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11-SET-2019 Estratto da pag. 48 3043
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11-SET-2019 Estratto da pag. 48 3043
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Domenica 15 Settembre 2019
La Voce
LENDINARA
33
Lendinara, Lusia
www.lavocedirovigo.it, e-mail: provincia.ro@lavoce-nuova.it, Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584
LUSIA Infanzia, primaria e media in un unico stabile
“La Fenice” adesso è realtà inaugurato il polo scolastico La soddisfazione di Prando: “Traguardo raggiunto, ma quanta fatica” Elena Fioravanti
LUSIA - E’ finalmente arrivato il momento tanto atteso: traguardo raggiunto per “La Fenice”. L’amministrazione comunale di Lusia infatti ha inaugurato ufficialmente ieri mattina il nuovo plesso scolastico di via Alighieri, che raccoglie in un unico stabile la scuola d’infanzia “De Amicis”, la primaria “Pighin” e la media “Fermi”. Sono stati gli alunni i protagonisti della cerimonia, aprendo l’inaugurazione con l’esecuzione dell’inno di Mameli. La parola è poi passata al primo cittadino, il sindaco Luca Prando, che ha raccontato il percorso, non poco impegnativo, che ha portato alla realizzazione di questo traguardo: “Non potete immaginare l’enorme sacrificio che l’amministrazione comunale ha fatto per arrivare oggi a questo momento: si sono dovute af-
n Tra i presenti anche Giacometti e Toffanin L’intervento di Roberta Toffanin e a lato la foto di gruppo con i presenti frontare problematiche legate ai patti di stabilità e ad altri problemi che abbiamo affrontato con tenacia, orgoglio e volontà di dare ai nostri ragazzi e alla nostra cittadinanza un polo scolastico degno del nostro territorio”. Carenze legate all’efficienza energetica a sistemi di sicurezza non omologati e servizi igienici non idonei avevano messo a dura prova il contesto scolastico locale. “Ringrazio la Regione, e in particolare l’ex assessore
Maria Luisa Coppola, che aveva capito la nostra esigenza e ci ha messo a disposizione un contributo di 500mila euro. Abbiamo poi usufruito del Conto termico per l’efficentamento energetico e abbiamo poi messo sul tavolo altri 500mila euro di fondi della nostra comunità. Soldi che tutti noi paghiamo attraverso le tasse e che ritengo giusto che siano stati messi a disposizione dei nostri ragazzi, perché sono il nostro futuro”. La
Fenice quindi è stata scelta come simbolo della rinascita, della scuola ma anche della città, dopo il duro bombardamento del 1945. Il vicesindaco Michele Bassani ha poi letto il messaggio inviato dal presidente della regione Luca Zaia, che si è complimentato con l’amministrazione per il lavoro svolto. Anche Isi Coppola, invitata dall’amministrazione, ha ringraziato per essere stata chiamata a partecipare a questa occasione. Sono quindi
intervenute la senatrice Roberta Toffanin, l’onorevole Antonietta Giacometti, l’assessore all’istruzione del comune di Lusia Lorella Battistella, la nuova dirigente scolastica del comprensivo di Lendinara Laura Riviello, il consigliere provinciale Antonio Laruccia e l’onorevole Emanuela Munerato. Dopo i saluti istituzionali, è stata scoperta la nuova insegna del polo scolastico, benedetto dal parroco di Lusia, don Antonio Ros-
si. A tutti è stato distribuito un opuscolo realizzato dall’amministrazione in cui sono illustrate le caratteristiche della scuola e anche la storia delle vecchie scuole di Lusia. A tutti gli alunni è poi stata regalata anche una borraccia in alluminio, una scelta “green” che si inserisce nella battaglia contro l’eccessivo utilizzo della plastica che anche l’amministrazione di Lusia ha scelto di sostenere. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PALAZZO MALMIGNATI Spettacolo in ricordo di Piaf e Cerdan
Un’intensa storia d’amore
Evento culturale nella splendida cornice di palazzo Malmignati
LENDINARA - Un appuntamento che si preannuncia imperdibile. Ancora alcuni posti per lo spettacolo di questa sera a palazzo Malmignati, che aprirà per far rivivere la storia d’amore tra Edith Piaf e il pugile Marcel Cerdan. Sul palcoscenico il gruppo “Tres Bien”, autore dell'originale perfomance “Inno all'amore (Moi pour toi)”, dedicata all’indimenticata cantante francese. Da “Rien de rien” alla celeberrima “La vie en rose” fino a “Hymne à l'amour”.
Sul palco tre donne chioggiotte, due attrici e una cantante: Alessandra Lionello e Sandra Boscarato, che racconteranno il vissuto della Piaf, e Annamaria Mariotti, interprete delle sue più celebri canzoni. Saranno accompagnate al pianoforte da Micaela Tiozzo e da Michele Boscaro alla fisarmonica. La serata-evento inizierà con un ricco buffet a palazzo, che partirà alle 19. Al termine gli ospiti si siederanno per godersi la performance nella suggestiva cornice
della storica location. Al termine della serata, una sorpresa finale per tutti i partecipanti. I biglietti per spettacolo e buffet costano complessivamente 25 euro e sono limitati. La biglietteria questa sera aprirà a palazzo Malmignati a partire dalle 18. Per chi avesse già prenotato, il biglietto sarà da ritirare obbligatoriamente entro le 18.45, dopo di che potrà essere riassegnato. E. F. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA MOSTRA La rassegna è stata inaugurata il 5 settembre
I pittori rivivono con il Musap Annamaria Guerra
LENDINARA - Un vero e proprio pezzo di storia artistica polesana è attualmente in mostra al Musap di Lendinara con opere dai temi vari eseguite da alcune tra le più importanti personalità del mondo pittorico nate tra ‘800 e ‘900. E’ stata finalmente inaugurata nel pomeriggio di giovedì 5 settembre la rassegna di artisti polesani del ‘900 che va a completare, anche se per un breve lasso di tempo fino al 3 ottobre, la mole artistica permanente del museo lendinarese dedicata al Polesine ed ai suoi mae-
stri. Un’occasione di certo preziosa per aumentare la conoscenza del territorio e per immergersi nelle meraviglie artistiche che per storia e maestria talvolta non hanno proprio nulla da invidiare alle opere di grandi artisti internazionali conservate nei musei delle città metropolitane. “Gli artisti presenti possono essere suddivisi idealmente in quattro decenni: l’ultimo dell’800, ed il primo, secondo e terzo del ‘900. Si tratta di pittori che hanno partecipato ad esempio alla Biennale di Venezia o alla Quadriennale di Roma. Molti la-
vori sono esposti per la prima volta. Le opere sono state gentilmente prestate da alcuni collezionisti privati che ringrazio” spiega Guido Signorini curatore del Musap e della collezione temporanea. Temi eterogenei e diversi i modi utilizzati per esprimere i concetti su tela. Dal figurativo all’astratto senza nulla togliere ad alcune incisioni. Per chi desiderasse non lasciarsi sfuggire questi piccoli gioielli polesani, la mostra è aperta il martedì dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18 ed il giovedì dalle 16 alle 18. © RIPRODUZIONE RISERVATA
C’è sempre voglia di arte grazie al Musap di Lendinara
XIII
Marghera Mogliano Marcon
Domenica 15 Settembre 2019 www.gazzettino.it
Gli trovano quattro etti di eroina in casa, denunciato `Un viavai di clienti
nell’abitazione di un 42enne tunisino MOGLIANO Si era trasferito da Chioggia a Mogliano, ma non aveva perso “l’abitudine” di spacciare in città, tanto che gli agenti del commissariato di Chioggia sono andati a cercarlo nella sua nuova abitazione. Lui non c’era, ma le prove della sua attività sì: 393 grammi di eroina confezionata
e nascosta, probabilmente abbandonata in seguito a una fuga precipitosa per sottrarsi all’arresto. E.A. cittadino tunisino di 42 anni, è stato poi rintracciato dalla Squadra mobile di Treviso e denunciato per detenzione ai fini di spaccio, ma sulla sua rete di contatti e complicità le indagini sono ancora in corso. Era il 24 agosto quando una squadra di cinque poliziotti è partita da Chioggia alla volta di Mogliano, in accordo con la Squadra mobile di Treviso, per “incastrare” il tunisino. Si tratta di un personaggio ben noto alle forze dell’ordine della città lagunare,
con precedenti specifici perché già trovato, una decina di anni fa, in possesso di notevoli quantità di droga, ma che era scomparso dai radar investigativi da qualche tempo. Tuttavia l’attività di contrasto allo spaccio di stupefacenti in città aveva fatto riemergere il suo nome in qualche occasione e, così, la polizia di Stato aveva effettuato degli appostamenti che avevano confermato il ruolo di E.A. come spacciatore occasionale, ma non così raramente, anche a Chioggia, oltre che, come rilevato dai colleghi trevigiani, nella sua nuova abitazione di Moglia-
no, un appartamento in una palazzina popolare, meta di un viavai continuo, anche notturno, di persone, per lo più stranieri. La circostanza era stata notata anche dai vicini di casa che l’avevano segnalata alle forze dell’ordine. Restava, però, il problema di cogliere il presunto spacciatore in flagranza e, per questo, era stata predisposta la perquisizione dell’abitazione, quel sabato d’agosto, con la ragionevole certezza di trovarci anche l’indagato. Invece lui, forse avendo avuto sentore dell’operazione, se ne era andato senza portarsi via, però, il
SPACCIO La Polizia ha incastrato un pusher 42enne tunisino
In piazza Mercato raduno di auto e moto d’epoca
Nuovo corso dell’Avapo per l’assistenza oncologica
`Ricco programma,
iniziativa organizzata dal centro Avis
VOLONTARIATO MARCON
MESTRE La loro presenza si ri-
vela spesso preziosa, soprattutto dal punto di vista del sostegno psicologico per pazienti gravemente malati. Prenderà il via il 10 ottobre prossimo, su iniziativa di Avapo Venezia onlus (Associazione volontari assistenza pazienti oncologici) e col patrocinio del Comune di Venezia e dell’Ulss 3 “Serenissima”, il 30. corso per la formazione di volontari che opereranno nel campo dell’assistenza agli ammalati e alle loro famiglie. Avapo Venezia è una realtà attiva nel nostro territorio ormai da un trentennio che conta già un centinaio di volontari. Garantisce, tra l’altro una presenza costante in ospedale per tutto l’anno, incluse domeniche e giorni festivi. Il corso, che prevede nove lezioni che si terranno ogni giovedì dalle 17.30 alle 19 presso l’auletta didattica nel corridoio San Domenico dell’Ospedale civile a Venezia, vedrà come relatori oncologi, psicologi, medici, infermieri e volontari. I corsisti svolgeranno poi un periodo di tirocinio presso l’Unità operativa di oncologia e radioterapia, negli ambulatori di Oncologia Medica dell’Ospedale Civile di Venezia e dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre, nell’ambulatorio di senologia a Venezia, nell’Hospice dell’ospedale Fatebenefratelli di Venezia, nonché al domicilio dei pazienti. Il corso è gratuito, ed è aperto anche a coloro che desiderano essere utili nelle attività organizzative dell’associazione: le adesioni dovranno essere presentate entro il 27 settembre. Per informazioni e iscrizioni telefonare dalle 14 alle 17 al numero telefonico 340-1825689, all’indirizzo e-mail info@avapovenezia.org, al sito sito web www.avapovenezia.org o consultando la pagina facebook di avapovenezia.
VOLONTARI Dal 10 ottobre un nuovo corso dell’Avapo
suo “deposito” di eroina, suddivisa in buste ben sigillate, contenute in una confezione nascosta tra due divani, corredata anche di carta stagnola, bilancino di precisione e coltello per tagliare lo stupefacente. Tutto materiale posto sotto sequestro ma, senza poter contestare la flagranza al tunisino e, quindi, senza poterlo arrestare. L’uomo, comunque, è stato denunciato dopo la perquisizione e, nei giorni successivi, è stato rintracciato dalla Squadra mobile di Treviso ma, a quel punto, si sarebbe reso irreperibile. Diego Degan
PROGETTO Un rendering dell’ipotesi di attracco per le navi da crociera a Fusina
«Crociere a Marghera incompatibili col Pat» Il consigliere comunale Scarpa si richiama al piano del 2014 che auspicava l’estromissione delle grandi navi dalla laguna
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L’INTERROGAZIONE VENEZIA In base a quali riferi-
menti normativi il sindaco Luigi Brugnaro e il presidente della Regione Luca Zaia sostengono che si possano realizzare approdi per navi lunghe fino a 340 metri e di stazza fino a 160mila tonnellate nel canale nord lato nord di Marghera? La domanda la pone il consigliere del gruppo Misto Renzo Scarpa, che ha presentato un’interrogazione al sindaco con risposta in commissione su un argomento su cui a livello nazionale si è in pieno stallo. Se si escludono le ripetute affermazioni del ministro alla Cultura Dario Franceschini che in più occasioni ha promesso che le grandi navi dovranno uscire dalla laguna entro fine mandato. Il neo ministro Paola De Micheli per ora non si esprime, anche se il suo predecessore, Danilo Toninelli, aveva parlato di soluzione da trovare entro fine estate. E apriva alla possibilità che le navi rimanessero in laguna, con gli approdi diffusi, ad esempio a Fusina in vista di un’ipotesi definitiva a Chioggia. Scarpa, ripercorrendo tutti i documenti che si sono succeduti
sull’argomento, cerca di fare ordine e di mettere i puntini sulle “i” dal punto di vista normativo.
STUDI MAI FATTI E in particolare ricorda quanto previsto dal Pat, il piano di assetto del territorio approvato dal Consiglio comunale e ratificato nel 2014 dalla Provincia. «Il Pat - ricorda Scarpa - assume come obiettivo “la definitiva estromissione delle navi incompatibili con la città storica e col contesto lagunare” e indicava, all’atto della sua introduzione che il Comune promuovesse entro 18 mesi una serie di approfondimenti sugli impatti ambientali, sanitari e sulla morfologia lagunare del crocierismo e della portualità per l’individuazione delle caratteristiche anche dimensionali incompatibili con il contesto cittadino e col recupero morfologico della
L’IPOTESI SOSTENUTA DA BRUGNARO E ZAIA SAREBBE IN CONTRASTO CON LE PREVISONI NORMATIVE VIGENTI IN TEMA AMBIENTALE
Laguna». Studi cui non è mai stato dato corso, sottolinea il consigliere, che ne chiede conto al sindaco perchè sarebbero serviti per individuare la sostenibilità dell’attività crocieristica da confrontare con i dati del Porto. «Per il normale rispetto che si deve alle leggi esistenti - prosegue Scarpa - si deve ritenere che in assenza degli studi e successive decisioni previsti dal Pat e/o specifiche e diverse norme di Legge Nazionali non sia possibile programmare transiti interni alla Laguna e relativi ormeggi per navi superiori a quelle oggi ammesse dal combinato disposto dell’insieme delle norme elencate». E in ogni caso, non dovrebbe essere consentito a nessuna amministrazione, a nessun livello, di proporre o sostenere ipotesi in contrasto con quanto previsto dall’insieme delle norme, prevedendo transiti interni alla Laguna e ormeggi per navi superiori a quelle oggi ammesse - cioè quelle 96 mila tonnellate previste dal Passera-Clini e a cui le compagnie si sono grosso modo adeguate soprattutto se a tal fine si debbano prevedere opere a costo pubblico». Raffaella Vittadello © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Appuntamento oggi (domenica) a Marcon con il quarto “Raduno Auto e Moto d’epoca” organizzato dal centro Avis marconese con la collaborazione dell’autoscuola “Inmarcia” e il patrocinio dell’amministrazione comunale. Il ritrovo e le iscrizioni saranno raccolte tra le 8.30 e le 10 presso il bar “Vale & le sue Ragazze” (colazione compresa) in piazza Mercato, da dove la sfilata di moto e auto d’epoca si muoverà poi in direzione di Campocroce di Mogliano. Seguirà la visita in via Zermanesa alla filanda Motta e da qui verrà raggiunta prima piazza IV Novembre per l’aperitivo offerto dal bar “All’incontro” e poi Quarto D’Altino per il pranzo, alle 12.30, presso il ristorante “Vecchia Altino”. A pranzo ultimato l’Avis consegnerà i premi al Club di auto e moto più numeroso, all’auto e alla
motociletta più “vecchie”, l’auto e la moto più particolare, il conducente auto più giovane e al motociclista più anziano. «Oltre a ricordare l’ideatore della manifestazione Luigino Veneri – ha spiegato Vito Caputo del gruppo Avis - questa quarta edizione è dedicata al nostro concittadino, appassionato delle due ruote, “Ciano Rigo” appartenente al II° Reparto Mobile Padova della Polizia di Stato, scomparso prematuramente a 45 anni, dopo una vita dedicata allo sport e al prossimo. L’associazione vuole così ricordare un marconese che ha incarnato pienamente i valori del volontariato e della solidarietà». Nell’occasione la sezione Avis di Marcon ribadisce la grande necessità della raccolta sangue segnalata dal centro trasfusionale dell’ospedale dell’Angelo ed invita tutti i donatori a recarsi quanto prima a donare il sangue presso il centro Avis di Marcon nelle domeniche in cui è prevista la raccolta, oppure presso l’ospedale dell’Angelo a Mestre. (mau.d.l.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Sindaco e Giunta in visita agli anziani ospiti in Trentino
SOGGIORNO La Giunta di Marcon con gli anziani a Fiera
MARCON Visita della Giunta comunale di Marcon agli oltre cinquanta anziani ospiti del soggiorno climatico a Fiera di Primiero. Gli amministratori del Comune hanno raggiunto nei giorni scorsi la località montana trentina per salutare e, contestualmente, verificare le condizioni del complesso che ospita gli anziani di Marcon che stanno trascorrendo una vacanza di 15 giorni presso questa rinomata località. «È stato un vero piace-
re incontrare i nostri anziani che in seguito al bando comunale sono stati prescelti per trascorrere un paio di settimane lontano dalla calura marconese – ha affermato il sindaco Matteo Romanello al ritorno dalla montagna - Ho trovato un clima sereno e disteso, abbiamo pranzato assieme e al termine ho offerto a tutti loro il caffè e abbiamo posato per una bella foto assieme. Senz’altro un’esperienza che vogliamo ripetere anche per i prossimi anni». (mau.d.l.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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L’INTERVISTA. Il presidente di Confindustria Vicenza aspetta al varco il nuovo esecutivo giallorosso. E lancia un monito
«Ilgovernononpuòsnobbare la parte del Paese che produce» Vescovi:l’economiavicentina si èfermata: serveun progetto politicodilungo periodo di MARINO SMIDERLE
Telefonami tra vent’anni, io adesso non so cosa dire. Lucio Dalla si arrendeva così, nel 1980, all’avvento futuro del duemila. Luciano Vescovi, invece, non ha nessuna intenzione di arrendersi al... 2039. Tanto che “Italia 2039” è diventato il titolo dell’assemblea di Confindustria Vicenza che si terrà sabato 21 settembre a Valdagno, nella sede della Marzotto. «C’è una correlazione diretta tra la politica del paese e la nostra assemblea - conferma il presidente degli industriali vicentini - e per questo vogliamo dare un messaggio chiaro: c’è bisogno di una visione e di un obiettivo di lungo periodo, 20 anni, appunto. L’Italia nel 2039 dovrà essere attrattiva per i ventenni di allora che nascono oggi, compresi gli stranieri che abbiano voglia di spendere le proprie competenze da noi». Pensa che con questo nuovo governotornerannoavalerelecompetenze?
