RASSEGNA STAMPA DEL 22 AGOSTO 2019

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 10 3043

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22-AGO-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 04/2019: 115.356 63


22-AGO-2019 Estratto da pag. 11 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

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22-AGO-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


22-AGO-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


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22-AGO-2019

da pag. 14 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


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22-AGO-2019 Estratto da pag. 23 3043

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22-AGO-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 04/2019: 141.030 63


22-AGO-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 04/2019: 141.030 63


22-AGO-2019

da pag. 2 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 04/2019: 115.356 63


22-AGO-2019 Estratto da pag. 11 3043

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22-AGO-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 6 Quotidiano nazionale

Direttore: Norma Rangeri

Lettori Audipress 04/2019:

10.660 63


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22-AGO-2019 Estratto da pag. 13 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 12 3043

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22-AGO-2019

da pag. 17 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


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22-AGO-2019 Estratto da pag. 7 3043

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22-AGO-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


22-AGO-2019 Estratto da pag. 7 3043

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22-AGO-2019

da pag. 18 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


22-AGO-2019

da pag. 18 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


22-AGO-2019 Estratto da pag. 16 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 8 3043

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22-AGO-2019

da pag. 1 Quotidiano nazionale

Direttore: Claudio Cerasa

Lettori Audipress 04/2017:

25.000 63


22-AGO-2019 Estratto da pag. 8 3043

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22-AGO-2019

da pag. 14 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

Lettori Audipress 04/2019:

46.994 63


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22-AGO-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 6 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019

da pag. 6 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


22-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 8 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

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22-AGO-2019

da pag. 7 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


22-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 7 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

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22-AGO-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


22-AGO-2019 Estratto da pag. 24 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

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22-AGO-2019

da pag. 14 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


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da pag. 14 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


22-AGO-2019 Estratto da pag. 8 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 8 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

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22-AGO-2019

da pag. 14 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


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22-AGO-2019 Estratto da pag. 33 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 33 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 31 3043

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22-AGO-2019

da pag. 16 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


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da pag. 16 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


22-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 6 3043

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22-AGO-2019

da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 04/2019: 141.030 63


22-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


22-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 13 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 8 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 17 3043

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22-AGO-2019

da pag. 9 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


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da pag. 9 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


22-AGO-2019 Estratto da pag. 10 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 10 3043

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22-AGO-2019 Estratto da pag. 11 3043

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22-AGO-2019

da pag. 6 Quotidiano nazionale

Direttore: Fabio Tamburini

Lettori Audipress 04/2019: 157.191 63


22-AGO-2019

da pag. 6 Quotidiano nazionale

Direttore: Fabio Tamburini

Lettori Audipress 04/2019: 157.191 63


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III

Primo Piano

Giovedì 22 Agosto 2019 www.gazzettino.it

Maltrattamenti all’Iras

«Non ho fatto male, ho soltanto detto qualche parolaccia» `Solo una operatrice sociosanitaria Sono stati sentiti dal gip Mondaini gli altri quattro indagati nell’inchiesta ha fatto dichiarazioni al magistrato `

IL CASO ROVIGO «Ho detto solo qualche pa-

rolaccia». Questa è l’unica testimonianza rilasciata da solo uno dei nove indagati per i maltrattamenti avvenuti all’Iras. Comportamenti violenti per i quali l’intero gruppo è stato allontanato da tutte le strutture sanitarie nazionali. Ieri mattina il giudice per le indagini preliminari Pietro Mondaini ha ascoltato gli ultimi quattro inquisiti della vicenda su cui ha indagato la Squadra Mobile di Rovigo. Attraverso due mesi di intercettazioni ambientali, gli uomini del commissario capo Gianluca Gentiluomo, all’alba della vigilia di Ferragosto, hanno destinato nove interdizioni cautelari per percosse e offese nei confronti di tre anziani ricoverati a San Bortolo. Le telecamere nascoste sono state posizionate durante un blitz nella struttura di San Bortolo, attuando un falso allarme di fuga di gas, in modo tale che tutto il personale fosse evacuato e i Carabinieri potessero agire indisturbati.

muovendo in maniera violenta il corpo delle vittime degli abusi, che non potevano far altro che reagire urlando, visto lo stato di non-autosufficienza in cui versano. Ieri, durante la seconda sessione degli interrogatori, si è ripetuto il copione del giorno precedente. I quattro che dovevano essere ascoltati dal Gip sono arrivati accompagnati dal proprio avvocato. Hanno atteso nel corridoio il proprio turno, celando dietro gli spessi occhiali da sole le paure e

la tensione nervosa. Qualcuno, sapendo che sarebbe stata presente la stampa, confondendosi con il resto del personale del tribunale, ha deciso di aspettare il proprio turno in disparte, facendo in modo che l’ingresso nell’ufficio di Mondaini fosse il più rapido possibile, senza dare troppo nell’occhio. Contrariamente all’altro ieri, però, almeno uno dei nove indagati ha deciso di raccontare al Gip una sua versione dei fatti. Una delle sette Oss accusate di maltrattamenti ha

spiegato di avere «detto solo qualche parolaccia», a quanto pare senza dichiarare altro suoi comportamenti e del resto del gruppo (chi più, chi meno) è accusato: schiaffi, percosse, violenze verbali e minacce. Gli altri tre, ciascuno ascoltato singolarmente a intervalli di un’ora, hanno scelto la linea già adottata dai colleghi l’altro ieri, ovvero di avvalersi della facoltà di non rispondere e fare scena muta davanti alle domande del Gip. Al termine degli interrogatori della fase preliminare, su nove indagati, solo uno ha dato la propria versione.

L’ISTANZA Inoltre, ieri mattina tutti e quattro hanno presentato un’istanza di revoca del provvedimento emanato dal giudice Laura Contini, arrivando così a complessivamente sei richieste di cancellazione dell’allontana-

ASSISTENZA Uno degli edifici del complesso dell’Iras a San Bortolo

COME I CINQUE DEL GIORNO PRIMA, IN TRE HANNO PREFERITO NON RISPONDERE ALLE DOMANDE

I MALTRATTAMENTI Le immagini mostrano come durante i cambi dei pannoloni degli anziani ospiti del Nucleo Arancio usassero modi brutali,

TUTTI E QUATTRO HANNO PRESENTATO UNA ISTANZA DI CANCELLAZIONE DELL’ALLONTANAMENTO DALLA PROFESSIONE LA POLEMICA

SAN BORTOLO Le palazzine dell’Iras e a lato, da sinistra, Sergio Busson, Gianluca Gentiluomo e Santi Allegra che spiegano l’inchiesta

quanti in meno l’Iras?».

L’opinione

LA VERGOGNA

ROVIGO «Il governatore Luca Za-

ia e gli altri leghisti ci informino anche dei risultati della commissione evocata dal Presidente per i fatti degli Istituti polesani del 2014». Parte lancia in resta Guglielmo Brusco, esponente per la sanità di Rifondazione comunista polesana, nonché ex assessore provinciale, di fronte alle evoluzioni del caso Iras e agli annunci che arrivano da Venezia. Brusco sottolinea che «l’assessore regionale Lanzarin dovrebbe dimettersi dopo fatti così gravi. Zaia idem, insieme a tutti i leghisti interessati, visto che dal 2005 sono loro a dirigere la sanità veneta. Sono loro i maggiori responsabili, per non aver evidentemente saputo organizzare adeguatamente una catena di progettazione, realizzazione, gestione ed esecuzione di servizi delicatissimi».

«Una vergogna umiliare gli anziani ma valutiamo le colpe della Regione» tinua chiedendo: «Quanta vigilanza c’è e come viene preparata questa vigilanza? E a Rovigo, non hanno forse messo in crisi l’Iras i cento posti letto dati dalla Regione, tramite l’Ulss 5, al centro servizi privato? Quanti milioni ha incassato in più ogni anno tale privato e

I NODI L’esponente comunista con-

mento dalla professione. Il gruppo di indagati (otto donne e un uomo) è tutto polesano. Otto di loro sono nati in provincia di Rovigo, l’unica non del posto è originaria del Marocco. I sette dipendenti dell’Iras, tre a tempo determinato e quattro di ruolo, sono S.E.M., 47 anni, residente ad Adria; F.P., 51 anni, residente a Villadose; F.M., 45 anni, di Rovigo; M.G.S., 52 anni, residente a Rovigo; L.C., 53 anni residente a Rovigo; G.B., 42 anni, residente a Rovigo; M.S., 53 anni, residente a Rovigo. L’uomo, invece, P.C., 50 anni, residente a Rovigo, è un addetto alle pulizie dipendente della ditta Euro & Promos Facility Management di Udine. La collega è M.M. di 56 anni, residente a Rovigo, incaricata del solo rifacimento dei letti, dipendente dell’Ulss 5 distaccata a questo servizio all’Iras. Sono difesi dagli avvocati Francesca Ledda, Andrea Braccioli, Barbara Destro, Riccardo Giandiletti, Elena Perini, Gloria Zanchetto, Cristina Zangirolami, Valentina Verde e Gianluca Masiero. Alberto Lucchin

ISTITUTI POLESANI Una immagini dei fatti accaduti nel 2014

RIFONDAZIONE Guglielmo Brusco critica la giunta veneta

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«ZAIA E LANZARIN SI DIMETTANO: DA ANNI GESTISCONO LA SANITÀ VENETA TAGLIANDO AL PUBBLICO»

Brusco, naturalmente, non incolpa gli organismi veneti dei comportamenti degli indagati. «Questo non toglie niente alle pesanti responsabilità di chi ha maltrattato in modo inumano persone anziane che già soffrivano. Una vergogna, però, che non deve farci dimenticare le altre responsabilità politiche e non, eventualmente attribuibili anche a chi doveva assicurare piante organiche qualitativamente e quantitativamente adeguate alla delicatezza del servizio e una vigilanza che impedisse o almeno sapesse troncare subito e senza il bisogno della Polizia (alla quale diciamo grazie), gli eventuali abusi sugli anziani». Il ringraziamento dato alla Polizia viene dato anche «a chi, come l’operatrice della stessa Iras (dato ricavato dalla stampa), ha avuto il coraggio e la dignità di denunciare i fatti. Se era senza posto fisso, spero sia assunta immediatamente. Un esempio per tutti».


PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Giovedì 22 Agosto 2019

Primi manifesti

Dopo «Scelgo Zaia», «Grazie Zaia». La campagna elettorale per le Regionali del 2020 è già iniziata: in tutto il Veneto, da alcuni giorni, sono spuntati grandi manifesti che raffigurano Luca Zaia sorridente sullo sfondo delle Dolomiti e delle Colline del Prosecco. Il «Grazie», a caratteri cubitali, è per le Olimpiadi del 2026 assegnate a Cortina (e a Milano) e per il riconoscimento delle colline del Prosecco a patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. In alto, presente ma poco visibile, il simbolo della Lega. Per i maligni i manifesti servirebbero ad oscurare il brusco stop inflitto dalla crisi all’autonomia. Più probabilmente, sono il primo atto della campagna elettorale: il governatore ha voluto battere tutti sul Manifesti «6 x 3» Uno dei manifesti che da alcuni giorni tappezzano il Veneto voluti dalla Lega e da Zaia tempo.

«Voto e premier forte altrimenti il Veneto resterà all’opposizione» Il governatore Zaia teme «pasticci e inciuci» giallorossi

Oggi ci sono tutti i presupposti per avere dopo il voto il primo governo forte della storia

rosso «un inciucio» che porterà «all’opposizione il Nord e la parte più produttiva del Paese». Tantopiù che nella piattaforma che il direttorio democratico ha elaborato per intavolare un dialogo con i pentastellati mancano, oltre che il tema dell’autonomia, anche quelli delle infrastrutture ritenute vitali per i fabbricatori nordestini del Pil, a cominciare dalla Tav. Il M5s, insomma, visto da Venezia è e rimane il partito del no, quelli che sulla Tav votano contro anche le stesse proposte del Capo del governo, che sulle grandi navi sostengono di avere soluzioni che però non arrivano mai e che non hanno

certo facilitato il lavoro di chi ha progettato e avviato i cantieri della pedemontana veneta. Il vicepremier Matteo Salvini ha tirato un po’ troppo la corda? Ha sbagliato i tempi per far collassare il Governo? «Salvini – aggiunge Zaia - ha fatto quello che doveva fare, ha posto una questione, quella del rapporto che non poteva più reggere con degli alleati che si sono sempre messi di traverso». Su cosa si dovrebbe fare dopo la caduta di Giuseppe Conte, in sintesi, le possibilità per Zaia sono poche, cioè una soltanto. Fra i giallorossi e il voto molto meglio le urne. «Io sono convinto – ha ribadito ieri

mo atto, che, mentre infuria la crisi di governo, rende operativo il Fondo. Certo, rispetto alle promesse dei due vicepremier Di Maio e Salvini, visti insieme a febbraio nell’assemblea al palasport di Vicenza promettere i decreti attuativi per la settimana successiva, ci sono voluti sei mesi e una bella correzione di rotta rispetto all’originario «non c’importa nulla dell’Europa». In ogni caso il meccanismo dei rimborsi è ora acquisto. E con la pubblicazione del terzo decreto firmato dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria, scattano dai ieri i sei mesi per presentare le domande di rimborso. Con un ulteriore elemento di certezza finale: il valore del patrimonio mobiliare sotto cui scatta la procedura di valutazione semplificata resta fissata a

centomila euro e finisce in soffitta la promessa di raddoppiarla a duecentomila euro. Intanto il ministero dell’Economia comunica di aver attivato il portale per la presentazione delle istanze da parte dei risparmiatori. Così su fondoindennizzorisparmiatori@consap.it, sarà possibile registrarsi, compilare la domanda, caricare gli allegati richiesti, produrre la domanda compilata in formato pdf da stampare e firmare, caricare la domanda firmata e infine inviarla telematicamente. «Ma se i termini scadono di qui a sei mesi, in ogni caso i rimborsi non si vedranno prima di maggio - avverte il leader del Codacons, Franco Conte -. Questo perché la corsia preferenziale per rimborsare prima gli indennizzi fino

Sull’autono mia sconti a nessuno, saremo come un nido di vespe per qualsiasi governo

Zaia - che il voto sia un passaggio sanificatorio, quello che Jean Jeacques Rousseau, nel Contratto Sociale, definiva come l’espressione e la rappresentanza del popolo fino in fondo. Andare ai seggi significa ridare il mandato in mano al popolo mentre se fosse trovata una maggioranza parlamentare alternativa per supportare un altro governo non otterremmo altro che un pasticcio». La fiducia di Zaia nel lavoro del Capo dello Stato, a cui spetta di comprendere se vi sia una prospettiva per un governo che duri o se, al contrario, sia il caso di attivare la macchina elettorale, è dunque condizionata da una convinzione di fondo. «Il presidente Mattarella è il garante della Costituzione, la Costituzione è chiara e penso che sia fondamentale che si compia ogni passo della procedura procedura da essa prevista in situazioni come questa. Però mi permetto di evidenziare come oggi ci siano tutti i presupposti per andare a votare subito e di avere, e forse per la prima volta nella storia, un governo forte nei numeri e con un premier in carica già a novembre». Gianni Favero © RIPRODUZIONE RISERVATA

