RASSEGNA STAMPA DEL 4 NOVEMBRE 2019

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LUNEDÌ 4 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

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«Pfas, il ministro Costa fissi i limiti zero» Il commissario straordinario Dell’Acqua: «Il Veneto ha stanziato 3 milioni per accelerare la bonifica dell’area Miteni» PADOVA. Acque avvelenate dai

Pfas della Miteni: il Veneto lancia un appello al ministro Costa perché non vuole essere lasciato solo a combattere una battaglia per la difesa della salute di 200 mila persone. I limiti “zero emissioni” vanno adottati in tutt’Italia e non solo nella trentina di comuni del Vicentino, Veronese e Padovano attraversati dal torrente Poscola, fiume Gua’ e dal collettore Arica da Trissino a Montagnana. Da sei anni la Regione è in prima linea e con le sue ordinanze ha imposto una svolta netta; nel 2017 con una delibera “storica” ha abbassato a zero i limiti delle emissioni di Pfoa negli scarichi. Un provvedimento che purtroppo nessun’altra regione ha adottato, anche se la “contaminazione” coinvolge mezza Italia. A pochi giorni dal processo che si aprirà a Vicenza, Regione e ministero dell’Ambiente dovranno poi mettere a punto a fuoco il piano per la bonifica dell’area Miteni. Nicola Dell’Acqua, uno dei big della Protezione civile in Italia, è stato nominato commissario straordinario per l’emergenza Pfas nelle tre province contaminate, e ora attende pieni poteri da Roma proprio

per avviare il risanamento della falda avvelenata a Trissino, ma da Roma non arrivano segnali concreti. «Dovrebbe essere chiaro a tutti che la costruzione di un acquedotto e la bonifica del sito Miteni, sono due questioni che devono andare avanti insieme. Ed entrambe non possono prescindere dagli indispensabili limiti nazionali che ancora non sono realtà, assenza che fa sentire i suoi pesanti riflessi sia a livello legale, sia operativo. In molte regioni d’Italia il tema Pfas non è ancora

«In molte regioni d’Italia il tema Pfoa non è mai stato preso in considerazione» Nicola Dell’Acqua, commissario per le’emergenza dei Pfas

neppure stato preso in considerazione, nonostante uno studio del CNR del 2013 e i recenti prelievi sul Po indichino la massiccia presenza di queste sostanze in altri territori che non sono il Veneto» spiega Dell’Acqua. «Ben vengano, dunque, i fondi trasferiti al Veneto per la sostituzione degli acquedotti, ma non si deve fare confusio-

ne. Essi nulla c’entrano con la necessaria bonifica del sito Miteni e col risanamento della falda che, ad oggi, è inquinata anche da Pfas non citati nelle ultime leggi europee e nazionali. Cosa che rende indispensabile indagini a tutto campo, avviate dai tecnici della Regione del Veneto con dei limiti nazionali che ancora non sono all’orizzonte, nonostante le reiterate

dichiarazioni governative». Il ministro Sergio Costa ha spiegato di essere in dirittura d’arrivo, ma il traguardo non è ancora stato tagliato e quindi l’incertezza regna sovrana. «Deve essere assolutamente e irrevocabilmente chiaro che bonificare e pulire una zona, e permettere ancora di inquinarla, sarebbe un’azione da incoscienti. Soltanto il Veneto, in-

fatti, in perfetta solitudine, sta attuando una serie di procedure per essere sicuro che queste nuove e vecchie sostanze vengano trattate e non disperse ancora nell’ambiente», spiega il commissario Dell’Acqua. «Abbiamo già chiesto di trattare il sito della Miteni alla stregua di altri siti nazionali (Bagnoli, Pioltello e altri) dove le regole e gli inquinanti erano chiari e presenti nelle leggi con limiti precisi. In questo caso è ancora più importante,perché dall’Europa e dal governo nazionale faticano a elaborare e imporre limiti che renderebbero più semplici le procedure e non esporrebbero la Regione del Veneto a decine di ricorsi (oltre 40) contro la applicazione di quei “limiti zero” che la Giunta Regionale ha imposto motu proprio. È per questo che la Regione ha formalmente richiesto che il Governo nomini un commissario per la bonifica del sito e ha messo a disposizione fin d’ora 3 milioni di euro per accelerare i tempi di realizzazione delle pratiche di bonifica che per legge spettano a chi ha inquinato». Miteni pagherà mai il conto? — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

indagine salute

I bimbi da 3 a 10 anni sono a rischio Allarme fast food Parte lo screening di massa per capire come mai nei bambini dai 3 ai 10 anni di tutto il Nordest (non solo dell’area rossa da Trissino a Montagnana) è presente una “dose settimanale” di Pfoa superiore del 20% a quella considerata “tollerabile” (si chiama Twi) dall’autorità europea per la sicurezza alimentare Efsa. ha abbassato. La Regione ha valutato lo studio dell’Iss, secondo cui l’esposizione media per via alimentare a Pfoa nei bambini risulta 1,2 volte il valore Twi Efsa 2018: «Ciò induce ad una riflessione sulla necessità di acquisire ulteriori dati relativamente al livello di Pfas negli alimenti presenti sul mercato, che riguarda la popolazione generale del territorio regionale»; Cosa controllare? Occhio ai fast food e al preconfezionato: ad esempio i popcorn, magari scaldati a microonde sono da monitorare. —

Il ministro delle Regioni parla della legge quadro: arriverà in Parlamento a fine novembre Atella e Stradiotto (Sose): i Lep si possono calcolare in tempi molti rapidi, la politica decida

Boccia: «Pronta a metà mese la rivoluzione dell’autonomia» PADOVA. «Porterò la legge qua-

dro sull’ autonomia differenziata all’attenzione dei presidenti delle regioni a metà novembre e poi spero in parlamento entro fine mese»: il ministro Francesco Boccia ne ha parlato addirittura all’ambasciata italiana a Washington nella sua missione negli Usa. Insomma, manca solo che se ne occupi la Casa Bianca di Trump per trasformare il federalismo nella “madre di tutte le battaglie” anche oltre Oceano. Perché il ministro è così ottimista? Da erede della Dc, intende nominare Bobo Maroni e Mario Bertolissi nella commissione d’esperti che valuterà il suo operato:per evitare gli sgambetti vuole conoscere, se non frequentare, i “nemici” arruolati dalla Lega. «Sarà una mini rivoluzione», ha promesso Boccia durante l’incontro. L'obiettivo forte è che dentro questa legge ci sia un raccordo di tutti i fondi pluriennali di investimento compresi nel bilancio dello Stato al netto di quelli Europei. Il vincolo di priorità - ha sottolineato - deve avvenire secondo la definizione dei livelli di crescita del territorio, in modo da ridurre il gap tra le aree più povere e quelle più ricche, non solo tra Nord e

report su rai3

Ecco il triangolo che produce il 40% del Pil

Marco Stradiotto al seggio: ora lavora alla Sose

sce le risorse da assegnare per garantire le cure con omogeneità da Bolzano a Trapani. La stessa procedura sarà adottata anche per le materie dell’autonomia differenziata previste dall’articolo 116 della Carta. Ci saranno quindi 23 Lea? Incluso quello per i rapporti internazionali, oggi contesi tra i ministeri e le regioni con le varie sedi di rappresen-

“’Report” stasera alle 21.20 su Rai3 parla di autonomia. In Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna vive il 30% della popolazione italiana. Ma si produce il 40% del Pil. Oggi le tre regioni chiedono una maggiore autonomia per gestire 16 miliardi di spesa pubblica in più. Per alcuni garantirà maggiore efficienza nella spesa pubblica. Per altri è una secessione dei ricchi, che produrrà un impoverimento del Mezzogiorno. Nell’inchiesta saranno presentati i dati del dossier “Il calcolo disuguale” elaborato da Openpolis in collaborazione con Report. —

