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2
PRIMO PIANO
VENERDÌ 4 OTTOBRE 2019 IL MATTINO
La carenza di medici La mancanza di camici bianchi nel pubblico colpisce anche il privato Zaia: ho incontrato il ministro Speranza, dobbiamo collaborare
«La nostra sanità è in emergenza Ora servono misure straordinarie» L’INTERVISTA
Elena Livieri ggi la sanità si trova in una situazione di straordinaria emergenza e dobbiamo adottare misure altrettanto straordinarie. Non si dica, però, che la Regione Veneto vuole abbassare la qualità della sua sanità e men che meno che il sottoscritto penalizza il pubblico per favorire il privato»: il governatore Luca Zaia entra a gamba tesa nel dibattito che ormai da mesi infiamma il confronto fra politica, parti sociali e tutti gli operatori del settore. Il tema principale è quello della carenza di medici, un problema che sta letteralmente mettendo in ginocchio interi reparti ospedalieri, ma che ora inizia a mettere in difficoltà le stesse strutture private, benché disposte a pagare meglio i professionisti. Presidente Zaia, qual è la diagnosi per la sanità veneta? «Parliamo di una macchina estremamente complessa che ci pone di fronte a una sfida continua. Dieci miliardi di budget annuale, 80 milioni di prestazioni, 68 ospedali di cui 43 pubblici, 2 milioni di accessi nei Pronto soccorso, metà popolazione esente dal ticket, unica Regione il Veneto a non applicare ticket facoltativi e ad aver fatto ricorso contro il super ticket: parto dai numeri
«O
Il governatore Zaia all’inaugurazione della Radioterapia a Monselice. A sinistra il Mattino e il racconto della carenza di medici
per descrivere una Sanità che funziona ma che viene troppo spesso denigrata con leggende metropolitane. È come quando si chiede a qualcuno se i boschi in Italia negli ultimi anni sono aumentati o diminuiti: tutti dicono diminuiti, invece avanzano di 100 mila ettari l’anno. Stessa cosa vale
«Non ci sono più anestesisti, le sale operatorie costrette a ridurre l’attività» per gli organici della Sanità. Dal 2010 a oggi abbiamo aumentato il numero di infermieri e oss e ridotto gli amministrativi razionalizzando ed esternalizzando servizi, liberando
risorse per servizi sanitari, l’unica flessione si registra sul numero dei medici. Oggi sono poco più di 11mila, 250 in meno rispetto a 10 anni fa». Perché proprio sui medici i numeri calano? «Qui arriviamo al vero problema. E voglio chiarire una volta per tutte: non è la Regione che non vuole assumere, la verità è che i medici non ci sono: ne mancano 56 mila in Italia, 1.300 nel Veneto, dove solo nei Pronto soccorso si registra una carenza di ben 315 camici bianchi. Pediatri non ce ne sono più, mancano anestesisti, così da imporre una riduzione dell’attività delle sale operatorie, scarseggiano ortopedici, radiologi e ginecologi. Il quadro è inquietante». Come si è mossa la Regione Veneto per far fronte a que-
sto scenario? Innanzitutto tramite Azienda Zero abbiamo centralizzato i concorsi, in modo che vi sia un’unica graduatoria da cui ciascun ospedale può “pescare” il professionista che serve. Ma di nuovo sono i numeri a dirci qual è il problema: di 80 posti messi a concorso per medici di Pronto soccorso ne sono stati coperti appena 3. Altri 3 bandi per un totale di 192 medici hanno garantito 22 specializzati e 24 specializzandi. Ribadisco, vogliamo assumere ma i medici non ci sono». Come si è arrivati a questa situazione? «La causa della carenza di medici specialisti deriva dalla programmazione sbagliata degli anni passati. Quando io mi iscrissi all’università, nell’87, ricordo che tutti ti mettevano
via giustiniani
Polemiche sul nuovo statuto «Così più lavoro e meno soldi» Riorganizzazione nel settore tecnico amministrativo con indennità tagliate. Dal Gesso (Fedirets): «Andava rinviato come per la parte sanitaria» PADOVA. Ufficializzata l’entra-
ta in vigore dell’Atto aziendale che riorganizza la macchina amministrativa dell’Azienda ospedaliera Università di Padova. Nei giorni scorsi è stata pubblicata la delibera fir-
mata dal direttore generale Luciano Flor che conferma l’applicazione del nuovo statuto al solo settore tecnico amministrativo. La parte riferita a quello sanitario viene rinviata, alla luce delle ultime schede ospedaliere approvate dalla Regione Veneto che hanno previsto l’acquisizione da parte dell’Azienda di via Giustiniani dell’ospedale Sant’Antonio, che uscirà quindi dalla sfera di gestione dell’Usl 6 Euga-
nea. I bandi interni per l’assegnazione di sette delle nove posizioni apicali per altrettante Unità operative complesse hanno permesso di nominare solo sei dirigenti poiché per una posizione non c’erano candidati ritenuti idonei. Entro fine mese le commissioni nomineranno i responsabili delle 11 Unità semplici. E il 27 la prima mazzata, con gli stipendi più bassi per la decurta-
Samuel Dal Gesso, Fedirets
«Negli anni i fondi non sono mai stati adeguati e la Regione è un muro di gomma»
in guardia: non iscriverti a Medicina perché resterai disoccupato. All’epoca ci fu una vera compagna contro la formazione di medici e oggi ne paghiamo le conseguenze». In realtà, però, a mancare non sono i medici, bensì i medici specializzati che, come
tali, possono essere assunti nelle strutture pubbliche. Ma anche le strutture private ora sono in sofferenza. «La carenza è dovuta all’imbuto formativo determinato da un numero troppo esiguo di
borse di studio per le specializzazioni. Vanno assolutamente implementate, ma dobbiamo tener conto che ci vogliono 5 anni per specializzare un medico. Personalmente sono contrario anche al numero chiuso alle facoltà di Medicina. Io ritengo che la selezione vada fatta sui banchi di scuola, dimostrando quanto si sa fare. Come si fa a selezionare con un test di accesso chi sarà un eccellente chirurgo? Sarebbe come selezionare un tennista con un test sulle regole del gioco, invece che sul campo. Da questa impostazione deriva una perdita di qualità». Pochi medici specializzati e la corsa ad accaparrarseli fra sanità pubblica e privata. «Il pubblico ha le armi spuntate in questa contesa. I privati pagano di più perché sono libe-
zione fino a due terzi delle indennità di posizione. «Le stesse motivazioni che hanno portato l’Azienda a rinviare l’applicazione dell’Atto per la parte sanitaria valevano per quella tecnico amministrativa» rileva Samuel dal Gesso, vice segretario regionale e nazionale del sindacato di categoria Fedirets, «perché il personale tecnico amministrativo risentirà di un carico di lavoro ben maggiore con l’acquisizione dell’ospedale Sant’Antonio, che si porterà tutti i dipendenti sanitari, ma nessun amministrativo». Il clima negli uffici dell’Azienda ospedaliera è pesante: oltre alla scure che si abbatterà in busta paga, infatti, regna parecchio caos. Non c’è ancora un atto formale che sancisca le nuove
posizioni apicali, i dirigenti si sono trovati spostati da un giorno all’altro da un ufficio all’altro, senza più i vecchi computer a disposizione e senza direttive precise. «Questo atto aziendale poteva essere l’’opportunità per incrementare le risorse che negli anni non sono mai state adeguate, invece ci scontriamo con una situazione drammatica. Siamo ai minimi contrattuali, basti pensare che il fondo di risultato è di 7 mila euro complessivi. In tutta Italia non ho trovato un’Azienda ospedaliera con fondi così bassi. Le risorse devono arrivare dalla regione» rileva Dal Gesso, «ma continuiamo a sbattere contro un muro di gomma». — E.L.
«Cerchiamo l’accordo con i rettori per i giovani in corsia Servono i pensionati»
VENERDÌ 4 OTTOBRE 2019 IL MATTINO
PRIMO PIANO
3
La carenza di medici
ri nella contrattazione, ci portano via professionisti di fama perché hanno più appeal, oppure i medici che vanno in pensione dal pubblico. Noi, questi ultimi, non possiamo contrattualizzarli nemmeno per un giorno. Sia chiaro, per me la sanità è dei giovani, ma oggi dobbiamo accettare misure straordinarie, come tenere più a lungo i medici anziani». Quelle proposte dal Veneto sono state approvate all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni. Cosa prevede questo documento? «L’accesso al Servizio sanitario nazionale ai medici privi di specializzazione garantendo il percorso formativo in corsia: oggi vale solo per l’ultimo anno, ma cerchiamo l’accordo con le Università di Padova e Verona i cui rettori, Rosario
Rizzuto e Francesco Nocini sono due medici e luminari nei rispettivi campi ed entrambi estremamente lungimiranti. Chiediamo poi di rivedere i limiti di età portando il pensionamento a 70 anni invece che a 65, su base volontaria ovviamente. Come Veneto, poi, confermiamo i 500 medici - 320 per i Pronto soccorso e 180 fra geriatria e Medicina - da formare con il percorso alternativo “veloce” e vogliamo chiudere un accordo con le Università perché siano loro a occuparsene». Questa misura in particolare ha attirato pesanti critiche: si rischia di abbassare la qualità dei professionisti in corsia? «Non posso accettare che qualcuno dica che mettiamo a rischio la qualità del servizio. Parliamo di medici laureati e abilitati, dopo un percorso formativo che assicura due anni in media in più rispetto agli altri Paesi europei. Sono medici che già oggi possono fare guardia medica, non sono certo figure improvvisate. Negli stessi Pronto soccorso, letteralmente presi d’assalto dai cittadini per ogni tipo di problema, ci sono miriadi di casi minori ogni giorno di cui possono occuparsi, ovvio che non saranno destinati alla Stroke Unit o al politrauma più complesso. Ma vogliamo dire che un medico dopo 7 anni di formazione non può medicare e suturare un taglio a un dito? Questi 500 medici saranno ottimi coadiuvatori dei colleghi strutturati». L’accusano anche di perseguire un piano per favorire la sanità privata a scapito di quella pubblica. «La crescente privatizzazione non esiste e lo dimostreremo con uno studio sugli ultimi dieci anni. È una manfrina per far presa sull’inquietudine dei cittadini. Il privato è un complemento al pubblico ed è triste vedere e sentire chi sputa nel piatto dove mangia. La verità è che chiunque quando sta male pensa di andare in ospedale perché sa che è lì che trova la migliore assistenza. La sanità dovrebbe essere una no fly zone per la politica e si dovrebbe lavorare tutti per uno e uno per tutti. È con questo spirito che intendo collaborare col ministro Roberto Speranza, con cui ho già avuto un primo colloquio, nonostante l’evidente distanza di posizioni politiche». —
il piano di cessione all’azienda
la ricerca
Ospedale Sant’Antonio «Psichiatria e riabilitazione devono essere potenziate»
«I farmaci antidepressivi non sono dannosi»
a essere gestito dall’Usl e questo non è previsto». RIABILITAZIONE
Sulla carta la Riabilitazione cresce, ma solo sulla carta. Perché se è vero che gli attuali 21 posti letto saliranno a 50, c’è anche in questo caso una postille che recita: «Incremento concomitante al reperimento di risorse per adeguamento di strutturale/organizzativo». Vaia sapere se e quando, insomma. «Oggi al Sant’Antonio abbiamo 10 posti attivi, che siamo riusciti a “resuscitare” dopo la cancellazione estiva a suon di proteste, ma i 50 del Piano saranno attivati tutti in Azienda» critica Caroli, «e non si sa come e in quali tempi. Di certi, intanto, abbiamo 120 posti di Riabilitazione nel privato». PRONTO SOCCORSO
Il corteo in difesa dell’ospedale Sant’Antonio Nel documento viene rilevata la necessità di incrementare i posti letto, ma c’è l’incognita risorse. Il governatore: i padovani non ci rimetteranno
Elena Livieri PADOVA. Psichiatria e Riabilitazione sono i nodi irrisolti della complessa partita per la cessione dell’ospedale Sant’Antonio dall’Usl 6 Euganea all’Azienda ospedaliera universitaria. Due nodi che gli stessi direttori generali Luciano Flor e Domenico Scibetta hanno mancato di “appuntare” nel Piano attuativo che definisce la dotazione della fase transitoria, che scatta dal primo gennaio 2020 e si concluderà al completamento del nuovo Polo della Salute fra otto dieci anni, o giù di lì. PSICHIATRIA
Oggi la Psichiatria è in capo al
Sant’Antonio che vi dedica due reparti con complessivi 32 posti letto nella nuova ala appositamente costruita a suon di milioni di euro pochi anni fa. La previsione dal primo gennaio prossimo è che i posti siano ridotti a 20: «La postilla che parla della “necessità di mantenere attivi gli attuali 32 posti al Sant’Antonio per rispondere ai bisogni di
Caroli (Comitato Sos) «Un fabbisogno certo non si garantisce con una postilla» salute della popolazione” suona come una presa in giro» rileva il coordinatore del Comitato Sos Sant’Antonio Diego Caroli, «perché se è noto un fabbisogno per la salute, lo si garantisce, non lo si appunta a margine. Si tratta poi di un servizio che deve continuare
Il Piano prevede il mantenimento di entrambi i Pronto soccorso, ma attribuisce un Unità complessa a via Giustiniani e una Unità semplice in via Facciolati. «Oggi ci sono due primari, domani uno soltanto, quello dell’Azienda ospedaliera» sottolinea Caroli, «e quello del Sant’Antonio che fine farà? Sarà messo in un angolo? Si può immaginare che per lo stesso motivo non siano state assegnate le apicalità di Neurologia, Geriatria e Chirurgia al Sant’Antonio, attribuite a facenti funzione, che dal 2020 saranno appannaggio dell’Azienda». TEMPO GALANTUOMO
«Chiedo ai padovani di avere fiducia, nessuno li priverà del loro ospedale e dei servizi sanitari di cui oggi possono godere»: la rassicurazione arriva direttamente dal presidente del Veneto Luca Zaia. «Le lacune rilevate nel Piano saranno ripianate, il tempo sarà galantuomo e potremo andare alla prova dei fatti». —
PADOVA. Un team internazionale di ricercatori di cui fa parte Marco Solmi, medico psichiatra ricercatore nel Dipartimento di Neuroscienze e Padua Neuroscience Center dell’Università di Padova ha pubblicato uno studio di meta-analisi sugli effetti negativi sulla salute dei farmaci per la cura della depressione. Il risultato? Non fanno male come molta letteratura scientifica ha sin qui sostenuto. Gli antidepressivi sono fra le medicine più prescritte nel mondo. Negli ani sono stati pubblicati risultati contrastanti sulla loro sicurezza. Nello studio pubblicato il 2 ottobre su “Jama Psychiatry” i ricercatori di Europa, America, Canada e Asia hanno sintetizzato i dati da 45 meta-analisi raccogliendo le evidenze di oltre 1000. «Attualmente» la conclusione, «nessun effetto negativo sulla salute è supportato da evidenza con un grado forte di credibilità». Confermano i ricercatori che hanno guidato il gruppo di studio, Elena Dragioti dell’Università di Linköping in Svezia, e il padovano Marco Solmi: «I risultati delle precedenti meta analisi che mostravano erroneamente un’associazione tra assunzione di antidepressivi ed eventi avversi sulla salute, erano gonfiati da errori metodologici. In particolare, gran parte dei lavori inclusi in questo studio misuravano l’effetto della malattia per cui gli antidepressivi erano prescritti (disturbo depressivo), e non l’effetto delle medicine». «La malattia mentale è associata di per sé a più malattie fisiche» aggiunge Solmi, «e la cura dei disturbi depressivi può invece aiutare ad avere più attenzione per la propria salute». —
II
Belluno
Venerdì 4 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
«Nevegal ostaggio della politica» Vivaio Dolomiti attacca la giunta Massaro di centrosinistra `«Gli esponenti regionali Pd ci avevano proposto un’audizione poco entusiasta degli aiuti della Regione di centrodestra in Commissione, ma il sindaco s’è preso la paternità dell’azione»
`
L’INTERVENTO BELLUNO Ancora “nebbia” sul fu-
turo del Nevegàl. Se non ci fosse di mezzo la politica tutto sarebbe diverso. Già sette anni fa, con un accordo di programma siglato dalla Regione, il cambio di amministrazione fece spegnere ogni proposito. Oggi la Regione sembra voler tendere la mano, ma la sensazione prevalente è che ci sia, da parte dell’amministrazione comunale di centrosinistra, poca volontà di farsi aiutare dalla Regione di centrodestra. E se gli interlocutori ufficiali sono Comune e Regione, gli altri gruppi in campo nascondono interessi sottesi che richiamano sempre, in un modo o nell’altro, appartenenze politiche.
