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XI
Taglio di Po Porto Viro Loreo Porto Tolle
Giovedì 3 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Gli studenti hanno spiegato Leonardo ai più piccoli `Il Colombo così
ha affrontato “Il Veneto legge” PORTO VIRO
Gli studenti si sono messi a confronto per un approfondimento sulla vita e le opere di Leonardo. I ragazzi dell’Itse Colombo di Porto Viro hanno accolto l’invito dell’assessorato alla Cultura del Veneto in collaborazione con la sezione regionale dell’Associazione italiana biblioteche, l’Ufficio scolastico re-
gionale, l’Associazione Librai italiani e il Sindacato italiano Librai e cartolai nel prendere parte all’iniziativa “Il Veneto legge”, organizzando una vera e propria maratona che si è tenuta su impulso della responsabile del servizio biblioteca di Porto Viro, Lara Mantovani. Sono stati otto gli studenti che frequentano il triennio dell’istituto e che con le insegnanti di lettere Rossi e Visentin, hanno condotto una performance di lettura collettiva sulla “Vita di Leonardo”. Marta Ballo e Riccardo Tiengo della classe 3.A, Chiara Pregnolato della classe 4.A, Eva Duò e Niccolò
Boscolo Cegion della classe 3.B, Elena Ferro della classe 4.B, Samuele Bruzzese e Anna Marangoni della classe 5.B, oltre a condurre un prima fase della rappresentazione incentrata sulla vita di Leonardo, hanno descrit-
to agli studenti più giovani alcune delle sue principali opere. Destinatari della particolare lezione, condotta proprio dai giovani “esperti” di Leonardo, sono stati alcuni alunni del locale istituto comprensivo che
hanno partecipato alla mattinata proposta loro anche nelle vesti di spettatori attivi. La mattinata è servita a conoscere e ad approfondire le caratteristiche di opere quali il Battesimo di Cristo, l’Annunciazione, la Dama con l’ermellino, l’Ultima cena e la Gioconda, il tutto presentato in un coinvolgente percorso artistico. Per la chiusura dello spettacolo, inoltre, è stata richiesta la collaborazione di tutti i partecipanti: dai lettori agli spettatori, agli insegnanti, che si sono alternati nella lettura di frasi e aforismi attribuiti proprio a Leonardo. Il risultato è stato
un’apprezzata occasione di approfondimento a più livelli. «È stato un momento di incontro e confronto sicuramente significativo - ha commentato la dirigente scolastica Cristina Gazzieri - senza trascurare che fra le varie discipline studiate dai nostri ragazzi del triennio dell’indirizzo turistico-sportivo di Porto Viro, è previsto lo studio di “arte e territorio” che ha fra gli altri, come obiettivo, quello di sviluppare proprio la conoscenza dei linguaggi artistici, inserendoli nel contesto storico generale che li ha generati». Elisa Cac.ciatori
«Fondi alla pesca più accessibili» Al museo di Ca’ Vendramin seconda tappa del seminario `È stato fatto il punto della situazione con il Veneto organizzato dai Gruppi di azione costiera sullo sviluppo che sta utilizzando le risorse più di altre regioni
`
Amidei guida il Lions Contarina Delta Po
TAGLIO DI PO Dopo l’arrivo a Rosolina di martedì, il settimo seminario nazionale dei Flag (i Gruppi di azione locale per la pesca) ieri è entrato nel vivo al museo della Bonifica a Ca’ Vendramin. Ad aprire i lavori è stato Roberto Pizzoli, sindaco di Porto Tolle, nonché presidente del Flag Gac Chioggia Delta del Po: «Il nostro è tra i territori più giovani d’Italia, ma nonostante questo è molto ambizioso da un punto di vista turistico e del settore primario. Il nostro sale rimane comunque la gente che qui lavora e che in cento anni ha cambiato il volto di questa terra». Per la Regione era presente l’assessore Giuseppe Pan che nel puntualizzare come il seminario sia un momento di riflessione importante che serve per scambiarsi idee, ha criticato il funzionamento dei Fondo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp): «Lo trovo obsoleto, se abbiamo una forza per l’agricoltura è il poter gestire direttamente i fondi, cosa che non avviene per quelli europei dedicati alla pesca e purtroppo quando la burocrazia è centralizzata, diventa tutto più farraginoso. Per avere maggior velocità è necessario che i fondi siano gestiti direttamente da ogni territorio».
IL PUNTO È stato Gianluca Fregolent, direttore generale di Agroambiente, a descrivere nello specifico la realtà del Veneto, evidenziando a sua volta tra i punti di debolezza dei Feamp, il ritardo nella gestione delle domande e per questo rimarcando la necessità di modellare le misure alle esigenze dei vari territori. In base ai dati snocciolati da Salvatore Benvenuto, dell’autorità di gestione Feamp del ministero delle Politiche agricole, in tutta Italia sono stati ammessi 356 progetti avviati dai 48 Flag con un impegno di quasi 24 milioni di euro e pagamenti per la metà. Ed è stato dall’analisi esposta dal coordinatore della rete nazionale Flag, Angelo Schillaci, che è emerso come al 30 agosto vi fosse una media del 60 per cento di azioni avviate per le varie misure dei Feamp, «ma ciò non significa aver speso tutti i soldi, perché se le azioni non si attivano, la spesa non parte e non si raggiunge il risultato economico finanziario». Una media nasce mettendo insieme il risultato ottimale del 100 per cento del Veneto con i dati delle quattro regioni che hano un avanzamento delle azioni inferiori al 50 per cento (Friuli Venezia Giulia, Toscana, Campa-
PORTO VIRO
OSPITI Il sindaco di Porto Tolle Roberto Pizzoli insieme a giovani presenti all’appuntamento sullo sviluppo della pesca
nia e Sicilia) e delle sei regioni comprese tra il 50 e il 70 per cento (Emilia Romagna, Lazio, Sardegna, Abruzzo, Molise e Basilicata). A entrare nel dettaglio della programmazione europea è stata Margot Von Soetendal di Farnet (una rete che riunisce i gruppi di azione locale nel settore della pesca Flag, enti di gestione, cittadini ed esperti di tutta l’Unione europea) che ha spiegato il cambiamento dagli iniziali Fep fino al nuovo Feamp 2021-2027, mettendo a confronto parametri che li sottendono come la tempistica di selezione, la cooperazione e il paternariato, e sottolineando un’evoluzione degli stessi verso una maggior dinamicità.
Tre serate di prosa amatoriale con l’obiettivo di raccogliere fondi LOREO-PORTO TOLLE A partire dal 5 ottobre, per tre sabati consecutivi, la Fondazione Kappa organizzerà con la collaborazione di tre compagnie amatoriali una mini rassegna teatrale. Saranno gli attori di El Tanbarelo di
Bellombra, sabato sera sul palco del teatro parrocchiale di Loreo, ad aprire la kermesse con la commedia in tre atti “Don Checo” di Attilio Revinelli. È fissata nel teatro loredano anche la seconda data nel calendario delle attività che porterà in scena la compagnia Arcobaleno e basta! di Scardova-
ATTO FINALE Prima della pausa pranzo e della ripresa con i lavori di gruppo, Andrea Portieri, direttore del Flag Delta del Po ha relazionato sulle azioni intraprese nei comuni di Chioggia, Rosolina, Porto Viro e Porto Tolle, ponendo l’accento sulla necessità di tempi più brevi e di una progressiva sburocratizzazione. Oggi il seminario terminerà la corsa a Chioggia con la presentazione degli esiti dei vari tavoli tecnici nel cosiddetto “Manifesto di Chioggia”. Anna Nani
EL TANBARELO La compagnia di Bellombra aprirà la rassegna
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ri con la commedia “la Bella di mammà” di Germano Benincaso, mentre a chiudere la rassegna sarà al teatro parrocchiale di Ca’ Tiepolo l’Allegra compagnia di Loreo con “Obiancaneve” di Pamela Beretta. Le serate sono state volute dalla Fondazione Kappa che ha contattato le compagnie teatrali e che è nata per volontà degli amministratori di Adriatica a scopo benefico, per favorire lo studio e la ricerca per la produzione nel rispetto dell’ambiente, la realizzazione di pozzi d’acqua nelle zone più svantaggiate e povere e il rafforzamento di un’agricoltura sostenibile, oltre ad opere caritatevoli e di assistenza nei confronti dei bisognosi. È proprio all’insegna della solidarietà che le tre serate, a ingresso con offerta libera, prenderanno forma nei teatri prestati gratuitamente grazie alla disponibilità del Circolo Noi di Loreo e della parrocchia di Porto Tolle. E.Cac.
Il loredano Bartolomeo Amidei è il nuovo presidente del Lions club Contarina-Delta Po. L’imprenditore, classe 1961, sposato con due figlie, è titolare di un’attività agrituristica in un bed and breakfast ed è particolarmente noto nel territorio per essere stato consigliere comunale, sindaco per due mandati, consigliere provinciale per tre legislature, vice presidente del consiglio provinciale e infine senatore. Scopo del neo eletto presidente del club, come lui stesso ha avuto modo di confermare, sarà quello di incrementare le attività. «Nel darvi il benvenuto a questa nostra serata di apertura dell’anno 2019-2020 e nel ringraziare i soci per la fiducia e l’appoggio dimostratomi nell’eleggermi loro presidente ha detto Amidei - vorrei fin d’ora dirvi che l’obiettivo principale di quest’anno sociale sarà senz’altro rinverdire la motivazione e moltiplicare le iniziative per rafforzare il senso di appartenenza al nostro club e in generale al Lions international, la più grande associazione di servizio del mondo». In un periodo storico in cui la tendenza generale è quella che vede calare l’impegno nelle associazioni, a causa di un clima economico e politico che certo non facilita la ricerca di socializzazione e l’impegno civile, Amidei propone un’attività che mira a riaccendere l’entusiasmo verso la vita associativa. «La missione di questo mio anno sociale - ha aggiunto - sarà quella di invertire questo trend negativo, incoraggiando i presenti, incentivando nuove adesioni e creando, attorno a un club prestigioso e di lungo corso (lo scorso anno ha festeggiato i 50 anni dalla fondazione) nuove interesse e nuovo entusiasmo». E.Cac.
«PUNTIAMO A CREARE INTERESSE ATTORNO AL CLUB» Il presidente Amidei
XII
Padova
Giovedì 3 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Affitti Ater non pagati: il Comune si oppone al decreto ingiuntivo L’assessore all’Avvocatura civica Bonavina ha fatto approvare una delibera con cui si autorizza il Comune a resistere in giudizio
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LA VERTENZA PADOVA È ancora braccio di fer-
ro tra il Comune e l’Ater. Non conosce, dunque, tregua lo scontro tra l’amministrazione Giordani e l’ente regionale che gestisce gli alloggi pubblici. Martedì scorso, infatti, l’assessore all’Avvocatura civica Diego Bonavina ha fatto approvare in giunta una delibera con cui si autorizza il Comune a resistere in giudizio contro il Decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Padova lo scorso 1 agosto. Un decreto da 293.379,26 euro legato al mancato pagamento di alcuni affitti pretesi proprio dall’Ater. Un provvedimento contro cui si oppone in tutti i modi palazzo Moroni. «Noi non mettiamo in discussione che gli affitti vadano pagati, ci mancherebbe altro – ha spiegato Bonavina – Le fatture che ci sono state presentate, però, contengono una serie di errori. Di conseguenza non possiamo in nessun modo saldare il dovuto. A titolo di esempio, alcune di queste presentano un’errata indicazione dell’immobile. In altre è stato sbagliato il periodo di riferimento del canone». Tra le contestazioni c’è, poi, la mancata riduzione del 15 per cento degli affitti prevista dalla legge. In alcuni casi è stata applicata in maniera non congrua l’imposta di bollo. Altre fatture invece, riportavano cifre che nulla avevano a che vedere con l’importo del canone. Sono poi arrivate in Comune alcune richieste di pagamento emesse nella stessa data con numeri diversi che indicavano nell’oggetto, lo stesso immobile. «I soldi per pagare quanto dovuto sono già disponibili – ha concluso Bonavina – Non abbiamo, però, nessuna intenzione di corrispondere delle cifre che non hanno alcun attinenza con i canoni d’affitto concordati».
avuto parole durissime nei confronti dell’ente guidato da Gianluca Zaramella e del consigliere regionale della lista Zaia, Fabrizio Boron. Il primo cittadino si è anche spinto oltre, annunciando querele nei confronti dei vertici dell’Ater. «Dire che il Comune non paga debiti verso Ater è falso e risibile: tutto cinema per nascondere l’evidente
«I SOLDI CI SONO, MA NON SIAMO DISPOSTI A PAGARE CIFRE NON ATTINENTI AI CANONI CONCORDATI»
imbarazzo di chi fino a ieri definiva la legge regionale che alzava i canoni alle anziane e agli anziani e ne metteva centinaia a rischio sfratto come la più bella del mondo, salvo poi scoprire che direttamente i vertici della Giunta regionale hanno capito che andava cambiata – ha tuonatoil primo cittadino - Non so come sia abituato Boron a usare i soldi pubblici, ma il Comune di Padova non può pagare, per legge, fatture sbagliate, fatte male e non rispondenti alle leggi in vigore. Stiamo aspettando da mesi le fatture elettroniche corrette. Zaramella si sbrighi a emettere fatture fatte come si comanda invece che fare tutte queste moine, e come sempre saranno subito saldate. In ogni caso siccome a essere parte lesa da queste dichiarazioni è l’immagine di un Comune virtuoso come quello Padova, i nostri legali stanno già approfondendo come tutelare l’ente in sede giudiziaria. Quando si attacca la professionalità dei nostri uffici non transigo e quando avremo dei risarcimenti danni stia sereno Zaramella che quei soldi li metteremo proprio per aiutare gli anziani più deboli che la legge da lui considerata ottima invece colpisce duramente». Alberto Rodighiero
PAROLE DURISSIME Sulla questione, l’estate scorsa il sindaco Sergio Giordani ha
BRACCIO DI FERRO Il rialzo degli affitti Ater fa ancora discutere
AREA VERDE Il progetto ha coinvolto l’amministrazione comunale e la Fondazione Hollman
Basso Isonzo, il primo parco inclusivo ora diventa realtà L’INIZIATIVA PADOVA Un albero di melograno simbolo della vita è la prima pianta, messa a dimora ieri dal vicesindaco Arturo Lorenzoni e dall’assessore Chiara Gallani, del primo parco cittadino inclusivo “Albero del Tesoro” di via Siena al Basso Isonzo. Un sogno pensato dal Comune e dalla Fondazione Hollman, che è diventato realtà grazie al coinvolgimento nell’ideazione dei bambini e di generosi sponsor. Tra le prime realtà aziendali a rispondere all’appello per contribuire economicamente alla costruzione di un progetto così ambizioso, riconoscendone l’alto valore sociale, ci sono Crédit Agricole FriulAdria e Aspiag Despar. «Il parco si estende su 5.600 metri quadrati ed è il primo parco davvero per tutti, realizzato grazie anche alle idee espresse da 1.500 bambini dalle scuole dell’infanzia in su, coinvolti nel progetto “Il Parco che Vorrei”, e a sedici associazioni
che si occupano di disabili - ha detto Gallani - Hanno immaginato un parco di tutti e per tutti, a partire da un libro speciale che lanciava una sfida: pensare a un’area verde anche per chi ha difficoltà». È l’inizio tangibile di un percorso innovativo, di un valore inestimabile in termini di diritti e democrazia, che andrà ad arricchire ulteriormente quello che un domani sarà il grande parco cittadino del Basso Isonzo, uno spazio totalmente privo di barriere architettoniche che sarà suddiviso in tre aree: la ludica con installati giochi inclusivi, l’aggregativa con un punto ristoro e i servizi e, infine, come è stato ricordato nel corso della cerimonia, quel-
UN ALBERO DI MELOGRAMO SIMBOLO DELLA VITA L’INIZIO TANGIBILE DI UN PERCORSO INNOVATIVO
la di interazione con la natura circostante mediante un orto, un frutteto, percorsi con stazioni sensoriali per il coinvolgimento dei cinque sensi. Lorenzoni ha ringraziato tutti i presenti, tra i quali l’assessore Cristina Piva, sponsor e associazioni per l’impegno profuso. «Tutti insieme per un parco realmente inclusivo e di tutti ha affermato il vice sindaco Ad esempio ci sarà l’altalena che potrà essere utilizzata anche da bambini in carrozzina. Una sintesi perfetta dell’inclusivo, uno dei segni della città che cambia e che deve diventare il nostro standard». Maria Eleonora Reffo, direttore amministrativa della Fondazione Hollman che si occupa di persone con deficit visivo, ha sottolineato: «Ringrazio tutti coloro che in questi anni hanno lavorato in squadra per un obiettivo comune, cioè fare omaggio alla città di un luogo che rappresenti il rispetto per le specificità e il valore di ognuno». Luisa Morbiato
Piazzetta San Bellino, al via i lavori di riqualificazione IL PROGETTO PADOVA Al via i lavori di riqualificazione di piazzetta San Bellino, all’Arcella. «Il progetto prevede di ridisegnare i vialetti, sistemare l’arredo urbano con nuove panchine e aiuole e sostituire i vecchi lampioni con un moderno impianto di illuminazione a led molto potente» annuncia l’assessore alle Manutenzioni, Andrea Micalizzi, che oggi illustrerà in una conferenza stampa i tempi di realizzazione del progetto. Un forte plauso per l’avvio del cantiere arriva dal comitato civico Gruppo Vivere bene San Bellino. «Questo intervento, finanziato nel 2017 con 150.000 euro, è attesissimo dai residenti – sottolinea il coordinatore Antonio Huaroto - e risulta essenziale per restituire decoro e sicurezza alla zona,
spaccio, come San Bellino e San Carlo». Negli ultimi mesi, il Comitato ha raccolto oltre un centinaio di segnalazioni di residenti, che indicano come punti caldi del commercio di stupefacenti soprattutto le piccole aree verdi in abbandono, non attrezzate e incolte, disseminate nei due rioni. «Per nascondere la droga e incontrarsi indisturbati con i clienti - spiega Huaroto - i pusher ricercano i cosiddetti fazzoletti verdi collocati nelle vie Dossi, Duprè, Schiavone, Vianello e Induno, giardinetti di 300-400 metri quadrati di proprietà prevalentemente comunale abbandonati all’incuria, dove la gente non si incontra perché l’erba è alta e non ci sono panchine né giochi per bambini».
in considerazione del recente e preoccupante aumento del fenomeno spaccio nei rioni San Bellino e San Carlo».
