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Nordest
TENTATIVO MALDESTRO Scoppia in lacrime all’esame di riparazione: «Prima di entrare, sono stata molestata in un bar da uno sconosciuto», dice la 21enne. Una scusa: non aveva studiato e non era pronta
Venerdì 13 Settembre 2019 www.gazzettino.it
«Lasciateci gestire la scuola in Veneto» Augusta Celada, direttore dell’Ufficio regionale: «Senza `«Non è importante chi farà i concorsi. Serve un modello nuovo, pianificazione territoriale non si esce da questo affanno» agile, basato sui bisogni reali: basta attendere i tempi degli altri»
`
L’INTERVISTA
«S
e non si fa una pianificazione territoriale non si esce da questa situazione. Bisogna chiedersi: quanti professori mancano in Veneto? E sulla base di questi numeri indire concorsi trovando un modello che soddisfi le nostre esigenze». Augusta Celada, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto, dopo un mese d’agosto passato in ufficio assieme ai suoi collaboratori per permettere l’avvio dell’anno scolastico, parla di un inizio con alcuni punti di forza che riguardano l’arrivo dei nuovi dirigenti scolastici e punti di criticità che sono la mancanza di stabilità del personale e le segreterie pesantemente sotto organico. Convinta, comunque, che da lunedì le scuole venete saranno a regime. Direttore, quando parla di pianificazione territoriale viene in mente l’autonomia. «Ma certo, noi non possiamo continuare ad aspettare che a livello nazionale manchino docenti. Non possiamo rimanere con le graduatorie esaurite in attesa che in Campania, per fare un esempio, rimangano senza insegnanti. Affermare che c’è bisogno di una pianificazione territoriale mi sembra un’ovvietà. Poi a me non importa chi farà i concorsi, ma sono convinta che bisogna trovare un modello nuovo, più agile e che sia pensato in modo tale da non prestarsi a ricorsi su ricorsi». Conferma i 9mila docenti precari nelle nostre scuole? «Molte graduatorie sono esaurite, questo non significa però che le cattedre rimarranno vuote. Abbiamo circa un 35-40 per cento del personale docente che non è stabilizzato, ma siamo su cifre ben più basse rispetto a quelle degli anni Novanta quando i precari nelle scuole rag-
buon funzionamento delle scuole».
Sandra Biolo (Cisl)
Quanto incide l’impossibilità di coprire i posti di chi è andato in pensione con quota 100? «I posti rimasti liberi, per il personale della scuola andato in pensione con quota 100 (circa la metà dei 1900 pensionamenti di quest’anno ndr), non sono stati resi disponibili per assunzioni in ruolo, ma sono stati tutti coperti da personale con contratto a termine».
«Una partenza a metà servizio, vuoti alle medie e alle superiori» VENEZIA Orari ridotti, tempi pieni non attivati, rientri pomeridiani annullati: l’anno scolastico è partito a metà servizio. E ovunque ci sono insegnanti precari. «Tra i docenti il 40 per cento è con contratto a termine, se si passa al sostegno la percentuale sale al 90 per cento - spiega Sandra Biolo, segretaria veneta della Cisl scuola - nelle scuole secondarie di primo e secondo grado sono stati assegnati pochissimi posti in ruolo e dei 5.500 docenti da stabilizzare sulla base del contingente ministeriale si è riusciti a fare solo il 20-30 per cento dei ruoli». Per quanto riguarda la scuola primaria quasi tutti i posti dovrebbero essere stati coperti, il vuoto nelle graduatorie si ha soprattutto alle medie alle superiori. «L’assegnazione dei posti di sostegno - continua la sindacalista - è andato praticamente deserto, così come è critica la situazione nelle segreterie scolastiche prive dei Dsga che sarebbero i responsabili del servizio. Le segreterie sono al collasso a causa del personale andato in pensione». A complicare il quadro il fatto che i pensionati con quota 100 non possono essere sostituiti con contratti a tempo indeterminato. I pensionamenti nella scuola quest’anno sono stati 1900, di questi la metà con quota cento. «Il decreto salva precari che prevedeva concorsi riservati a chi ha almeno tre anni di insegnamento e percorsi abilitanti per i precari non è stato convertito in legge conclude Biolo - quindi tutto il lavoro fatto finora è stato vano». (r.ian)
AUTONOMIA SÌ Augusta Celada, direttore generale dell’Ufficio scolastico del Veneto
INIZIO D’ANNO Il 35-40% degli insegnanti in Veneto è in attesa di stabilizzazione
giungevano soglie del 70 per cento».
genti scolastici, che sono stati un importante acquisto, ma si sono trovati a fare procedure di avvio anno che non avevano mai fatto prima arrivando dalla docenza. Tra l’altro con le segreterie con carenze gravi di personale».
C’è stato qualche ritardo con le graduatorie? «Diciamo che la promessa di fare tutto in anticipo rispetto al primo giorno di scuola non è stata mantenuta. Ma è questione solo di qualche giorno, le scuole già ora hanno le graduatorie di istituto e da lunedì tutti i posti saranno assegnati. Quest’anno la situazione è stata comunque agevolata perché il ministero dell’Istruzione aveva anticipato le operazioni di mobilità del personale». Malgrado questo c’è stata la corsa degli ultimi giorni? «Quest’anno abbiamo avuto l’insediamento di 264 nuovi diri-
«IL VERO ALLARME NEI NOSTRI ISTITUTI È IL SOTTO ORGANICO DELLE SEGRETERIE. IL SOSTEGNO? DA LUNEDÌ POSTI COPERTI»
Perché le segreterie sono così sotto organico? «La vera situazione allarmante degli istituti veneti sono proprio le segreterie, su 600 scuole 240 sono prive dei direttori amministrativi. Sono stati sostituiti da segretari facenti funzione, ma una situazione che era già critica è stata aggravata dai nuovi pensionamenti. Le famiglie, magari, sembrano non essere toccate da questo problema, ma garantisco che il lavoro delle segreterie è fondamentale per il
Donazzan: alunni disabili rispediti a casa, inaccettabile LA DENUNCIA VENEZIA Genitori che tengono i ragazzini disabili a casa perché non c’è l’insegnante di sostegno, mamme arrabbiate perché è stato proposto loro di portare il figlio a scuola per appena un’ora e mezza al giorno, pochi insegnanti di sostegno che si stanno facendo in quattro per cercare di dare un minimo di aiuto anche a cinque-sei studenti portatori di handicap. Se l’avvio d’anno scolastico per le famiglie con disabilità è sempre un’incognita, quest’anno la situazione è stata più complessa del solito. «Stiamo raccogliendo casi limite - spiega Alessandra Boran
dell’associazione “Famiglie e abilità” - I ragazzini con disabilità più grave non hanno ancora iniziato a frequentare le lezioni, ci sono genitori molto arrabbiati perché gli è stato chiesto di portare il figlio a scuola per poco più di un’ora al giorno. Laddove ci sono gli insegnanti di so-
L’ASSESSORE COINVOLGE IL GOVERNATORE ZAIA. LE ASSOCIAZIONI DEI GENITORI: «QUEST’ANNO PIÙ CAOS DEL SOLITO»
stegno in ruolo - e sono pochi, talvolta uno per scuola - davvero si stanno prodigando per cercare di dare aiuto a sei-sette ragazzini alla volta». Un situazione grave che ieri è stata denunciata anche dall’assessore regionale all’istruzione, Elena Donazzan. «In queste ore, dopo il primissimo giorno di scuola, mi giungono le voci preoccupate di famiglie di diverse province del Veneto, a cui gli istituti scolastici, in particolare quelli primari, chiedono di non mandare i propri figli in classe, ma di tenerli a casa. La cosa gravissima è che si tratta di bambini con certificazioni, quindi i più fragili, spesso con disabilità». L’assessore sta anche verifi-
In ogni caso non ci sarebbero nemmeno stati i docenti da mettere in ruolo? «Manca la stabilizzazione del personale, ma i posti vengono tutti assegnati. Finché non ci saranno concorsi non possiamo avere insegnanti da mettere in ruolo. I concorsi sono indispensabili, perché li prevede la Costituzione, sul come si fanno poi ritengo sia necessario trovare un modello più veloce che, ripeto, parti dalla pianificazione fatta sul territorio, cioè dalle esigenze che abbiamo in Veneto». In questo rientrano anche gli insegnanti di sostegno? «Anche qui, ribadisco, abbiamo dato tutte le deroghe, quindi i ragazzini avranno l’insegnante di sostegno che però non avrà il titolo di specializzazione, perché di specializzati in Veneto non ce ne sono più. Ora ci sono i nuovi corsi universitari, che sono stati anche incrementati rispetto agli anni scorsi, e avremo quindi cinquecento nuovi insegnanti di sostegno con specializzazione, ma sono poca cosa rispetto alle esigenze del Veneto». Le famiglie possono stare tranquille? «Certo, tutti i posti, verranno occupati da insegnanti. Ripeto è un problema di stabilizzazione, quindi saranno docenti precari, ma già da lunedì tutte le cattedre saranno coperte». Raffaella Ianuale © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PROBLEMA Attività di sostegno a singhiozzo in molti istituti per la carenza di insegnanti. Protestano i genitori che hanno figli disabili o certificati
cando con l’Ufficio scolastico regionale la portata del problema, ritenendo inaccettabile che si inducano le famiglie a tenere i ragazzini a casa da scuola. «Comprendo perfettamente la difficoltà di dare un buon servizio a questi bimbi senza l’aiuto dell’insegnante di sostegno – ammette l’assessore - Trovo grave che il Ministero non comprenda l’importanza di avere un organico ottimale sin del primo giorno di avvio dell’anno scolastico. Da parte mia ho coinvolto il presidente del Veneto perché ritengo che questo sia un problema da affrontare ai massimi livelli istituzionali». (r.ian.) VIGILANZA Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione
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REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Venerdì 13 Settembre 2019
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La politica Uomini e partiti
Boccia-Zaia, vertice il 23 settembre Autonomia, il neo ministro dem: «Veniamo da 15 mesi di stallo, non ci si parlava». E Stefani s’infuria VENEZIA Slitta la nomina dei sottosegretari del Conte-bis. Da quanto si apprende da Roma, in queste ore si assiste ad un vero e proprio assalto alla diligenza: i posti a disposizione sono 43. Il M5S viaggia oltre le 200 candidature; il Pd ha una lista con 120 pretendenti. Un sudoku che ha costretto il premier Giuseppe Conte ad eliminare la questione dall’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di ieri per rinviarla alla prossima settimana (martedì, dicono i più ottimisti). Per il Veneto restano in lizza i nomi degli ultimi giorni. Per il Pd: Andrea Martella all’Editoria, Achille Variati agli Affari regionali (ma il ministro è il dem Francesco Boccia, dunque si romperebbe lo schema dell’alternanza Pd-M5S), Pier Paolo Baretta per l’Economia o il Lavoro. Più defilati Roger De Menech per lo Sport e Gianni Dal Moro per lo Sviluppo economico. Per il M5s verso la conferma Mattia Fantinati alla Pubblica amministrazione. Intanto vanno avanti senza tregua le scher-
Neo ministro Francesco Boccia, pugliese di Bisceglie, 51 anni, è appena stato nominato ministro agli Affari regionali nel governo Conte bis in quota Pd
maglie tra la Lega ed il nuovo esecutivo sull’autonomia, evidentemente scelto dal Carroccio (almeno quello del Veneto) come terreno prediletto per l’annunciata «opposizione dura». E questo nonostante il neo ministro per gli Affari regionali Boccia abbia annunciato per lunedì 23 settembre un incontro con il governatore Luca Zaia a Venezia: «Voglio andare personalmente sui territori e incontrare i presidenti a casa loro ha spiegato Boccia -. Sono qui per ascoltare le ragioni di tutti e per costruire insieme risposte adeguate. Non alimenterò mai scontri politici, anzi ghandianamente porgerò sempre l’altra guancia. Le richieste avanzate da Fontana e Zaia sono un punto di partenza di parte. Rispettabile, ma di parte». Poi, però, non proprio ghandianamente Boccia affonda: «Nei 15 mesi del passato governo il risultato è stato un nulla di fatto. Le motivazioni sono molteplici, da quelle politiche a quelle di merito: molte delle eccezioni poste dalle ammi-
nistrazioni centrali non hanno ricevuto risposte da parte delle Regioni e viceversa. A non capirsi non erano solo i partiti dentro la vecchia maggioranza ma anche rappresentanti degli stessi partiti, seduti su sedie diverse tra Regione e ministeri».Parole che hanno fatto infuriare l’ex ministro Erika Stefani («Ciò che dice Boccia è falso e scorretto, a non rispondere erano premier e ministri M5S») e spinto la delegazione trattante del Veneto a precisare: «Tra la fine del 2018 e il 2019 abbiamo partecipato a 35 incontri con costante approccio fattivo e improntato al dialogo». Commenta l’ex deputata Pd Simonetta Rubinato: «Non si esce dallo stallo con lo scontro ideologico. Non è una guerra Nord e Sud e lo dimostreremo sabato (domani, ndr) con un convegno alle ore 9.30 presso l’azienda “47 Anno Domini” di Roncade che metterà a confronto docenti ed esperti del Nord e del Sud». Ma. Bo.
