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V
Primo Piano
MEDICINA Ieri il test d’ingresso di Medicina, con numeri in aumento rispetto allo scorso anno. Molti studenti sono arrivati anche fuori regione, attratti dall’ateneo di Padova
Mercoledì 4 Settembre 2019 www.gazzettino.it
Francesca Ometto
SANITÁ
Gianluca Stamella
Sara Bagarolo
PADOVA Per far fronte all’emergenza camici bianchi è stato istituito il tavolo di confronto tra Regione, Università e Ordine dei medici. Nuovi passi in avanti all’indomani delle delibere con cui la Regione ha deciso di “aprire” all’assunzione di medici laureati e abilitati, ma non specializzati, negli ospedali veneti. Il mese scorso il governatore Zaia, infatti, ha annunciato l’assunzione di 500 medici - 320 per il pronto soccorso e 180 tra medicina generale e geriatria - per far fronte alle carenze di organico. Un tema molto sentito dalle future generazioni di medici e anche da coloro che le rappresentano.
Carenza di personale, ieri il tavolo in Regione: «Ora facciamo squadra» Assunzione in ospedale di camici bianchi non specializzati, Zaia: «Le Università e gli Ordini stanno dalla nostra parte»
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I PROSSIMI PASSI
Fabiana Rubagotti
Greta Scantamburlo
Le altre prove
Oggi Veterinaria e Comunicazione, domani tocca ad ingegneria edile Oggi si confrontano con il test d’ingresso per Veterinaria 846 candidati per 78 posti. Altri 933 ragazzi affrontano invece la prova di Comunicazione e Scienze sociologiche. Domani mattina 96 studenti risponderanno ai quesiti di Ingegneria edile e architettura, giovedì pomeriggio altri 217 saranno alle prese con il corso in Servizio sociale. L’appuntamento con il test per la laurea magistrale in Medical Biotechnologies, appartenente alla facoltà di Medicina e Chirurgia, è venerdì 6 con 51 iscritti. Ancora venerdì si svolgerà la prova di Scienze
farmaceutiche applicate, per 196 giovani. Desiderano iscriversi a Scienze dell’educazione e della formazione, sedi di Padova e Rovigo, 763 studenti, che affronteranno il relativo test lunedì 9. I candidati a Pharmaceutical Biotechnologies, martedì 10, sono 32. Giovedì 12 settembre è la volta di Archeologia, Discipline delle arti della musica e dello spettacolo, Filosofia, Lettere, Progettazione e gestione del turismo culturale, Storia, Storia e tutela dei beni artistici e musicali. (E.Fa.)
Si tratta di un processo unico in Italia. Si parte il 15 settembre con la pubblicazione del bando. Esaurita la fase istruttoria, i neo assunti faranno 92 ore di corso alla Scuola di formazione sanitaria e due mesi in corsia, quindi già dal 2020 potranno essere operativi. I neo assunti saranno a tempo indeterminato, con un investimento (per stipendi, secondo il contratto nazionale) di 25 milioni di euro. Ieri si è tenuto l’incontro in Giunta regionale con l’assessore alla sanità Manuela Lanzarin, il dg Domenico Mantoan, i presidenti delle Scuole di Medicina di Padova e Verona e i rappresentanti della Federazione regionale degli Ordini dei medici. C’è pieno accordo sulla necessità che il governo aumenti le borse di specialità fino a portarle in numero pari ai laureati. Il prossimo incontro è previsto alla fine della settimana prossima. «Le università e gli Ordini dei medici – ha commentato Zaia hanno dimostrato di far parte della squadra. L’obiettivo è dare ai pazienti tutta l’assistenza di cui hanno bisogno e risolvere una crisi che viene da lontano e che ha cause e colpevoli esclusivamente a livello nazionale». Al tavolo verranno valutati i numeri e le necessità. «Si è anche concordata – afferma l’assessore Lanzarin - la riattivazione da parte della Regione dell’Osservatorio per la Forma-
CARENZA DI MEDICI I presidenti delle scuole di Medicina di Padova e Verona sono stati ricevuti in Regione
zione specialistica, mentre a breve si riunirà il Comitato scientifico della Scuola di Sanità Pubblica alla quale sarà affidata la parte teorica della formazione dei medici non specializzati».
LE CRITICHE La novità non è stata accolta positivamente da tutti. «Non è la vera soluzione – specifica Mirco Claus, Federspecializzandi Padova – Un Paese che fa una programmazione sbagliata è un Paese che non vede a lungo termine. La responsabilità non è solo del governo, ma anche della Regione e dell’università. Ad oggi entra in specialità un laureato su due, troppo poco, si parla di anni di studio e grandi sacrifici». Il sindacato degli studenti punta il dito
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contro la disparità. «Si inizia con i corsi di preparazione ai test d’ingresso – dichiara Mimmo Brambin, rappresentante Udu – Chi è benestante può permettersi di pagare dai 200 ai 5 mila euro per lezioni mirate, i meno abbienti devono contare solo sulle proprie forze. Chi può permettersi di studiare fuori, aumenta le possibilità di entrare a Medicina
L’ASSESSORE MANUELA LANZARIN: «ABBIAMO RIATTIVATO L’OSSERVATORIO PER LA FORMAZIONE SPECIALISTICA»
segnando diverse sedi. E così via, fino ad arrivare all’imbuto in specialità, quando un laureato viene tagliato fuori. Osanniamo la sanità del Nord, ma poi si fanno rattoppi con medici dai Paesi dell’Est e pensionati. Così non si aiutano né gli aspiranti medici, né i veneti». In Parlamento intanto è in discussione una legge che vorrebbe posticipare la prova d’ingresso alla fine del primo anno di Medicina. «Il numero chiuso serve, in Italia ci sono già 9 mila laureati senza contratto - afferma Mirko Schillipiti, segretario aziendale Anaao Assomed Ulss 6 Euganea – Bisogna potenziare le borse di studio di specializzazione per rispondere alla carenza di medici». E.Fa.
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MERCOLEDÌ 4 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
il dopo vaia
Dall’Europa arrivano 277 milioni per i danni causati dall’uragano «Servono altri 400 milioni» tira le somme il governatore Zaia, una parte dovrà essere chiesta al prossimo governo. Il via libera dall’Ue il 18 settembre BELLUNO. Via libera ai 277 mi-
lioni di euro del Fondo di Solidarietà Europeo per i danni della tempesta Vaia. E allora rifacciamo i conti. Il Commissariato per la ricostruzione ha già progettato opere per il prossimo anno per 80 milioni di euro. Il Governo ha stanziato 977 milioni per il triennio. «Abbiamo necessità di ulteriori 400 milioni di euro» tira le somme Luca Zaia, che è appunto il Commissario. 150 milioni potrebbero arrivare dall’Ue, quindi ne resterebbero 250 da chiedere al prossimo governo Conte. Intanto, però, si festeggia, seppur moderatamente, per l’ormai prossimo accredito europeo. «Questa mattina c’è stato il voto in Commissione Bilancio – ha annunciato ieri l’europarlamentare Herbert Dorfmann – e ora manca solo un ultimo passaggio formale, con la votazione in aula che si terrà tra un paio di settimane, il 18 settembre,
Si stanno pulendo i boschi dal legname schiantato da Vaia
ma possiamo dire che ormai è fatta. Questa decisione ha avuto tempi più lunghi del necessario, a causa delle elezioni europee, ma siamo riusciti a portare a casa un risultato che, come Partito Popolare Europeo, abbiamo sempre sostenuto, dai giorni della tempesta fino al passaggio
il comitato esecutivo di coordinamento
Un manuale per l’uso del logo transitorio delle Olimpidi 2026 BELLUNO. Un altro tassello è stato messo al suo posto in vista dell’evento sportivo che si svolgerà tra Cortina e Milano nel 2026. Il Comitato Esecutivo Coordinamento per le Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali di Milano e Cortina del 2026, ha predisposto, infatti, nei giorni scorsi, un manuale per l’utilizzo del logo transitorio del grande evento sportivo. Il documento è stato sottoposto all’approvazione
La mega torta per le Olimpiadi
in Commissione Bilancio lo scorso luglio». Dunque, 277 milioni, ma – non lo si dimentichi – il conto dei danni presentato dall’Italia per i danni provocati dal maltempo su tutto il territorio nazionale lo scorso autunno superava di poco i 6 miliardi di euro. Il sostegno del Fon-
do viene calcolato con parametri che tengono conto anche dei Pil regionale e nazionale, e in media varia fra il 2, 5% e il 6% della stima dei danni fornita dagli stati (nel caso italiano, il 4, 4%). 15 le regioni italiane che potranno avere accesso alle risorse del Fondo, e la ripartizione
del Comitato Olimpico Internazionale e segna una importante tappa nel percorso organizzativo oltre che nella promozione dei Giochi. Ottenuta l’approvazione, sarà messo a disposizione degli enti direttamente coinvolti al fine di evitare utilizzi incoerenti del simbolo e garantire che venga impiegato correttamente da chi ne ha titolo. È uno dei punti trattati oggi dal Cec a Palazzo Balbi, sede della Regione del Veneto, a Venezia. L’incontro, coordinato da Diana Bianchedi, dirigente del Coni e già campionessa di scherma, e dal capo Area programmazione e sviluppo strategico della regione Veneto, Maurizio Gasparin, ha visto la partecipazione dei vari membri del comi-
tato in rappresentanza del Coni, della Regione Lombardia, dei Comuni di Milano e Cortina d’Ampezzo, oltre che della regione ospitante. Tra gli altri punti, è stata trattata la futura costituzione del Ocog (Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici), e l’agenda dei rilevanti impegni internazionali a cui il Cec assicurerà una rappresentanza. In particolare, rappresentanze sono già state stabilite per il convegno dell’Anoc (Associazione dei Comitati Olimpici Nazionali) il 16 settembre a Doha (Qatar), l’incontro della Ibu (Federazione Internazionale di Biathlon) ad Anterselva il 29 settembre, la riunione dell’Ipc (Comitati Paralimpico Internazionale) il 26 ottobre a Bonn. —
sarà competenza del governo italiano. Il Fondo di Solidarietà è nato nel 2002, e in questi anni è stato utilizzato 80 volte a livello europeo, 9 delle quali in Italia, che risulta essere il Paese che più ne ha dovuto chiedere l’accesso con oltre 2,5 miliardi di euro di aiuti sul territorio nazionale. Per il commissario Zaia si tratta senz’altro di “una buona notizia”. «Attendiamo queste risorse – dice -, pronti ad utilizzarle con la massima trasparenza e tutta l’efficienza che richiede la gestione di oltre mille cantieri per far rinascere la nostra montagna ferita. Fino ad oggi sono stati impegnati 377 milioni di euro, comprensivi dei primi sostegni per privati ed imprese, da investire per l’anno in corso e da cantierare entro il 30 settembre. Più del 70 per cento delle opere è stato contrattualizzato e abbiamo la necessità di almeno altri 50 milioni di euro per far fronte ai danni ai privati». La Regione Veneto ha mantenuto i patti con Ministero dell’Economia e delle Finanze – sottolinea il presidente Zaia – questo nonostante le difficoltà e la mancanza di risorse, visto che non ci è stata concessa la struttura di missione. Ma abbiamo trovato una soluzione – tranquillizza il presidente – facendo leva sulle nostre società controllate che hanno lavorato così intensamente da permetterci di impegnare tutte le risorse stanziate dal Governo, con
un impegno di spesa superiore alle risorse affidate. Oggi, fra l’altro, sarà una data importante per la bonifica dei boschi dagli schianti sui versanti inaccessibili. A Roana, sull’altopiano di Asiago, il professor Cavalli dell’Università di Padova e l’esplosivista Coppe effettueranno delle simulazioni per capire fin dove possono spingersi con l’uso della nitroglicerina per frantumare le ceppaie. — Francesco Dal Mas scuola
Nominati i presidi per l’Ic di Trichiana e il Cpia di Belluno BELLUNO. Alla fine tutto si è risolto. Ieri, infatti, sono stati assegnati dall’Ufficio scolastico regionale, gli ultimi posti da graduatoria del concorso nazionale per andare a coprire le scuole rimaste vacanti in provincia di Belluno. Al Centro di formazione permanente per adulti di Belluno, arriverà quindi, la vincitrice del concorso Incoronata Troiano, mentre all’istituto comprensivo di Trichiana, per il quale nei giorni scorsi il sindacato aveva denunciato la situazione critica in cui versava per la vacanza del posto, arriverà Raffaella Fonte. Su 38 scuole, quindi, 11 hanno un nuovo preside di ruolo, 12, invece, saranno in reggenza. —
IN BREVE Domani alle 19 Cerimonia in centro per i veterani del rugby
Recuperato dal 118 Vola dalla Tofana resta appeso alle corde
Modifiche alla circolazione in occasione del 5° European Veteran Rugby Festival. Domani alle 19 si terrà in piazza dei Martiri il ritrovo delle quattro squadre che partecipano al Torneo Europeo Veterani Rugby. Dopo una sfilata da Porta Dojona per via Rialto, piazza del Mercato e via Duomo, le squadre si ritroveranno in piazza Duomo per la cerimonia di benvenuto. Per consentire questa manifestazione, ci sono delle modifiche alla viabilità, con sospensione alla circolazione e divieti di sosta nella zone interessate.
