RASSEGNA STAMPA DEL 9 SETTEMBRE 2019

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09-SET-2019

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Portogruaro

Lunedì 9 Settembre 2019 www.gazzettino.it

«Lo ha visto bruciare e ha chiuso gli occhi» `Sul tragico schianto di Bevazzana la Procura di Pordenone Massimo Zanetti era cosciente quando sono arrivati i primi soccorritori e si è reso conto che il fratello era avvolto dal fuoco ha aperto un fascicolo per disastro aereo: resti sotto sequestro `

SAN MICHELE «Ha guardato il fratello, avvolto dalle fiamme poi ha chiuso gli occhi». I testimoni dell’incidente aereo di sabato pomeriggio a Bevazzana di San Michele al Tagliamento hanno raccontato ai soccorritori di aver trovato Massimo Zanetti, 56 anni di Porcia, fuori dal velivolo, mentre il fratello Gianluigi, 60 anni residente a Cagliari, è rimasto intrappolato nell’ultraleggero ed è morto carbonizzato. Massimo Zanetti è ricoverato all’ospedale dell’Angelo di Mestre: i sanitari non hanno sciolto la prognosi, ma l’uomo ha dato dei timidi segnali di ripresa. Ora è in corso l’inchiesta, condotta dalla Procura di Pordenone, che dovrà fare piena chiarezza su quanto accaduto e accertare eventuali responsabilità. Al momento il sopravvissuto è indagato per incidente aereo. Era lui ai comandi del velivolo Ibis Rj-03, immatricolato in Francia e poi in Italia nel 2016. Un pilota esperto Zanetti, con un brevetto di lungo corso e che recentemente aveva rinnovato. I carabinieri di Bibione, agli ordini del luogotenente Raffaele Battipaglia, hanno raccolto diverse testimonianze. I

ALCUNI TESTIMONI HANNO VISTO L’ULTRALEGGERO AVVITARSI TRE VOLTE SU SE STESSO E PRECIPITARE

fratelli Zanetti erano partiti pochi minuti prima delle 15 dall’aviosuperficie Toniatti, alle porte di Bibione. Il più giovane si è seduto davanti ai comandi, dietro il 60enne. Il piano prevedeva il sorvolo della zona tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Ma non non appena l’Ibis è decollato, sono iniziati i problemi. «Il velivolo è andato in stallo - hanno detto alcuni ciclisti tedeschi che stavano pedalando sulla vicina pista ciclabile - e lo abbiamo visto rialzarsi, per poi avvitarsi tre volte su se stesso e schiantarsi al suolo». Il pilota ha tentato inutilmente di riprendere il controllo: lui è riuscito a sganciarsi saltando fuori dalla cabina, il fratello è rimasto incastrato nel sedile posteriore del velivolo che è precipitato al suolo incendiandosi.

Portogruaro

Confcommercio organizza un corso per i ristoratori e i baristi del futuro

I SOCCORSI

DISASTRO AEREO Al lavoro dopo l’incidente dell’ultraleggero. Sotto, l’area vista dall’alto

I primi ad arrivare sono stati gli agenti della Polizia locale del Distretto Veneto est, con il comandante William Cremasco, seguiti dai vigili del fuoco di Mestre. Fra le ipotesi al vaglio degli inquirenti innanzi tutto il guasto al motore ma anche il maltempo perché quando i fratelli Zanetti si sono alzati in volo a Bibione splendeva il sole mentre 15 chilometri più in là dove è avvenuto il tragico schianto si stava abbattendo un fortunale con forti raffiche di vento e grandine. I resti del velivolo, posto sotto sequestro dal pm Carmelo Barbaro titolare del fascicolo, sono stati recuperati dal soccorso Perissinotto, mentre la salma di Gianluigi Zanetti è stata trasferita dal-

le onoranze Duomo nel cimitero di Bibione. Di Porcia, come il fratello, laureato in scienze matematiche e fisiche, da tempo si era trasferito a Cagliari, dove dirigeva la gestione scientifica e amministrativa di uno dei quattro settori di ricerca del Crs4, centro che promuove lo studio, lo sviluppo e l’applicazione di soluzioni innovative per l’industria e l’ambiente. Era un ricercatore apprezzato a livello internazionale: lascia la moglie. Massimo, ingegnere dipendente della base Usaf di Aviano, sposato e con due figli, a Porcia ci vive tuttora con la famiglia, nella frazione di Talponedo. Marco Corazza © RIPRODUZIONE RISERVATA

Formazione e aggiornamento in cima alle sfide di Confcommercio. Tramite il proprio ente formatore accreditato Ter Servizi Venezia, Confcommercio farà partire a ottobre un corso abilitante, utile ad aprire un bar, un ristorante o in genere a esercitare un’attività di somministrazione e vendita di alimenti e bevande. Il corso ha una durata di 120 ore e prevede il superamento di un esame finale per il conseguimento dell’abilitazione. Il titolo è riconosciuto dalla Regione Veneto e ha validità su tutto il territorio nazionale. «Sicuramente - dichiara il presidente di Confcommercio Portogruaro-Bibione-Caorle, Manrico Pedrina - potrebbe sembrare in prima battuta un argomento complesso. Dobbiamo però accettare che fare impresa oggi è diverso da ieri e sull’imprenditore gravano una moltitudine di responsabilità. Come Confcommercio abbiamo l’onere di approntare e dare i giusti strumenti ai nostri futuri imprenditori affinché sappiano affrontare le prossime sfide». Info 0421 278311. (T.Inf.)

A poche settimane di distanza, nella pace del Signore, ha serenamente raggiunto la sua adorata Teresa il Professore

Adalberto Compostella conte di Sanguinetto

Lo annunciano con profondo

Dal lunedì al venerdì 10.00 - 12.30 e 14.30 - 17.00

dolore con

i

figli

Damasine,

Francesco Bassano,

Melchiorre e Matteo, Fulcio con Hortensia, Altea Teresa, Guarniero, Nicolò e Maria

800.893.426

Morosina, Giovanni

Benedetta Antonio,

con

Matilde

Teresa, Giangualberto e Giulio. Non fiori ma opere di bene. Il funerale avrà luogo sabato 14 settembre alle ore 16 nella Basilica Cattedrale di Belluno. Belluno, 7 settembre 2019

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Cultura & Spettacoli

Lunedì 9 Settembre 2019 www.gazzettino.it

Rutelli (Anica) «Soddisfatti per il nostro cinema»

ANICA Francesco Rutelli

Biennale Arte Franceschini alle Corderie per l’opera dedicata ai migranti

«È stata una Mostra di grande qualità, che ha espresso forza produttiva e creativa ai vertici internazionali. E va espresso plauso per gli importanti successi italiani, che dimostrano quanto il nostro cinema sia vivo: per gli interpreti (Marinelli), i registi (Maresco), i produttori (Rai e Barbareschi). Significativi i riconoscimenti a Martone. L’Italia può essere orgogliosa». Lo ha detto Francesco Rutelli, presidente Anica.

Una foto e un video postati su Twitter, davanti al barcone-monumento dell’artista svizzero Christoph Büchel, in memoria del naufragio del 2015, per sottolineare che «dopo mesi di dolore e odio tornano civiltà e umanità». Un omaggio postumo come quello espresso sabato alla cerimonia di chiusura della Mostra sui migranti da parte di Luca Marinelli e dell’attrice francese Ariane Ascaride. Il ministro della Cultura Da-

EVENTI VENEZIANI Il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini alla cerimonia finale della Mostra con la moglie. Ieri invece la visita alla Biennale arte e il video con tweet davanti all’imbarcazione dei migranti, opera dell’artista svizzero Christoph Büchel. Nella foto grande, il presidente Paolo Baratta e il direttore del settore cinema Alberto Barbera

rio Franceschini, dopo aver partecipato alla serata finale della Mostra del cinema di Venezia, si è recato ieri alla Biennale di arte contemporanea visitando prima i padiglioni ai Giardini di Castello e successivamente facendo il percorso delle Corderie per arrivare al barcone in mostra esposto dall’artista di origini svizzera poco distante dal Padiglione Italia alle Gagiandre. La visita del neoministro per Beni culturali giunge a pochi

giornli dalla sostituzione di Alberto Bonisoli che lo aveva prceduto nel dicastero. «A Venezia alla_Biennale davanti al barcone del naufragio del 2015 in cui morirono quasi mille migranti. ha scritto Franceschini - Lo stesso che l’allora Presidente Matteo Renzi decise di recuperarlo per renderlo un simbolo delle morti di migranti nel Mediterraneo. Dopo mesi di odio e dolore tornano civiltà e umanità». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Baratta taglia corto sulla riconferma: «Un intero quadriennio? È una domanda alla quale non tocca a me rispondere». Il successo di una Mostra da grandi numeri

«Una proroga di un anno? Non è possibile» 200.000 Gli ingressi registrati nelle sale per i 10 giorni della Mostra del Cinema

28 milioni L’ammontare delle visualizzazioni dei filmati sui social

64 Le prime visioni della Mostra con 21 film in concorso una vicenda che ha condizionato la sua esistenza e quindi anche addolorato e ferito. Sono uscito entusiasta dalla proiezione del suo film, quando gli ho detto che l’avrei invitato a Venezia l’ho visto passare da uno stato di tensione a uno stato di felicità assoluta, come se questo lo ripagasse di tutto quello che aveva attraversato in questo anni. Non succederà, ma mi auguro che l’accoglienza al suo J’Accuse possa mettere un po’ la sordina a una polemica che ha raggiunto livelli inaccettabili». Cosa dice della polemica con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella innescata dal film di Franco Maresco? «Mi sembra che la stampa abbia enfatizzato. Ho letto addirittura di un “attacco violento a Mattarella”, mi sembra ridicolo, dovremmo sapere distinguere tra il pensiero dell’autore e quello che il personaggio esprime. Il film di Maresco non è finzione, è un documentario, Maresco non si è inventato niente». VR, realtà virtuale: siamo al terzo anno, entrerà mai nella selezione ufficiale? «No, la VR non è cinema e non è il futuro del cinema. Coesisterà con una sua identità forte, di cui è ancora alla ricerca». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Jagger in giro per Venezia Pranzetto in rio Marin poi alla Domus Grimani LA VISITA asseggiata veneziana per Mick Jagger dopo la partecipazione all’ultima giornata della Mostra del Cinema. Dopo i fasti del Lido e gli impegni cinematografici legati al film di Giuseppe Capotondi “The Burnt Orange Heresy”, il leader dei Rolling Stones, si è regalato una gita squisitamente veneziana. Ad accompagnarlo, Toto Bergamo Rossi, direttore di Venetian Heritage, uno dei maggiori Comitati privati per la salvaguardia di Venezia. Prima di fare il giretto per la città, Jagger è stato ospite nel palazzo dove risiede Bergamo Rossi in rio Marin, e successivamente all’ora di pranzo, la comitiva si è recata alla trattoria Tre Fanti, sempre in rio Marin per fare un boccone.

P

FRUGALE Una “colazione” assoluta-

mente normale con quello che offriva il menu: gnocchetti di pesce e scampi, un rombo cotto al vapore, vino. Una cosa senza tante pretese e soprattutto lontano dai riflettori. Successivamente nel primo pomeriggio, la visita a Palazzo Grimani, dove come è

noto è presente una straordinaria collezione di capolavori allestita e ri-allestita grazie all’impegno di Venetian Heritage. Ed è stato qui che Jagger insieme al direttore del Comitato e agli accompagnatori del musicista si sono ritrovati per una visita guidata che è durata all’incirca un’oretta nella quale sono state fatte conoscere le numerose opere custodite nel Museo inaugurato con il riassetto delle nuove collezioni circa un anno fa.

VENETIAN HERITAGE

IN VISITA Toto Bergamo Rossi e Mick Jagger

«È stata una vera e propria passeggiata nell’arte e nella cucina tradizionale veneta confessa - Toto Bergamo Rossi che Jagger ha particolarmente gradito. È stata anche l’occasione per far conoscere a lui il lavoro che come associazione svolgiamo per la salvaguardia di Venezia. E lui stesso ha preso a cuore la nostra battaglia decidendo di scendere a fianco di Venetian Heritage e di darci un aiuto anche in futuro. Non poteva che esserci notizia migliore». P.N.D. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IL BILANCIO L’ultima Mostra del cinema per Paolo Baratta? Di sicuro il presidente della Biennale, in sella dal 1998 al 2002, poi dal 2008 al 2011, dal 2012 al 2015 e, grazie a una modifica normativa, dal 2016 al gennaio 2020, non accetterà una proroga di uno o due anni, come ipotizzato dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Certo è che sia il governatore del Veneto che il primo cittadino del capoluogo lagunare, entrambi nel Cda della Biennale, hanno avuto parole di elogio per la presidenza di Baratta. Ma l’altro dato di fatto è che il prossimo gennaio scadrà il mandato e, a meno di modifiche normative, non sarà possibile un nuovo incarico. E se ci fosse una proroga, magari per “allineare” l’incarico della presidenza, che scade appunto a gennaio 2020, con quella della direzione della Mostra, che dura un anno di più? Impossibile, dice Baratta: «Alcuni anni fa è stata approvata una legge che consente agli amministratori della Biennale di nominare i direttori artistici delle varie sezioni un anno oltre scadenza del Cda dell’ente, onde evitare una tradizionale malattia della Biennale, direi la più grave: quella dei ritardi nelle nomine dei direttori». Dunque, ha detto Baratta, proroghe del presidente per un anno «sarebbero incompatibili con la legge che punta a garantire continuità dei direttori». E se invece l’incarico fosse completo, quattro anni pieni, cosa risponderebbe? «Questa - ha detto Baratta - è una di quelle domande di fronte alle quali non posso che invocare il diritto di non rispondere».