Il ministro Boccia, Zaia e la commissione di esperti a Venezia

Sud ma anche all'interno delle singole regioni. Fatta in questo modo l'attuazione dell’ autonomia differenziata tiene unito il Paese». La riforma, ha concluso, aiuterà anche a raccordare meglio la promozione dei nostri territori, in coordinamento con la Farnesina che ha inglobato la

promozione del commercio estero. Fin qui il ministro Boccia, che non ha ancora sciolto il dilemma: sarà la Sose o il Mef a determinare i Lep con i relativi fabbisogni e costi standard? Nell’ultima audizione alla commissione Finanze della Camera dei deputati, Vin-

Sanità, servizi sociali, asili nido, istruzione e trasporto pubblico: i conti ci sono già cenzo Atella (ad di Sose) e Marco Stradiotto (responsabile unità Finanza Pubblica) hanno presentato un dossier che per la prima volta ha calato nel concreto la scelta dei Lep. Si tratta dei livelli essenziali delle prestazioni dei servizi sociali, acronimo che in sanità si chiama Lea e stabili-

tanza a Bruxelles, piuttosto che a New York? Certo che no. I Lep nella legge quadro di Boccia non saranno 23, ma riguarderanno i servizi fondamentali alla persona, come la sanità (già esistono), l’assistenza sociale, l’istruzione con i servizi a supporto, dalle mense al bus scolastico, gli

asili nido per i minori, i trasporti pubblici finanziati con un contributo statale. Dopo la relazione del professor Atella, è arrivato il contributo di Marco Stradiotto, che si può ascoltare sul sito: «I tempi possono essere davvero rapidi perché molte di queste materie sono già standardizzate con i costi quantificati dalle strutture del Mef. Non si tratta di partire da zero. La scelta finale spetta al decisore politico, che dovrà decidere quali sono i livelli dei diritti sociali e civili da garantire ai cittadini», ha detto Marco Stradiotto. La legge quadro sui Lep verrà presentata a metà novembre, nel frattempo la Sose ha censito quanti asili nido ci sono in Italia: solo l’Emilia Romagna supera il 28% di offerta ai bimbi. Per raggiungere il vincolo indicato dal governo ci vorrà molta pazienza, ma almeno si prova a partire. — Al.Sal. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


III

Treviso

Lunedì 4 Novembre 2019 www.gazzettino.it

Case di riposo, 500 anziani in attesa ` Il caro rette: «1500 euro al mese se la Regione contribuisce Si allungano le liste per avere un posto nelle strutture d’assistenza gestite dall’Israa. Caldato: «Situazione difficile» altrimenti sono 3100, l’aiuto delle famiglie è fondamentale»

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L’ALLARME TREVISO Il numero continua a

crescere: la lista d’attesa per un posto nelle case di riposo gestite dall’Israa oscilla costantemente tra le 400 e le 500 persone. Tante, tantissime. Ne è perfettamente consapevole Luigi Caldato, presidente dell’istituto. Da anni tocca con mano l’inarrestabile fenomeno di una popolazione che invecchia a un ritmo sempre più veloce: «È una situazione difficile. Attualmente il 23% della popolazione provinciale è rappresentata da anziani - sottolinea - nel giro di pochi anni si arriverà al 32%. E l’assistenza ruota tutta attorno alle nostre case di riposo che, per fortuna, rappresentano l’eccellenza». Ma invecchiare e trovare un posto in una struttura adeguata è anche una questione costosa. Attualmente la retta mensile media all’Israa è di 1500 euro a persona, ma solo per quegli anziani che riescono a ottenere il contributo della Regione. In caso contrario, l’ospite dovrebbe pagare la retta intera, ovvero 110 euro al giorno, quindi 3100 euro ogni mese. «Anche con il contributo regionale - osserva Caldato - sono comunque rette impegnative, che necessitano di un contributo da parte della famiglia. Non sono tanti i nostri anziani che hanno pensioni da 1500 euro al mese. Il problema è serio: in tutto il Veneto ci sono 33mila posti letti accreditati, la Regione copre parte delle retta per 27mila posizioni, quindi 5-6mila anziani restano senza copertura. Ma più di questo non si può fare».

LE STRATEGIE

L’unico modo per avere più posti disponibili, coperti dal contributo regionale e destinati ai casi più gravi, è ritardare l’ingresso in casa di riposo di chi può ancora contare su un’autonomia sufficiente ma senza gravare sulle famiglie. L’Israa, sotto il mandato di Caldato, ha scelto la strada del co-housing, piccoli appartamenti per anziani autosufficienti o bisognosi di assistenze minime, inseriti in contesti accoglienti con spazi comuni come salottini, piccole sale da lavoro, palestre e biblioteche dove socializzare. Borgo Mazzini è diventato un punto di riferimento: lungo tutta la piazza sono stati ricavati 32 appartamen-

ti da 40-60 metri quadrati l’uno, mentre altri 45 sono in via Manzoni. Attualmente sono ospitati un’ottantina di anziani, felici per la ritrovata autonomia e serenità: «Qui le rette sono di 700 euro per le persone sole e 900 per le coppie spiega Caldato - sono riservati ad anziani tra i 60 e gli 80 anni, persone in grado di badare a se stesso cui l’Israa offre tutta l’assistenza necessaria per la gestione degli spazi e per le cure mediche. Con altri 9 euro al giorno, se vogliono, hanno ga-

rantiti tre pasti al giorno alla nostra mensa. Crediamo molto in questa scelta: diamo a persone sole o che hanno bisogno di assistenza minima, la possibilità di migliorare la qualità della vita e socializzare. Stando nel borgo inoltre, hanno la possibilità di utilizzare i servizi cittadini. Ovvio che un tipo di assistenza di questo genere funziona meglio se hai una città attorno. Farlo in piccoli centri sarebbe più complicato. Però così rimandiamo il più possibile l’ingresso di tanti anziani in casa di riposo. Questo ci consente di avere più posti per i casi più gravi».

IN CASA

PRESIDENTE Luigi Caldato

«UNA SOLUZIONE È IL CO-HOUSING CHE COSTA MENO, GARANTISCE SERVIZI DI QUALITÀ E SOCIALIZZAZIONE»

Intanto le famiglie, considerati i costi e soprattutto le liste d’attesa, tendono a tenere gli anziani il più possibile a casa affrontando difficoltà di ogni genere: «Ma non è più come una volta - sottolinea Caldato quando la rete familiare si prendeva cura delle persone anziane o comunque bisognose di assistenza. In un momento in cui in casa non c’è più nessuno per buona parte della giornata, l’assistenza è un peso e si ricorre alle badanti che in Italia, ormai, sono più di un milione. Noi, ad esempio per il comune di Treviso, offriamo il nostro appoggio a 350 persone assistite a domicilio. Ma il problema è serio anche perché si stanno riducendo i tempi di ricovero degli anziani in ospedale: se i casi non sono particolarmente gravi, il reparto di geriatria dopo tre giorni o una settimana al massimo, dimette il paziente. Il ricovero temporaneo da noi non sempre è possibile, tutto il peso delle cure è quindi a carico dei parenti. E per una famiglia non è facile». Paolo Calia

IL DATO La popolazione della Marca sta invecchiando: nel 2047 ci saranno 110mila persone over 80

Marca sempre più vecchia gli over 80 saranno 110mila I NUMERI TREVISO Sempre più anziani e

sempre meno giovani. Tra meno di trent’anni, nel 2047, la Marca conterà 290mila over 65. Tra i quali 110mila con più di 80 anni. Vuol dire quasi 100mila anziani in più rispetto ad oggi. Un numero, quest’ultimo, che supera di gran lunga il conto complessivo dei residenti nell’intero capoluogo. Oggi nel trevigiano ci sono 192mila over 65. Più del 20% della popolazione. Oltre la metà hanno già spento 75 candeline.