Alle 18. 40 il 118 è stato allertato per un alpinista, primo di cordata, volato sugli ultimi tiri della Via Pompanin- Alverà sul primo spigolo della Tofana di Rozes, e rimasto sospeso sulle corde. Recuperato dall’elicottero del Suem di Pieve di Cadore con un probabile trauma alla caviglia, il rocciatore è stato trasportato all’ospedale di Belluno. Imbarcati anche i suoi due compagni di arrampicata, lasciati poi al Rifugio Dibona. I rocciatori sono stati recuperati in tre rotazioni con un verricello di 30 metri.
È mancato all'affetto dei suoi cari
GIACOMO PAOLO PIRRELLO di anni 79 Con profondo dolore lo annunciano la moglie Clara, i figli David e Sara con Giuliano e il nipote Gianluca, il cognato, le cognate, i nipoti e i parenti tutti. I funerali verranno celebrati nella chiesa arcipretale di Trichiana, giovedì 5 settembre alle ore 15. La salma proseguirà per la cremazione. La veglia si terrà oggi, mercoledì 4 settembre alle ore 19 nella chiesa di Trichiana. Non fiori, le eventuali offerte verranno devolute ad associazioni benefiche.
Si ringraziano quanti parteciperanno ai funerali. Morgan di Borgo Valbelluna - 4 settembre 2019 O.F. ANTICO Trichiana - Limana - Tel. 0437/554487 Condoglianze Online: www.anticodiego.com
PARTECIPAZIONE Il Consiglio di amministrazione e i soci della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore sono vicini alla presidente, Professoressa Maria Giovanna Coletti, per la perdita del marito
Professore ENNIO ROSSIGNOLI Ricordandone le spiccate doti di docente e di qualificato testimone e promotore culturale al servizio della Comunità e degli ospiti di Ampezzo e del Cadore.
III
Primo Piano
Mercoledì 4 Settembre 2019 www.gazzettino.it
Alpinisti improvvisati I NUMERI
Le cifre
BELLUNO La telenovela dei due alpinisti spagnoli fermi sulla Cima Ovest di Lavaredo, che hanno tenuto sotto scacco per giorni i soccorsi con 4 missioni di elicottero, è un caso particolare. Ma non unico. Sono numerosi gli escursionisti che chiedono il soccorso dell’elicottero, pur non avendone bisogno: una settantina ogni anno. E in questi casi, come prevede il regolamento del Suem, e come accadrà agli alpinisti spagnoli, i soccorsi si pagano.
600 Le missioni di soccorso che ogni anno vedono impegnato Falco, l’eliambulanza di Pieve di Cadore.
143 Sono i soccorsi a pagamento perché effettuato a carico di illesi (68), che quindi non avevano bisogno dell’elicottero sanitario o per persone di altre aziende sanitarie (75). Si tratta del 23% del totale degli interventi del 2018.
I CONTI Il conto è salato e è presto fatto: 90 euro per minuto di volo dell’elisoccorso per i turisti italiani recuperati sulle cime, 120 euro al minuto per gli stranieri. Il massimo che si può richiedere è 7500 euro per un’unica missione. Così, per esempio, nel caso degli spagnoli, con l’elicottero che è andato 4 volte in una settimana, si supereranno i 15mila euro. Anche perché dopo le prime due missioni dell’elicottero di Pieve di Cadore (circa mezzora ciascuna), domenica si è alzata in volo anche l’eliambulanza arrivata appositamente da Treviso (in questo caso si applicherà il massimo) e sempre nello stesso giorno per i medesimi alpinisti anche l’Aiut Alpin Dolomites di Bolzano (e anche qui i minuti corrono). «Si calcolano i minuti di volo della missione - spiega il primario del Suem, Giovanni Cipolotti - accertati dal pilota di elisoccorso. Questi dati vengono trasmessi all’amministrazione di Usl 1 Dolomiti, con i dati della persona soccorsa e l’azienda fa il calcolo». E arriva la fattura, che però non tutti pagano. «In realtà- prosegue Cipolotti - circa il 70% di persone pagano regolarmente, perché soprattutto gli escursionisti stranieri sono quasi tutti assicurati. Pagano anche una buona percentuale di italiani».
LE FATTURE Come si evince dal riepilogo degli interventi per il 2018, le missioni a pagamento sono state 143 in totale per 409mila 270 euro, sulle 600 uscite dell’eliambulanza ogni anno. Di questi: 68 soccorsi sono stati effettuati per persone che di fatto erano illesi, per un contro di 163mila 970 euro da pagare alla Usl. Altri erano soccorsi sanitari (quindi non illesi), ma che devono essere pagati da altre aziende sanitarie: si parla di 75 interventi nel 2018
55 Gli stranieri che hanno chiesto aiuto all’elicottero, non avendone bisogno. Quasi un terzo del totale.
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L’elicottero “taxi” costa 400mila euro È il totale fatturato agli escursionisti `Gli interventi a pagamento sui 600 totali soccorsi nel 2018, senza averne bisogno sono stati 143, richiedenti illesi in 68 casi
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per 245mila e 300 euro. Solo un terzo del totale dei soccorsi a pagamento riguarda turisti stranieri: 55 per l’esattezza, che però saldano i loro debiti. Di questi infatti già 40 persone hanno pagato e negli altri casi è stato avviato il recupero crediti.
IL PRIMARIO SUEM GIOVANNI CIPOLOTTI «MOLTI FANNO I FURBI E NON PAGANO: ALLORA SI ATTIVA IL RECUPERO CREDITI»
I FURBETTI Dei 409mila euro da pagare per i servizi con elicottero nel 2018 sono stati saldati alla Usl 1 Dolomiti, tramite pagamento diretto o assicurazione, 298mila 716 euro. Mancano all’appello 110mila 554 euro, ovvero un terzo delle fatture (40mila 958 per interventi sanitari a carico di altre aziende sanitarie e 69mila 596 euro per gli illesi trasportati in elicottero). Più della metà delle somme mancanti, per le quali l’azienda sanitaria ha avviato il recupero crediti riguarda stranieri: un ammanco da 68mila 928 euro per 15 turisti da fuori nazione che risultano insolven-
ti. Sno debitori di una media di 4500 ciascuno. «Si tratta di persone che non avevano diritto a soccorso gratuito, secondo i nostri accertamenti - spiega il primario Cipolotti -. Ma ci sono anche i furbetti che se ne inventano una al giorno e addirittura, in alcuni casi fanno mandare la lettera dell’avvocato. Le scuse sono sempre le solite: dicono che in realtà loro non erano in difficoltà e che non avevano bisogno dei soccorsi. L’azienda fa le verifiche e se si stabilisce che il soccorso è stato effettuato e che la persona era in situazione di pericolo il recupero della fat-
tura segue l’iter. Primo i solleciti per il pagamento e poi recupero crediti».
IL RECUPERO Nel caso di questi giorni anche gli escursionisti spagnoli hanno detto di non aver chiama-
E SULL’ELIAMBULANZA MOBILITATA 4 VOLTE PER I DUE SPAGNOLI, ZAIA ASSICURA: «SALDERANNO FINO ALL’ULTIMO»
Le migliaia di euro che l’azienda Usl 1 Dolomiti ha fatturato agli escursionisti improvvisati, o comunque che non avevano diritto all’intervento.
298 Le migliaia di euro saldate dagli escursionisti per via diretta o tramite la loro assicurazione.
110 Le migliaia di euro che mancano ancora all’appello e per le quali la Usl avvierà il recupero crediti. Oltre la metà riguarda turisti stranieri che non pagano. to il 118 e che quindi non pagheranno la fattura che arriverà a Barcellona. Ma sulla vicenda ha preso posizione anche il governatore Luca Zaia e avranno vita dura. «Non possiamo - ha detto ieri - mettere a repentaglio la vita degli uomini del Soccorso Alpino per chi prende la montagna come un parco giochi. Ora questi due turisti pagheranno il conto, e salato, e gli correrò dietro con l’avvocato finché non l’avranno pagato. Posso garantirvelo: salderanno fino all’ultimo centesimo. Perché è una vergogna quanto è accaduto». Olivia Bonetti
Coppia si perde andando a funghi: ritrovati e salvati dal soccorso alpino I SOCCORSI BELLUNO Anche ieri, l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è stato impegnato in diversi soccorsi in montagna, con superlavoro degli uomini del Soccorso alpino.