I NUMERI Venezia76 è stata un’altra Mostra del cinema da record: oltre 200mila ingressi nelle sa-

«L’INVASIONE SUL TAPPETO ROSSO NON HA CREATO DANNI SPERIAMO SOLO CHE NON SI RIPETA OGNI ANNO»

le, il che significa quasi 20mila al giorno, con un aumento di oltre il 10% sul 2018. Oltre 1600 giovani con l’accredito studenti, «un “reggimento” - ha detto Baratta - che ci fa grande piacere». Quanto alla stampa accreditata, gli stessi numeri del 2018: 1210 giornalisti stranieri e 2250 italiani. Fa impressione il numero di visualizzazioni sui social: 28 milioni e mezzo. Ma la Mostra del cinema di Venezia, ha sottolineato Baratta, non è che possa ogni anno aumentare: ci sono dei limiti che non possono essere superati, tanto più che alcuni paletti li ha messi lo stesso festival: 21 film in concorso nella selezione principale, complessivamente 64 prime mondiali, 19 classici restaurati, 10 documentari sul cinema , una dozzina di titoli per le Giornate degli autori altri sette per la Settimana della critica. Venezia, in questi anni, ha preferito sforbiciare: «Quando sono arrivato nel 2012 - ha detto il direttore Barbera - le prime mondiali erano un centinaio, ora sono 64».

GREEN CARPET Dell’occupazione del red carpet da parte degli attivisti climatici, Baratta ha riconosciuto che non hanno fatto danni, ma - ha avvisato - che non diventi un’abitudine. «Noi ce li siamo trovati lì - ha detto il presidente della Biennale - Sapevamo che era in programma una manifestazione sul tema del riscaldamento globale, non solo delle Grandi navi a Venezia. La nostra prima preoccupazione è stato capire le intenzioni: solo ulteriori megafoni o manifestazioni più violente? Abbiamo concordato come le autorità di non intervenire, gli attivisti hanno occupato per 7 ore il red carpet, abbiamo interloquito con loro. E loro hanno detto di non avere nulla contro questa istituzione, la Biennale, anzi, di rispettarla. Certo - ha aggiunto Baratta - non vorrei che diventasse una abitudine, ma devo riconoscere che non abbiamo avuto nessun danno, neanche un centimetro di tappeto rosso è stato danneggiato. Per quello che ci riguarda si è tutto svolto nell’irregolarità con una certa capacità di autocontrollo». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

DE LUCA: SCUOLA E SANITÀ NON SI TOCCANO Il governatore campano Vincenzo De Luca dice sì a «un’intesa ragionevole» ma a una condizione (che non piacerà però a Veneto e Lombardia): «La scuola pubblica e la sanità non si toccano»

Lunedì 9 Settembre 2019 www.gazzettino.it

Autonomia, scontro sulla via Emiliana La proposta della Regione targata Pd è la preferita dal nuovo `Il ministro Boccia: «Ognuno ha il dovere di ascoltare gli altri governo. Ma Veneto e Lombardia incalzano: «Non fa per noi» Ho un approccio gandhiano, non risponderò a provocazioni»

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IL DIBATTITO VENEZIA Il tema dell’autonomia torna a scaldare il dibattito politico e la tensione tra i governatori del nord e il governo sale di nuovo. Dal Piemonte, dalla convention internazionale organizzata da Confindustria a Cernobbio, il presidente della Lombardia Attilio Fontana incalza il ministro agli affari Regionali e alle Autonomie Francesco Boccia chiedendo un confronto. E la replica arriva a stretto giro direttamente dalla Puglia, dove il ministro è impegnato nella “DigithON”, la maratona digitale organizzata a Bisceglie. «Voglio rassicurare Fontana - ribatte Boccia - non sarà convocato da me. Sono io che vado da lui come andrò da Toti, da Zaia, da Bonaccini. Improntiamo il nostro rapporto su una collaborazione vera, chiara, senza pregiudizi. Chiedo semplicemente a tutti di non presentarsi con verità inconfutabili: ognuno di noi ha il dovere di ascoltare gli altri». Il tema è caldissimo e infiamma sia amministratori e politici che imprenditori e industriali. Alta la posta in palio: trovare un minimo comun denominatore in grado di mettere d’accordo la voglia di autonomia manifestata e dettagliatamente illustrata soprattutto da Veneto e Lombardia, che non recedono dalla loro desiderio di averla completa di tutte le deleghe previste dalla Costituzione, e le resistenze di chi su alcuni temi con scuola e sanità non vorrebbe cedere.

IL GOVERNO Boccia approfitta dell’occasione per lanciare i primi messaggi da ministro: «A tutti i presidenti delle regioni ricordo che la casa comune di tutte le regioni è il ministero, è a loro disposizione. La Conferenza Stato-Regioni è la loro casa. Non saranno convocati da me perché come è noto la Conferenza lavora a tempo pieno». E avvisa: «Non reagirò a nessuna provocazione. Consiglio a tutti di non dire “o si fa come dico io o si va avanti lo stesso”. Ma se si va

HANNO DETTO

«Se si va avanti ignorando la Costituzione si finisce fuori strada» FRANCESCO BOCCIA, ministro

2018 La prima firma dei governatori Roberto Maroni (allora alla guida della Lombardia), Luca Zaia e l’emiliano Stefano Bonaccini all’epoca del governo di centrosinistra

La leghista Stefani

«Boccia legga i dossier prima di parlare» «Conte e Bonaccini non hanno raggiunto alcun accordo sull’autonomia a meno che il presidente della Regione Emilia-Romagna abbia cambiato completamente idea negli ultimi tre giorni e accetti un compromesso al ribasso solo per compiacere un esecutivo trainato dal suo partito. La posizione di Conte era infatti ancora molto distante dalle richieste delle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna». Parola

dell’ex ministro leghista Erika Stefani: «Quanto alle dichiarazioni di Boccia sulla riforma che farà e che - dice sarà costituzionale ricordo che anche la nostra lo era. Consiglio al neo ministro Boccia di esaminare bene i dossier relativi alla trattativa svolta e soprattutto di non fare dichiarazioni troppo precipitose perché i governatori meritano rispetto essendo i portavoce di milioni di cittadini».

avanti ignorando la Costituzione si finisce fuori strada. Io dico ascoltiamoci, rispettiamoci. Non risponderò a nessuna provocazione, ho un approccio gandhiano, porgerò l’altra guancia».

«Non possiamo accettare che sanità e scuola restino fuori dall’intesa» ATTILIO FONTANA, governatore lombardo

LA RICHIESTA

«L’autonomia differenziata va fatta nell’interesse di tutti e non contro qualcuno»

Tra i contendenti si inserisce anche Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, lanciando quasi un appello: «L’autonomia regionale differenziata va fatta nell’interesse di tutti e non contro qualcuno, occorre una posizione equilibrata. Occorre da un lato essere attenti alla maggiore competitività delle regioni e di chi la invoca e dall’altro avere un’attenzione alla coesione, perché questo Paese si mantiene sulla coesione e la coesione è data dal lavoro e dall’incremento dell’occupazione. Lo dice la nostra Costituzione e da lì dovremmo ripartire». Si attendono sviluppi. Paolo Calia

VINCENZO BOCCIA, Confindustria

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL NODO Fontana, in questo dialogo a distanza, piazza alcuni paletti: «Il nostro interlocutore è il presidente del Consiglio innanzitutto, perché aveva dichiarato, a me, ma lo ha ripetuto anche davanti alla stampa e al Paese intero, l’impegno formale di portare a compimento questa riforma. E poi sicuramente il ministro. Mi aspetto che si riparta dal lavoro che abbiamo già fatto, ossia dall’accordo sottoscritto da Bressa e dal do-

cumento che è già stato ripetutamente guardato, limato, rifatto, modificato. Partiamo da quello». E poi sottolinea il vero problema, il collo di bottiglia che sta bloccando la delicatissima trattativa. E torna sempre al solito punto: la Lombardia come il Veneto ritengono centrali le deleghe a scuola e sanità, come ha già ripetuto da Venezia Luca Zaia. «La Lombardia non può accettare che sanità e scuola vengano escluse dall’autonomia regionale differenziata - scandisce - è uno degli ambiti su cui notiamo le maggiori difficoltà a proseguire. E sulla scuola esiste una sentenza della Corte costituzionale che già dichiara che le Regioni possono organizzare una parte di questa materia. Se il governo dovesse escludere le due materie, faremo una legge nel rispetto di quella sentenza della Corte costituzionale». E al ministro che indica la proposta di autonomia presentata dall’Emilia come un buon punto d’accordo, Fontana replica quasi piccato mettendosi in scia a quanto già detto da Luca Zaia: «Quel modello non va bene». «Loro vogliono solo la formazione - osserva il governatore lombardo - ma dato che noi quest’anno abbiamo quasi 14mila cattedre vuote, vorremmo poter dare il nostro contributo per fare in modo che dall’anno venturo i nostri ragazzi non abbiano questa difficoltà».

I presidi? La maggior parte da fuori regione e snobbano Belluno SCUOLA VENEZIA Vengono per la maggior parte da fuori regione i dirigenti scolastici vincitori di concorso che la scorsa settimana hanno preso servizio nelle scuole venete. Dei 264 posti disponibili infatti 144 non sono occupati da personale locale. Questo ha comportato che quasi nessuno abbia accolto i posti disponibili a Belluno dove continueranno ad esserci alcune scuole che avranno il dirigente in reggenza. Del resto quando i dirigenti scolastici hanno scelto la sede hanno dovuto stilare una graduatoria di preferenza che comprendesse tutte le regioni a partire dalla più gradita alla meno appetibile. Come un effetto domino è successo che i vin-

citori di concorso del Sud si sono spostasti al centro e quelli del centro al Nord. Anche perché al Sud i candidati sono stati molti per pochi posti, mentre nelle regioni settentrionali la mancata copertura delle dirigenze scolastiche era molto alta, con un picco in Veneto che sfiorava il cinquanta per cento. Così è capitato che siano arrivati dirigenti scolastici che avevano collocato il Ve-

DELLE 264 SEDI, 144 SONO OCCUPATE DA DIRIGENTI NON VENETI AVVIO CON SEGRETERIE IN AFFANNO A CACCIA DI PROFESSORI

SCUOLA Mercoledì l’avvio delle lezioni in Veneto

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neto alla quattordicesima posizione delle preferenze. Considerato poi che dovranno rimanere nella sede scelta per almeno tre anni c’è stata la rincorsa a scegliere scuole vicine ad aeroporti e stazioni dei treni per poter raggiungere nel minor tempo possibile le famiglie. Ecco che Belluno, specie fuori città, non è stata tra le mete più ambite. Per un avvio d’anno che si presenta complesso. Le segreterie scolastiche sono infatti in affanno nell’inviare telegrammi e mail per reclutare gli insegnanti e coprire i moltissimi posti vuoti per carenza di docenti nelle graduatorie. A complicare il lavoro la carenza di Dsga, i dirigenti di segreteria per i quali è stato bandito il nuovo concorso, ma che se tutto andrà bene entreranno in servi-

zio tra un anno. E anche il bombardamento di mail che sta intasando le caselle di posta elettronica delle scuole da parte di agenzie on-line che raccolgono le “mad”, cioè le messe a disposizione dei docenti, e poi le inviano a tutte le scuole indifferentemente. «Anche quest’anno la partenza è in salita e i tempi delle scuole non sono stati rispettati - commenta Sandra Biolo, segretaria veneta della Cisl scuola - inoltre con il cambio di governo tutto il lavoro fatto si è azzerato. È infatti scaduto, senza essere convertito in legge, il decreto che prevedeva oltre ai concorsi ordinari, concorsi riservati per i docenti con tre anni di servizio e i Pas, Percorsi abilitanti speciali, per i precari». Raffaella Ianuale © RIPRODUZIONE RISERVATA


LUNEDÌ 9 SETTEMBRE 2019 LA TRIBUNA

TREVISO

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Gruppo Basso, immobili in liquidazione Mossa sulla spa con 120 milioni di dote. «Priorità il risanamento: non coinvolti Bhr, Lefim, Sogeicom e le Costruzioni»

