di Donald Trump che considera l’allarme clima una “fake” dei democratici di Obama e Clinton. Invece no. Venezia rischia di sprofondare travolta dall’alta marea e dal fantasma del Mose nascosto sotto terra, con 5,4 miliardi divorati dalle polemiche e dai ritardi. I 6 milioni per la difesa idro-

geologica del Veneto sono la vera novità del bilancio 2020 della regione e il vicepresidente Gianluca Forcolin è riuscito a sistemare i conti dopo una lunga mediazione con gli altri assessori: una rara vittoria bipartisan. La terza novità sempre legata al Mose è il via libera all’Authority per la gestione delle 78 paratoie sistemate nei fondali alle bocche di porto di Chioggia, Malamocco e Lido: quando funzionerrano bisognerà garantire un flusso di cassa di 100 milioni l’anno. I FINANZIATORI

Chi li metterà? Il ministero dell’Ambiente, il Comune di Venezia e la Regione, che fino all’altra sera ha sempre detto di no visto che si tratta di un’opera dello Stato. Ma l’eccezionale acqua alta ha fatto cambiare idea alla Lega che ha approvato la mozione presentata da Bruno Pigozzo, dem veneziano. Alle parole seguiranno i fatti concreti con gli impegni di spesa? Si accettano scommesse. Ma la rotta è tracciata. Del resto se Luca Zaia con gli stivali è in piazza San Marco con il premier Conte, il ministro Franceschini, con Salvini

e Berlusconi e il sindaco Brugnaro diventa assai difficile dire di no al Mose, anche se tutti sanno che non risolverà i problemi di Venezia. Per mettere al sicuro la laguna bastava copiare il modello olandese delle dighe mobili posate su mura di cemento. Invece l’Italia ha scelto una scommessa tecnologica che nessuno ha mai sperimentato al mondo. Tutto a posto? No. Perché il Pd pretendeva che Luca Zaia, giovedì sera, fosse nella sua Treviso ad approvare il bilancio 2020, invece era a Bologna, alla convention con Salvini e la Bergonzoni che vogliono sfilare la poltrone di governatore a Bonaccini con il voto a gennaio.

Da sinistra gli assessori Lanzarin, Donazzan e Forcolin

ta la magistratura. Ora bisogna far funzionare il Mose e tutto il Veneto deve marciare compatto a fianco del sindaco Brugnaro e del governo, che si è assunto impegni precisi per la tutela di Venezia.

«IL VALLETTO ZAIA»

Dopo la guerra dei post con le foto di Zaia e Galan della Moretti, a muovere l’attacco è Graziano Azzalin: «Mentre in consiglio si discute del bilancio e di una Regione martoriata dal maltempo, Zaia va a fare il valletto di Salvini al Pala Dozza di Bologna: da ‘Prima i veneti’ a ‘Prima gli emiliani”» . Più pragmatico il capogruppo Stefano Fracasso, che ribatte: basta con le polemiche sulle tangenti, la storia giudiziaria l’ha scrit-

I NUMERI DELLA MANOVRA

E la Lega? Se Zaia sottolinea che il Veneto è l’unica Regione a non applicare l’addizionale Irpef in Italia, il suo vice Forcolin tira le somme della maratona in Consiglio: «La svolta è netta: pensando a Venezia e alla necessità di mettere in sicurezza i territori su cui incombono rischi di carattere idraulico e idrogeologico abbiamo aggiunto ai 20 milioni già stanziati per l’intera Regione, altri 6

EMANUELE POLI

L’ANALISI

Maree eccezionali, clima che cambia per colpa dell’uomo

I

l rischio costiero rappresenta l’insieme di fenomeni fisici-geografici che espongono un’area costiera ai rischi di danni alle proprietà, perdita di vite e degradazione dell’ambiente. Questi fenomeni si dividono principalmente in due categorie: rischi a insorgenza rapida e rischi a insorgenza lenta. I primi hanno una durata che può andare da qualche minuto a più giorni e comprendono ad esempio i grandi cicloni, accompagnati da vento e ingenti ondate, o tsunami, causati da terremoti sottomarini. I rischi a insorgenza lenta si sviluppano gradualmente in periodi di tempo più lunghi e comprendono l’erosione e le inondazioni graduali. Questi processi naturali causano il rischio costiero quando la recessione della costa minaccia i resi-