Questa è la scommessa aperta. L’investimento numero uno deve essere la scuola. Dirò di più, la rivoluzione di
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L’Italiaha bisognodiuna rivoluzione incentratasu unaverariforma dellascuola
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IlNordèpoco rappresentato mal’ingresso diVariaticome sottosegretario fabensperare
cui ha bisogno l’Italia è incentrata nella scuola. Se non partiamo da questa consapevolezza, nel 2039 saremo già in declino. Unannofa,inoccasionedell’ultima assemblea di Confindustria Vicenza ospitata da Renzo Rosso alla Diesel, Vincenzo Boccia confidavanelprogrammaproimpresedellaLegaecriticavaitroppi no del M5S. Ora al posto della Lega è subentrato il Pd, con i 5 stellesempreinsella.Legascaricata?
Confindustria non ha mai appoggiato alcun partito, ovviamente. Di sicuro la Lega in Veneto ha raccolto molti voti grazie anche alla sua vicinanza alle piccole imprese, alle partite Iva. Poi, quando è stata al governo con i 5 stelle ha commesso due grandi errori, a cominciare dal subappalto ai grillini di temi chiave come lavoro, politica industriale e politica economica. Il risultato è stato che non è stata fatta politica industriale, che la politica del lavoro è stata sbagliata concettualmente e che la politica economica si è tradotta in redistribuzione e assistenzialismo. Eilsecondo errore?
È stato commesso in Europa. Aver rinunciato a giocare la partita in Europa ha consentito agli altri di riempire la casella. Conte e il M5s hanno riempito la casella votando per Ursula von der Leyen. Così ha fatto pure l’ungherese Orban, in teoria alleato di Salvini a cui ha però lasciato il cerino in mano. AlleEuropee,però,laLegahafatto il pieno di voti, raggiungendo in Veneto il suo massimo storico.Come sispiega?
Io l’ho detto altre volte, per me la Lega di Zaia, dei governatori del Nord, è una Lega che ha un profilo moderato, molto vicino al contesto manifatturiero. Ho la sensazione che a Roma si siano lascia-
ti travolgere dal centralismo imperante. Anche se sulle infrastrutture, vedi lo sblocco della Tav e della Pedemontana, se non ci fosse stata la Lega a quest’ora i 5 stelle avrebbero cancellato tutto. I 5 stelle ora hanno cambiato partner in modo disinvolto ma il governo rientra nella logica delle democrazie parlamentari. Cosanepensadelfattocheglistessi 5 stelle avevano creato per la prima volta il ministero della democraziadiretta?
Giocare con la democrazia diretta e con la piattaforma Rousseau è molto pericoloso. Così come è pericolosa l’anarchia di internet: noi riteniamo fondamentale l’approfondimento e ci preoccupa l’ansia da prestazione dei politici di oggi che si traduce in provvedimenti caotici e confusionari. Guai a replicare questo modello che ha svuotato il ruolo del parlamento. Veramente in agenda c’è anche lariduzionedelnumerodeiparlamentari...
Riduzione dei parlamentari? Piuttosto bisogna togliere la sensazione che il parlamento non serva a niente: di quali discussioni parlamen-
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LaLegaha commessodegli erroriapartire dall’essersi chiamatafuori dall’Europa
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L’arrivodel ministrodelM5S Patuanelli? Unbelsegnale, loascolteremo coninteresse
tari importanti ha memoria, a eccezione delle baruffe, negli ultimi anni? Il Veneto ha detto chiaramente con un referendum che vuole l’autonomiae nel nuovo governo c’è Francesco Boccia, uno che se potesse l’autonomia del Veneto la incenerirebbe, al posto di ErikaStefani.Come lavede?
L’aspettativa di cambiamento istituzionale in Veneto è altissima e la delusione perché quel progetto sia stato bloccato è ancora più alta. Speriamo che non comincino con manovre furbesche per annacquarlo. Siamo consapevoli che 23 materie siano forse eccessive, però quando partono dicendo che di tutto si può parlare tranne che di scuola, ecco, noi siamo in totale disaccordo. La scuola italiana è un grande apparato pubblico con oltre un milione di addetti, seconda solo, come numero, ai militari americani. Vogliamo continuare a gestirla come abbiamo fatto finora? Il Pd ha già detto che vuole metteremanoallapoliticasull’immigrazioneadottatadaSalvini.Tuttodarifare anche qui?
No. Attenzione a non smontare le cose buone che sono state fatte. Quello che funziona non va toccato. IdatidiffusidaConfindustriarelativi al secondo trimestre dell’anno dicono che l’economia di Vicenza è ferma. Ricette per rimetterlainmoto?
È vero, siamo fermi. Ma lo siamo perché facciamo parte di un sistema Europa e di un sistema mondo che arranca, per vari motivi. La Germania ha avuto uno stop violento per il dieselgate, per i dazi, tanto che l’automotive perde parecchi colpi. EVicenzacheènotoriamentelegata agli starnuti della Germania rischia di prendere la polmonite...
Non solo per gli starnuti della Germania. Trump, per esempio, è imprevedibile, si vede circondato da Mercedes e Bmw e spara un tweet contro, passando poi ai fatti. E poi ci sono le tensioni legate alla Russia, all’Iran e tutto questo porta incertezza, porta a frenare gli investimenti. In queste condizioni possiamo permetterci una struttura di governo fragile? No. Devi essere solido. Sennò cominci a volare via. Mario Draghi ha di nuovo abbassatoitassiinBce,orasiamoameno0,5%. Basterà?
Gli economisti la chiamano trappola della liquidità. Draghi rilancia in modo deciso ma il problema è: la liquidità creata fin qui che fine ha fatto in dieci anni? Ha finito col finanziare il debito pubblico e creare risparmio. Grazie a questa politica ora anche molti titoli di stato italiani hannotassinegativi.Comesideve usare questa fase favorevole?
Il debito pubblico sta godendo di un bonus grazie proprio ai tassi negativi: saremmo degli scellerati se lo sperperassimo. Il mio timore è vedere repliche delle Alitalia e dei “Salva Roma”. Occorre fare arrivare queste risorse agli investimenti veri. Negliultimimesiduegrandirealtà industriali vicentine come i gruppi Forgital e Mastrotto sono state acquisite da fondi esteri. Siete più preoccupati o orgogliosi?
Da qualche parte tutti questi soldi che girano nel sistema devono andare. Le due grandi realtà citate sono state create dalla abilità e dalla capacità in decenni di lavoro. La preoccupazione c’è ma c’è anche la soddisfazione nel vedere che la Mevis acquisisce Euromeccanica e investe nel territorio. E che il gruppo Zambon che investe tanto a Vicenza.
LucianoVescovi,presidente di Confindustria Vicenza
L’assembleaalla MarzottodiValdagno L’ASSISE.“Italia2039: chi nasceoggichePaesetroverà travent’anni?”.È questoil titolosceltoperl’assemblea generaledi Confindustria Vicenza,inprogramma nella sedediMarzotto Groupa Valdagnosabato21 settembrealle 10.30.Per forzadicose,considerato il momentoparticolare del Paese,sarà un’assemblea moltopolitica. Anche per questoil presidente,Luciano Vescovi,havoluto invitareil nuovoministro dello sviluppoeconomico, Stefano Patuanelli:saràuna sorta di debuttoperun esponentedel Movimento5 stelle all’assise confindustrialevicentina. Percapire qualesarà il futurodel manifatturiero in Italiainterveranno diversi autorevoliesponentidel mondodellapolitica e dell’economia.Il tuttonella logicadettatadal titolo sceltopertracciareuna prospettivadilungo periodo, ventennale,partendo dalla problematicasituazione
Ilministro Stefano Patuanelli attuale.«Cisarà spazioperi nuovinati cheentreranno nel mondodegliadultitra 20 anni?».Risponderanno,tragli altri,Mara Carfagna, vicepresidentedellaCamera, EnricoCereda, presidentee AdIbm Italia,Antonio Favrin, presidenteGruppoMarzotto, DavideFavrin, AdMarzotto Spa,Alessandro Masala, BreakingItaly, Nando Pagnoncelli,AdIpsos Italia, LucaZaia, governatoredel Venetoe NicolaZingaretti, governatoredel Lazio.
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IL GIORNALE DI VICENZA
Domenica 15 Settembre 2019
Cronaca 11
IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 15 Settembre 2019
CURAURBANA
La prossima settimana prende il via il diserbo nei cimiteri daparte di Aim Amcps. Si parte da quello Maggiore, che resterà chiuso martedì 17.
Diserboneicimiteri Ungiornodichiusura
«Moltodiciòchecisuccedenellavitanonhanome perchéilnostrovocabolarioètroppopovero»
LA FRASE DEL GIORNO
NERI POZZA IT_02316
Dal Calendario letterario 2019
JOHNBERGER “CONFABULAZIONI”
ILPROGETTO. Continua ladiscussionesugli interventiannunciati perriqualificare il complesso diviadell’Oreficeria to epocale del mercato dell’energia, dei rifiuti. La visione deve essere allargata e priva di provincialismo. Ecco, il provincialismo è il nemico numero uno dei veneti. Quando invece Aim dovrebbe essere trattata come un’operazione industriale prima che politica.
Fiera,ilfuturo ancorainbilico Edè bracciodi ferro sui lavori
Per la prima volta a un’assembleadiConfindustriaVicenzaarriva un ministro grillino, quello dello sviluppo economico StefanoPatuanelli.Comesideveinterpretarequestasvolta?
Ieg potrebbe richiedere una quota dicompartecipazioneaisoci perammodernarelestrutture Ilsindaco: «Attentevalutazioni»
Abbiamo invitato il ministro qualche minuto dopo il suo giuramento e non posso che apprezzare l’attenzione che ha voluto riservare alla nostra assemblea, ovvero agli imprenditori e alle istituzioni che in quell’occasione rappresenteranno non solo Vicenza, ma il Veneto e il Nordest. È un bel segnale di apertura, lo ascolteremo con interesse e credo che lui avrà molto interesse ad ascoltare quello che avremo da dire noi.
Saràcosì diqui al2039?
Per tutelare il manifatturiero, ripeto, bisogna che ci sia un progetto paese di lungo periodo, fino al 2039. Se non lo creiamo c’è il rischio, appunto, che gli imprenditori si disamorino e vendano. Se ti trovi in un paese in cui si pensa solo alle elezioni di ottobre dell’Umbria, ti viene da accettare l’offerta più conveniente e monetizzare. Quando invece l’Italia ha tutto per diventare il primo paese al mondo per tante cose. Partiamo col rendere il paese attrattivo per il lavoro. Senta, la giunta di Vicenza cambia i pezzi del motore a ogni curva e molti ricambi sono legati allo stallo dell’operazione Aim. Cheideasi è fatto?
Mi sento di dire a tutti gli amministratori pubblici vicentini che bisogna privilegiare la condivisione di progetti, a prescindere dal colore politico, e fissare obiettivi comuni. EAim?
È un bene che sia entrato nella compagine di governo, peraltro in un ministero di peso che si occupa di tematiche molto sentite nel nostro territorio, una persona come Achille Variati. Non solo perché è vicentino, il che ovviamente non può che farci piacere, ma soprattutto perché ha un curriculum di amministratore che l’ha portato a conoscere bene i problemi e a lavorare in sinergia con gli attori della nostra provincia, senza alcuna preclusione e con un atteggiamento molto pragmatico. Siamo felici che queste sue capacità siano messe al servizio della politica nazionale. Basterà per far valere le ragioni delnord e del Veneto?
Detto che al nord Pd e 5 stelle non è che avessero eletto così tanti rappresentanti, il premier Giuseppe Conte avrebbe potuto forse fare di più se avesse nominato Variati ministro. A parte questo, non credo sia interesse di nessuno mettere in un angolo le ragioni e gli interessi dell’Italia che produce. • © RIPRODUZIONERISERVATA
L’idea è sempre quella: riqualificare il complesso fieristico di Vicenza. Il piano da 33 milioni legato alla fusione tra fiera di Rimini e fiera di Vicenza e presentato nella primavera del 2018, appare però sempre più in bilico, almeno nella sua forma originaria. Nei mesi scorsi più di qualche nuvola si è presentata all’orizzonte e il cielo, alla luce degli ultimi sviluppi, non sembra destinato a schiarirsi. Il braccio di ferro tra Ieg e la sponda vicentina infatti continua, con questioni di natura giuridica a complicare il quadro. All’apertura di VicenzaOro September il presidente di Ieg Lorenzo Cagnoni in un’intervista ha dichiarato che «l’intervento dovrà essere globale, ma anche sostenuto sia dalla società che dagli azionisti». Il presidente ha precisato anche che per ora si tratta di «un’idea» che dovrà dunque essere valutata. Il messaggio però non è caduto nel vuoto. Tanto che la questione è stata affrontata anche in consiglio comunale, dove il sindaco Francesco Rucco ha risposto ad una domanda di attualità presentata da Giovanni Rolando, consigliere comunale del Pd. Puntata che ha fatto seguito all’incontro del 6 settembre tra Rucco e il presidente di Italian exhibition group Ca-
LaProvincia pernatura giuridicapotrebbe essereesclusa dallapossibilità diinvestimento
gnoni dopo le dimissioni dell’ad Ugo Ravanelli, e a quello di martedì mattina a palazzo Nievo, che ha visto presenti ancora Rucco, nei panni di sindaco e presidente della Provincia, e i vertici della Camera di Commercio per un confronto tra i protagonisti vicentini della partita. «Per quanto riguarda il progetto per la sede di via dell’Oreficeria - ha illustrato il sindaco in consiglio comunale ad oggi dalle notizie che abbiamo l’unico piano esistente, approvato dal consiglio di amministrazione, è quello da 33 milioni annunciato nella primavera del 2018 dal sindaco Achille Variati e dal presidente Cagnoni. Il presidente ha però annunciato la volontà di proporre un piano di investimenti alternativo che vorrebbe presentare entro l’autunno. Aspettiamo di vedere la proposta, che verrà valutata nelle sedi opportune dai vari soci». «La cosa che ha già anticipato sulla stampa - ha aggiunto Rucco - è che vorrebbe una compartecipazione all’investimento da parte dei soci vicentini. Punto sul quale, lo dico sin d’ora, ci sono delle riserve anche di origine giuridica perché la Provincia per la sua natura derivata dalla riforma Delrio non potrebbe sostenere questo tipo di investimento. Questo aspetto sarà oggetto di valutazione quando vedremo la proposta presentata». Se la Provincia ha le mani legate dalla legge, è difficile pensare che gli altri due soci pubblici vicentini, Comune e Camera di Commercio, possano o siano intenzionati ad affrontare a cuor leggero questa compartecipazione alla spesa. La partita dunque si annuncia complicata. •
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Le utilities di paese non vanno da nessuna parte. Servono investimenti importanti per far fronte al cambiamen-
Ultima postilla politica. Achille Variati sarà sottosegretario agli Interni, ma non crede che il nord eilVenetosianocomunquepoco rappresentati in questo governo?