AURONZO Si è cominciato ieri, alle 8.40 circa, quando una turista francese, Y.A., 28 anni, si e procurata un probabile trauma alla caviglia nei pressi del Rifugio Auronzo. Allertato il Soccorso alpino, una squadra del Sagf la ha raggiunta e accompagnata in fuoristrada fino a Misurina, per affidarla all’ambulanza diretta al Codivilla.
CORTINA Verso le 13.30 l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è decollato in direzione del Rifugio
Averau, a Cortina d’Ampezzo, dove un sedicenne di Venezia aveva manifestato difficoltà respiratorie. Dopo essere stato visitato dall’equipe medica, il gio-
ALTRI SALVATAGGI IN MONTAGNA IERI A AURONZO E CORTINA, PER TRAUMI VARI E MALORI ROCCIATORE VOLA SULLA TOFANA DI ROZES E RIMANE SOSPESO SULLE CORDE: RECUPERATO DA FALCO
vane è stato imbarcato e trasportato all’ospedale di Belluno per gli approfondimenti del caso. Anche una donna che si trovava al Rifugio Lagazuoi, A.T., 56 anni, di Selva di Cadore (BL), si è sentita male poco più tardi. In suo aiuto è atterrata nella piazzola della struttura l’eliambulanza dell’Aiut Alpin Dolomites di Bolzano, che la ha accompagnata all’ospedale San Martino di Belluno, dove è stata affidata ai medici del pronto soccorso per le dovute verifiche. Alle 18.40 circa il 118 è stato allertato per un alpinista, primo di cordata, volato sugli ultimi tiri della Via Pompanin- Alverà sul primo spigolo della Tofana di Rozes, e rimasto sospeso sulle corde. Recuperato dall’elicottero del Suem di Pieve di Cadore con un probabile trauma alla caviglia, il rocciatore è stato trasportato all’ospedale di Belluno. Imbarcati anche i
suoi due compagni di arrampicata, lasciati poi al Rifugio Dibona. I rocciatori sono stati recuperati in tre rotazioni dal tecnico di elisoccorso con un verricello di 30 metri.
SAN PIETRO Alle 13.15 invece la Centrale del 118 ha allertato il Soccorso alpino della Val Comelico per una coppia che si era persa di vista sopra il Rifugio Forcella Zovo. Marito e moglie, 69 e 61 anni, di Imola (BO), stavano percorrendo una strada, quando il marito era partito in cerca di funghi e si era smarrito ritrovandosi su un’altra sterrata. I due erano in contatto tramite radioline e, proprio attraverso il walkie talkie, la donna aveva chiesto aiuto al gestore del Rifugio, che aveva contattato il 118. Sei soccorritori, compresi due del Sagf, si sono portati sul posto e hanno sintonizzato le loro
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GLI INTERVENTI raffica di soccorsi ieri in montagna
radio sulla frequenza dei coniugi, così da contattarli e farsi spiegare il percorso seguito. In breve hanno quindi raggiunto la donna, che si trovava su una strada di San Pietro di Cadore, e subito dopo il marito, che era
invece su una sterrata più distante, quasi parallela, già in comune di San Nicolò Comelico. Le squadre hanno poi riaccompagnato la coppia alla propria macchina parcheggiata al Rifugio Forcella Zovo.
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MERCOLEDÌ 4 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
CORTINA - CADORE
La chiusura dell’Istituto Pio XII di Misurina
Le mamme scrivono al Papa: «Ci aiuti» Il Santo Padre si starebbe interessando della vicenda. «È una struttura sanitaria della chiesa, va riorganizzata non chiusa» Alessia Forzin AURONZO. Quando i bambini asmatici arrivano a Misurina, ricominciano a correre. Giocano a calcio, ridono, si divertono. Le loro mamme, con le lacrime agli occhi, li osservano vivere, come si può vedere nei servizi girati da Antenna 3. Per loro la chiusura dell’Istituto Pio XII rappresenta la fine della speranza di dare ai bambini una vita normale. Ma la decisione dell’Opera diocesana Bernardo degli Uberti non è stata accolta con rassegnazione. Tutt’altro. Le mamme sono decise a combattere. Hanno organizzato una manifestazione per il 15 settembre, hanno lanciato una petizione online che ha già raggiunto oltre 12 mila firme e hanno scritto al Papa. Il quale si starebbe interessando della vicenda. Le mamme sono decise a lottare, e non potrebbe essere altrimenti quando vedi tuo figlio spegnersi perché l’asma non lo fa respirare. LA LETTERA
«Sua Santità Papa Francesco», inizia la lettera indirizzata in Vaticano. «L’istituto costituisce una vera e propria terapia aggiuntiva nel trattamento dell’asma che viene curata in città. Togliendoci la possibilità di portare i nostri figli in questa struttura, per molti vitale, andremmo incontro ad asma persistente che per molti durerà tutta la vita. Questi bambini saranno costretti a vivere una vita diversa dagli altri, con sofferenza fisica e psicologica quando l’Istituto Pio XII sarebbe in grado di curare meglio la malattia e i suoi esiti». I genitori chiedono attenzione al Papa «per il bene e la salute dei nostri bambini, anche perché questo istituto è una delle strutture sanitarie della chiesa che avrebbe necessità di essere riorganizzata, non chiusa». Il Papa avrebbe già la lettera sulla sua scrivania. LA MOBILITAZIONE
Il 15 settembre, in concomitan-
za con il weekend organizzato anche per bambini che sono stati ricoverati a Misurina, le mamme hanno organizzato una manifestazione. Inizierà alle 14, davanti al Pio XII, e ha l’obiettivo di alzare la voce per tutelare il diritto di curare i bambini in alta quota. La petizione online lanciata su avaaz.org “Diamo un futuro ai bambini asmatici”, intanto, ha superato le 12 mila adesioni. LE ASSOCIAZIONI
Si sono mobilitate anche numerose associazioni che hanno a che fare con le malattie respiratorie. I presidenti di Aller-
Il 15 una manifestazione davanti all’istituto si mobilitano anche molte associazioni gici al latte, l’associazione ligure allergici, Amor (malati in ossigeno-ventiloterapia e riabilitazione), Apnoici italiani, Ariaaa3 (allergia asma ambiente), Asma allergia bimbi, Asma Sardegna, Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva), Cibo amico, dell’organizzazione italiana Sindrome di Churg - Strauss, di Respiro libero, Respiriamo insieme, Unione trapiantati polmone e Un respiro di speranza, hanno scritto una lettera a tutti i vertici delle istituzioni: all’Opera diocesana Bernardo degli Uberti, alla Regione (al presidente Zaia e all’assessore Lanzarin), al ministro della Salute Giulia Grillo. La scelta di chiudere il Pio XII, scrivono, «appare inaccettabile. La nobile storia dell’Istituto è più che nota, e ancora di più lo sono gli effetti altamente benefici e perciò irrinunciabili sulla salute dei bambini». Le associazioni chiedono che si apra un tavolo per trovare una soluzione, individuando un percorso uniforme in Veneto e in tutta Italia per definire come accedere alle cure del Pio XII. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
associazione religiosa istituti sociosanitari
È scontro anche in Aris sulle colpe della Regione AURONZO. Uno attacca, l’altro
difende la Regione. È scontro interno in Aris, l’associazione religiosa istituti sociosanitari. L’Istituto Pio XII è associato all’Aris Veneto, che si dissocia dalla posizione fortemente critica e di denuncia espressa dai colleghi del nazionale, e difende la Regione che avrebbe sempre mostrato grande disponibilità al dialogo e a trovare una soluzione, scrive l’Aris Veneto. Di ben altro avviso il nazionale, che aveva denunciato
«l’incredibile opera di distruzione causata dall’estremizzazione della burocrazia nella Regione Veneto». Se sono diminuiti i pazienti, infatti, è per il nuovo meccanismo di accesso alla struttura deciso proprio dalla Regione. Meno pazienti significa meno contributi (che vengono erogati a prestazione) e per questo la proprietà ha deciso di chiudere. «L’attività dell’Istituto effettivamente ha generato forti perdite, divenute del tutto in-
il presidente della regione veneto
Luca Zaia: «Sensibilizzeremo i pediatri e le altre regioni» AURONZO. «Una soluzione va trovata». Quale? «La stiamo individuando insieme al vescovo di Parma, col quale mi sono sentito tre volte, alla direttrice dell’Istituto e al presidente dell’Opera». Così Luca Zaia, presidente della Regione, sul Pio XII. Intanto la certezza di un intervento sulle altre Regioni. Il Veneto garantisce circa 1100 bambini l’anno, all’Istituto ne servirebbero circa 1400 per sopravvivere. «Sensibilizzerò le Regioni perché facciano la loro parte», dice, «essendo l’unico centro del genere in Italia». I pediatri fanno l’invio, ma alle visite pneumologiche di controllo spesso c’è lo stop. «Per un gusto sadico? Mi rifiuto di crederlo», continua Zaia. «La legge, d’altra
sostenibili», aveva osservato l’Aris, «da quando la Regione è intervenuta con ferree disposizioni burocratiche». Aris Veneto prende le distanze spiegando di non essere mai stata contattata dall’associazione nazionale e aggiungendo che dimostra «mancanza di conoscenza approfondita del problema. La Regione Veneto, con la quale questa associazione ha sempre avuto un dialogo aperto e costruttivo, anche stavolta si è dimostrata disponibile al dialogo per la ricerca di una soluzione positiva nell’interesse dei pazienti. Le problematiche inerenti alle strutture associate all’Aris Veneto, come il Pio XII, sono rappresentate da Aris Veneto», chiude la nota. — A.F.
