RASSEGNA STAMPA DEL 6 NOVEMBRE 2019

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06-NOV-2019 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


06-NOV-2019

da pag. 20 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


06-NOV-2019

da pag. 20 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


06-NOV-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Norma Rangeri

Lettori Audipress 04/2019:

10.660 63


06-NOV-2019 Estratto da pag. 11 3043

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06-NOV-2019

da pag. 23 Quotidiano nazionale

Direttore: Fabio Tamburini

Lettori Audipress 04/2019: 157.191 63


06-NOV-2019

da pag. 23 Quotidiano nazionale

Direttore: Fabio Tamburini

Lettori Audipress 04/2019: 157.191 63


06-NOV-2019

da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


06-NOV-2019

da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


06-NOV-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

Lettori Audipress 04/2019:

46.994 63


06-NOV-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

Lettori Audipress 04/2019:

46.994 63


06-NOV-2019

da pag. 17 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


06-NOV-2019

da pag. 17 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


06-NOV-2019

da pag. 1 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


06-NOV-2019

da pag. 1 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


06-NOV-2019

da pag. 1 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


06-NOV-2019

da pag. 7 Quotidiano nazionale

Direttore: Norma Rangeri

Lettori Audipress 04/2019:

10.660 63


06-NOV-2019

da pag. 7 Quotidiano nazionale

Direttore: Norma Rangeri

Lettori Audipress 04/2019:

10.660 63


06-NOV-2019

da pag. 7 Quotidiano nazionale

Direttore: Norma Rangeri

Lettori Audipress 04/2019:

10.660 63


06-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


06-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


06-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

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06-NOV-2019

da pag. 15 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 04/2019: 141.030 63


06-NOV-2019

da pag. 11 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


06-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

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06-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

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06-NOV-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


06-NOV-2019

da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


06-NOV-2019

da pag. 16 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


06-NOV-2019

da pag. 16 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


06-NOV-2019

da pag. 20 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


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da pag. 20 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


06-NOV-2019 Estratto da pag. 14 3043

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06-NOV-2019 Estratto da pag. 9 3043

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06-NOV-2019

da pag. 9 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 04/2019: 141.030 63


06-NOV-2019

da pag. 9 Quotidiano nazionale

Direttore: Maurizio Molinari

Lettori Audipress 04/2019: 141.030 63


06-NOV-2019 Estratto da pag. 12 3043

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06-NOV-2019 Estratto da pag. 15 3043

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06-NOV-2019

da pag. 5 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


06-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

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06-NOV-2019 Estratto da pag. 12 3043

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06-NOV-2019

da pag. 2 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


06-NOV-2019

da pag. 2 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


06-NOV-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


06-NOV-2019

da pag. 8 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


06-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

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06-NOV-2019 Estratto da pag. 1 3043

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06-NOV-2019

da pag. 26 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


06-NOV-2019

da pag. 9 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


06-NOV-2019

da pag. 9 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


06-NOV-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Claudio Cerasa

Lettori Audipress 04/2017:

25.000 63


06-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

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06-NOV-2019 Estratto da pag. 8 3043

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06-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043

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06-NOV-2019

da pag. 6 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


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06-NOV-2019

da pag. 2 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


06-NOV-2019

da pag. 2 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


06-NOV-2019 Estratto da pag. 9 3043

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06-NOV-2019 Estratto da pag. 2 3043

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06-NOV-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

Lettori Audipress 04/2019:

46.994 63


06-NOV-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

Lettori Audipress 04/2019:

46.994 63


06-NOV-2019 Estratto da pag. 10 3043

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06-NOV-2019

da pag. 12 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

Lettori Audipress 04/2019:

46.994 63


06-NOV-2019 Estratto da pag. 8 3043

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06-NOV-2019 Estratto da pag. 9 3043

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06-NOV-2019

da pag. 6 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 04/2019: 115.356 63


06-NOV-2019

da pag. 6 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 04/2019: 115.356 63


06-NOV-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


06-NOV-2019 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


06-NOV-2019 Estratto da pag. 8 3043

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06-NOV-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


06-NOV-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


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da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


06-NOV-2019 Estratto da pag. 4 3043

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06-NOV-2019 Estratto da pag. 4 3043

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06-NOV-2019 Estratto da pag. 4 3043

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06-NOV-2019 Estratto da pag. 22 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


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06-NOV-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


06-NOV-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


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da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


06-NOV-2019

da pag. 9 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


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da pag. 9 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 04/2019:

41.884 63


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da pag. 9 Quotidiano nazionale

Direttore: Fabio Tamburini

Lettori Audipress 04/2019: 157.191 63


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Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


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da pag. 27 Quotidiano nazionale

Direttore: Carlo Verdelli

Lettori Audipress 04/2019: 198.298 63


06-NOV-2019 Estratto da pag. 23 3043

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06-NOV-2019

da pag. 17 Quotidiano nazionale

Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

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Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

91.913 63


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Direttore: Virman Cusenza

Lettori Audipress 04/2019:

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da pag. 1 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

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da pag. 1 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 04/2019: 275.328 63


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Direttore: Fabio Tamburini

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da pag. 5 Quotidiano nazionale

Direttore: Fabio Tamburini

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da pag. 5 Quotidiano nazionale

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06-NOV-2019 Estratto da pag. 10 3043

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Direttore: Marco Travaglio

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Corriere del Veneto Mercoledì 6 Novembre 2019

Nuove regole

di Andrea Priante

PRIMO PIANO

3 VE

«Videopokerspenti6orealgiorno» Giocod’azzardo,strettadellaRegione «Ludopatia, piaga sociale». Lachin (Confesercenti): «Ci sono città con limiti più severi»

La Regione ordina di spegnere le slot machine per almeno sei ore al giorno. Una misura anti-ludopatia ritenuta però troppo morbida da Confesercenti, che rappresenta anche bar e pubblici esercizi che grazie alle macchinette mangiasoldi fanno affari d’oro. La Giunta Zaia era chiamata a fissare i «paletti» alla legge regionale di prevenzione e contrasto al gioco patologico, approvata due mesi fa. L’ha fatto tenendo conto dell’accordo Stato-Regioni, che puntava a garantire agli esercenti la possibilità di far funzionare slot e videolottery per diciotto ore al giorno. Per questo sono state scelte tre fasce orarie durante le quali gli apparecchi dovranno restare spenti: dalle 7 alle 9 del mattino (quando a giocare sono soprattutto giovani, donne e disoccupati); dalle 13 alle 15 (la pausa pranzo attira anziani e ragazzini che escono da scuola) e dalle 18 alle 20, quando non si registrano particolari differenze di genere o di età tra gli scommettitori. Chi non rispetta il «coprifuoco» - siano baristi o gestori di pubblici esercizi - rischia fino a seimila euro di multa. La Regione prova così a creare uniformità di regole in un settore - quello del gioco d’azzardo - che finora ha visto in prima fila i sindaci con le loro ordinanze a tutela della salute e dell’ordine pubblico. «I tre stop entreranno in vigore in tutto il territorio regionale e sono pensati per scoraggiare il nomadismo dei giocatori da un comune all’altro» spiega l’assessore alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin. «Inoltre si vuole rinforzare il potere delle singole amministrazioni comunali, che con proprio provvedimento possono limitare ulteriormente gli orari di apertura». Il Veneto è la terza regione in Italia per volume delle giocate, con una media di 1.244 euro di spesa annua per ogni residente, dai neonati ai centenari. Sono 32.500 i giocatori compulsivi, quasi l’1 per cento della popolazione. «Si tratta di una piaga sociale - ammette l’assessore regionale - che nell’ultimo anno ha inghiottito

VENEZIA

per le categorie a rischio, come casalinghe, minori, anziani a basso reddito, persone senza lavoro che possono essere attirati dal miraggio della vincita facile». Il provvedimento si inserisce in un quadro normativo che già prevede distanze minime di 400 metri dai luoghi sensibili e l’aumento massimo dell’aliquota Irap per gli esercenti che accettano di ospitare le slot machine, oltre alle maxi-sanzioni per chi viola le prescrizioni. Ma prima di entrare in vigore, i nuovi orari dovranno passare all’esame della Quinta Commissione.

Lanzarin assicura che le restrizioni approvate dalla giunta non andranno a scontrarsi con i regolamenti locali: «I Comuni, infatti, possono adottare limiti più severi, motivati da ragion di salute pubblica e dai singoli contesti locali». Tesi che non convince Michele Lachin, vicedirettore di Confesercenti Venezia-Rovigo che nel 2015 fece parte del Comitato tecnico che elaborò i limiti varati dalla prefettura: «Quell’accordo prevede che, nel Veneziano, le macchinette restino accese per 8 ore e mezza al giorno, a fronte delle 18 ore che adesso concede la Regio-

ne. Lo stesso accade in molti Comuni del Veneto. Significa quindi che la Giunta ha approvato un regolamento anti-ludopatia che in realtà è molto meno severo delle ordinanze in vigore in tante realtà locali». Il risultato? «Questa divergenza creerà solo confusione. Prevedo una pioggia di contenziosi: da un lato i gestori di bar e tabaccherie che pretenderanno dal proprio Comune un adeguamento a quanto deciso dalla Regione, dall’altro i sindaci che invece vorranno mantenere le restrizioni attuali».

● L’editoriale Politica e senso del tempo SEGUE DALLA PRIMA

Intanto il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione del Movimento 5 stelle che invita la Regione ad impegnarsi affinché i metalli (oro, argento e bronzo) delle medagli delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 siano recuperati dai rifiuti elettronici. «In questa maniera - ha detto Massimo De Rosa, primo firmatario della mozione - gli atleti vincitori porteranno al collo,oltre al loro valore sportivo,. un simbolo della tutela dell’ambiente e dei principi dell’economia circolare».

Ogni prospettiva sembra così appiattirsi e snaturarsi, decontestualizzata dalla cornice entro cui si è creata e si è alimentata. Questo approccio può all’apparenza ritenersi astratto o ad uso dei filosofi, ma in realtà sta inconsapevolmente permeando ogni aspetto dell’esistenza, dallo studio all’educazione, dalla comunicazione alla cultura, fino ovviamente alla politica. Non è un caso, infatti, che le agende della politica si adattino, senza soluzione di continuità, agli umori della gente, gli interessi nei confronti degli argomenti caldi si gonfiano e si sgonfiano, facendo apparire ciò di cui si trattava fino al mese scorso qualcosa come di lontano e primitivo. Il tutto a scapito della comprensione e della riflessione. Gli esempi sono innumerevoli, a partire dal problema ambientale e al «fenomeno Greta» o al «dopo Vaia», alle tematiche istituzionali o a quelle legate all’istruzione o alla cultura. Un’irrefrenabile esigenza di risolvere l’oggi, in attesa che domani tutto sia passato – magari non risolto – e già pronti per una prossima novità. Una sorta di macchina delle idee in cui tutto è banalmente triturato, tralasciando tensioni e contraddizioni – sale della critica – e alla costante ricerca dell’effetto e soprattutto del compromesso. Ne discende un approccio che accontenta nell’immediato, ma che lascia un forte amaro in bocca, in quanto le risposte non possono che essere superficiali e raramente frutto di confronto e analisi critiche. La velocità che ammanta riduce la prospettiva, le scelte devono produrre risposte in tempi rapidi – sovente legati al ciclo di una legislatura o di un mandato politico – evitando di avere il coraggio di guardare oltre il proprio orizzonte. Attraverso questa modalità la politica appare miope a causa e in funzione di una società che ha perso il senso dell’attesa e della riflessione, dischiusa dalla tensione di voler per forza cancellare gli attriti e la naturale dialettica che sorge dal confronto di condizioni portatrici di identità differenti. E magari su questo si dovrebbe trovare il tempo di riflettere con molta più oculatezza e tranquillità. Davide Rossi

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Videolottery Nuovi limiti alle slot

6,1 miliardi di euro, dei quali tre quarti giocati alle slot. I limiti orari omogenei in tutto il territorio regionale, sono un sistema di dissuasione in più

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V

Padova

Mercoledì 6 Novembre 2019 www.gazzettino.it

Affitti, il Comune scrive a 4.099 famiglie Inviata una lettera ai residenti degli alloggi popolari: 200mila euro per andare incontro a chi fatica a pagare `

PALAZZO MORONI PADOVA Il Comune scrive a 4099 inquini delle case popolari per ricordare che l’amministrazione ha stanziato 200.000 euro per il sostegno all’affitto. Per far fronte alla revisione dei canoni fatta scattare dalla Regione, l’amministrazione Giordani continua la sua crociata. Dopo la polemica che, la scorsa estate, ha visto protagonisti il sindaco Sergio Giordani e il consigliere della lista Zaia Fabrizio Boron, palazzo Moroni torna alla carica, prende carta e penna e scrive una lettera indirizzata a tutti gli inquilini degli alloggi Erp.