L’INTERVISTACARLOCALENDA
«Riparto dal Veneto, mille iscritti al giorno al mio nuovo partito» Oggi a Treviso: «Zaia più forte e temibile di Salvini» Di sicuro non è scaramantico: ha scelto la data di oggi, venerdì 13, per la prima tappa del «Giro d’Italia» di Siamo Europei. Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico, ora eurodeputato, sarà a Treviso alle 18, sotto la Loggia dei Trecento per rendere conto ai suoi elettori, «come fossero i miei azionisti», delle ragioni che l’hanno portato «alla scelta traumatica» di abbandonare il Pd per dare vita d un nuovo movimento politico. «Avevo sempre detto che avrei lasciato il Pd se questo si fosse alleato con il M5s. Sappiamo come è andata, ho agito di conseguenza». Non ritiene di doversi dimettere dall’europarlamento, visto che è stato eletto nella lista del Pd? «Sono stato eletto con le preferenze, 280 mila persone hanno scritto “Calenda” e sapevano bene come la pensassi. A dimettersi dovrebbe essere chi diceva “mai col M5s”, “senza di me”, illudendo gli elettori, e dopo 15 giorni ha fatto la più incredibile delle giravolte». Non sarebbe stato meglio condurre la battaglia nel Pd? «Il partito non è una chiesa, è un’associazione di persone che condividono ideali e valori. Il Pd li sta tradendo, alleandosi con un partito che è l’esatto contrario di tutto ciò per cui ci siamo sempre battuti. Per citare Reagan, non sono io che ho lasciato il Partito Democratico, è il Partito Democratico che ha lasciato me». Siamo Europei non rischia di essere la nuova Scelta Civica? «Non sottovaluto la complessità di costruire un movimento politico nuovo in una fase storica in cui vanno per la maggiore gli opposti estremismi, ma proprio perché la sfida
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Alle Regionali mai in una coalizione con il M5s E mai ci sarà spazio per Renzi
è grande, ne vale la pena. C’è uno spazio gigantesco, è quello dell’Italia seria, che sa come fare le cose e non va avanti a colpi di slogan. Partiremo subito con tre grandi eventi, dedicati a sanità, scuola, investimenti. Quello sulla sanità, per esempio, lo sta curando Walter Ricciardi, l’ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Si terrà il 9 dicembre, presenteremo un radicale piano di ristrutturazione del sistema sanitario, teso a ridurre le liste d’attesa». Obiettivo ambizioso. «Verità e serietà saranno le stelle polari, diremo chiaramente cosa si può fare, cosa no, in quanto tempo, dove si trovano i soldi». Ammetterà che M5s e Pd sono riusciti a mettere temporaneamente fuori gioco Salvini. «Ha detto bene: temporane-
● L’editoriale Export e formazione la cultura che spinge la crescita SEGUE DALLA PRIMA
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er affrontarli in una prospettiva profonda, c’è da migliorare molto la capacità della società veneta, ancor prima dell’economia, di far circolare virtuosamente insieme merci, servizi e persone: in definitiva, mobilitare la cultura a tutto tondo. Lungo le nuove rotte commerciali, terreno d’incontro tra il potere dei numeri e la forza dell’immaginazione, tra la presunta precisione dell’uomo economico e l’imperfezione dell’uomo immaginativo, la cultura disegna le infrastrutture materiali e immateriali per
In prima linea Carlo Calenda è un dirigente d’azienda, è stato ministro dello sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni. Ha 46 anni e quest’anno è stato eletto europarlament are nel collegio Veneto-FriuliEmilia e Trentino Alto Adige
facilitare la mobilità dei giovani istruiti. Studenti asiatici intravedono nelle opportunità imprenditoriali per lo sviluppo sostenibile la strada maestra delle loro aspirazioni professionali, da realizzare insieme ai coetanei europei. È anche nostra responsabilità facilitare gli incontri culturali tra le nuove generazioni di diversa provenienza. Basti pensare alla gioventù cinese che già conosce il Nordest, o si appresta a farlo. Sono per lo più studenti universitari, con un livello d’istruzione superiore rispetto ai loro genitori. Lo scambio culturale tra loro e i nostri studenti contribuisce notevolmente alla diffusione dell’immagine nordestina in Cina. Da quegli incroci, infatti, emergono le figure dei giovani ambasciatori delle eccellenze naturali, artistiche e manifatturiere che ci contraddistinguono. Riprendiamo, allora, l’esperimento che nel gennaio 2017 vide coinvolti a Padova gli studenti cinesi di Strategie di Comunicazione, i
quali, bendati, ricevettero l’abbraccio dei passanti. Un bel modo per superare i pregiudizi. E si investa per la crescita della sede padovana dell’Istituto Confucio, frutto della collaborazione tra l’Ateneo e l’Università di Guangzhou, e nel Collegio di Cina a Bologna, affinché si possano realizzare i sogni giovanili di imprese transculturali nel segno dell’economia ecologica. Per evitare all’export di correre sulle montagne russe, non c’è miglior guida del processo che muove stili di vita, valori, beni e servizi da una cultura a un’altra. A questo processo potremmo dare il nome di HaiMin, lo studente cinese tornato a Padova per proseguire gli studi, il quale si è così espresso su Radiobue.it, webradio universitaria: «E’ fantastico per me, non avrei mai pensato che sarei potuto tornare a Padova, ma è successo! Quando sono qui, vedo chiese maestose e paesaggi bellissimi e sono felice». Piero Formica © RIPRODUZIONE RISERVATA
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amente. Salvini è uscito - da solo - dalla porta e Pd e M5s rischiano di farlo rientrare dalla finestra. Mi pare una strategia ingenua». I sondaggi davano la Lega stravincente. «Piuttosto di un ribaltone, di un governo precario che la sfanga, sarebbe stato meglio riacquistare la rappresentanza e condurre una battaglia seria dai banchi dell’opposizione». Lei ha detto che il Pd dovrebbe temere Zaia più di Salvini. Perché? «Il centrosinistra ha basato per troppi anni la sua politica sull’odio personale: prima Berlusconi, ora Salvini. Ma se anche Salvini cade, dietro di lui ne arriveranno altri a cui i cittadini continueranno a chiedere sicurezza e protezione. Tra questi c’è Zaia che sì, è più forte di Salvini perché amministra ed è un moderato». Gli industriali, che lei conosce bene, temono un governo eccessivamente sbilanciato a sinistra e verso Sud. «Il governo ha iniziato dicendo no al gas e sì ad Alitalia nazionalizzata. Vuole spostare il commercio estero alla Farnesina, il che significa paralizzarlo per un anno e mezzo. Se il buongiorno si vede dal mattino... Fuor da infingimenti: questo governo è a trazione Cinque Stelle, sono loro ad avere tutti i ministeri chiave, quelli della spesa. E sono stati chiari: Reddito di cittadinanza, decreto Dignità e Quota 100 non si toccano. Conte vuole “l’Italia digitale” ma in 14 mesi ha smantellato Industria 4.0...». Alle Regionali con chi vi schiererete? Zingaretti insiste sull’alleanza Pd-M5S. «E i Cinque Stelle l’hanno preso di nuovo a ceffoni. Per quanto ancora il Pd li rincorrerà, inanellando figuracce? Noi siamo nati da pochissimo, ancora non abbiamo depositato lo statuto ma di sicuro non saremo mai in una coalizione anti-industria, anti-studio, antilavoro, anti-merito con il M5S». A voi si è unito Richetti. Arriverà pure Renzi? «No. Non è possibile alcuna convergenza con Renzi, che ha detto tutto e il contrario di tutto. La coerenza per me è fondamentale. Immagino resterà nel Pd, dopo averlo portato su questa linea suicida. Noi guardiamo altrove: abbiamo già 100 mila iscritti, viaggiamo ad un ritmo di 1000-1500 nuove adesioni al giorno. Ci prepariamo ad una battaglia durissima». Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENERDÌ 13 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
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L’agenda politica del Veneto il dossier che scotta
scuola
Boccia fissa l’incontro con Zaia ma fra i due il clima è già di scontro
Caos docenti Marin (FI) interroga il governo
Autonomia, faccia a faccia il 23 settembre. Paletti del ministro, il governatore: «Poche chiacchiere» Francesco Dal Mas VENEZIA. Il Governo vuole accelerare il percorso verso l’autonomia (ma senza scardinare il Paese). Per questo il ministro Francesco Boccia (Affari regionali) sarà a Venezia lunedì 23 settembre, nell’ambito di una ricognizione fra tutte le Regioni coinvolte; quindi sarà a Bologna, Milano e Torino subito dopo Venezia. Il suo arrivo era atteso, però è già fonte di polemica. Polemica che scaturisce dai paletti posti in queste ore da Boccia.«L'autonomia sarà credibile – ha precisato - se sarà davvero l'attuazione effettiva del principio di sussidiarietà». In Regione Veneto ci si è sentiti quasi offesi, perché di federalismo e sussidiarietà si parla, da queste parti, fin dagli anni ’90. Ma ciò che ha fatto irritare il presidente veneto Zaia e i suoi collaboratori è stato il riferimento a quei 15 mesi di trattativa che sarebbero risultati «un nulla di fatto». Il motivo? «Tante delle eccezioni poste dalle amministrazioni centrali non hanno ricevuto in molti casi risposte da parte delle stesse regioni e viceversa». LA REAZIONE
Immediata la reazione da Venezia. A cominciare da quella del presidente Luca Zaia. «Caro ministro, poche chiacchiere. L’inadempienza non è stata nostra, ma del Governo Conte 1. La nostra proposta giace da troppo tempo sulla scrivania del presidente, mai abbiamo ricevuto una proposta. Sei intenzionato ad accelerare? Rendici partecipi di un tuo progetto e lo discuteremo». Così, appunto, il governatore, che poi aggiunge, riguardo all’unità e alla sussidiarietà, che proprio questi so-
Nella foto d’archivio il governatore veneto Zaia con la ex ministra Erika Stefani e, a destra il nuovo ministro del Sud Giuseppe Provenzano
no i presupposti della «nostra proposta». Boccia a Venezia, dunque, è il benvenuto, ma a condizione che arrivi «finalmente» con il progetto del Governo, perché – precisa Zaia – «siamo stufi di chi fa melina». La delegazione trattante, dal canto suo, ha espresso «stupore», ricordando a Boccia che «i nodi politici della trattativa solo in sede politica potevano essere sciolti» e che ben 35 sono stati gli incontri tecnici. Dagli scambi avvenuti con il Dipartimento Affari Regionali emerge «con palese evidenza – precisa ancora la delegazione - la volontà della Regione di giungere ad un testo condiviso, anche aprendo alla modifica della formulazione delle originarie richieste in vista del raggiungimento di una posizione comune».
Conte e Provenzano: non si spacchi il Paese Stefani: «Argomento che va studiato» Ma chi fa melina, per usare il linguaggio di Zaia? Il presidente Conte? Il governatore sorride. Anche ieri, infatti, l’inquilino di Palazzo Chigi ha scritto di essere pronto a riconoscere, «nel rispetto della Costituzione», le legittime pretese dei territori, «senza perdere di vista però gli obiettivi della coesione e della solidarietà nazionale». Ed ha puntualizzato: «La nostra prospettiva mira a contrastare il divario fra Nord e Sud, le logiche di contrapposizione fra aree di un Paese che corre a velocità diverse. Lavoriamo affinché i
nostri figli non conoscano un'Italia di serie A e una di serie B». IL MINISTRO
In sintonia, Conte, con quanto in precedenza aveva affermato il neoministro per il Sud, Provenzano. «Sull’autonomia il punto è politico – dice Provenzano – il progetto e le richieste di Veneto e Lombardia spaccavano il Paese. Adesso noi abbiamo il dovere, perché è scritto nel programma di governo, di realizzare un’Autonomia giusta, ossia quella in cui si salvaguarda, a differenza della richiesta del Veneto, la coesione nazionale». Anche in questo caso la prima replica è arrivata dal Veneto, dall’ex ministro Erika Stefani. Affermare che le istanze per l'autonomia differenziata rappresentino una
minaccia per la coesione nazionale – ha detto - «significa non conoscere la materia o parlare in malafede: in entrambi i casi è inaccettabile». L'autonomia è un argomento complesso – secondo l’ex ministro - e va studiato in maniera approfondita prima di fare affermazioni così superficiali e ideologiche: «Invito il ministro Provenzano a documentarsi su tutto il lavoro portato avanti negli ultimi 14 mesi, un impegno profuso per migliorare le prestazioni delle pubbliche amministrazioni sui territori e garantire servizi ottimali ai cittadini». Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, coglie il dibattito in corso per aggiungere un elemento di riflessione: l’autonomia delle Regioni sia accompagnata da quelle delle grandi città. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Governo giallorosso, subito risultati per poter sopravvivere
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vo anno scolastico è iniziato e in molte scuole si è presentata una situazione di difficoltà dovuta alla mancanza di docenti e di personale Ata». Inizia così l’interrogazione al ministro dell’Istruzione del deputato Marco Marin (Forza Italia) sulla situazione nelle scuole venete. L’anno scolastico in Veneto è iniziato l’11 settembre con migliaia di cattedre vacanti, la maggioranza delle quali nelle scuole primarie (scoperte ancora 1890 posti) e una consistente percentuale di personale Ata ancora insufficiente. «Nella regione Veneto, su 600 istituti, un numero consistente avrebbero iniziato l’anno senza un direttore dei servizi generali e amministrativi – scrive il deputato padovano membro della VII commissione (Cultura, scienza e istruzione) – e che ne sarebbero mancati molti di più fino a poche settimane fa. Un’altra emergenza è rappresentata dalla mancata disponibilità di insegnanti di sostegno specializzati per cui, a fronte di un fabbisogno che esponenti del mondo della scuola indicano in migliaia di posti, oltre il 50% potrebbe probabilmente essere coperto da personale non specializzato, abilitato in altre discipline». Marin chiede al Governo quali iniziative intende assumere «affinché gli istituti scolastici di ogni ordine e grado possano assicurare il regolare avvio dell’anno scolastico e affinché il sistema scolastico non si debba trovare ogni anno a dover ricorrere a un numero di supplenti straordinario con le conseguenti ripercussioni». Il problema della chiamata dei supplenti sarebbe dovuto alla mancata pubblicazione da parte del Miur delle graduatorie di istituto di prima fascia nei tempi necessari. – N. Br.
RENZO GUOLO
IL COMMENTO
ttenuta la fiducia, il governo giallorosso comincia a operare. La sponda europea consente di ipotizzare una legge di bilancio meno pesante ma l’operazione avviata con la crisi d’agosto non è, comunque, facile. L’omogeneità del nuovo governo è, per ora, poco più che un auspicio: nessuna maggioranza può reggere a lungo con il solo collante del Nemico e del durare per il durare. Nonostante la catastrofica
PADOVA. «In Veneto il nuo-
mossa di Salvini, il sentimento della maggioranza degli elettori è, ancora, orientato saldamente a destra. Invertire questa tendenza non è impossibile ma non sarà semplice. Anche perché la destra possiede parole d’ordine immediatamente comprensibili alla grande massa degli elettori. Se il tracollo verdegiallo avesse prodotto anche un ricambio nella leadership del M5S le cose sarebbero state meno problematiche. Un governo guidato ancora da Con-
te e con Di Maio in posizione rilevante evoca, invece, l’ipoteca del trasformismo. Certo, in una democrazia parlamentare un simile cambio di alleanze è legittimo ma fuori dall’arena del sin troppo disincantato ceto politico, lo stupore per una simile continuità sconcerta. L’opinione pubblica è disorientata tanto per l’apparentemente incomprensibile suicidio politico salviniano, quanto per il permanere dei principali volti grillini nel nuovo esecutivo a diverso cromatismo.