parte, impone la massima trasparenza. Il Veneto finanzia ogni anno un milione e 200 mila euro per le cure. Il problema è che non si riesce a raggiungere il tetto dei 1.200-1.300 bambini l'anno per poter rendicontare l’intera cifra, per cui l’Istituto è costretto a restituire una parte del budget». È questo che crea il rischio di chiusura. «Ed è per questo che ci sono state chieste dall’Istituto due cose. La prima è cercare di coinvolgere le altre Regioni. In secondo luogo, faremo una nuova call nei confronti dei nostri pediatri». Da inizio anno, sono 756 i pazienti accolti a Misurina (erano stati 758 nel 2018). «Il servizio», conclude Zaia, «è ottimo e la struttura va valorizzata. Anche se non è no-
stra, noi cercheremo di assicurare ancora i contributi». Zaia smentisce che volontà della Diocesi di Parma sia quella di vendere lo stabile perché vi si realizzi un albergo, magari per le Olimpiadi. «Queste sono cavolate. L’ho chiesto espressamente e mi è stato risposto di no». Si arrabbia davanti ad altre illazioni. «La Regione non ha mai proposto né di fare alberghi né di fare aggregazioni con il Codivilla. Al Codivilla c’è un privato che ha vinto una gara e se ne sta lì buono. Questa è una cosa gestita da Parma. Il vero problema sono i pazienti». E, quindi, ritorniamo sull’argomento. «C’è un break heaven per fare stare in piedi la struttura. Questa è un’eccellenza per i bambini asmatici. Sopra i 1000 me-
interrogazione del pd regionale
«La sanità va difesa con i fatti, non a parole» AURONZO. «Non so dove il presidente Zaia trovi le certezze per affermare che l’Istituto Pio XII di Misurina resterà aperto: la proprietà dice altro, entro fine anno il centro verrà chiuso per problemi economici». Sul caso prende posizione anche il Pd regionale, con un’interrogazione presentata dal consigliere Andrea Zanone. «Visto che si tratta di un’eccellenza, perché non c’è stato un adeguato riconosci-
mento in termini di contributi economici? Cosa intende fare la Regione per scongiurare la perdita di un punto di riferimento sanitario per bambini e adolescenti affetti da malattie respiratorie? Mi hanno anche scritto diverse mamme dispiaciute perché lì, con quell’aria fresca e pulita, i loro figli erano guariti». «Non si capisce come mai, nonostante le patologie siano in crescita, il numero dei pazienti continui ad assotti-
tri non ci sono gli acari e quindi tutte le asme se ne vanno. A Misurina sono in grado di fare delle prime visite, delle sessioni e di garantire delle cure. Venti bimbi stanno lassù tutto l’anno scolastico. Per gli altri sono previste tre sedute da venti giorni l’una: i bimbi vanno lassù a disintossicarsi perché l’aria è buona e c’è uno staff medico preparatissimo. L’80% circa dei pazienti sono veneti e sono pochi più di un migliaio». Nel 2018 sono stati fatti 1847 trattamenti stabili (da 20 giorni, appunto) più altri 1017 diurni. Il tutto per un controvalore di 758 mila euro. Il budget della Regione è di 1,2 milioni, il che vuol dire che sono arrivati meno pazienti di quelli che avrebbero potuto essere curati. «Noi non vogliamo chiudere nulla», ribadisce Zaia. «L’ho detto anche a Mauro Corona, che ha protestato. E mi dispiace della nota dell’Aris, peraltro smentita da Parma e dall’analoga associazione del Veneto». — Francesco Dal Mas BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
gliarsi», continua, «considerando che è convenzionata con il sistema sanitario regionale e con numerosi ospedali pediatrici. Zaia non si limiti alle solite promesse, ma si impegni seriamente affinché anche a livello nazionale si valuti l’importanza dell’Istituto di Misurina. Mi domando come mai non l’ha fatto fino adesso, quando la Lega era al governo e con un sottosegretario alla Salute veneto, l’ex assessore Coletto. Le istituzioni devono dare una risposta concreta a un territorio che si è prontamente mobilitato, inclusa l’amministrazione comunale di Auronzo. L’eccellenza della sanità veneta va difesa con i fatti, non bastano le parole». — A.F.
Corriere del Veneto Mercoledì 4 Settembre 2019
PRIMO PIANO
Ludopatia, cambia la legge Accuse alla lobby delle slot
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Il personaggio
Le sale già aperte non dovranno rispettare le distanze dai luoghi sensibili Pareva dovesse filare tutto liscio, perché il provvedimento era stato licenziato dalla commissione Sanità senza alcun voto contrario e perché il tema, il contrasto al gioco d’azzardo, è considerato «una priorità» da tutte le forze politiche. E invece ieri, in consiglio regionale, la nuova legge sulle ludopatie ha finito per scatenare una zuffa inattesa tra maggioranza e opposizione, zuffa alimentata da un incontro (informale e certo inusuale) a seduta già iniziata tra alcuni consiglieri e i rappresentanti della lobby delle sale gioco e dalla presentazione da parte della giunta di due emendamenti che hanno limitato l’applicazione della più restrittiva tra le nuove norme alle sole prossime aperture. Le sale gioco già aperte, così come i bar che già ospitano le slot, dunque, non saranno toccati. «Mai prima d’ora - attacca Piero Ruzzante di Leu - avevamo assistito ad un incontro a senso unico, senza contraddittorio, con una sola delle parti coinvolte dall’applicazione di una legge, mentre quella stessa legge è in discussione in aula. Con gli emendamenti presentati dall’assessore Lanzarin viene svuotato il provvedimento, ha vinto la lobby delle macchinette». Graziano Azzalin del Pd parla di «contraddizione stridente», «scelta politica pesante», «incontro imbarazzante». Nel merito: l’emendamento Lanzarin ha escluso i locali già autorizzati dall’applicazione del più severo tra i nuovi limiti, ossia la distanza minima di 300 metri nei Comuni sotto i 5 mila abitanti e VENEZIA
Cinema
Irap più cara Tra le misure previste dalla nuova legge, un aumento dell’Irap dello 0,92% per le sale gioco e i bar che ospitano le slot
di 500 metri nei Comuni sopra i 5 mila abitanti dai «luoghi sensibili» come le scuole, i luoghi di culto, gli impianti sportivi, gli ospedali, le case di riposo, le banche e gli sportelli bancomat, i «compro oro», le stazioni ferroviarie e degli autobus. Ma l’assessore al Sociale Manuela Lanzarin respinge le accuse: «Non ho mai incontrato alcuna lobby (in effetti, mentre a Palazzo Ferro Fini si teneva l’incontro in questione con alcuni consiglieri, Lanzarin era a Palazzo Balbi col governatore Luca Zaia, ndr) e gli emendamenti sono stati presentati prima, sulla base di
un’indicazione del nostro ufficio legislativo secondo cui la norma sulle distanze non poteva essere retroattiva perché avrebbe leso i diritti quesiti dei titolari di licenza. Correvamo il rischio di un’impugnativa alla Corte costituzionale,
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L’assessore Lanzarin Nessun cedimento alla lobby, rischiavamo l’impugnazione alla Corte Costituzionale
come è accaduto in Lombardia». Lanzarin contesta poi che questa variazione svuoti di contenuto la legge: «Resta un provvedimento tra i più restrittivi in Italia, visto che innalza l’aliquota Irap per gli esercenti che installano apparecchiature da gioco al valore massimo possibile: lo 0,92% rispetto allo 0,20% previsto dall’articolo 20 del Collegato del 2015 alla legge di Stabilità. Una scelta chiara, che va nella direzione di utilizzare tutti gli strumenti che possono essere lecitamente utilizzati come deterrente». Soddisfatto anche il leghista Riccardo Barbisan, primo firmatario di una delle leggi poi unificate nel testo approvato ieri: «Finalmente il Veneto si dota di una legge che affronta e combatte il complesso fenomeno della ludopatia, introducendo restrizioni severe senza penalizzare oltremodo un settore che fin qui ha seguito regole diverse». Parole che non hanno convinto il gruppo del Movimento Cinque Stelle, che ha votato contro («La legge è troppo permissiva e scende a molti compromessi, come la previsione di sole 6 ore di spegnimento delle slot e di chiusura delle sale gioco» dice Erika Baldin), e neppure il Pd, che si è astenuto: «Per quanto riguarda la norma finanziaria, la Regione non mette niente di proprio ma solo quello che riceve dallo Stato - sottolinea Claudio Sinigaglia -. Spiace poi che sia stata bocciata la nostra proposta di vincolare le sanzioni al Piano dipendenze, per “finalizzarle”». Marco Bonet
I numeri ● Il Veneto è la terza regione in Italia per quantità di denaro giocata alle slot, nel 2017 il volume delle giocate ha superato i 6,1 miliardi di euro ● La spesa pro capite (compresi neonati e centenari) di 1244 euro ● Si stima che i giocatori d’azzardo problematici siano 32.500 (cioè lo 0,8 % della popolazione attiva) e che quelli patologici, che cioè si rivolgono ai Servizi pubblici per le dipendenze, siano tra i 3.700 e i 3.200
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Film commission, primi 70 mila euro E a ottobre nuovo bando da 5 milioni Corazzari: «Contributi anche a The Young Pope ed Effetto Domino»
VENEZIA Nei giorni in cui il Lido di Venezia ribolle di cinema con la 76ma Mostra, il Bur regionale riporta uno stanziamento di settantamila euro per la Fondazione Veneto Film Commission. La chimera del cinema regionale, frantumata per anni in piccole realtà provinciali, dopo la nomina del Cda guidato da Luigi Bacialli, sta gradualmente prendendo forma. Certo, per ora si tratta di «spiccioli» che per un 50% vengono espressamente destinati al Fondo patrimoniale di garanzia. Insomma. Fin qui si completa la lista degli adempimenti burocratici ma il piano per i prossimi due anni è una dotazione di circa 200 mila euro l’anno (fino al 2021) e l’arrivo nella sede di via Settembrini a Mestre, di un direttore (entro fine mese) e due dipendenti. I più scettici, in sala proprio al Lido, hanno probabilmente storto il naso davanti ai titoli di coda di «gioielli» veneti come «Effet-
Sconfini «Effetto domino» al Lido nella sezione Sconfini
to domino». Un film prodotto da quel Francesco Bonsembiante della Jolefilm che ha lottato a lungo perché la regione con più set naturali in Italia si dotasse finalmente di un organismo dedicato alla promozione soprattutto per produzioni internazionali. Ecco, «Effetto domino» è stato realizzato con il sostegno dell’Alto Adige Film Commis-
sion. «Ma attenzione - puntualizza l’assessore regionale alla Cultura Cristiano Corazzari - Effetto domino ha avuto 400 mila euro dal Veneto». Ed è la verità. Ma nei titoli di coda campeggia solo il logo del bando Por-Fesr da cui arrivano i fondi che sono al 50% di provenienza europea, al 35% statale e al 15% regionale. Un altro film tutto veneto eppure sostenuto dalla Emilia-Romagna Film Commission è «Mio fratello rincorre i dinosauri» girato in Emilia anziché a Castelfranco dov’è ambientato. In quel caso, spiegano in Regione, è solo perché all’uscita del bando veneto, a dicembre 2018, la produzione era già terminata. A far chiarezza è lo stesso Corazzari: «Il bando di dicembre scorso partiva con 1,5 milioni poi rimpinguato fino a 3 milioni. Il prossimo potrebbe essere anticipato di un paio di mesi a ottobre salendo circa a 5 milioni visto che il primo è
andato così bene e alla luce dei tanti incontri di questi giorni alla Mostra». Funziona così. La Veneto Film Commission di cui si sta delineando la struttura, per ora non emanerà direttamente i bandi di finanziamento, si occuperà principalmente di promozione per attrarre produzioni cinematografiche in Veneto. E le «esche» per far COMUNE DI TREVISO Via Municipio n. 16 - 31100 Treviso - telefono 0422.658380
AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO Si rende noto che, a seguito di procedura aperta, è stata aggiudicata la concessione del servizio di ristorazione scolastica a ridotto impatto ambientale alla ditta Euroristorazione S.r.l. con sede in Torri di Quartesolo (VI) che ha ottenuto il punteggio complessivo maggiore (81,26/100) ed offerto il prezzo per singolo pasto di € 4,450 + Iva. L’avviso integrale è pubblicato all’Albo pretorio comunale e sui siti web www.comune.treviso.it e www.serviziocontrattipubblici.it. ed inviato alla G.U.U.E. il 29.08.2019. Il Dirigente del Settore AA.GG., Risorse Umane, Contratti e Appalti Dott. Flavio Elia
arrivare in regione le troupes sono, certo, i finanziamenti ma anche tutta una serie di facilitazioni alle riprese. Per ora si sono distribuiti contributi proporzionali alla spesa sul territorio. 800 mila euro per la nuova stagione di «The young pope» (al produttore esecutivo veneto, la 360 Degrees); 200 mila alla romana Emma film per «Mancino naturale» girato nel Veronese e non ancora uscito; 400 mila euro a Ipotesi cinema per «Il grande passo» di Antonio Padovan con Giuseppe Battiston (in lavorazione); 600 mila a Gli Alcuni di Treviso per un film d’animazione e 400 mila alla veronese K+ che dopo «Finché c’è prosecco c’è speranza» lavora a «Si muore solo da vivi». Infine, 200 mila euro sono andati a 11 fra documentari e cortometraggi, ad esempio a Zeta Group per il film su Tintoretto. M.Za. © RIPRODUZIONE RISERVATA
È morto Ennio Rossignoli, anima culturale di Cortina PIEVE DI CADORE (BELLUNO)
Con Ennio Rossignoli (1932 - 2019), scomparso sabato a Pieve di Cadore, se ne va uno scrigno prezioso di memorie, storie, aneddoti brillanti del mondo letterario che riguarda cinquanta e più anni di vita culturale di Cortina d’Ampezzo e del Cadore. Triestino di nascita, laureato in lettere antiche con una specializzazione in archeologia, critico letterario e insegnante, era uomo di cultura vastissima, insieme enciclopedica e leggera. Aveva partecipato da giovane pianista al bebop dell’immediato dopoguerra, suonando per gli americani a fianco di Benny Goodman e Lelio Luttazzi, nella sua Trieste. Si era trasferito a Cortina a fine anni Cinquanta, dove aveva insegnato ed era stato a lungo preside di scuola superiore. Ma soprattutto, per una vita intera, aveva animato le estati letterarie cortinesi all’Hotel Savoia e in varie altre sedi, presentando migliaia di incontri e conoscendo personalmente, tra gli altri, Giovanni Spadolini, Leonardo Mondadori, Giulio Andreotti, Francesco Cossiga. Quando era chiamato a presentare un libro si affacciava con una breve, cesellata presentazione che aveva appuntato su dei piccoli fogli che leggeva in apertura. Era elegante e forbita, un gran sipario di velluto d’altri tempi che si apriva sontuosamente sull’autore. Ironico, equilibrato, laico nell’approccio alle persone e nel giudizio verso il prossimo, aveva collaborato a lungo per i quotidiani locali, da «Voci di Cortina» a «Il Cadore» al «Corriere delle Alpi». Ideologicamente era un progressista, nutrito di un ottimismo particolare per i giovani, per le cose nuove, per il futuro. La riunione del Premio Cortina, a fine giugno scorso, di cui era giurato, alla quale aveva partecipato avventurosamente, è stata la sua ultima uscita. Tra le cose che lascia, con la sola forza dell’esempio, è l’idea che la cultura, che non ha potere né tende ad esso, sia innanzitutto formazione e dedizione agli altri. E che abbia come unica autodifesa l’autorevolezza: la forma è sostanza. Francesco Chiamulera © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
Mercoledì 4 Settembre 2019 www.gazzettino.it
Medici in corsia già al secondo anno Regione, Università e Ordini studiano la possibilità di anticipare `Palazzo Balbi conferma l’assunzione dei 500 laureati e abilitati il tirocinio degli specializzandi per tamponare l’emergenza veneta ma apre a nuove soluzioni. Al via la verifica delle aree scoperte `
IL VERTICE VENEZIA Ampliare l’impiego degli specializzandi, utilizzandoli a rotazione in più ospedali e anticipandone il tirocinio già al secondo anno. È l’ipotesi al vaglio di Regione, Università e Ordini dei medici, che ieri hanno ufficialmente avviato il confronto sulla mancanza di 1.300 camici bianchi in Veneto, decidendo di studiare anche questa possibilità in aggiunta all’assunzione dei 500 laureati e abilitati in Pronto Soccorso, Medicina e Geriatria. «Noi continuiamo a confermare le scelte prese in emergenza, per cui non ritiriamo le due delibere, ma questa è una bella apertura in attesa di riaggiornarci la prossima settimana», ha dichiarato il governatore Luca Zaia al termine dell’incontro.
LA COLLABORAZIONE Attorno al tavolo si sono seduti l’assessore Manuela Lanzarin, affiancata dal direttore generale Domenico Mantoan e dal dirigente Claudio Costa, i presidenti delle Scuole di medicina di Padova (l’uscente Mario Plebani e l’entrante Stefano Merigliano) e di Verona (Domenico De Leo), e i vertici provinciali degli Ordini: Umberto Rossa (Belluno), Francesco Noce (Rovigo), Luigino Guarini (Treviso), Paolo Simioni (Padova), Giovanni Leoni (Venezia), Carlo Rugiu (Verona) e Mi-
IL TAVOLO Alcuni presidenti degli Ordini provinciali dei medici e l’assessore Manuela Lanzarin
chele Valente (Vicenza). Dopo le tensioni ferragostane, le parti hanno parlato di «clima di fattiva collaborazione» e di «proposte consensuali», pur con qualche puntualizzazione nelle rispettive premesse: la Regione ha rimarcato che «c’è pieno accordo sulla necessità che il Governo nazionale aumenti le borse di specialità fino a portarle in numero pari ai laureati», mentre
Atenei e Ordini hanno ricordato che «la formazione dei medici e dei medici specialisti non può prescindere dalle normative vigenti che la pongono in capo all’Università ed alle relative Scuole». Ad ogni modo Palazzo Balbi auspica «una soluzione finale condivisa» e i dottori aprono a «soluzioni operative capaci di risolvere le carenze straordinarie, da intendersi come transi-
torie».
I PUNTI In vista della prossima riunione tecnica, fissata per lunedì 9 settembre nella sede di Azienda Zero a Padova, sono stati fissati alcuni punti di lavoro. Verrà avviata una ricognizione delle carenze nelle singole aree specialistiche, distinguendo quali rientrano nella rete formativa delle
due Scuole e quali no, prevedendo l’opportunità di allargare la circolazione degli specializzandi, in termini sia di sedi che di anni (già al secondo, non all’ultimo). Saranno attuate le direttive ministeriali che impongono la turnazione degli specializzandi in tutte le strutture della rete formativa, «con riconoscimento da parte delle Scuole di specialità dei livelli crescenti di autonomia e di responsabilità individuale», con l’obiettivo di preservare la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti. Saranno valutati i margini di un ulteriore ampliamento delle reti formative, anche attraverso un aumento dei finanziamenti regionali delle borse di specialità, «che però sono già 90 e comunque richiedono anni, mentre l’urgenza va risolta adesso», ha fatto presente la Regione. Università e Ordini hanno inoltre proposto «la stabilizzazione dei precari assunti/incaricati a vario titolo per poter determinare le reali esigenze di copertura degli organici». Positivo il commento della Fp Cgil con il segretario Daniele Giordano: «Auspichiamo che le parole dell’assessore Lanzarin si traducano in fatti e che vi sia un reale confronto prima di applicare le delibere. Ci aspettiamo che su questi punti la discussione sia reale e che il Veneto sia da stimolo per un nuovo protagonismo della sanità pubblica di qualità». Angela Pederiva
VENEZIA Semaforo verde al regolamento che obbliga gli alloggi in locazione turistica a dotarsi del codice identificativo. Su proposta di Federico Caner, assessore regionale al Turismo, ieri la Giunta ha approvato il testo che disciplina gli obblighi informativi in applicazione della legge varata all’unanimità nel giugno scorso dal Consiglio. «Contiamo di contrastare in modo efficace il sommerso e la concorrenza sleale, favorendo le attività di controllo a tutela del consumatore e degli operatori che lavorano nel rispetto delle regole», spiega il leghista. Le nuove regole entreranno in vigore dopo 60 giorni dalla pubblicazione sul Bur. Soddisfatta Federalberghi con il presidente regionale Marco Michielli: «Un grazie alla Regione, che è stata di parola e ha fatto la sua parte nella lotta alla piaga dell’abusivismo nel settore ricettivo. Confidiamo che, per onorare il percorso e l’impegno della Regione verso un regime di trasparenza, correttezza e concorrenza leale, i primi cittadini si diano finalmente una mossa».
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Zaia in difesa del centro anti-asma «Nessun hotel, le Regioni ci aiutino» A MISURINA VENEZIA Da qualche giorno nell’aria circola la voce, alimentata via social e tivù dallo scrittore Mauro Corona, secondo cui l’istituto anti-asma Pio XII di Misurina a fine anno chiuderebbe per diventare «un Grand Hotel», in vista dei Mondiali di sci alpino e delle Olimpiadi Invernali. «Balle paurose», le ha definite ieri il
governatore Luca Zaia, ritenendole tanto tossiche quanto i veleni che causano le patologie respiratorie ai piccoli pazienti del centro di eccellenza di Auronzo di Cadore, uno dei quattro nel mondo a godere di condizioni climatiche e ambientali tali da garantire un’esposizione estremamente ridotta ad acari, pollini e inquinanti. Per questo Palazzo Balbi ha deciso di mettere a tacere la ridda di dicerie accogliendo due ri-
Codice identificativo c’è il regolamento
ECCELLENZA MONDIALE L’istituto Pio XII è affacciato sul lago di Misurina ad Auronzo di Cadore (Belluno)
chieste della Onlus, che è sua fornitrice di servizi e fa capo alla diocesi di Parma: promuoverne le attività fra le sue Ulss e nelle altre Regioni.
I NUMERI Il problema è di numeri, ha spiegato Zaia, precisando di essere «in costante contatto» sia con i vertici locali, sia con il vescovo titolare: «Ogni anno garantiamo un budget di 1,2 milioni, la cifra
Alloggi turistici
che serve alla struttura per reggersi, curando però almeno 1.200 pazienti. Invece dall’inizio dell’anno a oggi ne sono arrivati solo 756. E nel 2018 il controvalo-
re dei 1.847 trattamenti stabili e dei 1.017 accessi diurni è stato di 758.000 euro. Per questo, anche se non sarebbe compito nostro, abbiamo accettato di sensibiliz-
zare la rete dei nostri pediatri e la Conferenza delle Regioni sulla qualità di questo istituto, pur rispettando ovviamente le scelte dei medici che devono autorizzare le cure. Ma non accettiamo che si dica che la Regione vuole chiudere un polo sanitario che non è neanche suo. Il problema è che sono stati chiusi troppi bar e allora certa gente parla a vanvera su Internet...». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
TRIBUNALE DI PADOVA - Fallimento n. 4/2019 INVITO A PRESENTARE OFFERTE IRREVOCABILI DI ACQUISTO PER RAMO D’AZIENDA E COMPENDIO IMMOBILIAREIN LOTTO UNICO Il Curatore del fallimento in intestazione, dott. Marco Amato, con Studio in Albignasego (PD), Via Battaglia n. 71, tel. 049.2131870, fax 049.2131705 email amato@studiocomm.org, INVITA gli interessati a presentare offerte irrevocabili d’acquisto, in LOTTO UNICO, per ilramo d’aziendae per il compendio immobiliaredi proprieta’ della societa’ fallita, condotti in afitto da terzi, di seguito sommariamente descritti. IL RAMO D’AZIENDA Il ramo d’azienda ha ad oggetto l’attività di commercio all’ingrosso e al dettaglio di materiale da costruzione e noleggio oltre alla raccolta e stoccaggio di materiale da risulta, condotta in Abano Terme (PD) Via Romana 12, ed è analiticamente descritta nella perizia di stima redatta dal consulente all’evenienzanominato. IL COMPENDIO IMMOBILIARE Ubicazione e descrizione: Abano Terme (PD), Via Romana 12 Capannoni (quattro corpi – supericie lorda complessiva mq. 3.000 ca.) Palazzina ufici (supericie commerciale mq. 438 ca.) Terreno (supericie catastale mq. 21.189) Diritto venduto: piena proprietà Descrizione catastale: Fg.
Part.
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Consist.
13,5 vani
Supericie catastale 420 mq
Rendita
Indirizzo
19.522,07
Via Romana 12 – P. T
2.298,72
Via Romana 12 – P T-1-2
Occupazione: il compendio immobiliare risulta ricompreso nell’azienda afittata a terzi. La puntuale descrizione del compendio immobiliare e’ riportata nella perizia redatta dal consulente all’evenienza nominato. Al prezzo minimo di € 2.240.000,00 (duemilioniduecentoquarantamila), pariall’offerta irrevocabile gia’ ricevuta, oltre alle spese ed imposte di trasferimento a carico dell’acquirente. Gli interessati dovranno far pervenire presso lo Studio del sottoscritto Curatore in 35020 Albignasego (PD) Via Battaglia n. 71/B, entro le ore 12,00 del giorno 15 ottobre 2019le rispettive offerte irrevocabili di acquisto in busta chiusa e secondo le modalità di cui all’ “invito a presentare offerte di acquisto” pubblicato. Le offerte saranno aperte direttamente dal Curatore fallimentare, presso il suo Studio, il giorno 15 ottobre 2019 alle ore 15,00 cui farà seguito, in caso di piu’ offerte ritenute valide, la relativa gara competitiva. Le condizioni generali di garasono quelle indicate nel “disciplinare di gara” per il lotto. Il termine del saldo prezzo in caso di aggiudicazione non potrà essere superiore a 120 (centoventi) giorni dalla aggiudicazione. La cessione diretta potrà essere effettuata entro il medesimo termine in base al testo predisposto dalla Procedura. Il presente invito non costituisce inizio di trattative e non comporta alcun obbligo della Procedura nei confronti dei soggetti interessati nè, per questi ultimi, alcun diritto di qualsivoglia prestazione da parte della Procedura. Il presente avviso non costituisce un invito a presentare offerta al pubblico ai sensi dell’art. 1336 c.c. o promessa al pubblico ai sensi dell’art. 1989 c.c.. Il Curatore
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MERCOLEDÌ 4 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
La sanità del Veneto
Primo sì ai medici specializzandi in corsia Intesa tra Regione, atenei di Padova e Verona, Ordini: 200-300 neolaureati al lavoro in ospedale con la supervisione dei tutor Filippo Tosatto VENEZIA. Un contingente di
2-300 medici specializzandi, al secondo anno di formazione post laurea, da inviare in corsia per fronteggiare l’emorragia di camici bianchi che rischia di paralizzare interi reparti ospedalieri. È il primo spiraglio nel confronto avviato in Regione con le università di Padova e Verona e gli Ordini professionali dopo la controversa decisione di Luca Zaia che, in via straordinaria, ha autorizzato le Ulss in debito d’ossigeno ad assumere 500 laureati abilitati ma ancora privi di specialità, in deroga ai requisiti previsti dalla legislazione nazionale. Circostanza che ha suscitato la protesta degli atenei e l’impugnazione al Tar da parte del sindacato di categoria Anaao-Assomed.
re della sanità Domenico Mantoan, i presidenti delle Scuole di medicina e chirurgia e la Federazione degli Ordini: ribadite le divergenze sulle procedure della formazione e le modalità contrattuali, è emersa però la volontà di rafforzare con urgenza le prestazioni “strategiche” (pronto soccorso, pediatria, anestesisti, ortopedici) pena la sospensione di servizi essenziali. Unanime la richiesta al Governo di incrementare l’insufficiente dotazione di borse di studio mentre le università venete, in una nota congiunta, «riconoscono la criticità della situazione e la necessità di collaborare fattivamente con la Regione proponendo soluzioni operative capaci di risolvere le carenze straordinarie, da intendersi come transitorie» nel rispetto «del quadro normativo nazionale ed europeo».
Zaia: uniti per garantire l’assistenza ai pazienti Lanzarin: disponibili a modificare la delibera Le scuole universitarie: «Rotazione esterna ampliata nel rispetto della legislazione»
Il governatore Zaia con l’assessore alla sanità Lanzarin; e un’équipe chirurgica al lavoro in sala operatoria: nel Veneto mancano circa 1300 medici IL COMITATO SCIENTIFICO
TRA PROTESTE E DIALOGO
«Confermiamo la decisione presa in emergenza ma siamo aperti al dialogo», le parole del governatore «e ringrazio i nostri interlocutori che hanno dimostrato di far parte della squadra. Siamo al lavoro su vari punti, tutti qualificanti, e condividiamo l’obiettivo di garantire ai pazienti tutta l’assistenza di cui hanno bisogno, arginando una crisi che viene da lontano e che ha cause e colpevoli esclusivamente a livello nazionale: se al Veneto mancano 1300 medici, in Italia il deficit supera i 56 mila. Il ricorso pendente? Finché un tribunale non ci fermerà noi andiamo avanti, convinti che ci siano attività in corsia delegabili a medici non specializzati: il recente episodio del ragazzo neolaureato che ha salvato una signora in treno testimonia come siano ben preparati». LE PRESTAZIONI CRUCIALI
Tant’è. Il tavolo di Palazzo Balbi ha riunito l’assessore Manuela Lanzarin, il diretto-
Nel concreto, c’è la disponibilità ad agire sul versante degli specializzandi «che già stanno ruotando sulla rete formativa e di quelli che potenzialmente, anticipando l’anno di rotazione all’esterno delle sedi istituzionali, potrebbero essere immessi nelle reti formative regionali». Rinforzi ospedalieri, sì, con la supervisione dei tutor e l’obiettivo di «stabilizzare i precari assunti/incaricati a vario titolo», valutando un «ulteriore ampliamento» della rete di specialità. Per parte sua, l’amministrazione leghista rinuncia a blindare il provvedimento: «A breve si riunirà il comitato scientifico della Scuola di sanità pubblica alla quale sarà affidata la parte teorica della formazione dei medici abilitati», conclude Lazzarin «ascolteremo le valutazioni ministero e atenei e abbiamo concordato la possibilità di apportare eventuali modifiche alla delibera regionale qualora emergessero come opportune da parte degli esperti». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
i commenti
Resta il nodo della formazione Cgil: dialogo sì, ma costruttivo VENEZIA. Commenti, cauta-
mente, favorevoli ai progressi nelle trattative sul versante dei medici. Resta però il “veto” dei sindacati di categoria all’assunzione diretta di neolaureati privi di specialità. «Prendiamo atto della fattiva volontà della Regione Veneto, in mancanza di risposte convincenti da parte delle istituzioni nazionali, di affrontare la grave situazione della carenza di medici, e ci compiaciamo dell’implicito riconoscimento dell’assoluta necessità di reclutare soprattutto specialisti internisti, geriatri e urgentisti», è la nota diffusa dai presidenti delle società
di Medicina interna (Simi), Medicina d’emergenza-urgenza (Simeu)e Geriatria e Gerontologia (Sigg) «ma affrontare casi complessi, in urgenza e non, implica lo sviluppo di una esperienza e di un percorso logico-deduttivo ben strutturato che non possono certo essere il frutto di 92 ore di lezione e due mesi di tirocinio. Si esporrebbero medici non specialisti al rischio di errore e conseguente contenzioso e i malati a ovvi rischi per la loro salute; le tariffe assicurative per questi pseudospecialisti lieviterebbero a dismisura». A riguardo, chiosa il leader veneto dell’associazione dei prima-
ri ospedalieri Giampiero Avruscio, c’è una novità positiva: «Nell’ambito della formazione esterna, sia obbligatoria che facoltativa, viene riconosciuta come formazione anche l’attività di docente, relatore e moderatore a congressi/convegni/seminari per interventi di durata non superiore ad un’ora per giornata». Favorevole ad un “impegno sul campo” dei neolaureati è il direttore della scuola di specialità ginecologica di Padova, Erich Cosmi: «In clinica i nostri giovani in formazione fanno visite ambulatoriali ed eseguono interventi già nel terzo anno, pur con la presenza di colle-
Questa facile lettura vi propone di intraprendere un viaggio magico, alla scoperta dei misteri dell’Universo: dal Big Bang al nostro Sistema solare con i suoi pianeti; dalle galassie fino a riconoscere le costellazioni.