MODALITÀ La comunicazione arriverà nelle case dei 4.099 interessati dall’aumento (l’89% del totale degli assegnatari). Di questi il 72% ha più di 60 anni, e il 54% più di 70. Nella lettera sono indicate le modalità per richiedere l’assegnazione del contributo e si spiega che, per far fronte alla revisione dei canoni d’affitto dell’Ater varata dalla Regione, il Comune ha messo a disposizione un fondo straordinario di 200.000 euro che servirà alle famiglie per so-

VERRÀ VALUTATO CASO PER CASO IN MODO DA FAVORIRE CHI HA UNA REALE NECESSITÀ ECONOMICA E NON I “FURBI”

stenere, almeno in parte, rincari che, in alcuni casi, hanno più che raddoppiato gli affitti. «Si è consapevoli che si tratta di un aiuto economico una tantum - si legge nel documento firmato da Giordani e dall’assessore al Sociale Marta Nalin - che non potrà risolvere il problema di tutti gli assegnatari che dovranno affrontare maggiori spese. A tal fine il Comune si sta attivando per proporre alla Regione i correttivi necessari affinché il calcolo del canone sia equo e sostenibile per ogni famiglia». A richiedere il contributo potranno essere tutti gli inquilini che hanno avuto un aumento del canone e che ora si trovano in difficoltà economica, allegato alla lettera arriverà anche un modulo per presentare la richiesta di contributo, che dovrà essere corredata dalla certificazione Isee. Il contributo verrà elargito in seguito a un’attenta valutazione delle domande e dei requisiti da parte del settore competente, favorendo così chi si trova in grave difficoltà nel sostenere le nuove condizioni, ed escludendo situazioni in cui l’aumento del canone è invece giustificato. «I nostri anziani vengono prima di tutto. Negli ultimi mesi, infatti, si sono moltiplicate nella mia segreteria i contatti allarmati di tanti padovani, specie in età avanzata, che sono preoccupatissimi per gli aumenti dei canoni legati alla nuova legge regionale – spiega Giordani – Non possiamo fare miracoli, ma possiamo fare qualcosa per queste persone come Comune ed è per questa ragione che già quest’estate ho ac-

Il sindaco Giordani: «In tanti ci avevano contattato allarmati» L’assessore Nalin: «Non risolverà il problema, ma certo aiuterà»

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cantonato e annunciato un fondo per aiutarli. So che a Venezia sono in corso riflessioni su alcune modifiche e mi auguro che alla fine prevalga il buon senso, ma intanto ci siamo mossi con questo sostegno in maniera autonoma».

CONTRIBUTO «Sappiamo che questo non potrà risolvere il problema di tutti i cittadini interessati – dice, invece, Nalin – ma esistono situazioni in cui anche quello che può sembrare un piccolo contributo può fare la differenza per una famiglia intera. Gli effetti dell’aumento del canone di affitto si

sommano alle spese condominiali e ai costi delle bollette e questo rischia di aumentare le situazioni di difficoltà. Con questo intervento vogliamo limitare i rischi per tante persone. Questa iniziativa va di pari passo con il nostro lavoro di interlocuzione con la Regione, a cui abbiamo chiesto di introdurre i correttivi necessari affinché il calcolo del canone sia equo e sostenibile per ogni famiglia». A metà novembre, sempre per rimanere in tema di Edilizia Residenziale Pubblica, uscirà la nuova graduatoria per l’assegnazione degli alloggi popolari. Alberto Rodighiero

Inquilini Ater

Riunione in attesa del tavolo tecnico L’ASSEMBLEA

PROTESTE La manifestazione di quest’estate contro l’aumento degli affitti. Ora dal Comune arriva un contributo di 200mila euro

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PADOVA Non si ferma la protesta degli inquilini degli alloggi popolari contro il caro affitti. Il coordinamento regionale degli inquilini ha indetto un’assemblea regionale per sabato prossimo alle 15 nella sala polivalente di via Valeri 17. Il coordinamento punta alla revoca della legge, mentre continua la mobilitazione degli inquilini in attesa della convocazione del tavolo tecnico di revisione. Le proteste erano iniziate in luglio e sono proseguite con cadenza quasi settimanale fino ad oggi. il coordinamento chiede la revoca della leg-

ge, sostenendo che la nuova normativa, il cui impianto è considerato sbagliato e inaccettabile. ha rivisto al rialzo i canoni di affitto, anche per persone con pensioni minime: il calcolo, sottolinea il coordinamento, viene effettuato in base all’Isee Erp, che non deve superare i 20mila euro, e si contesta poi all’Ater di aver adottato criteri di mercato nella definizione di canoni di alloggi popolari. Tra le forme di protesta adottate, oltre alle assemblee e alle manifestazioni di fronte alla sede dell’Ente, anche l’autoriduzione dell’affitto, continuando a pagare l’importo precedente al ricalcolo. L.M.


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MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

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Il futuro dell’occhialeria Il presidente Vitaloni e il primo confronto con i sindacati in programma domani a Mestre: «Al tavolo richieste e proposte delle parti in causa»

Anfao: «Siamo pronti a siglare il contratto L’uscita di Luxottica? Per noi cambia poco» L’INTERVISTA

Stefano Vietina nfao è determinata a chiudere un contratto che sia equilibrato e tuteli sia le aziende che i lavoratori». Prima di sedersi al tavolo della trattativa, domani alle 14 a Mestre, l’Associazione nazionale fabbricanti articoli ottici, per bocca del suo presidente Giovanni Vitaloni, dà ampie garanzie sulla disponibilità a discutere con le sigle sindacali. «La delegazione», continua Vitaloni, «sarà guidata dalla mia vice Lorraine Berton, a cui è conferita la delega per le trattative sindacali. In questi anni ha svolto un egregio lavoro». Si tratta della prima trattativa dopo l’uscita di Luxottica dalla vostra associazione. «Guardi, l’uscita di Luxottica rappresenta innegabilmente un momento delicato per il settore nel suo insieme, ma di certo non muta la traiettoria della missione originaria di Anfao, che continuerà a operare nei rapporti con le organizzazioni sindacali a servizio delle imprese che rappresenta, tutelando le aziende e i lavoratori». I piccoli non hanno nulla da temere dunque? I sindacati possono stare tranquilli? «Vorrei far notare che rappresentiamo tutte le maggiori aziende dell’occhialeria, ad eccezione di Luxottica, non solo i cosiddetti piccoli. E che la negoziazione in corso per il rinnovo del contratto nazionale, che conferma una lunga tradizione di relazioni industriali collaborative, non potrà che partire dai presupposti costruttivi del passato, per cercare di fornire un contributo positivo al futuro del lavoro nel settore». Cosa vi aspettate? «Anfao si augura che il contratto nazionale possa continuare a costituire uno strumento flessibile, in grado da una parte di riunire le imprese italiane a beneficio degli addetti del settore e, dall’altra, di valorizzare le specificità dimensionali e organizzative di ogni impresa. Il ruolo associativo nel

«A

Giovanni Vitaloni, presidente dell’Associazione nazionale fabbricanti articoli ottici

comparto resta forte, il nostro impegno prosegue con determinazione e stiamo lavorando per essere sempre più vicini alle esigenze delle nostre aziende». In che modo? «Sia attraverso la rappresentanza politica, tecnico-normativa e sindacale che ci è stata delegata, ma anche, e sempre di più, attraverso nuovi servizi e attività dedicati e ad alto valore aggiunto, che ci consenta-

«La negoziazione dovrà tenere conto delle difficoltà che stiamo vivendo» no di attrarre altre aziende associate e di continuare a rivestire il ruolo di punto di riferimento per l’occhialeria». Si parla di richieste di un aumento salariale di 115 euro e di nuove opportunità di welfare. «È prematuro entrare su questo terreno, che sarà oggetto della contrattazione a

partire da giovedì. Risentiamoci dopo quello che, le ricordo, è il primo incontro con i sindacati e servirà a mettere sul tavolo richieste e proposte da ambo le parti». I dati del primo semestre, che avete divulgato un mese fa, sono decisamente positivi. «A livello economico il settore continua a essere protagonista sui mercati internazionali, dove nel primo semestre si è registrata una crescita del 7,4% in valore. Tuttavia, occorre anche fare una considerazione generale su questo dato che, sebbene molto positivo, è anche frutto del contributo specifico di alcune grandi aziende, prima fra tutte Luxottica stessa». Non è dunque tutto oro quello che luccica? «Diciamo che mantenere competitività sui mercati nazionali e internazionali è la sfida cruciale che la congiuntura impone soprattutto in capo alle piccole e medie aziende. Sebbene l’occhialeria sconti meno di altri settori del comparto mo-

da-accessorio il momento di difficoltà, l’andamento del mercato italiano resta molto preoccupante e i consumi continuano ad essere negativi». Dunque? «La negoziazione per il contratto nazionale dovrà tenere conto del contesto incerto, ma non perdere la serenità necessaria al raggiungimento di un equilibrio tra le parti». Uno scenario possibile?

Messaggio ai sindacati «Noi rappresentiamo tutto il settore in maniera trasversale» «Noi siamo molto positivi e pronti a ricercare un accordo equilibrato per i prossimi tre anni. Abbiamo peraltro letto qualche nota di preoccupazione da parte dei sindacati e vogliamo chiarire subito che noi ci siamo e che rappresentiamo in maniera trasversale tutto il settore». BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

l’appuntamento

Il 12 dicembre a Treviso l’assemblea delle aziende associate BELLUNO. Il 12 dicembre è

prevista a Treviso l’assemblea degli associati di Anfao. «Sarà l’occasione», dice Giovanni Vitaloni, «per confrontarci sul momento di mercato e sulle prospettive. E annuncio che contestualmente partirà il nostro road-show per presentarci alle aziende del settore che ancora non sono iscritte e alle quali mostreremo quanto l’associazione è in grado di fare per tutto il mondo dell’occhialeria». Se dunque da un lato perde l’iscrizione di un’azienda big come Luxottica, dall’altra Anfao cerca di essere ancora più rappresentativa del settore in maniera trasversale, con un occhio particolare ai medi e piccoli produttori. Intanto l’assessore regio-

nale al lavoro Elena Donazzan annuncia gli Stati generali dell’occhialeria che si terranno a Longarone il 15 novembre. «Iniziativa lodevole, di cui siamo stati interessati e alla quale parteciperemo. Si tratta peraltro», sottolinea Vitaloni, «di un incontro regionale, se pure di una regione così importante per l’occhiale, come il Veneto. Stiamo aspettando con interesse il programma dei lavori e diremo la nostra anche in quella sede. La nostra associazione è molto legata al distretto e alla provincia di Belluno e vogliamo portare un messaggio di dinamismo, di presenza attiva, di sostegno fattivo alle nostre aziende e a tutti coloro che vi lavorano». — S.V.


MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

consiglio del veneto, approvato il bilancio

Battaglia sulle tasse Pd: addizionale Irpef su redditi medio-alti Zaia: «Mai e poi mai» Manovra da 17 miliardi, l’indebitamento scende a 757 milioni Ater, i dem all’attacco. Referendum elettorale: nuove scintille Filippo Tosatto VENEZIA. Da mezzo miliardo

ad una settantina di milioni. Nell’arco di un decennio (complici i tagli) il margine di “spesa libera” del Veneto - cioè i quattrini disponibili per investimenti, al netto di costi e oneri fissi - è crollato. La circostanza, emersa nella discussione sulla manovra di bilancio a Palazzo Ferro-Fini, spinge l’opposizione del Pd a chiedere alla maggioranza leghista la reintroduzione dell’addizionale Irpef sui redditi medio-alti, così da rastrellare risorse fresche (tra i 50 e 100 milioni) da destinare al welfare e all’ambiente. «Neanche per sogno», è la replica di Luca Zaia «siamo l’unica regione in Italia “tax free”, abbiamo evitato ai contribuenti l’addizionale e i superticket sanitari, rinunciando a un miliardo e 219 milioni di entrate, e non ricorreremo mai alle tasse di scopo. Meglio razionalizzare la spesa, eliminando gli sprechi, che mettere le mani in tasca a cittadini e imprese». L E CIFRE DEL GOVERNATORE

«Veneto tax free? Ditelo alle famiglie che sborsano 2 mila euro al mese per le rette in casa di riposo, agli inquilini Ater che si vedono l’affitto raddoppiato, agli studenti privati di abbonamenti agevolati ai trasporti,

nel circuito sanitario «che pesano su questo esercizio per circa 72 milioni». I CANTIERI PEDEMONTANA

Confermati i principali capitoli di spesa: 20-25 milioni per assumere 500 nuovi medici specializzandi; 36,7 (risorse proprie) + 20,5 (accensione mutui) da iniettare sui Giochi di Cortina accreditati, insieme ai Mondiali di sci 2021, di «un giro d’affari di tre miliardi nell’area dolomitica»; l’ultima rata dei 300 milioni investiti sulla superstrada Pedemontana («L’anno prossimo segnerà la conclusione dei cantieri») contestata dall’opposizione, i 60 stanziati per rinnovare la flotta dei treni regionali e poi i contributi erogati a materne-asili nido (31 mln) e centri di formazione professionale (24). E l’edilizia pubblica? «La legge di riforma ha già consentito di assegnare l’alloggio a 400 nuove famiglie a un canone medio di 77 euro al mese», tuttavia è previsto un correttivo al regolamento «al fine di consentire ad anziani e famiglie con disabili di non perdere il diritto alla casa popolare», leggi l’innalzamento della soglia annuale di reddito da 20 a 30 mila euro, anticipato dal nostro giornale. «Ma chi è privo di titolo dovrà lasciare l’alloggio a chi ne ha veramente bisogno». COLLI EUGANEI E UNESCO

L’intervento del governatore Luca Zaia nell’aula del consiglio veneto

ai genitori gravati dai costi dell’asilo nido» è l’affondo dei dem Stefano Fracasso, Claudio Sinigaglia e Graziano Azzalin «La verità è che il governatore tutela i ricchi e non si cura di reperire i fondi utili a salvaguardare le fasce più deboli della popolazione». Il botta e risposta ha animato la seduta, culminata nell’approvazione notturna del Documento di programmazione economica

via libera al progetto preliminare

e finanziara (27 i voti a favore, 15 i contrari, un astenuto) preceduta dall’intervento del governatore che ha ricapitolato le cifre di una manovra di 17 miliardi complessivi (dei quali 9,7 assorbiti dalla sanità) a fronte di un debito «sceso dai 2,4 miliardi del 2010 agli attuali 757 milioni, con la riduzione dei tempi dei pagamenti a una media di 16 giorni» e i 1,4 miliardi di ammortamenti

Che altro? In attesa dell’autonomia («Ma la nostra pazienza non è infinita... ») l’ultimo bilancio della legislatura alimenta l’assalto alla diligenza difesa dall’assessore Gianluca Forcolin. Tra gli emendamenti approvati, spicca quello “indolore” di padovani e veronesi che impegnano la Giunta a sostenere il riconoscimento di Colli Euganei e Valpolicella a patrimonio dell’Unesco. E il quesito referendario sulla legge elettorale? «Sarà trasmesso alla Cassazione, la volontà dell’aula è chiara», taglia corto il presidente Roberto Ciambetti; «Sulle regole non si scherza, l’assemblea ha negato il quorum qualificato richiesto», ribatte Piero Ruzzante (Leu); «Se l’episodio non fosse triste, ci sarebbe da ridere», chiosa il gruppo a 5 Stelle. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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su iniZiativa dell’assessore lanZarin

Stretta al gioco d’azzardo Videogiochi e slot veneti spenti in tre fasce orarie

Nel Veneto i giocatori problematici o patologici sono circa 35 mila VENEZIA. Limiti agli orari di

apertura e funzionamento per sale e punti gioco, parificati in tutto il Veneto: l’amministrazione regionale di Luca Zaia ha disposto che nelle fasce orarie comprese tra 7 e 9, 13 e 15, 18 e 20, le sale gioco debbano interrompere l’attività di slot machine e le videolottery posizionate in bar e pubblici esercizi. «Si tratta di un provvedimento che dà applicazione concreta alla nostra legge di prevenzione e contrasto al gioco patologico, approvata due mesi fa, e che renderà omogenei, in tutto il territorio regionale, gli orari obbligatori di interruzione delle attività di gioco», spiega l’assessore alla Sanità e al sociale, Manuela Lanzarin «i tre stop, sono pensati per scoraggiare il nomadismo dei giocatori da un comune all’altro e per rinforzare il potere delle singole amministrazioni comunali, che con proprio provvedimento, possono limitare ulteriormente gli orari di apertura e di giocata, al fine di tutelare la salute pubblica ed evitare problemi di pubblica circolazione». «L’individuazione delle fasce orarie di chiusura obbligatoria», precisa l’assessore leghista «è avvenuta con il coinvolgimento dei medici dei servizi regionali per le di-

pendenze delle 9 Ulss, delle Conferenze dei sindaci, dei rappresentanti del terzo settore e dei legali della Regione, al fine di incrociare al meglio dati clinici, letteratura scientifica, buone prassi comunali, esperienze di prevenzione e dissuasione e di offrire ai Comuni uno strumento in più, al quale ancorare gli interventi locali di riduzione del danno». «Ricordo che i limiti di orario per slot e sale gioco in Veneto si inseriscono in un quadro normativo ad ampio spettro e rigoroso», conclude Lanzarin «prevediamo distanze minime di 400 metri dai luoghi sensibili, aumento massimo dell’aliquota Irap per gli esercenti dei punti gioco e sanzioni fino a 6 mila euro per il mancato rispetto dei limiti urbanistici, orari e di pubblicità previsti». Non è tutto. Agli interventi di dissuasione, la Regione ha affiancato dal 2017 un piano sociale e sanitario di presa in carico, cura e trattamento dei giocatori compulsivi o problematici -in termini percentuali lo 0,8% della popolazione attiva, vale a dire circa 32.500 persone in Veneto - e patologici (pari a circa il 10% dei giocatori problematici) con un impegno di spesa che lo scorso anno ha superato i 5 milioni di euro. —

Padova, l’economista ambientale Carraro su cambiamenti dell’habitat ed energia rinnovabile

Alta Velocità, sbloccato il lotto ovest di Verona De Berti: passo decisivo

«Investire nel clima è un ottimo affare»

VENEZIA. La Giunta del Vene-

F

to ha dato il via libera al progetto preliminare dell’ “Ingresso Ovest” del nodo Alta Velocità-Alta Capacità di Verona, ultimo e determinante atto per ottenere l’approvazione anche da parte dal Cipe. Il provvedimento, proposto dall’assessore ai Trasporti Elisa De Berti, sancisce dal punto di vista urbanistico ed edilizio l’intesa Stato-Regione sulla localizzazione dell’opera, riavviando così l’iter approvativo della linea ferroviaria Av/Ac Torino-Milano-Venezia, sospeso dopo il completamento dell’analisi costi-benefici. Il nodo inserito nel progetto della nuova linea sarà realizzata prevalentemente in affiancamento al

tracciato storico della Milano-Venezia, fino alla stazione di Verona Porta Nuova. L’opera interessa i comuni di Verona e di Sona, e prevede la realizzazione dell’infrastruttura di ingresso nel nodo scaligero della tratta Brescia-Verona attraverso lo spostamento dei binari della linea storica per creare gli spazi necessari alla costruzione dei binari Av/Ac; la realizzazione dei due nuovi binari AV/AC nel tratto tra l’autostrada A22 e la radice ovest di Verona; la realizzazione di due nuovi binari di interconnessione merci di Verona, tra la A22 e l’innesto sulla Linea “Brennero”; la razionalizzazione e il potenziamento della stazione Porta Nuova. —

L’INTERVISTA

aremo la fine della rana bollita? Forse no se sapremo prevenire investendo bene e in fretta. A dirlo è il professor Carlo Carraro, che all’incontro di Segnavie all’Orto Botanico di Padova, ha portato il suo contributo da esperto di Economia Ambientale e membro del Bureau di Ipcc, l’Intergovernmental Panel on Climate Change, principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici. Professor Carraro, cosa fa un economista ambientale? «Trova soluzioni di tipo economico a problemi ambientali che devono passare attraverso la valutazione di costi e benefici di ogni misura. Nel momento in cui propongo una soluzio-

ne a un problema devo quantificare se i minori danni ambientali che quella soluzione mi porta valgono i costi per affrontare quel problema». Un compito importante... «Sì, perché ci ha permesso di capire che già oggi i danni del cambiamento climatico – 190 miliardi di dollari – sono così alti che è evidente che bisogna fare qualcosa». Che cosa, in particolare? «Investire per prevenire». Basterebbe per un’economia senza emissioni di CO2? «Certo. Il problema è che ci stiamo arrivando molto lentamente. Oggi produrre energia con le rinnovabili è più conveniente che con le fossili. Ad avere costi importanti sono le infrastrutture e gli investimenti necessari per transitare verso un’economia senza combustibili fossili».

Capitalismo e società consumistica sono compatibili con questo tipo di economia? «Generano importanti risorse che possono essere indirizzate verso le tecnologie che stiamo sviluppando. Una strada che si concili con la crescita di tipo capitalistico è la realizzazione di investimenti importanti in progresso tecnico per tecnologie a basso costo che non usino fonti fossili. Nei prossimi vent’anni si andrà in questa direzione». Cosa sta facendo la scienza? «Molto da molti punti di vista, compreso quello di sviluppare tecnologie per rimuovere la CO2 dall’atmosfera. Il problema è che su queste tecnologie si sta investendo troppo poco e i risultati tardano a venire». E l’Italia? «In questo campo è tra i primi

della classe, insieme ai tedeschi e ai paesi del nord Europa. L’Italia ha avuto un periodo di forti incentivi che hanno dato grande impulso alle rinnovabili. Purtroppo negli ultimi tre anni abbiamo rallentato». Che atteggiamento abbiamo in Veneto? «Il tema non è tra quelli al centro dell’agenda dei nostri imprenditori né dei nostri politici, anche se la pianura padana è un luogo più vulnerabile di altri. A livello locale, prepararsi al clima che cambia dovrebbe costituire una priorità perché interessa il settore agricolo e turistico e i comuni a rischio idrogeologico. Ma al momento non si muove granché. A livello globale ridurre le emissioni resta l’imperativo. Ma lì è ciascuno di noi che deve dare il proprio contributo». — Silvia Pittarello


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Mercoledì 6 Novembre 2019 Corriere del Veneto

PRIMO PIANO

Politica e risorse Le poste principali del bilancio 2020 Un bilancio da 17 miliardi di euro VENEZIA Mentre

a livello nazionale si continua a litigare su chi tassare e chi no (e l’unica cosa certa è che qualche tassa ci sarà), in Veneto, dove pure si sta discutendo la manovra, il confronto è invece tra chi come il governatore Luca Zaia rivendica la scelta di non tassare nessuno a prescindere e chi come il Pd vorrebbe invece un’addizionale Irpef a carico dei più ricchi per aiutare chi oggi si svena tra case di riposo, asili nido, università. Due opposte visioni del mondo o meglio, del Veneto, che si sono scontrate ieri in consiglio regionale, dove Zaia è approdato per presentare l’ultima manovra del suo mandato bis. Il conto complessivo è di 17 miliardi di euro, che scendono a 12 tolte le partite di giro. Di questi, 9,6 miliardi vanno a finanziare il fondo sanitario e sociale. Altre partite rilevanti per importo sono quelle per il