TANTE SEGNALAZIONI «Fino all’anno scorso – prosegue Huaroto - la compravendita di droga si svolgeva soprattutto nella prima Arcella e a Borgomagno, ma a partire dall’estate scorsa la presenza dei pusher è sempre più massiccia anche in zone precedentemente tranquille e poco o per nulla interessate dallo
I RESIDENTI CHIEDONO ALA GIUNTA ANCHE DI INSTALLARE UNA TELECAMERA PER TENERE ALLA LARGA I PUSHER
LUOGHI D’AGGREGAZIONE Ma non mancano spacciato-
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ri più temerari, che non esitano a stazionare, fin dal pomeriggio, anche nell’affollato parco pubblico situato in via Guardi, a circa 600 metri di distanza da piazzetta San Bellino. «Molti abitanti che controllano il territorio con tanto di binocoli, dai terrazzi dei condomini, segnalano l’arrivo dei pusher anche nel giardino di via Guardi, nonostante sia frequentato da bambini e famiglie, e chiedono al Comune di istallare una telecamera come deterrente. Lanciamo un appello al sindaco Sergio Giordani a vigilare su queste situazioni, e ad avviare interventi di recupero dei “fazzoletti verdi”, facendoli vivere e attrezzandoli in modo che diventino luoghi d’aggregazione per i residenti del quartiere, sottratti all’invasione dei pusher e al degrado». Isabella Scalabrin
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Nordest
“IL PICCOLO PRINCIPE” DELLA BASSA VERONESE Presentato ieri a Palazzo Ferro Fini “El principe Butin” di Lucia Beltrame Menini, trasposizione in dialetto del testo di Antoine de Saint-Exupéry.
Giovedì 3 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Autonomia, Boccia detta i tempi Il ministro in Bicamerale: «Tema nella manovra, per fine anno `«Fra una settimana invieremo lo stato dell’arte alle Regioni i tecnici ci diranno se partiamo già con i Lep o con i fabbisogni» e al Parlamento». Stefani: «Alle parole devono seguire i fatti»
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Gli incontri
L’AUDIZIONE VENEZIA I tempi dell’autonomia procederanno di pari passo con quelli della manovra. Man mano che avanzerà la legge di Bilancio, il Governo conta di capire se potrà partire già con i Livelli essenziali delle prestazioni o se, più probabilmente, dovrà accontentarsi di iniziare con i fabbisogni standard. L’ha annunciato ieri il ministro dem Francesco Boccia, durante l’audizione in commissione bicamerale per le Questioni regionali, spiegando la scelta di inserire un disegno di legge dedicato nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza: «L’intenzione è quella di costruire una cornice unica».
Bolzano chiede norme per la sua specialità e il rinnovo dell’A22
esamineremo per capire finalmente se Pd e 5 Stelle hanno cambiato idea rispetto al mese scorso e quindi se vogliono davvero l’autonomia. Il governatore lombardo Attilio Fontana è prudente: «Boccia è una persona seria, ma la netta sensazione è che nel suo Governo stiano menando il can per l’aia». Il deputato azzurro Dario Bond, al termine dell’audizione, disegna l’immagine di un ministro che procede sull’autonomia «con il freno a mano tirato», ipotizzando una cornice unica per tutti: «Teoricamente è giusto porre tutti sullo stesso livello, ma sotto l’aspetto pratico sarebbe opportuno dare subito risposte a quelle regioni che trainano il Paese. Il Governo deve capire che queste regioni hanno bisogno di risposte immediate e far finta di nulla diventa un problema per l’intera Italia». Angela Pederiva
VENEZIA «L’autonomia differenziata è cosa diversa dall’autonomia speciale, perché anche qui era passato il racconto che con l’autonomia differenziata avremmo trasformato tutte le Regioni in Regioni a statuto speciale: non è così». La puntualizzazione in audizione di Francesco Boccia è arrivata nel giorno in cui lo stesso ministro agli Affari regionali ha pure incontrato Arno Kompatscher (in foto), presidente della Provincia autonoma di Bolzano, che attende dal Governo una serie di norme di attuazione della propria specialità. «Tra queste – ha sottolineato l’esponente della Svp – vi è quella riguardante il personale, che sancisce la competenza primaria della Provincia dopo la privatizzazione dei rapporti di lavoro del pubblico impiego». Insieme al leghista Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento, Kompatscher ha poi incontrato pure Paola De Micheli, ministro dem alle Infrastrutture, per discutere del rinnovo della concessione per la gestione dell’A22 del Brennero. «Il ministro – ha riferito Fugatti – si è impegnato a riconvocare i soci pubblici e, completati gli approfondimenti tecnici e normativi della materia, a presentare una proposta che dia continuità». (a.pe.)
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LA CORNICE Ecco lo schema delineato da Boccia: «Costruiamo una cornice unica, condizionata dalla definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni. I tecnici del Mef ci diranno entro fine anno se siamo in grado di farlo in tempi stretti, altrimenti valuteremo alternativamente per un periodo brevissimo la partenza attraverso i fabbisogni, ma dobbiamo definirli con chiarezza e con certezza. Attorno ai Lep ci dovrà essere il raccordo con tutti i fondi pluriennali di investimento e quindi di copertura non solo sulla spesa in conto capitale, ma anche su alcuni servizi che incidono sulla riduzione delle disuguaglianze. Quindi ci sarà il vincolo per tutti i fondi ad essere destinati prioritariamente sulle aree in ritardo di sviluppo, differenze che non sono solo tra Sud e Nord, ma anche tra Nord e Nord: penso in Veneto, ad esempio, a Rovigo e Belluno». A proposito del caso veneto, il ministro ha mostrato di aver apprezzato le correzioni alla bozza presentata dal governatore Luca Zaia in occasione del loro incontro a Venezia, con l’inserimento dei riferimenti ai princìpi di solidarietà, perequazione e coesione sociale e l’espressa citazione del-
LA SEDUTA L’audizione di Francesco Boccia ieri nella Bicamerale dedicata alle Questioni regionali in tema di autonomia (FACEBOOK)
la legge sul federalismo fiscale che avrebbe dovuto disciplinare i Lep, la cui definizione è però ancora in alto mare: «È un passo in avanti verso un dialogo che tiene conto di tutto il sistema».
I CONTRASTI
LEGHISTA Erika Stefani
IL LOMBARDO FONTANA: «IL GOVERNO MENA IL CAN PER L’AIA» L’AZZURRO BOND: «SI VA CON IL FRENO A MANO TIRATO»
Parole di distensione, anche se non sono mancati nuovi accenni ai rilievi «di esponenti degli stessi partiti nelle Regioni o nei ministeri», che avrebbero impantanato il negoziato durante l’epoca gialloverde. «Quando sono arrivato al ministero – ha riferito Boccia – ho trovato stralci e tracce. Per questo ho chiesto ai miei uffici di fare un raccordo generale. Ieri (martedì, ndr.) abbiamo fatto la prima riunione operativa con tutti i ministeri e abbiamo ricostruito il vissuto in modo certosino perché prima non era stato fatto. Entro una settimana il ministero degli Affari Regionali invierà tutte le infor-
mazioni sullo stato dell’arte a tutti i presidenti di Regioni interessati e al Parlamento. Chiuderemo il pacchetto del passato. Ma non intendo ripartire da zero o dai contrasti che ci sono stati. Tutto servirà a capire quali sono stati i limiti nella trattativa. I 15 mesi precedenti sono stati buttati via sul piano politico ma non su quello tecnico. La ministra Erika Stefani ha fatto quello che era possibile fare nelle condizioni che aveva. È evidente che se le Regioni fanno richieste unilaterali che ritengono essere l’intesa, e non cambiano nella trattativa, è difficile andare avanti».
LE REAZIONI Chiamata in causa, la leghista replica rilevando obiettivi condivisibili, a cui però devono accompagnarsi azioni: «Ora alle parole del ministro dovranno seguire i fatti, le iniziative concrete, la stesura dei testi che studieremo ed
L’Uomo vitruviano scatena la bagarre in Parlamento LO SCONTRO VENEZIA Parlavano di «diplomazia culturale», ma diplomatici lo sono stati ben poco Vittorio Sgarbi e Federico Mollicone, ieri durante l’audizione del ministro Dario Franceschini a Montecitorio. A proposito del prestito dell’Uomo vitruviano, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia al Louvre di Parigi, i due deputati non se le sono certo mandate a dire e anzi sono quasi arrivati alle mani. La seduta congiunta delle commissioni Cultura di Camera e Senato, con annessa diretta televisiva via web, è stata sospesa per una decina di minuti.
VISIONI OPPOSTE Sgarbi, eletto con Forza Italia e
ora nel gruppo Misto, si è complimentato con il ministro dem Franceschini per l’accordo Italia-Francia: «Ha risolto l’equivoco della sottosegretaria che nella incompetenza di Bonisoli (il suo predecessore pentastellato, ndr.) si è occupata di Leonardo e ha sciolto il problema non a nostro svantaggio, perché dando il disegno che sta a Venezia, non visto da nessuno, ha avuto in cambio
VOLANO GLI INSULTI TRA SGARBI E UN ALTRO DEPUTATO SUL PRESTITO DELL’OPERA DI LEONARDO DA VENEZIA AL LOUVRE: SEDUTA SOSPESA
due capolavori di Raffaello». Opposta la valutazione di Mollicone, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione: «Con l’ottimo sottosegretario Borgonzoni abbiamo fatto una battaglia sui prestiti. Per quale ragione nel 500esimo di Leonardo alla Francia dobbiamo prestare le opere italiane più iconiche, mentre ci è stato del tutto escluso a priori il prestito della Gioconda? Ricordiamo che parliamo di un genio i-ta-lia-no. C’è uno squilibrio nel dare l’Uomo vitruviano che addirittura da perizie interne al Mibact risulta avere...».
LE URLA
GALLERIE DELL’ACCADEMIA Vittorio Sgarbi osserva l’Uomo vitruviano
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Mollicone non è riuscito a completare la frase, interrotto da Sgarbi: «È falso, è sbagliato». Il presidente grillino Luigi Gallo ha
cercato di spegnere i fuochi: «Non c’è dibattito in audizione». Ma è stato tutto inutile, urla e insulti hanno cominciato a sovrapporsi senza sosta. Mollicone: «Vittorio, quando sarai ministro della Cultura...». Sgarbi: «Non rompere il c...». Mollicone: «Prenditi un sedativo!». Sgarbi: «Capra, capra, capra!». Mollicone: «Sei patetico!». Sgarbi: «Sei ignorante!». A quel punto Gallo ha sospeso seduta e streaming, ma i testimoni riferiscono che Sgarbi ha continuato: «Ladro! Picchiatore fascista! Picchia tua madre fascistello!». Più tardi Mollicone ha minimizzato: «Nessuna lite. Sgarbi pensava che fossi contrario a Raffaello, semplicemente un malinteso... Ci siamo chiariti». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
GIOVEDÌ 3 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
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La sfida delle Regioni
Feltrin e il Salvini “sudista” Zaia: 5 Stelle unici colpevoli Secondo il politologo, l’autonomia è stata sacrificata ai consensi nel Mezzogiorno Il governatore leghista: «Lettura sbagliata, Matteo ci ha sostenuti con passione» Filippo Tosatto VENEZIA. Ha suscitato un vespaio la sortita di Paolo Feltrin, politologo e direttore scientifico dell’Osservatorio elettorale di Palazzo Ferro-Fini. Intervistato dal nostro giornale, lo studioso attribuisce la spallata di Matteo Salvini al governo gialloverde non già ad una follia d’agosto ma ad
un calcolo dettato da più motivazioni, in primis il timore di un crollo di consensi nel Mezzogiorno - che un sondaggio riservato stimava in 4-5 milioni di voti - in caso di via libera l’autonomia richiesta da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna; un’eventualità che avrebbe compromesso il primato tricolore perseguito dal nuovo Carroccio a vocazione sovranista.
L’analisi, pur condivisa sottovoce da svariati esponenti leghisti, non convince affatto Luca Zaia, lesto a difendere il Capitano e ad imputare ai 5 Stelle il blocco della riforma: «Il professor Feltrin offre una sua lettura ma io, avendo vissuto da vicino tutta la vicenda, mi permetto di raccontare come le cose sono andate veramente. Il ministro Salvini ha sempre seguito i lavori per il rag-
giungimento dell’autonomia con partecipazione, passione e cuore, ma nessuno di noi ha avuto vita facile con i compagni di viaggio», assicura il governatore « nel dicembre 2018 il premier Conte annunciava che a febbraio avrebbe chiuso la partita, invece ci siamo ritrovati a luglio, dopo un susseguirsi di stop and go, a sentire Di Maio che voleva affidare il progetto ad una com-
missione di tecnici napoletani»; «La verità è che i grillini non hanno voluto e non vogliono l’autonomia e questo è il vero e unico motivo per il quale non abbiamo potuto realizzarla. L’ha svelato anche il ministro Provenzano, ringraziando ufficialmente l’ex collega del Sud, Lezzi, per “averla bloccata”». E i timori salviniani di perdere i voti meridionali?«È un’ipotesi smentita dalla realtà», la replica zaiana «la Lega, alle Europee, ha avuto un consenso strepitoso nel Sud, superando il M5S nella maggior parte delle regioni. I cittadini meridionali non sono affatto degli sprovveduti, sapevano benissimo di votare un partito - il mio, quello dell’ottimo ministro agli Affari regionali Stefani - che ha come obiettivo l’autonomia. Ma, a differenza del vecchio ceto notabile che vive di sprechi e clientele, loro hanno compreso che si tratta di
Il ministro in bicamerale spiega quali saranno le prossime tappe del federalismo: decisivo il ruolo del Mef
Boccia: i Lep vanno fissati entro il 2019 Autonomia, mix tra Veneto ed Emilia IL DUELLO IN AULA
Albino Salmaso pero che tutte le regioni chiedano l’autonomia differenziata: sarebbe una svolta storica per l’Italia. Sto tentando di convincere il Sud e non voglio perdere tempo: entro il 2019, i tecnici del Mef diranno se è possibile elaborare i Lep in tempi rapidi. Poi il governo approverà una legge che fissa la cornice istituzionale. I Lep sono in Costituzione da 18 anni:la colpa è di tutti i governi se non sono stati mai realizzati». Sono le 8,40 e Francesco Boccia, dopo aver sorseggiato un caffè con la presidente Emanuela Corda, spiega la road map del suo federalismo con il must della “perequazione” che subentra all’efficienza, slogan del Nord. Nella legge quadro dei Lep, (i livelli essenziali delle prestazioni sociali) dovranno confluire tutte le risorse pubbliche, sul modello dei fondi strutturali Ue per finanziare le aree metropolitane, come Milano, Roma e Venezia. Racconta con tono pacato di aver trovato in Luca Zaia un «interlocutore autorevole pronto al dialogo» alla pari di Stefano Bonaccini mentre giudica incomprensibile la linea dura di Attilio Fontana sulla scuola. Nella Bicamerale delle regioni c’è anche l’ex ministro Erika Stefani e il duello si snoda tra colpi di fioretto e cortesie istituzionali, con il braccio di ferro sulla scuola che tiene banco. Non si parte da zero e non farò tabula rasa del passato, è l’esordio di Boccia. Però non è affatto vero che il governo Conte1 fosse a un passo dalla firma
«S
dell’intesa mentre ora si vuole bloccare tutto. «Nei cassetti ho trovato tre proposte unilaterali di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e l’inizio di un cammino per altre regioni (Toscana e Piemonte). Negli ultimi 15 mesi sono finiti nelle sabbie mobili per i veti sulla scuola, ma molti “no” sono arrivati anche dai ministri della Lega e non c’era malafede, ma un giudizio tecnico dei ministeri che resta un monito». Ma la road map cosa prevede? Più che l’articolo 116, si tratta di applicare il 119 della Costituzione da cui nasce la legge 42-2009 del ministro Calderoli sul federalismo fiscale con i decreti legislativi del 2011. Una cornice che consente la perequazione per finanziare le 15 regioni a statuto ordinario. Il Veneto aveva presentato un altro modello nella sua bozza, ma dopo l’incontro a Venezia il presidente Zaia ha fatto un passo avanti e modificato la rotta, dice soddisfatto il ministro Boccia. Poi l’affondo contro l’immobilismo. «È intollerabile che governo e parlamento nell’arco di 18 anni non abbiano imposto la definizione dei Lep, unica garanzia per rimuovere qualsiasi diseguaglianza come prevede l’articolo 3 della Costituzione. Ho chiesto quindi al presidente Conte di inserire l’autonomia nei ddl collegati alla nota di aggiornamento al Def. I tecnici del Mef ci diranno se è possibile realizzare i Lep in tempi stretti, cioè entro l’anno. Nel caso contrario si partirà con i fabbisogni standard», spiega Boccia. E qui c’è la prima sorpresa. Perché i Lep saranno raccordati ai fondi pluriennali di investimento in conto capitale destinati alle aree depresse. In
Il premier Giuseppe Conte e il ministro delle Regioni Francesco Boccia. Sotto la senatrice Erika Stefani
Veneto bisogna rafforzare Rovigo e Belluno e la stessa attenzione va riservata a Novara, Alessandria e Vercelli in Piemonte per consentire a tutti i territori italiani di raggiungere gli standard medi fissati dal governo. Si tratta di pianificare le risorse pubbliche, da modulare in analogia con i fondi strutturali europei. Una strategia da economista, con uno schema nuovo che verrà sottoposto al Parlamento. E la polemica? Arriva verso le 9. «Si sono persi 15 mesi, io non voglio buttare via nulla del lavoro positivo della Stefani senza rifare però gli stessi errori. Lo scontro più duro si è consumato sulla scuola e la
Duello in aula con la Stefani: «Mi addolora sentir dire che ho sprecato 15 mesi»
La «Cornice istituzionale» varata con una legge delega affidata al Parlamento
una grande opportunità anche per loro». Evocata, Erika Stefani reagisce con evidente stizza: «Per mestiere i politologi ricostruiscono e a volte, purtroppo, costruiscono notizie ad effetto per bearsi sotto la luce dei riflettori. Vorrei tanto che il professor Feltrin mi facesse avere questo sondaggio per poi confrontarci. Sarebbe bello, ogni tanto, misurarsi sui numeri, non sul vento e le chiacchiere». Discordi le valutazioni nel centrodestra: «Fa piacere ascoltare da un esperto la conferma di ciò che, personalmente, ho più volte dichiarato, anche in Parlamento», le parole del deputato forzista Roberto Caon. «Per mesi, i grillini hanno raccontato una grande bugia, sostenendo che l’autonomia avrebbe spaccato l’Italia. Ogni opinione è legittima ma questo è un fatto indiscutibile», ribatte Antonio De Poli, leader dell’Udc. —
proposta della Lombardia non l’ha smontata Francesco Boccia ma l’ex ministro della Pubblica istruzione della Lega: è bene che Fontana se ne faccia una ragione». Messaggio chiaro alla Lombardia con il governatore che ribatte da Milano: «Il governo Pd-5 Stelle mena il can per l’aia, ma Boccia è persona seria». Pace fatta? Poi arriva la reprimenda contro «l’intollerabile numero di leggi impugnate: siamo nel caos, con cittadini e imprese sottoposti a stop and go in attesa della Corte Costituzionale. Basta. Ci vuole una norma per ridurre le controversie Stato-Regioni», dice il ministro. Parte il dibattito e c’è grande silenzio e rispetto quando parla Erika Stefani. «Prendo atto con soddisfazione che l’autonomia è entrata nell’agenda politica. Ma mi addolora sentir dire dal ministro Boccia che ho buttato via 15 mesi. Mi addolora, ho cercato di trovare soluzioni su un tema complesso strumentalizzato dai 5 Stelle. Il mio lavoro è nelle mani del presidente Conte che ha il testo con le richieste delle regioni e le proposte dei ministeri. Boccia parla di una cornice uguale per tutti: per lui sono i Lep, per me è la norma finanziaria uguale a quella di Bressa. Di Maio ha proposto l’osservatorio sul federalismo con base a Napoli: è ufficializzato? I Lep con le relative competenze si possono decidere con il costo storico, prima del calcolo dei fabbisogni standard», spiega la senatrice della Lega. Ultimo nodo: la scuola. «Non si può dire che Cristo è morto di freddo. La proposta della Lombardia non è stata smontata da Bussetti ma dai tecnici del Miur, poi c’è stata la crisi di governo», polemizza la Stefani. Francesco Boccia incassa e ribatte con garbo: «La continuità didattica della scuola si può garantire imponendo la stessa regola applicata ai dipendenti dell’Agenzia delle Entrata. Chi vince il concorso ha un vincolo di 5 anni prima di essere trasferito. Vogliamo portarlo a 10 anni per gli insegnanti? Facciamolo. Basta una circolare, senza smontare la Repubblica e farne un totem ideologico». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Giovedì 3 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
I nodi dell’economia
Ecolab, licenziamenti ritirati in cambio di cassa integrazione Richiesta di Cigs per un anno in attesa della cessione dell’azienda `
LA VERTENZA ROVIGO Nella vertenza Ecolab “si apre una fase finalizzata alla salvaguardia dei posti di lavoro e del sito produttivo”. Così i rappresentanti di Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil commentano l’esito positivo del tavolo di lavoro regionale che ieri a Venezia ha visto i rappresentanti aziendali del Gruppo Ecolab Italia dichiarare la disponibilità al ritiro della procedura di licenziamento collettivo, contestualmente all’avvio della Cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) per 12 mesi, in modo che sia possibile individuare nel frattempo possibili acquirenti dello stabilimento in viale del Lavoro a Rovigo.