SOCIETÀ E IDEE CONFUSE Ne abbiamo parlato con Gianni Pastella, di Vivaio Dolomiti. Un sodalizio che, al suo interno, conta diverse anime ma che in comune hanno obiettivi trasversali. «La questione Nevegàl sembra un film. Un anno fa avevamo proposto una società mista pubblico-privata e ci è stato risposto che non si poteva fare, ora lo
stesso sindaco Jacopo Massaro spinge per questa soluzione – incalza Pastella -. Peccato che ora manchino i tempi tecnici perché siamo ad ottobre». Quando si è smossa un po’ la situazione? «Prima della manifestazione del 22 giugno scorso (organizzata dagli operatori del Nevegàl, ndr) lo stesso sindaco dichiarava, in conferenza stampa, che il Comune era disposto a mettere 1 milione di euro sul Nevegal, dopo un paio di mesi sono diventati 500 mila, all’ultimo consiglio comunale 250 mila (venerdì scorso, ndr), ma il denaro non è ancora stato messo a bilancio».
L’ACCORDO SFUMATO Nel frattempo, al Genio Civile, l’assessore regionale Federico Caner ha incontrato il sindaco Massaro ribadendo che la Regione si rende disponibile a sostenere economicamente il Colle a patto che ci sia una società in parte pubblica. Pastella racconta come Caner «ha dichiarato che su perizia degli esperti servono minimo 12 milioni per la sopravvivenza del Colle, cosa che avevamo già evidenziato noi, e che è disposto a intervenire pure per so-
stenere questa stagione a fronte di un progetto di sviluppo. Noi avevamo incontrato gli esponenti del Pd regionale che ci aveva proposto un’audizione in Commissione turismo – ricorda il portavoce di Vivaio Dolomiti -, ovviamente poteva essere condivisa per un bene collettivo invece gli esponenti locali si sono infuriati chiedendo la paternità politica della gestione».
INVIATI IN REGIONE Quello che è successo lo sintetizza così: «Ci aspettavamo che gli esponenti del partito facessero le loro proposte, invece hanno mandato in sesta Commissione il presidente della Pro loco castionese, individuato come responsabile del gruppo #progettaNevegalDomani, insieme a un pensionato ex Nis (fatta fallire da
«IN AUDIZIONE A VENEZIA IL PRESIDENTE DELLA PRO LOCO E UN PENSIONATO EX NIS, SOCIETÀ FALLITA PER VOLERE DI MASSARO»
Unicredit
Massaro) e un operatore. Tutti delegati dal sindaco, che non mi risulta del Pd, a rappresentare il partito».
Rivoluzione digitale: PASSO FALSO SUI SOLDI incontro sulle Pmi L’8 ottobre, in occasione del terzo Talk del 2019 organizzato da UniCredit, 87 sedi, tra cui quella di Belluno, saranno collegate per un confronto sulle sfide che innovazione tecnologica e digitalizzazione impongono alle imprese. Si inizia alle 16.30. Tra le sedi coinvolte anche quella di piazza Martiri. Si parlerà anche di “PMI Digital Lab”, nuovo progetto formativo rivolto alle aziende e realizzato con partner d’eccellenza. Trend e impatti della rivoluzione digitale per il mondo delle imprese: saranno gli argomenti oggetto di approfondimento. L’evento sarà inoltre l’occasione per lanciare il nuovo progetto dedicato alla crescita della cultura digitale delle piccole e medie imprese: “PMI Digital Lab”. Iscrizioni sul sito: https://education.unicredit.it/it.html.
Per Gianni Pastella l’aver chiesto alla Commissione «60 mila euro per la stagione a venire e 600 mila per le Erte, quando la società proprietaria non è nemmeno presente» è stato un passo falso. «Li chiedono a una Commissione che deve intervenire su Caner, che già si è espresso in merito». Un’ultima stoccata va alla New Co: «In tutto questo marasma ci sono fantomatici nuovi imprenditori, tutt’ora segreti, pronti ad investire. Poi ci sono gli altri imprenditori, i proprietari che un giorno dicono di regalare la società e il giorno dopo negano tutto. Fa sorridere come, in questa commedia, la colpa sia di Vivaio Dolomiti – conclude Gianni Pastella -, reo di aver salvato l’anno scorso la stagione, mettendo sul piatto un progetto di rilancio da condividere con politica e territorio, lasciando da parte partiti politici e super star, ma solo per il bene del Nevegal, unica cosa che sembra non interessare a nessuno». Federica Fant
VIVAIO DOLOMITI L’associazione raccoglie anime di diversi colori politici, unite però trasversalmente sulle cose utili da fare per la comunità. Nella foto un incontro sul Nevegal
Campagna Pd per raccogliere nuove idee e tesseramenti MOBILITAZIONE BELLUNO Oggi e domani, in oc-
casione della mobilitazione indetta dal Pd nazionale “Per Amore dell’Italia” #scelgoilPD, il Partito Democratico bellunese promuove una serie di iniziative su tutto il territorio provinciale. I cittadini potranno raccontare la loro idea per cambiare l’Italia, dando un eventuale contributo anche tesserandosi. «La mobilitazione nazionale sarà, anche per il Pd bellunese, un’iniziativa di confronto e di ascolto - afferma la segretaria provinciale Monica Lotto -. Abbiamo scelto di cogliere quest’occasione per aprire, anche fisicamente, le porte dei nostri circoli. Proseguiranno inoltre gli incontri nel territorio, già iniziati da alcune settimane e che hanno coinvolto il Cadore, l’Alpago, il Feltrino, per spiegare ai nostri iscritti la futura azione di governo che ci vede protagonisti. Vogliamo raccogliere stimoli, suggerimenti, critiche. Invito tutti coloro che si sentono vicini alla comunità democratica e che vogliano raccontarci la propria idea e ad avanzare delle proposte a partecipare attivamente ai vari appuntamenti organizzati nelle diverse zone della provincia. Sarà davvero l’occasione conclude la segretaria - per affrontare e discutere insieme di tutte le questioni aperte, dal partito al governo. Vi aspettiamo». Primi appuntamenti stasera, alle 20.15, ad Agordo (Biblioteca civica); alle 20.30 il Circolo Pd di Santa Giustina (sala della piscina); Domani: dalle 10 alle 12 apertura della segreteria provinciale di piazzale Resistenza; dalle 16 alle 19 volantinaggio e banchetto in Largo Castaldi a Feltre; dalle 17.30 alle 19 apertura della sede Pd di Ponte nelle Alpi in piazza Boito a Polpet.
“Lavoro e giovani” il filo conduttore del nuovo anno del Lions Club ASSOCIZIONISMO BELLUNO Lavoro e giovani: il Lions Club ha messo a fuoco gli obiettivi 2019–2020. Parte su questo tema l’anno lionistico in provincia. Ai service ormai consolidati, diventati una tradizione, se ne aggiungeranno altri rivolti all’autismo e al mondo del lavoro. A partire dal convegno del 22 ottobre. L’ha annunciato il presidente del club Antonio Prade, aprendo l’incontro che ha dato il via alle attività dell’anno.
IL PRESIDENTE PRADE «La grande Associazione della quale facciamo parte deve suscitare in noi la consapevolezza d’appartenenza a una grande comunità – ha detto
Prade -; comunità che non abbiamo creato noi, ma della quale siamo chiamati a portare il testimone per un tratto di strada. Questo è quello che conferisce dignità al servizio che siamo chiamati a svolgere mediante le opere, i service, rispetto ai quali ognuno di noi deve sentirsi coinvolto, secondo quanto naturalmente gli consente la propria libertà. Il nostro è, infatti, un luogo di libertà che ci deve stimolare nel servire la comunità in cui viviamo, coltivare il bene comune e soddisfare, per quanto possibile, i bisogni delle persone. E’ con questa consapevolezza che vogliamo affrontare l’anno lionistico che va iniziando». Alla serata erano presenti non solo i soci di Belluno, ma
LA SERATA Antonio Prade, presidente del Club, apre l’anno sociale
anche il presidente di zona Tiziana Roncada, quello del Club Feltre Host, Manlio Doglioni, di Feltre Castello Alboino, Nilva Scarton, di Cadore Dolomiti, Giuseppe Cian, e del Leo
Club Belluno, Giada Coppola.
CONVEGNO CON LA CGIA L’operatività prenderà il via con l’organizzazione del convegno fissato per il 22 ottobre;
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a relazionare sul mondo del lavoro portando i dati sarà Renato Mason, direttore del Centro studi Cgia di Mestre. A questo appuntamento seguirà quello con il direttore della Camera di Commercio di Belluno Treviso, Mario Pozza, e, la prossima primavera, confronti e chiacchierate con imprenditori impegnati in soluzioni produttive orientate all’innovazione e alle nuove tecnologie. «Ricorre la necessità di comprendere come proprio i bisogni sempre più emergenti, determinati da una sempre più diffusa povertà, vadano affrontati parallelamente alle opportunità offerte dal mondo del lavoro – ha concluso Prade -. Di qui la volontà di comprendere quali siano i freni che si frappongono alla crescita e allo sviluppo del no-
stro territorio, a partire dalla drammaticità conseguente al calo demografico, alle difficoltà di offrire opportunità lavorative ai nostri giovani, alla tendenziale regressione del nostro tessuto economico e produttivo».
IL SOCIALE Ai service tradizionali come quello per la prevenzione del diabete, il Poster per la pace, il servizio nelle case di riposo di Belluno e Longarone, il progetto Landris e la raccolta di occhiali usati, la scuola di primo intervento e il Lions Quest, quest’anno se ne aggiungeranno di nuovi: si affronterà il mondo dell’autismo e della povertà, per esempio, con il service della Farmacia solidale nella parrocchia di San Gervasio.
