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Nordest
Domenica 25 Agosto 2019 www.gazzettino.it
L’intervista Manuela Lanzarin A 41 anni è l’assessore più potente del Veneto, una lady di ferro dalle unghie perfettamente laccate che governa i 9 miliardi di euro della sanità. «Il successo? Dipende da quanto semini». «Un difetto di Zaia? Un po’ permaloso» mo insistendo molto. Ma oggi abbiamo a che fare soprattutto con la carenza di medici». E vi siete presi una valanga di critiche per aver deciso di mandare i neolaureati senza specializzazione in corsia. Si aspettava queste bordate? «No, anche perché secondo me le critiche dovrebbero essere costruttive. Noi siamo convinti delle nostre scelte, anche perché abbiamo provato a percorrere tutte le vie possibili. Il nostro compito è garantire servizi, tenere aperti i reparti. Assumere i laureati che hanno l’abilitazione è una scelta giusta, corretta e fatta con la massima trasparenza. Ricordo che era tutto scritto nel Piano socio-sanitario regionale». Mai avuto paura di sbagliare o di non farcela? «Sono una perfezionista e quindi sì, talvolta ho paura di non fare bene».
DONNE&DONNE
Chi fa da sé fa per tre o l’unione fa la forza? «Un giusto mix. Certe volte accentro, altre mi piace attorniarmi di persone con cui lavorare».
«La politica? Prima di tutto bisogna essere preparati» È
più potente di Luca Zaia. Se non altro quanto a deleghe: il governatore del Veneto ne ha 12, dall’autonomia ai grandi eventi. Lei ne ha 20. Manuela Lanzarin è l’assessore regionale alla Sanità. È la donna delle Ater. Degli asili nido. Delle case di riposo. È l’ufficiale di collegamento tra Palazzo Balbi e Palazzo Ferro Fini. Per non dire dei flussi migratori, i veneti nel mondo, le minoranze linguistiche. Minuta. Bionda. Occhi chiari. E una tempra di acciaio. Per un soffio ha perso l’en plein delle presenze in consiglio regionale: dal 2015 al 17 luglio (ultimo dato disponibile) su 220 sedute per due volte ha dovuto prendere congedo, nel senso che non poteva essere in aula perché impegnata altrove, e una volta è risultata assente, per un totale di presenze comunque ragguardevole: 96,64%. Una lady di ferro. Ma dalle unghie perfettamente laccate. Sempre. Manuela Lanzarin, può presentarsi? «Sono nata a Bassano del Grappa il 3 giugno 1971. Ho due sorelle. La mia famiglia ha un’azienda di ceramiche artistiche a Rosà».
SOLIDARIETÀ Al “Défilé della rinascita” con le pazienti oncologiche degli ospedali San Bassiano e San Bortolo
Il debutto in politica? «Nel 1997, a 26 anni, candidata per la Lega in consiglio comunale a Rosà. Vengo eletta e subito faccio l’assessore a Cultura e Istruzione. Nel 2002 candidata sindaco, eletta. E vengo rieletta anche per il mandato successivo. Nel 2004 sono candidata al Parlamento europeo, non ce la faccio, sono la prima dei non eletti dopo Gianpaolo Gobbo. Nel 2008 vengo eletta deputata alla Camera, mantenendo l’incarico di sinda-
co. Nel 2012, non potendo più candidarmi a sindaco avendo fatto due mandati consecutivi, torno consigliere comunale e faccio l’assessore ai Lavori pubblici. Nel 2013 candidata al Senato, non eletta. Nel 2015 alle elezioni regionali in Veneto vengo eletta consigliere in provincia di Vicenza con la lista Zaia Presidente con 4865 preferenze. Entro in giunta e mi dimetto da assessore a Rosà». Tolte le Europee del 2004 e le Politiche del 2013 - l’annus horribilis della Lega, precipitata al 4 per cento - lei ogni volta che si è candidata ce l’ha fatta. Come spiega questo successo? «Dipende da quanto lavori sul territorio. Se semini, raccogli». La sua è una famiglia di leghisti? «In un certo senso sono figlia d’ar-
IN CORSIA Manuela Lanzarin tra i medici di Chioggia. In questi giorni fa discutere la scelta di assumere neolaureati non specializzati, ma l’assessore difende la scelta: «Il nostro compito è garantire i servizi e i reparti»
te, mio papà è stato assessore a Rosà. Ma per la Democrazia Cristiana». E com’è che lei è diventata leghista? «Ero stata avvicinata dal gruppo della Lega sorto a Rosà che era nato nel 1994 e che da allora, ad oggi, ha amministrato ininterrottamente il Comune. La Lega era una novità, un movimento che rompeva gli schemi, parlava in maniera diversa rispetto ai partiti tradizionali, puntava sul federalismo». Cos’è la politica? «Un servizio. Se fatta bene». Il suo nome era circolato anche come possibile ministro alla Salute. E invece il governo è caduto e adesso Salvini pare in affanno. Secondo lei ha sbagliato
tempi e modi nell’aprire la crisi? «Salvini ha fatto bene perché di fronte a troppi no non si poteva continuare ad andare avanti. Non si davano risposte concrete, nonostante un contratto di governo firmato». Però adesso Salvini dice ai 5 Stelle: riproviamoci. Perfino con Di Maio premier, a quanto si apprende. «Salvini è il nostro leader e nel nostro movimento è il leader che decide». Ma a lei andrebbe bene tornare al governo con i 5 Stelle? «È una scelta che deve fare chi è al timone, sarà Salvini a gestire questa partita». Lei è il super assessore della Regione Veneto. E ha fama di studiare. «Mi piace parlare con cognizione di causa. Per un amministratore è doveroso leggere, prepararsi, capire». Elezioni regionali 2020, si ricandiderà? «Mi piacerebbe continuare l’esperienza in Regione».
«LA CRISI DI GOVERNO? SALVINI HA FATTO BENE A STACCARE LA SPINA, SARÀ LUI A DECIDERE QUESTA PARTITA»
Un pregio del governatore Luca Zaia? «Il saper ascoltare e intercettare le questioni, riuscendo a darne una immediata lettura e inquadramento». Un difetto di Zaia? «Ma come si fa a trovare un difetto al presidente?». (Sorride) «Un po’ permaloso, forse».
«LE CRITICHE SUI MEDICI NEOLAUREATI IN CORSIA DOVREBBERO ESSERE COSTRUTTIVE. IL NOSTRO COMPITO È GARANTIRE SERVIZI E REPARTI»
Lei gestisce la sanità, il capitolo più corposo della Regione Veneto, oltre 9 miliardi di euro. I punti ancora critici? «Liste di attesa e Pronto soccorso sono i front office e su questi stia-
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Autonomia: la Lega non è riuscita a portarla a casa e adesso il M5s l’ha messa nel decalogo delle trattative con il Pd. «E questo fa un po’ sorridere visto che i problemi più grandi sul dossier autonomia li abbiamo avuti con i ministri del M5s. Comunque, come dice il nostro governatore, l’autonomia è la madre di tutte le battaglie e noi continueremo a volerla. Zaia pungolerà qualsiasi governo per ottenere ciò che è previsto dalla Costituzione». Capelli, manicure, pedicure: come fa il più potente assessore del Veneto ad essere sempre in ordine? «È un lavoro di incastri. Ma devo dire che parrucchiere ed estetista mi vengono incontro quando sono costretta a spostare gli appuntamenti». Super assessore e single. La corteggiano? «Sì, ho dei corteggiatori. Sono per i corteggiamenti tradizionali». E se qualcuno eccede cosa fa? Lo pesta col tacco a spillo? «Glielo faccio capire con le buone maniere. Hanno sempre funzionato». Il suo luogo elettivo. «La Val Pusteria, ci andavo da piccola con la famiglia. Ancora oggi è il posto che mi rilassa, mi piace fare passeggiate». L’ultimo libro che ha letto. «”Primo bacio a Venezia” di Chiara Padovan, una scrittrice e giornalista di Bassano del Grappa». Un capo di abbigliamento che non indosserebbe mai. «I fuseaux». Il regalo più costoso ricevuto? «Una parure di perle che porto sempre molto volentieri. E degli orecchini pendenti con perle incastonate di manifattura artigianale». Regalati da? «La parure la mia famiglia, gli orecchini un uomo». L’episodio che l’ha fatta star male? «Da giovane sindaco ho ereditato un contenzioso per un insediamento produttivo, una vicenda che ha coinvolto in maniera diretta la mia famiglia. Ma poi penso ai tanti incoraggiamenti ad andare avanti che ricevo dalla gente semplice». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Cronaca 11
L'ARENA
Domenica 25 Agosto 2019
L'INTERVISTA
di Laura Perina
ALBINOBARRESI.DirigenteUfficioscolastico
«Stopalvalzerdeipresidi Pochiidocentidisostegno» L
a prima campanella si avvicina e le operazioni per l'assegnazione delle cattedre procedono tra alti e bassi. La buona notizia è che l'Ufficio scolastico regionale per il Veneto ha scritto la parola fine al valzer dei dirigenti-reggenti che governavano le scuole nell'anno scolastico 2018/19, nominando 39 presidi di ruolo – cioè tutti quelli che mancavano – dalla graduatoria dei vincitori del maxi concorso nazionale conclusosi da poco. Restano scoperte solo le scuole sottodimensionate, che non hanno diritto a un preside titolare. Nella nostra provincia sono cinque: gli istituti comprensivi di Dolcè Peri, Casaleone e nel Comune capoluogo l'Ic 3 Valdonega, più gli istituti superiori Da Vinci di Cerea e Cangrande. Il contraltare, però, sono le cattedre vacanti: un migliaio nella nostra provincia. Stando al dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale Albino Barresi, il
nodo principale riguarda i posti di sostegno. Quelli autorizzati dal ministero dell'Istruzione sono un centinaio in meno rispetto alle esigenze, per cui bisognerà sopperire con i cosiddetti posti «in deroga», cioè supplenze fino al 30 giugno che vengono assegnate ad anno scolastico iniziato. Per quelli e per buona parte degli altri mancano comunque i candidati abilitati. «A dire il vero», sottolinea Barresi, «150 aspiranti docenti di sostegno veronesi che hanno terminato il Tfa», cioè il corso universitario di formazione e abilitazione, «sono già in possesso del titolo, ma non possono accedere al mondo della scuola, perché l'aggiornamento delle graduatorie è fermo e non verrà riattivato prima di marzo o aprile del 2020». Siamo di fronte all'ennesimo paradosso all'italiana. Anche se non è sufficiente a coprire il fabbisogno, «la loro presenza», evidenzia il
Ildirigente dell’Ufficio scolasticoprovinciale AlbinoBarresi
Un’insegnantedi sostegnoaffiancaunalunno durantela lezione
provveditore, «sarebbe una boccata d'ossigeno per le scuole». Professor Barresi, alcuni giorni fa l'assessore regionale all'Istruzione, Elena Donazzan, ha lanciato l'allarme cattedre scoperte. Sembra che a Verona manchino all'appello 1.400 insegnanti. Il numero mi lascia un po'
perplesso. Le nomine ministeriali che faremo sono quasi mille, anche se non è detto che riusciremo a coprire tutti i posti. Forse quei 400 in più a cui si riferisce l'assessore sono frutto di una valutazione fatta sui dati di fine anno scolastico, che sono più alti rispetto a inizio anno. Questo perché «in corsa» si
aggiungono i posti di sostegno in deroga e i docenti che sostituiscono colleghi in congedo per tutto l'anno. Perciò è possibile che a giugno si abbiano 300 o 400 insegnanti in più, ma non è un dato reale. Mille cattedre vacanti, dunque. Quali si faticherà a riempire? Il problema principale
saranno proprio quelle di sostegno. Ci sono molte richieste (a Verona gli studenti con disabilità sono oltre il tre per cento della popolazione scolastica, ndr) e mancano i docenti specializzati, dunque il grosso di chi riceverà la convocazione non è in possesso di competenze specifiche. Del resto c’è da dire che le università avevano a disposizione un numero limitato di posti per i Tfa di sostegno, per esempio a Verona erano 150, perciò gli abilitati sono una goccia rispetto al fabbisogno. Però non si tratta di un errore di programmazione: è il ministero dell'Economia che decide se ci sono le risorse per attivare questi percorsi di formazione.
Insomma, ci si dovrà aspettare una «supplentite», aggravata dal boom di pensionamenti con Quota 100 (184 su 247) e dalla questione irrisolta delle maestre col diploma magistrale abilitante. Immesse in ruolo «con riserva», potrebbero dover lasciare il posto di lavoro nel bel mezzo dell'anno scolastico, se arriveranno le sentenze di merito negative? Sì, e anche quello sarà un problema da affrontare. L'anno scorso il Decreto Dignità aveva stabilito che le assunzioni in pianta stabile si sarebbero trasformate in supplenze fino al 30 giugno, per garantire la continuità didattica. Ora come ora, invece, non si sa come andrà a finire e la situazione è irrisolvibile fintantoché dura la crisi di Governo.
DIPENDENZE. L’assessoreregionaleElena Donazzanparla didati impressionantiin Veneto
Drogaascuola,scatta l’allerta 25i decessiper overdose «Convocaretuttigli attori delsettoreper affrontare l’emergenzastupefacenti» «I dati impressionanti relativi alle morti per droga nel Veneto nel corso di quest’anno confermano l’adeguatezza della sollecitazione continua da parte mia e della Regione ad affrontare con sempre maggior attenzione e più serrati controlli un fenomeno che purtroppo continua ad espandersi, seminando morte e lutti. A pochi giorni dall’i-
nizio dell’anno scolastico abbiamo il dovere di mettere in atto tutti gli interventi possibili, in termini di prevenzione e di presidio del territorio per combattere questa piaga». Così l’assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro, Elena Donazzan, torna sul grido d’allarme lanciato dal prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, a seguito dei 25 casi di morte per overdose nel Veneto nel corso di quest’anno, un dato che pone la nostra regione al primo posto in Italia.
«Concordo pienamente con il prefetto Zappalorto», prosegue l’assessore Donazzan, «sulla necessità di convocare gli Stati generali per fronteggiare quella che è evidentemente un’emergenza da tempo, coinvolgendo ogni soggetto interessato. La Regione conferma la piena disponibilità ad adoperarsi affinché cresca la consapevolezza a tutti i livelli della pericolosità dell’uso di qualsiasi sostanza stupefacente: un messaggio che abbiamo il dovere di diffondere in uno degli ambiti purtroppo maggiormente
esposti, quello della scuola». Già lo scorso anno, conclude Donazzan, «a seguito dei controlli effettuati dalle forze dell’ordine con i cani antidroga, era emerso che sin dalle prime ore del mattino le sostanze killer circolavano in prossimità degli istituti scolastici posti sotto sorveglianza. Venticinque morti sono il drammatico conteggio, forse purtroppo non definitivo, di quest’anno: dobbiamo fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità perché questa lista non si allunghi ulteriormente». •
Un’unitàcinofila impegnata incontrolli antidrogaall’interno diunascuola
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Camposampiero Cittadella
Domenica 25 Agosto 2019 www.gazzettino.it
«Sulla sanità continueremo a protestare» `Il sindaco Bottaro
respinge la proposta del collega Canella CAMPOSAMPIERO
IL CASO la storica sala parrocchiale teatro Giaridno, capace di ben 427 posti, rischia la crisi per carenza di personale
Teatro, volontari cercansi Per garantire il servizio sono necessari `Appello per individuare collaboratori le maschere, il cassiere e i macchinisti che si mettano subito a disposizione `
S. GIORGIO DELLE PERTICHE Cercasi volontari per la gestione del cinema “Teatro Giardino” di San Giorgio. La “storica” sala parrocchiale, da decenni a servizio della comunità, con i suoi 427 posti a sedere, necessita di più personale per continuare ad essere il punto di riferimento delle famiglie del territorio. Da 23 anni è gestita ininterrottamente da un gruppetto di volontari che sono cresciuti nel tempo. Luogo di aggregazione la domenica pomeriggio per tanti sangiorgensi, il cinema che in passato ha ospitato anche concerti come quello dei Pooh e attualmente offre anche il palcoscenico a una consolidata rassegna teatrale, oggi per quanto riguarda il personale registra qualche difficoltà.
questo motivo stiamo cercando qualcuno che voglia mettersi a disposizione». Le proiezioni del cinema Teatro Giardino, distribuite dal circuito “Europa Cinemas”, salvo eccezioni, non prevedono prime visioni ma la possibilità di riprodurre pellicole dalla terza settimana di uscita. Nonostante ciò la partecipazione è assolutamente alta e i costi sono tranquillamente coperti. Attualmente il cinema è chiuso e riaprirà domenica 22 settembre, per due settimane con il film Re Leone.