Risorse a libera destinazione: 1,2 miliardi 65 milioni

24 milioni

Protezione civile

Cofinanziamento regionale dei fondi comunitari

Formazione professionale

9,3 milioni

31 milioni

20 milioni

9,6 miliardi

84,8 milioni

10,8 milioni

Sanità e il Sociale

Relazioni internazionali

507 milioni

73,4 milioni

Servizi istituzionali e alla gestione della macchina regionale

Politiche sociali e per la famiglia

9,6 miliardi Trasporti e mobilità

236,9 milioni Politiche per lo sviluppo economico e la competitività

Politiche per l’energia

Contributo alle rette delle scuole materne e degli asili nido

59 milioni Istruzione e politiche per il diritto allo studio

Investimenti: 63 milioni 20,5 milioni

44,6 milioni

Giochi olimpici del 2026

Territorio ed edilizia abitativa

211 milioni

10 milioni Mobilità e sicurezza stradale

Politiche per il lavoro e la formazione professionale

16,6 milioni

15 milioni

5 milioni

Turismo

Dissesto idrogeologico

Lavori pubblici di particolare urgenza

146,3 milioni

13,5 milioni

12,5 milioni

Agricoltura e Pesca

Cultura

Adeguamenti della rete viaria

144,1 milioni

25 milioni

Politiche per il territorio e l’ambiente

Giovani, sport e tempo libero L’Ego - Hub

Bilancio, scontro su nuove tasse E la giunta interviene sulle Ater Zaia: «Noi l’unica regione tax free d’Italia». Il Pd: «Quei soldi utili per case di riposo e asili» mantenimento della «macchina» (507 milioni), per i trasporti (626,5 milioni), lo sviluppo economico (236,9 milioni), il lavoro e la formazione professionale (211 milioni), l’agricoltura(146,3 milioni), l’ambiente (144,1 milioni). Ma più che sulle uscite, di cui si riprenderà a discutere da lunedì prossimo, ieri a Palazzo Ferro Fini si è dibattuto delle entrate. È noto che tolti i soldi trasferiti da Roma per la sanità (9 miliardi), la voce principale di finanziamento della Regione è data da «imposte, tasse e proventi assimilati» (un miliardo circa) e dalla «compartecipazione ai tributi», l’Iva soprattutto (400 milioni). Anche ieri, come già era accaduto per tutte le manovre dei suoi precedenti nove anni di amministrazione - e a maggior ragione per questa, l’ultima prima del ritorno al voto - Zaia ha rivendicato il merito d’aver fatto del Veneto «una Regione tax free, unica in Italia». E ha spiegato: «Abbiamo rinunciato ad applicare ai contribuenti l’addiziona-

Prevenzione idrogeologica e la riduzione del rischi idraulico

Capogruppo Stefano Fracasso guida il gruppo del Pd

le regionale Irpef e i super ticket in sanità. Una scelta che pesa per un miliardo e 219 milioni l’anno sul bilancio della Regione, ma che è stata provvidenziale perché ci ha imposto una robusta cura dimagrante. Abbiamo preferito recuperare al massimo efficienza ed efficacia, perseguendo razionalizzazione e buona gestione della spesa pubblica, piuttosto che mettere le mani nelle tasche dei cittadini e delle imprese. Pochi soldi, nessuna distrazione». Una ricostruzione che non ha convinto il capogruppo del Pd Stefano Fracasso (tra i papabili per sfidare Zaia la primavera prossima, sicché

Luca Zaia Niente addizionale né ticket, così rinunciamo a 1 miliardo 219 milioni

quello visto ieri potrebbe essere stato il primo faccia a faccia tra i due), che da tempo va sostenendo che quel miliardo e più pagato dalle fasce più ricche della popolazione ben potrebbe essere speso per migliorare i servizi a favore dei più deboli: «Le famiglie che hanno un nonno in casa di riposo sborsano ogni anno 100 milioni di euro. Per loro - ha stilettato il capogruppo dem il Veneto non è “tax free”. Non è “tax free” neppure per i 30 mila veneti che vivono nelle case Ater ed ora, grazie alla riforma varata dalla Regione, dovranno pagare 21 milioni in più all’anno. O per i papà e le mamme che si devono pagare l’asilo nido, dopo aver visto scendere il fondo dedicato da 42 a 31 milioni di euro. O per gli studenti, che non hanno libri in comodato, non hanno bonus trasporti, pur meritevoli non ricevono le borse di studio perché il fondo non ha abbastanza risorse. Per tutte queste persone, il Veneto non è affatto “tax free”». Quindi Fracasso ha affondato: «Ogni

volta che chiediamo di intervenire su questo o quel settore, ci viene detto che non ci sono soldi, si deve attendere l’autonomia, che non arriva mai. Però quando il concessionario della Pedemontana ha chiesto un aiuto, subito si è ipotizzata l’addizionale Irpef per aiutarlo e poi, in un giorno, si è acceso un mutuo da

Presentato dai sommelier

Vaia, cavatappi hi-tech per aiutare la montagna VENEZIA In occasione del 53esimo Congresso nazionale dell’Associazione nazionale sommelier, è stato presentato ieri a Palazzo Balbi un nuovo cavatappi che sarà messo in vendita per raccogliere fondi da destinare alla montagna veneta colpita da Vaia. Sulla base del brevetto innovativo di Claudio Burato dell’Hosteria del Durello sono stati prodotti 1.000 cavatappi monoleva, che consentono di gestire l’apertura di una bottiglia con un solo movimento. RIPRODUZIONE RISERVATA

300 milioni». L’argomento sarà sicuramente al centro della campagna elettorale che si appresta ad entrare nel vivo, insieme ad altri temi «sensibili» che Zaia ha pure toccato ieri, dalla stessa Pedemontana («Quest’anno paghiamo l’ultima tranche del mutuo») all’inquinamento da Pfas («Sono partiti i lavori dell’acquedotto per portare acqua pulita a tutte le famiglie»), dall’assunzione di 500 medici neolaureati («Andiamo avanti, nonostante i ricorsi al Tar») agli investimenti in montagna per Mondiali di sci e Olimpiadi («Il prossimo passo è il collegamento del Comelico con la Val Pusteria»). Il governatore ha annunciato anche la revisione della nuova legge sulle Ater, fortemente contestata da inquilini e sindacati: «Interverremo con un emendamento al Collegato e un regolamento, ci saranno accorgimenti per le famiglie in uscita, gli anziani e i soggetti deboli». Ma anche qui il Pd s’infuria: «Le modifiche alla legge non possono essere liquidate con un emendamento al Collegato. Avevamo concordato un percorso con l’assessore e le forze sociali in commissione, questa procedura è una furbata e una scorrettezza». Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA

Olimpiadi invernali 2026

Milano-Cortina, Oggi la scelta del manager Il renziano Novari in pole position

Fondatori Fontana, Sala, Ghedina e Zaia

VENEZIA Primo giorno di colloqui, ieri a Roma, per la scelta del manager che dovrà dirigere la Fondazione che gestirà l’organizzazione dei Giochi olimpici invernali del 2026. In corsa Tom Mockridge (ex di Sky), Alberto Baldan (ex Rinascente e Grandi Stazioni) e Vincenzo Novari, a lungo amministratore delegato di Tre Italia. Assenti il governatore del Veneto, Luca Zaia, e il presidente dell’Alto Adige Arno Kompatscher, oggi la scelta del manager verrà comunicata al ministro allo Sport, Vincenzo Spadafora, ieri rappresentato al tavolo

dei colloqui dal suo capo di gabinetto. «Per il Veneto - ha spiegato Zaia - ieri è intervenuto il dirigente Gasparin. Oggi andrò a Roma e con il Coni incontreremo il ministro. A meno di colpi di scena dell’ultima ora la scelta cadrà su uno dei tre professionista in lista». Bocche cucite sull’esito dell’incontro. «Sicuramente dice il sindaco di Cortina, Giampietro Ghedina abbiamo avuto un’impressione positiva di tutti e tre i candidati, che si sono dimostrati molto preparati. Per rispetto a chi non c’era non diremo nulla

più di questo. L’impressione è che due su tre si giochino la nomina e che uno di questi due sia in vantaggio sull’altro». Le indiscrezioni, nel corso della giornata, si sono susseguite in continuazione. In un primo momento pareva che Baldan godesse dei favori del pronostico , ma in serata sono salite le quotazioni di Novari, manager vicino al Pd specie nel periodo in cui Matteo Renzi era presidente del consiglio. Non va comunque scartata a priori l’ipotesi dell’ex di Sky Morckridge: solo oggi si avrà l’indicazione definitiva.


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MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE 2019 IL MATTINO

PRIMO PIANO

Sanità, i costi aumentano

Caos liste d’attesa e l’Usl fa shopping di prestazioni dagli enti privati Euganea, via libera per un extra budget di un milione di euro Non bastano i 47 milioni già stanziati per le convenzioni Elena Livieri PADOVA. Stretta fra medici che vanno in pensione e altri che, vinti da carichi di lavoro sempre più pesanti e una paga che non rende onore all’impegno, appena possono passano al privato, sommati alle perduranti difficoltà a reclutare nuovi camici bianchi con concorsi che vanno deserti, l’Usl 6 Euganea fa shopping di prestazioni sanitarie dal privato. Ingrossando la già pingue spesa che grava sul bilancio regionale. Una situazione che risponde all’inevitabile allungarsi delle

All’azienda sanitaria di via Scrovegni la fetta più grossa del budget regionale

riale erogata dal privato convenzionato. La cifra complessiva per le nove Usl del Veneto è di 109 milioni di euro. Ebbene, alla sola Usl 6 Euganea ne arrivano 47. Una cifra che non trova paragoni in nessun altra azienda sanitaria. Basti pensare che l’importo più alto, dopo quello dell’Euganea, è quello dell’Usl Berica che ai privati “gira” 16 milioni di euro di prestazioni. E una ratio non si trova nemmeno a voler far la conta degli utenti: è pur vero, infatti, che l’Usl Euganea è la più grande del Veneto con quasi 940 mila abitanti, ma l’Usl della Marca che ne ha poco meno di 900 mila si rivolge al privato convenzionato per “soli” 11 milioni di euro. Conti alla mano la Regione investe 51 euro in sanità privata per ciascun padovano e appena 12 per ciascun trevigiano.

tri 3,3, Iniziativa medica Spa altri 3,2. Ma cifre a sei zeri spettano anche al Centro Medico di Fisioterapia Srl di via Dei Colli (2,4 milioni), poco più di 3 milioni vanno a Gvdr Srl, oltre 1,6 milioni vanno a Unix Medica, quasi due milioni al Poliambulatorio Arcella Srl. I DISTRETTI

L’Usl Euganea è divisa in 5 distretti e a ciascuno è garantita una fetta del budget per il privato convenzionato. La parte del leone la fa il Distretto 1 Padova Bacchiglione (città e cintura urbana) che si assicura

Il dem Sinigaglia «Ospedali depauperati e sottopotenziati rispetto al fabbisogno»

I PRIVATI

liste d’attesa e all’impossibilità di garantire le prestazioni ai pazienti nei tempi previsti dalla legge. Un extra budget per la sanità convenzionata straordinario per far fronte a una situazione straordinaria, si dirà. Non fosse che l’Usl Euganea, da sola, già si accaparra quasi la metà dell’intero budget regionale per la sanità convenzionata. LE CIFRE

Con la delibera 2166 del 29 dicembre 2017 la Giunta regionale ha definito il budget per il triennio 2018-2020 per l’assistenza specialistica ambulato-