LO SQUILIBRIO

LA PREOCCUPAZIONE La Casa Albergo per anziani e la sede dell’Israa

L’attuale indice di vecchiaia è pari a 1,52. Vuol dire che si sono 152 persone con più di 65 anni ogni cento giovani con meno di 15 anni. E lo squilibrio è inesorabilmente destinato ad aumentare, con tutto ciò che ne consegue a livello sociale, sanitario ed economico. I conti sono stati fatti dall’Usl della Marca. «La tendenza per i prossimi trent’anni mette in evidenza un ulteriore invec-

chiamento della popolazione trevigiana – avverte l’azienda sanitaria nel suo ultimo report sull’attività – con un aumento degli ultra 65enni pari a quasi 100mila persone, raggiungendo nel 2047 quota 288.265, di cui 110mila con più di 80 anni». L’equilibrio tra giovani e anziani è già saltato. Per capirlo è sufficiente guardare all’indice di dipendenza. Cioè al rapporto tra le persone in età non attiva, comprendendo i ragazzi fino ai 14 anni e gli adulti oltre i 65 anni, e quelle in età lavorativa, tra i 15 e i 64 anni. Adesso sfiora il 56%. Ci sono 318mila cittadini non attivi, 126mila under 14 (14,2%) e 192mila over 65 (21,6%), a fronte di nemmeno 570mila cittadini in età lavorativa.

IL RAPPORTO

E’ da questo rapporto che salta fuori quel 56 per cento tutt’altro che rassicurante. Quando il carico sui cittadini in età lavorativa supera quota 50% significa che c’è uno squilibrio generazionale. E’ già così. Ma nei prossimi anni il diva-

rio potrebbe diventare addirittura incolmabile, se non si riuscirà a correre in qualche modo ai ripari riducendo la denatalità. Il nodo principale sta proprio nel fatto che nascono sempre meno bambini. L’anno scorso gli ospedali pubblici della Marca hanno contato 6.140 parti. Quasi 500 in meno rispetto al 2017, quando erano stati 6.638. Solo il Ca’ Foncello ha un saldo positivo: da 2.190 a 2.266 parti. Tutti gli altri hanno fatto registrare un calo. Prima, oltre a Treviso, c’erano altri due ospedali sopra quota mille parti all’anno: Montebelluna (1.144) e Oderzo (1.043). Oggi sono tutti sotto tale quota simbolica. Il punto nascite di Vittorio Veneto, complici i lavori di sistemazione della struttura, è sceso addirittura da 408 a 207 parti. Di contro, la buona notizia è il costante allungamento della vita media. «La speranza di vita alla nascita in provincia di Treviso – rivela l’Usl – ha raggiunto gli 81 anni e mezzo per gli uomini e gli 86,4 anni per le donne». Mauro Favaro

«Lavoro, troppe donne discriminate Zaia ricorda Baccini: serve una commissione d’inchiesta» «Un modello per tutti» LA DISCUSSIONE TREVISO Mauro Visentin, segreta-

rio provinciale Cgil, guarda il bicchiere mezzo pieno: l’allarme lanciato dalla Funzione Pubblica sui casi di donne incinta discriminate nell’ottenere legittimamente un posto di lavoro nel settore pubblico, ha avuto reazioni importanti. Tra tutte quella del governatore Luca Zaia che, però, ha chiesto alla Cgil di fare un passo in più, di indicare quali enti avrebbero penalizzato le futuro madri invece che difeso i loro diritti. E Visentin coglie la palla al balzo per chiedere a Zaia l’apertura di una commissione d’inchiesta sul fenomeno.

L’ANALISI

«Siamo rincuorati che la mag-

giore Istituzione del Veneto, la Regione attraverso le parole del Governatore Zaia, abbia colto la gravità e inaccettabilità del fenomeno. Nel massimo rispetto della volontà delle lavoratrici coinvolte, in questo particolare momento della loro vita, il sindacato di categoria sarà certamente disponibile a offrire i preoccupanti elementi raccolti in questo periodo. E perché i fatti non restino nell’indeterminatezza, la

VISENTIN (CGIL): «LA REGIONE HA CAPITO IL PROBLEMA ADESSO COLLABORIAMO»

Regione stessa ha la possibilità e capacità per approfondire dinamiche e soggetti aprendo una Commissione di inchiesta sul fenomeno». Il segretario della Cgil invita però ad allargare lo spettro della propria azione: «Come Cgil siamo ben disposti ad accogliere la disponibilità di Palazzo Balbi per ragionare di una più ampia opera di sensibilizzazione culturale sia nel privato che nel pubblico. Ribadendo l’illegittimità di tali comportamenti, dobbiamo anche rilevare la difficoltà in cui si trovano a operare enti pubblici, in particolare proprio quelli di più piccole dimensioni. Anche su questo la Regione può fare molto, penso alla riforma delle strutture di assistenza, e penso a fare sì che i Comuni meno popolosi vadano verso la fusione tra loro».

IL RICORDO TREVISO «Non solo la Marca Tre-

vigiana ma tutto il Veneto è più povero con la scomparsa di Nino Baccini. Un protagonista dello sviluppo economico e culturale della nostra regione nell’ultimo mezzo secolo. Un grande lavoratore che ha iniziato lavorando come operaio e studiando la sera per ottenere un diploma, che ha creato un’attività ben calata nel contemporaneo occupandosi di microelettronica e ha intuito il futuro fino a divenire un pioniere europeo del fotovoltaico. Con lui, alla nostra terra viene a mancare un eccellente imprenditore, ma rimane un modello a cui sempre ispirarsi». Così il Presidente del Veneto Luca Zaia ricorda Nino

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Baccini, l’imprenditore e mecenate trevigiano, originario di Breda di Piave. «Nato e cresciuto in un ambiente rurale, ha sempre mantenuto l’amore per il lavoro, lo spirito di iniziativa e il desiderio di progresso. Ha legato il suo nome e quello della sua azienda a grandi visioni, poi realizzate con successo, nel campo della microelettronica e delle energie rinnovabili. «a il mio ricordo non è soltanto per l’eccellente industriale – conclude Zaia - con una sua attività vitivinicola parallela, ha letto con ampio anticipo anche la potenzialità culturale e produttiva del territorio in cui si produce il Prosecco. Così come, raggiunta l’affermazione, non si chiuse nell’agiatezza personale e contribuì largamente alla conservazione del patrimonio storico

LUTTO Gisulfo “Nino” Baccini

con il restauro di importanti edifici che grazie a lui sono tornati all’antico splendore e sostenendo importanti iniziative culturali. Anche per questo sento di dovergli dire grazie a nome di tutti e di esprimere tutta la vicinanza mia e del Veneto ai familiari e a coloro che ne hanno condiviso l’esperienza umana».