LA NUOVA STAGIONE Sabato 21 settembre, invece, il direttivo del cinema ha in programma la presentazione ufficiale della stagione 2019-2020, ricca di appuntamenti con pellicole di qualità e con il cineforum, ogni giovedì del mese, che ricomincerà il 10
LA CRISI DEL PERSONALE Negli ultimi tempi le persone volontarie scarseggiano: per una visione servono perlomeno un cassiere, un macchinista e una maschera che strappa i biglietti all’ingresso. «Non è facile garantire sempre il servizio- ammette Silvia Koeler, una dei volontari - per
SABATO 21 SETTEMBRE, LA PRESENTAZIONE DELLE PROPOSTE PER IL NUOVO ANNO TRA LE QUALI LA RIPRESA MENSILE DEL CINEFORUM
ottobre. «Questo incontro – spiegano i componenti del gruppo che gestisce il Teatro Tenda - sarà per noi l’occasione di raggiungere una platea più vasta, per far conoscere meglio la nostra consolidata realtà culturale. Soprattutto servirà per rafforzare ulteriormente i contatti e il confronto con il pubblico anche in previ-
sione di future collaborazioni». Alle associazioni comunali e ai singoli cittadini appassionati del grande schermo, per ragioni organizzative, il direttivo del cinema chiede una conferma dell’adesione al progetto entro il prossimo 15 settembre. Luca Marin © RIPRODUZIONE RISERVATA
Santa Giustina in Colle
Vandalismi in via Fontane Bianche: abbandonati sacchi di immondizie (l.ma.) Nuovi atti di inciviltà in via Fontane Bianche vicino all’agriturismo “Antichi sapori” nei giorni scorsi a Santa Giustina. Ignoti hanno abbandonato sul ciglio della strada numerosi sacchetti di colore verde con dentro ogni tipo di materiale. «Queste disdicevoli situazioni sono in aumento specialmente in questo periodo dell’anno ammette l’assessore comunale Giulio Centenaro -. Per quanto riguarda i sacchi lungo via Fontane Bianche, va detto che siamo intenzionati a risalire ai responsabili. Sono
stati prelevati e saranno aperti per verificare se esiste qualche indizio utile per risalire ai trasgressori». «Aggiungo - prosegue - che utilizzeremo qualsiasi mezzo, fototrappole comprese, per scovare questi individui che senza scrupoli abbandonano i rifiuti lungo le strade del nostro territorio o in altri luoghi non idonei». Nel frattempo, dopo aver tagliato l’erba lungo la pista ciclabile di via dei Custoza, da domani inizieranno gli sfalci sui margini delle strade comunali.
rebbe che i rappresentanti della Lega del camposampierese prendessero esempio dai colleghi del cittadellese che difendono con forza e passione le loro eccellenze facendo sintesi con i sanitari e proponendo progetti importanti per il loro territorio» - è uno dei commenti più soft all’indirizzo della nuova classe dirigente eletta dopo le ultime amministrative di maggio. Ma il carroccio con l’assessore regionale Marcato e il sindaco di san Giorgio Canella insistono sul punto. «Io e gli altri neo colleghi della Lega vogliamo diventare degli interlocutori con gli organi competenti a Venezia in regione e con uno stile nuovo cambiare decisamente passo - si dice convinto il primo cittadino sangiorgense Daniele Canella -. Basta letterine di protesta o manifestazioni di piazza che tra l’altro lasciano il tempo che trovano. Noi vogliamo dire la nostra interloquendo direttamente con chi decide la programmazione socio sanitaria nella nostra regione e confrontarci prima che le decisioni vengano assunte ufficialmente. Stop dunque alla demagogia e avanti tutta al dialogo costruttivo». L.Ma.
«Ma secondo voi all’ospedale di Camposampiero sta andando tutto bene? A me non sembra proprio. Per i nuovi sindaci e amministratori della Lega del camposampierese dovremmo starcene tutti zitti? Mi dispiace, nulla contro il governatore Zaia e la giunta regionale, che stimo, ma finché le cose non ritorneranno in ordine, io continuerò a protestare». Il vicepresidente della conferenza dei servizi dei sindaci dell’ulss 6 Euganea Cristian Bottaro, primo cittadino a Villanova di Camposampiero, non ha apprezzato per nulla l’intervento del collega di San Giorgio delle Pertiche, Daniele Canella, per quanto riguarda la necessità, nel caso dei disservizi e della carenza di medici al nosocomio camposampierese, di «cambiare stile di protesta, non andando più in piazza con azioni sterili e demagogiche ma “trattare” e discutere direttamente sui tavoli dell’Ente preposto, che è la regione Veneto». Bottaro ha postato sulla sua pagina Facebook un commento sulla presa di posizione del neo sindaco leghista di San Giorgio, ricevendo centinaia di apprezzamenti e commenti. «Dopo aver sospeso la terapia intensiva neonatale, adesso siamo pure senza medici pediatri - attacca dal web Bottaro -. Quelli che curano i bambini! È accettabile una cosa del genere in un ospedale e in un punto nascita eccellente come il nostro a Camposampiero? - si chiede il giovane sindaco riconfermato a Villanova -. Con tutti i soldi che i cittadini del camposampierese versano di tasse è assolutamente inaccettabile. Non posiamo stare zitti, caro sindaco di san Giorgio delle Pertiche, le cose devono ritornare come prima della riforma delle Ulss». Unaa valanga le manifestazioni a sostegno della tesi di Bottaro, con reiterate critiche e “maldipancia” nei confronti dei LA POLEMICA Cristian Bottaro leghisti del territorio. «Baste- sindaco di Villanova
«ORA MANCANO ANCHE I PEDIATRI: LA SITUAZIONE DEVE TORNARE COM’ERA PRIMA DELLA RIFORMA»
Dittadi: «Sui rifiuti serve autonomia gestionale» Il destino della Griggio CAMPOSAMPIERO Tra una settimana, il primo settembre, scatta ufficialmente il nuovo sistema di raccolta differenziata dei rifiuti, ma le polemiche sulle criticità del nuovo metodo si intensificano tra la popolazione. A farsi portavoce, con un pizzico di ironia, di un “disagio” e di varie richieste di chiarimenti è l’ex assessore della giunta Zanon, ora tra i banchi dell’opposizione, Sonia Dittadi: «Questa estate, mentre gli Italiani si riversavano su strade, autostrade, porti e aeroporti per raggiungere le tanto agognate località turistiche, i camposampieresi erano sì in coda ma per ritirare i contenitori per la nuova raccolta differenziata con punte da “bollino nero”- affer-
ma la consigliera leghista -. Anziché ombrelloni o zaini da trekking dal 24 giugno al 31 luglio le nostre auto, i furgoncini o utilitarie in quei giorni erano cariche di almeno tre bidoni, grigio, giallo e blu, da 120 litri ciascuno. Tutto lecito per carità - continua Dittadi - ma pur tenendo conto del decreto ministeriale che impone la misurazione puntuale dei rifiuti, resta tuttavia all’amministrazione comunale un certo margine di autonomia sulle modalità e sulle tariffe. Ed è all’autonomia gestionale che ci si deve appellare per capire alcune questioni come, a esempio, gli importi nelle prossime bollette. Si è pensato che molti condomini non hanno il posto per posizionare bidoni di queste dimensioni? E questo non intralcerà il passaggio,
EX ASSESSORE Sonia Dittadi polemizza sul nuovo sistema
già difficile, di passeggini o persone con difficoltà motorie? Sono queste alcune delle domande che mi ero posta quando, allora assessore all’Ambiente, si ragionava con i colleghi di giunta su nuovi metodi di raccolta». Per la Dittadi il Comune dovrebbe monitorare meglio il corretto smaltimento di rifiuti scovando i cosiddetti “furbetti”, con telecamere come si sono attrezzati molti altri comuni. «Questa Amministrazione – commenta la leghista - ha preferito far pervenire quattro belle pagine informative pochi giorni dopo la riconferma elettorale anziché informare adeguatamente la cittadinanza con incontri mirati sul territorio, per raccogliere eventuali criticità ed esigenze». L.Ma.
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si deciderà il 10 ottobre CAMPODARSEGO Il 10 ottobre il Tribunale di Padova deciderà se la Griggio Srl, nota azienda di Reschigliano di Campodarsego che per 75 anni ha fabbricato utensili per la lavorazione del legno, potrà ricorrere al concordato preventivo e presentare un piano di salvataggio con lo scopo di mantenere la continuità aziendale. L’alternativa sarebbe il fallimentoi. L’azienda, al centro di una pesante crisi del settore, era stata costretta ad accedere alla procedura di concordato preventivo a seguito della contrazione delle vendite e del fatturato che negli ultimi anni si
era ridotto dai 15 milioni di euro del 2014, agli 11 milioni del 2016 e del 2017. Nel 2016, nonostante una tendenza complessiva che aveva registrato una tendenza alla crescita della domanda nel comparto industriale di riferimento e pur in un ottica di investimento a medio-lungo periodo, l’azienda aveva dovuto ridimensionare la propria offerta commerciale, cercando così di migliorare il proprio posizionamento sul mercato. L’attuale offerta a base d’asta propone procedure di vendita che consentirebbero di conseguire gli incassi necessari a coprire il passivo di 8 milioni e 464 mila euro. G.N.
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VENETO ECONOMIA
DOMENICA 25 AGOSTO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
Ex Popolari, il Movimento diritti europei chiede il 7 per cento dell’incassato e finisce nel mirino dei “concorrenti”
Banche, sui rimborsi guerra fra associazioni «Esposto per le commissioni troppo esose» LA POLEMICA
arà depositato in Procura a Treviso un esposto contro la lettera che molti ex azionisti di Veneto Banca e Popolare Vicenza stanno ricevendo dal Movimento diritti europei, con sede a Treviso, in via Gualpertino da Coderta 41. Una missiva che propone di sottoscrivere un contratto d’incarico per l’assistenza alla presentazione delle istanze al Fondo indennizzo risparmiatori al costo del 7% dell’incassato. Una percentuale considerata troppo alta e che ora, una volta partito il Fir delle banche messe in liquidazione (trecentomila soci coinvolti e un miliardo e mezzo di euro a disposizione per tre anni), è finita nel mirino di altre associazioni. Nell’esposto, che verrà depositato nei prossimi giorni, si chiederà a Procura e Guardia di Finanza di chiarire se è legittima una richiesta del 7% sugli incassi e se vengono rispettate le normative antiriciclaggio. Tut-
S
to questo perché negli ultimi giorni numerosi ex azionisti della popolare di Montebelluna e della Popolare di Vicenza hanno iniziato a ricevere una lettera proveniente dal “Movimento diritti europei”, per sottoscrivere un contratto d’incarico per l’assistenza alla presentazione delle istanze. «In collaborazione con lo studio legale Tlc Lawyers (studio che fa capo a Sergio Calvetti, uno degli avvocati più attivi sul fronte del crac delle due banche, OES)», si legge nella lettera, «forniamo assistenza alla presentazione delle istanze destinate al Fondo Indennizzo Risparmiatori». Tra gli allegati c’è anche il modello di contratto che affida al Movimento diritti europei la presentazione della domanda di rimborso al Fir; ma anche la delega a richiedere tutti i documenti bancari per la domanda di ristoro all’avvocato Sergio Calvetti, eleggendo come domicilio lo studio in via Tolpada a Treviso. La lettera di Mde specifica «l’assenza di costi anticipati» ma aggiunge poi che
L’avvocato Sergio Calvetti
La replica dell’avvocato Calvetti «Giusto pagare il lavoro di chi aiuta a presentare le istanze» Una manifestazione dei risparmiatori a Roma
«a fronte dell’attività verrà corrisposto il 7% di quanto il risparmiatore effettivamente incasserà a conclusione dell’operazione alle proprie coordinate Iban». Sulla vicenda dunque si addensano alcune nubi dato che è la stessa legge di Bilancio 2019, quella che ha istituito il Fir a stabilire che «la
il primo semestre 2019
prestazione di collaborazione nella presentazione della domanda non rientrano nell’ambito delle prestazioni forensi e non danno luogo a compenso». «È quest’ultima ad essere una norma sbagliata», spiega invece Calvetti, «incentivando i risparmiatori, molti dei quali anziani e senza
particolare istruzione, a fare da soli con altissime probabilità di errori nella compilazione telematica. All’interno del Movimento stanno lavorando numerosi ragazzi, esperti di digitale, per aiutare queste persone ad ottenere gli indennizzi. E credo sia giusto remunerare il loro lavoro. Con loro
ho un rapporto di consulenza, ma come studio non veniamo pagati per nulla. Quello del 7%, che non è una cifra alta, è un contributo all’associazione per i costi di presentazione delle domande. Aggiungo poi che il Movimento si fa pagare sull’incassato mentre altri professionisti si fanno pagare a pratica a prescindere poi dall’esito». Da giovedì è operativo il Fondo indennizzo risparmiatori truffati dopo 14 mesi dalla promessa dell’ex premier Giuseppe Conte. Il portale fondoindennizzorisparmiatori.consap.it è a regime. Molti risparmiatori hanno iniziato ad inserire le loro domande, a caricare gli allegati per ottenere l’indennizzo previsto. Il Fir, con una dotazione da 1,5 miliardi di euro, rimborserà in maniera automatica tutti i risparmiatori con un reddito annuo inferiore ai 35 mila euro e un patrimonio mobiliare sotto i 100 mila euro. Per gli altri ci sarà una commissione che valuterà le domande entro i prossimi sei mesi (i 180 giorni sono scattati ieri 22 agosto). Agli aventi diritto andrà indennizzato il 30% del valore di acquisto delle azioni e il 95% delle obbligazioni fino ad un massimo di 100 mila euro. Si tratta certamente di tanti soldi sui quali ora si è fissata l’attenzione di tanti professionisti. — Giorgio Barbieri BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
artigiani di mestre
Fallimenti, Veneto in affanno La Cgia: le piccole imprese Ma l’edilizia ha rialzato la testa pagano più tasse delle grandi VENEZIA. Nonostante tutto,
il sistema imprenditoriale regge. Il report sui fallimenti diffuso da Cribis (società del gruppo Crif) segnala che nel primo semestre del 2019 è calato il numero delle imprese che hanno portato i libri in tribunale, anche se il Veneto è risultato tra le regioni in maggiore sofferenza nel periodo. Tra gennaio e giugno 2019 il numero di fallimenti delle imprese italiane (5714) è diminuito del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2018 (5.966). La diminuzione dei crac è ancora più forte (-4,9%) se guardiamo al secondo trimestre del 2019. Risultati che sembrano cozzare con l’andamento dell’economia nazionale (tra aprile e giugno il prodotto interno lordo italiano è rimasto fermo), ma i due andamenti non sono sovrapponibili. Se l’economia arranca, le imprese in genere hanno riserve sufficienti per resistere per un periodo più o meno a lungo. A gettare la spugna sono solo le realtà arrivate a questo punto già in una condizione di fragilità. Il comparto edilizio, quello in maggiore sofferenza negli ultimi anni, sembra aver invertito il trend, dato che il numero di aziende che hanno portato i libri in tribunale è sceso del 12,1%,
Lavoratore in un cantiere edile
dalle 589 del secondo trimestre 2018 alle 518 dello stesso periodo del 2019. Resta da capire se i prossimi trimestri confermeranno o meno questa tendenza. Mentre il rallentamento è meno marcato sul fronte dei servizi: le imprese arrivate al capolinea tra aprile e giugno 2019 sono state 661 contro le 701 (-5,7%) dello stesso trimestre dello scorso anno. Nell'industria ci sono stati 510 fallimenti contro i 517 del secondo trimestre 2018 (-1,4%). Nessuna variazione nel comparto commercio, dove le imprese fallite
nel periodo in esame sono state 941. L’analisi regionale segnala che il Veneto è tra le regioni che hanno registrato la maggiore incidenza di chiusure sul totale delle imprese attive (0,11%), per un totale di 489, in crescita rispetto alle 442 del primo semestre del 2018.). Il primato negativo va alla Lombardia (0,15%), segno evidente del fatto che le due locomotive italiane degli ultimi anni cominciano a offrire qualche segnale di stanchezza. All’opposto, il Friuli Venezia Giulia è tra le regioni messe meglio, con appena lo 0,06% delle imprese attive che ha dichiarato fallimento nel primo semestre di quest’anno (sono state 57 in totale), un’incidenza analogia a quella di Basilicata (30 in tutto) e Trentino Alto Adige (64). Infine Cribis segnala che aumentano sensibilmente i concordati preventivi tra il secondo trimestre del 2018 (232) e l'analogo periodo del 2019 (293). Si registra un progresso nell’ordine del 26%, sebbene si rimanga lontani dai livelli toccati nel secondo trimestre del 2013 (984) e 2014 (915). Insomma, le imprese tengono botta, ma sono sempre più provate dalle difficoltà del contesto in cui operano. — Luigi dell’Olio
Dai lavoratori autonomi e dalle aziende di dimensioni minori il 53% degli 80 miliardi di gettito. Mason: «La Pa paga con un ritardo ingiustificato» VENEZIA. Le piccole imprese italiane pagano un contributo al fisco ben più rilevante delle aziende a dimensione maggiore. Ne è convinta, dati alla mano riferiti al 2018, la Cgia di Mestre: i lavoratori autonomi e le piccole imprese hanno versato in imposte e tasse all'Erario 42,3 miliardi di euro pari al 53% degli oltre 80 miliardi dati da tutto il sistema produttivo. Tutte le altre imprese, prevalentemente medie e grandi, invece, hanno corrisposto 37,9 miliardi, ovvero il 47% del totale. I piccoli hanno quindi versato 4,4 miliardi di tasse in più rispetto a tutti gli altri. Alla luce di questi risultati, gli Artigiani di Mestre chiedono che si torni a guardare con maggiore attenzione al mondo delle piccole e alle micro, visto che la tassazione continua ad attestarsi su livelli insopportabili, il credito viene concesso con il contagocce e l'ammontare del debito commerciale della nostra Pubblica amministrazione nei confronti dei propri fornitori è di 57 miliardi di euro, di cui circa la metà riconducibile ai mancati pagamenti. Lo denuncia il segre-
Renato Mason
tario della Cgia Renato Mason: «La nostra Pa non solo paga con un ritardo ingiustificato, che nel dicembre del 2017 ci è costato un deferimento alla Corte di Giustizia Europea, ma quando lo fa non è più tenuta a versare l'Iva al proprio fornitore. Dopo l'introduzione dello split payment, infatti, le imprese che lavorano per il settore pubblico, oltre a sopportare tempi di pagamento lunghissimi, subiscono anche la mancata riscossione dell'imposta sul valore aggiunto che, pur rappresentando una partita di giro, consentiva alle imprese
di avere maggiore liquidità per fronteggiare le spese correnti». Questa situazione, associandosi alla contrazione degli impieghi bancari nei confronti delle imprese in atto in questi ultimi anni «ha peggiorato - accusa Mason - la tenuta finanziaria di moltissime piccole realtà aziendali». Il peso economico delle grandi imprese con più di 250 addetti è ormai ridotto a dimensioni molto contenute. In termini di unità, ad esempio, visto che il numero è pari a poco più di 3.200 (0,1% del totale delle aziende). Il fatturato dei grandi player, peraltro, incide sul dato complessivo per il 31,9%. Se il fatturato totale ammonta a 2.855 miliardi di euro, la parte riconducibile alle grandi aziende è di 911 miliardi. Il valore aggiunto, sempre delle big company, è pari al 32,7% del totale. Se il dato nazionale in termini assoluti è di 702 miliardi, la quota in capo alle imprese con più di 250 addetti è di 230 miliardi. Anche in termini di occupati, infine, il risultato del confronto con le Pmi è appannaggio di quest'ultime. Su una platea di occupati nel settore privato di oltre 14,5 milioni di addetti, solo 3,1 milioni (pari al 21,4% del totale) è alle dipendenze di una grande impresa. —
VII
Venezia Estuario
Domenica 25 Agosto 2019 www.gazzettino.it
Casa, assemblee e corteo in Regione Oltre 120 persone hanno dato vita a un primo incontro `L’obiettivo è creare una rete in vista di una manifestazione organizzato da Asc Venezia e Adl Cobas a Santa Marta L’appuntamento è per sabato 31 con riunioni in ogni città `
IL PROBLEMA CASA VENEZIA Si prepara la mobilita-
zione in tutta la regione contro il caro affitti degli alloggi pubblici, dopo l’entrata in vigore della nuova legge regionale sull’edilizia residenziale. Quei bollettini da pagare che sono passati da 45 - 100 euro a 300 - 400 euro mensili hanno tolto la serenità a tantissimi inquilini delle case Ater e comunali. Almeno 120 persone erano presenti alla prima assemblea di quartiere, tenutasi al Circolo anziani di Santa Marta, convocata da Asc Venezia insieme a Adl Cobas, che ha visto la partecipazione, tra gli esponenti politici, della capogruppo Pd Monica Sambo, del presidente della Municipalità di Venezia Murano Burano, Giovanni Andrea Martini e dei rappresentanti di Rifondazione comunista.
