RASSEGNA STAMPA DEL 23 AGOSTO 2019

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23-AGO-2019 Estratto da pag. 13 3043

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23-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

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23-AGO-2019 Estratto da pag. 24 3043

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23-AGO-2019

da pag. 12 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


23-AGO-2019

da pag. 12 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


23-AGO-2019 Estratto da pag. 10 3043

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23-AGO-2019 Estratto da pag. 10 3043

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23-AGO-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Claudio Cerasa

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23-AGO-2019

da pag. 16 Quotidiano nazionale

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Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


23-AGO-2019

da pag. 16 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

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da pag. 16 Quotidiano nazionale

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23-AGO-2019 Estratto da pag. 38 3043

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23-AGO-2019

da pag. 16 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


23-AGO-2019

da pag. 16 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


23-AGO-2019

da pag. 20 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


23-AGO-2019

da pag. 20 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


23-AGO-2019 Estratto da pag. 29 3043

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23-AGO-2019 Estratto da pag. 51 3043

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23-AGO-2019

da pag. 12 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


23-AGO-2019

da pag. 12 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


23-AGO-2019

da pag. 6 Quotidiano nazionale

Direttore: Norma Rangeri

Lettori Audipress 04/2019:

10.660 63


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da pag. 6 Quotidiano nazionale

Direttore: Norma Rangeri

Lettori Audipress 04/2019:

10.660 63


23-AGO-2019

da pag. 6 Quotidiano nazionale

Direttore: Norma Rangeri

Lettori Audipress 04/2019:

10.660 63


23-AGO-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


23-AGO-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 04/2019: 115.356 63


23-AGO-2019 Estratto da pag. 14 3043

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23-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

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23-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

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23-AGO-2019 Estratto da pag. 9 3043

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23-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

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23-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

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23-AGO-2019 Estratto da pag. 6 3043

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23-AGO-2019

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Direttore: Marco Travaglio

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23-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

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23-AGO-2019

da pag. 9 Quotidiano nazionale

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46.994 63


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da pag. 9 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

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46.994 63


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23-AGO-2019

da pag. 12 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

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23-AGO-2019

da pag. 1 Quotidiano nazionale

Direttore: Claudio Cerasa

Lettori Audipress 04/2017:

25.000 63


23-AGO-2019

da pag. 1 Quotidiano nazionale

Direttore: Claudio Cerasa

Lettori Audipress 04/2017:

25.000 63


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23-AGO-2019 Estratto da pag. 6 3043

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23-AGO-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

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da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


23-AGO-2019

da pag. 1 Quotidiano nazionale

Direttore: Claudio Cerasa

Lettori Audipress 04/2017:

25.000 63


23-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

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23-AGO-2019

da pag. 2 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

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41.884 63


23-AGO-2019

da pag. 2 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


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da pag. 2 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


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23-AGO-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

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23-AGO-2019

da pag. 21 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

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23-AGO-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

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91.913 63


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Venerdì 23 Agosto 2019

La Voce

3

PRIMO PIANO POLESINE ECONOMIA Il presidente di Confindustria Marinese: “La nostra richiesta non cambia”

“Governo? La Zes resta una priorità” “Parleremo anche con i nuovo interlocutori”. I progetti in corsa sono del Veneto e della Toscana Alberto Garbellini

ROVIGO - Zes e autonomia regionale sono i due grandi punti di domanda che si aprono per il Veneto e per il Polesine con la crisi di governo che ha portato alla caduta dell’esecutivo Lega5Stelle. Due interrogativi che non erano ancora risolti e che per mesi sono rimasti al livello di annunci e promesse. Ed ora che ancora non è stato chiarito se la strada sarà quella del voto anticipato o di un governo Pd-5Stelle? I dossier restano sul tavolo, e chiedono urgenza di risposte. “Per noi - dice Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria VeneziaRovigo - la richiesta non cambia. Chiediamo al governo di istituire l’area Zes per Marghera e per i 16 Comuni polesani, perché è da questa via che passa il rilancio dello sviluppo industriale e occupazionale”. Marinese spiega che “il programma prevedeva che l’istituzione delle Zes per il centro nord sarebbe stata definita nella prossima legge di bilancio. E, al di là del tipo di governo, una legge di bilancio, entro il prossimo dicembre deve essere fatta per forza. Per

Vincenzo Marinese questo noi crediamo e chiediamo che il progetto Zes non si fermi. E per questo continueremo a sostenere le ragioni del territorio. Ora non resta di vedere cosa succederà a livello di governo, anche per capire quali saranno i nuovi interlocutori con cui confrontarci, ma l’obiettivo rimane lo stesso”. Nei mesi scorsi il progetto per la Zes in Polesine e a Marghera era stato stoppato dal ministro per il Sud,

la grillina Barbara Lezzi, rimandando tutto alla legge di bilancio con la prescrizione di approntare un progetto complessivo per il centro nord. Una pianificazione alla quale si sono dedicati i tecnici di Confindustria nazionale e del ministero dello Sviluppo economico. Un progetto che pare descrivere che i territori che chiedono la Zes sono quelli del Veneto (per l’area Marghera-Polesine) e della Toscana (per le aree

di Piombino e Livorno). Ecco allora che la rivendicazione di Confindustria e dell’intero territorio veneto e Polesano (in più occasioni hanno sottolineato la necessità della Zes tutti i sindaci della provincia di Rovigo) ripartirà con decisione appena sarà insediato il nuovo governo, che sia nel giro di qualche settimana, o che sia dopo eventuali elezioni anticipate. Perché in ogni caso una manovra finanziaria deve essere messa nero su bianco entro i prossimi mesi. Intanto il contatore, sul sito web di Confindustria, che evidenzia quanti giorni mancano allo scadere del termine per istituire la Zes, continua a procedere. Ieri segnava che mancavano 131 giorni. Questo il tempo che resta per non far sfumare l’occasione della svolta per il territorio. Sulla stessa lunghezza d’onda d Marinese è Leonardo Raito, sindaco dem di Polesella: “S os te rr ò sempre il percorso della Zes sperando che ci sia qualche disponibilità in più al dialogo da parte di eventuali nuovi governanti”.

LEONARDO RAITO

“Alleanza con i grillni? Se si fa lasco il Pd” ROVIGO - La crisi di governo e la sua non ancora chiarita soluzione potrebbe creare sconquassi all’interno dei partiti politici e del Pd in particolare. Da settimane si rincorrono voci d possibili scissioni da parte della corrente renziana, ma ora è Leonardo Raito, vicesegretario provinciale dem a lan- Leonardo Raito ciare un altolà. L’altro giorno aveva annunciato la sospensione dal partito, in polemica contro la decisione dei vertici nazionali di cercare un’alleanza con il Movimento 5 Stelle per far nascere un nuovo governo. Raito, che è anche sindaco di Polesella, non solo riconferma l’autosospensione “in attesa di capire quel che succede”, ma rilancia dicendo che “se ci sarà l’accordo con i 5 Stelle per governare insieme al 99 per cento esco dal partito”. Una dichiarazione forte, che dimostra quanta insofferenza ci sia fra i dem per un possibile accordo con il movimento grillino. E non si tratta di un elettore qualsiasi, Raito infatti è esponente di spicco del Pd polesano, sindaco, vicesegretario e presidente dell’Ato acqua, un nome di spessore, dunque. Un’alleanza Pd-5Stelle potrebbe davvero cambiare la geografia politica e i punti di riferimento, anche quella dei partiti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LE REAZIONI Parla Da Re. Corazzari aggiunge: “Ma noi insisteremo”

“Autonomia? Ora impossibile” “Se prima portare a casa l’autonomia era dura, adesso la vedo impossibile”. Il possibile governo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, al quale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe dare il via libera affinché trovi una maggioranza in parlamento, preoccupa l’europarlamentare veneto Toni Da Re, ex segretario veneto della Lega. “Non credo che il Pd porterà avanti l’autonomia, non so se l’abbia inserita nei cinque punti presentati al presidente Mattarella - riflette Da Re - nelle mani del quale c’è il futuro di questo parlamento. E’ da capire se ci sia o meno questo accordo tra Movimento 5 Stelle e Pd: i punti sottolineati da Zingaretti sono punti importanti. Ma non c’è la riduzione dei parlamentario, e non so se i grillini lo accetteranno. Peraltro i 5 stelle viaggiano con dati di gradimento attorno al 10%, se si votasse domani rimarrebbero con una sessantina di parlamentari”. “Questa alleanza giallorossa è tutta da capire - aggiunge Da Re - perché dimostrerebbe che in pochi mesi i parlamentari del Movimento 5 Stelle sono diventati altri. Non ci resta che attendere le conclusioni del capo di Stato e vedere se sarà stato convinto a questa nuova alleanza che dovrà essere di programma, e

Qui accanto il parlamentare europeo Toni Da Re e accanto l’assessore regionale Cristiano Corazzari

non solo per superare questo momento. Su questo Mattarella era stato chiaro, solo un mandato sulla base di un programma serio che arrivi a chiudere il mandato. Altrimenti, elezioni”. Sull’autonomia Cristiano Corazzari, assessore regionale polesano, è fermo nel dire che “qualunque sarà il governo, un secondo dopo il governatore Zaia porterà il dossier veneto”. “La nostra posizione è chiara - prosegue Corazzari - il lavoro fatto

sull’autonomia è pronto, è già approdato in Consiglio dei ministri che ne stava discutendo. E Zaia, un secondo dopo che sarà costituito il governo, porterà la richiesta di autonomia all’attenzione del presidente del consiglio futuro. Bisogna mettersi in testa che questa non è una battaglia di bandiera politica o di partito, ma la volontà di affermare ciò che i veneti hanno richiesto attraverso un referendum. Si tratta di un passaggio di alto valore istituzionale, e lo porteremo avanti

con qualunque governo”. Un governo che, col Pd accanto ai 5 Stelle, potrebbe spingere a fare da sponda con l’Emilia Romagna anche lei tra le regioni che hanno richiesto l’autonomia. “L’Emilia Romagna ha fatto una richiesta di autonomia meno ampia rispetto al Veneto, ma con 18 materie comunque sostanziosa - ricorda Corazzari abbiamo sempre lavorato insieme con l’Emilia Romagna, perché il principio politico vale per tutti. A ognuno deve essere dato ciò che ri-

chiede, è come un abito sartoriale”. “Fatico però a pensare che il Pd possa appoggiare l’autonomia - conclude Corazzari - basti pensare alla campagna che Graziano Azzalin fece contro l’autonomia, per l’astensione. Mi stupirebbe che arrivasse da parte della sinistra, ma rimane che il nostro atteggiamento sarà lo stesso con qualunque governo, per dare una risposta al mandato di due milioni e mezzo di veneti”. Lu. Cre. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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VENERDÌ 23 AGOSTO 2019 IL MATTINO

CITTADELLA - CAMPOSAMPIERO

Bufera sul Distretto dei vigili dell’Alta

«Abrogata la polizia locale» Paolocci fa ricorso al Tar La denuncia del comandante tornato a Cittadella ma messo in disparte Chiede la sospensione del nuovo regolamento adottato da giunta e Consiglio so «intollerabile” a Paolocci è che, con un colpo di mano della giunta e con l’avallo del Consiglio comunale, si sia dato il via ad un Regolamento speciale del Corpo di polizia locale. Si tratta di quel regolamento salito alla ribalta delle cronache perché andava a sindacare sull’intimo delle vigilesse. In realtà il nuovo regolamento introduce la figura del

Giuliano Doro CITTADELLA. Senza comando, senza ufficio, senza uniforme, pure senza l’arma d’ordinanza (per cui ha dovuto provvedere all’addestramento obbligatorio a spese proprie) e infine anche privato di un mese di stipendio in quanto condannato in primo grado dai giudici contabili a pagare 800 mila euro per le multe dei velox cancellate a Natale 2014. Fatto accaduto a Padova, ma sanzione irrogata dal Comune di Cittadella, dove è rientrato nel settembre 2017 dopo la pausa del comando padovano sotto la giunta di Massimo Bitonci. Antonio Paolocci, ex comandante della polizia di Padova e messo in angolo da quando è tornato nella città murata, lancia un’offensiva senza precedenti contro la

«I Comuni del Padova1A sono stati esclusi dai provvedimenti presi nella città murata» Antonio Paolocci

Samuele Grandin

giunta che lo ha visto crescere professionalmente. Passi per il (prevedibile) ricorso al giudice del lavoro in merito alla sospensione di un mese dallo stipendio che Paolocci contesta avendo impu-

gnato la sentenza dei giudici contabili, sospendendo di fatto la sentenza. Di questo se ne sta occupando il giudice del lavoro di Padova e la sentenza è attesa entro l’inizio dell’anno prossimo. Ma quello che è par-

comandante con il profilo professionale del dirigente diversamente da quella del funzionario previsto dall’attuale regolamento. Motivo per il quale è stata rimodulata la pianta organica del Comune che do-

vrebbe entrare in vigore il prossimo 1 settembre e per il quale posto è stato bandito un concorso pubblico per il settore che si chiamerà “Cittadella sicura e solidale”. In pratica, se c’era bisogno di un funzionario con il ruolo di comandante, questo c’era già in casa, è la tesi di Paolocci che ha presentato un corposo ricorso al Tar attraverso l’avvocato Attilio De Martin. Non solo –altra tesi sostenuta da Paoloccci– come si fa a bandire un concorso per un posto che di fatto non c’è ancora, ma che non ci sarà proprio perché il nuovo regolamento di fatto cancella il Corpo della polizia municipale? «Il Corpo della polizia municipale viene espressamente abrogato e non più ricostruito», sottolinea l’avvocato De Martin. Un posto, quello di comandante dei vigili, a cui non fa mistero di ambire Samuele Grandin, il comandante arrivato all’ombra della città murata proprio in sostituzione di Paolocci (durante il periodo padovano) in qualità di dirigente-comandante, carica dalla quale si è dimesso il 16 maggio scorso. Cioè prima della “rivoluzione” e in vista degli assetti futuri. Altro tema che viene sollevato da Paolocci riguarda la ridefinizione della struttura che sarebbe stata approvata senza sentire il parere dei Co-

muni che fanno parte del Distretto di polizia locale PD1A. Motivo per cui del ricorso del comandante sono stati cointeressati anche i comuni di Fontaniva, Galliera Veneta, Gazzo, Grantorto, San Giorgio in Bosco, Tombolo e la Regione Veneto. Essendo mancata l’informazione ai sindacati di categoria, nel suo ricorso Paolocci rileva anche la violazione del contratto collettivo nazionale di lavoro. L’udienza al Tar con la richiesta della sospensiva di tutto il pacchetto di provvedimenti che riguarda la polizia locale è fissata per il 4 settembre prossimo Ovviamente il Comune resisterà in giudizio e nominando per questo l’avvocato Antonio Greco. La determina firmata dalla nuova segretaria comunale Angioletta Caliulo fissa in 20 mila euro il compenso per il professionista. Avvocato del resto già noto a Cittadella per precedenti incarichi ricevuti dal Comune. Soprattutto per essere stato tra i commissari del concorso per uno posto da dirigente a Palazzo Moroni che ha esaminato il funzionario cittadellese Emanuele Nichele. Quest’ultimo alla fine è risultato vincitore del concorso ma durante le prove d’esame affidava incarichi allo stesso Greco. Sul caso a Palazzo Moroni sono state avviate verifiche. —


IV

Belluno

Venerdì 23 Agosto 2019 www.gazzettino.it

Jeep dal Nevegal al Trentino: esplode il caso-danni `La

stazione forestale ha rilevato violazioni su un’ampia area POLEMICHE INFINITE Prima le polemiche a Belluno perché il Comune ha rinunciato a portare sul Nevegal la manifestazione di sicuro appeal. Poi quelle, in Trentino,

perché la manifestazione avrebbe “sconfinato” non rispettando le autorizzazioni. Con i veicoli che avrebbero attraversato aree e sentieri vietati, danneggiando prati, foreste e pascoli del Primiero. Jeep Camp, insomma, non smette di far discutere di sé. Anche quando la carovana di quattro ruote motrici ha scelto di andare altrove. «Toccherà ai responsabili della manifestazione provvedere al ripristino del territorio pagando le sanzioni previste,

che sono ancora in via di quantificazione». È questo quello che emerge dalla risposta dell’assessora Giulia Zanotelli (Lega) ad un’interrogazione del Movimento 5 stelle finita sui tavoli del consiglio provinciale di Trento. «La Stazione forestale di Primiero - rileva una nota - ha quantificato il danno su 600 metri quadrati circa di cotico erboso del pascolo, 900 metri quadrati circa di suolo forestale, 26 alberi (radici o chiome).

Quanto ai risarcimenti, prosegue Zanotelli: «ferme restando le sanzioni conseguenti, la quantificazione economica del danno ai fini del ripristino dipenderà anche dalle sistemazioni che saranno eventualmente fatte nei 30 giorni successivi all’evento da parte del soggetto responsabile della manifestazione, che comunque ha depositato una cauzione di 5.000 euro». A presentare l’interrogazione è stato il capogruppo del Movimento 5 stelle

LA MANIFESTAZIONE Il Nevegal era candidato a ospitare l’evento

Filippo Degasperi. Il consigliere trentino chiedeva un “bilancio ambientale” del Jeep Camp 2019 svoltosi dal 12 al 14 luglio scorso a San Martino di Castrozza. Bilancio da fare a più di un mese di distanza dall’evento. Un nuovo capitolo della vicenda dunque, che potrebbe alimentare nuove polemiche, tra chi pensa che il Nevegal abbia perso un’occasione di rilancio e chi è convinto che l’Alpe non sia il posto adatto per questi eventi.

“Riconoscimento della specificità” l’iter è completato `L’assessore regionale

«Cedute le competenze previste 5 anni fa» L’INTERVENTO BELLUNO L’iter è completato. A

PARTITO Incontro nella sede della Lega con Gianpaolo Bottacin, Franco Gidoni e i parlamentari Mirco Badole e Paolo Saviane

«Ente Provincia a rischio con il governo giallo-rosso» I vertici provinciali della Lega rileggono `«Tranquilli su autonomia e fondi Vaia i programmi bellunesi nel dopo Salvini ma ci attenderà un autunno molto caldo» `

GOVERNO BELLUNO Si può stare tranquilli,

per il fronte autonomia. E anche i fondi promessi per il post Vaia sono in una botte di ferro. La vera preoccupazione, da qui in avanti, è la sopravvivenza dell’ente Provincia. Del post Salvini alla Lega di Belluno preoccupa sopratutto questo. Ieri i vertici del partito provinciale hanno sviscerato le cause, raccontato gli ultimi mesi turbolenti e si sono lasciati andare a riflessioni in merito alla crisi di Governo e all’immediato futuro dei palazzi romani. Non si dicono arrabbiati nè avviliti per l’estromissione del leader, quanto sollevati per la fine di un’intesa terminale da settimane.

POLITICHE OPPOSTE «In questo momento mi preoccupo per la Provincia di Bellu-

FRANCO GIDONI «QUELLO CHE SI FORMERÀ SARÀ UN GOVERNO TECNICO E NON MI STUPIREI DI VEDERE AL SUO INTERNO ANCHE QUALCHE AZZURRO»

no – le parole dell’assessore regionale Gianpaolo Bottacin -, perchè Renzi era quella che voleva eliminare questi enti e perchè anche il Movimento 5 Stelle si è sempre detto contrario al loro mantenimento, sostengono siano enti inutili. Ecco, un accordo tra questi due gruppi significherà uccidere la nostra Provincia». Ad ogni modo, secondo Bottacin entro la prossima primavera si tornerà alle urne.