Il governo giallorosso ha un solo modo per sopravvivere al suo costitutivo danno d’immagine. Se non vuole essere penalizzato già dal prossimo voto nelle regioni, per il quale sono cominciate già le grandi manovre con l’apertura di Franceschini ai Cinquestelle per un’alleanza che si estenda anche a livello locale, deve produrre risultati immediati. Sul piano economico, a partire dalla ricostruzione del potere d’acquisto di salari e stipendi, mortificati dalla lunga
austerità; e sull’immigrazione. Tema, quest’ultimo, che per le sue implicazioni sovranazionali, non può che essere affrontato in chiave europea. La revisione del trattato di Dublino, con la fine dell’assurda norma che impone al paese d’ingresso di occuparsi dei nuovi arrivati, come non fosse il confine dell’intera Europa, è prioritaria. Anche mettendo in conto una dura battaglia a Bruxelles che ponga fine all’egoistica stagione dei veti, in particolare quelli dei sovrani-
sti di Visegrad. Una battaglia mirata a mandare in soffitta la regola dell’unanimità e a far nascere un nuovo trattato che consenta la gestione centralizzata e sovranazionale delle politiche migratorie. L’Italia ha fatto un grande favore all’Europa, che ne temeva il potenziale di contagio, mettendo ai margini l’arrembante Salvini ma una simile scelta di sistema non può essere compensata, solo, dallo sforamento di qualche zero virgola sul deficit o dalla nomina di Gentiloni alla Commissione: sottrarre al salvinismo il principale terreno della sua propaganda è interesse di tutti. – BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Primo Piano
Venerdì 13 Settembre 2019 www.gazzettino.it
L’autonomia
Boccia: «Vedrò Zaia» Ma sull’intesa ferma è già lite con il Veneto Il ministro il 23 settembre a Venezia `Stefani: «È falso e scorretto, Conte «Regioni e ministeri non si parlavano» e i 5Stelle hanno bloccato la riforma» `
LA POLEMICA VENEZIA La giornata pareva promettere bene, con l’annuncio del ministro dem Francesco Boccia, diffuso all’ora di pranzo: «Il 23 e il 24 settembre incontrerò i presidenti di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, le tre Regioni che hanno firmato l’intesa sull’autonomia differenziata». In realtà si era trattato solo di una pre-intesa, altrimenti non saremmo ancora qui a parlarne, ma questo in fondo è un nonnulla, rispetto all’inferno scatenato a metà pomeriggio da altre parole del titolare degli Affari Regionali, quelle secondo cui la trattativa con il Governo gialloverde si sarebbe arenata perché «molte delle eccezioni poste dalle amministrazioni centrali non hanno ricevuto in molti casi risposte da parte delle stesse regioni e viceversa». Furiosa la reazione della leghista Erika Stefani, sua predecessora al dicastero: «Dichiarare che nulla è stato fatto, come fa Boccia, è falso e scorretto».
co, quello di Boccia voleva essere un gesto di distensione. «Ora che ha preso in mano il dossier – riferisce Roger De Menech, coordinatore dei parlamentari veneti del Pd – il ministro ha avuto l’accortezza di non convocare i governatori a Roma, ma di proporre loro una serie di incontri nei vari territori». Così ieri mattina la sua segreteria ha telefonato a Palazzo Balbi, chiedendo e ottenendo la disponibilità del leghista Luca Zaia per lunedì prossimo alle 11 a Venezia, prima tappa di un viaggio che dovrebbe proseguire nel pomeriggio a Milano con l’altro leghista Attilio Fontana e l’indomani a Bologna con il dem Stefano Bonaccini, per poi riprendere il 30 settembre a Torino con l’azzurro Alberto Cirio.
IL NEGOZIATO Il problema è che, qualche ora dopo, le agenzie di stampa hanno rilanciato alcuni stralci dell’intervento di Boccia sul Corriere del Mezzogiorno, in particolare quello riguardante il fallimento del negoziato durante l’esecutivo pentaleghista. «Le motivazioni sono molteplici, da quelle politiche (evidenti differenze tra i due partiti in quel Governo) a quelle di merito», ha scritto il ministro, citando fra queste ultime anche il fatto che «a non capirsi non erano solo i partiti dentro la vecchia maggioranza ma anche rappresentanti degli stessi partiti, seduti su sedie diverse tra regione e ministeri». Sentendosi chiamare in causa ad appena tre giorni dal passaggio di consegne in via della Stamperia, la vicentina Stefani
è sbottata, addebitando «leggerezza e superficialità» al suo successore: «Se c’è qualcuno che non ha dato risposte alle Regioni in questi mesi, non è il ministero, bensì il Presidente del Consiglio e i ministri 5 stelle, che hanno sempre ostacolato il percorso dell’autonomia». Irritazione è stata espressa anche dalla delegazione trattante del Veneto, ricordando di aver partecipato «a circa 35 incontri tecnici di approfondimento nelle diverse materie» tra la fine del 2019 e i primi mesi del 2019: «A testimonianza del costante approccio fattivo della Regione, sempre improntato ad instaurare un positivo dialogo con i ministeri che hanno acconsentito di addivenire a un confronto, vi sono tutti gli scambi avvenuti con il dipartimento Affari Regio-
CONSEGNE La ministro uscente Stefani e quello entrante Boccia
nali, da cui emerge con palese evidenza la volontà della Regione di giungere ad un testo condiviso, anche aprendo alla modifica della formulazione delle originarie richieste in vista del raggiungimento di una posizione comune».
LA DISCUSSIONE Se queste sono le premesse, chissà come andranno i colloqui. Dice al riguardo il lombardo Fontana: «Incontrerò il ministro Boccia, vediamo cosa mi proporrà. Però se la proposta è quella di ricominciare a discutere, è come
GLI INCONTRI Pensare che, secondo la ricostruzione del Partito Democrati-
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LA MANIFESTAZIONE Il prato di Pontida invaso da migliaia di leghisti nell’ultima edizione dell’appuntamento che si ripete da quasi trent’anni
LA DELEGAZIONE DI PALAZZO BALBI: «DA PARTE NOSTRA C’È SEMPRE STATA LA DISPONIBILITÀ AL CONFRONTO» IL RADUNO VENEZIA Dicono che sarà la Pontida dei record, anche per il contributo del Veneto. Ieri sera il conto ufficiale dei pullman, in partenza domenica mattina dalle sette province per il tradizionale raduno della Lega non più Nord e pure all’opposizione, era arrivato a quota 87, ma secondo il commissario regionale Lorenzo Fontana il calcolo finale dovrebbe raggiungere il centinaio. Una quota superata già adesso con l’apporto del resto del Nordest, considerate le 4 corriere programmate dal Friuli Venezia Giulia e le 24 previste dal Trentino Alto Adige: totale (provvisorio) 115.
I PARTECIPANTI Messi così, i partecipanti nordestini promettono di essere almeno 6.500, peraltro senza conteggiare quanti arriveranno in auto o in camper, come molti in queste ore spiegano di voler fare. «Sa-
IL COMMISSARIO REGIONALE FONTANA: «ADESIONI SUPERIORI ALLE ASPETTATIVE, C’È FERMENTO PER TORNARE AL GOVERNO»
se volesse mettere una pietra tombale sull’autonomia. La discussione l’abbiamo già fatta ed eventualmente si riparte da dove siamo arrivati». Aggiunge Silvia Rizzotto, capogruppo regionale di Zaia Presidente: I veneti sono stanchi di questo deplorevole giochetto Pd-5Stelle, l’autonomia è stata richiesta legalmente e legalmente deve essere riconosciuta». De Menech però è fiducioso: «Noi del Pd, in particolare del Veneto, stiamo cercando di rimettere al centro il tema, smontando la propaganda e montando la concretezza. È normale che, dopo decenni di proclami su secessione e nove decimi, al Sud stiano con le antenne alte. Ma se la smettiamo di parlare per frasi fatte e restiamo con i piedi per terra, possiamo finalmente concretizzare un’autonomia solidale e responsabile, che non è un fine da campagna elettorale bensì un mezzo per dare migliori servizi». Angela Pederiva
Pontida, già 115 pullman dal Nordest fra voglia di rivalsa e bandiere tricolori remo un enorme popolo pacifico, democratico e sorridente, in preparazione della grande manifestazione di orgoglio italiano a Roma sabato 19 ottobre», pronostica il segretario federale Matteo Salvini, che chiuderà la festa fissata per le 11 con l’intervento finale stimato per le 14. Esulta il fedelissimo Fontana, anche per la risposta della sua Verona (5 pullman dalla città e 18 dalla provincia, staccando Treviso a 14 e Padova a 13): «Una partecipazione straordinaria, che ci riempie di gioia. Grazie a chi ci sarà e a chi ha messo in campo un enorme impegno organizzativo. Il numero di adesioni ha superato di gran lunga ogni più rosea aspettativa, il segno evidente che c’è fermento e tanta voglia di sostenere Matteo Salvini e la Lega. Sarà sicuramente una Pontida importante, dove sarà delineata la strategia della Lega per il futuro: siamo convinti che riu-
sciremo a far valere le nostre idee e che torneremo al governo con una squadra finalmente unita e compatta, nell’interesse dei veneti, del Paese e non di Stati stranieri». E i volti noti rispondono: «Veneto presente!», scrive su Facebook il trevigiano Gianantonio Da Re, suo predecessore e ora europarlamentare. Il deputato pordenonese Massimiliano Panizzut aggiunge un po’ di marketing territoriale: «Al gazebo Lega Salvini Premier Friuli Venezia Giulia troverete i prodotti della nostra regione: gubana artigianale, strucchi artigianali, Friulano dei Colli Orientali, Merlot dei Colli Orientali». Pontida è pure questo.
I VESSILLI Previste, ancora più numerose dell’edizione scorsa che si era insolitamente tenuta a luglio, le bandiere blu di “Noi con Salvi-
Eutanasia
Il Pd spinge per una legge in 12 giorni ROMA A 12 giorni dal termine dato dalla Corte costituzionale al Parlamento per legiferare sull’ aiuto al suicidio, la nuova maggioranza Pd-M5s tenta di riprendere in mano il dossier, dopo che quella precedente si era bloccata per le divisioni tra Lega e M5s. Il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, ha infatti assicurato l’impegno a sbloccare la situazione, su cui è d’accordo M5s che invita ad attendere la Consulta. Il 23 ottobre dell’anno scorso la Consulta aveva sospeso il proprio giudizio di costituzionalità sull’articolo del codice penale (il 580) che punisce allo stesso
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modo sia l’istigazione al suicidio che l’aiuto al suicidio; questione sollevata dalla Corte di appello di Milano in relazione al processo a Marco Cappato per il suo aiuto al Dj Fabo a suicidarsi in Svizzera. La Consulta ha dato tempo alle Camere fino al 24 settembre per legiferare. M5s è orientato verso una depenalizzazioni dell’aiuto al suicidio (ma c’è anche chi propone l’ eutanasia vera e propria), mentre la Lega chiede all’opposto di modificare restrittivamente la legge del 2017 sul biotestamento. Il Pd finora è stato a guardare, ma ora è lui in maggioranza.
DE MENECH: «NOI DEL PD SMONTIAMO LA PROPAGANDA E MONTIAMO LA CONCRETEZZA» ni”, accanto ai gonfaloni di San Marco e agli altri vessilli regionali. Ma non solo: i leghisti sembrano ormai aver accettato l’idea che sul “pratone” possano sventolare pure i tricolori. «Questa non è la Pontida che noi abbiamo creato», commenta sui social l’ex sottosegretario vicentino Stefano Stefani, che del Carroccio fu anche presidente federale e tesoriere.
I POPOLI DEL NORD Non a caso sulle chat leghiste interviene anche qualche ex, convinto venetista, per dire che il 15 settembre preferirà andare a Venezia. Gli indipendentisti, non solo italiani, manifesteranno infatti in campo San Giacomo dell’Orio in occasione della “‘Festa dei popoli del Nord”, organizzata dalla Confederazione Grande Nord. Nella circostanza è prevista pure la partecipazione di alcune delegazioni degli indipendentisti scozzesi e catalani e dei gilet arancioni. A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’EX PRESIDENTE FEDERALE STEFANI: «NON È PIÙ LA FESTA CHE ABBIAMO CREATO». E GLI INDIPENDENTISTI SARANNO A VENEZIA
IL GIORNALE DI VICENZA
Provincia 27
Venerdì 13 Settembre 2019
VICENZA
SCHIO
Piazza Almerico Da Schio, 18 | Telefono 0445.523.150 Fax 0445.530.544 red.schio@ilgiornaledivicenza.it
SANITÀ. Ilconfrontotra Regioneesindaci sull’ospedale esuiservizi
Carenza di medici «Assumeremo specializzandi»
Nominadell’Ulss7
Cureprimarie,Calcaterra oraguidal’unitàoperativa
L’assessoreLanzarin:«Risultati entro4-5 mesi» Inarrivosoluzioni pergli ospedali dicomunità cheprevedono 15posti lettoaMalo eaSantorso previsto dal decreto Calabria, e in una seconda fase a tempo indeterminato, per poterli così fidelizzare. Va considerata, poi, soprattutto per il pronto soccorso, l'immissione di medici non specializzati, con la partecipazione ad un corso di formazione specifico. Mi auguro che mettendo insieme tutte queste cose, tra 4-5 mesi si possa vedere qualche risultato, che riguarderà tutti gli ospedali, soprattutto quelli con carenze di organico». Sul fronte degli ospedali di comunità resta da sciogliere il nodo dei posti letto, 15 dei quali previsti nella struttura “Muzan” di Malo e 15 all'ospedale di Santorso. I primi non sono ancora stati attivati; anche i secondi non sono attivi, a causa di difficoltà di tipo logistico. In base al cronoprogramma, si dovrebbe aspettare fino a dicembre
2020. «È evidente che questi 30 posti sono indispensabili – specifica Franco Balzi, sindaco di Santorso e presidente del distretto Alto Vicentino della conferenza dei sindaci dell'Ulss 7 -. Abbiamo posto la lente d'ingrandimento anche su questo tema e l'assessore Lanzarin si è detta intenzionata ad affrontare con priorità assoluta la questione, con una tempistica più breve». «Per la struttura Muzan ci sono dei problemi, stiamo eseguendo verifiche per velocizzare il più possibile i tempi – sottolinea l'assessore regionale -. È partito un percorso di verifica anche per i posti all'ospedale di Santorso, stiamo valutando anche altre so-
L’INIZIATIVA. Ritornail concorsoAscom
SANVITO DILEG.
SANTORSO
Raccolta scontrini perdareuna mano allescuolecittadine
Alvia lasagra dedicata alvolontario scomparso
Vainfiamme l’autoinsosta delpaziente dimesso
Matteo Carollo
Nuovi spiragli per risolvere la carenza di medici all'ospedale di Santorso. E soluzioni anche per il nodo dei posti letto degli ospedali di comunità nell'Alto Vicentino. Sono stati questi i temi principali discussi nell'incontro tra i sindaci del distretto 2 Alto Vicentino dell'Ulss 7 e l'assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin. I primi cittadini hanno illustrato all'esponente della giunta Zaia le criticità dell'ospedale di Santorso e dei servizi sanitari dell'area. Criticità che come è noto si sostanziano soprattutto nella carenza di medici nel nosocomio. Proprio su tale fronte, però, sembrano aprirsi nuove possibilità, con le selezioni aperte agli specializzandi previste
per metà ottobre. Una prospettiva che potrebbe portare nuova linfa all'organico dell'ospedale Alto Vicentinodi Santorso. «Ci stiamo confrontando con le università, le quali dicono che metteranno a disposizione più specializzandi del quarto e quinto anno, assegnando anche i gradi di autonomia – spiega l'assessore Lanzarin -. Stiamo valutando poi di assumere gli specializzandi in una prima fase a tempo determinato, come
Sulleschede ospedalieredella Regioneisindaci siriservano divalutaredopo approfondimento
e 600 euro in materiale didattico. A tutte le altre verranno comunque assegnati prodotti per la scuola per 400 euro ciascuna. Nella scorsa edizione erano stati raccolti ben 113 mila scontrini. «Un bel risultato che speriamo quest'anno di superare – evidenzia Nicola Minelli di Cuore di Schio –. Bambini e ragazzi sono coinvolti nell'aspetto ludico della raccolta e divertendosi aiutano le scuole». • S.D.C.