denti delle aree limitrofe o le loro proprietà; ciò significa che un cambiamento della conformazione delle coste non rappresenta una minaccia se non mette a rischio nulla che abbia un valore per gli abitanti. Attualmente le più significative cause del rischio costiero sono le tempeste, l’erosione e l’innalzamento del livello del mare. Anche il livello del bacino del Mar Mediterraneo si sta progressivamente innalzando, perché subisce gli effetti sia della fusione dei ghiacci terrestri, principalmente da Groenlandia e Antartide, sia l’espansione termica dei mari e degli oceani per l’innalzamento della temperatura del Pianeta, sia l’intensificarsi di fenomeni meteorologici estremi e delle maree. Secondo l’Agenzia per

l’ambiente ENEA, infatti, entro il 2100, l’innalzamento del mare lungo le coste italiane è stimato tra 0, 94 e 1, 035 metri o tra 1, 31 e 1, 45 metri, a seconda che si consideri un modello più o meno cautelativo: rappresenta, quindi, un rischio ad insorgenza lenta, tale per cui in meno di cent’anni l’Italia potrebbe essere sommersa per circa 5500 chilometri quadrati. Ancora più specifico è il caso di Venezia, in cui l’eustatismo, cioè l’innalzamento del livello del mare, si combina alla subsidenza, ossia lo sprofondamento del suolo per cause naturali e antropiche, dovuto principalmente all’emungimento delle falde acquifere, specie nella zona industriale di Marghera dove nel recente passato ha raggiunto i 12 cm; assieme contribuiscono a rendere più fre-

quenti i fenomeni di “acqua alta”, vale a dire quegli “eventi straordinari” periodici durante i quali i picchi allagano il centro urbano. Il livello di marea è dovuto “per cause naturali” alla conformazione geografica, alla marea astronomica, regolata da leggi di meccanica fisica e dal contributo meteorologico, altamente variabile, dettato dal vento scirocco che spira da Sud e di bora da Nord, precipitazioni e pressione. Per quanto concerne i fattori antropici, l’acqua alta di Venezia è stata intensificata purtroppo dalla realizzazione del polo industriale di Porto Marghera, che ha reso necessaria la bonifica di vaste aree della laguna, occupate precedentemente delle cosiddette “sechere” (zone di secca) e dalle barene, isolotti che si allagavano con l’alta

marea contenendo l’escursione di marea e dalla realizzazione del Canale dei Petroli, che ha ingrandito la sezione della bocca di porto, aumentando siffatto la portata d’acqua entrante in laguna e costituente una minaccia incombente per il territorio della laguna stessa. Il reiterarsi di tali fenomeni che avvengono sempre più sovente e in maniera sempre più invasiva, e il cedimento apodittico delle fondamenta, inducono a peggiorare ulteriormente la condizione di Venezia. La possibile, e purtroppo probabile, invasione da parte dell’acqua è quindi un fenomeno geografico che avrà ripercussioni sulle vite degli abitanti di Venezia. La misura dei danni che l’innalzamento marino provocherà non è, tuttavia, ancora calcolabile, sebbene sia facile im-

maginare verso quali disagi la popolazione potrebbe andare incontro, da quelli meno gravi, come convivere con un’acqua alta sempre più frequente, fino all’evacuazione definitiva. Infine, si capisce quanto sia necessaria, sebbene non sufficiente, l’opera ingegneristica tanto menzionata MOSE (Modulo Sperimentale Elettromeccanico), con lo scopo di rallentare, fino a migliore soluzione, l’innalzamento del livello del mare, proteggendo, salvaguardando e tutelando la città di Venezia, da eventi estremi e dall’alta marea… perché, mai come oggi, è troppo importante considerare gli effetti catastrofici di un minimo cambiamento di flusso d’acqua. — Docente a contratto di Geografia Dipartimento di Studi Umanistici Università Ca’ Foscari BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


2 Primo Piano

IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 16 Novembre 2019

IldrammadiVenezia

La«diga»meno caraèinGermania

Ancoraun giornodi allarmee didisagi perla Serenissima

Sono4lestrutturerealizzateinEuropa con compiti simili a quelli del Mose di Venezia, ma solo una gli è simile per caratteristiche: si trova a Ems in Germania ed è costata

molto meno, «solo» 200 milioni di euro,contro i 5miliardidelMose. Le altre sono: una sul Tamigi, per proteggereLondradalleinondazioni. Un’altra a Rotterdam in Olanda.