La Gazzetta Ufficiale

Ex Popolari, pubblicato il decreto: via ai rimborsi VENEZIA Ex popolari, gli inden-

nizzi per i risparmiatori ora partono per davvero. Suona quasi come un testamento del governo giallo-verde, colato a picco l’altro ieri, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta ieri, del terzo decreto attuativo del Fondo indennizzo risparmiatori. L’atteso ulti-

VE

● L’editoriale

«GrazieZaia» viaallacampagna perleRegionali

Il prossimo governo e quelli che verranno sappiano che, nel confrontarsi d’ora innanzi con i veneti, sarà come avere in mano un «nido di vespe». Almeno fino a quando il percorso verso l’autonomia non sarà concluso perché i due milioni e 328 mila voti del referendum del 22 ottobre 2017 sono un dato di fatto al di sopra di qualsiasi colorazione assumeranno le prossime maggioranze parlamentari. Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, all’indomani del default del governo di Giuseppe Conte, lo manda a dire subito a futura memoria. Per l’autonomia non sono stati fatti sconti per nessuno, ricorda, «né al governo di Paolo Gentiloni, né a quello appena caduto», sostenuto dalla Lega e da un Movimento 5 Stelle che nella sostanza sull’argomento ha sempre remato contro. Figuriamoci, dunque, se le insistenze potranno placarsi con un esecutivo retto dai grillini e dal Pd. «Non esiste – prosegue - che il vicepremier Di Maio, dopo 14 mesi di governo, dica che darà vita ad una commissione per valutare l’autonomia. Sarebbe un’offesa, una presa in giro. E si finisca con questa storia del Nord contro il Sud, della secessione dei ricchi eccetera. In quello che chiediamo ci sono la solidarietà e l’unità nazionale. Conte poteva parlarne un po’ di più, nel discorso conclusivo al senato, casomai fare anche un mea culpa. E magari ricordare che, se l’Italia avrà le olimpiadi invernali nel 2026, sarà perché le Regioni Veneto e Lombardia avranno a proprio carico tutte le spese». L’autonomia, perciò, non ci siano dubbi, «prima o poi verrà, il referendum sarà sempre il tormento di ogni governo. E mi piace anche ricordare come gli esponenti di M5s, in Consiglio regionale del Veneto, abbiano votato per chiedere esattamente le stesse 23 deleghe che abbiamo chiesto noi». Il governatore considera l’ipotesi di un governo giallo-

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Ministro Giovanni Tria

a 50 mila euro obbligherà la commissione ad attendere tutte le domande per poi metterle in fila». Il provvedimento ruota intorno al principio dell’indennizzo del 30% del valore di acquisto delle azioni (e le associazioni hanno lanciato l’allarme sui valori per gli azionisti storici) con tetto di restituzione a centomila euro. Con una procedura semplificata per gli imponibili fino a 35 mila euro o i patrimoni fino a 100 mila. Federico Nicoletti

Università, formare e attrarre

Q

SEGUE DALLA PRIMA

ui è il vero nodo. È nella scelta universitaria che, in un gran numero di casi, s’innesca la leva prima dell’attrattività di giovani che poi, una volta completata la formazione universitaria, in un certo ambiente trovano le occasioni, gli stimoli, le relazioni – sì, perché tanto conta ancora il contatto vis à vis, e nulla di male v’è in ciò – che poi conducono a intraprendere un percorso professionale.Per una cospicua serie di ragioni, che qui neppure sarebbe possibile elencare, Milano e Bologna riescono a importare da fuori Regione un numero massiccio (e crescente) di giovani. Gli Atenei veneti, storicamente, ne importano un numero minore. Certo, negli ultimi anni molto è stato fatto, però su questa strada credo valga la pena di insistere con determinazione. L’asse che conduce dalla formazione universitaria al lavoro e alle professioni rappresenta l’architrave su cui poggia la stabile attrattività dei giovani di maggior talento. Un rapido sondaggio nell’ambito delle professioni tax e legal consente di restituire con immediatezza il senso di quel che intendo esprimere: a Milano e (un po’ meno) a Bologna gli accenti dei professionisti denoteranno le più varie provenienze geografiche.Non così a Nordest. Tutt’al contrario, troveremo un numero cospicuo di cognomi veneti negli migliori studi d’affari milanesi (non ho dubbi in effetti che i nostri laureati in materie economico-giuridiche siano tra i migliori in Italia). Ecco allora che il sistema che tiene insieme formazione e lavoro – sistema che va preso in considerazione nel suo insieme - merita di essere fortemente orientato nel senso di una spiccata attrattività da fuori Regione.Giusto quindi interrogarsi sulla fuga dei nostri migliori, ma miope non chiedersi perché non arrivino i migliori, di qualunque provenienza essi siano. Tommaso dalla Massara © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CENTRO SERVIZI CASA FENZI

Bando di gara per l’affidamento del servizio di gestione del Padiglione Est - CIG 79993654D3

Il Centro Servizi Casa Fenzi di Conegliano (TV) - tel. 0438/63545 - indice una gara a procedura aperta ai sensi dell’art. 32 comma 2, 60 e 95 del D.Lgs. 50/2016. L’appalto è aggiudicato in unico lotto per l’affidamento del servizio di gestione del Padiglione Est. L’appalto è aggiudicato per 5 anni, con possibilità di rinnovo per ulteriori 4 anni e possibilità di proroga contrattuale per ulteriori 180 giorni. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa (art. 95 D.Lgs. 50/2016) - Importo: Il valore dell’appalto, compreso oneri per la sicurezza e le opzioni, è di complessivi € 15.627.500. La gara si svolge con procedura telematica. L’offerta dovrà pervenire entro le ore 12:00 del 26.09.2019 all’indirizzo pec: casafenzi@pec.gpa-eprocurement.com, con le modalità indicate nel disciplinare di gara. Documentazione di gara disponibile sul sito http//www.casafenzi.it. Il R.U.P. - Monica Vanzella


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Venezia

Giovedì 22 Agosto 2019 www.gazzettino.it

Ater, sale la tensione Contestazione e insulti sotto la sede Oltre un centinaio a Venezia. Dura replica del presidente «Giusto manifestare, ma inaccettabili le offese ai dipendenti» `

LA MANIFESTAZIONE VENEZIA Stretti sotto la sede

dell’Ater a protestare contro la nuova legge regionale che sta rivoluzionando le regole degli affitti per le case pubbliche. Erano in tanti ieri, in fondamenta del Magazen e sui Tre Ponti, chiamati a raccolta da Rifondazione comunista e dall’Assemblea sociale per la casa. Almeno un centinaio tra attivisti e inquilini, molti anziani, che si sono ritrovati con l’affitto rincarato e la prospettiva di uno sfratto. Hanno manifestato per circa un’ora, sotto lo sguardo delle forze dell’ordine. Non sono mancante le urla all’indirizzo dell’Ater: «Ladroni», «Vergogna», «Va fan....». Offese stigmatizzate, in una nota, dal presidente dell’Azienda territoriale, Raffaele Speranzon, che ha anche lanciato un appello agli inquilini perché non ascoltino chi gli suggerisce di non pagare i nuovi affitti.

IL CARO AFFITTI Gli organizzatori della manifestazione, Rifondazione e Asc, chiedono alla Regione di ritirare la legge e intanto suggeriscono gli inquilini in difficoltà di attuare una sorta di auto-riduzione del canone. «A fronte di aumenti

ingiustificati, c’è gente che proprio non ce la fa» denuncia Chiara Buratti, dell’Asc, che cita il caso di una 78enne di Venezia, pure lei ieri in manifestazione. «É in una casa pubblica dall’85, inquilina Ater da undici anni. Vedova, la sua unica entrata è la pensione di reversibilità del marito: 618 euro. Prima pagava 45 euro, ora portati a 440, con l’avviso di sloggio. Immaginiamo sia un errore, ma questa persona proprio non può pagare! La nostra proposta, in casi come questi, è di inviare una raccomandata all’Ater e continuare a versare il vecchio canone». Soluzione cassata dal presidente dell’Ater. «Siamo aperti a indicazioni e suggerimenti - scrive Speranzon in una nota -, ma chi sta fornendo agli inquilini preoccupati e confusi l’indicazione di violare la nuova legge regionale e non pagare i nuovi canoni di affitto si deve anche assumere la responsabilità di quanto dice, perché applicarsi un’autoriduzione dell’affitto significa maturare della morosità, e dopo quattro mesi consecutivi l’Ater dovrà avviare per queste persone il procedimento di decadenza del diritto a rimanere nella casa pubblica, con conseguente azione di sfratto. Si rischia dunque di passare dalla parte del torto e perde-

re il diritto all’assegnazione». Speranzon ricorda come la Regione abbia «aperto la porta al confronto e a dei correttivi della normativa, con i tavoli tecnici si studieranno le varie casistiche. Se alcuni inquilini stanno pagando delle somme superiori rispetto a quanto dovrebbero, ad esempio per ritardi nelle volture o cambiamenti dello stato familiare, avranno dei conguagli. Ma “protestare” con la morosità non è la strada giusta».

BOTTA & RISPOSTA Botta e risposta a distanza, tra presidente e manifestanti, anche sulle modalità della protesta di ieri. «Ognuno ha il diritto di manifestare la propria opinione e pensiero, spiace solo quando questo non avviene nel rispetto delle persone, dei lavoratori scrive Speranzon -. E così le offese che sono state rivolte all’Ater e ai suoi dipendenti questa mattina, non sono in alcun modo giustificabili». «Nessuno ha voluto insultare i dipendenti - replica Buratti - la manifestazione è stata tranquilla, senza bloccare l’attività dell’Ater». Ora gli organizzatori hanno in programma un’assemblea, venerdì, nel centro anziani di Santa Marta. R. Br. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Incontro coi sindacati: fumata nera

Licenziamenti confermati, sciopero alla Fenice VENEZIA Si è trattato fino a tardi, ieri sera in Prefettura, per scongiurare lo sciopero del 25 e del 31 agosto che rischia di bloccare le recite della Tosca e di Madama Butterfly alla Fenice. Per tutta la giornata si è tenuta una riunione fiume tra i vertici del teatro e i rappresentanti sindacali di Usb e Uil, che avevano proclamato lo sciopero affinché si potesse arrivare ad una soluzione prima della recita in programma per domenica. Sette erano i punti all’ordine del giorno, dai temi

della sicurezza alla contrattualistica, come ad esempio la questione del mancato riconoscimento del diritto di prelazione del personale artistico e della rivisitazione del codice disciplinare, contestato dai sindacati in quanto renderebbe i lavoratori “totalmente succubi dell’azienda”. Ma fin dapprincipio la discussione si è incentrata sulla questione di due musicisti licenziati il 9 luglio, peraltro sindacalisti delle sigle che sono in

agitazione. Usb e Uil hanno messo come condizione il ritiro del provvedimento del licenziamento, la direzione del teatro ha negato la possibilità di recedere dalla decisione. E quindi la discussione, che era arrivata soltanto al quarto punto dei sette presentati è naufragata con la dichiarazione di sciopero. Oggi ci sarà un ulteriore tentativo di accordo, nella speranza di evitare che saltino i due spettacoli e che le relazioni industriali tornino più normali.

CONTESTAZIONE Secondo gli organizzatori erano circa 200 i manifestanti sotto la sede Ater

Assemblea al Rione Pertini «Incontreremo la Regione» LA MOBILITAZIONE MESTRE Appuntamento domatti-

na, venerdì, alle 10.30 per l’assemblea in “sala tonda”. E non ci sono ferie che tengano perché, al Rione Pertini di Mestre, su questa storia dei nuovi canoni di affitto e degli sfratti si sono mobilitati fin dal primo istante, ottenendo anche l’impegno da parte dell’assessore regionale Manuela Lanzarin di un incontro che dovrebbe tenersi nei prossimi giorni. «Perché - spiega Giorgio Rocelli, portavoce del maxi-rione della Bissuola che conta qualcosa come 630 alloggi popolari, tra Ater e case comunali - il nostro referente è la Regione e, con l’assemblea di domani, vogliamo raccogliere le preoccupazioni, ma anche le idee e le proposte delle persone che si sono trovate da un giorno all’altro gli affitti aumentati di centinaia di euro, se non la lettera di sfratto». Uno dopo l’altro, gli inquilini continuano a rivolgersi al comitato del Rione oppure, trat-

tandosi spesso di anziani, all’Auser. «La gente è in subbuglio - riprende Rocelli -. Noi ascoltiamo e raccogliamo dati in vista dell’incontro con l’assessore Lanzarin che ci è stato confermato dal governatore Luca Zaia. Abbiamo dato disponibilità praticamente tutti i giorni, mattina o pomeriggio, ed ora siamo in attesa di una conferma». I numeri, allora. «Abbiamo circa 630 appartamenti Erp, di cui un’ottantina sono liberi da sistemare o a già posto, e quindi si potrebbe pensare di assegnarli... - riprendono al Pertini dove hanno raccolto già mille firme per chiedere la revisione della legge regionale -. Eppoi ci sono assegnatari anziani che vivono da soli in case grandi, ottenute quando

«DOMANI VOGLIAMO RACCOGLIERE PROTESTE E PROPOSTE» Giorgio Rocelli

erano con la famiglia e i figli che si sono trasferiti. Ecco, si potrebbe pensare di proporre il trasferimento negli alloggi liberi e più piccoli». Ma il problema resta quello degli sfratti (al Pertini ne sono arrivati 140 su 550 appartamenti abitati) e dell’impennata degli affitti, e domattina il comitato del Rione Pertini ascolterà gli abitanti in un incontro che è stato comunicato anche agli esponenti politici della città, con Nicola Pellicani, deputato e consigliere comunale Pd, che ha già confermato la sua partecipazione. «Noi siamo per colpire duramente chi fa il furbo, ma non si può sparare nel mucchio aumentando da 40 a 160 euro l’affitto a una persona che ha 450 euro di pensione e 50 euro in più ottenuti con il reddito di cittadinanza... Oppure dare lo sfratto ad una donna di 67 anni che supera di un euro la nuova soglia dei 20mila euro di Isee conclude Rocelli -. La base dei calcoli deve essere il reddito o la pensione, poi il resto venga calcolato proporzionalmente». Fulvio Fenzo

Ca’ d’Oro e Gallerie dell’Accademia, verso il biglietto unico MUSEI VENEZIA Entra in vigore oggi l’an-

nunciata riorganizzazione dei musei statali, con effetti importanti per Venezia. La Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro viene scorporata dal Polo museale veneto per entrare a far parte delle Gallerie dell’Accademia. «Sono i due musei più importanti dello Stato a Venezia, hanno collezioni che si integrano perfettamente in una gestione di scala - sottolinea il direttore della Gallerie dell’Accademia, Giulio Manieri Elia -. Certo le due realtà vanno armonizzate, c’è molto da fare». A sua volta il Polo museale, alleggerito del suo pezzo forte veneziano, viene accorpato a quello della Lombardia in una mega direzione Lombardo-Veneto, con una trentina di musei da coordinare, già molto criticata

dai sindacati, ma non solo. I musei di Venezia a finire sotto questo nuovo accorpamento sono l’Archeologico, Palazzo Grimani, quello d’Arte orientale e il futuro museo archeologico della Laguna.

