RASSEGNA STAMPA DEL 17 NOVEMBRE 2019

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17-NOV-2019 Estratto da pag. 13 3043

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17-NOV-2019

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17-NOV-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

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17-NOV-2019 Estratto da pag. 6 3043

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17-NOV-2019

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Direttore: Virman Cusenza

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da pag. 3 Quotidiano Roma

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17-NOV-2019 Estratto da pag. 4 3043

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17-NOV-2019

da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

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17-NOV-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

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17-NOV-2019

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L'ARENA Domenica 17 Novembre 2019

ITALIA&MONDO

«Lavoravo,lamia casaèdistrutta»

Telefono 045.9600.111 Fax 045.9600.120 | E-mail: interni.esteri@larena.it

«Miamogliemimandavacontinuamente i video del nostro appartamento allagato, dei mobili distrutti, ma non potevo tornare a casa, dovevoaiutarechi,comeme,stava

perdendo tutto»: lo racconta Marcello Benedetti, il vigile del fuoco-eroe di 51 anni, residente nell'isola di Murano, che nella notte del picco di marea di 187 centimetri a

Venezianonsièfermatounsecondo. Lavora da 23 anni nel distaccamentodellaMarittimadeipompieri,chesioccupadell'assistenzaalle naviincasodi roghi.

L’ALLARME. Per Venezia le previsioni indicano ancora acqua alta per oggi, fino a 160 centimetri

Ancora supermarea Decisostopaimutui Dannistimatiperun miliardo. Varatal’ordinanza, alsindacoBrugnaroilruolo dicommissario. Lamorgesein città:«Serviràl’impegno ditutti» Michele Galvan VENEZIA

Un giorno di tregua, grigio dalla mattina alla sera, con l'attesa di un'altra botta di supermarea. Venezia ricorda le città colpite dai terremoti, quando ogni nuova scossa riporta allo choc iniziale. E oggi è attesa ancora un'acqua alta di «magnitudo» elevata: 160 centimetri, alle 12.30. La vita della Serenissima pare scandita dal risuonare delle sirene d'allarme. Intanto procede la macchina degli interventi per l'emergenza, con la firma dell'ordinanza della Protezione Civile che ha assegnato al sindaco Luigi Brugnaro il ruolo di commissario delegato, per l'impiego dei 20 milioni di euro già stanziati dal Governo, da suddividere nei rimborsi di 5mila euro per i privati e di 20mila per le aziende, secondo lo schema indicato dal premier Conte. Brugnaro avrà 40 giorni di tempo per redigere il piano, potendo derogare al Codice dei contratti pubblici, e tra pochi giorni metterà a disposizione dei veneziani la modulistica per segnalare i danni di maggiore entità. Nell'ordinanza c'è la conferma della sospensione del pagamento dei mutui per un anno. E anche un contributo - da 400 euro a 900 euro mensili a seconda dei componenti del nucleo familiare - per chi ha avuto la casa inagibile a causa della marea e troverà autonomamente una sistemazione abitativa. In città ieri sono giunte anche la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, e il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, insieme al capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, per portare solidarietà ai veneziani e alle forze di polizia

ElisabettaCasellatie LuigiBrugnaro ANSA

Dalgoverno iprimi20milioni: rimborsi da5milaeuroai privatieda20mila alleaziende

Trapochigiorni saràadisposizione deicittadini lamodulisticaper segnalareidanni dimaggioreentità

image freepik.com

e ai vigili del fuoco. «In questo momento non c'è bisogno di polemiche, di fronte ad una situazione del genere devono sparire le differenze politiche e ci deve essere solo l'interesse per Venezia» ha detto la responsabile del Viminale. Tuttavia qualche segno di contestazione, dopo i molti «passaggi» politici su san Marco allagata, si è registrato in città: sul ponte di Rialto gli attivisti del movimento «Fridays for future» hanno srotolato uno striscione che diceva «Da Venezia a Matera, basta passerelle elettorali». E all'arrivo della presidente del Senato in piazzale Roma un'altra piccola contestazione è stata inscenata da un gruppo di una quindicina di manifestanti, attrezzati con pala e stivaloni da acqua alta. Momenti di gioia ha regalato invece a Venezia la presenza della Nazionale azzurra di Roberto Mancini, reduce dal successo di venerdì sera in Bosnia. Una delegazione composta dal presidente federale, Gabriele Gravina, dal capodelegazione, Gianluca Vialli, e dal portiere, Gianluigi Donnarumma, si è recata in centro città per una visita di solidarietà dopo l'acqua alta eccezionale di martedì. «A nome di tutta la squadra, siamo vicini alla città di Venezia e mandiamo un grande abbraccio a tutti» ha detto Donnarumma, dal centro di piazza San Marco. Adesso però le apprensioni di Venezia sono rivolte a ciò che potrebbe succedere oggi. Le previsioni meteo lasciano pochi spiragli: la sciroccata durerà a lungo, fino a 18 ore, e sarà tale da prender dentro due punte di massima, che non scenderà mai sotto il metro. Dalla scorsa notte è stato previsto un crescendo, Venezia rimarrà sommersa fino a oggi pomeriggio. «La marea si manterrà su valori molto alti per diversi giorni» si legge sul sito del Centro del Comune, che prevede fino a martedì picchi sopra il metro. •

GianlucaVialli, team manager dellanazionale italiana dicalcio,e Gianluigi Donnarumma, portiere, aVenezia ANSA

Trai venezianidelle zonepopolari

«Bastaconlepasserelledeipolitici econituristivandali.Serverispetto» Ipolitici. E ituristi. NellaVenezia chesiègià rimboccata le maniche,chenon mollaeche attendecontimore un'altra «Acquagranda», esarebbe la terzainmeno diunasettimana, recordstoricoassoluto, comincia aserpeggiare ilmalumore. Una protestaper oraeducata e silenziosa.Teneaccorgi appena tiallontani dallerottedichi Venezianonla vivetuttol'anno, nellezonepiùpopolari.Ad alimentarla,chi havistoVenezia cambiarepelleechi ha conosciutolacittà solo così: i vecchi,daunlato, ei giovani, dall'altro.Come la quindicinadi ragazziche,con tanto dipalae

stivali,all'arrivodiElisabetta CasellatieLuciana Lamorgese hannourlatola lororabbianei confrontidelle Istituzioniedel governatoreLuca Zaia, che accompagnavala presidentedel Senatoelaministra dell'Interno. «Vent'annidiLega, Venezia annega»lo slogan ritmatoe accompagnatodaunchiarissimo «bastaipocrisia, andatevia».Sul pontediRialto afarsi sentire sonoi giovanidi «Fridaysfor future»,il movimentonato dalla protestadiGreta Thunberg.«Da Veneziaa Materabasta passerelleelettorali -hanno scrittosull'enormelenzuolo rimossonelpomeriggio -Uniti

controi cambiamenti climatici,è tempodiagire». PiazzaSan Marco,alle10 delmattino, èdi nuovoinvasadai turisti. «Ci volevauna tregua,unpo’ di rispettoper quel cheèsuccesso» diceNicolòSito,un giovaneche gestisceil negoziochedavanti palazzoDucale.Ma bisogna usciredal salotto buono,per capire.RaccontaGianni Naia,al sestierediCastello,zona meno turisticaepiùpopolosa: «Serve il numerochiuso. Inalcuni puntinon siriescea camminare». Poi c'èla politica.«Vengonoa farei giridi propaganda-diceancora- poi quandoc’è datrovarele soluzioni nonle trovano».


XVII

Marghera Mestre

Domenica 17 Novembre 2019 www.gazzettino.it

«Aria avvelenata» Protesta in mezzo alla rotatoria `Il gruppo “Quartieri re subito lo stato di emergenza

in movimento” apre un nuovo fronte COMITATI

AMPLIAMENTO L’impianto di Ecoprogetto, società di Veritas, a Fusina

«Fusina, Veritas spieghi meglio» Inceneritore, la Commissione Via manda `I comitati ambientalisti: «È la prova della otto pagine di richieste di chiarimenti fondatezza dei nostri dubbi sul progetto»

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AMBIENTE MESTRE Otto pagine di richieste di integrazioni, chiarimenti e approfondimenti sul progetto di incenerimento rifiuti a Fusina: le ha inviate la Commissione Via regionale a Ecoprogetto, azienda del polo integrato Veritas per il trattamento dei rifiuti a Fusina, che ora avrà 30 giorni per rispondere o potrà chiedere una sospensiva di 180 giorni. Per gli ambientalisti «questa enorme quantità di richieste mette il luce la poca chiarezza del progetto, cosa che noi abbiamo sottolineato, e infatti troviamo le nostre osservazioni riprese in molte delle richieste regionali».

SU FRONTI OPPOSTI Opzione Zero, Ecoistituto Veneto A.Langer, Medicina Democratica di Venezia e Assemblea permanente contro il rischio chimico continuano, in sintesi, a sostenere che il progetto è per un nuovo mega inceneritore che accoglierà rifiuti da tutto il Veneto, quando invece Veritas e il Comune avevano assicurato che avrebbero spenti tutti gli inceneritori e non ne avrebbero più fatti. Veritas, al contrario, difende l’operazione sostenendo che servirà solo a bruciare le 60 mila tonnellate di Css, che è il “combustibile solido secondario” ossia quel che resta dopo il riciclo dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi e che entro il 2023 non verrà più incenerito nella centrale Enel Palladio

di Fusina che farà sparire il carbone. Gli ambientalisti veneziani e della Riviera del Brenta continuano ad essere preoccupati e riportano in particolare alcune delle richieste della Commissione Via: ad esempio quella di definire in modo chiaro e univoco la potenzialità delle 3 linee di incenerimento come quantità lavorabili e limiti di potenza termica, e in proposito le quattro associazioni ricordano di aver «sostenuto che le potenzialità termiche in gioco sono superiori ai 50 Mwt obbligando perciò a sottoporre il progetto alla Via nazionale». La Regione chiede inoltre ad Ecoprogetto di chiarire la potenzialità indicata di 450 mila tonnellate annue di Rur (Rifiuto urbano residuo) in ingresso all’impianto Css, dato che quella autorizzata attualmente è poco più di metà (258 mila e 500 t/a), «e noi abbiamo sostenuto che questo mostra un tentativo di raccolta di rifiuti da tutto il Veneto ben oltre il bacino di raccolta Veritas». Richiesto anche un approfondimento sul trattamento del percolato con precisazioni sui Pfas residui nelle acque separate dai

L’AZIENDA NON SI PREOCCUPA: «NESSUN PROBLEMA, RISPONDEREMO A TUTTE LE DOMANDE. LE 3 LINEE NON SARANNO MAI IN FUNZIONE INSIEME»

fanghi e sulle reazioni di degradazione possibili in forno, «dato che per rompere le catene del Pfas sono necessari almeno 1400 gradi centigradi, e invece negli inceneritori si arriva solo a 1000».

QUALITÀ DELL’ARIA La Via regionale chiede pure di realizzare uno studio delle ricadute delle emissioni dai 3 camini e di quantificare l’impatto sulla qualità dell’aria attuale; «e noi abbiamo sostenuto che oggi è già molto critica perché oltrepassa i limiti ammissibili per PM10, ossidi di azoto e ozono, inquinando non

solo il comune di Venezia». Chiarimenti richiesti anche sulle linee di incenerimento, ossia se le linee 1 e 2 saranno usate assieme o se, una volta costruita la linea 2, la 1 sarà chiusa o tenuta solo di scorta. «Non c’è nessun problema risponde Veritas -. Risponderemo in maniera esaustiva a tutte le richieste. Tanto per fare un esempio, fin dal primo giorno abbiamo detto che le 3 linee non saranno mai in funzione insieme e che la terza linea servirà solo per asciugare i fanghi e come riserva». Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Biblioteca di Marghera

«Da gennaio ampliamento degli orari» MARGHERA L’aumento delle ore di apertura della biblioteca di Marghera ci sarà. L’assessore alla Coesione sociale Simone Venturini risponde così al segretario dello Spi Cgil ed ex vicepresidente della Municipalità di Marghera, Bruno Polesel. «La biblioteca, dai primi di gennaio con l’entrata in vigore del nuovo servizio, incrementerà significativamente l’orario di apertura settimanale garantendo l’apertura al pubblico dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 19 - spiega Venturini -. Ben dieci ore in più a settimana, in linea con ampliamenti di orari già attuati negli ultimi anni». Secondo l’assessore, inoltre, il gruppo di

lettura potrà contare su più energie anche grazie ai finanziamenti del progetto Cultura Futuro Urbano del Mibac che faranno sì che la biblioteca, nel 2020, diventi “luogo di laboratori scientifici per le scuole, di ricerca storica sul territorio e di altre iniziative rivolte ai giovani e alle loro famiglie” e che si attivino nuovi corsi di lettura ad alta voce. «Non si comprendono conclude Venturini - le polemiche pretestuose che rispondono a logiche di partito. I fatti sono altri e “raccontano” di apertura di biblioteche, rilancio delle attività, acquisti di libri e quotidiani, nuovi laboratori e orari di apertura sempre più ampi».