Nel fine settimana appuntamento con la sagra paesana organizzata dalla parrocchia in collaborazione con Progetto giovani, Acr, Associazione alpini, Gruppo scout e Pro loco. L’edizione 2019 è dedicata ad Almerico Novello, recentemente scomparso, che per più di cinquant’anni ha messo a disposizione con generosità le sue doti organizzative per una migliore riuscita della manifestazione. Il programma dei festeggiamenti, il cui ricavato andrà a favore delle attività parrocchiali, prende il via oggi alle 19, con l’inizio del gioco “Vinci sempre” e l’apertura degli stand gastronomici; alle 21,30 “Spettacolo sotto le stelle” con il dj Marco Festa. Domani 14, alle 17, presentazione della mostra fotografica “Sessant’anni di sagre”; alle 21 concerto con i “Rockpuntoit”. Domenica, alle 10.30, messa al centro giovanile; alle 14 la disputa del Palio delle contrade e alle 21 musica con l’orchestra “Renato Rizzi”. Lunedì, alle 20, musica dal vivo con i “Lirica band”; alle 21 estrazione della lotteria. Sempre domenica, al centro giovanile, sarà presente Mirella Testolin con il suo libro naturalistico “La rondine bianca” il cui ricavato è destinato alla fondazione Città della speranza. • B.C.
Il paziente appena dimesso dall’ospedale Alto vicentino dov’era ricoverato, recupera la sua auto, una Seat Ibiza datata, lasciata in sosta nel parcheggio ma si sprigiona un incendio. È accaduto ieri alle 15 e l’allarme è immediatamente scattato: due autobotti dei vigili del fuoco del distaccamento di Schio sono intervenute per spegnere le fiamme che si sono sviluppate dal vano motore. Prima del loro arrivo un automobilista era prontamente intervenuto con un estintore per impedire che l’incendio si estendesse alle auto parcheggiate nelle vicinanze che non hanno subito danni. Per il paziente solo un bello spavento e un’auto destinata probabilmente alla rottamazione. Causa del rogo: l’usura del tubo di alimentazione. • B.C.
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Nellapassata edizionevennero raccolti113 milatagliandi Il mondo del commercio unito per dare sostegno ai bambini e alle scuole scledensi. Visto il successo della prima edizione, torna quest'anno l'iniziativa “Uno scontrino per la scuola”, promossa dalle associazioni Cuore di Schio e Age, Ascom Schio e Comune con l'obiettivo di premiare le scuole elementari del territorio con attrezzature e materiale didattico donato dai negozianti aderenti. Per partecipare, il meccanismo è semplice. Se bambini e famiglie effettueranno acquisti nei punti vendita che espongono la locandina dell'iniziativa (lista completa sulla pagine Fb di Cuore di Schio), dovranno conservare lo scontrino o la ricevuta e inserirlo poi nell'apposito contenitore allestito nella propria scuola. Al termine, una commissione verificherà quanto raccolto. Vincerà l'istituto che avrà accumulato il maggior numero di scontrini, rapportati al numero di studenti dei plessi, per evitare disparità. Il monte premi complessivo arriva a 4500 euro. Alla prima, seconda e terza scuola classificata andranno rispettivamente premi da 800, 700
Unaconferenza deisindaci deldistretto2 Ulss 7 Pedemontana
Laconta dei113mila scontrini
L’autoinfiamme all’ospedale. B.C.
luzioni». Nelle ultime settimane, il tavolo di lavoro sull'ospedale, nato nel distretto 2 della conferenza dei sindaci, ha analizzato il piano dell'Ulss 7 per le schede ospedaliere; l'obiettivo è quello di arrivare ad esprimere, a breve, il parere dei primi cittadini. «La programmazione dei servizi sanitari e sociosanitari prevede una serie di passaggi che non possono ridursi a mere formalità – continua Balzi -. I sindaci del territorio intendono esprimere una valutazione puntuale e competente, con la consapevolezza che a partire da queste decisioni si vanno a determinare conseguenze importanti per la qualità della vita dei cittadini che rappresentano». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Nominatoilnuovo direttore perl'Unitàoperativa complessadicure primariedel distretto2(Altovicentino) dell'Ulss7Pedemontana. Il dottorFrancesco Calcaterra saràil nuovo direttore facente funzionedelreparto,in attesa dellerelativeprocedure di selezione.Il dottor Calcaterra, 63anni, residente nel Vicentino,succede aldottor MarioRighele, andato recentementeinpensione. Specializzatoindiabetologia e malattiedel ricambio,scienze dell'alimentazioneedietetica edigieneemedicina preventiva,il nuovodirettore, negliultimi12 anni, hadiretto l'unitàoperativa di diabetologia,semprenel distretto2, eharicoperto diversecariche, tra cui quelladi presidente,dell'Associazione medicidiabetologi delVeneto eTrentinoAlto Adige.Ha fatto inoltrepartedellaconsulta dei presidentidell'Associazione medicidiabetologi italiani. Le Cureprimarie costituisce il primopuntodiaccessoal Sistemasanitario nazionale e allostessotempo giocanoun ruolodecisivonellasfida per garantirele cure il piùvicino possibilea casa, soprattutto neicasidipazienti fragili o affettidamalattie croniche. Negliambiti dicompetenza rientranoinfatti la gestione dei
Ildott. Francesco Calcaterra rapporticon i medici dimedicina generale,ma anchel'assistenza domiciliareintegrata, il serviziodi Continuitàassistenzialeei centri serviziper gli anziani. Semprel'Ulss 7organizza, per lunedì,unconvegno dedicato al trattamentodellapsicosi edel disturbobipolare.L'incontro di formazioneeaggiornamento professionalesaràospitato a partiredalle8.30 nellasala convegnidell'ospedale di Santorsoevedràl'intervento di alcunitra i maggioriesperti dell'argomentoa livellonazionale. Ilseminario, a partecipazione gratuita,èrivoltoa specialistidi psichiatria,neuropsichiatria infantile,psicologi,educatorie altrefiguresanitarie. Sarà l'occasioneper affrontare i temi deitrattamentipiùefficaci e tolleratisecondole esperienze dellaletteraturascientifica, nonchéper discuterele innovazioniintrodotte piùdi recente. MA.CA. © RIPRODUZIONERISERVATA
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ATTUALITÀ
VENERDÌ 13 SETTEMBRE 2019 MESSAGGERO VENETO
autonomia
Dal Fvg alla Sicilia nasce l’alleanza contro il centralismo I governatori siglano il documento per rilanciare la Specialità Fedriga: spinta pericolosa ad accentrare poteri a Roma
Anna Buttazzoni UDINE. Friuli Venezia Giulia, Trentino Altro Adige, Valle d’Aosta, Sicilia e Sardegna uniscono le forze a difesa della Specialità. Perché i rischi vengono dal «ritorno di una spinta centralista molto pericolosa». Lo dice senza giri di parole il governatore Massimi-
liano Fedriga, ieri collegato in videoconferenza con Cagliari dove il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, ha ospitato il summit con i colleghi governatori Nello Musumeci (Sicilia), Antonio Fosson (Valle d’Aosta) e Maurizio Fugatti (Provincia autonoma di Trento), che hanno siglato il patto. Fedriga e Arno Kompatscher della Provincia
la riforma
Roberti: la montagna avrà un ruolo centrale Il Pd: no a enti elettivi UDINE. Se non sarà autonoma, con una propria Provincia o “Comunità”, di certo la montagna avrà soddisfazione. La garanzia è arrivata ieri dall’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, che ha incontrato i sindaci carnici di Sappada, Manuel Piller Hoffer; Villa Santina, Domenico Giatti; Arta Terme, Luigi Gonano; Forni di Sopra, Lino Anziutti; Forni di Sotto, Claudio Coradazzi, Lauco, Olivo Dionisio, e Verzegnis, Andrea Paschini. Un incontro che si è concluso nel segno di «potenziare la collaborazione interistituzionale attraverso lo sviluppo di strumenti normativi adeguati e creare le condizioni affinché la montagna, nel rispetto delle identità e delle specificità, possa trovare risposta alle proprie esigenze per mezzo di un sistema che ne garantisca una rappresentanza solida e integrata». E se Roberti ha teso la ma-
no al Pd per un confronto sulla bozza di riforma, ieri i dem hanno fatto sapere che condizione essenziale è l’autonomia dell’Isontino. «In attesa finalmente di vedere qualcosa di concreto e leggere la bozza del testo di riforma degli enti locali annunciata dal centrodestra, almeno una cosa sembra assodata: l’Isontino non sarà accorpato a nessun altro territorio», dice il vice capogruppo del Pd in consiglio regionale, Diego Moretti. «Speriamo si tratti di un primo risultato su un tema che da molto tempo abbiamo sollevato e su cui – aggiunge Moretti – , almeno per ora, una parte del centrodestra sembra seguirci. Su tutto il resto il giudizio è sospeso: sul metodo, sulla tempistica, sul ruolo e la figura dei futuri commissari – che riteniamo inutili – alle funzioni che questi nuovi enti di area vasta copriranno». Ma il Pd ribadisce anche il no a enti elettivi. —
in commissione
Realtà sportive storiche arriva la legge di tutela UDINE. Dare alle società sportive centenarie del Friuli Venezia Giulia un giusto riconoscimento, nella consapevolezza che questo radicato patrimonio regionale oltre a promuovere l’attività sportiva, ha contributo alla tutela e alla valorizzazione delle tradizioni storiche della comunità. È l’obiettivo dei due provvedimenti illustrati ieri in V Commissione consiliare, il primo firmato dai consiglieri Claudio Giacomelli e Ales-
sandro Basso (FdI) e il secondo da Francesco Russo (Pd) che, considerando che si tratta di testi sì diversi, ma di simili finalità, ha proposto di giungere a un testo unificato recante le firme di tutti i proponenti. In Fvg sono 34 le realtà regionali che l’Unasci riconosce, come la sezione di Trieste del Tiro a segno nazionale (1799) e quella di Pordenone (1883), l’Udinese calcio del 1896, l’Unione ginnastica goriziana del 1868. —
autonoma di Bolzano, firmeranno nei prossimi giorni. Dettaglio che non cambia la sostanza. Le cinque Regioni Autonome sentono minacciata la Specialità e fanno squadra. Una strategia che per Fedriga significa anche aver trovato alleati dopo il «feroce attacco all’Autonomia» che per Fedriga è stato sferrato dal ministro per gli Affari regionali,
Francesco Boccia (Pd), una settimana fa con la bocciatura di otto articoli della legge “omnibus”, dal rimpatrio dei migranti alla sanità, fino ai bonus concessi soltanto alle aziende che assumono residenti in regione da almeno 5 anni. Fedriga, insomma, sigla un patto di ferro anche con le Speciali, dopo aver conquistato quello con i governatori del Nord, dalla Lombardia al Veneto fino alla Liguria. La prossima riunione dei sei presidenti sarà a ottobre, a Roma, nella sede del Fvg, mentre a novembre sarà organizzato un evento pubblico in Sicilia. «L’obiettivo – spiega Fedriga – è far valere e preservare le Specialità, gli Statuti di autonomia messi ormai sempre più in discussione. Un processo che era iniziato con Monti nel 2011 e che poi è proseguito con gli altri Governi, dandoci respiro soltanto con l’ultimo esecutivo della Lega, ma che adesso si riaccende, perché c’è una spinta centralista che è molto pericolosa. Una spinta pericolosa per tutti, perché è chiaro fin dal pri-
mo atto contro il Friuli Venezia Giulia, che è in atto un forte attacco all’Autonomia». Fedriga torna sulla legge bocciata, «perché non sta né in cielo né in terra che il Governo impugni l’abrogazione di una norma regionale, affermando quindi che la Regione non può cancellare una sua legge. Figuriamoci». Il primo traguardo da tagliare per l’inedita alleanza si chiama “problema finanziario”, cioè le risorse che le Regioni Autonome garantiscono allo Stato a copertura della spesa pubblica. «È ovvio – spiega Fedriga – che quel contributo extra che come Speciali stiamo pagando dal 2011, non può durare per sempre, non è che cambiando nome al prelievo si risolve il problema. Con responsabilità dobbiamo andare nella direzione di un azzeramento del contributo extra». Poi c’è la questione del ritorno alle Province, cancellate dallo Statuto Fvg, che la maggioranza di centrodestra vuole ricreare, chiamandole “Comunità”. Il governatore ripete che dovranno essere elettive.
E tira dritto. «Andiamo avanti sulle Province a elezione diretta anche se il Governo non vorrà – prosegue Fedriga –, perché i cittadini hanno il diritto di scegliere chi deve amministrarli». Il governatore ripete che l’alleanza serve a esercitare compiti e assicura che non c’è alcun contrasto con l’alleanza tra le Regioni del Nord. Anzi, così viene rafforzata. «Perché nel documento
«Il contributo extra alla spesa pubblica non può durare per sempre» predisposto è prevista maggiore autonomia anche per le Regioni ordinarie. L’alleanza – conclude Fedriga – serve a valorizzare e incrementare le Speciali. E la trattativa con il Governo non può essere al ribasso». Le Speciali insomma fanno squadra con la parola d’ordine «insieme per il rilancio». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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VENERDÌ 13 SETTEMBRE 2019 LA TRIBUNA
MONTEBELLUNA
La politica dell’insulto
Il sindaco Favero “scarica” il suo assessore «Inaccettabili le volgarità contro il premier» «Siamo al vilipendio di una carica dello Stato, non mi rappresenta». E a Caerano primo cittadino dà del “maiale” a Renzi Enzo Favero CAERANO. Anche il sindaco di Caerano, Gianni Precoma, si è lasciato prendere la mano e nella sua pagina facebook ha usato un’espressione che fa a pugni con il suo ruolo istituzionale. Se ne è già pentito, tanto da riconoscere l’errore fatto e aver tolto quell’insulto dal web. Fa il paio con un’altra espressione triviale usata dall’assessore ai Lavori pubblici di Montebelluna, Michele Toaldo, contro il presidente del Consiglio dei Ministri. E l’assessore montebellunese si prende una dura reprimenda da parte del suo sindaco, Marzio Favero. Talmente dura da sembrare un invito a dimettersi da asses-
Rappresentanti delle istituzioni scatenati su Facebook Scoppia la polemica
Da sinistra a destra i post su Facebook del sindaco di Caerano Gianni Precoma e dell’assessore di Montebelluna Michele Toaldo
sore. Partiamo dal sindaco di Caerano: cos’ha fatto Gianni Precoma? Ha trovato su Facebook un video nel quale parlava Matteo Renzi e lui ha scritto sulla sua pagina facebook: “Sentite...sentite cosa dicevano qualche mese fa questi maiali!” . Insomma anche Gianni Precoma, sindaco leghista di Caerano – quello stesso che ha subito l’aggressione violenta da parte di una famiglia di
rom, finendo in ospedale – si è lasciato prendere la mano ed è passato all’insulto. Lo aveva già messo nero su bianco prima dell’uscita dell’assessore montebellunese, ma il parallelismo è scattato subito. “I nostri politici locali” : ironizza l’ex vicesindaco di centrosinistra di Caerano, Simone Botti. Gianni Precoma ha capito l’errore e ha cercato di porvi rimedio, ma ormai la frittata era fatta e diffusa.