L’AUTONOMIA

Per Mirko Badole uno dei motivi dell’allontanamento tra i due fronti dell’intesa è stata la tanto sospirata autonomia del Veneto. Tuttavia il tema è segnato in rosso nell’agenda dei prossimi mesi e il popolo del Carroccio non ha nessuna intenzione di permettere venga messo nel cassetto. Anzi, la dirigenza Lega Belluno si spinge fino a promettere ai bellunesi che il prossimo Governo continuerà a lavorare all’istanza. Anche se, finora, il non felice matrimonio tra grilli-

L’intervento

Bond: «Aiutare le piccole imprese» «Nelle prossime settimane proporrò un provvedimento quadro di sostegno a quelle piccole attività che nel recente passato hanno reso grande l’economia italiana». È quanto afferma il deputato di Forza Italia Dario Bond. Dati alla mano, Bond misura la moria di piccole imprese. «Soprattutto quelle artigiane, fatte di piccoli lavori, dall’idraulico all’aggiusta televisioni, stanno morendo. Solo nell’ultimo anno, in Veneto, hanno chiuso

circa 700 attività. L’unica regione che tiene è il Trentino-Alto Adige. E nel Bellunese la moria significa sempre meno servizi, meno posti di lavoro, meno presenza viva sul territorio. Le ragioni di questa crisi? Tasse e burocrazia, mancato sostegno degli enti locali e molto altro. Proprio per questo - conclude faccio un appello a tutte le forze politiche, che hanno a cuore il territorio e l’occupazione, di fare un provvedimento».

ni e popolo padano ha fatto slittare le tempistiche oltre la sopportazione. «L’autonomia è uno dei primi motivi di questa crisi di Governo – le parole del deputato Badole -. Il tempo era abbondantemente scaduto, la questione doveva infatti essere definita tra settembre e ottobre invece non se ne è fatto nulla».

L’APPARATO BUROCRATICO «Il tema dell’autonomia non mi preoccupa – dichiara Bottacin -, perchè ormai il processo è partito e sono dieci le Regioni che hanno fatto richiesta. Sarebbe la soluzione ai problemi del Sud». A detta del senatore Paolo Saviane, l’ostacolo non sono tanto i gruppi politici quanto l’apparato burocratico. «Autonomia significa spostare i centri di potere nelle Regioni – spiega -, quindi far trasferire i lavoratori. Sono loro in questo momento a bloccare le istituzioni burocratiche centraliniste di Roma». «Credo ci attenda un autunno caldo – aggiunge il consigliere regionale Franco Gidoni -, quello che verrà formato sarà un Governo del tutto tecnico e non mi meraviglierei di vedere al suo interno anche persone di Forza Italia». Alessia Trentin

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dirlo è l’assessore regionale, con delega alla specificità della provincia di Belluno Gianpaolo Bottacin. «A cinque anni esatti dall’approvazione della legge 25 “interventi a favore dei comuni montani”, comunemente definita la legge sulla specificità della provincia di Belluno - spiega Bottacin possiamo dire che tutto ciò che poteva esser attuato lo abbiamo attuato nonostante i vari ostacoli, e l’autonomia del Veneto che ancora non c’è». La legge prevede che sia concessa autonomia amministrativa in varie materie alla Provincia di Belluno. Ciò significa che alcune cose che prima erano gestite dalla Regione ora possono essere gestite, o vengono gestite direttamente, dalla Provincia. Ed è ciò che accade appunto da tempo per alcune materie elencate nella legge 25. «Pensiamo per esempio alla viabilità o ai trasporti - prosegue Bottacin - è infatti la Provincia che definisce le linee del trasporto pubblico locale, non la Regione. O ancora la pianificazione del territorio. I piani di assetto del territorio dei Comuni vengono oggi approvati dalla Provincia. Ma anche le attività economiche per cui esiste un canale di finanziamento specifico per la provincia di Belluno, la legge 18. E poi ancora la difesa del suolo dove l’unica Provincia del Veneto in cui le frane sono gestite dall’ente Provincia è quella di Belluno». L’elenco dell’assessore continua citando le risorse idriche: «Solo per il territorio bellunese è la Pro-

vincia e non la Regione che autorizza le concessioni degli impianti idroelettrici». Ma è anche una questione di fondi: «È solo la Provincia di Belluno che incassa l’intero gettito derivante dal demanio idrico del territorio. Gettito tra l’altro raddoppiato grazie a un mio emendamento. Certo tutto questo non è stato facile in presenza di una sciagurata legge statale, sovraordinata alle legge regionali, che ha preso il nome di Delrio e che prevede che le province riducano pesantemente il personale. Quindi se la Regione attribuisce maggiori competenze, dando anche i soldi alla Provincia di Belluno, ma contemporaneamente lo Stato impone alla Provincia di Belluno di ridurre il personale del 30%, è chiaro che ci troviamo di fronte a un ostacolo non semplice». Calcolatrice alla mano Bottacin spiega: «Nonostante lo Stato abbia ridotto negli ultimi anni i trasferimenti alla Provincia di Belluno di 28 milioni all’anno e alla Regione di ben di più, quest’ultima ha triplicato i fondi destinati alla Provincia di Belluno passando da circa 14 a oltre 40 milioni all’anno».

L’ASSESSORE Gianpaolo Bottacin si occupa di “specificità”

“Cose di vecchie case”

Torna il mercatino dell’antiquariato Terzo appuntamento, domenica 25, con “Cose di Vecchie Case”, il mercatino dell’antiquariato, che si tiene in centro storico. Si potrà curiosare tra oggetti d’arte, di antiquariato e dell’usato, cartoline, libri, stampe, filatelia e numismatica; gli espositori proporranno anche abbigliamento, con le “camicie della nonna”, pizzi e merletti, e accessori, come borse e cinture, e bigiotteria. Il tutto sarà messo in mostra

nelle bancarelle dislocate nel cuore del centro storico, occupando piazza Mercato e parte di piazza Duomo dalle 8 alle 20. Nel rispetto della formula testata, ci sarà poi un ultimo appuntamento estivo nella quarta domenica di settembre, il 22. L’estate bellunese, inoltre, proporrà ancora un appuntamento con la Fiere del Nevegàl, il primo settembre. Saranno disposte modifiche alla circolazione e alla sosta.


VENERDÌ 23 AGOSTO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

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la caduta del governo

«La crisi è stata innescata dall’autonomia» I leghisti bellunesi criticano l’ex alleato 5 stelle, rivendicano i risultati raggiunti e si dicono pronti a tornare al voto

Alessia Forzin BELLUNO. La vera motivazione della crisi fra la Lega e il Movimento 5 stelle è l’autonomia. Ne sono convinti i rappresentanti bellunesi del Carroccio a Venezia e Roma, che ieri nel corso di una conferenza stampa hanno rivendicato quanto di buono il governo di cui hanno fatto parte ha realizzato in quattordici mesi, e hanno detto la loro sulla crisi in atto. «I primi a sfiduciare il presidente del consiglio sono stati i 5 stelle», ha spiegato il senatore Paolo Saviane. Il voto contrario alla Tav al Senato è ancora freschissimo nella memoria e a quella decisione la Lega imputa l’inizio della fine. Ma è stata la richiesta dell’autonomia da parte di Veneto e Lombardia, regioni a guida leghista, a innescare un meccanismo che alla fine è detonato come una bomba. «Il tempo per arrivare all’accordo è abbondantemente scaduto, avrebbero dovuto chiudere fra settembre e ottobre ma l’autonomia, con i 5 stelle al governo, non sarebbe mai passata», afferma il deputato Mirco Badole. L’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, però, è convinto che ormai il percorso sia avviato, e tornare indietro non sia più possibile: «Sono dieci le Regioni che hanno chiesto l’autonomia e bisognerà dargliela, chiunque ci sia al governo», ha detto. «Ci vorrà solo più tempo». La caduta del governo, però, preoccupa Bottacin per il futuro delle Province: «Renzi voleva abolirle, per i 5 stelle sono enti inutili, Delrio le ha massacrate con una legge che ci ha impedito di applicare fino in fondo la Legge 25 per la Provincia di Belluno». Secondo Bottacin l’accordo 5 stelle - Pd non reggerà a lungo e si tornerà al voto in primavera, per Saviane «serve solo per fermare Matteo Salvini. Per noi la soluzione naturale è tornare a votare, perché è evidente lo spostamento di voti dei cittadini avvenuto dopo le elezioni del 4 marzo 2018». Tanti i motivi di contrasto con i 5 stelle elencati da Savia-

ne, che ha citato le visioni differenti sulla legge finanziaria, la riforma della giustizia, le opere pubbliche, l’autonomia. Il senatore ha rivendicato i risultati raggiunti (risorse per gli enti locali, Quota 100, l’assegnazione delle Olimpiadi del 2026, lo sblocca cantieri, la legittima difesa) e ha mostrato palese scetticismo per un futuro governo 5 stelle - Pd. «Se il rapporto era difficile con noi, con il Pd lo sarà ancora di più», ha detto il consigliere regionale Franco Gidoni. «Queste due forze politiche si sono dette di tutto in questi anni». «Mi vengono i brividi a pensare a un governo Pd - 5 stelle», ha sintetizzato Badole. «Sono deluso ma non posso dire che non mi aspettassi quest’epilogo. Anzi, dico finalmente è finita, perché governare sotto un continuo ricatto è pesante. Peccato, perché avevamo dato un segnale di cambiamento e adesso si tornerà indietro». Bottacin si è detto deluso soprattutto dall’intervento dell’ex presidente del consi-

Nessuna ripercussione sui fondi post Vaia «Ci sono per tre anni faremo tutti i lavori»

la scadenza

Premio San Martino le candidature entro il 31 agosto

Gli esponenti bellunesi della Lega Gianpaolo Bottacin, Paolo Saviane, Mirco Badole e Franco Gidoni

Ci sono ancora pochi giorni per presentare le candidature al premio San Martino 2019. Il riconoscimento sarà assegnato dal Comune l’11 novembre, giorno della celebrazione del Santo Patrono. Le candidature vanno presentate entro il 31 agosto all’Ufficio della Presidenza del consiglio comunale, via raccomandata, pec o consegnate a mano all’Ufficio Protocollo.

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glio Conte in Senato: «Ha dimostrato di non essere mai stato super partes, ma è stato ucciso dai 5 stelle. Salvini ha solo staccato la spina a un paziente ferito e morente. Conte ha dipinto Salvini come il diavolo, ma per 14 mesi cosa ha pensato? Dico solo una cosa in merito a un possibile accordo Pd - 5 stelle: buon viaggio». La crisi di governo, però, non avrà ripercussioni locali sui cantieri post Vaia e sulle Olimpiadi: «I fondi per sistemare il territorio dopo l’alluvione ci sono, per tre anni», ha chiuso Bottacin. «Il piano degli interventi lo predisponiamo noi e viene validato dal Dipartimento nazionale di Protezione civile, non c’è il rischio di non avere i finanziamenti per fare le opere». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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vie Santa Croce (all’altezza del civico 35), Dolabella (all’altezza del civico 1 e nei pressi dell’intersezione con viale Tilman - fabbricato di nuova costruzione Ater), Tito Livio Burattini (all’altezza del civico 114) e Rudio, all’altezza del civico 90. Le auto dunque potranno passare, ma a senso unico, a partire da lunedì e fino al 3 settembre, dalle 8 alle 17.30 di ciascuna giornata di lavori. —

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XI

Porto Tolle

Venerdì 23 Agosto 2019 www.gazzettino.it

Associazioni attive e in prima fila `Toccante il ricordo del compianto Federico Bondesan La tradizionale Maratona ha aperto “Musicassociando”, l’evento creato dai ragazzi dei Calabroni con Informagiovani Cena riuscita e gran aperitivo della “Brigata gustabili” `

PORTO TOLLE È stata la consueta “Maratona delle associazioni” ad aprire la 17esima edizione di Musicassociando l’evento creato dai ragazzi dell’associazione i Calabroni, in collaborazione con l’Informagiovani di Porto Tolle. Nonostante il caldo torrido sono tante le associazioni che si sono ritrovate nel tardo pomeriggio di mercoledì in Largo Europa, da lì ha preso il via il corteo scortato dalla Polizia locale e dalla Protezione civile. Insieme a loro anche il sindaco Roberto Pizzoli, la vice Silvana Mantovani e l’assessore Federico Vendemmiati.

LA CAMMINATA Una camminata lungo via Matteotti che si è conclusa nei pressi della sede del centro educativo Rafiki, gestito dalla cooperativa Goccia, che di fatto è nata da una costola dell’associazione di volontariato. Lì, Beatrice Cattin, presidente dei Calabroni che ha spiegato: «Non sembra vero che ci sia oggi chi crede nei giovani e da loro fiducia, modo di sperimentarsi, sbagliare e migliorare. Non sembra vero che noi ogni volta “sembra che stavolta non ce la faremo mai” alla fine poi è sempre un successo».

IL RICORDO DI FEDERICO Il pensiero è poi andato a Federico Bondesani scomparso nel 2012 a seguito di un incidente stradale: «Non sembra vero che insieme a noi così tanta gente ci creda e non ci crede solo la gente, a crederci è anche il cielo ha evidenziato Cattin -. Perché lassù noi abbiamo una stella con la t-shirt di Musicassociando e un calabrone sul cuore. Una stella che in questi giorni splende sempre un po’ più del solito: Federico continua a vivere ogni avventura con noi, continua a spingerci a buttare il cuore oltre ogni ostacolo e a farlo col sorriso. Federico è sempre qui a ricordarcelo: gioca e non stare a guardare, parla poco e ascolta sempre di più, vivi la vita da protagonista, spenditi per gli altri. Con noi ci sono sempre la sua mamma e

PORTO TOLLE Alcuni momenti della splendida giornata vissuta mercoledì dalla Maratona delle associazioni all’aperitivo offerto dalla Brigata Gustabili sino alla serata. Il tutto grazie ai giovani dei Calabroni

il suo papà, Lorenzina e Mario, un esempio prezioso di forza e coraggio con loro al nostro fianco la strada è meno dura».

Azzalin: «Istituzioni unite a tutela dei vongolari»

I VOLONTARI

PORTO TOLLE

Dopo i ringraziamenti la parola è passata al sindaco: «Mi è rimasto impresso il passaggio sugli sbagli. Potrei parlare delle ore, perché fanno parte della vita e anche a chi amministra a volte capita di farli, però da questi viene la possibilità di migliorarsi. Auguro alla nostra comunità : di migliorarsi, di metterci sempre qualcosa di più, di essere sempre all’altezza dei nostri sogni”. Prima della cena “Volontari sotto le stelle” che ha visto sedersi alla stessa tavola ben 150 commensali c’è stato il tempo di un aperitivo offerto dalla Brigata gustabili di Titoli minori, mentre la serata è proseguita con balli e musica dal vivo. Anna Nani

È Graziano Azzalin, consigliere regionale del Partito democratico a chiamare in causa la politica nella questione dei diritti esclusivi di pesca e lo fa come primo firmatario di una mozione sottoscritta anche dal capogruppo Stefano Fracasso. «Sui diritti esclusivi di pesca serve un tavolo istituzionale che permetta alla Provincia di trovare una soluzione definitiva. Con una concessione pluriennale “inattaccabile” sotto ogni punto di vista a favore del Consorzio. E la Regione deve essere parte attiva. Finora, invece, ognuno si è mosso sostanzialmente per conto proprio». La richiesta di Azzalin è quin-

di che la mozione sia calendarizzata nella prima seduta consiliare di settembre come sottolinea: «Siamo alla vigilia di due appuntamenti importanti: il consiglio provinciale di Rovigo in programma oggi e quello di Porto Tolle fissato per il 2 settembre oltre alla manifestazione dei pescatori per il giorno successivo». Rimarca ancora il Dem:«È una questione che non può esse-

re lasciata in sospeso e per questo va fatta chiarezza totale dal punto di vista legislativo. I rinnovi di anno in anno non consentono né la programmazione né gli investimenti necessari per migliorare e potenziare la vivificazione e la pesca dei molluschi. Ricordo che parliamo di un settore fondamentale nell’economia del Polesine e di tutto il Veneto, con 14 cooperative e 1500 addetti raggruppati nel Consorzio di Scardovari, a cui va aggiunto l’indotto».

«REGIONE E PROVINCIA MURO CONTRO MURO DANNOSO TROVINO Secondo il consigliere regioUNA SOLUZIONE nale: «I “muro contro muro” sono dannosi, si tratta di temi DEFINITIVA» Il consigliere del Pd

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complessi che vanno affrontati e risolti una volta per tutte. Non basta dire, come ha fatto l’asses-

sore Corazzari, che ‘la Provincia di Rovigo non ha più alibi’, occorre invece lavorare affinché sia davvero così, remando nella stessa direzione. Visto che la Regione ha competenze in materia, Zaia deve prendere in mano la questione e non continuare ad avere un interesse superficiale come ha sempre fatto con il Polesine. Con questa mozione, su cui ci auguriamo un consenso trasversale del Consiglio, chiediamo alla Giunta di istituire un tavolo di concertazione con tutte le parti coinvolte. È il modo migliore per garantire un futuro tranquillo alle migliaia di persone impiegate nel settore ittico in Polesine e che svolgono un ruolo importante anche nella tutela dell’ambiente». A. Nan.


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Economia

Venerdì 23 Agosto 2019 www.gazzettino.it

Banche, via alle domande di indennizzo Partite ieri le prime richieste di rimborso attraverso il portale `Sfida M5s-Lega sulla paternità del Fondo per i risparmiatori Miatello (associazione Ezzelino): «Un miracolo, grazie Tria» Conte (Codacons): «Ai veri truffati bisogna restituire il 100%» `

EX POPOLARI TREVISO L’operazione indennizzi ai risparmiatori azzerati delle ex Popolari venete e delle altre banche in liquidazione entra nella fase operativa: con la pubblicazione del decreto attuativo in Gazzetta ufficiale, il ministero dell’Economia ha attivato l’apposito portale internet, tramite il quale, da ieri, è possibile registrarsi e inviare la domanda di rimborso. L’associazione Ezzelino III da Onara riferisce che alle 9.14 di ieri ha inoltrato la prima delle richieste per conto di propri associati, preparate sulla base delle istruzioni dei suoi consulenti. «Riteniamo un miracolo che il fondo sia partito – esulta il presidente Patrizio Miatello, ringraziando il ministro Giovanni Tria –, certamente con le nostre continue, studiate e mirate iniziative abbiamo salvato definitivamente il fondo per la quarta volta e dato il via a uno strumento unico al mondo».

IL MERITO In piena crisi di Governo, Movimento 5 Stelle e Lega rivendicano ciascuno il merito dell’operazione. Così i pentastellati sul Blog delle Stelle: «Abbiamo lavorato per far partire questo fondo dal primo giorno dopo le elezioni del 4 marzo 2018. Lo avevamo promesso dai banchi dell’opposizione quando il governo Gentiloni istitutiva un fondo da appena 100 milioni di euro, prendendo in giro i risparmiatori truffati. Alle briciole abbiamo preferito la giustizia sociale». Pronta la replica dei leghisti, con il sottosegretario uscente Massimo Bitonci: «Con le correzioni che la Lega ha apportato col decreto Crescita alle criticità della norma primaria contenuta nella legge di bilancio, siamo

Il sistema

9.14

Il fondo per gli ex soci istituito dal ministero

L’ora in cui l’associazione Ezzelino da Onara ieri ha inoltrato la richiesta

La legge 145 del 2018 ha istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze il Fondo Indennizzo Risparmiatori (Fir), chiamato a indennizzare i risparmiatori che hanno subìto un pregiudizio ingiusto da parte di banche e controllate poste in liquidazione tra il 16 novembre 2015 e il 1° gennaio 2018.

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Istanze di rimborso solo in via telematica La domanda di indennizzo può essere presentata solo in via telematica attraverso il portale sul sito fondoindennizzorisparmiatori.consap.it., entro 180 giorni a decorrere da ieri. Con il limite di 100mila euro può essere rimborsato il 30% del costo di acquisto delle azioni e il 95% per le obbligazioni.

2

PROTESTA Una delle manifestazioni promosse in Veneto dalle associazioni dei risparmiatori

Per l’assistenza legale

Dalla Regione Veneto altri 300.000 euro VENEZIA Altri 300.000 euro sono stati stanziati dalla Regione Veneto per le associazioni e i comitati che stanno affiancando, con interventi di assistenza legale e giudiziale, i risparmiatori danneggiati dalle banche. La giunta Zaia ha deliberato l’ulteriore finanziamento che porta così, grazie all’assestamento del bilancio regionale 2019, a 1.100.000 euro il gruzzolo messo a disposizione per sostenere quanti avevano sottoscritto azioni ed obbligazioni della

Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. «La Regione è stata di parola e garantisce a comitati ed associazioni la possibilità di esigere risarcimenti per migliaia di piccoli risparmiatori danneggiati dalla grave crisi delle due popolari venete di Vicenza e Montebelluna», sottolinea Manuela Lanzarin, assessore al Sociale, che mette in luce «la continuità dell’impegno di solidarietà preso con le vittime delle banche». © RIPRODUZIONE RISERVATA

riusciti a superare le obiezioni della Commissione Ue sul funzionamento del Fondo, che avevano portato ad una fase di stallo la procedura dei rimborsi».

