RASSEGNA STAMPA DEL 31 AGOSTO 2019

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31-AGO-2019

da pag. 12 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


31-AGO-2019

da pag. 12 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


31-AGO-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


31-AGO-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


31-AGO-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 04/2019: 141.030 63


31-AGO-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 04/2019: 141.030 63


31-AGO-2019

da pag. 16 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


31-AGO-2019

da pag. 16 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


31-AGO-2019 Estratto da pag. 17 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019

da pag. 22 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


31-AGO-2019

da pag. 7 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


31-AGO-2019

da pag. 7 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 04/2019: 115.356 63


31-AGO-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 04/2019: 115.356 63


31-AGO-2019 Estratto da pag. 23 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 04/2019: 115.356 63


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 17 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019

da pag. 9 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 04/2019: 141.030 63


31-AGO-2019

da pag. 9 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 04/2019: 115.356 63


31-AGO-2019

da pag. 9 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 04/2019: 115.356 63


31-AGO-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019

da pag. 9 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


31-AGO-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 04/2019: 115.356 63


30-AGO-2019 Estratto da pag. 38 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


30-AGO-2019 Estratto da pag. 38 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 18 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019

da pag. 25 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 22 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 22 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019

da pag. 2 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


31-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 27 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 15 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 15 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 15 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


31-AGO-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


31-AGO-2019 Estratto da pag. 38 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


30-AGO-2019 Estratto da pag. 48 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


30-AGO-2019 Estratto da pag. 48 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019

da pag. 17 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


31-AGO-2019

da pag. 17 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


31-AGO-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


31-AGO-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


31-AGO-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


31-AGO-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019

da pag. 4 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 5546


31-AGO-2019

da pag. 4 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 5546


31-AGO-2019 Estratto da pag. 21 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 21 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 04/2019: 141.030 63


31-AGO-2019

da pag. 20 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


31-AGO-2019

da pag. 20 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


31-AGO-2019 Estratto da pag. 45 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-AGO-2019 Estratto da pag. 14 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-AGO-2019 Estratto da pag. 14 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-AGO-2019 Estratto da pag. 14 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-AGO-2019 Estratto da pag. 14 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-AGO-2019 Estratto da pag. 14 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-AGO-2019 Estratto da pag. 14 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 23 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 23 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


30-AGO-2019 Estratto da pag. 44 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


30-AGO-2019 Estratto da pag. 44 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


30-AGO-2019 Estratto da pag. 44 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


30-AGO-2019 Estratto da pag. 44 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


30-AGO-2019 Estratto da pag. 44 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 04/2019: 141.030 63


31-AGO-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 04/2019: 141.030 63


31-AGO-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


31-AGO-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


31-AGO-2019 Estratto da pag. 34 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 34 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 35 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 34 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


30-AGO-2019 Estratto da pag. 32 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


30-AGO-2019 Estratto da pag. 32 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019

da pag. 4 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

Lettori Audipress 04/2019:

46.994 63


31-AGO-2019

da pag. 4 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

Lettori Audipress 04/2019:

46.994 63


31-AGO-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 15 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 15 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019

da pag. 14 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


31-AGO-2019

da pag. 14 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-AGO-2019 Estratto da pag. 20 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-AGO-2019 Estratto da pag. 20 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-AGO-2019 Estratto da pag. 20 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-AGO-2019 Estratto da pag. 20 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 36 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


31-AGO-2019 Estratto da pag. 36 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


6

IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 31 Agosto 2019

VERONA. Incendio in condominio: via tre famiglie

VENETO Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

Trefamigliesonostate evacuate acausa di un incendioin un condominionelquartiere Saval.Lefiammesonoscaturitedaunmotorinonellarimessaalpianoterradelcomplesso(142appartamenti)esonosaliteveloci.Instrada200personeterrorizzate.

L’INCHIESTA. È l’ipotesi che si apre nel caso in cui il giudice per l’udienza preliminare, Roberto Venditti, dovesse decidere di accogliere il rinvio a giudizio richiesto dai pm

Processosulcaso Pfas:decideràla giuriapopolare Laprocura hacontestato ilreato di avvelenamento delleacqueche prevede lacelebrazione in Assise Matteo Bernardini

Finora la Corte d’Assise a Vicenza è sempre stata convocata solo per processi relativi a omicidi o ad altri fatti di sangue. Ma adesso, se il giudice per l’udienza preliminare dovesse accogliere la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura, i giudici popo-

lari affiancheranno quelli penali nel dibattimento sul caso-Pfas. I pubblici ministeri Barbara De Munari e Hans Roderich Blattner, infatti, nell’ istanza su cui dovrà pronunciarsi il gup a partire dal 21 ottobre prossimo, hanno contestato ai dieci imputati non solo il reato di disastro ambientale ma anche l’articolo 439 del codice penale, ovvero il reato di avvelenamento di acque o di sostanze alimentari. Che recita: «Chiunque avvelena acque o sostanze destinate alla alimentazione, prima che siano attinte o

distribuite per il consumo, è punito con la reclusione non inferiore a quindici anni». Un delitto di competenza della Corte di Assise proprio per l’eccezionale gravità delle pene previste. Un reato che tra l’altro è stato raramente contestato dopo l’entrata del codice penale del 1930 e fino ai giorni nostri. Insomma, se al termine della preliminare il gup Roberto Venditti dovesse mandare a processo i manager della Miteni, nel tribunale di Vicenza si aprirebbe un nuovo maxi processo (dopo quello aperto

per il crac di BpVi) che, oltre ai numeri monstre, prevederebbe un’ulteriore specificità: la giuria popolare. I sostituti procuratori De Munari e Blattner hanno chiesto il processo nei confronti di dieci persone: i manager tedesco-lussemburghesi di Icig Patrick Hendrik Schnitzer, 61, Achim Georg Hannes Riemann, 65, difesi dall’avvocato Gianpietro Gastaldello; Alexander Nicolaas Smit, 75, assistito dall’avvocato Salvatore Scuto; l’irlandese Brian Anthony Mc Glynn, 62, di Milano, con i

manager Luigi Guarracino, 62 anni, di Alessandria, Mario Fabris, 56, di Fontaniva, Davide Drusian, 44, di Marano, Mauro Cognolato, 46, di Stra, e Mario Mistrorigo, 67, di Arzignano, tutti difesi dall’avvocato Novelio Furin. Oltre a loro anche il dirigente giapponese Maki Hosoda, 53 anni, residente a Milano e difeso dagli avvocati Giovanni Lageard e Francesco Puntillo. Nel corso delle indagini, poi, la procura ha aperto un altro filone di inchiesta che comprende anche l’inquina-

Ilgup RobertoVenditti

mento da GenX e che però riguarda i fatti dal 2013 in poi, in cui è indagato anche l’ultimo amministratore delegato della ditta di Trissino - fallita il 18 novembre dell’anno scorso - Antonio Nardone. La posizione di quest’ultimo, come quella del manager Francesco Cenci, è stata stralciata dal primo troncone. I reati contestati nel ramo dell’indagine per cui è stata firmata la richiesta di rinvio a giudizio escludono la responsabilità amministrativa delle aziende. • © RIPRODUZIONERISERVATA

ILMINISTRO AGLI AFFARI REGIONALIUSCENTE. «Questo è un tema chehapiù nemiciche amici» a tutte e tre le intese.

«Nondarel’autonomia è come un colpo di Stato» «Nessunopuòdimenticareilreferendumemilionidivotideicittadini Contefacevaisummit,magiudicateseeraperrisolvereoingarbugliare» Piero Erle

Un anno e tre mesi di lavoro serrato per costruire la svolta storica: l’autonomia. E adesso si blocca tutto con il cambio di governo. Il rischio che si torni a zero c’è. Ma la senatrice vicentina Erika Stefani, ministro agli Affari regionali per la Lega, non è certo il tipo che molla: «Se non si fa l’autonomia è un colpo di Stato. Non possiamo dimenticare i milioni di cittadini, non certo solo elettori leghisti, che hanno votato ai referendum in Veneto e Lombardia». MinistroStefani,aquestopunto

«Lapolemicasulle 23materie?Solo unmodoper attaccareZaia.Il temaveroèsulle risorsedagestire»

comesimettelaquestioneautonomia?

Non ho sentito citare l’autonomia tra gli elementi fondamentali di questo eventuale nuovo governo. Vedremo quando verrà a relazionare il presidente per chiedere la fiducia. In questo momento siamo a zero. In questi 15 mesi quante versioni delle bozze d’intesa con le Regioniha dovuto varare?

A giugno dell’anno scorso, appena nominata, abbiamo iniziato i confronti tecnici con i funzionari dei vari Ministeri su quello che si può fare in base alle richieste di Veneto, Lombardia, Emilia Romagna. Ho percepito subito una grande resistenza passiva dei ministri, ma a ottobre ho potuto presentare una prima bozza delle intese sulla base del lavoro tecnico fatto, chiedendo ai vari Ministeri di formulare le loro osservazioni. Lì c’è stato il primo black out. Sièsubitofermato tutto?

Ad ogni seduta ero costretta a sollecitare il Consiglio e il premier Conte, ricordando l’autonomia. Continuavo a chiedere “datemi una riformulazione, scrivete le considerazioni”: non è neanche dignitoso dover continuare così. A dicembre il premier Conte ha dato l’input a tutti i ministri di rispondere entro il 15 febbraio e mi ha affidato l’incarico di evidenziare i punti con i “nodi politici”: a metà febbraio quindi ho consegnato la bozza con quello che i Ministeri concedevano e, a fianco, anche quello che le Regioni chiedevano senza avere avuto riscontro. Da lì è stato silenzio assordante. Si avvicinava il voto europeo di maggio...

C’è stata solo un’interlocuzione con il ministro Grillo della sanità. Alle elezioni europee poi c’è stata una campagna elettorale dura, che ci ha visto contrapposti. E dopo i risultati il clima è peggiorato. Su mia ennesima richiesta

che si facessero i vertici per affrontare i nodi politici delle bozze, Conte ha convocato gli incontri. E lì ancora sono state cambiate le bozze. LeihadenunciatocheConteconvocavaincontritroppo affollati.

Quando ti siedi a un tavolo e ti trovi tutti i ministri, tutti i sottosegretari, tutti i funzionari, chiedo: è un’operazione per risolvere o per ingarbugliare? Il risultato non si è ottenuto. E per di più mi trovavo ad essere il ministro titolare che presenta la sua proposta, e ogni riga e parola veniva messa in discussione, è tutto poco dignitoso. Perché la continua fissazione di date,chevenivano poirinviate?

Alcune “date” erano in realtà giornalistiche, ad esempio quella dell’anniversario dei referendum. Ma io stessa, a volte insistevo per fissare termini temporali, una sorta di ultimatum, altrimenti sarebbe diventata una discussione senza limiti: ho capito che la

Questo è il tema centrale: l’autonomiaprevededitrasferirelagestionedi risorse dallo Statocentrale alle Regioni, e questo a Romava di traverso.

Lasenatrice ErikaStefani, ministro agliAffariregionali

questione aveva più nemici che amici. Torna sempre la questione che il Veneto chiede troppo, ma è proprio il centrosinistra ad aver scrittolamodifica dellaCostituzione nel 2001 prevedendo la possibilitàperleRegionidi chiedere23materie...

Non c’è nessuno strumento costituzionale o normativo che possa limitare quel numero di materie. E discutere di 10 o 20 non cambia nulla nell’iter. Leggiamola bene: questa battaglia sulle 23 materie non è tecnica, è solo un modo per andare contro il governatore veneto Luca Zaia. Ci sono però in questa lista alcune materie che già dal 2010 in poiilsistemanazionalecontestava che fossero state affidate in “concorrenza” anche alle Regioni, ad esempio infrastrutture e retielettriche.

Finché lo prevede la Costituzione, quello che c’è scritto è un dato inoppugnabile. Poi, è indubbio che nella pratica

questi siano temi complessi. Alcune reti autostradali però, ad esempio, erano regionali: non è un problema, dal punto di vista squisitamente tecnico. Poi si può discutere sull’opportunità politica, a livello di bilancio di Stato, di gestione operativa e altro. Anche sui giudici di pace le normative nazionali sono cambiate dal 2001 in poi: si deve adattare l’intesa Stato-Regione alla realtà, chiaro. Ma se vuoi, lo fai. L’autonomia è assolutamente possibile. L’EmiliaRomagnahachiestomeno materie del Veneto, ma non haavutoilvialiberaeleiinun’intervistahafattonotarechechiede di regionalizzare vari fondi statali.

Le tematiche che pone l’Emilia sono molto complesse e di difficile esecuzione. Quello che voglio dire è che non è che la soluzione per l’Emilia la costruisci dall’oggi al domani, specie per l’aspetto delle modalità di finanziamento: questo è un tema comune

È così, ma in realtà quello che spendeva lo Stato ora lo spenderebbe la Regione, punto e basta. La cifra è uguale. E sostenere che si tratta di risorse che vengono prese da alcune Regioni a scapito di altre è stata una strumentalizzazione usata a fini politici per cercare consenso in certe zone del Paese purtroppo in situazione di criticità e cattiva gestione. Troppo facile dire “il Nord vi sta fregando”: l’ho spiegato in mille incontri pubblici. L’ha capito anche il governatore campanoDeLuca?

Gli ho spiegato che la logica dei fabbisogni standard è di gestire un servizio adeguato a un costo adeguato, e lui mi ha risposto che raccoglie la sfida dell’efficientamento della gestione pubblica. Questa è la vera sfida di tutta la nuova politica. LaLega ora cosafarà per l’obiettivodell’autonomia?

Continueremo a premere perché si diano risposte: nessuno deve dimenticare che c’è stato un referendum celebrato e tutti gli elettori si sono espressi, non certo solo i leghisti. Non dare l’autonomia è un colpo di Stato, perché è contro la popolazione. • © RIPRODUZIONERISERVATA


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Jesolo San Donà

Sabato 31 Agosto 2019 www.gazzettino.it

Insulti razzisti e video sui social: «Torna a Lampedusa» ciavano quelle frasi condite di ri-

della “story” dalla sua autrice

torio quasi non sia più ritenuto

del tutto “sdoganate”, si sono pure riprese con il telefonino, postando il filmato sulle “stories” del profilo Instagram di una di loro. «Negro di m...., prendi una barcone e tornatene a Lampedusa» hanno ripetuto sghignazzando le tre ragazze, tutte trevigiane di buona famiglia, rivolgendosi a un coetaneo di origini straniere, anch’egli residente a Treviso. Il filmato, rimosso prima della naturale “scadenza”

viso e “ritwittato”, ha fatto il giro del web ed è stato visualizzato da oltre 200mila persone. Centinaia i commenti di condanna di fronte all’ennesimo episodio difficilmente ascrivibile a una semplice “ragazzata”: l’impressione, anche alla luce dei tanti episodi denunciati nelle ultime settimane, è che ci si trovi di fronte a una vera e propria emergenza razzismo. E che lasciarsi andare a frasi dal contenuto discrimina-

Tutto sarebbe scattato per una sigaretta. Le tre amiche trevigiane avrebbero avvicinato il giovane fuori dal locale jesolano per chiedergli una “cicca”, ma quando il ragazzo ha risposto di no, lo hanno apostrofato utilizzando il peggior repertorio potesse venire loro in mente, evocando la fuga dei tanti migranti attraverso il Mediterraneo, dicendogli di risalire sul barcone e di tornarsene a Lampedusa, in

`Sdegno per lo “show” sate e bestemmie, come fossero ma nel frattempo salvato, condi- socialmente grave.

girato davanti a una nota discoteca JESOLO Non solo hanno coperto d’insulti di stampo razzista un ragazzo di colore che avevano avvicinato all’uscita di una discoteca di Jesolo, ma mentre pronun-

Sicilia. Senza evidentemente conoscere appieno la storia di chi avevano davanti, forse anche per colpa di qualche bicchiere di troppo bevuto durante la serata. Ripetere la parola “negro” non era infatti abbastanza, così gli hanno lanciato il più classico messaggio xenofobo del “tornatene a casa tua”. Quel che sorprende di più è che le tre giovani trevigiane abbiano persino voluto filarsi mentre rivolgevano la sequela di insulti al ragazzo. «Mi chiedo come, nel 2019, queste co-

se possano ancora accadere - afferma la ragazza che ha deciso di salvare il filmato e postarlo su Twitter». L’autrice del video, facilmente identificabile tramite Instagram, è stata oggetto di una sorta di “boicottaggio” da parte degli utenti che hanno condiviso sdegnati il video e che hanno “segnalato” il suo account agli amministratore del social network come inappropriato. Il ragazzo oggetto dei pesanti insulti, assieme ai familiari, starebbe valutando un’eventuale denuncia.