Alunni a scuola di voga alla veneta SAN GIULIANO MESTRE Per la prima volta alcuni studenti di Mestre potranno avvicinarsi alla voga non solo come disciplina sportiva, ma anche a scopo di aggregazione. Succede a San Giuliano, dove Paolo Agostino Della Pietà, socio Asd Voga Veneta Mestre, sta avviando il progetto “Voga alla Veneta”, nato in collaborazione con la scuola media “Di Vittorio” di Mestre. Domani mattina la classe 2.C arriverà a Punta

San Giuliano e potrà ammirare i vari tipi di imbarcazioni tradizionali e tipiche della laguna di Venezia custodite nelle tese. Entreranno poi nel laboratorio per ammirare strumenti e attrezzi. Il vicepresidente della società Riccardo Salviato e il maestro di voga Guerrino Piovesan racconteranno ai giovani la storia delle imbarcazioni tipiche lagunari di Venezia e della Voga alla Veneta. In particolare come si costruisce una barca - un “pupparino”, un sandolo, una “mascareta, la caorlina” e altre

imbarcazioni -, ma anche come si conservano e si riparano. Martedì 19 novembre sarà poi la volta delle classi 2.B e 2.A. «Si tratta di un primo percorso teorico spiega Daniela Costantini, presidente dell’associazione - che in primavera si svilupperà in una parte pratica, nella quale gli studenti saranno accolti in remiera per imparare ad armare una barca, metterla in acqua e apprendere la tecnica di voga. Speriamo di coinvolgere ragazzini anche di altre scuole per trasmettere una delle più importanti tradizioni legate al nostro territorio». Filomena Spolaor

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MESTRE Agli automobilisti meno giovani sarà venuta in mente una vecchia reclame che mostrava un signore intento a bere un amaro seduto in mezzo al traffico. A quelli più giovani la scena di una contaminazione nucleare. Se l’obiettivo era quello di attirare l’attenzione i dieci attivisti dei gruppi dei “Quartieri in Movimento” che ieri mattina hanno inscenato una protesta dentro la buca della nuova rotonda dei Quattro Cantoni, ci sono certamente riusciti. Vestiti con tute bianche e maschera antigas, con un tavolino e delle sedie, si sono piazzati con cartelli e striscioni proprio all’incrocio tra il Terraglio e la Castellana per protestare contro lo smog e l’aria inquinata dal traffico che avvelenano Mestre. Un flash mob organizzato per ricordare che “i limiti di Pm10 in terraferma vengono sistematicamente sforati e ciò che sta accadendo in questi giorni a Venezia dipende soprattutto dai cambiamenti climatici causati dall’eccesso di CO2 nell’aria”. «Questo territorio rappresenta la prova evidente di cosa abbiano comportato l’inquinamento da traffico urbano, l’eccesso di cementificazione e la cancellazione di zone umide, oltre che la mancanza di politiche di salvaguardia della salute pubblica – sostiene Laura Latini, portavoce di Quartieri in Movimento –. Chiediamo all’amministrazione comunale di dichiara-

climatica e di istituire immediatamente un tavolo di confronto aperto ad associazioni e cittadini per mettere in campo iniziative concrete di salvaguardia ambientale». Dopo aver posto l’attenzione sullo stato di degrado e di abbandono in cui versano alcune aree di Mestre, i gruppi dei Quartieri in Movimento hanno dunque deciso di mobilitarsi anche su temi di carattere strettamente ambientale. «Il traffico e i mezzi di trasporto obsoleti stanno avvelenando l’aria che respiriamo ogni giorno e su questo il Comune è del tutto assente - sottolinea Roberto Trevisan di Quartieri in Movimento –. Per questo chiediamo che venga programmata una mobilità alternativa all’uso del mezzo privato che incentivi servizi pubblici moderni ed ecologici e che ricominci la piantumazione di alberi che è ferma da dieci anni». E per continuare a porre l’attenzione sull’emergenza climatica e l’inquinamento dell’aria , i gruppi di Quartieri di Movimento hanno indetto un’assemblea pubblica in programma domani, lunedì, alle 18 al Laurentianum di piazza Ferretto alla quale parteciperanno i comitati “No Grandi Navi” e il movimento “Fridays for Future Italia” ispirato da Greta Thunberg. Paolo Guidone © RIPRODUZIONE RISERVATA

DOPO IL FLASH MOB AI QUATTRO CANTONI, DOMANI ASSEMBLEA AL LAURENTIANUM CON “NO GRANDI NAVI” E FRIDAYS FOR FUTURE

TRASPORTI TRIPLO STOP PER I TRAM

MARGHERA DISTURBI ALIMENTARI

Giornata non proprio fortunata, quella di ieri, per il tram. In mattinata due stop a breve distanza, prima tra Forte Marghera e Venezia (nelle due direzioni, per poco meno di una mezzora) per la linea T1 e, a seguire, anche sulla T2 tra Mestre e Marghera. In entrambi i casi il tram è rimasto bloccato per la presenza di auto in sosta a bordo strada che impedivano il passaggio del convoglio. Diverso il terzo episodio avvenuto nel primo pomeriggio, tra le 13.20 e le 14.20, ancora a Marghera quando il tram T2 si è bloccato per un guasto. Durante tutti e tre gli stop Actv ha attivato i bus sostitutivi.

“Il corpo: abito del disagio” è il titolo della serata informativa sui disturbi del comportamento alimentare organizzata per domani, lunedì, alle 20.30 nella sala S. Antonio di via Padre Egidio Gelain 3 di Marghera da parrocchia di S. Antonio, Centro Francescano di Cultura e Associazione disturbi alimentari di Mestre (Adam). Relatrici saranno la psicoterapeuta Gessica Cervesato e la psicologa Rossella Oliva. Per saperne di più, si può scrivere a info@anoressia.biz o telefonare allo 0415322349. Le specialiste indicheranno le modalità per intercettare i segnali del malessere legati al cibo. (g.gim.)


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Domenica 17 Novembre 2019 Corriere del Veneto

VE

Primo piano

265 1973 Ultimi fondi

La prima legge speciale

L’ultimo rifinanziamento alla legge speciale sono i 265 milioni in 7 anni della finanziaria 2017

La prima legge speciale è stata votata pochi anni dopo la prima Acqua granda, nel 1973

«Nuova» legge speciale, Camere pronte a votarla Casellati: «Rifinanziarla» Fondi che dal ‘73 fino agli anni ‘90 sono affluiti per la salvaguardia della città e della laguna poi scomparsi e oggi ridotti al lumicino. Dal Pd ma anche dal M5s la proposta di ripristinare gli stanziamenti Obiettivo, come nel ‘73, un sì bipartisan del Parlamento. E la Lega fa sapere di essere della partita

La prima stima

Chiese,danni dialmeno3,5milioni alpatrimonio lo per pagare i danni alle chiese di Venezia e delle isole causati dall’«acqua granda» di martedì notte e dalle maree sopra il metro e mezzo dei giorni successivi. «È una prima stima indicativa — dice la sovrintendente Manuela Carpani — considerando che dovrebbero servire mediamente sessantamila euro per ogni chiesa». E gli edifici di culto colpiti sono una sessantina sui 120 complessivi tra centro storico e isole. E non ci sono solo la basilica di San Marco, dove si sono già viste le prime conseguenze dell’acqua salata di questa settimana («Il proto mi ha già mostrato i distaccamenti», confessa la sovrintendente), la chiesa di San Donato a Murano e alla basilica di Torcello in cui i contraccolpi sono maggiori, la lista è lunga e non risparmia nessuna parte della città. C’è ad esempio la chiesa di Santa Maria Elisabetta al Lido, San Moisè, Sant’Alvise, Carmini, San Trovaso, San Nicolò dei Mendicoli, San Zaccaria, tanto che la Curia ha chiesto ai parroci di documentare i danni con fotografie. «Le maree eccezionali di questi giorni hanno peggiorato una situazione già compromessa di cui la Diocesi e le singole parrocchie non riescono a farsi carico — ha spiegato il patriarca Francesco Moraglia —. Gestire 120 chiese che sono scrigni d’arte non è facile. Considerando che tra le varie peculiarità di Venezia anche il patrimonio espressione della fede cristiana è visitato da tutti, speriamo che si riesca a condividere questa fatica, per il bene dell’arte e della fede delle persone». Un grido di aiuto quello del vescovo a cui ha già parzialmente risposto il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini che ieri ha visitato proprio la Basilica soffermandosi con il patriarca. Il governo infatti ha presentato un emendamento alla legge di Bilancio per estendere l’Art bonus, l’incentivo fiscale per chi dona per il recupero del patrimonio culturale, anche a tutto il patrimonio ecclesiastico di Venezia. E quindi anche ai campanili: sono 87 quelli sotto osservazione, non tutti nella stessa fascia di valutazione, di cui una quindicina in situazione già critica. «Qui noi dobbiamo dare garanzie e risposte in termini di sicurezza — precisa Moraglia — ma come ben sanno i veneziani, mantenere un edificio in questa città è più costoso e complicato». In soccorso alla Sovrintendenza però è arrivata la rilevazione satellitare degli ultimi quattro anni e mezzo a cui Palazzo Ducale può attingere che, come spiega Manuela Carpani, «ci permette di vedere se ci sono dati che discostano dalle rilevazioni». Ma il problema principe rimane quello dei fondi che scarseggiano: da una parte l’Art bonus e dall’altro la deroga del Comune al divieto di pubblicità nelle facciate dei cantieri potrebbe superarlo. Almeno in parte. ( f. b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’emergenza

VENEZIA Almeno tre milioni e mezzo di euro so-

VENEZIA «Legge speciale», formula magica, miraggio nei giorni in cui Venezia si scopre nuda e umiliata. Via maestra (al netto del completamento del Mose) per tornare a ragionare di salvaguardia. Dopo il premier Giuseppe Conte e il ministro Dario Franceschini, ieri a rilanciarla è stata Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, in visita a Venezia: «L’emergenza di questi momenti testimonia la necessità di rifinanziare la legge speciale. Adesso è il momento del fare. Non si spengano le luci su Venezia, neppure a emergenza conclusa». Le immagini dell’acqua granda del 12 novembre dipingono a colori quelle del 4 novembre ‘66. Allora il mondo, impietrito, vide per la prima volta Venezia in pericolo. E pochi anni dopo, nel 1973, il parlamento, con un voto bipartisan, stabilì che la Repubblica si sarebbe fatta carico dell’unicità veneziana con una legge ad hoc. Ora, come allora, si punta a rifondare quella stessa legge speciale e con lo stesso schema: maggioranza e opposizione unite. Il deputato dem veneziano Nicola Pellicani aveva depositato una proposta di legge in questo senso già lo scorso anno. Ora la ripropone e punta all’unanimità. Aggiungendo una mozione che impegna il governo e che sarà discussa alla Camera martedì. Due giorni fa anche Forza Italia ha depositato una mozione per Venezia, primo firmatario Renato Brunetta. «Ho chiesto al presidente Luca Zaia - spiega Pellicani di rendersi disponibile a parlare con il gruppo della Lega alla Camera». Zaia, da parte sua, dice: «Nel totale e pieno rispetto dell’autonomia del gruppo parlamentare, immagino che

sulla mozione per dare una mano a Venezia e ai veneziani la Lega ci sarà. Quanto alla legge speciale, bisogna decidersi. Se vogliamo considerare Venezia una città come altre, lasciamo perdere, se invece pensiamo sia davvero patrimonio dell’umanità, allora serve un approccio speciale. Non è un privilegio, è un dato di fatto». La serie storica vede fondi, negli anni ‘80 e fino al ‘92, che si aggirano intorno ai 40 milioni l’anno. L’età dell’oro è stato il resto del decennio, fino ai primi Duemila con medie intorno 100 milioni l’anno e punte di oltre 200. Poi un brusco arresto legato al Mose nascente su cui veniva convogliato il grosso dei finanziamenti.Dopo alcuni anni di stop, è stata rifinanziata nel 2015 per il periodo 2016-