Alessia Zorzan
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Continuail dibattitosugli investimentiannunciati perla riqualificazionedelcomplessofieristico
ILRETROSCENA. Ilprimo cittadino hatelefonatoalsuo predecessore
DialogotraRuccoe Variati sullestrategiedi azione «Non si transige; quei lavori devono essere fatti». L’affermazione rimbalza da più parti all’interno di palazzo Trissino. Francesco Rucco non utilizza questi termini, almeno ufficialmente (vedi a lato), ma il concetto lo ha espresso ai suoi collaboratori nei giorni scorsi. Il sindaco e presidente della Provincia non intende mollare la presa. E proprio per studiare la strategia d’azione ha voluto andare a fondo, sentendo direttamente chi negli anni scorsi è stato protagonista degli accordi che hanno portato alla nascita di Ieg; vale a dire, Achille Variati, ex sindaco e neosottosegretario al ministero dell’Interno. Rucco nella mattinata di venerdì ha avuto modo di incon-
FrancescoRucco ha telefonato neigiorni scorsi adAchilleVariati
trare di persona Variati, stringendogli la mano. In quell’occasione è tornato a ribadire quanto gli aveva già anticipato al telefono: la linea che è stata dettata dal presidente Lorenzo Cagnoni non è accettabile, gli investimenti immobiliari a Vicenza rappresentano una delle condizioni fon-
damentali per la nascita di Ieg. Ed è per questo che Rucco ha dialogato con Variati per capire quali siano i margini di intervento, alla luce delle intese che erano state stipulate a suo tempo. La sensazione è che i prossimi giorni saranno complicati. • NI.NE. © RIPRODUZIONERISERVATA
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Padova
Domenica 15 Settembre 2019 www.gazzettino.it
«Il Sant’Antonio resti com’è oggi: vogliamo garanzie» In 500 per protestare contro il passaggio da Ulss ad Azienda Sinigaglia, Pd: «Significa abbandonare gli anziani e il territorio» `
LA MANIFESTAZIONE PADOVA Partiamo dai numeri. Al
pronto soccorso del sant’Antonio vedono 31 mila casi all’anno. Persone che altrimenti affollerebbero il Giustinianeo. Ma è il dettaglio che conta: i codici rossi, cioè le urgenze gravi, nel 2018 sono stati 1.107. Fra loro 945 pazienti avevano più di 65 anni, e 845 superavano i 75 anni. Fra i codici gialli, quelli meno gravi, su 7.947 pazienti, quasi tutti residenti, ben 3.463 avevano più di 75 anni. Si capisce come questo ospedale per le sue caratteristiche sia un riferimento per gli anziani e il territorio.
LA DIFESA «È proprio questo il punto dice Claudio Sinigaglia, consigliere regionale Pd - Passarlo sotto l’ègida dell’Azienda ospedaliera significa abbandonarlo. Nel senso che l’Azienda cura i malati critici, ma non sa legare con il territorio, con i distretti. Non conosce i medici di base, non sa fare integrazione». È il più applaudito davanti a palazzo Moroni dopo che la camminata, partita dal santo è arrivata sul Liston. È stata organizzata
dal “Comitato sos ospedale Sant’Antonio” con l’adesione del centrosinistra cittadino, Pd in testa. «Mercoledì ci sarà l’incontro dei direttori generali con i sindaci: basta umiliarli, facciamoci sentire, Zaia deve cambiare, il Sant’Antonio rimanga com’è». E a margine aggiunge: «Compresi i 32 posti per Psichiatria che non si sa come in Giunta si sono ridotti a 20. Se non è un errore farò ricorso al Tar». Il Pd presidia in forze, con il segretario regionale Bisato e il capogruppo in Regione Fragasso. Poi ci sono gli assessori Nalin, Piva e Micalizzi, Daniela Ruffini e molti consiglieri comunali. Piero Ruzzante di Leu, Antonino Pipitone di Padova bene comune, l’ex onorevole Naccarato che è lapidario: «Serviva chiudere la speculazione a Padova est e poi spegnere un ospedale, quello che dovevano
IL VICESINDACO: «BISOGNA DECIDERE IN BASE AI BISOGNI DELLE PERSONE E NON SUL NUMERO DEI POSTI LETTO»
fare l’hanno fatto».
I SERVIZI In marcia poco prima, esaltati dai palloncini rossi al polso, anche i pazienti, compresi quelli della riabilitazione. Dal palco il presidente del Comitato Sos, Diego Caroli ammonisce: «Dobbiamo salvare l’ospedale per garantire la salute, tutto qui. Garantire che ci sia chi segue lo screening, la prevenzione, la riabilitazione». E Bisato che parla come rappresentante nella Conferenza dei sindaci dell’Ulss 6. insiste: «Non è una battaglia fra ospedali ma perché non si passi sopra la testa delle persone. Inoltre: non si poteva aspettare che ci fosse il nuovo ospedale prima di cambiare tutto? Così sembra fatta per favorire qualcun altro». Sul destinatario concordano Ruzzante e Ruffini: «La sanità privata, ovvio». Non ci sono i politici. Antonietta Ponchio, infermiera, parla per quei pazienti in fase terminale che non possono essere presenti: «Ma il legame con gli operatori è fondamentale. Che ne sarà?». La verità verrà fuori con il piano di riordino da parte dei dure direttori, Flor e Scibetta, previsto entro l’anno. M.G.
CAMMINATA Il corteo di circa 500 persone si è mosso dal Santo fino a palazzo Moroni per il Sant’Antonio
Marcia per casetta Berta
Pasqualetto, civica Giordani, si dissocia: «Non li giustifico» “La solidarietà non si mura”. Ieri pomeriggio con questo slogan è partito per le vie dell’Arcella il corteo organizzato per chiedere la riapertura di Casetta Berta, lo stabile di via Cardinal Callegari, occupato dai militanti di Catai, Potere al Popolo, sgomberato giovedì mattina. In circa 200, tra loro la consigliera di Coalizione Civica Daniela Ruffini, hanno scandito slogan, alternati a cori con canzoni di De Andrè, musica anni ‘90 e ‘70 lungo il
percorso fino all’arrivo in piazza Azzurri d’Italia, ribadendo che Casetta Berta non si chiude. Tutto quello che ha preso vita dentro Berta, come affermano gli organizzatori, guardava al futuro: gli spazi sociali vanno difesi. Uno sgombero che ha dato vita a infuocate polemiche in quanto con gli occupanti si è schierata anche Coalizione Civica. Ieri invece è arrivata la presa di posizione del gruppo consiliare “Giordani Sindaco” che si dissocia dalle
dichiarazioni dell’assessore Nalin e di altri componenti la maggioranza. «Non parteciperemo alla manifestazione, come gruppo abbiamo le idee chiare - dice il consigliere Carlo Pasqualetto i fini non giustificano i mezzi, per noi vale prima di tutto la legalità. Berta aveva fini positivi ma viviamo in una società civile e quindi, se un’azione parte da presupposti non legali non può essere mai né sostenuta né incoraggiata». L.M.
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XIX
Conegliano Valdobbiadene
Domenica 15 Settembre 2019 www.gazzettino.it
«Prosecco, basta liti» Per le Città del vino conta un nome solo Zambon: «In Europa si chiedono a cosa possa portare questo secessionismo interno. Il brand deve restare» `
LO SGUARDO
CONEGLIANO Le città europee del vino in subbuglio a causa delle faide interne al mondo del prosecco. «Questa diatriba sta creando instabilità: dobbiamo essere cauti, c’è il rischio che si tramuti in un boomerang economico». Floriano Zambon, attuale presidente delle città europee del vino e da anni a contatto con l’ambiente viticolo europeo denuncia. «Ho ricevuto diverse telefonate da Spagna e Francia: c’è molta sorpresa su questo fronte. Esistono territori molto più estesi del nostro ad unica denominazione, ad esempio il Bordeaux, che si stanno chiedendo a cosa possa portarci questo secessionismo interno». Zambon registra come il dibattito interno alla Docg sull’opportunità di mantenere in etichetta il nome Prosecco per connotare il bianco frizzante di collina abbia varcato i confini regionali e nazionali.
I grandi distretti del vino, dai Cava iberici al Bordeaux francese ai vini portoghesi hanno da tempo compreso che si riesce ad incidere se anche a livello di qualità si è in grado di imporsi. «Il solo prosecco superiore non sarebbe andato tanto lontano da solo». Zambon poi rileva il controsenso di rincorrere divisioni nel sistema quando questo stesso sistema fa scuola. «A Benevento i produttori di Falanghina stanno studiando il nostro sistema prosecco per costituire un organismo simile in grado di tutelare il loro prodotto. Veniamo presi a modello, e noi cerchiamo di picconare questo modello. E’ davvero il massimo». Oltretutto il rischio di iniziare a segmentare è che questo sistema poi non si fermi con la sola creazione dell’etichetta Conegliano Valdobbiadene Docg. «Il passo successivo sarà che Valdobbiadene voglia differen-
LA RIFLESSIONE «Si sta facendo un ragionamento a livello europeo: tutti concordano sul fatto che questo brand debba continuare ad essere utilizzato. Non vi sono ragioni storiche per omettere il termine. Bisognerebbe piuttosto, come fa Carpenè, spiegarne con dovizia di particolari l’origine storica». Pur comprendendo le perplessità dei coltiviatori eroici Zambon ricorda: «Tutti i vini che muovono l’economia a livello continentale portano, insieme alla qualità, i volumi. Se il Prosecco Docg non avesse avuto il traino della Doc, non potrebbe oggi incidere così sul mercato internazionale. La crescita esponenziale delle bollicine venete è dovuta all’intuizione che Zaia ebbe nel 2009. Ora, certo, il prosecco si pianta dalla collina sino alla pianura, ma il sistema prosecco ci garantisce che questo vino oltre i confini veneti e in parte friulani non si può coltivare. Sennò rischieremmo di trovarci barbatelle di glera chiamate prosecco in ogni collina del centro nord».
FLORIANO ZAMBON Il presidente delle Città europee del vino
«SE LA DOCG NON AVESSE AVUTO IL TRAINO DELLA DOC NON AVREBBE POTUTO INCIDERE COSI’ SUL MERCATO»
ziarsi da Conegliano e viceversa... le ragioni dei produttori sono chiare: c’è l’esigenza di far capire che questi due vini sono differenti. Certo, facciamolo: ma all’interno della stesa famiglia. Che è quella del prosecco».
L’OBIETTIVO Non è un caso se Conegliano sia stata scelta a livello nazionale come città per la presidenza all’associazione. «La tutela della qualità dei prodotti (vino e produzioni tipiche locali) e della qualità del territori (ambiente, paesaggio, qualità della vita), «la loro valorizzazione e promozione sono i presupposti imprescindibili per ogni possibile politica di crescita e sviluppo, quindi devono essere punti fondanti dell’azione della pubblica amministrazione e delle imprese. Con il consolidamento dei rapporti tra le imprese e i territori, supportato dal coinvolgimento diretto della società civile, è possibile programmare e realizzare tutte quelle azioni che si rendono necessarie per sostenere lo sviluppo socioeconomico delle terre del vino - conferma L’Associazione Nazionale Città del Vino, in quanto “rete” dei territori a forte vocazione vitivinicola, è parte fondamentale di questa idea di sviluppo che vede la partecipazione attiva dei Comuni Soci, delle forze economiche e sociali, delle imprese agricole e vitivinicole, del mondo produttivo delle tipicità, dell’artigianato, del commercio, della cultura e dell’accoglienza. Da Presidente non posso dirmi concorde con un territorio che esporta buone pratiche e modelli e poi si incaglia su questo tipo di contese. Aggiungo che se le colline sono diventate patrimonio Unesco è senza dubbio per la bellezza del paesaggio, ma perchè il prosecco diventato un marchio di qualità globale. Come siamo arrivati a questo? Con al qualità della Docg e con i volumi della Doc, ovvero insieme. E insieme dobbiamo continuare». Elena Filini
TROPPE POLEMICHE Dal presidente delle città del vino stop alle diatribe nel mondo del prosecco
Autonomia e patriottismo le sfide di Fdi e Donazzan VALDOBBIADENE Si è parlato di autonomia e di patriottismo comunale ieri mattina a Valdobbiadene. Palazzo Celestino Piva ha ospitato l’incontro promosso da Fratelli d’Italia e da Amo il Veneto, l’associazione fondata dall’assessore regionale Elena Donazzan. È stata l’occasione, a più voci, per ribadire la necessità dell’autonomia per il Veneto, così come per le altre regioni che l’hanno chiesta al governo centrale. Si è parlato anche di efficienza, responsabilità e sovranità nazionale con Samuel Battaglini, vicepresidente nazionale Anci giovani, e con Davide Visentin, consigliere comunale a Treviso. Ha partecipato all’incontro anche Tommaso Razzolini, vicesindaco di Valdobbiadene. «Il tema dell’autonomia è un’azione di responsabilità – afferma Razzolini -, regioni e comuni devo-
no essere chiamati a gestire le proprie risorse». Concetto sostenuto anche da Luca De Carlo, deputato di Fratelli d’Italia e sindaco di Calalzo. De Carlo ha ribadito come l’obiettivo non sia portare via risorse ad altre regioni o comuni, ma che venga riconosciuto l’impegno
di chi, soprattutto al nord, è più capace nella gestione delle risorse a beneficio del territorio e di chi lo vive. Le conclusioni della giornata sono state affidate all’assessore regionale Elena Donazzan e a Guido Castelli, responsabile nazionale Fdi autonomie locali. (c.b.)