I TEMPI Nonostante l’aspettativa, in questi primi giorni non si dovrebbe però scatenare la corsa all’invio, a giudizio di Franco Conte, presidente regionale del Codacons, associazione che segue oltre 1.300 ex soci e obbligazionisti di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Innanzi tutto per una questione di tempi tecnici: «Alla domanda è necessario allegare una serie di documenti, a partire, ad esempio, dall’attestazione dell’acquisto delle azioni. Banca Intesa (che ha rilevato le attività dei due istituti veneti, ndr) si è impegnata

Chi può presentare la documentazione La domanda va presentata dai risparmiatori, dai successori per causa di morte e dai familiari che hanno acquisito i titoli. La domanda dovrà essere compilata ed inviata unitamente agli allegati previsti dopo essersi registrati sul portale e sarà possibile verificare successivamente lo stato dell’istruttoria.

3

a fornirla entro trenta giorni. Dunque difficilmente le richieste potranno essere inviate prima di fine settembre. Inoltre, solo il decreto ha definitivamente fatto chiarezza su criteri e modalità di accesso». Per il Codacons, peraltro, non c’è motivo di affrettarsi, basta rispettare le scadenze fissate: 180 giorni dal 22 agosto, le istanze verranno liquidate contemporaneamente e vi sono risorse sufficienti. Il portale (per gli interessati: https://fondoindennizzorisparmiatori.consap.it/), al netto di alcuni termini tecnici e degli inevitabili riferimenti normativi, è dettagliato e di consultazione abbastanza semplice. «La procedura in sé è agevole, ma è solo on line – concede Conte – e oltre due terzi dei risparmiatori coinvolti hanno più di 65 anni, con una quota di analfabeti informatici molto elevata».

IL TETTO Un altro punto di criticità è rappresentato dalla quota del ristoro: 30% del prezzo d’acquisto, con il tetto di centomila euro. «I primi soldi – stima Conte – non arriveranno prima di maggio 2020. Come si può parlare di risultato storico? Questa deve essere solo una tappa, verso l’obiettivo di dare, tramite il giudizio di un arbitro, il 100% alle persone realmente truffate. Il Codacons su questo non molla e abbiamo già in programma incontri con le forze politiche per ricordare gli impegni in questo senso». Aggiunge Barbara Puschiasis, presidente di Consumatori Attivi: «Finalmente un piccolo grande passo è stato compiuto. L’auspicio è che il 30% di indennizzo previsto per gli azionisti venga elevato come promesso dalle forze politiche di maggioranza». Mattia Zanardo © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mediaset, esposto alla Consob: «Vivendi manipola il titolo» LO SCONTRO ROMA La battaglia tra Mediaset e Vivendi si riaccende a poche settimane dalle assemblee chiamate ad approvare la fusione con Mediaset Espana e la nascita della superholding Mfe ad Amsterdam. E il gruppo di Cologno “invita” i francesi a parlar chiaro e li accusa di manipolazione di mercato. Ieri Mediaset ha comunicato di aver depositato un esposto in Consob per denunciare «che

Vivendi sta agendo per deprimere il corso del titolo», che in Borsa ieri ha chiuso a 2,95 euro sopra il prezzo di recesso (2,77 euro), e per chiedere all’autorità di invitare «ufficialmente Vivendi ad assumere una posizione pubblica e univoca in merito alle sue reali intenzioni rispetto all’operazione e all’assemblea del 4 settembre». «Non appena il titolo Mediaset ha toccato la soglia dei 3 euro per azione - accusa Mediaset - Vivendi ha fatto filtrare notizie non

confermate, e che non ha mai smentito, con l’evidente intento di screditare tanto il merito dell’operazione di fusione transfrontaliera deliberata quanto la possibilità di realizzarla».

maggiorato. Il board viene infatti nominato in assemblea dai nomi proposti dal cda uscente, che potranno essere rigettati soltanto col voto contrario dei due terzi dei soci. Si riduce così il rischio di lasciar spazio a blitz degli azionisti di minoranza scomodi e dei fondi attivisti. Nella prima categoria si inserisce a pieno titolo Vivendi, protagonista tre anni fa di una tentata scalata al gruppo di Berlusconi dopo aver fatto carta straccia degli accordi sulla pay tv Premium.

GLI EQUILIBRI Il nodo in realtà è la governance: Mfe, la holding olandese destinata a incorporare Mediaset e Mediaset Espana, ha uno statuto che ne blinda il cda mettendola così al riparo da un possibile ribaltone, grazie anche al voto

LA SEDE Cologno Monzese

Se il 26 novembre il Tribunale a cui i francesi si sono rivolti, non ribalterà la situazione, Vivendi peraltro continuerà ad avere i voti congelati anche in Mfe, dove vedrà ridurre al 7,7% la sua quota e al 15,4% quella detenuta tramite Simon Fiduciaria, una società alla quale i francesi hanno dovuto girare la parte eccedente il 9,9% in Mediaset, essendo soci con più del 10% anche in Tim. C. G. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La Borsa Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.

CAMBI IN EURO Dollaro Usa Yen Giapponese Sterlina Inglese Franco Svizzero Fiorino Ungherese Corona Ceca Zloty Polacco Rand Sudafricano Renminbi Cinese Shekel Israeliano Real Brasiliano

Quotaz.

Var.%

1,1083 118,1300 0,9115 1,0905 327,7900 25,7840 4,3643 16,8177 7,8523 3,9065 4,4717

-0,189 -0,093 -0,431 0,276 0,147 -0,039 0,262 -0,235 0,108 -0,243 0,215

Oro Fino (per Gr.) Argento (per Kg.) Sterlina (post.74) Marengo Italiano

Max anno

Quantità trattate

A2a

1,577

-0,25

1,435

1,641

643504

Atlantia

23,16

-1,36

18,115

24,76

73627

16,335

-0,43

9,455 18,034

88915

Banca Mediolanum

6,590

-0,23

5,016

6,751

31541

Banco Bpm

1,736

2,18

1,612

2,142

2616859

Bper Banca

3,074

0,39

2,945

4,256

484579

Brembo

8,435

-1,52

8,202 11,841

74645

18,605

-0,29

14,925 19,985

44033

Azimut H.

Prezzo Var. % chiu. pr.chiu. Finecobank

FTSE MIB

Buzzi Unicem

ORO E MONETE

Min. anno

Generali

Min. anno

Max anno

Quantità trattate

Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.

8,589 12,426

367980

Ubi Banca

2,287

1,28

2,103

2,836

1035225

16,320

-0,34

14,443 17,293

354587

Unicredito

9,755

1,27

9,241 12,980

1815703

Intesa Sanpaolo

1,942

1,00

1,819

2,344 9925509

Unipol

4,573

-0,28

3,438

4,734

178475

Italgas

5,722

-1,62

5,005

6,234

151742

Unipolsai

2,296

-0,69

1,955

2,465

257919

Leonardo

10,130

-1,70

7,567 11,706

192031

NORDEST

Mediaset

2,950

0,51

2,566

3,015

191042

Ascopiave

4,035

-0,86

2,931

4,243

9037

Mediobanca

8,770

0,76

7,250

9,602

262360

B. Ifis

12,940

-0,77

11,248

20,28

19085

Moncler

34,70

-2,14

28,13

39,67

52119

1,942

0,31

1,712

2,619

2151

7,057

Carraro

9,664

-0,35

6,926

9,767

202810

Cattolica Ass.

7,395

0,89

8,891

24512

Prysmian

19,175

-1,19

14,954

20,01

138515

Danieli

15,360

0,39

14,711 19,467

1409

Recordati

39,51

-0,85

29,44

40,52

36341

De’ Longhi

17,700

0,34

16,557

25,71

9274

Poste Italiane

Campari

8,300

0,55

7,347

9,238

418114

41,90 445,00 310,00 244,00

44,70 548,00 332,00 263,00

Cnh Industrial

8,616

-0,30

7,741

9,964

244701

Enel

6,284

-0,54

5,057

6,564

2370581

Eni

13,312

-0,28

13,054 15,941

984405

Exor

60,08

-1,18

64,47

31599

Fca-fiat Chrysler A

11,542

0,12

11,073 13,723

817199

Tenaris

9,888

1,31

9,316 13,446

309687

Stefanel

0,1100

Ferragamo

17,810

-0,81

20255

Terna

5,570

0,36

5,026

746148

Zignago Vetro

10,020

-0,60

21,53

Quantità trattate

1,45

Lettera

17,209

Max anno

9,252

Denaro

46,35

Min. anno

Saipem

4,185

0,55

3,225

4,991

447007

Eurotech

5,430

4,02

3,284

5,465

119958

Snam

4,509

-0,04

3,895

4,820

694725

Geox

1,250

1,30

1,147

1,906

33710

Stmicroelectr.

16,340

-0,73

10,842 17,446

259437

M. Zanetti Beverage

5,620

0,00

5,565

6,515

1831

Telecom Italia

0,4598

0,77 0,4370 0,5655

5195488

8,98

1,101

1,953

449848

0,00 0,0780 0,1632

N.R.

5826d869-1aa1-4018-a1b4-7540f1b0b4c5

6,009

Ovs

1,699

8,442 11,230

2019


8

Venerdì 23 Agosto 2019 Corriere del Veneto

TV

Treviso

treviso@corriereveneto.it

NUMERI UTILI Comune Provincia Prefettura

04226581 04226565 0422592411

Questura PoliziaStradale PoliziaMunicipale GuardiaMedica

0422248111 0422299611 0422658340 0422405100

OspedaleCa’Foncello OspedaleSanCamillo Provveditorato Emergenzainfanzia

04223221 04224281 042242971 114

Taxi

0422431515

FARMACIE FanoliDuomo SanGiuseppe

0422541246 0422231900

Boom di turisti a passeggio per la città il capoluogo tocca le 130 mila presenze In due anni i visitatori sono aumentati del 13%. Conte: «È solo l’inizio, cresceremo ancora»

Notizie in breve

Contarina, l’arbitro esterno dà il via libera al nuovo cda I componenti del nuovo Consiglio di amministrazione di Contarina Spa, multiutility nel ciclo della gestione integrata dei rifiuti attiva in 49 comuni del Trevigiano, hanno tutti i requisiti tecnici previsti dallo statuto per ricoprire l’incarico. Lo ha accertato un tecnico esterno, allontanando le perplessità sul curriculum di uno dei nominativi, permettendo così all’assemblea della società di deliberare ufficialmente ieri la nomina del nuovo board secondo la fisionomia designato lo scorso 9 agosto dal Consiglio di bacino Priula, cioè dai sindaci dei comuni serviti dalla Spa. Oltre al cambio al vertice, con l’assegnazione della presidenza a Sergio Baldin al posto di Franco Zanata, la rosa proposta e ratificata è composta dallo stesso Zanata, da Lisa Labrozzi (riconfermata dal precedente Cda), e da Roberta Tedeschi e Luciano Mondin. Gli amministratori rimarranno in carica per i prossimi tre anni. (g.f.)

TREVISO In città, in questi giorni, si vedono tanti

forestieri. Stranieri, sì, ma anche turisti provenienti da altre regioni italiane attirati dal nome di Treviso, dalle sue bellezze e dalla piacevolezza dei sapori della tavola. Il bilancio dei primi cinque mesi dell’anno per il capoluogo scatta una fotografia interessante, con un +13% nelle presenze rispetto allo stesso periodo del 2017. Ma il risultato è lusinghiero anche sotto altri punti di vista: Treviso è la città che cresce di più in Veneto, il doppio della seconda classificata (Verona, +6,3%) e tre volte Venezia, che cresce del 4,5%. «Questi dati confermano la volontà della nostra amministrazione di puntare anche sul turismo con investimenti, eventi di qualità e attenta programmazione delle iniziative» commenta il sindaco Mario Conte. Per Ca’ Sugana i dati sono «incoraggianti»: da gennaio a maggio le presenza sono state 131.756 a fronte dei 60.647 arrivi (il primo numero è relativo alle notti di accoglienza erogate dalle strutture ricettive, il secondo ai clienti

ospitati). Nello stesso periodo del 2018, le presenze erano state 116.577 (58.123 gli arrivi), già in aumento rispetto alle cifre riscontrate nel 2017 quando le presenze erano state 105.444 (55.648 arrivi). Pochi giorni fa la classifica provinciale era stata meno ottimistica, ma i giornali anglosassoni spingono Treviso come meta turistica da preferire alla caotica Venezia, e il capoluogo mette la freccia. «Non ci vogliamo fermare qui, cresceremo ancora – assicura il sindaco - introdurremo il biglietto unico per i musei e la messa in rete del patrimonio artistico, coinvolgendo la Curia e Fondazione Cassamarca. Avremo una stagione teatrale di altissimo livello, promuoveremo il cicloturismo e attueremo il rilancio del commercio attraverso un piano da un milione di euro, verranno organizzati eventi per promuovere i prodotti tipici. Saremo il punto di riferimento turistico per tutta la provincia». Sfruttando anche il marchio delle colline Unesco del Prosecco.

La vicenda

● Nei primi cinque mesi dell’anno le presenze di turisti a Treviso sono cresciute del 13% rispetto al 2017. Il sindaco Mario Conte (in foto) è soddisfatto

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Dopo più di un secolo

Le suore francescane delle residenze Israa vanno in «pensione» TREVISO Per più di un secolo le suore

Nominati tutti i presidi, restano scoperti solo due istituti Anche nella Marca, come nel resto della Regione, sono stati nominati tutti i presidi: restano scoperti solamente due istituti comprensivi, quello di Follina e Tarzo e il Nievo di Cordignano. Trentotto sono le nuove nomine, portando dei presidi a tempo pieno soprattutto nelle scuole elementari e medie della provincia, andando a sanare le posizioni a scavalco, le reggenze che vedevano un dirigente spostarsi anche su territori di area vastissima per ricoprire il doppio incarico. Tra questi, Renata Moretti andrà a dirigere l’istituto superiore Besta di Treviso, Michele Giannini allo Scarpa di Motta di Livenza, Felice Fazio all’Obici di Oderzo, Francesco Laterza all’Ipsia Galilei di Castelfranco; nel capoluogo arrivano Francesca Magnano all’Ic 3 Felissent e Leonardo Gullotta all’Ic 2 Serena.

I dati sono un «punto di partenza» per l’assessore a cultura e turismo Lavinia Colonna Preti: «La giunta Conte ha investito il 50% in più rispetto al passato – spiega -. A novembre inaugureremo a Santa Caterina la grande mostra in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna e la Casa dei Tre Oci di Venezia e a settembre prenderà servizio il nuovo manager dei musei che si occuperà di nuove strategie per il potenziamento dell’offerta museale». I numeri sono stati elaborati dalla Regione Veneto. «Tutti gli attori, pubblici e privati, devono essere consapevoli delle reali potenzialità attrattive della città e della sua provincia - spiega l’assessore regionale al turismo Federico Caner, che è anche consigliere comunale ai Trecento -. C’è un ampio margine di incremento dell’offerta turistica, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, in un’area di sempre maggiore interesse». Silvia Madiotto

Il saluto Le suore francescane missionarie che prestavano assistenza nelle case di riposo vanno in pensione dopo un secolo

Ad Asolo e Pieve

TREVISO «Una

sfortunata partita di insalata di alghe». È questo che è successo, in poche parole, nei giorni a cavallo di Ferragosto. Ma il risultato è che dodici persone, sedute a due tavolate differenti e in comuni fra loro lontani, hanno trascorso alcuni giorni in preda di malori diffusi dovuti a una gastroenterite virale, o meglio al norovirus trasmesso da quel cibo esotico ordinato al ristorante di sushi o per asporto. Per scoprire che cosa avesse contagiato tutti quei commensali, l’unità operativa di Microbiologia del Ca’ Foncello di Treviso diretta dal dottor Roberto Rigoli ha effettuato esami specifici riscontrando positività in persone con gli

francescane missionarie del Sacro Cuore hanno prestato assistenza nelle case di riposo di Treviso, partendo a fine Ottocento dal Menegazzi di San Giuseppe e collaborando poi con tutte le quattro residenze dell’Israa. Hanno assistito con generosità e attenzione gli anziani non autosufficienti, trasformandosi col passare del tempo in un sempre più prezioso ausilio per gli operatori dell’istituto, con mansioni di cuoche, infermiere, assistenti spirituali. Domenica per le sei religiose ancora in servizio sarà l’ultimo giorno di «lavoro». Il consiglio d’amministrazione e la direzione dell’Israa, assieme a tutto il personale, i volontari e i residenti, ringraziano affettuosamente «per l’amore, il coraggio, la pazienza e la dedizione prestati nella loro missione, alle suore francescane dobbiamo molto per la loro opera di testimonianza di carità e misericordia». Domenica mattina, proprio al Menegazzi di via Noalese dove tutto era cominciato nel 1898 (anno di fondazione dell’istituto per merito di monsignor Menegazzi e con l’importante aiuto della congregazione delle Sorelle francescane di Gemona) si terrà una messa di saluto con le autorità. (s.ma.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Vanno a mangiare sushi a Ferragosto in dodici ricoverati per gastroenterite stessi sintomi, classificabili genericamente come «influenza intestinale». Ma c’era dell’altro, bisognava indagare. Diagnosticare il norovirus non è facile ma l’Usl 2 ha collegato i casi alla segnalazione di contagi arrivata dalla Spagna a inizio agosto e, dopo aver escluso altri germi, ha agito con ulteriori verifiche sui soggetti contaminati. La tecnologia in possesso dell’unità del dottor Rigoli, sofisticati strumenti di biologia molecolare, hanno consentito di isolare il virus. Anche l’aggregato trevigiano entrerà quindi nel circuito di diffusione internazionale, con un’evidenza di interesse scientifico per la sicurezza alimentare.

I due «focolai tossinfettivi» si sono verificati nei distretti di Asolo e Pieve di Soligo: nel primo caso gli approfondimenti hanno coinvolto 2 persone di un gruppo di 6; nel secondo 10 di un gruppo di 14. L’elemento comune era il consumo dell’insalata di alghe usata nella preparazione del sushi. Il norovirus è stato scoperto nel 1972, è un agente diffuso di gastroenteriti acute non batteriche trasmesse per via alimentare (in relazione al consumo di frutti di mare crudi, insalate, frutti di bosco, acqua contaminata, cibi freddi, germogli, erbe e spezie). I sintomi sono quelli tipici delle gastroenteriti: vomito, nausea, crampi addominali e diarrea; l’infezione dura dalle

12 alle 60 ore ma per la gran parte dei pazienti si risolve entro due giorni senza alcuna complicazione. La sintomatologia dei pazienti era modesta e si è risolta. «Abbiamo controllato tutti i ristoranti di sushi e ad oggi non sono state riscontrate ulteriori problematiche – spiega il dottor Sandro Cinquetti, direttore del dipartimento di Igiene e sanità pubblica -. La partita contaminata è stata eliminata, non c’è stato bisogno di ricorrere ad altri provvedimenti. Anzi, in un caso il ristoratore aveva già provveduto a mettere in atto procedure di pulizia molto importanti». S.Ma. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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VENERDÌ 23 AGOSTO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

La specificità della Provincia

Bottacin: «Tante deleghe al Bellunese» L’assessore regionale illustra i risultati di cinque anni di applicazione della legge 25: triplicati i fondi per la montagna Francesco Dal Mas BELLUNO. Cadono oggi i primi cinque anni della legge regionale 25, quella che ha assegnato particolari forme e condizioni di autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria alla Provincia di Belluno. I pareri sulla sua attuazione sono discordi, tanto che lo stesso presidente Roberto Padrin si trova combattuto tra la soddisfazione per le “conquiste” e la delusione per gli obiettivi ancora da raggiungere. Certo, obietta l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, se la Regione fosse già autonoma, avrebbe potuto riconoscere molto di più al bellunese. «A cinque anni dall’approvazione della Legge – è il bilancio di Bottacin – possiamo dire che tutto ciò che poteva esser attuato lo abbiamo realizzato, nonostante i vari ostacoli che ci sono stati e che ancora ci sono». La legge prevede che sia concessa autonomia amministrativa in varie materie alla Provincia: «Ciò significa che alcune cose che prima erano gestite dalla Regione vengono amministrate oggi da Palazzo Piloni ed è ciò che accade appunto da tempo per alcune materie». L’assessore cita la viabilità ed i trasporti. È infatti la Provincia che definisce le linee del trasporto pubblico locale, non la Regione, sottolinea. La pianificazione del territorio si sta decentrando. I piani di assetto dei Comuni vengono oggi approvati dalla Provincia e non più dalla Regione. Ma anche le attività economiche – ricorda l’assessore – sono in parte assegnate a Palazzo Piloni, per cui esiste un canale di finanziamento specifico, la Legge 18. E poi la difesa del suolo «in cui Belluno è l’unica Provincia del Veneto che gestisce le frane». È la Provincia e non la Regione che autorizza le concessioni degli impianti idroelettrici. Ed è pure la Provincia – insiste Bottacin – che incassa l’intero gettito

derivante dal demanio idrico del territorio, gettito tra l’altro raddoppiato grazie ad un emendamento per il quale l’assessore regionale afferma di aver dato un contributo determinante. «Certo, ottenere tutto questo non è stato facile in presenza di una legge statale, sovraordinata a quelle regionali, la “Delrio” che prevede che le Province riducano pesante-

Viabilità, trasporti, difesa idrogeologica sono competenze di Palazzo Piloni mente il personale. Quindi se la Regione attribuisce maggiori competenze, dando anche i soldi alla Provincia di Belluno, ma contemporaneamente lo Stato impone alla stessa di ridurre il personale del 30%, è chiaro che ci troviamo di fronte a un ostacolo non semplice». In ogni caso, «nonostante lo Stato abbia ridotto negli ultimi anni i trasferimenti alla Provincia di Belluno di 28 milioni all’anno e alla Regione di ben di più, quest’ultima – ricorda ancora Bottacin – ha triplicato i fondi destinati al Bellunese, passando da circa 14 a oltre 40 milioni all’anno. Ed è solo grazie a questo che oggi la Provincia ha un avanzo di amministrazione – evidenzia Bottacin – di oltre 30 milioni di euro». L’assessore si dice sicuro che anche gli ostacoli persistenti possano essere superati; l’importante – precisa – è che continui la buona collaborazione in atto con l’attuale Amministrazione provinciale, «per cui possiamo affrontare insieme le problematiche e programma per il futuro nuovi passaggi». La vera partita, per Bottacin, è quella dell’autonomia del Veneto che consentirebbe alla Regione di avere molte più competenze, e di conseguenza la possibilità di poterne trasferire a cascata alla Provincia. —

l’applicazione

Aspetti positivi e negativi A cinque anni dalla approvazione della legge 25 sulla specificità della provincia di Belluno, ci sono molte luci, secondo Bottacin, assessore regionale, e molte ombre, secondo Maurizio Busatta sulla applicazione pratica della normativa.

le ombre

Busatta: molte competenze sono rimaste alla Regione BELLUNO. Legge 25: più om-

bre che luci, secondo Maurizio Busatta, portavoce della Fondazione Coleselli e già consulente della Provincia di Belluno. «Non sono un politico, osservo la Legge da un punto meramente tecnico e constato che alcuni articoli rimangono ancora disattesi nella loro applicazione. Mi riferisco, ad esempio, all’articolo 14 sulle modalità di conferimento delle funzioni alla Provincia. Esso prevede che entro 180 giorni dall’entrata in vigore della 25, la Giunta regionale approvi l’atto ricognitivo delle funzioni di caratte-

re unitario che permangono in capo alla Regione, in quanto attinenti agli obiettivi della sua programmazione e al rispetto della normativa statale. Questo non è avvenuto. Come non si è dato corso all’articolo 16 che mette in conto il conferimento delle risorse finanziarie, umane e strumentali alla Provincia per l’esercizio delle funzioni assegnate». Disatteso l’articolo 20, sulle procedure. Il tavolo istituzionale tra la Regione e la Provincia? Non è stato più convocato. Secondo una ricognizione di Busatta, restano accen-

conclude – è indispensabile il riconoscimento diretto di quella bellunese, l’unico territorio alpino confinante con stato estero e abitato da consistenti minoranze linguistiche che non ha una specifica protezione costituzionale». Il presidente della Provincia, Roberto Padrin, è in ferie. Preferisce non intervenire nel merito, limitandosi a dire che «non siamo affatto in presenza di un fallimento» bensì di un processo complesso da costruire, basti considerare quanto è accaduto con la riforma delle autonomie. E la Provincia, afferma, è in ricostruzione dal terremoto. — F.D.M.

il presidente del movimento bona

Severo il giudizio del Bard «È un relitto della politica» Ma secondo Roberto Padrin non siamo affatto in presenza di un fallimento ma di un processo complesso ancora da portare avanti BELLUNO. La legge 25 sulla specificità della Provincia di Belluno? «Un relitto» secondo Andrea Bona, presidente del Movimento autonomista Bard.

«La legge 25 di attuazione dello statuto del Veneto è stato l’estremo ed inutile tentativo di trovare una soluzione per l’autonomia di Belluno all’interno di una regione a statuto ordinario. La sua approvazione ha inoltre coinciso con la fase di maggior spinta centralista e di taglio di competenze e risorse a tutte le autonomie non protette da specifiche norme costituzionali. A di-

stanza di cinque anni e dopo il referendum del Veneto e quello della provincia di Belluno, è ormai il relitto di una stagione politica che ha esaurito la sua capacità di intervento». Secondo il dirigente del Bard, solo in presenza di un’autonomia speciale del Veneto è possibile riparlare di una definizione dei rapporti con la provincia alpina di Belluno. «In alternativa –

trate in Regione le politiche transfrontaliere, anche se la Provincia partecipa ai tavoli di partenariato. Confinate a Venezia pure le minoranze linguistiche. In Provincia, invece, sono approdati il Governo del territorio e la tutela del paesaggio, tranne la Via. Quanto alle risorse energetiche, entro il 31 marzo 2020 vanno definite con legge regionale le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni delle grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico. «Si vedrà quanto arriverà a Belluno». In tema di viabilità e trasporti, è in corso

la riclassificazione in capo ad Anas di 351 km di strade. Entro il 30 settembre la Regione deve completare la ricognizione di quanto le spetta in tema di foreste, per poi procedere prima della fine dell’anno a perfezionare il nuovo modello organizzativo. Rimangono in capo alla Regione le funzioni di autorità forestale e la gestione del vincolo idrogeologico. Caccia e pesca, si sa, sono state conferite alla Provincia, ma senza risorse umane – rileva Busatta – e senza introito. Per quanto riguarda le attività economiche, è in corso di rivisitazione da parte della Regione, su proposta di Franco Gidoni, il fondo di rotazione aree di confine. Se l’agricoltura resta in carico alla Regione, il turismo se lo dividono Regione e Camera di Commercio, col presidente della Provincia che presiede la Dmo. — F.D.M.

Andrea Bona e Ivan Minella del Bard

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VENERDÌ 23 AGOSTO 2019 LA NUOVA

DOLO - MIRA - RIVIERA

«Riforma museale catastrofica» Grigoletto (Italia Nostra): tutte le decisioni principali accentrate a Roma allungando i tempi STRA. È entrata in vigore ieri la riforma del ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli, volta a riorganizzare il ministero e rendere più efficienti i musei. La novità principale è la creazione del polo museale Lombardo Veneto con 29 sedi tra musei e monumenti. Tuttavia per molti esperti del settore il decreto avrà un impatto negativo nel territorio. Tra i motivi: una forte centralizzazione a Roma, un allungamento delle pratiche burocratiche e una dispersione delle competenze sulle

specifiche realtà. «In Italia con le parole siamo bravissimi a condire il nulla», attacca Andrea Grigoletto, consulente legale di Italia Nostra, «Il decreto peggiora la sciagurata separazione tra tutela e valorizzazione del bene effettuata dall’ex ministro Dario Franceschini, introduce i Segretariati distrettuali che non hanno mansioni specifiche, abolisce le Commissioni Regionali per il Patrimonio Culturale (Corepacu) che funzionavano benissimo in tempi rapidi e sposta ogni decisione a Ro-

ma, aumenta il potere del Segretario generale del Ministero, Giovanni Panebianco e non prende in considerazione la creazione di una Sovrintendenza del Mare come chiesto tante volte». In pratica nell’ambito della tutela del bene ci sono i depositi, affidati alle Sovrintendenze, mentre in quello della valorizzazione c’è la gestione del bene affidata ai poli museali: «Questo significa che se io ho un museo non posso gestire il deposito se non con una lunga burocrazia», spiega Grigoletto ,«Bo-

Andrea Grigoletto

nisoli aveva detto che avrebbe superato la riforma, ma ha fatto peggio rendendo i poli museali distanti tra loro e la gestione difficile. Grave inoltre l’abolizione delle Corepacu che servivano a livello regionale per decidere in tempi rapidi come vincolare un bene. Ora si dovrà chiedere a Roma con tempi che si prevedono lunghissimi». Critico anche il sindacato Cisl che non aveva visto di buon occhio la firma dei decreti attuativi sui vari accorpamenti, fatta in anticipo lo scorso 13 agosto dal mini-

25

stro per evitare che una crisi di governo potesse mandare tutto in fumo: «Non è stato inviato alle organizzazioni sindacali il decreto che noi pensiamo avrà un grande impatto negativo sul territorio», ha detto Massimo Grella della Cisl, «In questo momento poi i vertici dell’Accademia si stanno passando le consegne con i vertici di Ca’ d’Oro che verrà incorporata alle Gallerie, senza averci consultati, né convocati». Tra le perplessità sollevate c’è anche l’incoraggiamento alla collaborazione con il settore privato. Ma per il Ministero dei Beni culturali quella dell’accorpamento è invece una manovra che porterà a una semplificazione, che migliorerà la gestione generale dei musei, portando anche a un notevole risparmio e a un’armonizzazione delle scelte fatte sul territorio italiano. — Vera Mantengoli

Degrado di Villa Pisani, subito polemiche L’attacco dei privati: «È simbolo di una gestione pubblica che trascura i beni culturali». I sindaci: «Situazione dignitosa» Laura Berlinghieri STRA. «Il costo di un bene co-

me Villa Pisani? Credo si aggiri intorno al milione di euro annuo, ma è una stima. Bisogna considerare gli stipendi del personale: biglietteria, visite, giardinaggio, negozi, iniziative. A cui aggiungere i costi per i materiali e per risolvere gli inconvenienti, come i danni per il maltempo». È la valutazione fatta da Alberto Passi, presidente dell’Associazione per le Ville Venete. Associazione privata: «La condizione in cui versa Villa Pisani», spiega, «evidenzia la tendenza degli enti pubblici a trascurare i beni culturali». La speranza, per Passi, risponde all’unificazione dei poli museali veneto e lombardo. «Deve portare nuove risorse. Siamo seduti su una gigantesca miniera, che è la nostra penisola. In Italia ci sono circa 35 mila dimore storiche: alcune tenute molte bene, altre meno. La maggior parte è di proprietà dei privati, ma questi fanno quello che possono. Ci deve essere una volontà politica di sviluppare un rapporto tra pubblico e privato, altrimenti questi beni sono destinati ad andare in rovina». A guardare con positività all’accorpamento tra i due poli museali è Federica Boscaro, presidentessa della conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta: «La situazione in cui versa Villa Pisani è difficoltosa, ma comunque dignitosa, dato che la struttura è aperta e visitabile. Sarebbero necessari diversi interventi, come quello per l’illuminazione, e per questo i Comuni dovrebbero essere più partecipi, ma non possono, perché i fondi necessari sono troppi» commenta. «Per questo considero con estremo favore l’unificazione dei poli museali. Sostengo l’unione delle potenzialità delle Regioni, e non il loro isolamento, come fattore di promozione. È necessario avere uno sguardo

di insieme e questo lo si può fare unendo personalità, culture e finanziamenti. Le Olimpiadi di Milano e Cortina sono l’esempio di questo ragionamento. Villa Pisani, con determinati lavori di ristrutturazione, potrebbe avere un fasto e uno splendore centuplicato rispetto a quelli attuali». Di parere opposto il deputato Nicola Pellicani (Pd), che nei giorni scorsi ha presentato un’interrogazione parlamentare proprio sull’accorpamento dei due poli museali. «Questa riforma condurrà nuovamente all’accenStoria

Il costo di gestione si aggira sul milione Boscaro: «È comunque aperta e visitabile» tramento - pre riforma Franceschini - e alla dispersione sull’indefinito polo museale lombardo-veneto». «I disagi maggiori saranno sopportati dal Veneto e, in particolare, da Venezia», dice, «Intuendo l’imminente caduta del Governo, Bonisoli ha voluto introdurre questa riforma. Ma lo ha fatto in maniera frettolosa, indefinita e non condivisa, creando disagi e preoccupazione tra dipendenti e addetti ai lavori, che ora non conoscono le loro sorti. Tutti i progetti di valorizzazione già iniziati sui diversi beni del polo museale veneto rischiano di rimanere in cantiere. E questo riguarda anche Villa Pisani, che non si sa come sarà gestita. È la teoria di Zaia, che nel suo progetto di autonomia puntava alla creazione di un polo regionale, riproducendo su questa scala il centralismo romano. La riforma Franceschini andava in senso opposto, creando autonomie. Poi non si capisce quale sarà il ruolo dei privati. Questa riforma va fermata e rivista. Aspettiamo il nuovo Governo». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

I due edifici simbolo A destra una veduta di Villa Nazionale Pisani, a Stra, di proprietà pubblica. Un nostro reportage pubblicato ieri ha documentato il degrado in cui è tenuta. In alto Villa Spica, a Dolo, il cui proprietario l’ha affittata a una coop di accoglienza migranti.

la polemica a dolo

Ripristinato il tetto pericolante «Ma Villa Spica non è ostello» Il sindaco di Dolo contrario alla destinazione decisa dal privato proprietario dell’antica dimora patrizia che ora ospita 60 profughe DOLO. I lavori per la messa in

sicurezza di Villa Spica a Dolo, sono stati eseguiti nelle scorse settimane come prescritti dall’ordinanza del Comune. Il sindaco Alberto Polo però ribadisce che l’edificio, una villa antica del 1600, non è adatto ad ospitare circa 60 richiedenti asilo politico in questo caso donne con bambini.

«La Prefettura», spiega Polo, «ci ha comunicato che i lavori all’interno della villa, che si trova in centro a Dolo, sono stati eseguiti come richiesto dal Comune, con certificazioni di periti». Il sindaco aveva disposto a metà maggio la “diffida per la messa in sicurezza del fabbricato”. Il problema era nato a maggio quando dal soffitto si erano staccati sei metri quadrati d’intonaco. La tragedia fu evitata perché gli operatori qualche ora prima avevano notato il rigonfiamento del soffitto. Per precauzione avevano posto un

tavolo per bloccare la parte a rischio. I pezzi poi sono caduti e l’intonaco si è sgretolato per tutta la stanza. Il sindaco Polo aveva diffidato il proprietario e il gestore ciascuno per quanto di competenza, “di fare una verifica dell’intero soffitto e di procedere alla messa in sicurezza del manufatto”. L’ordinanza disponeva poi che “l’uso dei locali deve rispettare i fondamentali criteri di prevenzione incendi”. «Anche se tutte le prescrizioni sono state rispettate ed eseguite come richiesto in base alla legge», spiega il

sindaco Polo, «e pur sapendo che la destinazione e gestione dei richiedenti asilo non è di nostra competenza, continuiamo a rimanere dell’idea che si tratti a nostro avviso di un uso improprio di un edificio antico». Polo poi ricorda come invece nel caso di “Casa a Colori” che si trova ai confini con la località Arzerini del territorio di Camponogara, la struttura che ospita qualche decina di migranti, sia invece di fatto più adatta e qui problemi non ce ne siano mai stati. Nell’altro comune più popoloso della Riviera, Mira, i richiedenti asilo sono circa 130: 80 sono ospitati negli alberghi “Byron” e “Bepi el Ciosoto” a Malcontenta, 20 all’ostello di Giare, 30 alla cooperativa Olivotti e qualcuno alla casa di accoglienza “San Raffaele” della Caritas a Mira Porte. — Alessandro Abbadir


VENERDÌ 23 AGOSTO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

giochi a cinQUe cerchi

Governance per le Olimpiadi martedì vertice a Milano Per la parte bellunese saranno presenti il sindaco di Cortina, Ghedina e il vice «Il dialogo operativo con il Cio non ha mai conosciuto interruzioni» spiega Alverà CORTINA. Si lavora per defini-

re la governance olimpica. Martedì Gianpietro Ghedina, sindaco di Cortina, e Luigi Alverà, vicesindaco con delega allo Sport, che rappresentano Cortina rispettivamente nel Comitato di indirizzo e nel Comitato esecutivo e di coordinamento per le Olimpiadi del 2026, saranno a Milano per proseguire con i lavori di approfondimento e di definizione della Governance olimpica. In videoconferenza interverrà anche Luca Zaia. «L’appuntamento di martedì», spiega Ghedina, «permetterà di precisare i principi e le regole per una corretta gestione di Milano Cortina 2026: un evento che, desidero ribadirlo, rappresenta un’opportunità con enormi potenzialità di sviluppo, su basi sostenibili, ben oltre i confini del nostro Comune. Anche per questo ogni passo va ponderato, affinché le Olimpiadi possano essere

Il sindaco Ghedina e il governatore Zaia l’altro giorno a Cortina

un’occasione reale per un futuro all’altezza di Cortina, città olimpica dal 1956». I lavori proseguono dopo che il Comitato olimpico internazionale ha affidato i Giochi invernali del 2026 a Milano Cortina. Il 16 e il 17 settembre i membri del Cio torneranno in Italia, ci sarà un

passaggio a Venezia e uno a Milano, per continuare il dialogo tra gli attori olimpici. «Il dialogo operativo con il Cio», spiega Luigi Alverà, «non ha conosciuto interruzioni con l’obiettivo di definire via via tutti gli aspetti che compongono l’evento olimpico. L’attività per Milano Cor-

i controlli della stradale

Camion trasporta cherosene la polizia scopre 10 infrazioni BELLUNO. Camionista colle-

ziona dieci infrazioni. Per di più in un colpo solo. Trasportava 800 litri di cherosene e non c’era quasi niente che andasse bene. La pattuglia della Polizia stradale di Belluno l’ha fermato lungo la statale 47 della Valsugana, dove era in quel momento in servizio e, Codice della Strada alla mano, è stato un bagno di sangue. Al giovane e incauto autista di nazionalità italiana sono state contestate violazioni delle disposizioni relative all’equipaggia-

mento di sicurezza del veicolo, all’utilizzo degli imballaggi e alle procedure di spedizione previste per il trasporto di merci pericolose su strada. Patente di guida e carta di circolazione sono state subito ritirate e scatterà una sospensione, che potrà variare da un minimo di due mesi a un massimo di otto, ma non è finita così. È in arrivo una maxi multa da 3.200 euro per tutta una serie di contravvenzioni al Codice; l’autista si è visto togliere 22 punti dal

proprio documento di guida e il veicolo è sottoposto a fermo amministrativo. Non si muove almeno fino a quando la spedizione non sarà diventata del tutto regolare. Passerà per forza del tempo: «È bene ricordare che le persone impiegate nel campo delle merci pericolose devono per legge essere sempre formate in maniera conforme alle esigenze che le loro attività e responsabilità comportano, durante il trasporto», spiega in una nota il commissa-

tina 2026 procede senza sosta, come anche le azioni in stretta collaborazione con il Coni». Nemmeno la crisi di Governo crea problemi secondo il governatore Zaia. «Noi continuiamo a lavorare senza sosta», sottolinea Zaia, «il progetto delle Olimpiadi va avanti a prescindere dalla

rio capo Simone Morello, «questo per evitare danneggiamenti o ferite ed, eventualmente, per ridurre al minimo i loro effetti. Ciascun autista deve sempre verificare e sapere, ad esempio, che le merci pericolose trasportate siano autorizzate al trasporto; che la documentazione prescritta si trovi a bordo del mezzo. E poi devono assicurarsi visivamente che il veicolo e il carico non presentino difetti evidenti, perdite o fessure. Senza dimenticare che i mezzi non possono essere sovraccarichi e occorre sempre che abbiano etichette, marchi e pannelli utili a descrivere le sostanze pericolose. Questo a garanzia non solo di chi le trasporta, ma anche degli altri utenti della strada». — G.S.