A San Pietroburgo, in Russia, si è optato, invece, per una diga di 25 Km davanti alla baia, con paratie chesi chiudono esi aprono con l’alzarsidel mare.

L’EMERGENZA. Cittadini e commerciantiancora alle prese congli impiantielettrici chesonosaltati e i riscaldamentiche nonfunzionano

San Marco chiusa, la città soffre ConunemendamentodelPd200milioniperil2020eil2021.Salvini:«Ilgovernocontinuaalitigare» Matteo Guidelli VENEZIA

Alle 6.45 le sirene già risuonano nel buio, quattro toni diversi ad indicare che l'acqua, anche stavolta, supererà i 140 centimetri. Dietro il vetro della biglietteria dei vaporetti l'impiegata alza gli occhi al cielo. «Ci risiamo, purtroppo». «L'acqua granda» è tornata a sommergere Venezia e anche se stavolta non ha raggiunto i 187 centimetri, quando si ritira lascia alle spalle danni forse ancora maggiori di quelli provocati martedì notte in chiese, palazzi e soprattutto nell'anima dei veneziani. Perché la città non si è ancora risollevata, cittadini e commercianti sono ancora alle prese con gli impianti elettrici saltati e i riscaldamenti che non funzionano, quintali di cibo sono da buttare così come centinaia di frigoriferi e i forni faticano a produrre il pane, è quasi impossibile raggiungere il posto di lavoro e le scuole sono chiuse da giorni, cominciano anche ad arrivare le prime disdette negli alberghi. E perché forse i cambiamenti climatici cominciano davvero a far sentire i loro effetti catastrofici visto che non era mai accaduto dal 1872, cioè da quando ci sono dati certificati, che si verificassero nello stesso anno, e men che meno nella stessa settimana, due eventi di acqua alta superiori a 150 centimetri. Così, quando alle 8.45 l'acqua raggiunge il metro e 25 e in San Marco ci sono 20

ChiusaPiazza SanMarco Fermiivaporetti Allagatoil70% delcentrostorico Maree«record»

centimetri in tutta la piazza, la gente è già esausta. «Siamo stanchi, ora basta, non se ne può più» dice Michele mentre sistema gli impermeabili di plastica fuori dal negozio proprio sotto il ponte di Rialto. In calle Vallareggio, nella boutique dello storico hotel Baglioni, Michela Cardani guarda l'acqua salire inesorabilmente. «Nella hall hanno dovuto alzare anche i pianoforti e i mobili. Ma cosa devi fare, questa è sopravvivenza, non abbiamo alcuna alternativa, questa è la realtà della nostra vita». Il Pd, con un emendamento alla manovra, ha previsto lo stanziamento di 200 milioni per il 2020 e 2021 per la «messa in sicurezza del patrimonio immobiliare pubblico e privato, del patrimonio artistico, architettonico, culturale, ambientale ed economico danneggiato». Ma è chiaro che si tratta di fondi destinati esclusivamente agli interventi emergenziali perché Venezia richiede misure strutturali che coinvolgano «tutto il Parlamento», come ha sottolineato il ministro Franceschini dopo aver ammesso che «è un disastro molto più grande di quel che si vede in tv». E come si è reso conto anche Matteo Salvini che ha attaccato il governo «che non fa altro che litigare», senza però ricordare che al governo fino a pochi nesi fa c'era anche lui. Alle 11.20 la marea raggiunge il picco, 154 centimetri, con un vento di scirocco che soffia da mare e increspa l'acqua nelle calli. Il 70% della città è sott'acqua, i trasporti pubblici si fermano, piazza San Marco è chiusa per ordine del sindaco Luigi Brugnaro. «Non voglio mettere a rischio l'incolumità di nessuno». Con lui il governatore Luca Zaia:«Qui la gente si lamenta poco e si dà da fare» •