IL DIBATTITO Un momento dell’incontro. A destra Luca De Carlo
Zaia alla vendemmia notturna: «Il decreto ci ha tutelato» L’EVENTO La luna piena, venerdì sera, ha illuminato la vendemmia notturna alla vigna di Sarah Dei Tos a Cozzuolo e anche le parole del governatore Luca Zaia che respinge fermamente le critiche al decreto con il quale, nel 2009, ha tutelato la denominazione. «Qualcuno in questi giorni ha detto che il decreto ha messo in difficoltà i produttori, che abbiamo perso il nome Prosecco – ha tuonato Zaia -. Noi non avevamo il nome Prosecco e se il decreto non ci fosse, oggi chiunque in Italia ed in Europa, potrebbe imbottigliare Prosecco. Quindi non posso accettare che ci sia polemica sul decreto e soprattutto che si dica che è stato fatto per scelte politiche. E con il mio decreto, in questi dieci anni, i signori della Doc e della Docg hanno guadagnato ogni anno di più». Non le manda a di-
re il governatore. «La collina è identitaria, è la storia del Prosecco – prosegue -. Però voglio ricordare che nel 2009 la collina produceva 50 milioni di bottiglie e la pianura trevigiana 160 milioni. Non c’era solo una produzione. Il decreto ha portato benefici perché oggi si produce con il nome Prosecco solo in un’area limitata. Se non ci fosse il decreto, in Puglia, Piemonte e Romania si sarebbe continuato a imbottigliare Prosecco». Detto questo Zaia ha aggiunto: «Io rispetto le scelte di tutti. Se vogliono o no usare il nome Pro-
IL GOVERNATORE «ALTRIMENTI CHIUNQUE IN ITALIA POTREBBE IMBOTTIGLIARLO» SANDRA MILO MADRINA DELLA SERATA
LA VENDEMMIA Alla vigna di Sarah, accanto alla madrina Sandra Milo e al governatore Zaia, c’era anche il Canal
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secco è una decisione che spetta ai produttori». Inevitabile un accenno alla produzione biologica, visto che la Vigna di Sarah produce con questo metodo. «Il vigneto del futuro è senza chimica – ha detto il presidente della Regione -. Penso che la conversione al biologico sia strategica. Se non lo decidiamo noi, lo farà il consumatore. È inevitabile. Quindi dobbiamo sostenere vini biologici e biodinamici dove si può, e lotta integrata dove
non si può fare biologico. Non faccio il fondamentalista, però dico attenzione che il mercato va in quella direzione». E anticipa: «Dietro una bottiglia d’acqua, c’è la relativa analisi; dietro la bottiglia di vino no, ma prima o poi decideranno di metterla. Comunque garantisco che l’Usl ha fatto le analisi e non ci sono problemi di residui sui nostri vini». Alla Vigna di Sarah ha incontrato una fan vip, Sandra Milo, madrina della serata. «Da anni non voto – ha detto la musa felliniana – ma Zaia lo voterei». La terra trevigiana l’ha conquistata ed è stato proprio Zaia il “Cupido” che le ha fatto incontrare Alessandro Rorato, il ristoratore trevigiano al quale è legato da “un’amicizia amorosa” e con il quale ha sfilato sul red carpet dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia. È stato il governatore a presentarli qualche anno fa. Elisa Giraud
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Venezia
Domenica 15 Settembre 2019 www.gazzettino.it
ALLA FENICE Il pubblico nel teatro prima dell’inizio della cerimonia del Premio Campiello. Sotto il sindaco Brugnaro
Brugnaro: «Governo di sinistra ma bene i soldi per le bonifiche» Il sindaco, alla Fenice per il Campiello, `«Vedremo quale autonomia daranno è tornato a parlare dell’attualità politica al Veneto, Venezia vuole sapere» `
A TUTTO CAMPO VENEZIA Arrivato alla Fenice ac-
compagnando la presidente del Senato Casellati al premio Campiello, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha offerto le sue considerazioni sul Governo. Prima di tutto ha rivendicato il fatto che a Venezia arriveranno 70 milioni per i marginamenti: «C’è un tema, che è il tema di Venezia, per cui l’altro giorno è vero che ho fatto un po’ di voce grossa, in commissione d’inchiesta, ma mi sembra che sia servito, dato che il ministro Costa ha dichiarato il giorno dopo che ci darà 70 milioni, quelli che ci spettavano per i marginamenti, per cui mi sembra un buon inizio questo». Brugnaro si è poi soffermato sulle variabili che offrirà il Governo, definendolo «Il più a sinistra che ci sia stato nel corso degli anni». Co-
munque ha fatto trapelare ottimismo per eventuali accordi riguardanti la politica locale, spiegando, in maniera cauta: «Non devo fare discussioni sul se mi piaccia o meno, ho sempre detto, sono filo-governativo, darò una mano, sempre, perché le cose vadano avanti in Italia, nell’interesse dei cittadini. Io ho una maggioranza di centrodestra, per cui ci sarà da ragionare un attimo, dopodiché vedremo e giudicheremo dai fatti». Brugnaro ha poi ribadito la necessità di porre davanti a tutto il cittadino: «Si può andare d’accordo e si può trovare l’accordo anche con persone che sono distanti da noi su altre cose. Bisogna trovare i punti di contatto per il bene dei cittadini». Per il sindaco, è stata poi la volta di pungere il Governo sull’autonomia regionale: «Vediamo cosa succederà adesso - ha precisato -, se ci daranno l’autonomia e qua-
le, perché Venezia vuol sapere». Un fatto importante perché servirà a capire come muoversi a più ampio raggio: «Come vogliamo parlare insieme con le altre città d’Italia? Noi vogliamo esser ricordati come persone che fanno bene le cose, non che dividono, non siamo divisivi. Non lo siamo mai stati. Al presidente Zaia ho detto, perché non facciamo un giro per l’Italia per raccontare co-
me gestiamo il bilancio, la sanità, sono temi e valori che possono esser condivisi da tutti, nell’interesse di tutti. Sono temi importanti su cui il Governo ci dirà cosa vorrà fare e poi diremo la nostra». Quindi il primo cittadino veneziano ha sposato la causa dell’impresa come sostegno alla cultura: «Speriamo che si parli delle imprese e di lavoro, perché è così che si finanza la cultura. Questo è un premio voluto fortemente dagli industriali, da sempre, siamo orgogliosi di ospitarlo qui a Venezia». Da ultimo, un plauso alla Fenice: «Credo sia stato giusto rinviare di una settimana la finale, l’organizzazione è riuscita a far sì che non combaciasse con la conclusione della Mostra del Cinema, che c’è sempre stata. La Fenice anche su questo ha fatto un sacrificio perché è una giornata importante». Tomaso Borzomì
Infastidito dal cane, spara in aria `Veneziano di 86 anni
a processo per minacce «Era un’arma giocattolo» IL PROCESSO Minaccia continuata «per aver esploso in luogo abitato due colpi di pistola a salve al fine di minacciare il suo vicino di casa». Il motivo? Il cane del vicino, un labrador, abbaiava troppo. E lui, 86 anni, residente a Dorsoduro, non ne poteva più di ripeterglielo. Così il 26 settembre 2014 si era affacciato alla finestra del suo appartamento e aveva sparato in aria. Minacce, per la questura e per la procura di Venezia, che ha rinviato a giudizio l’anziano, ora alle battute iniziali del processo per cui si trova sul banco degli imputati. Come siano andate le cose, toccherà al processo stabilirlo. Agli per ora ci sono le versioni dei due contendenti: l’anziano signore e il suo dirimpettaio portoghese di nascita ma veneziano di adozione, nonché proprietario del cane. Era stato lui VENEZIA
a chiamare una volante della polizia subito dopo aver sentito le minacce e gli spari. Secondo la versione del padrone del labrador, mentre lui si trovava in giardino assieme al suo cane, l’ottantaseienne si era affacciato dal terrazzino all’ultimo piano del palazzo e dopo aver imprecato contro di lui e contro il cane, gli aveva puntato la pistola contro e poi
aveva fatto fuoco verso l’alto. Spari che l’anziano signore non ha mai negato - anche per via del sequestro da parte della polizia di due bossoli sotto casa dell’uomo - ma nella sua memoria alla procura ha collocato in una dinamica diversa, facendo presente per prima cosa come la pistola fosse un’arma giocattolo con tanto di tappino rosso ben visibile. Nella sua difesa
l’anziano ora a processo ha sostenuto anche come per diversi mesi il cane del vicino di casa avesse abbaiato «incessantemente» disturbando il vicinato, cosa che più volte era stata fatta notare al proprietario dell’animale. Fino alle 17 del 26 settembre 2014 e all’esasperazione trasformata in due spari. Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
Campo Santa Maria Formosa
Vestite da turiste (e con la cartina) per fare borseggi VENEZIA Ancora borseggi e ancora denunce in centro storico a Venezia. Nonostante gli stessi malviventi cerchino di camuffarsi e confondersi sempre più tra i turisti in visita nella città d’acqua. Nel primo pomeriggio di venerdì infatti, gli agenti del commissariato San Marco della questura lagunare impiegati in un servizio antiborseggio in borghese, hanno notato in zona campo Santa Maria Formosa due donne dell’Est, entrambe in
stato di gravidanza, sospettate di essere delle borseggiatrici. Ad attirare l’attenzione dei poliziotti è stato il comportamento delle due donne che, fingendosi turiste con tanto di cartina geografica al seguito tenuta tra le mani, sono state pedinate dagli agenti fino a quando non sono state sorprese ad aprire la zip della borsetta di una turista americana. A quel punto, i poliziotti del commissariato San Marco sono intervenuti, fermando le due donne. Dal
controllo è emerso che una delle due era già destinataria di un foglio di via obbligatorio - tuttora valido - e che entrambe hanno alle spalle una sfilza di precedenti per reati di furto e borseggio. Identificate, le due sono state denunciate in procura per tentato furto aggravato, mentre la donna destinataria del foglio di via è stata denunciata anche per la mancata osservanza del provvedimento. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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TREVISO ECONOMIA
DOMENICA 15 SETTEMBRE 2019 LA TRIBUNA
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l’inContro sU aUtonomia e spesa
Da Roma 2 mila euro in meno a ogni veneto «In coda nelle risorse per l’istruzione» Confronto con Corò, Felice e Stevanato. «Scuola e lavoro regionali per innescare competizione. Redditi, detassare i bonus» RONCADE. Duemila euro. Per
ognuno dei cittadini trevigiani e veneti. È quanto lo Stato “risparmia” rispetto alla media nazionale, in spesa pubblica per il Veneto. Siamo la regione più penalizzata del Nord, ed è meglio rinunciare al confronto con province autonome e Regioni a statuto speciale, per il nostro bene e per “salvare” l’articolo 3 delle Costituzione. Un Veneto in serie C, nell’Italia a tre velocità (per spesa da Roma). Addirittura fanalino di coda nell’istruzione. Lo dice lo Svimez, con dati rilanciati ieri dall’incontro “Autonomia: Nord contro Sud, Sud contro Nord?” che Veneto Vivo ha promosso al 47 Anno Domini’ di Roncade, sulla Treviso Mare. Innesco l’ultimo volume di Emanuele Felice, storico, economista, “Perché il sud è rimasto indietro”, in cui auspica il ritorno dello Stato per sanare i problemi del Sud, penalizzati dalla classe dirigente locale. Quantomeno su sanità e gestione dei fondi Ue. E Felice, pur nella tana del lupo, non ha esitato a rilanciare perplessità sull’autonomia chiesta da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna: «Sono processi che non comportano aumento dei trasferimenti? Allora è una cosa. Richiedono risorse in più? Allora lo si dica, e altrettanto chiaramente si dica dove si troveranno quelle risorse» . Tesi cui ha risposto Giancarlo Corò, docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia, responsabile del campus di Treviso, e responsabile scientifico dell’Osservatorio economico della Fondazione Nord Est: non solo facendosi paladino dell’autonomia differenziata, ma invocandola con termini quasi perentori in materie quali l’istruzione, le politiche industriali e del lavoro. «Così si innescano meccanismi virtuosi con la società civile, penso a università, imprese, servizi (molto suggestiva la sua proposta di limitare l’Europarlamento a Strasburgo creando a Bruxelles una camera alta transnazionale della società ci-
l’attaCCo Di rUBinato
«Lo Stato? Spalle al muro E nuovo patto solidale» RONCADE. «Meno Stato,
Il tavol o dell’incontro id ieri a Roncade: da sinistra Corò, Rubinato, Felice e Stevanato
vile, lievito della futura Europa ndr) per creare competizione fra le regioni italiane sui binari della produttività, della formazione, e dello stesso reddito pro capite». E ha ricordato i modelli scolastici tedeschi e svizzeri. Dario Stevanato, ordinario di Diritto tributario a Trieste e componente della delegazione trattante sull’autonomia per il Veneto, ha sgomberato i l campo dalle fake news circolanti («Dalle materie interessate ai nove decimi») per illustrare il possibile percorso della compartecipazione e dei suoi meccanismi, da parametrare sui fabbisogni standard, peraltro da definire, o in subordine alla spesa media storica. E il confronto ha fatto emergere eclatanti lacune, vedi gli stessi dati sulla spesa regionale, che a Roma paiono incompleti. «In un paese civile ci sarebbe un libro bianco da cui partire», ha detto Corò, «qui manca un punto di partenza certo». E anche il pubblico ha lamentato l’assenza di atti, pubblicazioni o siti dove informarsi e fare confronti. Sono emerse le resistenze degli ap-
la ConFessione Di iaCono
«Qui i dipendenti sono tutti al loro posto»
«Ero sindaco a Ischia, e segretario comunale, poi venni trasferito come segretario comunale a Roncade. E quando sono stato nominato qui devo dire che la prima cosa che ho notato entrando in municipio è che c’erano tutti i dipendenti alla loro scrivania» Risate generali in sala ieri, per la schietta e candida confessione di Luigi Iacono. Momento clou del convegno allì’azienda dei Tombacco, che ha visto la presenza in sala di numerosi sindaci (Zottarelli, Cappelletto) ed ex primi cittadini (Silvia Conte) ma anche di loro colleghi veneti.
parati romani; è stato denunciato come «mondo culturale ed economico meridionale stiano spostando la questione da «spese sprechi e inefficienza, in maniera astuta, sulla “secessione dei ricchi” e sullo “scippo da parte del Nord”». Diversi strali alla gestione della partita dell’autonomia, specie la sparata sui residui fiscali, ai ritardi del centrosinistra, ai limiti tattici e strategici dell’aver lasciato alla Lega la battaglia. Né è stata taciuta l’inerzia di settori sociali (citati anche gli industriali, un tempo fautori di gemellaggi con il Sud). E infine i redditi sperequati: perché non detassare del tutto i bonus legati alla produttività? «L’alternativa più concreta alle fatidiche gabbie salariali», è stato detto La sensazione è che la strada sia ancora molto lunga, ai di là di formule e ribaltoni di governo. Ma, infine, a proposito delle tanto sbandierate «responsabilità e gestione», a chi chieder conto se a Roma, da decenni, il Veneto è “becco e bastonato” rispetto alle sorelle a statuto ordinario?— A.P.
più repubblica, e stop al centralismo, si deve voltare pagina rispetto a uno Stato che oggi è pervasivo al Nord, e assente al Sud, dove invece servirebbe, e penso solo alla criminalità organizzata». Ha chiuso così l’incontro Simonetta Rubinato, l’ex parlamentare Pd che ora guida “Veneto vivo”, con un gruppo di amministratori del Veneto sensibili a temi dell’autonomia, della carico tributario e della redistribuzione della fiscalità pubblica. L’ex parlamentare del Pd, già sindaco di Roncade, ha invocato un nuovo patto di solidarietà nazionale: «Lo Stato va messo spalle al muro». Termine forte, ma che rende la volontà di Veneto Vivo di denunciare il «sostanziale fallimento di questo modello», non solo perché, come dicono le ultime graduatorie, «l’Italia si sta impoverendo complessiva-
mente», con la sola Bolzano e i suoi 40 mila euro di reddito pro capite su standard europei, ma perché non sono più accettabili e sostenibili «le sperequazioni fra cittadini di uno stesso paese, perché a ben vedere esiste un problema Italia da affrontare prima possibile». Il confronto con la sala ha consentito di illuminare fenomeni come l’emigrazione scolastica in Trentino dalla zone venete di confine; discriminazioni di tariffe fra non veneti e veneti (esempio le piscine in comuni del Trentino con prezzi differenziati), ma anche il problema dei redditi. E di sollevare antiche disparità, e insofferenze di questi territori. «Le statistiche, che dicono come il Veneto sia l’area più penalizzata del Nord da parte di Roma, evidenziano perché poi al referendum sull’autonomia ci sia stata quell’affluenza», ha chiosato Rubinato. —
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Congresso nazionale degli ottici tra incontri e approfondimenti MONASTIER. Chiamata a raccolta per Federottica in questo week-end al Park Hotel Villa Fiorita di Monastier, dove si sta tenendo il 45° congresso nazionale della categoria. Presenti i big del settore e i massimi esperti dell’ottica nazionale e veneta. Molti i confron-
ti e i temi di aggiornamento per gli ottici associati a Federottica Confcommercio, presieduti da Giorgio Rocchi, da sempre impegnati nella tutela, nello sviluppo e nella crescita della professione. Iniziato ieri il congresso, si concluderà domani. —
l’iDea Della Cantina pizzolato
Mu-se, la bottiglia eco di rosè per la Svezia Riciclabile in abat-jour, arredo, portafiori
La bottiglia Mu se riciclata in abat- jour: in Svezia è status symbol
VILLORBA. Stelo per abat jour, ma anche porta candela; vaso da fiori, e all’occorrenza contenitore di spezie; espositore per gioielli e, perché no, “svuota tasche”. Sono le tante forme ma soprattutto i tanti ri-usi di “Muse”, bottiglia di vino rosé vocata alla green economy e concepita dalla cantina Pizzolato di Villorba per il mercato svedese. La ditta trevigiana, leader nella vendita di Prosecco in Svezia, paese particolarmente
attento alla sostenibilità ambientale, specie da quando Greta Thunberg è divenuta paladina ecologista a livello planetario. «Abbiamo studiato nei social il target del rosé in Svezia», spiega la sales manager Sabrina Rodelli, «scoprendo che le donne postavano foto di bottiglie di vino come status symbol: di qui l’esigenza di unire un’estetica femminile a un’etica ambientale». Il green packaging sta diven-
tando prioritario anche nel settore vinicolo: nel mondo girano annualmente 700 milioni di bottiglie solo di spumanti, di cui 2,5 milioni prodotte da Pizzolato. «È una bottiglia ispirata alle boccette di profumo», svela la designer Dina Vecchiato, «con sbalzi a goccia sulla superficie, che la rendono luminosa alla luce, ma soprattutto con un vetro sottile che può essere facilmente tagliato per far vivere al-
la bottiglia nuove funzioni”. Il nome “Mu-se” è dedicato sia alle creature mitologiche ispiratrici dell’arte, sia ai termini inglesi “multi-use”, in omaggio al suo riuso. La bottiglia, appena entrata nel mercato, come opera di design è già stata esposta al Bailo a giugno scorso durante l’evento Slow+Fashion+Design, per la direzione artistica dall’architetto Luciano Setten. — Elena Grassi
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DOMENICA 15 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
La fiera di Longarone
Il monito di D’Incà: «Dobbiamo fare gli investimenti senza opere inutili» Nella prima uscita ufficiale il neo ministro parla di boschi ma anche della gestione dei Fondi di Confine Francesco Dal Mas LONGARONE. Parola d’ordi-
ne: investire senza sprecare. È il segno che il neo ministro Federico D’Incà (Rapporti col Parlamento) vuol lasciare nella sua terra. Lo ha detto chiaro e tondo ieri, nella sua prima uscita pubblica, a Longarone, per la Fiera della rigenerazione post Vaia. I danni della tempesta Vaia, in Veneto, ammontano a un miliardo e 700 milioni. Il Governo è intervenuto con poco più di 970 milioni in tre anni. E gli altri? «Dobbiamo essere capaci di risolvere i problemi anzitutto con i soldi a disposizione. Ce ne sono altri 250 milioni per le infrastrutture. L’importante è non sprecare. E non ritardare». Le priorità infrastrutturali per la provincia? «Tra poco inizieranno i lavori per la galleria di Coltrondo, indispensabile. Ecco, dobbiamo avere la capacità di migliorare il territorio senza creare opere inopportune, peggio inutili». È una raccomandazione per i Mondiali di sci e le Olimpiadi? «Anche, ma dobbiamo avere una visione di lungo periodo ed essere capaci di realizzare quelli che sembrano oggi sogni perché diventino domani realtà». Sogni? Come la variante di Longarone… «No, secondo me una del-
le opere più importanti per la provincia è appunto il passaggio di Longarone. Questo consentirebbe di vivere ai longaronesi in modo più sereno e agli automobilisti di arrivare o ritornare dalle domeniche senza l’incubo delle code». Servono 250 milioni solo per questa variante. «Questa bretella, a mio parere, potrebbe essere inserita all’interno delle Olimpiadi 2026. Ci confronteremo con il neo ministro De Micheli con la quale ho già parlato delle Olimpiadi e dei Mondiali. Io credo che le grandi manifestazioni, gestite con parsimonia e grandissima attenzione, siano assolutamente fattibili». Lei ha un altro sogno nel cassetto, il treno delle Dolomiti. «È una di quelle possibilità in più che ci sono. Dobbiamo capire i costi; vi sono studi di fattibilità in corso». La Provincia di Belluno ha potuto contare, in questi anni, sui Fondi di Confine. Oggi il Comitato tecnico è presieduto dal senatore Paolo Saviane. Ritornerà l’on. Roger De Menech? «Spero che questo ruolo spetti ad una persona brava. Una persona che abbia a cuore il territorio bellunese, che conosca le problematiche». Ritorniamo alla tempesta Vaia. Che cosa ha insegnato quella lezione? «Dobbiamo, ad esempio, rinnovare alcuni nostri comparti. Quello forestale, ad esempio. Ci sono aziende ci-
i progetti
Occorre puntare sulla lavorazione del legno La tempesta Vaia lascia intravvedere, per paradosso, opportunità importanti di rilancio della forestazione, o meglio della lavorazione del legno. Lo ha detto Claudia Scarzanella, di Confartigianato. Ma come? Una pista l’ha anticipata Gian Angelo Bellati, presidente di Longarone Fiere, annunciando che è in corso con la Cgia di Mestre uno studio, in collaborazione con tutte le categorie, per individuare obiettivi di rinascita e risorse da investire. Magari attingendo ai fondi europei. «Una proposta concreta che ci sentiamo di avanzare è quella di poter usufruire dei vantaggi delle esenzioni fiscali come volano per la protezione del territorio e lo sviluppo sociale ed economico» ha detto Bellati. Si tratta di combattere – anche in questo modo – lo spopolamento che cattura le terre alte. «Questi due giorni - ha riconosciuto in un messaggio il presidente Luca Zaia - sono una splendida dimostrazione del messaggio di vitalità che la nostra montagna vuole trasmetterci. Vitalità che non viene smorzata nemmeno dalle avversità atmosferiche perché noi veneti siamo come i nostri monti».