SITUAZIONI DI DISAGIO In tanti hanno illustrato la loro situazione, il loro disagio, la loro paura di finire tra due anni sulla strada. E non servono a niente le assicurazioni della Re-
gione che prenderà in mano la situazione Venezia, né l’avviso del presidente dell’Ater a non violare la nuova legge regionale e non pagare i nuovi canoni di affitto: applicarsi un’autoriduzione dell’affitto significa maturare della morosità, e dopo quattro mesi consecutivi l’Ater dovrà avviare per queste persone, come prevede la legge, il procedimento di decadenza del diritto a rimanere nella casa pubblica, con conseguente azione di sfratto. Si rischia dunque di passare dalla parte del torto e perdere il diritto all’assegnazione.
DISOBBEDIENZA «Invitiamo gli inquilini al pagamento del vecchio canone di locazione - spiega Chiara Buratti di Asc - mandando raccomandate in gruppo all’Ater o a Insula con un modulo scaricabile da internet dove si scrive che la somma richiesta non è affrontabile e si richiede il ritiro della normativa. Dobbiamo dare un segnale forte alla Regione». Proprio per questo ieri si è svolto un coordinamento regionale di Asc, con rappresentati di tutte le sette province, per or-
ganizzare le nuove manifestazioni di protesta, a partire dalla giornata di mobilitazione coordinata per sabato 31 con assemblee in ogni città.
Le regole
ASSEMBLEE E una nuova assemblea sul tema con invitati i consiglieri comunali è convocata il 6 settembre a Sacca Fisola. «Nel Comune di Venezia promuoveremo una serie di assemblee in ogni rione per avviare la creazione di comitati di quartiere - spiega ancora Buratti - Il primo sta già nascendo a Murano. Insieme ai comitati delle altre città andremo a manifestare a Palazzo Ferro Fini per chiedere il ritiro della legge che getta sulla strada persone anziane». Gli inquilini che hanno rice-
NEL COMUNE DI VENEZIA STANNO NASCENDO COMITATI DI QUARTIERE PER CHIEDERE IL RITIRO DELLA LEGGE IL PRIMO È A MURANO
È vietato superare i 20 mila euro di Isee Ventimila euro annui come tetto massimo dell’Isee per rimanere all’interno di una casa Ater. Lo stabilisce la legge regionale numero 39 del 2017, che ha anche alzato i canoni di locazione. La legge è entrata in vigore nelle scorse settimane scatenando una ridda di polemiche, soprattutto a Venezia dove l’Ater lagunare ha annunciato lo studio di una legge speciale per la città visti gli alti coste delle case. Con questi parametri, rischiano lo sfratto decine di inquilini.
vuto la lettera di aumento sono più di 6 mila, poco più della metà ha avuto un incremento da 1 a 720 euro l’anno. «Ci auguriamo possano esserci degli errori - commenta ancora Buratti - Ad esempio non è possibile chiedere un canone di 440 euro mensili a una signora di 78 anni, che occupa un alloggio Erp dal 1985 pagando finora 45 euro, e vive con la pensione di reversibilità del marito artigiano di 618 euro. È un affitto impossibile da sostenere». «In questa diffusissima situazione l’unica soluzione possibile è quella di fare rete per chiedere la sospensione della nuova normativa - afferma il presidente della municipalità, Martini - È necessario mettersi tutti attorno a un tavolo per crearne una nuova che non penalizzi i più deboli. Al più presto inviteremo in commissione di municipalità il vice sindaco Luciana Colle e l’assessore regionale al sociale Manuela Lanzarin. Con il consiglio vogliamo arrivare a una dichiarazione condivisa per la mobilitazione». Daniela Ghio © RIPRODUZIONE RISERVATA
INCONTRO FIUME Alcuni momenti della riunione in campo a Santa Marta. Tra i comitati di cittadini, anche alcuni esponenti politici: tutti uniti nella proposta di alzare il tetto Isee
Aggiudicati i lavori della pista ciclabile CAVALLINO-TREPORTI Aggiudicati in via definitiva i lavori per la pista ciclopedonale sul warterfront di via Pordelio. A realizzare l’opera sarà l’impresa Coletto srl di San Biagio di Callalta (Treviso). La Città Metropolitana lo scorso dicembre aveva bandito la gara per affidare i lavori dell’intervento sul Pordelio per realizzare la nuova opera dalla lunghezza di circa 7 chilometri e per un importo di oltre 12 milioni di euro. La messa in sicurezza e la realizzazione della pista a sbalzo riqualificherà l’intero waterfront del comune di Cavallino-Treporti, con l’obiettivo anche di valorizzare e rendere unico il paesaggio lagunare. «Stiamo realizzando il sogno dei nostri cittadini – commenta l’assessore alla viabilità, Nicolò D’Este -, grazie all’impegno profuso dall’intera squadra e dagli uffici comunali che hanno seguito le fasi di progettazione e di aggiudicazione dell’opera In soli 10 mesi abbiamo portato a termine il percorso progettuale della pista ciclopedonale, dallo studio preliminare all’approvazione del progetto esecutivo. Siamo orgogliosi che questo importante intervento di messa in sicurezza e realizzazione di un percorso dedicato ai ciclisti e pedoni finalmente si stia concretizzando». A breve il Comune incontrerà la ditta per fissare il cronoprogramma dei lavori che inizieranno in autunno. «Siamo soddisfatti che la procedura sia andata a buon fine – aggiunge l’assessore D’Este - e non ci siano stati ricorsi Tutte le amministrazioni precedenti lo avevano inserito nel programma elettorale. Dopo quasi 20 anni noi siamo riusciti ad avviare l’opera con tempistiche eccezionali. Non vediamo l’ora di aprire i cantieri e dare ai nostri cittadini e al nostro territorio quello che da tempo aspettavano, ovvero una viabilità e una maggiore sicurezza di via Pordelio». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Bassanello, protesta contro il degrado Lutto nel commercio, è morta Gabriella LIDO E’ ancora occupata come area di cantiere e deposito di materiali edili l’area verde di Bassanello alle porte di Malamocco al Lido. In teoria da venerdì avrebbe dovuto essere liberata. Ma così non è stato. Per questo motivo, ieri una quindicina di componenti del Comitato ambientalista “Un altro Lido” si sono ritrovati per l’ennesimo atto di protesta. L’area è occupata da un decennio e i residenti sono arrivati al limite dell’esasperazione. Il Caal ha rilanciato anche con una proposta concreta per riqualificare l’area. «Lo scorso 15 luglio - ha spiegato Salvatore Lihard - l’assessore Zaccariotto ci aveva garantito che l’area sarebbe stata liberata e non più utilizzata co-
me deposito. Purtroppo questo non è avvenuto. E noi, come avevamo promesso, siamo qui a vigilare, al fianco dei residenti. Il problema del Lido non sono i guanti bianchi citati dal sindaco a Ferragosto, ma la mancata risoluzione di questi problemi». C’è una proposta concreta di riqualificazione dell’area che è stata illustrata brevemente dall’architetto Ma-
rio Dalla Costa, anche lui componente del Caal. Tra i punti più urgenti segnalati dai presenti anche una scarsa manutenzione degli alberi e del verde. Non troppo distante dall’area occupata c’è l’area del Pip, il Piano di insediamento produttivo delle Terre Perse. Se l’area fosse liberata la proposta di un luogo di aggregazione è pronta. Lorenzo Mayer
alimentarista a Sant’Alvise per oltre 30 anni CANNAREGIO VENEZIA Si è spenta, già in pensione per anzianità, la signora Lela, al secolo Gabriella Bernardi (nella fotografia), l’alimentarista di Sant’Alvise, titolare dal 1975 al 2008 di un negozietto di vicinato che vendeva pane, latte e insaccati. Una “biavarola”, come si dice in veneziano, che ha rappresentato un pezzo di vissuto della città d’acqua, la cui grande storia era costruita dalle piccole storie e dai personaggi di quartiere, soprattutto in quella zona di Cannaregio. Lela era conosciuta e benvoluta da tutti, specialmente dai ragazzini del rione. Fra questi Sebastiano Costalonga, che ha in-
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viato questo accorato ricordo. «Ciao Lela, rammento che ci re-
galavi sempre il tuo sorriso e ricordo quando ti chiedevo se mi facevi il panino... A tutti chiedevi ridendo “Ma la mama te ga dito de sì”? Solita nostra risposta “Sì Lela”. Per poi venire sgridata dalle mamme. Ricordo il modo di dire di tutti i bambini di Sant’Alvise: “Lela, me togo un geato” e poi via, dentro con le mani nel frigo. Quanto ci volevi bene». I quarantenni e i cinquantenni di oggi la consideravano un punto di riferimento sicuro, dove poter acquistare il necessario e per qualcuno è stata quasi una sorta di mamma. In ogni caso in tanti, a Cannaregio, la ricordano con grande affetto. Il funerale è stato celebrato ieri in cimitero. Tullio Cardona © RIPRODUZIONE RISERVATA
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REGIONE
DOMENICA 25 AGOSTO 2019 MESSAGGERO VENETO
le nomine
Cda delle Ater, Lega pigliatutto il centrodestra si divide 13 posti Al Carroccio le presidenze di Udine-Alto Friuli (Michelutti) e Trieste (Novacco) Fi a Pordenone sceglie Tassan Zanin, Progetto Fvg affida Gorizia a Russiani
Alessandro Cesare UDINE. La riforma delle Ater, le Aziende territoriali per l’edilizia residenziale, porta in dote una torta da 13 fette da spartirsi tra i partiti di maggioranza, una per ogni nuovo consigliere di amministrazione. La nuova legge approvata dall’Aula poche settimana fa con i soli voti del centrodestra, infatti, ha reintrodotto i Cda (erano stati aboliti dalla passata legislatura di centrosinistra) istituendone quattro: Udine-Alto Friuli, Pordenone, Trieste e Gorizia. Ci sono anche le “ciliegine” dei direttori (da cinque sono stati ridotti a due) e dei quattro revisori unici. A fare man bassa è la Lega, che porta a casa quattro posizioni, con due presidenze. Tre quelle di Forza Italia, Progetto Fvg e Fratelli d’Italia (con i primi due che conquistano anche una presidenza a testa) e una per Autonomia
Tra martedì e mercoledì con i passaggi in giunta per le nomine e in esecutivo saranno ufficiali i Cda delle Ater
Responsabile. Il centrodestra, insomma, mette da parte le frizioni interne per occupare le poltrone e premiare il fedelissimo di turno. Il nuovo Consiglio di amministrazione dell’Ater di Udine-Alto Friuli sarà guidato da Giorgio Michelutti (nomina della Lega), noto com-
caso isolato
CALMA&GESSO
La responsabilità e il vezzo di pensare
ENRICO GALIANO
S
ei lì, alla festa del paese. A un certo punto sale sul palco il vicesindaco, con indosso una maglietta rossa. Lui la sfoggia con un sorriso birichino. Sulla maglietta, una scritta: “Se non puoi sedurla, puoi sedarla”. Controlli bene: no, non è un impostore che ha preso il posto del vicesindaco, è proprio lui! Chiedi un pizzicotto a un vicino perché è evidente che tutto ciò faccia parte di un brutto sogno. Peccato che un brutto sogno non è, anzi, è la dura realtà: è una cosa che è successa davvero, in Italia, fine estate dell’anno del Signore 2019, in una festa di paese di un comune vicino Verona. “Se non puoi sedurla, puoi sedarla”. Una roba che la guardi e ti chiedi che fine abbiano fatto anni di battaglie, di giornate internazionali contro la violenza sulle donne, di libri e dibattiti. In realtà, quando la guardi la prima cosa di cui ti chiedi che fine abbia fatto è la materia celebrale all’interno della scatola cranica di chi indossa la simpatica t-shirt. Gli aspetti interessanti della
mercialista udinese, che vanta incarichi passati in Friulia, all’epoca del governatore Renzo Tondo. La sua vice sarà la tarvisiana Francesca Comello di Forza Italia. L’altra donna è espressione di Fratelli d’Italia, e si tratta di Laura Tosoni, già referente tolmezzina per il partito di Gior-
faccenda sono almeno un paio: il primo è l’espressione divertita con cui il vicesindaco sfoggia la maglietta, nelle foto. Sembra uno che abbia appena pronunciato la battuta più spassosa della storia della comicità mondiale: soddisfatto, spensierato, allegro. Il secondo è proprio in chi la indossa: non un tizio a caso che non ha nessuna responsabilità pubblica, ma un vicesindaco. Questi due aspetti, insieme, ci raccontano di una cosa che negli ultimi anni sta sparendo, diventando fuori moda, abitudine di pochi personaggi strambi, un po’ come il fazzoletto nel taschino o chiamare la bici “velocipede”: il gesto mentale di chiedersi, prima di parlare o scrivere, “Ma non è che sto per dire una cosa tremendamente stupida?”. Ormai gli ultimi a farlo sono animali in via di estinzione: anzi, vengono perfino guardati storto. Sì perché la pratica vincente, oggi, è dire quello che si pensa, sempre, anche quando quello che si pensa è una evidente, gigantesca, sesquipedale idiozia: perché chi dice sempre quello che pensa è spontaneo, gli altri sono tutti impostati, finti! No: dire sempre tutto quello che si pensa appena lo si pensa non è la prova che sei spontaneo: è la prova che sei mona. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Dengue a Ronchi Riccardi: situazione sotto controllo «Possiamo rassicurare la popolazione che il caso di Dengue che ha colpito una donna di Ronchi dei Legionari è un episodio isolato: la donna ha contratto la malattia nel corso di un suo viaggio in Thailandia. La donna sta bene e il suo quadro clinico è in netto miglioramento. Inoltre si sono concluse le misure di contrasto previste dal protocollo del Piano nazionale e la situazione tornerà alla normalità». Sono le parole del vicepresidente e assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, che si è accertato delle condizioni della 36enne residente a Ronchi dei Legionari colpita da Dengue e ha verificato lo stato della disinfestazione preventiva attorno all’abitazione della donna. Il sindaco di Ronchi dei Legionari venerdì ha emesso un’ordinanza con cui ha avviato i trattamenti di disinfestazione che, nel rispetto del protocollo nazionale, si sono conclusi ieri mattina con il trattamento anti larvale porta a porta. La 36enne resta ricoverata all’ospedale Maggiore di Trieste, ma il quadro clinico è in netto miglioramento e in via di normalizzazione. La donna ha contratto l’infezione in Thailandia da dove è rientrata la settimana scorsa accusando già febbre e malessere nel viaggio aereo di ritorno.