L’Euganea è convenzionata con 55 centri e 20 professionisti privati tra città e provincia. E fra questi ce ne sono diversi che dalla convenzione ricavano cifre importanti. Data Medica Padova Spa, per esempio, si è assicurata nel triennio 5,2 milioni di euro, di cui 1,7 milioni per la riabilitazione, 2,1 per la radiologia, un milione per la cardiologia e oltre 300 mila euro per oculistica, ortopedia e odontostomatologia. Imed Srl (Poliambulatorio Padova Medica e Centro Radiologia Guizza) mette insieme 3,8 milioni di euro, l’Istituto diagnostico Antoniano al-

29 dei 47 milioni complessivi, il Distretto 2 Terme Colli ha solo 1,6 milioni, il Distretto 3 Padova Piovese ha 10,8 milioni di euro, il Distretto Alta Padovana 1,8 milioni e il Distretto 5 Padova Sud 4,5 milioni. EXTRA BUDGET

La carenza di medici, si diceva, ha causato un allungamento delle liste d’attesa dando vita anche la fenomeno dei galleggiamenti, ovvero le prestazioni che l’Usl non riesce a garantire e che rimangono “in sospeso” fin tanto che non si libera un posto, spesso in un ospedale diverso - e lontano - da

quello di riferimento dell’utente. L’Euganea è andata a bussare in Regione per allargare i cordoni della borsa e incrementare il budget per i privati. «Richieste motivate con le attuali situazioni di criticità nel rispetto dei tempi di attesa nelle branche specialistiche ambulatoriali» ha sottolineato l’assessore regionale Manuela Lanzarin in sede di deliberazione, «in particolare per la radiologia diagnostica, con la

sindacati preoccupati

Appalto Suem 118 in scadenza «Certezze per i lavoratori» Roberta Pistorello della Fp Cgil sollecita la Direzione dell’Usl 6 in vista del rinnovo del servizio di trasporto in emergenza «Attendiamo un incontro» PADOVA. C’è preoccupazione

per l’imminente scadenza dell’appalto dell’Usl 6 Euganea per il servizio del Suem 118. Il contratto per il servizio di trasporto sanitario di emergenza scade a fine anno. At-

tualmente è gestito dal consorzio Vision, di cui fanno parte le cooperative Antoniana, Cidas e Cssa. Con la delibera 1170 del 2018 l’Euganea ha avviato la procedura comparativa per l’affidamento del servizio a una associazione di volontariato per i distretti Alta Padovana e Padova Sud. «Il servizio è oggi garantito con mezzi e personale altamente specializzato, formato da circa 100 persone che han-

no maturato un’esperienza pluriennale nel settore. Come Funzione pubblica della Cgil abbiamo inviato il 1 ottobre una richiesta di incontro ai dirigenti dell’Usl Euganea, senza ottenere risposta. Per questo siamo preoccupati» dichiara Roberta Pistorello, della segreteria provinciale della Fp Cgil di Padova, «sotto due punti di vista: per la qualità di un servizio così delicato per la salute dei cittadini, che va assoluta-

Un intervento del Suem 118

grave e cronica carenza di personale in alcune Unità operative degli ospedali (basti pensare ai sei radiologi che in poco tempo ha perso l’Alta padovana, OES) e con il protrarsi delle liste di galleggiamento». Il Crite (la Commissione regionale per gli investimenti) ha dato il via libera all’incremento di spesa. L’Usl 6 Euganea ha quindi un extrabudget per il privato di 942 mila euro divisi fra diagnostica per immagini

e branche a vista, e altri 142 mila euro divisi fra le branche specialistiche di neurologia, oculistica e pneumologia. Ma la Regione ha posto una condizione: la rimodulazione deve essere effettuata a “isorisorse”. Ovvero, i soldi non li mette la Regione ma li tira fuori l’Usl attingendo dal suo bilancio. PUBBLICO DEPAUPERATO

«La situazione dell’Euganea

mente preservato; e per le garanzie occupazionali di chi oggi lavora per le cooperative del consorzio Vision. Non trattandosi tecnicamente di un cambio di appalto» fa notare la sindacalista, «potrebbe non scattare il passaggio dei lavoratori a chi subentrerà. Pare si stia ipotizzando una proroga dell’appalto per 6 o 12 mesi, ma si tratta di voci non avvalorate da alcun documento ufficiale. I lavoratori non possono vivere nella più totale incertezza a poche settimane dalla fine dell’anno. Devono essere informati attraverso le organizzazioni sindacali che li rappresentano, le quali vanno coinvolte in una decisione così importante per i loro iscritti e per l’intera comunità». — E.L.


MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE 2019 IL MATTINO

PRIMO PIANO

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Sanità, i costi aumentano

La sanità pubblica non riesce a garantire le prestazioni ambulatoriali e deve rivolgersi sempre di più ai privati

non ha pari in Veneto» rileva il consigliere regionale dem Claudio Sinigaglia, «nonostante la presenza di cinque ospedali e dell’Azienda universitaria, quasi metà del budget regionale ai privati arriva qui. E ancora non è bastato, tanto da dover aggiungere un altro milione per il 2019 e il 2020. È quanto meno evidente che le strutture dell’Euganea sono sottopotenziate rispetto al fabbisogno ed è un trend che peg-

giora con un depauperamento della sanità pubblica inarrestabile. L’extra budget per i privati che l’Usl attingerà dal suo bilancio» sottolinea Sinigaglia, «penalizzerà altri servizi. E la sottrazione dell’ospedale Sant’Antonio che assicura diagnostica e specialistica peggiorerà ancora la situazione. Presto» la nefasta previsione, «sarà il pubblico a essere complementare al privato». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

i disagi

la voce del privato

«Superato il tetto di spesa e costretti a far pagare»

«Risorse tagliate nel 2013 e mai più rimpinguate È ora di incrementarle»

PADOVA. Il primo servizio a fare le spese dell’esaurimento del budget è quello per gli esami di laboratorio. E la spiegazione è semplice: la Regione stanzia dei fondi che ogni struttura deve utilizzare secondo un piano annuale e mensile: non più di un certo numero di esami in convenzione l’anno e non più di un certo numero di esami al mese. Il problema è che, mentre un’ecografia si può programmare, a fare le analisi del sangue le persone si mettono in fila la mattina. «Alcuni giorni ci sono poche persone, altri molte di più. É imprevedibile» spiega Enrico Nardi, direttore generale del gruppo Synlab - Data Medica. Così, per rispettare i vincoli contrattuali con il Servizio sanitario regionale, le strutture private convenzionate si sono date un limite giornaliero da non superare. La naturale conseguenza è che, nei giorni più affollati, i pazienti che arrivano dopo una certa ora non possono avere la prestazione in convenzione». A segnalarlo, quando succede che si raggiunga il tetto, un bel cartello all’ingresso: «Oggi è stato esaurito il budget per gli esami di laboratorio con ricetta Ssr. La prestazione potrà essere riprogrammata per il primo giorno disponibile oppure eseguita oggi con tariffa privata agevolata». Il laboratorio apre alle 7.30 e la concentrazione maggiore è intorno a quell’ora, quindi può capitare che già chi arriva alle 8-8.15 non sia più in tempo per avere la prestazione. «Per limitare i disagi» sottolinea Nardi, «offriamo due opzioni: andare in un’altra struttura, pubblica o privata, oppure fissare un secondo appuntamento. Chi ha fretta può fare l’esame privatamente, a tariffa agevolata». — S.Q.

Caraccio (Anisap): «La domanda sale e dobbiamo garantire più prestazioni»

Utenti in coda per prenotare una prestazione sanitaria PADOVA. «É arrivato il momen-

to per la Regione Veneto di aiutare le strutture private convenzionate con un aumento del budget a loro destinato». La richiesta arriva da Giuseppe Caraccio, presidente regionale dell’Anisap (Federazione nazionale delle associazioni regionali o interregionali delle istituzioni sanitarie ambulatoriali private) e del Gruppo veneto diagnostica e riabilitazione (Gvdr). Come molte altre strutture convenzionate, anche Gvdr sta sperimentando l’effetto concomitante dell’invecchiamento della popolazione da un lato e della carenza di specialisti dall’altro: un connubio letale, che mette in crisi il sistema sanitario, pubblico e privato. Gli effetti sono evidenti: liste d’attesa che si allungano tanto che per alcuni esami si

attende anche per mettersi in coda; e quando ci si rivolge al privato, si rischia di scoprire che le prestazioni in convenzione sono esaurite, perché non c’è più budget. Allora le possibilità sono solo due: o si aspetta ancora, o si paga.

«Siamo passati da 1.300 a 2.000 Tac con mezzi di contrasto in un anno» «Per il triennio 2018-2020» spiega Caraccio «sono stati stanziati circa 110 milioni, che servono a coprire le prestazioni in convenzione di tutte le strutture accreditate. Ma a fronte della crescente richiesta di salute dei cittadini, e dei problemi che afflig-

gono la sanità pubblica, questi soldi sono insufficienti. Fino al 2013 il budget era più alto, circa 160 milioni, poi si è posta la necessità di intervenire drasticamente sulla rimodulazione delle spese. E quel tetto non è più cambiato». Intanto l’età media aumenta e la popolazione anziana è proprio quella che ha bisogno di più controlli. Non è un caso se tra gli esami più richiesti ci sono quelli radiologici, e in particolare le Tac. Gli stessi esami per cui “galleggiano” i pazienti dell’Alta Padovana. «Noi le Tac con mezzi di contrasto non le facevamo fino a qualche anno fa» spiega Caraccio, «abbiamo iniziato perché ce n’era bisogno. Si tratta di esami impegnativi, che richiedono un’equipe di 4 o 5 persone. Lo scorso anno solo in Gvdr ne abbiamo fatte 1300, quest’anno chiuderemo intorno alle 2000». «Nelle nostre strutture i tempi di attesa sono rispettati quasi al 100%» insiste Caraccio, «e siamo felicissimi di contribuire ad abbattere le lunghe code del pubblico, ma ci ritroviamo a fine anno che il budget è esaurito. E per mantenere la continuità assistenziale finiamo per offrire prestazioni rimettendoci. In Veneto abbiamo una buona gestione sanitaria» tiene a sottolineare il presidente dell’Anisap, «pensiamo solo al fatto che se ora abbiamo strutture convenzionate un po’ in tutto il territorio è anche perché la Regione ha spinto per la delocalizzazione. Ora però servono nuovi investimenti: su 9 miliardi circa che vengono spesi in sanità, al privato convenzionato arrivano 110 milioni, a cui si aggiunge un extra budget al bisogno. Ma sono briciole. Queste strutture hanno un ruolo pubblico riconosciuto, e di fronte all’emergenza vanno sostenute». — Silvia Quaranta


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Mestre Quarto Marghera

Mercoledì 6 Novembre 2019 www.gazzettino.it

Quarto e Cavallino, svolta verso Est La Giunta regionale vara il piano del vice presidente Forcolin `Dopo la sortita del cambio di Ulss la proposta estende I due Comuni nella Conferenza dei sindaci del Veneto orientale l’ambito territoriale e i poteri dell’organismo decentrato `

«Cultura senza spazi» Lo sfogo di Conte

ENTI LOCALI MESTRE La Conferenza dei sinda-

ci del Veneto orientale “si espande” verso Venezia: pronti ad entrare i Comuni di Cavallino Treporti e Quarto d’Altino. La giunta regionale ha approvato ieri il disegno di legge mirato a modificare ed integrare la legge regionale del 22 giugno 1993 “Iniziative per il decentramento amministrativo e per lo sviluppo economico e sociale del Veneto orientale”. La delibera è stata presentata dal vicepresidente Gianluca Forcolin, titolare della delega per i rapporti con gli Enti locali. Dopo questo passaggio, il disegno di legge ora proseguirà il suo iter per essere sottoposto al voto del consiglio regionale. «Questo disegno di legge – spiega Forcolin – nasce da un’istanza del territorio. Abbiamo raccolto, infatti, i suggerimenti venuti dalla stessa Conferenza e li abbiamo affinati ed elaborati in una serie di incontri tecnici con le strutture regionali. Un lavoro importante, svolto con il coinvolgimento e l’impegno anche di tutti i colleghi consiglieri dell’area, sia di maggioranza sia di minoranza. Ora che il ddl ha avuto l’approvazione della Giunta, auspico che l’iter consiliare prosegua rapidamente ed entro fine anno la legge sia realtà».