PRIME RIUNIONI Novità ancora sulla carta che diventeranno operative nelle prossime settimane, quando tra l’altro dovrà essere scelto il direttore nella nuova direzione Lombardo-Veneta. Oggi, intanto, per un primo scambio di in-

ENTRA NEL VIVO LA RIORGANIZZAIONE DEI MUSEI, PELLICANI LANCIA L’ALLARME PER PALAZZO GRIMANI

CA D’ORO Da oggi è accorpata alle Gallerie dell’Accademia e presto potrebbe esserci il biglietto unico

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formazioni, Manieri Elia incontrerà il direttore del Polo museale Veneto, Daniele Ferrara. Il passaggio della Ca’ d’Oro all’Accademia, per il direttore del museo autonomo, è nella storia delle due collezioni. «Facevano parte della stessa struttura - spiega Manieri Elia - Al di là del nucleo della collezione Franchetti, la Ca’ d’Oro ospita opere che appartengono alle Gallerie dell’Accademia. Sono collezioni che possono dialogare tra loro, perfettamente integrabili. Ora va fatto un lavoro di armonizzazione delle due realtà. Si può ragionevolmente creare un biglietto unico, ottimizzare la programmazione, gli eventi, la comunicazione». Resta il problema della mancanza di personale, comune ai due musei. Per risolverlo il direttore confida, però, nel concorso nazionale che dovrebbe portare una quarantina di ad-

detti in Veneto.

LE CRITICHE Molto critico, invece, verso la nuova riorganizzazione dei musei il deputato veneziano del Pd, Nicola Pellicani. In una interrogazione al ministro dedica ampio spazio alle questioni veneziane. La direzione unica Lombardo-Veneta «complicherà la gestione», mentre lo scorporo della Ca’ d’Oro aumenterà «ulteriormente la frammentazione dei musei statali». Pellicani si dice preoccupato, in particolare, per le sorti di Palazzo Grimani che oggi gode di un biglietto unico con la Ca’ d’Oro. Un museo aperto dal 2008 «oggetto di importanti investimenti che ora rischia un declassamento, se non addirittura una trasformazione in fondazione privata». Roberta Brunetti © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 22 AGOSTO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

evento all’hotel cristallo

Il giornalista Bruno Vespa, il governatore veneto Luca Zaia e il re dell’Amarone Sandro Boscaini brindano con il Terregiunte. A lato altre due foto della presentazione a Cortina d’Ampezzo

Brindisi d’autore a Cortina nasce il Terregiunte d’Italia Matrimonio tra Sandro Boscaini e Bruno Vespa che lanciano un nuovo blend Il vino è un taglio unico di Amarone della Valpolicella e Primitivo di Manduria

Alessandra Segafreddo CORTINA. Dal matrimonio tra Masi e Vespa è nato un bel bambino, si chiama Terregiunte-Vino d’Italia che ieri all’hotel Cristallo, a Cortina d’Ampezzo, è stato battezzato. Un nuovo vino, un blend (miscela di due o più uve per ottenere un taglio unico) di Primitivo e Amarone. Un vino che esprime la passione per due terre virtuose e aperte all’incontro, un progetto di cultura svincolato da provincialismi e orientato alla qualità pura. Frutto delle nozze tra Bruno Vespa che ha chiesto la mano del «principe az-

zurro», ossia di Sandro Boscaini, definito “Mr Amarone”, presidente di Masi Agricola. «Oggi il nostro bambino ha ancora gli occhietti chiusi», ha detto Vespa, «sarà vispo a novembre. Sarà un bel bambino con un bel sorriso pronto ad affrontare le sfide della vita». Un vino che vuole rappresentare l'Italia, nato da matrimonio tra Veneto e Puglia, grazie ai sapienti studi degli enologi Andrea Dal Cin (responsabile enologico di Masi Agricola) e Riccardo Cotarella, tra i più noti winemaker d’Italia e presidente Assoenologi (che cura i vini della Vespa Vignaioli per Passione).

«La proposta di Vespa per me è stata sia una provocazione che un’opportunità», ha raccontato Boscaini, «perché abbiamo provato ad unire due territori, a creare una sintesi tra due vini, ma anche tra due culture, due regioni, che non c’era. La pretesa non è quella di invadere il mondo con questo vino, ma di lasciare un messaggio: la bellezza e la ricchezza dei nostri territori, seppur lontani, hanno saputo trovare un unione che si esprime nel matrimonio tra due etichette che assieme rappresentano un vino d’Italia». «Un vino simbolico», ha ribadito Vespa, «io non sono un

esperto di vino, ma un appassionato perché il vino mi dà emozioni .Quando ho proposto a Boscaini questo sposalizio non ho pensato a cosa richiede il mercato; la mia follia era quella di creare un vino simbolo fra due regioni lontane. Una cosa mai fatta. Io amo il Veneto. Rispetto e non scoraggio le richieste di autonomia, ma volevo comunque fare un vino d'Italia fra Veneto e Puglia». A tenere a battesimo il neonato è salito anche il governatore del Veneto Luca Zaia. «Io posso solo fare i complimenti», ha dichiarato, «sia per l’idea che molti imiteranno, sia

Banche: partono gli indennizzi 6 mesi per inoltrare le domande

VENEZIA. È stato pubblicato ie-

ri in Gazzetta Ufficiale il terzo decreto attuativo che istituisce il Fondo indennizzo risparmiatori. Parte finalmente l'operazione finalizzata a risarcire le centinaia di migliaia di

persone che hanno acquistato le azioni delle ex popolari venete e non solo. Sono indennizzabili infatti le azioni ed obbligazioni subordinate emesse dalle seguenti banche poste in liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1° gennaio 2018: Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio della Provincia di Chieti, Cassa di risparmio di Ferrara, Banca Popolare di Vicenza e

Veneto Banca e le loro controllate. Il ministero dell’Economia e della Finanze ha comunicato di aver dato l’ok all’attivazione del portale per la presentazione delle istanze da parte dei risparmiatori, che sarà attivo da oggi. Su fondoindennizzorisparmiatori.consap.it, sarà possibile registrarsi, compilare la domanda, caricare gli allegati richiesti, produrre la domanda compilata in formato pdf da stampare e firmare,

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le caratteristiche

Annata 2016 produzione limitata a 12 mila bottiglie CORTINA. Color rosso rubino profondo. Al naso balsamico con sentori di tabacco, amarena, mirto, prugna e un pizzico di cacao. Al palato la struttura del vino si presenta compatta alla degustazione, progressiva, densa e golosa. Sapido e potente, il Terregiunte-Vino d’Italia, dicono gli esperti, è caratterizzato da tannini eleganti e setosi. Piacevolissimo il finale con note di ciliegia e marasca. Alcool 15,2 per cento vol; zuccheri 4,9 g/l. Il blend studiato da Riccardo Cotarella e Andrea Dal Cin è formato di “Costasera”, Amarone della Valpolicella Classico 2016 Masi e “Raccontami” di Manduria 2016 Vespa. Il vino annata 2016 è stato prodotto in produzione limitata: 12 mila bottiglie di cui 500 magnum. A.S.

caricare la domanda firmata e infine inviarla telematicamente entro 6 mesi. Un lungo percorso, quello dell’istituzione del fondo, che ha interessato due governi, con l’ultimo Conte che ha riscritto la norma per garantire la massima adesione dei truffati. L’ultimo decreto è stato firmato dal ministro Tria l’8 agosto scorso, a poche ore dall’annuncio di Salvini di voler sfiduciare il premier Conte. Il 9 agosto la Corte dei Conte aveva visionato il decreto e annunciato il via libera. Grande soddisfazione è stata espressa ieri sera da parte delle associazioni dei risparmiatori che si sono battute negli ultimi anni. — Nicola Brillo

il crac delle ex popolari

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il terzo decreto attuativo che istituisce il Fondo Attivo il portale dove registrarsi e gestire tutte le pratiche

per la bravura degli enologi. Sia chiaro, qui non sono stati mischiato due vini, ma è stato creato un blend, dopo mesi di studi, analisi, ricerche e prove. Il Veneto e Masi non potevano mancare. Questo progetto si può sintetizzare con le parole tratte dalle Memorie di Adriano “Il vero luogo natio è quel logo dove l’uomo pone lo sguardo per la prima volta verso se stesso”». Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha già prenotato alcune battiglie di Terregiunte. «Sono al ristornate Gustavo», ha spiegato intervenendo in video-chiamata, «dove si sono già impegnati ad offrire il nuovo vino ai clienti. Due punti d'Italia si stanno unendo con un’idea geniale. I confini non esistono quando si parla di vino e di cibo. La Puglia poi non dimentica quanto fatto dal Veneto nei secoli». «Cortina è sempre di più un punto di riferimento nazionale», ha sottolineato il sindaco Gianpietro Ghedina, «e siamo orgogliosi di tenere a battesimo un importante progetto che unisce due Regioni, due culture, due aziende leader nel settore enologico». —

Protesta dei risparmiatori a Roma

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GIOVEDÌ 22 AGOSTO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

La crisi vista dal Veneto

I presidenti Zaia Fontana e Fugatti «Elezioni subito Lega-FdI-FI al 60%» L’asse delle regioni del Nord lancia un appello a Mattarella Monopolio centrodestra in Veneto, Lombardia, Friuli e Trentino Da sinistra Giovanni Toti, Matteo Salvini, Massimiliano Fedriga, Luca Zaia e Attilio Fontana

Albino Salmaso La crisi di governo aperta da Salvini al “Papeete beach” non spaventa i governatori di centrodestra del Nord, pronti alle barricate per fermare l’intesa 5 Stelle, Pd e LeU. Da Trieste a Torino, nella Padania cara a Bossi e cancellata come topos politico dalla svolta sovranista del ministro degli Interni, si alza una sola voce: elezioni anticipate. «Mattarella non può ignorare il risultato delle europee del 26 maggio: la Lega ha ottenuto il 34 per cento che sommato al 15 di Forza Italia e FdI porta il centrodestra al 50 per cento», dice Attilio Fontana, governatore della Lombardia. Nella Lega, dopo il ko al Senato e la dura requisitoria del premier Conte che ha attaccato Salvini come “irresponsabile, opportunista e pericoloso” l’ordine è di serrare le fila e organizzare la protesta di piazza per fermare Di Maio e Renzi. Nessuno osa criticare il Capitano per i tempi e i modi sbagliati della crisi e poco importa se nel suo intervento non ha mai pronunciato la parola “autonomia” perché la que-

stione non cambia: «Non daremo tregua a nessun governo fino a quando non avrà firmato l’intesa con Veneto e Lombardia», assicurano Luca Zaia e Attilio Fontana. Il Doge della Lega, prima di approdare a Cortina per parlare di vino, ha ribadito che «i veneti sono come un nido di vespe. Due milioni e 328 mila persone sono andate a votare per l’autonomia e noi vogliamo l’autonomia». Le vespe pungono e non producono miele come le api e Zaia fa bene ad essere preoccupato perché dopo aver speso 10 milio-

«Oltre 2 milioni di veneti sono come un nido di vespe in attesa dell’autonomia» ni nel referendum del 2017, si trova con una montana di carte e un nido di vespe da lanciare contro Di Maio, il grande oppositore del federalismo. «La colpa è solo della Lega che ha chiesto la luna» ribatte il senatore grillino Giovanni Endrizzi. «Il dossier autonomia sarà portato in Parla-

Maurizio Fugatti

mento dal nuovo governo: saremo noi a rispettare gli impegni con i cittadini del Veneto». Sarà davvero così? Pare di sì. Perché nella direzione del Pd, la questione è stata affrontata e compare nei punti programmatici con cui dare vita al patto con il M5S, fa sapere il senatore Andrea Ferrazzi. E le elezioni anticipate? «Tutto è nelle mani del presidente della Repubblica, sono convinto che il voto sia sanificatorio, quello che Jean Jacques Rousseau nel Contratto Sociale definiva come l’e-

spressione e la rappresentanza del popolo fino in fondo.Votare significa ridare il mandato in mano al popolo. Se si facesse un altro governo sarebbe un pasticcio. Con il ritorno alle urne ci può essere un nuovo premier a novembre, nel pieno rispetto delle procedure parlamentari per approvare la legge di stabilità 2020» taglia corto Zaia. Da Trento, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti fa capire perché Salvini ha aperto la crisi. «Se in Italia il centrodestra è maggioranza come dimostrano le europee, al Nord siamo al monopolio: Lega, FdI e FI in Friuli sono al 56%, in Veneto al 62%, in Lombardia al 56, in Liguria Toti ha vinto con il 46 e Alberto Cirio ha conquistato il Piemonte con il 49,8%. Bisogna sempre rispettare la volontà degli elettori. Il Nord attende le infrastrutture a sostegno dell’economia, le grandi opere osteggiate dai 5 Stelle sono alla base della crisi gialloverde. La provincia di Trento ha proposto il completamento della Valdastico e non si fermerà. Per fortuna la Tav con il tunnel del Brennero non sconta i ritardi del ministro

il malcontento dei leghisti

Sul profilo Fb del governatore veneto raffica di attacchi e critiche a Salvini VENEZIA. «Traditi dallo stesso

partito, fa molta tristezza perché potevamo farcela... ma Matteo Salvini ha pensato solo alla sua pancia. Peccato». Il commento è sotto al post pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale del presidente Luca Zaia sull’autonomia: «Per ottenerla, busseremo alla porta di qualunque Governo. Il processo ormai è inevitabile». Ma le reazioni sotto non hanno la stessa sicurezza. «Peggio di così non può andare, Salvini nel discorso in parlamento ha preferito nominare la vergine Maria anziché l’autonomia», ricorda Federico. «Con tutto il rispetto, presidente... Fatti... Nó ciàcole... Lo gà dito el tó Amico Salvini in Parlamento. Quindi portà casa tutto e in presa, se-

nó qua ndemo tutti in Piazza», scrive in lingua veneta Roberto. La bacheca Facebook di Luca Zaia è diventata lo sfogatoio di quanti si sentono “traditi” sulla promessa dell’autonomia. Da governo a trazione leghista, con il vicepremier Salvini, ci si poteva attendere infatti qualcosa in più. Soprattutto se a chiederlo sono stati oltre due milioni di veneti. Luca (non Zaia) è lapidario: «Veneto sì, ma mona no....Molla el Salvietta che xe meio». «Purtroppo a Roma anche il tuo "amico" Salvini mi pare non si stracci le vesti per portare a casa l'autonomia...», aggiunge un altro. E c’è chi non ha voglia di andare a votare un’altra volta: «Ne ho le scatole piene di

Toninelli. La mia proposta? Il taglio dei 345 parlamentari può essere approvato in tempi rapidi, poi si va alle urne. Non ci sono le condizioni per un governo Pd-5 Stelle, al massimo può durare qualche mese e al primo scontro Renzi toglierà la fiducia e magari darà vita a un nuovo partito», conclude Fugatti. Più pacata l’analisi di Attilio Fontana, che torna a insistere su un concetto base: «Non si può governare contro il Nord, contro chi lo rappresenta sul piano sociale ed elettorale. Il responso delle euro-

Fedriga se la prende con Conte: «Ha fatto un discorso pieno di risentimento» pee è netto, i 5 Stelle hanno dimezzato il loro consenso rispetto al 2018 e anche il Pd ha perso la guida di molte regioni: il Piemonte, la Basilicata, la Sardegna, il Molise ora sono in mano al centrodestra. Non può nascere un governo Pd-5 Stelle perché sarebbe uno schiaffo alla democrazia,

votare ogni 2 anni, per un nulla di fatto, fra l'altro, i parlamentari in carica, sono stati eletti dagli italiani solo 15 mesi fa, chi ha coraggio governi, Salvini ha prodotto questo casino, ne paghi le conseguenze....». Per Leo è stato un tradimento: «Anche con questo governo addio autonomia. Tu e Salvini avete tradito il popolo del Nord. 2.950.000 grazie». Un altro Leo usa l’ironia: «2.428.000 grazie caro Zaia per averci dato l'autonomia.