V

Cronaca

Lunedì 4 Novembre 2019 www.gazzettino.it

«Giordani non si pavoneggi e aiuti invece noi poliziotti» `Ferrara (Fsp) chiede

parcheggi per gli agenti e stalli per i cani IL SINDACATO PADOVA «Il sindaco di Padova non perde occasione per vestirsi delle penne del pavone attribuendo a se successi e risultati d’altri». Così il vicario

regionale di Fsp polizia, Maurizio Ferrara, interviene sulla questione dell’aumento di fascia della questura di Padova, entrando in forte polemica con il sindaco Sergi Giordani. «Ci riferiamo - spiega Ferrara - alle sue ultime uscite dal sapore elettorale, con le quali con gran confusione nel parlare della futura nuova sede della Questura e dell’innalzamento della stessa in fascia A, dove si collocano sedi di particolare rilevanza, lascia intende-

re che dietro entrambe le iniziative ci sia lui. Ma perché il nostro sindaco invece di parlare di argomenti che non gli competono, non si occupa dei veri problemi della polizia che potrebbero essere alleviati grazie ad un suo possibile intervento?» «Perché è stato silente di fronte alla corale richiesta di trovare una sede dignitosa per i cani della polizia, vero patrimonio per la sicurezza della regione da tempo in gra-

ve sofferenza anche sanitaria?». Il sindacalista incalza Giordani: «Non è forse perché l’argomento non avrebbe portato lo stesso ritorno di immagine che, ingenuamente, si ritiene possa discendere dalle ultime non condivisibili dichiarazioni rese alla stampa?» La polizia di Padova «ha bisogno di mezzi attrezzature e dotazioni delle quali da troppo tempo è sofferente e di questo dovrebbe farsi carico chi

IN POLEMICA Il vicario regionale Fsp Maurizio Ferrara

ha veramente a cuore le sorti della polizia. E che dire della grave carenza dei parcheggi auto destinati agli operatori dell’ufficio immigrazione della Questura di Padova?». Ferrara conclude: «Non è forse questo un argomento che potrebbe essere affrontato se non risolto da parte del capo della nostra amministrazione comunale? Non crediamo sia necessario aggiunger altro». M.L.

Alla Fiera la barca con gli alberi dell’uragano Vaia Show, nel padiglione Ameri-

`Realizzata dall’artista can Dreams di Tuttinfiera è

padovano Riondato con gli abeti di Asiago PASSIONI PADOVA Fiera dei record. Un

VIA ANELLI La demolizione. Sulla nuova questura è scontro tra il Partito democratico e la Lega

È scontro tra Pd e Lega sulla nuova questura Micalizzi: «Dopo anni di chiacchiere `Marcato: «Dovrebbero spiegarci come e slogan cattivi, arrivano i nostri fatti» mai ci sono zone in balia dell’illegalità»

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POLEMICA PADOVA Sulla “promozione” della

questura e sull’operazione via Anelli, è scontro tra il Partito democratico e il centrodestra. Il primo ad andare all’attacco è stato ieri l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Micalizzi che ha rivendicato i risultati portati a casa dall’amministrazione Giordani. «C’è chi della sicurezza ne ha fatto una questione ideologica con slogan cattivi e inutili – ha esordito Micalizzi - e c’è chi, come noi, lavora con azioni concrete per il bene della città». «La nostra amministrazione, infatti, sta cancellando per sempre il Bronx di via Anelli – ha aggiunto – sta offrendo spazi e strumenti migliori alle forze dell’ordine, grazie alla nuova questura e sta rilanciando la Stanga combattendo il degrado e, di conseguenza, facendo risalire i valori degli immobili del quartiere». «Dopo gli anni delle chiacchiere della Lega, ecco i fatti della giunta Giordani e del Partito Democratico – ha concluso -. Mi permetto di ricordare, infatti, che il Carroccio, insieme a tutto il centrodestra, per amore della città e per spirito di coerenza, ha votato contro la permuta di via Anelli con la caserma Prandina. Di fatto, in con-

siglio comunale hanno votato contro a un provvedimento di questa portata». «Queste operazioni si realizzano non strumentalizzando ogni giorno i problemi, ma trovando soluzioni concrete e fattive con tutte le istituzioni e soprattutto votando le deliberazioni che rendono possibile la realizzazione della nuova questura in via Anelli e al contempo l’importante operazione di rigenerazione dell’area Prandina – ha rincarato la dose il capogruppo del Partito democratico Gianni Berno -. Noi abbiamo votato quella delibera e abbiamo sostenuto convintamente il progetto. Altri oggi plaudono sui social ma dimenticano che il loro voto in quella delibera è stato contrario. Hanno votato contro, non solo alla nuova questura, non solo alla cancellazione dell’ex Bronx, ma hanno anche contro all’acquisizione della Prandina».

BERNO: «VIA ANELLI? UN’OPERAZIONE VOTATA DA NOI» E LA MOSCO: «CHIESTE DELUCIDAZIONI, MA MAI ARRIVATE»

LA REPLICA Accuse che, però, vengono respinte al mittente dell’assessore regionale alle Attività produttive Roberto Marcato. «Al Partito democratico faccio sommessamente presente che governa tanto in città, quanto a Roma – ha tuonato l’esponente leghista –. Di conseguenza, prendersela con la Lega non serve assolutamente a nulla». «Invece di rivendicare questo o quel risultato, dovrebbero spiegarci come mai alcune zone della città sono in balia

QUESTURA L’assessore regionale Roberto Marcato e sopra l’assessore Andrea Micalizzi

dell’illegalità – ha rincarato la dose – Dopo la salute, la sicurezza è una delle priorità assolute per la gente comune. Quindi, i Dem farebbero meglio a concentrasi sui veri problemi della città. Troppo facile prendersela sempre e comunque con i leghisti». «Noi non abbiamo mai votato contro l’acquisizione della Prandina – ha aggiunto la capogruppo di “Cambiamo” Eleonora Mosco – Molto semplicemente, abbiamo chiesto delle delucidazioni rispetto ad un accordo che non è per nulla chiaro. Delucidazioni che, però, non sono mai arrivate». «Quanto alla nuova questura – ha concluso – la nostra posizione è sempre stata chiara: la Stanga non è la collocazione e ideale. Per noi va fatta in piazzale Stazione, ovvero il luogo in cui è più sentita l’emergenza degrado in città». «Finalmente la questura è stata elevata in prima fascia – ha commentato, invece, l’altro giorno il consigliere di Fratelli d’Italia Enrico Turrin che non ha rinunciato a punzecchiare l’amministrazione Giordani – si tratta di un passaggio molto importante per la nostra città. Un passaggio che, si spera, possa ristabilire quel senso di sicurezza che ultimamente si è perso». Alberto Rodighiero

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raduno di oltre 200 auto americane, gare di culturisti, di Pin Up e di Burlesque, ma anche di Cosplay e di automodelli Mini 4WD. Questo nella domenica conclusiva di Tuttinfiera – fiera delle passioni che ha riempito per tre giorni la Fiera, con 350 espositori da tutta Italia e decine di migliaia di visitatori intervenuti all’appuntamento con le proposte per tempo libero e collezionismo nonostante il maltempo. Nove padiglioni si sono animati di proposte ed eventi legati allo shopping, ad artigianato e benessere, mercatino di Portobello, dischi e fumetti, giochi, modellismo, elettronica, sport, American Dream e gare di Body Building. Tra le curiosità anche la prima edizione del Salone dei maestri coltellinai giunti da più regioni e attivi anche con la forgiatura delle lame. Alla 36^ edizione di Tuttinfiera che ha ottenuto dalla Regione Veneto la promozione a manifestazione di rilevanza nazionale, hanno aderito molte associazioni sportive intervenute per illustrare le discipline praticate. Presenti anche tutte le scuole di danza country del Veneto con i loro allievi, mentre per le gare di body building gli atleti sono arrivati da Cipro, Germania, Grecia, Portogallo, Turchia e Italia. L’Italian Motorcycle Championship Custom Bike Show ideato da Micke Persello, dal 2012 primo e unico “campionato” italiano di Custom Bike

stato vinto dalla Kawasaki Z900 RS di Metal Dreams di Maerne (Ve), mentre il vincitore della classe Freestyle è risultato Purple Haze – American Dreams di Monza Brianza. La gara in tre giorni ha coinvolto preparatori di moto di otto regioni (Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto nelle categorie Bagger, Café Racer, Freestyle, Metric, Modified H-D, Old Style, Scrambler, Streetfigter & Sport Bike). In mezzo alle tante attività sportive portate in Fiera da associazioni e club del Veneto, di Padova, Vicenza e Belluno, il padiglione Sport ha vissuto uno spettacolare “varo a secco” di Arcaluna 181920, una barca realizzata dall’artista padovano Vittorio Riondato usando rami di abeti dell’altopiano di Asiago, spazzati via dall’uragano Vaia nel 2018 e armata con vela, remi, timone, bandiere, fiamma, motore elettrico, pannello fotovoltaico, generatore eolico in materiali naturali riciclati e con palloni come parabordi. Sarà varata nel Brenta. Grande curiosità anche quest’anno per i Cosplay, giovani – e meno giovani che si vestono con i costumi dei beniamini dei loro fumetti e delle serie tv: arrivati da ogni parte del Veneto per partecipare a una competizione organizzata da La Tana de Nerd Official.