PIÙ POTERI I punti di modifica della legge regionale sono cinque: è stata estesa l’area di riferimento, ai 20 Comuni del Portogruarese e Sandonatese si aggiungono Cavallino-Treporti e Quarto d’Altino per un totale di 22 enti locali; è stato esteso il ruolo della Conferenza, che avrà anche compiti di valorizzazione e sviluppo del territorio, industria, artigianato, turismo, commercio, servizi e agricoltura; è stato inserito un articolo che identifica nella Conferenza il luogo rappresentativo della zona omogenea; si stabilisce che la giunta regionale identifichi annualmente i criteri e le modalità per l’erogazione delle somme da destinare agli interventi

MAGGIORI COMPETENZE IN MATERIA ECONOMICA E DI COMMERCIO NUOVI RAPPORTI CON LE LOCALITÀ DEL LITORALE

ASSOCIAZIONI

ROTTA VERSO EST Il municipio di Quarto d’Altino, che con Cavallino Treporti entrerà nella conferenza dei sindaci del Veneto orientale

previsti dalla legge e si introduce un meccanismo di coordinamento con la Conferenza dei sindaci del litorale. «Stiamo parlando – prosegue il vicepresidente - di un intervento volto ad aggiornare una legge che ormai ha più di 25 anni. Ma non solo: si delineano anche alcune soluzioni per rafforzare la governance locale, e tra queste l’allargamento dell’ambito territoriale ai Comuni di Cavallino Treporti e Quarto d’Altino. Il ruolo della Conferenza dei sindaci, inoltre, acquisisce maggior forza, grazie all’allargamento degli interventi finanziabili dalla Regione». Ma in questo scenario si inserisce anche il dibattito sul possibile passaggio del Comune di Quarto d’Altino (e Marcon) all’Ulss 4. Un’ipotesi, nata sulla falsariga di ciò che è avvenuto per Cavallino Treporti, che era stata ventilata dallo stesso Forcolin non solo per rafforzare l’azienda sanitaria del litorale ma anche per implementare le attività e le strategie del Veneto orientale in chiave regionale. Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA

Una chef per caso sfiora la vittoria ai Mondiali di tiramisù di Treviso LA CURIOSITÀ MESTRE Non si è trattato di un salto nel buio ma quasi. Il tiramisù con il quale è arrivata al secondo posto al Campionato mondiale che si è tenuto a Treviso lo aveva provato quattro o cinque volte, non di più. Un azzardo, per una ricetta innovativa, come piacerebbe ai giudici di Masterchef, che proponeva un accostamento insolito per il tradizionale dessert veneto: il dolce delle pere, tipico frutto stagionale, e il piccante del pepe Sichuan e della varietà speziata del Madagascar. Roba da palati raffinati per una concorrente dilettante (come tutti i partecipanti al concorso) e soprattutto esordiente in una competizione culinaria: Rossella Favaretto, 45 anni, impiegata amministrativa in una comunità terapeuti-

ca di Venezia e appassionata di cucina. A trascinarla alla Tiramisù world cup 2019 che nel weekend ha tenuto banco a Treviso è stata un’amica, Stefania Favarato, che già l’anno scorso aveva partecipato al concorso. Rossella non si è fatta pregare e, forte delle sue intuizio-

CHEF Rossella Favaretto

ni, ha sfiorato la vittoria con il suo tiramisù di pere e pepe, cioè “Perepepè”. A rivelarsi decisiva è stata la determinazione della concorrente, che si divide fra il lavoro, la cucina e la famiglia. Proprio a quanto pare aveva incontrato qualche dubbio, quando si era trattato di testare il tiramisù che avrebbe proposto in gara a Treviso: il marito Lorenzo, esperto operatore grafico abituato alla precisione del computer, e i tre figli non sembravano entusiasti dell’accostamento culinario, ma lei ha tirato diritto fidandosi del suo estro per la creatività, e alla fine ha avuto ragione. E ora, chissà, Rossella aspetta di vedere se il secondo posto alla World cup le possa aprire altre strade: «Se mi diranno che ho futuro in questo campo - ha dichiarato al periodico on line metropolitano.it - ben venga».

Bettin cestina la tassa sulla plastica: «Deleteria» IL CASO MARGHERA Introducono la “tassa

sulla plastica” e gli ambientalisti dovrebbero brindare. E invece, da Marghera, Gianfranco Bettin alza la voce e ribalta la questione definendola senza mezzi termini “una tassa velleitaria e deleteria”. «Perché - aggiunge il presidente della Municipalità - questa è la prova che in Italia manca una politica che sia insieme industriale ed ecologista, mentre per Marghera serve quella Zes, la Zona economica speciale”, che potrebbe rilanciare il polo produttivo anche con investimenti per la riconversione “verde” degli impianti». «La vicenda della cosiddetta

Plastic tax, la tassa sulla plastica, rivela una permanente incapacità dei governi italiani di affrontare adeguatamente sia la questione di una nuova politica industriale sia quella di una svolta ecologista nell’economia e nella produzione - commenta Bettin -. Aspetti che a Porto Marghera conosciamo da vicino, mentre è evidente che, pur con le migliori intenzioni teoriche, per come è stata concepita la tassa sulla plastica risulta velleitaria e deleteria sia nei confronti dei produttori che dei consumatori, senza indurre nessuna vera e positiva novità strutturale. Una “conversione ecologica” ha invece bisogno di un progetto, di un percorso, da concordare con i produttori e a cui invitare i consumatori».

Gianfranco Bettin ricorda dunque l’esperienza storica dei Verdi, anche come amministratore pubblico di una realtà come Porto Marghera: «Dove e quando hanno governato - prosegue il presidente della Municipalità -, i Verdi hanno certo a volte forzato in qualche direzione le politiche pubbliche, ma sempre all’interno di una prospettiva strutturale incoraggia-

L’AMBIENTALISTA: «PENALIZZA PRODUTTORI E CONSUMATORI ED È SEGNO DELLA MANCANZA DI UNA POLITICA INDUSTRIALE, COME PER LA ZES»

PRESIDENTE DELLA MUNICIPALITÁ Gianfranco Bettin

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ta da provvedimenti coerenti e lungimiranti. Sulla spinta dei Verdi, in Germania sono stati investiti 100 miliardi in 10 anni sul “green new deal”, sulla base di accordi stipulati con le industrie. In Italia, invece, siamo solo a 55 miliardi in 15 anni, e senza nessuna vera nuova politica industriale. A Marghera è chiaro: in questo modo si marcisce e si lasciano soli i settori innovativi che pure esistono. Serve invece, finalmente, una vera svolta che sia, insieme, industriale ed ecologista, investire sulle bonifiche, sull’economia circolare e l’industria verde, creare una vera Zona economica speciale per rilanciare l’area e guidare la transizione “green”», conclude Bettin. © RIPRODUZIONE RISERVATA

MESTRE Si lamenta di non avere più spazi per fare cultura Vincenzo Conte. Lo ha detto ieri dentro a una sala che il presidente della Municipalità dichiara di avere battezzato “Provveditoria” al primo piano dell’ex palazzo Cattapan in via Palazzo, di fronte al Municipio. «Questa è una stanza che il Comune ci ha dato a forza di strepitare - dice Conte - Prima avevamo mantenuto la sala Collalto al piano terra del Municipio, ma ci è stata tolta sei mesi fa. Ora è vuota come l’ex Emeroteca. Non abbiamo più il Palaplip né la Torre Civica. Per assurdo siamo l’unica Municipalità che non può disporre della sala consiliare. Alle associazioni una volta consentivamo di affiggere i manifesti senza tassa e la concessione gratuita degli spazi ora sottratti. Utilizzeremo questo nuovo luogo come punto di incontro con le associazioni e i cittadini». Uno sfogo espresso durante la presentazione di due progetti dell’associazione “La Torre di Mestre”, il concorso letterario “Scritture attraverso le Scienze”, giunto all’undicesima edizione, e il ciclo di incontri “Donne e cambiamenti. Azioni di fronte alle sfide dei mutamenti nella cultura e nella società”, che si svolgeranno al Centro Donna. Il primo è un progetto indirizzato ad adulti e giovani per la scrittura di un racconto breve sulla tematica “Un mare di plastica”. Il concorso prevede due sezioni, una per adulti riservata ad autori al di sopra dei 22 anni di età, e un’altra dedicata ai ragazzi che non abbiano compiuto 22 anni di età entro il 30 aprile 2020, data in cui dovranno pervenire i testi. Le conferenze “Donne e Cambiamenti” approfondiscono gli argomenti in cui le donne hanno reagito in maniera più o meno consapevole alle sfide della società. La prima è fissata per giovedì 14 novembre alle 17, relatrice la pittrice Franca Battain su “Rosalba Carriera e il rispecchiamento”. Mercoledì 27 novembre la presidente dell’associazione Fernanda Daniela Fusella discuterà di “Donna e famiglia nel Trattato di Leon Battista Alberti”, e a seguire la psicologa Maria Fiorenza Lollo con un incontro su “I consultori e le donne. Bisogni e trasformazioni”. «Ci autofinanziamo dal 2006 - spiega Daniela Fusella - e vorremmo che il Comune ci sostenesse». Filomena Spolaor

LA “TORRE DI MESTRE” LANCIA UN PREMIO LETTERARIO E UN NUOVO CICLO DI INCONTRI AL FEMMINILE


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Nordest

IL CASO VENEZIA Referendum di Salvini, il giorno dopo il clamoroso autogol del consiglio regionale del Veneto che ha bocciato il nuovo quesito per l’abolizione della quota proporzionale nell’elezione di Camera e Senato, l’imperativo tra le file della maggioranza è uno solo: minimizzare. È mancato un voto e tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia gli assenti erano addirittura sette? Assenze involontarie, si affannano tutti a ripetere, mentre l’opposizione, dal Pd al M5s, si diverte a punzecchiare. «Non è stata un’assenza voluta, ero andata al bar a prendere un cioccolatino, ho visto che c’erano un po’ di iscritti a parlare ed ero tranquilla», spiega l’assessore di Fratelli d’Italia, Elena Donazzan. «Ero qui, nell’anticamera dell’aula», ripete il collega Massimo Giorgetti. Colpa allora del governatore Luca Zaia, pure lui assente? «I nostri c’erano tutti, i 26 voti li avevamo - dice il governatore - ma per un fraintendimento sulla tempistica la consigliera Sonia Brescacin non era in aula al momento del voto». Inutile chiedere a Brescacin come si senta: «Ecco qui il mio polso».

Mercoledì 6 Novembre 2019 www.gazzettino.it

Referendum e autogol «Il voto non serviva» Zaia: «Forse bastavano due funzionari `M5s e LeU: «Il pronunciamento dell’aula per portare il nuovo quesito alla Corte» è sacro, non si cambiano così le regole»

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L’INTERPRETAZIONE

Palazzo Balbi Tra omaggi alla boxe e intese con l’Unicef Dal gelato veneto al cavatappi benefico VENEZIA Poker di presentazioni ieri a Palazzo Balbi per il governatore Luca Zaia: la 60. Mostra internazionale di gelato a Longarone (nella foto il governatore mentre serve coppette di zucca agli amaretti e tiramisù), il cavatappi che l’Associazione Sommelier metterà in vendita per raccogliere fondi per la tempesta Vaia, l’omaggio al campione di pugilato Luca Rigoldi e al suo maestro Luciano Freo, il rinnovo dell’accordo con Unicef per i 50 “baby pit stop” in musei e biblioteche.