«Il Capitano ha tradito al Senato ha nominato la Vergine Maria ma mai l’autonomia»

Il profilo Facebook di Zaia con i commenti più critici verso Salvini

Ringrazia in particolare il tuo capitano». Le critiche, a onor del vero, sono per la maggior parte contro Salvini. Così come scrive Silvana, che se la prende con il leader leghista: «Con Salvini a capo noi Veneti siamo con le braghe in mano. Tu Zaia lavo-

calpestare la volontà popolare, un patto contro l’Italia. Di Maio ha sbagliato a creare la frattura Sud contro Nord sulla questione dell’autonomia. Non ho capito quale sia la posizione del Pd in proposito: il segretario Zingaretti si è sempre detto contrario, ma non penso che possa deludere le giuste aspettative dell’Emilia Romagna. Usciamo dalle vecchie categorie ideologiche: un economista come Nicola Rossi, che ha collaborato con Massimo D’Alema, ha detto che l’autonomia è la battaglia dell’efficienza delle Regioni contro l’inefficienza dei ministeri. Analisi perfetta: se Milano e Cortina hanno ottenuto le Olimpiadi 2026 a Losanna, è solo grazie all’efficienza di Veneto e Lombardia e del comune di Milano». E Massimiliano Fedriga? Da Trieste il governatore se la prende con il premier Conte: «Ha fatto un discorso pieno di risentimenti personali». Il patto Pd-5 Stelle? «Mi fa paura. Sarebbe diretto dall’Europa». Forse è proprio così. E i mercati ieri hanno apprezzato la svolta Ue con la cacciata del “sovranista” Salvini. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ri, lui mangia, chiacchiera e distrugge tutto. Ma ve in malora, me son stufà...». Flavio è invece più posato: «Caro Zaia, i veneti da più di due anni aspettano l'autonomia, eppure dopo la vittoria referendum sembrava a portata di mano. A mio parere, Presidente l'autonomia non è andata a buon fine per responsabilità del suo Segretario di partito che ha ritenuto l'autonomia un tema non più prioritario, da Lei che non ha saputo gestire una trattativa con il governo, con equilibrio e non ha lasciato spazio alla mediazione». Comunque Zaia raccoglie consensi anche da fuori regione. Michele dalla Lombardia scrive: «Vedo in lei l’unica persona che metterebbe d’accordo tutta la destra come presidente del consiglio». Proposta simile da Pietro: «Perché non ti proponi come leader del centro-destra? Tu incorpori i moderati del tuo partito, saresti l’uomo del dialogo, quello che non rappresenta Salvini. Viva l’autonomia!» — Nicola Brillo BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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PRIMO PIANO

Giovedì 22 Agosto 2019 Corriere del Veneto

La crisi vista dal Veneto

Il Pd rassicura sull’alleanza con il M5s «Non sarà un governo contro il Nord»

I dem: «Se mai si farà, nessuna deriva a sinistra e “pro Sud”». Poi attaccano sul «flop autonomia»

❞ Alessia Rotta Questo governo nasce per evitare l’aumento dell’Iva e contrastare la recessione

❞ Pierpaolo Baretta Sull’autono mia il Veneto ha ottenuto più con Gentiloni che con Salvini

VENEZIA «Se

la soluzione che si prospetta è un inciucio PdM5S di fatto il Veneto, e di conseguenza la parte produttiva del Paese, cioè il Nord, finirà all’opposizione». L’ha detto al Corriere Luca Zaia, pochi minuti dopo la salita dell’ormai ex premier Giuseppe Conte al Quirinale. Ora, magari il governatore ha un po’ esagerato nel farsi interprete del pensiero dei veneti tutti (4,9 milioni di abitanti, 2,5 milioni di votanti, 1,2 milioni per Salvini alle ultime Europee) ma a voler dare ascolto alla vox populi in frenetica circolazione sui social network e a quel che dicono le imprese - articolo qui sotto - si respira in effetti un certo scetticismo nei confronti dell’esecutivo giallo-rosso, se mai vedrà davvero la luce. Sintetizzando: i Cinque Stelle, a queste latitudini, sono sempre stati visti con sospetto, perché considerati gli alfieri del No a tutto (autonomia, Tav e Pedemontana, Grandi Navi, Giochi olimpici), giusto un poco temperati dalla Lega, ancora percepita, nonostante la svolta sovranista, come il «sindacato del territorio». Ma che accade se al M5s, per di più in rinnovata «tendenza Fico», ossia l’ala più ortodossa ed oltranzista, meno incline ai compromessi della pragmatica «tendenza Di Maio», si salda il Pd di Zingaretti, l’ex segretario della Sinistra giovanile assurto al governo del Lazio che si è già mostrato freddissimo nei confronti dell’autonomia? I cinque punti per i Cinque Stelle approvati ieri all’unanimità dalla direzione del Pd non hanno aiutato a dissipare dubbi e perplessità. Vi si legge di «impegno e appartenenza leale all’Ue» (uno), «pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa» (due), «investimento su una diversa stagione della crescita fondata sulla sostenibilità ambientale e su un nuovo modello di sviluppo» (tre), «svolta profonda nell’organizzazione e gestione dei flussi migratori» (quattro), «svolta delle ricette economiche e sociali a segnare da subi-

Trattativa il segretario del Pd Nicola Zingaretti e, sullo sfondo, il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio

to un governo di rinnovamento in una chiave redistributiva e di attenzione all’equità sociale» (cinque). Parole che si possono tirare con l’elastico fino a coprire lo scibile umano, per carità, ma non esattamente ciò che vorrebbe sentirsi dire il Nordest, come ha subito intui-

to Zaia e come si prepara a sottolineare «la Bestia» della Lega sui social, infilando nel mirino «il governo dell’inciucio, di sinistra e pro Sud». Tocca quindi ai dem veneti, presenti ieri in direzione, l’arduo compito di rasserenare gli animi, preparandoli al possi-

Nicola Zingaretti, segretario del Pd, va al tavolo del Movimento 5 Stelle con uno schema di paletti inderogabili ai fini di un’ipotesi di intesa di governo nel quale mancano però tutte le parole chiave che il mondo veneto delle imprese e del lavoro reclama. A cominciare da infrastrutture ed

Lealtà all’Europa ma rinnovata

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Impegno e appartenenza leale all’Ue per una Europa profondamente rinnovata, un’Europa dei diritti, delle libertà, della solidarietà, della sostenibilità, del rispetto della dignità umana

Rispetto per il parlamento Il pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa incarnata dai valori e dalle regole scolpite nella Carta Costituzionale a partire dalla centralità del Parlamento

Una crescita sostenibile

L’ex sottosegretario agli Affari regionali

Svp pronta a sostenere il Conte-bis E per l’esecutivo rispunta Bressa VENEZIA Se mai il governo M5s-Pd vedesse la luce,

Eletto a Bolzano Gianclaudio Bressa

potrebbe farne parte, anche Gianclaudio Bressa. L’ex sottosegretario agli Affari regionali, protagonista negli ultimi mesi del governo Gentiloni della trattativa autonomista col governatore Luca Zaia poi culminata nella firma di una pre-intesa (a tutt’oggi l’atto ufficiale più avanzato della riforma invocata dal Veneto), potrebbe essere indicato dal gruppo delle Autonomie, che come emerso ieri al Quirinale volentieri appoggerebbe un nuovo esecutivo, fosse pure un Conte-bis. Bressa, protagonista di un siparietto con la capogruppo Julia Unterberger che da diversi minuti elogiava Conte («Lo sosteremmo sì, ma con una maggioranza diversa, beninteso») è iscritto al Pd ma è stato eletto senatore a Bolzano col fondamentale sostegno della Svp (di qui la sua decisione di entrare poi nel gruppo Autonomie). Il suo ingresso nell’esecutivo permetterebbe alla Svp, che tradizionalmente non partecipa ai «governi italiani», di avere un ufficiale di collegamento fidato e certo la sua nomina aprirebbe scenari inattesi per una ripresa della trattativa del Veneto sull’autonomia. (ma.bo.)

Imprenditori scettici

Malecategorie chiedono un’agenda economica

La proposta del Pd

autonomia, senza contare la soluzione di respiro generale su come sterilizzare l’aumento dell’Iva ed intervenire sul cuneo fiscale. A farlo presente c’è più di qualche voce a cominciare dal presidente di Confindustria Vicenza, Luciano Vescovi. Ciò che è accaduto martedì, premette, «è la miglior cosa possibile, dopo troppe giornate di chiacchiere e giravolte senza che emergessero argomenti seri di politica economicosociale». Però ora «vorremmo porre a tutti i partiti delle domande: qual è la vostra agenda? Il paese, a causa dei soliti motivi strutturali che non sto neanche ad elencare. Iniziamo a parlare di cose importanti e non di tematiche da spiaggia che servono solo a far campagna elettorale?». L’elenco di Vescovi è articola-

to, oltre a Iva e tasse ci sono «istruzione, università, ricerca, mezzi e metodi per favorire la produttività, pubblico impiego, Tav, rifiuti industriali» e molti altri che sembrano sparire nel generico proposito di «crescita fondata sulla sostenibilità ambientale e su un nuovo modello di sviluppo» nel documento di Zingaretti. Anzi, l’ultima espressione può addirittura suonare insidiosa. «Non è che per caso con questo si sottintenda – è il dubbio del presidente di Federalberghi Veneto, Marco Michielli – qualcosa che somigli alla ‘decrescita felice’? Sulla sostenibilità siamo d’accordo ma non vorrei che si pensasse a concezioni economiche improntate sul pensiero del ministro no-Tav Danilo Toninelli». Per il resto, Michielli dice di non vedere

E’ il capoverso più stringato: l’investimento su una diversa stagione della crescita fondata sulla sostenibilità ambientale e su un nuovo modello di sviluppo

Svolta sui migranti Una svolta profonda nell’organizzazione e gestione dei flussi migratori fondata su principi di solidarietà, legalità sicurezza, nel primato assoluto dei diritti umani

Ricetta economica per l’equità Una svolta delle ricette economiche e sociali con rinnovamento in una chiave redistributiva e di attenzione all’equità sociale, territoriale, generazionale e di genere

grandi contenuti che possano contrapporre gli interessi del Mezzogiorno a quelli del Nord. Al massimo si tratta di u n d o c u m e n to c h e p a re «scritto per essere sposato e condiviso e privo di contenuti per lo sviluppo del paese». La questione della sostenibilità, però, è declinata in modo diverso dal segretario generale della Cisl del Veneto, Gianfranco Refosco. «Non è un’espressione rivolta soltanto all’ambiente ma al sistema socioeconomico nel suo complesso e che non ha nulla a che vedere con prospettive di decrescita. E neanche di blocco delle infrastrutture: spostare il traffico merci dalla gomma alla rotaia grazie a nuove linee veloci e efficienti – spiega – non è forse compiere una scelta allo stesso tempo di supporto all’econo-

bile ribaltone. A cominciare dal segretario regionale, Alessandro Bisato: «Zaia avrebbe fatto meglio a schierare il Veneto all’opposizione del governo Di Maio-Salvini, che si è completamente disinteressato della nostra regione, tradendo tutte le aspettative e le promesse della campagna elettorale. Vogliamo parlare dell’autonomia? Era l’ultima voce della lista di Salvini, altroché Cinque Stelle, usati come un alibi. Quanto agli imprenditori, li invito a non avere pregiudizi: ricordo che sono stati loro ad applaudire a Industria 4.0, superammortamento, Jobs Act, tutte misure prese dai governi Renzi e Gentiloni». Batte sull’autonomia anche l’ex sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta: «Il Veneto ha ottenuto risultati più concreti con noi in pochi mesi, arrivando alla firma di una pre-intesa, che con la Lega in un anno e mezzo, finito nel nulla di una bozza riservata. Il Nordest, per lavorare e crescere, ha bisogno di stabilità e di certezze, esattamente ciò che è mancato con la gestione confusa e pasticciata portata avanti da Salvini tra un proclama e l’altro». Alessia Rotta ricorda che «se si sta ragionando sulla difficile, complicata, formazione di un governo con i Cinque Stelle è proprio per salvare l’Italia dal baratro economicofinanziario giustamente temuto dalle imprese. È questa la nostra priorità. Se fosse per Salvini e Zaia e per la loro irresponsabile crisi al buio avremmo l’aumento dell’Iva e saremmo prede inermi della recessione che ha già colpito la Germania». Gianni Dal Moro sbotta definitivo: «Deriva a sinistra? Non esiste. Lo testimonia la volontà di coinvolgere quante più forze politiche possibile, non solo M5s e Pd. Ci saranno le Autonomie, ad esempio, e credo che questa si una buona notizia per il Veneto, che dopo Quota 100 e reddito di cittadinanza può essere finalmente protagonista di una vera stagione di riforme». Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA

Confindustria Luciano Vescovi

mia e di rispetto verso l’ambiente? E argomenti sensibili dal punto di vista ambientale non sono presenti ed evidenti anche in Veneto, dalla eccessiva cementificazione alle vicende su Porto Marghera o sulla Miteni, per fare solo degli esempi?» Anche per il leader della Cgil veneta, Christian Ferrari, «nel dibattito di questi giorni le questioni vere, quelle che incidono sulla carne viva delle persone, sono rimaste sullo sfondo, a cominciare dalle centinaia di crisi aziendali quali Whirlpool, ex Ilva, Alitalia, eccetera. Ma davanti alle priorità e agli interessi generali del Paese – conclude - il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha gridato alto e forte il suo “me ne frego”». G.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Attualità

Giovedì 22 Agosto 2019 www.gazzettino.it

Neolaureati in corsia, si muove il Nas I carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità di Padova `Sotto la lente le procedure di ingaggio dei 500 giovani abilitati hanno chiesto all’assessorato copia delle delibere sui medici negli ospedali del Veneto. Zaia: «Il Tribunale dirà chi ha ragione» `

L’INDAGINE VENEZIA Sull’assunzione in corsia dei neolaureati, ma non specializzati, si muove anche il Nas. I carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità di Padova hanno chiesto alla Regione copia delle due delibere, approvate dalla Giunta a Ferragosto, che dispongono l’assunzione di 500 medici nelle aree di Pronto Soccorso e Medicina Internistica del Veneto. L’indagine dell’Arma si aggiunge dunque all’iniziativa giudiziaria del sindacato Anaao-Assomed, che ha annunciato un ricorso al Tar e un esposto alla Corte dei Conti, rispetto a cui ieri il governatore Luca Zaia ha ribadito la propria posizione: «Sarà il Tribunale a dire chi ha ragione, per quanto mi riguarda sono semplicemente chiamato a risolvere problemi e questa per noi è una soluzione di buon senso».