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i seGreti deL Governatore
«Sono qui per raddrizzare la baracca» La strategia del consenso firmata Zaia Lettura maniacale dei giornali, tutti i weekend tra fiere e sagre, i talk show ma sulle tivù locali: la dottrina e le sue origini In un libro l’analisi che lo equipara a un influencer tracciandone anche le differenze rispetto a Salvini: qui la prefazione IL RITRATTO
MARIANO MAUGERI
È
il governatore in blazer blu, cravatta in tinta e camicia bianca. È il presidente-manager del Veneto. Niente leghisti nel suo cerchio magico della comunicazione, niente fazzoletti verdi di bossiana memoria. Luca Zaia ha fatto di tutto per dimenticare di essere un politico. Lui è un manager per formazione e studi con l’istinto da imprenditore. Godeda di Sant’Urbano, sinistra Piave, profonda provincia trevigiana, più galline ovaiole che cristiani. Luca Zaia nasce in una famiglia della piccola borghesia: papà in officina mentre la mamma tira su anche i figli di una sorella morta precocemente. A tavola sono in 17. Il giovane Luca è abituato a dividere per diciassette polenta e soppressa, camicie e scarpe, successi e travagli. Fa la gavetta come un giovane militare. Letti a castello e coperte rassettate qualche pugno di minuti dopo che il gallo ha cantato. Un’obbedienza che gli tornerà comoda quando entrerà nella seconda caserma della sua vita, la Lega Nord, attraverso i buoni uffici di Gian Paolo Gobbo, trevisano come lui. L’allenamento alla fratellanza e al cameratismo sono stati un’ottima scuola. Ci sa fare Luca, con i sottoposti e con i capi. Sdrammatizza, scova le soluzioni, intuisce con rapidità i punti deboli. Un self made man che trova la forza di diplomarsi in enologia al Conegliano e laurearsi poi in Scienza delle produzioni animali. A 28 anni acciuffa il posto di presidente della provincia di Treviso, il più giovane d’Italia. A chi scrive queste righe capitò di intervistarlo qualche mese dopo la sua elezione. Ufficio minimal in stile newyorkese e il parlar con entusiasmo che poi ne farà il governatore più amato d’Italia. Il messaggio implicito era sempre lo stesso, malgrado fosse agli albori della sua scalata: sono qui per raddrizzare la baracca, non per scaldare la poltrona. Mani pulite e amore per la sua piccola patria. Ma la sua vera forza, come mette in luce Giulia Princivalli, è la strategia di comunicazione. La sorpresa di questo bel libro che ripercorre vita, declino e miracoli della Lega/Liga e del suo portabandiera veneto consiste nella strategia di comunicazione
Nella lunga gavetta ha imparato l’obbedienza ma anche la disciplina Il leit motiv è questo: «Noi veneti siamo bravi e meritiamo più schei e potere» di Zaia. I punti fermi sono pochi e ben scanditi. Lettura maniacale dei giornali veneti e dei comunicati delle associazioni locali, dalla sezione più sperduta degli alpini all’ordine dei commercialisti, ai quali risponde con grande enfasi. Durante il week end partecipazione a fiere e sagre: dal radicchio a Zero Branco ai trattori di Codognè. Così aggancia e si confronta pure con i non leghisti. Che poi, di solito, magari bevendo un bicchiere di prosecco, ammettono: il governatore sa il fatto suo. Niente sovranismi, nessuna campagna di odio contro chicchessia. Il leit motiv è sempre lo stesso:noi veneti siamo bravi e ci meritiamo più schei e più poteri. Un’antropologia anni luce lontana da quella di Salvini. Luca cura la sua base come un vivaista le sue piante. Una a una. Un contadino del consenso che tre volte a settimana incontra a San Vendemiano, un tiro di schioppo da Treviso, chiunque abbia bisogno di parlargli: 15 minuti con la clessidra davanti a fare da segnatempo e poi la “pratica” con le notizie essenziali girata agli uffici competenti. Un modello fotocopia di quanto sperimentato con successo nei suoi 25 anni di potere dal Landeshauptmann della Provincia autonoma di Bolzano ed ex leader della Svp Luis Durnwalder. Alle prime ore dell’alba riceveva i valligiani nella sede della Provincia a pochi passi da piazza Walther. Partiti di raccolta, piccole patrie, autonomia predicata
La copertina del libro di Giulia Princivalli (in alto a sinistra) che analizza le strategie e il marketing della comunicazione del governatore
e almeno nel caso dell’Alto Adige praticata. L’effetto emulazione di una regione ordinaria che confina con due a statuto speciale non poteva non ibridare quel sistema correntizio di cui i capiscuola furono i leader veneti della Balena Bianca democristiana. Carlo Bernini e Toni Bisaglia tratteggiarono una Dc ripensata sul modello della Csu bavarese e di una nuova prospettiva geopolitica transfrontaliera, l’Alpe Adria. Parole al vento in un’Italia allergica anche alle forme più blande di federalismo. Ora le aspettative accumulate in oltre mezzo secolo dal popolo di San Marco ricadono sulle spalle di Luca. Che in cinquant’anni ha visto tramontare i vecchi democristia-
ni, i bossiani per un ventennio padroni del partito e gli scomodissimi compagni di un tratto di strada, il forzista Giancarlo Galan. Dicevamo della dottrina del governatore leghista: più divieti che concessioni. Esempio: mai partecipare ai talk delle tv nazionali. Passerebbe il messaggio di un’omologazione con chi chiacchiera bene e razzola male. Di contro, accettare di buon grado gli inviti delle televisioni locali. È come se Zaia se ne infischiasse dei palcoscenici nazionali, una riserva di caccia dove galoppa il suo capo Matteo Salvini, che Luca difende anche quando è indifendibile. Una lealtà rara nel mondo della politica. Ma Zaia sa che ci sono personalità autolesioniste destinate a farsi del ma-
La scHeda
Scritto da una giovane autrice trevigiana Domenica a Susegana Il libro sarà presentato in anteprima domenica 6 ottobre, alle 17.30 al Castello di San Salvatore a Susegana (Treviso), nell'ambito della fiera nazionale della piccola e media editoria Libri in Cantina. Moderatore sarà Andrea Altinier. L’autrice. Giulia Princivalli, nata nel 1993 e cresciuta a Oderzo in provincia di Treviso, si è laureata in Politica Istituzioni e Mercato all’Università di Firenze. Ha scritto “Padova di piombo”. L'influencer. La strategia comunicativa di Zaia, Alba edizioni, 2019, 206 pagine, 15 euro, ISBN 9788899414504.
le da sole. Ricordate Flavio Tosi, l’ex sindaco di Verona che provò a contendere la leadership a lui e Salvini? La sua dottrina finora non ha fallito. Lui corre come un treno e un giorno, semmai dovesse arrivare, valuterà se prendere in mano le sorti del partito. Accadrà solo per acclamazione. Perché la pulsione cattovenetista del governatore non contempla frazionismi. L’uomo che volle farsi re ostenta una calma olimpica. A lui basta essere fedele a se stesso mentre la sabbia scorre lungo le sue clessidre. Sembra una massima di Sun Tzu, il filosofo cinese dell’arte della guerra: invece è il predestinato Luca Zaia da Godega di Sant’Urbano. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Il traffico illecito
Capannoni usati come deposito rifiuti «Rischio incendi, il blitz nel Veneto» Scarti tessili provenienti da Prato stoccati in edifici industriali rimasti vuoti per la crisi: arrestato un trevigiano, tutti gli indagati di Coccaglio (Brescia); Giovanni Battista Bassan, 60 anni, nato a Cartura, residente a Solesino in via Arzere; Francesco Papadia, 64 anni, residente a Monselice in via Galilei; Giuseppe Ricci, 62 anni, di Modena; Stefano Zanella, 53 anni, nato a Maserà e residente a Tribano in via Mazzini; Olmes Vaccari, 74 anni, residente a Nonantona (Modena); Claudio Francescato, 40 anni, nato a Camposampiero e residente a Novara; Mirco Campagnari, 52 anni, di Caprino Veronese; Michele Campagnari, 49 anni, di Caprino Veronese; Massimiliano Campagnari, 46 anni, di Caprino Veronese; Ramadan Abdelmohsen Abou-
Enrico Ferro PADOVA. Scarti tessili abban-
donati in capannoni industriali. Rifiuti speciali sistemati nei sacchi neri e accatastati negli stabilimenti svuotati dalla crisi economica e affittati al miglior offerente. Funzionava così, secondo i carabinieri forestali di Modena, un traffico illecito di rifiuti speciali, molto costosi da smaltire e provenienti dal comparto tessile di Prato: i militari hanno arrestato due persone (ai domiciliari) considerate a capo dell’organizzazione criminale che su questa violazione ci aveva costruito un’attività imprenditoriale. Perquisizioni sono state eseguite anche in alcuni capannoni delle province del Veneto: nel padovano a Monselice, Solesino e Bovolenta, a Treviso, Scorzè (Venezia), Rovigo, Quinto Vicentino (Vicenza) e Rivoli Veronese (Verona).
Perquisizioni anche a Monselice, Solesino, Bovolenta Scorzè e Treviso zeid Ahmed, 42 anni, residente Monselice in via Pignara. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna, ha portato alla perquisizione e al sequestro di 24 siti.
I NOMI
Provvedimento di arresto per Alessandro Gnaccarini, 53 anni, di Viadana (Mantova) e per Gianluca Vendrasco, 40 anni, nato a Asolo (Treviso), residente Pianoro (Bologna). Poi una sfilza di indagati, di fatto gli intestatari dei contratti d’affitto dei capannoni usati come discariche: Mirco Lorenzon, 49 anni, nato Treviso e residente a Silea in vicolo belvedere; Paolo Bonistalli, 61 anni, residente a Castagneto Carducci (Livorno); Marius Anastase Constantinide, 51 anni, romeno, irreperibile; Morris Vanelli, 50 anni, residente a Valsamoggia (Bologna); Giorgio Sasso, 67 anni, nato a Sanremo, senza fissa dimora; Gian Mauro Formenti, 57 anni,
L’INDAGINE
I carabinieri forestali durante una delle perquisizioni
Tutto inizia con un controllo del luglio 2018 a Pavullo (Modena): i carabinieri forestali trovano in un capannone industriale circa 2.500 metri cubi di rifiuti tessili. Decidono di approfondire e scoprono che non è un caso isolato ma che lo stesso metodo viene usato anche in molte altre località del Veneto. Le indagini, con intercettazioni e videosorveglianza, ricostruiscono lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali ottenuti dalle lavorazioni tessili, cascami
Milletrecento roghi in 3 anni e Bottacin minacciato di morte
PADOVA. Il versante sensibile è quello degli incendi di rifiuti urbani e speciali. Nell’ultimo triennio, il Veneto ne ha scontati 1334, meno di quelli appiccati nelle vicine Lombardia (4542)
ed Emilia Romagna (3829) e metà di quelli censiti nella terra dei fuochi napoletana, ma pur sempre in numero allarmante, a testimonianza di un traffico criminale ramificato e insidioso. L’assessore all’Ambiente della Regione Veneto Gianpaolo Bottacin, recentemente bersaglio con minacce di morte, ha costituito un tavolo tecnico con i carabinieri del Noe, l’università di
Padova, i vigili del fuoco, l’Arpav, l’Anci. Ha lavorato in sinergia per raccogliere informazioni e favorire l’attività di prevenzione. Poi ho attivato due bandi, che erogano finanziamenti ai soggetti pubblici e privati che dotino di telecamere sia gli impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti che, nel caso delle amministrazioni comunali, le aree e i capannoni dismessi
RISCHIO INCENDI
«L’operazione che abbiamo condotto sullo smaltimento illecito dei rifiuti speciali ottenuti dalle lavorazioni tessili provenienti da Prato, ha riguardato una tipologia di rifiuti speciali che diventa pericolosa soprattutto, come abbiamo visto in altre occasioni, per quel che riguarda gli incendi che spesso in accumuli del genere poi si sviluppano» dice il maggiore Laura Guerrini, comandante del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale di Modena. «Per smaltire simili quantità di rifiuti speciali sarebbero necessari centinaia di migliaia di euro ed è proprio per questo che il canale illecito si era attivato, al fine di evitare spese consistenti». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
dove troppe volte si registra un via vai sospetto di camion. Il coordinamento veneto è stato citato quale esempio di collaborazione virtuosa nell’intelligence da parte della commissione parlamentare ecomafie e l’accresciuta vigilanza non ha certo rallegrato chi ricava profitti d’oro dall’avvelenamento del territorio. Questa, ritengono gli investigatori, potrebbe essere anche la chiave delle minacce ricevute dall’assessore della giunta di Luca Zaia. Insomma, il Veneto si conferma terra di conquista per le organizzazioni criminali e, talvolta, anche per la criminalità organizzata che negli anni si è radicata. —
l’allarme
Per far fronte al fenomeno è stato creato un tavolo tecnico con carabinieri, università vigili del fuoco e Arpav Telecamere negli stabilimenti
e ritagli, che venivano classificati illecitamente, per eludere i controlli, come materia prima secondaria o sottoprodotto. Venivano poi trasportati nei capannoni e i proprietari, a un certo punto, erano costretti anche ad accollarsi tutte le spese di smaltimento e recupero. I due arrestati sono accusati di aver pianificato e gestito il tutto, attraverso società di cui avevano l’utilizzo e il controllo senza ricoprire in esse alcuna carica o ruolo: i reali rappresentati legali o titolari firmatari sono risultati essere semplici prestanome. Dell’organizzazione facevano parte anche autotrasportatori e altre persone impiegate come manovalanza nei capannoni, di solito dipendenti delle aziende. Sono stati sequestrati 9 mila metri cubi di rifiuti speciali, ma si ritiene che il quantitativo smaltito sia di molto superiore.