TAVOLO REGIONALE L’ammortizzatore sociale, annunciano i sindacati, sarà chiesto infatti dal Gruppo Ecolab Italia per la vendita dello stabilimento rodigino, e non per la cessazione dell’attività. «L’azione unitaria e condivisa di sindacato e lavoratori, con il pieno e decisivo supporto delle istituzioni, dal Comune alla Prefettura alla Regione - spiegano in una nota Enrico Rigolin di Femca Cisl, Federica Franceschi per Filctem Cgil e Giampietro Gregnanin della Uiltec Uil -, hanno consentito di ottenere degli importanti e concreti passi avanti: la dichiarazione dell’azienda di revocare la pro-
AZIENDA DI SUCCESSO ROVIGO Sit cresce e punta ancora su Rovigo: sviluppo di nuovi prodotti, espansione internazionale nel Regno Unito e India, attenzione all’utilizzo di nuovi combustibili e alla gestione dei big data con investimenti per oltre 20 milioni nel biennio 2019-2020. Sono questi i prossimi obiettivi della società quotata in borsa che vanta una sede all’avanguardia anche a Rovigo.
COMPONENTI PER CALDAIE L’azienda produce e commercializza sistemi e componenti per le caldaie a gas e opera nel settore dei contatori intelligenti. Per presentare le ultime novità al mercato finanziario è stato scelto proprio l’avanzato polo produttivo di Rovigo. Un bel vanto quindi per l’area del Polesine spesso criticata per la stagnazione economica legata alla moria di imprese e di investimenti. SIT mira a consolidare la propria presenza sui mercati presidiati, che vedranno il gas rimanere come combustibile predominante ancora per almeno 10 anni. La società guarda inoltre in prospettiva all’utilizzo
Sono 43 le procedure di mobilità già avviate per altrettanti dipendenti `
cedura di mobilità, che avverrà contestualmente all’avvio della Cigs, che sarà chiesta per vendita e non più per cessazione, presso il Ministero del Lavoro o del Ministero dello Sviluppo economico”.
RICHIESTA AL MINISTERO “Al contempo - proseguono i sindacati - verranno messe in atto le procedure per l’avvio delle politiche attive del lavoro, con il sostegno della Regione Veneto”: tutto ciò “in un ritrovato clima di confronto costruttivo tra parti sociali anche grazie all’importante ruolo svolto dall’assessore regionale e il suo staff”.
UNITÀ REGIONALE DI CRISI Il tavolo di lavoro era stato convocato dall’assessore al Lavoro Elena Donazzan, ieri assistita dall’unità regionale di crisi, e ha riunito al palazzo Grandi Stazioni con i rappresentanti sindacali l’amministratore delegato del Gruppo Ecolab in Italia Antonio Costantini e l’avvocato Carlo Marinelli, assistiti da Confindustria Rovigo.
TAVOLO TECNICO IN REGIONE CON SINDACATI, L’ASSESSORE DONAZZAN E I VERTICI DELLA MULTINAZIONALE
VERTICE IN REGIONE L’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan ha presieduto ieri mattina il vertice tra sindacati, azienda e Regione per la situazione della Ecolab
LICENZIAMENTO COLLETTIVO La procedura di mobilità è stata avviata il 13 settembre e consiste nel licenziamento collettivo: riguarda i 43 lavoratori a tempo indeterminato del sito produttivo rodigino, specializzato nella produzione di biocidi, disinfettanti e prodotti cosmetici.
AMMORTIZZATORI SOCIALI L’incontro di ieri, ha spiegato in un comunicato stampa l’assessore Donazzan, è stato caratterizzato dalla serietà e
dal senso di responsabilità di tutti gli interlocutori: «Le argomentazioni portate - ha dichiarato Donazzan - hanno indotto i rappresentanti aziendali a dichiarare la propria disponibilità al ritiro della procedura di licenziamento collettivo, contestualmente all’avvio dell’ammortizzatore sociale per 12 mesi, in modo che sia possibile individuare nel frattempo possibili acquirenti del sito di Rovigo».
La Regione continuerà a seguire gli sviluppi della vicenda Ecolab, assieme alle parti, tramite un apposito tavolo di monitoraggio delle varie opportunità di acquisizione che emergeranno, grazie all’impegno di tutti i soggetti presenti all’in-
MOBILITAZIONE I 43 dipendenti della Ecolab raggiunti dalla lettere di messa in mobilità nei giorni scorsi hanno manifestato davanti alla Prefettura, convincendo le autorità ad aprire un tavolo di crisi sulla situazione dell’azienda
DUE GLI STABILIMENTI OPERATIVI A ROVIGO: IL GRUPPO OCCUPA COMPLESSIVAMENTE DUEMILA ADDETTI
vecchia fabbrica tessile in smantellamento. Qui si trova il reparto fonderia con le lavorazioni più consistenti. Nel 2014 sono state concentrate anche le lavorazioni di Sit Sensori, la produzione di analizzatori d’atmosfera, valvole e termostati gas ed elementi termosensibili. Nel 2004 la crescita
RICERCA DI ACQUIRENTI
“Sit”, vetrina d’eccellenza e 30 milioni di investimenti per attrarre nuovi capitali di nuovi combustibili (con particolare riferimento all’idrogeno) ma anche allo sviluppo della gestione dei dati raccolti dai contatori intelligenti installati. Proprio nell’ambito dell’idrogeno Sit è stata selezionata dal Ministero per lo sviluppo economico inglese per la realizzazione di un contatore a idrogeno nell’ambito del progetto nazionale Hy4Heat con la consegna del prototipo prevista entro il primo trimestre 2021.
stitori è stato presentato nel dettaglio anche l’avanzato polo produttivo di Rovigo. Il sito, operativo da oltre 30 anni, rappresenta un punto fondamentale del know-how tecnologico di Sit. Per aumentare e razionalizzare la capacità produttiva globale è stato scelto proprio questo centro, dove è iniziato un ciclo di investimenti, circa 30 milioni di euro, che ha avuto come perno il potenziamento dello stabilimento e la realizzazione di un polo logistico integrato in Italia.
VETRINA POLESANA Durante l’incontro con gli inve-
L’AZIENDA DETIENE IL 30 PER CENTO DEL MERCATO DELLE VALVOLE PER GAS E SISTEMI PER MISURARE I CONSUMI
LA STORIA
QUOTATA IN BORSA Federico De’ Stefani, contitolare della Sit
Si è giunti dunque al terzo capitolo della storia che lega SIT a Rovigo, uno sviluppo portato avanti fin dal momento in cui i fondatori Pierluigi e Giancarlo De’ Stefani hanno creduto in questo territorio. Era il 1981 quando la famiglia De’ Stefani ha acquisito lo stabilimento Imer, oggi chiamato Rovigo 1, che allora era una
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Primo Piano
Giovedì 3 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Appello al miocrocredito per una startup d’eccellenza “Desamanera” lancia una campagna di raccolta fondi per sostenere i nuovi progetti legati allo sviluppo di una linea di stampanti 3D ceramiche
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INNOVAZIONE ROVIGO Rovigo arriva ai vertici della stampa 3D grazie a una startup che ha lanciato una campagna di crowdfunding. Stiamo parlando di Desamanera, giovane azienda che produce stampanti 3D ceramiche per creare oggetti in pietra di grandi dimensioni con una tecnologia brevettata. Per finanziare lo sviluppo commerciale, la startup ha lanciato una campagna di equity crowdfunding sul portale Starsup con l’obiettivo di raccogliere 150 mila euro.
RACCOLTA DI FONDI Desamanera, in quattro anni, ha sviluppato soluzioni tecnologiche proprietarie che consentono significativi vantaggi competitivi in termini di prezzo, flessibilità produttiva e qualità. In particolare, ha evoluto la tecnologia “a letto di polvere” utilizzando leganti proprietari naturali, protetti da due brevetti, per la realizzazione di opere ed oggetti in pietra e marmo di grandi dimensioni con livelli di flessibilità ed efficienza di gran lunga superiori ai pochi competitor.
MICROFINANZIAMENTO
contro di ieri.
L’AZIENDA Ecolab, in una nota, spiega che l’incontro è stato un’opportunità per ribadire l’interesse condiviso di minimizzare l’impatto sui lavoratori, dopo la de-
cisione aziendale di chiudere lo stabilimento rodigino: «È stata una conversazione aperta e ci siamo impegnati a collaborare con il Consiglio regionale del Veneto per trovare la soluzione migliore per tutte le parti coinvolte. Stiamo lavorando con i sindacati per offrire opportunità alternative ai lavoratori coinvolti dalla decisione. Continuiamo inoltre a cercare un acquirente ed abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse nelle scorse settimane». Nicola Astolfi
pezzi l’anno. Rovigo 2 invece, con una superficie di 4.200 mq, assembla 3,6 milioni di valvole all’anno. Sit nel 2018 ha registrato ricavi per 359,7 milioni di Euro, con oltre 2.000 dipendenti e la capacità di servire commercialmente 66 Paesi in tutto il mondo.
IL GRUPPO
è continuata con l’acquisizione dello stabilimento Gasco, oggi detto Rovigo 2. Il primo stabilimento polesano, che ha una superficie di oltre 32.000 mq, di cui 16.500 coperti, utilizza ogni anno 3,2 milioni di chilogrammi di alluminio per valvole e ha una produzione tra i 10 e i 12 milioni di
Il Gruppo è inoltre composto da sei società produttive localizzate in Italia, Messico, Olanda, Romania e Cina. In Italia, con l’obbligo di legge, la diffusione dei sensori per misurare i consumi è piuttosto elevata e in questo contesto Sit vanta una quota di mercato di oltre il 30%. L’azienda guarda con grande interesse al mercato del Regno Unito, dove questi contatori ancora non sono molto diffusi. In Italia si ripresenterà una nuova occasione per sostituire i contatori smart già installati alla volta del 2023. Sit sta inoltre sviluppando un’applicazione che permetterà di prepagare il consumo di gas attraverso un sistema di ricarica. Insomma, una garanzia di continuità anche per gli stabilimenti produttivi attualmente operativi nel Polesine. Emanuele Masiero
Ma in cosa consiste una campagna di equity crowdfunding? In pratica si tratta di un microfinanziamento dal basso, dove tutti possono partecipare anche con piccole somme e la ricompensa viene garantita attraverso una parte di quote societarie. L’Italia, nel 2013, è stata la prima nazione d’Europa ad aver adottato l’equity crowdfunding. Un sistema che potrebbe essere estremamente ghiotto vista l’altissima innovazione brevettata espressa da Desamanera. La valenza della sua tecnologia è infatti testimoniata dalle prestigiose collaborazioni con alcune Università, tra cui Padova e Venezia, oltre che con
OGGETTI IN PIETRA Desamanera opera nel campo delle stampe 3D di oggetti di grandi oggetti in pietra
centri di ricerca nazionali e internazionali per la realizzazione di soluzioni per settori industriali specifici.
IL FONDATORE Antonino Italiano, fondatore di Desamanera, sottolinea anche la portata ecologica della tecnologia proprietaria. «Abbiamo sviluppato una tecnologia che ci consente di adottare un modello di economia circolare - ha spiegato il fondatore - I nostri sistemi e processi produttivi sono stati studiati per realizzare prodotti con materiali riciclati o scarti di altre lavorazioni ed impiegano il materiale strettamente necessario per la produzione, abbattendo drasticamente gli scarti di lavorazione». Desamanera punta ad acquisire una consistente quota di un mercato, quello delle stampanti 3D ceramiche, dove è prevista una dimensione tra 10
anni di circa 3 miliardi e mezzo di euro. La società ha quindi deciso di aprire il proprio capitale agli investitori privati, lanciando una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Starsup che punta a raccogliere fino a 600 mila euro a fronte dell’11% del capitale. Chiunque potrà investire anche poche centinaia di euro diventando socio di un’impresa italiana ad alta potenzialità di crescita.
RISCHIO MITIGATO Inoltre, il rischio connaturato con l’investimento in una società in fase di sviluppo viene ampiamente mitigato grazie alla possibilità, stabilita dalla legge di bilancio 2019, di detrarre il 40% dalla propria dichiarazione dei redditi di quest’anno. Desamanera investirà i fondi raccolti per supportare lo sviluppo commerciale in Italia e in Europa, mirato, in par-
ticolare, a settori specifici come la ricerca e sviluppo di materiali, la protezione costiera, l’architettura e l’arredo urbano e per ulteriori sviluppi in ottica “industria 4.0”. La startup ha ottenuto riconoscimenti nazionali ed internazionali, tra cui finanziamenti agevolati a fondo perduto per oltre 1,2 milioni, inclusi un finanziamento Smart&Start e due Horizon 2020, oltre ad essere stata selezionata da Unicredit per il programma Startlab. Insomma, Desamanera rappresenta una giovane eccellenza polesana che guarda al futuro con tanta voglia di crescere e innovare. E questa volta tutti possono far parte di questa elettrizzante scommessa sul futuro. Per reperire maggiori informazioni o per partecipare alla campagna di equity crowdfunding è possibile visitare il sito web www.desamanera.com. E.Mas.
Borse, mercati finanziari, risparmio: RovigoBanca fa lezione nelle scuole incontrerà gli studenti con il progetto “RovigoBanca incontra la Scuola”. Rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, il progetto giunto alla sua 11esima edizione, è strutturato in uno o più interventi in aula, della durata di circa due ore, su temi a scelta tra quelli proposti da parte degli esperti di Rovigobanca.
LEZIONI DI ECONOMIA ROVIGO Risparmio e uso consa-
pevole del denaro, dal baratto a internet: monete, banconote e moderni sistemi di pagamento, la pianificazione finanziaria, tra “propensione” al risparmio e credito, le diverse forme di investimento, il rischio e le regole di trasparenza, mutui e credito al consumo, chi si indebita e perché, la Borsa, i mercati finanziari, le bolle speculative, moneta elettronica, informatizzazione e digitalizzazione dei sistemi finanziari, l’alternativa del credito cooperativo.