LA RICHIESTA Risale a lunedì 19 agosto la richiesta del Nas, relativa all’acquisizione di copia delle delibere regionali. Evidentemente si tratta dei due testi presentati a Palazzo Balbi alla vigilia di Ferragosto e oggetto ormai da una settimana di un vivace dibattito pubblico: quelli che prevedono l’ingaggio di 320 giovani camici bianchi, con l’abilitazione ma senza la specializzazione, nelle unità operative dedicate all’urgenza e all’emergenza, e di altri 180 colleghi con le stesse caratteristiche nei reparti di Medicina e Geriatria. Pare di capire che, proprio sull’onda dell’eco mediatica suscitata da quei provvedimenti, i carabinieri siano venuti a conoscenza degli atti, ma non abbiano potuto leggerli in originale, in quanto non sono presenti sul sito web della Regione dal momento che devono ancora essere pubblicati sul Bur. Di qui l’istanza ufficia-

LE CARTE SAREBBERO GIÀ STATE FORNITE: GLI INVESTIGATORI STUDIANO LE MODALITÀ DI ASSUNZIONE DA PARTE DELLE ULSS

LA DELIBERA PADOVA Una pagina buia nella storia della sanità nostrana, una ferita che sanguina ancora quella inferta dalle valvole Tri Technology, prodotte a Belo Horizonte e impiantate nel petto di pazienti cardiopatici in cura nel centro di Cardiochirurgia “Vincenzo Gallucci” dell’Azienda ospedaliera di Padova all’alba degli anni Duemila. Difettose, si rivelarono le Tri Tech. La Regione Veneto ieri ha definito a quanto ammonta l’indennizzo da corrispondere ai dodici pazienti vittime di queste valvole cardiache killer. «Non si tratta di un risarcimento – premette l’assessore alla Sanità e al Sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin - visto che non c’è una sentenza che addebiti alla Regione o all’Azienda ospedaliera la responsabilità dell’impianto difettoso, ma di un indennizzo, cioè di un contributo di solidarietà, dettato da ragioni di partecipazione umana e sensibilità istituzionale verso persone e famiglie duramente provate da una vicenda dolorosissima e sconcertante». Facendo proprie le conclusioni della commissio-

le all’assessorato alla Sanità, motivata dalla necessità di inquadrare le procedure di assunzione previste e di confrontarle con quelle finora attuate nelle aziende sanitarie e ospedaliere che ricadono nel territorio di competenza del comando guidato dal maggiore Marco Passarelli, vale a dire le province di Padova, Rovigo, Verona e Vicenza. Alla domanda sarebbe già stata data risposta, con la trasmissione di carte che al momento costituiscono però poco più di un documento politico. Gli avvisi per la raccolta delle adesioni, annunciati rispettivamente per il 15 settembre e il 15 ottobre, potrebbero infatti slittare a causa dell’impugnazione davanti al Tribunale amministrativo regionale, motivo per cui per ora non ci sarebbe traccia di bozze di contratto e simili.

IL GOVERNATORE Ad ogni modo Zaia resta della propria idea: «Mi si dica chiaramente se un medico laureato, con sei anni di Università e uno di abilitazione, non può neanche avvicinarsi ad un paziente. Lo si scriva in una legge e noi cittadini capiremo che i medici laureati non sono dei medici». Il riferimento è al fatto che, secondo la legge, un medico neo-abilitato può svolgere una lunga serie di mansioni in ambito sia pubblico che privato, come prelevatore nei laboratori analisi, sostituzione occasionale del medico di base e del pediatra di libera scelta, attività di guardia medica nelle cliniche, nei penitenziari, nelle aree turistiche, negli stabilimenti industriali e negli aeroporti, assistenza medica a eventi sportivi e così via. «Difendiamo fino in fondo l’idea che i medici debbano essere specializzati – ha detto il governatore – ma dovremmo attendere ancora cinque o sei anni, il che vorrebbe dire mettere a rischio cure e reparti. Allora mi chiedo in maniera banale: un medico che ha studiato sette anni, può occuparsi di un’unghia incarnita, di una martellata su un dito, di un’escoriazione? Se mi si dice di no, allora vuol dire che dobbiamo rivedere tutto il modello. Nel frattempo i nostri ragazzi vanno a lavorare in giro per l’Europa, dove peraltro bastano cinque anni». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

ARMA A sinistra, nella foto di repertorio, carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità. Sopra medici in Veneto

Fvg, al via le graduatorie per dottori in zone disagiate IN FRIULI VENEZIA GIULIA TRIESTE «Sono circa 800 i medici iscritti nelle graduatorie regionali che potranno aspirare a coprire uno dei 117 ambiti carenti che a breve saranno resi noti tramite pubblicazione sul Bur, il Bollettino ufficiale della Regione. Mentre sono 95 gli specialisti in pediatria iscritti nella graduatoria che avrà valenza dal 1 gennaio 2020. Ci troviamo davanti a una realtà ricca rispetto ad altre zone d’Italia che conferma la generale appetibilità del nostro territorio e l’attenzione con la quale viene letta la riforma in atto». Lo ha dichiarato il vicepresidente e assessore alla salute, Riccardo Riccardi, annunciando la prossima pubblicazione sul BUR per i medici di medicina generale e la Graduatoria re-

DELEGA ALLA SALUTE Riccardo Riccardi

L’ASSESSORE RICCARDI: «SPAZIO PER TUTTI ANCHE PER I PROFESSIONISTI APPENA DIPLOMATI CI SARÀ L’ASSEGNAZIONE»

gionale provvisoria per i medici pediatri. Gli ambiti carenti diventano tali quando un titolare - medico di medicina generale, medico di continuità assistenziale o pediatra - precisa una nota della Regione, cessa la propria attività per aver raggiunto l’età del pensionamento o per trasferimento in altra zona. Procedure di inserimento in graduatoria regionale e assegnazione degli incarichi sono governati dall’Accordo Collettivo Nazionale: la Regione non ha titolo in merito, ma resta sensibilmente attenta a questi servizi.

I CHIARIMENTI «Da rilevare - ha precisato Riccardi - che per la prima volta, nel rispetto della norma nazionale, possono accedere all’assegnazione delle zone carenti, in subordine agli altri aventi dirit-

Valvole killer, dalla Regione 60mila euro come indennizzo per dodici trapiantati ne tecnica costituita a primavera, la Giunta regionale ha definito i criteri di riparto degli 850mila euro stanziati con il collegato al bilancio 2019, a titolo di solidarietà verso le famiglie delle vittime delle valvole difettose: ai dieci pazienti oggi in vita saranno corrisposti 60.714 euro in due tranches (tra il 2019 e il 2020), mentre per ciascuna delle altre due posizioni, riguardanti gli eredi dei due deceduti in correlazione allo sfortunato impianto la quota di indennizzo di solidarietà sarà raddoppiata, pari a 121.428 euro, in considerazione del “bisogno” più rilevante di un nucleo che ha perso il genitore capo-famiglia. Per tutti i 12 desti-

L’ASSESSORE LANZARIN: «UN SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DOPO LA REVOCA DEL RISARCIMENTO». UNO DEI FAMILIARI: «CIFRA TROPPO BASSA»

PAGINA BUIA Margherita Sambin, vedova di una delle vittime delle valvole killer, nel 2017 con la cartella esattoriale di restituzione del risarcimento. Nel tondo, l’assessore Manuela Lanzarin.

natari la concessione del contributo è condizionata alla rinunzia ad eventuali contenziosi pendenti con l’Azienda ospedaliera di Padova. «Troppo poco - lamenta a caldo Margherita Sambin, vedova di Antonio Benvegnù di Albignasego, cui appunto sono stati de-

stinati 121mila euro -, io e mia figlia non riusciamo a stare dentro con i conti, a fronte di un risarcimento iniziale di circa 200mila euro, poi chiesti indietro, cui bisogna aggiungere le spese legali da noi sostenute. Peraltro dell’avvenuta ripartizione non ci ha avvisato nessuno, né la

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to, anche i medici che hanno appena conseguito il diploma di formazione in medicina generale e, dopo di questi, anche i medici ancora in formazione ma che stanno per acquisire il diploma». Da precisare che la graduatoria del Friuli Venezia Giulia ha un numero più che sufficiente a coprire tutte le zone carenti individuate «ma questo vuole essere un segnale di apertura ai giovani professionisti da parte del nostro Sistema Sanitario Regionale nel momento in cui l’attenzione sul cambio generazionale serve a tutelare il cittadino per le esigenze future». La Regione, prosegue la nota, si sta muovendo anche per risolvere la copertura di quelle che sono definite le «zone disagiatissime». Per quanto riguarda i pediatri di libera scelta, precisa la Regione, la fase è quella della compilazione della graduatoria che, nel 2020, andrà a coprire eventuali zone carenti risultanti dalla cessazione di professionisti oggi in attività. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Regione né il nostro avvocato». Le valutazioni della commissione tecnica regionale, argomenta dal canto suo Lanzarin, «hanno consentito di individuare i destinatari e di ripartire il contributo regionale secondo criteri omogenei, riconoscendo una priorità a quei nuclei familiari che hanno perso il capofamiglia. Ricordo che quello regionale è un intervento di natura sociale, a titolo di equo indennizzo, verso famiglie a cui il corso giudiziario della vicenda ha revocato, a distanza di anni, le somme inizialmente corrisposte dall’Azienda ospedaliera di Padova, in via provvisionale, a titolo di risarcimento. Quel risarcimento non era dovuto – hanno stabilito le sentenze della magistratura – perché né l’Azienda né i suoi medici erano a conoscenza e quindi non potevano essere considerati responsabili del malfunzionamento di valvole di cui allora non si conoscevano i difetti di fabbricazione». La proposta di assegnazione del fondo passa ora al vaglio della quinta commissione del Consiglio regionale, che valuterà criteri, modalità ed effetti del provvedimento. Federica Cappellato © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 22 AGOSTO 2019 MESSAGGERO VENETO

REGIONE

Sos sanità la carenza di camici bianchi

No a neolaureati non specializzati in corsia Ordine, università e sindacato si schierano Ipotesi criticata «perché abbassa la qualità dei servizi». Riccardi: nessuna forzatura, ma serve una soluzione condivisa re allo sbaraglio neolaureati sprovvisti di adeguata formazione teorica, pratica e specialistica».

Alessandro Cesare UDINE. La giunta regionale

non seguirà la strada imboccata dall’esecutivo veneto di Luca Zaia per limitare la carenza di medici in corsia. Pur nella consapevolezza che il problema esiste e va affrontato. Ricorrere ai neolaureati senza specializzazione è un’ipotesi che non piace n’è ai medici, né al mondo accademico e neppure a una parte della politica. «Va dato merito a Zaia – afferma l’assessore alla Salute, Riccardo Riccardi – di aver posto il problema, scegliendo di risolverlo con una forzatura. Non si può fare finta di nulla: va trovata una strada condivisa per formare i futuri professionisti direttamente in corsia, ma questo non significa seguire necessariamente il modello di Zaia». Riccardi quindi apre alla possibilità di accelerare il percorso di inserimento negli ospedali dei neolaureati, «perché il praticantato si fa sul campo», ma con modalità da concordare insieme agli addetti ai lavori.

ATENEO SCETTICO

L’assessore Riccardo Riccardi

Fregonese (Anaao): va trovato un equilibrio tra formazione e attività lavorativa

CARENZA DI PERSONALE

La situazione delle strutture ospedaliere in Friuli Venezia Giulia è preoccupante ma non drammatica come in Veneto. A fornire un quadro è l’Anaao-Assomed, l’associazione di medici e dirigenti del sistema sanitario nazionale. In regione, da qui al 2025, verranno a mancare 374 camici bianchi (in Veneto saranno 1.400). «Al giorno d’oggi – sostiene Riccardi – il vero problema è legato al percorso con cui i medici laureati formano la propria attività professionale. Qui si trova il collo di bottiglia, che non permette di soddisfare la domanda che c’è. Pur evitando situa-

zioni di incertezza ai nuovi professionisti, “gettandoli” in corsia troppo presto, va introdotta una nuova modalità formativa capace di contemplare anche l’attività in ospedale». Detto questo Riccardi ricorda come la materia sia di competenza nazionale e, come tale, vada discussa nella Conferenza Stato-Regioni. FORMAZIONE E LAVORO

Non usa giri di parole Valtiero Fregonese, segretario regionale dell’Anaao Assomed. «La posizione di Zaia è fondamentalmente sbagliata, sia sul piano della forma sia su

Valtiero Fregonese, presidente di Anaao Fvg

quello della sostanza. Per questo stiamo preparando un esposto contro la delibera della Regione Veneto. Come si può immaginare – precisa Fregonese – una preparazione adeguata dei neolaureati con 92 ore teoriche e due mesi di presenza nei reparti? Senza dimenticare che questi giovani resterebbero precari a vita, senza acquisire un diploma di specializzazione e rimanendo in una sorta di limbo». Da qui il numero uno in regione dell’Anaao Assomed prende spunto per poi proporre di dar vita a veri e propri contratti di formazione-lavoro in corsia. «In tal modo i giovani medici potranno essere assunti cominciando a lavorare subito nei reparti, con una formula contrattuale in grado di prevedere una parte pratica ma anche una di formazione teorica supportata dalle università. Tutto questo è

pubblicazione sul bur

Parte la procedura per assoldare 117 medici di base e 95 pediatri Domande entro metà settembre UDINE. Con la pubblicazione

sul Bollettino ufficiale della Regione, avvenuta ieri, è partito l’iter che nell’arco dei prossimi quattro mesi porterà a “coprire” i 117 posti vacanti di medici di base, ex guardie mediche e operatori per l’emergenza sanitaria. Si tratta, in sostanza, di quei presidi medici rimasti vacanti a causa del pensionamento del titolare o di un suo trasferimento.

Gli interessati avranno tempo 20 giorni per presentare domanda (sono 800 i medici iscritti nelle graduatorie regionali che possono ambire a uno dei posti scoperti), salvo poi dover aprire l’ambulatorio nei successivi 90 giorni. I 117 posti a disposizione si dividono in 33 posizioni per medici di assistenza primaria (medici di base), 80 per medici di continuità assistenziale

(ex guardie mediche) e quattro per operatori di emergenza sanitaria territoriale. Inoltre, dal 1º gennaio 2020 sarà attiva la graduatoria riservata ai pediatri, per la quale sono giunte 95 richieste. «Significa che la regione – chiarisce l’assessore alla Sanità, Riccardo Riccardi – offre riconoscibili opportunità di crescita professionale nel campo dell’assistenza primaria, opportunità

Simona Liguori, consigliere dei Cittadini

già realtà in mezza Europa, possibile che non possa essere ripreso anche in Italia?», chiude Fregonese. NO DEI MEDICI

«Il fatto stesso che qualcuno ipotizzi scenari simili è sintomo di un sistema che non funziona più: la politica dovrebbe ricercare, assieme alle categorie e alle rappresentanze sindacali, le cause del malfunzionamento». A sostenerlo è Maurizio Rocco, presidente dell’Ordine dei medici di Udine. «Chi vuole i neolaureati in corsia e nei Pronto soccorso, non vuole affrontare criticità che hanno radici antiche, nella strutturazione e nella programmazione delle borse di studio delle scuole di specialità in medicina – continua Rocco –. Non solo non è giusto, ma è anche pericoloso per la salute dei cittadini e per gli stessi colleghi manda-

che stanno ricominciando ad attrarre chi fa della medicina la propria professione». Per la prima volta potranno accedere all’assegnazione delle zone carenti anche i medici che hanno appena conseguito il diploma di formazione in medicina generale (non ancora inseriti in graduatoria) e, dopo questi, anche i medici ancora in formazione, ma che stanno per acquisire il diploma. «Vuole essere un segnale di apertura ai giovani professionisti da parte del nostro sistema sanitario regionale – conclude Riccardi – nel momento in cui l’attenzione sul cambio generazionale serve a tutelare il cittadino per le esigenze future». — A.Ce. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

i dati

Nei prossimi 6 anni via dagli ospedali 370 professionisti È l’Associazione di medici e dirigenti a “dare i numeri” dell’emergenza occupazionale che attende il Fvg nei prossimi anni. Nelle strutture sanitarie della regione, da qui al 2025, mancheranno 120 specialisti di medicina interna, 76 di anestesia, rianimazione e terapia intensiva, 39 psichiatri, 31 nefrologi, 30 specializzati in medicina d’emergenza-urgenza, 29 in chirurgia generale, 21 dottori dedicati alle malattie dell’apparato cardiovascolare, 20 pediatri, 4 radiodiagnostici e altrettanti medici specializzati in ortopedia e traumatologia.