L’incendio alla Ceccato Recycling di Castelfranco
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VENERDÌ 4 OTTOBRE 2019 LA TRIBUNA
TREVISO
il caso
Israa, il cda che non scade mai Ormai è in proroga da 19 mesi La Provincia non nomina il suo consigliere e l’Usl 2 deve ancora varare il bando E così dal febbraio 2018 Caldato & Co. proseguono con un mandato “senza fine” L’Israa – la più grande Ipab della Marca, forse del Veneto e certamente una delle più grandi d’Italia – ha un governo scaduto da quasi 19 mesi. Più di un anno e mezzo, quasi un terzo del mandato istituzionale, scaduto a febbraio 2018. Non finisce nemmeno qui. Il Comune di Treviso, dalla primavera del 2018, ha regolarmente nominato i suoi due consiglieri, il commercialista Andrea Duodo e l’ex assessore Dc Ivonne Tordini. I due sono designati, hanno superato anche una eccezione giuridica avanzata dalla nuova amministrazione Conte in merito alla legittimità del loro incarico. Ma alla fine, da un anno e mezzo, non sono mai diventati effettivi, e per dirla alla Dante, rimangono tra «color che son sospesi», impossibilitati ad esercitare una prerogativa affidata loro dall’ex sindaco Manildo. Anche Pirandello, verosimilmente, avrebbe qualcosa da
scrivere, su questa vicenda che trascende gli stessi confini del piano giuridico e amministrativo. Un consiglio scaduto come un vasetto di yogurt tenuto troppo in frigorifero; una proroga che sta battendo tutti i record degli annali; due consiglieri che lo sono ma solo sulla carta e non nella realtà. Un as-
La prima Ipab di Marca ha 31 milioni di fatturato 4 sedi, 800 residenti e 650 dipendenti
A sinistra il presidente Israa Luigi Caldato a un evento dell’Israa
setto del cda superato dal nuovo statuto ispirato dalla Regione Veneto per punire centrosinistra e il presidente Israa Luigi Caldato, che si era astenuto alla rivoluzione voluta dalla Lega per impedire a Manildo e al centrosinistra di avere la maggioranza (dallo scorso anno fino al 2023). Ma l’ex sindaco
ha visto bocciato dal Tar il ricorso del Comune avverso il nuovo statuto, e dunque alla fine la Lega e la Regione hanno vinto la loro battaglia. L’ANTEFATTO
Ma come si è potuti arrivare a questa situazione assurda, per il primo ente di assistenza del capoluogo? Una istituzione con 31,5 milioni di fatturato, 650 dipendenti (più altri 100 di indotto esterno) e 850 residenti nelle sue 4 sedi (Città di Treviso, Casa Albergo, Menegazzi, Zalivani) e ora artefice del progetto cohousing fra Umberto 1, piazza Burchiellati e via Casa di Ricovero. Un ’ente all’avanguardia internazionale, modello per il trattamento dell’Alzheimer nel quale costituisce un modello di livello mondiale come testimoniato dal recentissimo convegno internazionale di tre giorni. A comporre il nuovo cda, dopo i due componenti designati dal Comune, che attendono sempre di insediarsi, tuttora sulla griglia di partenza devono provvedere la Provincia (un consigliere, non più giocoforza il presidente) e l’Usl 2. La provincia ha varato il bando, ha raccolto le candidature, ma non ha provveduto alla nomina. Il presidente Stefano Marcon attende che si muova anche l’Usl 2, che è ancora più indietro. Non è stato ancora varato il bando. «Andamento lento, anzi lentissimo», è la battuta che gira negli ambienti degli addetti ai
Bet, paolin e rostirolla
Lega, il commissario Bof ha nominato il suo staff La Lega trevigiana ha ufficializzato ieri i componenti dell’ufficio di segreteria, i responsabili organizzativi e amministrativi che affiancheranno il commissario Bof, in attesa di definire la consulta del territorio (già presenti i 10 segretari circoscrizionali, devono essere scelti 10 sindaci di ogni area). Roberto Bet, già sindaco di Codognè, e pupillo del governatore Zaia; Giuseppe Paolin, responsabile organizzativo nazionale del Veneto, e Daniele Rostirolla, sindaco di Morgano e
coordinatore dei sindaci provincia di Treviso, comporranno l’ufficio di segreteria. «In qualità di nuovo commissario provinciale della Lega trevigiana ho ufficializzato i componenti dell’Ufficio di Segreteria che mi affiancheranno nel lavoro che ci aspetta nei prossimi mesi: regionali, amministrative e tutti gli appuntamenti del Movimento a livello locale e nazionale», ha dichiarato Bof, «insieme a loro creeremo una squadra più ampia formata da sindaci e amministratori lo-
La telefonata al programma “I lunatici”
La prostituta trevigiana «Juve in tv? Lavoro meno» LA STORIA
«Q
uando gioca la Juve in Champions gli affari vanno male». Telefonata particolare quella ricevuta dalla trasmissione radiofonica i “Lunatici” nella notte tra mercoledì e giovedì. Era da poco passata l’una e venti quando Caterina, da Treviso, ha deciso di raccontare la sua
storia. «Vi ascolto tutte le notti ma trovo solo ora il coraggio di chiamare», ha esordito Caterina, «faccio la prostituta, lavoro a Treviso, in automobile. Ho 31 anni. Ho iniziato a prostituirmi ad aprile. Devo risolvere dei problemi di natura economica, ho delle pendenze con l’agenzia delle entrate. Ero sposata con una persona che mi ha messo in mezzo a un po’ di guai. Prima lavoravo in una biblioteca. Ho un uomo, sposato. Non sa
lavori. O, come fanno osservare i maligni, al governatore Zaia va bene lo status quo? Si pensava che le europee avrebbero sbloccato lo stallo, e invece adesso c’è già chi scommette che si arriverà alla regionali 2020. Siamo già al cda infinito? Intanto il presidente Luigi Caldato e i consiglieri Valter Frandoli (vicepresidente), Maurizio Vanin, Paolo Zorzi e Gianfranco Pivato vanno avanti... — A.P. dietro le quinte
Sulla successione del presidente è guerra in Lega Non sullo sfondo, c’è lo scontro in atto nelle Lega trevigiana. Una parte chiede a gran voce la nomina alla presidenza Israa di Mauro Michielon, ora commissario del partito in città, ementreuna parte vorrebbe affidare un mandato bis a Caldato, perché «non ha operato male». Ma i falchi del Carroccio imputano a Caldato, ex Pdl, una “non distanza” dall’ex sindaco Manildo, culminata nell’astensione sul cambio di statuto, il blitz orchestrato a Venezia per impedire che il centrosinistra nominasse 4 consiglieri su 5 in cda, com’era sempre stato. E il sindaco Conte? Punta a tenere entrambi in cda, con un presidente terzo...
cali, segretari di circoscrizione e di sezione, giovani della Lega, rappresentanti regionali e nazionali del nostro movimento, che costituiranno una sorta di Consulta del territorio. Lo scopo è ovviamente quello di rispondere alle esigenze della nostra provincia, dei nostri sostenitori e militanti e arrivare preparati alle prossime importanti sfide territoriali». Giuseppe Canova e Stefania Buran saranno i nuovi segretari organizzativi provinciali, mentre Pierpaolo Florian è il responsabile amministrativo. «Ringrazio quindi i componenti nominati per la loro disponibilità e a tutti loro auguro buon lavoro», ha concluso Bof. Con questa struttura la Lega affronterà le regionali e le amministrative 2020. —
che faccio questo lavoro. Spero di smettere presto, ma non mi dispiace più di tanto quello che faccio. Questa notte è una notte in cui si lavora poco. Succede sempre quando c’è la Champions League. Quando gioca la Juve è ancora peggio. Aspetto i mariti insoddisfatti delle altre donne. Non vado con i clienti ubriachi, i drogati e alcuni stranieri. Chiedo cinquanta euro a prestazione per una cosa veloce. Tra i miei clienti ci sono sessantenni. Gli uomini che vengono con me non mi fanno schifo, ma pena. Hanno problemi. Polizia e carabinieri? Non mi dicono niente. Ho sentito parlare dei papponi che pretendono un pizzo per farti battere, ma per ora non è venuto nessuno». —
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Dossier di Sose (ministero dell’Economia) quantifica i costi per asili nido, assistenza agli anziani e trasporto pubblico
L’autonomia costa 4 miliardi all’anno «Così il Sud aggancia la qualità del Nord» IL DOSSIER
scire dalle sabbie mobili, mettere fine allo scontro ideologico Nord-Sud e scrivere i Lep entro il 2019. Il cambio di passo impresso dal ministro Francesco Boccia alla riforma dell’autonomia differenziata ha come primo passaggio obbligato la definizione dei Livelli essenziali della prestazioni sociali garantite dallo Stato, Regioni e Comuni. I “Lep” per la sanità si chiamano “Lea” e funzionano alla meraviglia in Veneto, con criteri di efficienza che ne fanno un modello in Italia, alla pari dell’Emilia e della Toscana. La road map del ministro Boccia prevede che entro tre mesi i tecnici del Mef elaborino la banca dati con la spesa dello Stato per le 23 materie oggetto dell’autonomia differenziata, previste dagli articoli 116 e 117 della Costituzione. Poi si passerà a definire i Lep con il “ddl-quadro” che camminerà parallelo al Def e alla Finanziaria. La legge delega ovviamente verrà poi af-
U
fidata all’iter del Parlamento. Tutti d’accordo, tranne il sindaco di Milano Beppe Sala che ieri a Milano ha detto: o si cambia il sistema delle autonomie o si finirà nel caos. Troppi 8 mila comuni, troppe 14 città metropolitane, ne bastano 3. Il premier Conte non ha replicato mentre il ministro Boccia ha lanciato anche il piano B: se il Mef impone tempi più lunghi per i Lep, allora si parte con i fabbisogni standard, must dell’ex ministro Erika Stefani. Insomma, prima i Lep o i costi standard? Prima l’uovo o la gallina? È proprio attorno a questo interrogativo che dal 2009 non si decide: la legge Calderoli è rimasta chiusa nel cassetto perché il federalismo costa, non è a saldo zero. Basta leggere il dossier della Sose, partecipata del Mef, elaborato nel gennaio 2017, per trovare una risposta ai tempi infiniti della politica. Sono 298 pagine con tabelle e analisi con la mappa e i costi dei servizi a supporto dell’istruzione, degli asili nido, dell’assistenza sociale agli anziani e del trasporto pubblico. Un dossier ignorato per tre anni
L’incontro a Venezia tra il ministro Boccia, il governatore Zaia e la delegazione che tratta l’autonomia
e rispolverato a maggio, quando la Sose è stata ascoltata dalla commissione Bicamerale delle regioni. Lette le tabelle e tirate le somme, la vera domanda è un’altra: il governo Conte riuscirà a trovare i 3,5-4 miliardi l’anno per far decollare i Lep di pari qualità dal Veneto alla Sicilia e rispettare il vincolo
della “perequazione” imposto da Boccia? Nel Def 2020 è entrato il preambolo politico ma soldi non ce ne sono: dei 30 miliardi della manovra, 23 saranno assorbiti dalla sterilizzazione dell’Iva, gli altri serviranno per rifinanziare le pensioni Quota 100 della Lega, il reddito di cittadinanza del M5s e a
far decollare il taglio del cuneo fiscale voluto dal Pd. E il federalismo? Può attendere. In attesa di un concreto passo in avanti, non resta che analizzare il dossier Sose che offre uno spaccato delle due Italie, con il Sud e la Campania in perenne ritardo rispetto al Nord su tutti i servizi sociali fondamentali. Destra e
la vertenza
I sindacati sulle case Ater «Subito il tavolo regionale per i nuovi contratti» MESTRE. Cgil Cisl e Uil Veneto,
assieme alle associazioni di inquilini Sunia Sicet e Uniat, tornano a chiedere con forza alla Regione di convocare il promesso tavolo tecnico regionale in merito ai nuovi contratti di locazione dell’edilizia residenziale pubblica entrati in vigore sulla scorta della legge regionale che rivede i termini di pagamento e l’algoritmo in base ai quali sono calcolati, aumentando il canone a molti anziani. Ieri dalla sede regionale di
Mestre Mario Ragno (Uil), Paolo Righetti (Cgil) e Anna Orsini (Cisl), sono tornati a denunciare la situazione in cui versano migliaia di famiglie che si sono trovate i canoni raddoppiati. Tra le richieste ci sono: l’aumento del valore limite Isee-Erp per l’accesso e la permanenza nell’assegnazione dell’alloggio, il rafforzamento delle tutele in relazione ai piani di mobilità obbligatori, specialmente nei casi di anziani e diversamente abili, ma anche la ridefini-
sua l’inchiesta sulle valvole killer
Il pm Paola Cameran si candida per il Csm PADOVA. Ha indagato per
anni in materia di ambiente, malattie professionali e infortuni sul lavoro. Poi le è capitato uno tra i peggiori scandali della sanità italiana, quello delle maledette valvole killer che si rompevano nel petto dei pazienti. E nella veste di pm ha individuato responsabilità, senza far sconti. Gli sconti poi li ha fatti qualcun altro ma la carriera del magistrato Paola Came-
Il magistrato Paola Cameran
sinistra hanno fatto a gara solo nelle inadempienze. Eppure i Lep sono scritti in Costituzione dal 2009 anche per colmare il ritardo spaventoso del Mezzogiorno sul versante dei servizi all’infanzia e all’istruzione: non esistono gli asili nido, le materne e centri estivi per accogliere i ragazzi quando le scuole chiudono i battenti. Solo l’1% degli alunni li frequenta in Campania e Puglia, mentre in Veneto siamo al 35% grazie all’efficienza dei Comuni. Il premier Conte nel discorso d’insediamento alla Camera e al Senato ha dichiarato che il governo intende pagare le rette degli asili nido alle famiglie meno abbienti per favorire il lavoro delle mamme e la Sose nel dossier ha fissato il target di copertura del 22% su base Ue anche per l’Italia: tirate le somme si tratta di aumentare la spesa di un miliardo di euro l’anno. La cifra raddoppia quando si parla di assistenza agli anziani: il modello è l’Emilia Romagna che offre il triplo delle prestazioni rispetto alla Campania pur avendo una popolazione minore. Il maggior costo per i Lep sarebbe di 2 miliardi e si arriva a 4 se si sommano i servizi complementari all’istruzione: scuolabus e mense per il tempo pieno. Finita la guerra ideologica, l’autonomia differenziata può rappresentare l’occasione storica per agganciare il Sud alle regioni del Nord. Ma i soldi chi li metterà? — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
zione del cosiddetto «canone sopportabile» e l’individuazione di franchigie rispetto al valore patrimoniale complessivo. «Le migliaia di domande inevase non possono essere affrontate riducendo la platea di chi può accedere agli alloggi Erp» spiega Righetti. Ragno ha sottolineato la mancanza di una simulazione della nuova norma, Orsini il gap di politiche a favore di giovani coppie. Con i nuovi canoni - ha fatto presente Pietro Scomparin del Sicet Veneto l’Ater incasserà dai 14 milioni di oggi a 23 milioni di euro per ripristinare immobili, ma a costo della collettività. Michele Brombin del Sunia ha ribadito la necessità di tutelare le fasce deboli che versano in grande difficoltà. Il tavolo tecnico - chiedono – deve essere convocato in fretta. — Marta Artico
ran, padovana, è andata avanti prima alla procura generale di Trieste poi in quella veneziana. Lei, dedita al lavoro e notoriamente fuori dai giochi, ora è tra i 16 candidati (unica nel Nordest) ai due posti vacanti nel Csm (l’organismo di autogoverno dei magistrati) dopo le dimissioni di Antonio Lepre e Luigi Spina, travolti dal caso “toghe corrotte” che ha messo sotto inchiesta il pm Palamara. In corsa Nino Di Matteo, pm nel processo sulla trattativa Stato-mafia e ora alla Direzione nazionale antimafia, anche lui slegato da cordate e correnti, anzi in polemica con esse. Si vota domenica e lunedì. Cristina Genesin
XI
Rosolina Porto Viro Taglio di Po Loreo
Venerdì 4 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Nubifragio e nuovi allagamenti Rosolina Mare è finita sotto mezzo metro di acqua per il violento temporale della notte `
I residenti accusano l’Amministrazione comunale per la pulizia delle caditoie che non è fatta da anni
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Una serata con i cori per la gemella Mosbach ROSOLINA
ROSOLINA Il violento temporale che alle 4 di ieri mattina si è scagliato sul Delta, ha mandato a fondo Rosolina Mare. Da viale dei Pini fino a piazza San Giorgio, sono state numerose le attività, i garage e le abitazioni che sono stati toccati dall’acqua caduta in grandi quantità. «Nella notte tra mercoledì e giovedì si è scatenato improvvisamente un nubifragio tipicamente estivo con pioggia torrenziale e forti raffiche di vento che hanno causato non pochi problemi - racconta Nicola Brugiolo, presidente dell’associazione di esercenti e residente a Rosolina Mare - ci sono stati allegamenti di attività sia in centro che nel lungomare per due motivi: da un lato c’èe l’eccezionalità del fenomeno, dall’altro, da diversi anni e nonostante le segnalazioni, le caditoie delle strade sono ostruite. In particolar modo quelle della passeggiata romantica, di viale dei Pini e delle strade limitrofe. Se non si fa manutenzione, il problema si aggrava. Se è chiaro che davanti a fenomeni violenti il sistema fognario va in tilt, è anche vero che se fosse funzionante, magari ce la caveremmo con pochi centimetri d’acqua, invece che il mezzo metro cui si è arrivati in alcune zone».