INCONTRI DEGLI STUDENTI CON I FUNZIONARI DELL’ISTITUTO PER CAPIRE COME “GIRANO” I SOLDI
PILLOLE DI ECONOMIA
ROVIGOBANCA Il presidente Liviero
GIORNATA DEL RISPARMIO Sono alcuni dei temi che porteranno gli esperti dello staff di Rovigobanca a tornare tra i banchi di scuola. Sì, perché anche quest’anno, in occasione della 95esima edizione della “Giornata mondiale del risparmio”, l’istituto di credito cooperativo polesano, che conta 20 filiali sul territorio e oltre 150 dipendenti,
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L’obiettivo dell’iniziativa è duplice: da un lato si permette agli studenti di entrare a diretto contatto con il mondo dell’economia e della finanza, attraverso la realtà del credito cooperativo con la sua storia e i principi, dall’altro si stimola una riflessione su valori quali il risparmio, la solidarietà, la cooperazione e il mutualismo.
CONSIGLI ANTI-TRUFFE Senza le necessarie conoscenze finanziarie, infatti, aumentano gli errori ed è più facile cadere nelle mani dei truffatori. E.Bar.
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Belluno
Giovedì 3 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Il Colle in commissione a Venezia Audizione del gruppo di operatori “Progetta Nevegal Domani”. `Il Partito democratico: «Serve un segnale forte, la Regione Al tavolo hanno partecipato Fontanelle, Fabbrinetti e Bortot si assuma la responsabilità di guidare la fase progettuale»
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LA SAGA BELLUNO Audizione alla sesta
commissione consiliare (Turismo) del gruppo #progettaNevegàlDomani. A prendere posto attorno al tavolo Maurizio Fontanelle (Pro loco castionese), per gli operatori del Colle, Marco Fabbrinetti e l’ex presidente della Nis Gimpaolo Bortot. L’occasione era stata sponsorizzata dai due consiglieri regionali del Partito democratico (Bruno Pigozzo e Stefano Fracasso) che, due settimane fa, avevano annunciato che si sarebbero dati da fare per il futuro del Colle. Tra l’altro, il presidente della sesta commissione è Alberto Villanova, che ha abitato in Nevegàl (in villeggiatura) quindi conosce bene quale sia la realtà. Il gruppo regionale del Pd ha spiegato: «La presentazione dell’Agenda strategia di sviluppo per il Nevegal è un primo, piccolo, passo per il rilancio. Adesso la Regione dia un segnale forte e si assuma la responsabilità di guidare la fase strettamente progettuale, dal momento che per anni ha brillato per assenza. È indispensabile – af-
fermano i consiglieri Bruno Pigozzo, Orietta Salemi e Francesca Zottis al termine dell’audizione in Sesta commissione del referente del gruppo #progettaNevegaldomani - che ci sia una cabina di regia affinché il lavoro di squadra funzioni al meglio: quest’area è strategica, non solo dal punto di vista turistico».
L’APPELLO La richiesta arriva dal Partito Democratico e prosegue: «La sinergia tra istituzioni, Provincia e Comune di Belluno, associazioni locali, gestori degli impianti e strutture ricettive è un punto di partenza per una base programmatica che punti al rilancio dell’area per 365 l’anno. Una ripartenza che interessa non solo la Valbelluna, ma tutto il Veneto oltre ai siti Unesco Dolomiti, Prosecco e Venezia – proseguono i consiglieri -. La Regione deve svolgere un ruolo da protagonista coinvolgendo, oltre alle istituzioni, gli operatori e gli investitori privati pensando a medio e lungo termine in vista dei Mondiali di sci del 2021 e delle Olimpiadi del 2026», affermano sottolineando poi «l’importanza del Nevegal che
non va limitata al turismo, pensiamo agli aspetti naturalistici, della biodiversità e della formazione all’attività sportiva, non necessariamente di livello agonistico; è una palestra per gli sport invernali di facile accesso da tutta la pianura». Dal canto loro, i tre bellunesi che sono andati a Venezia, raccontano di aver ricevuto la delega da parte del sindaco Jacopo Massaro «abbiamo portato le istanze del territorio e rappresentato alla Commissione qual è la situazione attuale e le prospettive di sviluppo e rilancio», spiega Maurizio Fontanelle. In commissione c’era anche l’assessore Elena Donazzan, «da sempre sensibile ai temi legati allo sport e ha riconosciuto il valore del Nevegàl come palestra. Ha parlato del Nevegàl – sottolinea Fontanelle
«L’ASSESSORE DONAZZAN HA RICONOSCIUTO IL VALORE DELL’AREA, SOTTOLINEANDO CHE QUESTA È LA MONTAGNA DELLA PIANURA»
La gita Dalla Ricci al Cansiglio: per scoprire la natura
Sono iniziate giovedì scorso le uscite naturalistiche delle classi prime della Scuola secondaria di I grado “S. Ricci” in Cansiglio, occasione di apprendimento e di socializzazione al di fuori delle aule scolastiche. I ragazzi, con la guida degli esperti della cooperativa Mazarol, hanno appreso sul posto la gloriosa storia del Cansiglio sotto il dominio della Repubblica di Venezia; apprezzato il panorama dell’altopiano; stimolato il senso della vista osservando la flora e la fauna del bosco.
– come la montagna della pianura».
GLI OBIETTIVI Quali gli impegni chiesti dai rappresentanti del gruppo #progettaNevegàlDomani? «Abbiamo chiesto soluzioni tampone per questa stagione, che senza le Erte andrà quasi certamente in deficit – sottolinea Maurizio Fontanelle -, abbiamo chiesto di confermare quindi lo stanziamento di 600 mila euro per la ristrutturazione degli impianti, da riportare nel prossimo bilancio». Probabilmente arriveranno due investimenti: un impegno immediato di 60 mila euro (per la stagione senza Erte) e un altro per il prossimo anno, quando si tratterà di valutare l’investimento vero e proprio. Federica Fant
CHIESTA UNA SOLUZIONE TAMPONE, PER QUESTA STAGIONE CHE GIÀ SI PREANNUNCIA IN DEFICIT, E LA PROROGA DEL FINANZIAMENTO
MEZZO SERVIZIO Con ogni probabilità per il Nevegal questo sarà il primo anno senza l’impianto “le Erte” , in quanto ha già usufruito di tutte le proroghe in materia di sicurezza
Pedeserva, assegnati i lavori: ora via al cantiere L’INTERVENTO BELLUNO Piccolo cantiere in vi-
sta per la zona di San Liberale. A breve partiranno i lavori per la sistemazione di via Pedeserva, la strada a monte della chiesetta antica, danneggiata dalla tempesta Vaia. L’enorme quantità di acqua e di detriti trasportati a valle dalla furia del maltempo, infatti, aveva provocato danni alla pavimentazione e ai cigli stradali, erosi e resi instabili tanto che oggi serve metterci mano con mezzi e uomini specializzati. Non sarà il Comune direttamente a occuparsene. Palazzo Rosso al momento, infatti, non è provvisto dei macchinari necessari e ha il personale addetto alla manutenzione delle strade già impegnato in altri cantieri, per questo è stato necessario ricorrere ad una ditta esterna. Ad occuparsi del tratto ai piedi del Monte Serva sarà la ditta Lucchet Gino e Figli di Belluno che ha ottenuto il lavoro per poco meno di 3 mila euro. Non si sa di preciso quando prenderanno il via le operazioni, ma di certo dovranno venir completate entro il 30 novembre, come previsto dalla determina di affidamento dei lavori. I residenti della zona tireranno un sospiro di sollievo, nel veder arrivare gli addetti al cantiere. Da tempo chiedono all’amministrazione comunale maggior attenzione verso quella parte del territorio, messa a dura prova da Vaia nel 2018 e da una bomba d’acqua l’anno precedente. L’abitato, sviluppato lungo le pendici del Serva, è tutto in pendenza e attraversato da un corso d’acqua che ad ogni pioggia abbondante trasporta materiale a valle allagando una strada e isolando due abitazioni. Per quanto riguarda la via principale che l’attraversa, quella oggetto dei prossimi interventi, da tempo gli abitanti lamentano un suo progressivo restringimento a causa proprio dell’erosione progressiva degli argini. (atr)
Allattamento: porte aperte nel reparto di ostetricia L’APPUNTAMENTO BELLUNO Venerdì 4 ottobre in-
contro con mamme e papà all’Ospedale San Martino in occasione della settimana mondiale dell’allattamento al seno. Appuntamento dalle 15,30 alle 18,30 nel reparto di Ostetricia e Ginecologia. «La scoperta di aspettare un figlio - spiegano dall’ospedale - segna l’inizio di una nuova vita, anche per mamma e papà, chiamati da subito ad occuparsi del suo benessere. Nell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia è istituzionalizzato e consolidato il Percorso Nascita, attraverso il quale ginecologi ed ostetriche, in sinergia con il Consultorio, si prendono in carico la gra-
vidanza dalla diagnosi prenatale fino all’assistenza al parto e al puerperio».
Inaugurazione
IL PROGRAMMA
“Farmacia amica” alla Veneggia
Le ostetriche della ginecologia e ostetricia del San Martino di Belluno, diretta dal dottor Fabio Gianpaolo Tandurella e le infermiere della Sezione neonatale di pediatria, diretta dal dottor Stefano Marzini, sa-
«ASPETTARE UN FIGLIO È L’INIZIO DI UNA NUOVA VITA ANCHE PER I GENITORI CHE DEVONO PRENDERSENE CURA»
Dalle 16.00 di venerdì le titolari della Farmacia Veneggia, in collaborazione con “Il melograno”(Centro Informazione Maternità e Nascita di Pordenone) invitano le neomamme a partecipare all’inaugurazione della prima “farmacia amica dell’allattamento materno” di Belluno. Il progetto Faam certifica la Farmacia come istituzione al servizio del cittadino e promuove, sostiene e protegge
l’allattamento nell’ottica della prevenzione e promozione della salute globale con particolare attenzione alla nutrizione infantile. Il progetto è patrocinato da Unicef, Ibfan e Associazione culturale pediatri. Dopo il taglio del nastro per questa certificazione, verrà offerto un piccolo rinfresco per festeggiare anche il secondo compleanno della struttura.
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ranno a disposizione per illustrare il Punto Nascita dell’ospedale San Martino di Belluno e i servizi offerti a supporto della mamma e del bambino. Si aprono dunque le porte del Punto Nascita del San Martino, perché i cittadini possano visitare tutti gli ambienti e toccare con mano l’offerta di assistenza e l’accompagnamento offerto dai primi mesi fino al puerperio. «Sarà - assicurano dall’ospedale - un pomeriggio dedicato alle future mamme e a tutte le donne che da poche settimane vivono la grande avventura della maternità. Ma l’invito è esteso anche ai papà e a coloro che presto lo diventeranno. La presa in carico ed assistenza da parte delle ostetriche per le gravidanze a basso ri-
schio è un percorso che valorizza la gravidanza stessa e la nascita, dando riconoscimento all’autonomia e alla responsabilità dell’ostetrica nella gestione della fisiologia». Si tratta di un servizio innovativo, pensato per le donne con evoluzione fisiologica della gravidanza. Questo il programma del pomeriggio: Presentazione del percorso nascita, visita del reparto di ostetricia e ginecologia, le prime 48 ore in ospedale. Chiaramente non mancheranno i consigli sulle varie tipologie di allattamento al seno, a richiesta o a orario, per permettersi alle neo mamme di orientarsi meglio in un momento di grande cambiamento, com’è l’arrivo di un nuovo figlio.
GIOVEDÌ 3 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
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i giochi inVernali milano-cortina
L’ad delle Olimpiadi Una dozzina in ballo Domenicali è in pole lite ministro-Malagò Lunedì la scelta del top manager che guiderà la Fondazione Partner riuniti a Verona, fari accesi sul direttore Lamborghini
Filippo Tosatto VENEZIA. Ha un profilo defini-
to, ma non ancora un volto, il top manager incaricato di pilotare la corsa di Milano e Cortina ai Giochi invernali 2026. Il suo nome uscirà dal ventaglio di candidati, una dozzina, segnalati dai partner olimpici all’agenzia americana Spencer Stuart; a due mesi di distanza dall’incarico, nel pomeriggio di lunedì i “cacciatori di teste” illustreranno l’esito dello screening ai committenti riuniti alla Fiera di Verona: i governatori Attilio Fontana (Lombardia) e Luca Zaia (Veneto); i sindaci Beppe Sala (Milano) e Gianpietro Ghedina (Cortina d’Ampezzo); il presidente del Coni Giovanni Malagò – che assumerà la guida dell’Agenzia dei Giochi, con compiti promozionali e di rappresentanza – e il ministro dello Sport Giovanni Spadafora. L’IDENTIKIT TRACCIATO
La poltrona in ballo è quella di amministratore delegato della macchina organizzativa a cinque cerchi: si tratterà di una Fondazione, preferita all’opzione della spa perché (sebbene sia partecipata per intero da capitale pubblico) è regolata dal diritto privato, circostanza che, negli auspici alme-
no, varrà ad attenuare i vincoli burocratici e la pressione fiscale, snellendo le procedure operative. La Fondazione non riceverà fondi statali ma gestirà i finanziamenti del Cio, pari a 925 milioni tra cash e valore in servizi, ovvero il 75% della spesa totale stimata in 1, 3 miliardi di euro; le risorse pluriennali stanziate a garanzia dalle amministrazioni lombarda (211 milioni) e veneta (111); i contributi “infrastrutturali” promessi dalle Province “alleate” di Trento e Bolzano. Sul
L’agenzia Spencer Stuart illustrerà l’esito dello screening, esclusi tetti rigidi di stipendio
esperienza nel rapporto con la pubblica amministrazione, estraneità all’ambiente politico, perfetta conoscenza dell’inglese abbinata ad una seconda lingua (preferibilmente il francese), competenza in materia di marketing, disponibilità ad un impegno “full time” di sette anni. Requisiti stringenti, a fronte però di un asso nella manica: la natura privatistica esonera la Fondazione dal tetto di stipendio (240 mila euro lordi annuali) previsto nel settore pubblico. E se Zaia e compagni non sono ansiosi di elargire compensi astronomici, certo l’accresciuto margine di manovra, coerente con i valori di mercato prevalenti, favorirà il conseguimento dell’obiettivo. L’ASSE LOMBARDO-VENETO
versante delle entrare, invece, sarà destinataria degli introiti provenienti da sponsor locali (quelli globali spettano al Cio insieme ai diritti televisivi), merchandising sul territorio nazionale e biglietteria. Un flusso di risorse imponente. REQUISITI E COMPENSO
Così, il timoniere prescelto dovrà rispondere all’identikit tracciato dai soci nella job description che ha preceduto il vertice veronese: curriculum manageriale internazionale,
il m5s punge i leghisti
«No al tortellino di pollo sì il prosecco analcolico Dove sta la coerenza?»