gia Meloni. Chiude il cerchio il nome di Progetto Fvg, Lorio Murello, ex socialista latisanase vicino a Ferruccio Saro. A Pordenone il nuovo presidente dell’Ater sarà il forzista Giovanni Tassan Zanin, ex sindaco di Aviano. Stefania Zeni, architetto, è la prescelta da Progetto Fvg, men-
tre l’ultima casella della Lega sarà occupata da Marco Sartori. A Trieste il presidente sarà espressione del Carroccio, che ha indicato Riccardo Novacco. Un nome noto nel territorio giuliano, visto che all’inizio del nuovo millennio ha guidato per due anni la Porto vecchio srl oltre a essere stato il presidente della Fiera di Trieste. Insieme a lui nel nuovo consiglio di amministrazione dell’Ater siederanno Paola Sgai (Forza Italia) e Davide Mosetti (Fratelli d’Italia). Quest’ultimo è stato consigliere comunale a Muggia. A Gorizia, infine, l’assessore a Cormons Fabio Russiani di Progetto Fvg guiderà il Consiglio di amministrazione: con lui ci saranno Tiziana Maioretto della Lega e Francesca Tubetti di Fratelli d’Italia. Ad Autonomia Responsabile andrà invece uno dei quattro revisori unici, con il prescelto che sarà espressione del territorio goriziano. Martedì alle 12.30 la giunta per le nomine del Consiglio regionale sarà chiamata a dare il via libera ai presidenti dei quattro Cda, mentre il giorno successivo toccherà all’esecutivo regionale, in seduta straordinaria, ufficializzare tutte le altre persone indicate dai partiti. Nelle scelte si è tenuto conto della parità di genere, con almeno una donna che è presente in ogni consiglio di amministrazione (sono due quelle nell’Ater di Udine). La giunta avrà anche il compito di verificare la compatibilità
dei nominati con le cariche amministrative o politiche ricoperte attualmente e negli ultimi due anni. Per i Comuni sotto i 15 mila abitanti non ci saranno restrizioni di sorta, per gli altri, invece, dal momento dell’ultimo incarico, dovranno essere trascorsi due anni prima di poter entrare in uno dei Cda dell’Ater. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
rosa di nomi
La giunta sceglierà due super manager entro 15 giorni La giunta Fedriga ha fretta di chiudere la partita della governance delle Ater. Per questo punta a scegliere i due nuovi direttori, uno per Udine-Alto Friuli e Pordenone, l’altro per Gorizia-Trieste, entro 15 giorni. C’è infatti il problema dell’Ater di Trieste, scoperta per il pensionamento dell’attuale direttore dal 1º settembre. I Cda appena eletti si riuniranno e indicheranno una rosa di tre nomi, una per ogni ruolo da super manager. Spetterà poi alla giunta scegliere i due nuovi direttori. Non ci sarà alcun bando pubblico. Dopo l’approvazione della riforma era stato Fedriga a spiegare perchè: «Vogliamo evitare che siano dei direttori senza alcun avallo popolare a decidere quali politiche abitative attuare».
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PRIMO PIANO
DOMENICA 25 AGOSTO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
La crisi vista dal Veneto Il deputato bellunese del M5S accusa il ministro degli Interni «per la sbornia di potere» «Zaia e la Lega hanno alzato un muro per impedire l’approvazione dell’autonomia»
D’Incà: «Patto con il Pd o si vota porta chiusa al traditore Salvini» L’INTERVISTA
Albino Salmaso norevole Federico D’Incà, Zingaretti accusa il M5S di tenere aperti due forni: quello con il Pd e quello con la Lega. Come stanno le cose? «I due forni non esistono. La Lega ha tradito gli italiani e l’assemblea dei gruppi parlamentari del M5S all’unanimità ha dato un’indicazione precisa: verificare se esistano le condizioni per un governo con Pd- LeU e Autonomie per caricarsi sulle spalle il fardello della legge di bilancio 2020 ed evitare l’aumento
O
Confindustria chiede un vero sostegno alle imprese sul modello di Francia e Germania
L’agenda delle priorità del Veneto resta intatta Grandi navi e Mose a Venezia e fondi Vaia Federico D’Incà, deputato bellunese alla seconda legislatura: ha approvato il taglio dei vitalizi
dell’Iva al 25%. Venerdì i nostri capigruppo hanno incontrato il Pd e avviato il confronto sul programma. L’altra strada sono le elezioni anticipate. Non esiste la trattativa con la Lega». Porta chiusa per sempre a Salvini? «Certo. Con lui il dialogo è finito. Nessuno ha capito perché ha voluto rompere, avevamo appena approvato il decreto Sicurezza bis e Salvini si è fatto prendere dallo sbornia del potere. Ubriacato dai sondaggi dopo i balli al Papeete ha aperto una crisi di governo al buio che rischia di spalancare le porte all’aumento dell’Iva e all’esercizio provvisorio. Hanno fatto saltare il banco e ora versano lacrime di coccodrillo su autonomia e flat tax. Salvini parla di una finanziaria da 50 mi-
liardi, ma questi soldi non ci sono. Bugie, solo bugie per il consenso. La Lega ci vuole solo portare al voto». Il ministro Stefani dice che l’autonomia è saltata per i veti dei 5 Stelle, ora Di Maio l’ha inserita nei 10 punti del programma. È una presa in giro? «Ma quale presa in giro. Salvini si è mosso da irresponsabile, con vera spregiudicatezza e sul piano umano ha distrutto il rapporto di fiducia con Conte e il M5S. Zaia ha tirato troppo la corda sull’autonomia e Salvini l’ha lasciato fare proprio per non trovare l’accordo che gli avrebbe creato problemi al Sud. Il premier Conte ha tentato una sintesi, ma i siccome i parlamentari veneti sono 74 su 945 è evidente che va trovato un accordo che rispetti le esigenze di
tutto il Paese». Quindi come finirà con l’autonomia? «Verrà approvata. La Lega ha alzato un muro ma noi intendiamo partire dagli accordi di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna per migliorare il titolo V della Costituzione. Ci vuole un accordo istituzionale che coinvolga tutte le regioni, si torna a parlare di Senato federale ma la prima grande riforma riguarda il taglio dei parlamentari che la Lega ha fatto saltare: la Camera era già convocata il 9 settembre per la quarta votazione della riforma Fraccaro. La faremo tra qualche mese». Il premier Conte ha demolito il ministro Salvini e ora Di Maio l’ha ricandidato alla guida del nuovo governo ma Zingaretti vuole discontinuità: è muro contro mu-
post su fb del consigliere pentastellato di venezia
Scano guida la rivolta della base «Con Zingaretti non si tratta» VENEZIA. Non pensava che un
post irritato su Facebook, datato 22 agosto, a trattativa manco abbozzata, si tramutasse in un sondaggio local sul “matrimonio” tra Pd e Movimento 5 stelle. La frase di Davide Scano, consigliere M5s a Venezia, ha prodotto quasi 350 commenti. “Il PD ha posto subito le sue condizioni: stop al taglio dei parlamentari; stop al referendum propositivo; stop ai decreti sicurezza. Benissimo,
all’autonomia? «La crisi aperta da Salvini ha bloccato dossier fondamentali: penso alle grandi navi di Venezia, alla nomina del commissario del Mose, alle gestione dei 900 milioni stanziati per i danni della tempesta Vaia nel Bellunese. E poi ci sono le infrastrutture per i mondiali 2021 e le olimpiadi 2026 a Cortina: non è farina del sacco di Zaia, basta con la propaganda. Venezia attende la Zes che il ministro Lezzi ha inserito nel programma e nei recenti incontri con i presidenti di Confindustria ho capito che attendono risposte concrete per evitare la recessione che spaventa». Con quali imprenditori si è visto? «Ho incontrato cinque presidenti provinciali di Confindustria e tutti chiedono un forte impegno del governo a difesa del made in Italy e un drastico taglio della burocra-
salutiamoli come ci ha insegnato Beppe e andiamo a votare con quel po’ di dignità che ci è rimasta» aveva scritto. Sotto quel post si è scatenata una ondata di commenti della base M5s e di simpatizzanti della sinistra o di iscritti al Pd. “Psicodramma” in saor che mostra come tantissimi non comprendano un governo Pd-M5s specie dopo lo scontro totale del passato e l’asse Lega-Di Maio fallito.
Dal “Ad ogni modo mai con il PD” o il “Se fate l’accordo vi rinnego” della base M5s alle tattiche da doppio forno: “Meglio lasciare la porta aperta a Salvini”. I duri della prima ora ricordano che “mettersi con la Lega è stato un tradimento”. Altri sentenziano: “Non andiamo da nessuna parte”. Un pragmatico aggiunge: “Che sia PD o Lega non interessa, l'importante si facciano i 10 punti”. La gente di sinistra e gli
ro? «Conte merita certamente la riconferma perché ha dimostrato di essere un premier autorevole che agisce negli interessi esclusivi del Paese. Al Senato ha demolito la figura di Salvini e il M5S ha proposto il suo nome per la guida del governo in virtù del grande consenso: i sondaggi gli assegnano un gradimento pari al 60%. Spero che il Pd possa convergere su questo nome, ma capisco le loro esigenze di discontinuità e nelle prossime ore capiremo chi potrà essere il nuovo Presidente del Consiglio. Conte va ringraziato per tutto quello che ha fatto e potrà fare ancora per l’Italia. Intanto va avanti il confronto sul programma, poi si passerà ai nomi». Quali sono le altre priorità dell’agenda veneta, oltre
iscritti Pd non sono certo teneri con i “dilettanti che vogliono dettare l’agenda” del M5s. Ricordano che “il diavolo è il Pd mentre da Salvini vi siete fatti stritolare e ridurre della metà”. E ci sono i profetici: “Fra mai con il Pd e mai con la Lega rischiano di andare al 4-5%”. Si divertono i lettori, silenti, che tirano fuori i pop corn e si godono lo scontro social che è la cartina di tornasole di un matrimonio che nessuno ha capito se “s’ha da fare o no”. «Avete visto?Ho scatenato un sondaggio davvero interessante. Con il 32 per cento serve un contratto di governo, questo è certo. E su tanti temi noi e il Pd siamo davvero distanti. Devo ricordare il sì alle trivelle o alla Tav?», commenta Scano dalla sua casa. «Le ba-
zia. Dobbiamo imparare dalla Germania e dalla Francia, che accompagnano le loro imprese sui mercati con il sistema Paese per reggere l’impatto con i dazi degli Usa di Trump e con l’offensiva della Cina. Lo Stato deve essere al fianco di chi crea ricchezza e posti di lavoro. Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna restano le locomotive dell’export nell’Ue e faremo di tutto per abbattere il cuneo fiscale, nel rispetto dei vincoli di bilancio perché quei 50 miliardi per la finanziaria 2020 evocati da Salvini non esistono. Io sono un montanaro e so che per arrivare in vetta bisogna procedere a piccoli passi. La flat tax è una bugia». A che punto siamo con i risparmiatori traditi da Veneto Banca e Bpvi? «Il sottosegretario Villarosa ha emanato il decreto per i rimborsi ai risparmiatori truffati, il M5S ha stanziato 1 miliardo e 570 milioni in tre anni utilizzando il fondo dei conti correnti dormienti. So che non basta ancora, ma è un po’ di ossigeno per le famiglie venete». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Davide Scano
Raffica di commenti «L’importante è poter realizzare i 10 punti del programma» si non sono affatto d’accordo, sia la nostra ma anche quella di simpatizzanti e iscritti al Pd. Con loro devo ammettere spazio di condivisione ci potrebbe
industriali di belluno
Berton «Non si può vivere ancora alla giornata»
Lorraine Berton BELLUNO. «La politica torni a fare la politica, a programmare, a compiere scelte strategiche in campo economico, non possiamo vivere alla giornata. Mi auguro che la crisi venga risolta in tempi brevi e che si esca da questo cono di incertezza». È l'appello della presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Lorraine Berton. «Se da un lato - aggiunge Berton - ribadisco la neutralità politica di Confindustria, dall'altro non posso che sperare in un intervento fermo e risolutivo del Presidente Mattarella. L'incertezza è il nostro vero nemico. Fa male all'economia perché fa male al nostro Paese e al nostro export, voce che nel Bellunese, per esempio, ha un peso specifico». «Questo territorio – continua Berton – ha bisogno di ripartire e può farlo solo con una visione strategica del futuro, cominciando da Olimpiadi e infrastrutture, questioni che peraltro sono cruciali per l'intero Paese. Dobbiamo ritornare a parlare di temi economici e politica industriale, opere pubbliche e diminuzione del cuneo fiscale. Certo - conclude - sono temi che male si prestano alla politica dei tweet e dei social, ma governare è un'arte seria e complessa. Serve responsabilità verso chi manda avanti questo Paese, imprenditori e lavoratori in primis. Questa commedia dell'arte deve finire». —
essere. Penso ai temi ambientali, così rilevanti. Tantissimi iscritti alla Lega certi problemi manco se li pongono». Il percorso è tutto in salita. Scano continua: «Solo Di Maio può dirci quanto è difficile la trattativa. Spero per il paese che una intesa si trovi sulle cose da fare ma poi è certo che l’accordo dovrà essere spiegato benissimo alle basi. Una intesa serve per portare a casa i risultati che ci aspettiamo come Movimento. Da soli, visto che al 40% non siamo arrivati, non si può andare e questo Di Maio lo ha detto subito. Io sono uno di quelli che ha messo una croce sopra il Pd ma se si riesce a realizzare una alleanza su dieci punti per fare, allora va bene. Vedremo». — Mitia Chiarin
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Domenica 25 Agosto 2019
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La crisi vista dal Veneto
Fontana: «Ancora possibile un governo Lega-Cinque Stelle»
Ma Zaia insiste: «Con loro abbiamo perso un anno»
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Andrea Martella (Pd) I tavoli di lavoro per mettere a punto il programma condiviso con il M5s continuano a riunirsi
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Lorenzo Fontana (Lega) Da Di Battista segnale politico importante, ma serve un chiarimento con Di Maio
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Luca Zaia (Lega) I 5 Stelle sono ossessionati dai ricchi. E sull’autonomia non hanno fatto altro che dire bugie
Commissario veneto Lorenzo Fontana, veronese, è anche ministro della Famiglia e vicesegretario nazionale
Proseguono frenetici in queste ore, a Roma, i contatti tra i partiti nel tentativo di restituire un governo al Paese. Un batti e ribatti con continue ed improbabili giravolte a cui la base, sul territorio, assiste attonita: i leghisti, che qui tornerebbero al voto di corsa gridando vendetta per l’autonomia, vedono Matteo Salvini pronto a riabbracciare Luigi Di Maio; i Cinque Stelle, che con il «partito di Bibbiano e delle banche» non vorrebbero aver nulla a che fare, attendono la trattativa tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti; il Pd, che qui aveva vissuto un momento di inatteso fulgore durante la stagione renziana e mai avrebbe immaginato possibile un’intesa «a sinistra» col M5s, guarda a Renzi che per primo ci ripensa e apre ai penstellati, seguito a ruota dalla dirigenza dem. Una bella confusione, i cui effetti - talvolta irripetibili - si possono leggere facendo un tour social tra i profili dei parlamentari, ciascuno chiamato a rintuzzare le critiche e abbozzare giustificazioni per la propria bandiera. Andrea Martella, veneziano, coordinatore della segreteria di Zingaretti, assicura che la trattativa col M5s prosegue, nonostante i veti incroVENEZIA
ciati. Oggi alle 15 si riuniranno i sei tavoli dedicati ai dossier da portare al prossimo confronto con i pentastellati, prima del nuovo giro di consultazioni al Quirinale di martedì: «Prosegue il lavoro sulla definizione degli obiettivi programmatici, dalle istituzioni all’economia, dal welfare allo sviluppo sostenibile -
spiega Martella - partendo dalle priorità fissate nel documento approvato all’unanimità dalla direzione, che ha dato mandato a Zingaretti di verificare le condizioni per la nascita di un esecutivo di legislatura». Allo stesso tempo, pure la Lega non molla la presa sui Cinque Stelle: il veronese Lo-
Al Fisco 4 miliardi in più all’anno
Le piccole imprese pagano più tasse delle medio-grandi
Ufficio Studi Il coordinatore Paolo Zabeo
VENEZIA Nel 2018 i lavoratori autonomi e le piccole imprese hanno versato al fisco 42,3 miliardi di euro (pari al 53% degli oltre 80 miliardi di imposte versate da tutto il sistema produttivo). Tutte le altre, prevalentemente medie e grandi imprese, invece, hanno corrisposto «solo» 37,9 miliardi (il 47% del totale). In buona sostanza i piccoli hanno versato 4,4 miliardi di tasse in più rispetto a tutti gli altri. Lo dice uno studio della Cgia. «L’apporto fiscale delle medie e grandi imprese è molto inferiore alle attese afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – . Tale risultato è ascrivibile sia al loro esiguo numero sia all’elevata possibilità che queste realtà produttive hanno di eludere il fisco».
