Italia Publishers 01/2022

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Italia Publishers - Anno XXXIV - n° 01/2022 - Prezzo euro 10,00 - Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LOM/MI

MEETING LEADERS

Schumacher Packaging è prova vivente del futuro digitale degli imballaggi STRATEGIE

Con stampa e nobilitazione digitale, Tipografia Bianco alza la posta nel packaging TECNOLOGIE

La Jet D-Screen GE di Cartes è pronta a digitalizzare la nobilitazione degli alti volumi


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sommario 01

EDITORIALE 5 | Imparare dai leader per pensare “out of the box”

NEWS 6 | Novità dai player del mercato digitale

MEETING LEADERS 12 | Schumacher Packaging è prova vivente

del futuro digitale degli imballaggi

STRATEGIE 26 | Montecolino amplia l’offerta digitale di tessuti

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e wallpaper on-demand con Kongsberg C

30 | Con stampa e nobilitazione digitale,

Tipografia Bianco alza la posta nel packaging

34 | La doppia testa di taglio e l’automazione

di Kombo TH segnano il futuro di Gielle

TECNOLOGIE 38 | Jet D-Screen è già “2.0”, ed è pronta

a digitalizzare la nobilitazione di alti volumi

IDEE PER CRESCERE 46 | Tre tendenze interessanti che stanno

rivoluzionando l’industria della stampa

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Italia Publishers – Anno XXXIV – n° 01 2022 Registrazione: Tribunale di Milano n. 74 del 12/2/94 Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Direttore editoriale Lorenzo Villa

Direttore responsabile Gabriele Lo Surdo

Collaboratori Matthew Parker

Copertina Sara Ciprandi

editoriale di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

Pubblicità marketing@densitymedia.com Stampa Grafiche Antiga

Postalizzazione ET System

Prezzo: € 10,00. Arretrati: € 20,00. Abbonamento a otto numeri: € 70,00 (Italia) / € 140,00 (estero). Ufficio abbonamenti: abbonamenti@densitymedia.com.

Italia Publishers è una rivista che rispetta l’ambiente. Per produrla, utilizziamo energia proveniente da fonti rinnovabili e carte certificate FSC®. Per spedirla, utilizziamo film in materiale compostabile.

Editore Density srl, Via Thaon di Revel 21, 20159 Milano P.IVA 03454220124

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Testata sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione media, in conformità al regolamento CSST, per il periodo 01/01/2021 – 31/12/2021. Certificato 2021-5588

Tiratura 4.619 copie

Diffusione 4.499 copie

Imparare dai leader per pensare “out of the box” Per decenni, la produzione di imballaggi è stata appannaggio di pochi big. A drupa, IPEX, GraphExo, i padiglioni della stampa sono sempre stati affollati e variopinti, mentre quelli del converting hanno sempre costituito un’enclave poco penetrabile. Apparentemente, il discrimine era la relativa complessità dei macchinari per il packaging, rispetto alle più intuitive macchine da stampa, brossuratrici e cucipiega usate per realizzare brochure e cataloghi. Più verosimilmente, in tutti noi era (e in parte resta) radicata la convinzione che produrre packaging significasse realizzare prodotti iper-tecnici in quantitativi enormi. Da qualche anno, tuttavia, il vento è cambiato. Se le tipografie più lungimiranti già da anni collaborano stabilmente con aziende cartotecniche, oggi produrre scatole, espositori ed etichette finite non è più un’impresa epica. Complici di questa rivoluzione, software CAD parametrici più accessibili, librerie di template, macchine da stampa digitale in grado di alimentare cartone teso, stampanti large format ottimizzate per l’ondulato, plotter da taglio in grado di eseguire tagli e cordonature di qualità. A incoraggiare l’ingresso in campo di nuovi operatori, anche il successo ottenuto da alcuni web-to-print nella produzione e vendita di scatole ed etichette. Data ormai per scontata la relativa facilità realizzare prodotti finiti, tuttavia, la vera sfida di produrre imballaggi è quella di servire in modo affidabile e consistente marche e retailer esigenti, che fanno del packaging il loro punto di contatto coi consumatori. A pagina 12 trovate un lungo articolo su Schumacher Packaging, uno dei più grandi converter europei indipendenti di cartone ondulato. Un’azienda che nell’ultimo decennio ha scommesso sulla tecnologia digitale per adattare i propri servizi alle esigenze di singoli clienti e intere filiere. Quella di Schumacher è una storia straordinaria, cui molti piccoli e medi stampatori, pur in scala ridotta e con clienti di calibro nazionale o regionale, potrebbero ispirarsi. Anche se può apparire contraddittorio, per entrare dal basso nel business del packaging, (e iniziare a pensare davvero “out of the box”) ispirarsi alle azioni dei leader potrebbe rivelarsi un’idea vincente.


news Enfocus sfonda il muro dei 10.000 abbonati alle sue piattaforme La software house belga, resa celebre a livello globale dal suo motore di preflight, Pitstop Pro, ha raggiunto l’ambizioso traguardo di 10.000 abbonati alle sue piattaforme software per il controllo, l’editing e l’automazione dei flussi PDF nelle arti grafiche. Tra i prodotti di maggior successo disponibili attraverso piani di sottoscrizione, l’azienda annovera anche la popolare piattaforma di interconnessione e automazione Switch, e gli applicativi Boarding Pass e Connect YOU.

«In Enfocus, crediamo fondamentalmente che la nostra tecnologia debba seguire il processo del cliente e non il contrario», spiega Tim Bernaerdt, Head of Customer Success. «Acquistando un abbonamento con noi, possono assicurarsi costi annuali sensibilmente più bassi, e garantirsi le ultime e più potenti versioni del nostro software, per disporre automaticamente di tecnologie aggiornate in grado di migliorare i loro processi esistenti». enfocus.com

‖ Beam 2C è il sistema di taglio e cordonatura digitale in formato B1 di Highcon dedicato ai converter di scatole ed espositori in cartone ondulato.

Con tre Highcon, The BoxMaker potenzia la fustellatura digitale

‖ Impiegato da moltissimi stampatori, Switch è in grado di automatizzare i flussi e connettere i reparti di stampa, prestampa e finitura con applicativi di terze parti.

Dopo aver installato due unità Euclid 5C nel 2021 nel quartier generale di Seattle, il converter statunitense The BoxMaker ha acquistato una Highcon Beam 2C. Il terzo sistema di fustellatura digitale sarà installato presso lo stabilimento di Lowell, Arkansas, concepito come impianto di converting totalmente digitale. Grazie alla combinazione tra stampa e fustellatura digitale, il gruppo punta a potenziare la sua offerta di soluzioni di packaging on-demand, commercializ-

zate anche sulla piattaforma e-commerce fantastapack.com. Highcon Beam 2C può alimentare cartone ondulato di spessore compreso tra 1 e 4 mm, e raggiungere una velocità di 4.000 fogli B1/h. Il sistema è disponibile in configurazione stand-alone con alimentazione da pallet a pallet, o è integrabile sulle linee di converting tramite moduli dedicati, che abilitano l’alimentazione continua, l’impilatura e la rimozione dello sfrido. highcon.net

EFI Connect 2022 raggruppa il mondo EFI, dal packaging al tessile EFI Connect 2022, la ventiduesima edizione della user conference annuale di EFI, è uno dei pochi grandi eventi svolti in presenza nelle prime settimane dell’anno. Oltre a garantire occasioni di networking, durante più di 130 sessioni il costruttore ha offerto ai propri clienti finali innumerevoli spunti per i loro processi di trasformazione digitale. Ormai da anni, l’agenda del Connect si snoda tra infrastrutture software e tecnologie inkjet per tutti i mercati coperti da EFI, dalla stampa

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commerciale al packaging, dal tessile alle applicazioni industriali. Oltre alle tecnologie dei partner, nell’area espositiva, quest’anno EFI ha mostrato dal vivo le prestazioni della nuova stampante large format LED UV EFI Pro 30h da 3,2 m, e le potenzialità dei nuovi digital front-end ad alte prestazioni. Sotto i riflettori il nuovo Fiery FS500 Pro, dedicati ai sistemi di stampa a foglio, e Fiery Impress, dedicato a piattaforme inkjet di bassa, media e alta produttività. efi.com

‖ La fireside chat tra Jeff Jacobson, CEO di EFI, e Kevin Warren, CMO di UPS.


news Canon LabelStream 4000 sbarca in Italia con una ibrida da 410 mm L’Italia è uno dei mercati che hanno adottato in modo più rapido ed entusiastico la tecnologia digitale per la stampa di etichette. Incoraggiati dall’introduzione di nuove piattaforme inkjet a banda stretta, e dalla competizione scatenata da aziende native digitali e stampatori online, negli ultimi anni decine di piccoli e medi converter hanno parzialmente digitalizzato le proprie produzioni e creato flussi di

ECOLOGICA

stampa e fustellatura ibridi. Con il lancio di LabelStream 4000, nel 2018, anche Canon ha deciso di fare sul serio nel campo della produzione di etichette in bobina, e dall’autunno del 2021 è entrata con decisione nel mercato italiano. Il primo converter ad adottare la tecnologia Canon è Etica’s, parte del gruppo Samorani, che ha investito nel modello top di gamma. Il converter romagnolo ha infatti scelto una configurazio-

RISPARMIO ENERGETICO

ne ibrida in larghezza 410 mm, che include il motore di stampa inkjet a 5 colori (CMYK+W) da 75 m/min, due gruppi flexo, cold foil e unità di fustellatura semirotativa. Tra le caratteristiche che hanno convinto Etica’s, l’inchiostro bianco ad alta opacità, che eguaglia i risultati della serigrafia, e l’ampio gamut cromatico. «Uno dei punti di forza di Etica’s è la capacità di rispettare i brevi tempi di consegna richiesti dai

clienti», afferma Maurizio Resca, Sales Manager di Etica’s. «Introducendo Canon LabelStream in configurazione ibrida nel nostro portfolio, riusciremo a ridurre ulteriormente i tempi di consegna, ampliando al contempo la gamma di applicazioni». canon.it ‖ In basso: a sinistra, LabelStream 4000; a destra, il team di Etica’s all’avvio della nuova linea di stampa ibrida.

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news Acuity B1 digitalizza con l’inkjet la decorazione di packaging metallico La piattaforma di stampa digitale Fujifilm Acuity B1 è nuovamente protagonista della digitalizzazione di un processo di decorazione industriale di elevata complessità. I protagonisti di un nuovo case study sono il creatore di packaging metallico londinese William Say & Co, e il suo fornitore Tinamsters, che grazie alla stampante Fujifilm hanno realizzato una serie di latte decorate per il marchio di articoli per la casa Liberty, e per il produttore di vernici Farrow & Ball. Tra i principali vantaggi della

tecnologia inkjet proprietaria di Fujifilm, la possibilità di creare design complessi e cromie speciali senza ricorrere a costosi impianti e lunghe configurazioni colore, oltre alla possibilità di realizzare edizioni limitate senza quantitativi minimi, e senza costi di setup aggiuntivi. Con un formato di 1.050 x 750 mm, e una produttività massima di 200 fogli/h, Acuity B1 consente di rimpiazzare la litolatta per basse tirature e produzioni on-demand. fujifilm.com

‖ Packaging metallico stampato con la piattaforma inkjet Acuity B1 di Fujifilm.