crisi governativa. Noi lavoriamo. Ora nell’incontro di martedì saremo impegnati per fissare la governnace, se creare a una Spa o una Fondazione. Discuteremo poi del profilo del futuro amministratore delegato che avrà il compito di organizzare le Olimpiadi. Non sarà un elefante della politica. Io punto ad una persona competente, capace di gradi relazioni, una persona di industria, imprenditorialmente efficiente». Il lavoro in Veneto si è anche concettizzato in un importante atto ufficiale. «Con la proposta di legge di bilancio 2020-2022 abbiamo aperto il capitolo dedicato alle Olimpiadi invernali del 2026. Nel prossimo triennio», rimarca Zaia, «sono previsti investimenti per 112, 5 milioni. Nella somma sono compresi anche gli accantonamenti come garanzia immediata al Cio, a conferma della buona volontà del Veneto di portare a buon fine l’evento. Si tratta di un investimento eccezionale e senza precedenti. Come hanno certificato gli esperti di tre eccellenti università, le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina saranno lo straordinario fattore di uno sviluppo economico, in grado di incidere positivamente sul Pil prima, durante e dopo l’evento. Ci prepariamo a gestire, bene come sappiamo fare noi veneti», conclude, «una grande occasione e un prezioso investimento per la nostra terra e le sue future generazioni». — Alessandra Segafreddo

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a cortina

Il sindaco di Verona incontra Zaia e Ghedina CORTINA. Primo incontro

tra i sindaci di Verona, Federico Sboarina, e di Cortina, Gianpietro Ghedina, presente Zaia, per tracciare il programma della collaborazione a tre in vista delle Olimpiadi del 2026. Sboarina, Ghedina e Zaia hanno preso l’impegno, a Cortina, di incontrarsi il prima possibile per cominciare a stendere un programma di iniziative. «Era la prima volta che ci vedevamo tutti e tre dopo l’assegnazione dei Giochi di Losanna. Le idee sono davvero tante – spiega il sindaco Sboarina – e ognuno di noi ha già in mente proposte e progetti da mettere sul tavolo in vista delle Olimpiadi del 2026. Ecco perché è essenziale fare squadra e portare avanti un continuo confronto tra i nostri due territori e la Regione. Ci incontreremo a breve per cominciare a lavorare nel dettaglio. Verona – continua Sboarina – non sarà sede di gare ma avrà un ruolo centrale, non solo dal punto di vista geografico ma anche per tutti i servizi che potrà offrire a quanti si sposteranno da Milano a Cortina». —

le assegnazioni di ieri

Scuola, molti istituti restano senza presidi BELLUNO. Non è stata parti-

colarmente positiva la giornata di ieri per quanto riguarda l’assegnazione dei posti di dirigente scolastico nel Bellunese. Alcuni posti sono stati assegnati, come all’Istituto comprensivo di Feltre (Lorella Lazzaretti), all’Iti Segato (Ilaria Chiarusi), e ad Auronzo (Erika Lombardi). Ma molte altre sedi non hanno trovato un dirigente. Ci sono otto sedi non assegnate: gli istituti comprensivi di Cesiomaggiore, Santa Giustina, Fonzaso, Quero, Alpago, Longarone, Val Boite

Cortina e Cpia. Non hanno trovato dirigenti neppure le sedi sottodimensionate come Ic Alleghe, Ic Pieve di Cadore, Ic Val di Zoldo, Alberghiero di Longarone e Domegge. Inoltre resta scoperto anche il Follador. I neo dirigenti che sono stati nominati l’altro giorno non possono assumere delle reggenze, cioè non possono prendersi carico anche di queste scuole. Occorrerà quindi ricorrere a dirigenti scolastici di fuori provincia. Insomma situazione ancora molto incerta. —

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cose di vecchie case Operatori telefonici qualificati saranno a disposizione per la dettatura dei testi da pubblicare Si pregano gli utenti del servizio telefonico di tenere pronto un documento di identificazione per poterne dettare gli estremi all’operatore (ART. 119 T.U.L.P.S.)

Ne danno il triste annuncio il marito Giuseppe, i figli Roberto, Luigino e Francesca, la nuora, il genero, gli adorati nipoti, le cognate, il cognato ed i parenti tutti. I funerali avranno luogo sabato 24 agosto alle ore 16 nella chiesetta del cimitero Urbano di Prade. Eventuali offerte potranno essere devolute all’Associazione “ F. Cucchini ”. La famiglia porge un sentito ringraziamento al personale tutto del reparto di oncologia e delle Cure Palliative dell’ospedale di Belluno per l’assistenza e le cure prestate. Si ringrazia fin d’ora quanti in ogni modo vorranno onorarne la memoria.

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Mercatino domenica di usato e antiquariato BELLUNO. Cose di vecchie

case domenica nelle piazze di Belluno, Duomo e Mercato. È il terzo appuntamento della stagione estiva. Bancarelle aperte dalle 8 alle 20 e traffico deviato come avviene ogni domenica interessata dalla manifestazione. Ultimo appuntamento sarà il 22 settembre. —


REGIONE ATTUALITÀ

Corriere del Veneto Venerdì 23 Agosto 2019

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La crisi di governo vista dal Veneto 1 di Marco Bonet VENEZIA E se alla fine tornassero insieme? La telenovela ferragostana sulla «crisi andata in crisi» tra la Lega e il Movimento Cinque Stelle ha visto ieri un nuovo, inatteso colpo di scena, che ha finito per scompaginare il copione già scritto del corteggiamento tra gli stessi pentastellati e il Pd. Al termine delle consultazioni al Quirinale, infatti, Matteo Salvini si è presentato alle telecamere insolitamente docile, disponibile, accondiscendente, e pur continuando ad indicare nel voto «la via maestra», perché il futuro dell’Italia non può passare per «giochi di palazzo e manovre contro», ha teso di nuovo la mano agli (ex?) alleati: «Se vogliono far ripartire il governo e il Paese noi ci siamo. Se qualcuno mi dice ragioniamo, diamoci un tempo per trasformare i no in sì, miglioriamo la squadra, miglioriamo il programma, io non porto rancore, sono un uomo concreto». Di più: in questo anno e mezzo «Di Maio ha lavorato bene per il Paese». Insomma, pur di «non far rientrare dalla finestra Renzi, Boschi e Boldrini», Salvini è pronto a tornare sui suoi passi. Non è successo niente. Beninteso: l’assemblea dei gruppi M5S ieri sera ha dato mandato per acclamazione al capo politico Luigi Di Maio e ai capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva d’incontrare la delegazione del Pd capitanata dal segretario Nicola Zingaretti (che pure a sera ha confermato: «Si tratta»), e per evitare di mandare tutto gambe all’aria i pentastellati si sono affrettati a chiarire che in queste ore non sono in corso contatti col Carroccio. E però la mossa di Salvini, confortata indirettamente dalle parole del Presidente Sergio Mattarella (non solo M5S e Pd, «anche da parte di altre forze politiche è stata rappresentata la possibilità di ulteriori verifiche») ha avuto comunque l’effetto di sparigliare le carte, disorientando gli stessi leghisti che, specie in Veneto, da mesi spingono per il ritorno al voto. «Ma come?» si domandano increduli i militanti, «quando tutti dicevamo di mollare i Cinque Stelle, Matteo se li teneva stretti; quando era il momento di stare fermi, perché c’era la manovra da fare e si capiva che ci saremmo cacciati in un guaio, lui li ha mollati.

Il capitano e i colonnelli A sinistra Matteo Salvini 1 , ministro dell’Interno e leader della Lega, ieri al Quirinale. A destra, l’ex segretario regionale della Lega, ora eurodeputato Gianantonio Da Re 2 e i due membri del direttorio della Liga Veneta Roberto Marcato 3 e Nicola Finco 4 , rispettivament e assessore e capogruppo in Regione

IldialogoètraPdeM5s maSalviniriapreaDiMaio espiazzaileghistiveneti IlleaderCinqueStelle:autonomiaprioritàdelnuovogoverno

Salvini Ragioniamo, diamoci del tempo, miglioriamo la squadra. Io non porto rancore

Ora che la base si stava scaldando, ed era pronta a tornare in piazza, lui se li ripiglia...». Strabuzzano gli occhi i colonnelli ma non possono che allargare le braccia rassegnati: «Con Matteo funziona così: decide tutto lui, da solo. Noi le cose le scopriamo in diretta Facebook. Ci si adegua, che altro possiamo fare?». Le probabilità sono al lumicino, ma se mai la reunion ci sarà, dovrà adeguarsi pure il governatore Luca Zaia, che più d’ogni altro (e stranamente per le sue abitudini) si è esposto in questi giorni contro i Cinque Stelle. «Sono incompatibili con qualsiasi progetto di governo - ha detto - che si tratti di amministrare un Comune o guidare il Paese». E ancora: «sono inadeguati», «giustizialisti». Il

suo mantra è stato uno soltanto: «Si deve votare». E come lui, almeno fino a ieri, la pensavano tutti i colonnelli. E invece, chissà. Anche perché subito dopo Salvini, al Quirinale è salito Di Maio, che in un capolavoro di equilibrismo e ambiguità da far invidia ai vecchi democristiani ha messo in fila il decalogo M5S per un nuovo governo. Al primo punto, ineludibile per Di Maio, c’è il taglio dei parlamentari che il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha già indicato come l’ostacolo più arduo per la formazione di una maggioranza giallo-rossa (ma a questo punto si proverà a trattare). E al sesto punto, con una certa sorpresa vista la posizione tenuta fin qui dai Cinque Stelle, ecco che spunta

l’autonomia: «Va completato il processo di autonomia differenziata richiesta dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna - ha detto Di Maio istituendo contemporaneamente i livelli essenziali di prestazione per tutte le altre regioni per garantire a tutti i cittadini gli stessi livelli di qualità dei servizi». Per carità, al successivo punto 8 c’è pure il «piano straordinario di investimenti per il Sud» ma va detto che Di Maio è stato l’unico leader di partito (con Silvio Berlusconi) a citare l’autonomia all’uscita dal confronto col Capo dello Stato. Per dire, Salvini non ne ha parlato minimamente, come non vi aveva accennato nel suo discorso al Senato nel giorno della caduta di Conte.

Di Maio Va completato il processo di autonomia differenziata richiesta dal Veneto

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In pochi ci credono ma l’ex segretario della Liga Veneta Toni Da Re segue comunque il suo Capitano: «Se tra le priorità c’è l’autonomia per me si può continuare. Vanno cambiati i ministri che si sono rivelati non all’altezza del compito, e Toninelli è il primo, ma se l’alternativa è il ritorno di Renzi, avanti col governo gialloverde». Possibilista anche Roberto Marcato, assessore regionale chiamato a far parte del direttorio che tiene le redini del Carroccio in Veneto: «Il voto per me resta la soluzione migliore ma sono uno pragmatico e guardo ai risultati: tanti li abbiamo raggiunti, dalla legittima difesa ai decreti sicurezza, dai truffati dalle banche ai porti chiusi e tanti altri si possono raggiungere, se ci sarà una vera svolta». Più battagliero Nicola Finco, capogruppo in Regione e pure lui membro del direttorio, che si fa portavoce dei dubbi (eufemismo) della base: «Per carità, se i Cinque Stelle si sono svegliati all’improvviso e hanno ritrovato la strada maestra... ma finora sono stati un disastro. A me non interessa con chi ci alleiamo ma cosa facciamo e fin qui per il Veneto non abbiamo portato a casa nulla da Roma. Ora pretendiamo risposte chiare, a cominciare dall’autonomia». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tremonti a Cortina

«L’ultimoèstato ungovernoanomalo maalmenoteneva insiemeNordeSud» «Un governo giallorosso? Qualsiasi cosa accada, credo che sarà molto difficile fare un governo che escluda il Nord». Parola di Giulio Tremonti. A Cortina d’Ampezzo, intervenuto ieri alla rassegna Una Montagna di Libri, il professore ed ex ministro dell’Economia del governo Berlusconi riempie l’Hotel Miramonti (oltre trecento persone) per la presenCORTINA D’AMPEZZO

tazione del suo ultimo libro, «Le tre profezie» (Solferino). Una riflessione a tutto campo sulla globalizzazione e l’Europa, ma Tremonti non rinuncia a parlare della opzione di governo tra Partito Democratico e Cinque Stelle: «Il governo gialloverde uscente è stato fatto in modo del tutto anomalo, i programmi dicevano una cosa e il contratto di governo era completamente

un’altra, è stato un governo per molti versi discutibile. Tuttavia, almeno evitava una eccessiva divisione nord - sud del Paese. Le due forze che lo componevano mettevano insieme quelle due aree. Qualsiasi cosa accada oggi, credo che sarà molto difficile fare un governo che escluda il nord. L’ultimo governo che ha escluso il nord, con un solo ministro lombardo, è stato l’ultimo governo della Prima Repubblica. E si è visto com’è andata a finire». Parla delle tre profezie contenute nel libro, Tremonti, «quella di Marx, che affermò che il capitale avrebbe evocato forze che non sarebbe stato in grado di gestire, e penso allo scontro USA-Cina. Poi quella di Goethe, che proietta Faust al comando di un mondo posticcio, immateriale: è il Digito Ergo Sum che ha sostituito

Ex ministro Giulio Tremonti ieri ospite a Cortina

le vite reali. Infine Leopardi, che nello Zibaldone predice la fine della civiltà globale». Non si pone nella critica sovranista alla globalizzazione, Tremonti, eppure spiega: «Caduto il comunismo, la globalizzazione era inevitabile, ma, per quanto giusta, è stata troppo rapida. La prima globalizzazione, quella della scoperta dell’America, ha gettato nel caos il mondo per due secoli; non era possibile ge-

DIREZIONE ACQUISTI E AA.GG.

AVVISO PER ESTRATTO BANDO DI GARA La Regione del Veneto indice una procedura telematica, ex art. 60 del D.lgs. 50/2016, per l’affidamento del servizio di noleggio a lungo termine, senza conducente, di complessivi n. 11 autoveicoli suddivisa in due distinti lotti. Tipologia contrattuale 36 mesi/150.000 km. Lotto n. 1 – n. 9 vetture intermedie. CIG: 799876340A; Lotto n. 2 – n. 2 vetture ad alimentazione ibrida CIG: 79987655B0. Valore totale stimato di entrambi i lotti: Euro 323.400,00=, comprensivo dell’eventuale proroga tecnica di sei mesi. La documentazione di gara è consultabile sul sito www.regione.veneto.it (all’interno del link “Bandi, Avvisi e Concorsi” e sulla piattaforma telematica “Sintel”, di proprietà della Regione Lombardia accessibile dal sito www.ariaspa.it Termine tassativo per la presentazione delle offerte: 04/10/2019, ore 18:00, secondo modalità descritte nel disciplinare di gara. Il Direttore – Avv. Giulia Tambato

stire la seconda in nemmeno un decennio». Sull’Europa, l’ex ministro dell’Economia invoca un ritorno allo spirito del Trattato di Roma del 1957, l’europeismo del cuore e della fratellanza dei popoli: «oggi, quando parli nel mondo con gli americani e i cinesi, l’Europa è al tavolo dei grandi, ma non saprei se come commensale o come pietanza. Ha una debolezza che si mostra in gravi fenomeni come la Brexit. E la dimensione dell’anglosfera è essenziale per l’Europa. Occorre tornare ad un’Europa che la gente capisca e senta sua. Ecco, più che dell’unione bancaria, penserei alla difesa comune». Ha seguito la discussione al Senato sulla sfiducia al governo Conte? «Vi risponderei solo se avessi qui il mio avvocato». © RIPRODUZIONE RISERVATA


XIV

Quarto d’Altino Mogliano

Venerdì 23 Agosto 2019 www.gazzettino.it

La Lega: «Staff del sindaco anti Salvini» Duro attacco del segretario provinciale Tollon a Grosso `La risposta: «Professionista assunta per le sue capacità. «Dalla sua collaboratrice post contro le nostre politiche» Quello che fa o scrive fuori dal municipio non mi riguarda» `

QUARTO D’ALTINO A incrinare i rapporti, già da tempo altalenanti, tra Claudio Grosso e i leghisti è un post. A pubblicarlo su Facebook, però, non è stato il sindaco di Quarto d’Altino ma una dipendente assunta dal Comune per il suo staff. La citazione ironica riferita, anche se non viene nominato direttamente, al ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha fatto infuriare il segretario provinciale della Lega, Luca Tollon, che con una sorta di “accusa di tradimento” se la prende però con il primo cittadino altinate.

LA CONTESTAZIONE Grosso, tirando in ballo altre possibili ragioni che a suo dire potrebbero essere alla base della contestazione della Lega, ribatte spiegando che il Comune ha assunto la professionista solo per le sue competenze e di continuare a valutarla positivamente per la sua attività. «Vedere Claudio Grosso, che si è sempre dichiarato vicino alla Lega,

che si circonda di collaboratori che esultano per le vittorie elettorali della sinistra, che contestano le politiche della Lega sul tema dell’immigrazione e che irridono con post offensivi chi come il ministro Salvini mostra il rosario in pubblico, mi lascia interdetto. Mi aspetterei almeno delle spiegazioni», recita la nota di Tollon che fa riferimento ad alcuni post, in particolare l’ultimo, dell’esperta in comunicazione. Il simbolo della Lega a Quarto era all’interno dell’area civica dell’attuale sindaco Grosso, e ha come riferimento l’assessore Alessandro Cesarato. «Anche l’assessore, con cui collaboriamo - aggiunge Tollon -, ha confermato delle anomalie, rilevando quanto fosse strana l’assunzione di una persona che tiene una linea che non è affine alla nostra». «Grosso - conclude Tollon -, nonostante abbia rifiutato la tessera della Lega, si è sempre dichiarato vicino al nostro movimento. Vedere che assume nel suo staff, con incarico fiduciario, collaboratori che sono dei militanti politici che non

perdono occasione per attaccare la Lega e il nostro segretario Salvini e fare propaganda per la sinistra mi lascia perplesso. Da chi si dichiara di centrodestra ed è stato eletto anche con l’appoggio del nostro partito mi aspetterei maggior coerenza».