● L’editoriale
renzo Fontana, ministro per la Famiglia, commissario della Lega in Veneto e vicesegretario nazionale, ieri, poco prima di incontrare Salvini a Roma, ha detto: «Penso ci sia ancora una speranza nella trattativa col M5s per proseguire al governo insieme» In tal senso deporrebbe l’apertura di Alessandro Di Battista: «Si vede che ha riflettuto ed evidentemente ci sono compagni di strada peggiori.... Il suo è senz’altro un segnale politico, ora vedremo cosa accade. Non dipende ovviamente solo da noi». Beninteso, per Fontana, come per Salvini, «la via maestra è andare ad elezioni» e «a me stare all’opposizione non fa paura, anzi, perché con un governo M5s-Pd ne vedremmo delle belle» ma se si volesse ripartire con il M5s lo si potrebbe fare «recuperando lo spirito delle origini», previo chiarimento con Di Maio perché «nella prima fase del governo si è lavorato bene ma poi si è tutto bloccato». Fontana non si sente di escludere categoricamente neppure un ritorno in pista di Giuseppe Conte (che ieri, viceversa, ha dichiarato di considerare chiusa la sua stagione con la Lega): «Dovrebbe chiarirsi con Salvini quantomeno ma parliamo di una cosa che è molto di là da venire». E mentre i veneti di stanza nella capitale proseguono nelle trattative, da Venezia il governatore Luca Zaia continua a cannoneggiae i Cinque Stelle, altroché ricucitura: «Abbiamo perso un anno prezioso. I 5 Stelle andavano mollati, altrimenti si rischiava di rompere sulla manovra e sarebbe stato peggio - ha detto in un’intervista a Qn - il 90% dei veneti vuole tornare al voto» Sull’autonomia «Conte ci aveva promesso di risolvere la situazione a febbraio. Ma non ha fatto nulla. Del resto i 5 Stelle sono ossessionati dai ricchi, da chi produce. E sull’autonomia non hanno fatto altro che dire bugie». Non basta: «Per colpa dei grillini c’è stato lo stallo. La Pedemontana è ripartita, ma se non fosse stato per noi sarebbe stata ancora bloccata. Senza contare la Tav che è rimasta ferma per più di un anno per quella fantomatica analisi costi-benefici. Infine, le Olimpiadi. Milano e Cortina ce l’hanno fatta, sa perché? Perché abbiamo pagato noi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Infrastrutture priorità per il nuovo governo
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SEGUE DALLA PRIMA
pecie in tempi di rottamazione di ogni assetto economico e sociale che rende ogni attività più facile da spostare. È per questo che il Nordest e il Veneto in particolare dovrebbero oggi battere un colpo. E batterlo soprattutto sul tema dell’ Alta Velocità/Alta Capacità ferroviaria. Il dibattito sulla Tav ha, se non altro, consentito ad un vasto pubblico di rendersi conto di come l’Alta Velocità, la «metropolitana (ferrovia) d’Italia!» come si autodefinisce, stia cambiando le relazioni interregionali nel nostro Paese. Con un evidente rafforzamento delle convenienze localizzative attorno a Bologna e Firenze lungo l’asse Milano-Roma e la crescente periferizzazione del Nordest. Nel Veneto il passaggio allo standard AV/AC messo in dubbio sulla tratta Brescia-Padova della linea Venezia- Milano, mai proposto sulla Bologna-Padova, e addirittura miopemente rifiutato sulla
In corteo Le proteste No Tav a Verona, lo scorso anno
Mestre-Trieste (dove va crescendo il traffico merci da e per l’Est europeo e quello passeggeri da Lubiana all’aeroporto di Venezia) , rende plastica la pericolosa riduzione della centralità anche della sola area del Nordest —l’area metropolitana tripolare di PAdova, TREviso e VEnezia, Patreve— capace di garantire economie di concentrazione e agglomerazione alle reti di imprese innovative, di lavoratori di talento, di imprenditori propensi al rischio, di istituzioni e di associazioni di sostegno che si raggruppino nelle aree metropolitane per co-produrvi risultati economici e progresso a vantaggio dell’intero sistema insediativo produttivo regionale, nel nostro caso il Nordest. Se il Veneto non batte un colpo di esercizio della sua autonomia, quella cooperativa e propositiva della quale già dispone, e i Cinque Stelle non sapranno uscire dalle loro sbagliate battaglie identitarie No Tav, il pericolo è che i pochi compromessi infrastrutturali si concentrino sul Nord-ovest e sul Mezzogiorno. Il Veneto che andrà alle elezioni regionali nella prossima primavera ha diritto di sapere in quale quadro economico-territoriale nazionale si troverà ad operare nei prossimi anni. Paolo Costa
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VE
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Primo Piano
Domenica 25 Agosto 2019 www.gazzettino.it
I politici nell’èra dei social TUTTI PAZZI PER IL WEB ROVIGO Social e politica sempre connessi anche in Polesine. La maggior parte degli amministratori locali utilizzano Facebook, il canale più diffuso al mondo, mediante il quale comunicano direttamente con i cittadini, raccontano le attività svolte, postano rassegne stampa, condividono video, pensieri e riflessioni personali.
INFO DI SERVIZIO Nicola Garbellini, sindaco di Canaro, sul proprio profilo privato posta principalmente informazioni riguardanti l’attività amministrativa: «Consentono di raggiungere rapidamente un vasto numero di persone, ma richiedono una capacità di utilizzo e di sintesi - spiega - I social non sostituiranno mai la stampa, perché sono del tutto inadatti a diffondere informazioni complete ed esaustive, ma consentono di affrontare meglio di altri strumenti l’esigenza di velocità che, oggi, la nostra società esprime. Il limite è costituito dall’assenza di filtri tra chi scrive e chi riceve le informazioni: occorrerebbe intervenire su questo punto, non introducendo anacronistiche forme di censura, ma nuovi strumenti di controllo a garanzia dei destinatari delle informazioni». Risponde attivamene e pubblica informazioni relative al Comune anche il primo cittadino di Adria Omar Barbierato, che commenta, posta e interagisce quotidianamente con i suoi concittadini, scambiando opinioni e non sottraendosi a critiche.
ZERO INTERMEDIARI Roberto Pizzoli, sindaco di Porto Tolle, apprezza del mezzo soprattutto il rapporto diretto: «Nonostante riceva nel mio ufficio, tutti i giorni, i cittadini, il servizio di messaggeria di Facebook mi permette di entrare in contatto con moltissime persone, cercando insieme soluzioni ai casi concreti - rivela Fino a cinque anni fa non avevo un profilo. Poi ne ho compreso la necessità e il potenziale. Oltre alla mia pagina, molto attiva è anche quella istituzionale del nostro Comune».
I sindaci sgomitano per un “post” al sole Comunicazioni istituzionali, informazioni di servizio, appuntamenti: le “bacheche virtuali” dei primi cittadini tra vita privata e impegno civico `
VICENDE PERSONALI
presenza sul territorio», ammette.
Attivo con una pagina personale, in cui ha annunciato un recente piccolo incidente alla caviglia, l’assessore regionale e consigliere comunale di Rovigo Cristiano Corazzari, che posta anche sulla pagina istituzionale in cui tiene aggiornati i cittadini veneti su notizie, bandi, manifestazioni di turismo, urbanistica, cultura. «Il social è ormai un mezzo indispensabile e imprescindibile per entrare in contatto con i cittadini, anche se non è sostituibile alla
CRONACHE DAL PARLAMENTO
SCAMPOLI DI VITA Ivan Dall’Ara, sindaco di Ceregnano e presidente della Provincia, commenta l’attività politica, ma condivide soprattutto aspetti della vita privata, dal rapporto con i familiari, le notizie sulle sue radici italo-brasiliane e la grande passione per la musica e il canto.
LE DEPUTATA GIACOMETTI HA CONDIVISO QUASI IN DIRETTA LE TAPPE DELLA CRISI DAL PARLAMENTO
NICOLA GARBELLINI, SINDACO DI CANARO: «INTERNET È UTILE, È UN MEZZO VELOCE, MA NON SOSTITUIRÀ LA CARTA STAMPATA»
La deputata Antonietta Giacometti è stata particolarmente “social” in questi giorni di crisi di governo, informando e aggiornando su ciò che stava avvenendo, in tempo reale, a Roma. Monica Gambardella, capogruppo dell’omonima lista civica in Consiglio Comunale a Rovigo, parla così del rapporto con i mezzi offerti sul web: «I social hanno il pregio di essere tempestivi, diretti e democratici, economicamente e ambientalmente sostenibili. Accorciano tempi e distanze. Ma la politica non può ridursi a colpi di tweet, post e spot: gli approfondimenti passano per la carta e il confronto diretto».
DERIVA MEDIATICA Attivo anche il consigliere
comunale rodigino e consigliere regionale del Partito demopcratico Graziano Azzalin: «È un mezzo che utilizzo, ma sono contrario alla degenerazione per cui capi di Stato decidono e scambiano opinioni mediante una piattaforma, decidendo le sorti della cosa pubblica: non si fa politica per slogan», afferma.
ELETTORI PIÙ VICINI Anche Michele Fioravanti, sindaco di Calto, coglie l’occasione per raccontare delle manifestazioni o lanciare avvisi dalla sua pagina privata ai concittadini. Un rapporto tra politica ed elettori che sempre di più assottiglia il confine tra la vita pubblica e privata degli amministratori e avvicina i cittadini ai loro diretti rappresentanti. Alice Sponton
L’esperto: «I messaggi rischiano di essere banalizzati» IL COMMENTO ROVIGO Giovanni Ziccardi, professore di Informatica giuridica alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano, massimo esperto di criminalità informatica, investigazioni digitali e diritti di libertà, è autore di “Tecnologie per il potere. Come usare i social network in politica”. L’opera è stata pubblicata la scorsa primavera e analizza il rapporto, le potenzialità e le distorsioni del rapporto tra digitale e politica alla luce della recente evoluzione dei mezzi informatici.
SENZA INTERMEDIARI «La disintermediazione e il rapporto diretto con i cittadini sono i due aspetti delle nuove
tecnologie che più sono apprezzate da tutti i politici, sia locali che nazionali. – spiega Ziccardi - Ormai la comunicazione politica parte dallo smartphone dei politici e arriva direttamente su quelli dei cittadini. I media riprendono questi flussi di comunicazione e li rimbalzano amplificandoli, per cui gran parte della cronaca politica oggi è riconsiderare e commentare i tweet o le dirette. Questo aumenta il potenziale di una simile strategia di comunicazione, ma abbatte il senso critico e l’originalità delle inchieste, avvelenando il discorso politico. Il dibattito, i suoi toni e gli argomenti sono comunque stabiliti dal primo tweet o dalla prima diretta e tutta la discussione ruota attorno a ciò che ha stabilito il politico, con un grande vantaggio di parten-
za».
VISIBILITÀ GRATUITA Il professor Ziccardi cita alcuni aspetti della tecnologia che giovano alla politica. In primis il contatto diretto con gli elettori, la pubblicità gratuita, la viralità e i messaggi mirati, i feedback in tempo reale, il peso sull’opinione pubblica e la vicinanza ai giovani. Tra le criticità si evincono la diffusione di messaggi
IL PROFESSOR ZICCARDI, DOCENTE DI INFORMATICA GIURIDICA: «SPESSO IL LINGUAGGIO USATO È TROPPO “DI PANCIA”»
IL LINGUAGGIO DEI SOCIAL Il professor Giovanni Ziccardi denuncia il rischio dell’eccessiva semplificazione dei messaggi sul web
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semplici e ripetitivi, la polarizzazione (si finisce per sentire sempre più spesso ciò che si vuole sentire), le fake news, il linguaggio “di pancia”. «I social sono diventati lo specchio e l’essenza della politica attuale – conclude Ziccardi – Sono i luoghi dove risiedono i dati degli elettori che interessano i partiti e che sono trattati come sofisticati strumenti di analisi. Sono anche i luoghi dove i partiti veicolano in primis le loro comunicazioni, per cui, un comportamento responsabile in questo ambiente può incidere direttamente sulla vita stessa, politica e non, dei cittadini. Rispettare le regole anche sui social diventa, sempre più essenziale per la salute dell’intero sistema, e quindi, della nostra democrazia». A.Spo.