Luca Zaia e Isabella Spagnolo con lo spumante analcolico Bella
«Auspico che lunedì sia decisa la figura apicale perché i tempi sono molto stretti, il Coni non ha nessun candidato, ci atterremo alle indicazioni dell’advisor», le parole di Malagò. Che lasciano intendere una stretta finale a riguardo. Tra i favoriti, secondo i rumors raccolti, ci sarebbe Stefano Domenicali, 54 anni, imolese, già direttore sportivo della Ferrari, oggi presidente e amministratore delegato di Lamborghini. Si tratterebbe, obiettivamente, di un top player capace di soddisfare tutti i criteri richiesti; il dubbio
VENEZIA. La Lega attacca il vescovo di Bologna per i tortellini al pollo, fatti per accogliere i musulmani alla festa di San Petronio, ma il Movimento Cinque Stelle del Veneto punge Zaia: «A suo tempo osannò il Prosecco analcolico per i Paesi islamici». Il comunicato stampa dei consiglieri regionali del M5S cita le parole di Zaia nel 2017: «Una risposta ai mercati musulmani, dove per fatti culturali o religiosi non si bevono prodotto alcolici. Una vendemmia analcolica, fatto unico coperto da brevetto internazionale». «Ah, le tradizioni! Quelle cose che la Lega tira come un elastico secondo la convenienza del momento» prosegue il comunicato del M5S del Veneto «Ora è tutto uno stracciarsi di vesti per l’iniziativa di proporre a Bologna, alla festa del Santo Patrono, anche tortellini con ripieno di pollo: sacrilegio! Il Paese che si svende all’islam! Ma per il prosecco, invece, andava tutto bene, anzi si trattava di un geniale idea… Sarà che c’era di mezzo il business, il fatturato e quando si tratta di soldi, per la Lega, le tanto decantate tradi-
L’esultanza di Giovanni Malagò, presidente Coni, all’annuncio dell’assegnazione dei Giochi a Milano-Cortina
riguarda l’entità del suo compenso abituale – a sei zeri, per intenderci – che potrebbe far storcere il naso agli amministratori lombardo-veneti. Tramontate, invece, altre figure di primo piano prese in esame: Carlo Barlocco, ex amministratore delegato della Samsung, si è accasato nel frattempo a Motorola; Vittorio Colao, ceo uscente di Vodafone, è stato sondato ma ha cortesemente declinato l’invito. Staremo a vedere. Ultimo, ma solo nell’e-
zioni possono andare a farsi friggere. Noi non ci stupiamo, li conosciamo bene e ci ridiamo sopra ogni volta che si gonfiano il petto e si inventano nuove “guerre sante”, ma quando una forza politica si riduce a dire tutto e il contrario di tutto e al “sovranismo del tortellino”, forse sta solo cercando, maldestramente, di allungare il brodo». Nell’occasione cui si riferiscono i Cinquestelle, a Mareno di Piave, nel 2017, Zaia partecipò alla presentazione di quello che fu definito il “vino degli arabi” . “Bella”, questo il marchio lanciato da Iris Vigneti. «Bella perché», spiegò allora la produttrice, Isabella Spagnolo «evocativo del Made in Italy e del life style che identifica il “bel vivere” italiano». Mosto d’uva fresco non pastorizzato, microfiltrato, addizionato con la sola anidride carbonica naturale, ottenuto con uva monovitigno Glera (la stessa del Prosecco) e lavorato con processo tradizionale di spumantizzazione in bottiglia. Iris Vigneti ha depositato un brevetto del 2010 (Process Patent Aapplication) per la conservazione del mosto d’uva. —
sposizione, il suscettibile ministro Spadafora. SCINTILLE SPADAFORA-CONI
Dal grillino – a dispetto della “scomunica” pronunciata a suo tempo da Luigi Di Maio («Volete le Olimpiadi? Pagatevele») – si attendono garanzie circa la rapida approvazione della “legge olimpica” che dovrà formalizzare tempi e modalità dell’intervento del Governo in materia di sicurezza logistica, anti-terrorismo (una
priorità più volte ribadita dal Cio), circolazione doganale e semplificazione dell’iter burocratico. Ma il dialogo tra politica e sport parte in salita: giusto ieri Malagò ha indicato nell’8 novembre «una data possibile» per l’incontro a Losanna tra Spadafora e Thomas Bach, il presidente del Comitato olimpico internazionale; «Non mi faccio prendere appuntamenti da nessuno, se arriva un invito rispondo io», la replica stizzita del ministro a 5 Stelle. –
in commissione regionale
La Lega boccia Berlato Rifiutata l’apertura della caccia a lupi e orsi VENEZIA. Nulla da fare per Sergio Berlato, alfiere di fratelli d’Italia e patrono delle doppiette: la terza commissione del Consiglio del Veneto - che egli stesso presiede - ha bocciato il suo progetto legislativo denominato “Misure di prevenzione dei danni provocati dai grandi carnivori e di contenimento delle popolazioni in esubero rispetto alla sopportabilità del territorio ed alla loro compatibilità con le attività antropiche” che in sostanza prevede l’apertura della caccia a lupi e orsi. Alla discussione ha preso parte anche l’assessore Giuseppe Pan e il “no” - oltre che dall’opposizione - è arrivato anche dai leghisti, lesti
a raccogliere il veto opposto a riguardo dal governatore Luca Zaia. Ora il progetto di Berlato (furioso per l’ennesimo rifiuto) approderà in aula con parere negativo della maggioranza, circostanza che ne rende assai improbabile l’approvazione. Nella stessa seduta la maggioranza ha rinviato sine die un progetto venatorio analogo presentato da Nicola Finco (Lega) che si rifà ad analoghi provvedimenti legislativi delle province di Trento e Bolzano che hanno superato il vaglio della Corte Costituzionale in ragione delle specifiche competenze legislative riconosciute ai due enti autonomi. —
IX
Treviso
Giovedì 3 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Marketing territoriale decollano nella Marca i primi otto progetti Pozza: «Operazione frutto della sinergia pubblico-privato» Caner: «Altre province pronte ad adottare questo metodo» `
IL TURISMO TREVISO Giornata storica per il
turismo di Marca: partono i primi otto progetti di marketing territoriale in provincia di Treviso. A deciderlo sono stati la “Cabina di regia” (la giunta) e il “Tavolo di confronto” (un consiglio formato da amministrazioni pubbliche, associazioni di categoria, consorzi e Pro loco), che si sono riuniti nella sede della Provincia. Gli otto progetti sono quelli che l’organizzazione per la gestione della destinazione turistica “Città d’Arte e Ville Venete del Territorio Trevigiano” ha deciso di sostenere sia come coordinamento operativo e dell’immagine che dal punto di vista economico finanziario.
ne, inutile e inefficace”» sottolinea Mario Pozza, presidente della Cabina di regia, oltre che della Camera di commercio di Treviso. Oltre alla Camera di Commercio, siedono nella Cabina di regia la Provincia,, i Comuni di Treviso, Asolo, Valdobbiadene, Montebelluna, Vitto-
L’ELENCO Gli otto progetti sono la candidatura a riserva della biosfera Unesco della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano; il Super Iat del Comune di Treviso; l’attività di audit e coaching territoriale dell’Ipa dell’Opitergino-Mottense; la promo commercializzazione turistica Ogd del consorzio di imprese “Il Giardino di Treviso”; la guida turistica “Ciao Treviso” dell’Unpli; il progetto “Sulle orme di Lorenzo Da Ponte” del Comune di Vittorio Veneto; l’adeguamento del sito www.visittreviso.it con la creazione e il mantenimento di vari profili social: il Montello come luogo della memoria dell’Ipa Montello - Piave - Sile. Il valore totale dei progetti è di oltre 455mila euro, con un contributo complessivo dell’ Ogd di quasi 242mila.
PRESIDENTE Mario Pozza
IL VALORE È DI 455MILA EURO. NELLA LISTA LA BIOSFERA UNESCO DELL’ASOLANO E IL MONTELLO
rio Veneto e Conegliano, Confcommercio, Assindustria Venetocentro, Confartigianato, Coldiretti e l’Aeroporto di Treviso.
I FINANZIAMENTI Come si finanzierà tutto ciò? Con una parte dell’imposta di soggiorno riscossa dai Comuni aderenti. Ad oggi, sono già stati più di 260mila euro ma la “raccolta” non è ancora terminata. «E questo solo per l’esercizio 2019» conclude Pozza. Anche per il presidente del Tavolo di confronto, il presidente della Provincia Stefano Marcon, quella di ieri è stata una giornata significativa: «È importante essere arrivati ad una efficace e concreta finalizzazione di queste risorse economiche. Anche per i Comuni è un passo significativo perché si comincia a programmare non più in una logica territoriale “comunale” ma, quantomeno, in una dimensione “sovra comunale”. Commenta l’assessore regionale al Turismo Federico Caner: «È stato un percorso non solo quantitativo per i progetti licenziati, ma anche di metodo e di procedura. Un metodo che altre destinazioni nella nostra regione stanno osservando e, in qualche caso, hanno copiato al fine di ottimizzare le risorse le ricadute nei rispettivi territori». (r.t.)
LA SODDISFAZIONE «Un’operazione che è frutto di un’importante sinergia tra pubblico e privato, a testimonianza del fatto che quando si lavora bene e insieme i risultati arrivano a beneficio del territorio e delle imprese. Ed è una risposta a chi in questi mesi aveva classificato l’organismo di gestione della destinazione turistica trevigiana “un carrozzo-
IL MASSICCIO DEL GRAPPA Tra i progetti la candidatura del massiccio del Grappa a biosfera Unesco
Infermieri, matricole al via «Trovano lavoro subito» I CORSI TREVISO Dal primo ottobre, nella sede sede formativa di via Venier, hanno cominciato le lezioni i nuovi immatricolati di cinque corsi di laurea delle professioni sanitarie: 30 per il corso di laurea in Audioprotesi, 36 per Igiene Dentale, 98 per Infermieristica, 10 per Ostetricia, 15 per Tecniche di Radiologia Medica e per Immagini. Per il corso di laurea in Assistenza Sanitaria, l’avvio delle attività per i 50 immatricolati è fissato per il 7 ottobre a Conegliano. Corsi che godono di ottima fama: dai dati di Almalaurea, risulta che la gran parte dei laureati trova lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo.
L’ACCORDO
IL TEATRO intitolato a Da Ponte, protagonista di uno dei progetti
L’Usl 2 da anni ha stipulato una convenzione con l’Università di Padova e mette a disposizione risorse organizzative e professionalità per lo sviluppo del percorso teorico-pratico dei giovani futuri professioni-
sti, che imparano non solo a curare ma anche a prendersi cura delle persone che presentano bisogni sanitari. La formazione rappresenta una leva strategica per garantire standard qualitativi e di sicurezza dei servizi sanitari, in uno scenario di buone pratiche e di personalizzazione degli interventi. Gli studenti vengono, da subito, inseriti nelle realtà operative, affiancati a professionisti che testimoniano e trasferiscono modelli, valori, abilità e passione per la loro professione e dove possono applicare, non solo le conoscenze apprese in aula, ma anche abilità tecniche e relazionali. Sono costantemente supportati da tutor di-
LEZIONI INIZIATE A TREVISO E A CONEGLIANO «UN ANNO DOPO LA LAUREA SONO GIÀ OCCUPATI»
dattici, risorse dell’azienda, appositamente formati sulle metodologie didattiche che guidano il percorso, da guide di tirocinio che affiancano lo studente nelle esperienze di tirocinio e rappresentano dei punti di riferimento per il conseguimento degli obiettivi formativi e la realizzazione degli apprendimenti su cui si basa lo sviluppo della competenza professionale.
LA DIDATTICA In questi anni si è sempre più consolidata la collaborazione con l’Università di Padova: dall’apertura del corso di laurea in Infermieristica a Treviso nel 1997 sono stati avviati negli anni successivi il corsi di laurea in Tecniche di Radiologia Medica, Assistenza Sanitaria, Ostetricia, Tecniche Audioprotesiche, Igiene Dentale. Per quanto riguarda, invece, le professioni della riabilitazione, sono attivi alla Nostra Famiglia di Conegliano i corsi di laurea in Fisioterapia e Terapia Occupazionale.
Marika e Giovanni: parto trigemellare e nozze rinviate L’EVENTO TREVISO Avevano deciso di spo-
sarsi il 14 settembre. I preparativi erano già avanzati. E poi è arrivata la sorpresa. Anzi, tre sorprese. Marika Cecconello e Giovanni Tessaro, lei 28enne dipendente di una gelateria e lui 34enne titolare di una pizzeria da asporto, entrambi di Feltre, hanno scoperto di attendere tre bambini. Una gioia cercata e attesa. Ma certo non avevano previsto queste dimensioni. Così si sono concentrati sulle nuove vite e il matrimonio è slittato a settembre dell’anno prossimo. Ieri è arrivato il grande giorno. Marika ha dato alla luce i tre gemelli, eterozigoti, nell’ospedale di Treviso. Una femminuccia e due maschietti.
IN CINQUE MINUTI Il cesareo è stato eseguito in
mattinata. La prima a venire al mondo, alle 11.19, è stata Emma, la più piccola, con il suo peso che supera di poco il chilo e mezzo. Due minuti dopo, alle 11.21, è stato il turno di Gabriele, che pesa quasi 1,9 chili. Infine, alle 11.24, è nato Riccardo, il più grande dall’alto dei suoi 1,9 chili. I neonati ora si trovano in incubatrice. Hanno bisogno di essere seguiti da vicino, ma stanno bene. Così come sta bene la mamma. «Avevamo deciso di sposarci, ma quando abbiamo saputo di attendere tre bambi-
ni abbiamo spostato il matrimonio a settembre del prossimo anno – racconta Marika con un sorriso che scaccia la stanchezza – non sarebbe stato possibile con tre bambini che facevano già sentire il loro peso. E adesso ci sarà molto da fare».
LA SORPRESA Per i neo genitori è stata davvero una sorpresa. La 28enne, infatti, ha avuto la conferma di essere incita quando ormai erano passati i primi tre mesi di gravidanza. «Il primo test era risultato negativo – spiega – l’ho rifatto in aprile. Solo in quel momento è risultato positivo: ero già di 11 settimane». Lei e Giovanni, però, ancora non sapevano di attendere tre bambini. «L’abbiamo scoperto con un’ecografia fatta a Feltre – ricorda la mamma – ci avevano detto che erano due gemelli. E
EMMA, GABRIELE E RICCARDO PER PRUDENZA SONO ANCORA IN INCUBATRICE MA STANNO BENE 2163fb2b-0e17-4212-a7f1-04f223e39919
pochi istanti dopo hanno aggiunto che in realtà c’era anche il terzo. Abbiamo vissuto una sensazione fortissima, ma sempre con il cuore pieno di gioia. Abbiamo sempre sognato una famiglia. Alla fine abbiamo fatto tutto in una volta». Per l’unità di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Treviso, che segue le gravidanze plurigemellari di tutta la Marca e della provincia di Belluno, è il terzo trigemellare nel giro di tre mesi. Numeri da record. I primi tre fiocchi sono spuntati l’11 luglio: Sara e Claudio sono diventati mamma e papà di Diego, Lorenzo e Stella. Il 25 luglio è stata la volta di Valentina e Manuel, che hanno abbracciato Bryan, Greta e Liam. E ieri è stato il gran giorno per Marika e Giovanni e per i loro Emma, Gabriele e Riccardo. Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
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ATTUALITÀ
GIOVEDÌ 3 OTTOBRE 2019 IL MATTINO
Parla il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con la delega all’Editoria e all’Attuazione del programma: stop alle fake news
Martella: «L’informazione è indispensabile Colpiremo l’evasione fiscale, no a nuove tasse» L’INTERVISTA
Alberto Vitucci olpiremo l’evasione fiscale e non aumenteremo l’Iva. Non ci saranno tasse su sanità e istruzione, mentre si dovrà investire sull’economia verde, tagliando le tasse sul lavoro e lasciando più soldi nelle tasche dei lavoratori». Andrea Martella, 51 anni, veneziano di Portogruaro che adesso abita a Mestre, è il sottosegretario all’Editoria con delega anche all’Attuazione del programma. Un ruolo assunto in questi giorni dall’esponente del Pd, parlamentare da vent’anni, premiato da Zingaretti con un incarico di spicco per la politica veneziana a Roma. Un veneto a palazzo Chigi. Non succedeva da tempo. «Un ruolo importante, che vo-
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Massima attenzione al territorio veneto Completare le grandi infrastrutture glio onorare. Con l’impegno e la massima attenzione per il territorio veneto». Cosa significa in concreto? «Il sostegno alle imprese e la modernizzazione infrastrutturale, la risoluzione delle tante questioni irrisolte per Venezia e il Veneto». Due mesi fa non lo avrebbe immaginato. «Proprio no. Ma l’escalation di tensioni creata da Salvini aveva raggiunto livelli preoccupanti per la tenuta democratica del nostro Paese. Voleva andare alle elezioni per avere i pieni poteri. Invece c’è stata un’alternativa di governo». Sarà un governo stabile? «Credo di sì. Intanto abbiamo ricollocato l’Italia al centro dello scenario europeo. Vogliamo aprire una stagione di rinnovamento per il Paese,
che potrà incidere positivamente sulla vita reale dei cittadini». Editoria e informazione. Sono tanti i problemi aperti che riguardano questo fronte. Non sempre con la politica, di ogni colore, ci sono stati rapporti sereni. «Il principio cardine intorno al quale ho impostato da subito il mio lavoro è che l’informazione è un bene di tutti, indispensabile per la vita di una moderna democrazia occidentale. Gli obiettivi sono quelli di garantire la qualità dell’informazione, ingaggiando una battaglia sul fronte della pirateria e delle fake news». Cambia lo scenario rispetto a qualche mese fa. «È necessario difendere il pluralismo e la libertà di stampa, assicurando sostegni economici adeguati, che tengano contro dell’intero sistema. Bisogna affrontare e vincere queste sfide». Lei è veneziano di terraferma. Come vede il prossimo referendum per l’autonomia amministrativa che la Regione ha convocato per il 1 dicembre? «Venezia e Mestre vanno tenute unite. A chi pensa che si possa battere Brugnaro con un microcomune lagunare bisogna spiegare che per affrontare le sfide imposte dal cambiamento bisogna far massa, non dividersi». Zaia non entra nel merito, Brugnaro invita all’astensione. «Bisogna spiegare le ragioni del no, rifugiarsi nel piccolo significa andare fuori del tempo. Sarebbe uno sciagurato salto nel buio. Purtroppo in questi anni non si è portata avanti a partire dal sindaco Brugnaro una visione unionista e metropolitana, si sono annientate le municipalità. Senza contare che il contenzioso con il nuovo Comune del Cavallino è ancora aperto... Gli inviti a disertare le urne non hanno mai portato bene storicamente». Le elezioni amministrative non sono lontane. Avete già un’idea di chi potrà essere il
enti promotori
Andrea Martella, 51 anni, sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri con la delega all’Editoria
la scheda
In Parlamento dal 2001 ex segretario dei Ds Andrea Martella, 51 anni, nato a Portogruaro, è stato eletto per la prima volta in Parlamento nel 2001. È stato segretario dei Ds veneziani, responsabile nazionale per il Nord con la segreteria di Valter Veltroni, alla nascita del Partito democratico. Poi coordinatore della segreteria Zingaretti, per la corrente di Andrea Orlando. —
con il patrocinio e la collaborazione di
candidato del centrosinistra da contrapporre a Brugnaro? «Al di là dei nomi e degli identikit, adesso dobbiamo lavorare per dare vita a Venezia a un centrosinistra largo, aperto sia alle realtà civiche che al confronto costruttivo con il Movimento Cinque Stelle. Le candidature saranno il risultato di un lavoro di confronto e armonizzazione delle varie forze in campo che auspico possa realizzarsi quanto prima». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
con il contributo
La squadra veneta a Roma con D’Incà Baretta eVariati VENEZIA. Un ministro e tre sot-
tosegretari «pesanti». Nella squadra del governo Conte-bis il Veneto è rappresentato con incarichi importanti. Federico D’Incà (M5S), di Belluno, è il ministro per i
con la collaborazione
Comune di Padova
Rapporti con il Parlamento. Achille Variati, ex sindaco di Vicenza e vicepresidente del Consiglio regionale, il sottosegratrio agli Interni; Pierpaolo Baretta, veneziano, è stato confermato, dopo una parentesi di un anno, sottosegretario all’Economia. Martella infine ha avuto la delega strategica della presidenza del Consiglio per l’Editoria e l’informazione, e in questi giorni anche quella per l’Attuazione del programma di governo. —
con il patrocinio
Provincia di Padova
PADOVA 2 - 6 OTTOBRE 2019 media partner
tutto il programma su www.lafieradelleparole.it
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Castelfranco Vedelago Montebelluna
Giovedì 3 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Prealpi SanBiagio rimpiazza Veneto Banca ` Tre le nuove filiali: in città, a Cornuda e Pederobba. Con i suoi L’istituto di Tarzo potenzia la propria presenza territoriale aprendo sportelli in aree un tempo occupate dal colosso fallito 19mila soci ora è il gruppo di credito cooperativo leader in Italia
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MONTEBELLUNA È quasi impossibile trovare in giro qualche socio che si lamenti perché esiste un rapporto di fiducia con i vertici della banca. È questo il segreto, unito al radicamento sul territorio, che la caratterizza da sempre, che caratterizza Banca Prealpi San Biagio. «Vogliamo - dicono dalla Banca - continuare a stare vicini ai clienti, tutelando i risparmi delle famiglie». Per questo “Prealpi SanBiagio” aprirà 4 nuovi sportelli. Tre nella destra Piave Trevigiana, a Montebelluna (già capitale di Veneto Banca), Cornuda e Pederobba, e una a Campagna Lupia nel Veneziano. In controtendenza rispetto a quello che stanno facendo altri istituti di credito.