Andrea Passerini È andata in liquidazione, con un autentico blitz estivo, in piena settimana di Ferragosto, la società Gruppo Basso spa, che ha in pancia anche parte del patrimonio immobiliare del gruppo di Treviso, sede sulla Feltrina, e un capitale sociale di 95 milioni di euro (interamente versato) e non comprende gli immobili legati alle società operative del gruppo nato nel 930, ovvero la Bhr resort, la Lefim, la Basso cav. Angelo Costruzioni e la Sogeicom: «Tutte società», dice l’azienda, «il cui giro d’affari tende a crescere e proseguono nella loro attività corrente e che non sono coinvolte in questo processo riguardate esclusivamente la società immobiliare». DAL NOTAIO

I vertici del gruppo presieduto da Mario Basso – a cui fanno capo fra gli altri il complesso del Bhr Hotel di Quinto, la Lefim e il centro commerciale di Roncade lungo la Treviso-Mare, aperto dopo un faticosissimo e infinito iter burocratico e amministrativo – si sono recati dal notaio, ponendo in liquidazione volontaria la spa, società controllata creata nel piano della crisi aziendale per farvi confluire i debiti del gruppo ma anche l’intero patrimonio immobiliare posseduto in diverse zone nel Nord Italia, per far fronte appunto alle passività. L’atto è in fase di deposito alla Camera di Commercio, dopo che l’iter della liquidazione è stato concluso a fine agosto. Si attende la nomina del liquidatore, verosimilmente Vittorio Raccamari, che dovrà compiere innanzitutto una puntuale ricognizione sullo stato dell’arte, con l’esame dei beni e dei conti della società. LA RIORGANIZZAZIONE

«In continuità con l’accordo di ristrutturazione del Gruppo Basso, sottoscritto con il ceto bancario nel 2016, l’azienda comunica di aver de-

liberato la liquidazione selettiva ordinata di immobili della società», dice una nota dell’azienda, «con questo passaggio tecnico, già previsto dal predetto accordo di ristrutturazione, la società ha incaricato Vittorio Raccamari, esperto del settore e per anni presidente dell’ordine dei commercialisti, quale liquidatore». Di fatto, è stata avviata, con questa operazione, una riorganizzazione della società: «La nostra controllata prosegue quindi la propria attività caratteristica con la valorizzazione del proprio patrimonio mediante cessione delle immobilizzazioni collocate nelle aree più ricche del Paese quali Toscana, Triveneto, Lombardia ed Emilia Romagna», continua la nota dell’azienda. Come mai questa mossa? «Le difficoltà del comparto Real Estate degli ultimi 10 anni non hanno rallentato l’attività di gestione immobiliare del Gruppo Basso spa, che ha completato importanti iniziative commerciali e collocato in locazione svariati immobili nelle aree in cui opera», spiega l’azienda, «La fase tecnica che va ad aprirsi contribuisce a rinsaldare la stabilità del momento e garantisce l’operatività corrente della società Gruppo Basso spa». È evidente la necessità di proseguire l’opera di risanamento e di ristrutturazione dei debito. Secondo i bene informati, la società non avrebbe rispettato negli ultimi mesi le tappe prevista dal rigoroso piano di ristrutturazione, e la liquidazione è stata scelta come strumento “tattico”: da un lato per tamponare la tendenza dell’ultima congiuntura non favorevole ai conti; dall’altro per tentare nuove strade in grado di far rientrare il risanamento finanziario nei binari tracciati. Spetterà ora al liquidatore prospettare nuove soluzioni o ricette in gradi di sbloccare la situazione. In ambienti economici, sembra che lo stessa holding della famiglia Basso abbia provato a sondare alcuni inve-

L’ingresso della sede del Gruppo Basso

stitori negli ultimi mesi, per provare a sovvertire l’andamento dei conti della società, offrendo i pezzi pregiati del portfolio immobiliare, ma che non sarebbero arrivate le risposte e i feedback sperati. «UNA MOSSA TECNICA»

Di qui l’opzione della liquidazione della società. Una «mossa tecnica», è così che viene valutata negli ambienti economici e finanziari della Marca trevigiana la scelta, per molti assolutamente inattesa, della famiglia Basso. Ma è anche la spia del tentativo di arginare prima possibile una “deriva” che poteva mettere in discussione l’intera procedura di rientro, con tutte le conseguenze del caso. E comunque della difficoltà dell’operazione di risanamento intrapresa dal gruppo, a suo tempo, per far fronte all’esposizione finanziaria. —

Festa di settembre del Pd Si parte oggi alla sala Zanin del Pd, Brando Benifei, capo delegazione del Pd al parlamento europeo, Giovanni Tonella segretario unione comunale del Pd di Treviso. Alle 18.30 sempre alla sala Zanin “Una o nessuna, la nostra green economy” con Chiara Braga, Matteo Favero, Andrea Zanoni, Luigi Lazzaro. Alle 20 ancora alla sala Steno Zanin aperitivo con buffet. Alle 21 al prato del piccolo circo cinema all’aperto con il film di Bene-

Fumo intenso, è allarme: ma era un contatore Forte preoccupazione ieri sera verso le 20.30 per lo sprigionarsi di un fumo intenso dall’edificio dove si trova anche la farmacia di Fiera, in viale IV Novembre. Numerose le telefonate di allarme arrivate ai vigili del fuoco che sono intervenuti immediatamente sul posto: fortunatamente si trattava solo di un problema a un contatore. La situazione è tornata rapidamente alla normalità.

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

una settimana di incontri

Parte oggi la “Festa di settembre” dei circoli del Pd di Treviso, che si terrà a Prato della Fiera fino a domenica 15 settembre. Un’intera settimana di incontri, forum, proiezioni di film, presentazioni di libri, dibattiti ma anche aperitivi, pranzi e cene di comunità e tra i sostenitori. Oggi alle 18 alla sala Steno Zanin in via Stradella Interna a Fiera, apertura della manifestazione con Giovanni Zorzi segretario provinciale

viale iv novembre

dikt Erlingsson “La donna elettrica”. Domani alle 18 alla sala Steno Zanin “La città educante”, con Chiara Tullio, Milena Dai Prà, Giancarlo Cavallin, Liana Manfio, Franco Bianchin, Fabio rocco, Anna Caterina Cabino. Alle 20 aperitivo e buffet. Alle 21 al prato del piccolo circo “Politiche del trasporto, territorio e turismo”, focus con Stefano Fracasso, Silvia Bertoncini, Pio Grollo, Vanessa Camani, Rossella Cen-

dron. Mercoledì alle 18 alla sala Zanin “Perché dobbiamo investire nel socio-sanitario?”, focus insieme a Claudio Sinigaglia, Claudio Beltramello, Nicolò Rocco, Margherita Miotto, Umberto Tronchin, Giorgio Pavan, Silvio Tessari, Vittorio Filippi. Alla fine aperitivo a buffet. Alle 21 al prato del piccolo circo “Diritto alla casa, la nuova legge regionale per l’ater”, focus insieme ad Alessandro Gheno, Graziano Azzalin, Oscar Borsato, Stefano Bellotto, Claudio Sinigaglia, Mauro Visentin, Renzo Bellato. Giovedì alle 18 alla sala Steno Zanin “L’ora dell’autonomia differenziata» con Antonio Misiani,Giovanni Tonella, Emma Petitti, Adriana Vigneri, Enzo De Biasi, Alessandro Naccarato. Alle 21 al prato del piccolo

circo “Come rilanciare l’economia veneta” con Giancarlo Corò, Andrea Michielan, Paolo Feltrin, Giacomo Vendrame, Giuliano Rosolen, Federico Capraro, Antonio Misiani. Venerdì alla sala Steno Zanin presentazione del nuovo libro del giornalista Claudio Madricardo “Democrazia indivisa, il 68 dei finanzieri democratici”. Dialogano con l’autore Guido Moltedo, Alberto Madricardo, Raffaele Dore, Adriana Vigneri. Alle 19.30 alla sala Steno Zanin cena dei sostenitori del Partito democratico (su prenotazione). Alle 21.30 al prato del piccolo circo cinema all’aperto con “Greenbook”. Sabato dalle 10 alle 13 al prato del piccolo circo forum dei quartieri e delle associazioni con il gruppo consigliare del Pd di Trevi-

so. Alle 16.30 alla sala Steno Zanin “La sfida del governo: dalla conferenza programmatica a una nuova agenda del territorio”, incontro del Pd provinciale aperto a iscritti, militanti e amministratori locali. Alle 21 al prato del piccolo circo Alberto Cantone in concerto. Domenica alle 10 al prato del piccolo circo “La costituente delle idee per l’Italia e per il Veneto” con Andrea Martella, Achille Variati, Chiara Luisetto. alle 12 alla sala Steno Zanin pranzo della comunità democratica (su prenotazione) con esponenti nazionali e regionali del Pd. Alle 16 alla sala Zanin “Street art festival:writers, creatività e arredo urbano” con Barbara De Nardi, Sara Cuzzolin, Michele Zappia e Michele Peruch. —


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Attualità

IL CASO VENEZIA Sta per concludersi appena la prima settimana di settembre eppure è già scattata la corsa al vaccino antinfluenzale. Non per i pazienti però, per loro è ancora presto, ma per le Regioni che dopo l’emergenza di fine 2018 hanno scelto di correre ai ripari. In vista della stagione invernale e del tradizionale arrivo dei nuovi ceppi influenzali, insieme alle Asl e su invito preciso del Ministero della Salute, i diversi Enti territoriali italiani hanno deciso di aumentare il quantitativo di tetravalente da immagazzinare nei frigoriferi degli studi dei medici di base come negli ambulatori delle Asl. Vale a dire del vaccino più completo tra quelli disponibili, il più richiesto dal circa 15% della popolazione italiana che abitualmente sceglie di vaccinarsi.

IL PRECEDENTE L’anno scorso infatti, a causa di ordini troppo prudenti sulla base delle percentuali della stagione precedente (per evitare dosi avanzate e lo spreco di risorse economiche), non erano state commissionate dosi a sufficienza alle aziende farmaceutiche. Così in molte regioni italiane su tutte Campania, Sardegna ed Emilia Romagna - prima c’è stato un razionamento (fino a novembre) e poi il completo esaurimento delle dosi ben prima della conclusione della campagna vaccinale. Medici di famiglia e personale sanitario degli ospedali quindi, sono stati costretti a rimandare a casa senza vaccino moltissime persone, spesso anche anziani e bambini.

IL BOOM Un fenomeno dovuto al boom di adesioni che si sono registrate negli ultimi anni a livello nazionale. A partire dalla regione Ve-

L’EPIDEMIOLOGO PIER LUIGI LOPALCO: «IMPOSSIBILE FARE PREVISIONI DELL’IMPATTO NEI PROSSIMI MESI»

Lunedì 9 Settembre 2019 www.gazzettino.it

Influenza, allarme vaccini le Regioni fanno le scorte Corsa agli acquisti dopo i “buchi” nella copertura dello scorso inverno `

In Veneto e in Friuli Venezia Giulia cresce il numero delle somministrazioni

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I numeri

770.557

Le persone che lo scorso anno si sono sottoposte al vaccino antinfluenzale in Veneto

144.097

I soggetti che lo scorso anno sono ricorsi al vaccino in Friuli Venezia Giulia

15.116

Gli operatori sanitari vaccinati contro le sindromi influenzali in Veneto

La percentuale di anziani ricorsi alla vaccinazione, ovvero 604.409 in Veneto.

