Italia Publishers - Anno XXXI - n° 02/2019 - Prezzo euro 10,00 - Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LOM/MI
SPECIALE
Tendenze globali e modelli locali: così il mondo della stampa online non smette di crescere STRATEGIE
Edelmann: innovatori del packaging globale e primi in Europa con Landa S10 STRATEGIE
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sommario 02
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EDITORIALE One-year to drupa 2020, rotta verso la Germania
NEWS Novità, tecnologie e tendenze dai player del mercato digitale
SPECIALE
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Fra trend globali e modelli locali, la stampa online non smette di crescere
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Il futuro degli stampatori: non arrendersi alla crisi differenziando il business
STRATEGIE 20 |
L’inkjet riscrive le regole per i big della nobilitazione grafica e cartotecnica
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Innovatori del packaging globale e precursori della stampa digitale del futuro?
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AccurioJet KM-1 apre le porte a nuove opportunità di business e nuovi mercati
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Gestione del colore: una vera sfida per gli stampatori digitali di grande formato
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L’industria nord-europea dell’ondulato cresce nel POP con stampa e taglio digitale
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Tra logistica e Academy, è a Bologna il competence hub del display graphics
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TECNOLOGIE 50 |
L’ingrediente segreto del nuovo Box On Demand è il taglio digitale di Optima V
EVENTI 52 |
Tra qualità e automazione, Jetmaster chiude il cerchio nel single pass per l’ondulato
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Tra design e produzione, la globalizzazione apre nuovi scenari per il packaging
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I web-to-print globali si incontreranno a Monaco per Online Print Symposium
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Italia Publishers – Anno XXXI – n° 02 2019 Registrazione: Tribunale di Milano n. 74 del 12/2/94 Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Direttore responsabile Silvia Guglielmi
Collaboratori Veronica Pastaro Graeme Richardson-Locke Sean Smyth
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density trade magazines for enthusiasts Via Thaon di Revel, 21 – 20159 Milano
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editoriale di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com
One-year to drupa 2020, rotta verso la Germania A quanto pare stiamo diventando tutti un po’ più sovranisti, europeisti a fasi alterne, e anche un tantino filo-americani. Una condizione che i polemici di professione tenderebbero a considerare stridente, salvo essere spesso i primi a incarnare questa coesistenza di valori e stati d’animo. Vi chiederete il perché di questa riflessione, tanto più se introdotta da un’asserzione in apparenza filo-germanica. Sono passati tre anni da drupa 2016 e mancano poco più di 12 mesi a drupa 2020. Uno show che, oltre a rilevare la nostra anzianità anagrafica e di servizio, desta altre considerazioni. Per quasi tutti noi drupa è l’unica fiera del printing che valga la pena di ricordare, una delle pochissime dove valga la pena tornare, l’unica su cui sia irrinunciabile investire. Ma c’è di più che frulla nella mia testa di cittadino del mondo e (chissà?) un po’ sovranista, europeista e filo-americano. Pur senza tessere le lodi del sistema valoriale e politico tedesco, trovo che drupa sia sempre più lo specchio del mondo in cui viviamo e lavoriamo. Guidiamo automobili tedesche. Utilizziamo macchinari tedeschi, benché talvolta prodotti in Italia, da brand fondati e cresciuti in Italia. Quando compriamo stampa, spesso lo facciamo da fornitori tedeschi, che incarnano i nostri valori, parlano la nostra lingua, talvolta sostengono i nostri progetti sociali meglio degli italiani. E se spediamo un pacco? Se viaggiamo? È probabile che sulla coda del nostro aereo ci sia un brand americano, una bandiera austriaca o svizzera, ma il servizio sia efficacemente erogato da un’azienda tedesca. Ovvietà? Allarmismo? Nulla di tutto ciò. Mi chiedo solo dove sbagliamo. Ed eviterei di attribuire tutta la colpa alla nostra classe politica. Frequentando assiduamente la Germania, trovo che il sistema tedesco assomigli terribilmente alle best-practice italiane, di cui talvolta non raggiunge neppure i picchi di eccellenza. Salvo che la Germania sembra averne fatto uno standard, mentre da queste parti molti lo hanno dimenticato. A drupa ci andremo tutti, sovranisti, europeisti e filo-americani. Perché, allora, non arrivarci sereni, curiosi, desiderosi di lasciarci ispirare e contaminare? E magari di contaminare gli altri con ciò rende virtuosi noi italiani.