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ghi esperti, come avviene nelle realtà più avanzate d’Europa». La Cgil, infine, apprezza la disponibilità al dialogo espressa da Manuela Lanzarin: «Bene l’apertura al confronto prima di applicare la delibera», afferma Daniele Giordano, segretario della Funzione pubblica Veneto «ora bisogna passare dalle parole a fatti. In questi anni abbiamo più volte sollecitato l’esigenza di affrontare le condizioni di lavoro nei nostri ospedali e la grave carenza di personale che, a nostro avviso, non riguarda solo la dirigenza medica ma anche gli infermieri ed il personale tecnico»; «Ci aspettiamo che su questi punti la discussione sia reale», conclude il sindacalista «e che il Veneto sia da stimolo per unnuovo protagonismo della sanità pubblica di qualità, evitando di mandare allo sbaraglio giovanilaureati senza l’adeguata preparazione». —
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Belluno
Mercoledì 4 Settembre 2019 www.gazzettino.it
Vaia, dalla Ue arrivano 277 milioni La decisione annunciata dall’europarlamentare Dorfmann `Attivato così il Fondo di Solidarietà Europeo: manca solo dopo il voto di ieri in Commissione Bilancio a Bruxelles l’ultimo passaggio con la votazione plenaria a Strasburgo `
IL VIA LIBERA BELLUNO L’Unione europea ha destinato 277 milioni all’Italia per il post-Vaia. Il governatore Zaia: bene, e il Veneto ne ha già impegnati 377. Ieri l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann da Bruxelles ha riferito: «Oggi è arrivato il via libera ai 277 milioni di euro del Fondo di Solidarietà Europeo per i danni del maltempo di fine ottobre 2018, in particolare quelli legati al passaggio della tempesta Vaia sul nostro territorio».
L’URAGANO Tra sabato 27 e le prime ore di martedì 30 ottobre 2018 l’Italia è stata colpita da una fase perturbata tra le più intense, complesse e rovinose da molti anni. La tempesta Vaia è, infatti, l’evento di maggior disturbo agli ecosistemi forestali mai registratosi in Italia, anche se a livello mondiale è poca cosa rispetto ad uragani che hanno schiantato centinaia di milioni di piante. Stando ai dati forniti lo scorso febbraio da Gerardo Chirici dell’Università di Firenze ospite ad Agordo, ad oggi si stima che la tempesta Vaia abbia interessato 473 Comuni, un territorio complessivo di 2.300.771 ettari. La copertura forestale nell’area interessata è stimata in 1.366.544 ettari, pari a circa il 60% del totale dei 473 Comuni interessati. La Regione più colpita è stata il Veneto. La completa distruzione del bosco ha riguardato 41.491 ettari, per un totale stimato di 8.689.754 metri cubi di legname.
L’EUROPARLAMENTARE All’indomani del tormento Vaia ci aveva pensato Dorfmann a farsi carico di raccogliere le stime dei danni per poter presentare il conto all’Ue. Detto, fatto. «Questa mattina c’è stato il voto nella Commissione per i bilanci, della quale sono membro in questa legislatura. Manca solo un ultimo passaggio formale, con la votazione in plenaria che si terrà
«MI ERO SUBITO ATTIVATO E LA DECISIONE HA AVUTO TEMPI PIÙ LUNGHI DEL PREVISTO A CAUSA DELLE ELEZIONI EUROPEE»
tra un paio di settimane a Strasburgo, ma possiamo dire che ormai è fatta», commenta Dorfmann. Il conto dei danni presentato dall’Italia per i danni provocati dal maltempo su tutto il territorio nazionale lo scorso autunno superava di poco i 6 miliardi.
sia stato finalmente approvato», spiega Dorfmann. Ora la palla passa a Roma, che dovrà stabilire la ripartizione del Fondo sul territorio nazionale. Sono infatti quindici le regioni italiane che la tempesta ha colpito lo scorso ottobre e che ora hanno diritto agli aiuti.
IL FONDO DI SOLIDARIETÀ
IL GOVERNATORE
La Commissione europea aveva proposto l’attivazione del Fondo di Solidarietà Europeo per 277 milioni a favore dell’Italia, decisione confermata dal voto di ieri in Commissione per i bilanci. «In Veneto Vaia ha fatto danni enormi tra il 27 e il 30 ottobre 2018. Già durante la scorsa legislatura, pochi giorni dopo il passaggio di Vaia, avevo chiesto l’attivazione del Fondo di Solidarietà Europeo. Sono soddisfatto che questo intervento finanziario
L’ arrivo dei 277 milioni ha sollevato anche chi governa in Regione a Venezia. «Una buona notizia da Bruxelles perché servono altre risorse per continuare l’enorme opera di ripristino e ricostruzione che abbiamo messo in piedi nei territori devastati – incalza il presidente Luca Zaia -. Abbiamo interamente impegnato i 377 milioni di euro, comprensivi dei primi sostegni per privati ed imprese, da investire per l’anno in corso e da cantierare entro il 30 settembre. Più del 70% delle opere è stato contrattualizzato e abbiamo necessità di almeno altri 50 milioni per far fronte ai danni ai privati». Il governatore, nella sua veste di commissario delegato per il maltempo di ottobre 2018, commenta così l’approvazione della proposta della Commissione Ue. Il via libera definitivo è atteso il 18 settembre quando il provvedimento sarà al vaglio del Parlamento europeo. «La Regione Veneto ha mantenuto i patti con Ministero dell’Economia e delle Finanze, – sottolinea Zaia – questo nonostante le difficoltà e la mancanza di risorse. Abbiamo già progettato opere per il prossimo anno per 80 milioni e abbiamo necessità, oltre a quanto già stanziato dal Governo pari a 977 milioni di euro in tre anni, di ulteriori 400 milioni». «Il Veneto ha fatto e sta facendo uno sforzo enorme per far fronte al post Vaia, – conclude Zaia – attendiamo le risorse anche da Bruxelles, pronti ad utilizzarle con la massima trasparenza e tutta l’efficienza che richiede la gestione di oltre mille cantieri per far rinascere la nostra montagna ferita». Federica Fant
Il sostegno Sono 15 le regioni a beneficiarne
EURODEPUTATO Herbert Dorfmann
Il sostegno del Fondo viene calcolato con parametri che tengono conto anche dei Pil regionale e nazionale, e in media varia fra il 2,5% e il 6% della stima dei danni fornita dagli stati (nel caso italiano, il 4,4%). Sono 15 le regioni italiane che potranno avere accesso alle risorse del Fondo, e la ripartizione sarà competenza del governo italiano. Il Fondo di Solidarietà è nato nel 2002, e in questi anni è stato utilizzato 80 volte a livello europeo, 9 delle quali in Italia, che risulta essere il Paese che più ne ha dovuto chiedere l’accesso con oltre 2,5 miliardi di euro di aiuti sul territorio nazionale.
ZAIA: «BUONA NOTIZIA, LA REGIONE VENETO HA GIÀ IMPEGNATO 377 MILIONI DI EURO DEL GOVERNO PER L’ANNO IN CORSO»
LA RICOSTRUZIONE Si è lavorato per tutta l’estate nei boschi devastati da Vaia
Una consulenza sulla Fiat 500 per chiarire l’incidente L’INDAGINE BELLUNO Ci sarà inevitabilmente una consulenza, che verrà disposta dalla Procura, per chiarire l’incidente mortale avvenuto domenica mattina sulla statale 50, di fronte a arredamenti Bona e Gava. Uno schianto tragico, che non ha coinvolto altri veicoli, nel quale ha perso la vita il 19enne di Longarone Cristian Gabriele Palazzolo. Oggi pomeriggio alle 15 nella chiesa di Longarone l’ultimo saluto al giovane. Il paese si fermerà per rendere omaggio al ragazzo e stare vicino alla famiglia. Nel dolore mamma Rosa Maria e papà Pietro e i fratelli del 19enne, Veronica e Michele.
BOLLETTINO SANITARIO
un complicato intervento chirurgico. Per lui ci sono segnali positivi e sembrava dovesse essere risvegliato dal coma farmacologico. Stazionaria anche l’altra ragazza ricoverata al Ca’ Focnello, la 17enne di Ponte nelle Alpi, Deborah De Col, sottoposta una operazione delicatissima e lunghissima, subito dopo l’incidente durata diverse ore. Positivo il decorso di Tommaso Mitrugno, 23enne di Ponte, ricoverato a Belluno per un trauma al volto. E cosciente fin dal primo momento la sorella del conducente, la 17enne Gaia, in Ortopedia a Belluno.
Restano stazionarie, al momento le condizioni degli altri 4 ragazzi che viaggiavano sulla Fiat 500 che si è schiantata contro un platano e poi ha finito la sua corsa fuori strada. Il giovane che era alla guida: Mattia Vascellari, 25 anni di Safforze, che in terapia intensiva all’ospedale di Treviso, dopo essere stato sottoposto a
OGGI LONGARONE SI FERMA PER L’ULTIMO SALUTO A CRISTIAN, IL 19ENNE MORTO NELLO SCHIANTO
LA RICOSTRUZIONE L’INDAGINE la Fiat 500 della tragedia sotto la lente degli inquirenti
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Proseguono gli accertamenti della polizia stradale di Bel-
luno, che, sotto la guida dell’ispettore Loretta Chenetti sta ricostruendo l’incidente e le ultime ore prima della tragedia. Stanno verificando quanto detto dalla 17enne Gaia su quello che la comitiva ha fatto quella notte. Hanno effettuato accertamenti anche sulla Fiat 500, sotto sequestro. È stato accertato che Cristian, il giovane deceduto era seduto sul sedile posteriore. Davanti accanto al guidatore c’era invece Tommaso Mitrugno. Le due ragazze erano dietro. Ci vorranno invece 15 giorni per conoscere i risultati degli esami tossicologici e dell’alcolemia del conducente. Mattia Vascellari è indagato per omicidio stradale e lesioni stradali.