il presidente di longarone fiere
«Pensare al futuro del territorio ricordando l’uragano Vaia» LONGARONE. Una fiera per ri-
pensare la gestione delle politiche forestali e montane. Obiettivi importanti e ambiziosi quelli che Longarone Fiere lancia alla prima edizione del Festival delle foreste, una nuova rassegna in cui hanno creduto molti partner locali e regionali, partendo dal dopo Vaia come occasione di nuovo sviluppo del settore. «Dobbiamo ripartire dal nostro patrimonio boschivo – commen-
ta il presidente dell’ente fiera Gian Angelo Bellati – ragionando su due grandi temi. Il primo è quello dell’ambiente con l’attuale fase del dopo Vaia, riflettendo sui cambiamenti climatici su scala internazionale. Il secondo è la gestione delle politiche montane per lanciare il ripopolamento di imprese, servizi e quindi persone sul territorio. Questa fiera è stato un lavoro corale che ha messo insieme enti pubbli-
ci come il Ministero delle Politiche agricole e forestali e la Regione, le imprese con le varie associazioni di categoria e il volontariato. Diamo spazio a tutte le sfaccettature del legno: dalla parte economica a quella ludica e culturale». Il lavoro di squadra emerge sin dalle presenze alla cerimonia inaugurale con il Comune di Longarone con il vicesindaco Ali Chreyha, la Provincia con il consigliere Bortoluzzi, i
La visita agli stand del ministro D’Incà con i vertici dell’ente fiere e le altre autorità
nesi e acquirenti da tutto il mondo che comprano il nostro legno, i milioni di alberi che sono caduti. Perché non possiamo ricostruire un settore che abbia la capacità di dare futuro alle persone che vivono in montagna?». Come la mettiamo con l’autonomia? «Ho parlato con il mio collega Boccia il quale ha tutta l’intenzione di poter andare avanti e di poter gestire al meglio i passaggi nei confronti di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Credo che Francesco abbia la capacità di poter riannodare anche subito le regioni, facendo capire le aspettative forse
troppo positive da una parte e troppo negative dall’altra e far sì che il Paese possa ricompattarsi e proseguire verso un lungo percorso insieme dove l’autonomia sarà uno strumento importante per determinare costi migliori e risparmi all’interno della pubblica amministrazione». Al rientro da Roma che cosa le ha detto sua figlia? «Mia figlia mi ha chiesto di essere il ministro dei bambini piccoli e questa è una riflessione importante perché bisogna essere capaci di confrontarci con le nuove generazioni, averle a cuore, rispettare l’ambiente».
Il rispetto passa anche per il linguaggio. «Sì, come ha detto il premier Conte, dobbiamo adottare un linguaggio mite, capace di poter comunicare al meglio la volontà del nostro Governo di lavorare bene, guardando al lungo periodo, sapendosi confrontare sui tavoli e non sempre sulla comunicazione sui social. Ci vuole la capacità di riappacificare il nostro Paese che in questo momento ha sofferto forse una comunicazione troppo forte. Abbiamo bisogno di fatti concreti. Teniamoci lontani da ogni espressione di odio». —
presidenti provinciali Doglioni di Ascom, De Rocco di Coldiretti, Donazzolo di Confagricoltura, Scarzanella di Confartigianato, Giovanni Viel per Cipa Confindustria Belluno e il senatore Paolo Saviane. Il ministero delle politiche agricole era poi rappresentato dalla dirigente Alessandra Stefani. Non è mancato il supporto del Governo con il neo ministro ai rapporti con il parlamento Federico D’Incà. «Questa è la prima fiera che parla di foreste – ha detto – un tema a me molto caro che certo seguirò anche in questo mio nuovo ruolo visto che non mancherà la vicinanza al territorio. Nei giorni tremendi di Vaia io c’ero e ho visto quello che è successo, dalla
devastazione fino al grande sforzo di tutti quelli che hanno lavorato sull’emergenza. Il legno è una grandissima opportunità ma purtroppo stiamo perdendo le capacità di saperlo lavorare. Stiamo facendo marcire i boschi, quando valgono tantissimo e il legname è richiesto in tutto il mon-
monia di inaugurazione è stata anche letta una lettera inviata dal presidente della Regione Luca Zaia. «Questi due giorni sono una splendida dimostrazione del messaggio di vitalità che la nostra montagna vuole trasmetterci. Vitalità che non viene smorzata neppure dalle avversità atmosferiche perché noi veneti siamo come i nostri monti: ancorati alla nostra terra, nella difficoltà non troviamo l’occasione per piangerci addosso, ma lo spunto per ripartire con ancora più entusiasmo e determinazione». «Le foreste sono il polmone del Veneto» ha detto il consigliere Bortoluzzi «ma sono anche un freno per il rischio idrogeologico». — Enrico De Col
Letto un messaggio inviato da Zaia: «Dalle difficoltà noi veneti ripartiamo» do, persino in Cina. Bisogna quindi riscoprire il legame con questa risorsa che è scritto nel sangue della cultura bellunese». Durante la ceri-
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Rovigo
Domenica 15 Settembre 2019 www.gazzettino.it
Mardimago dice no all’impianto a biogas Il comitato della frazione chiede al Comune di adottare `Viene ribadita, invece, la richiesta di costruire la bretella gli strumenti urbanistici necessari a bloccare il progetto che permetterebbe di deviare l’intenso traffico pesante `
Servizio civile, aperto il bando per due posti
FRAZIONI ROVIGO Il comitato Vivi Mardimago alza le barricate: niente insediamento di biogas, niente più attività che incidano sullo stile di vita dei cittadini residenti. Nemmeno la promessa di un tavolo tecnico aperto in Provincia tranquillizza gli animi. In una nota firmata da Giuliano Bernardinello, infatti, il comitato della frazione dichiara di non sentirsi tutelato dai tavoli istituzionali. Vivi Mardimago è totalmente contrario all’ampliamento della Fri el Aprilia per la produzione di biogas, non solo per la questione pesante della viabilità, ma anche per gli odori e i rischi che il trasporto e i materiali destinati al processo tecnologico possono comportare. Per le infrastrutture, invece, via libera. La bretella deve essere fatta, dice il comitato.
IL BANDO ROVIGO Due posti, un progetto
METTERE UNO STOP «Da troppi anni la popolazione sta subendo gli effetti delle attività. Non solo il traffico, ma anche gli odori impediscono una esistenza dignitosa», dichiara Bernardinello. Il comitato chiede al Comune l’adozione di strumenti urbanistici efficaci per impedire che taluni tipi di attività possano insediarsi, «favorendo quelle a impatto assolutamente tollerabile e non guasterebbe se fossero pure etiche, ma da anni sembra che manchi la volontà. E il Polesine sta diventando terra di conquista per attività moleste». Si chiede al Comune, in sostanza, di classificare le aree della frazione per permettere l’insediamento solo ad attività che non producano odori molesti o inquinamento di altro genere. «Un tavolo di lavoro per gestire la situazione specifica al quale siedono azienda, dirigenti, tecnici e Provincia, considerati i precedenti risultati, non fa ben sperare. Troppo spesso, infatti, non è stato considerato l’impatto che avrebbe avuto sul territorio un’attività soprattutto quando, a norma di legge, non si è tenuti a valutarlo. Tutto ciò si traduce in un’assoluta mancanza di tutela della salute della popolazione,
VIA DEI MILLE La strada è usata da molti mezzi pesanti per dirigersi a varie attività: l’impianto aumenterebbe traffico e odori
quando invece dovrebbe essere l’obiettivo di ogni amministrazione pubblica sancito dalla nostra Costituzione e dalle leggi». Le rassicurazioni non bastano: il comitato della frazione accusa il Comune di delegare agli insediamenti produttivi la realizzazione di opere che dovrebbe realizzare la pubblica amministrazione, a causa delle casse vuote. «Se Comune e Provincia sono in uno stato di indigenza e viscosità amministrativa - conclude il comitato - ricordiamo al governatore del Veneto che oltre alle autostrade e ai vigneti doc, c’è da tutelare un territorio e la salute dei suoi cittadini, a meno che il Polesine non sia già stato destinato a essere il letamaio del Veneto e dintorni». Con l’appello a Zaia, il comitato suggerisce alla pubblica amministrazione a trovare i fondi, magari in Regione, per la realizzazione delle infrastrutture senza la necessità di insediamenti produttivi. Roberta Paulon
Due giorni a raccogliere offerte per dare un pasto a chi ha bisogno SOLIDARIETÀ ROVIGO Torna anche tra Rovigo e in tutta la provincia, con l’undicesima edizione, l’iniziativa “Un pasto al giorno”, l’evento solidale per aiutare chi soffre la fame. I volontari della comunità Papa Giovanni XXIII (Apg23), fondata da don Oreste Benzi nel 1968, saranno in piazza sabato e domenica prossimi con un obiettivo: raccogliere offerte da destinare a coloro che tutti i giorni devono fare i conti con la scarsità delle risorse e favorire una maggiore consapevolezza sui temi della lotta agli sprechi all’interno della vita quotidiana. Un problema che si fa sentire anche in Veneto, dove la percentuale di famiglie in condizioni di povertà relativa è il 7,9
per cento (secondo i dati Istat 2018). Tutto quello che verrà raccolto nel corso dell’evento servirà alla Comunità per poter continuare a garantire i 7 milioni e mezzo di pasti che ogni anno vengono assicurati alle 5mila persone accolte nelle sue oltre 500 realtà di accoglienza in tutto il mondo e a tutte quelle persone che si rivolgono in cerca di aiuto nelle mense per i poveri o nei centri nutrizionali. Per questo nel corso dell’evento si potrà ricevere, in cambio di un’offerta libera a so-
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stegno dei progetti della comunità, il terzo volume del libro #iosprecozero che propone, nelle sue pagine di carta riciclata, una serie di consigli, storie e riflessioni su come ogni giorno si può fare la differenza con piccole attenzioni e con una visione diversa su ciò di cui si dispone: dalla gestione del cibo, degli oggetti, del tempo, fino al modo in cui affrontiamo la vita, risorsa preziosa per eccellenza. «Bisogna superare - afferma il presidente Giovanni Ramonda l’approccio legato solo al risparmio e al guadagno. Condividere è uno stile di vita che ci fa vivere insieme agli altri, agli ultimi, combattendo le ingiustizie e le distorsioni della società». Per maggiori informazioni www.unpastoalgiorno.apg23.org. R.Pau.
lungo un anno, un impegno di 25 ore settimanali, rimborso mensile di 439,50 euro, un’esperienza di formazione e conoscenza del mondo del volontariato. È quanto propone il progetto “Giovani e cittadinanza attiva”, proposto dall’associazione Polesine solidale, ente gestore del Centro servizi al volontariato, nell’ambito del nuovo bando di Servizio civile universale. Rivolto a giovani tra 18 e 28 anni, il bando scade il 10 ottobre alle 14. Le attività del progetto riguardano la promozione del volontariato, soprattutto tra i giovani: si va dai laboratori nelle scuole agli incontri pubblici, dalla conduzione di un programma radiofonico alla gestione di contenuti per il sito web del Csv, dalla partecipazione a eventi e feste del volontariato, alla collaborazione ai colloqui di orientamento per aspiranti volontari. La sintesi del progetto e delle attività è sul sito www.polesinesolidale.it. Il Servizio civile universale è un’esperienza di un anno in cui mettere in gioco le proprie capacità e prepararsi al mondo del lavoro. Possono provarci tutti i ragazzi e le ragazze maggiorenni e al di sotto dei 28 anni, di qualsiasi cittadinanza. È già possibile candidarsi. La candidatura si può fare on line attraverso il portale domandaonline.serviziocivile.it. Per informazioni è possibile rivolgersi al Csv, in viale Tre Martiri 67/F a Rovigo, o contattare un operatore al numero 0425/29637 o alla e-mail giovani@csvrovigo.it. R.Pau.
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Domenica 15 Settembre 2019
«I sindaci dicano no ai migranti» La Lega veneta torna in trincea Salvini ordina, ok di Conte, leader dei Comuni del Carroccio. Scontro col ministro De Micheli VENEZIA «Va bene l’Italia del sì ma io vi chiedo anche il coraggio di dire qualche no. Oggi, dopo 14 mesi, una nave Ong è approdata in Italia senza che nessuno facesse niente. Non illudetevi: i Paesi europei, che oggi rassicurano l’Italia, si prenderanno solo i richiedenti asilo. Ancora aspettiamo di ricollocare 20 mila persone... Per questo, quando torneranno a bussare alla vostra porta, io mi aspetto da voi, sindaci leghisti, un rispettoso: no. Abbiamo già dato. Prima vengono i cittadini italiani». Matteo Salvini torna all’opposizione e riparte dal tema che tanta fortuna elettorale gli ha portato, i migranti. Lo fa arringando 500 amministratori del Carroccio riuniti a Milano
VENEZIA Tanta birra ma niente mojito, che fin qui non ha portato gran fortuna. Via anche il rosario: «I sacri vangeli li lasciamo al loro posto, sul palco tirerò fuori un’idea di Italia, dal Veneto all’Umbria, fondata su principi ben chiari che sono il lavoro, la famiglia, la sicurezza» ha detto Matteo Salvini. Il popolo leghista si ritrova oggi a Pontida, lo storico prato bergamasco dove ogni anno, dal 1990, il Carroccio si dà appuntamento alla ripresa della stagione politica. Il governatore Luca Zaia, dal palco del raduno degli amministratori di ieri a Milano, ha punzecchiato: «Noi dal Veneto siamo pronti, partiranno cento pullman. Sfido gli amici delle altre regioni a fare meglio, datevi da fare». La manifestazione, in realtà, è iniziata ieri (si è tenuto il congresso dei Giovani Padani dalla cui cantera, un tempo governata proprio da Salvini, sono usciti buona parte dei colonnelli degli ultimi anni) ma sarà oggi, con l’alternarsi del big al microfono e il discorso del «Capitano» alle 14, la giornata clou. «Sarà un raduno storico, la Pontida delle Pontida» promette Zaia, che difende a spada tratta Salvini, rintuzzando ancora una volta chi vagheggia di dualismi tra loro: «Abbiamo un segretario che ci va bene, è giusto che lo faccia lui. Se ha fatto bene a far cadere il governo? Ha fatto benissimo, non doveva soltanto staccare la spina ma tirar via tutto il cavo elettrico fino al palo». Conferma il commissario veneto (ed ex ministro degli Affari europei) Lorenzo Fontana: «Sarà una Pontida importante, dove sarà delineata la strategia della Lega per il futuro: siamo convinti che riusciremo a far valere le nostre idee e che torneremo al governo con una squadra finalmente unita e compatta, nell’interesse dei veneti, del Paese e non di Stati stranieri. Il numero di adesioni dalla nostra regione ha superato ogni più rosea aspettativa, segno evidente che c’è fermento e tanta voglia di sostenere Salvini». Ricompattare le fila sarà fondamentale dopo lo psicodramma della crisi di governo, che avrebbe dovuto porta-
(parecchio folta la delegazione veneta), prendendo spunto dalla notizia che la Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranea e Medici senza frontiere, approderà a Lampedusa «porto sicuro» e dalle parole con cui il neo ministro delle Infrastrutture, la dem Paola De Micheli, ha annunciato il cambio di rotta nella gestione degli sbarchi: «La Guardia Costiera affronterà con la giusta umanità il tema dei migranti». Anche il neo sottosegretario all’Interno Achille Variati, pur concendendo che «l’Italia non può ospitare tutti e in passato ha ospitato troppo e male», ha detto: «I porti sono per definizione luoghi aperti. Ma vanno governati. Senza colpi di teatro sulla pelle della povera gente».