TOMBINI DA SISTEMARE L’auspicio di Brugiolo, che si fa portavoce di chi come lui si è alzato nel cuore della notte per controllare lo stato delle attività attrezzandosi di paratie, pompe e spazzoloni, è che vengano fatti i dovuti interventi. «Mi auguro che dopo questo ennesimo episodio, il quinto da giugno, l’amministrazione prenda in seria considerazione il problema, anche perché Rosolina Mare rappresenta quella parte di territorio che fondamentalmente è uno dei maggiori contribuenti in materia di posti di lavoro, indotto e Imu seconde case, senza contare la tassa di soggiorno, tutti introiti che vanno al servizio dell’intero Comune. Credo che almeno questi interventi per rendere la vita a Rosolina mare più tranquilla siano il minimo». Ieri nella località sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno lavorato incessantemente anche nel pomeriggio, servendosi di pompe, affinché la situazione potesse tornare alla normalità. Sono stati numerosi i garage interrati che a causa del malfunzionamento delle pompe in piazza San Giorgio hanno subito la furia dell’acqua, ma i danni si contano pure nelle attività lungo viale dei Pini e in ulteriori zone centrali.
MALTEMPO Una foto scattata nella notte durante il temporale a Rosolina Mare e uno degli interventi dei vigili del fuoco
DANNI A PORTO VIRO Anche Porto Viro è stata interessata dalla furia del maltempo, ma i danni non sono stati rilevanti come quelli della vicina Rosolina Mare. A causa degli sbalzi di corrente, però, è saltato il semaforo tra corso Risorgimento e le vie Zara e Battisti, dove in mattinata si è verificato un incidente. Fortunatamente non c’è stato alcun ferito, solo qualche rallentamento per la viabilità. Sul posto è intervenuta la polizia locale per mettere in sicurezza l’area evitando ulteriori disagi. A seguito dell’ennesimo scontro dovuto allo spegnimento del semaforo (riattivato nel pomeriggio), si sta valutando il posizionamento di una piccola rotatoria in fase sperimentale per rendere l’incrocio più sicuro. Nel frattempo è sempre bene ricordare che in caso del mancato funzionamento dell’impianto semaforico, chi giunge dalle vie Zara e Battisti deve dare la precedenza a corso Risorgimento. Elisa Cacciatori
Scuola Marconi, festeggiati i nonni LOREO Mercoledì la primaria Guglielmo Marconi di Loreo ha aperto le porte per celebrare la festa dei nonni. In un giardino gremito, durante il rientro pomeridiano, si è tenuto il tanto apprezzato momento al quale hanno aderito in un numero ben oltre le più rosee aspettative, tutti i nonni degli alunni che avevano ricevuto un invito personale a prendere parte all’evento organizzato appositamente per loro. Ad accoglierli, non potevano che essere i nipoti che hanno recitato espressamente per l’occasione poesie, canzoni e filastrocche dedicate alla ricorrenza e simpaticamente, anche ai tempi che cambiano. La rappresentazione si è conclusa con una canzone allegra e tra gli applausi e le
risate, c’è stato anche modo per i bambini di cimentarsi anche in un bis, il tutto in un pomeriggio di sole con il meteo che è risultato estremamente favorevole e ha concesso una tregua alla pioggia e ha regalato un sole splendente. L’iniziativa, che è stata voluta come un segno di continuità generazionale e di educazione al rispetto e alla valorizzazione delle diverse fasi della vita, è stata
I Consorzi di bonifica tirano le somme TAGLIO DI PO A conclusione del quinquennio di amministrazione 2015-2019 dei Consorzi di bonifica del Polesine, come ormai da tradizione, viene proposto un incontro con le istituzioni, per evidenziare l’attività congiunta per la difesa del suolo, la tutela dell’ambiente, compresa la delicata gestione della risorsa idrica quali elementi fondamentali anche per lo sviluppo economico e sociale del territorio, caratterizzati da un preoccupante cambiamento del clima. L’incontro promosso dai Consorzi Delta del Po con sede a Taglio di Po e Adige Po
di Rovigo, avrà luogo venerdì 11, alle 16.30, nel Salone del grano della Camera di commercio a Rovigo. «Sarà una serata che vuole creare un momento di appartenenza all’azione comune di tutela del territorio - affermano i presidenti Adriano Tugnolo e Mauro Visentin - sarà poi l’occasione per evidenziare il lavoro svolto e quello
VENERDÌ 11 OTTOBRE I DUE ENTI POLESANI INCONTRERANNO LE ISTITUZIONI IN CAMERA DI COMMERCIO
che in prospettiva, si dovrà fare in futuro per garantire non solo la salvaguardia, ma anche la crescita del territorio».
L’APPUNTAMENTO Dopo il benvenuto dei presidenti dei due Consorzi, Tugnolo per il Delta del Po e Visentin per l’Adige Po, ci saranno i saluti di Edoardo Gaffeo, sindaco di Rovigo, Ivan Dall’Ara, presidente della Provincia, Cristiano Corazzari, assessore regionale al Territorio, e del prefetto Maddalena De Luca. Seguiranno due tavoli tematici. Il primo è sul tema dell’economia al quale parteciperanno Gian Michele Gambato, vice presidente del-
la Camera di commercio Venezia e Rovigo, Emanuele Mazzaro, vice presidente del Consorzio Distretto ittico di Rovigo e Chioggia, Luigino Marchesini, presidente del Consorzio cooperative pescatori di Scardovari, e Giovanni Pavan, presidente della Fipsas-pesca sportiva. L’altro tavolo è sul mondo dei Consorzi di bonifica, al quale parteciperanno i due presidenti Tugnolo e Visentin, Franco Dalle Vacche, presidente del Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara, Germano Ghirardello, consigliere delegato del Consorzio Energia acque, Giuseppe Romano, presidente di Anbi Veneto. Giannino Dian
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proposta per la prima volta questo anno scolastico e considerata l’ampia partecipazione e il riscontro ottenuto, potrà diventare un appuntamento consolidato, venendo ripresentata per i prossimi anni scolastici. Mercoledì, a testimonianza della bontà del pomeriggio e in particolare del buon esito della proposta, è stato l’intervento di un nonno che ha voluto ringraziare pubblicamente l’organizzazione per aver promosso la manifestazione, il tutto con una nota di emozione. Non è mancato un pensiero particolare anche a tutti quei nonni che sono venuti a mancare. A conclusione della giornata, per ricordare il momento anche nel tempo a venire, è stata consegnato a tutti i partecipanti una pergamena celebrativa. E.Cac.
Sabato sera il gemellaggio con la cittadina tedesca di Mosbach sarà protagonista a Rosolina nell’evento organizzato alle 21 al palasport. Sul palco si esibiranno il coro tedesco Sing song e il coro Miscellaneous di Porto Viro per una serata all’insegna della solidarietà che prende il nome, non a caso, di “Note d’amicizia”. Il ricavato della serata ad entrata libera sarò devoluto a sostegno della scuola dell’infanzia di Sant’Antonio a Rosolina. «Una serata che per la nostra comunità ha molti significati - ha sottolineato l’assessore alla Cultura Anna Frasson - celebriamo innanzitutto il valore della diversità e dell’amicizia tra i popoli all’interno di una Europa forte e coesa. È importante che un messaggio come questo parta dalla nostra località, da sempre meta di turisti da ogni angolo del continente e non solo». L’assessore lo scorso luglio è stata con il vicesindaco Daniele Grossato e al comitato gemellaggi di Rosolina a Mosbach in occasione della Festa dei popoli. «In quell’occasione avevamo preparato la loro trasferta autunnale - spiega - e distribuito materiale promozionale del Delta. Il turismo tedesco resta una delle voci fondamentali della nostra economia». Sabato sera ci sarà occasione proprio per rinsaldare un legame d’amicizia che non conosce confini. Sul palco con il coro Miscellaneous, nato nel 2008 e oggi composto da 30 componenti tra coristi e musicisti, ci sarà il coro pop-rock Sing a song di Obrigheim, una piccola cittadina vicino Mosbach. Con loro anche la band Sweat. «A Rosolina arrivano 55 elementi - spiega Frasson purtroppo non riescono a raggiungerci tutti per un fatto logistico: avrebbero dovuto noleggiare un tir. Sono comunque pieni di energia e felicissimi di potersi presentare al nostro pubblico». «Sarà un concerto per tutti i gusti - aggiunge il presidente della Pro loco, Michele Grossato - all’insegna della massima coesione. Con Mosbach e gli amici tedeschi c’è un legame speciale che vogliamo coltivare anche grazie all’organizzazione di questi eventi che creano momenti di conoscenza reciproca. Con questo concerto inauguriamo la stagione autunnale: la macchina degli eventi a Rosolina non si ferma mai». E.Cac.
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Venerdì 4 Ottobre 2019
L’iniziativa
di Martina Zambon
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Padova capitale del Nordest: una mappa degli investimenti Ascom: «Possiamo diventare la Milano del Triveneto con informazioni condivise»
Si scrive «road map», ha persino un hashtag (#Padovaconvocatutti) ma l’iniziativa dell’Ascom patavina mappare tutti i gangli vitali della città del Santo e della provincia e riunire una mole di informazioni vitali sul piano degli investimenti - punta tutto sulla concretezza. A partire, forse, proprio da quella cartina fisica, in formato jumbo, che in queste settimane si sta colorando di post it. Su ognuno campeggia un progetto, una visione parcellizzata di futuro che l’associazione guidata da Patrizio Bertin ambisce a rendere organica. Dalla Fiera da rivitalizzare alle sedi dell’università, passando per il centro congressi dell’archistar Kengo Kuma fino al nuovo ospedale. Tutti progetti in cui fra i protagonisti compaiono soggetti pubblici o para pubblici: Comune, Provincia, Regione, Camera di Commercio, Università e Fondazione Cassa di Risparmio. Queste sei istituzioni sono al centro degli incontri in agenda. Chiamati, ciascuno per le proprie aree di interesse, ad apporre un post it sulla gigante s ca ca r t i n a n e l l a s e d e Ascom. «Una volta completata sarà a disposizione di investitori e stakeholders - spiega Bertin - per i quali le informazioni complessive sullo sviluppo della città sono estremamente preziose. Mettere in contatto chi vuole investire con gli enti che stanno progettando intere porzioni di città sarà un volano di sviluppo». L’idea è nata a maggio, durante un convegno che ha presentato i dati di InfoCamere con l’analisi di Paolo Gubitta: «La fotografia scattata allora - continua Bertin - ha dimostrato che Padova potrebbe costituire uno dei vertici di un nuovo “triangolo dell’economia” che ha in Milano e Bologna le città che nell’ultimo periodo hanno saputo meglio posizionarsi. Il condizionale è d’obbligo finché progetti come l’Arena della Musica non partiranno». Fra i sostenitori della prima ora c’è l’assessore PADOVA
La vicenda ● L’Ascom di Padova ha iniziato una serie di incontri con Comune, Provincia, Regione, Università, Camera di Commercio e Cassa di Risparmio per mappare le prossime aree di sviluppo e informare gli investitori
regionale alle Attività Produttive, il padovano Roberto Marcato: «Non è campanilismo affermare che Padova potrebbe essere capitale del Nordest. Mettiamo in fila un po’ di cose: una delle università più importanti al mondo, gli hub dell’innovazione, la fiera, i cluster tecnologici nazionali. Bene, l’azione apprezzabile dell’Ascom mira a mettere nero su bianco lo stato dell’arte della città e della provincia con una visione a volo d’uccello. Padova ha una potenza di fuoco che resta inespressa per mancanza di visione, è una città che dorme - e non ne faccio questione di colore politico - serve un detonatore». L’idea della «Grande Padova» passa, secondo Ascom, per esempi concreti. Nei giorni
scorsi, all’apertura del nuovo polo umanistico dell’università, in piazza Mazzini, è seguita l’apertura della storica cartoleria dei Padovani, la Prosdocimi, proprio in quell’area.