Festa sulla sabbia L’ultimo omaggio a Martellozzo `Ancora da fissare

la data dei funerali dell’imprenditore JESOLO

JESOLO Il Ministro per la famiglia e le disabilità Alessandra Locatelli ieri in visita all’ospedale

«Spiaggia inclusiva di Jesolo Un esempio per tutta Italia» Il ministro per la famiglia e le disabilità `«Il progetto mi ha colpito notevolmente Alessandra Locatelli in visita all’ospedale anche per la quantità di persone coinvolte»

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JESOLO «Il turismo inclusivo di Jesolo diventi un esempio virtuoso per tutta Italia». Parole del ministro per le disabilità e la famiglia, Alessandra Locatelli, ieri in visita all’ospedale di Jesolo e alla spiaggia di Nemo. Sotto osservazione i servizi alle persone con disabilità nelle spiagge del litorale regionale. Per questo dopo la tappa a Jesolo, il ministro ha visitato anche Darsena di Eraclea il Ministro ha incontrato le associazioni Circolo Velico Mariclea club e Anfass Veneto e San Donà di Piave, partecipando anche ad un’uscita in barca. d essere esaminati sono stati i progetti finanziati dalla Regione, coordinati dall’Ulss4 “Veneto Orientale”, con la partecipazione delle Ulss3 e Ulss5. Ad accogliere il ministro sono stati tutti i rappresentati della Lega della zona, guidati dall’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin assieme al vicegovernatore Gianluca Forcolin. Ma anche dagli onorevoli Giorgia Andreuzza e Ketty Fogliani e poi dal consigliere regionale Francesco Calzavara. A fare gli onori di casa il direttore gene-

rale dell’Ulss4, Carlo Bramezza con il sindaco Valerio Zoggia. Proprio il direttore generale ha sottolineato il grande impegno dell’Azienda sanitaria, che all’anno nei suoi tre pronto soccorso registra 106 mila accessi ed eroga oltre 2 milioni di prestazioni ambulatoriali. Il sindaco ha invece ribadito come Jesolo sia una città per tutti. Concetto sottolineato anche dall’assessore Lanzarin, auspicando che il modello di turismo inclusivo jesolano venga presto adottato anche in altre realtà turistiche del Veneto: «Non solo nella spiaggia – ha precisato l’assessore regionale – ma anche in montagna e al Lago di Garda». Ancora più ampia la prospettiva del Ministro: «Il progetto sviluppato a Jesolo – ha detto - mi ha positivamente colpito perché riesce a coinvolgere tutti, inclusi i dirigenti e tutti i tecnici impegna-

A FARE GLI ONORI DI CASA IL DIRETTORE GENERALE DELL’ULSS 4 CARLO BRAMEZZA

ti. Non è scontato trovare esperienze che hanno a che fare con la disabilità che siano seguite con così tanta attenzione da un sistema virtuoso che coinvolge istituzioni, associazioni e privati. Il Veneto è una Regione virtuosa, mi auguro che questo progetto di inclusione possa diventare un modello su scala nazionale». E a scanso di equivoci: «Anche nell’eventualità probabile di un nuovo governo». E di fronte alla possibilità di un secondo governo

Conte con l’alleanza Pd-M5s, il ministro ha avuto parole dure. «E’ un governo truffa che non corrisponde in nessun modo alla volontà dei cittadini – ha concluso il ministro Locatelli . Mi chiedo come reagiranno gli italiani di fronte al ritorno di Renzi, della Boschi e della Boldrini che in qualche modo tornano alla ribalta solo perché qualcuno tiene molto alla poltrona». Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA

Non sono ancora stati fissati i funerali di Cesare Martellozzo, l’imprenditore di 48 anni, morto mercoledì scorso, a poche ore di distanza dall’incidente stradale di mercoledì mattina in via Aquileia. In sella ad una Vespa, si stava dirigendo verso il suo chiosco “Mercedes”, autentico punto di riferimento per le feste sulla spiaggia. Ma all’improvviso è stato urtato da un’auto guidata da una donna di 51 anni di Cremona, risultata negativa all’alcol test. Cesare è arrivato cosciente all’ospedale di Jesolo, ma poco dopo è spirato. Ieri la procura ha disposto il compimento dell’autopsia e il Pm Patrizia Ceccarese conferirà l’incarico alla dottoressa Alessia Viero dell’Istituto di medicina legale di Padova che dovrebbe compiere l’esame lunedì. Dopodiché, una volta ottenuto il nulla osta, verranno fissati i funerali. E in queste ore continuano a essere numerose le testimonianze di affetto in ricordo di “Cece”, molto conosciuto per essere stato l’inventore delle feste in riva al mare ma anche per essere uno dei soci del ristorante Ai Nostrani e componente del consiglio di Ascom Jesolo. Di fatto tutta la città si è stretta attorno alla sua famiglia, alla moglie Arianna e ai tre figli Alida, Viola e Carlo. Ma anche ai genitori Natalino e Luigina, e al fratello Enrico. Questa sera alle 23, i fuochi di Ferragosto già rinviati, si terranno regolarmente proprio in ricordo di “Cece” come voluto dalla stessa famiglia che ha sottolineato il profondo legame con

il turismo di Cesare. Per lo stesso motivo molti amici hanno annunciato che questa sera si ritroveranno di fronte al Chiosco Mercedes in suo onore. «La scomparsa di Cesare ci lascia tutti sconcertati – dice Lorenzo Vallese, presidente di Veneto Chioschi, la realtà associativa che rappresenta i chioschi sulla spiaggia - . Non è stato solo un collega, ma un operatore convinto delle potenzialità dei chioschi e per questo si è impegnato su più fronti inventando le feste in riva al mare e un nuovo modo per vivere la spiaggia. Colleghi e amici stanno pensando di organizzare una festa sulla spiaggia per ricordarlo». (g.bab.)

STASERA I FUOCHI RINVIATI A FERRAGOSTO GLI AMICI DELL’ESERCENTE MORTO MERCOLEDÌ SI RITROVERANNO PER RICORDARLO

San Donà

Marijuana nel borsello e in casa: quarantenne arrestato dai finanzieri SAN DONA’ Era stato arrestato qualche giorno fa al termine di un controllo antidroga che era stato effettuato, nel Veneto Orientale, dagli uomini della Guardia di finanza. Ed ora anche il giudice per le indagini preliminari, Gilberto Stigliano Messuti, al termine dell’interrogatorio, ha deciso di confermare la misura cautelare realizzata

dai finanzieri. Al centro della vicenda un quarantenne di San Donà di Piave, Fabio Peric, nome da tempo noto alla forze dell’ordine. In questo caso la Guardia di finanza di San Donà ha avviato uno dei tanti controlli rivolti soprattutto alle persone che frequentano l’ambiente dello spaccio di sostanze stupefacenti e sono arrivati al sandonatese. Nel giro di poco tempo gli inquirenti hanno posto sotto

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sequestro circa 800 grammi di marijuana. La sostanza stupefacente è stata rinvenuta sia all’interno di un borsello di proprietà dell’accusato sia all’interno della sua abitazione a Noventa di Piave. Nel corso del controllo è stato anche appurato che l’uomo era senza patente. Venerdì pomeriggio l’accusato (alla presenza del suo legale) è stato interrogato dal giudice Stigliano Messuti il quale,

alla fine, ha deciso di confermare la misura del carcere. Alla luce dei suoi precedenti, però, i militari della Guardia di finanza hanno deciso di avviare ulteriori indagini. In questo caso si punta a far luce sul soprattutto contesto nel quale si muoveva l’uomo. Nel corso dell’interrogatorio l’uomo avrebbe in parte ammesso le sue responsabilità sulla vicenda. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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PRIMO PIANO

SABATO 31 AGOSTO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

La crisi vista dal Veneto il comizio nel padovano

Matteo Salvini acclamato dal popolo del Carroccio alla Festa della Lega a Conselve. L’ormai ex vicepremier e ministro dell’Interno si è presentato assieme alla fidanzata Francesca Verdini, quasi a smentire le voci di una loro probabile “separazione”. Il segretario Federale della Lega ha attaccato duramente i grillini e il Pd. Nella foto sotto a destra Massimo Bitonci, Arianna Lazzarini e Toni Da Re (FOTO ZANGIROLAMI)

Conselve, Salvini fa il bagno di folla «Alle urne e alla fine vinceremo» Lo stato maggiore della Lega con il segretario. E Zaia: «Tutti in piazza, pronti per la rivoluzione» Albino Salmaso CONSELVE. La festa dell’orgoglio della Lega e del Capitano rimasto senza trono al Viminale. Matteo, Matteo, gridano i militanti con il ritornello del “Vincerò” di “Nessun dorma” della Turandot di Puccini. Un inno alla riscossa. Salvini si ferma sul tavolo del sindaco di Arzergrande, Filippo Lazzarin, per la cena. Sono amici. Al suo fianco c’è Francesca Verdini, elegante con un vestito di seta nera. Sorride e posa per i selfie con Matteo che indossa la polo verde padano. Roberto Marcato, Massimo Bitonci e Andrea Ostellari e Mara Bizzotto accompagnano il leader, il comizio può attendere. Arriva anche Erika Stefani, “lady autonomia” il ministro della riforma sognata dai veneti e fatta naufragare da Di Maio e i grillini. Si cena con i posti prenotati e i nomi segnati sul tavolo. Menu classico alla padana: spaghetti, gnocchi, pesce fritto con polenta, baccalà alla vicentina, musso con polenta e bistecca di cavallo. Prezzo fisso 20 euro. Piatti generosi, per digerire la crisi di governo e rialzarsi in fretta e occupare la piazza dopo lo sgambetto dei grillini. Davanti al tendone, Toni Da Re, ripete la sua litania. «Il ribaltone è nato a Bruxelles, con il premier Conte che si è piegato ai diktat di Macron e Merkel

per scaricare la Lega di Salvini, ma non ci fermeranno. Prima a Pontida e poi a Roma il popolo reagirà», dice l’eurodeputato di Vittorio Veneto. Suona la musica, va forte Vasco Rossi. Al tavolo di Cartura, con il segretario Alberta Castellan, c’è la caccia per i selfie e gli autografi con Matteo e il senatore Ostellari, «quello che ha cambiato la legittima difesa». Alle 20.23 arriva Luca Zaia e scoppia il coro da stadio. Luca e Matteo, i due evangelisti della Lega, l’autonomista e il so-

Il leader a Berlusconi «Non abbiamo bisogno di Forza Italia, ce la possiamo fare da soli»

Gli ex ministri Stefani e Fontana «A Bruxelles abbiamo nemici fortissimi» vranista, il leader di “prima i veneti” e il ministro “blocca immigrati in mare”. Il tifo è alle stelle. Non è il funerale del governo, ma la festa dell’orgoglio della Lega. E sul palco sale il “dream team” finito nella polvere per l’autogol del Capitano. Luca Zaia arringa la folla. «I Veneti mi dicevano “quando xe ke moemo i grillini”. Lui ha avuto una pazienza olimpica, la Pedemontana l’ha inaugurata lui, Toninelli si vergognava. I grillini hanno preso per il naso il ministro Stefani e bloccato l’autonomia». Ma è tutto perduto? No. «Aspettiamo il voto della piat-

Poi le bordate ai vescovi. «Voglio vedere cosa dice la Cei quando approveranno le adozioni gay e il suicidio di Stato. Si va avanti a testa alta. Questo non è il funerale del governo, vinceremo, ci vuole solo tanta pazienza». Poi tocca ai giudici: «Quando sbagliano con le sentenze anche loro debbono pagare, ecco perché abbiamo rotto con Bonafede. Lo so che ci vogliono fermare con i processi, con le inchieste di Agrigento sui migranti, i clandestini non sono come gli emigranti italiani che hanno fatto fortuna in America, debbono tornare a

Il governatore veneto Luca Zaia ieri sera mentre sta per dare la parola a Matteo Salvini

taforma di Rousseau, vi aspetto tutti in piazza, noi siamo pronti per la rivoluzione», conclude Zaia. Due battute le regala anche il ministro Centinaio: «Conte si sente Gesù Bambino, mandiamolo a casa e andiamo a votare». Erika Stefani è sommersa dagli applausi e Lorenzo Fontana, il ministro-commissario, tira la volata a Salvini. «A Bruxelles abbiamo nemici fortissimi,

i 5 stelle hanno stretto patti con chi ha portato miseria e povertà nelle nostre terre con le guerre. Hanno votato la figlioccia della Merkel. Chi ha tradito? Di Maio e Conte. Andiamo subito al voto». Alle 21 esatte parla Matteo Salvini. La sua verità l’ha già raccontata alle tv. Con un appello al presidente Mattarella. E comincia il suo j’accuse. Se la prende con il Pd «di banca Etruria e il crac delle popolari vene-

te», e poi scarica la rabbia contro l’idea della patrimoniale. «Dovranno passare sui nostri corpi per tassare la casa e la patrimoniale». Salvini risponde anche a Berlusconi. «Non è la Lega che ha aperto la strada al Pd, io ho avuto il coraggio di far dimettere 7 ministri e al presidente Mattarella abbiamo chiesto le elezioni. Basta con i No. La Lega non ha bisogno di Forza Italia, ce la possiamo fare da soli».

casa, in Africa». Il piano della riscossa prevede l’assise il 14 settembre a Milano: saranno gli Stati Generali della Lega, poi il giorno dopo la kermesse di Pontida segnerà l’avvio della rivoluzione del popolo in piazza. L’obiettivo? Far cadere il governo Conte. Imbrigliarlo con il controllo del lavoro in aula con le commissioni parlamentari controllate dalla Lega, pronta a organizzare l’ostruzionismo contro il Pd e il M5s. «Tenetevi le vostre poltrone, noi vinceremo». La musica va alle stelle. E parte l’applauso al Capitano rimasto senza poltrona. Ma che vuole il riscatto tra le note di “Vincerò”…. Fine del primo atto. La recita lascia il posto all’abbraccio del popolo con il Capo. Tutti in fila per il selfie con Matteo. Dalle 21.40 fino all’una di notte oltre tremila persone in coda per la foto ricordo con il Capitano. Ci vuole pazienza, predica Da Re. Quella che Salvini non ha avuto con Conte. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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Corriere del Veneto Sabato 31 Agosto 2019