Luca Zaia Bisogna decidersi. Se riconosciamo che Venezia è unica al mondo serve un approccio speciale 2022 con 65 milioni di euro. Nove milioni l’anno da dividere con Chioggia e CavallinoTreporti. Uno sforzo l’ha fatto il governo Gentiloni con la sua ultima finanziaria nel 2017: 265 milioni aggiuntivi per lo stesso periodo. Quindi, si dice rifinanziare ma si intende estendere notevolmente l’attuale copertura. Ieri, insieme alla presidente Casellati, c’era anche il ministro all’Interno Luciana Lamorgese che ha confermato come l’ipotesi sia sul tavolo del governo sottolineando, però, come serva il

coinvolgimento della comunità internazionale. Il Pd parla di «dossier Venezia», vale a dire interventi di salvaguardia diffusi, portualità, gestione del turismo, residenza e ripopolamento della città. A questo serve una legge speciale non più anemica. Il resto del parlamento professa piena disponibilità. Lega inclusa. Massimo Bitonci, fino a pochi mesi fa sottosegretario all’Economia: «Una mozione? È un mero atto di indirizzo, mi stupisco non si presenti qualcosa di più. Detto questo, noi votiamo qualsiasi emendamento in legge di bilancio ma anche la mozione in questione che sia a favore di Venezia, rifinanziamento della legge speciale inclusa. Noi chiederemo al governo di istituire anche una sorta di zona franca fiscale per le aree colpite». Intanto Sara Moretto e Daniela Sbrollini, di Italia Viva, annunciano un pacchetto di emendamenti «in stile Notre Dame»: donazioni per Venezia con restituzione al 50% fino a 96 mila euro. Il sì del M5s rafforza l‘ipotesi di un voto bipartisan anche per la legge speciale «bis». «Sì, è una delle possibilità sul tavolo - dice Federico D’Incà, ministro per i Rapporti col Parlamento -, ma dobbiamo prendere atto che in due anni, da Vaia alla’Acqua granda, il nostro è un territorio a rischio. Mose da finire, certo ma anche una visione di lungo termine: interventi di manutenzione dei canali, rialzo delle rive, messa in sicurezza di opere d’arte e musei. Venezia è speciale, servono politiche particolari. Che dovremmo condividere anche col resto d’Europa perché continui a vivere anche per i prossimi mille anni». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA

La giornata A sinistra la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro all’Interno, Luciana Lamorgese e il sindaco di Venezia,Luigi Brugnaro, durante la visita lla Basilica di San Marco. A fianco, foto ricordo dei turisti in piazza San Marco(foto Vision)


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Treviso

Domenica 17 Novembre 2019 www.gazzettino.it

Attacco all’Israa: «Alloggi solo per ricchi» Criticata la possibilità di saltare la graduatoria d’accesso ` Sotto accusa la gestione dei mini appartamenti per anziani al Tito Garzoni pagando un contributo di 50mila euro A Ca’ Sugana maggioranza in fibrillazione per le quote mensili `

IL NODO

IL CASO TREVISO «No al cohousing per

ricchi gestito da un cda in proroga ormai da un anno e mezzo». Questa l’accusa lanciata da una parte di consiglieri di maggioranza - tra cui Giancarlo Da Tos della Lega, Massimo Zanon e la lista Gentilini/Zaia praticamente al completo - contro la nuova politica varata dall’Israa: proporre mini-alloggi per anziani autosufficienti inseriti in contesti protetti, come la trentina di appartamenti ricavati attorno al borgo di piazza Mazzini, nel cuore del centro storico. Qui gli ospiti, oltre a godere di spazi comuni, hanno anche locali accoglienti solo per loro e assistenza medica garantita. Un guscio confortevole dove passare la propria vecchiaia senza perdere l’autonomia. Ma l’accesso a queste strutture che di per sé rappresentano un’eccellenza nell’offerta dell’Israa invidiata e copiata anche all’estero, viene aspramente criticato. Nel mirino sono finiti i criteri deliberati dall’Istituto presieduto da Luigi Caldato e i due regolamenti, uno approvato nel 2018 e un nel 2019 a parziale rettifica del primo, che hanno prima introdotto e poi aggiustato un criterio potenzialmente esplosivo: la possibilità di accedere ai mini alloggi passando sopra ogni tipo di graduatoria, semplicemente pagando. Su questo la battaglia interna, sotterranea e chiusa nei confini del centrodestra, è stata violentissima. Ma andiamo per ordine.

L’8 ottobre 2018 il cda dell’Israa approva la delibera dal chilometrico titolo: “Progetto Borgo Mazzini smart cohousing, edifici secondo stralcio. Criteri per l’assegnazione degli alloggi”. Al capitolo 5 si parla di una “riserva degli alloggi”. E si legge: «Il progetto richiede all’Israa un notevole impegno economico. Per questo viene prevista la possibilità di accedere in via diretta, per una quota degli alloggi, alle persone che manifestano formalmente l’intenzione di partecipare economicamente, anche in via anticipata rispetto all’effettivo ingresso, alla realizzazione del progetto medesimo secondo modalità e criteri definiti dall’amministrazione con piena garanzia per i fruitori». Quali sono questi criteri? Il regolamento non lo specifica. Ma poco meno di un anno prima, il 4 agosto 2017, lo stesso cda era stato più preciso stilando il regolamento per l’accesso ai mini-alloggi della residenza Tito Garzoni, la prima a entrare in funzione, poi integrato il 18 settembre dello stesso anno con una delibera dal titolo “Residenza Garzoni di Borgo Mazzini smart cohousing, approvazione del canone mensile e modalità di riserva degli alloggi”. Questo è il documento incriminato, quello che ha scatenato malesseri e mal di pancia. Al punto 4 infatti si legge chiaramente che per poter beneficiare della riserva - quindi prendere possesso di un minialloggio senza passare per la

graduatoria - è necessario versare un anticipo di minimo 50mila euro. Il 40% degli alloggi del Tito Garzoni veniva (e viene ancora) assegnato con questo criterio: quindi 5 su 11.

RETTIFICA Il primo luglio 2019 il cda approva però un altro regolamento per l’accoglienza nei mini-alloggi che revoca tutte le precedenti disposizioni e sui criteri di assegnazione fa un generico riferimento alla presenza di una “garanzia economica” come criterio d’accesso, condizione comunque ovvia visto che l’ospitalità in una struttura del

genere presuppone il pagamento di un canone. Nulla di più. E in una delle ultime riunioni di maggioranza a Ca’ Sugana, che esprime attualmente 4 consiglieri su 5 in cda (ridotti a 2 nel nuovo statuto non ancora applicato, ndr), tutto questo è stato messo in discussione. A cominciare dai canoni (da 690 a 760 euro al mese), all’ingresso diretto per chi può permettersi di pagare da 50mila euro in su per il Tito Garzoni. Parametro che rimane: tra i documenti revocati dal regolamento 2019 non figura infatti la delibera del 18 settembre 2017. Paolo Calia

Strada San Vitale

Partono i lavori contro gli allagamenti

NEL CENTRO DEL MIRINO La residenza dell’Israa “Tito Garzoni” è oggetto delle critiche della maggioranza per i suoi alti costi

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Inizieranno lunedì i lavori di sistemazione nella strada Comunale S. Vitale per mitigare il rischio idraulico attraverso un’escavazione controllata dei fossati laterali, l’adeguamento di alcuni ponticelli e il sostegno delle sponde con l’installazione di palificate. L’intervento si svilupperà lungo tutto l’asse viario (1,8 chilometri) e coinvolgerà l’intero sedime stradale. Verranno inoltre realizzate alcune piazzole per agevolare il flusso del traffico mediante un tombinamento del fossato. Subito dopo l’intervento di messa in sicurezza verrà predisposta la nuova rete di illuminazione su tutta la strada

S. Vitale dalla strada Vicinale fino a strada Canizzano. «Si tratta di un progetto che andrà ad eliminare il problema degli allagamenti e sarà perfettamente compatibile con un eventuale e futuro allargamento della strada S. Vitale nella sua lunghezza, da via Canizzano a via Vicinale S. Vitale», spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Sandro Zampese. «Le piazzole eviteranno criticità di traffico nei punti più stretti». I lavori di messa in sicurezza dureranno circa due mesi, mentre quelli per la predisposizione dell’illuminazione un mese e mezzo. L’importo totale è di circa 200 mila euro.


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Primo Piano

Domenica 17 Novembre 2019 www.gazzettino.it

L’ondata di maltempo LA SITUAZIONE Cento centimetri d’acqua in dodici ore, questo si attende la provincia di Belluno che si prepara a una lunghissima giornata. Tanto da costringere il presidente della Provincia, Roberto Padrin, a suggerire di «evitare gli spostamenti non strettamente necessari». Preoccupazione per la situazione di Livinallongo del Col di Lana. Trecento residenti vivono in siti valanghivi, quelli su cui incombono gli alberi sradicati da Vaia nel 2018. Nel caso in cui le nevicate superassero determinate quote scatterà l’evacuazione. Ma nelle ultime ore procedere con le misurazioni per verificare questi parametri non è possibile: «Vengono misurate con il binocolo ma la visibilità non lo permette» ha spiegato il sindaco Grones. Nel frattempo le previsioni si tingono di arancione e di rosso sulla rete idrogeologica e idraulica nel tratto alto del Piave. Se i modelli elaborati saranno rispettati la finestra di bel tempo di ieri pomeriggio, con qualche raggio di sole, sarà solo un ricordo. In queste ore però non è possibile limitarsi a guardare le previsioni: bisogna anche contare i danni. La buona notizia è che sono state raggiunte tutte le frazioni isolate: Misurina di Auronzo, Caracoi di Rocca Pietore e Carfon di Canale d’Agordo. Per tutto il sabato le ruspe hanno invece lavorato a Gosaldo. Una nuova frana si è aperta intanto a Plois di Pieve D’Alpago, danni vengono segnalati anche in Cadore, in Agordino e in Comelico dove i vigili del fuoco hanno lavorato per la rimozione di quaranta alberi che ostruivano la via verso Valgrande. Se l’è invece cavata con una prognosi di dieci giorni l’operaio macedone che venerdì

Belluno, allerta neve: paese minacciato dalle valanghe `Veneto e Friuli, oggi giornata di passione In provincia attesi 100 cm di pioggia Frane in Alpago. Alto Adige: emergenza Alto Piave e Livenza, attenzione massima

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I danni Pesca colpita, bruciati 60 milioni in 7 giorni

MALTEMPO Passo Campolongo chiuso, pericolo di valanghe. Disagi in montagna e allerta a fondo valle

RISCHIO IDROGEOLOGICO IN 11 REGIONI, IN PRIMA FILA NORDEST ED EMILIA ROMAGNA. LA PERTURBAZIONE ARRIVATA AL SUD

sera è stato travolto dal tetto di un’abitazione privata quando si trovava al volante della sua utilitaria lungo la strada panoramica a Feltre. Un secondo incidente si è verificato negli stessi minuti, lungo la stessa via. Un 53enne ha centrato un palo nel tentativo di evitare un cornicione precipitato

in strada. Per lui tanta paura ma non si è reso necessario il ricovero in ospedale. In provincia da ieri pomeriggio sono attivi 30 Centri Operativi comunali.