Il sindaco di Treviso Mario Conte, leghista che ha ricevuto da Salvini il compito di coordinare tutti i primi cittadini del Carroccio in Veneto, applaude alla linea dura annunciata dal leader e sottolinea come la tecnica dei «respingimenti municipali» sia già stata messa in atto nella sua città: «Con ottimi risultati. Quando sono stato eletto, dopo 5 anni di sinistra, avevamo 1.600 richiedenti asilo, e oggi sono 500; 850 persone ospitate nella caserma Serena, e oggi sono 270; 15 centri di accoglienza, e oggi sono 6; 18 vigili feriti in azione, e oggi sono zero». Dietro di lui, a Milano, era seduto il sindaco di Castelfranco e presidente dell’Unione delle Province Venete, Stefano Marcon, cui Salvini ha
A Milano Matteo Salvini salutato dal sindaco di Treviso Mario Conte
Militanti a Pontida sventolando il Tricolore E Comencini offende Mattarella A Roma La manifestazione contro il governo animata da FdI e Lega
La vicenda ● il 20 maggio 1990 Bossi issa per la prima volta il palco a Pontida paese bergamasco dove nel 1167 i Comuni lombardi si strinsero in «Lega» contro Federico il Barbarossa ● Nel 1994 l’edizione «governista» al fianco di Berlusconi ● Nel 1996 si celebra la svolta secessionista
re «Matteo» trionfalmente a Palazzo Chigi ed ha finito per cacciare la Lega nell’angolo, all’opposizione. «Governeremo per altri 30 anni non ci faranno mai litigare con i Cinque Stelle» diceva solo un anno fa, proprio a Pontida, Salvini. Che garantiva: «I ministri e i dirigenti del M5S sono persone oneste, coerenti, con una sincera voglia di cambiamento». C’è da star sicuri che toni e registro oggi saranno assai differenti e difatti il deputato veronese Vito Comencini ieri è già partito in quarta: «Questo Presidente della Repubblica, lo posso dire? Mi fa schifo. Mi fa schifo chi non tiene conto del voto del 34% degli italiani. Poi certo anche Pertini è andata a baciare la bara di Ti-
A Pontida L’edizione 2018 sul «Pratone», il Carroccio era al governo col M5S
L’attore padovano Il monologo a Propaganda Live
● Nel 2004 l’evento salta per la malattia di Bossi ● Nel 2011 va in scenda lo scontro tra i bossiani e i «barbari sognanti» di Maroni ● Nel 2013 la prima edizione «salviniana». Comincia la mutazione da partito del Nord a partito sovranista e nazionalista
Spopola in Rete Pennacchi, indipendentista deluso e furioso
«Se non possiamo essere la locomotiva d’Italia, saremo il carro allegorico, blindato». Un tanko di ritorno, col serbatoio mezzo vuoto di disincanto e delusione. Straordinario successo, in tivù e in Rete, per il monologo scritto e interpretato venerdì sera a Propaganda Liva, su La7, da Andrea Pennacchi, attore padovano che già aveva scosso la Rete con un testo dedicato ai «terroni» che votano Salvini. Venerdì sera, invece, Pennacchi ha rivolto il suo sguardo al disorientamento dei leghisti veneti, alle prese con la mutazione del Carroccio e con la crisi che toglie il lavoro, perno attorno a cui ruota la vita. Una performance che sta facendo discutere, sui social, i leghisti per primi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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promesso lotta dura per il ritorno all’elezione diretta negli enti di secondo livello. E mentre i sindaci si preparano a dar battaglia sugli sbarchi, i governatori di Veneto e Lombardia presidiano il fronte dell’autonomia, dove ormai non passa giorno senza che vi sia una polemica. Il ministro Pd degli Affari regionali Francesco Boccia, che lunedì 23 settembre vedrà Zaia, chiede che «l’aiuto alle aree svantaggiate sia un sentimento condiviso da tutti». Il ministro M5S per i Rapporti con il parlamento Federico D’Incà assicura: «Ho parlato con lui, ha tutta l’intenzione di andare avanti». Il governatore Luca Zaia, che pure ieri a Milano con Salvini, attacca frontalmente il ministro del Sud Giuseppe Provenzano («Mi rompe le palle tutti i giorni...») mentre il presidente della Puglia Michele Emiliano chiede che le Regioni del Mezzogiorno si uniscano in un coordinamento per affrontare insieme la riforma. Poche storie, taglia corto Zaia, «il governo si muova e ci dia una risposta». Ma. Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
to, quello che ha fatto le foibe». Ringaluzzire le truppe, alimentando la loro voglia di rivalsa, sarà importante anche in vista delle Regionali (in primavera toccherà al Veneto), che Salvini considera l’occasione irripetibile per picconare il governo giallorosso. Quali saranno le parole d’ordine? Lo si è visto in questi giorni: dignità, sangue, onore, tanta Italia, sovranità, le potenze europee alle porte, sicurezza, famiglia tradizionale. Uno sventolare di tricolori, come quelli che hanno avvolto Salvini all’ultima manifestazione davanti a Montecitorio, lunedì scorso, e che i leghisti ritroveranno in piazza San Giovanni a Roma il 19 ottobre, chiamati da Zaia alla «rivoluzione» sì, ma «gandhiana». In Rete i colonnelli, dai parlamentari ai consiglieri regionali, annunciano entusiasti la loro presenza ma in calce ai post, meno evidenti, fioccano i malumori della vecchia guardia che non ha mai digerito la trasmutazione del partito da sindacato del Nord ad avanguardia sovranista e nazionalista (l’epicentro degli arrabbiati è Vicenza, che un tempo, nella Lega bossiana, espresse dirigenti di primissimo piano). Roberto Marcato, assessore regionale allo Sviluppo economico, membro del «Direttorio» veneto ma soprattutto figura tra le più amate dai militanti, taglia corto: «Quando sei forte delle tue idee e dei tuoi valori non devi temere il cambiamento. El Leon resta El Leon e l’autonomia resta l’autonomia, queste sono le nostre stelle polari. Penso che la strategia di Salvini di esportare al Sud l’efficienza e la buona amministrazione del Nord sia salutare per tutto il Paese». Ma c’è chi non si rassegna. Molti ex leghisti (e tra loro alcuni furono parlamentari) si daranno infatti appuntamento oggi a Venezia in campo San Giacomo dell’Orio, alle 11, per la seconda edizione della Festa dei Popoli del Nord organizzata dalla Confederazione Grande Nord. In laguna arriveranno delegazioni degli indipendentisti scozzesi e catalani e pure dei gilet arancioni. Ma. Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
IL NUOVO VESCOVO E IL MARTIRE DEL NAZISMO Una reliquia del martire ucciso dai nazisti Josef Mayr Nusser. Questo il dono che il nuovo vescovo Michele Tomasi, ordinato in duomo a Bressanone, porterà nella diocesi di Treviso
Domenica 15 Settembre 2019 www.gazzettino.it
No a nuovi alberi dopo la tempesta Nessuno vuole seminare piante che non siano “autoctone”: `Un anno dopo la devastazione provocata da Vaia, le valli «80 anni fa ce n’era il 70% in meno, lasciamo fare alla natura» fanno i conti con il futuro: e trovano anche opportunità
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no alberi stanno tornando naturali, com’erano. Rispetto al 1936 in Veneto, prima di Vaia, c’erano il 70 per cento in più di boschi». Come sempre più dei numeri di quantità e volumi a rendere chiaro il concetto sono altre cifre. Quelle del portafoglio, per esempio: a darle è Emanuele Crosato della struttura commissariale. Il funzionario spiega che i danni ammontano a un miliardo e mezzo, che settanta milioni sono quelli subiti dai privati, sessantatré quelli dal pubblico e centoottantacinque milioni sono quelli che serviranno per il rimboschimento. Al computo ne vanno aggiunti altri cinque milioni sul fronte della pesca. Per far fronte alle esigenze ci sono cinque bandi con scadenza trenta settembre. Ad inizio mese le domande protocollate erano già mille. Spesa documentata di oltre centodue milioni di euro. Delle mille domande già arrivate, trecentodieci sono state presentate dai cittadini e trecentotrenta riguardano le foreste. Sul fronte della somma urgenza già chiesti venticinque milioni di euro e trentacinque milioni sul fronte delle foreste. Il ruolo di rendicontazione spetta ai Comuni che sono soggetto attuatore.
DEVASTAZIONE Una ceppaia in val Visdende come si presenta ancora oggi a un anno dalla tempesta Vaia. Sotto, l’inaugurazione della Fiera a Longarone
LA RICOGNIZIONE BELLUNO «Devono passare sul mio cadavere se vogliono ripiantare qualcosa qui». Silvano Eicher Clere è il presidente della Regola di Costalta e del consorzio Visdende che riunisce le quattro Regole del comune di San Pietro. I proprietari terrieri qui hanno le idee chiare: solo la natura può restituire quello che la natura ha tolto. «Riseminare, mettere a dimora le piantine, rappresenterebbe una scorciatoia. Non se ne parla proprio». La Val Visdende è uno dei territori più colpiti dalla devastazione di Vaia. È qui, tra le montagne del Comelico, che finisce la prima giornata della Fiera & festival delle foreste di Longarone. Due giorni di convegni e incontri per capire, un anno dopo la tempesta che ha ridisegnato i boschi della provincia di Belluno, quali siano le strategie da intraprendere per i prossimi anni. Mentre tutti si interrogano su
cosa e quanto sia utile ripiantare, quassù hanno le idee chiarissime. A quasi undici mesi il cinquanta per cento della Val Visdende è stato ripulito dai tronchi schiantati. Per completare la rimozione le aziende che hanno vinto gli appalti hanno tempo fino a dicembre del 2020, una montagna di legno venduto attorno ai 14 euro al metro cubo, la precedente asta era andata a dieci volte tanto: 147 euro al metro cubo. Poi a terra rimarranno le ceppaie. Le enormi radici degli alberi che dopo la rimozione dei tronchi punteggiano prati e pendii come delle lapidi in un cimitero di guerra.
LE “REGOLE” RIFIUTANO SCORCIATOIE E NON METTONO NULLA A DIMORA AL POSTO DEL VERDE DISTRUTTO NELL’OTTOBRE 2018
no. Gli ho spiegato che è importante incontrare Zaia e mettere al centro tecnicamente la problematica dell’autonomia. Dando una soluzione ai veneti. Con la Lega nessuna polemica, è già acqua passata: questo è un governo che usa toni diversi, più pacati. Un governo della competenza».
CONVEGNO TECNICO
TAGLIO DEL NASTRO Alle dieci del mattino, sulla sua Wolksvagen Golf, vecchia di almeno dieci anni, arriva il neo ministro Federico D’Incà. È la sua prima uscita pubblica da capo del dicastero per i rapporti con il parlamento. Controlla l’emozione, stringe le mani a chiunque e interviene a ruota libera. Senza dribblare nessuna domanda. «È una fiera importantissima, dimostra che questa è un’opportunità. Nel momento
di crisi abbiamo trovato la capacità di crescere e di costruire insieme nel territorio, attraverso degli investimenti da parte dello Stato sul dissesto idrogeologico. Novecento milioni di euro in Veneto, gran parte saranno investiti nel Bellunese per il dopo Vaia». C’è anche il tempo per parlare di autonomia: «Ne ho discusso con Boccia, ministro degli Affari regionali, a margine del consiglio dei ministri dell’altro gior-
La mattinata prosegue con gli interventi tecnici. Tommaso Sitzia, docente Tesaf dell’Università di Padova: «Forse non dobbiamo sentirci in debito con la natura o temere di aver sbagliato qualcosa. Forse le zone con me-
PRIMA DEL DISASTRO IL LEGNAME ERA VENDUTO A 147 EURO AL METRO CUBO, NELL’ULTIMA ASTA È SCESO A 14
VAL VISDENDE Vedere per credere, la giornata messa a punto da Longarone Fiere finisce nella Val Visdende. Telefoni muti, salvo un sms che offre il benvenuto per essere arrivati... in Austria. Diavolerie tecnologiche. «Qui siam molto avanti con i lavori spiega Eicher Clere, il novanta per cento delle piante è già stato rimosso. Completeremo in fretta. Quest’area è privata e qui nessuno vuol ripiantare niente. Gli alberi pregiati che c’erano non possono certo essere seminati, deve essere la natura a fare il suo corso». Capitolo a parte meritano le enormi ceppaie. Marco Cesco Fabbro, guardia boschiva della Val Visdende spiega che forse vale la pena lasciarle dove sono: «Possono aiutare il bosco a ripartire. Le enormi radici tra l’altro, a detta degli esperti, non hanno il problema del bostrico che aggredisce invece i tronchi». La soluzione è facile vista da quassù, ma anche dolorosa. Andrea Zambenedetti © RIPRODUZIONE RISERVATA
I Lagunari sbarcano a Portogruaro con i «valori della Patria» LA MANIFESTAZIONE PORTOGRUARO «Un raduno che serve a mantenere vivi i valori della Patria, che purtroppo stiamo un po’ dimenticando». Così il presidente nazionale dell’Associazione Lagunari Truppe Anfibie, Luigi Chiapperini, alla presentazione del programma del 13. Raduno nazionale dei Lagunari, avvenuta ieri in Municipio a Portogruaro (Venezia). L’evento si svolgerà dal 20 al 22 settembre, in centro storico. «Solitamente il raduno nazionale – ha detto – è in
programma con cadenza biennale. Quando l’anno scorso, dopo l’evento di Vittorio Veneto, ci è stato proposto di farne un altro a Portogruaro nel 2019, eravamo un po’ perplessiper le risorse che servono. Grazie all’impegno dell’Associazione nazionale, del Comune di Portogruaro e della Regione siamo riusciti a mettere in piedi un programma molto intenso, che porterà in città qualche migliaio di radunisti e ben 38 sezioni». Dopo l’inaugurazione della mostra storica avvenuta ieri alla Galleria d’arte contemporanea
Ai Molini, il clou degli eventi è in programma tra venerdì 20 settembre e domenica 22. Tra rappresentazioni teatrali, concerti, esibizioni di elicotteri e serate di animazione e gastronomia al Vil-
SECONDO RADUNO IN DUE ANNI DELLE TRUPPE ANFIBIE CHE PORTERANNO NEL PROSSIMO WEEKEND IN CITTÀ 38 SEZIONI 9d9671ef-04dd-4739-9214-0a2095e35f46
INAUGURAZIONE Il taglio del nastro della mostra sulle truppe anfibie che anticipa il raduno della prossima settimana
laggio del Lagunare troveranno spazio anche l’inaugurazione degli steli di intitolazione dei ponti del centro storico (ponte Sant’Andrea, ponte della Stretta, ponte del Rastrello, ponte dell’Abbazia) con una cerimonia simbolica che si svolgerà sul ponte dei Molini e l’inaugurazione, in Piazzetta Pescheria, del Monumento ai Caduti in parte realizzato dalla Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone che ha prodotto il mosaico raffigurante l’emblema dei lagunari. t.inf. © RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONE
DOMENICA 15 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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La sfida federalista
Ultimatum di Zaia al nuovo governo: «Autonomia sì o no ma ditelo subito» Milano, governatore al meeting degli amministratori leghisti Oggi Pontida: dal Veneto è affluenza record, cento i pullman Filippo Tosatto MILANO. La Lega di lotta e di
governo ha i toni felpati di Luca Zaia, che a Milano ruba la scena al gran consiglio degli amministratori del Carroccio, con Matteo Salvini lesto ad accoglierlo a braccia aperte. «Abbiamo un segretario che ci va bene, è giusto che lo faccia lui», ricambia il veneto, rintuzzando la folla di cronisti che lo incalza sull’inopinato “strappo d’agosto” del Capitano che ha relegato il partito all’opposizione; «Ha fatto benissimo a far cadere il governo, anzi, io non mi sarei limitato a staccare la spina, avrei smontato l’intero impianto elettrico», commenta «quanto al Conte bis, ne vedremo delle belle, se vogliono durare fino all’elezione del Capo dello Stato ci sarà la paralisi perché qualunque cosa decidano, Pd e 5 Stelle litigheranno e quindi non concluderanno niente»; la maggioranza giallorossa, ironizza, «mi ricorda i matrimoni per corrispondenza che si facevano nel Far West senza conoscersi»; per il M5S, profetizza, quello con i dem «sarà un abbraccio mortale».