Flint Group si aggiudica la medaglia d’argento di EcoVadis

‖ Parade SG è una carta monopatinata per etichette, facilmente stampabile, ecosostenibile e adatta a numerose applicazioni in campo alimentare e cosmetico.

La sostenibilità, sia essa aziendale o ambientale, è oggi in cima alla lista delle priorità dei fornitori più attenti e consapevoli. Per questo è di particolare rilevanza la notizia del conseguimento, da parte di Flint Group dello status “Silver” di EcoVadis per tutte le sue business unit nel campo del packaging e della stampa commerciale. Flint Group rientra in un gruppo di testa di aziende (pari al 21% di quelle valutate) operanti nel campo della produzione di pitture, vernici

e fluidi di laminazione, compresi gli inchiostri da stampa. Rientra inoltre nel 9% delle migliori aziende per i suoi processi di acquisto sostenibili, e nel 7% delle più virtuose sul piano etico. Flint Group pone ogni sforzo per la sostenibilità ambientale, sociale e di governance aziendale, e dal 2020 è diventata firmataria del Global Compact delle Nazioni Unite, che impegna l’azienda al conseguimento di precisi obiettivi di sviluppo sostenibile. flintgrp.com

Sappi Parade SG è la nuova carta per etichette bella e sostenibile Al pari di altri grandi player dell’industria cartaria, anche Sappi investe sull’ampliamento della sua gamma di materiali per la produzione di etichette. Prodotta nella moderna cartiera di Gratkorn, in Austria, Parade Label SG è una gamma di carte monopatinate per etichette caratterizzate da eccellenti livelli di stampabilità, rigidità e compatibilità con le lavorazioni successive alla stampa. Disponibile nelle grammature 77, 78 e 80 g/m², Parade Label SG si presta a numerose applicazioni,

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in particolare nel settore alimentare, delle bevande e dei prodotti per la salute e la bellezza. La carta è infatti approvata per il contatto diretto con gli alimenti, e conforme alla norma DIN EN 71 per la sicurezza dei giocattoli. Grazie alla posizione strategica del sito produttivo, Sappi può distribuire Parade Label SG in tutta Europa, rapidamente e con ridotte emissioni di CO₂. Su richiesta, Parade Label SG è disponibile con le certificazioni FSC e PEFC. sappi.com

‖ Il livello di sostenibilità EcoVadis è assegnato in base ai punteggi ottenuti in differenti categorie, e al piazzamento ottenuto tra tutte le aziende valutate.


news Il single-pass di Delta SPC 130 conquista i big USA del cartone ondulato La definitiva stabilizzazione della piattaforma, e l’avvio della joint venture Koenig & Bauer Durst, stanno sortendo importanti successi commerciali anche per Delta SPC-130. È di poche settimane fa l’annuncio dell’installazione della macchina da stampa inkjet postprint presso lo stabilimento di Philadelphia di Mid-Atlantic Packaging, filiale del gruppo The Royal Group (TRG), uno dei più grandi converter di ondulato indi-

pendenti degli Stati Uniti. Con più di 30 sedi in tutta la nazione, il gruppo serve retailer e marche nel campo alimentare, farmaceutico, agricolo, dei prodotti per la casa, la salute e la bellezza. Il portfolio prodotti include scatole, imballaggi per l’e-commerce ed espositori, e con la tecnologia Koenig & Bauer Durst si amplierà ai prodotti personalizzati in alto volume. Scegliendo Delta SPC 130, TRG ha puntato sulla configurazio-

ne FlexLine Automatic, dotata di mettifoglio e di impilatore ad alimentazione continua, così da poterla integrare con facilità nelle sue linee di converting esistenti. Uno dei plus della piattaforma postprint di Koenig & Bauer Durst, comune agli altri prodotti della joint venture, è l’esclusiva chimica di inchiostro a base acqua denominata Water Technology, che consente di realizzare imballaggi alimentari e materiali per il

punto vendita sicuri e sostenibili. «Il packaging digitale è il futuro», afferma Bob McIlvaine, CEO di TRG. «E noi puntiamo a soddisfare i nostri clienti, assecondando le loro esigenze con soluzioni di imballaggio innovative». koenig-bauer-durst.com ‖ In basso: a sinistra il sistema di stampa single-pass Delta SPC 130; a destra, il quartier generale di Mid-Atlantic Packaging, parte del gruppo TRG.

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meeting leaders

Schumacher Packaging è prova vivente del futuro digitale degli imballaggi di Lorenzo Villa

Sviluppatore e field tester delle piattaforme inkjet di BOBST, Durst e BHS, il converter tedesco ribadisce la sua fede nell’innovazione digitale, sia di prodotto che di processo

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a un decennio a questa parte, l’impiego della tecnologia digitale per la produzione di etichette, scatole e imballaggi flessibili è uno dei temi più dibattuti nell’industria del packaging. Al di là di qualche isolato apripista e di alcune proof-of-concept, tuttavia, l’efficacia di stampa e finishing digitale nei flussi industriali di trasformazione degli imballaggi è ancora da provare. L’inkjet si è dimostrato funzionale alla stampa

di piccoli e medi volumi di scatole di ondulato, ma pochi lo definirebbero una tecnologia definitiva e applicabile su larga scala. Allo stesso modo, la digitalizzazione dei processi di fustellatura, sfridatura e incollatura è poco più che un tentativo. Ne abbiamo parlato con Schumacher Packaging, uno dei fornitori di imballaggi indipendenti leader in Europa, che ha intrapreso il suo percorso di trasformazione digitale in anticipo sui tempi e nel modo più ampio e multidisciplinare.


Un’azienda familiare aperta al mondo e all’innovazione A porre le fondamenta della Schumacher Packaging di oggi è Kurt Schumacher, rifugiato in Baviera dai territori dell’ex Unione Sovietica. Nel 1948, insieme alla moglie Hildegard, inizia a raccogliere oggetti abbandonati tra le rovine della guerra, per ricondizionarli e rivenderli. Ben presto, all’attività commerciale si affianca il business degli imballaggi in cartone, il cui peso cresce con l’in-

gresso in azienda del figlio Wulf, nel 1957. Negli anni Sessanta, la seconda generazione si concentra proprio sulla produzione di packaging in ondulato, e nel 1970 entra in funzione il primo ondulatore presso la sede aziendale di Ebersdorf bei Coburg. «Ciò che rende speciale la nostra storia è che a 10 km da qui c’era un’altra azienda di imballaggi, una delle più grandi in Germania», racconta Björn Schumacher, CEO di Schumacher Packaging, esponente della terza generazione della

famiglia. «Eravamo come Davide contro Golia e anche per questo, sin dal primo giorno di attività, abbiamo dovuto essere un po’ più creativi, innovativi, produttivi, attenti agli investimenti dei concorrenti. È questa spinta, questo spirito, a tenerci vivi ancora oggi». L’azienda cresce costantemente, e negli anni Novanta conta già 300 dipendenti, con un fatturato che supera i 50 milioni di euro. Un traguardo lusinghiero, che impone decisioni strategiche per il futuro. A offrire lo spunto è la dissolu-

zione dell’Unione Sovietica, e l’allargamento a Est dei mercati di consumo di numerosi beni. Quale fornitore regionale di numerose marche, Schumacher Packaging è a un bivio: investire, organizzarsi e affermarsi come fornitore internazionale, o cedere il passo. «Abbiamo raccolto la sfida, definendo una strategia di presidio della maggior parte dei Paesi euro‖ Sullo sfondo, il sistema di stampa inkjet preprint single-pass RSR, installato presso Schumacher Packaging.

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meeting leaders 1

Björn Schumacher CEO di Schumacher Packaging

“Se cercassimo esempi di processi analogici che sono sopravvissuti al digitale, faremmo fatica a trovarne.” ‖ 1) Il quartier generale di Schumacher Packaging a Ebersdorf bei Coburg. 2) Lo stabilimento di Greven, dove è installata la seconda Durst SPC 130.

pei e, contestualmente, ampliando la nostra gamma di prodotti», dice Schumacher. «Volevamo essere il one-stop shop per tutte le esigenze di packaging dei nostri clienti». Oggi il gruppo conta oltre 4.000 collaboratori, distribuiti tra 16 stabilimenti e 26 sedi, dal Regno Unito alla Polonia, con un fatturato di 675 milioni di euro (2020). La totalità dei prodotti è realizzata in cartone ondulato e solido, dalle scatole ai display, fino ai grandi contenitori per la spedizione di macchinari. L’azienda, controllata al 100% dalla famiglia Schumacher, fa della vicinanza al cliente, della creatività e della rapidità decisionale i suoi tratti distintivi. Da oltre un decennio, Schumacher Packaging ha posto la stampa digitale tra le sue aree di investimento strategiche, avviando programmi di sviluppo congiunto, field e beta testing con BOBST, Durst e BHS. Interpreti dei cambiamenti di consumatori, marche e retailer Producendo da oltre settant’anni imballaggi per spedizioni, Schumacher Packaging evolve costantemente la sua offerta e i suoi processi produttivi, adattandosi alle mutate esigenze dei clien-

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ti e alle trasformazioni della filiera. La pandemia del 2020-21 si è trasformata per il gruppo in un vero e proprio stress test, e in un’occasione di ulteriore maturazione del proprio credo digitale. «Il COVID-19 e i provvedimenti restrittivi adottati hanno fatto da catalizzatore per l’e-commerce, al punto che anche le generazioni meno giovani hanno fatto shopping online, dal cibo all’abbigliamento», spiega Schumacher. «La velocità del cambiamento è cresciuta moltissimo, e ha coinvolto tutta la supply chain e i processi organizzativi interni delle aziende fornitrici, inclusa la nostra». Negli ultimi due anni Schumacher Packaging ha registrato un incremento della domanda di imballag-

gi per l’e-commerce di oltre il 25%, e il trend non accenna a rallentare. Per i retailer e per le marche che hanno inaugurato o rinnovato il proprio negozio online, la scatola non è più un semplice contenitore, ma uno strumento necessario a costruire un’esperienza d’acquisto che va oltre quella del negozio fisico. Sul piano estetico, il tentativo dei committenti è quello di adattare il design degli imballaggi ai gusti dei consumatori, e rendere i propri marchi più visibili e peculiari. A livello tecnico, l’imballaggio per l’e-commerce deve poi rispettare criteri tecnici correlati ai processi logistici, ed offrire informazioni sempre più dettagliate sul contenuto. L’etichettatura, in questo senso, è considerata un fattore

critico. Un’area in cui i converter di imballaggi in cartone potranno fornire risposte innovative, grazie anche alla stampa digitale. «Se entriamo in un negozio di elettronica, oggi, non troviamo più molti addetti, ma molte scatole. Lo stesso accade in alcuni negozi di alimentari», rimarca Schumacher. «L’imballaggio in cartone si è evoluto significativamente come strumento di comunicazione, ma restano molte vie da percorrere, specie qui in Europa. Alcune marche, ad esempio, vendono già spazi pubblicitari sulle loro scatole. Altre personalizzano l’interno degli imballaggi per l’e-commerce con foto e slogan scelti dall’acquirente, creando un’esperienza di unboxing indimenticabile».


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meeting leaders 3

‖ 3) Magazzino di stoccaggio delle bobine di carta utilizzate negli ondulatori. 4) Gruppo di stampa flexo. 5) La stampante inkjet multi-pass Inca Onset X3 con carico e scarico automatico.