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BELLUNO
DOMENICA 25 AGOSTO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
ieri mattina
Un albero sul binario: traffico ferroviario paralizzato Una pianta è finita sulla ferrovia e ha bloccato un treno partito da Venezia Santa Lucia Ne sono saltati altri due prima del ritorno alla normalità
Gigi Sosso LONGARONE. Un albero sul binario. Bloccato il treno regionale delle 7.50 da Venezia Santa Lucia per Calalzo, tra Faè e la zona industriale longaronese di Villanova e cancellati altri due convogli da e per il Cadore. Il traffico ferroviario è tornato regolare solo dopo mezzogiorno, nel frattempo hanno lavorato gli autobus sostitutivi, che hanno limitato per quanto possibile il disagio in un giorno di un periodo delicato. Una grossa pianta indebolita dalla tem-
Il treno bloccato dall’albero sul binario
pesta Vaia dello scorso autunno è finita sulla strada ferrata verso le 10. Era partita da un’area visibilmente colpita dal vento della fine di ottobre. In quel tratto, la linea corre parallela alla statale 51 di Alemagna e, per capirsi meglio, la zona è quella del distributore di carburanti Ip. Sulla strada traffico intenso in entrambe le direzioni, soprattutto verso nord per l’ultima settimana di agosto. Il macchinista del treno se n’è accorto e ha frenato, ma da quel momento per i passeggeri è cominciata la lunga attesa degli operai di Rete ferroviaria italiana. A bordo erano in 54, più sei biciclette, per la maggior parte turisti diretti verso le località di villeggiatura. Gli addetti sono arrivati con le motoseghe che erano le 11.12
e hanno cominciato a tagliare il tronco di notevoli dimensioni, che occupava completamente il binario unico. Ci sono voluti più di quaranta minuti, per mettere in sicurezza la linea e ripristinare la circolazione, nelle migliori condizioni di sicurezza possibili. Il treno si è rimesso in moto alle 11.56 ed è arrivato a destinazione con circa due ore di ritardo, rispetto all’orario previsto. Nel frattempo, il primo a saltare è stato un treno da Calalzo e niente da fare nemmeno per un altro regionale, che è stato sostituito con un servizio di autobus, come capita sempre in casi del genere. Qualche disagio nelle stazioni di Ponte nelle Alpi Polpet e Longarone, dove peraltro i viaggiatori sono stati informati in tempo reale di quel-
lo che stava succedendo con annunci dagli altoparlanti, tabelloni luminosi e comunicazioni dei capistazione. In tarda mattinata, un comunicato di Rete ferroviaria italiana, nel quale si parlava della presenza di rami sui binari: «In realtà era un albero», garantisce una viaggiatrice molto ben informata sui fatti partita da Venezia e diretta a Calalzo per un periodo di vacanza, «un tronco dal diametro notevole, con tanto di radici e terra. C’è voluto un po’ di tempo per ricreare le condizioni per un viaggio il più possibile sicuro, ma siamo arrivati a destinazione senza altri problemi. La vacanza non è stata rovinata, malgrado la lunghezza di questo viaggio». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
la legge 25 ha cinque anni
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Il Pd bellunese: «Le aspettative sulla specificità sono state tradite» BELLUNO. «A cinque anni dall’approvazione della legge 25 del 2014, voluta da Sergio Reolon e dal Pd e votata da tutto il consiglio regionale di allora, le aspettative sono state completamente tradite e la legge mal applicata». La segretaria provinciale del Partito democratico, Monica Lotto, interviene in occasione dell’anniversario del passaggio di una norma che doveva rappresentare la chiave di volta per il territorio bellunese. «La provincia di Belluno ha più territorio che persone da governare e offrire servizi da noi è molto più complicato. Riconoscere la specificità di un territorio significa attuare politiche differenziate supportandole con le opportune risorse; l’autonomia permette la messa in atto di queste politiche e supporta il vivere in montagna». La legge regionale 25/2014, attribuisce alla Provincia di Belluno, in coerenza con l’articolo 15 dello Statuto, forme particolari di autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria in ragione della propria specificità. «Se per la Regione Veneto l’autonomia fosse un tema serio, e se avesse un progetto chiaro per lo sviluppo della provincia di Belluno avrebbe già trasferito le deleghe previste dalla legge 25. In questi anni invece si sono dette molte parole, ma le scelte strategiche sono rimaste in gran parte in capo al centralismo regionale». «Bloccare il percorso di autonomia della provincia di Belluno, chiesta in modo
esplicito da 110mila bellunesi che hanno condiviso il referendum del 22 ottobre 2017, a causa dell’incapacità politica leghista di ottenere l’autonomia veneta rappresenta la scusa della giunta regionale di non fare nulla per il bellunese», aggiunge la segretaria. «L’applicabilità della legge 25 è tutta in capo alla Regione che si dimostra sempre più autonomista a Roma e centralista a Venezia». «Sarebbe interessante che la giunta presentasse ai bellunesi uno studio dettagliato dell’iter fin qui svolto di applicazione della legge specificando quali deleghe sono state assegnate alla provincia di
Bottacin replica «Renzi e Delrio hanno lavorato per azzerarle» Belluno e con quali risorse e quante sono invece quelle ritornate in capo alla Regione». In questi anni, conclude la segretaria «la continua sottrazione di funzioni e competenze al bellunese sono stati il pretesto per dire che la legge 25 non è attuabile. Ma questo solo perchè è evidente la volontà politica regionale di svuotare la nostra provincia». Al comunicato del Pd ha replicato l’assessore regionale Bottacin che ha ribadito come la Provincia di Belluno sia stata salvata dalla Regione Veneto, mentre il Pd a livello nazionale ha operato (con Delrio e Renzi) per azzerare fondi e personale delle Provincie. —
PRIMO PIANO
DOMENICA 25 AGOSTO 2019 MESSAGGERO VENETO
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Risparmio tradito
Le prime pratiche saranno inviate nei prossimi giorni Ma il sistema è in tilt Negli orari di ufficio quasi impossibile accedere a Consap Non è stato previsto il massiccio afflusso di richieste UDINE. Da giovedì scorso, 22 agosto, è dunque operativo il Fondo indennizzo risparmiatori truffati dopo 14 mesi dalla promessa dell’ex premier Giuseppe Conte, la prima dichiarazione di Conte in assoluto, quando ancora non gli era stato ufficialmente conferito l’incarico. Il portale fondoindennizzorisparmiatori.consap.it è a regime. Alcuni risparmiatori hanno iniziato a inserire le loro domande (dal Friuli Venezia Giulia solo qualche singolo privato, non comunque tramite le principali associazioni del territorio), a caricare gli allegati per ottenere l’indennizzo previsto. Il Fir, con una dotazione da 1,5 miliardi di euro, rimborserà in maniera automatica tutti i risparmiatori con un reddito annuo inferiore ai 35 mila euro e un patrimonio mobiliare fino ai 100 mila euro. Per gli altri ci sarà una Commissione che valuterà le domande entro i prossimi sei mesi (i 180 giorni sono scattati appunto da giovedì). Agli aventi diritto andrà indenniz-
zato il 30% del valore di acquisto delle azioni e il 95% delle obbligazioni fino a un massimo di 100 mila euro. Si tratta certamente di tanti soldi sui quali ora si è fissata l’attenzione di tanti professionisti. Ma il portale Consap è subito andato in tilt per i troppi accessi. «Il portale si “impalla” spesso - conferma Erica Cuccu, presidente di Federconsu-
Il Fondo governativo ha una dotazione finanziaria di 1,5 miliardi di euro matori Udine -, negli orari di ufficio ci sono difficoltà anche per la sola procedura di registrazione, che può richiedere fino a un’ora di tempo. Ci si deve collegare in tarda serata, così ci sono più speranze. Il lavoro che sarà da fare, da parte nostra, è imponente». «La verifica, che abbiamo immediatamente avviato, circa la funzionalità di accesso al
portale, ha comportato alcune sgradite sorprese - si legge inoltre in una nota di Federconsumatori - . In primo luogo, la lentezza e le continue interruzioni, verosimilmente dovute alla inadeguata previsione di una massiccia e contemporanea richiesta di accesso alla piattaforma da parte dei risparmiatori; tale entità di accesso alla piattaforma informatica non è stata correttamente stimata e ha dato quindi luogo a una inadeguata strutturazione della piattaforma. In secondo luogo, la compilazione della domanda comporta l’inserimento di dati che in alcuni casi non sono reperibili tra quelli che si possono ricavare dalla documentazione richiesta. Questo “inconveniente” assume particolare rilevanza per documentare gli acquisti azionari più lontani nel tempo: nella nostra Regione quelli effettuati presso la Banca Popolare Udinese poi incorporata nella Banca Popolare di Vicenza. La difficoltà del riscontro documentale può comportare l’impos-
La home page del portale Consap dedicato ai risarcimenti per i risparmiatori beffati
sibilità di portare a termine l’inserimento della domanda oppure il rischio di inserimento di dati non certificati che potrebbero portare a difficoltà nell’accoglimento delle domande. In terzo luogo, dobbiamo rilevare che viene richiesta nuova documentazione rispetto a quella originariamente prevista costringendo quindi i risparmiatori a una nuova e estenuante richiesta di documenti. Il complesso di tali “inconvenienti” può anche legittimare il sospetto che si vogliano creare difficoltà aggiuntive, senza assumersene la responsabilità, per l’accesso ai sospirati, e sia pur par-
ziali, risarcimenti. Federconsumatori chiederà un incontro con la Commissione tecnica per segnalare tutti gli inconvenienti registrati e chiedere che venga posto rimedio all’incompetenza tecnico informatica e all’accanimento burocratico che caratterizzano l’avvio della piattaforma, unico possibile canale di presentazione delle domande». Anche Consumatori attivi e Mdc, che sono alle prese con gli stessi problemi, cominceranno dalle prossime settimane a “caricare” le domande sul portale. Tutti dovranno stare attentissimi alla congruità formale della doman-
Nuovo servizio di Cgil e Federconsumatori per evitare abusi
CONSULENZA GRATUITA
Oltre che ai propri tesserati, gli sportelli di Federconsuma-
tori forniranno gratuitamente la consulenza preliminare anche a lavoratori, pensionati e disoccupati iscritti alla Cgil. A comunicarlo il presidente di Federconsumatori Angelo D’Adamo e il segreta-
Pezzetta: sono molte le famiglie che accendono finanziamenti rio regionale della Cgil Villiam Pezzetta, spiegando che l’obiettivo è di «tutelare famiglie che, per vari motivi, hanno dovuto ricorrere a prestiti, anche attraverso la cessione rateizzata di una quota di sti-
IL SERVIZIO
pendio o di pensione, per affrontare spese impreviste, particolarmente onerose o per far fronte a un peggioramento della propria condizione finanziaria, legato magari alla perdita del posto di lavoro o alla riduzione dello stipendio». PICCO STORICO
A motivare l’iniziativa la forte crescita del credito al consumo, particolarmente alta in Friuli Venezia Giulia, dove l’incremento è stato del 10% nel 2017 e dell’8% nel 2018, a fronte di una media annuale del 7,5% registrata a livello nazionale, secondo i dati Bankitalia. Una tendenza che prosegue nel 2019, se è vero che nel primo semestre, secondo i
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dono a prestiti per cure sanitarie, circa 900 mila per spese scolastiche o universitarie, oltre 500 mila per servizi legati alla non autosufficienza, più di 330 mila per consolidare altri debiti». Ecco perché è fondamentale verificare quali siano le condizioni dei finanziamenti erogati.
«Rischio usura» Verifiche sui prestiti UDINE. Federconsumatori e Cgil uniscono le forze per aiutare lavoratori e pensionati vittime di prestiti e finanziamenti a rischio usura. Con il rientro dalle ferie sarà infatti attivo anche in Friuli Venezia Giulia, presso tutti gli sportelli di Federconsumatori, il nuovo servizio trasparenza, dedicato ai cittadini che necessitano di informazioni o assistenza in materia di prestiti al consumo o con cessione del quinto, con l’obiettivo di verificare l’esistenza di somme pagate impropriamente e di attivarsi per eventuali recuperi e rimborsi.
da e degli allegati, altrimenti il rimborso rischia di saltare. In regione (soprattutto nelle province di Udine e Pordenone) sono circa 15 mila gli ex soci di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca che potenzialmente hanno diritto all’indennizzo. Al Fir possono accedere anche i truffati delle quattro banche dell’Italia centrale (Etruria, CariChieti, Marche e CariFerrara) che andarono in risoluzione nell’autunno del 2015. BpVi e Vb sono state invece messe in liquidazione nell’estate del 2017. — M.CE.
Sportello di Cgil e Federconsumatori per verificare i prestiti al consumo
dati dell’Osservatorio Crif-Assofin, i prestiti alle famiglie (mutui esclusi) sono cresciuti dell’8% e con punte del 10% per quelli finalizzati, toccando il loro massimo storico. FAMIGLIE DEBOLI
«Se da un lato l’incremento dei prestiti può essere l’indice di una ripresa dei consumi –
dichiarano Pezzetta e D’Adamo – dall’altro segnala una crescente debolezza delle famiglie, spesso incapaci di far fronte non solo a spese straordinarie, ma anche a esigenze legate alla sfera di diritti universali come la salute e l’istruzione: a confermarlo i dati Istat secondo i quali sono ben 7 milioni di italiani che acce-
Federconsumatori, che si avvale del supporto di un avanzato software, è in grado di analizzare non solo pratiche di finanziamento in corso, ma anche quelle già concluse in base a contratti stipulati negli ultimi dieci anni. In una prima fase verrà verificata la correttezza delle condizioni economiche applicate, lasciando poi al consumatore, sulla base di quanto emerso dalla verifica, la scelta se agire per eventuali recuperi, il cui valore potrebbe essere ingente, con punte fino al 20-30% del valore complessivo del finanziamento. Per l’elenco degli sportelli sul territorio con i rispettivi orari di apertura visitare il sito www.federconsumatori-fvg.it o contattare le sedi provinciali. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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ODERZO - MOTTA
DOMENICA 25 AGOSTO 2019 LA TRIBUNA
gorgo al monticano
domani il funerale di guglielmi
Maltempo e danni alle colture Zaia: «Lo Stato dia contributi»
Pensionato travolto perizia sull’incidente
Alla Festa dell’Agricoltura l’appello del governatore per il sostegno alle aziende «La Regione farà la sua parte chiedendo che gli indennizzi siano accelerati»
Francesco Dal Mas GORGO. Gli agricoltori dell’Opitergino-Mottense lanciano un grido d’allarme: l’agricoltura è, per buona parte, in ginocchio. Il presidente della Regione, Luca Zaia, raccoglie e rilancia: «È indispensabile un intervento straordinario del Governo, perché là dove le aziende sono state colpite dai ripetuti eventi di maltempo, la distruzione è stata radicale». Zaia ne ha parlato ieri pomeriggio a Cavalier, dove si è tenuta la tradizionale Festa dell’Agricoltura, che è un momento di bilanci dell’annata agraria. Prima i discorsi e la benedizione, in piazza, dei trattori e delle altre attrezzatura agricole, poi alcune prove di abilità fra i protagonisti del settore primario, con i trattori a dimostrare tutta la loro forza. In serata, la festa enogastronomica. L’anima dell’organizzazione era, come sempre, il senatore Gianpaolo Vallardi, referen-
Il presidente Zaia tra i volontari della Festa dell’Agricoltura
te della Commissione Agricoltura. «Dove la pioggia, e in particolare la grandine, ha martellato – ha ammesso il governatore Zaia – non c’è raccolto che si possa fare, quindi è urgente che il Governo intervenga per l’indennizzo dei danni subiti. La Regione farà in modo che questi tempi siano acce-
lerati». Il governatore ha parlato anche dell’ormai prossima vendemmia, evidenziando che anche in questo caso numerose sono state le aree colpite. «Là dove il maltempo ha risparmiato i nostri vigneti, l’uva quest’anno si presenta di buona qualità, anche se in quantità inferiore a quella del
2018, la cui vendemmia però è stata super abbondante» ha sottolineato il presidente. Quanto ai possibili prezzi delle uve, Zaia non ha voluto fare previsioni, ma ha lasciato intendere che ci saranno forti contrazioni, non solo per il pinot ma anche per il glera ed altri vitigni. Il presidente ha comunque invitato gli agricoltori ad essere fiduciosi e a tener duro. Il senatore Vallardi, dal canto suo, raccogliendo l’insistenza del presidente Zaia, ha assicurato che per quanto lo riguarda farà in modo che il Parlamento dia corso «concretamente e fattivamente« alle richieste conseguenti allo stato di crisi per il primario. Per Vallardi bisogna assolutamente evitare il rischio che le difficoltà intervenute possano provocare, soprattutto nei giovani imprenditori agricoli, una condizione di sfiducia, fino all’abbandono dell’impegno in questo comparto così strategico. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
MOTTA. Il funerale di Giangiacomo Guglielmi sarà celebrato domani alle 16.30 nel duomo di Motta. Il pensionato di 96 anni è deceduto ad Asiago domenica scorsa in seguito ad un incidente stradale. Guglielmi stava attraversando la strada quando è stato investito da una Fiat Punto guidata da un 60enne di Marostica. Giangiacomo originario di Dolo da diversi anni risiedeva a Motta di Livenza, prima della pensione aveva gestito due sale cinematografiche a Venezia e negli anni ‘60 l’allora cinema mottense Lucchesi. Il pm Jacopo Augusto Corno, da prassi ha aperto un procedimento penale per omicidio stradale iscrivendo come atto dovuto nel registro degli indagati l’automobilista che la travolto l’anziano con la sua Fiat Punto: U.B., 72 anni, di Marostica. E ha altresì disposto l’autopsia nominando come proprio consulente tecnico Lorenzo Meloni. Effettuato giovedì 22 agosto, presso l’ospedale di Bassano, l’esame autoptico, ieri l’autorità giudiziaria ha dato il nulla osta e si è potuta fissare la data delle esequie. «I parenti della vittima, per essere assistiti, attraverso il consulente personale e responsabile della sede di
Giangiacomo Guglielmi
Treviso, Diego Tiso, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini» fa sapere la società. La perizia medico legale sarà determinante per fare un po’ più di chiarezza anche sulla dinamica dei fatti, oltre che sulle cause della morte; bisognerà capire innanzitutto se sia stata dovuta esclusivamente al violento trauma cranico conseguente all’impatto con la vettura o se sia stata concausata da altri fattori: a quanto riferito da alcuni testimoni, l’ultranovantenne, che stava camminando sul marciapiede, avrebbe perso l’equilibrio scivolando per terra prima di essere falciato. — Gloria Girardini
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GIORNO&NOTTE
DOMENICA 25 AGOSTO 2019 LA NUOVA
L’AGENDA mostre, spettacoli e appuntamenti
Giardini e Arsenale I tempi interessanti della Biennale Arte
dell’artista Joan-Jonas.
Punta Dogana e Grassi “Luogo e segni” Fino al prossimo 24 novem- e “La pelle”
Guggenheim “La natura bre nei padiglioni dei Giardi- “Luogo e segni” è la mostra al- di Arp”
Fondazione Vedova, alle Zattere. Da mercoledì a domenica orario 10.30-18.
Ca’ Pesaro Retrospettiva ni e all’Arsenale è aperta la lestita a Punta della Dogana “La natura di Arp” è il titolo 58ª Esposizione internazio- fino al 15 dicembre prossi- della mostra alla Collezione Arshile Gorky nale d’arte della Biennale. Orario: tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 18. Solo Arsenale venerdì e sabato fino al 5 ottobre fino alle 20. Sono previste aperture speciali per due lunedì in programma il 2 settembre e il 18 novembre. Il biglietto intero costa 25 euro, quello ridotto 22. Per informazioni sulla mostra collegarsi al sito della Biennale di Venezia all’indirizzo www.labiennale.org.
mo. A Palazzo Grassi è allestita la mostra “La pelle” dedicata a Luc Tuysmans (fino al 6 gennaio). Orario: 10-19. Chiuso il martedì.
Peggy Guggenheim, a Ca’ Venier dei Leoni sul Canal Grande che resterà aperta fino al prossimo 2 settembre. Orario: 10-18, chiuso il martedì.
A Ca’ Pesaro è allestita la mostra dal titolo “Arshile Gorky 1904-1948”. La mostra resterà aperta fino al prossimo 22 settembre.