PREVISIONI L’ondata di maltempo portata da una perturbazione atlantica

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Il mare in burrasca e i forti venti hanno tagliato del 30% l’attività di pesca in una sola settimana, bloccando in porto 1 peschereccio su 3. Tra mancati guadagni e danni alle strutture, compresi quelli agli impianti di acquacoltura, la perdita è tra i 50 e 60 milioni di euro. A tracciare un primo bilancio è Fedagripesca-Confcooperative. Il Veneto è nell’occhio del ciclone: nella Sacca di Scardovari, il mix tra nubifragio e mareggiata, come racconta Luigino, presidente di un consorzio locale, ha fatto registrare barche affondate e distrutto le cavane, le rimesse degli attrezzi dei pescatori. A soffrire però sono tutte le marinerie, in particolare dove si pratica la piccola pesca come Liguria, Sardegna e Nordest, perché le piccole barche hanno più problemi a lavorare con condizioni meteo avverse.

continuerà anche oggi, come ieri, a flagellare gran parte dell’Italia. È allerta per rischio idrogeologico in ben 11 regioni con Alto Adige, Veneto ed Emilia-Romagna in prima fila. Oggi temporali, nevicate e mareggiate continueranno nel Nordest, nella mattinata gli effetti della perturbazione si faranno sentire anche al Sud. Allerta rossa sul bacino dell’Alto Piave in Veneto, sul bacino del Livenza in Friuli e sulla pianura emiliana orientale e costa ferrarese. Allerta arancione invece sulle restanti zone del Friuli Venezia-Giulia, sulla Provincia autonoma di Bolzano, su alcuni settori del Veneto. Ieri, segnalati problemi soprattutto in Alto Adige, dove 11mila famiglie sono senza corrente elettrica, 48 le strade chiuse (riaperta alle 11 - dopo la chiusura di venerdì sera - la linea ferroviaria del Brennero). Danni soprattutto nella zona di Brunico e della val Pusteria. La caduta di alberi carichi di neve ha causato grossi problemi alla viabilità. Tim rileva «situazioni di criticità» alla rete fissa e mobile dovute alla mancanza di alimentazione, in particolare in Val Pusteria, Valle Aurina e Val Badia. Sulle montagne sopra i 2.000 metri sono caduti tra 120 e 150 cm di neve. Il pericolo valanghe in ampie zone della provincia è elevato (grado 4 di 5). In Veneto non è solo Venezia a soffrire. «C’è anche il litorale veneziano, il Polesine, il Trevigiano - segnala il governatore Luca Zaia - Chioggia, Caorle e Jesolo». Tutti i fiumi e i corsi d’acqua - Piave, Livenza, Tagliamento, Brenta e Bacchiglione - sono monitorati. In Friuli Venezia-Giulia un nuovo picco di marea ha causato disagi al Villaggio dei pescatori, a Trieste e a Grado. Nel pordenonese allerta soprattutto per le intense precipitazioni. R.I. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Primo Piano 3

IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 17 Novembre 2019

La Serenissima conosceva bene l'importanza dello scavo dei canali dellaLagunaper mantenerel'equilibrio di questo delicato sistema, e moderarel'effettodellamarea.Un

«LaSerenissima pulivaicanali»

lavoro costante che i Dogi hanno sempreeffettuato,echenegliultimi 50 anni Venezia ha svolto solo sporadicamente. Una «filosofia» di conservazione che nel tempo si

è persa. A raccontarlo è il sociologo Gianfranco Bettin, presidente della municipalità di Marghera, esponente storico dell'ambientalismo veneziano, già vice sindaco

dellacittà.«Sièpuntatoalladifesa delle bocche di porto, doverosa osserva - anche se poi ne è nato il Mose, al quale sono sempre stato contrario. Si dovevano pulire con-

testualmenteicanalipermantenerel'equilibriodellalaguna,tuttielementiespressi nellaLeggespeciale per Venezia». «Invece - sottolinea-si èpuntato solosul Mose».

LAPERTURBAZIONE. Lepiùcolpite AltoAdige, VenetoeEmiliaRomagna fra black outdell’elettricità eforti nevicate

Ilmaltempoflagella l’Italia Scattal’allerta in11Regioni Lacadutadi albericarichi dinevehacausato problemialla viabilità Orasitemeper ilrischioidrogeologico. Labassa pressioneva alSud ROMA

Neve, mareggiate, acqua alta. L'ondata di maltempo portata da una perturbazione atlantica continua a flagellare gran parte dell'Italia ed è allerta per rischio idrogeologico in ben 11 regioni. Problemi soprattutto in Alto Adige, dove undicimila famiglie sono senza corrente elettrica, una quarantina le strade chiuse, riaperta ieri alle 11 dopo la chiusura di venerdì sera - la linea ferroviaria del Brennero. Danni a pesca e agricoltura. E le condizioni meteo, avverte la Protezione civile, non cambieranno oggi, con la bassa pressione che coinvolgerà anche il Sud. I danni del maltempo in Alto Adige si sono fatti sentire soprattutto nella zona di Brunico e della val Pusteria. La caduta di alberi carichi di neve ha causato grossi problemi alla viabilità. Tim informa di «situazioni di criticità» sia alla rete fissa sia alla rete mobile dovute alla mancanza di alimentazione, in particolare in Val Pusteria, Valle Aurina e Val Badia. L'azienda ha attivato una task force per fronteggiare l'emergenza. Sulle montagne sopra i duemila metri sono caduti tra 120 e 150 centimetri di neve. Il pericolo valanghe in ampie zone della provincia è elevato (grado 4 di 5). In Veneto non è solo Venezia a soffrire. «Ricordiamoci che c'è tutta una regione che è martoriata, è in ginocchio», l'appello del governatore Luca Zaia. Il riferi-

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Lostriscione “Bastapasserelle elettorali”sul pontedi Rialto ANSA

Ilpericolo valanghesulle cimediTrentino eAltoAdigeè elevato:arriva algrado4su5

UninterventodeiVigili delFuocoin AltoAdige

mento, ha aggiunto, «è alle località del litorale veneziano, al Polesine, al Trevigiano. Pensate a Chioggia, Caorle e Jesolo. Ma anche alla montagna dove ci sono problemi di viabilità e di isolamento di alcuni centri». In Friuli Venezia Giulia un nuovo picco di marea ha causato disagi al Villaggio dei pescatori, a Trieste e a Grado. È allerta soprattutto nel pordenonese per le intense precipitazioni. Problemi anche nelle regioni Nord-occidentali. Centocinquanta famiglie sono isolate a via Bandette, a Ventimiglia (Imperia), per la chiusura della strada a causa del rischio crollo della parete rocciosa. In provincia di Cuneo sono ancora 4mila le utenze senza energia elettrica, dopo che ne sono state rialimentate 24mila. Il Centro-sud non è stato risparmiato dalla perturba-

zione. A Roma si contano un centinaio di interventi dei vigili del fuoco per alberi e rami caduti, tegole pericolanti e infiltrazioni d'acqua. Disagi e allagamenti anche a Napoli, per le cattive condizioni del sistema di raccolta delle acque. Nel Casertano, un cacciatore di 74 anni si è salvato dalle acque del fiume Volturno, straripate per le abbondanti piogge, rifugiandosi con il suo cane sull'unico lembo di terra rimasto asciutto, fino a quando i carabinieri forestali non lo hanno riportato in una area sicura. Oggi, indica una nuova allerta meteo della Protezione civile, temporali, nevicate e mareggiate continueranno nel Nordest e nella mattinata gli effetti della perturbazione si faranno sentire anche al Sud: prima sulla Campania, poi su Calabria, Basilicata e Puglia.

SALUTE NEWS

Nuove terapie con onde d’urto per risolvere il problema di impotenza sessuale e disfunzione erettile. Per saperne di più, prenota una visita andrologica alla CEMES il centro medico che da oltre 50 anni cura la salute dei vicentini: da oggi anche a Thiene e Camisano Vicentino.

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Valutata allerta rossa sul bacino dell'Alto Piave in Veneto, del Livenza in Friuli Venezia Giulia e sulla pianura emiliana orientale e costa Ferrarese in Emilia Romagna. Allerta arancione sulle restanti zone del Friuli Venezia Giulia, sulla Provincia autonoma di Bolzano, su alcuni settori del Veneto, su gran parte di Emilia-Romagna e Toscana, sull'Umbria e sul litorale del Lazio. Allerta gialla su gran parte del Paese. Federagripesca-Confcooperative stima in 60 milioni di euro i danni di una settimana di maltempo. Nelle principali marinerie un peschereccio su tre è stato costretto a rimanere in porto. Difficoltà si segnalano anche in Puglia e Calabria. A soffrire è la piccola pesca in Liguria, Sardegna e Triveneto. Coldiretti lamenta milioni di danni all'agricoltura. •

GliAzzurri

«Venezia celafarà ancora» «Veneziasupererà anche questa.Come unatletache subisceungraveinfortunioe poisi rialza». C'ècommozione e solidarietà,maanche speranza, nelleparolediGianluca Vialli, capodelegazionedella Nazionaledicalcio, cheieriha fattouna visitanelcentro della cittàea Piazza SanMarco con ilpresidentedellaFigc Gabriele Gravina,eil portiere della nazionaleGigi Donnarumma. «Veneziaèuna città ferita,ma èforteoltrea essere stupenda, ehadimostratoungrande carattereeunacapacitàdi rialzarsistraordinaria»ha aggiuntoGravina,«la nostra presenzacon tuttala Nazionale èunmessaggiodi affettoe testimonianzaallacittà -ha aggiuntoiln.1della Federcalcio-aisuoi cittadini ea colorochesi stanno adoperandoperriportare questasituazionealla normalità.Vogliamolasciare qualcosadiconcreto, parlerò conil sindaco per unanostra iniziativa».La delegazione azzurra,le calosceai piedi,ha fattovisita allapiazza colpita dall'acquaaltaeccezionale, esi èrecatainalcuni negozi storici ancoraallagati,fermandosia parlarecon i titolari, econ gli uominidellapolizia locale,della protezionecivileecon i carabinieriimpegnati nelle operazionidisoccorso. Quella degliAzzurrièstata unarapida visita,per esprimerel'affettoe lasolidarietà delcalcioitaliano allacittà,da giornimessaa duraprova. «Èbelloessere qua -haspiegato Vialli- speriamo chelacittà si possariprendere alpiù presto.Noi nonpossiamo faremoltomapossiamo esserequa. Abbiamovisto le immagini.Siamovicini atutti perchésappiamocheèun momentomoltodifficile».


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Primo Piano

Domenica 17 Novembre 2019 www.gazzettino.it

Allarme maltempo

Il Piave e il Livenza ora fanno paura: pronto lo sgombero I fiumi salgono, attivi 26 centri operativi ` Nella Pedemontana si teme invece decine di famiglie pronte all’evacuazione per il vento e per la possibilità di frane `

I PERICOLI Il Piave mette paura. Nelle scorse ore le famiglie che abitano in golena sono state a un passo dall’evacuazione. Poi l’allarme è rientrato. Ma i cittadini restano in preallarme: se l’acqua tornerà a salire, sarà necessario lasciare il campo libero. Stesso discorso per il Livenza. Mentre nella zona della pedemontana si teme per il vento: sono previste ancora forti raffiche. E la pioggia rischia di far scivolare definitivamente le frane che si sono già mosse: da Sarmede a Cison, passando per l’argine del torrente Resteggia a Portobuffolè. «Sono decine gli uomini della Protezione civile regionale e centinaia i volontari al lavoro in tutta la regione per far fronte ai disagi provocati dal maltempo. In provincia di Treviso sono stati attivati 26 centri operativi comunali – fa il punto Gianpaolo Bottacin, assessore regionale alla Protezione civile – a fronte dell’allerta arancione, tutti i fiumi e i corsi d’acqua sono monitorati costantemente. Il Piave, dopo aver superato il primo livello di guardia a Ponte di Piave, sta lentamente defluendo. Qualche preoccupazione destano anche Livenza e Tagliamento, confermata anche dalla segnalazione di allerta arancione arrivata dal Friuli».

IL FENOMENO La pioggia, in particolare quella caduta in montagna, ha fatto improvvisamente ingrossare i fiumi. Solo nelle notte tra venerdì e sabato a Ponte di Piave l’acqua è passata da un’altezza di un metro e mezzo a un picco di 5,66 metri in mattinata. Al livello della traversa di Busche il Piave ha fatto registrare una portata pari a 850 metri cubi al secondo. Quando si tocca quota mille scatta l’emergenza. Da quel momen-

TIMORE Il livello del Piave viene continuamente monitorato

L’OPERAZIONE dei vigili del fuoco di Motta che hanno “salvato” un’imbarcazione a Meduna

to chi abita all’interno degli argini all’altezza di San Biagio e dintorni ha nove ore di tempo per sistemare al meglio l’abitazione e mettersi al sicuro. Nelle scorse ore i Comuni di San Biagio e Ponte di Piave sono entrati in stato d’allerta. Poi, fortunatamente, la portata è scesa. Alle 13 di ieri a Busche si era a quota 740 metri cubi al secondo. Ma le previsioni non sono buone e parlano di pioggia per oggi, almeno fino a questa sera. E in pianura il terreno già intriso d’acqua potrebbe far schizzare in alto il livello del Piave. «Abbiamo avvisato le famiglie che abitano nelle 66 abitazioni che abbiamo in golena di prestare attenzione e di tenere il cellulare sempre a portata di mano – spiega Alberto Cappelletto, sindaco di San Biagio – di pari

La proposta Il gettone dei consiglieri per aiutare Venezia Donare il gettone di presenza del prossimo consiglio comunale di Treviso al fondo aperto per Venezia e organizzare un grande evento benefico al teatro Comunale in collaborazione con lo Stabile del Veneto. I partiti di opposizione di Treviso avanzeranno questa proposta all’amministrazione guidata dal sindaco Mario Conte. L’argomento verrà discusso nella conferenza dei capigruppo in programma oggi.

passo, c’è stata una prima riunione con i Comuni vicini, compreso Zenson, con i vigili del fuoco e la Protezione civile. L’abbiamo fatta a titolo di precauzione, per fare in modo che nessuno possa trovarsi impreparato».