Acquaaltain centro ANSA

ILBILANCIO. Sono70 lechiese inondatee servono 70milaeuroper ogniprimo intervento

Dannipercentinaia dimilioni Ventisoloper vaporettie approdi VENEZIA

Sarà un lavoro complesso e lunghissimo la conta dei danni causati dalla mareggiata a Venezia, alle case, ai negozi e ai suoi beni monumentali. Un calcolo che inizierà con il ritorno in città del direttore della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che vedrà il sindaco Luigi Brugnaro, nominato commissario per l'emergenza. Subito dopo l'acqua alta, il sindaco aveva fatto una sti-

ma di alcune centinaia di milioni di euro; cifra ipotizzata anche dal governatore Luca Zaia. Nessuno però a Cà Farsetti, sede del Comune, si azzarda a fare cifre. Intanto sul piatto vi sono i 20 milioni di euro stanziati dal Governo, con la dichiarazione dello stato di emergenza. Qualche conteggio, tuttavia, si fa. L'Actv, l'azienda veneziana di trasporti, si è vista «portar via» dalla mareggiata 5 vaporetti, sbattuti dal vento sulle

L’Harry’sBar rimaneaperto Sulla parete della sala che si affaccia sul Canal Grande c'è una scultura dorata che riproduce in rilievo il leone di San Marco: segna il punto in cui arrivò l'acqua il 4 novembre del 1966. «L'altro giorno, con quel vento che c'era, l'acqua è andata ancora più su. Oggi siamo abbondantemente sotto e dunque va molto meglio». All'Harry's Bar, il locale preferito da Hemingway, il patron Arrigo Cipriani non c'è ma l'intero staff è lì, pron-

Direttore Responsabile LUCA ANCETTI

to a lavorare. Perché lo storico locale di Calle Vallaresso, a due passi da San Marco, non chiudeneanche ora. «Siamo stati fermi una sola volta, quel giorno del 1966 - afferma con orgoglio uno dei manager - martedì, invece, abbiamo lavorato di notte per ripulire il locale e mercoledì eravamo aperti». Alle 11 del mattino, quando il livello della marea ha raggiunto il picco di poco più di un metro e mezzo, nel bar ci sono 30 centimetri d'acqua. Parte delle scale che vanno al piano superiore sono som-

L’Harry’sbar ANSA

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Unaparte delMose ANSA

rive o affondati. Solo per questi mezzi, e per i 6 approdi semi-distrutti dall'acqua, il direttore del gruppo Avm, Giovanni Seno, ha ipotizzato 15-20 milioni di euro. «Solo per i vaporetti, completamente da rifare - dice - siamo sui 5 mln. Rifare interamente un approdo poi, può voler dire dai 4 ai 6 mesi di lavoro». Capitolo a parte meritano le chiese di Venezia, non solo San Marco, ma anche le più piccole, come Torcello e Murano. A Venezia, spiega la so-

LASTORIA. Illeggendario localeamato da Hemingway nonsi arrende:«Noi chiusisolonel ’66»

VENEZIA

Lapolemica

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vrintendente Emanuela Carpani, «ci sono almeno 60-70 chiese su un totale di 120 che sono andate sott'acqua», senza contare i danni ai musei, dalle Gallerie dell'Accademia a Cà d'Oro, da Palazzo Ducale a Palazzo Reale o le Prigioni. Hanno sofferto in particolare Torcello e Murano e il litorale, Chioggia e Jesolo.Impossibile quantificare già i danni, ma si indica una necessità di 60-70 mila euro per ogni chiesa colpita, solo per i primi interventi. •