LA POLEMICA NORD-SUD
Ma è l’autonomia – meglio, il traguardo del regionalismo differenziato che pare allontanarsi di giorno in giorno – il cavallo di batta-
glia del governatore. Che, alludendo alla spiccata trazione sudista del nuovo esecutivo, strappa l’applauso rinfocolando le ruggini padane appena sopìte dalla svolta tricolore salviniana: «Giuseppe Provenzano, il ministro per il Sud che è delle parti di Caltanissetta e mi rompe le palle tutti i giorni
« Provenzano, ministro di Caltanissetta spieghi perché alla Sicilia sì e alla nostra regione no» contestando il nostro diritto all’autonomia, deve spiegarci perché alla Sicilia sì e al Veneto no», la stilettata; ammorbidita appena dalla citazione fatidica – «Come diceva Einaudi presentando la Costituzione, ad ognuno dovremmo dare l’autonomia che gli spetta» – sciorinata come un mantra da tre anni a questa parte. FRECCIATA AL PREMIER
Tra otto giorni, a Palazzo Balbi, sbarcherà il pugliese Francesco Boccia, ministro dem agli Affari regionali. Zaia – c’è da giurarci – lo riceverà con cortesia istituzionale del caso, pur manifestando scarsa fiducia nei progressi concreti del negoziato, già incagliatosi tra i litigi gialloverdi nella stagione di Erika Stefani: «Sull’autonomia questo governo de-
ve avere il coraggio di dare una risposta, noi abbiamo fatto i compiti a casa. Se vogliono, la nostra proposta di riforma è pronta. Viceversa, vadano in Parlamento e cambino la Costituzione. Dopo tante chiacchiere e promesse a vuoto, il premier rispetti gli elettori, dimostri di esistere e presenti un suo progetto». RIBADITE LE 23 MATERIE
Argomenti ribaditi davanti alla platea leghista: «Dei 23 comuni veneti secessionisti neppure uno chiede di passare alla Lombardia e all’Emilia, tutti vogliono diventare trentini o friulani. Come si fa a negare maggiori competenze ad un territorio come il nostro stretto tra due regioni autonome?». Lapidaria la replica riservata a chi, Boccia in primis, contesta l’eccesso di materie rivendicate: «La Costituzione ne prevede un massimo di 23, noi le abbiamo richieste tutte, chi può arrogarsi il diritto di stabilire che sono troppe? Forse il parere di qualche nominato vale più della volontà popolare sancita dai referendum?». DA FEDRIGA A FONTANA
Niente parlamentari, stavolta: a gremire il salone dell’hotel Da Vinci, alla periferia milanese, sono 500 tra sindaci, governatori e consiglieri regionali provenienti da ogni parte del Paese. Sul-
la sanitÀ del veneto
Anaao ai medici specializzandi «Partecipate ai nuovi concorsi» L’associazione lancia un appello ai laureati al quarto e quinto anno di formazione: «C’è l’occasione di entrare nel mondo del lavoro ospedaliero, non sprecatela» VENEZIA. «Cari colleghi, è la
vostra occasione per entrare celermente nel mondo del lavoro ospedaliero senza essere costretti a lunghi anni di precariato. Coglietela al volo». È l’appello rivolto ai me-
dici specializzandi del quarto e quinto anno da Anaao Assomed del Veneto, l’associazione più rappresentativa tra i camici bianchi, che ha acquistato una pagina del giornale per sollecitare i giovani laureati in questione a partecipare ai concorsi bandìti dalla sanità pubblica, per la prima volta aperti a medici che non hanno ancora completato la scuola di specialità. La vicenda, strettamente
connessa alla scarsità di figure specialistiche che affligge gli ospedali nostrani, prende avvio da una disposizione legislativa del Parlamento che ha correggendo le rigide disposizioni precedenti consentendo alla Regione di estendere l’ammissione ai concorsi agli specializzandi nell’ultimo anno. «Purtroppo di tale importantissima innovazione, nonostante le nostre sollecitazioni, non è sta-
Matteo Salvini “batte il cinque” a Luca Zaia sul palco dell’assemblea degli ammistratori leghisti a Milano
lo sfondo, la scritta «L’Italia vera batte l’Italia delle poltrone». Tra gli interventi più apprezzati, quelli dei presidenti Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) e Attilio Fontana (Lombardia). «La casta di sinistra ha impugnato la nostra legge sui migranti, vuole spalancare nuovamente le porte ai clandestini, Conte è il degno successore di Alfano», tuona il primo. Il lombardo torna invece sul po-
non si può partire da zero, altrimenti mi sentirei preso in giro». Tra i sindaci, strappa una risata quello di Treviso: «Mi scuso per l’omonimia», esordisce Mario Conte «porto la testimonianza della mia città che, grazie al ministro degli Interni Salvini, ha dato soluzione alla caos dei centri migranti ereditato dall’amministrazione di sinistra e ha ripristinato il rispetto delle regole». L’APPELLO ALLA PIAZZA
«Scusate l’omonimia» Il sindaco di Treviso Mario Conte strappa una risata alla platea mo della discordia nordista: «Nel negoziato sull’autonomia il governo non ha più la possibilità di rinviare. Può dire di no ma non prendere ancora tempo, perché il lavoro è stato già fatto e siamo al 90% delle questioni risolte. Può sollecitare un cambiamento o due, ma
ta diffusa comunicazione agli interessati», circostanza che ha causato la mancata partecipazione ai primi concorsi, «spesso andati quasi deserti», cosìda spingere la sanità veneta ad agire in emergenza ricorrendo a contratti precari, cooperative di lavoro e medici in pensione. Anaao Assomed giudica illegittime tali situazioni - tanto da denunciarle a più riprese - e ritiene invece «che l’occasione offerta ai medici specializzandi sia importantissima e che non debba essere sprecata per pigrizia o difetti di comunicazione da parte delle istituzioni». Di qui la scelta, inconsueta, di rivolgere un appello pubblico ai potenziali colleghi di corsia ospedaliera. —
Che altro? Incombe Pontida. Oggi il “pratone” bergamasco promette un’affluenza record ed è ancora una volta Zaia a suonare la carica evocando la controversa protesta di piazza lanciata dal palco di Conselve dall’indomani del patto Pd-5 Stelle: «Questo sarà un raduno storico, dal Veneto arriverà un centinaio di pullman, sarà la Pontida delle Pontida e segnerà l’inizio della rivoluzione, pacifica s’intende, ve lo dice un obiettore di coscienza». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
la svolta nazionale
Sul “pratone” il Tricolore accanto al Leone di S. Marco La svolta sovranista e tricolore impressa da Matteo Salvini alla Lega, movimento per oltre vent’anni rigorosamente nordista, si compie con l’irruzione dei colori della bandiera d’Italia sul palco del “sacro pratone” a Pontida. Da tempo scomparso il verde padano che ha lasciato il passo al blu governativo, il fondale del raduno 2019 - «La forza di essere liberi» - è incorniciato in alto dal Tricolore. Tantissimi, come al solito, i vessili e gli striscioni dei militanti veneti: «È bello vedere la bandiera il Leone di San Marco insieme a quello delle due Sicilie. Se stiamo uniti gli facciamo un mazzo così», ha chiosato Salvini intervenendo poco più in là all’assemblea dei giovani.
il bando sulla vigilanza
Azienda Zero vittoriosa al Consiglio di Stato VENEZIA. Azienda Zero, la go-
vernance della sanità veneta, ha vinto la causa al Consiglio di Stato rigurdante l’affidamento del servizio di guardiania e vigilanza. Si trattava di una gara indetta nel luglio 2017 per la durata di tre anni e per un importo complessivo di circa 40 milioni di euro. A seguito dell’aggiudicazione, una delle imprese non vincitrici aveva presentato ricorso al Tar del Veneto, contestando in particolare la for-
mulazione della clausola sociale, ma il tribunale amministrativo le aveva dato torto. L’impresa, si è allora rivolta al Consiglio di Stato che tuttavia ha respinto l’appello (condannando la ricorrente anche al pagamento delle spese di lite avversarie), affermando, anzi che «solo se formulata nei termini di cui al bando di Azienda Zero la clausola sociale può dirsi conforme alle indicazioni della giurisprudenza amministrativa». —
III
Primo Piano
Domenica 15 Settembre 2019 www.gazzettino.it
Un miliardo e mezzo di danni: già mille le domande arrivate Al primo di settembre le richieste di contributi presentate alla Regione, superano già la quota di 102 milioni di euro, c’è tempo fino a fine mese `
LA CONTABILITÀ LONGARONE Più dei numeri degli alberi schiantati, più dei finanziamenti erogati, ma dopo il numero delle vittime e della contabilità dei feriti in cui rientra anche chi resterà paralizzato perché travolto da un tronco che qualcuno vicino a lui stava tagliando ci sono i numeri delle richieste d’aiuto.
L’INTERVENTO «I danni ammontano a un miliardo e mezzo di euro» Spiega Emanuele Crosato, funzionario della Regione Veneto. Settanta milioni per i privati, sessantatré pubblici e cento ottantacinque milioni per il rimboschimento a questi ne vanno aggiunti cinque milioni sul fronte della pesca.
LA STRATEGIA Per distribuire i finanziamenti sono cinque i bandi attualmente aperti dalla Regione Veneto: settore agricolo, pesca, foreste, imprese e privati cittadini. La scadenza del bando, blindata, è del 30 settembre. Una data non prorogabile per permettere di iniziare a pagare chi ha bisogno dei fondi.
LE DOMANDE
Vaia, c’erano il 70 per cento in più di boschi». Insomma se anche non viene ripiantato tutto, almeno per i tecnici, non è un dramma. «Non è accettabile che il quaranta per cento del territorio italiano sia negletto – ha
spiegato Alessandra Stefani, Direttore generale del ministero delle politiche agricole - ed è nostro dovere preservare questo patrimonio e saper scegliere con coscienza perché dietro non c’è mai la scelta a vantaggio o danno di un singolo. Vaia è diventata un simbolo che rappresenta il momento giusto per affrontare e vedere gli effetti di quello che un evento eccezionale può creare. È importante la creazione di un tavolo di concertazione ». Andrea Zambenedetti
OPERE PUBBLICHE «Secondo me una delle opere più importanti da risolvere è il passaggio di Longarone, aiuterebbe a vivere in maniera più serena i momenti in cui il traffico diventa insopportabile. La bretella potrebbe essere inserita nel contesto delle Olimpiadi 2026. Le olimpiadi gestite con parsimonia e attenzione possono essere una grande opportunità. Il treno delle Dolomiti è un passo obbligatorio da valutare ma bisogna fare come quando si va in montagna: un passo alla volta. Comunque ne parlerò sicuramente con il ministro alle infrastrutture Paola De Micheli».
L’EMOZIONE
ba essere salvata. Per questo ci siamo attivati anche con l’unità di crisi del Mise, per far capire come Wanbao debba porre la massima attenzione sul territorio bellunese. Io abito a Borgo Valbelluna e ci sono trecento famiglie che guardano con ansia questo momento».
Alla sua prima uscita in terra bellunese D’Incà si sofferma anche su quella che sarà la sua azione politica. «Quando a casa ho raccontato la prospettiva di diventare ministro ne ho voluto parlare anche con mia figlia che ha tre anni. Le ho chiesto, che ministro devo essere? lei mi ha detto “devi essere il ministro dei bambini”. Ecco, è alle generazioni future che dobbiamo pensare quando prendiamo una decisione». (an.zam.)
Al momento (il dato è aggiornato al primo di settembre) sono già mille le domande presentate. A fronte di una spesa documentata di cento due milioni di euro. Settantotto sono i milioni di richieste di contributi dei privati. La distribuzione è di circa 310 domande provenienti dai cittadini e 330 dal settore foreste. Circa 25 milioni di euro i primi e 35 milioni di foreste (Regole e privati che hanno boschi).
IL RUOLO DEI COMUNI «Il ruolo dei comuni è importante - ha spiegato Crosato -
LA REGIONE Luca Zaia, il governatore del Veneto, il commissario della tempesta Vaia, l’uomo in prima linea nell’emergenza, assieme all’assessore Gianpaolo Bottacin, ieri non è riuscito ad esserci a Longarone. Ma ha comunque voluto mandare un messaggio. Una riflessione su come l’appuntamento abbia messo in luce un tratto distintivo del Veneto e dei veneti. «L’ecosistema silvano - ha scritto Zaia nella sua missiva costituisce, da sempre, una preziosa risorsa per i nostri territori che, sul legno, hanno letteralmente edificato la nostra storia: senza i manti boscosi veneti, Venezia non avrebbe potuto edificare la sua bellezza, varare le imbarcazioni che l’hanno resa la Repubblica che noi tutti conosciamo. Tale materia prima incarna, dunque una parte fondamentale della nostra identità che, come tale, va tutelata anche grazie alla formulazione di nuove strategie di gestione sempre più incardinate sulla sostenibilità ambientale ed economica dell’intero com-
ACCATASTAti I tronchi (siamo sempre in Val Visdende) pronti per essere commercializzati
perché a loro spetta la rendicontazione. Saranno poi i comuni, essendo un soggetto attuatore ad erogare materialmente i fondi per chi risponde ai requisiti».
LA PRIMA FINESTRA La prima parte dei contributi erogati somma a venticinque milioni: degli ottanta milioni di richieste che potrebbero arrivare. Si tratta dei lavori eseguiti in somma urgenza da aziende e private. Conmtributi da 5 mila e 20 mila euro. Il peso glo-
bale nel fondo è di circa 5 milioni di euro.
L’INDICAZIONE Tra i suggerimenti forniti dal funzionario della Regione anche alcuni estremamente dettagliati, come quelli che riguardano gli errori nella presentazione delle domande. «Molti hanno partecipato al bando sbagliato. Magari perché difficile capire esattamente come la casa con la stalla va inquadrata, poi abbiamo riscontrato delle incongruenze
Messaggio di Zaia: «Il legno fa parte della nostra storia» L’ECOSISTEMA Ci vorranno anni, per non dire secoli, prima di rivedere i boschi là dove Vaia ha senminato distruzione
IL GOVERNATORE, ASSENTE PER IMPEGNI ISTITUZIONALI, NON HA MANCATO DI FARE SENTIRE IL PROPRIO SOSTEGNO
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parto». Il governatore si è poi concentrato sulla macchina dell’evento che è riuscita nell’impresa di mettere il tema Vaia al centro di un’occasione di sviluppo e rilancio della montagna. «Rivolgo, pertanto, il mio
nei dati delle perizie, delle pertinenze». Chiaramente la mole di lavoro non ha aiutato. Gli stessi professionisti da mesi spiegano quanto complessa sia la procedura e quanto difficile possa essere rispondere a tutte le domande che vengono rivolte. Un quadro complesso, di burocrazia che resiste. Solo il tempo dirà quanti abbiano preferito gettare la spugna. Rimettendoci di tasca propria piuttosto di essere costretti a subire la burocrazia (a.zam.)
plauso agli sforzi profusi nell’organizzazione di un appuntamento che, nonostante sia alla sua prima edizione, rappresenta già un fondamentale appuntamento che i nostri bravissimi operatori del settore hanno per interrogarsi sul presente e sul futuro della filiera. Questo vincente binomio, che getta lo sguardo al futuro perché vanta radici profondamente piantate sul territorio, si può d’altro canto scorgere nella puntuale e dettagliata varietà di workshop che animeranno l’attività di questa due giorni, splendida dimostrazione del messaggio di vitalità che la nostra montagna vuole trasmetterci. Vitalità che, desidero sottolineare in conclusione, non viene smorzata nemmeno dalle avversità atmosferiche. Perché, in definitiva, noi Veneti siamo come i nostri monti: ancorati alla nostra Terra, nelle difficoltà non troviamo l’occasione per piangerci addosso, ma lo spunto per ripartire con ancora più entusiasmo e determinazione. Augurando all’evento fieristico la meritata cornice di pubblico, porgo a tutti i presenti i saluti della Regione del Veneto e miei personali».