Se marche e retailer concordano sul fatto che parlare al singolo consumatore sia un’opportunità straordinaria, solo un numero limitato di converter ha sinora adattato la propria offerta e investito nella stampa digitale, creando una frattura tra potenziale domanda e offerta. È in quest’area che Schumacher Packaging ha costruito il proprio vantaggio competitivo. Innamorati della tecnologia, ma non a tutti i costi 4

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Animata dalla concretezza che è parte della filosofia di famiglia, Schumacher Packaging si definisce un innovatore pragmatico. Fedele al suo motto “Packaging made by people, for people”, l’azienda coltiva da sempre relazioni profonde con clienti e stakeholder, cerca di comprenderne i bisogni e investe tempo, risorse e competenze per creare soluzioni di imballaggio adatte non solo a proteggere e vendere prodotti, ma anche a risolvere problemi tecnici e organizzativi. «Quando pensiamo a un nuovo macchinario, ci chiediamo sempre quale valore aggiunto darà a noi e al nostro cliente, al di là delle rivendicazioni dei costruttori», afferma Schumacher. «Ci domandiamo se la tecnologia che usiamo è ancora lo stato dell’arte, e se c’è qualcosa di nuovo che potremmo offrire. Investire in un prodotto solo perché è nuovo non ha senso, se non crea valore per il cliente». Gli investimenti in stampa digitale in Schumacher Packaging nascono dal desiderio di superare l’arte nota. Per questo, nel 2007, il gruppo installa nel sito di Ebersdorf la sua prima stampante inkjet multi-pass HP Scitex FB6700, seguita da sistemi di altri costruttori, tra cui una Onset X3 con carico e scarico automatizzato, tuttora usata per i micro lotti. Seppur in scala ridotta, i vantaggi derivanti dall’uso dell’inkjet con-


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vincono la proprietà che la stampa digitale sia una via segnata e irreversibile. «Se cercassimo degli esempi di processi analogici che sono sopravvissuti al digitale, faremmo fatica a trovarne. Dovremmo piuttosto chiederci quando la stampa digitale rimpiazzerà quella analogica», rimarca Schumacher. Il single-pass postprint a base acqua, primo step verso una produzione digitale industriale Nel 2012, Schumacher Packaging vara un piano strategico di inve-

stimento in nuovi sistemi digitali e ne affida le attività di ricerca, sviluppo e coordinamento a Johannes Pieger, Digital Print Manager del gruppo. Insieme alla proprietà aziendale, il manager avvia un dialogo serrato con alcuni fornitori accreditati. Tra questi c’è BOBST, che si accinge a lanciare una piattaforma per la stampa digitale del cartone ondulato. «Quando Jean-Pascal Bobst mi ha chiesto quali fossero le condizioni per impiegare l’inkjet nelle grandi produzioni, abbiamo analizzato la quantità di processi analogici che il digitale avrebbe potuto sempli-

ficare», racconta Schumacher. «Ciò che ne è emerso è che, dalla preparazione del file all’incisione, montaggio, trasporto e stoccaggio dei polimeri, fino alla preparazione del colore e all’esecuzione delle prove di stampa, avremmo dovuto eliminare dai 12 ai 16 passaggi». Insieme al converter svizzero Model Group, Schumacher Packaging diventa beta tester della piattaforma inkjet BOBST, equipaggiata con teste continuous inkjet Kodak Stream e inchiostri a base acqua, progettata per stampare fogli di ondulato fino al formato 1.300x2.100 mm, a una

‖ 6) Nella cartiera di Myszków, Schumacher Packaging gestisce il riciclo del cartone e la produzione di carta per gli ondulatori del gruppo.

velocità di 200 m/min. L’unità entra in funzione a maggio 2015 nel sito di Ebersdorf, dove resterà fino alla fine del 2019. Contestualmente, Schumacher Packaging ridisegna il flusso di lavoro di prestampa, ridefinisce i livelli qualitativi, riforma professionalità, connettività e infrastrutture IT. «Prestazioni e qualità erano sorprendenti, e la tecnologia a base acqua era cruciale per la sicurezza

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Johannes Pieger Digital Print Manager di Schumacher Packaging

“Dobbiamo tollerare un periodo di transizione e di sopravvivenza del mondo analogico. Ma il digitale prevarrà.” ‖ 7) e 8) Esempi di scatole ed espositori personalizzati con tecnologia digitale.

degli imballaggi dei nostri clienti», racconta Pieger. «Le criticità risiedevano nella scarsa affidabilità del sistema e nell’impreparazione dei clienti a un’opportunità inedita». Come sappiamo, il progetto di BOBST non vedrà mai la luce, ma svolgerà un ruolo di validazione per i costruttori del digitale già impegnati in progetti di stampa inkjet industriale su cartone. Tra loro c’è Durst, che a drupa 2016 presenta il prototipo di Delta SPC 130, una single-pass per applicazioni postprint capace di stampare su fogli di cartone ondulato da 1.300x2.800 mm, a 90 m/min, con inchiostri a base acqua. Il costruttore italiano propone a Schumacher Packaging di contribuire allo sviluppo della sua piattaforma e di effettuare un field, che si conclude con successo nella primavera del 2017. «Durst ci ha ascoltati, dandoci carta bianca nella configurazione, nella scelta di feeder, stacker e tipologie di cartone», spiega Pieger. «Possiamo davvero affermare di aver sviluppato SPC 130 come la desideravamo». Nel 2019, l’azienda installa una seconda SPC 130, presso il sito di Graven, nel Nordrhein-Westfalen. E, nel 2021, ne acquista una terza, che verrà installata ad aprile 2022 presso il sito di Wrocław, in Polonia.

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Preprint inkjet e integrazione con l’ondulatore: l’ultimo passo verso l’automazione totale Con la stampa digitale, Schumacher Packaging mira a tagliare i passaggi di preparazione, stoccaggio e movimentazione. Il converter guarda perciò con interesse alla possibilità di prestampare le bobine di carta utilizzata per le copertine, prima o durante il processo di ondulazione. Tra i costruttori impegnati in questa sfida c’è BHS, storico fornitore di Schumacher Packaging, che nel 2014 mostra al converter il prototipo di RSR (Roll to Printed Sheet in Real Time), un motore di stampa inkjet CMYK da 300 m/min e 2.800 mm di larghezza utile, ideato per ope-

rare in combinazione con l’ondulatore. Per realizzare il progetto, il costruttore tedesco stringe un accordo con Screen e con la sua consociata britannica Inca Digital. «Abbiamo effettuato i primi test presso l’R&D di Inca Digital all’Università di Cambridge. Poi, dal 2016, presso BHS», racconta Pieger. «Abbiamo capito che sarebbe stata la vera svolta, e siamo entrati subito nel programma di sviluppo e di beta testing». Dopo aver completato il collaudo presso il quartier generale di BHS a Weiherhammer, in Baviera, RSR entra in produzione a ottobre 2020, seguita da un nuovo ondulatore multi-lane da 2.800 mm a tre corsie. La produttività di RSR impone all’azienda un nuovo

potenziamento delle infrastrutture IT e la piena integrazione nel sistema di pianificazione della produzione. Il motore inkjet di RSR è equipaggiato con otto barre colore (2xCMYK) composte da teste Fujifilm SAMBA. Con la sola quadricromia, Schumacher Packaging raggiunge la resa cromatica dei gruppi di stampa flexo e delle macchine da stampa offset Heidelberg e Manroland 1.200x1.600 mm installate nei siti del gruppo in Germania e Polonia. La gestione del colore è governata centralmente con applicativi proprietari. Anche imposition e nesting sono centralizzati e gestiti da applicativi di Esko, di cui Schumacher Packaging è development partner. Qualità e ripeti-


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meeting leaders ‖ 9) e 10) Le tre unità inkjet postprint SPC 130 di Koenig & Bauer Durst consentono di stampare direttamente sui fogli di cartone ondulato.

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ancora un’eccezione. «Il cambio immagine sulle scatole è un trend consolidato e un fattore trainante per la stampa digitale. Quando un cliente lancia un nuovo prodotto, oggi crea anche un nuovo packaging e un nuovo espositore», evidenzia Schumacher. «Anche nel campo dell’identificazione del contenuto, alcuni iniziano a valutare la stampa del codice a barre direttamente sulla scatola, come rimpiazzo dell’etichetta. Forse alcune possibilità tarderanno ancora ad affermarsi come trend, ma essere pionieri ci permette di imparare, e ci identifica come leader».

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Analogico e digitale: da complementari ad antagonisti, sempre più oltre la stampa

bilità sono garantite dai sistemi di ispezione ISRA Vision, installati su tutte le unità di stampa digitale. Le single-pass Durst SPC 130 sono utilizzate su tre turni, sei giorni alla settimana. Sviluppatore, pioniere e leader Troppi interpretano il beta testing come un espediente per dotarsi di tecnologia innovativa e costosa a prezzo di saldo. Altri lo considerano semplicemente una perdita di tempo. Le aziende con una solida cultura industriale, come Schumacher Packaging, ne hanno invece compreso lo spirito, facendone un modus operandi stabile. «Quando ero bambino, mio papà voleva vedere il macchinario fun-

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zionante, per poi essere il primo ad acquistarlo. Oggi non funziona più così», spiega Schumacher. «Solo se un fornitore capisce in anticipo le nostre esigenze potrà fornirci soluzioni efficaci. Per questo, ormai da molti anni, aderiamo ai programmi di beta testing dei fornitori e ci impegniamo a dare loro feedback dettagliati, così che possano implementarli nei loro nuovi macchinari. Se vuoi davvero essere il primo, devi esserlo in tutti i sensi, o il tempo che avrai per offrire un vantaggio esclusivo ai tuoi clienti sarà troppo breve». In un mercato commoditizzato e in un contesto tecnologico sfidante, sedersi a discutere un’idea ancora sulla carta e adottare la

tecnologia anni prima che esca sul mercato si sta trasformando per Schumacher Packaging in un vantaggio competitivo cruciale. Dalle scatole agli espositori, la sfida dei piccoli lotti e della personalizzazione Fino a un decennio fa, il quantitativo medio di scatole per lotto della Schumacher Packaging era pari a 15-20mila pezzi. Nel 2018 era già sceso a una media di 8.500, e nel 2021 si attestava poco sotto i 4.500 pezzi. Molti dei clienti dell’azienda utilizzano già il dato variabile, per lo più su lavorazioni monocolore. Nei progetti pluricolore e di qualità fotografica, tuttavia, la personalizzazione è

Sebbene produca già tra i 4 e i 5 milioni di metri quadri di stampa inkjet al mese, per Schumacher Packaging il digitale resta marginale nei volumi di imballaggi stampati. Per questo, l’azienda è determinata ad estendere il più possibile il suo utilizzo e a creare flussi di lavoro ibridi e totalmente digitali. Aver introdotto in anticipo la tecnologia digitale ha consentito all’azienda tedesca di acquisire clienti pronti a pagare un prezzo premium, a fronte di un beneficio, e di attrarre progetti di personalizzazione e variabilizzazione spinta. La progressiva discesa del costo degli inchiostri ne sta aumentando gradualmente l’adozione, e sta spingendo Schumacher a installare le unità digitali presso i principali siti produttivi del gruppo. «I vantaggi e l’affidabilità dell’inkjet sono evidenti, ma il costo del colorante non permette ancora di abbattere in modo significativo quello del prodotto», spiega Pieger. «Dobbiamo tollerare un periodo di transizione e di sopravvivenza del mondo analogico. Ma alla fine il digitale prevarrà». Anche sul fronte della finitura il