Ilmondo ela politicaguardano conapprensione alfuturo di Venezia,resopiùincertodalle grandimareggiatedi questa settimanae sifa pressantela richiestadi farpartire al più presto,anche soloinparte,la grandeoperadelMose. Itempi lunghi, laburocrazia, gliscandali, i rimpallidi responsabilitàpassanoin secondopianoorachela paura divederesparire sott'acqua la cittàsembra dietrol'angolo. Mai tempidelle sperimentazioninecessarie allaconsegnadelMose sono statifissati al 31dicembre 2021enonsono tecnicamente possibilideroghe. Lo sabene il sindacodiChioggia, il pentastellatoAlessandro Ferro,chesièvisto negare una richiestadi alzarealmenole barrieredella«sua» boccadi porto.Non èpossibile: il ConsorzioVenezia Nuovaeil Provveditoratoalleopere pubblicheperil Veneto hanno messonero subianco chenel corsodiquest'annofossero previsteprove tecnichedel Mosea «marecalmo»esolo nel 2020quellea «maregrosso». Gliimpianti dicontrollo elettronicodelle paratoienon sonocompletati, le pompedi ariacompressanon sonotutte montate;non visono sufficienti squadreditecniciper monitorarele 4dighe.La possibilitàchela chiusuradi unaboccadi portopossa portaredeibenefici sull'innalzamentodellamareaè smentitadai fatti.

LACULTURA. Sìagli incentivi perledonazioni merse. «Ma non è un grande problema, sono di compensato marino e ricoperte di legno pregiato, hanno sempre retto e reggeranno anche ora. Come le porte,le stesse da quando ha aperto il locale». Era il 1931, un 13 di maggio, quando l'Harry's Bar aprì e il nome lo si deve a un giovane americano che, rimasto senza un soldo, ricevette da Giuseppe Cipriani 10mila lire per tornare a casa. Due anni dopo Harry si ripresentò a Venezia, per saldare il debito e ricompensare il suo benefattore, con 30mila lire. Ottantotto anni dopo il bar è sempre nello stesso posto, anche se il bancone sul quale è stato inventato il Bellini è l’unico a essere cambiato. •

Concessionaria pubblicità PubliAdige S.r.l. Vicenza - Via Enrico Fermi, 205 - Tel. 0444.396.200 Fax 0444.396.201. Pubblicitànazionale: A. Manzoni & C. S.p.A. Via Nervesa, 21 - 20139Milano - Tel. 02.57494802 www.manzoniadvertising.it

Franceschini:«Impegno serioda partedello Stato» ROMA

L'acqua ricopre implacabile gli intrecci geometrici degli splendidi mosaici policromi del pavimento di San Marco, riflettendone lo scintillio. «Non credo servano parole per fare capire cosa sta succedendo a #Venezia. Bastano queste immagini di #SanMarco», scrive Dario Franceschini postando su Twitter un video della basilica allagata. È qui, nel cuore della città sommersa e in preda a un nuovo giorno di paura, che il Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs 196/03) è il Direttore Responsabile ISSN digitale/smartphone: 2499-0612 ISSN sito web: 2499-474X Certificato n. 8624 del 18/12/2018 Reg. Tribunale C.P. di Vicenza n.12 del 25.05.49

ministro dei Beni culturali e del Turismo fa in mattinata il suo sopralluogo, accompagnato dal sindaco Luigi Brugnaro. «Si sta facendo il censimento dei danni, per fortuna non sono irreparabili ma ci sono» dice uscendo dalla chiesa, invocando «interventi strutturali» e annunciando che l'incentivo fiscale dell'art bonus sarà esteso alle donazioni «per tutto il patrimonio ecclesiastico di Venezia». «Sono qui per cose operative, non per fare passerelle», chiarisce subito. «Serve un impegno enorme dello Stato» • Stampato presso il Centro Stampa di Società Editrice Arena - Via Torricelli, 14 Caselle di Sommacampagna (Verona) La tiratura di venerdì 15 novembre è stata di 32.242 copie


III

Primo Piano

Sabato 16 Novembre 2019 www.gazzettino.it

Zaia: «Fatti, non chiacchiere» Giordani: «Uno spazio rinato» «Il progetto del polo della salute permetterà di “salvare” una zona molto estesa, mantenere 900 posti letto in città e attivare un centro di eccellenza a Padova est»

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LE REAZIONI PADOVA Il disvelarsi giorno dopo giorno (e rendering dopo rendering) del piano complessivo dell’area nel cuore della città, rende il sindaco Sergio Giordani e il presidente della Regione Luca Zaia, sempre più convinti di aver imboccato la strada giusta. Per due ordini di motivi: il recupero di quello che altrimenti sarebbe stato un pericoloso vuoto urbano e la realizzazione non di uno ma di tre ospedali. Perchè Padova avrà il Giustinianeo rinnovato con 900 posti, un ospedale nuovo per l’area materno infantile e il massimo dell’eccellenza nelle cure e nella ricerca a Padova est.