«È stato un impulso negativo scattato quando mi è stato mandato quel video di Renzi, ho cancellato quella espressione perché non era corretta», spiega ora il sindaco Precoma. «Mi era venuto d’istinto perché quel video conteneva accuse di Renzi verso il M5S e poi ha spinto lui stesso per farci il governo assieme e quindi non era stato coerente: ma quella che ho usato è stata una espressione sbagliata. Non ritengo
giusto usare espressioni così negative contro le persone e quindi ho capito di non aver fatto una cosa corretta e l’ho cancellata» . Cancellato il post di Gianni Precoma e cancellato anche quello di Michele Toaldo. Ma soprattutto su Toaldo si moltiplicano le prese di posizione. In rete ha raccolto qualche consenso, ma tante le critiche. La più dura di tutte arriva ufficialmente dal suo sindaco che definisce
“indifendibile” il suo assessore ai Lavori pubblici. Alla fine c’è stato il pentimento sia del sindaco di Caerano che dell’assessore di Montebelluna con conseguente cancellazione degli insulti: ma se tali parole sono inaccettabili da parte dei comuni cittadini, figurarsi da parte di figure istituzionali. E infatti dice il capogruppo Pd a Montebelluna, Davide Quaggiotto: «È legittimo avere opinioni diverse, ma
L’ex parlamentare della Lega, Bepi Covre: «Leggete un buon libro fa sempre bene. Il “tradimento” in politica non esiste, si cambia idea»
«Chi ha argomenti non offende Prendete esempio da Luca Zaia» L’ANALISI
a volgarità è nella bocca di chi non ha nulla da dire. Gli amministratori che offendono gli antagonisti politici sono campioni d’ignoranza, un po’ come chi giocando a carte perde e non riesce a far altro che imprecare, perché non ha argomenti». L’imprenditore Bepi Covre, ex parlamentare che nel 2016 fu espulso dalla Lega per aver appoggiato il referendum costituzionale “Renzi”, dà un suggerimento agli amministratori leghisti della Marca che non hanno saputo trat-
«L
tenere gli istinti usando toni quanto meno irrispettosi verso i competitor, dal Pd al premier Conte. «Qui in Veneto ho come riferimento Luca Zaia, che è un amico, un grande e bravo amministratore, un signore. Suggerirei agli amministratori di ispirarsi al nostro governatore, che è molto amato, sa rappresentare le Istituzioni e direi che è l’esempio da seguire», dice Covre. «Poi ognuno si comporta in base all’educazione che ha ricevuto, ma l’educazione per me starebbe sempre bene, anche in inferno». Covre non parla di bon ton, ma di educazione, intesa come rispetto dell’altro. Ma non
salva il premier Conte, che nel discorso ai parlamentari prima della fiducia all’esecutivo giallorosso ha parlato di «equilibrio e misura», invitando tutti a cambiare i toni rispetto allo stile salviniano. «Conte è una persona fortunata, che si è trovata al posto giusto al momento giusto, ma se fosse stato un vero leader non avrebbe fatto un intervento così polemico nei confronti di Salvini: si è tolto qualche sassolino dalla scarpa di troppo». Secondo Covre «denigrare l’avversario non è mai la strada giusta. Preferisco lo stile di Zaia, ma anche di molti altri sindaci del territorio, i padri fondatori della nostra Lega
Giuseppe “Bepi” Covre, ex parlamentare della Lega Nord
non li ho mai sentito offendere: si prenda ad esempio Gianpaolo Gobbo, non certo Bossi che era diciamo “meno addomesticabile”». Covre ha assistito agli attacchi mediatici sui social dell’ultimo periodo, attacchi che paragona a «quelle persone che
un tempo bestemmiavano al bar, dove fortunatamente sembra che oggi si bestemmi un po’ meno, così come nelle fumose osterie c’era chi sbraitava e urlava. Quando si arriva all’imprecazione o a offendere è perché si è esaurito quel poco che c’è, perché la sostan-
non l’utilizzo di questo linguaggio. Io e i consiglieri del gruppo di cui faccio parte crediamo in una politica diversa, basata sul confronto, sulle proposte concrete e sulla presenza nel territorio». Interviene con toni durissimi verso il suo assessore ai Lavori pubblici il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero, leghista pure lui, ma allergico a Facebook e ai toni triviali: «Come avrete letto Toaldo ha pubblicato su Facebook una dichiarazione inaccettabile sul piano umano e politico. In democrazia la critica è lecita, ma non l’insulto. Più volte ho richiamato l’amico Michele, ma questa volta ha superato il limite del lecito. Siamo al vilipendio di una delle più alte cariche dello Stato, commesso da una persona che ha un abito istituzionale. Purtroppo non è possibile alcuna difesa. A questo si aggiunga il richiamo a un sito di estrema destra. Un assessore è chiamato a interpretare la posizione del sindaco. Siamo fuori fase totalmente. Conte può e deve essere criticato perché ha dato prova di un trasformismo sorprendente. Ciò detto, l’insulto è sempre sbagliato e quando è contro un rappresentante delle istituzioni diventa persino più grave perché si violano le regole della democrazia e del rispetto dei ruoli istituzionali». Una dichiarazione che suona quasi come una richiesta di dimissioni dell’assessore. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
za, il contenuto e il ragionamento sono davvero carenti». A chi osserva che gli amministratori del Carroccio tendono ad attaccare il Pd, lasciando fuori dalle critiche più pesanti i pentastellati, forse per attingere allo stesso elettorato, Covre replica: «Chi arriva a offendere non è nemmeno in grado di fare strategie politiche, perché il livello è piuttosto basso». Un altro consiglio dell’imprenditore a chi usa troppi intercalari: «Prendersi un buon libro e cominciare a leggere perché un po’ di cultura generale fa sempre bene». Rispetto agli striscioni dei giovani padani che accusano Pd e M5S di «tradimento», osserva: «In politica si è autorizzati a cambiare idea, la parola tradimento è impropria, io userei la parola opportunismo, tenendo presente che la politica è fatta di confronti, di compromessi e di gente che per varie motivazioni cambia idea». Ma «la politica in fondo è un gioco in cui non si può prescindere dal principio del rispetto». — Maria Chiara Pellizzari BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Venezia
Venerdì 13 Settembre 2019 www.gazzettino.it
La visita dei sindacati alle carceri di Venezia `Oggi il sopralluogo
a S. Maria Maggiore, domani alla Giudecca POLIZIA PENITENZIARIA VENEZIA «Nelle carceri di Vene-
AGITAZIONE Una manifestazione davanti al Policlinico San Marco a Mestre (foto d’archivio)
Infermieri e tecnici in fuga dalle strutture private Il sindacato denuncia un fenomeno `«Trovano condizioni migliori». Il 20 sarà inverso a quanto avviene per i medici sciopero per arrivare al rinnovo del contratto
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PERCORSO OPPOSTO «Mentre i medici fuggono dagli ospedali pubblici per andare nelle strutture private, dove guadagnano di più, gli infermieri, i tecnici ed il personale amministrativo, cercano di fare il percorso opposto e quando possono abbandonano il privato per trovare condizioni migliori nelle strutture pubbliche». Lo sciopero generale della sanità privata accreditata, in programma il prossimo 20 settembre , indetto da FP Cgil, FP Cisl e Uil Fpl, che in Veneto hanno organizzato un presidio davanti all’ospedale Sacro Cuore – Don Calabria di Negrar (VR), sta tutto in questo paradosso che per i sindacati confederali è il risultato di 12 anni di mancato rinnovo di un contratto di categoria che
interessa circa 10.000 addetti . Così, a parità di mansione e di orario, un infermiere o un tecnico di laboratorio assunto in un ospedale privato accreditato guadagna in media 130 euro al mese in meno del collega stipendiato dallo Stato. «Eppure a guardare i loro bilanci, le strutture private accreditate godono di ottima salute e si allargano – osserva Sonia Todesco , segretario generale FP Cgil Veneto – del resto in Veneto le strutture private convenzionate hanno una presenza sempre più importante, per questo ora sollecitiamo la chiusura di questa vertenza che allo stato si trova su un binario morto perché i datori di lavoro non intendono mettere risorse per il nuovo contratto».
COLOSSI VENEZIANI
Nel frattempo il fatturato delle strutture private - che nel Veneziano conta colossi come Villa Salus, Policlinico San Marco e San Camillo al Lido - cresce anno dopo anno consentendo grossi investimenti nell’offerta dei servizi sanitari. Con le ultime schede ospedaliere la Regione Veneto ha previsto un incremento dei posti letto disponibili che, nelle 27 strutture private accreditate, oggi sono 3.705 di cui 587 per pazienti fuori regione, pari quindi a oltre il 20% dei 14.165 posti letto disponibili nelle strutture pubbliche . «Servono più vincoli nel sistema di accreditamento da parte del Servizio Sanitario pubblico - sottolinea D’Emanuele Scarparo della Uil Fpl – mentre invece quello dei dipendenti delle strutture private accreditate è l’unico contratto di la-
voro che in 12 anni non è mai stato rinnovato. Per gli imprenditori del settore questo si traduce in pochi rischi d’impresa e massimi profitti a danno dei lavoratori, perché la Regione contribuisce in modo sostanziale agli ottimi bilanci di queste strutture». Durante la mobilitazione Cgil, Cisl e Uil, chiederanno alla Regione Veneto di togliere l’accreditamento alle strutture private che non rinnoveranno il contratto di categoria. «Abbiamo lavorato 18 mesi in un estenuante tavolo di trattativa con la controparte – ricorda Alessandro Peruzzi della Cisl FP del Veneto – per sentirci dire che non ci sono risorse e che queste deve metterle lo Stato, insomma una vergogna e una pura presa in giro». Paolo Guidone © RIPRODUZIONE RISERVATA
Viu, cerimonia per l’inizio dell’anno `Lectio magistralis
dell’imprenditore Adolfo Guzzini SAN SERVOLO VENEZIA Si è aperto ieri, con l’inaugurazione alla sede del campus a San Servolo, il semestre autunnale della Venice International University. A riempire l’aula magna erano in tanti, soprattutto giovani studenti, accanto all’ospite Adolfo Guzzini che per l’occasione ha tenuto una lectio magistralis in lingua inglese sulla sua azienda (iGuzzini) che da sessant’anni “diffonde la cultura della luce” nel mondo, attraverso la produzione di sistemi di illuminazione intelligenti e la promozione di programmi formativi ed eventi di rilevanza culturale. Tra gli esempi più recenti dell’impegno dell’azienda, quello della nuova illuminazione della Sala Capitolare della Scuola Grande di S. Rocco che ha potuto dare nuova luce e valorizzazione ai capolavori del
VENICE INTERNATIONAL UNIVERSITY Una lezione al campus di San Servolo
Tintoretto. «L’opening – il commento del presidente Viu, Umberto Vattani – è per noi una giornata importante. I nostri studenti arrivano da tutte le parti del mondo e appartengono a facoltà molto prestigiose. Qui affrontano i problemi globali che richiedono un approc-
cio multidisciplinare». Nata nel ‘95, lo scopo di Viu è quello di offrire a docenti, ricercatori e studenti di tutto il globo occasioni di formazione in un contesto davvero internazionale, trattando iniziative accademiche e scientifiche che vertono – tra gli altri – su sviluppo soste-
nibile, cambiamenti climatici, crescita demografica e beni culturali. E tra le università e i centri di ricerca che ne compongono il consorzio vi sono – oltre a quelli veneziani (Ca’ Foscari e Iuav) – alcuni degli atenei più prestigiosi nel mondo. In tutto 18, con una rappresentanza che va dagli Stati Uniti all’Asia, per un totale di presenze in media di 150 studenti (tanti gli italiani) a semestre di più di 20 nazionalità differenti. Quest’anno i corsi prenderanno il via il 16 settembre e per il primo semestre – che tra le novità registra oltre alla collaborazione di un docente di Lubiana anche lezioni con un focus su economia e gestione dei beni culturali, al fine di sviluppare carriere in tale ambito – le presenze arrivano a 112, da 29 Paesi, con il sostegno di 18 professori. «Abbiamo anche tanti studenti erasmus delle università locali. Il nostro valore aggiunto – spiega Carlo Giupponi, Viu dean – è la diversità di nazionalità di docenti e studenti nello stesso luogo. Un aspetto che non capita quasi mai». Marta Gasparon © RIPRODUZIONE RISERVATA
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zia - denuncia il segretario regionale Uspp, l’unione dei sindacati della polizia penitenziaria, Leo Angiulli - una delle criticità maggiori è la grave carenza di personale, di seguito il personale è costretto a svolgere moltissime ore di lavoro straordinario per far fronte alle esigenze del servizio, senza parlare delle numerose problematiche connesse alla collocazione delle strutture veneziane e alle difficoltà alloggiative del personale spesso lasciato da solo ad affrontare numerose difficoltà di spostamento». Realtà che l’Uspp toccherà con mano questa mattina e domani durante la visita alle carceri veneziane di Santa Maria Maggiore, il penitenziario maschile, oggi, e - sabato mattina - della Giudecca, l’istituto di reclusione femminile. Un tour a livello nazionale che oggi sbarca a Venezia e permetterà ad una delegazione all’unione dei sindacati di polizia penitenziaria guidata dal presidente Giuseppe Moretti e composta dal segretario regionale del Triveneto, Leonardo Angiulli, e dal segretario provinciale Umberto Carrano, di tirare una riga e fare i conti con la realtà delle due case di reclusione della città.