La nota

LA REPLICA Il sindaco spiega di essersi accorto del post solo in seguito alle lamentele. «Non entro nel merito di questa polemica che trovo stucchevole e che certifica come la scelta compiuta dall’amministrazione sia determinata da competenze e capacità e non da “vicinanza”. Una logica, quella, che non mi è mai appartenuta. La dipendente del Comune in questione è stata assunta tramite un bando pubblico e non è una consulente esterna. Sono state valutate esclusivamente capacità professionali e relazionali, esperienze concrete e professionalità. Il tutto già certificato in questo lasso di tempo. Sono solo queste le caratteristiche che deve avere una persona chiamata a supportare la mia attività di sindaco: quello che pensa, dice o fa al di là dei

«Eletto con i voti del centrodestra» «Nonostante abbia rifiutato la tessera della Lega, Grosso si è sempre dichiarato vicino al nostro movimento. Vedere che assume nel suo staff, con incarico fiduciario, collaboratori che sono dei militanti politici che non perdono occasione per attaccare la Lega e il nostro segretario Salvini e fare propaganda per la sinistra mi lascia perplesso. Da chi si dichiara di centrodestra ed è stato eletto anche con l’appoggio del nostro partito mi aspetterei maggior coerenza».

compiti per i quali è stata assunta e soprattutto fuori dal municipio non mi riguarda». E fa notare che i suoi rapporti con le personalità più in vista del centrodestra e della Lega sono ottimi: «Trovo singolare che nel bel mezzo di un dibattito politico di tale portata la preoccupazione di un coordinatore provinciale si manifesti sugli impiegati del Comune di Quarto, luogo nel quale con il presidente Zaia e il sindaco Brugnaro, viceversa, stiamo conducendo importanti progetti per tutti i cittadini. E mi dispiace anche che il segretario Tollon preferisca dialogare attraverso i media. Se voleva spiegazioni, per rispetto del buon rapporto di collaborazione e per la mia vicinanza alla Lega a cui fa lui stesso riferimento, bastava una telefonata». E chiude, sibillino, citando il documento votato all’unanimità nell’ultima seduta del consiglio per dire “no al passaggio all’Ulss4”: «Mi rifiuto invece di pensare che questa uscita sia determinata dalla mia ferma opposizione al cambio di Ulss». Melody Fusaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nuovo affondo dopo gli scontri con il “vicino” Romanello I PRECEDENTI QUARTO D’ALTINO Tollon era già in-

tervenuto su questioni “altinati”, in quel caso però per calmare gli animi e tentare di mettere pace nei rapporti, sempre più tesi (e ora totalmente assenti), tra il sindaco Grosso e il “vicino” di Marcon, Matteo Romanello. Leghista “doc”, Romanello (che all’epoca era anche segretario della sezione di Quarto e Marcon) non aveva mai mancato di punzecchiare il vicino altinate. La situazione era peggiorata nell’ottobre scorso, quando in un post aveva parlato di “sindaci trombati da altri partiti, che in passato si nascondevano dietro a una civica” e che all’improvviso avrebbero voluto entrare in Lega per salire sul carro del vincitore. Grosso, sentendosi chiamato in causa, aveva però ribattuto spiegando di non aver mai voluto fare la tessera del partito specificando di essere sempre stato lui, al contrario, a rifiutare la richiesta della Lega di entrare a far parte della squadra. A quella sono seguite tante occasioni di scontro tra i due (dal passaggio all’Ulss 4 alle schermaglie social con l’uscita di Romanello che accusava Grosso di averlo bloccato su Facebook), culminate con la scelta della Lega di separare le due sezioni e l’addio del sindaco di Marcon alle celebrazioni condivise del 25 aprile. Nel “caso tessera” era stato proprio Tollon a cercare di sedare gli animi, specificando che Grosso non si sarebbe tesserato, che non l’aveva richiesto, ma che tra lui e il partito esisteva un buon rapporto di collaborazione sul piano amministrativo e politico. Rapporti che però ora, almeno con una parte del partito, sembrano non essere idilliaci. (m.fus.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

ALTRI TEMPI Tollon (a sinistra) prima delle incrinature del rapporto con Claudio Grosso (secondo da sinistra, seguito da Forcolin, Bona, Romanello, Celeghin e Cesarato)

IL BATTIBECCO SUI SOCIAL «VUOI SALIRE SUL CARRO DEI VINCITORI» «TI SBAGLI, SONO IO CHE HO SEMPRE RIFIUTATO DI ENTRARE NEL PARTITO»

Pugno di ferro: Daspo urbano e misure anti-accattoni MOGLIANO «Qui non esistono sceriffi. Io ho un assessorato delicato e, se la legge me lo consente, cerco di dare delle regole che aiutino la comunità a vivere meglio». Carlo Albanese non ci sta a passare per un ottuso tutore dell’ordine. «I problemi di disagio giovanile e di sballo li abbiamo ereditati. Esistevano anche con la Giunta precedente. La differenza è che noi abbiamo deciso di affrontarli, nell’interesse di tutti». L’ordinanza che vieta il consumo di alcolici per i minori nei luoghi pubblici porterà con sè altre due importanti novità. «Dobbiamo procedere a una revisione completa

del regolamento comunale. Introdurremo, sul modello di moltissime altre città, il Daspo urbano e misure di contrasto all’accattonaggio molesto». L’assessore alla sicurezza annuncia queste come le prime misure autunnali. «Bisogna dare un giro di vite e imporre delle regole». Il Daspo urbano fu introdotto dall’allora Ministro dell’Interno Marco Minniti con un “decreto sicurezza” nel quale si parlava, per la prima volta, di una misura con cui un sindaco – in collaborazione con il prefetto – era concesso di multare e poi di vietare l’accesso ad alcune aree della città per chi avesse «Posto in essere condotte che limitano la libera altrui o che violano le regole del decoro o della legalità».

Assessore, lei dice di non voler fare lo sceriffo poi applica Ordinanza anti-alcol, Daspo urbano e misure contro l’accattonaggio. C’è una stretta importante... «Il Daspo è previsto per legge. Noi lo applicheremo su richiesta della polizia locale, per poter fornire strumenti per agire in senso dissuasivo. Avremmo dovuto farlo molto prima».

L’ASSESSORE ALBANESE «NON SIAMO SCERIFFI MA AMIAMO QUESTA CITTÀ CHI CI HA PRECEDUTO HA CREATO DEI COVI PER LA SINISTRA»

ASSESSORE ALLA SICUREZZA Carlo Albanese

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E il Regolamento anti-accattoni? «Ultimamente ci è stato segnalato che quando viene rifiutata l’elemosina ci sono episodi di vandalismo contro le auto di chi non sgancia soldi. A questo diciamo basta. E soprattutto ci opponiamo al racket dello sfruttamento dei mendicanti». Però la critica è che si risolvano i problemi solo con misure repressive. «Chiedo a Nilandi e a Ceschin di portarmi i risultati delle loro politiche sociali. Cosa hanno ottenuto in un mandato? Il fenomeno dello sballo è in crescita». Hanno spiegato che sono stati fatti investimenti per 40 mila euro, e create due strutture di aggregazione sociale.

«Di aggregazione politicizzata vorrei sottolineare. Officina 31021 è chiaramente schierata. Ecco perché molti giovani non la frequentano. Non si fa solo attività civica, quello è evidentemente un covo di sinistra. Ma a noi non interessa fare proselitismo, vogliamo essere trasversali. E presto faremo le nostre proposte. Non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo continuare a finanziare queste realtà». Quando perfezionerete le nuove ordinanze? «A settembre si definisce tutto. Ma ripeto non vogliamo istituire un controllo militarizzato. E per il sociale punteremo soprattutto sullo sport». Elena Filini © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

ZANZARE, CROLLANO I CASI DI WEST NILE Nel 2019 solo 10 casi di infezione, contro i 105 del 2018. L’assessore Manuela Lanzarin: «Merito anche del Piano di disinfestazione straordinario della Regione da 500.000 euro».

Venerdì 23 Agosto 2019 www.gazzettino.it

Laureati in corsia, il piano per formarli Definito il programma di lezioni e tirocinio per i 320 dottori `Un mese in aula e due di tirocinio, poi potranno occuparsi solo destinati al Pronto soccorso. Fra loro anche i medici di base di codici bianchi e verdi. Allo studio i corsi per i 180 di Geriatria `

re in Medicina Generale, perché non permettere di farlo a un collega laureato in Medicina e Chirurgia e abilitato alla professione? Peraltro sul Canal Grande immaginano che, alla fine, lo faranno sia gli uni che gli altri: ad aderire all’avviso che sarà pubblicato entro il 15 settembre (ricorso permettendo), infatti, potrebbero essere non solo giovani neo-laureati, ma anche una parte degli 800 medici di base che non sono convenzionati con le Ulss e che al momento lavorano nelle cliniche private piuttosto che nelle strutture turistiche. Per tutti il contratto sarà di libera professione. Per quanto riguarda la Medicina e la Geriatria, invece, il programma sarà elaborato dal comitato scientifico della Scuola di Sanità Pubblica, Fondazione di cui Santo Davide Ferrara è presidente e Domenico Mantoan è vice.

SANITÀ VENEZIA I tempi di attuazione delle delibere dipenderanno dalla natura del ricorso annunciato da Anaao-Assomed. Ma in attesa di capire se l’impugnazione conterrà o meno una richiesta di sospensiva dell’efficacia del provvedimento, comincia a prendere forma il piano della Regione per la formazione dei 500 laureati, che saranno assunti negli ospedali del Veneto. In particolare è già stato definito il programma destinato ai 320 destinati al Pronto Soccorso: un mese di teoria e altri due di pratica, dopodiché i giovani (ma non necessariamente: potranno essere anche medici di base attualmente liberi da convenzioni) dovranno occuparsi solo dei codici bianchi e verdi, cioè dei casi più lievi che costituiscono circa il 90% degli accessi complessivi, non dei gialli e rossi.

IL PERCORSO

LA PUBBLICAZIONE È attesa per martedì prossimo la pubblicazione sul Bur dei due testi, trasmessi dall’assessorato alla Sanità ai carabinieri del Nas di Padova, che di propria iniziativa ne hanno chiesto e ottenuto copia alla luce dell’eco mediatica suscitata dalla vicenda. Sui provvedimenti pende l’annunciata azione giudiziaria promossa dal sindacato, che in parallelo a un esposto alla Corte dei Conti sul profilo contabile degli atti, ha spiegato di voler chiedere al Tribunale di accertarne la legittimi-

IN OSPEDALE Un ambulatorio per codici bianchi, cioè i casi non urgenti, in Pronto Soccorso

tà sul piano amministrativo. La decorrenza della loro effettiva esecutività dipenderà dal contenuto del ricorso: un conto è se venisse chiesta e soprattutto concessa la sospensiva, un altro è se questo non avvenisse e se dunque la macchina continuasse ad andare avanti. In ogni caso il motore sta già girando.

EMERGENZE E URGENZE Il percorso formativo dedicato al Pronto Soccorso è stato messo a punto dal Coordinamento regionale emergenza e urgenza (Creu). Il gruppo di lavoro ha stabilito che i laureati e abilitati seguano 92 ore di lezioni in aula e altri due mesi di tirocinio all’interno dell’unità operativa, a fianco di colleghi esperti, ma occu-

pandosi solo dei casi classificati nel triage come verdi (urgenze minori, come traumi o fratture che non interessano le funzioni vitali, ma necessitano comunque di cure) o bianchi (nessuna urgenza, per cui basterebbe andare dal medico di famiglia). Il ragionamento di Palazzo Balbi è stato appunto questo: se di quei sintomi potrebbe occuparsi un dotto-

Secondo sussurri di Palazzo, inizialmente sarebbe stato previsto un percorso più lungo. Dopo essere stati ingaggiati con questa modalità provvisoria, i 500 medici si sarebbero successivamente specializzati attraverso contratti di formazione e lavoro regionalizzati. Ma la trattativa sull’autonomia si è impantanata e il Governo gialloverde è caduto. E così per Ferragosto al governatore Luca Zaia non sarebbe rimasto altro che sparare il fuoco d’artificio dell’assunzione diretta. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

I TEMPI DI ATTUAZIONE DELLE DUE DELIBERE DIPENDERANNO DAL TIPO DI RICORSO ANNUNCIATO DALL’ANAAO-ASSOMED

L’ESAMINATORE E L’ESAMINATO BOCCIATO Il professor Mario Bertolissi, presidente della commissione valutatrice e Ludovico Mazzarolli

UNIVERSITÀ VENEZIA “Pastette” all’Università di Padova per la cattedra di Diritto costituzionale? Il post pubblicato su Facebook dal professor Lodovico Mazzarolli, che per evitare «il pettegolezzo di provincia» ha annunciato di aver partecipato al concorso e di aver perso arrivando terzo, ha generato una serie di commenti sulla “piazza virtuale” tali da indurre a pensare a intrighi accademici. Tanto che il presidente della commissione giudicatrice, il professor Mario Bertolissi, è intervenuto sull’argomento. Va detto che il posto che si libererà al Bo è proprio quello di Bertolissi, che dal 1° ottobre andrà in pensione. Per attribuire la cattedra, la commissione presieduta da Bertolissi ha valutato i titoli di 4 concorrenti (inizialmente erano 6, 2 si sono ritirati) e la classifica ha visto vincitore Guido Rivosecchi. Questa la frase di Mazzarolli che ha dato adito al chiacchiericcio: «Mi sarebbe è piaciu-

“Pastette” per la cattedra di Bertolissi? Polemica dopo l’annuncio del perdente to vincere una competizione leale e pulita», lasciando intendere che quella svoltasi al Bo non lo fosse. Tant’è che tra i commenti c’è anche chi dice che Mazzarolli «ha fatto comprendere come vanno le cose, purtroppo, nel nostro

IL COSTITUZIONALISTA CHE VA IN PENSIONE: «MAZZAROLLI FU ALLIEVO DI PALADIN? NON BASTA IL VINCITORE NON POTEVA CHE ESSERE RIVOSECCHI»

paese».

L’ATTACCO Ribatte Bertolissi: «Quel che è chiaro dallo scambio di opinioni tra il professor Mazzarolli e i suoi interlocutori su Facebook è che la procedura non sarebbe stata lineare. E uso un eufemismo perché i sottintesi sono assai gravi». Il noto costituzionalista, peraltro a capo della delegazione trattante sull’autonomia di cui fa parte anche Mazzarolli, precisa di intervenire «perché c’è in ballo la credibilità dei miei colleghi commissari. E ne va del prestigio del vincitore». Mazzarolli dice che

ha perso ma il suo curriculum lo può leggere chiunque? «Ha ragione - ribatte Bertolissi - ma doveva aggiungere che sono disponibili pure i curricula degli altri candidati». E, dopo aver precisato che il giudizio era su una comparazione di titoli «e non una gara solitaria», dice che Mazzarolli è autore di poco più di un centinaio di pubblicazioni mentre Rivosecchi ne vanta oltre 200 pur essendo più giovane. «E lascio perdere il curriculum complessivo e il valore scientifico delle monografie». Mazzarolli ricorda di essere stato allievo del Maestro Livio Paladin? «Lo sono stato pure io, ma

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questo non basta - dice Bertolissi - Gli addetti ai lavori sono in grado di comprendere millimetricamente se una commissione ha operato secondo giustizia oppure no. Oggi in nome della trasparenza tutto è a disposizione». In-

«NON HO MAI PENSATO CHE LA VALUTAZIONE NON FOSSE CORRETTA. I COMMENTI SU FB? PERSONE CHE MI VOGLIONO BENE»

Treviso

Mangiano sushi, in 12 stanno male

`Dalla scorpacciata di sushi

al mal di pancia. Una dozzina le persone colpite. Nel mirino un ristorante della pedemontana della provincia di Treviso, i cui clienti hanno accusato malesseri intestinali, poi attribuiti dall’unità operativa di microbiologia dell’Usl 2 a “norovirus”. L’agente virale, già riscontrato poche settimane fa in Spagna, per i sanitari è riconducibile al consumo di insalata di alghe, componente tipico dei pasti a base di sushi. I sintomi essenzialmente nausea, vomito, diarrea ed un leggero stato febbrile - sono per tutti comparsi fra le 12 e le 48 ore dall’assunzione della pietanza e si sono risolti in un arco di tempo massimo di 60 ore. I norovirus sono altamente infettivi, trasmessi prevalentemente per via alimentare; i loro effetti epidemici principali sono stati associati al consumo di frutti di mare crudi, insalate, frutti di bosco, acqua contaminata, cibi freddi, germogli, erbe e spezie.

somma, non è un caso di mala-università, dice Bertolissi: «Si fa riferimento a “pettegolezzi di provincia e dell’accademia”: sono estraneo agli uni e agli altri. Ciascuno si informi anche prendendo contatto con il mondo dei costituzionalisti e si sentirà rispondere che il primo della graduatoria non poteva essere che il professor Guido Rivosecchi. Può dispiacere, ma è così. Aggiungo che si tratta di un grande acquisto per l’Università di Padova e in particolare per la Scuola di Giurisprudenza avvenuto all’insegna del criterio della sprovincializzazione».

L’ASSICURAZIONE Contattato, il professor Mazzarolli si stupisce del vespaio sollevato dal suo post su Fb: «Non ho mai pensato a “pastette” e sono convinto che la valutazione della commissione giudicatrice sia stata corretta». I commenti degli amici su Fb? «Persone che mi vogliono bene». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA


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VENERDÌ 23 AGOSTO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

La crisi vista dal Veneto

Leghisti spiazzati e divisi su Salvini: qualche mugugno ma il fronte tiene Lo scacchiere resta indecifrabile, primi dubbi sul capo Serena: «Non vorrei avessimo perso la grande occasione» VENEZIA. «Salvini? Non vorrei che il partito abbia perso una grande occasione, e penso anche all’autonomia. Ma la figura peggiore l’ha fatta Conte, da quando in qua un premier che è un amministratore insulta un suo braccio destro?» A Marco Serena, sindaco di Villorba, comune di 20 mila baitanti, uno dei big del fronte degli amministratori leghisti di Marca, non difetta il coraggio. Nessuno osa discutere la linea del Capitano, e il leader storico Gian Paolo Gobbo va ripetendo: «Spero che nessuno osi anche solo criticare chi ci ha portato dal 3 al 38%». Ma un piccolo viaggio nella Marca provincia più leghista d’Italia, fa emergere tre schieramenti. Serena precisa: «Tutti a parlare della sfiducia, ma il governo era morto nei fatti dopo il voto sulla Tav. In fuorigioco ora c’è Conte, non Salvini, coerente sulla linea del fare». I CRITICI

Il primo schieramento è critico. E qui ci sono big che vanno giù duri, ben oltre Serena, ma chiedono l’anonimato: «Sbagliati tempi e modi», dice l’ex sindaco, «si doveva far strappare i 5S, con un ultimatum sull’autonomia. Avevamo appena intascato Tav e decreto sicurezza, la gente non capisce, abbiamo il massimo consenso ma se non si va al voto subito rischiamo grosso». Un altro veterano rivede vecchi film: «Non vorrei rifacessimo l’errore di Bossi quando fece cadere Berlusconi, lo pagammo caro. Di-

ciamo che per la prima volta non ho capito Salvini». I TATTICI

Poi, anche tra i salviniani, ecco gli attendisti, prudentemente alla finestra non osando criticare il Capitano. «Forse non è andata come ci si aspettava, ma se si vota, anche a primavera, siamo a dama», è quanto dicono molti big. E qualcuno confida anche nel Capo dello Sta-

ché da quasi 200 anni il miglior pensiero italiano è quello federalista, da Cattaneo a Miglio». Michielon è tranchant: «Salvini è stato anche troppo buono e paziente, come si fa a governare con chi ci insulta un giorno sì e l’altro anche? Ora aspettiamo le urne, se noi e i 5S eravamo un’alleanza strana, quella 5S-Pd è contronatura: cosa farà il Pd sull’autonomia dell’Emilia Romagna?» BASE PERPLESSA

Il diktat dell’ortodosso Gobbo: «Nessuno osi criticare il leader che ci ha portato dal 3 al 38%» to, pur di arrivare alle agognate urne. «AVANTI COSÌ»

E poi il terzo fronte. Quello del «Salvini? Bene, anzi benissimo». Di chi insofferente della partnership con i grillini, esulta: «Non se ne poteva più, la misura era colma». Qui si attestano il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero, amministratore intellettuale non sempre allineato, e l’ex deputato Mauro Michielon, ora commissario del capoluogo. «Ormai si fronteggiano i conservatori-assistenzialisti e i progressisti del fare, con una visione pragmatica e di sviluppo. E Salvini ha smascherato gli assistenzialisti. Una Lega nazionale, come dicevo sin dalla caduta di Bossi, è una garanzia per l’Italia, ma serve il federalismo, per-

E la base? «Alle urne, e capitalizzare il consenso», resta il mantra del popolo veneto. Ma si ha l’impressione che quanto è avvenuto a Roma, per la prima volta, abbia spiazzato militanti e simpatizzanti, da quando Salvini ha preso in mano il partito. Le perplessità sono forti, anche nelle sezioni, ma dall’alto è già partito il diktat. E si invita ad attendere l’esito della crisi, confidando che alla fine non nasca un governo alternativo che metta la Lega fuori dai giochi di palazzo. Il timore serpeggia. Soprattutto per quello che è diventato il Sacro Graal del partito veneto, anche dopo la fine della Liga: l’autonomia del Veneto, che senza la garanzia della Lega rischia di scendere ancora nell’agenda dell’esecutivo. Così non stupisce se molti, come Michielon, si aggrappino alla richiesta gemella (ma più soft) dell’Emilia Romagna. È davvero una crisi pazza, quasi indecifrabile. — Andrea Passerini BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Matteo Salvini parla ai giornalisti dopo l’incontro di ieri con il Presidente della Repubblica Mattarella

le strategie

Il piano B del Carroccio: “sacrificare” Matteo e patto bis con il M5S VENEZIA. Gli ultimi tam tam di-

cono che a Roma si stia provando di tutto, in casa Lega, pur di non perdere il pallino del governo, ora che si profila il rischio dell’intesa giallorossa. Persino a mettere sul piatto la stessa presenza di Salvini nel prossimo esecutivo. I parlamentari veneti smentisocno recisamente, ma nei corridoi romani c’è anche un contropressing, non solo da parte delle Lega, per un pro-

lungamento del patto gialloverde, magari allargato a eventuali “ responsabili”. Anche - udite udite – senza il Capitano, diventato ingombrante per gli (ex?) alleati. Ma il Carroccio in cambio imporrebbe una contropartita agli odiati partner: la scadenza. Precisa: primavera 2020 e voto anticipato fra marzo e aprile. Il tempo di varare la finanziaria che scongiuri l’aumento dell’Iva e presentarsi