PD

NUMERI UTILI Municipio Questura Prefettura

Rovigo rovigo@corriereveneto.it

04252061 0425202518 0425428511

VigiliUrbani Carabinieri Polstrada Servizioveterinario

0425204611 042529381 0425426611 3495836327

CroceRossa Capitaneriadiporto Acquedotto Ulss18

0425361388 0426387055 0425363711 04253931

Ulss19 Emergenzainfanzia Radiotaxi TaxiRovigo

0426940111 114 042523900 0425 1812

Consorzio Rsu, sindaci divisi sulla cacciata del commissario si i termini statutari per la decadenza naturale degli amministratori, rendendo illegittim o i l r i n n o vo . U n a te s i respinta con forza dall’amministrazione rodigina, che ha proceduto all’ufficializzazione delle nomine in solitaria. La situazione ha portato ad una serie di fratture all’interno del Consorzio, sia nei confronti del commissario liquidatore che tra i sindaci stessi. In molti ritengono Tugnolo responsabile di una crisi che ha di fatto messo a repentaglio la sopravvivenza di Ecoambiente, agendo in solitaria nonostante le indicazioni provenienti dall’assemblea dei soci. Ma a pesare sarebbe stata anche la posizione di Rovigo, che avrebbe spinto i primi cittadini a prendere posizione contro il commissario dopo la chiusura della vicenda. L’idea messa sul tavolo è appunto quella di prendere carta e penna e scrivere alla giunta regionale di Luca Zaia, chiedendo che Tugnolo, nominato da Venezia, sia sollevato dal suo incarico e sostituito. Se in un primo momento l’adesione sembrava ampia,

sono ad ora diversi gli elementi che portano diversi sindaci a predicare maggiore prudenza. Una delle preoccupazioni è la possibilità che, vista la vicinanza con le elezioni regionali del 2020, la lettera

finisca per cadere nel vuoto per evitare scossoni politici prima del voto, di fatto rafforzando così la posizione del commissario. Il tutto in un momento delicato, dal momento che il Consorzio dovrà presto chiudere la procedura di fusione con Ecoambiente stessa. Un incorporamento che porterà alla fine del Consorzio e, di conseguenza, anche dell’attività di Tugnolo. Secondo diversi primi cittadini la richiesta di sostituzione potrebbe allungare ulteriormente i tempi per la chiusura della fusione, gettando incertezza sul futuro di entrambe le società. Ma a pesare è anche la presenza di alcune fronde particolarmente vicine al commissario liquidatore, che non vorrebbero buttarlo giù dalla nave proprio sul finire della fusione. La strategia sarebbe quella di cercare di prendere tempo per tentare di far sgonfiare il malcontento e lasciare così la lettera chiusa nel cassetto. Nei prossimi giorni i sindaci dovrebbero raggiungere una decisione sul da farsi. Marco Baroncini

Adige e salmonella Per Acquevenete «non c’è rischio»

Il dubbio ● Chiedere o non chiedere la revoca del commissario liquidatore del Consorzio Rsu, Pierluigi Tugnolo, in guerra con i sindaci-soci sulla nomina del cda di Ecoambiente? ● Il fronte comune per la revoca sta perdendo adesioni: dubbi sulla strategia e gli effetti.

Pizzicato dai carabinieri di Castelmassa con mezzo etto di hashish nascosto a casa, uno studente 18enne di origine magrebina è stato arrestato ai domiciliari. I carabinieri sono arrivati al neo maggiorenne dopo aver individuato, in un casolare abbandonato nella campagna, alcuni giovani intenti ad assumere stupefacenti. I due, un 16enne ed un 27enne di origine marocchina, sono stati trovati in possesso di modica quantità di hashish e segnalati come assuntori alla prefettura. La perquisizione a casa dell’arrestato, risultato essere il pusher dei due, ha portato al sequestro di quasi mezzo etto di hashish e materiale per il confezionamento delle dosi. (a.a.)

Il consigliere comunale

Noce: «Via Ponte Roda, si tolgano i cassonetti» ROVIGO Spostare i cassonetti per evitare che

imbrattino Corso del Popolo e costringano i pedoni a camminare in mezzo alla strada. È la richiesta della consigliera comunale leghista Valentina Noce per i bidoni dell’immondizia posizionati in via Ponte Roda, che collega Corso del Popolo con piazza Roma. «I cassonetti impediscono il passaggio sul marciapiede – sottolinea Noce – I pedoni sono costretti a camminare a raso del muro. Tra l’altro attorno si trova molta sporcizia». La consigliera chiede quindi al sindaco Edoardo Gaffeo quali misure sono previste per risolvere il problema. «Alcuni esercenti che si affacciano sulla via abbiano già presentato lamentele – specifica Noce – Si tratta di uno scadente biglietto da vista per i negozi, un angolo di degrado nel cuore del centro storico». (m.b.)

Al Teatro sociale un sabato sera con Mozart

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Azzalin: «Mai detto di pagare i vecchi canoni» Ater e rincari, il consigliere Dem precisa: il Pd non ha suggerito di commettere reati di pagare i vecchi canoni e non quelli nuovi agli inquilini delle case Ater di Rovigo. Quello che va sottolineato, invece, è l’importanza di segnalare agli uffici dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale le criticità. Per molti è diventata una vera e propria emergenza. La nuova legge regionale deve essere sospesa e modificata». Graziano Azzalin, consigliere regionale e capogruppo in consiglio comunale a Rovigo del Partito Democratico, prende una posizione chiara in merito agli alloggi popolari il cui canone d’affitto ha subi-

Chi dice no La protesta del 21 agosto scorso, quando alcuni inquilini Ater sono scesi in piazza contro gli aumenti degli affitti.

to un rialzo con l’entrata in vigore, lo scorso 1 luglio, della nuova legge regionale sull’edilizia residenziale. «Zaia e i vertici Ater – dichiara Azzalin - stanno mettendo in piedi una campagna mediatica vergognosa, che punta a raffigurare gli abitanti delle case popolari come una manica di ricchi mascalzoni che occupano gli alloggi a sbafo. Sicuramente i disonesti ci sono, ma è inaccettabile che questa giunta regionale spari nel mucchio per coprire le proprie incapacità». In provincia di Rovigo il 73 per cento degli inquilini Ater ha subito, sempre da luglio

Presenza di salmonella anche nel tratto di Adige polesano, Acquevenete comunica che non c’è alcun rischio contagio e che l’autorità sanitaria competente non ha ancora inviato comunicazioni ufficiali. «Tutte le 6 centrali di potabilizzazione gestite dall’azienda che attingono dall’Adigespiega Acquevenete - sono dotate di un sistema di trattamento dell’acqua con disinfezione che ha piena efficacia per l’abbattimento del batterio». Già in passato era stata riscontrata la presenza di salmonella nell’Adige, ma «in tutte le occasionichiarisce Acquevenete - pur in presenza di acqua grezza in cui le analisi avevano evidenziato positività alla salmonella, nell’acqua potabile questa è risultata assente, segno che il trattamento funziona efficacemente». (na.cel.)

Hashish in casa, diciottenne finisce ai domiciliari

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ROVIGO «Il Pd non ha mai detto

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Notizie in breve

LitecoiComunisoci,sultavololarevocadiTugnolo:«Senzadiluifusionearischio» ROVIGO Non tutti i sindaci sono pronti a firmare la lettera per chiedere la sostituzione del commissario liquidatore del Consorzio Rsu, Pierluigi Tugnolo. Il fronte dei primi cittadini soci del Consorzio si spacca sulla strategia da seguire per chiudere la partita dei rifiuti, riaccesasi dopo il duro scontro per nominare il nuovo consiglio di amministrazione di Ecoambiente, la società che raccoglie e smaltisce la spazzatura polesana. Anche se l’azienda ha una nuova governance, i mal di pancia per il travagliato processo di rinnovo continuano ad agitare l’assemblea dei soci del Consorzio. Al centro dei malumori la scelta di Tugnolo di non indicare i nuovi componenti per il cda di Ecoambiente, di cui il Consorzio è socio assieme al Comune di Rovigo. Nonostante i sindaci avessero votato a maggioranza i due nomi che il commissario liquidatore avrebbe dovuto indicare, quest’ultimo ha deciso in autonomia di non procedere ritenendo il precedente cda non scaduto. Per Tugnolo infatti non sono ancora trascor-

FARMACIE TreMori

scorso, un aumento del canone d’affitto. L’esponente rodigino del Partito democratico, assieme a Gianfranco Munari, avvocato e componente del consiglio di amministrazione di Ater Rovigo, ha iniziato un tour di assemblee pubbliche per parlare con i cittadini, raccogliere problemi e prospettare soluzioni. Ieri a Porto Viro, tra gli altri nodi emersi dall’incontro, quello relativo alla presenza nelle case popolari di «ben un terzo di persone che sono disabili o anziane oppure che si ritrovano in entrambe le condizioni». Na.Cel. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Appuntamento al ridotto del teatro Sociale di Rovigo, domani alle 18, con l’opera buffa - in forma semiscenica - di Mozart «La finta giardiniera». Dopo il successo del Galà lirico internazionale e il «Così fan tutte» del 2019 , continua la collaborazione del Circolo della lirica di Padova con il Teatro sociale. Inganni, amori non corrisposti, travestimenti, equivoci nel buio di un boschetto e colpi di scena; un dramma giocoso, commissionato all’allora diciannovenne Mozart dal principe elettore bavarese Massimiliano III in occasione del carnevale del 1775. Ingresso libero, fino a esaurimento posti. (na.cel.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


V

Primo Piano

Sabato 31 Agosto 2019 www.gazzettino.it

SPAZI ANGUSTI Medici e infermieri di Terapia intensiva ammassati negli spazi angusti della palazzina di Ostetricia

LA SEDE

TROPPO STRETTO Un macchinario medico stretto tra il muro e il letto

Il programma

Ospedale della mamma e dei bebè per Zaia sarà pronto entro il 2023 La prima picconata simbolica a Pneumologia è stata scagliata dal governatore del Veneto, Luca Zaia, un mese fa. Per assicurare il massimo della sicurezza durante l’intervento, l’edificio è stato “impacchettato” ma non è ancora stato demolito. Nella fase di demolizione ci sarà un getto continuo d’acqua che terrà a bada le polveri. Ora devono essere approvati il progetto definitivo ed esecutivo. La gara per la

realizzazione dell’opera da oltre 60 milioni, deve essere ancora bandita. Il termine che si è dato il dg Flor oscilla tra la fine di questo e l’inizio del prossimo anno. Il governatore Zaia ha annunciato l’ingresso dei bimbi nel nuovo Ospedale della mamma e del bambino nel 2023. Il progetto prevede un fabbricato di otto piani oltre a una porzione seminterrata per una superficie totale di quasi 20 mila metri quadrati.

PADOVA Per raggiungere l’ambulatorio pediatrico è necessario superare recinzioni in ferro, grate di massima sicurezza e porte blindate. Nella fantasia di un bambino questo potrebbe essere l’incipit di un’avvincente avventura in ospedale, un’invenzione utile a spezzare la noia prima di una visita medica. Invece è tutto vero. La Diabetologia pediatrica è stata spostata nel “reparto bunker” al piano terra della palazzina di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera. La nuova area, mai inaugurata, è stata costruita appositamente per i detenuti malati ricoverati in ospedale. Un reparto diventato ormai necessario, dopo diverse evasioni di carcerati, fuggiti dalle loro stanze. Nella cittadella sanitaria di via Giustiniani lo spazio è talmente poco che al posto dei galeotti, nel reparto bunker ci sono finiti i bambini. Il curioso trasloco è temporaneo. Fino a qualche mese fa, infatti, la Diabetologia pediatrica si trovava nella palazzina di Pneumologia. L’edificio svuotato ora è circondato da una palizzata in legno e attende di essere abbattuto per fare spazio alla futura Pediatria. Tutti gli ambulatori e i servizi che erano presenti all’interno della vecchia struttura, sono stati ricollocati all’interno dell’ospedale. Diabetologia pediatrica rimarrà nel reparto bunker almeno fino a novembre, in attesa che vengano ultimati i lavori di ristrutturazione al terzo piano di Pediatria (l’edificio costruito nel 1956 su progetto del famoso architetto Daniele Calabi). Prima della fine dell’anno lì sorgerà un rinnovato Poliambulatorio pediatrico. Il reparto dedicato ai detenuti è costato complessivamente 400 mila euro, il finanziamento arriva dalla Regione Veneto. Tra polemiche e rinvii, se ne parlava da già da diversi anni. Quando entrerà a regime la sorveglianza sarà garantita 24 ore su 24, a turno, dalle guardie penitenziarie già al lavoro nelle strutture di detenzione padovane. Il reparto sarà blindatissimo: ogni persona che si

Diabetologia, i bimbi visitati nel reparto “bunker” per detenuti Gli ambulatori sono stati spostati nell’edificio dotato di porte blindate e grate alle finestre costato 400mila euro

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BLINDATO Il reparto dei detenuti che ora è utilizzato anche dai bambini di Diabetologia

presenterà davanti alla guardiola sarà identificata prima di poter accedere all’area. I detenuti verranno ricoverati in stanze singole, dove nulla sarà amovibile. I letti, gli armadietti e gli apparecchi installati saranno studiati appositamente per garantire la sicurezza del ricoverato e degli operatori sanitari. Non ci sarà la possibilità di spalancare le finestre come avviene in un comune reparto. Gli infissi saranno dotati di dispositivi particolari che consentono solo il

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ricambio d’aria. Il finanziamento è stato stanziato nel febbraio 2016, attraverso la delibera regionale “Adeguamento e rinnovo re-

FINO POCO FA LE VISITE SI FACEVANO NELLA PALAZZINA DI PNEUMOLOGIA CHE TRA POCO VERRÀ ABBATTUTA

parti detentivi negli ospedali del Veneto”. Oltre al reparto padovano, la rete regionale dei servizi sanitari penitenziari prevede: all’Azienda ospedaliera di Verona, un reparto per detenuti con sette posti letto; all’ospedale di Belluno, nel reparto di Chirurgia, tre stanze dedicate ai detenuti; all’ospedale di Treviso, quattro stanze a Malattie infettive e due stanze in Medicina d’urgenza; all’ospedale di Rovigo, due stanze al Pronto soccorso. E.Fa.