LA COMUNICAZIONE In caso di allarme, l’ordine di evacuazione viene dato attraverso i canali istituzionali, già col-

A MEDUNA I VIGILI DEL FUOCO HANNO “SALVATO” UN’IMBARCAZIONE CHE STAVA PULENDO IL FIUME

Cava Campagnole, attacco al sindaco PAESE

LA PROTESTA organizzata dal comitato ieri davanti al municipio

«Se in futuro i cittadini di Paese dovessero essere costretti a pagare delle spese legate alla situazione della cava Campagnole, il sindaco Katia Uberti sappia che non perderò un minuto nel denunciarla alla Corte dei Conti per danno erariale». È durissimo l’attacco che Andrea Zanoni, consigliere regionale del Pd, ha portato al primo cittadino durante il sit-in organizzato ieri dal comitato “Petizione cava Campagnole” davanti al municipio per la decisione del Comune di non costituirsi parte civile nel processo contro la Cosmo Ambiente. Tutto parte dal maxi-sequestro del novembre dell’anno scorso di 200mila ton-

nellate di materiale che non sarebbe stato bonificato stivato negli anni dalla stessa Cosmo Ambiente nella cava di via Vecelli a Padernello. Il consiglio regionale ha impegnato la giunta Zaia a costituirsi parte civile. Anche il Comune di Noale lo farà per quanto riguarda il materiale stoccato nel proprio territorio. Come le associazioni ambientaliste Wwf, Legambiente, Italia Nostra ed Eco-Istituto. Paese, invece, ha scelto una strada diversa specificando che, dopo la rottura dell’accordo per la costruzione di una nuova zona industriale a Padernello, il problema riguarda solo i privati. Nelle prossime ore il comitato scriverà una lettera al sindaco chiedendole di rivere la propria posizione. (m. f.)

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laudati in occasione delle precedenti piene. Per sicurezza, però, è stata organizzata anche una rete informale di passaparola tra chi vive più vicino al Piave. Alcuni cittadini, in buona sostanza, fanno da punto di riferimento per tutti gli altri. Il centro operativo comunale è pronto per essere attivato. Discorso identico per quanto riguarda i territori attraversati dal Livenza. Ieri sera a Portobuffolè il fiume sfiorava i tre metri e mezzo. Il doppio rispetto alla mattina di venerdì. Alle 19 a Meduna si era a 3 metri e 71 centimetri. E a Motta a 2 e 86. Quanto basta per far scattare il monitoraggio in vista del livello di guardia. «L’alta marea di Venezia viene attenzionata anche relativamente al deflusso dei fiumi» aggiunge Bottacin. Insomma, un’altra giornata con il cuore in gola a causa del maltempo. Le previsioni dicono che oggi le piogge colpiranno in particolar modo la fascia pedemontana e potrebbero cadere fino a 180 millimetri d’acqua in poche ore.

L’INTERVENTO Lungo il Livenza un’imbarca-

zione ha rischiato di affondare, ma i vigili del fuoco sono riusciti a evitare il peggio. L’episodio è accaduto ieri nel primo pomeriggio lungo il Livenza a Meduna, proprio sotto il ponte della Vittoria, all’ingresso del centro storico. Si trattava di un’imbarcazione che stava lavorando per la pulizia degli argini da monte a valle per eliminazione ramaglie ed eventuali altri detriti. All’opera un’azienda privata pordenonese che stava lavorando per la Regione Friuli. Stava pulendo gli argini lungo l’asta del Livenza e del Meduna, principale affluente del Livenza. Era arrivata a ridosso del centro a Meduna, nei pressi del ponte della provinciale e del parallelo ponte della Vittoria. La particolare conformazione dell’imbarcazione ha reso pericolosa la situazione, tanto che stava cominciando ad imbarcare acqua. I pompieri mottensi con il gommone hanno affiancato la barca e in tutta sicurezza l’hanno portata più a monte evitando guai. Mauro Favaro (ha collaborato Gianandrea Rorato)

Paura nella notte: furgone va a fuoco

PONZANO Paura nella notte tra venerdì e sabato per un incendio. Ad andare a fuoco un furgone parcheggiato nel cortile di

un’abitazione in via Roma a Ponzano. I pompieri sono intervenuti per spegnere le fiamme, mentre i carabinieri hanno verificato l’origine del rogo stabilendo, alla fine, che si trattava di un corto circuito.


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Domenica 17 Novembre 2019 Corriere del Veneto

VE

Primo piano

Sono i primi fondi per far fronte all’emergenza. E’ la prima volta che in Italia viene data una risposta così celere. Angelo Borrelli Capo protezione Civile

Non perderemo tempo. Voglio spronare cittadini e imprese che hanno subito i danni a documentare presto quanto accaduto. Luigi Brugnaro Sindaco di Venezia

Il sindaco nominato commissario Stop a mutui e imposte, via ai rimborsi Firmata l’ordinanza: fondi subito a chi è fuori casa. Da domani pronti i moduli. Conte: risposte concrete Si parte subito. Con i rimborsi, con lo stop delle rate dei mutui, ma anche degli adempimenti contributivi per le imprese. «Misure concrete e immediate, non polemiche o slogan, per porre rimedio in tempi rapidi ai danni subiti dalla popolazione», dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ieri il capo della Protezione civile Angelo Borrelli ha firmato l’ordinanza con le misure urgenti dopo l’«acqua granda» di martedì notte, a partire dalla nomina di Luigi Brugnaro commissario straordinario. «Non perderemo tempo — dice il sindaco — Voglio spronare i cittadini e le imprese che hanno subito i danni a documentare quanto accaduto». Perché le fotografie dei danni, e le ricevute delle spese sostenute per ripristinare la situazione o acquistare elettrodomestici buttati, sono fondamentali per avere i rimborsi: cinquemila euro per le famiglie, ventimila per le imprese, grazie allo stanziamento della presidenza del Consiglio di 20 milioni di euro, che serviranno anche al ripristino dei servizi danneggiati. Ma la priorità sono le persone, lo dice da tempo il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, commentando le ripercussioni dell’acqua alta record sulla basilica di San Marco. «In questi giorni ho visto in tutti la volontà di mettere subito a fuoco i problemi per dare delle risposte veloci e chiare rispetto a chi era stato toccato dalla vicenda», spiega. Per questo l’ordinanza va oltre ai rimborsi. Prevede la sospensione del pagamento delle rate dei mutui relativi alle abitazioni, negozi o uffici, che si sono dovuti abbandonare. Nei prossimi giorni inoltre il ministero dell’Economia dovrebbe ufficializzare anche la sospensione dell’obbligo degli adempimenti contributivi per le imprese. Di più: il commissario potrà dare, a chi ha dovuto lasciare la propria casa a seguito della marea eccezionale, un contributo per l’autonoma sistemazione di 400 euro per i nuclei monofamigliari, 500 per le coppie, 700 per quelli composti da tre persone, 800 quattro, fino a un massimo di 900 euro per i nuclei con cinque o più persone. Qualora siano presenti anziani (over 65 anni), portatori di handicap o disabili con una percentuale di invalidità non inferiore al 67 per cento, è concesso un contributo aggiuntivo di duecento euro per ognuno dei soggetti fragili. «Voglio sottolineare che questi sono i primi fondi per far fronte all’emergenza — precisa il capo della protezione civile — E’ la prima volta che in Italia viene data una risposta così celere». Da lunedì, al massimo martedì, saranno disponibili i moduli per chiedere i rimborsi, e a ruota verranno date le indicazioni tecniche necessarie per la presentazione. Per questo il sindaco-commissario creerà un gruppo ad hoc (con tanto di sede) dove potersi rivolgere per chiudere le richieste in tre settimane. Ci sarà anche una modulistica particolare per segnalare le conseguenze di maggiore entità, che saranno però oggetto di una seconda fase di analisi. E naturalmente non mancheranno i controlli, a campione, della Guardia di Finanza a fronte dei soldi ricevuti. «A Venezia in questi giorni è venuta tutta Italia — dice Brugnaro — Avete di fronte una città che vuole stare insieme e vuole darsi da fare. Non abbiamo solo l’Itali al nostro fianco, anche altre istituzioni estere hanno garantito il loro appoggio, tra cui la Federazione Russa». Perché l’aiuto economico è fondamentale. Generali ad esempio ha definito un piano di iniziative a favore dei clienti residenti nelle aree colpite, che prevede agevolazioni come so-

VENEZIA

Il punto ● Alle 22.50 di martedì, alla stazione di Punta della Salute, l’alta marea ha toccato la quota record di 187 centimetri. E’ il livello più alto mai raggiunto dall’alluvione del 4 novembre 1966: allora fu 194 centimetri.

1

● All’origine di un fenomeno di alta marea di tale gravità ci sono le intense piogge degli ultimi giorni ma soprattutto il forte vento di scirocco, che ha sospinto l’acqua verso la città con raffiche che hanno raggiunto i 126 chilometri l’ora.

2

● Il maltempo non ha concesso che una breve tregua alla città ferita e alla sua popolazione, al lavoro per riparare i danni. Venerdì mattina, due giorni fa, la marea è tornata a salire, fino a toccare il picco di 154 centimetri.

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● Le previsioni del tempo tengono alto l’allarme. Oggi, secondo i meteorologi, il fenomeno dell’acqua alta tornerà per la terza volta in pochi giorni a livelli altissimi. Alle 12.30 sarà a 160 centimetri. Posticipate anche le messe.

4

La previsione Centimetri di marea Massima

Minima

OGGI

130

Ore 3.05

110

Ore 6.50

160

Ore 12.30 Ore 19.55

45

spensione, proroga e delazione dei premi. CiviBanck propone invece alle famiglie e alle imprese colpite un finanziamento con tasso agevolato della durata di dodici mesi (attivando un plafond di dieci milioni) finalizzato al ripristino dei danni subiti. Poi ci sono le raccolte fondi solidali, a partire da quella della Protezione civile (45500) attraverso cui ognuno avrà la possibilità di donare, con un sms, andando a formare un fondo che sarà usato per interventi precisi. L’Avis Veneto ha aperto un conto

corrente per aiutare Venezia (IT 54 N030 6909 6061 0000 0169 182), mentre Articolo Uno ha annunciato il lancio della sottoscrizione «libri e mestieri» per un progetto finalizzato a sostenere le librerie e le attività artigiane colpite. Adesso il commissario dovrà redigere entro quaranta giorni un primo piano di interventi che si aggiungeranno a quelli di soccorso ed emergenza. Francesco Bottazzo © RIPRODUZIONE RISERVATA

DOMANI Ore 3.15 Ore 7.25 Ore 12.50

105 80 105 L’Ego-Hub

Il dibattito nell’opposizione

Il Caffè storico

Martini: «Inopportuno Troppi danni agli arredi aver indicato Brugnaro» Florian chiude fino a mercoledì Il Pd: torni un caso nazionale Messaggi da tutto il mondo

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oveva essere una conferenza stampa della Municipalità di Venezia su come affrontare l’emergenza acqua alta, ma quella di ieri alla Scoletta dei Calegheri si è trasformata in un’assemblea pubblica per contrapporsi al Mose. «Ci preoccupa - ha detto il presidente, Andrea Martini - che il governo voglia dare al sindaco la gestione dell’emergenza. Non lo riteniamo opportuno, è sindaco di una città che tra qualche giorno si avvierà a referendum e tra qualche mese alle elezioni, dove è già ricandidato. Non riteniamo opportuno sia lui a gestire i soldi che lo Stato metterà a disposizione delle famiglie e delle attività della città per sistemare i danni». C’era l’architetto Giorgio Leandro, che ha portato lo studio del 1999 per rialzare la pavimentazione di Venezia e salvaguardarla fino a 120 centimetri. Presenti anche gli ingegneri Vincenzo Di Tella e Paolo Vielmo, da sempre oppositori del Mose, che

hanno illustrato perché non potrà proteggere la laguna: oltre ai costi esosi di manutenzione, l’assenza di un progetto esecutivo che garantisca la funzionalità. «Occorre un concorso di idee perché le potenziali ricchezze di progetto, nel mondo, possano aiutare la città», ha detto Martini. Presenti anche i No Navi e i ragazzi di «Fridays for future» e dell’associazione «Venice Calls». Il Pd «ufficiale» venerdì aveva invece lanciato una ricetta diversa: sì a Brugnaro commissario, ma con la promessa che vadano prima di tutto ai danneggiati. Il partito ha chiesto il blocco di tasse e mutui e contributi senza aggravi burocratici per l’emergenza. «Ma poi la salvaguardia di Venezia deve tornare a essere questione nazionale», dice Monica Sambo, consigliera comunale. Su questo si è impegnato il deputato Nicola Pellicani: «Non c’è solo il Mose, serve andare oltre». (g. prad. – a. g.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