LE RASSICURAZIONI Di sicuro non ci saranno crisi di giunta, che peraltro a sei mesi dal voto nessuno si aspetta. Se lunedì era “nero”, ieri il governatore Zaia l’ha celato perfettamente: «Non ho seguito questo percorso, perché è compito del consiglio. E il tema è dibattuto, perché tecnicamente sembra che ci voglia una maggioranza qualificata e quindi c’è un voto che balla. Ma ricordo che per quasi settemila volte la maggioranza in consiglio ha tenuto e solo due volte è andata sotto, compreso lunedì, quando comunque c’è stata la maggioranza dei presenti. È stato solo un incidente di percorso». Problemi con Fratelli d’Italia? «Questa è una partita che è stata lanciata dalla Lega, dunque non aprirei un caso politico. Lo si faccia, nel caso, su Olimpiadi, Pedemontana, Pfas», ha detto Zaia ricordando che non si tratta di un referendum regionale, ma statale. Referendum che, Cassazione permettendo, si farà perché gli altri consigli regionali a guida Lega hanno approvato il nuovo quesito. Ieri è stata la volta della Lombardia che con 47 voti a favore su un’assemblea di 80 consiglieri ha esplicitato il quesito come richiesto dalla Corte.

«NESSUN CASO POLITICO CON GLI ALLEATI DI FDI, QUESTA È UNA PARTITA DELLA LEGA»

LA MANOVRA VENEZIA Due tesi a confronto. Quella di Luca Zaia che rivendica il merito di aver governato il Veneto e di concludere questa legislatura non solo senza aver messo alcuna tassa aggiuntiva («Veneto unica Regione tax free»), ma di aver anche dipanato matasse ingarbugliate, come la Pedemontana, il disastro ambientale dei Pfas, portando a casa risultati di primissimo livello, a partire dalle Olimpiadi. L’altra tesi è quella dell’opposizione del Partito Democratico, secondo cui il Veneto è sì una Regione “tax free”, ma solo per i ricchi: «Si faccia un giro, presidente, ai Cup degli ospedali - ha provocato Stefano Fracasso - vada a vedere quanta gente è costretta ad andare nelle strutture private perché nel pubblico non c’è posto per visite e prestazioni».

IL CONSUNTIVO Inaspettatamente in aula, il governatore Luca Zaia ieri a Palazzo Ferro Fini ha approfittato del dibattito sul Defr - il Documento di economia finanziaria regionale poi approvato in serata - per tracciare un primo con-

«Unica regione tax free». Il Pd: «Ma per i ricchi» suntivo della legislatura, se non altro dal punto di vista politico. Il governatore ha proceduto per temi. La sanità che si prende 10 miliardi dei 17 complessivi del bilancio, con l’emergenza medici e la decisione di assumere i non specializzanti, operazione che “impatterà” per 20-25 milioni. Le Olimpiadi. L’autonomia: «Siamo in un limbo di ossequiosa attesa, ma qualora non ricevessimo risposte positive, allora giocheremo la nostra partita materia per materia». La Pedemontana: «Il 2020 - a dicembre sarà l’anno della conclusione dei cantieri, ad eccezione della galleria di Malo, attualmente sotto sequestro». Nel prossimo esercizio ci sarà quindi a bilancio l’ultima quota dei 300 milioni che la Regione ha investito su un project financing di 2 miliardi e 258 milioni. Poi i Pfas: «La Regione si è impegnata sul fronte politico, giudiziario, ambientale e infrastrutturale, investen-

do direttamente importanti risorse». Tra le spese che incideranno nell’esercizio 2020, oltre al monitoraggio sanitario e agli interventi di bonifica, Zaia ha ricordato i lavori da poco partiti di realizzazione dell’acquedotto che porterà acqua pulita a Lonigo e nel cuore nell’area “rossa”. Poi la Tempesta Vaia: «Siate orgogliosi che il vostro commissario, cioè io, è riuscito a contabilizzare lavori per 467,9 milioni al 30 settembre per risanare la montagna ferita dall’uragano e dalle piogge di un anno fa. Ma i danni sono ben più ingenti: lo

IL GOVERNATORE IN AULA PER LA SESSIONE DI BILANCIO CASE ATER: «CHI NON HA DIRITTO SE NE DOVRÀ ANDARE»

Domani, comunque, assieme alle altre Regioni che andranno a Roma ci sarà anche il Veneto. L’ha confermato il presidente del consiglio veneto Roberto Ciambetti, in apertura ieri mattina dei lavori, dando lettura di una comunicazione tecnicissima: «La proposta di deliberazione amministrativa n. 111 recante la conformazione del quesito referendario all’ordinanza della Corte Suprema di Cassazione, Ufficio centrale per il Referendum del 16 ottobre 2019, si configura in termini di ‘atto meramente ricognitivo’ e quindi privo di ogni carattere o profilo innovativo: ne consegue che si ritiene che la natura dell’atto possa determinare condizioni per le quali la volontà del Consiglio regionale si sia comunque espressa». Tradotto: la Cassazione potrebbe non tener conto della seconda votazione perché le modifiche al quesito appro-

VENEZIA La deputata pentastellata Francesca Businarolo aveva perfino rinunciato all’orgogliosa autodefinizione di “portavoce”, scegliendo di comparire negli atti come “onorevole”, pur di far valere in giudizio il peso del suo domicilio, appositamente fissato in una casa destinata all’esproprio per l’Alta velocità ferroviaria. Ma non è bastato: l’ex praticante avvocato e attuale presidente della commissione Giustizia della Camera ha perso, insieme ad altri 60 oppositori dell’opera, il ricorso al Tar del Lazio contro il Cipe e nei confronti

di Consorzio Cepav Due, Regione Lombardia, Rfi, Italferr e Regione Veneto. «L’impugnazione è proposta da soggetti eterogenei, non aventi in comune la medesima situazione sostanziale legittimante l’azione», si legge infatti nella sentenza, che è stata depositata ieri.

IL FRONTE Lo scorso anno gli anti-Tav avevano chiesto al Tribunale amministrativo regionale di Roma l’annullamento dei provvedimenti emanati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e riguardanti la tratta Brescia-Verona. Nell’occasione la grillina Businarolo aveva anche deci-

so di eleggere il proprio domicilio nell’abitazione di un espropriando a Castelnuovo del Garda, contando sulla tutela costituzionale prevista per i componenti del Parlamento. Ma il fronte dei ricorrenti era variegato, come rilevano ora i giudici: «Ad alcuni proprietari espropriati si affiancano, infatti, il Comune di Desenzano del Garda, soggetti asseritamente impattati dall’opera anche se non espropriati, un parlamentare che afferma di aver eletto il proprio domicilio presso i luoghi interessati dalla futura Linea AV/AC, nonché un soggetto residente ad Alghero». E poi il Santuario della Madonna del Frassino, la Congregazione dei Po-

LE REAZIONI Le opposizioni, però, premono. «Perdere una partita e poi sostenere che le regole erano sbagliate, un comportamento che nemmeno un bambino al parco giochi assumerebbe, e invece l’ha fatto la Lega», hanno detto i consiglieri veneti del Movimento 5 Stelle. E Piero Ruzzante (LeU) ha ammonito: «Quanto stabilito a Venezia non può essere modificato a Roma. Il voto del consiglio regionale è sacro, non vanno fatte interpretazioni fantasiose». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ex sottosegretario Stato ci ha promesso un miliardo di euro». Quanto alle opere pubbliche, ha chiesto all’assessore Elisa De Berti «un segno» per il ponte sul Brenta a Curtarolo, che sta cedendo.

ATER Sulle case popolari Zaia ha difeso la legge di riforma dell’edilizia pubblica residenziale e ha annunciato correttivi - peraltro decisi ieri in giunta - al regolamento in vigore da luglio «al fine di consentire ad anziani e famiglie con disabili di non perdere il diritto alla casa popolare. Ma - ha precisato - non arretreremo rispetto ai principi di giustizia sociale affermati con la legge 39. Ci saranno famiglie che dovranno lasciare la casa popolare perché non ne hanno titolo. Le case pubbliche verranno assegnate a chi ne ha veramente bisogno». Sul tema Claudio Sinigaglia, Pd, ha protestato: «Le modifiche alla legge sull’edilizia popolare non possono essere liquidate con un emendamento della giunta all’interno del Collegato. Avevamo concordato un percorso con l’assessore e le forze sociali, questa procedura è una furbata e una scorrettezza». (al.va.)

La voce dall’Umbria: Coletto assessore «Ne sarei orgoglioso» VERONA Luca Coletto nuovo assessore regionale alla Sanità dell’Umbria? È la chiacchiera che circola a Perugia e dintorni, dopo la recente vittoria del centrodestra con la nuova governatrice Donatella Tesei. «Effettivamente questa voce gira – conferma il leghista veronese, già componente della giunta Zaia e sottosegretario alla Salute – tant’è vero che è arrivata anche a me. Ma non c’è niente di ufficiale e neanche di ufficioso. A decidere sono i presidenti e i segretari, io non ho avuto alcun contatto in questo senso. Certo che, se mi proponessero un incarico prestigioso di questo tipo, ne sarei orgoglioso». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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A MONTECITORIO Francesca Businarolo, nata a Este, presiede la commissione Giustizia

La grillina Businarolo e altri 60 perdono il ricorso contro la Tav LA SENTENZA

vato la prima volta erano solo di forma, non di sostanza. «Alcuni dicono che bastavano due funzionari a recapitare il provvedimento in Cassazione», ha detto infatti Zaia. «Se si vota serve la maggioranza qualificata come previsto dalla legge statale che disciplina il referendum - ha spiegato il costituzionalista Guido Rivosecchi, incuriosito da questo singolare caso - Ma il punto è: serviva votare una seconda volta? La norma non prevede che la Cassazione faccia dei rilievi né che il Consiglio regionale per adeguarsi a quei rilievi rivoti. L’organo politico si era già espresso, forse non serviva votare». Sta di fatto che, in quanto giudice della regolarità del procedimento, l’ultima parola spetterà alla Suprema Corte.

trebbero vedere compromessa la funzionalità della linea ferroviaria di interesse) e i cittadini proprietari dei terreni interessati dagli espropri o comunque dalla realizzazione dell’opera».

IL VIA LIBERA

LA DEPUTATA VERONESE AVEVA ELETTO DOMICILIO IN UNA CASA DESTINATA ALL’ESPROPRIO, MA PER IL TAR LE VARIE POSIZIONI SONO TROPPO DIVERSE

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veri Servi della Divina Provvidenza, il Canile di San Rocco Calcinatello, varie ditte, numerosi privati: posizioni troppo diverse, per un ricorso collettivo. «Il Comune – annota ad esempio il Tar – va a rappresentare l’intera collettività e quindi interessi contrapposti tra utenti dei servizi regionali (che po-

Intanto sempre ieri la Giunta veneta ha dato il via libera al progetto preliminare dell’ingresso ovest del nodo di Verona, un’opera da 376 milioni, già finanziati. Viene così riavviata la procedura che era rimasta a lungo sospesa per l’analisi costi-benefici. «Un tassello determinante per la realizzazione di questa strategica infrastruttura, che renderà più funzionale ed evoluta la mobilità nel territorio», ha detto l’assessore regionale leghista Elisa De Berti. A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA


IL GIORNALE DI VICENZA

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Mercoledì 6 Novembre 2019

VERONA.Infrazioni:multeperil60%deirider

VENETO

C’èchipassacolrossoechieffettuavaserviziosenzaaverepatente:lapolizialocale haaumentatoicontrollisuiridercheconsegnanociboadomicilio,specielasera,su mezzia2ruote.Su33fattorinifermatiinorarioserale,il60%èstatosanzionato.

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

LUDOPATIA. La Regionevara il provvedimento cheblocca la liberalizzazione. Servel’ultimo parere

Salegioco,scattalostop in 3 fasce orarie al giorno InVenetobare localidovrannofermare slotmachine evideolottery nelleore 7-9, 13-15 e18-20.«IComuni possono ancheampliare» VENEZIA

Arriva la scure sugli orari per le macchinette da gioco d’azzardo, nelle sale ma anche nei bar e pubblici esercizi. La Regione, come aveva preannunciato, mette fine alla parentesi liberista che, in attesa della norma veneta, vedeva applicata semplicemente la norma nazionale che impone solo sei ore di chiusura al giorno. Adesso la Regione impone lo stop in tre fasce orarie del giorno: bar ed esercizi pubblici di tutto il Veneto dovranno fermare le slot machine e le videolottery nelle fasce orarie comprese tra le 7 e

le 9, le 13 e le 15 e le 18 e le 20. «Si tratta - spiega l’assessore alla sanità e sociale Manuela Lanzarin - di un provvedimento che dà applicazione alla legge regionale di prevenzione e contrasto al gioco patologico, approvata due mesi fa: renderà omogenei, in tutto il territorio regionale, gli orari obbligatori di interruzione delle attività di gioco. I tre stop, che entreranno in vigore in tutto il territorio regionale, sono pensati per scoraggiare il nomadismo dei giocatori da un Comune all’altro e per rinforzare il potere delle singole amministrazioni, che con proprio provvedimento possono limitare ulte-

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riormente gli orari di apertura e di giocata, al fine di tutelare la salute pubblica ed evitare problemi di pubblica circolazione». PERSONE DEBOLI. «Le tre fa-

sce di chiusura - aggiunge Lanzarin - sono state pensate per dissuadere, per quanto possibile, il ricorso al gioco problematico delle categorie più esposte. Al mattino i più a rischio sono i giovani, le donne, i lavoratori, i disoccupati. Nella pausa pranzo, i ragazzi che escono da scuola, gli anziani e le persone inoccupate. Nel tardo pomerig-

gio un po’ tutta la popolazione. Il Veneto è la terza regione in Italia per volume delle giocate, con una media di 1244 euro per ogni residente, dai neonati ai centenari. Si tratta di una piaga sociale che nell’ultimo anno ha inghiottito 6,1 miliardi di euro, dei quali tre quarti giocati alle slot. I limiti orari omogenei, in tutto il territorio regionale, sono un paletto di dissuasione in più per le categorie più a rischio casalinghe, minori, anziani a basso reddito, persone senza lavoro che possono essere attirati dal miraggio della vincita facile».

ALTAVELOCITÀ. Si sbloccalatratta aovest L’ITER. Ora serve il parere del-

la commissione “Sanità” del Consiglio, poi ci sarà il via libera finale. La norma «fa salve le norme regolamentari e le ordinanze in materia di orari approvate dai Comuni»: come detto, possono adottare limiti più severi però devono essere motivati da ragioni di salute pubblica e dai singoli contesti locali. «L’individuazione delle tre fasce orarie di chiusura - rimarca l’assessore - è avvenuta col coinvolgimento di medici dei Servizi per le dipendenze delle Ulss, Conferenze dei sindaci, rappresentanti del terzo settore, legali della Regione, per incrociare al meglio dati clinici, letteratura scientifica, buone prassi comunali, esperienze di prevenzione e dissuasione e offrire ai Comuni uno strumento in più a cui ancorare i loro interventi». Il tutto in una norma generale varata due mesi fa che, conclude l’assessore Lanzarin, «prevede distanze minime di 400 metri dai luoghi sensibili, aumento massimo dell’aliquota Irap per gli esercenti dei punti gioco e sanzioni fino a 6 mila euro per il mancato rispetto dei limiti urbanistici, orari e di pubblicità previsti». La Regione ha anche dal 2017 un piano socio-sanitario da 5 milioni di presa in carico, cura e trattamento dei giocatori compulsivi o problematici (lo 0,8% della popolazione attiva): 32.500 persone, di cui il 10% è a livello patologico. • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA

LaTavel’ingresso a Verona: la Regione hadatoilvialibera VENEZIA

La Giunta regionale ha il via libera ieri al progetto preliminare dell’“Ingresso ovest” del nodo Alta velocità-capacità di Verona, «ultimo e determinante atto - sottolinea una nota - per ottenerne l’approvazione anche da parte dal Cipe-Comitato interministeriale e portare così a termine un iter estremamente impegnativo e complesso». La delibera predisposta dall’assessore ai trasporti Elisa De Berti sancisce l’intesa urbanistica ed edilizia Stato-Regione sulla localizzazione dell’opera «riavviando così l’iter approvativo della linea ferroviaria Ac/Ac Torino-Milano-Venezia, sospeso dopo lunga pausa dovuta al completamento dell’analisi costi-benefici». «È un tassello determinante per la realizzazione di questa strategica infrastruttura sottolinea De Berti - che renderà più funzionale ed evoluta la mobilità nel territorio, assicurando una riduzione dei tempi di percorrenza, l’alleggerimento della rete ferroviaria ordinaria e l’incremento della qualità e dell’affidabilità del servizio offerto, sia

L’assessoreElisaDeBerti

per le tratte a lunga percorrenza sia per il traffico pendolare. Abbiamo sempre creduto con convinzione a questo progetto e se oggi ci avviamo verso la sua concreta realizzazione lo si deve anche la caparbietà della Regione. L’opera costa 376 milioni ed è interamente finanziata». Il tracciato sarà soprattutto in affiancamento agli attuali binari Milano-Venezia (che vengono però spostati) fino alla stazione Porta Nuova, con 2 nuovi binari Av/Ac tra l’autostrada A22 e la radice ovest di Verona Porta Nuova e 2 nuovi binari per l’interconnessione merci di Verona, nel tratto tra la A22 e l’innesto sulla “Brennero”. •

CONSIGLIOREGONALE. Ieri a tarda orail vialibera al Defr-Documento di economia e finanza per il2020-22: ecco lecifre

Zaia vara«ilbilancio delle Olimpiadi» Esugli affittiAterarrivano modifiche Ilgovernatore inAula conferma il “no tasse”: soldi anche per i Pfas Roberta Labruna INVIATA A VENEZIA

L’ultimo bilancio di Luca Zaia. «Se lo dovessi caratterizzare direi che questo è il bilancio delle Olimpiadi: ci abbiamo creduto, sarà un nuovo rinascimento per le nostre montagne e porteranno un giro di affari, tra Veneto e Lombardia, di 3 miliardi di euro». Il bilancio delle Olimpiadi, dunque, ma anche delle elezioni. Quelle che ci saranno in primavera e che “costeranno” 11 milioni di euro. Ma questa cifra obbligata è solo un piccolo tassello di un bilancio di previsione, quello “puntellato” ieri in consiglio e che in questa prima fase tecnicamente si chiama Defr-documento economico finanziario regionale, che vale 17 miliardi e che ieri sera tardi andava a votazione finale.

IlPdaccusa:«Fate comunquepagare dipiùperalloggi pubblici,anziani incasediriposoo pergliasilidinido»

“TAX FREE”. «NON È COSÌ». E

nel primo pomeriggio ieri il presidente della Regione si è voluto presentare in aula, dove si proseguiva con l’esame degli emendamenti, per metterci la sua firma. E mettere a verbale, con una punta di orgoglio, che «il Veneto è l’unica regione in Italia “tax free”, che ha rinunciato ad applicare ai contribuenti l’addizionale regionale Irpef e i super ticket in sanità. Una scelta che pesa per un miliardo e 219 milioni di euro l’anno sul bilancio, ma abbiamo optato per una robusta cura dimagrante piuttosto che pesare sui cittadini». E qui a fargli da contraltare è stato il capogruppo del Pd Stefano Fracasso: «No, presidente, il Veneto non è “tax free” per quegli anziani che si debbono pagare le case di riposo, per le famiglie che hanno i bimbi al nido o per quelle centinaia di inquilini degli alloggi popolari che si sono visti aumentare l’affitto». ATER: MODIFICA ALLE REGOLE. Un punto, quest’ultimo

delle Ater, che ha toccato anche Zaia: «Abbiamo approvato un emendamento poche ore fa in giunta e il regola-

L’interventodelgovernatore Luca Zaiain Consiglioregionale

StefanoFracasso (Pd)

mento è in via di definizione. La nuova legge va bene rispetto ai nuovi inquilini, ma ci sono degli aggiustamenti sul reddito di uscita e sul “tetto” dei risparmi in banca, soprattutto per gli over 65». Di più Zaia non dettaglia. Ma ha ag-

giunto netto: «Chi dovrà lasciare l’alloggio garantisco che è perché è nelle possibilità di pagarsi un affitto sul libero mercato». Epperò questo annuncio non è piaciuto alle opposizioni. Sempre dalle fila dei dem è Claudio Sinigaglia a contestare il metodo: «Il provvedimento sarebbe dovuto passare prima in commissione. Non può essere liquidato con un emendamento di giunta». Tant’è. Zaia ha parlato anche di molto altro. Parecchio di sanità. E non potrebbe essere diversamente visto che su un bilancio 17 miliardi di euro, 9,7 sono dedicati a questo capitolo. Con il presidente che ha ribadito: «Vogliamo assumere

500 medici laureati, ma senza specializzazione. Speriamo che della loro formazione si occupino le nostre università. Questa operazione peserà sul bilanci per 20-25 milioni di euro». Qualche altro numero: 31 milioni, spalmati su tre anni, come contributo per le rette degli asili; 21 milioni per i forestali; 24 milioni per la formazione professionale; 60 milioni per il trasporto pubblico locale; 20 milioni per il rischio idrogeologico. E il mutuo (300 milioni in tutto) per chiudere il capitolo Pedemontana: «Nel 2020 si concluderanno i lavori». EMERGENZAPFAS. Tra le spe-

se che impatteranno sull’esercizio finanziario del 2020 ci sono anche quelle per “la grande emergenza ambientale del Veneto, i Pfas”: monitoraggio sanitario, bonifica e l’acquedotto per Lonigo. E l’autonomia? «Aspettiamo la controproposta del governo. Se non avremo risposte adotteremo un disegno di legge per ciascuna materia». Ultima stiletta di Fracasso: «Questa è una legislatura condizionata dal combinato disposto Autonomia-Veneto Tax Free che non ha portato benefici ai cittadini». Un assaggio della campagna elettorale che verrà. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Ciambetticonferma: «Deliberaa Roma»

«Referendumelettorale Solo un fraintendimento» INVIATA A VENEZIA

LucaZaiabutta acquasul fuoco:«Dettochenonho seguitodirettamentequesto percorso,perchéèprerogativa delconsiglio,nonc’è uncaso politico,semmai c’èstato un fraintendimento».Il presidente dellaRegioneseè arrabbiato nonlo dàavedere evuole chiuderesul nascerequalunque polemicasull’andamentodel consiglioregionale dilunedì: quandonon èpassata,per un voto,la richiesta dimodifica fattadalla Cassazionesulla propostaperil referendum utileadabrogarela quota proporzionalenellalegge elettorale.All’appello sono mancatideivoti tra le filadella maggioranza,daFdI, daForza Italia,un paio dallalistaZaia. «Il temaèdibattuto:sembraci voglialamaggioranza qualificata.Inognicaso ricordo che7milavoltela maggioranza inConsigliononhamai avuto problemi,èandato sottosolo duevolte. Ieri(lunedì,ndr) comunquec'è stata la maggioranzadeipresenti esiè trattatosolo diunincidente di percorso,diun fraintendimentonelle tempistichecon la consigliera Brescacin».L’esitodel voto, comeanticipatodal presidente delconsiglioregionale,verrà comunquedepositato in Cassazione.E loharibaditoieri

RobertoCiambetti ancheZaia, cosìcome il presidenteRoberto Ciambetti in aula:«Noi invieremolanostra delibera,perchériteniamo che possacomunque esserepresa in considerazione».L’occasione per parlarneèarrivataieri mattina quando,dopola giunta,Zaia ha premiatoil pugile vicentinoLuca Rigoldi,presentatola mostra internazionaledelgelato di Longaronecheandrà inscena dall’1al 4dicembre,eannunciato dueiniziative. Una èlospeciale cavatappi,chedebutterà a fine novembreal congressonazionale sommeliera Verona. «Isoldiche verrannoricavatidalla vendita – spiegailpresidenteAis Marco Aldeghieri– servirannoper Vaia». Nonbasta:Zaia harinnovato ancheunprotocollo con l’Unicef cheprevede diportareda 20a 50 ipunti, inbiblioteche, musei e ospedali,incui le mammepossono cambiareoallattare ibimbi in tranquillità.«A breve- chiudeZaia -arriverà ancheunapp. Siamo una comunitàbaby friendly». RO.LA.


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