L’ANNUNCIO L’anticipazione l’altra sera al termine di un Tra Cda e soci della banca nell’auditorium di Tarzo dell’istituto di credito cooperativo, oggi il più grande del Triveneto con quasi 19mila soci. Numeri frutto delle nozze tra Banca Prealpi di Tarzo (ex cassa rurale e artigiana) e Banca SanBiagio di Fossalta di Portogruaro,
IL PRESIDENTE CARLO ANTIGA: «LA NOSTRA AUTONOMIA SEMPRE AL SERVIZIO DELLE FAMIGLIE»
dove si sta costruendo una sede staccata. Banca Prealpi San Biagio è la più importante tra le ottanta che sono entrate a fare parte del Gruppo Cassa Centrale di Trento. «Abbiamo mantenuto la nostra autonomia», come ha sottolineato il presidente Carlo Antiga, vice in Cassa Centrale.
«Spinelli ai ragazzini» preso pusher 20enne
I NUMERI
Aveva venduto droga ad un minorenne: spacciatore individuato e denunciato. Si tratta di A.S., 20 anni, di Altivole, accusato di spaccio di stupefacenti. I carabinieri di Vedelago, che hanno perfezionato le indagini, hanno posto sotto sequestro anche un bilancino di precisione e 7 grammi di marjuana che i militari hanno trovato addosso al consumatore.
I quattro nuovo sportelli di aggiungeranno ai 61 che l’istituto già gestisce in un territorio composto da oltre 169 Comuni tra Veneto e Friuli, prevalentemente nelle province di Treviso e Venezia, ma anche Valbelluna, Atesino e parti delle province di Pordenone e Udine, con un organico di 465 dipendenti. «Una maggiore dimensione - ha sostenuto Antiga - è un valore aggiunto perché salvaguardiamo l’occupazione e cresciamo in modo equilibrato. Tutte le nostre filiali stanno in piedi da sole anche dal punto di vista economico. Proseguiremo con convinzione su questa strada, dal momento che una nuova apertura non ha solo una valenza economica, ma anche sociale». Lo stesso presidente Antiga ha evidenziato che «L’istituto è e resterà legato al territorio e alle comunità di riferimento anche se vuole a crescere, ma non ha nulla a che vedere con un nostro coinvolgimento per il salvataggio della Carige (che è stata commissariato dalla Bce lo scorso gennaio) grazie al fondo interbancario di tutela dei depositi, che ha chiesto aiuto anche alla nostra capogruppo Cassa Centrale Banca». Giampiero Maset
VEDELAGO
IL BLITZ
CENTRO DI COMANDO Le sede di Tarzo di Banca Prealpi SanBiagio
Nasce il panettone dell’artista quando la cultura sposa l’artigianato CASTELFRANCO L’arte veste il dolce delle feste di Natale. Amelia Corvino, vincitrice della tredicesima edizione del premio “Business for art” promosso da Arte Laguna Prize, disegna il packaging per lo storico panettone dell’azienda castellana Fraccaro Spumadoro. Nasce così, in edizione limitata, il “Panettone dell’artista” che vede il classico prodotto delle feste preparato dall’azienda da oltre 80 anni inserito in una scatola che riprende i temi della celebre fiaba di Natale “Il principe Schiaccianoci”. «Un’iniziativa che abbiamo voluto percorrere perché l’arte è un concetto generale. È fantasia e creatività. Per noi è la ricerca della cultura che poi trasferiamo con passione nei dolci -dice il presidente Luca Fraccaro- Abbiamo voluto così sensibilizzare il pubblico verso l’arte e gli artisti. Ci siamo sentiti rappresentati da questo connubio di arte e artigianato che si sono fusi insieme in un’opera di edizione limitata da gustare prima e conservare dopo». Ma quella del panettone dell’artista non è l’unica novità che l’azienda ha proposto per le feste imminenti. Per quest’anno Fraccaro Spumadoro ha anche scelto di abbandonare la shopper di plastica per donare ai propri clienti, insieme al panettone, una “borsa di carta” curata dall’azienda di comunicazione di Castelfranco FkDesign, che si può chiudere facilmente con un fiocco facendola diventare da semplice sacchettino ad una confezione pronta per essere donata a parenti e amici. Ancora una volta Fraccaro Spumadoro
dimostra di essere un’azienda che sa andare oltre il suo animo storico continuando a rinnovarsi. Nella sede dell’azienda in via Circonvallazione Ovest, Babbo Natale arriva con quasi tre mesi di anticipo offrendo per domani in due orari distinti, dalle 16.30 e dalle 18.30, una degustazione accompagnata dai vini della Cantina MettoSantin per presentare ai cittadini il panettone dell’artista e altre novità. Tra queste anche un panettone a edizione limitata con il burro d’arachidi per una festa nel rispetto della tradizione italiana ma con un tocco di sapore americano, una produzione biologica con pandori e panettoni anche senza glutine e anche un panettone alla birra e uno ai sette cereali. (Degustazione con posti limitati su prenotazione a marketing@fraccarospumadoro.it). Lucia Russo
DEGUSTAZIONI La Fraccaro produce anche panettoni bio
Caerano
Università Terza età c’è la nuova stagione ` Al via oggi, alle 15, nel centro
culturale di Caerano, la sessione autunnale dell’Università degli adulti, che festeggia il 25esimo trimestre di attività didattiche. Parteciperà l’assessore Luciana Velo, che nel 2007 vide nascere, da sindaco, l’università diretta dal presidente Luciano Marizza. Ci si può iscrivere già domani o rivolgendosi alla segreteria: il martedì, dalle 10.30 alle 12, e il venerdì dalle 14.30 alle 16. Le lezioni si terranno al martedì e giovedì, dalle 15 alle 16.30, con termine delle attività previsto per il 12 dicembre, quando andrà in scena uno spettacolo basato sulle canzoni del duo musicale “I Belumat”. Le materie trattate spaziano dalla letteratura italiana all’eco-agronomia, dal riciclo dei rifiuti all’astronomia. Il programma completo può essere ritirato in segreteria. Sono anche in programma tre gite. La prima il 24 ottobre a Faenza, la seconda il pomeriggio del 12 novembre al ME.VE. di Montebelluna e la terza, anche questa pomeridiana, al museo di arte molitoria di Barcon di Vedelago. La seconda sessione prenderà il via, come di consueto, nella primavera 2020. (Fe. Fi.)
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La denuncia dello spacciatore è di qualche giorno fa, ma l’indagine dei carabinieri era partita il 14 settembre. In quell’occasione i militari di Vedelago avevano notato qualcosa di sospetto mentre stavano effettuando un servizio di controllo nei parchi pubblici. Avevano infatti pescato un 17enne di Vedelago con una modica dose di marjuana per uso personale. Il giovane era stato comunque segnalato come assuntore, ma i carabinieri hanno proseguito le indagini sentendo sia il giovane che altri informatori che li hanno portati ad Altivole sulle tracce del pusher. Una volta individuato il fornitore, lo hanno pedinato per qualche giorno e poi hanno deciso di passare all’azione. Ottenuto l’ok dei magistrati si sono recati nella sua abitazione ed
l’hanno perquisita trovando il bilancino e materiale atto al confezionamento che è servito anche per far scattare la denuncia e mettere sotto sequestro il materiale trovato. Durante l’interrogatorio è emerso che lo spacciatore aspettava i clienti nelle vicinanze di casa ad Altivole. Era infatti lì che il 17enne di Vedelago si era recato per acquistare la marjuana poi trovata dai carabinieri.
I CONTROLLI «Stiamo intensificando i controlli specie sui luoghi frequentati dai giovani - spiega il capitano Enrico Zampolli, comandante della Compagnia di Castelfranco -. Il consumo di droga è un problema serio che riguarda giovani e giovanissimi». Nelle ultime due settimane i carabinieri di Castelfranco hanno intensificato l’attività di prevenzione, riuscendo chiudere diversi canali di rifornimento della droga. L’ultimo caso è quello dei “fidanzatini pusher” scoperti e denunciati per spaccio il 25 settembre. In precedenza era toccato a un 19enne di Castelfranco trovato con quattro dosi di ketamina pronta allo smercio il giorno successivo. Ed ora il pusher di Altivole che, in comune con gli altri spacciatori, ha anche la giovanissima età. Gabriele Zanchin © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Giovedì 3 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
L’integrazione difficile
Si rompe l’omertà sull’imam violento «Chiudiamo la scuola» I responsabili della moschea di Padova: `Il bengalese arrestato per botte ai bimbi «Insegnanti all’altezza o fermiamo i corsi» tre mesi fa era stato allontanato da Treviso
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IL CASO PADOVA Nel giorno dell’arresto di Hossain Shahadat la comunità bengalese di Padova aveva subito fatto fronte compatto: «L’imam è un bravo ragazzo, non è possibile che abbia picchiato i bambini che gli venivano affidati per imparare il Corano». Ventiquattro ore dopo, però, quel muro a difesa dell’imam dell’Arcella, popoloso quartiere padovano, comincia a sgretolarsi. A romperlo, pezzo dopo pezzo, sono i dettagli che emergono dalle dieci pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che martedì ha portato in carcere il ventitreenne insegnante di lingua araba e precetti del Corano. Anche i responsabili della moschea, quindi, ora cambiano posizione: «Ero convinto che fosse un bravo ragazzo, ma ho parlato con l’avvocato e ho saputo che ci sono delle prove su quello che ha fatto - ammette Selim Shah, componente della consulta comunale degli immigrati -. Mi è stato detto che usava perfino i pennarelli contro i bambini, anche se non so in quale modo. Se tutto ciò è vero, prendiamo le distanze e anche se verrà scarcerato saremo pronti ad allontanarlo». Selim parla mentre serve i kebab nel suo locale a due passi dalla stazione, si infervora e va addirittura oltre: «Se troveremo un insegnante all’altezza continueremo e apriremo le porte a tutti per far vedere le nostre lezioni. Altrimenti chiuderemo i corsi». Il cancello del centro è rimasto chiuso anche ieri. «Le lezioni sono sospese, valuteremo cosa fare» conferma Kabir Humayun, appena eletto presidente del centro islamico di via Jacopo da Montagnana.
IN TRIBUNALE Questa mattina alle nove l’imam bengalese sarà davanti al gip Margherita Brunello per l’interrogatorio di garanzia. Assistito dai legali Fabrizio Daga e Raffaella Ruffato, dovrà difendersi dalle pesanti accuse di maltrattamenti a minori. Gli avvocati hanno studiato le dieci pagine dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, dove è scritto nero su bianco come l’imam, incastrato dalle telecamere e dalle “cimici” ambientali installate nella moschea, abbia picchiato i suoi piccoli studenti. Hossain viveva con la moglie ventunenne ospite di un’altra famiglia bengalese. Da due mesi e
ALLA POLIZIA SONO BASTATI CINQUE GIORNI DI REGISTRAZIONI VIDEO E AUDIO PER IMMORTALARE PUGNI E INSULTI AGLI ALLIEVI
mezzo insegnava tutti i pomeriggi a venti allievi di età compresa tra i quattro e i dieci anni. Nelle scuole elementari del
quartiere si trovano solo mamme che ancora difendono l’imam, parlando di «bravo ragazzo» e di «insegnante gentile ed educato». Dalle indagini degli uomini della Digos emerge però uno scenario decisamente diverso. Le prime segnalazioni di maltrattamenti ai bambini erano arrivate già alla fine dello scorso anno scolastico, quando c’era un altro imam poi allontanato dai responsabili del centro islamico. Ma le lamentele sono proseguite anche tra agosto e settembre, dopo l’arrivo del nuovo imam, Hossain. Le denunce sono state depositate in Procura e il caso è
stato affidato al pubblico ministero Roberto Piccione, che ha ordinato agli uomini della Digos di indagare. I poliziotti hanno posizionato all’interno della moschea microtelecamere e microspie. L’imam è stato osservato e ascoltato per cinque giorni, dall’11 al 16 settembre. Sono bastati: le videocamere lo hanno immortalato mentre prendeva a pugni e schiaffi i bambini. Le “cimici” ambientali, invece, lo hanno registrato quando ai suoi piccoli allievi gridava «Ti stacco la guancia», «Ti stacco un orecchio», «Ti spacco la testa» e «Ti do con il bastone». Le piccole vittime erano inizialmente due, ma le indagini avrebbero messo in evidenza maltrattamenti nei confronti di molti più bambini. I poliziotti hanno dovuto condurre una vera indagine-lampo per fermare le violenze sugli alunni, ma potrebbe esserci ancora molto da scoprire. Gli inquirenti vogliono appurare se l’imam
NEL MIRINO La moschea padovana dove l’imam Hossain Shahadat (foto a sini
avesse un complice e se qualche frequentatore della moschea sapesse dei maltrattamenti.
IL PRECEDENTE Il caso padovano arriva tre mesi dopo il precedente trevigiano di Pieve di Soligo, dove a luglio sono emersi numerosi maltrattamenti da parte dell’imam bengalese Faruk Omar durante le lezioni di Corano. Quell’inchiesta rappresentò un campanello d’allarme per l’associazione “Al Khadir” di Treviso. È proprio qui che fino a pochi mesi fa insegnava Hossain Shahadat, il bengalese arrestato a Padova. «È stato da noi
dall’inizio dell’anno a luglio, ma appena ci siamo resi conto dei suoi atteggiamenti violenti con i piccoli alunni lo abbiamo cacciato - spiega Chamir Houssaine, responsabile del centro islamico trevigiano -. Sia chiaro, noi non abbiamo dubbi al riguardo: i bambini non si toccano e chi alza le mani contro di loro non può fare parte della comunità. Non conta se è un imam o altro, alla violenza diciamo no e condanniamo chiunque picchi i ragazzini. Non c’è motivo che tenga, tanto meno la religione. Shahadat ci era stato consigliato dal nostro vecchio imam, ma ci siamo subito resi
Il Tar sconfessa il comune leghista c’è il via libera al centro musulmano LA SENTENZA TRIESTE Il Comune di Monfalcone si è visto annullare lo stop ordinato ai lavori di ristrutturazione di un edificio di proprietà del Centro culturale islamico “Baitus Salat” da adibire a sede del Centro medesimo. Lo stabilisce una sentenza depositata ieri mattina dal Tribunale amministrativo regionale di Trieste (presidente Oria Settesoldi, consigliere estensore Manuela Sinigoi), che ha accolto le censure per violazione di legge contenute nel ricorso del Centro islamico, assistito dagli avvocati Susanna Vito e Pamela Borghese.
LA NATURA DEI LAVORI La questione riguarda un fabbricato in via Primo maggio della città dei cantieri, amministrata da una Giunta guidata dalla leghista Anna Maria Cisint e popolata anche da migliaia di stranieri di fede islamica, molti provenienti dal Bangladesh, impegnati nello stabilimento Fincantieri. Il cuore della controversia, come evidenziato dal provvedimento comunale quale “risposta” alla Scia (segnalazione certificata d’inizio attività), sta nella sostenuta mancanza di prove “in ordine al fatto che l’edificio sia stato oggetto di deposito di progetto strutturale nonché del collaudo statico ai competenti Servizi tecnici regionali”, senza contare – sempre secondo il Comune – che non sarebbero stati soddisfatti altri requisiti imposti dalla legge. Ma il Tar, facendo propria par-
te delle argomentazioni del Centro islamico, ha chiarito l’errore nel quale pare essere caduta l’Amministrazione municipale: non si tratta di ristrutturazione statica, strutturale, come si evidenzia dalla Scia medesima presentata all’Ente pubblico, quanto piuttosto di “una serie di opere finalizzate all’adeguamento della struttura alle nuove funzioni”, ossia “la realizzazione del nuovo Centro culturale islamico “Baitus Salat”. I lavori riguardano fra l’altro la chiusura di un porticato, la realizzazione di spazi interni utilizzando la cubatura disponibile, la sostituzione dei
serramenti, la realizzazione di un nuovo cappotto esterno e di un nuovo impianto elettrico, nonché una nuova rete fognaria e nuovi impianti per smaltire le acque meteoriche e di quelle nere, con relativa richiesta di allacciamento alla rete fognaria comunale. I giudici amministrativi considerano tali tipologie d’interventi “dichiaratamente funzionali a consentire la riqualificazione dell’edificio sotto il profilo tecnologico, funzionale e architettonico” e come tali “indubbiamente riconducibili a un intervento di ristrutturazione edilizia”.