T

roppi danni, chiude il Florian, «almeno fino a mercoledì prossimo», annuncia lo storico locale di San Marco, il più antico caffè d’Italia. Non era mai successo dal 1966, eppure da allora il locale sotto le Procuratie Nuove di alte maree ne ha sopportate molte. Ieri l’annuncio: «A causa della marea eccezionale che ha colpito e sta colpendo duramente Venezia informano i gestori - il Caffè Florian rileva danni ingenti che lo costringono a una breve chiusura al pubblico. Riapriremo non appena saranno garantite le normali condizioni di fruibilità e servizio, dopo le

necessarie verifiche di sicurezza, funzionamento degli impianti, ripristino di arredi e pavimenti danneggiati». Da ogni angolo di Paese e del mondo è scattata la solidarietà. «Coraggio, tenete duro», il commento di molti clienti. E dagli States: «Siamo con voi, non mollate». Commossi da tanto affetto, i gestori del locale, ieri, hanno rincuorato i propri ospiti. «Tutto il personale è impegnato per ristabilire nel più breve tempo possibile la “normalità” e garantire alla città e ai suoi clienti-amici la consueta accoglienza». (g. b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


Provincia 39

L'ARENA Domenica 17 Novembre 2019

AMBIENTE. Maxiinvestimentopresentato dall’Associazione deiConsorzi di bonificapereliminare anchedai prodottiagricoliresidui inquinati

GREZZANA

Irrigare senza Pfas, pronti 70 milioni

VillaArvedi apertaavisite Speciale anniversario

IfondiarrivanodalGovernoe ilfulcrodegliinterventisaràilLeb che prelevaacqua pulitadall’Adige Interessante le province veronese, vicentina e padovana, al via anni di lavori con integrazioni territoriali Luca Fiorin

Settanta milioni in opere, in partenza, ed altre 340 in progetto, consentiranno al territorio contaminato dai Pfas di avere acqua pulita per l’irrigazione. Il piano anti-perfluorati, che ha come proprio fulcro il Colognese, è stato presentato venerdì a Lonigo, nel Vicentino, in un convegno organizzato da Anbi Veneto, l’associazione degli enti di bonifica della nostra regione. «Si tratta di un programma che prevede anni di lavoro ed è molto vasto ma c’è da affrontare una situazione eccezionale», ha spiegato Giuseppe Pan, assessore regionale alle Politiche agricole. «Come abbiamo affrontato la questione dal punto di vista sanitario, così è stato necessario intervenire anche per quanto riguarda l’agricoltura, e in questo devo dire che i ministri che si sono susseguiti negli ultimi anni hanno equiparato il caso Pfas alla terra dei fuochi».

«Dopolepersone tuteladeiterreni. Iministerihanno equiparatoilcaso allaterradei fuochi».

I consorzi di bonifica Alta pianura veneta, di San Bonifacio, Adige Euganeo, che opera in una parte del Colognese e nel Padovano, e Leb, che da Cologna gestisce l’omonimo canale artificiale sono i protagonisti di questa iniziativa il cui scopo è quello di portare nelle aree inquinate acqua non contaminata dai Pfas. La fonte di tutti gli interventi è il Leb, che preleva acqua pulita dall’Adige a Belfiore e la porta sin nel Padovano, avendo come snodo centrale del suo percorso il passaggio per la centrale di Cologna. Le analisi sulla presenza di Pfas negli alimenti, e quindi sui residui di contaminanti nell’organismo umano, hanno dato sinora risultati contraddittori. Anche se i prodotti zootecnici sembrano essere coinvolti. Se ufficialmente il rapporto fra Pfas e settore primario non è mai stato acclarato, cosa che si tradurrebbe in gravi danni economici, ora è oggetto di interventi e investimenti cospicui con fondi pubblici. I 70 milioni che verranno spesi nei lavori che stanno per essere avviati, arrivano dal Governo. Il prossimo anno, il consorzio Alta pianura veneta spenderà 8,5 milioni di euro per realizzare due interventi per migliorare la rete di canali a cielo aperto collegati al canale Leb. Cinque milioni saranno impiegati

Ilcanale Leb,Lessinio euganeo veneto, aColognaVeneta

per riqualificare 20 chilometri di rete irrigua tra Cologna e Zimella e i vicentini Lonigo e Alonte. Altri 3,5 milioni saranno impiegati per i 29 chilometri di canali che si trovano tra Cologna e Asigliano

Veneto, Vicenza. Tutto questo in tre anni. Il consorzio Adige-Euganeo, invece, a metà gennaio affiderà l’appalto per un intervento da 42 milioni con il quale realizzerà il «tubino».

Si tratta di una condotta irrigua sotterranea che partirà da Cologna, dal Leb, ed arriverà, dopo 19 chilometri e due anni di cantieri, a Merlara, Padova, distribuendo acqua nel Colognese e nelle Bas-

se vicentina e padovana. Domani, ci sarà infine la designazione della ditta che sistemerà il rivestimento interno del Leb, per 4,8 chilometri. Si tratta dell’avanzamento di un’opera di cui si sta stendendo il progetto di completamento. Il piano complessivo è però per più ampio. Solo Alta Pianura Veneta ha progettato 11 piani di ulteriori interventi, per 341,1 milioni di euro. Con questi investimenti si sarebbe in grado, in tutte le zone esposte ai Pfas, di metter mano alla rete irrigua collegata al Leb, risparmiando il 50 per cento delle risorse idriche. Lavori per complessivi 234.600.000 euro, se finanziati domani, potrebbero essere conclusi in massimo tre anni dall’avvio dei cantieri. Questa volta, sul fronte Pfas, in Regione si trovano d’accordo opposizione e maggioranza. La consigliera Cristina Guarda, Lista Moretti, definisce «un orgoglio» veder partire gli interventi alla rete irrigua che afferma di aver lei stessa promosso nel 2016. Anna Maria Bigon, Pd, annuncia invece che nel maxi emendamento al bilancio regionale votato questa settimana è stato inserito un finanziamento di 3 milioni per la bonifica dell’area inquinata dai Pfas, in seguito ad una proposta di cui lei era la prima firmataria. •

Oggi, dalle ore 10 alle ore 19, Villa Arvedi apre le sue porte a turisti e visitatori. Un’iniziativa straordinaria, in memoria di Ottavio Arvedi, a 10 anni dalla scomparsa, che consente di visitare gratuitamente i saloni della villa, gli antichi magazzini dell’azienda agricola, con i reperti agricoli storici, e il frantoio. Tenuta Arvedi comprende oltre tremila ulivi, le cui olive vengono frante con il sistema di estrazione millenario, nel frantoio, di cui è visibile l’alta ciminiera in mattoni. Questa risulta documentata già nel 1.200 quando la tenuta era dimora di Mastino, Alberto e Cangrande della Scala. La proprietà venne acquistata nel 1519 dai conti Allegri e nel 1824 dalla famiglia Arvedi che tuttora cura l’attività agricola. Gli eredi di Ottavio Arvedi portano avanti «la tradizione di vivere nel segno della natura, del lavoro e del grande rispetto della terra». Il conte Ottavio Arvedi (così lo chiamavano i grezzanesi) amava molto il paese di Grezzana e non mancava al suo giro in paese, ogni mattina: gli piaceva vivere nella comunità di appartenenza e contribuiva anche alle attività di varie associazioni. Un’occasione imperdibile per chi ancora non ha potuto visitare questa Villa, emblema di Grezzana, con i suoi suggestivi angoli, degustando il particolare olio. • A.SC.


VIII

Primo Piano

Domenica 17 Novembre 2019 www.gazzettino.it

Il maltempo in provincia

La paura di Chioggia oggi acqua alta a 160 e il baby Mose si ferma Alle 12.30 è previsto un livello di poco `Il sistema di difesa ha bisogno di controlli inferiore a martedì, e c’è un imprevisto Il pittore Femek: «Rovinate tutte le opere» `

NUOVO ALLARME Ancora acqua alta, e non c’è neppure il baby Mose a fare da scudo. Quest’oggi, alle 12,30, il livello potrebbe avvicinarsi a quello di martedì, quando venne toccato il livello di 167 centimetri alla bocca di porto. Il Centro maree prevede, infatti, un picco da 160 centimetri sul medio mare (un metro in più rispetto alla stima basata sulla fase astronomica). L’avviso è stato diramato dal sindaco Alessandro Ferro, nella tarda mattinata di ieri, a tutti iscritti al servizio gratuito Alarm System. Per l’occasione ha anche ordinato che nessuno lasci l’auto sul ponte del Musichiere.

NUOVO INCONVENIENTE Nel frattempo, il Comune ha fatto sapere che le paratoie del “baby Mose” rimarranno chiuse fintantoché le condizioni meteo non garantiranno il tempo necessario a controllare i meccanismi e garantirne la manutenzione. I controlli si rendono necessari perché i fortissimi picchi di marea dei giorni scorsi potrebbero aver provocato qualche inconveniente. Tutto lascia dunque presumere che, da domani in poi, fino a quando non sarà completata le revisione, le zone più basse del centro insulare non potranno più contare sul perfetto e tempestivo funzionamento del sistema che, ormai da una dozzina d’anni, fronteggia con successo le acque alte inferiori al metro e 20.

ACQUA ALTA Oggi prevista una nuova situazione di emergenza

Iniziativa sul web

RABBIA E SCONCERTO

«Fate in città gli acquisti di Natale» Il mondo del web si mobilita per sostenere i commercianti di Chioggia, messi in ginocchio dall’acqua alta. Gli operatori devono fare i conti con i danni e i mancati incassi. In queste ore è nata su Facebook la pagina web “sosteniamo Chioggia”, portata avanti da Alberto Zaggia. “Chioggia, Sottomarina e il suo litorale – si legge nella presentazione della pagina – sono state colpite da un evento troppo grande. Tra acqua alta, strade e case allagate, i danni sono molti. I commercianti sono in

Premesso che tra lunedì e martedì sono previsti picchi da un metro e cinque (livelli inferiori rispetto al ciglio di banchina dei canali San Domenico e Lombardo ma superiori rispetto a quello del Vena) la posizione in cui saranno bloccate le paratoie alle estremità del Canal Vena risulterà cruciale. I tecnici confidano di poterle mantenere il più possibile semisommerse affinché assicurino comunque una buona difesa contro la marea. In tal caso, va da sé che durante i lavori nessuna imbarcazione potrà entrare e uscire dal canale. Niente anticipazioni sulla data in cui ogni funzionalità del “baby Mose” potrà finalmente essere ripristinata. L’intervento si preannuncia assai delicato perché, probabilmente, comporterà lavori subacquei.

ginocchio. Per aiutarli nessuna raccolta di denaro, ma un semplice invito: da adesso a Natale invece di riempire i centri commerciali andiamo a Chioggia e Sottomarina. Bevete un aperitivo, mangiate in un ristorante, comprate un abito, acquistate pesce. Chioggia non molla e non chiede soldi, ma calore umano e vicinanza”. I chioggiotti spendano in casa propria il denaro per aiutare i propri concittadini, è il messaggio della pagina Facebook che conta già numerosi follower. (M.Bio.)