INFLUENZA Le regioni iniziano a fare scorta di vaccini in previsioni dell’inverno

neto dove i vaccinati sono stati 770.557 nel corso del 2018, all’incirca in linea con quelli dell’anno precedente, ma in netta crescita rispetto al 2016 quando si è avuto un incremento di 50mila unità. La maggior parte, pari al 78,4 per cento del totale, sono anziani dai 65 anni in su, mentre i bambini e i ragazzini nella fascia 0-14 sono stati 9.880, pari a circa l’1,3 per cento. Le persone invece che sono ricorse al vaccino, perché rientrano nelle categorie a rischio, sono state in Veneto il 13,5 per cento del totale, ovvero 103.699. La Regione Veneto è stata inoltre la prima realtà italiana ad avviare un proprio sistema di sorveglianza epidemiologica dell’influenza già a partire al 1995, e da vent’anni ha aderito a Influent, la rete di sorveglianza della sindrome influenzale coordinata a livello

nazionale dall’Istituto Superiore della Sanità. Alta anche la copertura vaccinale legata all’influenza in Friuli Venezia Giulia dove la passata stagione si sono sottoposti alla somministrazione 144.097 persone. Una maggiore copertura frutto delle campagne di sensibilizzazione e, in piccola parte, di una minore incidenza dell’esitazione vaccinale, vale a dire dello scetticismo nei confronti dei vaccini. Non solo un rifiuto assoluto, ma anche indecisione, incertezza e dubbi che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rappresenta una delle dieci maggiori sfide per la salute del 2019. Una delle più grandi minacce che deve essere affrontata perché «rischia di invertire i progressi compiuti nella lotta contro le

Telemedicina

Boom degli esami in farmacia: più 46% Cresce in un anno del 46% l’utilizzo della telemedicina in farmacia e oggi quasi un presidio di croce verde su 5 (quasi 4.400 su 19mila) offre i servizi per poter monitorare la pressione e la salute del cuore senza doversi recare in ospedale. A dipingere il quadro sono i nuovi dati di Htn Virtual Hospital, società che ha messo a disposizione le tecnologie alle farmacie di Federfarma aderenti al progetto. La telemedicina in farmacia, così come la possibilità di prenotare visite o ottenere referti, è prevista dalla legge 156 del 2009 e consiste in tre prestazioni che possono essere

Overdose di cocaina durante la gita con gli studenti, sacerdote sospeso Caserta

ALASSIO (SAVONA) Un prete è stato sospeso dagli incarichi pastorali dopo che a giugno ha avuto un malore per avere assunto droga, mentre era in gita a Cremona con alcuni studenti della scuola media statale Ollandini di Alassio, in provincia di Savona, dove stava facendo una supplenza di un paio di settimane. Il sacerdote ora segue un programma terapeutico e riabilitativo.

Investe un 16enne è omicidio stradale

IL MONSIGNORE «La vicenda è stata affrontata con tempestività. Non ci sono stati danni a terzi, soprattutto ai minori - ha spiegato il vescovo di Albenga-Imperia Giacomo Borghetti -. Il soggetto è stato ripreso da me, abbiamo parlato e ovviamente abbiamo concordato un piano terapeutico e di recupero e devo dire che è molto collaborativo».

È stato denunciato per omicidio stradale il 21enne residente a Napoli, che nella notte tra venerdì e sabato ha investito e ucciso ad Aversa (Caserta), con la sua auto, un ragazzo di 16 anni, originario di Casaluce, che era in sella ad uno scooter con un amico, rimasto ferito. Il 21enne era fuggito dopo l’impatto frontale e la polizia aveva subito avviato le ricerche del pirata della strada, che però si è costituito sabato al commissariato di Aversa. La sua identificazione era ormai prossima, visto che gli inquirenti avevano già identificato la sua auto, una Peugeot 208 bianca che nell’impatto aveva perso lo specchietto. Il 21enne è stato inoltre sottoposti ai test tossicologici.

IL TREND Proprio per questo, visti i trend e le problematiche, le Regioni italiane hanno quindi deciso di intervenire in maniera radicale aumentando le quantità di dosi ordinate. Un incremento accreditato non solo dalle dichiarazioni degli Enti, ma anche dalle aziende farmaceutiche interessate. Sanofi Pasteur ad esempio, divisione vaccini dell’industria francese, conferma i maggiori quantitativi in produzione per conto degli Enti italiani. Un incremento che d’altro canto comporta anche un grosso rischio di sperperare denaro pubblico dato che, come spiega Pier Luigi Lopalco, epidemiologo di fama internazionale: «È impossibile fare una previsione seria di quella che sarà l’impatto influenzale nella prossima stagione. Le variabili in gioco sono assolutamente imprevedibili spiega - L’unica cosa certa che sappiamo è che arriverà e come ogni anno colpirà moltissime persone».

I QUANTITATIVI

78,4%

IL CASO

malattie prevenibili con il vaccino».

Protagonista della vicenda è stato un prete di Alassio. È stato soccorso dopo il malore, finendo in ospedale, proprio dagli studenti che stava accompagnando in gita nella città del torrone e sui quali avrebbe dovuto vigilare. Il caso era rimasto riservato fino ad ora, quando lo ‘scandalo’ ha iniziato a circolare ed è stato interpellato lo stesso vescovo per chiarire come siano andati i fatti. Monsignor Borghetti ha confermato che, comunque, il sacerdote è stato temporaneamente sospeso dagli impegni pastorali. «Abbiamo concordato un piano terapeutico e di recupero

IL VESCOVO BORGHETTI: «HA COMPRESO IL GRAVE ERRORE E ORA HA INTRAPRESO UN PERCORSO DI RECUPERO»

eseguite consultando il medico a distanza: holter pressorio (misurazione della pressione nelle 24 ore), holter cardiaco (misurazione dell’attività del cuore) e elettrocardiogramma. «Le farmacie - precisa il segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia inviano il tracciato dell’esame effettuato a un centro specialistico certificato che a sua volta, dopo la lettura dei dati, trasmette alla farmacia la refertazione per via telematica: qualora i risultati fossero anomali il paziente viene inviato al medico curante o, a seconda della gravità, al pronto soccorso».

Tuttavia è lo stesso Lopalco a lanciare un altro allarme che riguarda la Penisola: «Non bisogna lavorare solamente su quantitativi e distribuzione continua - il vero problema è incrementare la copertura vaccinale dei medici e del personale sanitario». Per gli operatori delle nostre strutture sanitarie infatti, la copertura è di appena il 15% del totale. Un numero «ridicolo» che ci rende fanalino di coda in Europa in questa particolare classifica. Un primato non invidiabile determinato da una «scarsa sensibilità» e soprattutto dalla tendenza a «sottovalutare il rischio di trasmettere l’influenza al proprio paziente». Per questo, «sarebbe il caso di incentivare il ricorso all’obbligo» per medici, infermieri e ostetriche già in vigore in Emilia Romagna, Marche e Puglia. Per quanto riguarda il Veneto negli ultimi anni il trend di crescita degli operatori sanitari che si sono sottoposti a vaccinazione è in continua crescita: si è passati infatti dai 10.200 del 2016, ai 12.055 del 2017, fino ai 15.116 del 2018. Francesco Malfetano © RIPRODUZIONE RISERVATA

Maltempo Esondato il fiume Seveso

- ha ribadito -. Mi sono stupito, che notizie del genere, escano soltanto ora». Quanto all’evento in sé, il vescovo preferisce parlare di malore conseguente l’assunzione di sostanza stupefacente, più che di un’overdose.

IL RECUPERO «Il termine overdose ha un significato clinico ben preciso sottolinea del resto Monsignor Giacomo Borghetti -. Quella del malore è la versione più vicina alla verità». Se il sacerdote alla fine sarà o meno sospeso definitivamente dal proprio mandato pastorale «dipenderà dall’esito di questo percorso di recupero - ha anche spiegato il vescovo -. Lui, comunque, mi sembra collaborativo, si è reso conto di aver commesso un errore. È come una persona che, saputo di aver contratto la polmonite, accetta di andare in ospedale, ed ora è convalescente». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nubifragio e Milano finisce sott’acqua Prima neve sui Passi Pordoi e Stelvio Un nubifragio durante la notte ha fatto esondare all’alba di ieri il Seveso che ha allagato le vie di Milano. L’ondata di maltempo ha colpito anche la montagna con la prima nevicata a Livigno (Sondrio), al Passo dello Stelvio e a Nordest si è imbiancato il Passo Pordoi


III

Rovigo

Lunedì 9 Settembre 2019 www.gazzettino.it

La Bonifica contro gli allagamenti `In arrivo anche finanziamenti per le emergenze Il Consorzio Adige Po ha ricevuto 8,5 milioni di euro per tre diversi interventi di salvaguardia di fiumi e canali che si sono create con il maltempo dell’autunno 2018

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SICUREZZA IDRAULICA ROVIGO Tre progetti per un tota-

le di 8,5 milioni di euro, proposti dal Consorzio di bonifica Adige Po, che hanno lo scopo di aumentare la sicurezza idrogeologica del Polesine e che sono stati finanziati con le risorse stanziate dal Governo per gli “Interventi urgenti di protezione civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato il territorio della regione veneto, dal 27 ottobre al 5 novembre 2018”.

RISCHIO ALLUVIONE Il primo progetto prevede la deviazione del Cavo Maestro del Bacino superiore in corrispondenza della Botte Paleocapa nei comuni di Bosaro e Polesella, con una spesa prevista di 5 milioni di euro. Come si spiega nel progetto esecutivo, «storicamente il corso d’acqua era diviso dalla Fossa di Polesella, attraversata con una botte sifone realizzata nel 1901: a monte il canale è denominato ancor oggi Cavo Maestro del Bacino superiore, mentre a valle Collettore Padano polesano». Questa

botte, ormai vecchia e a rischio collasso, è una pericolosa strozzatura, insufficiente per le portate del Cavo Maestro in piena. «Un eventuale crollo causerebbe l’isolamento di 30mila ettari di un territorio fortemente antropizzato», spiega il Consorzio, che sottolinea come nell’autunno scorso siano emerse «le criticità del comprensorio con allagamenti in diverse località tra le quali Occhiobello, Calto e Castelguglielmo. Scopo del progetto è pertanto la realizzazione di un bypass in grado di collettare le portate sopra indicate e scolmare parte delle portate stesse verso la vicina idrovora di Bresparola».

ARGINI E POMPE Il secondo progetto finanziato, invece, prevede la messa in sicurezza idraulica del canale Buniolo nel tratto che attraversa Rovigo, Ceregnano e Adria per un importo di 2,5 milioni. Come si legge nel progetto esecutivo, «nell’autunno 2018 per effetto delle calamità atmosferiche, i livelli del Canalbianco hanno subito notevoli innalzamenti, causando di conseguen-

za effetti devastanti nelle scarpate e ai manufatti di regolazione del canale Buniolo». Il terzo progetto, per un milione di euro, riguarda il ripristino funzionale dei gruppi di pompaggio galleggianti danneggiati dalle piene di novembre, che si trovano sull’Adige a Badia, Lendinara, Lusia, Rovigo, San Martino di Venezze e Pettorazza Grimani, e che servono per la derivazione di acqua a uso irriguo.

POST MALTEMPO 2018 Non si tratta degli unici interventi finanziati in Polesine nell’ambito del piano dell’emergenza prodotta dalla cosiddetta “Tempesta Vaia”: con le due ordinanze firmate ad aprile e maggio dal presidente Luca Zaia, commissario straordinario per il piano emergenziale, con un totale di 139 milioni stanziati, sono stati destinati 7,5 milioni alla Direzione coste per interventi di ripristino e protezione del litorale polesano, 133.054 euro all’Aipo per i lavori di pronto intervento necessari a far fronte alle criticità manifestatesi in concomitanza della mareggiata e della piena che

Tempesta Vaia Nel Triveneto danni per circa 2,5 miliardi L’ondata di maltempo che si è abbattuta su tutta l’Italia a cavallo fra ottobre e novembre scorsi, ha causato un totale di 37 morti e danni per quasi 5 miliardi di euro, più della metà dei quali nel solo Triveneto. Proprio il Veneto, con due vittime e danni incalcolabili soprattutto nel comprensorio dolomitico, è stata la regione più colpita da quella che è stata definita “Tempesta Vaia”. In Polesine tutto sommato, a parte il collasso della centrale di potabilizzazione di Boara Polesine per la piena dell’Adige (con due giorni di stop all’erogazione dell’acqua) e una serie di allagamenti di ridotta portata, le conseguenze sono state contenute. Merito di una costante attenzione alla rete scolante. F.Cam.

hanno interessato le arginature di prima e seconda linea di difesa dal mare nel Delta del Po, e le arginature di seconda categoria nel circondario idraulico di Rovigo, con le verifiche di filtrazione all’arginatura in sinistra del Po a Cavanella Po nel comune di Adria, 1,3 milioni al Genio civile per la messa in sicurezza dell’argine destro dell’Adige in corrispondenza del sostegno di Tornova fra Cavarzere e Loreo, e ben 4,7 milioni al Consorzio di bonifica Delta Po. Nel dettaglio: 1.350.000 euro per il ripristino dello sbarramento mobile antisale sull’Adige, fra Rosolina e Sant’Anna di Chioggia, con una modifica al sistema di deflusso della corrente; 1,3 milioni per analoghi interventi allo sbarramento mobile antisale sul Po di Gnocca; sempre 1,3 milioni per lo sbarramento mobile antisale alla foce del Po di Tolle; 10mila euro lo sbarramento mobile antisale sul Po di Gnocca fra Ariano e Porto Tolle; 40mila euro per la riparazione di una pompa dell’idrovora Bonello; 700mila euro per lavori alle idrovore di Ca’ Venier, Ca’ Dolfin e Goro. Francesco Campi

CAVO MAESTRO Tra gli interventi programmati dal Consorzio di bonifica Adige Po, vi è anche quello per il Cavo Maestro alla Bocca Paleocapa