Esempi di informazioni utili all’economia cittadina. Esempi, quindi, da fissare sulla cartina 3 metri per 3 che, una volta completata, sarà a disposizione di tutti in sede al-
La mappa Patrizio Bertin e Roberto Marcato davanti alla mappa degli investimenti
l’Ascom. Sfida tutta padovana, quindi? Ordini e associazioni plaudono all’iniziativa e rilanciano. «Qualsiasi operazione di reperimento dei dati è assolutamente necessaria, - osserva Pasqualino Boschetto, presidente dell’ordine degli ingegneri del Veneto e, incidentalmente, padovano pure lui ma, considerato che lavoro da sempre a stretto contatto con la Regione e mi occupo di contesti metropolitani, ritengo che per competere in Europa serva una massa critica che deve coincidere, come minimo, con la vecchia PaTreVe a cui si aggiunge Vicenza. La superstrada Pedemontana chiuderà il cerchio. Insomma, punterei sulla “Città metropolitana del Veneto centrale” con un bacino di 3 milioni di abitanti. E per arrivarci serve un unico tavolo permanente e aperto con una regia politica e, quindi, regionale». I costruttori edili dell’Ance, alle prese con un ripensamento complessivo della loro attività, si inseriscono nel solco della proposta Ascom. «Abbiamo costruito troppo e male - dice il neo presidente regionale Paolo Ghiotti - perché non c’è stata sufficiente visione sulle evoluzioni successive. In questo senso mappare il futuro prossimo non può che essere un bene». La filiera innescata dalla condivisioni di informazioni progettuali, poi, è potenzialmente infinita. «Se #Padovatutticonvocati chiama, i commercialisti ci sono dichiara il presidente dell’Ordine Dante Carolo - perché svolgiamo un ruolo pro attivo di cinghia di trasmissione tra imprese, mondo finanziario e pubblica amministrazione e ci muoviamo pensando glocal, con un occhio alle potenzialità del territorio e l’altro verso l’internazionalizzazione. In questo senso ben vengano i progetti per lo sviluppo del territorio che potranno attrarre nuovi investitori anche dall’estero, per ridare a Padova un ruolo da “Milano del nord est”». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Università e Fnsi
Cantieri
Al Bo un corso per riconoscere e contrastare le fake news
Da stasera a lunedì mattina Passante chiuso verso Padova
PADOVA Università di Pado-
VENEZIA Passante di Mestre chiuso tutto il week end. A causa di lavori di manutenzione programmata, la carreggiata ovest, in direzione Milano, rimarrà chiuso al traffico dalle 22 di oggi fino alle 6 di lunedì 7 ottobre. La Cav, la concessionaria autostradale che gestisce Passante e tangenziale di Mestre, fa sapere che i lavori in sicurezza a carreggiata chiusa sfruttano la possibilità di utilizzare il by-pass rappresentato dalla tangenziale ed evitando così l’installazione di cantieri in mezzo al traffico. (m.za.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
va e Fnsi firmano un protocollo che porterà alla creazione di un corso di alta formazione per giornalisti (preludio, forse, di una Scuola vera e propria). «La democrazia si nutre di buona informazione – ha detto Raffaele Lorusso, segretario nazionale Fnsi – Con l’aiuto dell’università apriremo un laboratorio per contrastare il fenomeno pericoloso delle false notizie». Il corso insegnerà a riconoscere e combattere le fake news, a raccogliere dati in modo corretto per contrastare la manipolazione della realtà». (si.mo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 4 Ottobre 2019 Corriere del Veneto
PRIMO PIANO
La politica e il territorio
L’AUTONOMIA
La proposta di Boccia per trattenere i docenti piace ai presidi che rilanciano: «Gestione regionale»
Prof, il vincolo di sede non convince i sindacati La vicenda ● Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, apre uno spiraglio per andare
incontro al Veneto sul fronte della continuatività dei docenti in cattedra ipotizzando di vincolarli col nuovo concorso, critici i sindacati, possibilisti i presidi
VENEZIA Se il miraggio dei concorsi gestiti in regione per i docenti si allontana insieme al pacchetto dell’Autonomia «alla veneta», il «compromesso» proposto dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, convince i più. L’idea di strutturare il pros-
simo, attesissimo, concorso per le immissioni in ruolo, sulla falsariga di quello dell’Agenzia per le Entrate che prevede vincoli di permanenza in sede anche ulteriori rispetto ai 5 anni già previsti è accolta da qualche sindacato e da molti presidi con un «meglio di niente». Perché negli istituti in cui, alla volta del 3 ottobre, a scuole aperte da quasi un mese, ancora mancano i prof. Boccia, per altro, aveva annunciato di aver avuto la benedizione del non tenero Maurizio Landini, segretario della Cgil ma lui, tramite il suo staff, precisa di non aver mai discusso di questo tema col titolare degli Affari regionali. Non è un caso che Marta Viotto, segretaria veneta della Cgil per il settore Scuola, spieghi: «Premesso che nell’incontro fra il governatore Luca Zaia e il ministro Boccia, è stato finalmente esplicitato il progetto di autonomia di cui tanto si è parlato nell’ultimo anno, l’idea dei paletti le-
gati al concorso sposta l’attenzione dal vero problema che resta la precarietà. Ricordo che dei 6.400 posti a ruolo assegnati dal ministero al Veneto non ne sono stati assegnati circa 3.000 perché i concorsi non venivano fatti con cadenza regolare. Che poi, il vincolo di restare cin-
que anni nella sede assegnata con l’immissione in ruolo, già c’è. Basta fare i concorsi». Non la vedono così, però, alcuni presidi. Gianni Zen, dirigente scolastico del liceo Brocchi di Bassano del Grappa, spiega: «È vero che il vincolo di permanenza esiste ma le scappatoie sono mille. Una
su tutte è la riassegnazione provvisoria. Funziona così: si vince la cattedra a Bassano ma, per motivi familiari, si può chiedere di occupare una cattedra poniamo a Palermo. A quel punto la cattedra di Bassano andrà a un precario con l’inevitabile turn over. Sono stratagemmi indiretti
La ressa L’assalto dei docenti precari agli uffici del provveditorato per avere un posto
Per il ministro un attacco al giorno
«Black bloc», «Studia». Fioramonti nella bufera VENEZIA Un attacco al dì. Il Veneto ha messo nel mirino il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, complici le sue idee, dai crocifissi alle tasse sulle merendine, che ai più suonano come provocazioni (o scivoloni). «Vuole stravincere la classifica di peggior ministro della Repubblica» (Maria Cristina Caretta, Fdi, lunedì). «Sarebbe bene che il Ministro tornasse a scuola» (Stefano Casali, Andrea Bassi e Fabiano Barbisan Centro Destra Veneto, martedì). «Ci toglierà
anche il presepe?» (Arianna Lazzarini, Lega, sempre martedì). «Sbaglia, la scuola ha altri problemi» (Claudio Sinigaglia, Pd, ancora martedì). Mercoledì: articolato attacco del governatore Luca Zaia in tema di paritarie. «Più che Ministro alla Istruzione, è Ministro alla Distruzione» (Massimo Giorgetti, Fdi, ieri). «Un black bloc nelle istituzioni» (Elena Donazzan, Fdi, di nuovo ieri). Non pervenute al momento voci in difesa da parte del M5s.
Cinque Stelle Lorenzo Fioramonti
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Controllo di vicinato, impugnata la legge Via libera invece a quella sulla canapa Per il governo invade la competenza dello Stato su ordine pubblico e sicurezza
0 voti contrari La legge sul controllo di vicinato era stata votata dal consiglio regionale all’unanimità
VENEZIA Doccia fredda per il Veneto all’ultimo Consiglio dei ministri di ieri pomeriggio. La legge sul controllo di vicinato certosinamente cesellata per andare incontro alle richieste delle opposizioni, in primis del Pd, tanto che lo scorso 31 luglio si arrivò a un voto unanime in consiglio regionale, è stata impugnata da Palazzo Chigi. Immediata la reazione del primo firmatario della legge, Roberto Ciambetti (Lega): «Da qui si vede come la sensibilità del governo sia cambiata. La Regione Veneto finisce nuovamente nel mirino di Palazzo Chigi - spiega Ciambetti che è presidente dell’assemblea regionale - e torniamo a fronteggiare atteggiamenti che speravamo dimenticati. In questi
che rispecchiano un’idea di scuola centrata sui docenti e non sugli studenti». Alla luce del duro j’accuse, Zen aggiunge: «La proposta di Boccia è un compromesso, il vero modello è Trento. Non sono zaiano - sorride il preside ma una gestione regionale basata sui Lep, i livelli essenziali di prestazione, sarà inevitabile. Così non possiamo andare avanti, è giusto garantire a ogni Regione di gestire l’organizzazione del personale. Oggi la questione del personale della scuola è diventata ingovernabile». Al Brocchi manca ancora qualche docente ma non quanto in altre scuole. «La provincia di Vicenza è una delle cinque che partecipa a una sperimentazione nazionale voluta dal ministero per un sistema accentrato di nomina dei precari - spiega Zen - segno che il Miur è consapevole del problema». Il magma del sistema-scuola ribolle appena sotto la superficie e solo l’annuncio del nuovo concorso ha placato il sobbollire rabbioso di chi ha in carico l’educazione degli studenti. «Diamo atto al ministro dell’Istruzione di aver condotto con atte n z i o n e e te n a c i a u n a trattativa complessa - commenta Michele Nudo della Uil - che dà risposte ai precari ma chi vuole tornare a casa deve poterlo fare». Il riferimento è al concorso straordinario per l’immissione nei ruoli già dal primo settembre 2020. Intanto, però, i presidi segnalano che il tempo stringe: con il mantenimento di Quota 100 ci sarà la ripresa accelerata dei pensionamenti. Autonomia o no, si deve fare presto. Martina Zambon
giorni abbiamo trasmesso tutti i chiarimenti richiesti a Roma ma, evidentemente, siamo di fronte a un’impugnazione preconcetta. Poco male, difenderemo la legge che, ricordo, è stata votata all’unanimità, con le unghie e con i denti». La legge respinta al mittente da Roma si intitola «Norme per il riconoscimento ed il sostegno della funzione sociale del controllo di vicinato nell’ambito di un sistema di cooperazione interistituzionale integrata per la promozione della sicurezza e della legalità» e, nei giorni dell’approvazione, molto si puntò sulla smarcatura dal concetto tutto padano delle «ronde», privilegiando, invece, un taglio «sociale». Il focus, insomma, era rivitalizzare il senso di
Ladri avvisati Uno dei cartelli sul controllo di vicinato
comunità e della comunicazione fra cittadini e municipi. Tanto che molti Comuni, non solo leghisti, si sono premurati di aderire. Ciò che Palazzo Chigi contesta, però, è l'invasione di campo, per così dire. «Introducendo forme di coordinamento interistituzionale in materia di ordine pubblico e sicurezza urbana integrata, spiega la nota del Consiglio dei ministri - esula dalla competenza legislativa regionale e invade la competenza esclusiva riservata alla legislazione statale in materia di ordine pubblico e sicurezza e di disciplina delle forme di coordinamento interistituzionale in tali materie». Prende tempo il capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale, Stefano Fracasso: «Quella leg-
ge è stata votata all’unanimità dopo che numerose mozioni proposte da noi sono state accettate. Dovremo capire meglio cosa si contesta di preciso». Tutto si giocherà, quindi, sull’interpretazione più o meno rigida di cosa si intenda per «ordine pubblico e sicurezza urbana integrata». È andata meglio, invece, a un’altra norma veneta potenzialmente più spinosa, quella sulla promozione della canapa sativa. Si tratta di un’altra legge molto recente, pubblicata l’8 agosto scorso: «Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa (Canapa sativa L.)», primo firmatario Nazzareno Gerolimetto (Zaia Presidente). La ratio della legge è, fra le altre cose, il riconoscimento del ruolo strategico nella bonifica e nel contrasto al dissesto idrogeologico, nella fitodepurazione dei siti inquinati, nella bioedilizia e nella bioenergia. M.Za. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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San Donà
COSTATO 2 MILIONI DI EURO Era stato il governatore Luca Zaia nell’agosto del 2018 a tagliare il nastro dei 450 metri quadri dedicati ai trattamenti
di Piave
Venerdì 4 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Reparto allagato, dialisi evacuata `I 22 pazienti trasferiti negli ospedali di Portogruaro “Piove” dalle pareti dei locali inaugurati l’anno scorso La causa sarebbe dovuta ai lavori in corso ai piani superiori e Jesolo per continuare a sottoporsi alle sedute quotidiane
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Ottobre rosa Prevenzione Andos alla Campionaria
SAN DONÁ Lavori in ospedale e piove dentro alla nuova dialisi, inaugurata poco più di un anno fa. Sono stati tutti dirottati negli ospedali di Jesolo e Portogruaro i 22 pazienti che quotidianamente devono usufruire delle sedute del reparto di dialisi. Cosa sia successo veramente, ora dovrà essere accertato dai tecnici: quello che è certo è che ieri mattina, all’alba, il personale si è accorto che dai muri filtrava acqua piovana, da vari punti e con la medesima conseguenza, ovvero quella di avere i pavimenti bagnati, con la sicurezza messa a rischio.