Chiesa di San Lorenzo Joan Jonas a “Ocean Space”
Fondazione Vedova L’artista in bianco e nero
Fondazione Prada Kounellis in mostra
“Ocean Space”: nella chiesa di San Lorenzo è in mostra fino al prossimo 29 settembre l’installazione multimediale
“Emilio Vedova di/by Georg Baselitz” è il titolo della mostra che resterà aperta fino al prossimo 3 novembre alla
Alla Fondazione Prada a Ca’ Corner della Regina è allestita la mostra dedicata all’artista Jannis Kounellis. Il proget-
to, sviluppato con la collaborazione dell’Archivio Kounellis, riunisce più di 60 lavori dal 1959 al 2015, provenienti da musei e importanti collezioni private in Italia e all’estero. Fino al prossimo 24 novembre. Orario 10-18, chiuso il martedì.
Gallerie Accademia Baselitz in mostra Alle Gallerie dell’Accademia è allestita la mostra “Baselitz-Academy”. Fino al prossimo 6 ottobre. Dal martedì alla domenica dalle 8.15 alle 19.15. L’esposizione ha l’intento di ripercorrere tutti i periodi e gli snodi cruciali dei
sessant’anni di carriera dell’artista attraverso dipinti, disegni, grafiche e sculture. Caratteristica peculiare sarà una serie di lavori raramente esposti che esplorano il rapporto di Baselitz con l’Italia e con la tradizione accademica. Il ricco percorso espositivo, che presenta dipinti, disegni, stampe e sculture di Baselitz, si snoda lungo sette sale ed è suddiviso in sezioni che si concentrano su temi quali i disegni ispirati daPontormo, i ritratti capovolti e gli imponenti dipinti di nudi di grandi dimensioni, lavori eccezionali che non sono mai stati esposti insieme prima d’ora.
MOSTRA DEL CINEMA
Short Film e Master Ca’ Foscari sul red carpet Nello spazio della Regione sarà presentata la decima edizione del Festival per giovani Anche quest’anno Ca’Foscari si affaccia al mondo del cinema e partecipa in varie occasioni alla 76. Mostra Internazionale di Arte Cinematografica. Si comincia giovedì 29 agosto alle 13 allo Spazio Regione Veneto dell’Hotel Excelsior con la presentazione del Ca’ Foscari Short Film Festival, che quest’anno festeggia il decimo anno, appuntamento primaverile per le scuole di cinema internazionali in tema di cortometraggi, e il Master in Fine Arts in Filmmaking, la nuova opportunità legata al cinema in tema di formazione. All’incontro saranno presenti, tra gli altri, Shinya Tsukamoto e Igort. Shinya Tsukamo-
to è uno dei registi di punta della scena cinematografica internazionale. Alla Mostra del Cinema ha finora presentato ben otto film, di cui l’ultimo, “Zan – Killing”, era in concorso nella scorsa edizione. Quest’anno è ospite della Mostra in qualità di giurato del concorso internazionale. Per Ca’Foscari, Tsukamoto ha realizzato alcuni anni fa la sua prima breve animazione che è diventata sigla di varie attività cinematografiche dell’Ateneo. Igort è tra i più importanti autori di graphic novel in Italia, oltre che fondatore della casa editrice Oblomov e direttore della rivista Linus. Esordisce quest’anno alla regia con il
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Tra le iniziative anche una nuova opportunità in tema di formazione
film “5 è il numero perfetto”, adattamento di un suo celebre graphic novel, che viene presentato nell’ambito delle Giornate degli Autori presso la Mostra del Cinema. Igort è stato anche autore dei manifesti di tre edizioni del Ca’Foscari Short Film Festival, nonché ospite nell’ambito dello stesso festival. La decima edizione del Ca’Foscari Short Film Festival si svolgerà dal 25 al 28 marzo. Il Ca’ Foscari Short Film Festi-
val è il primo festival di cinema in Europa gestito da studenti universitari guidati da una commissione di docenti di studi sul cinema e professionisti del mondo dello spettacolo con la direzione artistica e l’organizzazione generale di Maria Roberta Novielli. Il cuore è un concorso internazionale aperto a studenti di cinema di tutto il mondo, punto di riferimento nell’ambito della ricerca sulla multimedialità. Il Master Fine Arts in Film-
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Musica ironica e popolare Il Festival non ha confini
VENEZIA
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QUOTE SUPERENALOTTO
Nessun 6 Nessun 5+1 Ai 5 5 & 46.254,55 Ai 590 4 & 398,13 Ai 22.119 3 & 32,02 Ai 356.527 2 & 6,17 QUOTE SUPERSTAR
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Oggi, domenica 25 agosto il Festival Internazionale di Musica di Portogruaro inizia con la matinée dedicata ai Nuovi Concertisti: alle 11, nella sala Consiliare del Municipio di Portogruaro si esibiscono Emma Roijackers (violino) e Aidam Mikdad (pianoforte) allievi della classe di violino di Ilya Grubert, violinista di fama, grande didatta e da anni colonna portante del Festival di Portogruaro. Da pomeriggio a sera, poi,
making si conferma un’eccellenza nel panorama della formazione cinematografica in Italia. Vanta prestigiosi partner e riesce a riunire attorno a sé i principali rappresentati dell’ecosistema cinema del territorio, oltre che nazionale: ad arricchire con la loro esperienza le lezioni del Master contribuiscono nomi del calibro di Enzo Monteleone, Roberta Torre, Roberto Citran, Tommaso Calevi, Roberto Tornaboschi, Barry Purve. —
LE FARMACIE
portogruaro
Estrazione del 24/8/2019
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Un red carpet memorabile, quello di Lady Gaga l’anno scorso. Quest’anno Ca’ Foscari sarà presente al Festival
a Portogruaro si respira l’ironia festosa e popolare del klezmer, musica popolare degli ebrei ashkenaziti dell’Europa centro-orientale. Alle 18 è Renato Morelli l’ospite della Penombra nella Sala Consiliare del Municipio di Portogruaro. Alle 21, a due passi dal fiume, si esibisce invece la Ziganoff Jazzmer Band, dirompente ensemble di musicisti trentini fondata dallo stesso Morelli che si dedica sistema-
Il violinista Igor Polesitsky
ticamente alla ricerca dei legami perduti fra la musica klezmer, il primo jazz, e lo swing zingaro manouche, attraverso una serie di arrangiamenti originali. Con l’ensemble suona Igor Polesitsky, grande violinista ebreo ucraino. –
Apertura 24 ore su 24 Dal 23 (ore 9) al 26 agosto (ore 9) CASTELLO: Baldisserotto “Al Basilico” Via Garibaldi, 1778 SANTA CROCE: S. Francesco Fond.ta Tolentini, 181 PELLESTRINA: Sestiere Scarpa, 976 BURANO: Rinaldi “S. Albano” via S. Martino Destro, 357 LIDO DI VENEZIA: Ciccarello “Excelsior” Via Sandro Gallo, 74 GIUDECCA: Castegnaro “Al Redentore” S. Giacomo, 2233
TERRAFERMA Apertura 24 ore su 24 Domenica 25 e lunedì 26 ZELARINO: Alla Dogaressa via S. Vigilio 4/c MESTRE: Al Doge Via San Donà, 105
PRIMO PIANO
DOMENICA 25 AGOSTO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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La crisi Il piano prevede un presidente del Consiglio non politico, a Zingaretti e Di Maio il posto di vice Gabrielli in corsa per l’Interno, Gratteri alla Giustizia, Conte commissario all’Unione europea
Un partito del Pil per ricominciare Renzi tesse la squadra di governo IL RETROSCENA
ANDREA MALAGUTI o a Conte, ma, soprattutto, mai e poi mai a Di Maio premier». Chi frequenta Matteo Renzi in queste ore di trattative forsennate, sotterranee e piuttosto ondivaghe, dice che l’uomo è rinato. E chi è stato a cena con lui sostiene che, a sentirlo disegnare scenari futuri, l’ex premier dà la stessa impressione di «un ventilatore arrugginito al quale hanno appena messo dell’olio sulle lame». Metafora efficace, ma non molto generosa. Il senatore sarebbe loquace, gioviale, molto determinato, perché convinto di aver portato l’accordo tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle a un passo dalla conclusione o anche, usando le sue parole, di avere confezionato «l’assist perfetto». A Zingaretti non resterebbe che mettere la palla in rete. Difficile per Renzi perdere questa partita, restando però oscuro se stia giocando nello stesso campo del suo segretario. Se nasce il nuovo governo, se ne potrà intestare il merito, se non nasce potrà consegnarne la responsabilità ai generali dem, a cominciare da Paolo Gentiloni, con il quale i rapporti si sono irrimediabilmente guastati, finendo, nel sottoscala delle sue intolleranze, su un gradino appena superiore a quello in cui ha relegato la relazione con Marco Minniti. Pur consegnando a Zingaretti il compito di tessere la tela con i 5 Stelle (atto dovuto e non voluto), il senatore semplice Matteo Renzi ha idee piuttosto chiare sulla struttura ipotetica del nuovo esecutivo, un governo che dovrebbe
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ruolo di commissario europeo e col quale vorrebbe avere un dialogo nelle prossime ore. E lui? Zitto e buono a guardare gli altri giocare? Escluso. L’ex primo ministro amerebbe collaborare, da esterno, con il ministro destinato a occuparsi di industria e aziende, cioè – in un governo destinato a rappresentare soprattutto la sensibilità del centro sud – con l’Italia che produce e che parla con l’Europa, il cemento e le fondamenta di quella che immagina essere la sua casa futura: il partito del prodotto interno lordo. Perché Zingaretti dovrebbe accettare questo schema sapendo che il collega sta preparando la fuga e per giunta controlla i gruppi parlamentari? Renzi avrebbe spiegato anche questo. «Per il bene del Paese». Nella sua visione, il ricorso al voto immediato (oltre a metterlo fuori gioco),
Il Tesoro andrebbe all’economista in quota Movimento Marcello Minenna
Il presidente della Camera Roberto Fico (M5S) con il leader del Movimento Luigi Di Maio
essere consegnato alla guida di una figura super partes, come quelle del magistrato, ed ex presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone o della vice presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. Professionisti specchiati, indipendenti, al di sopra di ogni sospetto, in grado di affascinare il complicato e riottoso mondo di Rousseau e di non disturbare l’inquieto popolo dem, pervaso, nella prospettiva dell’ex condottiero, dalla solita frenesia inconcludente. A concludere vorrebbe pen-
sarci lui, che saprebbe come distribuire i portafogli più prestigiosi. Per il Pd e per i 5 Stelle, cominciando dall’ex dominio di Matteo Salvini, il ministero dell’Interno, da consegnare al capo della polizia Franco Gabrielli. Garanzia di rigore e incidentalmente uomo col quale si intende a meraviglia. Di Maio – dice – potrebbe tenere la vicepresidenza del Consiglio e il ministero dello Sviluppo economico, il senatore Patuanelli prenderebbe il posto del collega Toninelli alle Infrastrutture e alla Giustizia potrebbe finire il
Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, stoppato in passato dal presidente Giorgio Napolitano ma non inviso a Mattarella. Anche il Tesoro cambierebbe titolare, passando da Tria all’economista in quota Movimento Marcello Minenna. Zingaretti potrebbe decidere di entrare a Palazzo Chigi assumendo lo stesso grado di Di Maio, ma sul tema Renzi sarebbe stato – bontà sua – più vago: faccia come crede. Nel suo puzzle ci sono tutte le tessere. Compresa quella di Giuseppe Conte, destinato a un
consegnerebbe il Paese a Salvini, che, per quanto ammaccato da queste settimane senza senso, in campagna elettorale recuperererebbe l’antico istinto omicida (detto in senso figurato). La gestione della cosa pubblica assieme al M5S per il Pd sarebbe poi piuttosto semplice. Archiviati gli scogli Tav, Tap e Ilva, non esistono vere distanze su reddito di cittadinanza e salario minimo e il Tesoro ha già trovato i 23 miliardi che servono per impedire l’aumento dell’Iva (in parte dai fondi Ue, in parte dai risparmi su Quota 100 e reddito di cittadinanza e in parte dalla fatturazione elettronica). «Questa esperienza di governo avrebbe due riflessi: aiuterebbe Bonaccini a vincere le elezioni in Emilia fra tre mesi e archivierebbe la stagione di Salvini, pressato dalla voglia di dettare una nuova agenda di uomini come Zaia o Fontana». E consentirebbero a lui – convinto con Hermann Lotze che affilare i coltelli è noioso se non si arriva mai a tagliare – di immaginare, formare e guidare il nascituro partito del Pil. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Due debolezze e un nemico non bastano per un governo forte
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«È tutta colpa di Conte» E lui: «Mai più con la Lega» ROMA. Battute al veleno incro-
ciate tra Conte e Salvini. Il premier dimissionario rompe un silenzio che durava da giorni per mettere il turbo all’alleanza fra Pd e Movimento Cinque stelle: «Per quanto mi riguarda, la stagione con la Lega è chiusa e non si riaprirà». Il messaggio è chiaro: sono disponibile a un Conte bis, ma bisogna chiudere definitivamente la porta a Salvini. Matteo Salvini dal canto suo accusa il premier della crisi. Ma ormai non crede veramente alla possibilità che Luigi Di Maio accetti la sua offerta, un nuovo governo gialloverde con il capo dei 5 Stelle a Palazzo Chigi. Non ci crede perché ci sarebbero una serie di corollari che dovrebbero materializzarsi in punti programmatici ovvero tutti quei “no” che hanno portato alla crisi e per incanto dovrebbero trasformarsi in sonori “sì”. Nella nuova squadra, inoltre, non ci dovrebbe essere l’ombra della ministra della Difesa Trenta e di quello alle Infrastrutture Toninelli. Il punto rimane che Salvini sta cercando di gettare sabbia negli ingranaggi che con fatica Di Maio e Zingaretti stanno provando a far girare. In ogni caso, di Conte, il non dimissionario ministro dell’Interno non vuol sentire parlare. È lui che, per il leghista, ha condizionato negativamente le scelte dei grillini dopo le Europee. Compreso il compromesso che ha portato Ursula Von der Leyen alla presidenza Ue. «Conte si è venduto a Merkel e Macron», dice Salvini. E ora pensa che l’alleanza coi Dem trasformerebbe il M5S «in un partito di regime e sarebbe la morte per un movimento nato per interpretare il sentimento anti-establishment degli italiani». Il capo della Lega ha anche il sospetto che le parole del premier al G7, quando dice che non contano le persone ma i programmi, sia un’apripista per l’intesa giallorosso. A Salvini interessa sganciare Di Maio da Conte. Per poi magari lasciarlo, andare a elezioni ad ottobre e incassare tutto. —
FABIO BORDIGNON
IL COMMENTO
uò un governo forte nascere dall’unione di due debolezze? La riapertura del secondo forno, quello che dovrebbe cucinare l’alleanza M5s-Pd, porta con sé una lunga serie di incognite e, per entrambi i partiti, un elevato rischio di bruciarsi. Poi, se questo matrimonio s’ha da fare, ancora non è del tutto chiaro per fare cosa. Un regime di tipo parlamentare, con una legge elettorale proporzionale, impone
la furia di salvini
(quasi sempre) di trovare alleati in parlamento. Sicuramente, non lo vieta: nessun vulnus, dunque, per la democrazia. Poi, dipende sempre da “come ci si arriva” a fare le alleanze. Nel 2018, per il Pd sarebbe stato un suicidio siglare, da sconfitto, un patto con l’indiscusso vincitore delle Politiche. Oggi le condizioni sono cambiate. Il M5s è reduce dal fallimento della sua prima esperienza di governo, e dalla batosta delle Europee. Il Pd è risalito, ma non di mol-
to. Soprattutto, appare eternamente in balìa delle sue faide interne. Con una leadership incerta, e un-leader ombra che, quotidianamente, conduce la sua personale guerriglia. Due debolezze, unite solo dal comune nemico, difficilmente reggerebbero l’urto della campagna mediatica che Salvini riverserebbe sul governo. Per resistere, servono obiettivi chiari, una squadra compatta. Soprattutto: la certezza di durare. Pd e M5s sono in grado di mettere
in campo un progetto con queste caratteristiche? Il M5s ha finora mostrato grande pragmatismo nella scelta degli interlocutori. Ha sfruttato al meglio la sua natura ibrida per tenere aperta ogni soluzione. Ma nel discorso politico del M5s, il Pd, negli ultimi anni, ha sempre rappresentato il nemico. Attenzione, però: non è solo una questione di principi. Di Maio può davvero pensare di governare, “serenamente”, per altri quattro anni, con il voto
dei parlamentari dem, in parte consistente ancora controllati da Renzi? Dal canto suo, il Pd deve capire se, sul piano programmatico, è possibile individuare un minimo comune denominatore con i 5s. Per fare questo, deve però dotarsi dello stesso pragmatismo del potenziale alleato. Ciò significa mettere da parte l’illusione, molto diffusa a sinistra, di poter “cambiare” il movimento. L’idea che il destino lo porti inevitabilmente a sé, perché,
in fondo, è sempre stato una parte – anzi, una costola – della sinistra. Qualsiasi trattativa deve partire dal presupposto che il M5s è anche altro. E non è ancora del tutto escluso che, alla fine, non ceda nuovamente alle avances dell’altro pretendente. Anche se questo l’ha trattato male. Quella con la Lega, per i 5s, non è stata solo una “storia sbagliata”. E, nonostante le pubbliche accuse di tradimento, Di Maio non ha ancora chiuso, ufficialmente, la relazione con Salvini. Comunque vada a finire, tra i promessi sposi vestiti di giallo e di rosso, non è un buon inizio. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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DOMENICA 25 AGOSTO 2019 LA TRIBUNA
TREVISO
Treviso Corso del Popolo, 42 Centralino0422/417.611 Fax 0422/579.212 Abbonamenti 800.420.330 Pubblicità 0422/575611
LA SANITÀ TREVIGIANA
Via il direttore sanitario, terremoto all’Usl In partenza Marco Morgante Cadamuro Avvicendamento imminente. Ha chiesto di tornare al precedente incarico, ma lo staff era nel mirino di Zaia e Regione Terremoto ai vertici dell’usl 2. È in partenza, - forse già nel prossimo mese di settembre – il direttore sanitario Marco Morgante Cadamuro braccio destro del direttore generale Francesco Benazzi. L’indiscrezione trapela da Venezia, ai piani alti delle struttura sanitaria regionale. E anche se a Treviso tutti si trincerano dietro un muro di cortesi “no comment”, arrivano conferme indirette anche dal mondo politico regionale. Sarebbe stato lo stesso Morgante – c on tanto di lettera inviata al “numero uno” Benazzi – a chiedere di lasciare la posizione per tornare al precedente incarico di dirigente. Si parla di un desiderio di tregua dopo le fortissime pressioni degli ultimi tempi, culminate nei diversi eclatanti casi che l’azienda sanitaria ha dovuto affrontare. Dal caso Geriatria alla code del pronto soccorso; dalle liste di attesa alle carenze degli organici, in un contesto che peraltro ha visto il direttore generale Benazzi scontrarsi con gli Ordini e i sindacati dei medici. Morgante, infine, aveva gestito direttamente la vicenda della paziente oncologica che aveva contestato il trattamento ricevuto, altra vicenda oggetto di ispezioni della Regione. I bene informati assicurano che l’avvicendamento sia questione di poche settimane. Il tempo di trovare un sostituto per il delicato incarico, tanto più ora che si profila all’orizzonte, anche materialmente, la nuova cittadella sanitaria, per quanto a stralci. A Venezia giurano che un pri-
mo tentativo con un alto dirigente della struttura sanitaria non sia andato a buon fine, anche per le inevitabili ripercussioni sul piano dei rapporti fra casa madre e azienda trevigiana. La partita è tutta in mano al direttore generale Francesco Benazzi, in sinergia con la Regione. E sarebbe seguita con particolare attenzione anche dal governatore Zaia, che come sempre ha particolare considerazione di quanto avviene nel suo feudo e nell’Usl unica di Marca, esempio della razionalizzazione dei servizi della sanità pubblica. Le pressioni erano forti da tempo, sui vertici dell’Usl 2, proprio per i numerosi casi saliti alla ribalta: anche sulla direzione sanitaria? Morgante era approdato in direzione strategica nel 2016, nominato da Benazzi, allora commissario, come successore di Domenico Scibetta, nominato dalla Regione al timone dell’Usl 16 di Padova e commissario di Usl 15 e Usl 17 (oggi tutte fuse nell’Usl 6 ), per sostituire sua volta Claudio Dario. Benazzi lo aveva da poco nominato direttore sanitario all’Usl 8 di Montebelluna, al posto di Paola Corziali. Era stato per il noto dirigente medico un ritorno alle origini: Morgante al Ca’ Foncello aveva iniziato, negli anni '90, dopo laurea , specializzazioni e master (e una prima esperienza a capo del distretto) come componente della direzione sanitaria, sotto Stellini. Poi la direzione del San Valentino di Montebelluna e la direzione sanitaria all’Oras di Motta di Livenza. — A.P.