ROBERTO WEBER

L’OPINIONE

Il Capitano bocciato da Giorgetti potrebbe stare in panchina margine del cratere lasciato dalla crisi del governo giallo-verde - che ‘infiniti lutti addusse’ alla Lega dell’incautissimo Capitano - due battute fotografano la natura del momento politico che stiamo vivendo. Da un lato il cauto Giorgetti tende a ridurre ormai al minimo la possibilità di elezioni anticipate, grazie ‘allo spirito di sopravvivenza della specie’ dei gruppi parlamentari attuali; dall’altro, Gad Lerner invita i leader del Pd a rispettare ‘una

A

agli elettori con quest’altro risultato, sul piano economico. L’ultima quadra, per i leghisti, convinti di vincere nel 2020 e governare l’Italia senza partnership indigeste. La base venete non vorrebbe nemmeno gli alleati del centrodestra... E dunque si potrebbe digerire il prolungamento dell’intesa con gli odiatissimi grillini, magari non un Conte bis. Specie dopo gli attacchi del premier uscente al vice lumbard. Anche per un partito disposto a una capriola degna dei migliori acrobati, il premier uscente ora è un nuovo temibile avversario, uno dei potenziale sfidante del Capitano alle prossimo politiche. E la base? «Alle urne, e capitalizzare il consenso», resta il mantra del popolo veneto. —

severa dieta’ in caso di formazione di un nuovo governo a guida M5S con il sostegno dem. Dunque, quella che può essere senza dubbio considerata la vera mente politica della Lega, Giancarlo Giorgetti, indirettamente boccia, come totalmente azzardate e fallimentari sul piano politico, le mosse estive di Salvini che hanno portato alla sfiducia, e stancamente rivendicate dal Capitano (‘rifarei tutto’) nel dibattito parlamentare. Per quanto riguarda il Pd invece, Gad Lerner dà

pressoché per scontato un appoggio esterno ad un nuovo governo Conte/M5S ma suggerisce di rimanerne fuori, optando invece per la presenza di personalità ‘esterne’ di livello, così attenuando le inevitabili accuse di ‘inciucio’ che verranno dal centro-destra. Entrambe le osservazioni sono rilevanti perché non si limitano a dirci cosa è probabile – non certo - che accada nel futuro prossimo, ma indirettamente gettano luce anche su questo ultimo anno che ha visto furo-

reggiare la Lega. Sia Giorgetti che Lerner mettono in rilievo qualcosa che solo alcuni avevano notato: la costruzione del governo gialloverde e l’apparente irresistibile ascesa dell’astro di Salvini sono stati il frutto di una ‘costruzione politica’ e di un devastante errore politico di base compiuto dal Pd allora a guida Renzi; prova ne sia che i numeri per un diverso governo oggi ci sono e prova ne sia che lo stesso Renzi ne suggerisce la nascita. Qualcosa ha suggeri-

to a Salvini di poter mettere da parte ‘i numeri’. La consapevolezza accecante di doversene tornare tutti a casa in caso di elezioni anticipate, sta facendo sì che oggi quei ‘numeri’ tornino a ‘contare’. Con la paura torna la ragionevolezza, e con la ragionevolezza torna il semplice e antico ‘far politica’. So bene che ad una parte vasta di italiani tutto ciò non piace e tuttavia va anche considerato che ad una parte forse ancora più vasta di italiani non piace il Capitano. È così che nascono i

governi tecnici, istituzionali, semi-istituzionali, con appoggio esterno etc. Nel 1994 non andò diversamente: con la regia di D’Alema nacque un governo ‘tecnico’ guidato da Dini, durò un anno e tre mesi, poi si riandò al voto e il centro-sinistra di Prodi vinse. Questa volta non c’è Dini ma ci può essere Conte che probabilmente vale qualcosina di più e quindi può capitare che per un po’ Salvini resti in panchina a ‘disintossicarsi’ dai vari fantasmi compresi quelli di potere, il Pd segua una dieta rigorosa, l’M5S faccia pulizia in casa e l’Italia vada avanti, comunque. Non c’è da scandalizzarsi, è ‘politica’. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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REGIONE ATTUALITÀ

Venerdì 23 Agosto 2019 Corriere del Veneto

Medici a gettone, il Nas indaga su coop e non specialisti

Controlli nei Pronto Soccorso dopo la denuncia Anaao

La vicenda ● Il 5 luglio l’Anaao, sigla degli ospedalieri, ha presentato un espostodenuncia alla Corte dei Conti di Venezia, al Nas e all’Ispettorato del Lavoro di Padova in seguito alla decisione dell’Usl Euganea di affidare a tre diverse coop Pronto Soccorso e Pediatria dei propri ospedali. ● Il 14 agosto la giunta Zaia ha approvato l’assunzione di 500 non specialisti

VENEZIA Sull’emergenza medici scendono in campo anche i carabinieri del Nas. Ma non per indagare sulle due delibere di Ferragosto con le quali la giunta Zaia ha dato il via all’assunzione di 500 camici bianchi senza specializzazione nei Pronto Soccorso e nei reparti internistici, bensì su specialisti e non forniti «a gettone» dalle cooperative al Servizio pubblico. «Abbiamo chiesto all’assessorato alla Sanità, via e-mail, copia delle due delibere perché sul sito della Regione non sono ancora visibili — spiega il maggiore Marco Passarelli, comandante del Nas di Padova, competente anche per le province di Verona, Rovigo e Vicenza — ma non c’è alcuna indagine in corso. E’ un’iniziativa presa in autonomia, senza mandati del ministero della Salute o della Procura, per comprendere un’operazione da noi appresa dai mass media». E’ però in atto un monitoraggio sulle cooperative che stanno fornendo medici a tempo determinato o hanno ricevuto in appalto interi turni di Pronto Soccorso, Suem 118, Pediatrie e Rianimazioni negli ospedali di tutto il Veneto. Le indagini sono partite

dall’esposto-denuncia presentato il 5 luglio alla Corte dei Conti di Venezia, al Nas e all’Ispettorato del Lavoro di Padova dall’Anaao Assomed (ospedalieri), in seguito alla decisione dell’Usl Euganea di affidare alla cooperativa «Castel Monte» di Montebelluna, dal 15 giugno al 31 agosto e per un costo di 39mila euro, i Pronto Soccorso di Cittadella e Piove di Sacco e di esternalizzare diversi turni delle Pediatrie di Camposampiero e Schiavonia rispettivamente dal 12 luglio al 31 ottobre e dal 19 luglio al 31 agosto a «Novamedica» di Bologna e ad «Efds srl» di Padova (spesa: 154.560 euro). A quel punto è partita l’indagine del Nas che, in collegamento con le Procure di Padova, Rovigo, Vicenza e Verona, sta mettendo insieme la documentazione relativa alla gestione di questi contratti. E quindi al rispetto della normativa in materia. I carabinieri acquisiscono informazioni sul funzionamento delle coop che operano nel settore e sui contratti libero-professionali stipulati con i camici bianchi ingaggiati per supportare il personale del Sistema sanitario regionale. E’ in atto una raccolta dati

In ospedale I carabinieri del Nucleo antisofisticazio ni e Sanità stanno controllando i medici «a gettone» forniti dalle coop

Il report

West Nile, i casi crollano a dieci Sedici veneti infettati da zecche VENEZIA Crollo dei casi di West Nile: sono 10 (4 a Padova, 2 a Treviso, più uno dubbio, e 3 a Vicenza), contro i 105 registrati il 21 agosto 2018. «Come hanno spiegato gli esperti, i fattori di questa diminuzione sono molteplici, ma un contributo importante lo ha dato il Piano straordinario di disinfestazione avviato dalla Regione con un fondo di 500 mila euro», dice l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin. Sono invece 16 i casi di «Tick Borne Encephalitis» trasmesso dalle zecche (tra Belluno, Vicenza, Treviso e Padova), nove evoluti in encefalite. La maggior diffusione nel Bellunese ha indotto la Regione ad ampliare l’accesso alla vaccinazione contro l’encefalite da zecche (TBE), mediante l’offerta gratuita o a prezzo agevolato del siero. © RIPRODUZIONE RISERVATA

che sarà poi consegnata alle Procure competenti. Non sono ancora stati sentiti i responsabili delle cooperative al vaglio e nemmeno i camici bianchi a loro libro paga: il Nas ha cominciato gli accertamenti dall’attività dei laureati in Medicina senza specializzazione impiegati nei Pronto Soccorso, per escludere «il rischio che si occupino di casi gravi». In effetti nell’esposto l’Anaao scrive che tale impiego «incide sul rischio clinico, perché viene loro consentito di trattare i codici bianchi e verdi, considerati minori secondo una versione fuorviante. E’ proprio tra questi che spesso si annidano le insidie e i casi clinici più delicati, e poi generano il maggior numero di sinistri». Gli investigatori, esaminando i contratti libero-professionali a tempo determinato acquisiti e parlando con i medici dei Pronto Soccorso e i vertici delle Usl, hanno appurato l’impiego di non specialisti nello smaltimento dei codici bianchi e verdi e ora devono capire se vi siano state conseguenze nella qualità dell’assistenza. Nel qual caso spetterà alla magistratura stabilire come procedere. Intanto i direttori generali delle aziende sanitarie, così come il governatore Luca Zaia, hanno così motivato il ricorso a non specialisti: «O loro o chiudiamo gli ospedali. Di specialisti, soprattutto per Pronto Soccorso e Pediatrie, non se ne trovano». Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL GIORNALE DI VICENZA Venerdì 23 Agosto 2019

ILLIBRO Raccontoappassionato diunavitaperlaricerca

Lasua esperienzamedica, scientificae umana,Claudio Roncol’ha trasportata alcuni annifaanchein unlibro, ilcui titoloè lostessodell’innovativa

macchinada luiideata: “Carpediem”(nella foto un particolaredellacopertina). Ronconella sua carrieraha anchediretto,nel 1999e 2000,

ilcentroricercheRRIa New York.Ha unH-index di 108 (indicechevaluta la produttivitàscientifica),che lo collocaaivertici dellaricerca

nefrologicanazionale e internazionale.È accademico olimpicoe cavaliere digran croceal meritodella Repubblica. •

SULLE ORME DI GALILEO. La nefrologia vicentina dopo la clinicizzazione

Nuovitraguardi peridializzati eperCarpediem

Lenuove frontiere apertea Vicenza

Attesinuovisviluppi nellaricercaperilrene artificialeportatile

Inquestimesièstatoapplicatoinprimamondiale un sistema di telemonitoraggio da remoto che segue ipazientiacasamentresisomministranolecure La nefrologia vicentina segue sempre più le orme di Galileo. Il primo novembre dello scorso anno Claudio Ronco, da tempo entrato nel gotha della ricerca mondiale collegata alla nefrologia, è stato nominato professore ordinario all’Università degli studi di Padova. Il 26 settembre dello scorso anno il governatore del Veneto Luca Zaia e il magnifico rettore Rosario Rizzuto hanno formalizzato il passaggio di Ronco all’Accademia. ARIA ACCADEMICA. «Entran-

do nel reparto di Nefrologia di Vicenza – ha detto Zaia – si respira già un’aria accademica e si capisce che questo era un passo dovuto per riconoscere l’eccellenza che in questi anni Vicenza ha raggiunto nel settore delle malattie renali e delle terapie extracorporee». Il rettore Rizzuto ha ulteriormente posto l’accento sulla eccellenza vicentina, dichiarando che è stata fatta una scelta giusta che onora l’ateneo ma anche il San Bortolo di Vicenza. Per il sindaco di Vicenza Francesco Rucco si è trattato di un momento storico, che sperabilmente rappresenta solamente l’inizio di un percorso virtuoso capace di avvicinare sempre di più la città di Vicenza all’Università di Padova. Soddisfatto anche il direttore generale dell’Ulss 8 Berica Giovanni Pavesi per questo riconoscimento. E soddisfatti pure gli imprenditori che, guidati dal compianto Gian Carlo Ferretto, hanno promosso l’operazione attraverso un finanziamento ad hoc.

IL “MODELLO VICENZA”. Ma

che cosa è cambiato nel reparto vicentino guidato dal professor Ronco e nell’Istituto Irriv che da anni sforna ricercatori di livello internazionale grazie proprio al “Modello Vicenza”? «Dal punto di vista assistenziale – dice il prof. Ronco – non è cambiato nulla e i nostri pazienti possono sempre contare su una assistenza di prim’ordine. C’è stato qualche pensionamento, ma i ricambi più giovani sono estremamente validi e preparati. Per il resto dialisi, ambulatori, trapianti, tutto funziona a pieno regime. Oltre a questo, c’è sempre l’intensa attività di ricerca che da anni ci ha consentito di essere ai vertici delle classifiche mondiali. Su questo versante stiamo perfezionando Carpediem, la macchina per i neonati e stiamo sviluppando la miniaturizzazione dei dispositivi di dialisi che dovrebbe portarci a futuri apparecchi indossabili. La dialisi peritoneale a Vicenza è sempre all’avanguardia, e proprio in questi mesi è stato applicato in prima mondiale un sistema di telemonitoraggio da remoto che consente di seguire i pazienti a casa mentre si autosomministrano la dialisi. Tanta ricerca, dunque, e tanto studio che poi si riflette sulle cure di tut-

Tantaricerca etantostudio siriflettonopoi sullecureditutti igiornirivolte aipazienti

TRADIZIONE

ti i giorni per i pazienti vicentini e non solo». UN RIFERIMENTO DI CARATURA MONDIALE Ma la novità

più importante derivante dallo sviluppo accademico del reparto vicentino è che finalmente studenti e specializzandi hanno iniziato a frequentare la corsia e i laboratori dell’Irriv. Non solo, quindi, ricercatori stranieri, ma anche studiosi e medici della nostra terra che verranno quindi formati a una delle scuole di nefrologia più prestigiose del mondo. In aggiunta a ciò, Claudio Ronco sta portando avanti dei corsi per studenti a Padova con la partecipazione attiva di alcuni suoi collaboratori (le dottoresse Samoni e Proglio) che sono stati nominati dall’Università “esperti della materia”. In particolare, è stato attivato a Padova un corso elettivo professionalizzante di nefrologia che gli studenti seguono con interesse e hanno dimostrato di gradire. «L’inaugurazione dell’anno accademico vissuta da professore, è stata una emozione unica», commenta Claudio Ronco. L’accademia padovana è dunque sbarcata a Vicenza, ma non ha colonizzato il territorio come spesso avveniva in passato, anzi, ha accolto fra le fila del corpo docente una figura di primo piano che porta nel mondo i principi della ricerca cari a Galileo e il motto dell’Ateneo patavino riguardante il pensiero libero della scienza: “universa universis patavina libertas”. • F.P.

Un’immaginedei reniall’internodelcorpo umano

“Carpediem”,laprima macchinaal mondoper laterapia ai neonati

Numerietraguardi 27MILADIALISI NEL 2018 E40 INTERVENTI DITRAPIANTO L’ANNO Lanefrologiadell’ospedale SanBortolo di Vicenza si contraddistingueper un’intensaattivitàdi diagnosieterapia delle malattierenali (27mila dialisinel2018fra Vicenza, Arzignanoe Valdagno)e vantail primocentro di dialisiperitonealed’Europa. Altrofioreall’occhiello è il trapianto:oltre 850 pazientiseguitie40 interventil’anno,dicui oltre il30%da vivente,e 3 da donazionesamaritana (primatoitaliano). Unvero“Vicenza model”, poi,è quello riconosciutoa livellomondiale peril pazientecritico. Sonopassatimeno di 11 mesida quel 26settembre del2018 incui venne firmatala convenzioneper

© RIPRODUZIONERISERVATA

INNOVAZIONE

dareallanefrologia delSan Bortoloil rango universitario. «Adesso–disseilgovernatore Zaia–Roncoha il compitodi garantireuna continuità scientifica».«Abbiamofattola sceltagiusta –sottolineò il rettorePizzuto -riconoscendo ilvaloredella scienzacome unicadeterminantepossibile». Ildgdell’UlssPavesi evidenziò ilsignificatodi untraguardo raggiuntograzie alla generositàdi 4 imprenditori NicolaAmenduni,Rino Mastrotto,GaetanoGrotto e LinoDainese-e all’impegno trainantedellaFondazione SanBortolo e del presidente GianCarloFerrettoche, quandolaclinicizzazione,dopo lavicendadella Fondazione Roipost-Zonine del finanziamentovenuto meno, sembravafinitasuun binario morto,assunse ilcomando delleoperazionitrovando le risorsenecessarie.

Conla clinicizzazionedel repartodinefrologia, la ricerca peranni condottasubase volontaria,oggi èun’attività istituzionalevera epropria. Dallosviluppoedalla successivaapplicazione dell’apparecchiatura Carpediem,numerosipassi avantisonostati fatti, conla diffusioneintutto ilmondo dellametodicanataa Vicenza. Carpediemoggi hapiùche dimezzatola mortalità neonataleper insufficienza renaleacuta.Il dispositivo sta entrandonegli USAe l’approvazionedell’FDA dovrebbepresto arrivare. Ilgruppo vicentinohaportato avantiunprogrammadi ricerca sullaminiaturizzazioneverso lo sviluppodel rene artificiale portatileanche graziealla collaborazionecon il Dipartimentodiingegneria dell’UniversitàdiVicenzaecon iprofessori Longo eTrevisani. Èstato sviluppatoun dispositivofunzionante con caratteristichemeccatroniche innovativee nuoviulteriori sviluppisono all’orizzonte. Il centrodiVicenzaèinoltrein primalineanellaricercadi nuoveterapieper lasepsi elo shock settico,condizioni patologichechenel passato avevanoesitoquasi inesorabilmenteinfausto. Nuovidispositivi per emoperfusionesono stati testatineilaboratori Irrivele potenzialitàterapeutiche sembranoenormi.Potrebbero

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essereapplicatiin sequenza quandoil pazienteèmoltograve perrimuovere batterio virus, endotossine,mediatori chimici dannosiesostanzetossiche. Tuttoquestoattraversocircuiti extracorporeidisegnati adhoc cheilteam vicentinoha battezzato“Ecos (extra-corporeal organsupport)”. Infine,il concettodiriserva funzionaledelrene scoperto a Vicenzaèormai accettatointutto ilmondo come loèla nuova definizionedisindrome cardio-renale,ancoraunavolta creatadal team vicentino. Unanuova applicazione softwareper il riconoscimento precocedellainsufficienza renale acutaèstata creata perl’impiego sutelefoniportatili,eil progettoè orainfasedivalidazione.Nel frattempo,ilprof. Ronco èentrato nellaclassificatop 20ditutti i ricercatoriclinici italianicon un H-indexdi108 chegli consente di essereal primopostofra i docenti dell’UniversitàdiPadovanelle scienzecliniche. Ricercheepubblicazioni continuanodunquea ritmo serratoelaclinicizzazione di Vicenzahaportatoa una accelerazionedelleprogettualità esistentigraziea nuovesinergie. Proprioqueste collaborazioni hannosuggeritoa Ronco di pianificare,con il consenso del rettorePizzuto edeldgPavesi, la realizzazionediuncentro interdipartimentaleuniversitario perle terapie extracorporee acuteecroniche. F.P. © RIPRODUZIONERISERVATA


VII

Padova

Venerdì 23 Agosto 2019 www.gazzettino.it

Punta dalla zanzara tigre ai Caraibi, torna col virus: Arcella disinfestata Una donna di mezza età che vive in via Buonarroti `Comune e Ulss attivano il protocollo: scattano è stata colpita dalla febbre Dengue durante il viaggio le operazioni di pulizia nel raggio di 100 metri `

L’ALLARME PADOVA “Emergenza sanitaria

dovuta al virus Dengue trasmesso dalla zanzara tigre”. È questo il nome dell’ordinanza sindacale firmata l’altro ieri dall’assessore Cristina Piva, facendo le veci del sindaco Sergio Giordani. L’allarme è scattato all’Arcella e in particolare nell’area di via Buonarroti. Qui vive una donna di mezza età da poco rientrata da una vacanza ai Caraibi, dove è stata punta contraendo il virus. È il primo caso che si verifica quest’anno in provincia e, stando al report trasmesso proprio ieri dalla Regione, fa seguito ai quattro casi padovani di virus West Nile. È stata l’azienda sanitaria a segnalare il problema al Comune di Padova. Immediatamente è stato messo in atto il proto-

collo definito dalla Regione, che prevede interventi adulticidi, larvicidi e di eliminazione dei focolai larvali per un raggio minimo di 100 metri dal luogo dove si sono manifestati i casi di contagio, con possibilità di ampliare il raggio d’azione. L’area su cui si sono concentrati gli esperti della Ulss 6 comprende via Buonarrotti e le strade laterali. L’obiettivo è scongiurare il diffondersi del virus attraverso altri insetti.