PRIMO PIANO

SABATO 31 AGOSTO 2019 IL MATTINO

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La crisi vista dal Veneto Il popolo leghista padovano affolla lo stand. Poche voci fuori dal coro. «Non doveva staccare la spina, sbagliati i tempi»

E il Capitano è sempre più in sella «Con lui tutta la vita, ora le elezioni» IL RACCONTO

Nicola Stievano alvini? Tutta la vita»: il cuore dei leghisti batte all’unisono per il suo “capitano”, in sintonia con le scelte degli ultimi giorni. Nel grande capannone del Prato Comunale, dove da cinque anni il leader del Carroccio rinnova il bagno di folla rituale e raccoglie ovazioni ad ogni parola, vi sono molte certezze e pochi dubbi. La scelta di rompere con il Movimento 5 Stelle è salutata con soddisfazione e un senso di liberazione dai leghisti padovani e veneti che con qualche ora di anticipo si sono accomodati sulle panche in legno dello stand, posti prenotati da oltre una settimana e letteralmente andati a ruba. A circondare ed acclamare “Matteo” ci sono militanti di ogni età e ogni provenienza, dai fedelissimi dei tempi di Bossi ai giovanissimi che hanno indossato la felpa verde con l’ascesa di Salvini. Molti di loro fanno di tutto per non mancare ad ogni appuntamento. È il caso del vivace gruppo della Lega di Cartura, capitanato dalla segretaria Alberta Castellan, salita sul Carroccio fin dalla sua fondazione e sempre in prima linea nelle battaglie leghiste. Ad accompagnarla una truppa di donne, tra cui Irene Lovato e Luciana Callegaro, insieme ad Adriano Nericcio. Hanno la fortuna di occupare il tavolo 12, a pochi metri da dove prenderà posto proprio Matteo Salvini insieme alla fidanzata Francesca Verdini. «Oggi (ieri, OES) è stato il mio ultimo giorno di lavoro, adesso sono in pensione» racconta Alberta Castellan, «e questo lo devo alla “Quota 100” for-

«S

Il popolo leghista alla festa di Conselve. Nella foto grande l’immancabile scatto sotto il tendone con il Capitano. Pochi dubbi e molte certezze sulle scelte future del Carroccio dopo il «tradimento» del Movimento 5 Stelle. Tutti avanti compatti con Matteo Salvini (FOTO ZANGIROLAMI)

temente voluta dalla Lega. Lavoro da 45 anni, prima in Comune a Padova e poi a Terrassa Padovana, ma me ne sono stati riconosciuti 41 e mezzo. Senza “Quota 100” non sarei qui a festeggiare la pensione. Di Salvini appoggio ogni scelta, mi fido di lui. Ha fatto benissimo a scaricare i Cinque Stelle. Ormai era chiaro che i grillini stavano lavorando sottobanco per un ribaltone e Salvini lo ha smascherato. Di Maio dovrebbe ringraziarci perché è per merito nostro che ha potuto fare il ministro per 14 mesi. Ora invece stanno già litigando con il Pd, non dureranno a lungo, presto finalmente torneremo alle urne». Intanto però c’è da fare op-

posizione, anche dura, come proclama Toni Da Re, già segretario della Liga Veneta. Le “pasionarie” di Cartura che ne pensano? «Mah» rispondono «queste cose le lasciamo decidere a chi fa politica a Roma, noi ci occupiamo dei nostri piccoli Comuni». Qualche voce fuori dal coro non manca, come quella di Mario da Avellino, a cena insieme all’amico Francesco da Mestre. «Vengo dalla roccaforte leghista della Campania» racconta Mario «da Cassano Irpino, dove il sindaco Salvatore Vecchia è stato rieletto con una percentuale incredibile, il 92 per cento dei voti. Siamo quasi parenti, perché ha sposato una mia cugina. Sostengo la Lega ma non sono d’ac-

cordo con la scelta di staccare la spina al governo. Per me Salvini doveva continuare a portare avanti i suoi progetti e i suoi obiettivi tenendo in piedi l’alleanza con il M5S». Anche l’amico Francesco concorda: «Salvini ha sbagliato i tempi e i modi, poteva tener duro ancora un po’, anziché lasciare mano libera a questo nuovo accordo». Anche in questo caso, però, nessuno mette in discussione la leadership di Salvini, nemmeno chi si dice deluso dai continui rinvii sull’autonomia del Veneto. «Conservo la tessera del voto e non dimentico» afferma Valentina da Pozzonovo, da oltre la transenna dello stand, con la speranza di poter entrare prima o poi «gli ex alleati hanno sempre detto no e ora con il cambio di governo sarà ancora più difficile raggiungere l’autonomia, per questo aspettiamo le nuove elezioni e il ritorno della Lega al governo». Accanto a lei c’è Giampaolo, per il quale «Salvini l’accordo con i grillini non lo doveva neppure fare. Ci ha provato ma è andata male, ora si dovrebbe andare subito al voto, se siamo ancora in un Paese democratico». Sono convinte che «ora è tempo di dare la parola al popolo» anche Elisa, Stefania, Alice e l’altra Stefania, le ragazze impegnate nel servizio al tavolo, volontarie che per dieci giorni trascorrono il loro tempo libero nello stand del Carroccio. «Qua è pieno ogni sera» raccontano «ma questa serata è tutto esaurito da quasi una settimana. Appena è arrivata la conferma della presenza di Matteo i posti sono letteralmente andati a ruba». Sono con Salvini anche i militanti di Abano. «La leadership del nostro Capitano non è in discussione» afferma Fabio Tambozzo «lui ha fatto la cosa giusta ed è stato coerente. Altrettanto invece non si può dire di chi ora vorrebbe fare la voce fuori dal coro, gente che fino al 9 agosto gli chiedeva di staccare la spina e il giorno dopo lo ha criticato per questo». Tra i big della Lega del Veneto c’è Arianna Lazzarini, sindaco di Pozzonovo: «La Lega al governo ha fatto molto ma l’Europa l’ha osteggiata». Poco prima delle 20 si alza un boato: per Matteo è un tripudio. —


PADOVA

SABATO 31 AGOSTO 2019 IL MATTINO

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La lotta ai tumori

Iov, segno positivo per tutta l’attività Più sala operatoria e chemioterapia Firmata dal dg Giorgio Roberti la relazione finale per il 2018 Più 21% di interventi chirurgici. Cresce anche la ricerca Elena Livieri È un bilancio in positivo quello dell’Istituto oncologico veneto che ha il suo cuore pulsante nelle strutture dell’ex ospedale Busonera in via Gattamelata, ma che ha inaugurato una “filiale” dedicata alla Chirurgia nell’ospedale di Castelfranco Veneto e il bunker per la Radioterapia nell’ospedale di Schiavonia. Portano il segno più i conti, ma anche e soprattutto l’attività dello Iov che si conferma non solo un’eccellenza nelle cure dei tumori, ma anche nell’attività di ricerca.

Urologia a indirizzo oncologico, Medicina nucleare, Anatomia e Istologia patologica. Un vero e proprio fortino nella lotta ai tumori il bunker realizzato nell’ospedale di Schiavonia e inaugurato nel giugno 2018: grazie a un investimenti di 12,7 milioni di euro la struttura, dedicata ai trattamenti radioterapici, è dotata di apparecchiature tecnologiche d’avanguardia, come l’ac-

Nel corso dell’anno inaugurate le sedi di Castelfranco e Schiavonia

IL QUADRO

Nelle scorse settimane il direttore generale Giorgio Roberti ha firmato la delibera con la relazione sulla performance dello Iov nel 2018. Il documento rendiconta ed evidenzia la performance aziendale, la misurazione degli obiettivi prefissati e la valutazione individuale del personale dipendente. Le due novità più importanti del 2018 sono state l’avvio dell’attività di ricovero e l’ampliamento dei servizi nella sede di Castelfranco Veneto e l’avvio dell’attività di radioterapia a Schiavonia. AMPLIAMENTO

A Castelfranco sono state aperte le unità di Chirurgia oncologica dell’esofago e delle vie digestive, Endocrinochirurgia, Gastroenterologia, Anestesia e Rianimazione,

celeratore lineare, la tomoterapia Radix Act - la prima installata in Italia - e il tomografo computerizzato “Simultac”. La sede di Padova mantiene i suoi 120 posti letto, mentre a fine 2018 ne erano stati aperti 47 a Castelfranco. Di apri passo con l’incremento dell’attività, anche il rinforzo nelle fila dei dipendenti: da 511 nel gennaio 2018, tutti nella sede padovana, si è passati a dicembre 2018 a 525 dipendenti a Padova, 23 a Schiavonia e 143 a Castelfranco. Se nel 2017 il valore complessivo dell’attività dello Iov si è attestato su 59 milioni 371 mila euro, nel 2018 ha raggiunto 61,4 milioni di euro. Il valore riferito alla sede di Padova è sceso di circa 2,5 milioni, compensati tuttavia dall’incremento delle attività

omani mercoledì ancora giro alle 7 e mezza. Scusate...». Per carità, ci sono pure le scuse, ma vedersi recapitare un messaggio di tale contenuto alle 23.20 per

«D

2018

Posti letto

120

120 Padova+47 Castelfranco

Personale dipendente

511

525Padova+143Castelfranco+23Schiavonia

Valore dell'attività

59,3 milioni €

61,4 milioni di €

25.554

30.224

+18%

Interventi chirurgici

2.531

3.062

+21%

Dimissioni ricoveri ordinari

2.606

3.520

+35%

Visite e controlli

90.201

95.459

+6%

Prestazioni Radiologia/Senologia

61.429

63.527

+3%

Trattamenti radioterapia

43.686

43.504

-0,4%

Trattamenti chemioterapia

ATTIVITÀ

Rispetto al 2017 i trattamenti chemioterapici sono aumentati del 18%, passando da 25.554 a oltre 30 mila. Ancora più consistente l’incremento registrato negli interventi chirurgici, passati da 2.531 a oltre 3 mila, segnando un più 21%. Le dimissioni da ricoveri ordinari sono cresciute del 35%, passando da 2.606 a oltre 3.500. Ma sono diminuite quelle dai ricoveri diurni 2.130 rispetto alle precedenti 3.536 - dato dovuto alla riduzione programmata dell’attività di Radiologia interventistica. Tra visite e controlli le prestazioni allo Iov sono state nel 2018 il 6% in più dell’anno precedente, 95.459 contro 90.201. Radiologia e Senologia sono passate da oltre 61 mila prestazioni a oltre 63 mila. Leggerissima flessione, appena dello 0,4% sui trattamenti radioterapici, da 43.686 a 43.504. Gode di ottima salute anche l’attività di ricerca: si è passati dalle 187 pubblicazioni del 2014 alle 256 del 2018 SALA OPERATORIA

L performance sul piano dell’attività chirurgica è particolarmente buona: nel corso del 2018 gli interventi in sala operatoria sono aumentati del 215. Un apporto significativo deriva dagli interventi per tumore maligno alla mammella, in progressivo aumento dal 2016. In quell’an-

«Avvisato tramite chat alle 23.20 del turno che iniziava alle 7.30» essere in corsia alle 7.30 del giorno dopo, non deve essere proprio piacevole. Ne sanno qualcosa infermieri ne operatori socio-sanitari degli ospedali padovani - città e provincia - che ormai vivono con l’ansia dell’ordine di servizio e di tutte le sue variazioni in corsa inviati via WhatsApp, a qualsiasi ora e in

2017

nelle due nuove sedi.

Ordini via WhatsApp a tutte le ore ai lavoratori della sanità pubblica Dopo la denuncia della Cisl, anche Cgil e Uil contro l’abuso dei social

LA DISPUTA

IOV, PERFORMANCE 2018

qualsiasi giorno. «È assolutamente illegittimo l’uso di dispositivi privati per le comunicazioni ufficiali» rilevano Alessandra Stivali e Raffaella Megna della Cgil con Luigi Spada della Uil, «ci sono lavoratori che sono stati costretti a farsi un secondo numero privato perché non potevano più vivere

La sede dell’Istituto oncologico veneto in via Gattamelata: l’attività è in aumento

il parere dei pazienti

Cure e assistenza ottimali bocciati strutture e park Nel corso del 2018 sono stati distribuiti ai pazienti dei questionari al fine di verificare il livello di qualità percepita. Oltre 1.800 quelli compilati. Il responso: per l’80%livello buono/ottimo per qualità dei servizi e per come il paziente si è sentito seguito. L’indagine ha invece evidenziato un peggioramento rispetto a accessibilità, fruibilità e confort della struttura. In particolare emerge la scarsa soddisfazione per i parcheggi.

con l’assillo dei messaggi sugli ordini di servizio. Questi» rimarcano i sindacalisti, «devono essere esposti in reparto, dove tutti, e per tempo, possano vederli». La situazione secondo Cgil e Uil è grave: «Ormai via WhatsApp arrivano richiami in turno, saltando quindi il riposo, richiami forzati dalle ferie o improvvisi cambi di orario o di reparto: di fatto i lavoratori vivono in una sorta di reperibilità perenne, peccato però che non sia pagata» rilevano i sindacati, «è un problema che sta sfuggendo di mano, è necessario che tutte le Amministrazioni lo affrontino e mettano ordine a questa situazione che sta creando parecchio disagio». — E.L.

no erano stati 721, l’anno scorso 783, segnando un più 9%. Siul fronte dei tempi di attesa per gli interventi chirurgici oncologico, lo Iov riesce a garantire il 99% entro i 30 giorni. RETE ONCOLOGICA

La Regione Veneto ha affidato allo Iov, in sinergia con le Aziende ospedaliere di Padova e Verona, il coordinamento della Rete oncologica veneta (Rov). L’obiettivo principale perseguito dalla Rov sono i cosiddetti Pdta, ovvero i percorsi diagnostico terapeutici per garantire tempestività

nella presa in carico dei pazienti, adeguati livelli di cura e continuità assistenziale, equità nelle condizioni di accesso e fruizione, controllo dell’appropriatezza prescrittiva ed erogativa. Ogni Pdta viene redatto da un gruppo multidisciplinare. Nel 2018 sono stati deliberati i Pdta per colon retto, rene, polmone, prostata, melanoma, sarcomi, tumori ereditari, mammella ed esofago. In via di deliberazione stomaco, testicolo, ovaio, tumori neuroendocrini, testa-collo, epatobiliare, pancreas, sistema nervosi centrale, carcinosi peritonale. —

il 14 settembre

S. Antonio, una marcia per dire no alla cessione Il comitato Sos Sant’Antonio lancia una nuova iniziativa i difesa dell’ospedale che secondo le schede regionali dovrebbe passare entro la fine del 2020 dall’Usl 6 Euganea all’Azienda ospedaliera universitaria. Il 14 settembre si svolgerà “Camminiamo insieme per salvare l’ospedale Sant’Antonio”, un corteo che partirà alle 16 dalla Basilica del Santo e arriverà per le 17 davanti al municipio. «Zaia

vuole chiudere il Sant’Antonio e dismettere una serie di preziose attività che garantiscono ai cittadini padovani i livelli essenziali di assistenza» si legge nel volantino che lancia l’iniziativa, «chiediamo a Zaia di modificare la programmazione regionale e di rinviare qualsiasi decisione sul Sant’Antonio a quando sarà ultimato il nuovo Polo della salute di Padova». — E.L.