L’annuncio del ritorno dell’acqua alta eccezionale, imprevisto sino all’altra sera, è stato accolto con rabbia e sconcerto soprattutto dai negozianti e dalle famiglie residenti al pianterreno. Avevano, infatti, dedicato tutta la giornata di ieri al meticoloso rassetto degli ambienti. Qualora la marea

L’ANNUNCIO DEL RITORNO DELL’EMERGENZA ACCOLTO CON RABBIA DAI NEGOZIANTI CHE STAVANO RIPULENDO

NEGOZI ALLAGATO Un bar invaso dall’acqua a Chioggia

dovesse raggiungere i 160 cm, così com’è previsto, tutta la loro fatica andrebbe sprecata. «E’ un disastro», commenta lo scultore e pittore Giorgio Boscolo Femek, la cui bottega si trova sotto il Palazzo del Granaio, esattamente nel punto più basso della città. «Non ho potuto far altro – aggiunge – che raccogliere tutti gli oggetti d’arte e metterli da parte. Alcuni, purtroppo, non potrò più venderli. La salsedine determina infatti danni irreversibili su alcuni materiali. Personalmente non intendo polemizzare con alcuno. Sono lontano dalla politica e intendo rimanerci. Posso, dunque, solamente auspicare che il “Mose” sia completato al più presto e, soprattutto, che funzioni a dovere». Altrettanto rassegnati ma assai meno diplomatici, molti altri

negozianti. La maggior parte di loro, ormai, tende a non conferire più alcun credito alle parole dei politici. Dicono di aver sentito fin troppe volte annunciare l’imminenza dell’inaugurazione delle paratoie alle bocche di porto. Dubitano anche dei criteri che potrebbero essere adottati dal Governo qualora esso dovesse varare un piano d’emergenza che preveda sostegni finanziari da destinare ai privati danneggiati dall’acqua alta. Temono che i soldi potrebbero arrivare troppo tardi. Molti si accontenterebbero di agevolazioni fiscali, rateizzazioni ed altri provvedimenti a pronto effetto, piuttosto di starsene nell’attesa di soldi che, forse, non arriveranno mai. Roberto Perini

LA VISITA Da sx il sindaco Ferro, il viceministro degli Interni, Matteo Mauri, e l’on. Nicola Pellicani.

Tiozzo, vicesegretario regionale del partito, l’ha subito sottoscritta: «Se Brugnaro è il commissario per l’emergenza a Venezia, è giusto e opportuno che Ferro sia il subcommissario a Chioggia. Siamo pronti a sostenerlo, perché non conta il colore della giacca, ma fare le cose che servono». E i chioggiotti le stanno già facendo: «Arrivando qui – ha osservato Mauri – ho visto una città pulita e i negozi aperti: il segno che qui si sta già ricominciando». Diego Degan

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La richiesta al viceministro Mauri: «Un subcommissario per Chioggia» LA VISITA Un subcommissario che gestisca specificamente l’emergenza acqua alta a Chioggia. Meglio se si tratterà del sindaco o, comunque, di un amministratore cittadino. Lo ha chiesto il presidente dell’Ascom, Alessandro Da Re, a nome dell’intera categoria, e il viceministro degli Interni, Matteo Mauri (Pd), si è impegnato a sostenere questa soluzione in sede governativa e fare, per Chioggia «tutto il possibile, nei tempi più rapidi». Mauri è arrivato in città, ieri pomeriggio, su invito del Pd locale, «non per fare passerella – ha detto – ma per stabilire un rapporto con il territorio», tanto che si è recato pure a Pellestrina. Che Chioggia non venga ignorata, il sindaco, Alessandro Ferro, l’ha rivendicato subito, accogliendo il viceministro, che era accompagnato, tra gli altri, dal deputato Nicola Pellicani e dal comandante del corpo dei vigili del fuoco Fabio Dattilo, già co-

SOTT’ACQUA Gli esercenti hanno perso frigoriferi, asciugatrici, macchinari

L’ESPONENTE DEL GOVERNO SOSTERRÀ QUESTA SOLUZIONE IN POLE POSITION IL SINDACO FERRO

mandante provinciale. «L’arenile di molte delle nostre spiagge è stato spazzato via, quando erano appena iniziati i lavori di ripascimento – ha spiegato Ferro – il commercio ha subito danni enormi: la prima stima, solo relativamente a questo settore, è di 10 milioni di euro, e manca ancora la valutazione dei danni che emergeranno con il tempo, quando la salsedine affiorerà dai muri». In queste condizioni Chioggia ha chiesto «lo stato di crisi per calamità» e l’auspicio è che non tutte le risorse che sono state o verranno stanziate, vengano destinate a Venezia, i cui problemi vanno certamente risolti, ma non “oscurando” quelli di Chioggia, o delle altre località della costa veneta. Ferro ha anche chiesto procedure semplificate per il risarcimento dei danni.

«CITTÀ IN GINOCCHIO» Il presidente Ascom, Da Re, ha ribadito gli stessi concetti, spiegando che «quando ho ascoltato le prime cronache del maltempo

mi sono sentito preso in giro: Chioggia non veniva neppure nominata, e avevamo l’acqua sotto il letto». Ci sono commercianti, ha rimarcato Da Re, «che hanno vissuto quattro giorni in negozio, per prevenire e riparare i danni, esercenti che hanno perso frigoriferi, asciugatrici, macchine di distribuzione che costano 15mila euro l’una, altri che hanno avuto montagne di merci rovinate. E chi ha piacere di parlare di Chioggia come la “piccola Venezia”, se ne ricordi anche adesso che la città è in ginocchio». Da Re ha aggiunto che l’Ascom ha già organizzato la raccolta dati per documentare con foto, video, fatture, ecc. i danni subiti ma che in diversi casi la merce danneggiata è stata buttata via senza avere il tempo, o la voglia, di fare le foto. Anche per questo Da Re ha auspicato che l’emergenza venga gestita «dagli amministratori cittadini, che conoscono la realtà economica e possono meglio valutare l’entità dei danni». Una richiesta accolta dagli esponenti Pd. Lucio

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DA RE (ASCOM): «ITER RAPIDI PER I RISARCIMENTI: STIAMO RACCOGLIENDO DATI SUI DANNI CON FOTO, VIDEO, FATTURE»


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Corriere del Veneto Domenica 17 Novembre 2019

VE

Venezia&Mestre venezia@corriereveneto.it

NUMERI UTILI CentroStorico MalmoccoAlberoni Pellestrina

0412385648 0412385668 0412385653

Burano MuraroS.Erasmo CavallinoTreporti Ca’Savio

0412385659 0412385661 0412385678

MestreeMarghera FavaroVeneto MarconQuarto d’Altino

0412385631 0412385639 0412385642

FARMACIE Cervad'Oro AlLupoCoronato S.Liberale

0415246565 0415220675 0415950333

La tentazione dei separatisti «Rinviare il referendum» Referendum da rinviare causa acqua granda eccezionale. È l’opzione che stanno valutando i comitati autonomisti in queste ore: chiedere al prefetto Vittorio Zappalorto e al presidente della Regione Luca Zaia di spostare la quinta consultazione al 15 dicembre. Sono tre associazioni e sei comitati e non è stata trovata la quadra perché i veneziani sarebbero d’accordo ma i mestrini sono titubanti e ieri una lunga riunione si è conclusa con un nulla di fatto. «In relazione allo straordinario evento atmosferico che ha causato l’eccezionale picco di acqua alta e le conseguenti sesse che ancora non fanno intravvedere una duratura stabilizzazione del fenomeno, i Comitati Promotori del SÌ al Referendum stanno valutando l’eventuale richiesta alle competenti Autorità di poter prevedere uno slittamento di alcuni giorni della data destinata al voto, ciò al fine di consentire la massima partecipazione e serenità ad ordinate operazioni elettorali», dice il comunicato diramato al termine. Lunedì si

prenderà la decisione. La proposta l’ha fatta Marco Sitran: «Come atto di attenzione nei confronti della città e dei residenti – spiega - Abbiamo oggettive difficoltà, soprattutto a Venezia e isole, ad informare i residenti (a causa delle persistenti eccezionali acque alte) e non ci sembra nemmeno il caso, in questi drammatici mo-

Protesta I separatisti in aula a Ca’ Farsetti

menti, di fare volantinaggio o informazione per strada». Saltato l’incontro al Lido, oggi parrebbe a rischio quello alla Bragora. E poi i cittadini hanno altro a cui pensare e ogni post sull’argomento scatena insofferenza e baruffe nei gruppi social. «Sinceramente, non me la sento di fare volantinaggio o gazebo a Venezia in un momento così tragico – dice Sitran - I comitati mestrini non sono d’accordo ma a Venezia c’è, ovviamente una sensibilità diversa». I comitati separatisti sono divisi perché c’è chi pensa che sia possibile capitalizzare a botta calda l’esasperazione da acqua alta incessante e chi fa presente che a metà dicembre gli elettori sarebbero troppo presi dalle spese natalizie. Per gli unionisti non ci sarebbe alcun problema a chiedere il rinvio: «Comprendo e condivido. Anch’io non ho nessuna voglia di battermi per la mia idea di Unione in questa terribili condizioni», dice il presidente di Una e Unica Paolo Cuman. «Abbiamo sospeso tutti la campagna referendaria e c’è

La vicenda ● Dopo anni di firme e battaglie, i comitati separatisti hanno ottenuto dal Consiglio di Stato il via libera al referendum per dividere Venezia e Mestre ● La consultazione è stata fissata dal presidente della Regione Luca Zaia per l’1 dicembre: ma i comitati chiedono un rinvio

● La sponsorizzazione

La Nazionale «sbarca» all’aeroporto Marco Polo «Allenamenti in città prima delle partenze» MESTRE Il Marco Polo diventa l’aeroporto degli Azzurri. Da ieri il Gruppo Save è sponsor ufficiale delle Nazionali italiane di calcio. «Lo scalo sarà l’hub di riferimento della Nazionale – ha spiegato il presidente di Save Enrico Marchi – quando gli azzurri arriveranno o partiranno per una partita lo faranno da qui. Questo significa non solo che transiteranno er l’aeroporto, ma che potranno

arrivare qualche giorno prima e avranno l’occasione di fare alcuni allenamenti a Venezia con i cittadini che potranno vedere questi campioni». Già ieri gli azzurri, di rientro dalla Bosnia dopo il 3-0 e la decima vittoria consecutiva, hanno tenuto una seduta al Taliercio. Nel progetto sono coinvolte la squadra maschile, quella femminile e l’Under 21, salvo tratte non

Con il ct Roberto Mancini, Enrico Marchi e Gabriele Gravina

compatibili. L’accordo è stato presentato ieri con il ct Roberto Mancini, il capo delegazione Gianluca Vialli e il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina. Dopo la devastazione di questi giorni

di acqua alta, Figc e Save hanno espresso vicinanza alla città di Venezia, rappresentata dall’assessore Paolo Romor. Durante la giornata, una delegazione della nazionale, guidata da Gianluigi Donnarumma,

041739046 0415261587 041730048 041943608

Ateneo Veneto

Premiato l’M9 District «Recuperato il centro»

L’emergenza non permette la campagna a Venezia. Comitati divisi sulla richiesta VENEZIA

Comun.Colleoni Excelsior S.Albano Piumelli

L’

aveva visitato piazza San Marco e il presidente Gravina ha assicurato un aiuto alla città. «Insieme con Save ci confronteremo con il sindaco Luigi Brugnaro per capire quali sono le esigenze per poi impegnarci su un progetto concreto – ha sottolineato Gravina – mi piacerebbe che fosse legato al mondo dello sport: dare quindi risorse per una struttura che ha subito danni importanti». Ieri non è stato indicato un importo o quale intervento verrà finanziato: si attenderà un confronto con Ca’ Farsetti per capire le priorità. «Dispiace vedere Venezia in queste condizioni – ha concluso il ct Roberto Mancini – ma come fanno gli italiani, e i veneti in particolare, si risolleverà». Matteo Riberto

acqua limacciosa di martedì scorso è entrata anche nelle sale dell’Ateneo Veneto, sporcando muri e arredi, mettendo fuori uso un gruppo di continuità e danneggiando in parte l’impianto elettrico. Ma l’Ateneo non ha voluto cedere per lanciare un segnale forte e così ieri mattina si è svolta come da calendario la cerimonia del Premio Torta per il restauro architettonico 2019 in collaborazione con il collegio degli Ingegneri. La giuria presieduta da Paola Marini ha eletto vincitore il restauro del distretto dell’M9. «Da un vastissimo vuoto nel cuore di Mestre, segnato dalle contraddizioni e dalle criticità di un passato recente, ha sviluppato un centro di cultura, lavoro, aggregazione e scambio dice la motivazione - Il distretto M9 ha restituito vivibilità e significato ad una ampia area del centro storico di Mestre, recuperando e attribuendo nuovi valori ad un intero isolato». Sono state assegnate tre menzioni speciali per il processo di restauro e riuso della chiesa di San Lorenzo, il progetto della facciata della chiesa degli Scalzi e l’impegno su Villa Farsetti di Santa Maria di Sala. «Le maree eccezionali ci dicono in maniera esplicita che la nostra Venezia come è oggi un giorno oramai non lontano potrebbe non esistere più, ma sarebbe la sconfitta della civiltà umana - ha detto il presidente dell’Ateneo Gianpaolo Scarante Sento il dovere di rappresentare lo sdegno morale dei veneziani che dal 1966 hanno assistito a maree di chiacchiere inutili. Ora è il momento di affrontare il futuro con una visione politica lungimirante». E. Lor.