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gruppo punta alla creazione di ecosistemi totalmente digitali, in grado di azzerare i tempi e i costi di setup, nonché quelli di realizzazione e stoccaggio delle matrici. Il team di Schumacher Packaging sta già effettuando test intensivi sui sistemi di taglio laser, evidenziando i principali limiti nelle prestazioni ridotte, nel formato di lavoro limitato e nella sfridatura del materiale. Entro due o tre anni, tuttavia, il converter conta di poter costruire una linea di trasformazione interamente digitale, in grado di soddisfare requisiti industriali e garantire ammorta-

menti favorevoli. Stampa digitale: ingrediente chiave della sostenibilità Se l’e-commerce ha fatto esplodere i volumi di spedizioni e la domanda di contenitori adatti, al tempo stesso è aumentata la preoccupazione dei consumatori per le emissioni di CO₂ e per lo smaltimento di grossi volumi di imballaggi secondari. Una pressione che coinvolge l’intera supply chain, e che Schumacher Packaging prende molto seriamente. «Molti nostri clienti sono retail-

er di nuova generazione, che si sono posti obiettivi stringenti per quanto riguarda le emissioni di CO₂. Alcuni di loro puntano a raggiungere la completa neutralizzazione entro pochi anni», spiega Schumacher. «Per aiutarli a centrare questi obiettivi, e per rispondere pragmaticamente alle loro domande, dobbiamo lavorare da subito su materie prime, processi, produzione e consumo di energia». Per Schumacher Packaging la stampa digitale è parte della risposta. Grazie alla tecnologia inkjet, ad esempio, il converter ha

‖ 11) Grazie alla propria flotta di veicoli, Schumacher Packaging è in grado di gestire direttamente, da tutti i siti produttivi del gruppo, la consegna. degli imballaggi presso il cliente finale.

abbandonato l’utilizzo di colori speciali ed eliminato le operazioni di lavaggio dei gruppi stampa, risparmiando ogni anno milioni di litri d’acqua. Le stampanti inkjet, poi, non hanno matrici fisiche da smaltire, e hanno un consumo energetico ridotto rispetto alla flexo. Per migliorare la sua impronta ecologica, l’azienda ottimizza al massimo i suoi

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meeting leaders 12

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‖ 12) Il sistema RSR di BHS stampa su bobine di larghezza 2.800 mm con velocità fino a 300 m/min. 13) Il motore di stampa inkjet single-pass di RSR è configurato a quattro colori, con due barre per colore. 14) Il team di operatori del reparto digitale preprint di Schumacher Packaging.

spazi produttivi, e l’integrazione della stampa digitale nel processo di ondulazione è parte di questa strategia. «Se nel corso di una lavorazione standard ci serve un lotto di cartone personalizzato, con la nostra tecnologia RSR possiamo produrlo in uno schiocco di dita», spiega Schumacher. «Oltre a farci risparmiare spazio, l’assenza di macchine da stampa fuori linea riduce lavorazioni manuali, errori e consumi». Oltre all’FSC, Schumacher Packaging possiede innumerevoli certificazioni relative alla qualità, alla gestione energetica e ambientale, al benessere delle persone e alla sicurezza alimentare, sia a livello di gruppo che di singoli siti produttivi. Insieme alla società GreenCycle, in collaborazione con alcune catene di supermercati, il converter ha avviato un programma di ritiro del cartone usato e riciclo presso le proprie cartiere. Indipendenti, innovativi, pronti alle sfide globali del packaging

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Schumacher Packaging si pone come alternativa ai grandi gruppi internazionali, imperniando la sua offerta su passione, competenza, affidabilità e vicinanza al cliente. Il converter tedesco sta altresì valutando l’ampliamento delle attività nel resto d’Europa, in particolare nei mercati francese, spagnolo e italiano. La dirigenza di Schumacher Packaging, inoltre, è impegnata nella selezione e nella formazione dei leader che guideranno l’azienda nei prossimi decenni. Oltre a garantire la continuità aziendale, l’obiettivo della famiglia Schumacher è continuare a fare del packaging un business attraente e redditizio, nonché un terreno di incessante innovazione.


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strategie Il gruppo bresciano, leader europeo nella produzione di tessuti e moquette, sceglie Kongsberg C44 e B+B International per potenziare la sua offerta digitale

Montecolino amplia l’offerta digitale di tessuti e wallpaper on-demand con Kongsberg C di Lorenzo Villa

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oquette, carte da parati e tessuti sono il mezzo più efficace per trasformare freddi padiglioni fieristici, spazi commerciali e tensostrutture in location calde e ovattate. Per questo, sono da sempre complementi imprescindibili di fiere ed eventi. Moquette e tappeti rappresentano anche un elemento distintivo per alberghi, sale d’attesa, ristoranti, spazi

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pubblici e privati. Sebbene la pandemia abbia assestato un duro colpo all’industria fieristica, il 2022 lascia presagire la ripartenza degli eventi e l’interior decoration si sta rivelando un driver formidabile per pavimentazioni e rivestimenti murali personalizzati. Con sei aziende controllate tra Italia ed estero, un catalogo di oltre 10.000 articoli, 100 collaboratori e un fatturato di 25 milioni di euro (2019), Montecolino è un punto di riferimento italiano e internazio-

nale per la produzione di moquette e parati. Nel 2005, l’azienda ha creato un reparto di progettazione, stampa e taglio di prodotti decorativi personalizzati. A ottobre 2021, per potenziare la sua offerta di soluzioni digitali, Montecolino ha installato un sistema di taglio Kongsberg C44 con conveyor belt. Una produzione integrata dal granulo di PP all’installazione Nel sito produttivo di 54.000 m²

di Provaglio d’Iseo (BS), Montecolino è in grado di produrre ogni anno oltre 15 milioni di metri quadri di tessuti agugliati in polipropilene, tappeti in PVC, erba sintetica e altri rivestimenti tecnici e decorativi. Il processo produttivo inizia dal granulo di PP, che viene fuso ed estruso in un filato. Il risultato è una fibra tessile con ‖ In alto: a sinistra, il sito produttivo di Montecolino; a destra, il magazzino prodotti finiti dell’azienda.


strategie ‖ 1) Nico Fontana, CEO di Montecolino, con Alberto Costa (a sinistra) e Davide Dal Col (a destra) di B+B International. 2) Kongsberg C con conveyor belt.

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aziendale avvia test intensivi delle principali tecnologie di taglio digitale disponibili sul mercato, fornendo propri file e materiali. B+B International e Kongsberg per un workflow industriale

diversi gradi di titolazione, bianca o colorata, usata per alimentare gli impianti di miscelazione e ottenere diverse mescolanze cromatiche. Una volta miscelata e compattata, la fibra viene pompata alle linee di faldatura e agugliatura, che la trasformano in moquette. Con un passaggio in rameuse, l’agugliato viene impregnato con una speciale resina, che ne garantisce stabilità dimensionale e facilità di posa. Infine, le bobine di moquette sono stoccate nel centro logistico aziendale e spedite ai clienti. Moquette e parati on-demand per una clientela globale Montecolino serve regolarmente oltre 4.000 clienti tra Italia, Europa e Nord America, con una quota di export del 30%. Quasi la metà del giro d’affari è costituita dagli ordinativi di quartieri fieristici, grandi allestitori e rivenditori, ma la fetta più rilevante del fatturato è composta da piccole commesse. Per garantire un tempo medio di evasione ordini compreso tra 12 e 24 ore, l’azienda ha scorte di materiale sempre pronte per le produzioni just-intime, e ha messo a punto un processo di conversione, preparazione e spedizione molto efficiente. Nel 2019, Montecolino ha costituito una startup che incorpora tutte le attività di taglio del gruppo, con propri obiettivi di volumi e redditività. La newco è dotata di

magazzini verticali meccanizzati capaci di contenere 300 bobine jumbo di moquette e tappeti, da cui sono ricavati i prodotti su misura. Il centro di taglio è dotato di fustellatrici tradizionali, sistemi digitali a lama di derivazione tessile, e macchine per cucire industriali per l’orlatura dei tappeti. Verso la produzione digitale I tappeti, le moquette e le carte da parati decorate di Montecolino hanno diversi gradi di personalizzazione: si va dal semplice logo fino a motivi complessi e immagini fotografiche. Nel reparto digitale sono installate due stampanti inkjet sublimatiche con una larghezza di 2.600 mm, una calandra industriale e una stam-

pante digitale UV. Per gli alti volumi, l’azienda dispone di una rotativa serigrafica pluricolore, e di una linea di stampa inkjet tessile a inchiostri reattivi. Tutti i materiali stampati hanno larghezza due metri. «I clienti ci chiedono sempre più spesso tappeti e rivestimenti con formati, sagome e grafiche personalizzate, da impiegare come elementi di design per location ed eventi», spiega Nico Fontana, CEO di Montecolino. «Una tale mole di materiali e lavorazioni, e la necessità di combinare stampa e taglio, ci hanno convinti a introdurre un nuovo sistema di taglio digitale industriale, in grado di gestire le commesse just-in-time e aprirci nuove potenziali aree di business». Nell’estate 2020, il management

Montecolino identifica in B+B International l’interlocutore in grado di comprendere e indirizzare le nuove sfide, e in Kongsberg C44 il sistema di taglio digitale adatto alle proprie lavorazioni industriali. Lavorando prevalentemente tessuti in bobina, l’azienda è colpita anzitutto dall’estrema accuratezza dimensionale del taglio. Un risultato reso possibile dal particolare conveyor belt detensionato di Kongsberg C44, che accompagna l’avanzamento del materiale, senza applicare tensioni indesiderate, riducendo così al minimo possibili allungamenti, e garantendo un taglio sempre coerente con il tracciato originale. Grazie a svolgitori statici o motorizzati, Kongsberg C44 è in grado di alimentare bobine fino ai 300 kg di peso. Inoltre, grazie alla telecamera integrata, è in grado di leggere i QR code e rilevare i marchi di registro associati all’immagine stampata, compensando le distorsioni e lavorando in continuo senza l’ausilio dell’o-

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strategie 3

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‖ 3) La trave di movimentazione. della testa di taglio di Kongsberg C. 4) Il modulo fresa HPMU da 3 kW. 5) Sagomatura di un tappeto personalizzato presso Montecolino.

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Nico Fontana CEO di Montecolino

“I clienti ci chiedono tappeti e rivestimenti con formati, sagome e grafiche personalizzate, da impiegare come elementi di design per location ed eventi.”