CORTINA - CADORE

SABATO 31 AGOSTO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

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La chiusura dell’Istituto Pio XII di Misurina

L’assessore Lanzarin: «Ora i bambini possono curarsi anche vicino a casa» La titolare del referato alla sanità in Regione: «Tutte le Usl hanno l’esperienza per elaborare percorsi terapeutici ad hoc» Alessia Forzin AURONZO. «Sono cambiate le

modalità di cura, ora i bambini asmatici possono essere curati anche negli ospedali delle città in cui abitano». L’assessore alla sanità della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, non ci sta a sentir parlare di ostracismo, da parte delle Usl venete. Nessuna volontà di non mandare i piccoli asmatici a curarsi all’Istituto Pio XII di Misurina, dice. Ma i tempi sono cambiati, i percorsi terapeutici migliorati, e non è più necessario fare tanti km per curarsi dall’asma. Assessore, l’Opera diocesana San Bernardo degli Uberti nel suo comunicato ufficiale dice di aver tentato un rilancio della struttura, ma che le istituzioni si sono mostrate indifferenti. Quando siete stati coinvolti, come Regione? «Ci siamo incontrati due mesi fa con la direzione. Ci ha evidenziato le difficoltà esistenti, derivate dal fatto che sono cambiate le cure, i centri di riferimento, e questo ha provocato una diminuzione del numero dei pazienti. Ci siamo incontrati per capire se c’era una soluzione fra le quali è stata valutata anche quella di coinvolgere altre regioni, ma lì ci siamo arenati. Poi non abbiamo più avuto contatti, e ho appreso dalla stampa la decisione di cessare l’attività». Ha più sentito la direzione dopo quell’incontro? «Questa mattina (ieri per chi legge, OES) ho sentito il direttore e il vescovo di Parma e ho dato la mia più ampia disponibilità ad un ulteriore incontro per cercare di trovare una soluzione». Fra le cause che hanno provocato la diminuzione dei pazienti sembra esserci la nuova modalità di accesso all’Istituto stabilità dalla Regione 2 anni fa. Perché avete

A sinistra l’Istituto Pio XII di Misurina, eccellenza per la cura dell’asma e delle malattie respiratorie; a destra l’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin

cambiato la procedura? «Per adeguarla agli altri sistemi, per uniformarla alle altre procedure in essere». I sindacati però sostengono che proprio la costituzione delle commissioni abbia provocato il calo dei pazienti: le Usl al di fuori di Belluno, dicono, starebbero evitando di mandare i bambini a curarsi a Misurina. «Non risulta. Quasi tutte le nostre Usl hanno ormai maturato un’esperienza importante nella cura delle patologie respiratorie. Una volta c’era solo l’Istituto Pio XII, ora le cose sono cambiate e i bambini possono fare percorsi terapeutici anche vicino a casa». La Regione ha tagliato i contributi all’Istituto? «No, c’è sempre stato un budget, erogato però in base alle prestazioni rese. Se diminui-

scono le prestazioni ovviamente diminuisce il contributo regionale». Lei dice che tutte le Usl hanno gli strumenti per curare i bambini asmatici, ma Misurina ha un contesto ambientale particolare, con un’aria priva di polveri sottili e allergeni. «Ci credo che l’aria sia più pulita a Misurina, ma anche le altre Usl hanno centri in cui è possibile curare queste patologie». Cercherete di trovare una soluzione, anche sondando la possibilità di sviluppare altri percorsi terapeutici al Pio XII? «Certo, siamo aperti ad ogni possibilità e ho già dato la mia disponibilità ad un ulteriore incontro. Lo dobbiamo ancora fissare». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

il sindaco

L’ipotesi che diventi un hotel «Mai arrivate richieste» Tatiana Pais Becher ricorda: «Il piano urbanistico comunale prevede in quella zona solo strutture di tipo sanitario» Inviata una lettera a Zaia AURONZO. Un percorso per ri-

lanciare l’Istituto Pio XII c’era. La mattina del 29 ottobre 2018, poco prima che la tempesta Vaia devastasse la provincia, era stato firmato un accordo a Misurina con l’Isti-

tuto superiore di sanità, per sviluppare la clinica all’interno di un network di eccellenze. Lo scrive il sindaco di Auronzo, Tatiana Pais Becher, nella lettera che ha inviato al presidente della Regione Luca Zaia, invitandolo a Misurina e chiedendogli di attivarsi per scongiurare la chiusura dell’Istituto. «Anche se la questione non è di diretta competenza comunale, ritengo che l’Istitu-

to, oltre a rappresentare un’eccellenza europea, sia un importantissimo punto di riferimento per le famiglie venete di molti bambini asmatici e per generazioni di ragazzi che hanno ripreso a condurre una vita normale proprio sulle rive del lago di Misurina», scrive la Pais Becher. «Non posso scordare che proprio la mattina del 29 ottobre scorso si tenne a Misurina l’incontro per la firma

quasi quattromila firme

Lanciata una petizione per salvare la struttura AURONZO. Chi ha conosciuto

l’Istituto Pio XII, chi ha avuto figli asmatici ricoverati nella struttura e ha ritrovato la speranza di dare loro una vita normale, non vuole rassegnarsi alla chiusura della clinica. Non appena la notizia si è diffusa si è scatenata una mobilitazione generale, che coinvolge tutto il Veneto. È infatti una donna di Padova ad aver lanciato una petizione sul portale avaaz.org. A ieri sera l’avevano firmata quasiquattromila persone.

di una convenzione triennale tra l’Istituto Pio XII Onlus e l’Istituto Superiore di Sanità, all’interno di un network di centri di eccellenza, per un rilancio della struttura con l’obiettivo di progettare studi ed elaborare protocolli clinici sull’efficacia della riabilitazione in montagna di bambini e ragazzi affetti da patologie respiratorie, malattie sempre più frequenti in età pediatrica. Della Rete di Misurina, oltre all’autorevole adesione dell’ISS e alla collaborazione con le associazioni di pazienti come FederAsma e Allergie e Lega italiana fibrosi cistica, fanno già parte il Bambino Gesù di Roma, il Gaslini di Genova, il Meyer di Firenze, il Policlinico Gemelli di Roma, il Regina Mar-

La petizione si chiama “Diamo un futuro ai bambini asmatici” ed è rivolta al ministero della Salute. «In Italia un bambino su dieci soffre di asma», si legge nel testo che accompagna la raccolta firme online. «In Italia esiste un centro per la cura dell’asma infantile. È tra le montagne del Cadore. È convenzionato con il SSN (servizio sanitario nazionale, OES). È una delle eccellenze italiane. Alla fine il “buco” di bilancio ha costretto l’Istituto a prendere la deci-

gherita di Torino e le Università di Verona e Ferrara». «Ritengo inoltre», continua, «che in vista dei Mondiali di sci Cortina 2021, dei Mondiali di canoa Auronzo 2023 e delle Olimpiadi 2026 il centro Pio XII potrebbe giocare un ruolo fondamentale anche come base di allena-

«La clinica potrebbe avere un ruolo anche per gli atleti durante i grandi eventi sportivi» mento in alta quota per gli atleti». Proprio il riferimento agli eventi sportivi permette di chiedere se sia reale la possi-

sione di chiudere i battenti il 31 dicembre 2019. Fermiamo tutto questo! Facciamolo per i nostri figli! Facciamolo per il nostro futuro!». Un appello accorato, che testimonia quanto l’Istituto Pio XII sia stato in grado di aiutare famiglie e bambini asmatici. Le testimonianze si susseguono senza sosta sui social: «Ho visto ragazzi arrivare con difficoltà respiratoria anche grave», si legge fra i numerosi commenti alla notizia sulla pagina facebook del nostro giornale. «Vi garantisco, perché ho visto con i miei occhi, che quei medesimi ragazzi, il giorno dopo l’arrivo a Misurina, respiravano molto meglio senza alcuna medicina, respirando solo l’aria di Misurina». — A.F.

bilità che l’Istituto possa essere trasformato in albergo di lusso. Voce che si rincorre da tempo, a Misurina. «Quell’area urbanisticamente prevede solo la realizzazione di strutture sanitarie», precisa il sindaco. «E al nostro ufficio tecnico non sono mai arrivate richieste per eventuali cambi di destinazione d’uso». Il declino, secondo il sindaco, è iniziato quando è stata chiusa la scuola che c’era di fronte al Pio XII. Operazione che ha costretto a trasportare bambini e ragazzi ospiti della clinica nel periodo scolastico agli istituti di Cortina. Anche questo ha fatto diminuire il numero dei pazienti durante i mesi invernali. — A.F.


PRIMO PIANO

SABATO 31 AGOSTO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

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La crisi vista dal Veneto Nelle regioni più produttive il seguito elettorale della nuova maggioranza di governo è basso mentre finiscono n soffitta Flat tax e autonomia, misure che la Lega ha a lungo sbandierato

Nord assediato come Fort Apache e di nuovo orfano della politica LO SCENARIO

MARIANO MAUGERI

I

l Nord finisce all’opposizione. E insieme con il Nord rotolano ai margini della storia politica dei prossimi mesi (anni?) i ceti produttivi asserragliati tra le Alpi e il Po, la corazzata produttiva che con 500 miliardi di export l’anno (quasi i due terzi della spesa pubblica italiana, giusto per fare un raffronto) rappresenta l’ultimo e unico asset strategico di questo disgraziato Paese. Non amiamo le allegorie, ma la resistenza e lo stato di minorità dei ceti produttivi del Nord assumono via via le sembianze dell’accerchiamento del generale Custer a Little Bighorn, un torrente

Giuseppe Conte, presidente del Consiglio incaricato

no di tutte le compagini partitiche e dei suoi leader. Sulla seconda, invece, la Lega è costretta a incassare una delle più brucianti sconfitte della sua storia. Chi l’ha seguita dagli albori, ha imparato che la Lega (e la Liga) nascono come qualcosa di molto simile a un partito di scopo, con tre punti chiave nel loro statuto: autonomia, autonomia, autonomia. Le scelte ondivaghe di Umberto Bossi, la liturgia dei miti fondatori (Monvisi, Padanie) e l’obbedienza cieca del suo popolo fecero deragliare un treno che negli anni ‘90 sembrava lanciato alla massima velocità. Dopo un blackout durato un altro ventennio, ci ripro-

varono i governatori in giacca blu. Sembrava fatta, tanto che nel dicembre scorso, per i saluti di Natale, Luca Zaia posta un video in cui fissa la data storica per la metà di febbraio. Sappiamo com’è andata. E lì, forse, è scappata un po’ la lingua a un capo politico che dovrebbe ben conoscere una delle massime democristiane tramandate dai vecchi dorotei ai pischelli che muovevano i primi passi nella politica: non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. Il gatto dell’autonomia è sgusciato di nuovo via e chissà chi e quando lo rimetterà in quel dannato sacco. Nel giro di qualche settimana, le condizioni di conte-

il filosofo

Cacciari: spero non sia inciucio ma un governo di vera svolta L’ex sindaco di Venezia confida che il possibile accordo tra M5s e Pd possa diventare un’alleanza a lungo termine anche per le elezioni in Veneto VENEZIA. Di sicuro ci spera. Ma per crederci è ancora presto anche se, dice, «qui ci si gioca la pelle». «La speranza dovrebbe essere coltivata da tutti, ma servirà un grande colpo d’ala per convincere tutti che

non si tratta di un inciucio per la sopravvivenza, ma di una vera svolta». La nascita di un nuovo governo M5s-Pd, ieri di nuovo in bilico, fa quindi sperare il filosofo ed ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, che ne parla a margine della presentazione del Festival della Politica di Mestre (4-8 settembre). Perché dietro l’angolo dell’accordo dettato dalla necessità potrebbe nascere anche un’alleanza. A

Roma, ma anche a Venezia, sia per le elezioni regionali che per quelle comunali, per avere la meglio sul sindaco uscente, Luigi Brugnaro. Tornando a Roma: convincere gli elettori che non si tratta di un inciucio, «rovesciare l’immagine di due debolezze che si sono messe insieme per non andare a casa», dice Cacciari. Traducendolo in atti «con decisioni radicali, come quello sul cuneo fiscale. E risolvendo

sto sono inesorabilmente cambiate. La luna di miele tra Salvini e il popolo dei social potrebbe trasformarsi in una luna di fiele. Tenere i piedi in una scarpa non si può più. Uno o due anni di opposizione bruceranno quel bonus che gli elettori del Mezzogiorno avevano sottoscritto a favore del Capitano. Ora busseranno con eguale intensità alle porte del partito di Salvini sia i ceti produttivi del Nord, con i veneti in prima fila (la Lega alle Europee ha vendemmiato consensi come mai nella sua storia), sia i neo adepti meridionali che mostrano però un tasso altissimo di mobilità elettorale. Facile prevedere che molti meri-

tutte le vertenze in atto a partire da quello del pubblico impiego». L’intervento sul cuneo fiscale come risposta alla Flat tax leghista, il rilancio di un progetto federalista come risposta alla mancata autonomia delle regioni. «Perché è chiaro che non la faranno, e dal mio punto di vista fanno bene», dice Cacciari, «perché si tratta di una bufala, ma non basta dire di no, occorrerà rilanciare un discorso federalistico serio, coerente che guardi l’insieme dell’assetto delle Regioni». Ma non è chiedere troppo a un governo che nasce per tamponare un’emergenza? «L’unica prospettiva è avere una visione a lungo termine», dice Cacciari, augurandosi che l’accordo a livello nazionale - sempre che riesca ad

al lido di venezia

Sassoli «L’autonomia ha riflessi europei»

David Sassoli

do e incline alla delega. I catalani l’hanno insegnato. Qualche volta i veneti dovrebbero lasciare la fabbrica o la carega e difendere il proprio diritto a esistere. Non tutto si può misurare in like, cuoricini e voti. La pigrizia si paga. I 15 anni di assegno in bianco firmati all’ex governatore di Forza Italia Giancarlo Galan qualcosa dovrebbero pur suggerire. Se ci spostiamo al Sud, le cose non migliorano. Un’altra riserva indiana in cui si accusano i nordisti di tutte le oppressioni possibili. Ma qui sta il nocciolo della faccenda: i “meridionalisti” si rifiutano di accettare una realtà lapalissiana. Senza quei 500 miliardi di export (le prime tre regioni esportatrici sono Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) il Paese crollerà. Trascinando con sé tutta la retorica sudista, le foto di gruppo zuccherose del G7, il bis-Conte “Giuseppi” e i litigi demenziali tra i partiti, ostaggio di una élite, derubricata a notabilato, impegnata solo ad auto perpetuarsi. —

VENEZIA. «La partita sull’autonomia, portata avanti da Veneto e Lombardia, ha riflessi anche europei e non solo italiani». Ne è convinto David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, ieri nella sede delle Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema. Dall’importanza della direttiva europea sul Copyright, fino al lancio della fondazione dedicata ad Antonio Megalizzi, Sassoli spazia sui temi politici più caldi dell’estate italiana. «Alla presidente della Commissione von der Leyen – aggiunge a proposito della autonomia chiesta dalle regioni del Nord – ho detto che abbiamo un compito: rafforzare l’Europa sociale, non accettando tagli indiscriminati e proponendo badget importanti per cultura e protezione sociale. Vedere dei paesi che mettono a rischio la loro coesione sociale, non farebbe bene né ai paesi stessi né all’Unione. L’Europa sociale, intesa come scuola e sanità, deve essere rinforzata. I cittadini, altrimenti, sono troppo esposti». In attesa che Giuseppe Conte sciolga la riserva, inevitabile un accenno al governo giallo-rosso. «All’Italia serve di stabilità. Speriamo che il nostro paese torni in primo piano in Europa». — Eugenio Pendolini