«Quella di Venezia, è una delle numerosissime tappe in programma dalla Segreteria Nazionale dell’Uspp per verificare lo stato in cui si svolge il lavoro del personale di polizia penitenziaria e denunciare le varie criticità del sistema penitenziario italiano, permanentemente in deficit di risorse umane, materiali e strumentali», precisa il presidente Giuseppe Moretti. «Nonostante l’apertura di nuovi carceri e di padiglioni detentivi su tutto il territorio nazionale - prosegue Moretti - per effetto della legge Madia la polizia penitenziaria ha subito un taglio di personale di circa 4.000 unità ad una pianta organica già depauperata da anni di mancati arruolamenti e tagli al turnover operati in spregio della tenuta della sicurezza, della legalità e del mandato costituzionale assegnato a questo corpo che è un baluardo del funzionamento delle carceri». Domani, poi, la visita alla Giudecca, un carcere femminile considerato come un modello, ma spesso al centro di fatti di cronaca. N. Mun. © RIPRODUZIONE RISERVATA
«UNO DEI PROBLEMI MAGGIORI A VENEZIA È LA GRAVE CARENZA DEL PERSONALE CHI C’È DEVE SVOLGERE MOLTI STRAORDINARI»
RECLUSIONE E CIRCONDARIALE Il carcere di Santa Maria Maggiore
Sezione penale del tribunale Manduzio verso la presidenza GIUSTIZIA VENEZIA Il giudice del tribunale
di Venezia, Stefano Manduzio, è stato proposto all’unanimità in commissione del Consiglio Superiore della Magistratura per ricoprire la presidenza della Sezione Penale del tribunale di Venezia. Di fatto si tratta di una quasi investitura, che arriva con il voto all’unanimità della commissione del Csm. La cera lacca sulla nomina, come da prassi, ci sarà con il voto del plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, ma la candidatura con tutti i voti a favore della commissione è certamente un buon viatico sulla strada della presiden-
LA COMMISSIONE DEL CSM HA PROPOSTO ALL’UNANIMITA’ IL GIUDICE COME PRESIDENTE ORA IL VOTO DEL PLENUM
GIUDICE Stefano Manduzio
za della Sezione Penale. Nel corso della sua carriera con la toga sulle spalle, il giudice Stefano Manduzio si è occupato anche del processo Mose, il più importante processo degli ultimi anni di Venezia. L’inchiesta della procura lagunare, che ha avuto come teatro del dibattimento proprio l’aula presieduta dal giudice Manduzio, nel giugno 2014 aveva decapitato la classe dirigente del Veneto per maxi tangenti legati alla costruzione delle dighe mobili a protezione di Venezia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
Venerdì 13 Settembre 2019 www.gazzettino.it
L’addio dei Crodaioli “orfani” di De Marzi Zaia: «Veneto afono» Il maestro: «Problemi di udito e desolazione per le chiese vuote» Il coro si scioglie: «Non proseguiamo senza il nostro fondatore»
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LA STORIA ono sempre stati orgogliosi di chiamarsi con il nome per esteso: “I Crodaioli di Bepi De Marzi”. Un’unione talmente indissolubile, quella fra i cantori e il loro maestro, che dopo l’addio alle scene annunciato una settimana fa dallo storico fondatore e direttore, ieri anche il celebre coro vicentino ha reso noto il proprio scioglimento. «Siamo certi che comprenderete il nostro triste stato d’animo», hanno scritto i coristi sulla loro pagina Facebook, suscitando centinaia di inviti a ripensarci fra cui il proposito del governatore Luca Zaia: «No, non li lasceremo andare, i loro canti e le loro voci sono patrimonio della nostra montagna».
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LA DECISIONE Giovedì scorso De Marzi aveva spiegato di dover cancellare la quindicina di concerti programmati fino a Natale, a causa dei disturbi all’udito patiti in conseguenza di una caduta. «Una decisione definitiva – conferma adesso – perché quando arriva il momento di smettere, si smette e ba-
IL GOVERNATORE: «LE LORO VOCI SONO PATRIMONIO DELLA NOSTRA MONTAGNA» MA IL DIRETTORE: «VIVRÒ DI RICORDI»
VICENTINO Il maestro Bepi De Marzi è nato ad Arzignano il 28 maggio 1935 e ha fondato I Crodaioli (a destra con Sergio Mattarella) nel 1958. Lo scorso anno è stato nominato commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica
sta. Vivrò di ricordi e riconoscenza per i miei cantori». Il punto è che pure questi ultimi hanno scelto di mollare, come spiegato attraverso il social network: «Data la sofferta decisione del nostro maestro, Bepi De Marzi, di abbandonare la direzione del coro per gravi motivi fisici, dovuti a problemi di udito, ed in seguito alla scelta dei coristi di non voler proseguire senza colui che li ha guidati sin dall’inizio della storia del sodalizio, a malincuore, comunichiamo che il coro I Crodaioli ha
ka”, “L’ultima notte”, “Joska la rossa” e molti altri.
L’APPELLO
cessato la propria attività canora. Questa pagina rimarrà aperta ancora per alcuni giorni, per permettere a chi facesse piacere, di salvarsi eventuali foto, video, o ricordi in generale». Non basterà qualche clic: fondata ad Arzignano nel 1958, in 61 anni di attività la compagine maschile è stata protagonista di oltre 3.000 concerti, portando nel mondo canti della tradizione popolare e alpina come “Signore delle Cime” (tradotto in 134 lingue), “Monte Pasubio”, “Il Golico”, “Le voci di Nikolajew-
Zaia ha lanciato un appello ai coristi: «I veneti non possono accettare che i Crodaioli, da sessant’anni magistrali voci della montagna, si tacciano e si sciolgano. Capisco il loro disorientamento di fronte al saluto del maestro e fondatore, ma senza di loro il Veneto è afono. Lo scorso anno abbiamo tutti festeggiato i sessant’anni del sodalizio musicale e di attività del maestro De Marzi, che con la sua maestria e sensibilità ha messo in musica i sentimenti e le storie più belle della montagna e della nostra cultura popolare. Se, a fatica e a malincuore, ci rassegniamo a rispettare la scelta del maestro-compositore, non vogliamo rimanere orfani anche dei “suoi” Crodaioli».
LA MALINCONIA Dalla sua casa di Vicenza, l’84enne De Marzi ringrazia ma non cede, nello spirito degli scalatori dolomitici a cui si è sempre ispirato: «Zaia è un bravo presi-
«I funerali sono troppo tristi», a Treviso concorso per la musica da ultimo saluto
Bibione I caccia intercettano un aereo privato Un caccia F-2000 Eurofighter dell’Aeronautica Militare si è alzato oggi in volo dalla base aerea di Istrana (Tv), sede del 51/o Stormo, per intercettare un ultraleggero tedesco decollato dall’Austria e diretto in Italia senza essere in possesso del previsto piano di volo, documento che ogni velivolo proveniente da uno Stato estero e diretto nello spazio aereo nazionale è obbligato ad avere. Giunto nell’area interessata, l’Eurofighter ha identificato il velivolo civile a sud di Bibione (Ve) e lo ha scortato fino all’Aviosuperficie del Litorale di Caorle (Ve), dove di fatto l’ultraleggero era diretto. Sul posto sono poi intervenuti i Carabinieri competenti di zona per i previsti controlli di sicurezza.
dente e una persona sensibile che apprezzo molto. Ma proprio nella sua Marca ho sempre stimato uomini come Giovanni Comisso, poeta della malinconia, e Andrea Zanzotto, cantore della rassegnazione e dell’impotenza, perché hanno saputo chiudere la pagina quando era giunta l’ora di farlo. Ecco, per me quel momento è arrivato. Non nascondo che alla mia decisione, da organista di chiesa quale sono sempre stato, ha contribuito anche la desolazione nel vedere le chiese vuote e senza musica. Quanto ai miei coristi, la libertà di ciascuno è libertà... In sessant’anni ne ho avuti 220 e abbiamo sempre condiviso le scelte in fraternità. Cantare è difficile e faticoso, per noi non è mai stato un dopolavoro, ma un impegno da lavoratori della musica nell’interpretare il sentimento popolare». Emozioni che, nel suo ultimo canto, sono dedicate ai bambini del mare, che «hanno gli occhi di conchiglia, le scarpine di pezza cucite dalla mamma prima di partire, prima di morire». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
Carabinieri Cambio al vertice veneto
LA CURIOSITÀ TREVISO AAA cercasi Mozart dei funerali. Dopo il Sanremo della canzone funebre, che si tiene a Rivignano (Udine) ovviamente ogni 2 novembre, a Treviso arriva il primo concorso internazionale di composizione ed esecuzione funebre. E il titolo è tutto un programma: “Due Sotto”. «Alludiamo certo ai due metri sotto terra, ma non c’è alcun effetto burlesco - conferma Ivan Trevisin, creativo titolare di un’azienda trevigiana di onoranze funebri e ideatore dell’audace certamen - il concorso intende promuovere la composizione di nuova musica o la rivisitazione di quella esistente nell’ambito del genere funebre, non necessariamente sacro, ma anche laico».
LA VALORIZZAZIONE Stop alla musica orrenda ai funerali, stop alle giaculatorie, ai lamenti, alla musica stantia: anche il funerale può essere rock. O comunque autorale. «La musica in occasione di un commiato, non è in Italia valorizzata come all’estero e la sua mancanza impoverisce o addirittura svuota il rito funebre eliminando ogni dimensione di bellezza e conforto, che sostiene gli animi e rimane impresso nei cuori di chi vi partecipa». Trevisin spiega come
L’IDEA Ivan Trevisin, titolare di un’azienda di onoranze funebri, ha avuto l’idea di organizzare il concorso per una nuova musica funebre... anche rock
all’estero il rito di commiato abbia caratteristiche molto diverse rispetto all’Italia. «Esistono moltissime strutture private, in cui viene curato ogni dettaglio. In Italia il trasferimento dall’ospedale alla chiesa impone tragitti e convenzioni che non sempre consentono lo svolgimento di un funerale organizzato a regola d’arte. Almeno in chiesa c’è l’organo o magari il coro. Nelle sale di commiato spesso regna un silenzio imbarazzante, che rende ancora più penoso questo difficile momento». Trevisin ha cercato di confrontarsi con i colleghi
stranieri.
ALL’ESTERO «In Germania e in Spagna esistono delle playlist apposite, ma non sono sicuro funzionerebbe-
LA FINALE IL 10 NOVEMBRE NEL MUSEO DI SANTA CATERINA: IN PALIO 500 EURO AL VINCITORE
ro anche da noi. Allora ho avuto l’idea di commissionare musica funebre nuova». Il concorso ha carattere internazionale e la finale, che sarà pubblica, avrà luogo il prossimo 10 novembre nel Museo di Santa Caterina a Treviso dove verrà proclamato il vincitore, che incasserà inoltre un premio di 500 euro cinquecento. «Il concorso non è pensato per un genere preciso, ma offre la possibilità di partecipazione ad una platea molto ampia. Ogni genere è bene accetto». Elena Filini © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Parrulli nuovo comandante VENEZIA Cambio al vertice della Legione carabinieri Veneto. Dopo tre anni di comando, il generale di divisione Giuseppe La Gala - futuro comandante della scuola ufficiali a Roma ha passato il testimone al generale di brigata Fabrizio Parrulli (in foto) nella cerimonia alla caserma Caposile di Mestre. Il generale Parrulli ha frequentato la scuola militare Nunziatella di Napoli, l’Accademia militare di Modena e la scuola ufficiali di Roma. È stato istruttore alla scuola sottufficiali di Firenze e comandante di reparti territoriali a Ostia, Frascati e Civitavecchia, fino al comando generale dell’Arma. All’estero ha rivestito il ruolo di esperto per l’Italia nello staff militare dell’Ue. Poi in Iraq, come comandante della missione di formazione, e infine comandante dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. Ora guiderà gli oltre 5.000 carabinieri del Veneto.
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IL GIORNALE DI VICENZA Venerdì 13 Settembre 2019
VENEZIA.Noneraunterroristaislamico:èstatoscarcerato
VENETO Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
ÈstatoassoltodallaCorted’AppellodiVeneziailmacedoneAjhanVeapi,41enne(vivenelPordenonese)arrestatonel 2016daiRos,epoialungoincarcere,perchésospettatod’essereilreclutatorenelNordestdiaspirantimujaheddinperla Siria.DopounaprimacondannacancellatadallaCassazione,èstatoassoltopernonavercommessoilfatto.
INQUINAMENTO. Ilministroin Commissioned’inchiesta sulleecomafie
Pfas,aluglio2020 primistopdall’Ue Resta il nodo Genx Costa:«InEuropachiediamo le stesserestrizioni ancheperlesostanzedinuova generazione».Ma lacabinadiregia conla Sanitàè ancorasulla carta Cristina Giacomuzzo
Pfas, il problema non riguarda solo il Veneto. Lo ha ribadito con forza ieri il ministro all’Ambiente, Sergio Costa, chiamato a riferire le novità davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse ai rifiuti e agli illeciti ambientali. Costa ha inquadrato il caso Pfas in Veneto ricordando poi come, a seguito di una serie di campionamenti sulle acque superficiali e sotterranee effettuate con il coordinamento dell’Ispra a maggio dello scorso anno, si sia potuto confermare che tali sostan-
«DivietoperiPfos diimmissionee produzione;per iPfoaconillimite di25nanogrammi perchilo»
ze siano davvero ovunque. Di più. Le concentrazioni di Pfos e Pfoa - cioè i composti della famiglia dei Pfas più diffusi ma anche i più pericolosi e persistenti- registrano concentrazioni elevate in Friuli Venezia Giulia e in Sicilia. IL PUNTO FERMO. Non solo. Il
problema riguarda l’Europa. E Costa ha annunciato le novità che arrivano da Bruxelles: «Attualmente la regolamentazione Ue dei Pfas prevede il divieto di produzione, immissione sul mercato e uso del Pfos e per il Pfoa il divieto di vendita al pubblico di miscele che lo contengano. Da luglio 2020 entrerà in vigore il divieto di produzione e di immissione sul mercato di sostanze, miscele e articoli che contengano più di 25 microgrammi per chilo di Pfoa. Di fatto la soglia renderà inutilizzabili le miscele di Pfoa nella maggior parte dei processi produttivi che ne fanno uso ancora oggi. Oltre a Pfoa e Pfos, che rappresentano i
Pfas più pericolosi e maggiormente utilizzati, altri composti sono stati inclusi nell’elenco del Regolamento Reach e quindi questo porterà a breve a ulteriori divieti per questi complessi dalla produzione. Per quanto riguarda, invece, i Pfas non normati, quelli cioè a catena corta, non sono ancora inseriti nel Regolamento delle sostanze soggette ad autorizzazioni, ma presentano equivalenti motivi di preoccupazione, al pari di quelli a catena lunga. Anche per queste sostanze noi fermamente intendiamo mantenere lo stesso approccio a livello Ue chiedendo anche per il Genx lo stesso trattamento». I LIMITI. Costa poi ha ribadito
un concetto già annunciato: «È nostra intenzione inserire limiti agli scarichi pari allo zero laboratoriale, virtuale, quello cioè riconoscibile dal macchinario». Una conclusione a cui erano arrivati anche i vari tavoli che si sono
L’appellodelsindaco inzonarossa
Irrigazioneeallevamento «Siusidell’acquapulita»
Attivistiambientalistiin protestacontroil pericolo deiPfas
susseguiti in questi ultimi anni, più o meno attivi, a livello ministeriale. Ed è lo stesso limite che è stato messo nero su bianco dalla Regione Veneto per il quale è stata sommersa da ricorsi al Tar da parte di aziende ed enti gestori. Per dare piena efficienza a questo limite serve però una legge nazionale che ancora manca. Costa l’aveva annunciata a giugno. Ma niente. Ieri il ministro non ha toccato questo tema, ma ha annunciato un decreto per istituire «una cabina regia» insieme al ministero della Salute e a super esperti provenienti da ambiti diversi per «affrontare il percorso e individuare misure idonee ad affrontare e ridurre la problematica». Ha poi annunciato di aver conferito l’incarico all’istituto di ricerca farmacologica Mario Negri di Milano di trovare delle sostanze alternative ai Pfas per l’industria, ma meno impattanti per l’ambiente. A breve i risultati. •
L’attacco L’ASSESSORE BOTTACIN:«COSTA FASOLO ANNUNCI» «Sefosse algran premio il ministroCostasarebbe giàstato doppiato.È sempre fermoa quanto dettomesi fa. Siamo stanchidiannunci. Èora di fissarelimitinazionali sui Pfas». Cosìl’assessore regionaleall’ambiente, GianpaoloBottacin, dopo l’audizionediCosta in CommissioneEcomafie. «Nonostanteiproclami ad oggi,dopo 15mesi di richiesteformali e solleciti,non c’è nulla.È dallaprimavera che sentiamoparlaredi cabina diregiae commissione tecnica,delle qualiil Venetofaparte. Le convochiefissi questi limiti.Gli alibi sono ampiamentefiniti».