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peratore. Questo workflow permette all’operatore di alimentare bobine stampate, contenenti differenti lavori, lasciando che la macchina richiami via via il file di taglio corretto. Una volta avviato, il sistema fa avanzare in autonomia il materiale, ed esegue la lavorazione, scaricando il tessuto tagliato nell’apposito contenitore. Nel caso di bobine non stampate, ad ogni avanzamento del conveyor la telecamera rileva il bordo della bobina, in contrasto con il tappeto, compensando eventuali scostamenti del materiale. Montecolino ha puntato su Kongsberg anche per modularità e scalabilità. Installando il modulo HPMU da 3 kW raffreddato a liquido, l’azienda bresciana è infatti pronta ad avvia-

re lavorazioni di fresatura ad alta precisione di materiali compositi. A sei mesi dall’installazione, l’unità produce su un turno esteso di dieci ore, per cinque giorni a settimana, ma presto verrà avviato un secondo turno. Forte della partnership pluridecennale con Esko, B+B International ha proposto a Montecolino l’impiego del software Esko i-cut Layout per ottimizzare il flusso di prestampa, rivelatosi risolutivo nella preparazione e gestione dei file dei clienti. «Per preparare un file con i giusti rapporti dimensionali, abbonanze e nesting, i nostri grafici impiegavano ore», spiega Fontana. «Con i-cut Layout siamo pronti in pochi minuti e abbiamo pressoché azzerato errori, rifacimenti e scarti».

Ancor più di una tecnologia affidabile e performante, Montecolino era alla ricerca di un partner con cui delineare gli scenari tecnici e di business del prossimo futuro, ispirati all’Industria 4.0, alla digitalizzazione e alla personalizzazione spinta dei prodotti. «Dalle dimostrazioni hardware, al software, il team di B+B si è impegnato nella ricerca di soluzioni alle nostre problematiche specifiche, ottenendo il risultato atteso», conclude Fontana. «Questo percorso è stato, ed è ogni giorno di più, un gioco di squadra». Un futuro più green e digitale La sfida più grande nel futuro di Montecolino è il progressivo azzeramento dell’impatto ambientale delle sue produzioni. Per centrarla, nel 2017 il gruppo ha avviato un programma di recupero e riciclo della moquette posata in fiera. Nell’ambito del piano, già sottoscritto da Fiera Milano, Fira de Barcelona e altri quartieri fieristici europei, il PP riciclato viene trasformato in nuovi granuli, e conferito ad aziende partner per la creazione di un innovativo materiale composito, anch’esso utilizzabile per gli allestimenti.


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strategie Con l’introduzione di Konica Minolta Accurio­Press C12000 e MGI JETvarnish 3D One, lo storico stampatore aversano accelera il suo ambizioso piano di diversificazione

Con stampa e nobilitazione digitale, Tipografia Bianco alza la posta nel packaging di Lorenzo Villa

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opo vent’anni di lavoro come operaio presso una nota tipografia di Napoli, Vincenzo Bianco, insieme alla moglie Elpidia, decide di concretizzare il sogno di avviare una propria attività. Tipografia Bianco apre i battenti nel gennaio del 1983 ad Aversa, a metà strada tra Napoli e Caserta, armata solo di una platina tipografica e dell’entusiasmo dei suoi titolari. Con la diffusione del desk-

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top publishing, e il boom degli stampati di marketing, nei primi anni Novanta l’azienda introduce la tecnologia offset, assume i primi dipendenti, e cambia sede. Terminati gli studi, nel 2000 entra in azienda il figlio Francesco Bianco, mentre la crescita dell’attività impone l’acquisto di macchinari più produttivi. Nel 2019, avviene il trasloco nell’attuale edificio di 1.000 m², che ospita i reparti di prestampa, stampa offset, stampa digitale, serigrafia, tam-

pografia, stampa a caldo rotativa, fustellatura e incollatura. Forte di un fatturato di 1,3 milioni di euro (2020) e un team di 14 persone, lo scorso novembre Tipografia Bianco ha potenziato la sua offerta digitale con una Konica Minolta Accurio­Press C12000 e una MGI JETvarnish 3D One. Dalla stampa alla cartotecnica Tipografia Bianco serve principalmente una clientela regionale,

ma tra i suoi clienti ci sono anche aziende farmaceutiche, cosmetiche e della moda di calibro nazionale. L’azienda realizza cataloghi e brochure, volantini per la GDO e il retail, menu per la ristorazione, e materiali per la comunicazione d’impresa. Ai prodotti standard, stampati con due Heidelberg Speedmaster pluricolore in formato ‖ In alto: a sinistra, Accurio­Press C12000 presso Tipografia Bianco; a destra, controllo qualità su una stampa offset.


strategie ‖ 1) e 2) Un solo operatore può governare con facilità Accurio­Press C12000 e JETvarnish 3D One.

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Dalla coesistenza al progressivo rimpiazzo dell’offset

B1, si affiancano i progetti nobilitati con vernici e foil, e le decorazioni industriali su plastica, vetro e metallo, realizzate in serigrafia UV e tampografia. «I clienti ci affidano i loro progetti più complessi da oltre vent’anni», racconta Francesco Bianco, CEO di Tipografia Bianco. «Molti di coloro che si rivolgevano a noi per la sola stampa commerciale, ci hanno scelti anche come loro interlocutore unico per espositori POP e packaging». Proprio la cartotecnica è una delle aree di maggior sviluppo per lo stampatore, le cui competenze spaziano dalla progettazione grafica al CAD 3D, fino alla creazione di fustelle e alla prototipazione, eseguita con un plotter Sinajet. Anticipando i trend dell’Industria 4.0, quasi vent’anni fa Tipografia Bianco ha implementato un workflow basato sul linguaggio JDF. «Il nostro obiettivo era partire dal flacone vuoto e far uscire il cliente con un prodotto completamente vestito», spiega Bianco. «Oggi, grazie anche ad Accurio­Press e MGI, possiamo farlo in poche ore».

vole, nel 2001 l’azienda introduce la sua prima macchina da stampa digitale a toner, una Xerox DocuColor 12, seguita a stretto giro da modelli più produttivi e automatizzati. «Improvvisamente il mercato delle 20, 30, 50mila copie si è volatilizzato, mentre i due o trecento pezzi sono diventati sempre più frequenti», spiega Bianco. «Anche in cartotecnica, i quantitativi si sono ridotti a poche centinaia o migliaia di pezzi». Tipografia Bianco automatizza ulteriormente il flusso di lavoro, e decide di limitare il ricorso a fornitori esterni, internalizzando quasi totalmente le attività di progettazione grafica, stampa, nobilitazione, fustellatura,

piegatura e incollatura di astucci ed espositori. Contestualmente, nel 2010, acquista una Konica Minolta bizhub PRESS C6000, di cui apprezza particolarmente la qualità di stampa e la robustezza. Pochi mesi dopo raddoppia l’installazione, avviando un sodalizio con Konica Minolta destinato a durare fino ad oggi. «Sulle macchine Konica Minolta abbiamo prodotto oltre il doppio delle copie per cui erano progettate. Su Accurio­Press C2070 abbiamo totalizzato 6 milioni di stampe», racconta Bianco. «All’inizio consideravamo il digitale una tecnologia accessoria, ma bizhub PRESS e Accurio­P ress l’hanno resa una valida alternativa all’offset».

Nel 2019, Tipografia Bianco satura la capacità produttiva delle sue stampanti digitali. Così i titolari tornano a dialogare con Konica Minolta per introdurre attrezzature più produttive. Lo scoppio della pandemia interrompe l’analisi, ma già a maggio 2021 gli imprenditori riaccendono i riflettori su Accurio­Press C12000, l’attuale co-ammiraglia (insieme alla C14000) della gamma a toner di Konica Minolta. A colpirli sono nuovamente le prestazioni, la solidità e la qualità dei prodotti del costruttore nipponico. «Con le ultime generazioni di Accurio­Press, possiamo affermare che la stampa a toner ha eguagliato la qualità e la resa cromatica, ottica e tattile dell’offset», afferma Bianco: «Il prodotto è resistente alle cordonature, facile da plastificare, e anche sulle medie tirature risulta spesso più economico della tecnologia tradizionale». Tra le caratteristiche di Accurio­ Press C12000 più apprezzate da Tipografia Bianco, la velocità di 120 ppm e la possibilità di alimentare carte offset di grammature comprese tra 52 e 450 g/m² e formato massimo 330x1.300 mm (330x900 mm in bianca e volta)

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Cultura tipografica e fiducia nella tecnologia digitale Per Tipografia Bianco, l’inizio del nuovo millennio coincide con il declino delle tirature medie, tempi di consegna più stretti, e una crescente pressione sui prezzi. Per reagire alla congiuntura sfavore-

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strategie 3

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‖ 3) e 4) Imballaggi vinicoli e dolciari realizzati con Accurio­Press C12000 e JETvarnish. 5) La nobilitazione. del calendario 2022 di Tipografia Bianco su JETvarnish 3D One.

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Francesco Bianco Titolare di Tipografia Bianco

“MGI JETvarnish ci ha permesso di avvicinare alla nobilitazione anche chi la considerava troppo onerosa, come alcuni acquirenti di packaging.”

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da cassetti ad alta capacità. Il formato banner, che eguaglia o eccede la lunghezza dei fogli offset B1, consente altresì di realizzare brochure multianta e rese multiple di astucci, che vengono poi fustellate sulle linee tradizionali. «Su Accurio­Press passiamo con facilità dalla carta chimica da 57 g/m² al cartone da 400 g/m², dalle carte patinate alle naturali, fino alle martellate, alle acquerello, alle vergate», sottolinea Bianco. Una svolta digitale anche nella nobilitazione Forte di macchinari e competenze nel campo del foiling e della serigrafia, inizialmente per Tipografia Bianco la nobilitazione digi-

tale non è una priorità. Tuttavia, durante le demo su Accurio­Press C12000, la proprietà vede in azione la tecnologia MGI JETvarnish. È amore a prima vista e l’azienda decide di acquistare una JETvarnish 3D One, per effettuare verniciature selettive, piatte o a rilievo fino a 116 micron. Benché priva del modulo di applicazione del foil, 3D One è dotata, al pari delle sorelle maggiori, dello scanner AIS per la messa a registro e la compensazione di eventuali variazioni dimensionali della stampa. «JETvarnish ci ha permesso di avvicinare alla nobilitazione anche chi la considerava troppo onerosa, come alcuni acquirenti di packaging cosmetico e farmaceutico», spiega Bianco. «È

bastato mostrare loro delle prove, e ci hanno subito confermato il preventivo». Con JETvarnish, l’azienda nobilita progetti stampati su carta patinata, sia in offset che in digitale, plastificati e non. Sulle carte naturali, per ridurre l’assorbimento, gli operatori eseguono una verniciatura offset, o un doppio passaggio di vernice inkjet selettiva. Grazie al formato carta di 364x760 mm, JETvarnish 3D One si integra perfettamente nel workflow di stampa e fustellatura. Un modello vincente per sfondare nel packaging Con Konica Minolta Accurio­Press C12000 e MGI JETvarnish 3D One, Tipografia Bianco ha eguagliato i valori economici della stampa offset e della nobilitazione analogica, con il vantaggio di non avere quantitativi minimi e di poter liberare turni di produzione sulle più costose linee tradizionali. Al tempo stesso, lo stampatore aversano ha potenziato la sua offerta in campo cartotecnico, ponendosi come un fornitore di soluzioni a ciclo completo di qualità per i piccoli, medi e grandi acquirenti di packaging.


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strategie Con l’introduzione dell’esclusiva piattaforma di taglio Elitron, l’azienda pugliese ridefinisce il suo workflow produttivo nel packaging e nella comunicazione visiva

La doppia testa di taglio e l’automazione di Kombo TH segnano il futuro di Gielle di Lorenzo Villa

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pinti dalla volontà di mettersi in proprio, nel 2001, Pasquale e Girolamo Leone fondano Gielle, a Trani (BT). L’azienda si specializza nella produzione di scatole rivestite con fondo e coperchio, stampate con tecnologia tipografica e destinate al locale mercato della calzatura artigianale. Poi i soci intravedono l’opportunità di ampliare portafoglio prodotti e parco clienti entrando nel packaging e nella stampa commerciale.