Gli ex allievi dell’Angelo custode si ritrovano L’APPUNTAMENTO ROVIGO È in programma il 21 set-

tembre il ritrovo annuale degli ex allievi del collegio vescovile Angelo custode. L’appuntamento torna come occasione per ricordare “i migliori anni” tra compagni di scuola, insieme alla riconoscenza per i sacerdoti che furono loro insegnanti. L’incontro avrà due momenti di ritrovo: il primo alle 17 a Canaro per visitare la mostra permanente che la biblioteca comunale dedica a don Edgardo Stellin. L’iniziativa, inaugurata il 5 maggio, è nata dalla collaborazione tra Comune, curia vescovile, Guardia di finanza e Cedi, insieme alla donazione della bi-

blioteca di don Edgardo, che dopo aver animato la locale parrocchia di Santa Sofia tra il 1970 e il 1974, nel 1975 ricevette l’incarico di vice rettore e assistente spirituale ai giovani studenti dell’istituto Angelo custode. Fu poi anche cappellano militare addetto alla caserma Polesine della Guardia di Finanza, continuando con dedizione la missione sacerdotale anche tra i giovani della Legione Allievi della Finanza, ospitata a Rovigo dal 1984 al 1992. Il secondo momento di ritrovo degli ex allievi del collegio vescovile sarà alle 18.30, con la visita alla biblioteca del seminario, al primo piano dell’ex Angelo custode. Le aule che accoglievano gli studenti, ora accolgono solo libri:

L’EX SCUOLA L’Angelo custode ha chiuso l’attività da anni

140mila volumi con rarità come 60 incunaboli, i primi libri a essere stampati dal Quattrocento, e 750 libri del Cinquecento che in numero così elevato non si riscontrano nemmeno tra le biblioteche più famose. La Cappella del seminario ospiterà alle 19.15 la messa in ricordo dei sacerdoti che prestarono la loro missione educativa alla scuola della diocesi, da cui uscirono molte generazioni, spesso proseguendo gli studi all’università e raggiungendo livelli professionali di prestigio. La giornata si concluderà con una cena conviviale, alle 20, nelle sale del refettorio del seminario. Per adesioni: 335/5797333 (Nicola Guarnieri) e 0426/21338. Nicola Astolfi

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Il presidente: «Uffici attivi e a ottobre i cantieri» GLI INTERVENTI ROVIGO Il Consorzio di bonifica

Adige Po, senza nascondere la propria soddisfazione per i tre importanti interventi che a breve prenderanno le mosse, spiega come il governatore Luca Zaia, in veste di commissario delegato per i primi interventi urgenti di Protezione civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato il Veneto dal 27 ottobre al 5 novembre scorsi, con due ordinanze, la numero 5 del 2 aprile e la numero 9 del 22 maggio, ha approvato gli elenchi degli interventi ammessi a finanziamento proposti dal Consorzio, nominandone il direttore soggetto attuatore. Il Consorzio spiega che i lavori «sono stati immediatamente redatti a livello esecutivo e dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni, sono stati appaltati i primi giorni di agosto: dopo le verifiche previste dalla normativa, già a metà settembre verranno sottoscritti i contratti di appalto e si darà immediatamente il via ai lavori». A illustrarne i dettagli è il presidente Mauro Visentin: «I primi due interventi, quello in corrispondenza della Botte Paleocapa e quello lungo il canale Buniolo, sono indispensabili per garantire la sicurezza idraulica di vasti territori che potrebbero subire allagamenti in occasione di precipitazioni intense, ormai non più così rare a seguito dei cambiamenti climatici come abbiamo avuto modo di constatare in questi ultimi anni. Il terzo intervento garantirà la continuità del servizio irriguo per effettuare il quale è necessario derivare le necessarie portate dall’Adige. Il Consorzio ha dimostrato una capacità progettuale invidiabile: in soli quattro mesi è riuscito a portare a termine la progettazione esecutiva di tre progetti per un importo consistente. Gli uffici amministrativi sono riusciti a redigere i bandi di gara e appaltare immediatamente i lavori i cui cantieri saranno attivi già da ottobre». F.Cam.

Cinque borse di studio per ingegneria informatica ISTRUZIONE ROVIGO Scade domani la possibilità per i laureati triennali in Ingegneria dell’informazione di partecipare al bando che assegna 5 borse di studio, di 3.000 euro ciascuna e della durata di due anni, per frequentare all’università di Ferrara i corsi di laurea magistrale in Ingegneria informatica e dell’automazione, o di Ingegneria elettronica per l’Information and communication technology. L’iniziativa è promossa dall’ateneo ferrarese e Datalogic, nell’ottica di una collaborazione sempre più stretta tra università e

impresa, ed è rivolta ai migliori laureati triennali in Ingegneria dell’informazione negli atenei al di fuori dell’Emilia-Romagna. La domanda dovrà essere consegnata o inviata via raccomandata all’Ufficio Protocollo dell’università di Ferrara: il bando e la domanda di partecipazione sono disponibili all’indirizzo www.de.unife.it/datalogic. «Dopo i progetti di tirocini e tesi aziendali, queste borse spiega Cesare Stefanelli, docente del Dipartimento di Ingegneria - mirano ad attrarre i migliori talenti che potranno studiare al nostro ateneo e cominciare a conoscere la realtà Datalogic». N.Ast.


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LUNEDÌ 9 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

Critiche a Salvini dall’ex segretaria della Cgil, a Pian Cansiglio per ricordare i 480 caduti nella lotta di Liberazione

Lavoro e giustizia sociale contro le paure Camusso scalda i cuori al raduno Anpi dall’Anpi di Treviso, Belluno e Pordenone, in collaborazione con Avl. Ci sono i sindaci, con i loro gonfalone, i politici ed i sindacati. Camusso ricorda chi si è sacrificato nella Lotta di liberazione, non per i propri interessi ma dando la vita per il Paese. Gli ultimi 14 mesi, invece, «hanno messo in evidenza drammatica che chi governa con le paure determina solo un orizzonte totalitario e antidemocratico. Le paure sono figlie della solitudine, di quella solitudine che ci fa vedere gli altri come un potenziale nemico, che non ha più la prospettiva che si può cambiare, ma ha solo l’idea di difendere il suo piccolo territorio contro tutti gli altri». La storia che abbiamo attraversato in questi mesi ci dice che tra un Paese solidale e un Paese in cui si è rotta la solidarietà c’è differenza. Ecco perché – riprende Camusso – abbiamo uno straordinario bisogno di ricostruire legami sociali, solidarietà, tenuta sociale e di cancellare quell’ondata di rancori infiniti che hanno caratteriz-

IL RADUNO

iluvia su Pian Cansiglio. Il tempo, per il “popolo della Resistenza”, di cantare l’Inno d’Italia e “O bella ciao”, davanti al monumento ai 480 caduti, e poi tutti dentro la tensostruttura per la commemorazione. Il disagio è evidente ma Susanna Camusso, già segretaria generale della Cgil, riesce a riscaldare i cuori. «Siamo in giorni strani perché abbiamo un po’ tutti la sensazione di avere scampato un grande pericolo», sospira, ricevendo il primo applauso. «Questo è il sentimento prevalente. Possiamo nasconderlo o trattarlo in analisi raffinate, ma abbiamo scampato un pericolo. Una giornata come oggi è ancor più importante perché ci dice una cosa preziosissima: che se perdiamo il filo della nostra storia e della nostra memoria non siamo al riparo da un futuro buio e con grandi difficoltà». Siamo all’annuale raduno in Cansiglio, organizzato

D

Il raduno partigiano a Pian Cansiglio

zato la storia politica più recente. La paura? La sua vera origine non sono i migranti, ma – secondo la sindacalista – i giovani, coloro che stanno abbandonando il nostro Paese, perché non hanno un futuro, un lavoro. Ecco perché la Costituzione è in gran parte ancora da applicare, anzitutto nel suo primo articolo, il diritto al lavoro. Che non è – come ha ricordato la leader del sindacato – il diritto alla precarietà. È la Costituzione invece che detta le linee guida dalla giustizia sociale. Il raduno, aperto con il saluto di Marco Bortolussi dell’Anpi bellunese, e prima ancora la messa nella cappella di Sant’Osvaldo, è proseguito con Maria Chiara Marangon dell’Anpi di Vittorio Veneto che ha letto un messaggio (di “vicinanza”) del presidente regionaleLuca Zaia, sottolineato dagli applausi dopo qualche buu iniziale. Quindi l’introduzione del sindaco di Vittorio Veneto, Antonio Miatto, letta dal consigliere Roberto Parrel-

Susanna Camusso

la, segretario della Lega. «Gli ideali della Resistenza ci accomunano ancora oggi e ci portano a respingere l’odio e la conflittualità», ha scritto Miatto, che ha ringraziato l’Anpi e l’Istituto Isrev per la collaborazione sempre attiva. Lucia Olivotto, vicesindaca di Belluno, si è augurata, ricordando la generosità dei partigiani, che «il bene del Paese va oggi un po’ meno proclamato e di più praticato». Senza perdere il senso delle parole, come ha raccomandato Camusso. Per prime le parole della Resistenza: libertà, democrazia, pace, solidarietà, dignità, quindi rispetto degli altri. — Francesco Dal Mas BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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LUNEDÌ 9 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

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le nomine del governo

acQUe agitate nel carroccio veneto

Nei giorni scorsi il veneziano Andrea Martella, a destra in basso al tavolo Pd-M5S per formare il nuovo governo Conte

I nuovi sottosegretari: Martella e Variati i due assi del Pd veneto Luisa Serato, seconda da destra tra il segretario federale Matteo Salvini e l’europarlamentare Mara Bizzotto, chiede più democrazia nella Lega

Lega, bufera sui commissari Serato: democrazia negata La presidente di Cav: «Se il partito invoca il voto perché non convoca i congressi consentendo ai nostri militanti di eleggere i dirigenti anziché nominarli dall’alto?»

Filippo Tosatto È un patto leonino ma non indolore quello culminato nella nomina dei sette commissari provinciali da parte del direttorio della Lega. Una mossa annunciata, in vista della stagione congressuale del 2020 e del varo definitivo del partito sovranista e tricolore capitanato da Matteo Salvini - uscito malconcio dalla crisi di governo agostana ma deciso a mantenere salde le redini in Via Bellerio - che segna la convergenza delle figure più significative del lighismo nostrano: i ministri uscenti Lorenzo Fontana (commissario in Veneto dopo l’addio di Gianantonio Da Re, migrato a Bruxelles) ed Erika Stefani, il governatore Luca Zaia, i veterani della Regione Roberto “bulldog” Marcato e Nicola Finco. Concordi nella nomina di figure di riferimento chiamate ad un ruolo delica-

to nell’immediato futuro, inclusa la definizione della coalizione e dei candidati alle elezioni regionali di primavera, dove la corazzata a trazione leghista - articolata magari in un tridente che comprenda il simbolo ufficiale, la lista presidenziale ed un “cartello” dei sindaci - mirerà a mietere la maggioranza assoluta dei consensi nel segno del Zaia ter. L’ASSE FONTANA-ZAIA

Si spiega così la cooptazione condivisa, “cencelliana” verrebbe da dire, dei nuovi commissari. L’inossidabile zaiano Gianangelo Bof (Treviso); Filippo Lazzarin, fiduciario di Marcato, a Padova; il veronese Nicolò Zavarise, fedelissimo di Fontana; Matteo Celebron indicato da Finco a Vicenza; e poi le federazioni di Venezia e del Veneto Orientale unificate e affidate al giovane Andrea Tomaello, gradito all’intero direttorio; l’apprez-

zato Franco Gidoni a Belluno e l’esperto Guglielmo Ferrarese voluto a Rovigo dal “padrino” polesano Cristiano Corazzari. Amministratori locali, capaci (negli auspici, almeno) di garantire un trait d’union con il territorio. Tutto bene? Non proprio. Perché ad agitare acque provvede Luisa Serato, l’avvocato posto alla presidenza di Cav (la società mista di concessioni autrostradali) per volontà del governatore. In un post acuminato su Facebook, la battagliera leghista di San Martino Lupari - da tempo in rotta con la sezione d’appartenenza e il gruppo dirigente padovano - contesta il ricorso sistematico al commissariamento, sollecitando ai compagni di strada un bagno di democrazia. DAL GELO AL TAM TAM