© RIPRODUZIONERISERVATA
IL NEOMINISTRO VERRÀ A VENEZIA IL 23. E la sen. Stefani: «Chiarite se volete buttare via tutto»
Autonomia, Bocciavada Zaia Ma ègià scontrocon ilVeneto «Nonaveterispostosuproblemitecnici».Lareplica:«Nondicilaverità» Piero Erle
Sarà lunedì 23 il primo momento della verità per l’autonomia del Veneto: un faccia a faccia tra il nuovo ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e il governatore Luca Zaia. Ma anche ieri è stato scontro a distanza. L’ATTACCO DI BOCCIA. «Il pri-
mo impegno che ho preso da ministro con i presidenti di Regione è stato di andare a incontrarli a casa loro». Così ieri Boccia ha annunciato che lunedì 23 sarà a Venezia per incontrare Zaia (e poi da Bonaccini a Bologna e Fontana a Milano). Un po’ sullo stile di Zaia, anche Boccia assicura un metodo ghandiano: «Sono qui per ascoltare le ragioni di tutti e per costruire insieme risposte adeguate. Non alimenterò mai scontri politici, porgerò sempre l’altra guancia. Vorrei che attuassimo l’autonomia nel rigoroso rispetto della Costituzione». L’autonomia si farà,
LucaZaia
FrancescoBoccia
ErikaStefani
ha assicurato, e «deve rappresentare l’attuazione del principio di sussidiarietà, come modello di organizzazione sociale». Poi però è partito l’attacco: «Le richieste avanzate da Fontana, Zaia e dagli altri presidenti sono un punto di partenza di parte. Rispettabile, ma di parte». E in uno scritto ha aggiunto che occorre «cambiare paradigma»: «Autonomia e Lep-Livelli essenziali delle prestazioni sono due facce della stessa medaglia. Efficienza premiata e inefficienza sanzionata da un
lato, così come livelli minimi garantiti per tutti al Nord come al Sud. L’autonomia sarà credibile se sarà davvero l’attuazione effettiva del principio di sussidiarietà». Poi la mazzata: se non si è raggiunto il risultato è perché, sostiene Boccia, «appare sempre più evidente in questi giorni dopo il passaggio di consegne tra i due Governi, che molte delle eccezioni poste dalle amministrazioni centrali non hanno ricevuto in molti casi risposte da parte delle stesse Regioni e viceversa».
LA RISPOSTA. A Boccia - con
la regia di Zaia - la risposta è giunta dai professori della delegazione trattante del Veneto: leggono «con stupore» le sue accuse e separano le questioni. Da una parte ci sono i ben noti «nodi politici della trattativa» sulle competenze da dare alla Regione, non risolti ma che nulla hanno a che fare con «eccezioni» giuridiche. Dall’altra, sottolineano, la Regione ha partecipato a 35 incontri tecnici, mirando sempre a «un positivo dialogo con i Ministeri» che han-
no accettato il dialogo, con continui scambi scritti con il Dipartimento Affari Regionali «da cui emerge con palese evidenza la volontà della Regione di giungere a un testo condiviso», anche aprendo a modifiche dei testi per giungere a una posizione comune. Interviene anche l’ex ministro Erika Stefani, senatrice vicentina della Lega, che accusa i nuovi ministri di «scarsa conoscenza» su «un argomento importantissimo che non può assolutamente essere trascurato o, come avviene, affrontato con superficialità». Boccia non dice il vero, rimarca Stefani, quando parla di “eccezioni poste dalle amministrazioni centrali” rimaste senza risposta dalle Regioni: «Si sono sempre dimostrate disponibili al confronto trovando spesso opposizioni strumentali e ideologiche dai 5Stelle». E «dichiarare che nulla è stato fatto, come fa Boccia, è falso e scorretto: se c’è qualcuno che non ha dato risposte alle Regioni in questi mesi, non è il ministero, bensì il presidente del Consiglio e i ministri 5 stelle, che hanno sempre ostacolato il percorso dell’autonomia. Se il nuovo Governo desidera gettare tutto il lavoro fatto finora, ignorando le legittime richieste di milioni di cittadini di Veneto, Lombardia, Emilia, lo dica chiaro, senza cercare alibi inesistenti». • © RIPRODUZIONERISERVATA
«Restanoancoratroppe incertezze.Enonsi puòpiù perderetempo. Serve obbligarea nonusare l’acquadi irrigazioneinquinata per coltivareoallevare applicando ilprincipio diprecauzione». Il sindacodiLonigo, Luca Restello,insieme al presidente delconsiglio,GiorgioNicola Nicolin,sannobene,dati alla mano,chel’averinstallato i filtri chepuliscono l’acquadai Pfas neirubinettidelle casedella zonarossa staportando a risultati.Loconferma anchela relazionesull’esposizione alimentaree caratterizzazione delrischiodell’Istituto superioredisanità, Iss:«Gli interventisullarete acquedottisticahanno drasticamenteridotto l’esposizionedaPfasnel sanguedellefamiglie allacciate.Permangono,però, elevatepercentuali,anche oltreladosetollerabile settimanale,inquelle chefanno usodipozzi privati». Non solo.Il reportevidenzia come il consumodialimenti di produzionelocale(uova, pesce ecarnesuinainparticolare) rappresentiunaulteriore «fonteespositiva importante». Diquil’appello allaRegionedai dueamministratoria effettuarevelocemente ulteriorianalisi suglialimenti per«dare certezze enonsolo indicazioni»,dicono. Il tema, però,ècomplessoei tecnici sonocauti.Varicordato chela Regionehagiàannunciatodi continuarela collaborazione
Irrigazione,un altronodo Pfas conIss «persviluppare metodiche dianalisipiùcerte per ridurrele incertezze».RestelloeNicolin insistonosul nodoirrigazione: «Il filtraggiosui rubinetti nonbasta perchéinzona rossasi continuano adassumerePfasanchetramite i prodottialimentaricheutilizzano l’acquadeipozzi, quindi inquinata. Servecreare il climaadattotra chi lavoranelsettore agricolo per non demonizzarele azioni chevanno compiute,rendendole obbligatorieper assicurareacqua dairrigazioneprivadi Pfas».E ancora.Restellosostiene diaver chiestospiegazionial commissarioper l’emergenza, NicolaDell’Acqua,suunaltro dei tantifronti apertisul temaPfas: gliinquinanti nelpercolato, in particolarenellaexdiscarica di Sarego.Potrebbe esserequesta unaspiegazionedelle concentrazionianomale riscontratenelterritorio comunaleche nonsi giustifica completamentesolocon le percentualichearrivano dalla Miteni?Ladomandaèposta.La rispostaagli esperti. CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA
I DATI DEL CONSORZIO CVN. Paratoie installate
Mose,la consegna saràtra dueanni Deficitnel 2018 VENEZIA
È fissata al 31 dicembre 2021 la consegna definitiva del sistema Mose, le barriere mobili a protezione della Laguna di Venezia dalle acque alte. Lo scrive il Bilancio 2018 del Consorzio Venezia Nuova, concessionario per la costruzione del Mose, che nell’ultimo anno ha svolto lavori per 74 milioni (150 invece quest’anno) e ha chiuso con un disavanzo di 194 mila euro. Il completamento degli impianti definitivi è previsto per il 30 giugno 2020, con l’avvio dell’ultima fase di gestione sperimentale. Con gennaio le paratoie sono state tutte installate: la loro movimentazione in modalità provvisoria proseguirà tutto l’anno, con test tecnici utili alla loro messa a punto. Tenuto conto che la prima barriera, quella di Treporti, è stata installata nel 2014, il consorzio ha avviato il primo ciclo di manutenzione, il bando di gara è uscito a fine 2018. Nel 2018 è stato inoltre approvato il progetto delle nuove porte della
Ilsistema delMose
conca di navigazione per grandi navi alla Bocca di Malamocco, danneggiata da una mareggiata nel 2015: lavori nel 2020. Il costo del sistema è di 5,493 miliardi, stanziati e spesi dal 2003. Il Governo ha indicato ancora 221 milioni, spalmati fino al 2024. Dopo la consegna definitiva, prevista a fine 2021, nei tre anni successivi al consorzio verranno assegnati ancora 41 milioni. L’anno scorso è stata avviata anche l’istruttoria per ottenere dal Mit l’autorizzazione a usare somme residuali di contributi già assegnati dal Cipe: sarebbero circa 413 milioni. • © RIPRODUZIONERISERVATA
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Treviso
Venerdì 13 Settembre 2019 www.gazzettino.it
IL TEMA Il palazzo della Borsa sede della Camera di Commercio: entro sei mesi inizieranno le operazioni di trasloco ed è già iniziata la discussione su come evitare che diventi un buco nero
LA DISCUSSIONE TREVISO Sei mesi di tempo, forse qualcosa di più. Ma di sicuro entro la metà del 2020 il volto di piazza Borsa cambierà. E il conto alla rovescia è cominciato con l’annuncio del via libera da parte del Ministero al trasloco della Camera di Commercio all’Appiani. Si apre quindi il dibattito su come tutelare un punto nevralgico della città, come difenderlo dall’assalto inevitabile del degrado. E se il sindaco Mario Conte professa calma, tranquillità e dispensa rassicurazioni, dai banchi dell’opposizione filtra preoccupazione.
Piazza Borsa, scatta l’allarme degrado «Rischia di diventare un buco nero» Entro sei mesi la Camera di Commercio all’Appiani ` Pelloni avvisa: «Servono scelte mirate e condivise» opposizioni preoccupate per la mancanza di progetti Losappio: «Ancora non sappiamo le idee della giunta»
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zazione del PI, quando la Camera di Commercio ha chiesto un aumento di cubatura per aggiungere due piani all’edificio convinta di poterlo ottenere, proposta poi bocciata».
IL TEMPO «Direi che due sono le cose importanti - sottolinea Stefano Pelloni, capogruppo del Pd - la prima è decidere in tempi brevi cosa fare di quello spazio così grande evitando che si trasformi in un buco nero; la seconda è che la decisione su cosa progettare in una zona così strategica non venga presa nelle segrete stanze, come accaduto con il Piano Interventi. Ci piacerebbe invece che la discussione avvenisse alla luce del sole coinvolgendo tutti, a cominciare dai progettisti e magari varando anche un concorso d’idee. Poi chiamiamo questo tavolo Stati generali del centro storico o Urban center, non importa». Pelloni ci mette anche un po’ di veleno: «Agendo così, magari, si possono evitare scivoloni come quello visto durante la realiz-
LA PROPOSTA
BASSO REPLICA: «IL SINDACO STA MONITORANDO E LAVORANDO PER IL BENE PUBBLICO»
Anche per Domenico Losappio (Gruppo misto) la questione tempo è fondamentale: «Importante decidere in fretta e con la massima condivisione - premette - quello spazio è troppo importante. Poi ognuno ha le sue idee. Io vedrei bene il palazzo della Borsa come un vero Urban center sempre aperto dalle 8 alle 20, dove ogni giorno ci siano conferenze, presentazioni con ristorante e bar e tanti giovani, un po’ come il centro San Gaetano a Padova che tutti conosciamo e che funziona benissimo. E un progetto che potrebbe piacere anche a un privato perché, comunque, prevede spazi commerciali». Losappio poi punge l’amministra-
zione: «È un’idea, poi anche la giunta avrà le sue. Anche se, in questo momento, nessuno le conosce. La cosa importante è che non si pensi a un parcheggio». Luigi Calesso (Coalizione Civica) è caustico: «Le dichiarazioni del Sindaco in merito al “vuoto” che verrà creato dal trasferimento della Camera di Commercio alla Cittadella delle Istituzioni non fanno ben sperare. Se non si interverrà in tempo utile per individuare una nuova destinazione del complesso, negozianti ed esercenti subiranno l’inevitabile riduzione di giro d’affari dovuto al trasferimento di dipendenti e utenti della Camera di Commercio all’ex-Appiani. Conte Pensa che il compito di chi governa la città sia solo quello di “aspettare che qualcuno si faccia avanti”? Non ritiene, invece, che l’amministrazione dovrebbe avere una “idea di città” in cui ci sia anche un futuro per piazza Borsa?».
LA DIFESA Giuseppe Basso (nella foto), ex assessore ai lavori pubblici è capogruppo della Lista Gentilini/Zaia, invita tutti alla calma: «Assurdo pensare che non si stia vigilando su questa vicenda - ricorda - il sindaco è giustamente attendista anche perché parliamo di un immobile che non è nostro. Stiano tutti tranquilli che la giunta è già al lavoro e, quando sarà il momento, ci sarà il confronto con i diretti interessati. Il Comune potrà quindi far valere il proprio peso, sempre rimanendo nei limiti della correttezza. L’obiettivo primario deve essere il rispetto dell’interesse pubblico e in giunta, dal sindaco al vicesindaco Andrea De Checchi fino all’assessore Zampese, c’è gente d’esperienza che sa come muoversi in questi casi. Il futuro del palazzo della Borsa va valutato attentamente, facendo i ragionamenti giusti». Paolo Calia
L’accordo Con la Fondazione un affare da 30 milioni Lo scorso febbraio si è conclusa una vertenza durata 15 anni: quella tra Fondazione Cassamarca e Camera di Commercio. Quindici anni di furiose battaglie legali legate al trasloco dell’ente camerale all’Appiani, dove da anni è pronta una sede nella torre C della cittadella. Una vicenda intricata che ha visto la Camera di Commercio tentare di recedere da un accordo che, alla fine, si è rivelato di ferro. E così l’ente presieduto da Mario Pozza ha deliberato di rispettare l’impegno e dare 30 milioni di euro alla Fondazione per l’acquisto della torre. Il palazzo della Borsa finirà, invece, sul mercato.