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Così, introducono macchine offset bicolore 500x700 e 440x640 mm. Nel decennio successivo Gielle accresce ulteriormente l’offerta e la potenza di fuoco, con macchine offset pluricolore e impianti per la nobilitazione di carta e cartone. Con un fatturato di 1,5 milioni di euro (2020) e 16 collaboratori, a settembre 2021 Gielle ha introdotto un sistema di taglio Elitron Kombo TH per potenziare la sua offerta di prodotti realizzati in digitale.

Dalla carta al web, dal packaging all’e-commerce L’assenza di retaggi tipografici consente a Gielle di interpretare le mutate esigenze del mercato più rapidamente, e più serenamente di molti suoi concorrenti. Il catalogo dell’azienda pugliese spazia dal biglietto da visita al gadget, fino alla progettazione e installazione chiavi in mano di vetrine e allestimenti. Per realizzare i suoi progetti, Gielle dà vita a un

reparto interno di progettazione grafica, web design, fotografia e marketing, dove inserisce anche un sistema ScanCube per la rilevazione fotografica tridimensionale di oggetti destinati alla vendita su portali e-commerce. «Volevamo smarcarci dalla concorrenza dei troppi stampatori digitali generalisti. Così abbiamo ‖ In alto: a sinistra, la sala stampa di Gielle; a destra, il sistema di taglio digitale Elitron Kombo TH.


strategie 1

‖ 1) e 2) Il sistema di videoproiezione di Kombo TH consente di visualizzare il tracciato di taglio sul materiale. 3) Fustellatura di scatole con gli utensili di taglio e cordonatura.

pensato a un approccio diverso, multidisciplinare, incentrato su progetti chiavi in mano di grande complessità e qualità», spiega Pasquale Leone, co-fondatore e responsabile innovazione di Gielle. «Oggi, molti dei nostri clienti ci affidano anche la progettazione e manutenzione dei loro siti web, e in alcuni casi ci chiedono di delineare ed eseguire l’intera strategia di marketing aziendale». Nonostante l’ampiezza del catalogo di prodotti e servizi, il packaging rappresenta ancora una fetta consistente del fatturato di Gielle, e una delle principali aree di investimento. Nel 2003, per soddisfare i bisogni della clientela e ridurre la dipendenza da fornitori esterni, l’azienda introduce un sistema di stampa e taglio digitale Roland VP-540, utilizzato per la produzione di etichette da apporre sulle scatole per calzature. L’anno successivo acquista una Xerox DocuColor 12 per le piccole tirature di stampati commerciali, e una stampante Roland LEF-300 per la stampa diretta su oggetti. Parallelamente, si dota di impianti per la stampa a caldo e la verniciatura serigrafica UV, piegatrici, cordonatrici, incollatrici e plastificatrici. Ultima, in ordine di introduzione,

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un’unità DTG per la stampa diretta su t-shirt e capi. Taglio e fustellatura digitale per conquistare nuovi mercati Nell’ambito della sua strategia di diversificazione, sin dal 2010 Gielle offre soluzioni di imballaggio e materiali di comunicazione ad aziende manifatturiere, alimentari, vinicole e olearie, operatori del retail e della ristorazione. Nel 2013, l’esigenza di lavorare decine di diverse tipologie di cartone e pannelli scatena l’interesse per un sistema di sagomatura digitale. Dopo aver effettuato alcune demo, Gielle decide di rimandare l’acquisto di una macchina multifuzione e

ripiega su un laser in piano per carta e cartoncino, affidando a partner esterni le lavorazioni di taglio e fresatura di Forex, Plexiglas, Dibond e materiali espansi. Solo nel 2021, stanca dei ritardi e delle imprecisioni delle lavorazioni in outsourcing, la direzione aziendale conclude che l’acquisto di un sistema multifunzione non sia più differibile. Tra i criteri di valutazione, Gielle pone al primo posto la flessibilità operativa, seguita a ruota da produttività, automazione, precisione e robustezza costruttiva. «Volevamo una macchina in grado di tagliare in modo efficace e preciso sia il pannello di Forex che il foglio di etichette, o l’astuccio», spiega Leone. «Inoltre, desidera-

vamo un sistema che ci permettesse di sfruttare interamente il materiale, recuperando anche i pezzi più piccoli e azzerando sfridi e scarti. Per noi anche una striscia di 5 cmx1 m può trasformarsi in un nuovo prodotto vendibile». Dopo una minuziosa valutazione, Gielle decide di acquistare Kombo TH 31.20, l’originale sistema di taglio Elitron in formato 3.150x2.050 m con doppia trave e doppia testa di taglio. Un workflow automatizzato per ridurre errori e scarti Non lavorando materiali in bobina, Gielle sceglie Kombo TH in configurazione statica, senza conveyor belt. Tra le opzioni,

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strategie 4

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Pasquale Leone Resp. Innovazione di Gielle

“Possiamo tagliare su una metà del piano, e fresare sull’altra, oppure iniziare una lavorazione mentre l’operatore sta ancora allestendo la seconda testa.”

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sceglie poi di adottare l’esclusiva tecnologia Seeker System che, tramite un sistema di telecamere posto sopra il piano, abilita il riconoscimento automatico degli oggetti posizionati su di esso. Kombo TH è anche equipaggiato con un dispositivo di videoproiezione che consente all’operatore di visualizzare il tracciato di taglio proiettato sui pezzi di materiale. Grazie al software Twin Cut, le due teste di taglio (montate su travi totalmente indipendenti) possono eseguire due distinte lavorazioni in contemporanea, o completare più velocemente il medesimo lavoro. Su ciascuna testa possono essere installati fino a tre utensili, a scelta tra lame fisse e oscillanti, mandrini di fre-

satura, cordonatori e lame angolate, oltre a un puntatore laser e un modulo penna. «I vantaggi di una doppia testa sono molteplici, e non riguardano la sola velocità di punta», spiega Leone. «Ad esempio, possiamo tagliare su una metà del piano, e fresare sull’altra, oppure iniziare una lavorazione con una testa mentre l’operatore sta ancora preparando l’altra, azzerando i tempi morti di sostituzione degli utensili». Rispetto alla tradizionale funzionalità “tandem”, che consente al sistema di taglio di lavorare su metà del piano, mentre l’altra metà viene caricata o scaricata, la doppia testa di Kombo TH, combinata con il piano aspirante suddiviso in 40 settori indipendenti, si traduce per Gielle in un aumento della produttività e una riduzione delle operazioni manuali stimati tra il 30 e il 50%. Gielle utilizza la tecnologia Seeker System per tagliare la totalità dei suoi materiali (stampati e non) e, grazie alla videoproiezione, offre anche agli operatori meno esperti la piena prevedibilità del risultato. «Con una camera tradizionale montata sulla testa di taglio, il plotter legge il punto zero e cerca gli altri crocini», sottolinea Leone. «Con Seeker System, invece, Kombo TH rileva tutte le sagome e i crocini contemporaneamente, e inizia a tagliare in autonomia». Tra i fattori decisivi per la scelta di

‖ 4) e 5) Imballaggi per calzature e alimentari realizzati da Gielle con la stampa e il taglio digitale. 6) Il sistema di taglio digitale Elitron Kombo TH installato presso l’azienda pugliese.

Elitron: l’approccio consulenziale e il percorso formativo proposto dal costruttore, che ha consentito agli operatori di Gielle di apprendere i processi di lavorazione dei singoli materiali. Grazie ai team di assistenza tecnica in Italia e Nord America, e alla piattaforma online Elidesk, Elitron garantisce tempi di reazione tempestivi. Verso nuove sfide tecnologiche, ambientali e di business Con l’adozione di Kombo TH, Gielle ha raggiunto il suo obiettivo di totale riutilizzo dei pezzi di materiale precedentemente scartati, riducendo il suo impatto ambientale e migliorando la redditività. Nella prima metà del 2022, il sistema Elitron sarà affiancato da una nuova stampante UV Agfa Anapurna in formato 3x2 m, con cui l’azienda completerà un workflow integrato di stampa e taglio. Per il futuro, l’ormai “ex” scatolificio punta ad aumentare ulteriormente la sua gamma di prodotti e servizi di comunicazione integrata, proponendosi come interlocutore unico e qualificato per la progettazione, l’esecuzione e la messa in opera dei progetti più ambiziosi.


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tegnologie Cartes introduce la versione GE single-pass della sua piattaforma inkjet industriale di verniciatura e foiling a bobina, dedicata ai big dell’etichetta e agli stampatori online

Jet D-Screen è già “2.0”, ed è pronta a digitalizzare la nobilitazione di alti volumi di Lorenzo Villa

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un anno esatto dal nostro articolo di anteprima assoluta su Jet D-Screen, siamo già pronti a parlare di un nuovo importante step evolutivo della tecnologia di nobilitazione digitale di Cartes. Oggi come allora, il nostro interesse nasce dal raggiungimento di obiettivi tecnici ambiziosi, e dal potenziale residuo di trasformazione digitale nei campi della verniciatura selettiva a rilievo, e

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dell’applicazione digitale del foil. Altro fattore che rende rilevante il progetto Cartes è il numero relativamente piccolo di concorrenti in campo. Ad oggi, infatti, solo l’israeliana Scodix, la francese MGI, la svizzera Steinemann Technology (parte di Kurz dal 2019) e pochissimi altri hanno compiuto mosse degne di nota in quest’ambito. Ad accomunare tutti questi player c’è la scelta dell’inkjet come via maestra – sia per un autentico desiderio di innovazione, sia per

la possibilità di aumentare le vendite di consumabili ad lata marginalità. Diversa è la posizione di Cartes, produttore di macchinari di nobilitazione analogica sin dagli anni Settanta e per questo, almeno in teoria, meno incline a una decisiva trasformazione digitale. Per scoprire come il costruttore italiano ha progettato l’ulteriore evoluzione della sua tecnologia di nobilitazione inkjet, siamo tornati presso il quartier generale di Moglia (Mantova).

Qui, abbiamo incontrato il team di ricerca e sviluppo dell’azienda, e abbiamo assistito a svariate dimostrazioni della “nuova” Jet D-Screen GE. Il fragile equilibrio tra analogico e digitale Cartes nasce in una terra di con‖ In alto, un’etichetta nobilitata con Jet D-Screen GE (single-pass) combinando verniciatura spessorata e foiling.


tegnologie 1

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‖ 1) e 2) L’interfaccia utente di Jet D-Screen consente di eseguire tutte le operazioni su pannello touch. 3) Cartes GE362JJ è la macchina di nobilitazione digitale configurata con due unità Jet D-Screen, dispositivo per trasferimento di foil per oro colato, e applicazione di foil ad alta precisione.