«Al mio partito, che invoca con forza la sublime la prova democratica delle elezioni,

la trattativa

Autonomia, la Stefani a Boccia «Deve rispettare i governatori» Botta e risposta a distanza fra il nuovo ministro e la veneta che l’ha preceduto: «Dice che la riforma sarà costituzionale? Anche la nostra lo era» VENEZIA. La Lombardia recla-

ma la competenza sulla scuole, la Liguria minaccia il referendum mentre l'Emilia-Romagna rilancia la propria proposta considerata «un punto di equilibrio». Il tema dell'auto-

nomia, punto cardine del programma di governo della Lega di Matteo Salvini, scalda le regioni del Nord Italia, che da qualche giorno si trovano di fronte il nuovo esecutivo giallorosso. E, proprio dal neoministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, arriva l'avvertimento: «la Costituzione va onorata. L'autonomia che ho in mente deve avere un collante, tenere per mano il Paese che è uno e crede fortemente

nell'Europa; le sue autonomie sono un valore da difendere». Parole che non convincono ancora i governatori del Nord, presenti ieri a Cernobbio. «Noi andremo avanti», avverte Toti parlando dell'iter già avviato nel consiglio regionale ligure. Rincara la dose il presidente lombardo, Attilio Fontana. «Se alla Lombardia non sarà concessa la competenza sulla scuola, la Regione è pronta a varare una sua legge - afferma

che cosa vieta di essere conseguente convocando da subito regolari congressi per dar, finalmente, voce anche ai propri militanti? Sono perplessa ... », è la frecciata. Accolta dal gelo silenzioso di quadri e militanti, lesti però ad alimentare un tam tam interno fitto di telefonate, mail e messaggi convulsi. «A differenza di chi tace per paura o calcolo meschino, io sono una persona libera che esprime a voce alta il proprio pensiero», rincara lei «sono iscritta alla Lega da trent’anni e ho a cuore soltanto il futuro del movimento, per questo ritengo che l’istituto straordinario del commissario non possa diventare la regola. Ora gli impegni e le pressioni di governo sono venuti meno, perché non vengono convocati i congressi ed eletti i segretari attraverso il voto della base?». Un interrogativo legittimo, ancorché divisivo. Che attende risposta. —

-. C'è una sentenza della Corte Costituzionale che già dichiara che le Regioni possono organizzare una parte di questa materia». Ma non è solo sulla scuola che si accende il dibattito politico. In ballo anche la sanità, materie per le quali il Nord è pronto a scendere in piazza. Contrario il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che sull'autonomia ritiene possibile «un'intesa ragionevole» ma a patto di «non toccare la scuola pubblica e la sanità pubblica e poi difendere le ragioni del Sud». A cercare un punto d'incontro è l'Emilia-Romagna che, per bocca del suo presidente Stefano Bonaccini, considera la propria proposta «un punto d'equilibrio nella nuova compagine di governo

VENEZIA. Persa 2-0 la partita

dei ministeri con il M5S, il Pd veneto prova a rialzare la testa con i sottosegretari che verranno nominati nel prossimo Consiglio dei ministri. In queste ore si infittiscono i colloqui tra i dirigenti veneti e lo staff di Zingaretti. Su due nomi la massima convergenza: Andrea Martella e Achille Variati. Il coordinatore della segreteria nazionale del Pd è stato il tessitore dell'alleanza di governo con i grillini e ha partecipato al tavolo che ha redatto il programma con i capigruppo di Camera e Senato dei rispettivi partiti. Zingaretti coltiva un obiettivo molto ambizioso: assegnare ad Andrea Martella il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri per equilibrare il rapporto con il M5S che a Palazzo Chigi ha designato Riccardo Fraccaro, braccio destro di Luigi di Maio. La scelta non è stata facile, perché il premier Conte voleva affidare a Roberto Chieppa il ruolo di Fraccaro, ma di fronte all'ultimatum del m5S, il premier ha alzato bandiera bianca. Le indiscrezioni vogliono che al segretario generale di Palazzo Chigi possa essere affidata la delega all’editoria: Chieppa potrebbe quindi assumere un incarico politico come sottosegretario. In questo scenario, si potrebbe aprire la porta anche al Pd. E se Nicola Zingaretti non ha voluto vicepremier e Andrea Or-

per trovare una maggioranza che possa portarla avanti». Taglia corto il ministro Boccia, che proprio durante il primo consiglio dei ministri del nuovo governo ha impugnato una legge del Friuli Venezia Giulia. Il titolare degli Affari Regionali si dice pronto ad incontrare al ministero i gover-

Pressing delle Regioni del Nord, il lombardo Fontana: «Scuola, pronti a fare una nostra legge» natori di tutte le regioni coinvolte. «La casa comune delle Regioni è il ministero - ha detto -, è a loro disposizione e la Conferenza Stato-Regioni vor-

lando ha rifiutato qualsiasi incarico di governo in nome del rinnovamento, la scelta potrebbe ricadere su Martella. L'operazione si presenta molto delicata ma se andasse in porto rappresenterebbe il riconoscimento del peso politico di un esponente del Veneto in un governo che brilla per la presenza di ministri della Campania, Puglia e Lazio. Ce la farà Martella? Se la porta di Palazzo Chigi non si dovesse aprire, l’ex deputato veneziano è in pole position per affiancare il ministro Paola De Micheli come sottosegretario alle infrastrutture. L'altro nome che gode di grande credito è quello di Achille Variati. Zingaretti ha un patto d’onore con Variati e intende onorarlo, anche se l'ex presidente nazionale delle Province ha sempre ribadito di essere contrario a un accordo con i Cinque stelle. Difficile però che possa ottenere la delega alle Autonomie con Boccia. E le altre poltrone? Nella lista che a Roma si sta valutando c'è tutta la geografia delle correnti. Dal deputato veronese Gianni Dal Moro che guida l’area Renzi, al senatore veneziano Andrea Ferrazzi, ma anche il consigliere regionale e imprenditore Franco Ferrari. Ce la farà? Aspirazioni legittime, come quelle del segretario dem Alessandro Bisato in quota Martina, o di Roger De Menech. — Al.S.

rei lavorasse molto meno sulle leggi da impugnare. Voglio rassicurare Fontana: andrò da lui, da Toti, Zaia, Bonaccini. Dobbiamo improntare il rapporto su una collaborazione senza verità inconfutabili, non reagirò a nessuna provocazione». E in serata è arrivato anche l’intervento dell’ex ministro per gli Affari Regionali, la vicentina Erika Stefani. «Quanto alle dichiarazioni di Boccia sulla riforma che farà e che - dice - sarà costituzionale, ricordo che anche la nostra lo era. Consiglio al neo ministro Boccia di esaminare bene i dossier relativi alla trattativa svolta e soprattutto di non fare dichiarazioni troppo precipitose perché i governatori meritano rispetto essendo i portavoce di milioni di cittadini».—


LUNEDÌ 9 SETTEMBRE 2019 LA TRIBUNA

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TREVISO

Treviso Corso del Popolo, 42 Centralino0422/417.611 Fax 0422/579.212 Abbonamenti 800.420.330 Pubblicità 0422/75.611

La Marca e il vino

Mercato saturo, stop a nuovi vigneti La Regione contingenta anche il Pinot Zaia ieri a San Pietro: l’area vitata resta inalterata. Nardi, Consorzio Prosecco: «Basta quantità, vogliamo elevare la qualità» In Veneto sono contingentate le produzioni di Prosecco, sia Doc che Docg, di Pinot grigio, di altre uve pregiate, come quelle della Valpolicella. Nessun altro metro quadro di vigneto, dunque, nessun altro riconoscimento, taglia corto Luca Zaia, presidente della Regione, mentre la vendemmia solidale a “Le Manzane” di San Pietro di Feletto è stata interrotta ieri mattina dal diluvio. Poco lontano da qui, sono stati scoperti tre abusi: barbatelle piantate là dove non dovevano esserci. «C’è sempre qualche mela marcia, però», mette le mani avanti il governatore, mentre lo ascoltano Ernesto Balbinot, intraprendente vignaiolo e Innocente Nardi, presidente del Consorzio Conegliano-Valdobbiadene, «non è che possiamo generalizzare. Se qualcuno notte tempo va con una ruspa a dare una spianata ad un boschetto senza autorizzazioni, quello commette un reato. Ma non si può dire che tutti i produttori si comportino allo stesso modo. E sono ben 3300». Nardi condivide, chiede misure severe, per tutelare i produttori che rispettano i codici che loro stessi si sono dati. IL CONSORZIO

«Basta quantità, vogliamo elevare ulteriormente la qualità e valorizzare il contesto ambientale in cui operiamo», ribadisce il presidente del Consorzio, «Di-

Da sinistra Ernesto Balbinot con il governatore Luca Zaia ieri alla vendemmia solidale di San Pietro di Feletto

fenderemo a tutti i costi la biodiversità, quindi il bosco che occupa più del 50% del territorio. Ce lo chiede anche l’Unesco». Il Prosecco Docg tira sui mercati internazionali, anche se non mancano i problemi, come quelli provocati dalla Brexit. Le uve saranno pagate quest’anno un po’ meno

che nel 2018 – 90 centesimi o un euro il prosecco Doc, un euro e 30 centesimi il Prosecco Docg, al chilo evidentemente –, la riduzione dunque è contenuta. «Ma siamo arrivati alla saturazione», afferma a questo proposito Nardi, «e quindi è giusto fare stop. Da qui anche lo stoccaggio di 15 quin-

tali ad ettaro». IL CONTINGENTAMENTO

Le misure di contenimento accomunano un po’ tutti i vini. Lo conferma Zaia. «Il Pinot grigio, di cui abbiamo fatto una nuova doc (sono 3 milioni di ettolitri), ha sospeso nuovi riconoscimenti per 3 anni. Il suo mercato è

asfittico. Il Prosecco va meglio, ma anche il Doc si è dato degli stoccaggi» . Quindi, in sostanza, l’area vitata rimarrà grossomodo quella che c’è già. Non un metro in più. Semmai un metro in meno. E soprattutto sulle colline Unesco. «Che passi l’idea che un bosco naturale, dove c’è sempre stato,

l’evento

Manzane, torna la solidarietà Quest’anno soldi contro la Sla Nonostante una tempesta d’acqua abbia impedito di proseguire con la vendemmia solidale all’azienda agricola Le Manzane di San Pietro di Feletto, la generosità della famiglia di Ernesto Balbinot e dei numerosi partecipanti non verrà meno. Lo ha assicurato lo stesso Balbinot. I fondi comunque raccolti saranno devoluti a un ente benefico, quest’anno la onlus Revert per la cura della sclero-

si laterale amiotrofica (Sla), grazie a un progetto sviluppato in collaborazione con l’impresa sociale Edipo Re. Era presente ieri anche Sammy Basso, con il governatore Zaia e il presidente del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Innocente Nardi. «In sette edizioni di vendemmia solidale (questa è l’ottava) sono stati raccolti 65.000 euro», dice Balbinot, «destinati a progetti di ricer-

Sammy Basso

possa diventare vigneto», insiste Zaia, « la vedo veramente un’impresa ardua e pressoché impossibile. Poi ci sono delle aree che avevano dei vigneti e sono state colonizzate dalle sterpaglie che magari verranno recuperate. Però il bilancio delle superfici rimarrà sempre zero, perché se noi vediamo qualcuno piantare vigneto vuol dire, nella maggior parte dei casi, che la piantagione è stata tolta da un’altra parte». Prima del Decreto 2009, il Prosecco contava circa 60 milioni di bottiglie nella Doc, in collina, e circa 160 milioni di bottiglie nella Igt, la pianura. Quindi 220 milioni di bottiglie. Oggi, tutto il Prosecco cuba 650 milioni di bottiglie, «Con quel decreto», spiega Zaia, «il nome Prosecco lo può utilizzare solo il nostro territorio mentre prima lo poteva sfruttare tutto il mondo. Piantare ancora? Decisamente no. Ristrutturare vigneti? Sì, nel senso che se uno ha un vigneto vecchio e lo vuole ripiantare è un suo diritto farlo». Ma da due anni Zaia non firma più decreti, visto e considerato che il mercato è pressocché in equilibrio. «Adesso spetta ai consorzi e ai produttori gestire bene il mercato. 650 milioni di bottiglie sono almeno 200 milioni di bottiglie in più dello champagne. Sono circa 3 miliardi di euro di fatturato». Ma, appunto, basta. — Francesco Dal Mas

ca o per aiutare persone in difficoltà». Balbinot si è presentato da Zaia con il bottiglione che ricorda i 50 anni docg. «Questa è una famiglia che sa coniugare storia e futuro, attraverso la passione per i vini, ma anche quella per la solidarietà e il rispetto dell’ambiente», ha detto Zaia. Basti dire che gran parte della cantina è nelle profondità di una collina che continua a essere coltivata a prosecco. La vendemmia solidale è stata presentata a Isola Edipo, rassegna che si è svolta al Lido di Venezia durante la Mostra del Cinema, a bordo e attorno all’Edipo Re, la storica imbarcazione che Pier Paolo Pasolini ha condiviso con il pittore Giuseppe Zigaina. — F.D.M


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LUNEDÌ 9 SETTEMBRE 2019 LA NUOVA

MESTRE

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uffici pubblici

la mobilitazione

Rivoluzione agli sportelli Inps pratiche solo su prenotazione

Ecco le prime adesioni per l’acquisto della torre di Tessera

L’accesso resterà libero solo per i servizi veloci come il rilascio Pin e documenti Da oggi tocca a Mestre, dal primo ottobre Dorsoduro e le sedi provinciali

Eugenio Pendolini Addio code allo sportello, servizi più veloci e puntuali e uffici aperti due giorni in più a settimana. Da oggi l’Inps di Mestre inaugura il nuovo servizio di prenotazione agli sportelli informativi. Dall’1 ottobre la novità sarà estesa a tutta la provincia di Venezia. Le restanti agenzie del Veneto, invece, si doteranno del nuovo sistema entro fine anno. Come spiega Vincenzo Petrosino, direttore Inps provinciale, il servizio di prenotazione permetterà all’utente di fissare un appuntamento tramite il contact center raggiungibile attraverso il numero verde 803.164 (per chi chiama da telefono fisso), oppure il numero 06.164.164 (per chi chiama da cellulare), oppure usando l’App “Inps mobile”. A disposizione anche il sito internet dell’istituto: basterà cliccare sulla sezione “sportelli di sede”. L’Inps metterà a disposizione degli slot orari predefiniti: otto minuti per le prestazioni, dieci minuti per le pensioni. A seconda della disponibilità, l’utente potrà prenotare il suo appuntamento a piacimento. L’accesso su prenotazione riguarderà i servizi informativi tradizionali. Ad esempio: i requisiti e le modalità di accesso alle prestazioni dell’Istituto o la verifica dello stato di una domanda di servizio. L’accesso resterà libero, senza necessità di prenotazione, per i servizi veloci come il rilascio dei Pin, la consegna di documenti, la stampa della certificazione unica.