ALLA MANIFESTAZIONE DEL TEMPO LIBERO E DEL COLLEZIONISMO HANNO PARTECIPATO DECINE DI MIGLIAIA DI VISITATORI

FIERA L’artista padovano Vittorio Riondato ha realizzato una barca usando rami di abeti dell’altopiano di Asiago


IX

San Donà

Lunedì 4 Novembre 2019 www.gazzettino.it

Sulle strade del mare 12 morti in 3 mesi È la tragica estate di sangue a causa degli schianti tra Jesolo, `A metà luglio la notte che resterà impressa nella memoria Musile, Cavallino Treporti e in particolare lungo la Triestina collettiva con cinque giovani vite spezzate, 4 nella stessa auto

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IL BILANCIO Una lunga scia di sangue sulle strade. Tante, tantissime vite spezzate in tutta la Città Metropolitana. Con un epicentro del dolore ben definito, la zona del Sandonatese caratterizzata da una serie di incidenti che in molti casi forse si potevano evitare. Gli stessi che ricordano come gli azzardi al volante possono essere fatali, soprattutto per chi guida sotto l’effetto di droga o alcol. O comunque in modo imprudente. L’ultimo schianto fatale è quello di Musile, in cui ha perso la vita Giulia Zandarin, 18enne di Castelfranco Veneto, nella Mercedes guidata dal fidanzato Alberto Antonello, 19 anni, gravissimo in rianimazione. Ma per molti la tragedia simbolo continua a essere quella dello scorso 14 luglio, a Jesolo, in via Adriatico all’incrocio con via Pesarona. È qui che Riccardo Laugeni di San Donà, Leonardo Girardi, Eleonora Frasson e Giovanni Mattiuzzo di Musile, poco più che ventenni, sono deceduti nella stessa auto - l’unica sopravvissuta è la quinta passeggera, Giorgia Diral di Noventa di Piave - speronati in sorpasso da quella di un automobilista che ha proseguito la corsa ed è stato individuato il mattino seguente. Stavano rientrando a casa. Sono annegati nel canale Pesarona dove si è rovesciata la Ford Fiesta di Laugeni, colpita dalla Golf di Alin Marius Marinica, 27 anni, romeno, ancora agli arresti domiciliari a Musile, accusato di omicidio stradale plurimo. Identificato dai carabinieri nella sua abitazione, al momento dei controlli era risultato ancora positivo all’alcoltest.

Musile Stabili le condizioni di Alberto Antonello Dopo il tragico incidente di Musile in cui ha perso la vita la sua fidanzata 18enne Giulia Zandarin, Alberto Antonello è tuttora ricoverato nel reparto di rianimazione all’ospedale all’Angelo di Mestre. È stato stabilizzato, ma è sedato e intubato. Con pazienza, si attende che il quadro clinico si definisca, per poter valutare le conseguenze dei traumi subiti.

Nella stessa notte, sempre a Jesolo, a perdere la vita è stato anche Brian Merletti, 28 anni di Ascoli Piceno, che si era trasferito a San Donà per lavoro: la sua Golf è finita fuori strada, schiantandosi contro un platano alle 5 di mattina in via Roma sinistra. Prima ancora a morire era stato un altro giovanissimo, Alessio Marinato, 22 anni, di Cinto Caomaggiore, che si è spento all’ospedale dell’Angelo di Mestre dove era stato ricoverato in seguito a un grave incidente. E poi Davide Zane, 23enne di Burano, che nella notte del 14 giugno si trovava ala guida della sua Fiat 500, piombata nel canale di Saccagnana a Treporti: i due passeggeri che erano con lui sono riusciti a salvarsi, il 23enne è rimasto intrappolato. A poche ore di distanza, l’ennesimo incidente è avvenuto sulla Triestina, all’altezza di Tessera in uno scontro frontale tra una Volkswagen Touran e un pullman dell’Atvo. Sulla macchina viaggiava un’intera famiglia di ritorno dal una giornata al mare. Niente da fare per un 35enne di origine moldava, Andrei Boaghe, e la figlia Ana Maria di 12 anni, residenti a Mirano. Feriti gli altri occupanti. Il 30 agosto, sempre sulla Statale Triestina nello scontro tra uno scooter a tre ruote e un camper non ha avuto scampo l’avvocato jesolano Piero Santin di 60 anni. Solo due giorni prima Jesolo aveva pianto per la scomparsa dell’imprenditore Cesare Martellozzo, 48 anni, morto in seguito a un incidente stradale mentre si trovava in sella al suo scooter lungo via Aquileia, in centro città. Troppo il sangue versato sull’asfalto, queste tragedie, la risposta che ha voluto dare il Comune di Jesolo è stata rigida: ogni fine settimana, la Polizia locale organizza vari controlli con l’obiettivo di fermare le stragi della strada e bloccare chi guida in stato di ebbrezza. Ogni sabato notte vengono fermati centinaia di automobilisti, tutti sottoposti a un pre-test alcolimetrico. Per chi risulta positivo scatta l’accertamento con l’etilometro omologato. Una decina, nei primi weekend di controllo, i casi di patenti ritirate e quasi sempre con guidatori di età compresa tra i 25 e i 35 anni. Ma proprio grazie ai controlli, nell’ultima parte dell’estate il numero di automobilisti con valori di alcol superiore alla legge è risultato in calo. Giuseppe Babbo

Scatta “Segni” per raccontare il contesto urbano di oggi SAN DONÀ

L’ULTIMA CROCE La Mercedes capovolta a Musile lungo la Triestina dove è morta Giulia Zandarin, 18 anni

De Zotti: «Grandi eventi anche nei mesi invernali» JESOLO «Grandi eventi anche durante i mesi invernali». È l’appello lanciato dal capogruppo della lista “Jesolo Bene Comune”, Christofer De Zotti, che dopo il boom di presenze registrato in questo fine settimana chiede al Comune di continuare a organizzare eventi e appuntamenti di grande richiamo. Un modo per far vivere la città anche “fuori stagione”. Fino a ieri a rimanere aperti sono stati una cinquantina di hotel, molti di quali hanno registrato delle presenze vicine al tutto esaurito. E non solo con le comitive generalmente numerose in questo periodo dell’anno. Tantissimi i privati, anche tedeschi e austriaci, che si sono concessi l’ennesima vacanza al mare abbinandola con la visita a Venezia. Di grande richiamo, in questi giorni, anche il Castagna Festival di piazza Mazzini. «A funzionare sono stati anche gli eventi organizzati in questi giorni – commenta Christofer De Zotti – penso

Il mercatino di Forte dei Marmi ha sconfitto anche il maltempo SAN DONÀ Il mercatino di Forte dei Marmi ieri ha animato il centro di San Donà. In totale 55 banchi di 15 metri ciascuno, per lo più con prodotti di moda, posizionati lungo via XIII Martiri. Si tratta della terza edizione dell’esposizione che ha registrato un crescente apprezzamento nella cittadinanza. Un gradimento rinnovato ieri con molti sandonatesi che, nonostante il tempo incerto, hanno approfittato per una passeggiata nel centro urbano, dopo che il maltempo aveva influenzato l’affluenza dello stesso mercatino sabato a Mira.