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fine, sospesa tra Modena e Mantova. Ispirata da valori di famiglia e con un passato da stampatore, l’azienda si dedica oggi esclusivamente alla costruzione di macchinari per una clientela globale, e si dibatte tra un presente analogico e un futuro digitale. Fondata da Mario Lodi nel 1970, Cartes è tuttora posseduta e guidata dalla famiglia Lodi, e vanta oltre 4.000 linee a bobina installate in 99 Paesi del mondo. La maggior parte delle unità appartiene alla serie GT360 – una delle opzioni più popolari nel campo della stampa serigrafica, nobilitazione e fustellatura semi-rotativa – o alla più performante serie Gemini. Nel 1999, sfidando lo scetticismo dei puristi della fustella, l’azienda

investe nell’adozione massiccia della tecnologia laser, ponendosi come apripista di questa soluzione. Da due decenni, Cartes collabora proficuamente con costruttori leader del digitale. Le sue unità laser sono spesso a valle di intere flotte di macchine da stampa HP Indigo e Xeikon, e delle nuove narrow web inkjet di Durst, Gallus, Canon, Domino e altri. Per Cartes, la coesistenza di analogico e digitale è fisiologica, e la collaborazione con altri attori tecnologici è una propensione innata della proprietà aziendale. Determinata e resiliente, nel bel mezzo della pandemia di COVID19, Cartes ha presentato Jet D-Screen GT a clienti e prospect (a fine 2020), ottenendo da subito

riscontri entusiastici. In seguito, a luglio 2021, ha concluso con successo il beta test della macchina condotto presso il converter italiano FE Group. Ispirata alla serigrafia, resa unica in ogni dettaglio Sebbene già da anni stesse valutando l’opportunità di investire nell’inkjet, solo nel 2019 Cartes avvia un progetto di ricerca e sviluppo nell’ambito della nobilitazione digitale. L’intuizione è quella di costruire un sistema in grado di replicare in tutto e per tutto le prestazioni della serigrafia, ovvero che raggiunga spessori superiori alla concorrenza e crei effetti di oro colato (metallic

doming) paragonabili all’analogico. Cartes mette così a punto un motore di stampa multi-pass, che ben si adatta all’avanzamento a passo delle linee di converting semi-rotative e dei moduli serigrafici piani. Desiderosa di entrare in gioco con un prodotto originale e proprietario, l’azienda progetta da zero i sistemi di movimentazione, circuitazione fluidi, elettronica e firmware, il software di stampa e l’interfaccia utente su pannello touch. Inoltre, mette a punto una chimica dedicata, in grado di offrire prestazioni superiori a livello di resa, precisione, e creazione di alti spessori, sia sulle carte patinate che sulle naturali e le acquerello, tipicamente più “assetate” di vernice. Potendo posizionare il modulo digitale in qualsiasi punto della linea, prima e dopo moduli di foiling, gruppi serigrafici, fustellatrici piane, semi-rotative e laser, Jet D-Screen GT consente di creare innumerevoli configurazioni diverse, anche con più moduli. Nella quasi totalità delle macchine vendute nel 2021, Jet D-Screen è posizionata come ultima stazione, prima del foiling. In abbinamento a sbobinatore,

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‖ 4) Il modulo di alimentazione di Jet D-Screen GE. 5) Etichette in uscita dalla verniciatura inkjet. 6) La stazione di foiling con il dryer ibrido in funzione.

riavvolgitore, unità di asciugatura e modulo di applicazione del foil, Jet D-Screen GT può anche trasformarsi in un sistema di nobilitazione digitale stand-alone. La produttività varia in funzione dello spessore di verniciatura richiesto (fino a 800 micron) e della larghezza della bobina utilizzata, che determinano il numero di passate necessarie. L’eventuale applicazione del foil può essere eseguita con un’unità di foiling già installata sulla linea di converting Cartes GT360.

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L’era del single-pass

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Nel 2021, contestualmente al lancio della multi-pass, Cartes avvia lo sviluppo di una versione single-pass, da impiegare per la nobilitazione digitale in continuo (stepless) sulle macchine rotative della serie Gemini, anche in abbinamento alla fustellatura laser. L’idea è raggiungere il miglior bilanciamento tra produttività, precisione, elevato spessore di verniciatura, e accessibilità economica. Ancora una volta, Cartes scommette sulla modularità, oltre che su un design proprietario e originale. Jet D-Screen GE si presenta come una vera e propria macchina da stampa a struttura chiusa, controllabile dall’operatore tramite monitor (connessi ai sistemi di ispezione) e pannelli touch. All’interno dell’unità, trova spazio il motore di stampa inkjet, basato su teste di stampa piezo industriali con goccia variabile (25-150 pl), in tutto e per tutto simile a quello dell’unità multipass, ma solidale alla macchina e posizionato trasversalmente alla bobina. Tale configurazione consente alla barra di stampa inkjet di effettuare la verniciatura selettiva in una sola passata fino a 330 mm di larghezza, su bobine di larghezza massima 360 mm. Per l’asciugatura della vernice vengono impiegate (in sequenza) lampade di pinning LED-UV e



tegnologie ‖ 7) Il buffer di collegamento tra la prima e la seconda unità Jet D-Screen su una linea di nobilitazione Cartes GE362JJ. 8) Il modulo di uscita con riavvolgitore.

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Carlo Stefano Lodi Responsabile R&D di Cartes

“Abbiamo progettato Jet D-Screen GE basandoci sui feedback dei grandi converter internazionali e degli stampatori online più evoluti.”

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un dryer UV ibrido con lampade LED e a bulbo. A valle del dryer è presente il modulo opzionale di applicazione del foil, che include un rullo pressore, un’unità di recupero dello sfrido e un secondo dryer, che ha il compito di fissare il foil alla vernice spessorata con l’ausilio di un cilindro riscaldato. Jet D-Screen GE può raggiungere spessori da 30 a 210 micron, con velocità lineari massime di 36 m/min. «Come in ogni sistema inkjet, la velocità lineare è inversamente proporzionale allo spessore di verniciatura desiderato», spiega Carlo Stefano Lodi, responsabile R&D di Cartes. «Rispetto alla versione GT, la nuova Jet D-Screen GE offre produttività significati-

vamente più alte sugli spessori di verniciatura fino a 110 micron». Per ottenere un registro impeccabile tra stampa e vernice, Jet D-Screen GE è dotata di più dispositivi di rilevazione, che dialogano in tempo reale con la macchina ed effettuano regolazioni e compensazioni a livello hardware e software. Al fine di agevolare la nobilitazione di bobine contenenti più lavori, la macchina è dotata di un lettore di codici a barre per il caricamento automatico del file PDF contenente le maschere di verniciatura e foiling associate alla grafica, nonché dell’XML contenente informazioni su inizio e fine del lavoro, spessori da creare ed eventuali dati variabili. Jet D-Screen GE

è anche dotata di un sistema di controllo del registro BST, che fornisce le informazioni per la correzione automatica dell’avanzamento del materiale, così da compensare le imprecisioni causate dal passo irregolare della macchina da stampa e da errori di sviluppo dell’immagine sul cilindro, comuni in alcuni sistemi flexo e digitali. Il software di controllo, sviluppato da Cartes e utilizzabile sui pannelli touch dell’attrezzatura, consente all’operatore di ridurre al minimo gli interventi manuali e i parametri da inserire. L’unità di nobilitazione Jet D-Screen GE, integrata con i moduli analogici della serie Gemini, permette di creare linee complete di stampa flexo, verniciatura, foiling, taglio laser e slitting automatico. Per sezionare la bobina in senso longitudinale, Cartes ha predisposto un gruppo di taglio costituito da 8 lame rotative, che si posizionano automaticamente in base alle specifiche del file grafico. Una volta stampato, verniciato, laminato, fustellato e tagliato longitudinalmente, ogni singolo lavoro presente sulla bobina può essere separato e preparato per la spedizione tramite un riavvolgitore automatico a torretta, senza interrompere la produzione. Jet D-Screen GE è impiegabile in configurazione singola o a motori accoppiati. Con due unità collegate è possibile eseguire più lavorazioni in un solo passaggio, realizzando ad esempio due spessori di verniciatura e l’oro colato, oppure braille e oro colato. Gli effetti realizzati da Jet D-Screen sono compatibili con qualsiasi tipologia di supporto e tecnica di stampa. «Abbiamo effettuato dimostrazioni su centinaia di commesse reali dei nostri clienti, e ci siamo resi conto che le configurazioni e le modalità di utilizzo sono infinite», sottolinea Lodi. «Abbiamo testato Jet D-Screen su stampe offset e flexo, inkjet



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‖ 9) e 10) Etichette stampate su linee Cartes e nobilitate con Jet D-Screen. 11) Giedrius Vasiliauskas, di Printela, accanto alla prima linea Cartes Gemini con GE363VJL con unità Jet D-Screen GE, doppia sorgente laser da 350W e unità di raccolta e separazione dei lavori a torretta.

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a base acqua e UV, a toner ed ElectroInk, ottenendo sempre ottimi risultati, sia su frontali in carta che in plastica». A febbraio 2022, Cartes ha già completato l’installazione di otto Jet D-Screen GT, presso etichettifici di medie dimensioni in tutta Europa, e due Jet D-Screen GE, integrati su nuove linee Gemini. Di queste ultime, la prima è operativa da novembre 2021, presso lo stampatore lituano Printela, integrata in una linea Cartes Gemini con doppia unità di fustellatura laser da 350 W. L’introduzione della nuova unità ha permesso all’azienda di accrescere ulteriormente la sua velocità nell’elaborazione degli ordini di etichette nobilitate.

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Pronta a rimpiazzare la verniciatura tradizionale nelle medie e lunghe tirature In mercati conservatori e ancorati alla tecnologia analogica, quando si parla di digitale si tende a utilizzare termini come coesistenza, affiancamento, integrazione. Eppure, in alcuni settori della decorazione industriale (tra tutti quello ceramico), la trasformazione digitale è stata totale e irreversibile, ed è avvenuta in tempi brevi e senza traumi. Con quantitativi ridotti, tempi di consegna stretti, e un’accettazione pressoché universale della tecnologia di stampa digitale, anche il campo della nobilitazione di etichette appare oggi più ricettivo e pronto

a una svolta in chiave digitale. «Se due anni fa ci sarebbe parso utopico, oggi possiamo affermare che Jet D-Screen può rappresentare una tecnologia trasformativa per i converter», sostiene Mario Lodi, Fondatore e CEO di Cartes. «La transizione digitale, che abbiamo stimolato con la tecnologia laser nel campo della fustellatura, forse avverrà ancora più naturalmente con la verniciatura inkjet». Per stimolare l’impiego intensivo di Jet D-Screen anche su medi e grandi lotti, Cartes ha deciso di abbatterne i costi operativi, proponendo la sua vernice a prezzi vicini a quella serigrafica. Il costruttore ha presentato in anteprima le due unità lo scorso

novembre durante la GIC Innovation Week, in Francia. Nel corso della settimana di open house, Cartes ha invitato oltre 100 etichettifici dai principali paesi europei, e ne ha accolti altrettanti presso il centro demo aziendale. Se Jet D-Screen GT si propone come la tecnologia di elezione per i produttori di etichette d’alta gamma, con una grande varietà e complessità di nobilitazioni, la nuova serie GE strizza l’occhio agli operatori più esigenti in termini di produttività, efficienza e ridotti costi di produzione. «Abbiamo creato Jet D-Screen GE basandoci sui feedback dei grandi converter internazionali, e degli stampatori online più evoluti», conclude Lodi. «Per soddisfare le loro esigenze più estreme, abbiamo messo a punto un processo che per qualità, resistenza, produttività, efficienza e scalabilità non teme confronti con alcuna tecnologia preesistente o di nuova concezione». Contestualmente allo sviluppo della gamma di macchinari, per soddisfare il crescente volume di ordini Cartes sta ampliando i suoi spazi produttivi.



idee per crescere La domanda di stampa è in costante evoluzione e il compito delle aziende del settore è non smettere ma di evolversi per rispondere alle mutate aspettative della clientela

Tre tendenze interessanti che stanno rivoluzionando l’industria della stampa di Matthew Parker

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l settore della stampa è in continua evoluzione. Chiunque ci lavori da tempo sa che i cambiamenti sono all’ordine del giorno, e ultimamente sembrano perfino in aumento. Peraltro, in alcuni casi essi somigliano più a tempestose rivoluzioni che a dolci transizioni. Per questo, è molto importante prestare sempre attenzione a come sviluppare e adattare la nostra attività.