La sede Inps di via Fogazzaro a Mestre: da oggi si accede agli uffici solo su prenotazione

Fino a oggi vigeva la regola del “chi prima arriva meglio alloggia”. L’attesa media? 45-50 minuti. «Basta immaginare la comodità che può avere un lavoratore o un pensionato che deve accudire i nipotini. Ora», dice Petrosino, «si dovrà calco-

Fino a ieri l’attesa media era di 45-50 minuti. «Così sarà meglio per tutti» lare soltanto il tragitto da casa fino all’agenzia e poi il minutaggio di erogazione del servizio. Un risparmio di tempo non indifferente». Il vantaggio riguarderà sia gli utenti, sia i dipendenti

(300 in tutta la provincia). Si eviterà infatti il rischio di creare una folla negli orari di apertura di mattina. Sarà così consentito un accesso più scaglionato, con una sala d’attesa svuotata. Gli orari d’apertura sono la seconda novità. A causa dell’elevato afflusso di utenti (l’agenzia di Mestre è la più utilizzata, ed è questo il motivo per cui qui inizierà la sperimentazione), oltre agli attuali tre giorni di apertura (lunedì, martedì e giovedì), a partire da oggi - e a seguire dall’1 ottobre nel Veneziano - gli uffici apriranno anche il mercoledì e il venerdì. Invariato l’orario: 9-13. «L’ulteriore vantaggio», aggiunge il direttore, «è che, al contrario di quanto successo finora, con l’App d’ora in avanti si potrà inserire una no-

ta con cui si anticipa il motivo per cui ci si reca in agenzia. Questo, consentirà un servizio ancor più veloce e puntuale da parte dei dipendenti». Il nuovo sistema di prenotazione è a costo zero. Il tutto, infatti, è stato realizzato usando la tecnologia già in possesso degli uffici Inps del territorio. Dopo il prima via libera di oggi a Mestre, dal primo ottobre entrerà in funzione anche nella sede centrale di Dorsoduro, nell’agenzia complessa di San Donà e nelle tre agenzie territoriali di Chioggia, Portogruaro e Dolo. Con 850 mila residenti in tutta la provincia, il bacino d’utenza degli uffici Inps coinvolge 220 mila pensionati, 26 mila aziende private e 220 mila lavoratori. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

le opposizioni sull’accordo porto-comune

Pili, ipotesi di cessione «È un mastodontico conflitto di interessi» «Chiamiamo le cose con il loro nome: sulla questione dell’area dei Pili è in atto un mastodontico conflitto d’interessi con al centro le proprietà di Brugnaro. È agghiacciante leggere delle richieste da parte del Comune, cioè di Brugnaro, all’Autorità Portuale per poter avere a disposizione ancora più aree che vanno a valorizzare e potenziare quelle di pro-

prietà personale dell’attuale sindaco». È critico Giovanni Andrea Martini, presidente della Municipalità di Venezia, sulla trattativa tra il Porto e Ca’ Farsetti su alcune aree - tra cui appunto quella dei Pili a Marghera - per la gestione urbanistica. «Questo è solo il primo atto del saccheggio di bene pubblico che si delinea all’orizzonte», denuncia Martini, «I casi so-

«La chiesa di Tessera e la sua torre, così come tutto il complesso sul quale insistono sono un bene di grandissimo valore, il mio sogno sarebbe che diventassero patrimonio culturale della città oltre che religioso». Il parroco di Tessera, don Lionello Pellizzer, interviene sulla possibile vendita della chiesa di Sant’Elena, dell’XI secolo, della torre campanaria e dell’antico convento annesso. La chiesa è privata, esiste una convenzione con i proprietari, per la quale la Curia si occupa della manutenzione straordinaria, la parrocchia di Tessera di quella ordinaria. La famiglia fornisce alla chiesa la luce e non fa pagare la bolletta», spiega il parroco, «e di questo ringrazio». Don Lionello cerca di mantenerla in vita celebrando messe e matrimoni, ma sarebbero molti i lavori da fare per recuperarla e riportarne alla luce le vestigia. «Potrebbe ritornare ad essere un gioiello se fosse scavata e fosse fatta riemergere la parte originale antichissima, il volto di quando è nata», spiega. Ma per fare questo servirebbero soldi. Il timore del sacerdote è che il monumento prima o poi venga abbandonato: i parroci sono sempre meno, i sacerdoti hanno più chiese e la Curia –

La torre di Tessera

che pure ha la prelazione – non ha i finanziamenti per acquistarla. «Il mio sogno è che le associazioni, il Comune, prendano in mano questa partita, perché davvero un simile luogo potrebbe essere sfruttato in mille modi mantenendo il culto religioso da una parte e realizzandovi attività culturali all’altra. Un patrimonio aperto a tutta la città». Nel frattempo Cesare Campa, presidente dell’associazione Circolo Veneto, raccoglie l'appello: «Mi impegno a partecipare e far parte di un’eventuale pool di gruppi e associazioni interessate all’acquisto». Marta Artico

l’incontro

Viabilità e sviluppo aeroportuale Domani un dibattito con Save Rotonda, piste ciclabili e opere pubbliche a lungo attese. Domani alle 20. 30, nello spazio della pista da ballo della Sagra della Sbrisa, l’associazione TesseraBella organizza un incontro sui temi che coinvolgono lo svi-

no due: o si sospende immediatamente la “trattativa” tra Porto e Comune sul controllo delle aree finché Brugnaro resta sindaco e intanto si procede alle bonifiche, o Brugnaro vende in blocco le sue proprietà a terzi che nulla hanno a che fare con lui». Molto critici anche Ottavio Serena e Renzo Scarpa (Gruppo Misto): «Serve fare chiarezza sulle proprietà, sulla situazione ambientale, sugli sviluppi possibili e opportuni. Non bastano periodiche dichiarazioni sulle problematiche inerenti il blind trust e il suo titolare effettivo», chiariscono, «Occorre trasparenza totale e reale, le problematiche emergenti vanno discusse nei tempi e

luppo aeroportuale. Parteciperanno all’incontro una rappresentanza di Save, l’assessore alla Mobilità, Renato Boraso, la consigliera comunale Deborah Onisto, il presidente della Municipalità, Marco Bellato.

nelle modalità previste per legge e nelle sedi istituzionali, ovvero commissioni consiliari e Consiglio. Non ci sembra che ciò avvenga». I consiglieri ricordano «i ritardi, le mancate risposte e quelle che appaiono come vere e proprie omissioni attorno ad una delle aree più interessanti dal punto di vista logistico attorno alla Città di Venezia». Almeno dieci tra interrogazioni, interpellanze, mozioni «non sono stati sufficienti a far insediare una specifica commissione consiliare, come da noi proposto agli inizi del 2018 e non ancora arrivata in consiglio comunale seppure già discussa in 1ª commissione il 13 marzo 2018». — Ru.B.


III

Treviso

Lunedì 9 Settembre 2019 www.gazzettino.it

Scuola al via: «Bimbi no vax a casa» Il presidente della Fism di Treviso, che raggruppa 220 ` Tra oggi e mercoledì tornano sui banchi i piccoli dai 3 anni materne paritarie, invita i genitori a non lanciare sfide in questa fascia di età ci sono 600 totalmente inadempienti `

L’APPELLO TREVISO «Spero non ci siano ge-

nitori che intendano lanciare delle sfide presentandosi davanti agli asili nel primo giorno del nuovo anno scolastico per chiedere di far entrare anche il proprio figlio non in regola con l’obbligo vaccinale. In casi del genere non potrebbero che ricevere come risposta un atto di inammissibilità. La legge è in vigore ormai da tempo. Tutti conoscono i termini. Con l’inizio del nuovo anno nelle materne potranno entrare solamente gli alunni che hanno risposto all’obbligo vaccinale». E’ di fatto un appello al mondo dei no-vax quello lanciato da Francis Contessotto. Il presidente della Fism di Treviso, la federazione provinciale che nella Marca raggruppa 220 asili paritari, frequentati da quasi 17mila bambini, auspica che non ci siano provocazioni che potrebbero sfociare solo in un muro contro muro.

ni, sempre a Treviso, c’era un bambino che non aveva risposto all’obbligo vaccinale ma che poi è corso ai ripari. «Non ci sono state segnalate grosse difficoltà su questo fronte», conferma Barbara Sardella, dirigente dell’ufficio scolastico provinciale.

L’ATTENZIONE L’attenzione ora è in parti-

IL BANCO DI PROVA Lo scorso anno in alcune situazioni è stato addirittura richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Le scuole non vorrebbero che si arrivasse a tanto. Il momento della verità si avvicina. Tra oggi e mercoledì torneranno sui banchi i bambini dai tre ai sei anni delle materne del trevigiano. L’Usl della Marca ha calcolato che in questa fascia d’età ci sono 600 bambini che non hanno ancora effettuato nemmeno un vaccino. Totalmente inadempienti, è la loro classificazione tecnica. Se si guarda alle singole coperture, poi, si scopre che sono i mille bambini trevigiani in età da materna ancora non vaccinati contro il morbillo. Alcune famiglie no-vax speravano in una modifica della legge Lorenzin. Che alla fine non c’è stata. Quante di queste si presenteranno negli asili per il primo giorno del nuovo anno? I coordinatori delle strutture sperano nessuna. A quanto pare le paritarie hanno qualche preoccupazione in più rispetto alle scuole dell’infanzia statali. Nell’istituto comprensivo Coletti di Treviso, ad esempio, gli alunni degli asili sono tutti in regola. In quello delle Stefani-

IL PRESIDENTE Francis Contessotto

L’ATTENZIONE È ALTA SOPRATTUTTO NELLA ZONA DELLA CASTELLANA, DOVE LA COPERTURA È PIÙ BASSA

colare sulle paritarie. Soprattutto nella zona tra Castelfranco, Asolo e l’area del Grappa. Qui le coperture sono rimaste relativamente basse. L’indicatore classico per misurare l’adesione è l’antipolio. Il distretto di Treviso è sopra il 95 per cento. Quello di Pieve di Soligo viaggia sul 92 per cento. Mentre il distretto dell’ex Usl di Asolo fatica tra l’87 e l’88 per cento. «A livello generale la meda ci dice che potrebbero esserci tra i due e i tre bambini per scuola non in regola con l’obbligo vaccinale – fa il quadro Contessotto – certo, la distribuzione può variare. Ma non si tratta di un gruppetto piccolissimo». L’azienda sanitaria ha già passato in rassegna gli elenchi degli iscritti inoltrati dalle scuole. Ed è costantemente pronta ad aggiornarli. Tra i bambini che potranno frequentare gli asili senza problemi, infatti, non ci sono solamente quelli che hanno fatto tutti i vaccini obbligatori, ma anche quelli per i quali le rispettive famiglie hanno almeno preso un appuntamento con l’Usl per procedere con le iniezioni. «In questi casi gli appuntamenti vengono fissati in tempi brevi», ha spiegato Sandro Cinquetti, direttore del servizio Igiene e Sanità pubblica dell’azienda sanitaria. Di conseguenza nessuno potrà più giocare con gli appuntamenti chiedendo dei continui rinvii, come successo nello scorso anno scolastico. Mauro Favaro

ABBANDONATI I giocattoli buttati sul ciglio della strada e recuperati da una mamma per altri bimbi

Trova giocattoli tra i rifiuti mamma li dona in Pediatria L’ESEMPIO TREVISO «Non potete buttare nel cestino i sogni dei vostri figli. C’è sempre qualche bambino bisognoso di giochi». Sofia avrebbe potuto impegnare in mille modi diversi la sua domenica. Invece ha scelto di fermarsi, raccogliere un sacchetto divelto, selezionare lego, robot, macchinine, portarle a casa, lavarli, sistemarli e prepararli per il reparto di pediatria. Mamma antispreco? «Credo sia un gesto bruttissimo sbarazzarsi delle cose dei propri figli in questo modo. I giochi sono come i libri, si regalano, non si buttano».