Scetticismo trapela poi dal mondo accademico. È il rettore uscente dell’università di Udine, Alberto Felice De Toni, a esplicitare come la pensa. «Siamo consapevoli che il problema dei medici specializzandi esiste, ma soluzioni unilaterali rischiano di aumentare le criticità anziché risolverle. La questione è delicata, visto che questi percorsi daranno vita a qualifiche diverse rispetto a quelle tradizionali. Prima si imboccare scorciatoie è meglio confrontarsi, anche nell’ambito della conferenza dei rettori. Potremmo anche aumentare il numero di specializzandi – ammette De Toni – ma senza risorse adeguate per coprire l’attività svolta, c’è il rischio di ricorsi, come già avvenuto in passato». LA POLEMICA POLITICA

«La soluzione non può certo essere quella di riempire i buchi con personale non ancora pronto, perché il risultato sarebbe un abbassamento della qualità dell’assistenza che non ci possiamo permettere». Così Simona Liguori, consigliere regionale della civica Cittadini e vicepresidente della Commissione sanità, interviene sul tema. «Serve un progetto condiviso ed è opportuno che una scelta così importante non cada dall’alto in contrasto con gli ordini di categoria. Ecco perché – aggiunge Liguori – chiederò che vengano convocati in audizione i rappresentanti degli ordini per portare la loro visione che spero venga presa in considerazione». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


Cronaca 11

L'ARENA

Giovedì 22 Agosto 2019

SANITÀ. Il presidente della Scuola di Medicina di Verona Domenico De Leo convocato dall’assessore regionale Lanzarin

Pochimedici?«Assumere specializzandiafinecorso» I neolaureati non hanno titoli per lavorare. «La proposta è, come prevede la normativa diprenderegiovani giàquasideltutto formatieanche dicensirele effettive necessità» Contro la carestia di camici bianchi il presidente del Veneto Luca Zaia forzerà la mano assumendo 500 medici laureati e abilitati, ma senza la specializzazione: 320 da destinare ai Pronto soccorso, 180 alla Medicina generale e alla Geriatria. Questi professionisti seguiranno un corso di formazione teorico e pratico di 92 ore, poi un tutoraggio direttamente in corsia. La decisione ha raccolto una singolare unità di reazioni negative da parte di sindacati, associazioni dei medici specializzandi, Ordini professionali e università. I presidenti delle Scuola di Medicina di Verona e Padova, Domenico De Leo e Mario Plebani, hanno chiesto un confronto con i vertici della Sanità veneta «per impedire che le delibere regionali si traducano in un abbassamento dei livelli di cura e sicurezza per i pazienti e in un danno per i neolaureati». Intanto l’assessore regionale competente, Monica Lanzarin, li ha convocati a Palazzo Balbi a Venezia per giovedì 29 agosto. Professor De Leo, il governatore Zaia si è detto basito dall’attaccoarrivatodalle università.

«Tanto per cominciare le nostre non sono proteste, ma evidenze di criticità. Noi non facciamo valutazioni di natura politica».

Visiaccusadicriticaresenzafornireproposte.Come risponde?

«L’università deve formare. Non è sua responsabilità gestire criticità programmatorie che sono il risultato di va-

lutazioni fatte in massima parte dai ministeri della Salute e dell’Economia. Perciò la politica, se ritiene, è libera di andare avanti con questo progetto. Però lo dovrà spiegare ai medici in formazione nelle nostre Scuole di specialità, che vedono le proprie possibilità occupazionali future saturate dalla carica dei 500 immessi dopo un percorso che definirei a dir poco sintetico». Come si poteva gestire l’emergenza?

«Per esempio avviando un monitoraggio degli ospedali dov’è conclamata l’assenza di personale, per capire se queste strutture sono inserite nelle Scuole di formazione e, in caso, anticipare il processo di autonomizzazione degli specializzandi. Recuperarli, insomma. Come ha fatto di recente il Decreto Calabria con i concorsi per assumere gli specializzandi di Anestesia iscritti all’ultimo anno. L’università a quello non si è opposta».

AncheaVerona c’ècarenza di medicinegliospedali

Lacriticità peggiorenegli ospedaliriguarda l’emergenza,fra lepiùcomplesse

Atenei e Regione si incontrano periodicamente. Questa propostanonè maisaltatafuori?

«No. Appena un mese fa ragionavamo su quali Scuole investire per aumentare gli specializzandi e una di queste è stata l’Anestesia di Verona, dove la Regione ha finanziato i contratti che mancavano per arrivare alla capienza massima di 50 posti al primo anno. Questo progetto imprevisto ci ha spiazzati, soprattutto perché sono saltati fuori 25 milioni di euro per finanziarlo».

DOMENICODE LEO PRESIDENTEDIMEDICINA

Qualèla criticitàmaggiore?

«Pensiamo all’emergenza-urgenza. Non si può negare che per un medico sia uno dei lavori più difficili e pericolosi dal punto di vista delle responsabilità, anche perché è quello dove si genera più facil-

mente il contenzioso. Farlo fare a un medico non specializzato comporta un’assunzione di responsabilità anche da parte della Regione. Il Veneto assumerà i neolaureati con contratti libero-professionali e non potrebbe fare al-

CASEPOPOLARI. Nuova manifestazione degliinquilini riunitia San Zenosotto lasede dell’Ater

Provedidialogo persuperare laleggeche rincara gli affitti Cisaràprestounincontro perdiscuterelecriticità Laresidente:«Benecolpire i furbi ma così non funziona» Lorenza Costantino

Dalle manifestazioni di piazza alle prime prove di dialogo. Per la seconda volta nel giro di un mese, alcune decine di inquini delle «case popolari» si sono riunite simbolicamente a San Zeno, ieri mattina, sotto la sede dell’Ater, l’azienda regionale per l’edilizia residenziale pubblica. Intanto, dopo Verona, la protesta contro la legge 39/2017 emessa da Palazzo Balbi, e contro i vistosi aumenti dei canoni d’affitto da essa innescati, contagia anche Padova, Treviso e Rovigo. E inizia a dare qualche risultato. Innanzitutto, la giunta Zaia ha istituito un osserva-

torio in ogni provincia, allo scopo di raccogliere i «casi limite» fra i locatari, ovvero le situazioni di maggiore difficoltà economica e disagio sociale causate dai rincari. Le segnalazioni saranno accolte fino al 30 settembre. Ieri mattina, per esempio, tre manifestanti sono stati ricevuti all’Ater proprio per depositare le proprie dichiarazioni in merito. Il secondo risultato, che rallegra i promotori della manifestazione, tra cui Fiorenzo Fasoli dello sportello sociale di Rifondazione Comunista, riguarda la disponibilità a un confronto dichiarata dall’Agec, l’azienda del Comune per l’edilizia residenziale pubblica: la data sarà fissata a breve. «Ma ciò che ci preme maggiormente», dice Fasoli, «è riuscire a fare fronte comune con le altre città del Veneto, per poi rivolgerci insieme, di-

rettamente, all’amministrazione regionale. Perché è insufficiente “guardare caso per caso”, come prospettato dall’assessore Manuela Lanzarin. È la legge stessa a essere profondamente ingiusta». Il provvedimento regionale, ricordiamo, ha innescato l'aumento degli affitti, talvolta raddoppiati o triplicati, per chi risiede nelle «case popolari». E alcuni affittuari rischiano lo sfratto per «decadenza dei requisiti necessari». «Colpa» del conteggio nel reddito Isee anche dei gruzzoli accumulati in banca, mentre prima ci si basava solo sui proventi di lavoro o pensione. Lo scopo, di fatto, è colpire i «furbetti»: persone che occupano alloggi pubblici nonostante le case di proprietà e centinaia di migliaia di euro in banca. Ma, con l’applicazione orizzontale della norma, ne hanno risentito a conti fatti so-

prattutto pensionati, madri single, lavoratori con disabili a carico; e in generale tutti coloro che sforano sia pure di pochissimo il tetto dei 20mila euro lordi l’anno di reddito Isee. Uno dei tanti casi: «In famiglia io sono l’unica a portare a casa uno stipendio, 1.100 euro; ho a carico mio fratello, disoccupato a causa di gravi problemi di salute oltre a mio nipote. L’affitto è schizzato adesso da 210 euro a 687», racconta Sonia Sartori, residente al Saval. «Questo rincaro spropositato lo “devo” ai risparmi che i miei genitori defunti hanno raggranellato in tutta una vita di lavoro per aiutare figli e nipoti». E continua: «Passi colpire i veri furbi, quelli che vivono nella casa popolare pur possedendo altri immobili. Ma così, alla fine, si finisce per gettare nella disperazione le persone». •

trimenti: quei medici non hanno i titoli, la legge dice che devono essere specialisti». Lasituazioneècosìgrave?Stando alla Regione, i Pronto soccorso del Veneto hanno bisogno di 320 medici.

«I numeri sono un po’ sorprendenti. Mi piacerebbe capire se sono saltati fuori da un’analisi del fabbisogno. Poi, per carità, io vivo in una realtà locale, dove ci sono delle criticità note, ma la percezione di tutta questa gravità non ce l’ho». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Istitutoassistenzaanziani

Recuperidelleindennità Scontroancoraaperto tradirezioneesindacati Isindacati lo etichettanocome l’ennesimomacigno sulla trattativaincorso,ma la direttricedell’istituto assistenzaanziani,Adelaide Biondaro,rivendicala liceitàdi unprovvedimento annunciato datempoechenon potevapiù attendere. Martedìèstata inviata ai dipendentidell’ente scaligero chegestisceVilla Monga e altrestruttureper la curadegli anziani,unadetermina incui si procede,già sulla bustapagadi agosto,al prelievocoatto di50 euroal mese,per recuperarele festivitàinfrasettimanali.Gli unicichenescampano sonoi circa130 dipendenti(sugli 800 complessivi)che,già due anni fao loscorso luglio, hanno concordatola restituzione dellesommesotto forma diore dedicateallaformazione,al recuperoper esubero orario, oppureingiornidiferie. Lavicenda haoriginilontane e riguardatuttigli istituti pubblicidiassistenzae beneficenza(Ipab)della regione.Nel 2008la Cassazionehastabilito come, essendovigià l’indennità di turno,ilavori turnistiditali strutturenonavessero diritto allefestivitàinfrasettimanali. «Lamessa inmora è inevitabilema già9 mesifa le organizzazionisindacali avevanochiestoundialogo per valutareproposte alternative perla restituzionedelleore», diceSoniaTodesco dellaCgil Fp.«Nelpienodellariapertura delletrattativesul contratto decentrato2016-2018 assuntounilateralmente, l'ente scegliedicalare un macigno chehadiffusoil panico su bustepagagiàmisere emagari impegnatecon cessionivarie». Il2 eil4 settembresindacatie verticidell'Istituto si incontreranno,come richiesto dalGiudice delLavoroin seguitoal ricorsodeisindacati

Protestasindacalea Villa Monga stessi,per discutere del protocollosui minimiessenziali in casodiscioperoedelcontratto decentrato.Orale stesse organizzazionisonoancora più agguerriteeprontea ricorrere il Tarincasol’ente decidadinon revocarel'attounilaterale. Dallapartedeilavoratori si schieraanchela consigliera regionaledelPd, Annamaria Bigon:«I dipendentistanno vivendounasituazione orribile che hogiàdenunciato in un’interrogazione,inluglio. Siamo inattesa daannidiunalegge sugli Ipab,semprerinviata.Orafarò un’ulterioreinterrogazione per capirecomeintenda agirela Regione». Biondarononsi scompone. «A giugnoavevo anticipatoai lavoratorichecon lo stipendiodi agostosisarebbe proceduto al recuperocoattivosulle somme dellefestivitàinfrasettimanali», chiarisce.«Ulteriori rinvii avrebberomessoa rischio l’amministrazionedell’Istituto in terminididannoall’erario. Le Ipab dituttele altreprovincedel Venetohannogià recuperato da anniese gli stessirappresentanti provincialisindacali avessero sollecitatol’istitutoa procedere in talsenso inpassato, ildanno quantificatoailavoratori sarebbe statoben inferiore ai5 o6 mila europer persona acui si è arrivati». C.BAZZ.

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IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 22 Agosto 2019

SF_06055

VENETO

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PADOVA.ILVIGILETORNAINBICICLETTA

ÈpartitoaPadovailnuovoserviziosudueruotedegliagentidellapolizialocaleche cosìvigilerannosullepiazzeenelleviedelcentrostorico.InPratodellaValle,in particolare,saràpresentesemprealmenounapattugliadiagenti.