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Sono certo che presto assisteremo a notevoli cambiamenti nell’industria della stampa, e alcuni di essi non riguardano solo un futuro ipotetico: hanno già cominciato a manifestarsi! Le aziende tipografiche pronte a questi cambiamenti saranno quelle in grado di trarre da essi i maggiori benefici, rivelandosi agili e innovative. Soprattutto, saranno pronte ad accogliere a braccia aperte i nuovi modi di

creare relazioni e profitti in nuovi mercati. Tali aziende avranno l’occasione di raggiungere risultati interessanti anche adottando nuovi approcci nella gestione dell’attività. Invece, le aziende di stampa che scelgono di continuare con un approccio “come al solito” si troveranno in difficoltà. Potrebbe non essere ovvio all’inizio. Potrebbe sembrare solo un temporaneo declino del business esi-

Matthew Parker opera attraverso il suo brand Profitable Print Relationships. Matthew ha oltre 20 anni di storia nell’ambito dell’acquisto di stampa e tra le altre esperienze ha gestito gli acquisti di stampa di Future Publishing, uno dei principali editori di riviste consumer nel Regno Unito. Nel corso della sua carriera ha gestito oltre 1.400 trattative con aziende di stampa e oggi mette a frutto la sua esperienza di buyer come formatore e mentore in grado di aiutare le aziende di stampa a vendere di più e con maggiori marginalità. Potete scaricare gratuitamente l’e-book di Matthew “Dieci errori comuni nella vendita di stampa e cosa fare in proposito” dal sito profitableprintrelationships.com.


idee per crescere

stente. Poi diventerà sempre più difficile conquistare nuovi clienti. Finché, all’improvviso, non si raggiungerà la consapevolezza di essere rimasti indietro rispetto a quelle aziende di stampa che si sono adattate e hanno tratto vantaggio dalle nuove tendenze. Ci sono continue previsioni su quali saranno le tendenze del prossimo futuro. In questo articolo mi concentro su tre dinamiche che già sono in atto e che credo avranno modificheranno significativamente il settore della stampa. La prima ha a che fare con le modalità con cui ci relazioniamo al cliente. I clienti cominciano a comunicare in maniera differente È davvero impensabile vivere senza e-mail? L’e-mail è il mezzo di comunicazione più usato dalla maggior parte di noi. Ormai utizziamo sempre più di rado il telefono: preferiamo inviare e-mail per tutto. L’intero settore del commercio elettronico ruota attorno all’invio di aggiornamen-

ti tramite e-mail. Il marketing spesso dipende da newsletter recapitate via e-mail. Fatture, aggiornamenti aziendali, spam? Tutto via e-mail. Il problema è che molti le ignorano. Il 50% delle mie e-mail finiscono nel cestino senza essere nemmeno aperte. È abbastanza diffusa una certa resistenza nei confronti di questa forma di comunicazione. Le persone hanno la sensazione di non riuscire più a tenere sotto controllo la propria casella di posta; lo spam è in costante aumento; e le e-mail sono percepite come meno sicure di un tempo. Un altro fattore importante è che le e-mail ci appaiano un metodo di comunicazione lento. Ci troviamo spesso a scherzare su che passo da tartaruga avesse la posta tradizionale, e talvolta le e-mail ci sembrano altrettanto fiacche. Vedo la comunicazione evolversi. La messaggistica istantanea cresce, e sempre più clienti e fornitori condividono i loro contatti WhatsApp o Signal come metodo di comunicazione primario. Molte aziende usano programmi

come Teams, Monday o Slack per avere un sistema di messaggistica interno, e spesso i clienti stessi vengono a partecipare, per rendere anche la comunicazione con loro più snella. La comunicazione sta anche diventando più automatizzata: presto alcune delle email che eravamo abituati a scrivere non saranno più necessarie perché le informazioni verranno condivise con il destinatario in maniera automatica, tramite altri canali. Notifiche e aggiornamenti possono essere integrati nei sistemi di messaggistica e chiunque può accedervi in un attimo, reperendo le informazioni necessarie nel momento più conveniente, senza intervento umano e… senza nemmeno una e-mail. La frequenza con cui uso le e-mail si è già ridotta, molto più spesso scelgo WhatsApp o Signal. Le mie conversazioni avvengono sempre di più in gruppi chiusi su piattaforme come Discord e Slack. Quando acquisto online, spesso disattivo le notifiche via email e chiedo di ricevere tutte le informazioni all’interno dell’applica-

zione dedicata. Peraltro, molte dei servizi di cui sono utente utilizzano già sistemi “mail-free”, e tutta la comunicazione avviene tramite notifiche su cellulare. Il fenomeno sta coinvolgendo progressivamente anche i vostri clienti. Loro stessi cominceranno a preferire una comunicazione più agevole e automatizzata, su piattaforme con cui magari avete poca dimestichezza; dunque è il momento di familiarizzare con questi nuovi metodi, scoprire come sfruttare i sistemi interni per generare messaggi automatici e andare così incontro alle esigenze del cliente. C’è poi un’altra area dove vedo grosse opportunità di crescita. L’e-commerce è un’opportunità per le aziende tipografiche Nonostante la crescita più rapida non sia stata registrata tra i Paesi europei, l’e-commerce ha preso notevolmente piede in Italia. In base ai dati disponibili su Statista, il giro d’affari del commercio elettronico in Italia è cinque volte superore a quello del 2009.

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idee per crescere Cosa fare per trarre vantaggio delle nuove tendenze in corso?

Sempre più attività venderanno i propri prodotti online, e quando decideranno di farlo, necessiteranno parallelamente di supporto e assistenza. Ed ecco una grande opportunità per le aziende di stampa: queste ultime possono aiutare i loro clienti a capire come approcciare la vendita online e offrire loro idee strategiche, un piano marketing, oltre che gli imballaggi per spedire i loro prodotti. In quest’ambito, c’è un notevole potenziale per gli stampatori. Le aziende che vendono online hanno bisogno di una lunga serie di prodotti stampati, come materiali per l’imballaggio, pubblicità da inviare per corrispondenza, volantini e opuscoli da includere nei pacchi, etc. Per di più, quando si tratta di prodotti promozionali stampati, molti operatori dell’e-commerce non cercano affatto la soluzione più economica, anzi spesso desiderano acquistare prodotti di alta qualità per aumentare il valore percepito del loro servizio, così da fidelizzare la clientela. Quindi il vantaggio potenziale, sia per voi che per i vostri clienti, è enorme. È bene ricordare che l’e-commerce non è più un’esclusiva delle grandi multinazionali. Oggi, aziende di ogni tipo e dimensione vendono i propri prodotti o servizi online (anche le imprese

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individuali e le piccole attività locali), perciò questa opportunità è valida per aziende di stampa di ogni dimensione. Un fattore chiave nell’e-commerce è l’automazione, altro fenomeno sulla cresta dell’onda che merita senz’altro un approfondimento. L’automazione cresce Il ruolo dello stampatore è già marginalizzato. L’utilizzo della macchina da stampa non è più un’operazione tanto specialistica. Inoltre, che piaccia o no, i giorni in cui la stampa era un lavoro artigianale sono ormai andati. Gli specialisti della stampa di un tempo sono diventati oggi dei semplici operatori che sorvegliano l’andamento della produzione. Questo perché molte delle competenze chiave di un specialista di stampa sono state automatizzate. I sistemi di gestione del colore hanno preso il posto dell’occhio umano; l’accodamento automatizzato delle lavorazioni basato su hot folder ha sostituito la programmazione tradizionali della produzione e il caricamento manuale dei lavori; buona parte della manutenzione dei macchinari di stampa è gestita da sistemi di diagnostica a distanza. L’operatore in carne ed ossa ha raramente la necessità di prendere decisioni in merito.

Come già detto, l’automazione è in aumento anche per quanto riguarda la comunicazione. Gran parte dei compiti del servizio clienti, della produzione e della pianificazione di essa possono essere gestiti interamente da computer. Quanto appena descritto rappresenta una buona opportunità per le aziende di stampa. La maggior efficienza derivante da un più elevato livello di automazione si traduce in una maggior disponibilità di risorse da allocare ad altro, come allo sviluppo dell’attività, di nuovi prodotti e della propria presenza in nuovi mercati. Questi cambiamenti avverranno sul serio? È un azzardo anche solo immaginare che il mercato della stampa andrà avanti come ha sempre fatto. E cosa succederà, allora, alle attività che non si evolveranno? Ricorderete senz’altro Blockbuster, Polaroid, Pan Am. Un tempo erano tutte aziende leader, ma hanno purtroppo un aspetto in comune: non sono riuscite ad evolversi nel tempo né ad adattarsi alle mutate esigenze di mercato. Risultato? Sono inevitabilmente fallite. Se si vuole evitare questa fine poco nobile, è fondamentale prendere in mano la situazione.

1. Chiedete ai clienti come preferiscono comunicare, e se hanno adottato o meno nuove piattaforme di comunicazione per la gestione della loro attività. Inoltre, se non lo avete già fatto, date un’occhiata alle ultime innovazioni nel settore e sperimentate alcuni dei programmi di messaggistica menzionati in questo articolo. 2. Entrate in contatto con un’azienda che vorrebbe aprirsi al commercio elettronico. Discutete con loro e scoprite come potreste aiutarli. Cosa potreste offrire loro riguardo stampa e progettazione grafica? Come potreste aiutarli ad aumentare il valore della loro offerta? 3. Chiedete ai vostri fornitori se hanno novità da proporvi per automatizzare di più il flusso di lavoro. Parlate sia con chi si occupa dei macchinari che dei software. Come possono aiutarvi a risparmiare del tempo caro allo sviluppo dell’attività? Un settore di cui non si può fare a meno Non riesco a immaginare come la maggior parte delle attività potrebbero sopravvivere senza la stampa. La stampa è dappertutto: sugli imballaggi, negli edifici che frequentiamo, e persino sui vestiti che indossiamo. Non vedo come questo possa cambiare. È molto probabile che alcuni segmenti del settore stampa si troveranno in difficoltà, ma al contempo altri crescerando. Però continuo a vedere generazioni e generazioni di persone che non vogliono e non possono abbandonare la stampa. Nei prossimi anni, non solo il settore continuerà a prosperare, ma sarà anche robusto e vivace. La domanda di prodotti stampati potrà modificarsi ma non è certo destinata a scomparire. E il compito della nostra industria è continuare a cambiare ed evolversi di pari passo.


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