LA SCOPERTA

L’OBBLIGO La legge prevede che tutti i bambini siano vaccinati

Sofia P. 38 anni, mamma di Flavia, ha trovato davanti a casa un sacchetto divelto con un corredo di giochi da bambino, ancora utili ma completamente sporcati da terra e pioggia. Li ha sistemati, rimessi in ordine. Ed ora li donerà. «Nulla di eccezionale - si schermisce - ma sono certa che faranno felice qualche bambino». Ieri mattina era scesa dal proprio condominio alle

porte della città, in zona Stiore, con il cane. «A lato della ciclabile vicino alla Vineria ho notato questo sacco aperto. Era pieno di giochi. Usati, ma ancora in buono stato e funzionanti. Mi è andato il sangue alla testa: che senso ha sbattere via i regali di Natale, di compleanno dei propri bambini? Chissà magari quanto desiderati. Non è solo un atto di vandalismo, dà anche la misura dell’egoismo delle persone. Questi genitori ignorano probabilmente che esistono molte famiglie per cui un Robot a 30 euro è un lusso». Sofia ha raccolto con pazienza tutti i giochi e, insieme alla figlia Flavia, ha trascorso il pomeriggio a lavarli, sistemarli e asciugarli. «Ci sono lego, Tartarughe Ninja, 2 Robot, supereroi, macchinette.

SACCHETTO LASCIATO A BORDO STRADA: «NON SI BUTTANO I SOGNI DEI PROPRI FIGLI IN QUESTO MODO»

Credo che un bambino di 5 anni potrebbe divertirsi moltissimo».

STILE DI VITA Sofia non è nuova a questi gesti. Da tempo dona abiti e vestiti a mamme con minori possibilità. «Alcune di loro mi si sono avvicinate al supermercato. E io ho pensato: perchè no? Così ci siamo accordate e passo i vestiti e i giochi di Flavia». Ora che i giochi sono stati sistemati, si pone la questione di dove poterli portare. «Domani andrò in Pediatria al Ca’ Foncello a consegnare parte del pacco. Un’altra parte verrà invece donata ad una famiglia bisognosa». Una piccola grande lezione, un gesto quotidiano di civiltà che non dovrebbe neppure fare clamore eppure si segnala come atto di gentilezza quasi isolato. «Cerco di insegnare a mia figlia il rispetto per l’ambiente, il valore delle cose, il donare ai più bisognosi. Ai genitori responsabili di questo gesto dico: non si abbandonano i sogni dei propri bambini in mezzo alla strada: se lo fate, siete un pessimo esempio». Elena Filini

«Asili gratuiti possibili anche a Treviso dopo Spresiano» L’INIZIATIVA TREVISO «Gli asili gratis sono

possibili anche a Treviso. La mozione a favore della neonatalità che avevo presentato all’inizio dell’anno puntava a questo. Poi è stata incredibilmente strumentalizzata. Non ho trovato sponda a Treviso, ma a Spresiano. Il sindaco Marco Della Pietra è stato bravo e ha anticipato tutti. Adesso auspico che anche nel bilancio di Treviso si possano trovare le risorse per istituire un’iniziativa simile». Vittorio Zanini, ex assessore, oggi consigliere comunale della lista Zaia Gentilini a palazzo dei Trecento, non perde tempo. Spresiano ha annunciato che da quest’anno le materne paritarie saranno gratis per i residenti: il municipio rimborserà alle famiglie il 100% delle rette mensili. Per

riuscirci Della Pietra ha accantonato un tesoretto da 600mila euro. I dettagli verranno illustrati giovedì. Ma l’idea è di rimborsare circa 210 euro al mese alle famiglie degli oltre 200 bambini residenti che frequentano i quattro asili paritari attivi a Spresiano: tre parrocchiali e un centro infanzia.

IL COSTO Nel capoluogo ci sono in tutto 19 asili paritari frequentati da quasi 1.400 bambini. Fatte le proporzioni, per rimborsare le rette alle famiglie residenti Ca’ Sugana dovrebbe investire qualcosa come 2 milioni di euro all’anno, più i contributi che vengono già distribuiti. Non poco. Ma Zanini non si spaventa e chiede alla giunta di Mario Conte, sindaco leghista di Treviso, di imboccare la stessa strada di Spresiano. «Simili azioni positive nei confronti

dei bambini e delle famiglie rappresentavano la finalità vera della mia mozione, che poi è stata strumentalizzata – spiega il consigliere – servono scelte politiche precise e forti per rilanciare le nascite, sostenendo i genitori e consentendo loro di poter gestire al meglio i propri tempi tra la famiglia e il lavoro. C’è la disponibilità del sindaco». Attorno alla mozione di Zanini lo scorso febbraio si sollevò un polverone. Fu bollata come antiabortista e finì tra le polemiche legate alla teo-

ZANINI TORNA ALLA CARICA: «LA MIA MOZIONE A FAVORE DELLA NEONATALITÀ PUNTAVA A QUESTO»

ria del gender. «Ma io non avevo mai toccato questi temi – specifica l’ex assessore – l’unica cosa che mi interessa è riuscire a dare sostegno alle famiglie per metterle nelle migliori condizioni per procreare, in modo da contrastare una natalità che è sottozero».

IL FRONTE

IL CONSIGLIERE Vittorio Zanini

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Anche l’opposizione è pronta a fare la propria parte per lanciare l’operazione “asili gratis” pure a Treviso. «Se si vuole, si può. Anzi, è doveroso iniziare a farlo. La mozione Zanini conteneva di tutto, faceva confusione e non dava alcuna risposta. Invece qui è fondamentale guardare agli aspetti concreti – mette in chiaro Fabio Pezzato, capogruppo della lista Manildo – davanti a buone pratiche non ci sono divisioni politiche che tengano. Della Pietra ha fatto un’ottima ope-

razione. Può essere uno spartiacque. Ora Treviso ha la possibilità di sperimentare una soluzione simile a quella individuata da Spresiano, ovviamente con le sfumature necessarie per una città più grande». La maggioranza che sosteneva l’ex sindaco Giovanni Manildo ne aveva discusso parecchie volte. Ma tutto si era bloccato nella contrapposizione tra i dem di estrazione cattolica e i rappresentanti dell’ala più radicale della sinistra. Intanto, come fatto dalla Fism, la federazione delle materne paritarie, anche il Centro della famiglia di Treviso celebra la scelta di Spresiano. «Non è una spesa sociale qualsiasi, ma un vero investimento – è la posizione del gruppo diocesano guidato da Adriano Bordignon – che però necessita di stabilità». M.F.


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LUNEDÌ 9 SETTEMBRE 2019 IL MATTINO

PADOVA

PadovaVia N. Tommaseo, 65/b Centralino049/80.83.411 Fax 049/80.70.067 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 049/82.85.611

la viabilità del centro storico

Varchi elettronici, 230 multe al giorno Stangata dalle telecamere in stazione In discesa le infrazioni della Ztl, anche se i turisti “pagano” in via Del Santo. Ci sono più sanzioni per l’uso delle corsie dei bus Claudio Malfitano Dopo il boom del 2018, dovuto all’allungamento serale, i padovani sembrano aver “metabolizzato” i nuovi orari della Ztl. E le multe dei varchi elettronici tornano a calare: erano in media 260 al giorno lo scorso anno, scendono a 230 nei primi sei mesi del 2019. Ma c’è un’eccezione: il varco della stazione, alla piccola rotatoria di via Eremitano, praticamente di fronte al McDonald’s. Sono tantissimi i padovani e i turisti che ignorano il divieto di accesso al piazzale e si ritrovano sulla corsia del tram: in media ogni giorno scattano 72 multe. Con una sanzione di 80 euro al netto delle spese di notifica, e lo sconto del 30% se si paga entro cinque giorni. CORSIE RISERVATE

La sorpresa è che a stangare di più gli automobilisti, ormai, non sono più i varchi della zona a traffico limitato, ma quelli posizionati a “difesa” delle corsie riservate agli autobus e ai taxi. Sono sette e sono sempre attivi, 24 ore su 24. Forse anche questo è un elemento di confusione, rispetto alla Ztl per cui le telecamere si spengono dalle 23.30 alle 8. I due varchi della stazione, in particolare, sono attivi dal 24 marzo 2015, ormai più di quattro anni. Eppure continuano ancora a mietere multe. In particolare quello della rotonda posizionata a ovest dello scalo ferroviario, vicino all’edicola e al piccolo parcheggio tra viale Codalunga e via Eremitano. L’altro invece è sul versante opposto del piazzale, a fianco

della corsia “kiss & ride” dove c’è il parcheggio per chi deve solo accompagnare o prendere qualcuno in stazione. Anche i varchi di Riviera Ponti Romani (davanti Feltrinelli in direzione stazione) e via Emanuele Filiberto (verso piazza Garibaldi) hanno dato una media di 18 multe al giorno nel 2019. IL CENTRO VIETATO

Per quanto riguarda i sei varchi che blindano il centro storico, quello con le maggiori violazioni è via del Santo che registra quasi 6 mila ingressi abusivi in sei mesi. A seguire c’è l’ingresso di largo Europa che porta alle Riviere, che è quello più “temuto” dai turisti per l’inganno di molti navigatori che non segnalano il divieto. Insieme a via Busonera (piazza Insurrezione) è l’unico attivo 24 ore su 24. Tutti gli altri, a partire dal 23 luglio 2018, sono attivi dalle 8 del mattino alle 23.30. COME CAMBIERÀ LA ZTL

È stato questo l’ultimo cambiamento nel regolamento della zona a traffico limitato. Ma una nuova “rivoluzione” è in arrivo nei primi mesi del 2020, dopo che un tavolo voluto dal vicesindaco Arturo Lorenzoni (con i tecnici e le associazioni di categoria) ha lavorato a una ridefinizione degli accessi. Sarà una Ztl con due cerchi concentrici: un’area rossa, limitata alla zona delle piazze, del Duomo e del ghetto, con divieto di accesso 24 ore su 24, e un’area gialla con varchi accesi dalle 8 alle 20. Quest’ultima ricalcherà quella attuale, con l’allargamento però anche a via Dante. —

accesso contestato

Il segnale di divieto meno visibile di 5 anni fa Una semplice ricerca in Goggle Street View mostra come è cambiato il varco che stanga di più. Nel maggio 2012 (foto a sinistra) c’era un grande cartello di divieto, con l’arrivo della telecamera è sparito.

il ponte di via vigonovese

Oggi riapre la tangenziale est Nuovo cantiere in estate 2020 Un lunedi “quasi normale” per la tangenziale est. Dopo un cantiere durato quasi due mesi, stamane corso Argentina sarà completamente riaperto nel tratto che passa sopra via Vigonovese, a Camin. Ma potrà contare su un ponte nuovo e più sicuro. Restano però ancora alcune strozzature. Da una parte per i lavori di sostituzione del guardrail centrale che volgono al termine. Dall’altra c’è però il

cantiere di Veneto Strade, in corso Irlanda, cioè per chi da nord attraverso la Statale del Santo arriva in città a Padova Est. Qui la sostituzione dei giunti di alcuni cavalcavia, con la conseguente riduzione ad una corsia, sta creando ogni giorno file e incolonnamenti, tanto da aver provocato le lamentele dei sindaci di Vigonza e Cadoneghe. «Sono cantieri che non dipendono dal Comune – si è difeso l’asses-

sore ai lavori pubblici Andrea Micalizzi – Anzi, noi questo tipo di lavorazioni le facciamo solitamente di notte. Non capisco perché la Regione abbia deciso di provocare questo disagio agli automobilisti, quasi per un’infantile ripicca». Tornando al cantiere di via Vigonovese, la strada di accesso a Camin riaprirà domani o al massimo mercoledì. È stato un cantiere impegnativo, seguito giorno dopo gior-

La corsia della tangenziale est sul nuovo ponte di via Vigonovese

no dai tecnici comunali, con il timore di non arrivare a rispettare i tempi e concludere prima della riapertura delle scuole (mercoledì 11 era la deadline). Lo scorso 7 agosto lo spettacolare varo: l’impalcato in acciaio lungo 30 metri è stato sollevato da una maxi-gru e poggiato sui nuovi sostegni. Sono costati 2,3 milioni i lavori di sostituzione del ponte di via Vigonovese, originario degli anni ’60, che subito dopo il dramma del Ponte Morandi era stato classificato come il più a rischio in città. Si tratta di un ponte doppio, cioè composto da due impalcati gemelli a cassettoni. Per cui ne resta un’altra metà da sostituire: i lavori riprenderanno nell’estate 2020. — C.MAL.


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