REQUISITI ASSOLTI Allo stato delle cose – sottolinea il Tar – “risulta sufficiente presentare l’asseverazione riguardante la sicurezza sismica e l’idoneità statica”. I giudici, in definitiva, accolgono tre dei quattro motivi formalizzati nel ricorso del Centro islamico e considerano “errata e fuorviante” la lettura delle norme in materia da parte dell’Amministrazione monfalconese. Al punto che il Comune è stato condannato a pagare interamente le spese di lite, quantificate in duemila euro. Maurizio Bait © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’albo dei predicatori? Sparito LA RICHIESTA PADOVA “Istituzione del Registro pubblico delle moschee e dell’Albo nazionale degli imam”. La proposta di legge è datata 19 marzo 2015 e venne presentata alla Camera da ventitré deputati, tra cui alcuni volti noti del centrodestra come Renato Brunetta, Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Massimiliano Fedriga. Quattro anni e mezzo dopo quella legge non è ancora realtà ma il tema è sempre di grande attualità. Ieri a rilanciarlo è stato il trevigiano Alberto Villanova, consigliere regionale del gruppo Zaia Presidente: «Così come ho portato avanti una battaglia contro il burqa, ritengo urgente istituire un registro degli
imam e predicatori presenti nei nostri paesi, perché si possa avere su questi un controllo e una vigilanza, affinché non abbiano più modo di usare ancora violenza contro i più deboli. Giù le mani dai bambini». Villanova, presidente della Sesta commissione regionale che si occupa di politiche per l’istruzione, è un fiume in piena: «L’immagine dei bambini pic-
LA PROPOSTA DI LEGGE FIRMATA DA 23 DEPUTATI È STATA PRESENTATA NEL 2015 MA POI NON SI È FATTO NULLA
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chiati con un bastone ad ogni errore mentre recitano il corano è un’immagine che fa rabbrividire. Da anni, inoltre, ripeto che la presenza sul territorio di molte donne con il velo integrale è sintomo dell’attività nella moschea di predicatori radicalizzati».
IL DIBATTITO Il dibattito politico torna in auge, ma la domanda è sempre la stessa: che fine ha fatto la proposta di legge sull’albo degli imam? Se ne parla da almeno dieci anni e una svolta pareva essere arrivata nel 2017, quando il Viminale (all’epoca guidato dal ministro Marco Minniti del Pd) illustrò il “Piano nazionale per l’integrazione” che prevedeva una serie di passi fondamentali per i fedeli
islamici nel nostro Paese: imparare l’italiano, rispettare la legge a partire dalla Costituzione, impegnarsi nella vita economica e sociale del Paese. Al tavolo con il governo Gentiloni trovarono posto le principali associazioni islamiche in Italia e si parlò, appunto, anche della possibilità di istituire l’albo. Oggi tra i favorevoli c’è l’imam di origine marocchina Boichaib Tanji, presidente della Lega islamica del Veneto. «Tante persone negli ultimi anni si sono buttate nel campo islamico, avvelenandolo - tuona -, continuo a ripetere che servono formazioni adeguate. Oggi il macellaio diventa imam, il saldatore diventa imam, e così via. Con tutto il rispetto per queste figure, servono profili all’altezza. Ben venga un
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Primo Piano
Giovedì 3 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Mestre, petizione islamica «A scuola la carne “halal”» Raccolta firme della comunità bengalese ` L’iniziativa estesa a tutti i musulmani perche in mensa ci sia la dieta “religiosa” Ma il Comune non ci sta: nessuno spazio
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IL DUELLO
istra) avrebbe picchiato i bambini
conto che non era in grado di fare il maestro». C’erano anche state delle segnalazioni: «Alcuni bambini ci avevano raccontato che l’imam era aggressivo, verbalmente violento - confermano dalla moschea trevigiana -, e che talvolta scappava qualche ceffone. Nulla di più, ma abbastanza per considerare i suoi metodi inaccettabili». Metodi che, una volta allontanato da Treviso, ha replicato a Padova dove era stato accolto senza che nessuno avesse nulla da obbiettare sui suoi precedenti. Gabriele Pipia Alberto Beltrame © RIPRODUZIONE RISERVATA
albo, se serve a formarle». È mirato proprio a questo obiettivo didattico il “corso di alta formazione per Imam e Murshidat” promosso dall’Università di Padova. Lo scopo è, testualmente, “formare operatori in grado di agire come guide di comunità religiose e come mediatori”. A spingere per l’albo anche l’associazione torinese Jamia Al-Karam. Il presidente
IL CONSIGLIERE VENETO ALBERTO VILLANOVA RILANCIA L’IDEA: «È INDISPENSABILE REGISTRARE CHI OPERA NEI CENTRI DI CULTO»
MESTRE Sarà una prova di forza. La comunità bengalese mestrina ha deciso di formalizzare la richiesta di inserire nei menù della mensa scolastica la carne halal (cioè “lecita”, proveniente da animali che devono essere coscienti al momento dell’uccisione e devono morire per dissanguamento), dando il via ad una raccolta di adesioni che coinvolgerà anche i musulmani di altri Paesi residenti a Mestre. Insomma, la direzione dell’Istituto comprensivo “Giulio Cesare”, nel pieno centro della terraferma veneziana dove è altissima la presenza di immigrati, si troverà nel giro di una settimana sul tavolo la richiesta che sarà inoltrata anche al Comune di Venezia. Dove, senza attendere di ricevere la domanda che era finora emersa solo durante un’assemblea delle famiglie degli alunni, escludono fin da subito qualsiasi possibilità di prenderla in considerazione. La decisione di procedere è arrivata ieri mattina durante un incontro di una cinquantina di genitori della comunità bengalese. Molti di più di quelli che si erano già “esposti” chiedendo la carne halal in mensa e, ne sono sicuri, molti di meno di quanti nel giro di qualche giorno sottoscriveranno la richiesta rivolta alla dirigente scolastica Michela Manente, visto che all’elementare “Cesa-
re Battisti” (la primaria dell’istituto comprensivo) la percentuale di alunni stranieri sfiora ormai il 65 per cento. «Se in questa scuola il 30%-35% dei bambini è musulmano, possono tranquillamente procurare la carne halal sottolinea Kamrul Syed, portavoce della comunità bengalese -. Siamo sicuri che alla nostra richiesta aderiranno anche altri stranieri di fede islamica, e non capiamo perché siano stati sollevati tutti questi problemi: non siamo più “ospiti”, ma abitanti di questa città che hanno il diritto di fare queste richieste». La comunità bengalese, del resto, è un po’ la corazzata della presenza degli stranieri nella terraferma veneziana, con migliaia di lavoratori impegnati tra la co-
REGOLA Una macelleria “halal”
è un ingegnere piemontese convertito musulmano dopo aver vissuto 15 anni in Pakistan, Silvio Gualini Muhammad Muddaththir. «L’imam è come un parroco, ma a differenza di ciò che accade nella cultura cattolica, nel loro contesto non c’è un clero e non c’è una gerarchia ecclesiastica. Basta essere più bravo degli altri a recitare il Corano e a guidare la preghiera per diventare imam. Ma serve un albo per fare ordine». Sul caso di Padova, Muhammad dice: «Il gap tra le due culture è di 40 anni. Negli anni Sessanta i maestri italiani usavano le bacchette con gli alunni, nel mondo islamico gli stessi metodi ci sono ancora». G.Pip. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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struzione della navi alla Fincantieri di Porto Marghera, e negli alberghi e ristoranti di tutta la città. Una comunità che finora non aveva mai alzato la voce, nemmeno durante le chiusure, disposte dal Comune negli ultimi tre anni, di alcuni centri culturali trasformati in moschee per pregare. Ora, con l’imminente presentazione della richiesta della carne halal che ha scatenato il dibattito a livello regionale e perfino nazionale, si andrà invece alla sfida con l’amministrazione cittadina che gestisce il servizio delle mense scolastiche. «Ma per noi la vicenda è già definitivamente chiusa - ribatte Paolo Romor, assessore comunale alle Politiche abitative -. Nelle mense scolastiche sono a disposizione ben tredici me-
nù diversi che offrono una già ampia possibilità di scelta per i cinque pasti settimanali degli alunni. Noi siamo convinti che l’integrazione passa anche attraverso il mangiare insieme fin da piccoli». E Gianfranco Bettin, sociologo ex assessore comunale nelle Giunte di centrosinistra, ed ora presidente della Municipalità di Marghera dove un abitante su quattro è straniero, prende le distanze dalla richiesta dei bengalesi: «La stessa comunità islamica sta precisando che l’intenzione è quella di continuare ad avvalersi delle diete religiose già previste nelle scuole di Venezia. È la legislazione del nostro Paese ad essere arretrata: come hanno fatto altri Stati, la macellazione halal dovrebbe essere proibita per legge come andrebbe proibita ogni forma crudeltà gratuita nei confronti degli animali e, quindi, anche gli allevamenti intensivi che condannano gli animali ad una vita terribile. Proprio chi si dichiara religioso dovrebbe rispettare la natura e gli animali e contestare forme di macellazione che causano inutili sofferenze agli animali». Fulvio Fenzo Giacinta Gimma © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
Giovedì 3 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Strappo fra Lega e Fdi affossata la proposta di sparare a orsi e lupi
Il capogruppo Finco si sposa e il governatore celebra le nozze
In commissione passa la linea Zaia: il progetto di Berlato andrà in aula con parere contrario. «Così mi fanno un favore elettorale»
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IL CASO VENEZIA Su orsi e lupi si consuma lo strappo nel centrodestra in Consiglio regionale. In commissione Caccia ieri pomeriggio Lega e Zaia Presidente hanno rinviato ancora una volta il progetto di legge del capogruppo Nicola Finco, che puntava a imitare le norme di Trento e Bolzano, ma soprattutto si sono astenuti sulla proposta di Sergio Berlato (Fratelli d’Italia), che mirava comunque a contenere i grandi carnivori. Questo significa che il testo arriverà in aula con il parere contrario della maggioranza alla sua approvazione: un caso politico più unico che raro da quando è governatore Luca Zaia, determinato però a evitare polemiche con gli ambientalisti soprattutto in vista di unaprossima campagna elettorale.
DOPO LA SENTENZA Dunque il momento della verità, all’interno della variegata compagine venatoria di Palazzo FerroFini, è finalmente arrivato. Dopo la pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale, che la scorsa settimana aveva motivato il via libera al Trentino e all’Alto Adige esclusivamente sulla base dell’autonomia speciale di cui godono le due Province, è risultato chiaro a tuttiche il Veneto con il suo statuto ordinario non avrebbe mai potuto sparare a orsi e lupi per sostituirsi al ministero dell’Ambiente, soggetto legittimato dalla direttiva Habitat. Così per l’ennesima volta, nel corso di una seduta a cui ha partecipato anche l’assessore Giuseppe Pan, il progetto di Finco è stato rinviato. Con ogni probabilità per sempre: non potendo varare un provvedimento incostituzionale già in partenza, leghisti e zaiani hanno voluto evitare di sconfessare platealmente se stessi, come invece hanno finito per fare con l’alleato diFdi.
AIVOTI È stata infatti ritualmente esami-
nata e messa ai voti la proposta di Berlato: “Misuredi prevenzione dei danni provocati dai grandi carnivori e di contenimento delle popolazioni in esubero rispetto alla sopportabilitàdel territorio ed alla loro compatibilità con le attività antropiche”. Ma sia sui singoli articoli che sul testo nel suo complesso, l’asse zaian-leghista ha optato per l’astensione: politicamente si è trattato di una decisione di compromesso fra la posizione dei cacciatori e quella degli animalisti, due anime che convivono all’interno della maggioranza, ma tecnicamente quella scelta equivale a contrarietà, che sommata ai “no” dell’opposizione hareso vano il “sì”di Berlato.
LE CONSEGUENZE Anche se sono stati individuati il relatore (lo stesso Berlato) e il correlatore (Graziano Azzalin del Pd) in vista dell’approdo in aula, il progetto di legge è stato licenziato con la formula del “non passaggio agli articoli”. Ciò vuol dire che, dopo la tappa in commissione Bilancio per la valutazione sulla neutralità fi-
nanziaria del testo, in conferenza dei capigruppo lo stesso leader di Fdichiederà comunque l’iscrizione del punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale. Quel giorno però la proposta troverà la contrarietà di gran parte della maggioranza, oltre che delle minoranze, finendo per essere definitivamente affossata. «Macché – ha ribattuto in serata Berlato – sono io che ho stanato quei leghisti che sul territorio fanno tante promesse e a Palazzo fanno gli animalisti. Andremo al voto in aula e così mostrerò a tutti la loro incoerenza». Eloquente la battuta pronunciata a Ferro Fini dal paladino delle doppiette, il quale una settimana fa aveva rimarcato il suo «gesto di lealtà alla maggioranza» nel sostenere la richiesta di referendum sulla legge elettorale voluto da Matteo Salvini: «Se mi votate contro, mi fate un favore elettorale». Della serie: gli allevatori e i malgari della Lessinia, dell’Altopiano di Asiago o del Cansiglio potrebbero punire la Lega per il voltafaccia e premiare Fdi per l’impegno. Idea del dem Azzalin: «Siccome
VENEZIA Sedicimila cartoline con le immagini delle località più belle e lo slogan “Veneto: The Land of Venice”. A decidere di farle stampare è stata la Regione, con una spesa di 445,06 euro prevista in un decreto appena pubblicato sul Bur, nell’ambito delle iniziative di promozione del territorio: i cartoncini saranno distribuiti in occasione degli eventi promozionali organizzati dall’ente. Ma questa è solo una delle iniziative promosse dalla Giunta, che nella sua ultima seduta ha stanziato 2,5 milioni di euro, per l’erogazione di contributi finalizzati alla promozione e alla commercializzazione nei mercati internazionali delle piccole e medie imprese turistiche e dei loro prodotti.
I CONTRIBUTI In particolare, i contributi do-
VENEZIA Fiori d’arancio a Palazzo Ferro Fini. All’evento manca ancora una decina di giorni, ma il profumo delle nozze si sente già, il che non stupisce vista la notorietà dello sposo e pure del celebrante. Se a pronunciare il “sì” sarà Nicola Finco, capogruppo della Lega in Consiglio regionale, ad officiare la cerimonia è stato infatti chiamato il governatore Luca Zaia (insieme nella foto).
L’ESAME Sergio Berlato e Graziano Azzalin ieri in commissione
queste sono tutte schermaglie elettorali, mentre il problema delle predazioni è concreto e riguarda i veneti, perché non portiamo avanti tutti insieme un progetto di legge
statale di iniziativa regionale, che costringa il ministero ad affrontare laquestione?». A.Pe. ©RIPRODUZIONERISERVATA
Pordenone
La sexy prof bacchetta il ministro: «Lasci stare i crocefissi e assuma» PORDENONE «Lasci stare il crocefisso e assuma personale nelle scuole che ormai sono al collasso». Anna Ciriani, la sexy-prof di Pordenone spesso al centro delle cronache per le forme procaci e i look audaci, ha mandato metaforicamente dietro la lavagna il suo “capo” cioè il ministro dell’Istruzione, il grillino Lorenzo Fioramonti. A provocare il “richiamo” la polemica sul crocefisso nelle aule scolastiche, innescata proprio dalle parole di Fioramonti, che pochi giorni fa ha detto di preferire una cartina geografica al posto del
simbolo della cristianità. Argomenti alti, massimi sistemi, battaglie ideologiche dall’esito incerto. La sexy-prof, invece, ha voluto riportare il ministro sulla terra: «Con tutto il rispetto, vorrei dare un consiglio al mio nuovo datore di lavoro ha detto su Facebook -. Invece che pensare a tassare le merendine e a togliere il crocefisso dalle aule (che non dà fastidio a nessuno), sarebbe
Turismo, il Veneto stanzia 2,5 milioni per le imprese LE MISURE
FIORI D’ARANCIO
vranno sostenere attività messe in atto per favorire l’orientamento alla domanda turistica e il consolidamento dell’offerta veneta all’estero. «Con questo provvedimento – spiega l’assessore Federico Caner – segniamo un’ulteriore tappa di quel percorso virtuoso di sviluppo del turismo veneto, avviato con il programma Por-Fesr. Fino ad oggi abbiamo sostenuto l’innovazione, premiando le startup, lo spirito di squadra, favorendo organizzazioni sinergiche tra gli operatori e la modernizzazione delle strutture ricettive, finanziando precisi progetti di riqualificazione». Questo nuovo passaggio si focalizza invece
DECISA ANCHE LA STAMPA DI 16.000 CARTOLINE CON IMMAGINI DELLE LOCALITÀ PIÙ BELLE PER PROMUOVERE IL TERRITORIO REGIONALE
sulla promozione internazionale dell’offerta turistica, «grazie al sostegno economico per ricerche di mercato di alto livello – continua Caner – e per garantire la presenza dei nostri operatori sui mercati esteri, anche attraverso le attività di comunicazione e valorizzazione dell’immagine che dettano gli indirizzi del turismo mondiale».