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Mercoledì 4 Settembre 2019 Corriere del Veneto
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Berton: «Fredella e Cervellera, la forza delle donne» La presidente di Confindustria: «Questore e comandante esempio per le giovani bellunesi»
Leader Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, saluta i nuovi arrivi
BELLUNO «Siamo una provincia di donne soggetto e lo dobbiamo rivendicare con forza». La presidente di Confindustria Belluno Dolomiti Lorraine Berton commenta così l’arrivo del nuovo questore Lilia Fredella e il ritorno dopo un lungo periodo di assenza del comandante della stazione dei carabinieri di Belluno Emanuela Cervellera. «Penso siano due esempi di grande rilevanza per tutte le giovani della nostra terra – spiega la numero uno degli industriali -, un segnale che
non bisogna avere paura ad assumersi dei rischi anche nella vita professionale. Nelle forze dell’ordine come nell’imprenditoria molte cose sono cambiate e Belluno, da questo punto di vista, non è seconda a nessuno. Dobbiamo andare avanti su questa strada e far capire alle nostre giovani che il futuro è nelle loro mani». Lilia Fredella, 54enne nata a Venezia ma cresciuta a Belluno, è la poliziotta che incastrò Massimo Bossetti, l’operaio condannato all’ergastolo nel 2018 per l’omi-
A capo della questura Lilia Fradella, da lunedì a Belluno
cidio della tredicenne Yara Gambirasio. Nel curriculum del questore anche l’Expo, il G-7, una missione in Kosovo con le Nazioni Unite e la direzione di vari commissariati italiani. Lunedì ha preso il posto di Lucio Aprile. Mentre il comandante dei carabinieri di Belluno Emanuela Cervellera è stata promossa al grado di «maggiore». Anche lei è tornata al lavoro lunedì dopo un periodo di assenza dovuto alla seconda gravidanza. «Come Confindustria Belluno Dolomiti - conclude Lor-
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raine Berton - stiamo attivando con Adapt un osservatorio sull’imprenditoria femminile e studiando, accanto a Reviviscar, delle iniziative ad hoc per le scuole dove proporre testimonianze di donne che ce l’hanno fatta in settori prevalentemente maschili. Ovviamente è mia intenzione invitare anche il nuovo questore e il comandante dei carabinieri della stazione di Belluno. Il problema dello spopolamento nel Bellunese si combatte anche così, portando casi di successo e trasmettendo alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi la cultura del rispetto, della libertà e del lavoro. Un territorio inclusivo e aperto alle differenze è un territorio vincente». D. P. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Zaia: «Pagheranno fino all’ultimo centesimo» Governatore furioso con i due alpinisti spagnoli. Il Suem: «Spesi 10 mila euro, il loro è un caso di stupidità» «Verificherò che paghino fino all’ultimo centesimo e se servirà sono pronto a corrergli dietro con gli avvocati». Ieri mattina è arrivata anche l’ira del governatore del Veneto Luca Zaia nei confronti della coppia spagnola che, rimasta bloccata tre giorni sulle Tre Cime di Lavaredo, ha rifiutato per ben due volte l’aiuto dell’elicottero del Soccorso alpino. Quella che doveva essere una piacevole vacanza nel Bellunese, in uno dei luoghi più famosi e belli delle Dolomiti, si è trasformata in un incubo per i soccorritori che hanno dovuto seguirli passo dopo passo per 36 ore e presto lo sarà anche per loro. Il Suem 118 di Pieve di Cadore sta infatti valutando il costo dell’intervento che si aggirerebbe sui 10 mila euro. «Devono pagare tutto a piè di lista - ha tuonato Zaia -. Non è possibile accettare che l’elicottero arrivi a salvarli per ben due volte, la terza finalmente è andata a buon fine, e loro chiedano informazioni per proseguire. Siamo fuori di testa? Non esiste, non solo che si facciano spese per due che chiedono informazioni al Soccorso Alpino, ma soprattutto che si metta a repentaglio la vita dei nostri ragazzi. Perché andare lì significava avvicinarsi alle creste». I due spagnoli, di 45 e 36 anni, sono stati in vacanza sulle Tre Cime per una settimana insieme ai genitori di BELLUNO
Lo scatto Di Giorgia Hofer
L’immagine La foto scelta dall’ente spaziale Usa è stata realizzata il 9 agosto
Le Tre Cime di Lavaredo «foto del giorno» della Nasa La Nasa sceglie un’altra immagine italiana, di Giorgia Hofer, come foto astronomica del giorno (Astronomy Picture of The Day, Apod). L’immagine, scattata alle 23.30 del 9 agosto, ritrae il cielo delle Dolomiti. «La foto mostra la Luna e Giove in congiunzione sulle Alpi, alla destra delle Tre Cime di Lavaredo», spiega Hofer. Le tre vette, una di fianco all’altra, sono considerate tra le meraviglie naturali più note nel mondo e rappresentano «una bellezza senza tempo. Il silenzio e la pace che si avvertono in questi luoghi, soprattutto di notte, sono impagabili», ha aggiunto l’autrice dello scatto. La foto è stata scattata dal rifugio Antonio Locatelli, nel parco naturale Tre Cime di Lavaredo al confine tra Veneto e Alto Adige, a 2.450 metri. Giorgia Hofer è al suo secondo Apod, dopo il riconoscimento del 5 maggio 2017, con uno scatto della Luna. (d.p.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il 19enne morto
Per un lavoro
Incidente, oggi alle 15 l’ultimo saluto a Cristian
L’Usl incontra il medico-eroe «Esaminate le opportunità»
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ltimo saluto oggi a Cristian Gabriele Palazzolo, il 19enne morto domenica nell’incidente stradale a Belluno. Il funerale sarà celebrato alle 15 nella chiesa arcipretale di Longarone. Palazzolo si trovava sui sedili posteriori di una Fiat 500. Insieme a quattro amici stava percorrendo la statale 50 verso Ponte nelle Alpi. Per cause da accertare l’auto ha sbandato andando a sbattere contro un platano e finendo poi in un prato. Il 19enne è morto mentre gli altri ragazzi sono stati portati due all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso e due in quello di Belluno. Le loro condizioni restano gravi ma non sono in pericolo di vita. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio stradale. Indagato il 25enne autista della Fiat 500. (d.p.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
ncontro di lavoro all’Usl 1 Dolomiti per il medico romano Carlo Santucci. Il 33enne in vacanza a Cortina era salito agli onori della cronaca per aver salvato una donna toscana sul treno da Lienz a Dobbiaco praticandogli un massaggio cardiaco per quasi 40 minuti. Santucci è precario a Roma e ha sempre manifestato l’interesse di lavorare in Veneto. Lunedì l’incontro con il direttore dell’Usl 1 Adriano Rasi Caldogno che si è detto «soddisfatto. Abbiamo avuto solo un colloquio per conoscere le opportunità. Nell’occasione abbiamo manifestato il nostro apprezzamento per ciò che ha fatto. Non era facile in quel contesto e per così a lungo». Santucci ha precisato che «non c’è nulla di definito. Intanto ringrazio il direttore per la disponibilità». (d.p.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Saranno erogati dal Fondo di solidarietà
Tempesta, Bruxelles stanzia 277 milioni per sistemare i danni «Questa l’Europa che vogliamo» Dall’Europa una buona notizia per i territorio devastati dalla tempesta Vaia. La Commissione Bilancio del Parlamento europeo ha dato il via libera ai 277 milioni di euro del Fondo di solidarietà per le 15 regioni italiane colpite dal maltempo. Lo rende noto l’europarlamentare Herbert Dorfmann: «Ora manca solo un ultimo passaggio formale, con la votazione in aula che si terrà tra un paio di settimane, ma possiamo dire che ormai è fatta - commenta Dorfmann -.
lui. Martedì scorso il primo intervento del Soccorso Alpino che li ha recuperati insieme a un’altra coppia di bolzanini con cui erano rimasti bloccati in parete. Sabato hanno provato a scalare un’altra cima ma, a causa del maltempo e della scarsa preparazione, hanno impiegato più tempo del necessario. Il Soccorso Alpino di Auronzo li ha monitorati per tre giorni e l’elicottero, su disposizione anche della madre di lui, li ha raggiunti diverse volte. Loro hanno sempre declinato l’aiuto dei soccorsi convinti che sarebbero riusciti a salire in cima da soli e chiedendo informazioni sulla via da percorrere. Si sono arresi solo lunedì pomeriggio e hanno chiamato il Suem 118. La cifra esatta degli interventi dovrebbe aggirarsi tra gli 8 mila e i 10 mila euro. Il volo di un elicottero di emergenza, nel caso di cittadini stranieri, costa infatti 120 euro al minuto. «Un caso del genere non mi era mai capitato commenta il primario del Suem 118 Giovanni Cipolotti -. Credo si possa parlare solo di stupidità e incoscienza. Stiamo ancora facendo i conti ma sicuramente il costo dell’elicottero sarà a carico dei due spagnoli perché rientra nei casi in cui agli illesi è chiesto il ristorno totale delle somme dell’intervento». Davide Piol
BELLUNO
La furia Un albero spezzato dal vento
Questa decisione ha avuto tempi più lunghi del necessario a causa delle elezioni europee, ma siamo riusciti a portare a casa un risultato che, come Partito Popolare Europeo, abbiamo sempre sostenuto, dai giorni della tempesta fino al passaggio in Commissione Bilancio lo scorso luglio». Soddisfatto il governatore Luca Zaia: «Una buona notizia, perché servono ancora risorse per continuare l’opera di ricostruzione. Abbiamo già
interamente impegnato i 377 milioni di euro stanziati dal governo e da cantierare entro il 30 settembre, ma servono almeno altri 50 milioni per far fronte ai danni dei privati. Il Veneto ha mantenuto i patti, nonostante le difficoltà, visto che non ci è stata concessa la struttura di missione. Ma abbiamo trovato una soluzione, con le nostre società controllate». Canta vittoria su Facebook anche il senatore dell’Udc Antonio De Poli: «Tante volte sentiamo parlare male dell’Europa, ma è giunto il momento di cambiare la narrativa. Questa è l’Europa che ci piace, l’Europa che è solidale con i veneti e con gli italiani». Ora la palla passa a Roma, che dovrà stabilire la ripartizione del Fondo sul territorio nazionale. Moreno Gioli © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’opera pronta in primavera
Verde e led nella rotatoria «La porta del Nevegal un simbolo del post Vaia» BELLUNO È stato presentato ieri a Palazzo Piloni il progetto di riqualificazione della rotatoria di ingresso al Piazzale del Nevegal, sulla Provinciale 31, donato dall’associazione Vivaio Dolomiti alla Provincia di Belluno, che si sta già occupando della parte tecnica. L’obiettivo è rendere la «porta» del Nevegal più decorosa. All’interno ci saranno alcuni elementi identificativi: il profilo stilizzato della catena Faverghera-Toront-Visentin sarà ricreato a contornare il
nome Nevegal e collocato in posizione di rilievo, assieme al simbolo del gallo cedrone, da cui il toponimo, e assieme ad arbusti autoctoni, come erica, rododendro e ginestra. Attorno alla torre faro centrale, 9 cavi a led configureranno un albero stilizzato, omaggio alla rinascita post- Vaia. Il progetto ha un costo di 50 mila euro: 10 mila il contributo di Vivaio Dolomiti. Realizzazione entro la primavera. M. G. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Con articoli a firma di: F.Fub., F.Sar., D.Mart., L.Sal., Gio.Bia., M.Sen. a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
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