Marco Mogrante Cadamuro primo a sinistra con i vertici dell’Usl (a destra Benazzi e Tomasella), Sotto è in primo piano, a destra nella campagna per le vaccinazioni con i l dg Benazzi
IL PRECEDENTE
Tessarin lasciò nel ’16 Oggi guida l’Angelo 2016: Michele Tessasarin, direttore sanitario con Roberti, fu spostato all’ospedale di Oderzo, prima di passare allì’Usl 3 Serenissima: oggi dirige l’ospedale all’Angelo di Mestre.
Guardia zoofila, aveva 50 anni. L’ultimo dono
Addio Monia, ex Cup Amava natura e disabili IL LUTTO
na vita per gli altri. E la donazione delle cornee come ultimo regalo. Monia Cagnin si è spenta venerdì a 50 anni. Lottava da tempo con un morbo raro, la policontrite ricorrente. Poi un tumore, che nel giro di due mesi non le ha lasciato scampo. Abitava a Sant’Elena di Silea, e solo dieci anni fa aveva
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dovuto affrontare il grande dolore della perdita del compagno Danilo. Fino al 2017, era stata anima del Cup del Ca’ Foncello: la malattia l’aveva costretta ad assentarsi e perse il lavoro alla coop Anthesys. In tutta la sua vita si era dedicata anima e corpo al sociale. Ha assistito i disabili, e ha lottato contro i maltrattamenti agli animali. «Una persona altruista, speciale, meravigliosa», la ricorda Gianni Garbujo, presiden-
Monia Cagnin aveva 50 anni
te dell’associazione Caccia, Pesca e Ambiente del Veneto, «Ha pensato sempre più agli altri che a se stessa. Per il sociale avrebbe dato la vita». Monia fu fra le prime donne a diventare guardia zoofilo-ambientale: era comandante pro-
vinciale per l’associazione Wilderness, e ricopriva il ruolo di segretaria dell’associazione Caccia, Pesca e Ambiente. Ma Monia non era cacciatrice: «Amava soprattutto i cani, lottava contro i maltrattamenti. Si occupava di inquinamento e rifiuti», rimarca Garbujo. Nella prima vita era stata titolare di tre centri estetici a Silea, Treviso e Mogliano. Ma l’intolleranza ad alcuni prodotti l'aveva costretta a cambiare attività. In un convegno a Quinto, nel 2007, entrò in contatto con l’associazionismo della caccia e pesca. Lascia il figlio Devis, mamma Odetta, papà Antonio, i fratelli Luciano, Giorgio e Moreno. L’addio mercoledì, alle 15.30, nella chiesa di Silea. Mattia Toffoletto
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Treviso
Domenica 25 Agosto 2019 www.gazzettino.it
Turismo in crescita: «Ma per gli hotel nessun beneficio» ` Il presidente
di Federalberghi: «Dati da interpretare» LA POLEMICA TREVISO Un trend positivo con-
cluso da un’estate sottotraccia? I numeri delle presenze turistiche diramati dalla Regione incorniciano Treviso come prima città nel Veneto per incremento turistico. C’è un “ma”, però. «I dati anzitutto si riferiscono al primo trimestre del 2019 e non includono l’estate- segnala Giovanni Cher, presidente di Federalberghi in risposta al sindaco-
ma soprattutto, e qui vengono le note dolenti, quel +13% di notti trascorse nelle strutture ricettive include anche le affittanze turistiche. Che, ricordo, sono aumentate del 70% in due anni. Inoltre a Treviso oggi c’è un nuovo albergo, con 80 camere e 150 posti letto. Facendo i debiti conti si comprende come le strutture alberghiere tradizionali possano non solo non aver beneficiato dell’incremento, ma addirittura essere in sofferenza». Il dato viene confermato dall’hotel Continental per cui l’estate passata è stata “la peggiore degli ultimi anni, con una flessione di arrivi nell’ordine delle centinaia” e da una strut-
tura pur in salute come l’hotel Maggior Consiglio. «Noi in genere contribuiamo per tassa di soggiorno con 70mila euro l’anno -afferma la manager Cristina Magoga- quest’anno però abbiamo avuto un deflusso del 10%. I nostri clienti business sono rimasti, ma nel week end i turisti non arrivano». Quindi se è vero che il 2019 sta per andare in archivio come anno record per quanto riguarda il turismo con 131.756 notti trascorse rispetto alle 116.577 dello scorso anno, la fotografia va ritarata sulla crescita esponenziale dell’offerta per dormire in città. «Finchè non si comprenderà che un hotel offre un servizio diverso e ha costi diversi rispetto
ai b&b, si faticherà a comprendere la crisi del settore alberghiero» ragiona Cher. Spesso però la scelta della soluzione alternativa è indotta dallo stato di oggettiva vetustà degli alberghi trevigiani. «Le cose stanno cambiando. Intano il Carlton è stato venduto e sarà oggetto di un completo restauro -prosegue- e per quel che riguarda il Continental la proprietà è intenzionata a mettere mano alla struttura e sta sistemando ogni anno delle stanze. Per fare investimenti a maggior rischio bisognerebbe che, come in molte altre città italiane, l’amministrazione presentasse agli albergatori un piano di eventi quinquennale. Noi oggi
LA POLEMICA Giovanni Cher
per sopravvivere ci stiamo aggrappando a Cortina 2021 e al trend del Prosecco Unesco». Business&sport è invece la ricetta del Maggior Consiglio. «Perchè scelgono noi? Perchè abbiamo un ristorante, una palestra con piscina, distiamo pochissimo dalla Ghirada e da sempre abbiamo investito anche come sponsor nello sport e in particolare nel rugby» commenta Cristina Magoga. «Non offriamo la stanza, ma il servizio completo. Un impegno che il Comune ha iniziato a capire e valorizzare, mentre altri soggetti sono fermi a logiche diverse» conclude sibillina all’indirizzo della Fondazione Marca Treviso. Elena Filini
MOMENTI DELLA FESTA Il governatore della Regione Luca Zaia e il sen. Giampaolo Vallardi con i volontari e, a destra, i trattori protagonisti della giornata che ha toccato i temi dell’agricoltura e del Prosecco
Zaia: «Il Prosecco ora va tutelato» `In dieci anni si è passati da 160 a 600 milioni di bottiglie Il governatore alla trattorata voluta dal senatore Vallardi «Stop alle vigne, bisogna mantenere il reddito nelle aziende» «Bisogna stare attenti, non si può massacrare il territorio» `
FESTA DELL’AGRICOLTURA GORGO AL MONTICANO Stop a nuovi
vigneti di prosecco e già questo potrebbe bastare. Ma Luca Zaia, governatore del Veneto, ieri ha auspicato pure che si trovi una soluzione per l’accesso ai contributi europei. «L’agricoltura dev’essere in mano ai contadini, sia chiaro che non voglio offendere nessuno – ha detto - . Capisco che il mercato è libero, che uno può venire qua e comprarsi 50 /100 ettari piantare, fare e brigare. Ma l’accesso ai fondi comunitari non può essere uguale per chi ha un ettaro e vive di agricoltura come per colui che ha la fabbrica da un’altra parte.
Non funziona così. Questa è la vera sfida. Quand’ero ministro avevo già impostato il lavoro con l’Europa ».
IL TEMA “CALDO” Ne ha parlato a Cavalier di Gorgo al Monticano, durante la “trattorata” organizzata dal senatore Giampaolo Vallardi. Con decine di trattori, dai gloriosi Landini “testa calda” agli avveniristici John Deere. Il governatore si è rivolto ad un pubblico quasi tutto di agricoltori. Toccando il tema del giorno: il vino prosecco. Sempre più amato e cercato, anche all’estero, giocoforza c’è la rincorsa a piantar vigneti. Ma Luca Zaia frena senza possibilità di appello. «Io di de-
creti di piantare nuovi vigneti non ne faccio più». Più chiaro di così. Il prosecco è una risorsa straordinaria, c’è chi vorrebbe piantar e piantare ancora queste viti, alla faccia del territorio, della biodiversità, del mercato. Ma nessun trend economico vive una crescita inarrestabile. «Nel 2009 ho firmato il decreto, vi ricordo che quel decreto ha fatto esplodere il mercato per un semplice motivo: perché ho riservato con un decreto ministeriale l’uso del nome prosecco solo a questi territori – ha ricordato Zaia - . È inevitabile: chi vuole una bottiglia di questo vino o la acquista fatta dal glera autorizzato o non avrà mai scritto prosecco sulla bottiglia. L’Igt
di questa zona è diventata Doc, la Doc è diventata Docg».
L’ANDAMENTO Come se avesse davanti i diagrammi economici, Luca Zaia ha tracciato l’andamento del prosecco in questi dieci anni. «Quando ho firmato il decreto nel 2009 la produzione era di
SULL’ACCESSO AI CONTRIBUTI COMUNITARI: «NON PU0’ ESSERE UGUALE PER CHI HA FABBRICHE E PER GLI AGRICOLTORI»
160 milioni di bottiglie di igt (indicazione geografica tipica) e 60milioni di doc. Oggi facciamo 600milioni di bottiglie». Numeri da capogiro. «Ho l’obbligo di dirvi che con il prosecco bisogna stare attenti – Zaia non fa giri di parole -. Adesso bisogna mantenere il reddito nelle aziende». Dunque consolidare, reinvestire, progettare, il rischio altrimenti è la bolla speculativa. «Dovete confrontarvi con i vostri consorzi – ha esortato così gli agricoltori - la legge prevede che siano i consorzi, non la Regione, a governare il tema del mercato e le scelte. Vi confermo che non possiamo andare avanti a piantare 1200 ettari all’anno come qualcuno aveva previsto.
Questo vuol dire massacrare tutto anche quel che è stato fatto. Lo sapete meglio di me cosa sta succedendo sul glera. Il glera non avrà i prezzi che abbiamo avuto. Il glera comincia a pagare 10, 15, 20 centesimi al kg. Vuol dire rimetterci. Anche con 200 quintali ad ettaro fin là si arriva, si pagano le spese. Da parte mia decreti di piantare nuovi vigneti non ne faccio più. Basta. Quel che c’è basta. Non vado a massacrare il territorio». Lampante è il messaggio in tema di difesa del territorio e della biodiversità, nel solco di quel risultato che sono le colline trevigiane riconosciute patrimonio dell’Unesco. Annalisa Fregonese
Scuola: l’esercito dei docenti precari a caccia di un posto IL PICCO
IN CATTEDRA TREVISO (mf) Dopo la nomina
dei 42 nuovi prèsidi nelle scuole della Marca e dopo le immissioni in ruolo, adesso arriva il momento dell’assegnazione degli incarichi annuali ai supplenti precari. Si parte domani. Il rito si ripete ogni anno. Stavolta, però, i numeri sono davvero da record. Tra elementari, medie e superiori saliranno in cattedra 1.700 insegnanti con contratti annuali. Avrebbero potuto esserci almeno 300 immissioni in ruolo in più. E di conseguenza 300 precari in meno. Ma per questioni tecniche non è stato possibile coprire stabilmente questi posti per una manciata di giorni.
«Quest’anno ci sarà il record di precari -conferma Teresa Merotto, riferimento della Cisl Scuola di Treviso e Belluno- anche perché non sono stati messi a disposizione i posti che si sono liberati per i pensionamenti dopo il 26 maggio scorso. In teoria c’era il tempo per fare la ricognizione. Ma alla fine non è stata effettuata. E così anche questi posti ora devono essere coperti con incarichi annuali». E non sarà nemmeno così semplice. Le liste per gli insegnamenti di materie come matematica e lingua, ad esempio, sono praticamente vuote. Alla scuole non resterà che cercare di coprire i buchi in prima persona andando a chiamare insegnante per insegnante dal-
le liste di istituto. Come se non bastasse, alla luce della crisi di governo appare quanto mai incerto anche il destino del decreto che doveva servire proprio a stabilizzare i precari. Al momento è stato approvato “salvo intese”. Una formula nebulosa. E prima di bandire i concorsi è caduto il governo.
MANCANZA
QUEST’ANNO SONO 1700: MATEMATICA E LINGUA MATERIE SCOPERTE E C’E’ IL NODO DEGLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO
RITUALE Domani, come ogni anno verranno assegnati i posti ai docenti precari che hanno toccato vette record
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L’altro grande problema riguarda gli insegnanti di sostegno. La situazione è drammatica. Nel trevigiano ne mancano oltre 200. «A livello generale si tende magari a pensare che non sia un grosso problema -conclude Merotto- ma la situazione è preoccupante quanto quella della carenza di medici. Bisogna invertire la rotta al più presto». Oggi i ragazzi con disabilità non vengono lasciati soli in classe. Ma a causa della mancanza di docenti specializzati gli incarichi di sostegno vengono affidati attraverso le normali graduatorie. Così capita che un alunno o uno studente con problemi specifici venga seguito da un docente che magari, pur con tutta la buona volontà, non ne sa nulla.