molto meglio se pensasse ad assumere insegnanti, segretari e collaboratori scolastici, perché ormai siamo veramente al collasso. Non basta essere stati alunni un tempo, per credere di poter fare il ministro dell’Istruzione oggi». Un messaggio pragmatico, con una spolverata di vis polemica che avvicina il personaggio più all’Anna
Vendite immobiliari, mobiliari e fallimentari Ancona 071 2149811 Lecce 0832 2781 Mestre 041 5320200 Milano 02 757091 Napoli 081 2473111 Roma 06 377081
IL BANDO Al bando, che si aprirà il prossimo 29 ottobre e si chiuderà il 27 febbraio 2020, potranno concorrere le reti d’impresa, le associazioni temporanee di impresa o di scopo e i consorzi. «Il turismo è la prima “industria” del Veneto – conclude l’assessore –. Basti pensare ai 70 milioni di presenze e ai 18 miliardi di fatturato per capire che le nostre imprese del settore non solo non possono essere escluse dalla promozione sui mercati internazionali, ma devono entrarci per essere protagoniste». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Ciriani politico che alla sexy-prof dei tempi andati. Ma la paprika, per così dire, c’è ancora, e infatti Anna Ciriani ha “spedito” al ministro Fioramonti anche un’immagine: calze a rete e top “esplosivo”, gambe accavallate e sorriso tra l’ammiccante e il sarcastico. E alle spalle, non a caso, una cartina geografica, chiaro riferimento all’uscita del titolare dell’Istruzione a proposito del crocefisso nelle aule di scuola. M.A. © RIPRODUZIONE RISERVATA
DOPPIA FESTA La data è già cerchiata nelle agende di Palazzo: sabato 12 ottobre. Quel giorno a Molvena, frazione di Colceresa ai piedi dell’Altopiano dei Sette Comuni, Finco si unirà in matrimonio con la fidanzata Angela. Lui di Bassano del Grappa e lei di san Vito di Leguzzano, i due promessi sposi hanno deciso di fare una doppia festa: al mattino la funzione religiosa con i parenti e gli amici più stretti, al pomeriggio il rito civile con la compagnia più allargata e dunque anche con i volti noti della politica. A cominciare da quello dello speciale ufficiale di stato civile che indosserà la fascia tricolore: Zaia. Lo scorso anno il presidente della Regione aveva già rivestito lo stesso ruolo per un altro leghista, vale a dire l’assessore Gianpaolo Bottacin, che a Miane si era sposato con la deputata Angela Colmellere. Quella volta l’appuntamento era coinciso con il raduno di Pontida, mentre in questo caso Finco ha anticipato di una settimana la manifestazione romana della Lega. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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GIOVEDÌ 3 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
VENETO ECONOMIA
Le grandi manovre nell’occhialeria
Dati 2018
Voci d’acquisto da parte di Kering Il titolo Safilo vola in Borsa Più dieci per cento a fine seduta, ma l’azienda smentisce Un’alleanza salva-lavoro è vista di buon occhio dal governo Roberta Paolini PADOVA. Non è bastata la pre-
sa di distanza di Safilo sui rumors per far sgonfiare la bolla. Ieri in Borsa il titolo del gruppo di occhialeria padovano è letteralmente volato sulle indiscrezioni di un possibile interesse di Kering. A fine giornata il rialzo sfiorava il 10% a 282 milioni di capitalizzazione. Il gigante francese del lusso ha un patrimonio di marchi incredibili e globali: da Gucci, Balenciaga a
Saint Laurent, quasi 14 miliardi di ricavi nel 2018 (13,67 per la precisione) e la sua anima eyewear fondata e guidata da Roberto Vedovotto (ex ad di Safilo) sta viaggiando a pieni giri: potrebbe raggiungere la soglia dei 600 milioni di ricavi nel 2019. È stato proprio Vedovotto a rompere le regole nel mondo dell’occhialeria di lusso verticalizzando integralmente la filiera e riportando in casa la produzione delle montature. Ha iniziato chiudendo anzitempo con Safilo
la licenza sui marchi Gucci e Bottega Veneta. Safilo dal canto suo con Kering ci lavora da anni, produce (anche se non ne ha più la licenza) ancora oggi gli occhiali a marchio Gucci, cioè il super brand che sta fortemente trainando i risultati del colosso del lusso di Francois-Henri Pinault. Ed anche se il gruppo dell’occhialeria padovana ha qualche problema (nel 2020 perderà Dior ed altri marchi della scuderia Lvmh sembrano destinati a seguire la stessa sorte), deri-
i sindacati
«Attendiamo il piano industriale che punti al rilancio del gruppo» Zanon, Femca Cisl Veneto «La grande competenza professionale dei dipendenti è un patrimonio che non può essere disperso» PADOVA. I sindacati sono in at-
tesa di capire come si evolverà l’indiscrezione di stampa sull’interessamento del gruppo del lusso francese Kering su Safilo. «Per ora si tratta di un’indiscrezione giornalisti-
ca e non ne siamo stati informati dalla dirigenza» commenta Stefano Zanon, segretario regionale della Femca Cisl Veneto «Si tratta di una voce, attendiamo gli sviluppi». I sindacati sono in attesa di essere convocati dall’amministratore delegato di Safilo, Angelo Trocchia, per conoscere il nuovo piano industriale dedicato al rilancio della società padovana. «Sia-
mo in attesa di conoscere tutti i particolari del piano industriale» prosegue Zanon «Non c’è per ora in agenda l’appuntamento con la dirigenza per la presentazione del piano, si era parlato di farlo entro fine anno. Attendiamo di capire nei dettagli le proposte e daremo la nostra valutazione, c’è comunque preoccupazione sul futuro del gruppo e dei lavoratori. Safilo è il secondo gruppo
La produzione di montature alla Safilo di Longarone
vante dalla decisione dei big della moda francese di verticalizzare portandosi in casa anche la produzione eyewear, resta uno dei migliori produttori di grandi quantità di occhiali di altissima qualità. Un qualche senso un’operazione Kering Safilo dunque esiste. Ma esiste sul versante della produzione, non su tutto il resto. Ed anche se pare che ci siano delle pressioni da parte del Governo per portare a dama un’alleanza, i contorni di un eventuale patto tra i due sono tutti da comprendere. Mentre Piazza Affari, ieri, scommetteva sull’operazione da Safilo, a mercati aperti, arrivava una mezza smentita sul possibile interesse di Kering. Un’agenzia Reuters riportava che all’azienda non risulta interesse ad alcuna acquisizione. «Non ci risulta. Non abbiamo segnali di interesse per rilevare la società», ha dichiarato una portavoce della società all’agenzia Reuters. «Con Kering abbiamo un accordo che scade nel 2020 per produrre per conto loro una parte del loro prodotto di occhialeria». Versione confermata telefonicamente anche a noi: «non ci risulta alcuna offerta». Mentre da Kering, che non è solita commentare rumors di mer-
cato, è giunto un no comment. Il dossier del gruppo di occhialeria è oggettivamente tornato a circolare. Dopo la vendita di GrandVision a EssiLux da parte di Hal (azionista di riferimento anche di Safilo) le voci sono diventate sempre più prepotenti. Il tema che riguarda Safilo è soprattutto come salvare l’enorme patrimonio di savoir faire dopo che l’altro titano del lusso Lvmh, con la sua Thelios
dell’occhialeria, le professionalità nel gruppo sono di eccellenza, è un patrimonio da salvaguardare». Da alcuni anni la società padovana controllato dal Hal (che detiene il 49,84%) sta affrontando una difficile situazione e si prospetta una riduzione di personale tra i diversi stabilimenti in Veneto e Friuli Venezia Giulia. Questo a seguito del surplus di produzione determinato dopo la perdita di alcune rilevanti licenze, come Armani nel 2012 e Gucci a fine 2016. A queste perdite si aggiungerà Dior, con scadenza alla fine dell’anno prossimo. «Safilo è un’azienda che sa fare gli occhiali, grazie alle competenze delle maestranze e di tutti i dipendenti del
gruppo» spiega ancora il sindacalista della Cisl «Mi auguro che nel nuovo piano industriale si punti a un rilancio del gruppo, riportando la società nel ruolo che merita. Se la dirigenza Safilo sarà completamente concentrata invece sul taglio del personale e a far pagare le conseguenze ai
L’ex ad Vedovotto potrebbe puntare a rafforzare l’anima produttiva (jv con Marcolin), si sta riprendendo un po’alla volta i propri marchi. Tra questi c’è appunto Dior, vale a dire il 70% della produzione attuale del sito industriale di Longarone, 930 dipendenti, e più o meno il 13% dei ricavi di Safilo. Quei volumi dal 2021 finiranno dall’altra parte della strada, dritti dentro a Thelios. Il tema che invece riguarda Kering (o meglio Kering Eyewear) potrebbe essere sull’intenzione (o meno) di rafforzare la propria anima produttiva. Il modello imma-
Entro fine ottobre gli stati generali anche per discutere del travaso di personale più deboli, ovvero ai dipendenti, noi ci opporremo con tutti mezzi». Nei giorni scorsi l’assessore regionale al Lavoro Elena
ginato da Vedovotto, che Safilo la conosce benissimo, è uno schema più snello di quello di Thelios. Non a caso l’importante investimento è stato fatto nel centro logistico di Vescovana (Padova) mentre sotto l’aspetto produttivo ci si affida a fornitori che rispettino esigenze di qualità all’altezza dei loro grandi brand. Ecco perché i Gucci ancora li sta facendo Safilo, azienda con cui per altro Kering Eyewear ha ottimi rapporti. Allora se domani Kering decidesse di fare un’operazione con Safilo perché mai dovrebbe acquisirla? Oggi Safilo è un’azienda con un portafoglio marchi (tra licenza e proprietà) molto sbilanciata nell’area premium e meno in quella luxury (come licenza di quella fascia ha Jimmi Choo oltre a quelle in scadenza di Givenchy, Fendi e Marc Jacobs). Avrebbe più senso se l’interesse fosse solo su Longarone, un’unità produttiva che nel tempo potrebbe essere saturata con i marchi di Kering e – perché no – con quelli di Richemont. È l’altro gigante del lusso – elvetico – che ha anche una quota di minoranza in Kering Eyewear e per il quale il gruppo capitanato da Vedovotto già realizza gli occhiali gioiello di Cartier. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Donazzan ha annunciato l’intenzione di convocare degli Stati generali dell’occhialeria, che si dovrebbero tenere entro fine ottobre a Longarone. Era stato proprio l’amministratore delegato di Safilo Angelo Trocchia a sollecitare l’iniziativa, vista le difficoltà di parte del settore dell’occhialeria. A Longarone Safilo ha uno degli centri più importanti, dove lavorando oltre 900 dipendenti. L’idea è che le difficoltà siano gestite con l’aiuto della Regione, le aziende del distretto e i sindacati. L’assessore Donazzan aveva proposto anche l’istituzione di un “borsino del lavoro” della filiera dell’occhiale, per incrociare domanda e offerta di occupazione nel distretto. Nicola Brillo
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GIOVEDÌ 3 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
CORTINA
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Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967
la sanità a cortina
cortina
Codivilla Putti, «il servizio non sarà mai interrotto»
Personale dell’Usl in prestito per sei mesi alla società Gvm srl
Il direttore Veranda e il trasferimento dell’attività da un padiglione all’altro «Rimarrà la vocazione ortopedica-traumatologica e ci saranno altre specialità»
Marina Menardi CORTINA. «Sarà un passaggio graduale, senza interruzione dei servizi». A tranquillizzare gli utenti sul futuro del Codivilla è Luigi Veranda, il nuovo direttore sanitario del Codivilla Putti, ora che la gestione è passata dalla Oras di Motta di Livenza alla Gvm Cortina Srl, la società in capo al gruppo Gvm di Lugo di Romagna, che avrà in concessione la gestione del Codivilla Putti per i prossimi vent’anni. Veranda, medico anestesista, lavora tra Cadore e Cortina da trent’anni, 15 dei quali trascorsi proprio al Codivilla. Ha vissuto quindi i vari passaggi dalla gestione mista alla chiusura, dalla riapertura due anni fa al passaggio alla gestione privata con il gruppo romagnolo. «Ancora per pochi giorni lavoreremo sulle due sedi, al Codivilla e al Putti, poi ci trasferiremo al Putti. Non ci sarà alcuna interruzione del servizio, solamente un cambio di sede, per permettere i lavori di ristrutturazione al Codivilla. Al Putti, quindi, che è stato rammodernato, abbiamo spostato il Punto di Primo Intervento, la Radiologia, gli ambulatori, e nel giro di pochi giorni il trasloco sarà definitivo». Veranda è ottimista su quello che sarà il futuro dei due istituti ampezzani. «Il progetto è molto ambizioso e articolato. Rimane la vocazione ortopedica e traumatologica dell’istituto, ma ci sa-
ranno nuovi servizi. Una volta terminati i lavori, poi, al Putti ritorneranno le infezioni ossee» assicura Veranda. «Il personale è stato completamente riassunto come previsto. Qualcuno ha preferito altre soluzioni, in ogni caso
Il vice sindaco Alverà «L’importante è cominciare e finire prima possibile» sono previste nuove assunzioni. Nei primi seicento giorni avremo un Pronto Soccorso nuovo, con una sala operatoria nuova per il reparto di Ortopedia, mentre per la ristrutturazione com-
Zaia: «Avanti spediti È la nostra risposta a chi ci aveva attaccato» spedale Codivilla Putti di Cortina è una realtà che procede a grandi passi. Che diranno ora i gufi che per anni hanno raccontato la bugia che la Regione voleva chiuderlo? Se avessero dignità dovrebbero tacere per sempre». Parole del governatore Luca Zaia dopo la firma tra la società concessionaria
Il dg Adriano Rasi Caldogno
zione temporanea. L’Usl, di comune accordo con la società ravennate, ha approvato anche un progetto trimestrale, prorogabile di altri tre mesi, che prevede l’affiancamento e l’addestramento degli infermieri del Ppi di Cortina con personale sanitario pubblico. Il tutto per rendere al più presto autonomo il nuovo personale del reparto di emergenza del Codivilla. — P.D.A.
Il rendering del nuoco Codivilla
regione veneto
CORTINA. «Il rilancio dell’O-
CORTINA. L’Usl concede in comando per sei mesi alla Gvm srl il proprio personale per permettere alla società di reperire nuovi infermieri. E chi dovrà operare all’interno del Punto di primo intervento sarà formato grazie all’affiancamento con personale dell’azienda sanitaria pubblica. L’Usl aveva in distacco al Codivilla 34 dipendenti: 14 sono passati ad altri incarichi, 18 hanno chiesto di rimanere in capo all’azienda provinciale, mentre due resteranno in Gvm. I dipendenti che saranno assegnati in via temporanea alla Gvm Cortina srl per sei mesi, previa acquisizione del consenso, sono il medico ortopedico, cinque infermieri (di cui uno coordinatore), il tecnico di radiologia e due fisioterapisti. In cinque finora hanno accettato l’assegna-
GVM Cortina Srl e l’impresa Emaprice, che dà il via a lavori da 18 milioni di euro, da consegnare in 900 giorni. «Non dobbiamo perdere un minuto», aggiunge il presidente Zaia, «al punto che in giunta regionale abbiamo approvato l’accreditamento a GVM Cortina Srl del Padiglione Putti, dove importanti attività prose-
pleta bisognerà attendere il 2022». Anche Luigi Alverà, vice sindaco di Cortina, presente martedì alla firma per l’inizio lavori al Codivilla, è molto soddisfatto di quanto sta accadendo in campo sanitario a Cortina. «Martedì è stata una giornata importante, che ha segnato l’inizio dei lavori di ristrutturazione e ampliamento del Codivilla, dopo aver siglato poco più di una settimana fa il passaggio di gestione da Oras a Gvm. Un’opera che la Regione ha voluto per rafforzare la sanità a Cortina e in Cadore, con standard elevati per la località, in vista dei Mondiali di sci del 2021, e dei Giochi Olimpiaci del 2026. I tempi si sono un po’ allunga-
ti, ma l’importante è cominciare e finire al più presto». Il Comune non è coinvolto direttamente nella questione del Codivilla, essendo competenza della Regione, ma segue comunque con grande attenzione lo svolgimento della vicenda. «L’amministrazione comunale vuole essere presente e vigilare assieme alla Regione per il buon esito di questa importante operazione». Il Comune è comunque intervenuto approvando una richiesta di ampliamento volumetrico per il Codivilla, e sta dialogando con i progettisti per trovare soluzioni idonee per il recupero delle casette dove alloggiavano i dipendenti e dove c’era il Cral e le ex officine. —
sanità cadorina
guiranno durante i lavori al Codivilla, con 18 posti letto di Medicina generale, 4 di Punto di Primo Intervento, e 12 ambulatori dedicati a tutte le più importanti specialità». «La soddisfazione per aver portato avanti un’operazione complicatissime e delicata», prosegue Zaia, «è purtroppo pari al dispiacere di aver dovuto assistere, mentre lavoravamo per la sanità cortinese del futuro, a un susseguirsi incredibile di bugie, fake news, allarmi campati in aria che è difficile derubricare a sola disinformazione e innescano la tentazione di pensare alla malafede». La “svolta” è avvenuta in pochi giorni: «Sta nascen-
do», dice Zaia non senza orgoglio, «un nuovo fiore all’occhiello della sanità veneta, con un occhio anche alle grandi manifestazioni sportive che aspettano la Regina delle Dolomiti. Parte del nuovo ospedale sarà fruibile già per i Mondiali di sci del 2021, e per le Olimpiadi del 2026 atleti, delegazioni, sportivi e turisti troveranno, tra le tante cose, anche un’assistenza sanitaria d’eccellenza. A pochi metri dai campi di gara e dagli hotels. Una best practice mondiale. Senza contare la qualità dei servizi che saranno offerti dall’ospedale ampezzano e la caratterizzazione nazionale come struttura riabilitativa d’eccellenza». —
l’usl su auronzo
Alla medicina di Pieve 360 mila € da Venezia PIEVE DI CADORE. La Regio-
ne assegna 360 mila euro all’Usl 1 Dolomiti per lavori di ristrutturazione di alcune stanze del reparto di Medicina dell’ospedale di Pieve di Cadore. È di ieri la notizia del via libera da parte della giunta veneta a 8,9 milioni di euro di finanziamenti in edilizia e macchinari per tre Usl: quella bellunese, l’Euganea e la Scaligera. I finanziamenti sono stati
approvati su proposta dell’assessore competente Manuela Lanzarin, dopo la conclusione del’iter alla Commissione regionale per l’investimento in tecnologia ed edilizia (Crite). I soldi serviranno per sistemare i 10 posti letto per l’Ortopedia che saranno dati al Codivilla in via temporanea e in convenzione, e anche per il miglioramento della parte alberghiera del reparto. —
«L’unica soluzione è la privatizzazione» AURONZO, «Il problema non
è il rapporto giuridico che intercorre tra i professionisti e l’azienda sanitaria, ma l’oggettiva carenza di specialisti rispetto agli organici previsti complessivamente per il Suem, il Pronto soccorso e il Punto di primo intervento». L’azienda sanitaria replica così ai medici del Suem di Auronzo e Pieve che avevano avanzato una proposta di assunzione collettiva
con l’obiettivo di scongiurare il ricorso alla privatizzazione per quanto riguarda il nosocomio di Auronzo. «Già ora, complessivamente, con un numero di 51 medici in servizio, si registra una carenza di 12 professionisti», prosegue la nota redatta dall’azienda sanitaria bellunese, «per questo motivo le prospettive a breve e medio termine non consentono altre scelte». — Dierre