ZAIA

nianeo? «In centro siamo già partiti, la Regione ha 150 milioni da parte, Pediatria è già pagata con 61 milioni, in più ne arriveranno 450 dall’Inail». A proposito di Pediatria. Tempi? «Nel 2021 il bando per la realizzazione e due anni di lavori». Ci saranno anche due altre palazzine. Sempre otto piani? «No, per ginecologia e ostetricia possiamo stare più larghi, avranno 5 piani di altezza».

LE MURA Come avverrà il recupero del

sistema murario? «Faremo il corretto ripristino del Bastione Cornaro e la realizzazione della passeggiata di circuito sopra le mura. La visualizzazione della cinta muraria dall’esterno avverrà liberando l’area degli edifici che la “oscurano” e anche valorizzando lo spazio della fossa per migliorare la percezione della superficie verticale delle mura. Questa progettualità risente del confronto continuo e positivo in atto con la Soprintendenza e con gli enti coinvolti». Mauro Giacon

«Il Giustinianeo rappresenta l’altra faccia di una medaglia che non ha rovescio. Su un lato il nuovo policlinico universitario di Padova est, sull’altro un ospedale cittadino senza pari», dice il governatore a proposito dei rendering che descrivono la struttura sanitaria. «Quando prendemmo in mano le carte dopo anni di chiacchiere, perché in realtà il nuovo ospedale di cui tutti si riempivano la bocca non era altro che una busta di carta con dentro una proposta - continua Zaia- fummo accompagnati da polemiche e scetticismo. Come tante altre volte in cui il risultato è stato raggiunto. Oggi, invece, è partito concretamente il cammino che renderà Padova una città sanitaria di livello mondiale, con un’organizzazione strutturale basata su un policlinico universitario dedicato alle altissime specialità e alla ricerca e su un ospedale cittadino di elevato livello scientifico e ben integrato nella realtà urbanistica cittadina. Un impegno preso con i padovani che giorno dopo giorno, fatto dopo atto, sta diventando realtà».

GIORDANI «Quello che stiamo facendo è qualcosa di cui tutta la città deve

ZAIA E GIORDANI Il presidente della Regione e il sindaco di Padova convinti delle scelte effettuate

andare profondamente orgogliosa - continua Giordani - Padova davvero non sarà più seconda a nessuno in termini sanitari. Sarà la più grande Azienda ospedaliera italiana, un polo della salute di riferimento europeo. Doppia soddisfazione per me e per noi, perché dopo un confronto costruttivo col governatore Zaia come previsto dagli accordi che ho firmato il Giustinianeo non solo è salvo ma vivrà un nuovo rilancio. La mia enorme preoccupazione era consegnare un territorio davvero grande al degrado,

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squalificando tutti i quartieri limitrofi. Una terra di nessuno abbandonata e non bonificata, questo rischiavamo, invece, in un successo di tutta la città, il grande polo centrale vedrà 900 posti letto, un modernissimo pronto soccorso nuovo di zecca, e il nuovo ospedale della mamma e del bambino così i piccoli pazienti, le loro famiglie e i medici metteranno la parola fine a sofferenze inaccettabili e non più giustificabili legate a una struttura vetusta». «A Padova est ci sarà il grande

ospedale più precisamente dedicato alla ricerca e alle esigenze dell’Università, che potrà sprigionare tutte le sue immense potenzialità. Una menzione speciale anche al magnifico parco delle mura che prenderà il posto dell’attuale caos costruttivo, uno spazio per tutti i padovani, tutto da vivere e che limita come promesso anche il consumo di suolo. Tutto questo in un quadro di un proficuo e sempre costruttivo rapporto di collaborazione con la Sovrintendenza». M.G.


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