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

LADENUNCIA. L’assessoreregionaleDonazzan, atre settimanedalla primacampanelladel nuovoanno, traccia unquadro preoccupanteper laforte carenzadidocenti

Scuolaalvia,masenza 7.821 insegnanti «Vasemprepeggioestavoltasiamo puresenzaildirigentedell’Ufficio scolastico.Finalmentes’indaga suchiabusadellalegge104» Cristina Giacomuzzo

Il numero fa impressione: 7.821. Sono gli insegnanti che mancano nelle scuole venete tutte: da quelle d’infanzia alle superiori. «E ogni anno va sempre peggio - denuncia l’assessore regionale alla formazione, la vicentina Elena Donazzan -. Stavolta la situazione è ancora più preoccupante ed è aggravata dal fatto che manca pure il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale: la dottoressa Augusta Celada è stata chiamata a Roma senza preavviso di sorta. Unica consolazione, se si può definire tale, è che finalmente le Procure di mez-

za Italia stanno indagando sugli anomali ritorni a casa di insegnanti meridionali in servizio al Nord. Le inchieste sono partite da denunce di insegnanti del Mezzogiorno penalizzati dai furbetti della legge 104. Sta venendo fuori una situazione che, con tutta probabilità, tocca fortemente il Veneto. Solo che se lo avessimo detto noi, saremmo stati tacciati di essere i soliti del Nord che ce l’hanno con i docenti del Sud. Ora, come pubblica anche Panorama, la magistratura ha deciso di fare chiarezza. Non è possibile che in mezza Italia si moltiplichino richieste di applicazione della legge e nell’altra metà no. La legge 104, sia chia-

Sostegno: neservono2mila Al Miur chiedemmo piùabilitazioni Ceneaggiunse50

ELENADONAZZAN ASSESSORE VENETO ALL’ISTRUZIONE

to e li elenca Donazzan. «La carenza di organico nella scuola veneta ormai è strutturale - spiega - ma va peggiorando di anno in anno. Stavolta ad aggravare la situazione c’è il nodo degli insegnanti precari storici, o entrati di recente in ruolo, che sono stati cancellati dalle graduatorie da una sentenza della Consiglio di Stato. Si tratta dei diplomati magistrali che quest’anno sono presenti solo nelle sole liste d’istituto che non possono dare la prospettiva dell’entrata in ruolo». SOSTEGNO. E ancora. «Poi so-

ro, per me è una legge di civiltà che tuttavia può consentire nel mondo della scuola anche abusi e indebiti titoli di precedenza per chi desidera avvicinarsi a casa». PRECARI. Il fenomeno dei fur-

betti che, con la scusa di false malattie personali o di qualche parente disabile inesistente, entrano di ruolo in Veneto e poi chiedono il trasferimento, è solo uno, e peraltro non ancora quantificato, dei fattori che influiscono su quel numero spaventoso, 7.821. Ce ne sono altri di cer-

ILCASO ILPROF INCONGEDO CHE TORNÒPER UNGIORNO Èilgennaio 2017. Lapreside dell’Istitutotecnico industrialeSeveri diPadova, esasperata,denuncia conuna letteraun caso chepoi è saltatoagli onori della cronacanazionale.Uno dei tanti,poi. Succedecioè che undocente del Sudche insegnauna materiatecnica ottiene,attraversola legge

104,ilcongedoa inizio anno. Arrivauna supplenteche instauraun buonrapporto conglistudenti. Il23 dicembrescadonoi180 giornie serveinterrompereil congedo.Ildocente del Sudsi presentaperungiorno.Il conteggioriparte, ma laprof adoratadaglistudenti perde ilposto. Lascuola deve cercareun altro supplente.E arimetterci sonoiragazzi.

no venuti a mancare i concorsi, nonché i posti di abilitazione per gli insegnanti di sostegno. Dei quasi 8 mila posti vacanti, ben 2284 sono dei docenti di sostegno. Tradotto vuol dire che in Veneto c’è la mancanza di 2 insegnanti su 5 per gli studenti con disabilità». Il nodo qui è simile a quello dei medici ospedalieri. In corsia c’è carenza dei medici specializzati perché non si attivano i corsi di specializzazione, vale a dire pediatria piuttosto che neurologia. E nella scuola mancano i corsi che abilitano al sostegno. «Come Regione - ricorda l’assessore - ci siamo fatti carico attivamente di questa situazione e abbiamo bussato all’Università e al Ministe-

ro lo scorso marzo chiedendo più corsi di abilitazione. Lo ha fatto formalmente con una lettera il governatore Luca Zaia. Risultato? Dal ministero ci hanno risposto in modo affermativo. E hanno aumentato i posti da 300 a 350 all’anno. Praticamente niente. È la dimostrazione della lontananza siderale tra le esigenze del territorio e la risposta delle istituzioni. E non va bene perché a rimetterci sono i bambini certificati che si ritrovano senza insegnanti formati». Donazzan poi ricorda che i docenti andati in pensione non sono stati sostituiti con altri in ruolo. «Insomma, siamo alle porte dell’ennesimo anno scolastico, mancano tre settimane appena conclude - e sarà l’ennesimo all’insegna dell’incertezza. Con la crisi di governo, poi, non c’è neppure un ministro di riferimento. Poco male. Il fatto è che manca una programmazione territoriale, basata sul reale fabbisogno dei docenti, che permetterebbe di dare una soluzione al problema del precariato, della continuità didattica a beneficio soprattutto degli studenti e della scuola nel suo insieme. Se la Regione avesse più potere in questo senso, credo che molti disservizi e molte storture non ci sarebbero». • © RIPRODUZIONERISERVATA

RICERCA. Iricercatori dell’universitàdiPadova hanno dimostrato ilmeccanismo diproliferazione della malattia

SANITÀ. Decisi i criteri per dividere 850 milioni

Individuatala molecola checontrolla lacrescita dellecellule cancerogene

Il Consiglio regionale aveva votato lo stanziamento in bilancio per l’indennizzo alle vittime delle valvole cardiache difettose per 850 mila euro. Ora quei soldi potranno essere liquidati perché la Giunta ha approvato i criteri con cui dividerli. E cioè: «Ai dieci pazienti in vita saranno corrisposti 60.714 euro in due tranche (tra il 2019 e il 2020), mentre per i due pazienti deceduti, gli eredi riceveranno ciascuno 121.428 euro. Per tutti il contributo è condizionato alla rinuncia ad eventuali contenziosi con l’A-

Tumori,scopertocome “congelarli” Contro i tumori è stato scoperto il meccanismo per il controllo della proliferazione cellulare. L’esito è il frutto di un lavoro fatto da ricercatori dell’Università di Padova che hanno dimostrato come il metabolismo controlli la via mediata dalla molecola Wnt nella crescita tumorale. Di fatto, secondo gli esperti, si può agire sulla proliferazione

delle cellule tumorali andando a modificare il metabolismo mitocondriale. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista «Cell Reports». Funziona così. All’interno di tutte le cellule di un organismo ci sono degli organelli, i mitocondri, che hanno il compito di produrre una molecola che fornisce energia alle cellule stesse: l’Atp, utilizzata per le attività cellulari. Tra queste, ce n’è una particolarmente importante, la via di segnalazione mediata dalla molecola chiamata «Wnt», regolata dallo stesso

Unricercatoreuniversitario

Atp. Questa via di segnalazione mediata da Wnt - secondo i ricercatori - costituisce di fatto una serie di reazioni che risultano essere implicate, tra l’altro, nella proliferazione cellulare che svolge un ruolo importante sia nello sviluppo embrionale sia nella formazione dei tumori. «In questo lavoro abbiamo dimostrato che riducendo la produzione dell’Atp a livello mitocondriale - spiega Luigi Leanza, del Dipartimento di biologia dell’Università di Padova e coordinatore della ricerca senza causare problemi alla

vitalità delle cellule, è possibile attenuare la via mediata da Wnt sia in vitro su linee cellulari tumorali, come ad esempio quelle di adenocarcinoma del colon, sia in vivo in modelli di Zebrafish. In questo modo abbiamo osservato che modulando il metabolismo mitocondriale - aggiunge - è possibile ridurre la via mediata da Wnt e quindi potenzialmente la crescita tumorale, dando una nuova prospettiva di cura di vari tumori per questa via di segnalazione che è molto attiva». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Valvolekiller,quantificati gliindennizziper levittime

zienda Ospedaliera di Padova». Così la delibera approvata a palazzo Balbi. È l’ultimo atto di una vicenda scoppiata agli inizi degli anni Duemila sulle valvole cardiache difettose prodotte dalla ditta Tri Technologies e impiantate nell’Azienda ospedaliera di Padova in 12 pazienti. Precisa l’assessore regionale Manuela Lanzarin: «Quello che stanziamo non è un risarcimento: non c’è una sentenza di colpa per la Regione e l’ospedale, è un contributo di solidarietà». • © RIPRODUZIONERISERVATA

COMMERCIO. PalazzoBalbine istituiscedue anche nel Vicentino

«Dato il grande successo raggiunto con il lancio dell’iniziativa dei Distretti del commercio, ne approviamo altri sette nuovi». Ci ha preso gusto l’assessore regionale allo sviluppo economico, il padovano Roberto Marcato, che ha fatto approvare in Giunta, durante la riunione di martedì, il provvedimento. «Siamo convinti - ha dichiarato dell’importanza di una valorizzazione del commercio in Veneto. Mantenere le attività significa non solo favorire l’economia e lo sviluppo, ma

anche tutelare le tradizioni e la capacità di saper fare; e significa anche mantenere presidi di sicurezza e legalità. Per questo continuiamo a investire su questi strumenti, offrendo una risposta concreta ad una precisa esigenza del territorio». La lista della Regione comprende ora 65 Distretti per un totale di 120 amministrazioni comunali, realtà sulle quali la Regione effettuerà un monitoraggio relativo all’attuazione delle iniziative proposte dai Comuni per le

quali sono stati messi a disposizione 5 milioni di euro. In pratica, con il riconoscimento, tramite un accordo di partenariato pubblico-privato, i Comuni si impegnano a realizzare interventi ed opere a vantaggio di tutte le attività economiche del territorio. Ecco l’elenco dei nuovi distretti. In provincia di Venezia: “Distretto del commercio di Noale, città dei Tempesta” e “Salzano: la via della seta tra storia, terme ed agro-gastronomia”. Nel Trevigiano: “Distretto del com-

mercio di Preganziol Asse-T” e “Valdobbiadene nel cuore”. Nel Vicentino: “Distretto urbano del commercio della città di Montecchio Maggiore” ed il Distretto territoriale del commercio “Le botteghe della Pedemontana” che comprende Sarcedo, Breganze e Zugliano. E ancora. In provincia di Verona: il Distretto urbano di “Legnago centro”. I nuovi Distretti coinvolgono complessivamente nove amministrazioni comunali (le proposte di individuazione possono essere presentate anche dai Comuni in forma aggregata) e vanno ad aggiungersi ai 58 distretti già riconosciuti dalla Giunta a marzo 2018 e comprendenti 111 Comuni. • © RIPRODUZIONERISERVATA

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VolanoiDistretticommerciali La Giunta ne approva altri sette


XXI

Portogruaro

L’INTERVENTO Viene prevista anche la realizzazione della nuova viabilità di collegamento Si comincia lunedì 26 e si andrà avanti almeno sino a fine aprile 2020

Giovedì 22 Agosto 2019 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Un sottopasso tira l’altro: al via i lavori in via Ronchi

Cinto, distacco del cornicione: sette evacuati `Intervento

dei vigili del fuoco tra le vie Roma e Zamper CINTO CAOMAGGIORE

Dopo l’inaugurazione in via Villastorta la ditta è pronta ad avviare il nuovo cantiere `

PORTOGRUARO Al via i lavori di realizzazione del sottopasso di via Ronchi. A pochi giorni dall’inaugurazione del nuovo sottopassaggio veicolare di via Villastorta, che ha visto la partecipazione anche del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, la ditta Baraldini Quirino spa costruzioni edili di Mirandola, vincitrice per conto di Rfi dell’appalto di tutte le opere di eliminazione dei passaggi a livello nel Comune di Portogruaro, ha comunicato all’amministrazione comunale di essere pronta ad iniziare i lavori per la soppressione del passaggio a livello situato sulla linea Mestre-Trieste, che interseca la via Ronchi.

NUOVA VIABILITA’ Un intervento che prevede anche la realizzazione della nuova viabilità di collegamento con l’esistente. I lavori comportano l’esecuzione di attività che prevedono la movimentazione di mezzi e materiali, con la totale occupazione dell’area in cui insiste il passaggio a livello. Proprio per questo motivo il comandante della Polizia Locale, Thomas

L’ORDINANZA DELLA POLIZIA MUNICIPALE: STRADA COMUNQUE PERCORRIBILE OPERE DAL COSTO TOTALE DI 14,5 MILIONI

Poles, ha firmato un’ordinanza che, dal prossimo lunedì 26 agosto e almeno fino a fine aprile del 2020, vieta il transito a tutti i veicoli nel tratto di via Ronchi compreso tra l’intersezione con via Gioia (lato sud) e il primo bivio di via Ronchi dopo il passaggio a livello (lato nord). «Via Ronchi – si legge nell’ordinanza – è ovviabile percorrendo vari altri agevoli percorsi, in particolare grazie al fatto che il 12 agosto scorso è stato aperto il nuovo sottopasso della parallela via Villastorta, sempre realizzato da Rfi nell’ambito del progetto di soppressione dei passaggi a livello nel territorio del Comune di Portogruaro». La ditta esecutrice dovrà approntare l’apposita segnaletica, avendo cura che l’utenza debole, i frontisti e i veicoli di soccorso siano informati con chiarezza e trovino agevolmente i percorsi alternativi. In base agli accordi, sottoscritti nel 2002, rivisti di recente e che prevedono anche la realizzazione di due sottovie carrabili su via Noiare (linee Mestre-Trieste e Treviso-Portogruaro), le opere verranno tutte realizzate da Rfi. Il costo complessivo è stato quantificato in 14,5 milioni di euro, così suddivisi: 8 milioni a carico della Regione, 2,3 a carico del Comune e i restanti 4,2 milioni a carico delle Ferrovie. Il completamento del programma di soppressione dei passaggi a livello è previsto entro il primo semestre del 2021. Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA

Muore a pochi giorni dall’incidente 58enne originaria di Portogruaro

I primi sintomi sono arrivati con il distacco di un cornicione, poi il problema è emerso anche negli appartamenti: a Cinto Caomaggiore sono state evacuate 7 persone. L’allarme è arrivato verso le 22 dell’altra sera, martedì, al 115, che ha inviato la squadra dei vigili del fuoco di Portogruaro. I pompieri hanno registrato un collasso di alcune strutture in un condominio all’incrocio tra le vie Zamper e Roma, in pieno centro. Dei 7 appartamenti, solo due hanno subito dei danni. Per questo il sindaco Gianluca Falcomer, in vacanza in Sicilia in questi giorni, è stato raggiunto al telefono dai carabinieri per decretare lo sgombero. Interessato l’appartamento di una famiglia con un figlio poco più che ventenne, e quella di 4 cittadini polacchi che erano ospiti per la stessa notte. L’amministrazione comunale ha quindi trovato un bed and breakfast per la famiglia di Cinto, e una stanza del Mu-

Cade dalla bicicletta in una discesa ripida: muore a 58 anni. Si è spenta l’altra notte Nicoletta Francesconi, originaria di Portogruaro ma residente in Lombardia. La donna era caduta in bici a Rezzato, nel Bresciano, sabato mattina, mentre pedalava in una discesa, in compagnia del marito. Per loro doveva essere una giornata spensierata, passata in sella alle loro due ruote come spesso facevano. Cadendo ha patito un trauma cranico che si è poi dimostrato purtroppo fatale. La 58enne, dopo due giorni di agonia trascorsi al Policlinico di Brescia, è deceduta. Le

CINTO CAOMAGGIORE L’edificio che ha visto l’intervento dei vigili del fuoco

SECONDO ATTO I lavori preliminari per la realizzazione del sottopasso in via Ronchi. In alto, l’inaugurazione di via Villastorta

In Lombardia

condizioni della Francesconi subito dopo l’incidente non sembravano così disperate. Era stata trasportata al Pronto soccorso dopo l’allarme lanciato dallo stesso marito che stava pedalando a pochi metri da lei. Tutto sembrava potesse risolversi con qualche giorno di prognosi, poi invece la situazione è precipitata. Cinquantotto anni, la dottoressa Francesconi era originaria di Portogruaro, ma viveva in provincia di Cremona, a Gerre de’ Caprioli. Dal 1984 era titolare di uno studio odontoiatrico in Lombardia, dove viveva da oltre 30 anni. (M.C.)