LA MALATTIA La febbre Dengue è una malattia infettiva tropicale. È trasmessa da zanzare del genere Aedes. Si presenta con febbre, cefalea, dolori e un esantema simile a quello del morbillo. In una piccola percentuale dei casi si sviluppa una febbre emorragica pericolosa che può evolvere in shock circolatorio. «La

terapia di supporto - spiegano gli esperti - si basa sull’idratazione in caso di una forma lieve-moderata di malattia e, nei casi più gravi, sulla somministrazione endovenosa di liquidi».

I CONSIGLI Nell’ordinanza sindacale sono riportati anche gli inviti a chi “abbia disponibilità di aree strutturate con sistemi di raccolta delle acque meteoriche”. Il Comune ricorda di evitare

L’ULTIMO REPORT DELLA REGIONE: QUESTA ESTATE COMPLESSIVAMENTE QUATTRO CASI DI “WEST NILE”

l’abbandono negli spazi aperti di contenitori nei quali possa raccogliersi acqua piovana ed evitare qualsiasi raccolta d’acqua stagnante. E poi ancora: tenere sgombri i cortili e le aree aperte da erbacce da sterpi e rifiuti di ogni genere e sistemarli in modo da evitare il ristagno delle acque meteoriche o di qualsiasi altra provenienza, provvedere nei cortili e nei terreni scoperti dei centri abitati al taglio periodico dell’erba onde impedire l’annidamento di adulti di zanzara, svuotare le piscine non in esercizio e le fontane o eseguirvi adeguati trattamenti larvicidi.

IL RAPPORTO Proprio ieri la Regione ha fatto il punto della situazione. Da gennaio i casi di febbre Dengue in Veneto sono stati 18: le vittime sono tutte persone che

avevano soggiornato all’estero e in particolare ad Antigua, Bali, Cuba, Kenya, Maldive, Sri Lanka, Thailandia, Nigeria e Messico. «Salta subito all’occhio – fa notare l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin – il positivo crollo dei casi di West Nile, scesi quest’anno a 10 totali (compreso uno ancora dubbio), contro i 105 (con 34 forme neuroinvasive) che si registrarono il 21 agosto 2018». Di questi, quattro sono i casi padovani registrati durante l’estate, senza alcun decesso: Trebaseleghe, Conselve, Lozzo Atestino e Maserà. «I fattori di questa diminuzione spiega l’assessore - sono molteplici, ma un contributo importante lo ha dato il Piano Straordinario di disinfestazione definito e attuato lo scorso anno». Gabriele Pipia © RIPRODUZIONE RISERVATA

SPACCIO NIGERIANO IN MANETTE Alle 16 di ieri, una pattuglia della polizia, nel corso di un controllo bloccava in piazzetta Gasparotto EZE Henry, nigeriano di 24 anni, che alla vista degli agenti aveva tentato di scappare. L’uomo, accompagnato in Questura e sottoposto a perquisizione risultava in possesso di 14 grammi di marijuana. Terminati gli atti di rito è stato tratto in arresto. Alle 21, la pattuglia effettuava un nuovo controllo, in via Valeri dove identificava un nigeriano 23 anni che, alla vista degli agenti, cercava di darsi alla fuga, non prima di essersi sbarazzato di un involucro, depositandolo sul parafango di una bicicletta in sosta. La persona veniva fermata e controllata, mentre l’oggetto depositato risultava essere un pacchetto di sigarette contenente marijuana per complessivi 5 grammi. Per tali motivi si procedeva all’accompagnamento in Questura dello straniero che veniva denunciato in stato di libertà per spaccio.

FURTO ITALIANO NEI GUAI Alle 19 dell’altro giorno, la pattuglia delle volanti

DISINFESTAZIONE Gli uomini dell’Ulss 6 Euganea si sono messi subito al lavoro per lavare ambienti pubblici e privati dove vive la zona che ha contratto il virus

Investe il ciclista: prima si ferma, poi scappa L’INCIDENTE PADOVA Investe un ciclista, in-

chioda e si ferma per soccorrerlo. Ma poi si allontana con la scusa di parcheggiare meglio la propria macchina e scappa facendo perdere le proprie tracce. Gli uomini della Polizia locale di Padova danno la caccia all’automobilista, probabilmente una ragazza, che mercoledì pomeriggio ha centrato un uomo in sella alla propria bicicletta e poi si è data alla fuga senza farsi identificare.

ALL’INCROCIO È successo alle quattro e mezzo alla rotatoria tra via Guizza e corso Primo Maggio. Una Mini Cooper di colore scuro arriva da

Albignasego e svolta a sinistra verso corso Primo Maggio. Proprio in quel momento un uomo di 53 anni, residente ad Albignasego, passa in sella alla bici sull’attraversamento ciclabile: proviene dal centro città ed è diretto verso casa. L’auto tenta una frenata disperata, ma è troppo tardi: il ciclista viene colpito e sbalzato a terra. Un testimone chiama immediatamente il 118 e viene allertata anche la centrale operativa dei vigili. Dall’auto scendono una ragazza e un ragazzo. Si sincerano delle condizioni della vittima, si fermano sul posto e pochi minuti dopo si spostano. «Andiamo a sistemare la macchina, che intralcia il traffico» dicono. In realtà, però, una volta entrati in auto accelerano e scappano. Nessuno li ve-

de più. Quando gli agenti della Polizia locale arrivano sul posto, raccolgono diverse testimonianze. Intanto il ferito viene trasportato in ambulanza all’ospedale di Padova. Ha passato la notte ricoverato per i traumi e le ferite riportate ed è stato dimesso solamente nella giornata di ieri.

vigili urbani, l’investimento sarebbe stato provocato da una mancata precedenza da parte dell’automobilista, forse tradita anche dalla presenza di un autocarro che le ha coperto parzialmente la visuale.

LE RICERCHE

LA RICOSTRUZIONE Secondo la ricostruzione dei

I VIGILI DANNO LA CACCIA AD UNA RAGAZZA CHE MERCOLEDÌ HA CENTRATO E FERITO UN UOMO TRA VIA GUIZZA E CORSO PRIMO MAGGIO

POLIZIA LOCALE Gli agenti hanno ascoltato diversi testimoni

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Oltre ad accertare dinamica e responsabilità, i vigili devono anche rintracciare la persona al volante. Le indagini sono già scattate: gli agenti sono in possesso di diversi elementi e invitano l’automobilista a presentarsi in comando. Una mano importante potrebbero darla alcune telecamere installate nella zona. Potrebbero configurarsi i reati di fuga da incidente e omissione di soccorso. G.Pip.

interveniva presso il negozio Decathlon di via Venezia ed identificava A.D. trevigiano di 51 anni, indicato dal responsabile della vigilanza, come l’autore del furto perpetrato poco prima ai danni dell’azienda per merce in vendita del valore complessivo di 85,98 euro. L’uomo veniva accompagnato in Questura per essere sottoposto a rilievi fotodattiloscopici e denunciato in stato di libertà per furto aggravato. In particolare durante il periodo estivo, nei centri commerciali dove si vendono prodotti per le vacanze, aumentano i furti. Così tutte le catene commerciali sono costrette anche a mettere più vigilanti.

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Via VIII Febbraio 1848, n. 2 (PD) Tel. 049/8273225-3263 AVVISO DI GARA Oggetto dell’appalto: Afidamento dei lavori di ristrutturazione e ampliamento del complesso di medicina veterinaria presso il Complesso Agripolis, sito in Legnaro, Padova. C.I.G.: 800570331C. C.U.P.: C23D07000260005 Gara telematica a procedura aperta con criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 95 del D.Lgs n. 50/2016 e s.m.i. Il Bando integrale, pubblicato in GURI il giorno 12/08/2019 è disponibile sul sito internet di questo Ateneo: https://apex.cca.unipd.it/pls/apex/f?p=394:10 Responsabile Unico del Procedimento: arch. Stefano Marzaro. Le offerte, conformi al Bando, dovranno pervenire entro le ore 12:00 del giorno 26/09/2019. Padova, 19/08/2019 Il Dirigente dell’Area Edilizia e Sicurezza Arch.Giuseppe Olivi

Rubrica di Gare, Aste, Appalti e Sentenze


VII

Estuario

Venerdì 23 Agosto 2019 www.gazzettino.it

Sanità, il nuovo distretto è realtà È ospitato nell’ex “Casa per ferie Regina Mundi” `Ambulatori e Guardia medica per residenti e turisti in attesa del trasloco definitivo in via Treportina Il sindaco Nesto: «Il nostro obiettivo è la Cittadella»

Rapina in via Fausta si cerca il basista

CAVALLINO-TREPORTI

CAVALLINO-TREPORTI

Nasce il nuovo distretto sociosanitario. Si tratta di una palazzina collocata in via Fausta 274, costituita da tre piani divisi in 18 locali, priva di barriere architettoniche, dedicata esclusivamente ad attività medico-sanitarie. In questo modo verranno dedicati ampi spazi ai servizi sanitari, più sicurezza e maggiore comfort ai pazienti. Ovviamente in attesa della realizzazione a Ca’ Savio, nell’area verde di via Treportina, della nuova cittadella della sanità, che accorperà tutti i servizi sanitari di Cavallino-Treporti. Per questo il Comune ha già concesso in comodato gratuito per trent’anni l’uso dello stesso terreno all’Ulss4 mentre l’azienda sanitaria ha presentato il progetto in Regione.

tratta di servizi fondamentali per i cittadini, sia a livello di coordinamento che di prevenzione». Massima la soddisfazione del sindaco Roberta Nesto: «L’apertura della nuova sede del distretto è un ulteriore tassello che aggiungiamo per il miglioramento dei servizi ai cittadino – ha detto – in questo caso la rete avviata con i vari soggetti ha funzionato. Il prossimo passo sarà la realizzazione della Cittadella della Sanità, il nostro faro rimane sempre il famoso protocollo d’intesa firmato con la Regione l’Azienda sanitaria». Il direttore dell’Ulss4, Carlo Bramezza, ha sottolineato come la sede è stata completamente ristrutturata, con arredi e locali confortevoli non solo per gli utenti ma anche per il personale medico e sanitario. Alla cerimonia ha partecipato anche il vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol. Giuseppe Babbo

Si cerca il basista. Indagini serrate da parte dei carabinieri della Compagnia di San Donà che stanno cercando di fare luce sulla rapina in via Fausta messa a segno lunedì scorso, ai danni di un dipendente della Catering Sic, l’azienda che si occupa della gestione di tre ristoranti in tre campeggi di Cavallino-Treporti. Lunedì scorso due rapinatori, in sella ad una potente moto, hanno preso di mira il dipendente dell’azienda incaricato della riscossione degli incassi della serata precedente. Di fatto i rapinatori hanno agito a colpo sicuro: sapevano chi bloccare, quando e dove. E soprattutto conoscevano cosa c’era dentro la borsa che l’addetto dell’azienda aveva tra le mani. La stessa che gli è stata strappata dopo che i rapinatori gli hanno spruzzato addosso dello spray urticante. Scontato, per gli inquirenti, ipotizzare che i due rapinatori abbiano ricevuto delle informazioni da qualcuno che conosceva il modo di fare dell’azienda. Magari da qualcuno che si è finto turista all’interno dei campeggi in cui la Catering Sic lavora. Oppure da una persona che lavora proprio nelle strutture ricettive. Tutte ipotesi che gli uomini dell’Arma stanno valutando nel dettaglio. Al pari del percorso fatto dai due rapinatori, fuggiti in direzione Jesolo dopo aver messo a segno il colpo. Sotto osservazione sono finite le immagini del sistema di videosorveglianza comunale e quello dei comuni limitrofi. In questo modo si cerca di ricostruire la via di fuga dei malviventi e l’eventuale coinvolgimento di altre persone. Quel che è certo è che quanto successo ha creato un grande clamore tra le imprese turistiche del litorale. Nonostante l’inevitabile preoccupazione, tutti hanno manifestato la massima fiducia nell’operato delle forze dell’ordine. G.B.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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SERVIZI Nel frattempo, i servizi del distretto saranno appunto ospitati nel complesso dell’ex “Casa per ferie Regina Mundi” di proprietà della diocesi di Vicenza. Al piano terra è stato ricavato l’ambulatorio della Continuità Assistenziale per residenti e per turisti (ex Guardia Medica Notturna), l’ambulatorio della Medicina Turistica, la reception e postazione per il personale interprete, una sala ristoro per i medici della Continuità Assistenziale. Al primo piano sono collocati l’ambulatorio infermieristico del Centro di Salute Mentale, l’ambulatorio medico “psichiatrico” utilizzato anche dal personale medico del Servizio per le Dipendenze e della Neuropsichiatria Infantile, un ambulatorio per le attività del servizio Disabilità per Adulti e del Servizio di Integrazione Lavorativa (attualmente a Jesolo). Entro il 30 settembre, con l’arrivo degli ultimi arredi, al primo piano apriranno anche l’ambulatorio ostetrico-ginecologico attualmente operativo nel consultorio di Jesolo, e l’ambulatorio della logopedista attualmente operativo in via Concordia, a Ca’ Savio. In questa fase verrà attivato anche il secondo piano della palazzina dove ci sarà la sede dell’Assistenza Domiciliare Integrata, dove

CAVALLINO-TREPORTI Nella foto grande il nuovo Distretto sanitario, in basso le autorità durante il tradizionale taglio del nastro

verrà fornito un ulteriore spazio alle attività dell’ostetrica, degli operatori del Csm e della Disabilità per Adulti. Infine, sempre al secondo piano, verrà messo a disposizione ampio spazio per la “medicina di gruppo”.

PRIORITA’ «La priorità della Regione è il benessere del cittadino e per raggiungere questo obiettivo stiamo mettendo in campo tutto ciò che è possibile – ha commentato l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin durante il taglio del nastro – . L’apertura di questa struttura lo conferma. Si

«SERVIZI FONDAMENTALI PER I CITTADINI IL BENESSERE E’ LA PRIORITA’» L’assessore Lanzarin

Vetro artistico di Murano, Tosi (Lega): Scuola, slitta la nomina del dirigente «Quali iniziative per tutelare il marchio?» in molti hanno rifiutato l’assegnazione `Presentata una

interpellanza urgente al sindaco MURANO Che fine ha fatto, in questi 4 anni di mandato amministrativo, il coordinamento delle forze dell’ordine contro la contraffazione “per debellare coloro che spacciano per vetro di Murano un prodotto che non lo è, truffando clienti, cittadini e turisti, procurando un grave danno di immagine alla città a livello internazionale?” A chiederlo è la consigliera comunale Silvana Tosi (Lega) con un’interrogazione a risposta urgente in commissione. Tosi chiede se sia stata intrapresa una campagna marketing e di informazione per la promozione del Marchio del vetro artistico di Murano, nei luoghi di maggior affluenza turistica della città (mezzi pubblici,

approdi ACTV, ponti principali sul Canal Grande, ecc.) promuovendo e sovvenzionando l’adesione tra le imprese più piccole visto che l’amministrazione ha formalizzato richiesta perchè anche il vetro diventi patrimonio Unesco e visto che ha chiesto il riconoscimento della Zes per l’isola di Murano, che consentirebbe di accedere ad importanti agevolazioni fiscali e di beneficiare di rilevanti semplificazioni di carattere amministrativo e burocratico.

MURANO Chiesta più tutela per il vetro artistico

«La Zes potrebbe attrarre investimenti in isola incrementando l’occupazione, ma di questo nulla finora è stato fatto. Come nulla a proposito delle imprese esistenti» sostiene Tosi, che già nel 2016 aveva presentato una mozione sullo stesso argomento. «Si sarebbe dovuta tenere una commissione consiliare proprio a Murano - prosegue la consigliera - ma più volte sollecitato, il presidente della commissione non ha mai provveduto all’iscrizione dell’argomento all’ordine del giorno. A distanza di tre anni interrogo il sindaco con delega al Commercio e alle attività produttive, considerato il grande vuoto amministrativo in giunta - in assenza di un assessore al Commercio, mai nominato dopo le dimissioni di due assessori della Lega e la revoca del terzo sempre in quota Lega - per sapere quasi a fine mandato quali iniziative ha avviato per tutelare il vetro artistico di Murano e i prodotti tipici dell’artigianato veneziano» © RIPRODUZIONE RISERVATA

`Oggi forse la svolta,

appello per un incarico che sia a tempo pieno LIDO E’ ancora in alto mare la nomina del nuovo dirigente scolastico a capo dell’istituto comprensivo “Franca Ongaro” del Lido e Pellestrina. Ieri la designazione era data per certa, poi, nel pomeriggio, il colpo di scena. Tutto da rifare. Nella nostra regione, infatti, già in diversi, dopo aver vinto il concorso su scala regionale, hanno rifiutato la destinazione per ragioni logistiche o di lontananza. E quindi tutto è tornato in ballo nel caos. Oggi, venerdì, dovrebbero essere nominati i dirigenti reggenti, ovvero i presidi che sono chiamati a dirigere, oltre che la propria scuola, anche altri istituti. L’istituto comprensivo del Lido è uno dei più cospicui per numero di alunni. Tra scuola dell’infanzia, elementari e medie ci sono oltre

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1300 iscritti, in più plessi e due isola, con dunque anche maggiori difficoltà per i trasferimenti di chi deve barcamenarsi da una scuola all’altra. E così ieri a coordinare le prime riunioni di programmazione del prossimo anno scolastico 2019-20 è stato il dirigente scolastico reggente in uscita, dal Lido e Pellestrina, professor Stefano Simionato che ha avviato le procedure più urgenti. Non è da escludersi, arrivati a questo punto, che ci possa essere, per un altro anno

LIDO La scuola media statale Pisani

provvisoria, la conferma del professor Simionato ancora alla guida anche dell’istituto del Lido e Pellestrina. Questa ipotesi, però, pareva inizialmente poco probabile, anche perchè l’interessato è vicino alla pensione. Simionato rimane comunque formalmente in carica fino al 31 agosto, proprio per non creare un vuoto in questa fase di passaggio. Dal giorno seguente 1 settembre è previsto l’insediamento dei nuovi nominati. Ma in questi giorni erano previsti gli incontri per il consueto passaggio di consegne tra i dirigenti scolastici uscenti e quelli entranti. La destinazione del Lido non è tra le più appetibili, proprio per la scomodità logistica e il lungo viaggio che si deve affrontare per arrivare a scuola se si proviene dalla terraferma. Il presidente del consiglio d’istituto, Andrea Bodi, lancia un appello. «In questi ultimi anni - spiega Bodi - abbiamo avuto ottimi dirigenti, che hanno fatto un grande lavoro, ma erano reggenti. Un istituto come il “Franca Ongaro” avrebbe bisogno di un dirigente a tempo pieno». Lorenzo Mayer


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