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stato un vuoto informativo – dice Renzo Scarpa dall’intergruppo autonomista – I cittadini hanno diritto di esprimere un voto consapevole: è giusto chiedere un rinvio». La dilazione sarebbe utile anche per mettere maggiore distanza tra gli elettori e l’afflato di fratellanza tra Mestre e Venezia suscitato dall’alluvione. «C’è un sentimento di avvicinamento del quale si sta avvantaggiando il sindaco Brugnaro», osserva Scarpa. «L’alluvione è una cosa seria e in questo momento il voto è l’ultimo dei pensieri – fa eco Nicola Pianon di Più Mestre Più Venezia – E l’emergenza ha fatto scomparire l’argomento nei media. Ma il Comune continua a fare campagna per l’unione. E partecipano anche le aziende: avevamo sottoscritto un contratto pubblicità su cento autobus. Ma due giorni fa Actv ci ha spiegato che rifiutava i nostri messaggi. Lo spostamento di due settimane potrebbe andar bene. Purché siano rispettate le regole». Mo.Zi. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Borgo Valbelluna

Domenica 17 Novembre 2019 www.gazzettino.it

Wanbao, l’azienda torna in vendita La proprietà cinese, pronta a lasciare il sito di Mel in febbraio, `Uilm: «Ci hanno fatto perdere tempo, sono inaffidabili: ha incaricato una società specializzata per trovare acquirenti caldeggiamo un incarico a Castro per seguire la trattativa» `

BORGO VALBELLUNA Affidare a Maurizio Castro la partita, anzi la dipartita, di Wanbao Acc per trovare un possibile acquirente del sito produttivo di Mel, unico in Italia a produrre compressori per la refrigerazione domestica, è l’ultima speranza dei 290 lavoratori, sfiniti dall’ennesima crisi. Sanno quanto Castro conosca l’azienda e le dinamiche del mercato internazionale del settore del freddo. Una posizione condivisa anche da Confindustria Belluno-Dolomiti, che resta però in attesa di una decisione del Governo. Non sarà un nuovo commissariamento, come avvenuto per la Acc, ma un affiancamento alla società Pvc, incaricata giusto in queste ore dalla Wanbao di trovare nuovi possibili acquirenti. Insomma, sarà un garante a tutela degli interessi dei lavoratori e più ampiamente dell’economia di una provincia e di una strategia industriale nazionale.

più realistica era che, alla fine, ne avremmo avuti almeno 12, invece siamo scesi a meno della metà. A questo punto, come sindacati, crediamo che un ruolo importante lo possa giocare Maurizio Castro».

VERTICE AL MISE Altro ruolo chiave, quanto meno nel facilitare i contatti a livello governativo, è quello del ministro bellunese D’Incà. «Lo abbiamo contato subito - prosegue Ferraro - chiedendo di anticipare l’incontro al Mise in programma per la prima decade di dicembre. Domani, intanto, si svolgeranno le assemblee di fabbrica e martedì ci sarà la riunione del tavolo socio-istituzionale in municipio a Mel, alle 10.30».

Chi è

TEMPI IMPOSSIBILI «Siamo drammaticamente in ritardo - afferma Michele Ferraro, segretario provinciale Uilm -, perché l’incarico alla Pvc è stato dato solo venerdì, e la società per poter analizzare e capire la situazione ha bisogno di almeno tre mesi, ovvero potrebbe cominciare a muoversi quando lo stabilimento di Mel sarà già chiuso. L’amministratore unico di Wanbao, Wu Benming, ha affermato che hanno a disposizione ancora 5 milioni di euro dopodiché ogni risorsa per tenere in piedi Mel sarà finita. Il che significa arrivare fino a febbraio visto che la perdita mensile si aggira sul milione. Troppo tardi. La verità è che i cinesi ci hanno preso in giro, facendoci perdere tempo prezioso già al primo incontro di ottobre al Ministero dello sviluppo economico. In quella sede il ministro Federico D’Incà aveva chiesto 18 mesi di tempo. La previsione

MICHELE FERRARO «ABBIAMO CHIESTO AL MINISTRO D’INCÀ DI ANTICIPARE L’INCONTRO AL MISE SERVONO RISPOSTE»

Il commissario Acc esperto del “freddo” Maurizio Castro, senatore Pdl nella XVI legislatura (2008-2013), nel settembre 2013 viene nominato commissario straordinario di Acc Compressor dal Ministero dello sviluppo economico. Trova una situazione disperata: il crac vale ben 450 milioni di euro. Nel 2014 riesce a traghettare l’azienda nelle mani della Wanbao, unico gruppo che si presenta all’asta del ramo d’azienda pagandolo poco più di 13 milioni di euro. Attualmente segue ancora la vicenda Acc sotto il profilo del procedimento penale a carico degli ex vertici del gruppo. Castro, che vanta un lungo curriculum manageriale, è stato responsabile delle risorse umane in Electrolux, ovvero uno degli storici gruppi proprietari del sito produttivo di Mel.

Al tavolo dovrebbero sedere anche il gruppo cinese, ma sindacati e istituzioni hanno ormai chiaramente bollato il gruppo di Guangzhou come «inaffidabile e ingombrante». La Regione Veneto, attraverso l’assessore al lavoro Elena Donazzan, ha già annunciato che i rapporti con la Municipalità cinese (che controlla anche Wanbao), interessata ad investire sull’interporto di Padova, saranno rivisti. Non solo, anche alcuni enti pubblici italiani, non meglio precisati, starebbero trattando per investire a Guangzhou. Il caso Mel potrebbe quindi rivedere più pedine sulla scacchiera degli scambi.

DOSSIER UNICO CON ILVA Chiudere l’unico stabilimento di compressori per la refrigerazione domestica presente in Italia, secondo i ragionamenti portati avanti a livello istituzionale sul caso Mel, significherebbe regalare alla Cina e al Giappone l’esclusivo controllo della tecnologia cardine del frigorifero, indebolendo in modo irreversibile il settore europeo dell’elettrodomestico. Non si tratta “solo” 285 lavoratori della Valbelluna, ma di una strategia aggressiva delle multinazionali che stanno mettendo in ginocchio l’assetto industriale del Paese. Il dossier Mel si colloca nello stesso metaforico cassetto dell’Ilva di Taranto nel quale il Governo cerca una disperata soluzione giocando la carta delle relazioni diplomatiche con la Cina.

CLIENTI IN TRATTATIVA Al di là delle sensazioni e delle parole, da più parti si chiede un serio confronto al Mise sulla vera situazione industriale di Wanbao, perché in questi anni ci sono stati anche pesanti tagli a personale e costi, con tanto di eroica auto-riduzione degli stipendi. Un confronto ritenuto necessario per sgomberare il campo da sospetti speculativi innescati da una chiusura ritenuta «frettolosa» anche a fronte di nuovi clienti ritenuti prestigiosi che in questi giorni avrebbero trattato per allocare a Mel volumi importanti per il 2020. Infine, la tacita speranza di un intervento Electrolux, il cliente che assorbe il 70% dei volumi produttivi zumellesi. Lauredana Marsiglia

UNA CRISI SENZA FINE Lo stabilimento di Mel era stato rilevato dai cinesi nel dicembre 2014

Cerimonia a Gena Bassa per le vittime del 1944 SOSPIROLO Il 75. anniversario dell’eccidio di Gena sarà ricordato solennemente sabato lunedì 18 novembre a Gena Bassa, in Valle del Mis, alle 10.30 quando dapprima sarà celebrata una messa in suffragio delle vittime. Seguirà la deposizione di una corona commemorativa al capitello di Gena Media. La cerimonia è organizzata dal Comune di Sospirolo e da altre associazioni. Quello di Gena fu uno degli episodi più sanguinosi della Seconda guerra mondiale in comune di Sospirolo. A Gena alta furono assassinati il 18 novembre del 1944 Riccardo, Marcello, Mario e Servilio Casanova. Con loro anche Angelo Balzan. «Vittime civili, tutte e cinque – è stato scritto - che non sono riuscite a sfuggire alla morte perchè incapaci di immaginare che qualcuno potes-

se accanirsi contro di loro con l’inimmaginabile ferocia di chi colpisce a tradimento l’innocente». I cinque civili di Gena, infatti, furono uccisi per rappresaglia dai tedeschi. Due anni fa a Sospirolo erano stati organizzati due momenti di incontro per non dimenticare er riportare alla luce quel drammatico evento. Gli alunni delle classi terze della scuola media

di Sospirolo avevano potuto assistere alla proiezione del docu-film Ci son le stelle in Canal del Mis. Tragedia e bellezza di una valle abbandonata. In questa occasione avevano potuto dialogare anche con alcuni testimoni del massacro del 18 novembre 1944. Il secondo momento si era tenuto proprio nella chiesetta di San Remedio (a Gena Bassa). E.P.

Villa Patt sospende i mercatini di Natale: poca gente SEDICO Niente più mercatini di Natale, a Villa Patt. Almeno per quest’anno. Ad annunciarlo è il presidente della Pro loco di Sedico, Claudio Mezzavilla. «Abbiamo preso questa decisione – spiega Mezzavilla – alla luce delle ultime esperienze che suggerivano una riflessione dal momento che il pubblico non era numerosissimo e che gli espositori, gira e rigira, erano sempre gli stessi. Per questa volta ci prendiamo un anno di riflessione ulteriore, poi valuteremo cosa fare, dal momento che anche altre analoghe iniziative, da quanto ci risulta, non saranno riproposte. A Santa Giustina, ad esempio, ci hanno già anticipato che la manifestazione quest’anno non si farà. In ogni caso, studieremo bene cosa fare il prossimo anno.

Non è detto che i mercatini non possano tornare nel nostro programma. In ogni caso, si tratterà di dare loro anche contenuti e forma nuovi. Magari possiamo pensare di spostarli in centro, a Sedico. Ma qualcosa per rivitalizzarli è necessario».

mercatini – anticipa Mezzavilla - abbiamo organizzato per il 22 dicembre, domenica, una trasferta a Merano». Informazioni ed iscrizioni in sede della pro loco in piazzetta Segato, a Sedico (telefono 0437 83666). La quota di partecipazione sarà di 20 euro per i tesserati, di 30 per i non tesserati. I posti disponibili sono 52. La partenza alle sette da piazza della Vittoria. Vi sarà anche la possibilità di pranzare al ristorante, in questo caso con un supplemento di 26,50 euro. Ma se non si terranno i mercatini di Natale, in ogni caso, in vista delle festività qualcosa di significativo la pro loco lo proporrà.

SERVONO NUOVI SPUNTI Frattanto l’associazione è già al lavoro per trovare nuove idee. «Proprio per vedere se riusciamo a trovare qualche nuovo spunto per rivitalizzare i nostri

CLAUDIO MEZZAVILLA «PUBBLICO NON NUMEROSISSIMO E SEMPRE GLI STESSI ESPOSITORI COMMERCIALI»

L’IDEA DI UN CONCERTO

VILLA PATT La Pro loco quest’anno sospende l’evento natalizio affermando che la formula andrà rivista

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«Stiamo pensando ad un concerto da proporre nel salone del centro Monsignor Paolo Simonetti – anticipa Mezzavilla – in alternativa ai concerti a caratte-

re più sacro che si proponevano in passato in chiesa. Siamo in contatto don un gruppo che proporrà un tipo di musica particolare che non sarebbe stato adatto alla chiesa e che ci avrebbe costretto a chiedere autorizzazioni alla Diocesi. Poi dovremo rituffarci sull’organizzazione del calendario per il 2020. Sul Carnevale, anzitutto, che è il nostro impegno maggiore e che intendiamo riproporre in grande stile, anche con la sfilata notturna che abbiamo sperimentato nelle ultime edizioni. Ed anche in questo caso, per raccogliere suggerimenti e idee nuove stiamo lavorando ad una trasferta per i nostri soci e per gli appassionati a Viareggio, nella capitale del Carnevale. La metteremo in calendario per i primi di febbraio, come antipasto alle nostre iniziative». Egidio Pasuch


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