news Etichette e Industry 4.0, così Heidelberg Italia cresce nel digitale Quella che vi stiamo raccontando negli ultimi due anni è una Heidelberg sempre più digitale. Lo è nelle tecnologie, nelle strategie, nelle competenze e nel mindset del suo team, sia a livello internazionale che locale. Un messaggio chiaro e deciso, che i clienti italiani del grande brand hanno imparato a comprendere e apprezzare. Anche per questo l’edizione 2019 dei Digital Days, la grande open house organizzata da Heidelberg Italia lo scorso 31 gennaio e 1 febbraio, ha riscosso il
successo atteso. Complice anzitutto un programma ricco di contenuti erogati da tecnici, consulenti ed esperti, pensati per supportare gli imprenditori nei propri percorsi di innovazione e accrescere le loro competenze in diversi settori. Alessandro Mambretti, in qualità di Vice Presidente di Taga Italia, ha fatto il punto sulle best practice nel controllo dei colori, mentre Fabian Carbonella, specialista di pre-vendita di Heidelberg, ha illustrato le opportunità applicative derivanti da un utilizzo consa-
pevole dei toner speciali, come quelli utilizzabili su Versafire EV per creare nobilitazioni ed effetti speciali sugli stampati. Grande interesse per la sessione sul nuovo programma di super e iper-ammortamento per il 2019, che ha fornito agli imprenditori presenti indicazioni pratiche sui benefici derivanti dalla digitalizzazione dei processi produttivi, e sul calcolo del beneficio derivante dall’acquisto di nuovo hardware. Ma la versa protagonista dell’evento, almeno sul fronte tecnologico, è
stata Gallus Smartfire, la nuova label press basata su tecnologia inkjet Memjet. Un’unità compatta, pensata per i converter che muovono i primi passi nel digitale, e per quegli stampatori commerciali che desiderano ampliare la propria offerta di prodotti alle etichette autoadesive. heidelberg.com ‖ Sotto: a sinistra, Mario Martin di Gallus dimostra le potenzialità di Smartfire; a destra, Andrea Citernesi di Heidelberg Italia mostra la nuova piattaforma a clienti e prospect italiani
Il book-on-demand di Xerox e Printbee.it al Salone della Cultura
‖ Printbee.it è il portale di Mediagraf dedicato alla produzione online di libri stampati
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La presenza di Xerox al Salone della Cultura di quest’anno ci racconta una storia di contaminazione, in cui la tecnologia digitale si pone al servizio di un’utenza universale e variegata, e di una vasta community di autori ed editori. «Abbiamo deciso di partecipare al Salone sin dalla prima edizione, con l’obiettivo di consentire agli scrittori in erba di stampare gratuitamente un loro libro. – spiega Julia Cozzi, Senior Communications Manager GC di Xerox – Grazie alla nostra tecnologia digitale a toner, possiamo
offrire agli appassionati di scrittura l’occasione di vedere la propria opera realizzata in dieci copie». A rendere possibile il progetto, oltre alle macchine da stampa digitale Xerox, sono state le competenze di Mediagraf. La società veneta è infatti specializzata nella produzione di libri, a partire da tirature minime, che vende anche online tramite il portale printbee.it. Inutile dire che l’iniziativa ha riscosso un grande successo, con centinaia di volumi stampati durante lo show. xerox.com - printbee.it
news
Al Digital Imaging Square è tutta questione di... stampa industriale Il grande spazio dimostrativo di Konica Minolta, inaugurato lo scorso autunno a Milano, si è già trasformato in un vivace luogo di dimostrazione, formazione e incontro. I primi mesi di vita del Digital Imaging Square, infatti, hanno ospitato eventi per clienti finali e rivenditori, attività formative e demo personalizzate sulle numerose attrezzature. Lo scorso 1 e 2 marzo è stata la volta di “Questione di…”, un doppio evento declinato sui temi caldi della nobilitazione e della stampa digitale di etichette. Forte della propria offerta tecnologica, che include piattaforme come MGI JETvarnish e AccurioLabel 190, Konica Minolta ha registrato il
tutto esaurito per le due giornate di dimostrazione e networking. Oltre alle sessioni pratiche sulle attrezzature, entrambe installate nel centro demo, gli imprenditori presenti hanno seguito con interesse la presentazione di Elisabetta Brambilla, Presidente di GIPEA, che ha illustrato l’andamento dell’industria dell’etichetta e condiviso i più recenti dati di FINAT, prospettando interessanti scenari di sviluppo per le tecnologie inkjet. Altrettanto partecipato lo speech di Roberto Nazzari, titolare di Arti Grafiche Turati, che ha testimoniato la crescita delle opportunità di business grazie alla nobilitazione digitale. konicaminolta.it
‖ In alto, lo speech di Elisabetta Brambilla, presidente di GIPEA all’open house Konica Minolta. In basso, sessioni dimostrative su MGI JETvarnish 3D Evolution con iFoil.