SAN DONÀ
VIA I PAZIENTI Una volta accertato questo problema, il primo intervento ha riguardato la salute dei 22 pazienti: si tratta di persone che arrivano dal territorio, di varie età, molte delle quali autonome negli spostamenti. In ogni caso, per le persone più anziane che già venivano prelevate da casa con mezzi dell’Ulss 4, la situazione non è mutata di molto, se non con un prolungamento del tragitto. Per quanto riguarda le altre, il ritrovo è stato comunque a San Donà, da dove sono state portate negli altri due nosocomi, sempre con mezzi dell’azienda sanitaria. Chi aveva il turno al mattino è stato spostato (e così sarà anche nei prossimi giorni) a Jesolo, viceversa per gli altri si è trattato di andare fino a Portogruaro. «In entrambi i casi hanno potuto svolgere regolarmente il trattamento di emodialisi, senza subire alcuna interruzione», precisano dalla stessa direzione generale dell’Ulss 4.
LE VERIFICHE Parallelamente si sono mossi i tecnici per capire cosa può essere successo. A quanto pare le infiltrazioni sono state causate dai lavori di ampliamento del nuovo monoblocco, ovvero nell’area di 400 metri quadrati che costituisce il tetto della dia-
VUOTO Il reparto dell’ospedale di San Donà. Secondo l’Ulss il reparto dovrebbe essere riaperto la prossima settimana
lisi e su cui verranno realizzati altri due piani che ospiteranno il nuovo poliambulatorio (primo piano) e le nuove sale operatorie e day hospital dell’oculistica (secondo piano); il tutto per un investimento di 2,5 milioni di euro. In pratica, togliendo le protezioni strutturali, la pioggia caduta abbondante nella notte avrebbe trovato vita facile nel filtrare e raggiungere il reparto di dialisi. I tecnici dell’Ulss 4 e l’impresa di costruzioni che si occupa della realizzazione dell’opera, per tutto il pomeriggio di ieri si sono prodi-
LA “SCOPERTA” DOPO IL TEMPORALE DELL’ALTRA NOTTE ORGANIZZATE SUBITO LE AMBULANZE PER I TRASFERIMENTI
Interrogazione in Regione
«Non sono le prime infiltrazioni» «I segni di infiltrazioni si erano manifestati quasi subito. A settembre, con la ripresa delle piogge, il problema si è presentato di nuovo e, dopo un primo tentativo di tamponare le falle e ripristinare i controsoffitti, oggi i pazienti sono stati di nuovo costretti a tornare a fare la dialisi a Jesolo e Portogruaro per motivi di sicurezza». Piero Ruzzante, Patrizia Bartelle e Cristina Guarda, consiglieri regionali di “Veneto 2020” hanno già presentato un’interrogazione a risposta immediata per chiedere alla Giunta Zaia di intervenire in merito ai diversi casi di allagamento riscontrarti nei sotterranei
dell’ospedale di San Donà di Piave. «Tra i sintomi dell’ormai malconcia sanità pubblica del Veneto, ci sono anche il pessimo stato delle strutture dove i veneti si curano e lavorano ogni giorno - attaccano i consiglieri Chiediamo alla Giunta Zaia di verificare la corretta esecuzione dei lavori già effettuati e di quelli in corso per l’ampliamento della struttura, tramite l’edificazione di nuovi piani sopra alla dialisi. Nel frattempo – concludono i consiglieri di Veneto 2020 – interi reparti della parte vecchia dell’ospedale restano chiusi e inutilizzati». © RIPRODUZIONE RISERVATA
gati nel valutare i punti soggetti alle infiltrazioni. Secondo quanto è stato riferito in una nota dell’azienda sanitaria, l’attività nel reparto di San Donà riprenderà regolarmente all’inizio della prossima settimana, anche se non c’è ancora una data certa.
DIVISIONE ALL’AVANGUARDIA Il nuovo reparto di dialisi era stato inaugurato nell’agosto del 2018, alla presenza del governatore del Veneto, Luca Zaia. In sintesi: 20 letti con tv dedicata, due postazioni per il personale sanitario, tre per il controllo dell’osmosi, con la possibilità di gestione anche via web, spazi ampi per il comfort di tutti; la nuova superficie di 450 metri quadrati si è sommata a quella preesistente, per un totale di 690 metri quadrati ed un investimento di circa 2 milioni di euro. Fabrizio Cibin © RIPRODUZIONE RISERVATA
Un ottobre in rosa all’insegna della prevenzione promosso da Andos, l’Associazione nazionale donne operate al seno con il gruppo, costituito nell’ottobre 2014, che conta 180 associate. «In media tre donne vengono operate di cancro al seno ogni settimana nell’Ulss 4 - spiega Antonella Pasquariello, presidente dell’Andos locale – un fenomeno che interessa l’8% delle donne in Veneto, anche se il dato è in aumento». Quello di ottobre è un mese ricco di appuntamenti, convegni ed incontri pubblici, visite gratuite, proiezione di film dedicati al tema. Il primo appuntamento sarà oggi alle 19 con il municipio illuminato di colore rosa e un reading a cura delle socie del gruppo. Il programma prevede al 5 al 7 ottobre uno stand informativo nei padiglioni della Campionaria. Tra le novità il 10 ottobre alle 20.45 all’auditorium Leonardo da Vinci la proiezione del film “Noma” di Alessandra Laganà, per testimoniare la rinascita dopo il cancro. Un banchetto informativo sarà allestito durante la corsa “Family run” il 12 ottobre in piazza Indipendenza. Due appuntamenti il 18 e 19 ottobre nella sala riunioni del concessionario Rampon di via Trezza dove è prevista la presentazione attività del comitato sandonatese “La prevenzione nel movimento” suddiviso nelle due giornate: yoga, ginnastica, acquagin e “dragonboat” ossia una canoa da venti posti, a scopo riabilitativo e di socializzazione. (d.deb.)
Fiera senza vetro: multe a chi serve bottiglie e bicchieri SAN DONÀ Vietate le bottiglie di vetro per gli ambulanti durante le fiere del Rosario. Si tratta di una delle misure di sicurezza straordinarie adottate dal Comune per la nuova edizione dell’evento che si terrà da domani, sabato, fino a lunedì 7 ottobre.
SOLO PLASTICA E TETRAPAK Sono 105 (su un totale di 450) gli ambulanti che si occupano di somministrare alimenti e bevande. Questi non potranno, dunque, servire birre, succhi di frutta o bevande in bottiglia, oppure distribuire bicchieri e contenitori in vetro, ma utilizzare solo quelli in tetrapak o re-
cipienti di plastica. A stabilirlo è un’apposita ordinanza emanata dal sindaco Andrea Cereser per cui nei giorni scorsi i titolari dei banchi sono stati avvertititi tramite le associazioni di categoria. «La multa è di 50 euro per ogni contenitore, bottiglia o bicchiere in vetro sequestrato al cliente come previsto dal testo unico degli enti locali, che sarà a carico del venditore ambulante – spiega il comandante della Polizia locale, Paolo Carestiato –. Si tratta della prima volta che questa prescrizione viene impiegata a San Donà nei tre giorni delle fiere, ma è stata già adottata in occasione del Raduno del bersaglieri dello scorso anno. L’obiettivo è preservare l’incolumità e la sicurezza delle persone. In caso
si creino delle situazioni di panico i contenitori di vetro che si frantumano e possono essere molto pericolosi poiché cocci o vetri possono portare a lesioni aggravate».
caso si è visto che gli spray sono stati usati per creare panico durante alcuni eventi pubblici – continua Carestiato – in recenti episodi hanno portato alla morte di due persone, una dopo 15 giorni e una dopo 18 mesi. Le misure di sicurezza aumentano ogni anno. Abbiamo anche previsto per ciascun varco un blocco in cemento e un’auto della Polizia locale, oltre a un presidio costante in tutte le tre giornate della fiera».
SPRAY VIETATI Altro divieto in questa edizione riguarda uso e detenzione di spray al peperoncino o sostanze analoghe. «Anche in questo
STRETTA SULLA SICUREZZA DA DOMANI A LUNEDÍ. COINVOLTI I 105 AMBULANTI CHE SOMMINISTRANO BEVANDE AL MERCATO. PATTUGLIE IN OGNI VARCO
100 AGENTI IN STRADA
DA DOMANI Le bancarelle in piazza Indipendenza
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A presidiare il centro città sarà oltre un centinaio di agenti delle varie forze dell’ordine, tra cui ventidue agenti di Polizia municipale di Venezia, e domenica 6 i rinforzi comprenderanno anche tre agenti di Noventa
e uno da Musile, oltre ai 23 del comando di San Donà. «Le fiere sono uno degli eventi più importanti per San Donà - aggiunge il sindaco Andrea Cereser -. Le misure per rendere sicure queste giornate ogni anno sono più consistenti. Confidiamo nell’ottimo lavoro delle forze dell’ordine e nel rispetto delle prescrizioni da parte di cittadini e visitatori». Da segnalare che quest’anno sarà possibile posizionare le bancarelle in alcuni punti del centro anche al sabato, come proposto dal consigliere comunale di minoranza Costante Marigonda (Lega) che nei mesi scorsi aveva presentato un’interrogazione approvata dalla maggioranza. Davide De Bortoli © RIPRODUZIONE RISERVATA
XII
Mestre
Venerdì 4 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Pozzan ai saluti Così è cresciuta la Pediatria SANITÀ MESTRE Il primario di Pediatria
CONVEGNO Il tavolo dei relatori durante l’incontro sulla separazione amministrativa promosso dal Partito dei Veneti
Separazione, il PdV dice “sì” Il Partito dei Veneti è stato il primo `“Mestre e Venezia Comuni autonomi” ad esprimersi sul referendum questo lo slogan che verrà utilizzato `
VERSO IL VOTO MESTRE Il primo partito a schierarsi decisamente per il “sì” alla separazione tra Mestre da Venezia è il “Partito dei Veneti”. Lo ha fatto ieri, insieme ai Comitati civici locali, nell’incontro all’hotel Ambasciatori. “Mestre e Venezia Comuni Autonomi” è lo slogan che campeggia sui manifesti e volantini che saranno utilizzati fino al 1. dicembre per sostenere il ripristino delle due entità amministrative. Condannato l’invito all’astensionismo da qualsiasi parte venga.
CASO EMBLEMATICO Ad aprire l’incontro Giacomo Mirto, coordinatore regionale: «Come Partito dei Veneti appoggiamo questa iniziativa referendaria perché è un diritto e tutto quanto fatto per bloccarlo è antidemocratico. Il caso di Venezia è emblematico: Venezia è diventata una sorta di Disneyland con Mestre che non può svilupparsi. Realtà diverse giustificano, quindi, amministrazioni diverse». Giovanni Armellin, presidente di Muoversì, ha aggiunto: «Il Partito dei Veneti è
l’unico che ha abbandonato il politically correct schierandosi apertamente. Non è una divisione questa, ma una richiesta di autonomia delle due città. La Città metropolitana nasce per dare autonomia a più Comuni. Non capisco perché vale per Spinea o Marcon e non deve valere anche per Mestre: il “no” mantiene lo status quo, il “sì” fa vincere i cittadini». Gian Angelo Bellati, presidente del Mo.Va. (Movimento Venezia Autonoma) incalza: «Non è una sfida di poco conto. La gente è sempre più disaffezionata al voto e anche se la Regione ha messo il quorum accettiamo la sfida per una grande affluenza. Siamo davanti a un sindaco che si è rimangiato gli impegni scritti presi davanti agli elettori e ora chiede l’astensionismo». È, poi, il consigliere regionale
NELL’INCONTRO ALL’HOTEL AMBASCIATORI NON SONO MANCATE LE CRITICHE AL SINDACO BRUGNARO FAVOREVOLE ALL’ASTENSIONE
NO AL QUORUM Antonio Guadagnini a intervenire: «Sono contrario al quorum. La Venezia lagunare sarebbe il nostro hub per un progetto mondiale e Mestre sarebbe capoluogo, con Venezia centro di riferimento per tutta la città metropolitana e per tutto il Veneto, riprendendo anche magari il progetto della metropolitana di superficie».