Il consorzio che raggruppa gli espositori di Forte dei Marmi, fondato circa 16 anni fa, infatti, «vede con favore i centri urbani che possono favorire l’affluenza e stimolare l’indotto degli esercizi della zona», come spiegato dal presidente Andrea Ceccarelli alle onorevoli leghiste Ketty Fogliani e Giorgia Andreuzza che nella mattinata hanno fatto visita alle bancarelle toscane.

SONO STATE 55 IERI LE BANCARELLE CHE HANNO ANIMATO VIA XIII MARTIRI CON PRODOTTI TIPICI E ORIGINALI

«Il nostro mercatino è condizionato dal meteo – ha continuato Ceccarelli – presentiamo dei prodotti originali. Uno degli obiettivi è incentivare il commercio locale, chi tiene aperta l’attività può usufruire delle persone che attiriamo a costo zero. La nostra pagina web ha ormai superato i 120mila aderenti». Tra gli stand visitati dalla delegazione leghista anche le sezioni locali di “Avis” e della Lega Italiana della fibrosi cistica. «Come accaduto nelle altre edizioni abbiamo ospitato due associazioni del territorio spiega la referente locale del mercatino Sandra Antoniazzi – oltre alla soddisfazione di vendere aperte parecchie attività di via XIII Martiri». Davide De Bortoli

alle feste nelle discoteche o agli eventi sportivi in programma tra il PalaInvent e la pineta. Gli hotel che hanno accettato la sfida hanno riscosso ottimi risultati. Visti i riscontri positivi chiediamo al Comune di predisporre un calendario di grandi eventi anche per i mesi invernali, programmando almeno due grandi manifestazioni al mese. Questa può essere la soluzione migliore per far vivere Jesolo tutto l’anno, generare presenze turistiche e di conseguenza anche una maggiore occupazione. I prossimi appuntamenti scatteranno a dicembre, con il mercatino di Natale ma per il prossimo anno il Comune può iniziare a

IL CONSIGLIERE COMUNALE INDICA LA VIA ALTA STAGIONE TUTTO L’ANNO Christofer De Zotti

programmare un calendario di eventi per tutti i mesi dell’anno, ovviamente stiamo parlando di manifestazioni di grande richiamo che necessitano tempo e che non possono essere fissate all’ultimo momento. Per questo riteniamo che sia opportuno iniziare a pensare già da adesso in prospettiva futura». In questo senso il sindaco Valerio Zoggia ha già annunciato di aver raccolto la sfida. Già per le prossime settimane. E in questa direzione vanno i concerti in programma al PalaInvent a novembre con Elisa e i Modà. «Il meteo a ottobre ci ha dato sicuramente una mano – spiega il primo cittadino – ma possiamo dire che l’allungamento stagionale ormai è diventato realtà. Per questo a settembre, per esempio, abbiamo organizzato una serie di eventi e lo stesso sta accadendo per l’autunno e l’inverno. Sicuramente continueremo su questa strada, stiamo già predisponendo per il 2020 un calendario di eventi che si terranno tutto l’anno». G.Bab.

Una macchina da scrivere perché tutti i cittadini possano raccontare San Donà. Si tratta del nuovo evento che si terrà venerdì 8 novembre dalle 15.30 al centro Da Vinci dedicato all’arte come forma di relazione. L’evento intitolato “Segni” si articola in due fasi: la prima di carattere teorico si svolgerà nella sala conferenze del Da Vinci; la seconda di carattere esperienziale e interattivo si svolgerà nella corte interna dove sarà collocata una macchina da scrivere che rimarrà a disposizione dei cittadini per diversi mesi. Chiara Vitali, esperta d’arte contemporanea e componente del comitato Àncora spiega che si tratta di «un’installazione di arte relazionale del collettivo “We are costellazioni” di Elisa Ferrari e Lou Elliot. Gli artisti proseguono la propria ricerca fondata sull’analisi delle reti di relazioni e invitano gli abitanti di San Donà ad attivarsi per costruire nuove narrazioni, innescando processi di riappropriazione e trasformazione del contesto urbano». Nel frattempo giovedì scorso al cinema Don Bosco è stato proiettato il film-documentario intitolato “Corpo urbano” a cura degli artisti Salvatore Insana ed Elisa Turco Liveri che hanno raccontato la città come un organismo vivente. Il docufilm di un’ora è stato «un’occasione per osservare la città attraverso l’arte – spiega l’assessore con delega alla Rigenerazione urbana Daniele Terzariol - con uno sguardo e una prospettiva diversa, assorbendo i punti di vista positivi e critici. È uno spunto per parlare della San Donà contemporanea e di quella futura grazie a chi ha raccolto testimonianze per alcuni mesi». Il film fa parte del progetto dedicato ai “processi di rigenerazione urbana per spiriti creativi” di Forcoop Venezia, finanziato da “Inn veneto” e realizzato in collaborazione con il comitato Ancora e il Comune. D.Deb

Biondi lascia la lista dell’ex sindaco Talon ERACLEA Colpo di scena nella politica locale, l’ex consigliere comunale Danilo Biondi abbandona la lista civica “Con Talon Eraclea”. Dopo tre anni di attività, gran parte dei quali passati in Consiglio comunale come consigliere di opposizione, ieri ha ufficializzato la scelta di lasciare il gruppo. Alla base della decisione motivazioni di natura politica, soprattutto legate alla gestione della lista. «Dopo tre anni di collaborazione – si è limitato a dire Biondi – ho deciso di lasciare il gruppo. Le differenti posizioni politiche su alcuni temi importati che riguardano il Comune, mi hanno convinto a non proseguire il percorso intrapreso dal 2016. Pur-

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troppo, non c’erano più le condizioni per rimanere all’interno del gruppo». Difficile per il momento capire che tipo di percorso intraprenderà l’ex consigliere. «Sono un semplice cittadino – prosegue Biondi – continuerò a seguire la politica da esterno, vedremo più avanti cosa accadrà». Inevitabile l’amarezza dell’ex sindaco Giorgio Talon che ha condiviso molte iniziative con Biondi, compre-

FUORIUSCITO Danilo Biondi

DIVERGENZE SU TEMI CRUCIALI: «NON C’ERANO PIÙ LE CONDIZIONI PER RIMANERE NEL GRUPPO»

se le dimissioni dal Consiglio comunale dopo il terremoto giudiziario dello scorso febbraio. «Tra i banchi del consiglio ho sempre lasciato libertà di pensiero e di voto – dice – una libertà che permane anche in questo frangente. Rispetto la scelta di Biondi che però mi amareggia». G.Bab


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Nordest

ELICOTTERO AERONAUTICA SALVA DUE PESCATORI Rimasti in secca nella laguna di Venezia due pescatori chioggiotti sono stati tratti in salvo la notte scorsa da un elicottero dell’Aeronautica militare

Lunedì 4 Novembre 2019 www.gazzettino.it

Un altro ponte per Venezia? «Non basta» Fa discutere la proposta-provocazione dell’assessore alla `Costa: «Accessi con metodi dell’800». Pellicani: «E tutte le auto mobilità, Boraso: ma in molti chiedono un piano organico dove finirebbero?». Baretta: «Navette acquee dalla terraferma»