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news La stampa industriale torna a Monaco per InPrint 2019
‖ Particolare dell’infografica che riassume i 17 obiettivi definiti dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Solo qualche settimana fa, parlandovi di un altro show di settore, vi testimoniavamo la soddisfazione di una larga parte del pubblico e degli espositori per la scelta di localizzare l’evento a Monaco di Baviera. Una piazza di successo e particolarmente gradita agli italiani, e non solo. Complici una localizzazione geografica favorevole e le moderne infrastrutture fieristiche. Pronta ad aprire i battenti a Messe München dal 12 al 14 novembre, con il 70%
dello spazio espositivo già venduto, l’edizione 2019 di InPrint si preannuncia un successo, anche grazie al suo format originale. Il piccolo show, infatti, si è ormai affermato come il luogo di incontro privilegiato tra costruttori, integratori e utilizzatori finali nel campo dei processi di stampa industriale, sia decorativi che funzionali. All’offerta espositiva, inoltre, si aggiunge un ricco programma di seminari e conferenze. inprintmunich.com
MCA rilancia la sostenibilità come fattore competitivo “Innovazione sostenibile per creare valore” è il concept elaborato da MCA Digital per un nuovo format di evento, la cui prima edizione si svolge il 4 aprile a Padova, presso il Fenice Green Energy Park. Una location evocativa per un incontro inedito, in cui il grande rivenditore nazionale di tecnologia non intende parlare di stampa digitale, o almeno non solo di quella. Il programma della giornata, sviluppata in collaborazione con HP, prevede infatti sessioni di training sulle nuove
opportunità economiche e di accrescimento della competitività delle imprese, in cui la sostenibilità rappresenta il fattore scatenante. «Vogliamo stimolare riflessioni fattive su quello che sarà il prossimo futuro, proponendo una visione innovativa del business, che vada oltre l’obiettivo del profitto massimizzando l’impatto positivo verso la società e l’ambiente», afferma Cristina Del Guasta, socio fondatore di MCA Digital, introducendo l’edizione numero zero. mcadigital.it
‖ Tra gli espositori di InPrint ci sono i principali produttori mondiali di teste di stampa, chimiche d’inchiostro e macchinari per la stampa industriale
L’interior design di Printeriors è ancora protagonista a FESPA
‖ Nata come area applicativa all’interno di FESPA, Printeriors è sempre più uno spazio interattivo, che connette brand owner, designer e fornitori di servizi di stampa
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Tra i tanti sviluppati negli ultimi anni da FESPA, quello dell’interior decoration si sta rivelando un filone più che mai dinamico e vitale. Anche quest’anno, quindi, il grande show europeo delle tecnologie digitali avrà nell’area denominata Printeriors uno dei suoi highlight più originali e innovativi. Entrando in fiera dalla porta Est, i visitatori di FESPA Global 2019 a Monaco saranno proiettati in un grande spazio interattivo, interamente allestito con wallpaper, complementi d’arre-
do rivestiti con tessuti stampati, ma anche tende, cuscini, tavoli e mille altri oggetti in cui la decorazione diventa un fattore differenziante. Il design sarà curato dall’illustratore Jasper Goodall, all’insegna dello slogan “Inspired by Nature – Powered by Print”. Tra le novità di quest’anno, un’area outdoor con sdraio, ombreggianti e altri elementi grafici per esterni, tutti rigorosamente stampati con l’ausilio delle più moderne tecnologie digitali. fespa.com
news
Il converting Tecnau protagonista dei calendari fotografici di CEWE Negli ultimi anni Tecnau ha saputo ritagliarsi spazi importanti nei processi di innovazione dei più importanti stampatori online europei. Il costruttore italiano, specializzato in tecnologie di pre e post-stampa in linea per engine digitali ad alta produttività, ha infatti elaborato un’ampia gamma di soluzioni di gestione della bobina, taglio, stacking e converting, combinando elevata qualità costruttiva e capacità di sviluppare soluzioni tailor-made per un mercato in forte cambiamento. Emblematica è la nuova linea di converting per materiali stampati a bobina con tecnologia digitale, scelta da CEWE – il leader europeo della stampa fotografica online – per spostare la propria