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Come insegnano i catalani, a volte bisogna difendere il proprio diritto a esistere

Ai margini la questione settentrionale ai margini, mai i nordestini così “nordestranei” del Montana dal quale prese il nome una delle più gravi disfatte dell’esercito nordista americano a opera dei pellerossa Sioux e Cheyenne (a combattere con Custer in quella battaglia c’era anche un bellunese dalla vita avventurosa, il conte Carlo di Rudio). Con il governo giallo rosso che di qui a poco dovrebbe insediarsi, vanno in soffitta le uniche due misure pro Nord che la Lega di Matteo Salvini aveva sbandierato fin dalla campagna elettorale che precedette le Politiche del 2018, Flat tax e autonomia. Sulla prima misura, transeat. Di promesse non mantenute è lastricato il cammi-

dionali saranno sedotti da Giuseppe Conte il “meridionalista” (è nato nella provincia di Foggia), e da un Pd che sulle politiche assistenzialiste vanta un pedigree e una tecnocrazia di prim’ordine. La questione settentrionale è tre volte orfana: di politiche ad hoc, di un partito, la Lega, che sembra aver smarrito la sua missione originaria e di un’alleanza di governo, quella giallo rossa, che al Nord ha una debolissima rappresentanza. Insomma, se non è Custer è fort Apache, un luogo remoto in un territorio ostile. Mai i nordestini furono così “nordestranei”. Ora, direbbe Leonardo Sciascia, è il momento delle scelte sommamente coraggiose e obbligatoriamente temerarie. E qui andrebbero tirate le orecchie a un elettorato troppo distratto, timi-

Massimo Cacciari ieri a Mestre

«L’autonomia è solo una bufala, non serve Rilanciamo piuttosto un serio federalismo»

andare in porto - possa avere ricadute anche a livello locale. Lo dice da tempo. Pensa al Veneto, alla città che ha amministrato per tre mandati. «L’alleanza è ancora possibile, ora voglio capire cosa diranno quelle teste di c... del Pd che due mesi fa, quando avevo lanciato l’idea, mi avevano attaccato dicendo che non sarebbero mai andati con i Cinquestelle, mentre ora a Roma ci stanno facendo insieme il governo». Anche se i vertici regionali M5s hanno già detto di no Cacciari è convinto che anche per il Veneto l’alleanza si possa costruire, «a patto che ci si metta a ragionare da subito: le intese hanno bisogno di tempo per maturare». — Francesco Furlan BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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MESTRE

SABATO 31 AGOSTO 2019 LA NUOVA

Economia e ambiente

Plastica al bando, Versalis in difficoltà Il cracking di Porto Marghera produce la materia prima (stirene) e i sindacati preoccupati chiedono la “chimica verde”

Gianni Favarato La messa al bando, entro il 2021, della plastica monouso mette in allarme le organizzazioni sindacali dei lavoratori chimici, occupati negli impianti del cracking che producono le materie prime– derivate dal petrolio (etilene, propilene, stirenici) come quello di Versalis spa del Gruppo Eni a Porto Marghera, dove lavorano tra diretti e indiretti un migliaio di persone. L’unico antidoto ad una crisi più che annunciata del settore legato alla plastica monouso che inquina mari e suoli di tutto il mondo è lo sviluppo alternativo della “chimica verde” che Versalis aveva detto di voler realizzare a Porto Marghera, in concomitanza con l’annunciata chiusura definitiva dell’impianto di cracking, per poi accantonarlo e annunciare, invece, un potenziamento dell’impianto di questo impianto con consistenti investimenti nei prossimi quattro anni. Secondo i sindacati dei lavoratori chimici la nuova leg-

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Bilancio in rosso per la società di Eni che ora ha deciso di ridurre gli stirenici Il cracking di Porto Marghera e oggetti di plastica monouso

ge votata recentemente dal Parlamento Europeo che vieta l’uso di articoli in plastica monouso, come piatti, posate, bottiglie, fustini, cannucce e bastoncini cotonati «rischia di mettere in ginocchio un pezzo

importante dell’industria chimica nazionale che produce le materie prime ricavate dalla virginafta e garantisce lavoro in tutta Italia a circa 50 mila addetti». Le preoccupazioni dei sindacati sono più che motiva-

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te, infatti se si arriverà davvero alla messa al bando di queste plastiche, almeno in Europa, anche la produzione delle materie prime ne risentirà fortemente, come del resto già sta succedendo per tutta la chi-

mica di base in tutta Europa e in Italia. I dati di Eni sui risultati consolidati in bilancio del secondo trimestre e del primo semestre 2019 confermano il difficile scenario per le attività nella chimica di Versalis: nel secondo trimestre, la chimica ha infatti registrato una perdita operativa di 28 milioni di euro, che sale a 74 milioni considerando i primi sei mesi dell'anno. Un risultato decisamente negativo, causato – secondo gli analisti del settore e dalla stessa Eni – dalla «flessione dei margini del polietilene e delle altre commodities, quali stirenici ed elastomeri dovuta al rallentamento della domanda globale che ha indotto gli utilizzatori ad attuare politiche di destocking, nonché la minore domanda di elastomeri nel settore automobilistico».«Nell'ultimo piano industriale presentato in luglio da Versalis – osserva Davide Camuccio della Filctem-Cgil veneziana – , pur essendoci quasi 170 milioni di investimento nei prossimi tre anni, sparisce ogni riferimento alla chimica

verde e a nuove produzioni, processi produttivi innovativi e meno impattanti che sono la sfida da cogliere per rilanciare Porto Marghera. Eni ci ha ripetuto, comunque, che ha intenzione di investire nella chimica verde e nell'economia circolare. Detto questo però resta una sostanziale inerzia, proprio da parte di Eni, ad investire in nuove produzioni di green chemical a Porto Marghera». Dal canto suo Versalis spa fa sapere che il suo sito di Porto Marghera «non subirà pertanto impatti sull’assetto industriale» e conferma che la legge europea anti-plastiche monouso avrà principalmente un impatto sulla filiera dei polimeri stirenici prodotti nello stabilimento di Mantova che ricevono la materia prima via pipe-line da Porto Marghera». Per questo Versalis punta ora «su gestione del portafoglio stirenici che privilegi le applicazioni nell'industria automobilistica, nell'arredamento e nei beni durevoli, limitando l’esposizione al monouso». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

il via libera della commissione regionale

mUnicipalità

Bonifiche e controlli ambientali finanziati con la Legge Speciale

«Consiglio metropolitano Marghera abbia voce»

Ci sono anche Viale San Marco, Porto Marghera, le casse di colmata e la laguna di Venezia nell’elenco dei siti dove la Regione Veneto vuole investire i 22.329.232 euro della Legge Speciale per Venezia. Si tratta – come precisa un comunicato della Regione – di finanziamenti che sono stati recuperati dall’accertamento di economie (7 milioni) e da revoche di precedenti assegnazioni, relative ad interventi non realizzati (15 milioni). Nel progetto con l’elenco delle opere programmate – approvato all’unanimità dalla Seconda Commissione consigliare di Palazzo Balbi – che beneficeranno di questi finanziamenti, ci sono interventi emergenziali di bonifica ambientale di siti contaminati nel Bacino Scolante in Laguna di Venezia per 5.829.000 euro; una campagna di monitoraggio delle sostanze inquinanti (Pfas, microinquinanti organici, ecc.) emergenti nel Bacino Scolante e in Laguna di Venezia con un totale di 600.000 euro; un accordo programmatico di collaborazione con i Carabinieri Forestali per lo svolgimento di «attività finalizzate alla tutela ambientale della Laguna di Venezia per 100.000 euro»; progetti di

Lo scontro sulle Municipalità infiamma anche i social. Da un lato i presidenti delle Municipalità, tutte del centrosinistra, con l’eccezione di quella di Favaro Veneto (guidata dal fucsia Marco Bellato), che accusano lo svuotamento di un organo democratico, dall’altro il sindaco Brugnaro, che rivendica la scelta di aver tagliato centri di spesa che ritiene inutili, quanto meno rispetto alle prerogative dell’amministrazione comunale. Nelle ore scorse il gruppo Buongiorno Marghera ha lanciato un sondaggio su facebook chiedendo ai follower di esprimersi, decidendo da che parte stare: con il 51% delle preferenze ha vinto Brugnaro, mentre il 49% ha sostenuto Bettin. Anche per Buongiorno Marghera c’è comunque bisogno di una maggiore rappresentanza. Da qui una proposta: «Certamente la proposta da fare al sindaco Brugnaro è quella di avere un seggio nel Consiglio Metropolitano, cosa che risolverebbe la questione rappresentatività e ci darebbe la dignità al pari dei piccoli Comuni a noi confinanti».

L’assessore Roberto Marcato

riqualificazione ambientale in laguna delle Casse di Colmata B e D/E recentemente acquisite dal Demanio Regionale per 1.400.000 euro e, infine, per quanto riguarda l’area urbana di Mestre, interventi di fognatura nell’area del Villaggio San Marco a Mestre per 3.000.000 di euro. «Sono molto soddisfatto della rapida approvazione in Commissione del provvedimento che ora passerà rapidamente all’approvazione della Giunta regionale – ha commentato l’assessore Roberto Marcato – . È stata riconosciuta l’importanza di un provvedimento che, recuperando risorse dalla Legge speciale per Venezia, le destina a tutela della salute per risanare numerosi siti contaminati». —


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Sabato 31 Agosto 2019 Corriere del Veneto

PRIMO PIANO

La crisi di governo e il Veneto

CONSELVE (PADOVA) Ti aspetti un minimo dubbio, un fremito di perplessità almeno sulla gestione della crisi d’agosto. Ma alla sagra di Conselve, Bassa Padovana, ieri sera è andato in scena tutto un altro film. Nelle ore in cui le prove tecniche di governo giallorosso a Roma scricchiolavano, la Lega ripartiva proprio da un piccolo palco allestito nella sagra paesana di un centro altrettanto piccolo. Su quel palco, osannato da migliaia di persone in delirio, è salito Matteo Salvini circondato dal Carroccio al gran completo, dagli ex ministri Erika Stefani, Lorenzo Fontana e Marco Centinaio, a tutti gli ex sottosegretari, mezza giunta e mezzo consiglio regionale. E poi c’era «Luca». Ed è proprio nella chiusa incendiaria di un Luca Zaia inedito che si scopre il cambio di marcia di una Lega sulle barricate: «Vi aspetto tutti a Pontida il 15 settembre e lì si

La serata a Conselve A sinistra, il leader della Lega Matteo Salvini a tavola con la fidanzata Francesca Verdini, Qui sopra, con il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha invocato la «rivoluzione». A sinistra, l’ex ministro dell’Interno mentre dialoga con un simpatizzante della Lega (Fotoservizio Bergamaschi/Fossella)

Salvini riparte e trova la Lega compatta Zaia alza i toni: «Pronti alla rivoluzione» Nel Padovano il Capitano apre la campagna del Nord . Parole d’ordine: «Autonomia e piazza» parlerà veneto – ha urlato il governatore che ha abdicato alla giacca per restare in maniche di camicia – e vi aspetto tutti a Roma il 19 ottobre. Vi aspetto in strada, pronti per la rivoluzione». Parole forti quelle di Zaia che si sfoga «finalmente abbiamo mollato i grillini», che rivendica «le Olimpiadi le abbiamo portate a casa con le unghie e con i denti». E, naturalmente, che invoca ormai con rabbia l’autonomia: «Non dimenticate che è il Pd ad averci portato in Corte Costituzionale per impedirci di fare il referendum». È superfluo dire che la campagna elettorale «globale», per le politi-

Zaia Vi aspetto tutti a Pontida dove si parla veneto e poi in strada per la rivoluzione

che e per le regionali è partita aggressiva, tonica e in solitaria. Lo ripete dal palco più volte Salvini: «Non abbiamo bisogno di niente e di nessuno. Fosse l’ultima cosa che faccio, noi vinceremo». Le bordate sono ai «poteri forti» a «tutti gli altri partiti eterodiretti da Bruxelles, Parigi e Berlino». L’appello di Zaia, poi, è al popolo: «Non esiste che non diamo una lezione a questi qui – scandisce – da qui alle elezioni voglio un popolo pancia a terra». Salvini ricambia il favore, per così dire, dilungandosi come non accadeva da tempo sull’autonomia: «Farà bene anche al Sud per-

ché è contro i politici ladri e incapaci. È inconcepibile che si debba fare la valigia per venire a curarsi dalla Calabria in Veneto». E il «Capitano» giura che l’autonomia la porterà, «costi quel che costi» anche perché aggiunge minaccioso «possono scappare per un mese, per un anno, ma prima o poi si andrà a elezioni. E vinceremo». È ciò che il popolo della Lega aveva bisogno di sentire. Prima del bagno di folla, prima dell’arrivo di «Matteo», ai tavoli si cenava a costicine e polenta. E si parlava naturalmente di politica. «L’unica sarebbe tagliare l’Italia dal Po in su». Michele è un tipo previdente. È arrivato

per tempo accaparrandosi un tavolo fronte palco. Nell’attesa spasmodica del «Capitano» può bearsi del gonfalone di San Marco che campeggia nel tendone principale. Il vicino lo ammonisce dolcemente: «No xe più a Liga Veneta», non è più la Liga. Ma il sostegno a Salvini è pieno, totale. Fideistico. Qualcun altro aggiunge dolente: «Salvini ha un unico difetto: è troppo puro». Schematizzando, il pensiero unico che aleggia sul tendone di Conselve è: «Salvini tira dritto, onesto come nessun altro». Giorgio, abbracciato a una transenna appena al di fuori del tendone, ci ha riflettuto

parecchio. «Ma lei lo sa da dove arrivavano gli ottanta euro di Renzi? - si chiede - Glieli ha dati l’Europa in cambio della promessa di accollarci tutti i neri». E via discorrendo, i trentacinque euro nelle tasche dei migranti e i terremotati in tenda (e pazienza se andavano alle coop). Il Russiagate? Giorgio è preparatissimo: «Se qualcuno ha sbagliato la magistratura lo appurerà… anche se poi sappiamo che la magistratura è comunista. Così come “quel comunista” di Mattarella» . Neppure l’autonomia mancata in 14 mesi di Lega al governo smuove la fiducia granitica nel «Capitano».