SPORT
DOMENICA 15 SETTEMBRE 2019 LA TRIBUNA
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ciclismo
Velodromo, macchè prima pietra: è paralisi «Il concordato? Dubbi sulla redditività» Il 15 settembre 2018 la posa a Lovadina, in estate lo stop della Pessina. Il rammarico di Martinello, Di Rocco e Zanatta Mattia Toffoletto SPRESIANO. «Qui faremo la
presentazione di tutte le Nazionali di ciclismo prima dell’Olimpiade di Tokyo», s'affrettò a dire Giovanni Malagò, numero uno del Coni. «Saremo pronti per la primavera 2020, in tempo per preparare i Giochi», fu il refrain degli addetti ai lavori. La posa della prima pietra del velodromo di Spresiano ebbe luogo esattamente - sabato 15 settembre 2018 - un anno fa. I lavori, con la tracciatura dei terreni, erano iniziati già a fine luglio, ma quell’atto simbolico - comunque non una prima volta per la Marca - pareva l’inizio di una nuova era per il ciclismo trevigiano. C’era stata la passerella delle autorità: dal già citato Malagò all’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, dal governatore veneto Luca Zaia al presidente nazionale Federciclo Renato Di Rocco. A distanza di un anno, però, il cantiere è chiuso. I lavori sono fermi per le difficoltà finanziarie della Pessina Costruzioni. A fine luglio, si erano accumulati già 7 mesi di ritardo. E, da inizio agosto, non si muove una mosca. Quattro vigilanti sorvegliano a turno l’area del cantiere e, periodicamente, ci si può imbattere nel direttore dei lavori. A proposito: il suo contratto è stato appena rinnovato per sei mesi dall’azienda milanese e i vertici della Federciclismo - per quanto passaggio quasi obbligato - lo ritengono un segnale importante. Ad ogni modo, difficilmente ci saranno sviluppi prima d’inizio ottobre. «Uno stop che preoccupa tutto il movimento ed è lo stesso concordato in bianco ad alimentare dubbi», riflette Silvio Martinello, olimpionico della pista, «Quella procedura valuta anche la redditività di un’opera. E sulla redditività di quel velodromo non ho mai nascosto le mie perplessità. Oggi,
Ciò che resta oggi del cantiere del velodromo a Lovadina, in alto a destra Giovanni Malagò il giorno della posa della prima pietra e, sotto, un rendering del progetto
come un anno fa. La gestione incontrerebbe difficoltà in una metropoli, figuratevi a Spresiano...». Pessina Costruzioni - bando federale vinto nel dicembre 2016 - s’è rivolta in luglio al Tribunale di Milano, depositando richiesta di concordato in bianco in continuità: il termine per la documentazione è il 23 settembre. Dopodiché, entro una decina di giorni, il giudice fallimentare dovrebbe pronunciarsi. Una decisione attesa con ansia dal mondo del ciclismo trevigiano e non solo. I tempi previsti inizialmente per la consegna (primavera 2020) non potranno essere rispettati, ma in ballo c’è un’opera inedita per l’Italia. A Lovadina deve sorgere infatti il primo velo-
il caso
L’esposto in Procura dei dirigenti federali Un gruppo di dirigenti federali umbri ha depositato lo scorso marzo un esposto alla Procura di Treviso. Nel mirino la decisione del Consiglio Nazionale Federciclo del gennaio 2014, che preferì l'area delle Bandie (di proprietà della Mosole spa, a Lovadina di Spresiano) in luogo di San Vendemiano. Ne scaturì una battaglia nei tribunali amministrativi, chiusa con la conferma della decisione federale. Ora, però, la partita s'è trasferita in Procura. «Quello che è doveroso evidenziare», si legge nell’esposto, «è la illogica scelta della area».
élite under 23
Il Bianchin portò fortuna a Pogacar Tra sette giorni in palio il 50esimo PONZANO. Che si tratti di una
corsa non per tutti, te ne accorgi dall’albo d’oro: nel 2018 trionfò lo sloveno Tadej Pogacar, 12 mesi dopo grande rivelazione alla Vuelta. Che si tratti di una corsa di prestigio, lo scopri dai numeri: il traguardo della 50ª edizione – se lo può godere Stelio Pizzolato, da quest’anno presidente del Velo Club Bianchin - è già il migliore biglietto da visita. Un anno fa si
sognava di far coincidere le nozze d’oro con il Tricolore, ma poco importa. Domenica 22 settembre, a Paderno, sarà comunque un giorno magico. E l’unico dispiacere è legato alle concomitanze, che hanno costretto gli organizzatori a farsi in quattro: nello stesso weekend si disputano infatti altre tre gare regionali per Élite-Under 23 (due al sabato), tutte inserite successi-
vamente al Bianchin (corsa 1.12, di rango nazionale). Forse servirebbe più rispetto per la storica corsa ponzanese, che tempo addietro era persino internazionale. Ad ogni modo, l’edizione 50 – alla vernice Renato Di Rocco, presidente Federciclo, e Paolo Slongo, allenatore di Nibali - può contare già su 170 atleti e 26 squadre. Quattro i team stranieri: la francese Chambéry, la svizzera Men-
dromo per grandi eventi come Mondiali e Olimpiadi. Un tondino da 6mila spettatori, destinato a diventare centro di riferimento della Federazione, che da contratto potrà utilizzarlo 150 giorni l’anno. L’opera è finanziata con fondi pubblici - 27 milioni di euro, Finanziaria 2007 - e Pessina, aggiudicandosi il bando, s’è fatta carico pure della gestione. Ma ora regna il “surplace”. Tutto paralizzato. Nell’auspicio di rivedere presto la luce, venerdì è stato lo stesso Renato Di Rocco, presidente Federciclo, a effettuare un sopralluogo. «Una buona base dell’opera c’è già, la parte fondamentale è stata costruita», evidenzia, «Aspettiamo che Pessina presenti il piano al Tribunale e poi, speria-
drisio, la britannica Zappi e la slovena Meblo. Peccato per l’assenza di Dimension Data e Casillo, mentre il forfait della Sangemini Trevigiani dipende dagli impegni nei pro’ della compagine di porta San Tomaso. Confermato il percorso degli ultimi due Bianchin: partenza e arrivo davanti alla Becher House di Paderno, i saliscendi della presa X e di Santa Maria della Vittoria replicati per quattro volte. Una prova tornata selettiva con l’exploit dell’allora zalfino Luca Mozzato nel 2017: le stagioni precedenti, con il taglio del Montello, avevano visto un Bianchin in chiaroscuro, relegato a kermesse per velocisti. Il tracciato tornato indurito ha invece riacceso la tradi-
mo per inizio ottobre, potremmo saperne di più. L’azienda era stata valutata da tutti come un colosso, non ci aspettavamo di trovarci così. È importante, però, che Pessina abbia inserito il velodromo fra le opere da portare a termine». La pista azzurra, che presto riabbraccerà l’impianto di Montichiari, attende lumi. La Marca confida che il tondino non resti un’incompiuta, sognando il quinto Mondiale della sua storia. «Il rammarico è tanto, ci eravamo un po’ illusi di averlo presto. Ci darebbe lustro, diventerebbe una palestra per i giovani e un'opportunità per gli allenamenti invernali», conclude Stefano Zanatta, diesse Bardiani. —
l’opera
Dovrà ospitare seimila spettatori e un Mondiale
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Il velodromo è di tipo 1, prevede 6mila posti e ha un potenziale per grandi eventi come Mondiali e Olimpiadi. L’obiettivo è renderlo polifunzionale, in modo da poterlo aprire a concerti e ad altre discipline. Dovrebbero trovare posto anche uffici e magazzini della Federazione. L'area è le Bandie, a Lovadina: lì si svolsero i Mondiali di ciclocross 2008. Arriverà presto un altro Mondiale, il primo della Marca su pista?
La stoccata di Pogacar a Ponzano
zione, tanto che l’ordine d’arrivo di 12 mesi fa è da incorniciare: il già citato Pogacar, uno dei più grandi talenti del ciclismo mondiale, s’impose allo sprint sull’azzurro Andrea Bagioli; terzo chiuse Champoussin, recente trionfatore al Giro del Friuli. Sarà il francese della Chambéry il nome da cerchiare domenica prossima? Di sicuro proverà a farsi vedere il tricolore U23 Marco Frigo: lo zalfino riceverà alla partenza una medaglia d’oro in ricordo di Fabio Artuso, scomparso lo scorso ottobre. Fabio, che era pure selezionatore per l’Fci veneta, si faceva il mazzo per organizzare il Bianchin. Un pensiero a lui, nell’anno del 50esimo, è doveroso. — M.T.
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Primo Piano
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Oggi il raduno a Pontida
La Lega: un referendum per il maggioritario I dubbi di Forza Italia Salvini: i nostri governatori chiedano `La mossa «contro l’inciucio M5S-Pd» l’abolizione della quota proporzionale Atteso l’esaurito alla festa del Carroccio
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LA PROPOSTA ROMA La «calderolata» (copyright del dem Dario Parrini) era stata anticipata da Matteo Salvini già nel discorso in Senato di martedì. Ma ieri, nell’assemblea con oltre 500 amministratori che precede il raduno di Pontida di oggi, il leaderdella Lega hamesso in moto il meccanismo che punta a disturbare le trattative tra M5s e Pd sulla legge elettorale: un referendum abrogativo delle quote proporzionali del Rosatellum per rendere il sistema interamente maggioritario. «Se cinque regioni lo approvano entro settembre si vaal referendumin primavera». “Casualmente il quesito è pronto”,annuncia Salvini. A lavorarci, ovviamente, il solito Roberto Calderoli. Si tratta, spiega, di “tre pagine fitte” che attraverso “l’eliminazione di parole, commi e articoli” alla fine “produce una legge vigente e funzio-
Scoppia il caso
Dal deputato leghista insulti a Mattarella «Posso dirlo? Questo Presidente della Repubblica mi fa schifo! Mi fa schifo chi non tiene in conto del 34% dei cittadini». Lo ha detto Vito Comencini, deputato della Lega, all’assemblea dei giovani leghisti. Numerosi attestati di solidarietà a Mattarella sono arrivati da esponenti del Pd che hanno condannato l’attacco.
nante” che si basa esclusivamentesucollegi uninominali. Il Pd, con Stefano Ceccanti, non ha alcun dubbio che il quesito sarà bloccato durante il vaglio obbligatorio della corte costituzionale e dichiarato «inammissibile». Il collega di partito, Ettore Rosato, ricorda che nell’accordo di governo tra M5s e dem si parla di «riforma proporzionale» nell’ottica di controbilanciare il taglio dei parlamentari. Per questo, è assolutamente convinto che l’idea di «un braccio di ferro con le Regioni sia solo una provocazione allaSalvini».
GELMINI AVVERTE: «QUEL SISTEMA SERVE SE CI SONO LE COALIZIONI...» MELONI AGLI ALLEATI: «IMPEGNO ANCHE PER IL PRESIDENZIALISMO»
L’obiettivo politico del leader della Lega è evidente: continuare a tenere il mirino puntato contro «l’inciucio romano». Sarà il filo conduttore del raduno di Pontida: Salvini lo immaginava come l’evento da cui lanciare una trionfale campagna elettorale, è diventato l’appuntamento da cui far partire la battaglia d’opposizione.
LA FREDDEZZA DEL CAVALIERE L’ipotesi del referendum, tuttavia, viene accolta con freddezza da Forza Italia. Nell’incontro avuto sabato con Silvio Berlusconi, il leader della Lega ha molto insistito per trascinare l’ex premier nel fronte anti proporzionale. Ma il capo forzista non intende lasciarsi scappare una sedia al tavolo delle riforme, senza avere maggiori rassicurazioni sulle sorti dell’alleanza. «Salvini non può pensare che basti un faccia a faccia ad ottenere da noi tutto ciò che vuole», spiega un dirigente. Prima, Berlusconi vuole veder
Matteo, la figlia e la maglia “Miss Papeete”
Matteo Salvini con la figlia che indossa una maglietta “Miss Papeete”
partire i tavoli unici dell’opposizione, avere dimostrazione palese della pari dignità. Come dice esplicitamente la capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini, «per schierarci serve anche chiarezza dagli alleati, perché il maggioritario in Italia si fa se ci sono le coalizioni». Le coalizioni, è la ri-
sposta di Giorgia Meloni, «si fanno con i fatti e non con le parole e per questo oggi Fratelli d’Italia chiede a Lega e Forza Italia un impegno ufficiale». Su due punti: maggioritario e presidenzialismo. Barbara Acquaviti © RIPRODUZIONE RISERVATA
La polemica «Cretina se non affitta la casa ai meridionali»
IL PIANO VENEZIA Sarà il Veneto il primo consiglio regionale d’Italia a incardinare la proposta di referendum nazionale per abrogare dall’attuale legge elettorale la parte che assegna i seggi in maniera proporzionale, lasciando così solo la quota maggioritaria. La proposta, ufficializzata ieri a Milano dal segretario della Lega Matteo Salvini nell’incontro con 500 amministratori locali e 10 governatori, sarà depositata a Palazzo Ferro Fini, sede del consiglio veneto, tra domani e martedì. Quindi inizierà l’iter in Commissione Affari Istituzionali ed entro settembre, come da desiderata del Capitano, sarà approvata dall’aula a maggioranza assoluta. I numeri, del resto, Zaia li ha. E, come già avvenuto nel 2015 con il referendum sulle trivelle, il Veneto è pronto a combattere anche la battaglia del maggioritario. Così, come ha detto Salvini, chi prende un voto in più governa.
LA TEMPISTICA La tesi del segretario della Lega è di togliere dalla legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum, la parte che assegna i seggi proporzionalmente, lasciando solo il sistema maggioritario. La cosa è possibile con un referendum abrogativo che può essere chiesto da cinque consigli regionali. La Lega governa in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Molise, Sardegna, Basilicata, Abruzzo. Quindi, sulla carta, cinque voti di assemblee legislative li trova. Il punto è che devono essere a maggioranza assoluta. E il Veneto, in questo, parte favorito. L’altro tema è quello dei tempi. Se l’attuale governo giallorosso riuscisse a modificare la legge
` «Quella signora è una cretina. Non ho il piacere di conoscerla ed è lontanissima dal mio pensiero». Parola di Matteo Salvini. A margine del suo intervento all’assemblea degli amministratori della Lega a Milano, il segretario del Carroccio ha così commentato il caso della signora che in provincia di Milano ha rifiutato di affittare casa a una ragazza di Foggia, perché meridionale. «Sono salviniana, sto con Matteo, con il capitano», aveva ribadito la donna professando il suo «razzismo». Ma ieri è stata sconfessata dal suo idolo politico.
L’INCONTRO L’abbraccio tra Matteo Salvini e Luca Zaia
Veneto mobilitato: domani il deposito a Palazzo del quesito referendario elettorale, un referendum abrogativo per modificare il Rosatellum non avrebbe senso per il semplice fatto che il Rosatellum, così com’è ora, non esisterebbe più. È per questo che Salvini stringe sui tempi: «Se cinque regioni lo approvano entro settembre si va al referendum in prima-
LA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA SARÀ PRESENTATA IN COMMISSIONE AFFARI ISTITUZIONALI
Un “pratone” da record
«Sarà la Pontida delle Pontide» «Un raduno storico, la Pontida delle Pontide». Così il governatore del Veneto Luca Zaia descrive l’evento della Lega in programma oggi sul “pratone” del Comune bergamasco. «Dal Veneto arriveranno 100 pullman - ha anticipato ieri il presidente della Regione - Vi aspetto a Pontida e il 19 per una rivoluzione pacifica. E ve lo dice un obiettore di coscienza». Soddisfatto anche il
commissario della Lega del Veneto, Lorenzo Fontana: «Una partecipazione straordinaria, che ci riempie di gioia: grazie a chi ci sarà e a chi ha messo in campo un enorme impegno organizzativo. Il numero di adesioni ha superato di gran lunga ogni più rosea aspettativa, il segno evidente che c’è fermento e tanta voglia di sostenere Matteo Salvini e la Lega». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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vera». Aggiungendo: «Casualmente il quesito è pronto». Al di là delle contestazioni che arrivano dalle file della maggioranza («Impossibile eleggere 400 deputati e 200 senatori se i collegi uninominali che si hanno sono solo 232 alla Camera e 116 al Senato», ha detto il dem Dario
ZAIA A SALVINI: «HAI FATTO BENE A STACCARE LA SPINA ANZI DOVEVI TOGLIERE L’IMPIANTO E ARRIVARE AL PALO DELLA LUCE»
Parrini, derubricando come una “calderolata” la proposta di Salvini), la Lega, quantomeno in Veneto, è decisa ad andare avanti. Oggi a Pontida avrà il quesito referendario e già domani o al massimo martedì verrà depositata a Palazzo Ferro Fini la proposta di deliberazione amministrativa. Non è un caso che ieri, al termine della kermesse milanese, il presidente del consiglio veneto Roberto Ciambetti si sia intrattenuto con i colleghi Carmine Cicala (Basilicata), Alessandro Piana (Liguria) e Michele Pais (Sardegna) per valutare operativamente il da farsi.
L’AUTONOMIA Nel suo intervento davanti ai sindaci e ai colleghi governatori, il presidente del Veneto Luca Zaia si è complimentato con la scelta di Salvini di interrompere l’alleanza con i grillini: «Se hai fatto bene a staccare la spina? Ma dovevi togliere l’intero impianto elettrico e arrivare al palo della luce! Noi veneti comunque ne guadagneremo perché era tutto paralizzato e rischiavamo di portare la croce per colpa di qualcun altro». Dopodiché è tornato a parlare di autonomia: «Il ministro Giuseppe Provenzano, che è delle parti di Caltanissetta e mi rompe le palle tutti i giorni con l’autonomia, mi deve spiegare perché alla Sicilia sì e al Veneto no. Questo governo deve dare una risposta». E a chi gli chiedeva se per caso pensa di scalzare Salvini, Zaia ha risposto: «Io da piccolo guardavo il cartone animato di Grisou e volevo fare il pompiere. Non ho mai avuto le mire e l’ambizione di occuparmi della segreteria della Lega. Abbiamo un segretario che ci sta bene ed è giusto che lo faccia lui». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA