RASSEGNA STAMPA DEL 9 OTTOBRE 2019

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MERCOLEDÌ 9 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

milano-cortina 2026

Giochi, nella corsa al ruolo di ad rispunta il manager Domenicali Il presidente della Lamborghini, gradito a Fontana, avrebbe espresso disponibilità Governance: il Coni rivendica la maggioranza in cda, Sala: più autonomia ai tecnici

Regionali 2020, il vicesindaco di Padova chiama a raccolta 5 Stelle, Pd e area civica

La sfida di Lorenzoni «Coalizione green per battere Zaia» L’INTERVISTA

piadi? Pagatevele»), Vincenzo Spadafora ha accolto la sollecitazione di Luca Zaia a riguardo: «Mi sembra che ci sia la grande volontà di andare avanti nella strada della concretezza e della coordinazione, se il Governo ha avuto un ripensamento ed è entrato nell’ottica di darci una mano, non possiamo che essere contenti. I Giochi invernali ridotti all’evento di due sole Regioni equivarrebbero ad una pessima figura per l’Italia». NOMINE, FONDI, POLTRONE

La riunione di Verona: il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, i governatori Luca Zaia ed Attilio Fontana

Filippo Tosatto VENEZIA. Altro che calma olim-

pica. La divulgazione della short list dei manager candidati a dirigere Milano-Cortina 2026 – Alberto Baldan, Vincenzo Novari, Tom Mockridge – ha fatto imbizzarrire il governatore della Lombardia: «Chi parla quando ci si era impegnati a mantenere il riserbo è una persona scorretta. Non è proprio detto che chi verrà scelto sia uno di quelle tre persone, stiamo ragionando anche su altri nomi», le parole di

Attilio Fontana. Arduo immaginare una “secretazione” efficace a fronte dell’affollamento – una ventina di convenuti, almeno – che ha caratterizzato le tre ore di riunione del comitato d’indirizzo a VeronaFiere. Ma non è stato tanto il mancato riserbo a indispettire l’esponente leghista quanto la scelta dei “cacciatori di teste” dell’agenzia Spencer Stuart (incaricata della selezione) che hanno escluso dalla rosa Stefano Domenicali, il presidente e amministratore delegato di Lamborghini, grande amico di Giancarlo Giorgetti,

l’uomo forte del Carroccio. Ebbene, proprio in queste ore, Domenicali avrebbe espresso «interesse e disponibilità» all’incarico, riaprendo la sfida. Resta lo scoglio del suo target retributivo a sei zeri, reputato insostenibile dalla cordata dei Giochi. LA SVOLTA DI SPADAFORA

Sul versante politico, invece, Fontana, prende atto del sostegno finanziario promesso dal ministro grillino dello Sport. In netta discontinuità rispetto all’ostracismo annunciato da Luigi Di Maio («Volete le Olim-

il processo bpvi

Le domande di vendita azioni venivano tenute da parte VICENZA. Riunioni frenetiche per determinare le liste dei soci da sottoporre al Consiglio di amministrazione, evitando di prendere in considerazione le richieste di uscita. Ieri al processo Bpvi è stato a lungo ascoltato un ex dirigente della banca. «Il criterio per valutare le domande di acquisto e di cessione delle azioni è sempre stato l’ordine d’arrivo. Poi, quando nel 2012 è nato il problema delle urgenze, che venivano

valutate dalla direzione gerarchica, la divisione Mercati diede le indicazioni: se c’erano troppe domande di cessioni, rimanevano ferme. La data sulla domanda, a un certo punto, per noi divenne irrilevante». Seduto al banco dei testimoni, Filiberto Romio, responsabile dell’ufficio soci dell’istituto di via Battaglione Framarin dal 2010 ed esodato nel 2017, durante l’udienza di ieri del processo a carico degli ex vertici

della Banca popolare di Vicenza, racconta come funzionava il suo reparto negli anni precedenti alla crisi e durante l’emergenza finanziaria. «Era un’attività prettamente amministrativa: raccoglievamo le domande di acquisto e cessioni delle operazioni. Poi, dopo l’approvazione del consiglio di amministrazione, aggiornavamo il libro soci. L’ufficio era sotto la direzione Sviluppo e la divisione Merca-

Aldilà dei proclami - e in attesa della sospirata scelta dell’ad, prevista tra un mese o poco più - dietro le quinte si lavora ad organigrammi, nomine e poltrone. A cominciare dal consiglio d’amministrazione della nascente Fondazione a 5 cerchi, che dovrebbe contare una ventina di rappresentanti. Il Coni, forte dell’articolo 35 della Carta olimpica del Cio (il finanziatore principe con i 925 milioni di dollari erogati) rivendica allo sport la maggioranza assoluta nel cda, indicandone in Giovanni Malagò il presidente in pectore. Veneto e Lombardia, spalleggiati dai sindaci di Milano e Cortina e dagli alleati di Trento e Bolzano, non pongono obiezioni di principio ma esigono che al top manager designato sia garantita ampia autonomia. IL “COMITATO RISTRETTO”

«Chi è investito di grandi responsabilità non può essere in balìa di persone prive di conoscenza diretta e competenza», il richiamo di Beppe Sala, memore della vicenda Expo. Il compromesso suggerito sarebbe la costituzione di un comitato di gestione ristretto e “paritario”, 6-7 delegati investiti di potere decisionale diretto. In proposito, il Coni - attentissimo a tutelare l’orticello dall’invadenza della politica - non sembra entusiasta. Si profila un braccio di ferro? —

ti», spiega Romio. Il pubblico ministero Gianni Pipeschi gli ha chiesto quindi come venivano vendute le azioni. «Per diventare socio era necessario averne almeno cento. Il cliente veniva in filiale, compilava la domanda su carta, perché sui soci non c’era procedura informatica. La domanda andava in Area, che verificava se il socio era affidabile, poi la carta arrivava nel nostro ufficio. Le pratiche venivano riassunte in fogli Excel, che contenevano molte più informazioni che servivano per andare a contabilizzare l’operazione. Dal foglio Excel venivano poi compilate le liste soci». Queste ultime arrivavano in commissione soci, che sottoponeva la delibera al Cda per l’approvazione. L’operazione veniva infine

l consenso di Zaia è effimero, la Lega è battibile. Ma serve un dialogo tra l’area civica, Pd e Movimento Cinque Stelle. Con un patto per lo sviluppo e un obiettivo chiaro: un Veneto al 100% sostenibile entro il 2050». È da questa base green, condivisa con il gruppo regionale dem, che Arturo Lorenzoni, vicesindaco della città del Santo, esce allo scoperto sulle strategie per le prossime regionali: «Guardiamo ai contenuti prima che al contenitore. Sono certo che si può lavorare a un’alleanza ampia». Lorenzoni, in primavera pensate davvero di poter contendere Palazzo Balbi a Luca Zaia? «Il governatore sappia che non è tutto oro quello che luccica. Ottenere consenso facendo il meno possibile è facile perché non si scontenta nessuno. Ma alla lunga queste cose si fanno sentire». Dieci anni è un tempo sufficiente? «È palese la latitanza di Zaia su quasi tutti i temi fondamentali della politica regionale: infrastrutture, trasporti, salute, casa, sociale. Potrei fare mille esempi». Ce ne faccia qualcuno. «La sanità: oggi parla di emergenza ma chi ha governato finora? E ancora, la gestione del territorio: quanti soldi ha messo la Regione per Vaia? Non parliamo poi del versante ambientale: sull’inquinamento dell’aria le amministrazioni locali sono lasciate da sole. Da Venezia arrivano solo parole: misure concrete zero». A Padova lei si occupa di trasporto pubblico. Com’è il dialogo con la Regione? «Sto diventando matto per ottenere risorse per assicurare qualche chilometro in più di nuove linee di autobus per i cittadini. La Lombardia ha

«I

contabilizzata, dando esecuzione sui conti. In base alla testimonianza di Romio, le cose sarebbero andate avanti così per anni: «Il comitato soci si riuniva una volta al mese e una settimana prima del Cda: in questo modo il nostro ufficio aveva tutto il tempo necessario». Poi, però, «il

Testimonianza del responsabile dell’ufficio soci «Tempi frenetici» comitato ha cominciato a riunirsi anche una volta alla settimana e mezz’ora prima del Cda». È in quel periodo, «penso già dal 2011, che è cresciuto

messo 200 milioni in più sul fondo per il trasporto pubblico, il Veneto zero. E la Lombardia ha anticipato la norma sugli edifici a consumo zero. E parlo volutamente di una regione leghista». Il vostro ambientalismo non rischia di essere nemico dello sviluppo? «Io in realtà vedo una politica regionale statica, mentre noi abbiamo bisogno di investire in infrastrutture. Faccio un esempio chiaro, che tutti capiscono: da Padova faccio prima a prendere l’aereo a Bologna, che ha realizzato il people mover dalla stazione all’aeroporto. Dovremo forse aspettare le Olimpiadi per avere il raccordo ferroviario verso il Marco Polo». L’aspetto green può essere una buona base di dialogo con l’M5S?

«Il suo consenso è effimero ma non sarò io il candidato governatore» «Su questi temi vedo una netta condivisione di obiettivi. C’è la stessa sensibilità». Intanto però è stato avviato un percorso di raccordo tra tutte le esperienze civiche della regione. «Sì, si chiama “Il Veneto che vogliamo”. È stato un esperimento di ascolto importante di un mondo vitale e appassionato che cerca rappresentanza. Prima di Natale bisognerà tirare le fila di questo ottimo lavoro». E chi sarà il candidato governatore? «In questo momento non ha senso parlare di candidati. Bisogna costruire le relazioni, i contenuti, le idee». Lei potrebbe candidarsi? «Sto lavorando bene qui a Padova assieme a Sergio Giordani e a una squadra coesa. Non vedo ragioni per lasciare». — Claudio Malfitano

in modo esponenziale» il numero di soci che volevano cedere alla banca le proprie azioni. Nel foglio Excel, sempre in base alla testimonianza del responsabile dell’ufficio soci, compare un’altra colonna: “urgenze”. «Ma la comunicazione di urgenza arrivava per telefono dall’alto» prosegue Romio «soprattutto dai capi area che valutavano la delicatezza del socio per bisogno di liquidità, difficoltà di relazione per i reclami, chiusura del rapporto con la banca. Compilate le liste, venivano consegnate in linea gerarchica per arrivare fino a Sorato». Romio ricorda che c’erano «montagne di richieste da gestire» e che «c’è stato un momento in cui il fondo acquisto azioni proprie era a livelli preoccupanti». —


MERCOLEDÌ 9 OTTOBRE 2019 LA NUOVA

MESTRE

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verso il referendum del primo dicembre

il psi si schiera per il «no»

Le Municipalità divise sul voto tra urne e appelli all’astensione

La battaglia del quorum Rubini: «È nella legge» Bergamo: «Illegittimo»

Il fucsia Bellato raccoglie l’invito di Brugnaro a disertare. Carella e Conte per il sì Trabucco: «Andrò e scriverò no». Da Martini «no comment», Bettin contrario

Prima del «sì» o del «no» la battaglia adesso è sul quorum. È’ obbligatorio? «Si», secondo la legge regionale che ha indetto la consultazione per il 1 dicembre. «Ci vuole», spiega Carlo Rubini, storico esponente unionista, «non è solo opinione nostra, ma è leggibile nell'atto istituzionale con cui la giunta Regionale ha indetto il Referendum, peraltro rifacendosi a una legge regionale del 1973 che regolamenta la materia». «Quindi con l'indizione ufficiale la regola scritta è questa», continua Rubini, «e il referendum sarebbe invalidato anche se per assurdo, i votanti fossero il 49,9% e i Si dentro questo 49% riportassero la vittoria con il 99,9%. E' così, bisogna che se ne facciano una ragione». Ma nel fronte separatista la cosa non è data per

L’unico presidente delle Municipalità in cui è suddiviso il comune di Venezia che prenderà alla lettera l’appello del sindaco di non andare a votare è il “fucsia” Marco Bellato, mentre gli altri, di qualsiasi colore o casacca, faranno valere il diritto a dire la propria. Il presidente della Municipalità di Mestre Ovest, Gianluca Trabucco (segretario Articolo Uno), a votare il primo dicembre ci andrà. «In una città come Venezia dove sono stati distrutti tutti gli strumenti di partecipazione democratica, municipalità, consulte, persino il nuovo regolamento del consiglio comunale perse-

gue questa linea, e dove il sindaco ha ne fatto strame, il capolavoro finale della crisi della partecipazione democratica è proprio l’invito a non andare a votare» spiega. «Dopodiché voterò no, perché ho sempre votato no e non penso che i problemi che questa città ha, dal turismo all’economia al porto all’aeroporto, si risolvono diventando più piccoli. Noi discutiamo di riduzione di parlamentari e aumentiamo sindaci, consiglieri e indennità. Invece che unire comuni ne facciamo di sempre più piccoli, lo trovo contro il buon senso oltre fatto che se davvero si vuole

mandare a casa Brugnaro, lo si manda a casa con le elezioni normali, non si distrugge l’unità per mandarlo a casa». Di tutt’altro avviso il presidente della Municipalità del Lido, Danny Carella, del Pd: «Andrò a votare e voterò sì al referendum» spiega. «Il mio voto non è ideologico e non è campanilista, sono un uomo di partito, Pd da una vita, ma nella mia scelta è intervenuta la città metropolitana che valorizza e deve valorizzare tutti i municipi. Il sindaco metropolitano è sindaco di un’area vasta e non ha senso oggi, avere un comune elefantiaco all’interno di una città metro-

domani il ritorno al museo m9

organizzazione

Il senso della scommessa il cardinale Scola si racconta Domani, giovedì, il cardinale Angelo Scola, già patriarca di Venezia e arcivescovo emerito di Milano, torna a Mestre nel distretto M9 che aveva visitato, nel 2011, quando era solo un grande cantiere. «Una sfida, una grande carta per i giovani, quelli del meticciato, che avanza a ritmi serrati nonostante tutte le nostre angustie e angosce e faremmo meglio a trasformarle in una capacità creativa di integrazione», disse allora passeggiando nel cantiere del museo in costruzione. Scola torna a Mestre domani e sarà accompagnato da Giampietro Brunello e Giuliano Segre a visitare il museo M9 con le sue installazioni multimediali che rac-

Angelo Scola nel 2011

contano il Novecento italiano. Incontrerà anche lo staff della Fondazione M9. Alle 17 il cardinale sarà all’auditorium per la presentazione ufficiale della sua autobiografia: “Ho scom-

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

messo sulla libertà” (Edizioni Solferino). Apre i lavori il saluto del presidente della Fondazione, Giampietro Brunello. Seguiranno poi gli interventi di Renata Codello e del giornalista Luigi Geninazzi, co-autore del libro. Scola poi parteciperà ad una intervista pubblica con il giornalista e scrittore Ferruccio De Bortoli, l’ex presidente della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli e Giuliano Segre, oggi presidente della Fondazione Venezia 2000 che ha organizzato la visita con la Fondazione di Venezia. Tema del pomeriggio di confronto con il cardinale sarà il significa della scommessa, oggi nella nostra società. — M.Ch.

a marghera

Vetrate agli sportelli venerdì Anagrafe chiusa Dopodomani, venerdì 11 ottobre, rimane chiuso l’ufficio Anagrafe di Marghera per interventi di manutenzione nella sede. Lo ha reso noto ieri la Direzione Servizi al cittadino e imprese - Settore Servizi al cittadino, Protocollo e Archivio generale con una nota diffusa ieri mattina. «Andremo ad apportare migliorie in linea con i lavori eseguiti all’Anagrafe di Mestre», spiega l’assessore al decentramento Paola Mar, «in particolare

con il sostegno

andremo ad installare le vetrate alle postazioni di lavoro dell’Anagrafe che a Marghera mancavano. Con questi lavori gli sportelli diventeranno simili a quelli della sede di via Palazzo a Mestre. Si tratta, quindi, di uno stop necessario, per garantire un servizio migliore ai cittadini». I lavori verranno conclusi in giornata e poi l’ufficio Anagrafe di Marghera, in piazza Mercato, riaprirà con i normali orari ma con nuovi sportelli per i cittadini. —

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Il primo dicembre i cittadini saranno chiamati ad esprimersi sulla separazione tra Venezia e Mestre

politana di area vasta, ma più comuni e municipi, ho in mente grandi metropoli come Londra. E’ assurdo nel contesto attuale che non ci sia un comune di Venezia e uno di Mestre, io sarei anche per suddivisioni ulteriori, Marghera Mestre e Venezia». Infine: «Sono pacato e tranquillo, non ho la pretesa di avere la verità in tasca». Il presidente della Municipalità di Venezia, Andrea Martini, anche lui Pd, non rinuncerà alle urne: «Andrò a votare e invito a votare, il voto è un dovere e diritto e cercherò di organizzare incontro pubblici perché la gente ne capisca l’importanza. E’ un tema che va approfondito, ragionato, scavato». Sì o no? «Per ora mantengo il riserbo, come figura istituzionale non ritengo opportuno esprimermi per non condizionare il voto». Il presidente di Mestre centro, Vincenzo Conte, voterà “sì” all’autonomia dei due comuni, da sempre autonomista convinto: «Andrò a votare “sì” e cercherò di convincere le persone a votare in questo senso perché ritengo sia la scelta migliore per la città». Il presidente di Marghera, Gianfranco Bettin, andrà a votare, spiegherà il perché e contestualizzerà la sua scelta, ossia il «no» all’autonomia. Infine il presidente di Favaro, Marco Bellato, fedele al sindaco, il giorno delle votazioni farà dell’altro. Ieri il governatore Zaia, a margine della borsa del turismo lunedì, ha ribadito la volontà di non esprimersi sul referendum. — Marta Artico

scontata. «Stiamo valutando se e quando fare un ricorso», dice ad esempio l’ex sindaco Ugo Bergamo, «disponiamo di autorevoli pareri giuridici che giudicano illegittima quella scelta fatta dalla Regione. Nei referendum consultivi il quorum non è obbligatorio, lo è soltanto in quelli abrogativi». Schermaglie che si intensificano, in vista della campagna elettorale Intanto dai primi sondaggi commissionati dal sindaco Luigi Brugnaro sembra che la partecipazione al voto sarà piuttosto bassa, tra il 25 e il 30 per cento. Tra i partiti che si schierano per il «no» anche i socialisti, che ribadiscono per la quinta volta l’unione amministrativa, con un rilancio del ruolo della Città metropolitana e delle Municipalità. — A.V.

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IX

Padova

Mercoledì 9 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Curcio presenta un libro, Mazzola: «È vergognoso»

Lorenzoni: «Zaia alle regionali battibile unendo Pd, M5s e civici»

`Il figlio di Giuseppe: voro: ci dovrebbe spiegare co-

«Assurdo che possa anche pontificare»

Il vicesindaco: «Io non mi candiderò» Ma intanto Coalizione è già al lavoro `

LA VISIONE PADOVA Mancano otto mesi alle

elezioni regionali ma chi vuole almeno tentare di sovvertire un pronostico che appare già scritto deve muoversi ora. Stiamo parlando di tutta la parte “altra” rispetto al centrodestra, quindi non solo Pd e 5 Stelle ma anche quell’esperienza civica che a Padova si è condensata nella fusione tra Coalizione e lorenzoniani. Un esperimento che già da tempo quei movimenti stanno cercando di trasferire ad altre situazioni da Vicenza a Rovigo, da Treviso e Venezia. Nel nome di un soggetto politico originale che parte dalla partecipazione e arriva al “Veneto che vogliamo” movimento che sta proponendo un’idea diversa. Lorenzoni ne è stato finora l’interprete amministrativo perfetto e non ha mai nascosto di allargare il campo a fuori Padova. Tanto che Coalizione in questi giorni si sta muovendo per pianificare i contatti e arrivare a una proposta. É già ora di candidarsi? «Io non mi candido» ribadisce Lorenzoni, ma tengo a dire che se riuscissimo a mettere insieme una piattaforma con Pd, 5 Stelle e movimento civico si potrebbe costruire una proposta interessante». C’è già un “manifesto” ideale. «É lo studio intitolato “Veneto 100% sostenibile rinnovabile efficiente” che è stato commissionato dal gruppo consiliare Veneto del Pd al Centro studi di economia e tecnica dell’energia Giorgio Levi Cases di cui faccio parte. Questa è la prospettiva a cui dobbiamo tendere entro il 2050. Questa è la sfida a Zaia, costruire politiche che creano sviluppo». Dunque su questo piano è un Veneto contendibile? «Io credo

C’É GIÁ UN MANIFESTO IDEALE, É “IL VENETO AL 100 PER CENTO SOSTENIBILE” STUDIO COMMISSIONATO DAL PD REGIONALE

di sì. Dobbiamo mettere in luce la sua latitanza su temi fondamentali. Ditemi che cosa ha fatto Zaia nella sanità. Mancano medici e non stiamo dando risposte ai bisogni. Che cosa ha fatto per il consumo di suolo visto che è la Lombardia la sola ad avere varato una norma per nuovi edifici a consumo zero di superficie. E sulle infrastrutture? Padova rischia di esser isolata. Lamentiamo da tempo che l’interporto non riesce ad avere il raddoppio dei binari. La Regione ci ha mai supportato politicamente? Ci ha mai dato un aiuto? E poi il trasporto pubblico. Mancano i fondi per aprire nuovi percorsi e nuove linee. Ma ce ne sarebbero molte altre da dire. Parliamo della politica forestale? Esiste una politica di gestione dei boschi? O di manutenzione dei corsi d’acqua? Io penso che se si vuole ottenere il consenso facendo il meno possibile alla lunga i citatdini se ne accorgono. Bisogna invece che la politica si muova, sul tema della sostenibilità. E su questo fronte io credo che i 5 Stelle siano d’accordo. Non parliamo del Pd che su questo tema ha commissionato una ricerca». E torniamo al candidato, chi

TERRORISMO

LORENZONI Il vicesindaco lancia una piattaforma per le regionali

farà sintesi alla fine? «Ma figuriamoci, adesso è del tutto inappropriato pensarci. Prima dobbiamo parlare fra di noi. A me interessa sapere se c’è la volontà di lavorare insieme. Meglio poi se si individuerà un candidato fuori dalla politica. Io sto lavorando bene qui, non vedo ragioni di cercare altro». Ci sarebbe da riflettere. Perché dal giorno che si è candidato sindaco raccogliendo un sorprendente 23 per cento Lorenzoni a quello vuole arrivare. Ma

lo zoccolo duro del Pd che coltiva le stesse ambizioni farà di tutto per impedirglielo. Lo abbiamo visto a Natale scorso quando Giordani che ha sempre giurato che avrebbe fatto un solo mandato, si è mostrato possibilista per un secondo giro. Lorenzoni in Regione avrebbe una visibilità più ampia e il Pd tornerebbe ad avere mano libera in città. Ma il sindaco ha imposto che chi si candida dia le dimissioni... Mauro Giacon

PADOVA «Veramente vergognoso. L’Italia è un Paese “sostenibile” certo, riesce a riciclare perfino i rottami morali della storia. Provo una grande tristezza, a questi signori è permesso ancora di pontificare». Lo ha affermato all’Adnkronos Piero Mazzola, figlio di Giuseppe Mazzola, il carabiniere in congedo ucciso dalle Br il 17 giugno 1974 insieme a Graziano Giralucci nella sede del Msi a Padova (primo assassinio rivendicato dalle Brigate Rosse), commentando l’intervento previsto per questa sera dell’ex brigatista Renato Curcio a “Lo Spazio Nuovo” a Modena per la presentazione del suo nuovo libro “Ascoltare e narrare”. Curcio non partecipò all’assalto in cui morì Mazzola e non uccise mai nessuno di persona, ma scrisse il proclama di rivendicazione di quell’azione. «Purtroppo succede molto spesso che questi personaggi parlino in pubblico - ha aggiunto il figlio della prima vittima delle Br - Sicuramente questo signore avrà qualcosa da dire, forse sul la-

sa intende per lavoro se per lui lavoro era uccidere la gente, tanto che definì la morte di mio padre “un incidente sul lavoro”. Allora sparare e uccidere le persone era un lavoro?». «Questo è un Paese che ho amato e che amo profondamente - ha concluso Mazzola - ma tutto ciò mi provoca grande tristezza. Non esistono ex brigatisti o ex assassini o ex mostri... perché ci sono ex morti? Lo stato delle cose non cambia. Ribadisco è vergognoso». L’assalto alla sede del Movimento Sociale Italiano di Padova fu commesso il 17 giugno 1974 da un commando delle Brigate Rosse. Vittime due militanti: il carabiniere in congedo Giuseppe Mazzola e l’agente di commercio Graziano Giralucci. Il duplice omicidio fu il primo ad essere commesso e rivendicato dalle Br. Per l’eccidio furono condannati Roberto Ognibene e Fabrizio Pelli come esecutori materiali, Susanna Ronconi con il ruolo di retroguardia, Giorgio Semeria con funzioni di autista e Martino Serafini quale sentinella, nonché appunto Renato Curcio, Mario Moretti e Alberto Franceschini come ispiratori morali. In appello le pene aumentarono per tutti, variando da 7 anni e 6 mesi a 18 anni.

Cappadona, c’è l’ordine di carcerazione IL PROVVEDIMENTO PADOVA È stata firmata l’ordinanza di carcerazione da parte della Procura generale di Venezia, per Franco Cappadona l’ex luogotenente dei carabinieri capo dei militari in forza alla Procura di Padova. Il provvedimento prevede però la sospensione della pena e la possibilità per l’ex militare di scegliere da uomo libero una misura alternativa alla detenzione. Tutto era iniziato quando Cappadona tra il 2008 e il 2009 aveva cercato di costringere Andrea Drago, all’epoca direttore dell’Arpav di Padova, a scegliere come nuova sede dell’agenzia uno spazio all’interno del grattacielo Net Center di via Venezia il cui proprietario era il costruttore Mauro Bertani.

L’EX LUOGOTENENTE Franco Cappadona già condannato

In cambio della promessa non accettata da Drago, l’ex direttore dell’Arpav avrebbe dovuto ricevere una tangente di 300 mila euro. Ma Cappadona aveva consigliato ed esortato Drago con tono e modalità perentorie a soddisfare le pretese di Bertani. L’ex luogotenente è stato condannato

in primo e secondo grado a quattro anni, confermati in Cassazione. Ma i guai per Cappadona non sono finiti. È infatti a processo in Corte d’Appello, per difendersi dall’accusa di violazione del segreto istruttorio, che in primo grado gli è costata una condanna a due anni e 5 mesi. Era l’aprile del 2013 quando Cappadona ha rivelato a Regina Bertipaglia (ex consigliera regionale) che la Finanza stava indagando su Giancarlo Galan, l’ex doge. Era poi il 30 gennaio del 2014 quando ha rivelato a Francesco Luise, che l’amico imprenditore di Piove di Sacco Ivano Sartori era indagato dalla Procura di Padova per il reato di riciclaggio. Ed effettivamente Sartori era finito nel mirino della Guardia di Finanza con l’operazione “Miami”. Marco Aldighieri

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XII

Villamarzana Villanova del Ghebbo

Mercoledì 9 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Domenica le cerimonie per l’eccidio di Villamarzana `Venerdì in municipio

si terrà l’incontro “Quel muro maledetto” VILLAMARZANA Il Ccomitato per le celebrazioni della Resistenza in Polesine, presieduto dal presidente della Provincia, Ivan Dall’Ara, ha reso noto il programma del

75. anniversario dell’eccidio dei 43 Martiri. Coinvolti come ogni anno tre Comuni: San Bellino, Villamarzana e Castelguglielmo, che hanno pagato a caro prezzo la fine degli scontri tra partigiani e nazifascisti nella Seconda guerra mondiale. Per onorare i caduti di quella infausta domenica 13 ottobre 1944, venerdì alle 21, nella sala consiliare municipale di Villamarzana, si terrà l’incontro “Quel muro maledetto”, che vedrà presenti Gino Bedeschi, Francesco

Trevisan, il sindaco Claudio Vittorino Trevisan e lo storico Marco Chinaglia. Domenica, alle 8.30, ritrovo davanti al piazzale del municipio di Castelguglielmo, poi allle 8.45 la deposizione di una corona floreale al monumento dei martiri di piazza Vittorio Veneto, alzabandiera e corteo fino al cimitero con l’omaggio floreale al mausoleo dei martiri. Alle 9.30 tappa a San Bellino alla lapide del maestro Giovanni Tasso, quindi alle 10 si arriverà a Villamarzana do-

ve da qualche anno a questa parte si è deciso di iniziare la commemorazione, partendo dal cimitero, con la deposizione delle corone floreali. Alle 10.15, nel piazzale dedicato ai 43 martiri, giusto vicino all’ex casetta del barbiere dove ora sorge il museo provinciale della Resistenza, si terrà la messa officiata dal vescovo della diocesi di Adria e Rovigo, monsignor Pierantonio Pavanello. Quindi il ricordo dei caduti con i 43 rintocchi della campana. Ci sarà il

LA STRAGE La lapide con i nomi, in fondo il muro “maledetto”

breve discorso del sindaco Claudio Gabrielli, cui faranno seguito la deposizione delle tre corone nel cippo antistante la casetta del Barbiere e alle 11.15 le orazioni ufficiali di Claudio Maderloni, membro della segreteria nazionale dell’Anpi, e di Enzo Maraio, segretario nazionale del Partito socialista italiano. Alle 11.45 chiusura della commemorazione, con i brani eseguiti dal corpo bandistico Città di Lendinara. Marco Scarazzatti

Il “San Michele” va a Pezzuolo e al Fàedèsfa `I villanovesi

hanno scelto a chi dare il premio VILLANOVA DEL GHEBBO Un nuovo importante riconoscimento è arrivato per Fàedèsfa, nella persona del presidente Andrea Pezzuolo. La solidarietà e il fare del bene agli altri si confermano essere azioni apprezzate. E diventano ancora più speciali se ad averle attribuite è la cittadinanza stessa.

IL SINDACO IL FIUME Da agosto erano scattati i divieti di usare l’acqua dell’Adige per l’irrigazione a causa della presenza del batterio

Non c’è più la salmonella nelle acque dell’Adige L’Ulss 5 invita i sindaci a ritirare l’ordinanza di divieto di irrigazione `

SALUTE Finita l’emergenza salmonella nelle acque dell’Adige, con l’invito dell’Ulss a revocare le ordinanze, i consiglieri regionali di Veneto 2020, Patrizia Bartelle, Piero Ruzzante e Cristina Guarda lanciano un «allarme botulino sul Delta». La presenza della salmonella era stata accertata il 17 agosto da un campionamento dei tecnici padovani dell’Arpav, con i sindaci di Vescovana e Anguillara, avvisati dall’Ulss 6 della necessità di emettere un’ordinanza per vietare l’uso irriguo dell’acqua dell’Adige. Si era così messa in modo la macchina dei controlli anche in Polesine. I campionamenti avevano fatto emergere la presenza di salmonella nell’Adige e alle prese di derivazione dei canali, ed erano scattate le ordinanze di divieto di irrigazione per aspersione con le acque derivanti dall’Adige dei prodotti agricoli destinati a essere consumati a crudo, dei sindaci di Rovigo, San Martino, Badia, Lusia, Lendinara, Villanova del Ghebbo e Rosolina, con quest’ultima revocata dopo che i successivi controlli non avevano più trovato il batterio. Per tutto di settembre sono an-

dati avanti prelievi ed esami. La salmonella, che viene abbattuta dagli impianti di potabilizzazione di Acquevenete e non ha mai rappresentato un problema per l’acqua di rubinetto, si può eliminare lavando bene con acqua po-

I consiglieri regionali di Veneto 2020 lanciano l’allarme botulino nel Po

`

tabile frutta e verdura da mangiare cruda. Gli operatori del settore primario, fra l’altro, hanno un apposito obbligo di “lavaggio” per frutta e verdura immessi sul mercato. Ieri l’Ulss 5 ha diramato una

nota nella quale spiega che il 2 e il 7 ottobre l’Arpav di Venezia ha trasmesso i risultati delle analisi «che mostrano l’assenza di salmonella in tutti i campioni eseguiti nei comuni di Badia, Rovigo, Lusia, Villanova del Ghebbo, Lendinara e San Martino. Considerato che tutti i canali alimentati dall’Adige, individuati in collaborazione con Arpav e i Consorzi di bonifica Adige Po e Delta del Po, sono risultati non contaminati da salmonella, l’Ulss 5 ha proposto ai sindaci la revoca dell’ordinanza del divieto di irrigazione». Il nuovo allarme riguarda la moria di uccelli acquatici che si è registrata in provincia di Ravenna, presumibilmente per intossicazione da tossina botulinica di tipo C, dovuta alla secca dello specchio d’acqua, che ha portato i consiglieri di Veneto 2020 a presentare un’interrogazione alla giunta Zaia: «Apprendiamo che il Parco Delta del Po dell’Emilia Romagna ha disposto lo stop alla caccia nel raggio di tre chilometri dalla Valle della Canna, al confine della provincia di Ferrara. Vogliamo sapere se la giunta è a conoscenza di quanto successo e che tipo di monitoraggi sono in corso per escludere la presenza del botulino nei tratti veneti del Po». Francesco Campi

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Come ogni anno, infatti, a Villanova del Ghebbo il sindaco Gilberto Desiati ha premiato diverse personalità che si sono distinte agli occhi dei cittadini in occasione della festa patronale di San Michele. «Ogni anno la nostra comunità si dimostra unita nel partecipare alla premiazione di persone che si sono distinte in campo artistico, sportivo, culturale, d’istruzione e sociale spiega proprio Desiati - e tra i premiati di quest’anno, secondo il consueto format del questionario distribuito ai residenti, è stato scelto Andrea Pezzuolo. E la cosa ancor più bella è che il premio è arrivato dai giovani. Per l’amministrazione comunale premiare non solo una persona, ma anche una realtà associativa, ha un significato importante. Fàedèsfa è una associazione che fa del bene agli altri e non si tira mai indietro nel creare nuovi ed efficienti giochi di squadra». Continua Desiati sottolineando che l’amministrazione comunale «ha voluto evidenziare come ci siano persone che con perseveranza rie-

scono ad arrivare a risultati positivi sul territorio. Fàedèsfa nasce nella solidarietà e nella libera attivit,à e diventa uno spazio in cui a essere realizzata in primis è la componente umana di ognuno. La realizzazione di fraternità e vicinanza va oltre il lato puramente economico. Subentra anche il lato morale e la possibilità di essere concretamente dalla parte degli altri. Sono felice che tra le personalità originarie di Villanova Del Ghebbo si sia distinto proprio Andrea Pezzuolo, presidente di Fàedèsfa, perché è solo dalla fraternità e dall’unione che si possono creare energie positive».

IL PREMIATO Pezzuolo ha evidenziato che la giornata della premiazione «ha un significato particolare, perché Villanova Del Ghebbo è il paese in cui ho passato la mia infanzia, nonché anni che ancora ricordo con emozione. Arrivare a un’onorificenza simile mi ha commosso, così come è stata di forte impatto emotivo la presenza di concittadini attenti non solo per me, ma anche per tutti gli altri premiati. Mi rimarrà impressa nel cuore l’immagine delle persone che vengono a stringermi la mano, dando ancor più riconoscimento a quanto facciamo quotidianamente sul territorio. Quella di Fàedèsfa è stata una scelta di vita e oggi più che mai siamo felici di essere al servizio degli altri». Enzo Fuso

IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE DI SOLIDARIETÀ: «COMMOSSO, HO TRASCORSO QUI LA MIA INFANZIA»

LA CONSEGNA Il sindaco Gilberto Desiati (a sinistra) insieme ad Andrea Pezzuolo (a destra) con il riconoscimento


VII

Venezia

Mercoledì 9 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Poliziotti aggrediti, l’ora delle polemiche Arresto convalidato e ricovero in psichiatria per il 35enne `L’uomo è malato e socialmente pericoloso: sindacati romeno che domenica ha assalito alcuni agenti della Polfer di polizia e politici chiedono tutele per le forze dell’ordine

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IL CASO VENEZIA Arresto convalidato e ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale all’Angelo di Mestre per il trentacinquenne di nazionalità romena, senza fissa dimora, che domenica mattina ha aggredito alcuni agenti della Polfer. Episodio che ha fatto seguito a un precedente atto di violenza avvenuto lo scorso venerdì. Il giovane, comparso di fronte al giudice per le indagini preliminari di Venezia, Andrea Battistuzzi, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il pm Alessia Tavarnesi ha chiesto per lui il ricovero in una Rems, le strutture riservate alle persone con problemi psichici gravi che commettono reati: prima, però, sarà necessario sottoporlo ad una perizia per accertare le sue condizioni mentali, e poi attendere che si renda disponibile un posto nella Rems di Nogara, in provincia di Verona, l’unica aperta in Veneto dopo che la legge che ha disposto la chiusura gli ospedali psichiatrici giudiziari. La nuova normativa prevede che soltanto i casi più gravi possano essere indirizzati nelle Rems, e comunque per un periodo limitato di tempo, per poi essere affidati ai centri di salute mentale presenti sul territorio.

PERICOLO SOCIALE L’uomo, però, è ben conosciuto dalle forze dell’ordine. Bazzica le zone delle stazioni, tra Mestre e Venezia, ed è conosciuto per aver tentato diverse volte di consumare ai bar tentando di non pagare. Le sue reazioni violente hanno avuto decine di segnalazioni tra polfer, volanti e carabinieri. Numerosi episodi che hanno avuto il suo apice nello scorso fine settimana: i quattro agenti infatti hanno riportato 30, 15, 5 e 4 giorni di prognosi. L’uomo è un malato psichico, ma è evidente che abbia bisogno di essere assistito e che non possa stare a piede libero. Il caso, però, nei giorni caldi della tragedia di Trieste, ha scatenato le polemiche dei sindacati. «Quando saranno dotati tutti i poliziotti di idonei strumenti di difesa per poter esercitare le

proprie funzioni? - ha tuonato nei giorni scorsi il segretario del Siulp Diego Brentani - Per anni abbiamo cercato di far comprendere ai vertici del dipartimento e alla politica la necessità di dotarci di strumenti adeguati ai tempi, per rendere più sicuro ed efficace l’intervento di polizia, al fine di evitare tragedie come quelle avvenute a Trieste». Tragedie che, però, per il sindacato sono lo specchio di quanto accade in molte realtà territoriali, come appunto Venezia. «Rivendichiamo che anche le Polfer e le Volanti della provincia di Venezia siano subito dotate di taser e di adeguata strumentazione che consenta di fermare soggetti violenti senza dover finire necessariamente all’ospedale, come avvenuto appunto in questo fine settimana». Sulla questione, ora, interviene anche la politica. «Ciò che è accaduto - attacca la consigliera regionale Silvia Rizzotto (Zaia Presidente) - porta alla luce due sconcertanti quanto reiterate condizioni a sfavore dei nostri uomini e donne in divisa: la mancata tutela e possibilità di difesa personale efficace, nonché la preoccupante latitanza di custodia cautelare per le persone già colpevoli di aggressione e violenza. Sani o malati di mente che siano». Rizzotto torna poi sulla questione taser. «Suggeriamo e invitiamo la ministra Lamorgese ad accelerare i tempi per proseguire con la gara d’appalto iniziata da Matteo Salvini per una distribuzione massiccia di pistole elettriche. Inoltre urge quanto mai il bisogno di revisionare ed inasprire profondamente la giustizia senza attenuanti (come in questo caso la presunta e non confermata infermità mentale) né condizionali». Gianluca Amadori Davide Tamiello © RIPRODUZIONE RISERVATA

DIEGO BRENTANI DEL SIULP: «E’ IL MOMENTO DI DOTARSI DI IDONEI STRUMENTI SI SICUREZZA»

SANTA LUCIA Due agenti della polizia ferroviaria in pattuglia alla stazione ferroviaria di Venezia. Nei giorni scorsi, quattro aggressioni

Brugnaro, piena solidarietà a Moraglia: «Attacchi codardi, Venezia è con lei» I VELENI IN CURIA VENEZIA Scende in campo anche

il sindaco Luigi Brugnaro per esprimere la sua vicinanza al patriarca Francesco Moraglia, in questi giorni delicati per la Diocesi veneziani in cui si è tornati a parlare del “Corvo” della Curia. Dopo il governatore del Veneto, Luca Zaia, che aveva definito«assolutamente vergognoso quello che stanno facendo al patriarca», Brugnaro si schiera a fianco di Moraglia con una nota. «Voglio esprimere piena solidarietà al nostro patriarca Francesco Moraglia, per il quale nutro una profonda

SOLIDARIETA’ Moraglia e Brugnaro

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stima e considero una guida salda di tutta la chiesa Veneziana. I numerosi e spregiudicati attacchi di qualche anonimo e codardo personaggio non riusciranno a screditarne l’operato» scrive. «Caro Francesco, prosegue Brugnaro - Venezia e tutta la sua comunità si schierano al tuo fianco - prosegue. L’auspicio è che venga fatta al più presto chiarezza per porre fine a questa incresciosa vicenda, per la quale confermo la piena collaborazione di questa amministrazione». In realtà l’inchiesta aperta dalla Procura, dopo la denuncia della Curia per quei volantini calunniosi e anonimi, sarebbe prossima a

una svolta. I carabinieri di Venezia sono in attesa della relazione dei Ris sulle impronte trovare sui volantini e non si esclude che dietro il Fra.Tino che ha firmato gli anonimi volantini, possa esserci non una singola persona, ma un’azione di gruppo, tra gli autori degli scritti e quelli incaricati di appenderli per le calli di Venezia. Quanto all’identità della “talpa” che ha organizzato la campagna denigratoria, sarebbe ormai nota in Patriarcato e le forze dell’ordine attenderebbero solo una seconda querela, stavolta nominativa, da parte del patriarca. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Mercoledì 9 Ottobre 2019 Corriere del Veneto

PRIMO PIANO

Politica e territorio

Prima una legge quadro statale poi l’autonomia. E Zaia s’infuria Patto tra i partiti di governo, cambia il percorso della riforma. Il governatore: «Si allungano i tempi»

Boccia L’obiettivo politico è definire entro l’anno la norma quadro che farà da perimetro all’autonomia

Zaia Il doppio passaggio in Parlamento somiglia a un alibi per arrivare a un nulla di fatto sull’autonomia

Ferrazzi Come Pd stiamo spingendo per arrivare all’autonomia ma con un’ampia condivisione

VENEZIA L’autonomia secondo la versione di Francesco Boccia prende corpo. E fa capolino all’ultimo punto degli impegni vergati dai capigruppo di maggioranza alla vigilia del voto sul taglio dei parlamentari passato ieri a larga maggioranza. Che c’entra l’autonomia con il numero dei parlamentari? Nulla, verrebbe da dire, ma il «taglia-poltrone» si porta appresso (secondo le richieste soprattutto del Partito democratico) una vera rivoluzione istituzionale. Una rete ampia che toccherà la nuova legge elettorale e, a cascata, il ridisegno dei collegi, la rivisitazione dei regolamenti delle Camere e, last but not least, «la valorizzazione delle Camere e delle Regioni per un’attuazione ordinata e tempestiva dell’autonomia differenziata». Il tutto con un «percorso da avviare entro dicembre coinvolgendo tutte le forze politiche di maggioranza, aperto al contributo dei costituzionalisti e della società civile, volto anche a definire possibili interventi costituzionali». Poche parole che pesano come macigni sul destino dell’autonomia veneta. Per dirla con un amareggiato governatore Luca Zaia: «I presupposti per cui non se ne faccia nulla ci sono tutti». I dem veneti come il senatore veneziano Andrea Ferrazzi difendono le posizioni: «Il documento dei capigruppo ribadisce che si intende attuare l’autonomia differenziata ma facendo una cosa seria. Coinvolgere costituzionalisti e società civile servirà a placare gli animi dopo oltre un anno di contrapposizioni. Con la Lega al governo non si è portato a casa nulla, ora noi spingiamo per fare presto». La via per accelerare, però, appare quanto meno accidentata. Il dicastero di via della Stampe-

Consiglio di Stato

Test di Medicina riammessi 259 studenti PADOVA (d.o.) Arriveranno anche all’università di Padova e, forse, in quella di Verona (ma il numero preciso è da definire) alcuni dei 250 studenti riammessi a seguito della sentenza del Consiglio Stato nel corso di laurea di Medicina. Una decisione che riguarda i primi esclusi del test dello scorso anno, basata sul fatto che il ministero ha rivisto in aumento il numero di posti a disposizione (più 1.600 in tutta Italia) con il nuovo anno accademico. La suddivisione dovrebbe avvenire, a seconda delle graduatorie, in tutta Italia: in particolare a Padova i posti erano stati aumentati di una decina e quindi potrebbero arrivare altrettanti studenti, Verona non aveva invece visto aumenti e, in questo caso, la situazione è ancora da chiarire. Tra i primi a commentare la notizia, il governatore Luca Zaia, da sempre critico contro il numero chiuso a Medicina. «Questa sentenza – dice – è la conferma che si tratta dell’ennesimo pasticcio all’Italiana. I veri medici, infatti, si selezionano sul campo, non con un test di nozioni generali. La necessità di medici nelle nostre corsie è una priorità». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ria ribadisce l’impostazione data dal successore dem di Erika Stefani: «Siamo una Repubblica parlamentare e quindi sta al Parlamento sia fare la legge quadro che fissa i paletti entro cui lo stesso Parlamento riterrà di poter valutare le richieste di autonomia differenziata, sia il voto finale una volta che le Regioni, all’interno di quei paletti, presenteranno le loro richieste». E lo staff di Boccia conferma: il documento dei capigruppo è in linea con il progetto in corso di autonomia proposto

da Boccia. Lo stesso ministro, a questo punto, chiarisce: «Il testo della legge cornice sull’autonomia differenziata arriverà dopo una interlocuzione approfondita con le Regioni, i ministeri coinvolti e le parti sociali. Il nostro obiettivo politico è definire entro l’anno la norma quadro che farà da perimetro per tutte le intese che seguiranno i tempi decisi dalle singole regioni nella loro autonomia». Raggiunto a Bruxelles alla sessione del Comitato delle Regioni, Zaia colleziona più

Primo vertice Il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia e il governatore Luca Zaia

domande che risposte: «Non si è ben capito quanto lungo diventerà il percorso secondo lo schema del doppio passaggio in Parlamento e, devo dire che conoscendo i tempi romani, con tutta facilità si andrebbe alle calende greche. Onestamente? Un impianto tanto complesso somiglia pericolosamente a un alibi per non arrivare a nulla». I colloqui in corso fra la delegazione trattante di Palazzo Balbi e il ministro agli Affari regionali Boccia virano decisamente sul «dialogo esplorativo» e sembrano allontanarsi da quel certosino lavoro di cesello e lima portato avanti faticosamente nell’ultimo anno e mezzo. «Che ci presentino un cronoprogramma - rilancia Zaia - ma i presupposti che si arrivi a un nulla di fatto ci sono purtroppo tutti». Secondo il governatore il doppio passaggio alle Camere è «irrituale, anzi, incostituzionale. E quindi - scandisce il titolare di Palazzo Balbi - impugnabile». All’orizzonte si staglia, insomma, l’augusto profilo della Consulta. «Veniamo ai fatti - conclude Zaia - secondo questo schema ne uscirebbe un’autonomia pesantemente annacquata. A meno che il governo non ci metta la fiducia. La costituzione dice che bisogna firmare l’intesa fra governo e Regione. E con il doppio passaggio in Parlamento l’idea stessa di intesa verrebbe meno per cui sarebbe impugnabile come incostituzionale. E sia chiaro che non sono a favore dell’estromissione del Parlamento. Anzi. Deve essere coinvolto nei termini previsti dalla costituzione». Non a caso, il documento dei capigruppo ventila «possibili interventi costituzionali». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA

Fondazione Moressa

Aumentati del 30% gli imprenditori immigrati: «Contribuiscono al Pil per il 9,8%»

Stabili Gli stranieri hanno un reddito pro capite di 14.774 euro. I contribuenti sono oltre 400mila

VENEZIA Se da una parte il Veneto negli ultimi dieci anni ha perso 23mila giovani, emigrati a causa delle scarse opportunità occupazionali (l’Italia registra il tasso di occupazione più basso d’Europa nella fascia 25-29 anni, ovvero il 54,6%, contro una media Ue del 75%), dall’altra gli immigrati si stabilizzano e creano ricchezza. Emerge dal «Rapporto 2019 sull’economia dell’immigrazione» diffuso dalla Fondazione Moressa, che fissa in 501mila i residenti stranieri (il 10,2% della popolazione generale, con un aumento del 2,7% rispetto al 2017), di cui 238mila hanno un lavoro regolare. La provincia che ne conta di più è Verona (110.029, il 22%), seguita da Padova (97.085, il 19,4%), che ha superato Treviso (93.074, il 18,6%). «Gli occupati stranieri si concentrano nelle professioni non qualificate (33,3%) — recita il dossier —. Solo il 7,6% svolge mansioni qualificate, il restante 60% si divide quasi equamente tra operai, artigiani,

commercianti e impiegati». Ci sono però anche 62mila imprenditori immigrati, il 30% in più rispetto al 2008, che insieme agli altri lavoratori stranieri contribuiscono al Pil regionale (14,3 miliardi di euro) per il 9,8%. Complessivamente, sono 419mila i contribuenti nati all’estero, per un reddito pro capite annuo di 14.774 euro e un gettito Irpef di 872 milioni di euro. «La presenza straniera in Italia è stabile negli ultimi anni — illustra la Fondazione Moressa —. Il saldo migratorio rimane positivo, +26.371 tra arrivi e partenze, anche se la composizione dei nuovi ingressi è molto diversa rispetto al passato. Prevalgono i ricongiungimenti familiari, si stabilizzano gli arrivi per motivi

L’assessore Donazzan «Svolgono lavori poco qualificanti, collegati a stipendi bassi e a costi sociali alti a nostro carico»

umanitari, mentre sono quasi nulli gli ingressi per lavoro. Registriamo una lieve prevalenza di donne (52%) e una netta dominanza dei Paesi dell’Est (oltre il 45% del totale). Le prime nazionalità, in Veneto, sono Romania, Marocco e Cina. I dati raccolti evidenziano che la maggior parte degli immigrati è qui da oltre dieci anni». Diversa la lettura del fenomeno tracciata dall’assessore al Lavoro, Elena Donazzan: «Gli stranieri compongono una popolazione di lavoratori molto poco qualificati, con stipendi bassi e costi sociali alti. Molto spesso le famiglie degli immigrati sono monoreddito, quindi è il Paese ospitante a dover pagare loro casa, scuola, sanità e sussidi vari. Quando poi perdono l’impiego, fanno più fatica a riqualificarsi». Quanto all’aumento degli imprenditori, Donazzan precisa: «Nella maggioranza dei casi le partite Iva si riferiscono a bar di basso livello e ad ambulanti, non a industriali, nè a liberi

professionisti. Il dato positivo relativo ai lavoratori immigrati è che sono molto ben integrati: chi è in Italia regolarmente è quasi sempre rispettoso delle norme. E poi va riconosciuto che ci aiutano dal punto di vista demografico: noi non facciamo figli, loro sono molto prolifici». Poi una riflessione: «Dovremmo però avere come obiettivo non la sostituzione di intere fasce di popolazione, ma politiche che agevolino la famiglia italiana, gravata da mille spese importanti. Agli stranieri invece diamo noi la casa popolare, i libri delle elementari e così via. Speriamo che un giorno ci restituiscano quanto ricevuto». Nel frattempo colf e badanti immigrate forniscono un servizio alla persona fondamentale per molte famiglie e che gli italiani non vogliono fare. A proposito di ragazzi, invece, il 13,3% degli studenti in Veneto sono stranieri, il 70% dei quali nati in Italia. Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Mercoledì 9 Ottobre 2019 Corriere del Veneto

VE

NUMERI UTILI CentroStorico MalmoccoAlberoni Pellestrina

Venezia&Mestre venezia@corriereveneto.it

D

a oggi anche al Lido scatta la raccolta dell’olio alimentare per le utenze domestiche. Ieri sono state distribuite da Veritas le prime 1500 tanichette e l’occasione è stata il mercato settimanale. Le famiglie potranno raccogliere così oli di cottura, grassi del brodo e liquidi di conservazione di pesce e verdure in scatola, tutte sostanze non biodegradabili pericolose per l’ambiente. Le tanichette potranno essere ritirate all’Ecocentro di Malamocco, mentre i punti di raccolta sono la sede della Municipalità di via Sandro Gallo, e le campane in parco della Pace, sul lungomare Marconi, al Parco delle Quattro Fontane. «L’iniziativa – ha detto l’assessore alle Società Michele Zuin — è in linea con quell’idea di Lido green che stiamo portando avanti da tempo, introducendo man mano nuove pratiche di smaltimento dei rifiuti». Il prosindaco del Lido Paolo Romor ha aggiunto: «Siamo orgogliosi che il concetto di Lido green si affermi sempre più con pratiche quotidiane, che vanno di pari passo ai progetti più ampi, come quello della sostituzione dell’intero parco autobus con mezzi elettrici». Ogni anno a Venezia vengono raccolte 250 tonnellate di olio usato che poi diventano biocarburante per vaporetti e motoscafi della flotta Actv. (e. lor.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Burano MuraroS.Erasmo CavallinoTreporti Ca’Savio

0412385659 0412385661 0412385678

MestreeMarghera FavaroVeneto MarconQuarto d’Altino

0412385631 0412385639 0412385642

FARMACIE Excelsior CrocediMalta S.Margherita

0415261587 0415222653 0415223872

Centrale ComunaleAllaChiesa

041984550 041908502

Silenziatore sul referendum Raccolta fondi per i Comitati

L’iniziativa

Lido green le tanichette per l’olio di casa

0412385648 0412385668 0412385653

«Bavaglio» per sindaco, consiglieri e dirigenti. Gli autonomisti veneti si riuniscono Silenziatore sul referendum per la separazione di Venezia e Mestre, scatta infatti il silenzio elettorale per la giunta, i consiglieri comunali, di Municipalità e i presidenti dei parlamentini. Ieri la direttrice dei Servizi al Cittadino e alle Imprese ha inviato a sindaco, assessori, consiglieri e presidenti una nota che richiama al rispetto della disciplina della comunicazione istituzionale il periodo elettorale, vale a dire la legge nota come «Par Condicio»: dalla convocazione dei comizi elettorali e fino allo spoglio è vietato svolgere attività di comunicazione che non siano quelle indispensabili allo svolgimento delle funzioni. La stessa norma fu applicata dalla Regione in occasione del referendum per l’Autonomia del Veneto nel 2017, tanto che il presidente Zaia concentrò gli sforzi comunicativi per convincere i veneti ad andare a votare. Ma il sindaco di Venezia vuole fare il contrario. La norma impedisce di usare i canali istituzionali (siti web, Facebook, Twitter, Instagram, Telegram e mail) e di effettuare conferenze stampa per propagandare il Sì, il No (o l’astensione): gli amministratori dovranno attenersi ai «doveri di correttezza ed equilibrio». Non l’ha presa bene il presidente del comitato Due Grandi Città Marco Sitran: «Il Comune di Venezia ha emesso una circolare in cui raccomanda ai dipendenti, funzionari e consiglieri comunali di non esprimersi sul referendum», affermazione che ha scatenato l’indignazione del popolo autonomista. «Normale applicazione delle norme per la campagna elettorale, con circolare identica a quelle emanate in passato», ribattono da Ca’ Farsetti. La

Divisi

VENEZIA

La vicenda ● L’1 dicembre si andrà a votare per il referendum separatista di Venezia e Mestre. Sarà la quinta volta dopo le quattro consultazioni avvenute dal 1979 al 2003. Nei primi tre casi ha vinto il No, nell’ultimo è mancato il quorum ● La consultazione è arrivata un po’ a sorpresa dopo che il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del Tar che aveva bloccato il voto previsto un anno fa, ritenendolo illegittimo ● La campagna elettorale è già iniziata nei giorni scorsi. Da un lato ci sono i comitati del Sì, che avevano raccolto le 9 mila firme che hanno dato il via alla consultazione. Dall’altra i comitati del No, mentre c’è un ampio fronte che invita all’astensione

Il palazzo di Ca’ Farsetti a Venezia e il municipio di via Palazzo a Mestre. Nel caso di vittoria dei Sì al voto saranno queste le sedi amministrative dei due Comuni nati dalla separazione

norma non impedisce agli amministratori di fare campagna referendaria: semplicemente, non potranno farlo nella loro veste istituzionale e usando i canali ufficiali. Intanto, gli autonomisti veneti

separati in casa si ritrovano insieme sul fonte del «Sì». Dopo il consigliere regionale Antonio Guadagnini (Siamo Veneto), anche Roberto Agirmo e Patto per l’Autonomia Veneto si dichiara a favore

Le accuse del corvo al patriarca

«Caro Francesco, Venezia è con te» Solidarietà di Brugnaro a Moraglia

«V Pastore Il patriarca Moraglia

oglio esprimere piena solidarietà al nostro patriarca per il quale nutro una profonda stima e considero una guida salda di tutta la chiesa Veneziana», dice il sindaco Luigi Brugnaro dopo le accuse del corvo alla Chiesa di Venezia e le indiscrezioni che danno il cardinale segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin al posto proprio di Francesco Moraglia. «I numerosi e spregiudicati attacchi di

qualche anonimo e codardo personaggio non riusciranno a screditare l’operato del patriarca — sottolinea il sindaco — Caro Francesco Venezia e tutta la sua comunità si schierano al tuo fianco. L’auspicio è che venga fatta al più presto chiarezza per porre fine a questa incresciosa vicenda, per la quale confermo la piena collaborazione di questa amministrazione». Le indagini sul corvo stanno continuando. © RIPRODUZIONE RISERVATA

della divisione. «Patto per l’Autonomia del Veneto ha da sempre appoggiato con il suo Sì la separazione in due comuni tra Mestre e Venezia — dice il vicepresidente Agirmo — Confidiamo che non diventi un referendum degli schieramenti politici, ma si possa arrivare al voto per salvare Venezia e far sì che Mestre possa diventare finalmente città metropolitana». Dal canto suo, il comitato degli unionisti «Una e Unica» lancia la campagna di raccolta fondi «per rendere visibile ed efficace il No a questo referendum»: si può contribuire con un bonifico sulla carta prepagata del presidente Paolo Cuman e al termine ciascuno riceverà un dettagliato resoconto delle spese. Il Psi invece conferma per la quinta volta il suo no alla separazione Venezia-Mestre. «Il problema non è separare ma costruire un percorso partecipativo con le categorie, con il mondo del Lavoro e le parti sociali», dice il segretario metropolitano Luigi Giordani. Mo. Zi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mose, ritorna Linetti come consulente a costo zero Nomina in corso per un anno. Provveditore e commissario, tutto fermo. De Micheli: entro dicembre VENEZIA L’ingegnere Roberto Linetti è pronto a tornare al Provveditorato delle Opere Pubbliche del Triveneto come consulente per il Mose. La notizia circola da giorni e l’iter di nomina sarebbe già abbondantemente instradato al Ministero delle Infrastrutture, tanto che si dice che il decreto sia al vaglio degli organi di controllo. L’ex provveditore dovrebbe avere un incarico di un anno a titolo gratuito come consulente per il Mose, opera sulla quale ha esercitato il controllo nei quasi tre anni del suo mandato, durante i quali si è più volte scontrato con gli amministratori del Consorzio Venezia Nuova Francesco Ossola e Giuseppe Fiengo, nominati dalla Prefettura di Roma su indicazione dell’Autorità Anticorruzione. Linetti è andato in pensione l’1 settembre e da allora la

La vicenda ● Lo scorso 1 settembre è andato in pensione il provveditore Roberto Linetti e si attende la nomina del successore ● Linetti sarebbe però pronto a tornare come consulente. Nel corso di questi tre anni non sono mancati gli scontri con i commissari del Cvn (nella foto Linetti e Fiengo)

sua poltrona è vacante. Trenta tra funzionari del Mit e dirigenti della pubblica amministrazione hanno risposto alla procedura indetta dal dicastero ma il decreto di nomina è ancora di là da venire. In lizza ci sono funzionari di lungo corso e provata esperienza, come l’attuale direttore amministrativo Cinzia Zincone (che in questo periodo sta svolgendo il ruolo di provveditore reggente), il dirigente Francesco Sorrentino, l’ingegnere Valerio Volpe, con lunga esperienza di Salvaguardia come il collega Fabio Riva, ex responsabile dell’ufficio e oggi a Roma. L’avvicendamento tra Danilo Toninelli e la nuova ministra Paola De Micheli ha rallentato le decisioni e rimesso tutto in discussione: l’ex ministro pentastellato aveva tentato un blitz di fine mandato con la nomina a

provveditore di Emanuele Renzi, ma l’iter non si è concluso ed è decaduto. L’altro nodo è quello del commissario, previsto dal decreto «sblocca-cantieri». Toninelli aveva annunciato di aver raggiunto l’accordo con il governatore Luca Zaia sul nome dell’ingegnere e carabiniere Gaetano De Stefano, che però ha rinunciato. De Micheli, intervistata sabato da Maria Latella su SkyTg24, ha assicurato che tutti i commissari sbloccacantieri saranno nominati entro fine anno – dunque presumibilmente ci sarà anche quello per il Mose – mentre a sentire le voci romane la nomina del provveditore pare sia questione di poche settimane. Lo scenario che si prefigura sarebbe a dir poco complesso: nuovo commissario del Mit, nuovo provvedito-

re a Palazzo X Savi, Linetti consulente per il Mose, Ossola e Fiengo alla guida del Cvn per l’Anac. Cinque persone di calibro in un’architettura istituzionale di gerarchie e competenze non del tutto definita: dalla stasi perfetta alla

tempesta perfetta. L’altra ipotesi è che la nomina del provveditore slitti di un anno, mantenendo le funzioni di reggenza di Zincone – il provveditore lagunare si occupa non solo di Mose, ma di tre regioni – e affidando la partita delle dighe mobili a Linetti per il tempo necessario a concludere appalti e lavori. Secondo il cronoprogramma l’opera dovrebbe essere consegnata il 31 dicembre 2021, ma gli intoppi e i rallentamenti degli ultimi due anni rendono difficile questo traguardo, anche se ormai tutte le paratoie sono state posate e sono in corso i test nelle quattro le schiere. Il Cvn ha più volte lamentato i mancati pagamenti da parte del provveditore, che di contro ha sempre detto che i soldi ci sono. Mo. Zi. – A. Zo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

Mercoledì 9 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Bottacin contro Costa: «Va dai Lions e non da noi»

gazzettino.it `Sul sito del Gazzettino le liste dei contributi approvati e che saranno erogati a privati, enti e aziende che hanno documentato i danni subiti dall’ondata di maltempo

I SOLDI

LA POLEMICA

VENEZIA Tempesta Vaia, arrivano i soldi anche per i privati. Non tutti, perché a fronte di 70 milioni euro di contributi riconosciuti a chi ha subito danni alla propria abitazione o alla propria azienda, da qui a fine anno ne saranno erogati “solo” 25 milioni. L’elenco completo dei beneficiari con il relativo contributo è da oggi consultabile sul sito del nostro giornale www.gazzettino.it. E gli altri? Gli altri privati e le altre aziende che hanno presentato domanda di ristoro dei danni subiti e ai quali andranno complessivamente i 45 milioni di euro, dovranno aspettare che materialmente arrivino i soldi da Roma. E, quindi, se non ci saranno intoppi, l’anno prossimo.

VENEZIA È di nuovo polemica tra l’assessore veneto Gianpaolo Bottacin e il ministro Sergio Costa. Nell’ultimo anno e mezzo il leghista ha scritto più volte al pentastellato per esprimere valutazioni diverse sulle materie di comune interesse, dal momento che entrambi hanno la delega all’Ambiente, benché ovviamente a differenti livelli istituzionali. Ma l’esponente del Governo non avrebbe mai risposto al rappresentante della Regione, il quale ieri ha letto sul Gazzettino la notizia della sua prossima partecipazione a un convegno in Polesine e non ci ha più visto, postando articolo e reprimenda su Facebook: «Non capisco perché il ministro Costa, nonostante i numerosi inviti da parte delle Regioni Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, partecipi a incontri organizzati da vari soggetti ma non abbia mai accettato di partecipare a incontri con le Regioni nei nostri territori. Noi attendiamo fiduciosi nel rispetto delle istituzioni. Che deve essere reciproco».

L’ITER Lo scorso 4 giugno, con l’ordinanza numero 10, il presidente della Regione Luca Zaia in qualità di commissario delegato per l’emergenza maltempo di fine ottobre e inizio novembre 2018, ha reso noto le modalità di presentazione delle domande di contributo per le imprese dei settori agricolo, pesca, foreste e anche per quelle di altri settori. Nella stessa ordinanza erano dettagliate le modalità anche per i privati cittadini. Le domande andavano presentate entro il 10 luglio. Gli interessati avevano dunque a disposizione poco più di un mese per presentare le domande. Una volta raccolte le domande, gli uffici del commissario delegato avevano tempo fino al 30 settembre per gli accertamenti. Bisogna verificare che i danni patiti fossero rimborsabili, ma, soprattutto, bisognava controllare la documentazione presentata. Il primo step ha visto così delle esclusioni: sono stati dichiarati danni per 90 milioni di euro, ma solo 70 milioni sono rimborsabili. Questo perché ci sono state delle domande di contributo che gli uffici hanno ritenuto non ammissibili. Più che un elenco di beneficiari, si tratta di elenchi. Si tro-

SOPRALLUOGO Luca Zaia un anno fa in visita ai luoghi del Bellunese colpiti dalla tempesta Vaia

Vaia, ecco i soldi ai privati ripartiti i primi 25 milioni 1.769

I milioni di euro dei danni provocati dalla tempesta Vaia tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre 2018 in Veneto.

200

Le abitazioni colpite dalla furia del maltempo.

100.000

Gli ettari di bosco coinvolto.

LA SENTENZA

IL RICORSO Tutto era partito dalla segnalazione di alcuni utenti all’Associazione italiana radio telecinespettatori e quindi all’Agcom, riguar-

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Firmate dal commissario delegato Zaia `Per gli altri 45 milioni bisognerà le graduatorie. I contributi entro l’anno aspettare la seconda tranche statale vano negli allegati delle ordinanze commissariali numero 14 del 26 settembre, numero 15 del 27 settembre e numero 16 del 30 settembre. Facile che, magari tra vicini o compaesani, ci si chieda perché qualcuno avrà il rimborso subito e qualcun altro dovrà invece aspettare. Così come vien naturale chiedersi, spulciando gli

IN TUTTO PRESENTATE DA CITTADINI E AZIENDE DOMANDE PER 90 MILIONI: 20 NON AMMISSIBILI

elenchi, perché ci sono privati che avranno il 100 per cento del contributo riconosciuto e altri solo una parte. La risposta che arriva da Palazzo Balbi è che erano stati stabiliti precisi criteri per redigere la graduatoria.

L’ISTRUTTORIA La graduatoria è stata infatti redatta in base alla completezza dell’istruttoria. I casi: 1) istruttoria completa e spese completamente rendicontate: contributo riconosciuto al 100%; 2) istruttoria parziale, mancano alcuni elementi per la conclusione dell’istruttoria, ma le spese rendicontate sono complessive: contributo riconosciuto al 70%; 3) istruttoria

Scene hard in tivù, multa confermata «Si va oltre il nudo: minori a rischio» PADOVA Le scene hard in tivù costano un’altra multa all’emittente La9 di Padova. Dopo la stangata da 185.000 euro sentenziata lo scorso anno, il Consiglio di Stato è tornato a occuparsi dei messaggi pubblicitari notturni a contenuto erotico, confermando il precedente verdetto del Tar del Lazio e dunque l’ulteriore sanzione di 50.000 euro elevata dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Nella valutazione della trasmissione, i giudici sono stati ancora più severi della volta scorsa, affermando che le immagini utilizzate per promozionare i servizi telefonici con sovrapprezzo «risultano esorbitanti dalla riservatezza tipica delle manifestazioni relative alle vita sessuale».

Come detto, le prime domande, il cui ammontare complessivo è pari a 25 milioni di euro, saranno liquidate entro la fine del 2019. Ogni contributo o gruppo di contributi aavrà bisogno di un ecreto. In ogni caso da qui a dicembre i soldi saranno liquidati. Le restanti domande pari a 45 milioni di euro saranno invece liquidate nel piano del commissario del 2020, per il quale la Regione è in attesa di conferma di finanziamento da parte del Governo. Alda Vanzan

Il riferimento è al fatto che il Lions Club Rovigo attende il ministro Costa a una conferenza sulla gestione dei parchi interregionali del Delta ad Albarella. L’assessore Bottacin incassa e rilancia: «Mi sento preso in giro, visto che da un anno sollecito inutilmente una risposta alla proposta di ospitare a Venezia il tavolo del bacino padano sullo smog, che periodicamente si riunisce nelle varie regioni coinvolte. Ma ho vanamente invitato il ministro anche a un sopralluogo a Trissino per la questione Pfas e i colleghi di Lombardia e Piemonte mi hanno riferito che Costa non ha risposto nemmeno a loro quando, come me, gli ho scritto per suggerire dei correttivi sull’ecobonus». L’ultima tappa del pentastellato in Veneto risale allo scorso maggio, con la visita al centro rifiuti di Contarina a Spresiano nel Trevigiano. A.Pe.

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I numeri

EMITTENTE La9 aveva fatto causa

IL CONSIGLIO DI STATO RESPINGE L’APPELLO DELLA PADOVANA LA9 CONTRO L’AGCOM PER I MESSAGGI NOTTURNI SUI SERVIZI A PAGAMENTO

danti dieci puntate andate in onda fra giugno e luglio del 2015. Secondo l’esposto, la programmazione violava la normativa sulla pornografia, con particolare riferimento ai pubblico dei minori. Per questo la rete televisiva era stata multata: 5.000 euro a notte. Nel proprio ricorso, prima al Tar del Lazio e poi al Consiglio di Stato, La9 aveva presentato alcune argomentazioni a propria difesa. Per esempio era stato sostenuto che «da molti anni la stessa e le altre emittenti locali trasmettevano la stessa propaganda di servizi telefonici a sovrapprezzo, o altre trasmissioni aventi contenuti simili, senza subire alcuna contestazione» e che «ciò avrebbe ingenerato in tutti gli operatori del settore la convinzione di agire lecitamente». Inoltre era stato affermato che l’Authority aveva sbagliato a ritenere pornografiche le immagini trasmesse, «in quanto non avrebbe tenuto conto del “comune senso del pudore” nella sua determinazione concreta e attuale secondo il di-

LA CONFERENZA

parziale perché la stessa rendicontazione è parziale: contributo riconosciuto al 30%.

I TEMPI

Albarella Risolto il “giallo” dell’estate

venire dei costumi e l’evoluzione del pensiero medio dei consociati».

LE MOTIVAZIONI Invece i giudici amministrativi di secondo grado hanno ribattuto che «le protagoniste non si limitano a mostrare il proprio corpo parzialmente o totalmente nudo», ma si mostravano «in pose ed atteggiamenti che richiamano o simulano, anche in maniera provocatoria, l’attività sessuale anche in gruppo, talvolta ostentando atti di autoerotismo e rapporti intimi tra persone dello stesso sesso». Quanto al senso del pudore, per il Consiglio di Stato non va stigmatizzato tanto l’aspetto pornografico, quanto il fatto che quelle scene fossero «atte a provocare un vulnus alla crescita morale e fisica dei minori». Per i magistrati è questo ciò che conta, «indipendentemente dalla prassi pregressa e dalla condotta degli altri operatori». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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La perizia sulle ossa trovate nella spiaggia «Sono di animali, non di Isabella Noventa» ROVIGO Non sono di Isabella Noventa, la segretaria di Albignasego che sarebbe stata uccisa da Freddy e Debora Sorgato con la complicità di Manuela Cacco, le ossa rinvenute sulla spiaggia dell’isola di Albarella lo scorso agosto. È quanto emerge dalle prime risultanze degli accertamenti sui reperti compiuti dal medico legale Lorenzo Marinelli di Ferrara, su incarico del pm Sabrina Duò di Rovigo. Una mandibola (in foto) è umana ma maschile, gli altri resti sono tutti di animali.


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Corriere del Veneto Mercoledì 9 Ottobre 2019

VI

Bassano

NUMERI UTILI

bassano@corriereveneto.it

Comune Polstrada VigiliUrbani Commissariato

0424519111 0424216611 0424519420 0424507911

Emergenzainfanzia 114 SOCCORSO ALPINO Guardiamedica 0424888814 Ospedalecivile 0424888111

AmbulanzaC.R.I. AltopianoAsiago

Valsugana «riammodernata» fra un mese vertice con Anas

0424529302 0424463359

FARMACIE AlleGrazie

042435435

Spettacoli

Stagione teatrale: cartellone classico E si tratta per l’Astra

Il sindaco di Valbrenta: «No all’autostrada, sciogliamo i nodi della SS47»

BASSANO Ritornano i classici, anche se

Prove di intesa fra Anas e Comune di Valbrenta per rivedere e correggere la strada Valsugana. Non più una «nuova» Valsugana, con una variante e vari tunnel di là della valle, ma interventi mirati sul tracciato esistente: «Ci sono già stati incontri preliminari con Anas e a novembre ne avremo uno formale. Abbiamo due o tre ipotesi sul tavolo per superare i due punti più critici: il semaforo di Carpanè e il restringimento di San Nazario – spiega il sindaco Luca Ferazzoli – l’obiettivo è rimanere sul tracciato esistente, con un impegno di qualche decina di milioni di euro rispetto al miliardo ipotizzato per il vecchio project financing». Sullo sfondo ci sono 8 milioni di euro, già a disposizione. Sono quelli stanziati a fine 2018 grazie ad un’intesa fra Regione Veneto e Anas, con l’obiettivo di vedere redatto uno studio di fattibilità per «l’ammodernamento complessivo» della statale 47 da Cittadella a Primolano. Quindi un progetto definitivo che, come spiega Ferazzoli, almeno per la parte a nord di Bassano sta andando avanti. «Qualche incontro preliminare con Anas c’è già stato, noi procediamo» conferma il primo cittadino. La premessa è che, ora, l’area della vallata è (con l’eccezione di Solagna) riunita in un’unica municipalità. Cioè Valbrenta: «Come Comune unico, ora stiamo riprogrammando totalmente l’area di Carpanè e Valstagna, oltre a San Nazario. La premessa è che in Valsugana non abbiamo bisogno di un’autostrada, ma abbiamo la necessità di risolvere alcuni punti critici» specifica il sindaco. Il progetVALBRENTA

L’incontro

❞ Ferazzoli Serve ragionare su interferenze e soluzioni tra ferrovia e statale

to alla base del rinnovato dialogo difatti non è il project voluto a suo tempo dall’ex assessore regionale Renato Chisso, ma uno schema precedente approvato nel lontano gennaio 2008. Un’altra era, politicamente: allora il

ministro alle Infrastrutture era Antonio Di Pietro, con l’ex pm di Mani Pulite che venne personalmente in Valbrenta a presentare il tracciato. «L’obiettivo è rimanere “nel sito”, nel tracciato attuale, senza gallerie e con va-

Tragedia sfiorata

I fondi fermi? Speriamo che Trento vada avanti e l’intesa sia valida

Sbanda e centra il guardrail: calciatore del Bassano illeso ASIAGO Un miracolo. Si rischia spesso di abusare di questo

termine ma in questo caso pare proprio essere la parola adatta per descrivere quanto accaduto lunedì pomeriggio a Samuele Rossi, giovanissimo difensore del Fc Bassano 1903. Erano da poco passate le 17.30 quando, pare per un colpo di sonno, la Citroen C3 del 18enne che stava rientrando dal lavoro è uscita di strada lungo la strada Fratellanza che conduce ad Asiago, centrando in pieno il guardrail. La barra metallica si è infilata all’interno dell’abitacolo sfiorando il lato guidatore, lasciando completamente illeso Rossi. Il giovane, immediatamente soccorso da un automobilista di passaggio è stato subito condotto all’ospedale dove è stato tenuto in osservazione per l’intera nottata, prima di essere dimesso nella mattina di ieri. Samuele Rossi, autore di 2 gol nella ultime due gare dei giallorossi, ha tranquillizzato subito il mister e i compagni assicurando che sarà in campo regolarmente per l’allenamento di giovedì. (b.t.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

rianti minime, con il minor impatto possibile sulle proprietà private e una spesa molto ridotta – riprende il primo cittadino – il nostro obiettivo è arrivare ad un certo numero di proposte condivise dal territorio e poi andare avanti con Anas, da novembre. Abbiamo affidato la proposta di riprogrammazione dell’intera area interessata ad uno studio specializzato, attendiamo di vedere gli esiti». Nell’insieme della progettualità va posto, naturalmente, anche il tema dell’elettrificazione della ferrovia Valsugana. «Bisogna ragionare anche sulle possibili interferenze e soluzioni condivise fra la ferrovia e la statale» osserva Ferazzoli. Il tema non è di poco conto, visto che l’elettrificazione è parte del «pacchetto» finanziato con 59 milioni di euro nel 2016 a livello ministeriale in funzione dell’intesa – che allora era stata concordata tra l ’e x m i n i s t r o G r a z i a n o Delrio, il governatore veneto Luca Zaia e l’ex governatore trentino Ugo Rossi – che comprendeva ferrovia, Valdastico Nord oltre a gallerie a Levico in Trentino sulla statale 47, per bypassare la zona dei laghi e arrivare direttamente in val d’Adige. Finanziamento che, come noto, è fermo in attesa di una programmazione da parte della Provincia Autonoma: «Noi non abbiamo un contatto diretto con Trento e non sappiamo che tempistiche ci siano – conclude Ferazzoli – possiamo solo sperare che anche su quel fronte si vada avanti e l’intesa sia ancora valida». Andrea Alba © RIPRODUZIONE RISERVATA

Prima visita del prefetto «Reati in calo, va esteso il controllo di vicinato»

BASSANO Prima visita ufficiale,

ieri mattina in città, del prefetto di Vicenza Pietro Signoriello dopo il suo insediamento nel capoluogo lo scorso aprile. Il rappresentante territoriale del governo ha scelto di iniziare proprio da Bassano - definendolo «centro laborioso, economicamente importante, ricco di storia e di cultura» - la sequenza degli incontri con le amministrazioni comunali del Vicentino. Accolto dal sindaco Elena Pavan e dall’assessore alla Sicurezza Tamara Bizzotto, il prefetto si è intrattenuto anche con i vertici delle forze dell’ordine (polizia di Stato e stradale, carabinieri, guardia di finanza, vigili dei fuoco e polizia locale) per affrontare alcune tematiche locali: dal mantenimento di tutti i presidi di sicurezza alla

rivisti, nella nuova stagione teatrale bassanese e si rafforzano le collaborazioni con il Teatro Stabile del Veneto e con il circuito Arteven. A caratterizzare la nuova programmazione sarà infatti il «Grande teatro», come spiega il sindaco e assessore alla Cultura, Elena Pavan, che ha dato le linee guida della proposta 2019-2020. «Una sintesi tra il dramma e la commedia - ha spiegato - Un’impostazione che mi auguro potrà incontrare il favore del pubblico e saprà darci nuova forza per investire ulteriormente sul progetto». È un cartellone che parte dalla tragedia classica, rappresentata da Antigone (10 marzo), che segna il ritorno a Bassano di Sebastiano Lo Monaco, passando per il Cinquecento di Shakespeare con Le allegre comari di Windsor (23 marzo) in un adattamento di Edoardo Erba, fino al Seicento di Molière con Il Misantropo(20 gennaio) in una versione allestita nel presente dal regista Valter Malosti. Ci sono poi il teatro goldoniano con La casa nova (10 febbraio), nuova produzione del Teatro Stabile del Veneto, e la letteratura dell’Ottocento di Charles Dickens con Canto di Natale (18 dicembre), riscritto da Carlo Presotto, fino alla drammaturgia contemporanea con Semi (24 febbraio)di Stivalaccio Teatro. Per il filone della commedia, Coppia aperta, quasi spalancata (3 dicembre) tratto dal testo di Dario Fo e Franca Rame, con la spumeggiante Chiara Francini, per la prima volta a Bassano, così come la brillante Francesca Reggiani, protagonista di Souvenir (16 marzo). Altri beniamini del grande pubblico televisivo: Cesare Bocci, il Mimì Augello del «Commissario Montalbano» presenterà la toccante storia autobiografica Pesce d’Aprile( 5 febbraio), mentre Vinicio Marchioni (interprete del «Freddo» in «Romanzo Criminale») e Giuseppe Zeno proporranno la versione teatrale de I soliti ignoti (13 gennaio). Gli spettacoli si svolgeranno al teatro Remondini. Campagna per ex abbonati, dal 17 ottobre al 9 novembre; nuove adesioni, dal 14 al 23 novembre (per info, 0424 519811). Intanto, il sindaco Pavan ha incontrato Michele Fantinato, amministratore di Zetafilm proprietaria dell’immobile dell’Astra, per avviare una trattativa di compravendita dell’immobile e dotare la città di un teatro. (r.f.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il confronto Il prefetto Signoriello (sopra) ieri ha incontrato le autorità (foto Meneghini)

situazione logistica di alcune sedi, in particolare del commissariato per il quale era prevista la costruzione di un nuovo stabile all’interno dell’ex caserma Monte Grappa, progetto che non ha ancora trovato sviluppo. Su questo argomento, il prefetto ha anti-

cipato di «voler attivare un tavolo anche con la Regione per fare il punto della procedura e capire quali difficoltà siano sorte».Quindi, ha diffuso alcuni dati bassanesi relativi all’attività anticrimine. «Nel quinquennio 2014-2018 i reati sono diminuiti di oltre il 22

per cento - ha spiegato Signoriello - passando da 2.214 a 1.720. Nello stesso periodo, si è registrata anche una flessione del 2 per cento sui furti nelle abitazioni: l’anno scorso sono stati 209. Tendenza al calo confermata, finora, anche da questi mesi del 2019». Risultati che il prefetto ha definito «lusinghieri», ai quali ha contribuito il gioco di squadra tra forze dell’ordine, municipalità e cittadini. «La città è stata la prima ad avviare la sicurezza partecipata con il controllo di vicinato che coinvolge direttamente la comunità - ha osservato - una collaborazione concreta che sta dando dei frutti . Quel protocollo che attua e regolamento il progetto è un modello che vorrei sviluppare in altri Comuni del territorio dandogli una dimensione provinciale. È indubbio il ruolo determinante delle forze dell’ordine sul fronte della sicurezza, ma il contributo dei cittadini è importante». Il sindaco Pavan ha invitato però a non abbassare la guardia. «I dati sono confortanti - ha commentato- ma dobbiamo continuare ad investire sulla prevenzione». Raffaella Forin © RIPRODUZIONE RISERVATA

ALTRE NOTIZIE INCUBO AL LAVORO

Perseguitaeminaccia lacollega:indagato BASSANO Un’amicizia che diventa ossessione. La vicenda vede protagonisti due colleghi. Lei, tre anni fa, lo consola per la fine del suo matrimonio, rimanendogli vicina. L’uomo fraintende e perde la testa: la chiama, le invia messaggi, arriva a pedinarla e minacciarla. La donna l’ha denunciato e ora lui dovrà rispondere di atti persecutori e minacce. (b.t.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

ETRA S.p.A. Largo Parolini 82/b, 36061 Bassano del Grappa (VI)

ESTRATTO BANDO DI GARA È indetta procedura aperta, ai sensi del D. Lgs 50/2016, da svolgere con modalità telematica, per l’istituzione di un accordo quadro con unico operatore economico per la fornitura di cassonetti da 1100 lt e relative compatibili serrature gravitazionali, per un periodo di 24 mesi. CIG n. 80415332F6. Valore complessivo presunto dell’appalto: € 860.000,00.-, IVA esclusa. Criterio aggiudicazione: minor prezzo. Termine presentazione offerte all’indirizzo: https://etraspa.bravosolution.com ore 12.00 del 28/10/2019. Bando di gara integrale, nonché tutti documenti di gara reperibili all’indirizzo web suddetto. Informazioni: Servizio Approvvigionamenti (appalti@etraspa.it). Data di spedizione del bando alla GUUE: 26/09/2019. IL PROCURATORE SPECIALE: F.to dott. Paolo Zancanaro.


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