Salvini Porteremo l’autonomia costi quel che costi, ora scappano ma prima o poi il voto arriverà

Il filosofo ed ex sindaco di Venezia

Sferzata di Cacciari: «Folle dire no all’asse Pd-M5s in Regione Conte? Può arginare il leader leghista» Deciso Massimo Cacciari promuove il governo Pd-M5S e lancia l’intesa anche su base locale. Stronca la presa di posizione negativa dei pentastellati veneti, e accusa il Pd regionale di averlo contestato quando sosteneva la necessità di creare un asse giallo-rosso

MESTRE (VENEZIA) Sarebbe «folle» non costruire un’alleanza credibile anche per Comunali e Regionali. E «un atto deleterio per Pd e 5 Stelle», nonché una dimostrazione «di puro dilettantismo politico», se il patto sottoscritto a Roma restasse un caso isolato. Massimo Cacciari, filosofo, ex sindaco di Venezia ed anima critica della sinistra e di quel Partito Democratico tornato improvvisamente a Palazzo Chigi dopo la traumatica fine del governo giallo-verde, nutre pochi dubbi sulla strada da percorrere per costruire un’alternativa al centrodestra, a livello nazionale come sul territorio: consolidare l’asse Pd-M5S e sfidare LegaMeloni-Berlusconi «con un programma credibile, serio, alternativo». Altrimenti? «Affronteremmo una catastrofe», sostiene Cacciari a margine della presentazione della nona edizione del Festival della

Politica, che avrà luogo a Mestre dal 5 all’8 settembre. «Se stringi un patto per dare vita a un governo e subito dopo dai l’impressione che l’accordo non abbia alcuna valenza strategica, e che si tratti di un percorso imboccato per puro stato di necessità, vai a fracassarti». L’intransigenza mostrata dai consiglieri regionali pentastellati («mai con la Lega né con il Pd») sarebbe, dunque, un atto di autolesionismo per la neonata alleanza. Soprattutto perché Cacciari non ritiene inconciliabili i due elettorati, bensì complementari. «Non è vero che l’elettorato grillino è incontrollabile. Sono palle, c’è una fascia consistente che ha sempre votato a sinistra e ha creduto di ritrovarsi nei 5 Stelle soprattutto per temi come giustizia o ambiente. Si tratta di quel 20-25% che ha mollato il Pd renziano. Quindi è possibile andare con i 5 Stelle, io l’ho sempre

Il Festival

Fra nuovi muri e allarme clima La nona edizione dell’evento organizzato dalla Fondazione Pellicani avrà luogo a Mestre dal 5 all’8 settembre (anteprima il 4) e tratterà «Sovranismi, populismi, emergenza clima, economia e disuguaglianze». Info: www.festivalpolitica.it

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I primi ospiti internazionali Fra i 50 ospiti, parteciperanno per la prima volta alcuni stranieri. Come Ségolène Royal, ex ministro francese dell’Ambiente, e lo spagnolo Miguel Ángel Moratinos Cuyaubé, ministro degli Esteri del premier Zapatero

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detto, ma bisognava lavorarci attraverso incontri, contatti, convegni». Un percorso, finora, neppure abbozzato: motivo per il quale Cacciari scaglia un macigno proprio contro il Pd veneto. «Vi ricordate quando a Venezia, due mesi fa, ho detto che l’unica intesa per il Comune, sui grandi temi dell’ecologia, sarebbe quella con i 5 Stelle? Mi hanno sparato addosso. Ora sarei curioso di sentire cosa dicono queste teste di c...». Rispetto alla frenesia della crisi di Ferragosto, oltretutto, per Veneto e Venezia ci sarebbe tempo per concordare i contenuti dell’eventuale accordo. «Non come hanno fatto a Roma». Ma quanto al destino del Conte-bis Massimo Cacciari non è del tutto pessimista. Anzi. «Il vero problema è che la Lega governa tutte le Regioni fondamentali del Paese. Quindi Salvini farà leva su flat tax, sulla quale questo


Corriere del Veneto Sabato 31 Agosto 2019

PRIMO PIANO

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L’INTERVISTA GIANNI FONTANA

«La politica e gli inciuci? Nella Prima Repubblica eravamo molto più seri» L’ex ministro Dc: «Ricordo il compromesso storico del 1976» Chi è ● Giovanni Angelo Fontana, detto Gianni è nato a Verona, l’1 aprile 1944

Giusto un commento a mezza bocca: «Ciò, l’autonomia. Adesso prendiamo tanti voti anche a Sud, dobbiamo tirare un po’ i remi in barca». Real Politik di fine estate. Luigi fa presente: «Matteo ha ricreato uno spirito di unità nazionale che non si vedeva da tempo». Una domanda di troppo e c’è chi si irrita con i giornalisti dei «giornaloni». Ma in un battito di ciglia il clima muta. Salvini fa il suo ingresso trionfale accompagnato dalla fidanzata, Francesca Verdini. In barba ai gossip che vaticinavano una rottura. Lui in polo verde mimetico dell’aeronautica militare sorride. Le casse pompano «Va pensiero» (qui Fratelli d’Italia non piace granché) . Il tendone in pvc a quaranta gradi esplode in un urlo liberatorio. Sì, se il termometro sono i militanti padovani, la fiducia in Salvini, nonostante la crisi agostana, non è calata. Anzi. Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA

governo non potrà procedere, e l’autonomia. Quanto alle tasse, però, Conte potrebbe intervenire subito sul cuneo fiscale, agevolando lavoratori e imprese. Mentre all’autonomia, vale a dire una bufala megagalattica per com’è stata ipotizzata, potrebbe opporre un percorso di riforma federalista che riguardi l’insieme dell’assetto delle Regioni. Avrà fiato per farlo, il governo?». In questo modo anche il Nord potrebbe sentirsi assecondato, o quasi, e la neonata brigata giallo-rossa trattenersi Emilia Romagna, Toscana e tentare di scalfire (almeno un po’) il Veneto. Ma il punto è proprio questo: basterebbe volerlo. «Dire di no a prescindere sarebbe una pazzia. Ma del resto… Puoi ragionare anche con i ladri e i disonesti, ma con i coglioni no». Stefano Bensa © RIPRODUZIONE RISERVATA

● Esponente della Dc, è stato più volte parlamentare e sottosegretario nonché, per un mandato, ministro. Si è laureato in giurisprudenza all’Università di Modena e Reggio Emilia ● Eletto per la prima volta in Parlamento nel 1972 (VI Legislatura), a soli 28 anni, con la Dc. Nella VII legislatura viene nominato sottosegretario ai Lavori Pubblici e, in seguito, ai Trasporti, anche nella VIII Legislatura è nominato sottosegretario ai Lavori Pubblici e al ministero dell’Industria e dell’Artigianato ● Il 28 giugno 1992 è nominato, (in quota DC), ministro dell’Agricoltura e delle Foreste nel primo governo Amato, si dimette però il 21 marzo del 1993 lasciando il posto ad Alfredo Diana ● Dal 30 marzo 2012 è segretario nazionale della Dc

Scivoloni costituzionali, democrazia parlamentare mandata in soffitta senza riforme, sfiducie date e poi tolte, contratti di governo fatti saltare per aria, nuovi accordi bollati come «inciuci». È questo lo «spettacolo» politico cui abbiamo assistito in questi giorni d’agosto, con la Lega che ha sfasciato il governo gialloverde pronta ad andare in piazza e il leader grillino Luigi Di Maio che detta le condizioni per la nascita (o l’aborto) dell’esecutivo giallorosso, quello che vede M5s e Pd in perenne trattativa da una settimana a questa parte. Ma tutto ciò sarebbe potuto accadere anche ai tempi della «vituperata» Prima Repubblica? Ne parliamo con Gianni Fontana, avvocato veronese, democristiano, in parlamento dal 1972 al 1993, quando chiuse la sua carriera romana come ministro alle Politiche agricole (si dimise per una vicenda legata a Tangentopoli, dalla quale uscì pulito) e dal 30 marzo del 2012 segretario nazionale della Dc. Avvocato Fontana, come giudica quello che è accaduto durante quest’ultima crisi di governo? «Mi sono accorto che stiamo andando incontro a una slavina democratica». Cosa la spinge ad affermare questo? «Penso che stia venendo meno la cultura delle istituzioni e del civismo. Nel senso di sentirsi parte e avere un ruolo nella costruzione della cosa civica. Che poi, mi perVERONA

❞❞ Sulla Costituzione Chi chiede i pieni poteri non conosce la Costituzione. E invece, anche adesso, la nostra Carta può aiutare a indicare la strada giusta

Sui simboli religiosi Trovo abominevole l’uso dei simboli religiosi in politica. Noi della Dc non lo abbiamo mai fatto: la laicità della politica era una regola

metta, è la vera essenza della politica». La Costituzione sembra diventata un impedimento… «E invece è ancora adesso in grado di indicare la via, basta saperla leggere e interpretare». Il leader della Lega, Matteo Salvini, secondo lei l’ha letta? «Solo per il fatto di aver chiesto i pieni poteri direi di no. E un leader politico che non conosce la Costituzione non può essere un leader. Lui si è preoccupato di fermare gli sbarchi, di difendere i confini, della legittima difesa. Ma non c’è niente, in questi provvedimenti, che possa aiutare veramente il Paese a uscire dalla crisi. I giovani, il loro futuro, la scuola… non c’è traccia di alcunché. Solo odio per costruire consenso». Con lui al governo ci sono stati i grillini… «Le rispondo così: viviamo in una democrazia malinconica, dove i partiti e i movimenti non sono in grado di

indicare i progetti, la strada verso il futuro. Manca la base culturale e, di riflesso, la possibilità di cogliere la straordinarietà della nostra Costituzione». Gli inciuci, però, li facevate anche voi... « S e vo g l i a m o r i d u r r e l’apertura ai socialisti di Aldo Moro del 1962 o il compromesso storico del 1976 realizzato dallo stesso Moro con Enrico Berlinguer a un inciucio... Quelle sono state svolte epocali per un Paese, l’Italia, che stava cambiando e per un partito, la Dc, che rischiava di essere considerato vecchio». Ci racconti qualcosa di quei tempi. «Nel 1962, prima di aprire al centrosinistra, Moro andò a visitare il suo amico cardinale Giovan Battista Montini, quello che l’anno successivo sarebbe diventato papa Paolo VI. Allora era l’arcivescvo di Milano. Voleva avere un conforto, perché la base del partito era contro l’apertura ai par-

Segretario nazionale Gianni Fontana, ex ministro veronese, è ancora oggi il segretario nazionale della Democrazia Cristiana

titi socialdemocratici». E nel 1976? «Dopo il referendum sul divorzio, la Dc fu sconfitta alle elezioni amministrative del 1975. Moro decise di cacciare dalla segreteria nazionale Amintore Fanfani e di mettere il suo amico Benigno Zaccagnini. Il Psi di Bettino Craxi decise di non sostenerci e si arrivò a quello che Moro chiamò “governo di solidarietà nazionale” e Berlinguer “compromesso storico”. Ma stiamo parlando di politici che hanno fatto la storia dell’Italia». E le trattative, allora, come si svolgevano? «Si partiva sempre da un programma, si cercava di capire chi potesse essere il candidato alla Presidenze del Consiglio e si ragionava sulla base di possibili coalizioni, non di contratti come adesso». Chi si sedeva al tavolo? «Io ho avuto la fortuna di fare parte della Direzione Nazionale della Dc. Eravamo in 22 persone, convocate perennemente durante tutto il periodo della trattativa di governo. Il segretario dialogava con i suoi pari grado degli altri partiti che avrebbero potuto far parte della coalizione. E comunque prima ci si accordava sul programma e poi venivano i nomi dei ministri». Cosa accadeva quando qualcosa non tornava? «Entravano in scena i Palazzi romani dove, di nascosto da occhi indiscreti, si andava a cercare di trovare la quadra. Tenga presente che a quei tempi non c’erano né cellulari né social network, che senza dubbio - per quanto sia giusto che la tecnologia favorisca il progresso - nel caso della politica, specie in questa fase, hanno rappresentato un vero regresso». E quali erano questi Palazzi? «Ricordo il salotto della signora Angelillo, vedova del fondatore de Il Tempo, che spesso veniva messo a disposizione proprio per questo tipo di incontri». E la sua Dc, Fontana, usava nei comizi i simboli religiosi come è uso fare Salvini? «No, noi avevamo ben chiaro in testa che il dogma cristiano era una cosa e la politica un’altra. Io, ad esempio, votai a favore del divorzio, pur essendo cattolico. E Alcide De Gasperi, non uno qualunque, non venne ricevuto dal Papa in occasione delle sue nozze d’argento perché, da capo della Dc, aveva detto no all’operazione Sturzo, guidata da prelati di alto rango, che per le amministrative di Roma del 1952 voleva che ci fosse una grande coalizione capitanata dalla Dc, con tutti i partiti compreso l’Msi, per impedire l’ascesa del Pci. De Gasperi disse no, si ribellò e il Papa si vendicò negandogli la visita». Altri tempi e, soprattutto, altro spessore politico... «Sono costretto a risponderle di sì. L’uso in politica dei simboli religiosi, peraltro senza una condotta di vita consona a ciò che tali simboli rappresentano, è abominevole. E la stessa Chiesa, mi creda, non apprezza». Antonio Spadaccino © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE

SABATO 31 AGOSTO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

la regione aspetta oltre 95 mila euro

Spese pazze a Roma Ma l’ambasciatore del Veneto ancora non ha pagato un euro Attesa la sentenza della magistratura contabile veneta Paolo Bellieni aveva impugnato la condanna dei giudici laziali Cristina Genesin VENEZIA. A giorni si attende la sentenza della magistratura contabile veneta. Ma per ora nelle casse della Regione non è finito un euro del risarcimento reclamato per quelle spese pazze contestate all’“ambasciatore” del Veneto, l’imprenditore vicentino Paolo Bellieni di Lonigo, un incarico a Roma per nomina diretta dell’allora governatore Giancarlo Galan. Ex consigliere regionale forzista e poi responsabile della sede romana della Regione Veneto nell’era Galan, Bellieni ha impugnato la condanna pronunciata

EX CONSIGLIERE REGIONALE PAOLO BELLIENI, DI LONIGO, A SUO TEMPO VICINO A GIANCARLO GALAN

dalla Corte dei Conti (sezione giurisdizionale per il Lazio) che lo aveva condannato a risarcire 95.218,10 euro (oltre a interessi e rivalutazione) all’ex datore di lavoro (la Regione del Veneto) «per l’illegittima gestione delle risorse assegnate al suo ufficio a titolo di budget operativo e di fondo economale negli anni dal 2008 al 2010». E la Seconda sezione giurisdizionale centrale d’appello della Corte dei Conti ha accolto la sua istanza, dichiarando l’incompetenza territoriale dei giudici contabili laziali e trasmettendo gli atti alla Sezione veneta . Processo contabile da rifa-

IN BREVE

re. E rifatto il 10 luglio: i giudici si sono riservati. E la pronuncia è ancora da scrivere.

dell’Avvocatura regionale) ha insistito per la condanna al risarcimento, già riconosciuto, sia pure dal giudice dichiarato incompetente.