Nel futuro di Ca’ dei Carraresi una libreria e un ristorante IL PROGETTO TREVISO «Ca’ dei Carraresi deve
diventare la casa dei trevigiani: questa l’indicazione che Luigi Garofalo, presidente della Fondazione Cassamarca, ha dato ai suoi uffici. E questa sarà la destinazione che verrà privilegiata quando si dovrà scegliere cosa fare del palazzo simbolo della Fondazione e della Pescheria. A Ca’ Spineda le idee sono chiare: Ca’ dei Carraresi, che difficilmente verrà venduta ma più probabilmente data in gestione a uno o più interlocutori, dovrà ampliare il proprio raggio d’azione. Accanto all’attività espositiva, alla funzione di galleria d’arte ormai consolida-
ta nel tempo, dovrà affiancare quella di punto di ritrovo per la cittadinanza. Garofalo la vede bene come sede per una libreria di prestigio, dove mettere in vendita cataloghi e book dedicati alle esposizioni in programma ma anche libri di ogni genere e tipo. E poi gli piacerebbe affiancarci un ristorante, sfruttando il lato che si affaccia sull’isola della Pescheria, già dotato di stupende vetrate ma forse ancora poco sfruttate. Garofalo attende le proposte. Attende che qualche libraio, o anche più librerie assieme, si faccia avanti per proporre un progetto; attende che la stessa cosa la facciano i ristoratori. E immagina poi Ca’ dei Carraresi punto d’incontro per i trevigia-
ni, non solo per i turisti attirati dalle mostre. Che comunque continueranno e potrebbero essere anche due o tre contemporaneamente. Insomma: un centro polivalente dove cultura, gastronomia e tempo libero si possano incontrare e mescolare.
IL MUSEO
IL PRESIDENTE GAROFALO VUOLE FAR DIVENTARE LO STORICO PALAZZO UN PUNTO D’INCONTRO PER LA CITTADINANZA
LE NOVITÀ L’ingresso di Ca’ dei Carraresi, lo storico palazzo diventato sede di importanti mostre: ospiterà anche una libreria
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Intanto ieri mattina i tecnici della Soprintendenza si sono presentati a Ca’ Spineda per visionare il progetto di trasformare il piano terra e il primo piano della sede di Fondazione in ala espositiva da dedicare alle tante opere d’arte custodite da anni. L’idea piace molto, così come la valorizzazione che si vuole dare a opere di pregio però poco conosciute. E piace anche il progetto di mettere a disposizione del pubblico la splendida Sala dei Rettori, in piazzetta Monte di Pietà, altro tesoro di Fondazione. Ma anche questo fa parte del nuovo corso varato da Garofalo mirato a uno scopo ben preciso: aprirsi alla città. P. Cal.
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VENERDÌ 13 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
lo studio della banca d’italia
Riciclaggio, flussi anomali in Veneto Venezia e Verona ad alto rischio Sotto la lente le operazioni sopra i 15 mila euro. Anche nel Padovano transita molto denaro in nero Gianni Belloni PADOVA. L’obiettivo è quello
di capire dove transita il nero, ed in particolare il denaro frutto dell’attività illegale della criminalità organizzata. E si scopre che è diffuso soprattutto nel centro nord e, in Veneto, a Venezia, Verona e Padova. La ricerca, curata da Michele Gianmatteo dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, ha messo sotto la lente tutte le operazioni di pagamento pari o superiori ai 15mila euro (anche quelle operazioni che sono frazionate) ed effettuate in Italia da uno sportello bancario per la propria clientela. L’anno analizzato è il 2015 e riguarda un campione di 45. 485 casi. L’estremo interesse della ricerca sta proprio nel tentativo di identificare le movimentazioni effettivamente anomale e quindi, come
spiega Gianmatteo, «non coerenti con i fondamentali socio-economici e finanziari osservati a livello locale e, quindi, potenzialmente riconducibili ad attività illecite». Nella ricerca della Banca d’Italia si è preso in considerazione, ad esempio, il fatto che nei comuni montani l’uso del contante è più elevato data la lontananza relativa degli sportelli bancari, così come si è messo in conto la ricchezza procapite presente in quel comune o il fatto, ad esempio, che si tratti di un comune turistico dove si prevede un affluire maggiore di introiti cash. I risultati di questo studio sono stati comparati con analisi che hanno preso in esame indicatori di attività criminali come le denunce di reati quali estorsione, traffico di stupefacenti, riciclaggio e associazione mafiosa e si è visto che l’andamento corrisponde: mediamente i comuni dove insi-
contratto
Sanità privata, sciopero generale il 20 settembre di infermieri e operatori VENEZIA. Infermieri e operato-
ri sanitari incrociano le braccia. Sarà sciopero il 20 settembre in tutte le strutture della sanità privata del Veneto con una manifestazione regionale a Negrar davanti all’ospedale Sacro Cuore dalle 10 alle 13. La vertenza accende i riflettori sul rinnovo del contratto che interessa in regione oltre 10.000 tra infermieri, tecnici, operatori sanitari ed amministrativi e che, dopo 13 anni, è ancora bloccato per la non disponibilità di cliniche e
case di cura a riconoscere un aumento retributivo ai dipendenti. «È una situazione vergognosa» sottolineano i segretari regionali di Cgil, Cisl Uil di categoria Sonia Todesco, Alessandro Peruzzi e D’Emanuele Scarparo che lanciano un appello all’assessore alla sanità Lanzarin affinché la Regione faccia pressione per una soluzione positiva della vertenza «anche ponendo il rinnovo del contratto ed il trattamento dei lavoratori tra i vincoli del sistema di accredi-
VENDITE STUDIO BENETTON - PORRAZZO ABITAZIONI ED ACCESSORI Esecuzione: RG n. 208/2016 Giudice: Dott.ssa Francesca Vortali; Delegato alla vendita: Avvocato Simone Voltarel Lotto unico, piena proprietà per l’intero. Beni siti in Comune di Treviso, Strada di San Pelajo n. 115/A. Unità immobiliari costituite da: porzione di fabbricato ad uso abitazione disposta ai piani terra (ingresso, cucina, pranzo, soggiorno, bagno, lavanderia e portico), primo (4 camere, studio, bagno, disimpegno e poggiolo) e interrato (cantina) per una superficie calpestabile complessiva di circa mq. 252; garage al piano terra di circa mq. 33; area scoperta di pertinenza esclusiva di mq. 398 catastali. Stato di conservazione: mediocre. Occupato dall’esecutata. Prezzo base: Euro 261.800,00. Offerta minima per la partecipazione all’asta: Euro 196.350,00. Rilancio minimo in caso di gara tra gli offerenti: Euro 5.000,00. VENDITA SENZA INCANTO MEDIANTE PROCEDURA TELEMATICA SINCRONA MISTA in data 4 dicembre 2019 h. 15,30 presso la società “Aste 33 S.R.L.” con sede in Treviso, Via Vecchia di S. Pelajo, n. 20. Offerte di acquisto da presentare entro le ore 13 del giorno precedente alla vendita: Offerta con modalità analogica (o cartacea): previo appuntamento telefonico al n. 0422/252456, presso lo studio dell’avvocato dele-
99% probabilità di successo di chi vuole riciclare denaro in Europa (dichiarazione di Rob Wainwrigh, ex direttore esecutivo di Europol, 2017)
45.485 il campione di operazioni bancarie prese in esame dello studio (2015)
7.740
562
i comuni
banche
Le operazioni con denaro contante (2016)
86% 79% in in ITALIA EUROPA
tamento». «Il settore è più che mai florido» osservano i sindacalisti «ma le aziende (rappresentate da Aiop e Aris) hanno assunto atteggiamenti ricattatori subordinando il rinnovo contrattuale all’erogazione di maggiori risorse da parte dello Stato». «Ciò è inaccettabile» proseguono Todesco, Peruzzi e Scarparo «siamo di fronte ad un comparto abbondantemente finanziato dal pubblico e che oltretutto presenta condizioni assai più favorevoli rispetto alle strutture pubbliche, potendo ingaggiare personale senza vincoli e sviluppare la propria offerta sulle prestazioni più remunerative. Ai lavoratori non si può negare un miglioramento delle condizioni economiche». E ancora: «Siamo arrivati al punto che mentre i medici disertano il pubblico per andare nelle
gato in Treviso, via Manin n. 32. Offerta con modalità telematica: compilata ed inviata tramite i moduli e le procedure indicate nel Portale delle Vendite Pubbliche come indicato nell’avviso di vendita. Custode giudiziario: “Istituto Vendite Giudiziarie di Treviso” con sede in Silea (TV), via Internati 43-45, n. 30 tel. 0422/435022, fax 0422/298830 – e.mail asteimmobiliari@ivgtreviso.it, sito internet www.ivgtreviso.it
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Percentuale del valore movimentato in contanti (2016)
68% 54% in in ITALIA EUROPA
stono reati spia di attività mafiose sono anche quelli dove la ricerca della Banca d’Italia ha rilevato i flussi anomali più importanti. Per quanto riguarda il Veneto, le province di Venezia e Verona, per un numero di anomalie, sono classificate con un “rischio alto”, mentre per il valore stimato dei flussi anomali alle due province si aggiunge Padova. Tra i cento comuni più a rischio otto sono in Veneto: tre a Verona, due a Treviso e uno a testa tra Vicenza, Padova e Venezia. L’utilizzo del denaro frutto delle attività illegali è il punto debole per le mafie, in effetti i ricavi delle mafie sono solo potenziali soltanto il riciclaggio di quelle somme può rendere quel ricavo effettivo. I mafiosi sono solo alcuni degli attori dei reati economici – come ha fatto notare lo studioso Isaia Sales – riciclaggio, evasione fiscale, lavoro sommerso non hanno
più remunerative strutture private, il personale infermieristico abbandona il privato per trovare nel pubblico condizioni migliori». «In Veneto» aggiungono i rappresentanti di Fp Cgil, Cisl Fp, Uilfpl «il comparto della sanità privata accreditata ha acquisito un peso crescente rispetto al pubblico. Non solo le ultime schede ospedaliere ne hanno aumentato i posti letto portandoli dal 17% al 21% del totale, ma si assiste anche ad un costante incremento di trasferimenti dalla Regione verso l’universo della sanità convenzionata». Con lo sciopero del 20 settembre Cgil Cisl Uil intendono lanciare un appello ad Aiop e Aris del Veneto affinché diano segnali positivi per sbloccare «l’unico contratto del settore privato non ancora rinnovato». — M.A.
L’emergenza Cimice asiatica vertice in Regione
Salute Pfas, decreto di Costa per cabina di regia
Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha convocato martedì il tavolo verde dell’agricoltura per fare il punto sui danni causati dalla cimice asiatica alle colture e sulle strategie di controllo e prevenzione. Al tavolo, organo regionale di concertazione per gli indirizzi programmatici e le scelte in agricoltura, partecipano l’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan, Sergio Berlato e i rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Agriveneto, Confcooperative e Legacoop. Appuntamento alle 10 in via Torino 110, a Mestre.
È pronta a partire una cabina di regia con il ministero della Salute per avere un quadro nazionale sulla contaminazione da Pfas. Lo afferma il ministero dell’Ambiente Sergio Costa in audizione in commissione Ecomafie parlando in particolare della situazione in Veneto, e facendo presente che è stato avviato l’iter attraverso un decreto. La cabina di regia sarà supportata da tecnici e scienziati. L’obiettivo è riuscire ad affrontare «le problematiche ambientali connesse alla presenza dei Pfas nelle acque superficiali e sotterranee».
VENDITE FALLIMENTARI FALLIMENTO N. 239/2016
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IN BREVE
ta” (con indice edificabilità di 1,5 mc/mq), con residua capacità edificatoria di circa mc.675,00; • mq. 1.671,00 ricadenti in area Urbanistica Z.T.O. “E – agricola”, privo di indice di edificabilità e regolata dall’art. 33 delle vigenti N.T.O. del Piano degli Interventi. Occupato dall’esecutato e suoi familiari. Prezzo base Euro 35.900,00. Offerta minima per la partecipazione all’asta Euro 26.925,00. Vendita senza incanto con modalità telematica sincrona mista il giorno 12/11/2019 alle ore 16:00 presso il Tribunale di Treviso, Viale Verdi n. 18, aula F, primo piano. Offerte entro le ore 13:00 del giorno precedente la data della vendita: analogiche in busta chiusa presso la sede di Aste Team Associazione Professionale in Treviso, Viale F.lli Cairoli n. 153, telematiche tramite modulo precompilato scaricabile dal sito del Ministero della Giustizia e da inviare all’indirizzo PEC offertapvp.dgsia@giustiziacert.it. Per informazioni ed appuntamenti: Custode giudiziario "Aste 33 S.r.l.", con sede in Treviso, Strada Vecchia di San Pelajo n. 20, tel. 0422.693028/fax 0422.316032, e-mail info@aste33.com. Ulteriori informazioni presso Aste Team, e-mail info@asteteam.tv, tel. 04221627873
BENI COMMERCIALI
il marchio “mafie”, ma i mafiosi praticano gli stessi circuiti illegali e usano le stesse tecniche legali usate dagli evasori fiscali, dai corrotti, e da tutti colori che hanno interesse ad occultare la propria ricchezza. Ma i mafiosi si distinguono, nell’universo criminale, per la capacità di immettere nel circuito economico ciò che sottraggono con mezzi predatori diventando essi stessi soggetti economici, parte integrante dell’economia locale e globale. L’intento dello studio è quello di identificare, nel più vasto mondo dell’economia sommersa, i tratti della vera e propria economia criminale: è stata infatti presa in considerazione la rilevanza dell’economia sommersa nel dato territorio – calcolata in base alla quota comunale di imprese attive nei settori delle costruzioni, del commercio e della ristorazione – per poter distinguere questo elemento dalle attività propriamente criminali. Più è valutata importante l’economia sommersa più si prevede un utilizzo massiccio del contante e anche questo dato è stato preso in considerazione. I risultati consentono di elaborare indicatori di rischio di riciclaggio, che possono essere utili nell’orientare l’azione delle autorità e degli intermediari impegnati nella prevenzione e nel contrasto del riciclaggio. —
Giudice Delegato dott. A. Girardi; Curatore dott.ssa D. Zanette AVVISO DI VENDITA DI IMMOBILI MEDIANTE PROCEDURA COMPETITIVA Si rende noto che il giorno 30.10.2019 alle ore 12.00 avanti il notaio dott. Matteo Contento, in Treviso, Via Lancieri di Novara n. 3/A, si procederà alla vendita tramite procedura competitiva dei seguenti beni immobili di seguito descritti. LOTTO N. 1 - Piena proprietà per l’intero di un negozio al piano terra con n. 1 garage al piano interrato, n. 2 magazzini al piano interrato e n. 3 posti auto esterni, siti a Pezzan di Carbonera (TV). Gli immobili sono liberi. Prezzo base d’asta: Euro 45.824,00. Rilanci minimi Euro 1.000,00. LOTTO N. 2 - Piena proprietà per l’intero di un negozio al piano terra con n. 1 garage al piano interrato, n. 4 posti auto esterni e n. 1 magazzino esterno posto al piano terra, siti a Pezzan di Carbonera (TV). Gli immobili sono liberi. Prezzo base d’asta: Euro 60.608,00. Rilanci minimi Euro 2.000,00. Gli immobili vengono venduti nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano. Offerte presso lo Studio del Notaio Dott. Contento entro e non oltre le ore 12:00 del giorno 29.10.2019. Altre informazioni in Cancelleria Fallimentare o presso il Curatore Dott.ssa Danila Zanette, tel. 0422.582188.