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ziani - È evidente che il ponte translagunare non riesce più ad assolvere alle funzioni per cui è stato creato. Ne avevo proposto uno parallelo in maniera che tutta piazzale Roma diventasse una mega rotatoria in uscita. Serve qualcosa che deve essere realizzato con la condizione di andare a intercettare i flussi turistici nella gronda lagunare. Non dimenticando - precisa il numero uno degli albergatori - che il secondo ponte potrebbe riuscire a canalizzare tutto il traffico commerciale diretto alla Marittima. Sarebbe essenziale per i pendolari e per i veneziani». Contrario, invece, Nicola Pellicani, deputato del Pd e consigliere comunale a Venezia. «Mi pare che sia un’idea abbastanza balzana, stiamo parlando di come governare i flussi e gestire i turisti e Boraso se ne esce con l’idea di raddoppiare. Potremmo anche triplicarlo, ma sarebbe sempre pieno - attacca Pellicani Noi dobbiamo diversificare gli accessi alla città: si cerca in tutti i modi di alleggerire piazzale Roma, ma così facendo gli porteremmo un’autostrada a sei corsie in bocca. A Venezia bisogna iniziare ad arrivare con le vie acquee. Mi pare un’idea lanciata da chi non ha capito quali siano i problemi della città e di come diversificare gli accessi alla città».

LA PROPOSTA VENEZIA Renato Boraso, assessore comunale alla Mobilità di Venezia, ha - come dice qualcuno a taccuini spenti - «buttato il cuore oltre l’ostacolo» nella sua proposta di raddoppiare il Ponte della Libertà per decongestionare i flussi in arrivo e in uscita dalla città d’acqua. Una visione, al massimo un concorso internazionale di idee anche in vista del traguardo delle 2026, quando in Veneto ci saranno le Olimpiadi invernali e chi verrà a Cortina vorrà anche visitare Venezia. Ma intanto, anche se tutto è ancora al di là da venire, il dibattito si è riacceso e surfa sull’onda dell’emotività di un ponte (in questo caso, di calendario) che ha visto Venezia sommersa da turisti come mai era successo prima. Senza dimenticare, appunto, che l’idea di un raddoppio «sarebbe un palliativo».

BENE, MA SERVE ALTRO Il punto lo tiene Paolo Costa, professore, ex sindaco di Venezia, presidente del Porto di Venezia, nonché ministro ai Lavori pubblici: «È anche sensata come idea - esordisce Costa - ma è un palliativo. I problemi sono due: la difficoltà di accesso a Venezia e l’impossibilità di Venezia di accogliere tutti quelli che arrivano. Dobbiamo affrontare strutturalmente i due temi. Nel 2004, quando ero sindaco, avevamo approvato la metropolitana sublagunare da Tessera. Tutte le città del mondo dove il traffico funziona è perché ci sono metropolitane». Per Costa «questo è il primo problema: stiamo accedendo a Venezia con metodi del fine ottocento, il ponte translagunare e i vaporetti». A questo si aggiunge «il fatto che abbiamo una domanda mondiale illimitata di accesso a Venezia: come la gestiamo? Finora, nonostante gli sforzi dell’amministrazione, sono state previste solo strategie di contenimento, sempre che ci sia l’idea di mantenere un’idea

UNICA PORTA STRADALE DI VENEZIA Il traffico sul ponte della Libertà visto da Piazzale Roma. L’assessore alla mobilità lagunare ha proposto la costruzione di un altro ingresso automobilistico

L’EX SINDACO RILANCIA L’IDEA DELLA METROPOLITANA SUBLAGUNARE DA TESSERA: «COME IN TUTTE LE GRANDI CITTÀ»

di città. Il caso Venezia anticipa di cinque anni il centro storico di Roma e di dieci anni quello di Firenze». Pier Paolo Baretta, veneziano e sottosegretario all’Economia, la vede così: «Che ci sia un problema di accesso a Venezia è fuori dubbio, questi giorni abbiamo avuto sott’occhio la situazione. Credo si possa valutare tutto, ma deve essere inquadrato in un disegno organico tra turismo e residenzialità. Allora, spazio a una metropolitana dedicata che colleghi Venezia e Mestre in maniera integrativa alle ferrovie. Si può anche pensare di rimettere in funzione un collegamento acqueo tra San Giuliano e Fusina:

una valutazione complessiva è giusto farla al di là della singola idea che va valutata in un quadro organico che merita di essere affrontato», conclude Baretta. Che poi scorge nell’idea di Boraso la «necessità di un’unità amministrativa di Venezia e Mestre. Anzi, serve un ripensamento strategico di una Grande Venezia per ragionare su come sarà la Venezia del 2030 se non del 2050. È una buona provocazione quella di Boraso».

VENEZIANI A FAVORE E CONTRO «In realtà sono proposte che avevo fatto in maniera provocatoria più di qualche tempo fa sottolinea Vittorio Bonacini, presidente degli albergatori vene-

LA REGIONE

L’ASSESSORE REGIONALE DE BERTI: «NON ESCLUDO DI RAGIONARCI, MA NON POSSIAMO CHIEDERE LA LUNA PER LE OLIMPIADI»

Chi apre uno spiraglio all’idea di Boraso è Elisa De Berti, assessore regionale ai Lavori pubblici, Infrastrutture e Trasporti: «Non escludo di ragionarci ma stiamo parlando di un intervento non di poco conto su cui deve intervenire lo Stato. Non abbiamo la forza di un intervento di questo tipo. Il 2026? È domani e non possiamo chiedere la luna alle Olimpiadi. Ma considerando 15 miliardi di euro di residuo fiscale attivo che il Veneto lascia a Roma, se la Regione chiede un intervento infrastrutturale necessario, lo Stato non può girarsi. Questo, in attesa di diventare autonomi». Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

«In Veneto il candidato governatore spetta a Forza Italia» LA RICHIESTA VENEZIA L’avesse scritto il 31 ottobre, qualcuno avrebbe potuto pensare a uno “scherzetto” di Halloween. Lui per primo premette: «Lo so, sembra quasi una provocazione». Ma va? Invece no, Roberto Caon è serissimo. Tanto che ieri, passati i Santi e pure i Morti, il deputato padovano di Vigonza si è premurato di divulgare con ogni mezzo - Facebook, Whatsapp, mail - quella che a suo dire sarà la ricetta vincente - perché evidentemente Zaia non lo è - per le elezioni regionali del 2020: «Spetta a Forza Italia esprimere il presidente in Veneto». A parte il fatto che Forza Italia al Ferro Fini esiste solo perché due eletti in altre liste (Conte

e Zorzato) hanno preso da poco la tessera azzurra, mentre i tre “veri” eletti con Berlusconi (Barison, Donazzan, Giorgetti) hanno scelto altre strade, vien da chiedere a Caon come può immaginare non solo di “archiviare” il governatore più amato d’Italia, ma anche di pensare che la Lega non avanzi legittime pretese. Europee 2019, risultati veneti: Lega 49,9%, Forza Italia 6%.