RISOLVERE I PROBLEMI A chiudere Cesare Busetto,
coordinatore per Venezia Mestre. «Mestre negli ultimi venti anni ha subito una trasformazione incredibile legata anche a Porto Marghera. Venezia deve capire che per risolvere i problemi le due città devono essere autonome. Faremo un lavoro di sensibilizzazione contro le fake news su aeroporto, Veritas, porto e daremo una mano con gazebo e incontri per sostenere il “sì” alla separazione amministrativa». Gian Nicola Pittalis © RIPRODUZIONE RISERVATA
Da oggi fino a domenica
Passante chiuso in direzione Milano MESTRE Secondo fine settimana di chiusura per il Passante di Mestre in direzione Milano, per consentire alla concessionaria Cav di proseguire il pacchetto di lavori di manutenzione a carreggiata chiusa, sfruttando il by-pass rappresentato dalla Tangenziale di Mestre ed evitando così l’installazione di cantieri in presenza di traffico. Identiche a quelle dello scorso weekend le modalità di intervento
previste: il tratto autostradale rimarrà chiuso dalle 22 di oggi, venerdì 4, fino alle 6 di lunedì 7 ottobre solo in direzione Milano. Il traffico in A4 sarà deviato all’altezza di Quarto d’Altino sulla carreggiata ovest della A57-Tangenziale di Mestre attraverso l’uscita obbligatoria verso la stazione autostradale di Venezia est. Regolare il traffico in direzione Trieste.
dell’Angelo è andato in pensione, i suoi collaboratori più stretti lo saluteranno questa sera con una festa privata in un ristorante di Mestre per ringraziarlo del prezioso lavoro svolto in oltre 14 anni di attività. Giovanni Battista Pozzan, 65 anni, mestrino di nascita e padovano di formazione, appartiene a una vera dinastia di medici della sanità veneziana: il padre, Mario, a sua volta figlio di un noto chirurgo, è stato primario di Pediatria a Mestre dal 1955 al 1982, mentre il fratello Tullio è un scienziato di fama mondiale, membro della Royal Society, l’accademia delle scienze londinese. Anche i suoi due figli, stanno già seguendo le orme della famiglia, Caterina è gastroenterologa e lavora nelle Marche, Marco è invece all’ultimo anno di Medicina a Firenze.
IL BILANCIO Giovanni Battista Pozzan è specializzato sia in Pediatria che in Endocrinologia: «In questi anni sono stato bene, ho trovato delle persone meravigliose tra i miei assistenti e tutto l’ospedale mi ha sempre assecondato, pur nelle difficoltà generali di questi anni, mi riferisco alla carenza di personale infermieristico e medico racconta - La sanità mestrina è comunque ottima». A Mestre, il dottor Pozzan verrà anche ricordato per essere stato il primo a battersi per portare, c’era ancora l’Umberto I, la prima Scuola di Pediatria per i bambini ricoverati in reparto. Si tratta di una vera e propria sezione distaccata dell’Istituto comprensivo viale San Marco, riconosciuta dal ministero: «Il dottor Pozzan è stato il più grande sostenitore di questo progetto per assistere anche dal punto di vista scolastico i bimbi ricoverati per tempi lunghi - spiega Maria Pia Vivolo, insegnante della Scuola di Pediatria dell’Angelo - Il nostro ringraziamento, dei volontari della scuola, delle associazioni Abio e Una Carezza per Crescere, dei medici, degli infermieri e di tutto il personale del reparto, va ad un professionista dal cuore grande che si è sempre speso in prima persona per i nostri piccoli pazienti, molto spesso anche fuori dal suo orario di lavoro».
PASSI DA GIGANTE Con la gestione Pozzan la Pediatria di Mestre ha fatto passi da gigante, passando dalle 800 nascite del 2005 alle oltre 2mila registrate lo scorso anno: «Il merito va a tutta la squadra: continuate ad andare d’accordo e a collaborare - dice ancora Pozzan - Dai bambini ho imparato tanto, la soddisfazione più grande è vedere quando se ne vanno via sorridendo, oppure vogliono restare per giocare». Nel corso della sua Carriera Pozzan si è occupato di molti casi di anoressia in età adolescenziale, e ha seguito un importante progetto sull’ormone della crescita. Non sono mancati momenti molto intensi, ad esempio quando, 12 anni fa, insieme a tutto reparto si è occupato di un ragazzo afghano arrivato dalla Grecia. Aveva fatto tutto il viaggio nascosto sotto a un camion, in tangenziale a Mestre era stato sbalzato e si era rotto il bacino: «Adesso è diventato grande, lavora come elettricista, è venuto a salutarmi e mi ha regalato una bottiglia di grappa - racconta il medico, che ora ha in mente di dedicarsi alla libera professione, ma soprattutto ai suoi hobby, viaggiare, leggere, fare giardinaggio e pescare in laguna - In attesa - conclude - che anche mia moglie vada in pensione». Elena Callegaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN PENSIONE IL PRIMARIO CHE HA PORTATO LA SCUOLA NEL REPARTO DELL’OSPEDALE
IN PENSIONE Il primario uscente Giovanni Battista Pozzan
“Open day” nella nuova sede dei fermodellisti Nuova terapia all’Angelo VOLONTARIATO MESTRE Ci sono impiegati che si
sono improvvisati fabbri, falegnami e verniciatori, guidati da ferrovieri e artigiani pratici del mestiere. Il risultato sarà svelato domenica in via Olimpia, a ridosso di una delle aree più critiche per la sicurezza come il parco Querini. Ci sono voluti cinque mesi di lavoro per restaurare la locomotiva e la carrozza ferroviaria del Gruppo fermodellistico mestrino, il sodalizio presieduto da Fabio Cerato che in questi giorni festeggia 54 anni di attività. Il restauro è stato condotto con un’opera certosina da parte dei soci e a costi ridotti al minimo (circa 1.500 euro) grazie ai volontari e a un paio di sponsor
come il Colorificio San Marco che ha fornito le vernici e un’azienda che ha messo a disposizione il legname per sistemare la carrozza dal telaio in legno che risale al 1922. «È stata un’operazione complicata spiega Fabrizio Baroni a nome dei fermodellisti - gli elementi da sostituire, come i pluviali della carrozza, abbiamo dovuto produrceli in proprio sulla base di vecchie immagini, e lo stesso vale per alcune lamiere della locomotiva» che risale al nel 1904. Ma l’inaugurazione della sede di via Olimpia, in programma alle 11 (apertura al pubblico fino alle 16) non riguarda solo i fermodellisti mestrini e gli amanti dei treni. «Con la nostra presenza - prosegue Baroni - fungiamo da presidio di
RESTAURATA LA LOCOMOTIVA E LA CARROZZA: «SIAMO UN PRESIDIO DI SICUREZZA AL PARCO QUERINI»
un’area problematica. Siamo qui ogni venerdì dalle 21 alle 23, oltre che la seconda domenica di ogni mese, e grazie alla presenza costante della Polizia locale e dei lagunari contribuiamo a rendere più sicura la zona». Nel corso degli ultimi anni intanto nel Gruppo sono arrivati nuovi soci - ora sono una quarantina - che hanno contribuito ad abbassare l’età media del Gruppo, che oltre alla sede di Mestre è presente in manifestazioni di carattere ferroviario in tutta Italia. Ora che è stato completato il restauro della sede, i soci si preparano a lavorare all’interno della sede, con il restauro del plastico realizzato nella seconda metà del secolo scorso. Come i treni, del resto, anche i fermodellisti non si fermano mai. (a.fra.)
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per la cura del varicocele SANITÀ
MESTRE Una terapia innovativa per la cura del varicocele viene proposta ai pazienti all’Ospedale dell’Angelo di Mestre dall’Unità operativa di radiologia, diretta dal dottor Claudio Fittà. Il varicocele è una dilatazione che interessa le vene dei testicoli, una ricca rete di vasi che solitamente terminano in una sola vena a interna. Esso provoca un ristagno di sangue e nei casi peggiori può portare all’infertilità. «I trattamenti del varicocele hanno lo scopo di bloccare il reflusso venoso – spiega il dottor Fittà – e l’obiettivo di preservare la fertilità, riducendo i fastidi del paziente.
Fin qui, due erano i percorsi terapeutici percorribili: un percorso chirurgico e un percorso mini-invasivo attraverso il quale il radiologo interventista procedeva a “scleroembolizzare” la vena spermatica». L’innovazione adottata all’Angelo consiste in una forma particolare di “scleroembolizzazione”, che porta ad iniettare una speciale colla, evitando così il rilascio di corpi estranei, che risulta comunque irritante per le vene e fastidioso per il Paziente. Una procedura poco invasiva, ancor più rapida della precedente ed eseguita in regime ambulatoriale in sala angiografica. Il paziente dopo circa 2-3 ore viene dimesso e richiamato al controllo dopo sei mesi.
IX
Padova
Venerdì 4 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Sicurezza e Ater, Lega contro il Comune `Il commissario Filippo Lazzarin: «Vogliamo porre l’attenzione Oggi alle 12 un presidio con senatori e consiglieri in via Bixio dopo l’aggressione di domenica alla famiglia sulla mala gestione dell’immigrazione nell’area della stazione» `
LA POLEMICA PADOVA Sicurezza e case Ater: la
Lega lancia la sua sfida all’amministrazione Giordani. Dopo l’aggressione di domenica scorsa in stazione, il Carroccio padovano scende in piazza. Oggi alle 12, infatti, all’angolo tra via Cairoli e via Bixio, i leghisti danno appuntamento a tutti i militanti per mandare un segnale chiaro a palazzo Moroni. «Questa iniziativa vuole ribadire tutta la nostra disapprovazione rispetto alla mala gestione da parte dell’amministrazione comunale in termini di politica di integrazione e sui recenti episodi di criminalità e violenza in prossimità della stazione» ha spiegato ieri il commissario provinciale del Carroccio Filippo Lazzarin.
I PROTAGONISTI Hanno confermato la loro presenza al sit-in di protesta l’ex sindaco Massimo Bitonci, i senatori Adolfo Zordan e Andrea Ostellari e il consigliere regionale Luciano Sandonà. Con ogni probabilità, però, saranno presenti anche molti altri big
CASO-AFFITTI, IL CONSIGLIERE REGIONALE BORON: «PALAZZO MORONI NON RISPETTA GLI IMPEGNI PRESI»
del partito. Non mancheranno, poi, i consiglieri comunali di Lega e lista Bitonci.
La Provincia
Scontro politico tra Bisato e Bano, la Lega: «Serve rispetto dei ruoli»
LE CASE POPOLARI Non dovrebbe mancare il consigliere della lista Zaia Fabrizio Boron, tornato alla carica contro la giunta Giordani che ha annunciato di voler resistere in giudizio contro il decreto ingiuntivo richiesto dall’Ater per il mancato pagamento di alcuni affitti. Un decreto da oltre 293.000 euro. Il Comune, infatti, contesta all’ente regionale che gestisce le case pubbliche, di avere presentato delle fatture non regolari. Fatture che, di conseguenza, non possono essere onorate. «Ancora una volta i rappresentanti del Comune di Padova si dimostrano poco chiari: alcune settimane fa mi dissero che l’amministrazione non aveva debiti con l’Ater– ha tuonato ieri Boron - A una mia dichiarazione al riguardo, dissero che era falsa. Oggi apprendiamo in modo ufficiale che il Comune non solo deve circa 300 mila euro all’Ater, ma che c’è anche un’ingiunzione di pagamento da parte del giudice. Fare appello a scuse di varia natura, come un bollo da due euro su una fattura, pur di non pagare 300 mila euro di affitti arretrati, non solo è poco edificante, ma è anche irrispettoso nei confronti di tutti quei cittadini che pagano i propri debiti, anche quelli nei confronti del Comune stesso e che altrimenti rischierebbero di ricevere le cartelle esattoriali
SCONTRO POLITICO A sinistra il sindaco Sergio Giordani, a destra il consigliere regionale Fabrizio Boron
Palazzo Moroni
Mozione bocciata, la Pellizzari attacca Ancora tensioni in seno al centrodestra a Palazzo Moroni. Questa volta a polemizzare è la capogruppo della lista Bitonci Vanda Pellizzari che, lunedì sera, in consiglio comunale si è vista bocciare la propria mozione dalla maggioranza. Non sono passate inosservate, però, le numerose defezioni del centrodestra. «La mia mozione sul piccolo commercio è stata vergognosamente bocciata dalla maggioranza di sinistra
ed è stata votata solamente dai colleghi consiglieri Eleonora Mosco, Alain Luciani e Giacomo Cusumano – ha commentato amaramente ieri la stessa Vanda Pellizzari - Notata la grave assenza di tutti gli altri». Tra gli assenti nell’ultima seduta del consiglio c’erano Ubaldo Lonardi, Davide Meneghini della lista Bitonci ed Enrico Turrin ed Elena Cappellini di Fratelli d’Italia. (Al.Rod.)
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di Equitalia – ha rincarato la dose il presidente della Commissione regionale Sanità - L’Ater gestisce case popolari destinate a persone in difficoltà e con quei soldi potrebbe fornire servizi ai cittadini. Il Comune di Padova sta facendo un danno a tutte quelle famiglie che stanno aspettando manutenzioni o ristrutturazioni degli alloggi in cui abitano. Sarebbe bene spiegare a questi amministratori che la giurisprudenza non contempla la possibilità di non pagare un affitto che è dovuto. Non sono certo le imposte di bollo che ti sollevano dall’obbligo e dalla responsabilità di pagare». Alberto Rodighiero © RIPRODUZIONE RISERVATA
Lite politica in Provincia: da una parte il consigliere e segretario regionale del Pd Luigi Bisato, dall’altra il vicepresidente leghista Marcello Ban. Ora interviene il Commissario provinciale della Lega, Filippo Lazzarin, dopo aver consultato i vertici del partito e lo stesso presidente della Provincia Fabio bui. «E’ innegabile una situazione di difficoltà secondo me dovuta alla mancanza di dialogo tra Bano e Bui. C’è necessità di maggiore comunicazione e condivisione come giusto sia nei rapporti di collaborazione, le critiche devono essere costruttive e certo strumento di attacco. Il Presidente Bui mi ha ribadito che non nega a nessuno opportunità di visibilità ma gradisce essere informato preventivamente sulle iniziative dei suoi chiude - a Bui ho sottolineato l’importanza del rispetto di ruoli e competenze. La Lega si riserva valutazioni in merito nel rispetto degli accordi. L’importante delega di Bano però è della Lega, non porta il suo nome: se uno canta fuori dal coro può essere sostituito dal maestro». (L.M.)