IL NUOVO PROCESSO

In aula Bellieni si è difeso, negando il danno erariale mai documentato – a suo dire – da chi lo ha accusato. La Regione (rappresentata dall’avvocato Ezio Zanon

LA VICENDA

Con l’arrivo di Luca Zaia al timone del governo Veneto era scattato il repulisti dei dirigenti di nomina politica legati a Galan. E Bellieni ha

dovuto fare le valigie sostituito dall’ex colonnello dei carabinieri Marco Mantile che ha trasmesso sul predecessore un esposto alla Direzione regionale per la Ragioneria dopo aver scoperto le sue ingiustificate spese come pranzi e cene fino a tremila euro al mese, senza dimenticare viaggi tra Roma e Venezia (passando per Lonigo e Verona) non giustificati da esigenze istituzionali. Quindi la Regione ha mandato tutto alla procura della Corte dei Conti. «Per le missioni alla sede di Venezia... » avevano scritto nella sentenza i giudici contabili del Lazio, «in nessun caso è stato in grado di documentare quali fossero gli impegni istituzionali che ne determinavano le necessità. Bellieni era incardinato nella sede di Roma, per recarsi alla sede di Venezia, peraltro tutte le settimane, doveva avere motivi istituzionali, documentati da incontri, riunioni, eventi che egli afferma sussistenti, ma che non riesce a provare... La sua condotta è illecita per colpa grave». Sul piano penale nel settembre 2018 Bellieni è stato condannato per peculato dal tribunale di Roma sempre per quelle spese ma limitatamente all’acquisto di alcune cravatte Marinella; prosciolto dalle altre imputazioni relative a spese per missioni, noleggio di auto con autista e spese per un evento musicale al teatro dell’Opera di Roma. —

nuovo frammento osseo in spiaggia

L’accordo Safilo rinnova la licenza per gli occhiali Hugo Boss

L’acquisizione Generali Real Estate fa shopping a Lisbona

Crisi Stefanel con l’ok del Mise non deposita la semestrale

Safilo ha rinnovato l'accordo di licenza per le collezioni di occhiali da sole e da vista a marchio Boss e Hugo che avrà durata fino al 31 dicembre 2025. L'amministratore delegato di Safilo, Angelo Trocchia, ha evidenziato che le collezioni Boss e Hugo rafforzano ulteriormente la «nostra offerta nel segmento fashion premium, dandoci l'opportunità di accelerare l'espansione di questo segmento». Il responsabile del brand Hugo Boss, Ingo Wilts, ha affermato «Safilo ha dimostrato di comprendere perfettamente il Dna del nostro marchio». —

Generali Real Estate ha acquisito il palazzo uffici Office Oriente a Lisbona in Portogallo, per conto del suo fondo Generali Europe Income Holding. L’immobile è in Sua do Mar da China, nei pressi del Parque das Nações, un’area sviluppata all’inizio del 2000. L’edificio si sviluppa su 8 piani, per una superficie di 9.250 mq. E’ concesso in locazione a società di primo piano, tra cui IBM. GEIH è un fondo immobiliare che investe in uffici core e in immobili nelle high street nelle principali città europee. Gestisce masse per oltre 2,8 miliardi di euro . —

Stefanel non depositerà la relazione semestrale al 30 giugno 2019. Lo afferma in una nota la società ricordando che il 19 di agosto ha ottenuto l’ok da parte del Ministero dello Sviluppo Economico per l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria. Il Ministero, ricorda la nota, ha espresso il proprio parere positivo sull’amministrazione straordinaria, anche in considerazione del fatto che l'instaurazione di tale procedura si presenta utile e opportuna riguardo alla salvaguardia dell'attivita' produttiva e dell'occupazione. —

il sommerso in veneto

La lotta all’evasione è un flop, in campo solo il 7% dei Comuni VENEZIA. Dalle attività in nero alle opere abusive; dall’evasione delle tasse locali (Imu e Tasi in primis) alle dichiarazioni fasulle sui redditi per ottenere sconti e agevolazioni. Sono tanti, secondo un decreto legge del 2005, gli ambiti in cui i Comuni veneti possono partecipare alla lotta contro l’evasione sul proprio territorio, denunciando gli illeciti e trattenendo per sé tutto ciò

La sede della Regione Veneto a Roma

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che emerge dal sommerso. Eppure anche gli ultimi dati pubblicati in questi giorni dal Ministero degli Interni dimostrano come questa attività sia ancora marginale per le amministrazioni locali. Guardando ai dati forniti dal Ministero ed elaborati dallo Spi Cgil del Veneto – che assieme agli altri sindacati dei pensionati siede ai tavoli con i Comuni nell’ambito della ne-

goziazione sociale durante i quali si parla anche di patti antievasione – si evince che in tutto il 2018 solo 38 comuni della nostra regione (ovvero il 7% dei comuni totali) hanno recuperato risorse con la lotta all’evasione, sei comuni in meno rispetto al già disastroso 2017. I soldi recuperati, però, sono in netta crescita: dai circa 670 mila e 300 euro del 2017 si è passati nel 2018 a 1 milione e 100 mila euro. Ma è un dato influenzato da Asiago che lo scorso anno, tramite una operazione che ha fatto emergere la mancata denuncia di guadagni da parte di alcune società immobiliari, ha recuperato 650 mila euro, in pratica oltre metà di quanto emerso in tutto il Veneto. —

Albarella, terzo ritrovamento Il dubbio Isabella Noventa PADOVA. Un altro frammento

osseo sulla spiaggia di Albarella. E il fantasma di Isabella Noventa che si fa sempre più insistente in questa terza estate dopo la sua uccisione. I familiari vogliono un corpo su cui piangere ma il loro desiderio si contrappone alla lucida freddezza dei tre assassini in carcere. In questo contesto si inseriscono gli accertamenti avviati in questi giorni, dopo che ad Albarella sono stati trovati resti umani in tre occasioni: il 20 agosto, il 24 agosto e l’altro ieri. Paolo Noventa, il fratello della cinquantacinquenne uccisa dall’ex fidanzato Freddy Sorgato, dalla sorella Debora e dalla rivale in amore Manuela Cacco, continua sulla sua linea. «Nessuna illusione, per me il caso è già chiuso: quella mandibola non è di mia sorella» ripete. Giovedì pomeriggio i carabinieri di Adria sono stati chiamati per la terza volta nella spiaggia libera dell’isola privata in provincia di Rovigo. Alcuni bagnanti hanno notato nella sabbia qualcosa di simile a un osso. «Un frammento della lunghezza di 17 centimetri, in avanzato stato di decomposizione» spiegano i militari dell’Arma che però mettono le mani avanti. «Ancora non sappiamo se si tratta di resti umani o animali». Il reperto è stato comunque sigillato e sequestrato. Finirà insieme alla mandibola e al frammento di baci-

I resti di mandibola trovati sulla spiaggia di Albarella

no recuperato nei giorni scorsi, per cui due Procure si sono attivate per le comparazioni con il Dna di Isabella Noventa. L’assenza di un cadavere, nella complessa indagine che si è conclusa con condanne a 30 e 16 anni di carcere per i tre accusati del delitto, impone agli investigatori di non abbassare la guardia sul fronte delle ricerche. Di non trascurare nulla. I ritrovamenti di Albarella impongono nuovi accertamenti scientifici, per confrontare il patrimonio genetico della segretaria di Albignasego, con il Dna che sarà ricavato dalle os-

sa trovate in spiaggia. Altre ossa sono state trovate a Isola Verde da una donna di Asolo ma secondo le Procure di Treviso e Rovigo dovrebbe trattarsi di resti animali. Nella mattinata di ieri l’avvocato della famiglia, Gian Mario Balduin, ha contattato nuovamente il pm Sabrina Duò della Procura di Rovigo, che ha affidato l’incarico della perizia sulla mandibola e sul frammento di bacino al medico legale di Ferrara Lorenzo Martinelli. Le analisi inizieranno il 6 settembre. — E.Fer. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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MOGLIANO - VILLORBA

SABATO 31 AGOSTO 2019 LA TRIBUNA

Tragedia sul lavoro

Travolto da un enorme bancale di plastica Operaio di 48 anni muore schiacciato L’incidente ieri pomeriggio alla Elledi Plast a Istrana. La vittima è Marzio Borsato residente a Padernello di Paese Alessando Bozzi Valenti ISTRANA. Schiacciato da un

bancale durante il turno di lavoro alla Elledi Plast di Pezzan: papà di una bimba muore sul colpo. L’incidente sul lavoro è costato la vita al 48enne Marzio Borsato, residente nella vicina frazione di Padernello di Paese. L'allarme, lanciato dai colleghi, è scattato attorno alle 17.20 di ieri nell'azienda specializzata in stampaggio di materie plastiche ad iniezione che dal 1984 ha sede nel centro di Pezzan di Istrana, poco distante dalla chiesa e dall'asilo parrocchiale. LA DINAMICA

Ancora in gran parte da chiarire la dinamica dell’incidente, su cui indagano gli inquirenti: i testimoni e i colleghi di lavoro saranno ascoltati anche nei prossimi giorni per capire se la tragedia potesse essere evitata. Quello che si è saputo nel tardo pomeriggio di ieri, tuttavia, è che l’operaio è stato schiacciato da un bancale che trasportava materie plastiche nell'area adibita a magazzino della ditta. Non è ancora chiaro se il bancale fosse movimentato dallo stesso Borsato, da terzi o se si trovasse fermo, ma resta aperta tuttavia l'ipotesi che all'origine della disgrazia possa esserci anche un errore dell'uomo. Sul posto, dopo la richiesta d'aiuto, sono prontamente intervenuti i Vigili del fuoco di Treviso oltre al Suem 118. Era stato anche allertato l'elisoccorso, vista la situazione che era apparsa fin dai primi istanti gravissima, ma l'intervento non si è rivelato necessario. Gli operatori del Suem infatti non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell'uomo, sotto agli occhi dei titolari della ditta e di alcuni colle-

A sinistra la Elledi Plast in via Montello a Istrana dove è avvenuto ieri l’incidente mortale nel quale ha perso la vita il quaratottenne Marzio Borsato, a destra

ghi. INQUIRENTI PRUDENTI

Nessuno, ieri, ha voluto sbilanciarsi a margine dei rilievi da parte dei tecnici dello Spisal, giunti sul posto assieme ai Carabinieri della compagnia di Castelfranco e alla Polizia locale di Istrana. «È una tragedia enorme: era un ragazzo d'oro, non ci capacitiamo di quanto sia successo» si limitava a dire poco dopo l'incidente il titolare della Elledi Plast Lino Carniel, in attesa di tutte le verifiche da parte delle Forze dell'ordine. Queste saranno chiamate a far luce sull'accaduto. QUARANTA DIPENDENTI

La Elledi Plast, come si legge nel sito della stessa, è stata fondata nel 1984 e da una dimensione inizialmente arti-

gianale è progredita fino all’attuale insediamento che si situa su circa 30 mila metri quadrati, di cui 5 mila coperti destinati alla produzione. La forza lavoro conta su personale qualificato in numero di 40 unità. Grande sconcerto, intanto, sia nella comunità di Pezzan - dove l'uomo lavorava - che in quella di Padernello, dove abitava a ridosso della casa dei genitori. Maria Grazia Gasparini, sindaco di Istrana, e Katia Uberti, collega di Paese, hanno espresso fin da subito «profondo cordoglio e vicinanza per l'accaduto alla famiglia dell'uomo». «Restiamo ogni volta sconcertati di fronte a tragedie simili, che purtroppo - nonostante normative e vincoli - continuano ad accadere» ha aggiunto Uberti. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

i PreceDenTi nella marca

Tre caduti sul lavoro nel 2019 La Cgil: Zaia rafforzi lo Spisal La strage delle morti bianche si allunga nella Marca. Ieri l’ultimo decesso aggiorna a 3 il numero dei caduti sul lavoro. La vittima è un 48enne di Paese investito da un carico di bancali di legno che non gli ha lasciato scampo. Ad aprile è successo ancora, un 42enne schiacciato da una ruspa alla Agrifung di Musano di Trevignano. A giugno un operaio di Paese è precipitato dal cestello di

una gru mentre faceva manutenzione a un impianto di biogas nel Mantovano. Neanche due giorni fa, un altro operaio, è caduto da un’impalcatura a Villorba riportando gravi lesioni e traumi. «I nostri amati Zaia e Donazzan avevano promesso più di un anno fa nuove assunzioni negli Spisal, ma non sono mai arrivati. Siamo i primi per il Prosecco e le Olimpiadi, vorremmo fare anche noi

dei manifesti per ringraziarli degli Spisal finalmente rafforzati. Restiamo in attesa che questo accada» denuncia provocatorio Mauro Visentin, segretario generale Cgil di Treviso. Il 28 agosto il rappresentante dei lavoratori ha preso parte a un tavolo con il Prefetto sul tema della sicurezza sul lavoro. «Bisogna cambiare passo» aggiunge il segretario Visentin «le verifiche non sono sufficien-

le reazioni

Lascia una figlia piccola «Una persona speciale» PAESE. Dopo un periodo in

Piemonte, da un paio d'anni, era tornato nella "sua" Padernello. Marzio Borsato, il 48enne mancato ieri a seguito di un incidente sul lavoro alla Elledi Plast di Pezzan di Istrana, era una figura che si era persa di vista dal suo paese d'origine. Da quando era rientrato, assieme alla figlia, pur appartenendo ad una famiglia riservata, aveva comunque saputo farsi apprezzare e voler bene all'interno della comunità.

ti, serve uno scatto culturale da parte dei lavoratori e delle imprese. Non può più vigere la prassi del “bisogna fare presto” servono più controlli e prevenzione». Nel 2018 la Marca ha registrato ben 19 decessi sul lavoro e una media di 37 incidenti al giorno. Numeri drammatici che confermano la necessità di tenere alta l'attenzione, verificando le procedure di sicurezza e lavorando sulla prevenzione negli stabilimenti e nei cantieri. La media nazionale di controlli alle imprese è dell’8%, in provincia di Treviso è del 4%, stando agli ultimi dati diffusi dal consigliere del Pd Andrea Zanoni che lo scorso luglio aveva chiesto di rafforzare subito la squadra dell'Ispettorato del

Lascia i genitori Gino e Luciana Zuccarello, con i quali condivideva l'abitazione al civico 4 di via professor Nicolai, a Padernello di Paese, molto noti per aver gestito l’osteria in via San Luca a Padernello, e due sorelle su cui la notizia è giunta come un fulmile a ciel sereno. A Padernello Marzio era rientrato dopo un trasferimento, durato alcuni anni, nella zona di Torino. Sotto shock, ieri, colleghi e titolari dell'azienda in cui lavora-

Mauro Visentin segretario Cgil

lavoro di Treviso. Un’istanza elaborata fornendo alcuni dati al riguardo. «L’organico per assicurare i servizi indispensabili è pari a 66 unità,

va e dove aveva saputo distinguersi per dedizione ed attaccamento al lavoro. Con gli occhi lucidi, ieri poco dopo la tragedia, in tanti riassumevano il loro stato d'animo e ricordavano Marzio attraverso la frase «era un ragazzo d'oro». Per i funerali dell'uomo, che probabilmente saranno celebrati nella chiesa parrocchiale di Padernello, servirà attendere il nulla osta da parte dell'autorità giudiziaria. E non è escluso che sul suo corpo il magistrato possa disporre sia eseguita l'autopsia al fine di stabilire con certezza le cause della morte e se queste possano essere connesse ad uno schiacciamento dovuto alla caduta del bancale. — A.B.V.

ma gli addetti sono appena 28 e diventeranno presto 27. Entro fine anno andrà in pensione l’unico funzionario addetto all’emissione dei provvedimenti di maternità anticipata, con la prevedibile conseguenza di ritardi intollerabili nella gestione delle richieste. Con numeri così risicati gli uffici sono al collasso, ovviamente i ritmi lavorativi diventano stressanti, i dipendenti sono costantemente sotto pressione. Una situazione del genere è intollerabile». Questa la fotografia scattata da Zanoni . Troppo poco per arginare il rischio di incidenti in una delle province che trainano la locomotiva del Nordest. — Valentina Calzavara BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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