LE MOTIVAZIONI «Lo so, sembra quasi una provocazione, alla luce dei sondaggi che ci danno tra il 5 e il 6% - scrive il deputato padovano - Ma è proprio in momenti come questi che il centrodestra, se vuole tornare davvero unito, deve dimostrare spirito di coalizione». Quindi ricorda che alle Europee 2014 an-

che la Lega era sul 6% a livello nazionale, ma questo non le ha impedito l’anno successivo di esprimere il suo candidato in Veneto, dopo Lombardia e Piemonte, e che sarà sempre un leghista il candidato in Emilia Romagna, dopo aver conquistato l’Umbria. Di più: Caon dice che «un esponente di Forza Italia in Veneto è garanzia di sicura vittoria» e

IL DEPUTATO CAON: «IL CENTRODESTRA DEVE DIMOSTRARE SPIRITO DI COALIZIONE E POI DOPO 10 ANNI ZAIA DEVE RITIRARSI»

PADOVANO Roberto Caon, ex leghista, dal 2017 in Forza Italia (Foto Facebook)

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«consentirebbe anche una sana discontinuità dopo dieci anni di “èra Zaia”». E qui commette un errorino: dice che «la presidenza della Regione è l’unica carica di una certa importanza che non è sottoposta a un limite di mandati» e che «laddove la legge non è esplicita, dovrebbe intervenire il buon senso». A parte il fatto che un limite per i governatori c’è (due mandati consecutivi, conteggio dal 2015), Caon sorvola sul fatto che il predecessore Giancarlo Galan mandati ne aveva fatti tre. Ma forse è perché all’epoca Caon non vestiva ancora i panni azzurri e stava nella Lega. Tant’è, dieci ore dopo la pubblicazione del post su Facebook, i like non sono mancati. Due. Al.Va.


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LUNEDÌ 4 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

FELTRE

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strade e sicurezza

Zanolla: «La Feltrina è troppo pericolosa» Sul tavolo dei sindaci un piano da 4 milioni Forte appello del sindaco di Quero Vas per mettere mano insieme a Veneto Strade ai punti più critici della Sr 348 Dante Damin QUERO VAS. «La strada regio-

nale feltrina è un’arteria che sta scoppiando e che necessita di interventi urgenti». Il sindaco Bruno Zanolla torna su una problematica che da anni affligge la principale arteria che attraversa i comuni di Quero Vas e Alano di Piave, spesso teatro di incidenti, anche gravi. Nonostante i continui appelli del primo cittadino di Quero Vas, Veneto Strade non ha intenzione di intervenire in modo strutturale sulla strada bonificando i tratti maggiormente che ingrossano le statistiche del numero di incidenti e di persone ferite. Tra l’altro con la prossima apertura della Pedemontana il carico di traffico potrebbe ulteriormente aumentare. Per questo anche un’eventuale deviazione anticipata del traffico in caso di ingorghi o incidenti diverrebbe fondamentale: nei mesi scor-

BRUNO ZANOLLA, PRIMO CITTADINO DI QUERO VAS FA UN APPELLO PER LA SICUREZZA DELLA SR 348

Traffico ingolfato frequenti incidenti anche molto gravi. La proposta è di usare per i lavori i Fondi per i comuni di confine

si il consigliere di minoranza Antonio Mondin aveva avanzato l’ipotesi di un tabellone luminoso da collocare in prossimità del ponte di Vas per indicare agli automobilisti lo stato di percorribilità della feltrina. Veneto Strade non ha avallato l’iniziativa. «Quello della strada regionale Feltrina», riprende Zanolla, «è un tema molto importante. Come ente amministrativo di Quero Vas avevamo portato il problema al tavolo dei sindaci: a breve partirà la nuova programmazione che, con l’ausilio dei Fondi di Confine, ci consentirà di proseguire il dialogo con Veneto Strade mettendo la Feltrina in primo piano. L’obiettivo è individuare gli interventi strategici e quantificarli». La cifra inizialmente dedicata al progetto di riqualificazione della strada regionale si aggirava sui quattro milioni di euro. «I costi dovranno essere puntualizzati da Veneto Strade», spiega ancora il

L’incidente di dicembre 2018 all’altezza di Quero costato la vita a un 38 enne marocchino

primo cittadino, «e potrebbero anche essere differenti dalla prima cifra ipotizzata. In ogni caso verrà siglato un accordo per il quale collaboreremo anche con la Regione in modo tale che si possa finalmente giungere alla messa in sicurezza della viabilità». Nel 2020 potrebbero infatti avviarsi il cantiere. Zanolla non nasconde però come in passato una certa preoccupazione sul peso del traffico lungo l’arteria stradale. «L’incremento sul numero di automobilisti in transito», ag-

giunge, «aumenterà sensibilmente non appena la Pedemontana verrà aperta. Già domenica scorsa, poco dopo Quero, la viabilità è andata in tilt e c’era una coda chilometrica. Il traffico deve essere quindi fluidificato. Dico ai cittadini che il tema della Feltrina è costantemente vigilato e che siamo in contatto diretto con Veneto Strade e Regione per mettere a posto una strada che da troppo tempo causa disagi e preoccupazioni agli automobilisti in transito». Gli interventi sulla viabili-

tà riguarderanno anche il versante querese sulla Sinistra Piave. «Abbiamo segnalato alla Regione le cose di cui il territorio necessita e che abbiamo concordato con gli altri enti. In particolar modo verranno messe in sicurezza le valli laterali. Ogni volta la viabilità viene interrotta a causa delle frane, e ad essere interrotto è anche il collegamento ferroviario. Un fatto», conclude Bruno Zanolla, «che non dovrà più accadere con azioni strutturali di bonifica». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

fiera in tono minore

Il diluvio su San Matteo fa scappare gli espositori Si salva la ristorazione FELTRE. Se non è Vaia è il diluvio. Un altro anno nero per la Fiera di San Matteo. Poteva essere un bagno di folla con sessanta espositori presenti per esporre e vendere le eccellenze dell’agroalimentare bellunese. È finita in un bagno vero e proprio con gli espositori fradici che un po’ alla volta, dopo pranzo, hanno gettato la spugna hanno abbandonato Campogiorgio. Difficile dargli torto con i visitatori che si contavano sulle dita di una mano e una pioggia battente che a cavallo dell’ora di pranzo ha assunto l’aspetto di un nubifragio. A metà pomeriggio la stra-

da che solitamente ospita il mercato, è già in buona parte svuotata. Pochi affari e la sensazione che per il futuro forse anche la data dovrà essere ripensata. Un vero peccato perché c’erano le basi per una bella giornata dove i temi dell’agricoltura sostenibile, della biodiversità e del chilometro zero dovevano andare a braccetto con il pienone di visitatori. Alla fine ha resistito la parte dedicata ai convegni, ai workshop e alle iniziative dell’Istituto agrario Della Lucia e di Coldiretti sotto il tendone di piazza Isola, mentre chi era venuto a Feltre per vendere i propri

prodotti si è dovuto attrezzare per ripararsi dalla pioggia. Si è salvato, invece, lo stand gastronomico affidato ai cuochi della Pro loco di Fonzaso: «Malgrado la pioggia, gente ne è arrivata sia sabato a cena che domenica a pranzo», affermano i volontari. «Non è stato un pienone, ma non ci possiamo lamentare. Spiace per il resto della fiera che ha pagato per il tempo pessimo. Come Pro loco Fonzaso sono ormai sei anni che gestiamo lo stand gastronomico alla Fiera di San Matteo e ci ricordiamo solo un anno in cui il tempo ha dato davvero una mano agli organizzatori».

Allo stand del morone si brinda con vino e castagne malgrado il diluvio

A ridosso di largo Castaldi hanno resistito stoicamente gli stand del Consorzio del Morone Feltrino e del Consorzio vitivinicolo Coste del Feltrino con i rispettivi presidenti Andrea Rusalem ed Enzo Guarnieri. Rusalem e i volontari addetti alle caldarroste la pren-

dono con filosofia e rilanciano in vista del prossimo lungo fine settimana, quando da venerdì 8 a domenica 10 novembre, il morone e il castagno saranno protagonisti di una tre giorni ospitata nel capannone agli impianti sportivi di Rasai con un prologo venerdì sera al-

la libreria Quattro Sass dove sarà presentato il libro di Daniele Gazzi dedicato alla castanicoltura nel Feltrino nei secoli XIX e XX. Sabato e domenica, spazio al morone in tutte le sue declinazioni in cucina. — R.C. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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