Morì a 4 anni, indagati due addette e un medico di Trento `La piccola era stata

in vacanza a Bibione, poi attaccata dalla malaria BIBIONE Tre persone indagate per la morte di Sofia Zago, la bimba di Trento che nel 2017, prima di essere attaccata dalla malaria, era stata in vacanza a Bibione. Si tratta di due infermiere ed un medico non più in servizio all’ospedale Santa Chiara di Trento: sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni personali. La piccola Sofia, 4 anni, era morta per complicanze cerebrali causate da un at-

tacco di malaria nel settembre del 2017. Sofia era stata male in vacanza mentre si trovava a Bibione con la famiglia, ed era finita in ospedale, in seguito a diabete, a Portogruaro. Quindi era stata portata all’ospedale di Trento, dove, secondo le perizie, contrasse inspiegabilmente la malaria. Le sue condizioni peggiorarono, venne portata di urgenza agli Spedali civili di Brescia, dove purtroppo si spense.

LE INDAGINI In primo luogo tutte le strutture che ospitarono la famiglia furono sottoposte agli accertamenti. Prima il Villaggio di Bibione, dove la famiglia fu ospite per la vacanza, quindi l’ospedale di Portogruaro. Qui però emerse solo un problema legato al diabete e nulla più. E infatti la

nicipio per i polacchi che, dovendo partire al mattino, hanno solo anticipato la partenza. Gli altri hanno declinato l’offerta, trovando un’altra sistemazione. Al pian terreno i problemi sono sorti per un salone di parrucchieri e per una agenzia assicurativa, i cui locali sono interessati dallo sgombero, terminato alle 3 della notte. Ieri mattina i vigili del fuoco sono tornati per permettere alla famiglia coinvolta nell’evacuazione di poter prendere alcuni effetti personali. I vigili del fuoco hanno escluso problemi strutturali per gli altri appartamenti, che non sono infatti stati interessati dal provvedimento del sindaco. I due appartamenti e i locali delle due attività sono invece di fatto inutilizzabili. Solo dopo gli interventi di messa in sicurezza, la struttura potrà essere riutilizzata. Ieri era previsto anche un sopralluogo, che alla fine non è stato effettuato. (m.cor)

UCCISA DALLA MALARIA La bimba era stata trattata all’ospedale di Portogruaro per disturbi diabeticI poi era salita a Trento

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grave malattia fu contratta più tardi, a Trento. Non solo, si scoprì che il ceppo del parassita malarico di Sofia corrispondeva a quello identificato in due bambine del Burkina Faso, ricoverate nello stesso periodo all’ospedale di Trento e sue vicine di stanza. Una procedura sbagliata? Un ago infetto? Le indagini si sono concentrate sulle attività ambulatoriali per il controllo del diabete effettuate dalla bambina in quei giorni. Verificati i protocolli e per quanto tempo il sangue di un paziente con la malaria conservi la propria capacità di contagio batterico, il pm ha chiesto quindi un incidente probatorio, al quale potranno partecipare anche gli indagati con i rispettivi consulenti. Marco Corazza © RIPRODUZIONE RISERVATA

I POMPIERI HANNO VERIFICATO PROBLEMI IN DUE APPARTAMENTI, TROVANDO SISTEMAZIONI ALTERNATIVE

Gruaro Concerto nella chiesa del Quattrocento Con il concerto proposto questa sera, alle 21, nella quattrocentesca chiesetta di Bagnara a Gruaro, dalla Fondazione Santa Cecilia per il 37, Festival Internazionale di Musica a Portogruaro, sarà possibile scoprire uno dei gioielli architettonici del Veneto prientale. Si tratta di una delle più belle chiese del quattrocento in zona, a unica navata, posta lungo l’antica via di pellegrinaggio che dal nord proseguiva in direzione di Roma, oggi ripresa dalla Diocesi di Vicenza con il progetto conosciuto come “Romea Strata”. Alle pareti e sull’abside preziosi affreschi della scuola friulano-veneta di fine XV secolo. (m.mar)


PADOVA

Corriere del Veneto Giovedì 22 Agosto 2019

INDENNIZZO DALLA REGIONE PADOVA L’ultimo appello al go-

vernatore Luca Zaia a tutela dei pazienti «che si sono solo fidati dell’ospedale e non hanno colpe» lo aveva lanciato il 4 dicembre 2018, dagli schermi di Italia Uno, Nadia Toffa, la «iena» morta il 13 agosto per un tumore. E a distanza di pochi giorni la Regione ha definito in 850mila euro l’indennizzo da corrispondere a 12 dei 19 pazienti vittime delle valvole cardiache killer Tri Techologies che si sono costituite parti civili in una vicenda giudiziaria infinita. Le protesi erano state installate nel 2002 in Azienda ospedaliera di Padova su 34 malati, due dei quali, Antonio Benvegnù ed Enzo Barbetta, sono morti. Gli altri hanno dovuto rioperarsi per sostituirle. In primo grado l’Azienda ospedaliera era stata condannata a versare loro una provvisionale di circa 1,6 milioni di euro, che però ha chiesto indietro quando i giudici dell’appello hanno ribaltato la sentenza, esentandola da responsabilità in quanto «il fatto non sussiste». Secondo la Cassazione «il fatto non costituisce reato», ma il risultato è lo stesso: nessun colpevole, quindi anticipo dei risarcimenti da restituire. Sette pazienti hanno trovato un accordo con l’Azienda ospedaliera, due le hanno ridato più di quanto ricevuto perché gravato da interessi e spese legali e gli altri hanno resistito fino al blocco delle cartelle esattoriali ottenuto dagli avvocati. Ora a dieci di loro (o meglio a sei, perché quattro sono deceduti ma non in conseguenza delle valvole killer) la Regione corrisponderà 60.714 euro ciascuno, mentre alle famiglie di

La sentenza

IN BREVE DUE DENUNCIATE

Valvole difettose, 850 mila euro a malati e famiglie

Chatta con ventenni, ottantenne ricattato per le foto a luci rosse

L’assessoreLanzarin:«Contributosolidale» Unlegaledellevittime:«Sichiudalavicenda» Le Tri Tech ● Nel 2002 in Azienda ospedaliera furono impiantate su 34 pazienti le valvole cardiache Tri Technologies, risultate però difettose. ● Due pazienti, Antonio Benvegnù ed Enzo Barbetta, morirono, gli altri vennero rioperati. Partì una lunga vicenda giudiziaria, che prima portò l’Azienda ospedaliera a risarcire le vittime e poi a chiedere loro indietro i soldi (1,6 milioni di euro).

La beffa Margherita Sambin, moglie di Antonio Benvegnù, si è vista recapitare una cartella esattoriale da 74.250 euro, cui si aggiunge quella di 90.750 euro ricevuta dalla madre del paziente morto per le valvole killer

Benvegnù e Barbetta andranno 121.428 ciascuna. In tutto, 23.740 euro in meno rispetto a quanto richiesto dall’Azienda ospedaliera, tanto che l’avvocato Alvise Fontanin, legale di dieci pazienti, ha chiesto da tempo un accordo tombale per mettere fine alla triste vicenda. «L’intervento della Regione ha ridotto il danno e anche la beffa per le vittime di un’odissea lunga 17 anni — ragiona l’avvocato Fontanin — . L ’a u s p i c i o è c h e o r a l’Azienda ospedaliera rinunci a chiedere la differenza tra gli 850mila euro destinati a pazienti e familiari dalla giunta Zaia e gli 873.740 euro rivendicati dalle cartelle esattoriali». Gli indennizzi, che Palazzo Balbi verserà in due tranche tra quest’anno e il 2020, andranno solo ai due pazienti che hanno restituito la provvisionale, mentre gli altri dovranno versarli all’Azienda ospedaliera, evitando però di pagare di tasca loro. Per tutti la concessione del contributo è condizionata alla rinuncia ad eventuali contenziosi pendenti con l’ospedale stesso. «Non si tratta di un risarcimento — chiarisce l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin — poiché nessuna sentenza addebita alla Regione o all’Azienda ospedaliera la responsabilità dell’impianto difettoso. Il nostro è un indennizzo, un contributo di solidarietà dettato da ragioni di partecipazione umana e sensibilità istituzionale verso persone e famiglie duramente provate da una vicenda dolorosissima e sconcertante». Ora la proposta di riparto passa al vaglio della commissione regionale Sanità. Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA

Dannoerarialedamultecancellate LaCortedeiContiharevocato ladonazioneche«libera»Paolocci

Stop all’ex capo dei vigili: aveva ceduto i propri beni ai familiari

Il tribunale della Corte dei Conti ha accolto la richiesta della procura contabile di revocare la donazione fatta dall’ex comandante della polizia municipale di Padova Antonio Paolocci alla moglie e ai figli, con la quale di fatto l’ex funzionario del Comune si spoglia di tutti i suoi beni. Secondo il tribuPADOVA

Fatti del 2014 Lo Stato pretende 800 mila euro dall’ex comandante, che ora è di nuovo solvibile nale, l’atto impedisce a Paolocci di risarcire l’erario degli 800mila euro che gli stessi magistrati contabili hanno contestato al funzionario comunale lo scorso anno. Si tratta di una vicenda che risale al 2014 e che riguarda multe fatte dagli autovelox e azzerate «senza alcun motivo» dice la Corte dei Conti. La revocatoria dell’atto di donazione metterebbe Paolocci nelle condizioni di poter vendere i propri beni per risarci-

re l’amministrazione comunale. «Ma non è questa l’ultima parola – specifica l’avvocato e professore Mario Bertolissi, che difende l’ex funzionario dei comuni di Cittadella e Padova – a breve ci sarà la sentenza di Appello presso la sezione giurisdizionale centrale, e anche questo atto di revoca potrebbe essere azzerato». Per conoscere l’epilogo di questa storia bisognerà quindi attendere ancora qualche settimana. La vicenda trae origine dall’annullamento di oltre 100 mila multe in due mesi, nell’autunno del 2014. La cifra calcolata dalla Guardia di Finanza superava i tre milioni di euro, contestati a due ex funzionari della polizia locale che, d’iniziativa, avevano prima firmato e poi annullato il periodo di prova dei velox. Fatti i dovuti accertamenti, è emerso che gli errori commessi da Paolocci e dalla sua vice Maria Luisa Ferretti hanno provocato un danno erariale pari a 800 mila euro per lui e 10 mila euro per lei, una cifra considerevole, tuttavia meno «salata» rispetto al conteg-

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PD

L’ex carabiniere Dino Maglio

Lo stupratore seriale ha l’obbligo di dimora ma ricorre in Cassazione PADOVA L’ex carabiniere Dino Maglio, condannato il 21 giugno a 12 anni e 8 mesi di soggiorno obbligato per aver violentato 4 ragazze e per averne drogate altre 10, ricorre in Cassazione per ottenere un’attenuazione della misura. Maglio ha l’obbligo di dimora nel paesino pugliese in cui è nato, con la prescrizione di stare in casa la sera. Era una richiesta del pm al termine del processo, accordata dal giudice. Evidentemente però la misura sta stretta allo stupratore seriale, che ha fatto richiesta alla Suprema corte di ottenere qualche libertà in più. La decisione verrà presa tra qualche settimana, quando i giudici si esprimeranno. Maglio ha già trascorso cinque anni di carcere da quando, nel 2013, la prima turista straniera lo accusò di stupro. Ne seguirono altre, raccolte da un sito di giornalismo investigativo che ha poi consegnato tutte le risultante alla procura di Padova che completò le indagini. La sentenza di primo grado non è ancora definitiva. (r.pol.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

gio iniziale. Le multe azzerate vanno dal 3 novembre all’8 dicembre 2014. Il periodo di preesercizio era stato dichiarato concluso il 3 novembre 2014 con l’accensione delle 8 postazioni in tangenziale. Un mese dopo, il 9 dicembre, il provvedimento firmato dalla Ferretti su ordine del capo, è stato revocato con la decisione di proseguire la fase di prova. La chiara conseguenza di questo atto si è configurata nell’annullamento delle 112 mila infrazioni. Scrissero i giudici: «Il comportamento del convenuto (Paolocci, ndr) non sembra affatto improntato a quella ligia e rigorosa osservanza delle norme rappresentata dalla difesa, numerose e grossolane in rapporto alla posizione rivestita e al livello di responsabilità ad essa connesso, essendo le negligenze rinvenibili nel complessivo comportamento da lui tenuto». Paolocci è al centro anche di una vicenda di abuso d’ufficio e corruzione tutt’oggi pendente in procura. Roberta Polese © RIPRODUZIONE RISERVATA

PADOVA Un ottantenne di

Camposampiero ha subito un’estorsione da parte di due ragazze: o i soldi o le foto hard finiscono online. La scorsa estate l’anziano aveva conosciuto in chat due giovani di Vogogna (comune del Piemonte) di 27 e 23 anni e aveva cominciato a inviare loro soldi con delle ricariche postepay per ricevere foto delle due nude, oltre a mandarne egli stesso. L’anziano ha pagato 1500 euro ma poi ha deciso di troncare. A quel punto le ragazze gli hanno chiesto altri 300 euro altrimenti avrebbero divulgato le sue immagini osè online. L’anziano ha fatto denuncia dai carabinieri che hanno contattato i colleghi di Premosello-Chiovenda arrivando alle due giovani. Denunciate per estorsione, sono stati sequestrati cellulari, carte postepay e foto sul computer. (si.mo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

CARABINIERI IN AZIONE

Padova e Noventa, controlli notturni e tre denunciati

PADOVA Nella notte tra martedì e mercoledì le pattuglie dei carabinieri hanno perlustrato le strade di Padova e Noventa Padovana. Sono state denunciate tre persone per detenzione di stupefacenti. Un 21enne straniero è stato fermato in via Annibale da Bassano, all’Arcella, con 5 grammi di marijuana e 100 euro, probabilmente guadagnati spacciando. Il ragazzo non aveva documenti ed è stato quindi denunciato anche per ingresso e soggiorno illegale nel territorio. Poi i militari si sono spostati su piazzale Boschetti dove hanno trovato un nigeriano di 41 anni che stava vendendo marijuana a un pachistano. A Noventa, invece, un 37enne straniero, appena ha visto i carabinieri avvicinarsi, ha tentato di nascondere un flacone di metadone dietro a un muretto in via Risorgimento, ma è stato beccato. (si.mo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

IN VIA FALLOPPIO

La vicenda

● L’Erario contesta ad Antonio Paolocci, ex comandante dei vigili di Padova, 800 mila euro di danni derivati dalla cancellazione di 100 mila multe provenienti dagli autovelox installati nelle tangenziali di Padova nel 2014. Il «periodo di prova» stabilito fu, per la Finanza, allungato senza motivo

Paura da kebabbaro, fratello del titolare ferito da un ubriaco

PADOVA Brutta serata per il fratello del titolare del negozio di kebab «Instabul» in via Falloppio. Poco prima della chiusura si è avvicinato al locale un tunisino di 29 anni che aveva bevuto un po’ troppo e il padrone del negozio ha cercato di mandarlo via. Il 29enne, visibilmente alterato, ha aggredito il fratello del titolare ferendolo alla mano: portato al pronto soccorso, è stato medicato e la ferita guarirà in una decina di giorni. Intanto il 29enne se ne è andato vagando per la città. È stato ritrovato dai poliziotti su via Altinate. In questura si è poi scoperto che il giovane aveva l’obbligo di firma presso i carabinieri di Prato della Valle. Ora è indagato per minacce e porto abusivo di armi. È stato anche segnalato perché gli venga aggravato il provvedimento dell’obbligo di firma. (si.mo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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