produzione di calendari fotografici dalla stampa a foglio ai più produttivi engine a bobina. Per questo Tecna ha messo a punto una linea composta da svolgitore, taglierina, stacker e conveyor di accumulo. «Il vantaggio del processo da modulo continuo è che non dobbiamo più inviare i blocchi di fogli dalla stampante alla taglierina e poi separarli in gruppi da 13 o 14 fogli manualmente. Otteniamo invece un processo fluido e completamente automatizzato senza passaggi manuali intermedi, che parte dalla bobina stampata arrivando ai calendari tagliati a misura e accumulati con offset», spiega Achim Schwartz, Operations Manager di CEWE. tecnau.com
‖ I moduli Tecnau di sbobinatura, taglio, raccolta e movimentazione consentono a CEWE di produrre automaticamente calendari in uscita da una HP Indigo a bobina
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news 9 e 10 aprile 2019, Fujifilm Jet Press 750S apre a clienti e prospect Degna erede di Jet Press 720S, che rimane nella gamma di soluzioni digitali Fujifilm come una delle bestseller nel suo segmento, la nuova 750S definisce nuovi livelli di qualità, produttività e performance complessive nel formato B2. Al nostro rientro dall’esclusiva giornata di anteprima lo scorso novembre, vi abbiamo già accennato (e a breve vi parleremo più dettagliatamente) delle innovazioni introdotte da Fujifilm con il lancio della nuova Jet Press. Una piattaforma stabi-
le, basata sull’ultima generazione della solida e qualitativa tecnologia inkjet SAMBA di Fujfiilm, che cresce nel formato carta fino a 750x585 mm e aumenta la produttività fino a 3.600 fogli/ora, con la possibilità di stampare carta e cartoncino fino a 0,34 mm di spessore, che salgono a 0,6 mm nella configurazione dedicata al folding carton. Il 9 e 10 aprile Fujifilm aprirà agli stampatori e ai packaging converter europei le porte del suo Advanced Print Technology Centre di Bru-
xelles, consentendo a una vasta platea di professionisti di toccare con mano le caratteristiche della nuova Jet Press. «Questo evento, per gli stampatori che cercano di ottenere un vantaggio competitivo e di espandere il proprio business, rappresenterà una grande opportunità di provare direttamente le eccezionali funzionalità della nuova Jet Press 750S. Analizzare le stampe di prova è un buon punto di partenza quando si esamina un nuovo investimento, ma prima di prendere una de-
cisione non c’è niente di meglio che vedere personalmente la macchina in azione. Di conseguenza, esorto chiunque sia alla ricerca di modi per migliorare l’attività offset a venire da noi per vedere la Jet Press 750S dal vivo», afferma Mark Stephenson, Product Manager, Digital Printing & Press Systems, Graphic Systems EMEA. fujifilm.com ‖ Mark Stephenson, Product Manager di Fujifilm e ideale “padre” di Jet Press, illustra a giornalisti e analisti le caratteristiche della nuova 750S
Elcograf digitalizza gli alti volumi con due HP PageWide T490
‖ Domenico Fasoli, direttore di stabilimento di Elcograf, posa con il suo team accanto a una delle nuove HP PageWide T490 installate presso il sito produttivo di Cles (TN)
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La notizia è di quelle che fanno rumore, anzitutto perché riguarda Elcograf, che con oltre 2.000 dipendenti e dieci stabilimenti, è il più grande stampatore italiano. E anche sul fronte tecnologico l’annuncio lascia presagire una nuova e importante crescita dei volumi digitali, anche nelle altissime tirature. Con l’installazione di due unità digitali a bobina HP PageWide T490 presso lo stabilimento di Cles (TN), l’azienda mette infatti in campo un’enorme potenza di fuoco digitale, che grazie al finishing in
linea potrà essere destinata anche alla produzione di altissime tirature (fino a 500.000 copie). Ma soprattutto pone le condizioni per sviluppare in modo efficace un business industriale nelle tirature più basse, entro le 500 copie. Con una larghezza carta massima di 1.067 mm, la gamma HP PageWide T400 è composta da differenti modelli, di cui T490 rappresenta il top di gamma, con una qualità adatta a prodotti commerciali e velocità lineari fino a 305 m/min su T490 HD. elcograf.com - hp.com
“NON SIAMO STATI I PRIMI AD INTRODURRE LA TECNOLOGIA LED NELLA STAMPA UV, MA LO ABBIAMO FATTO NEL MIGLIORE DEI MODI SENZA SCENDERE A COMPROMESSI.” Andrea Riccardi Head of Product Management Large Format Printing & Fabrics
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speciale Operatori mainstream, innovatori, artigiani e professionisti del packaging ravvivano il panorama della vendita tramite internet di prodotti stampati
Fra trend globali e modelli locali, la stampa online non smette di crescere di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com
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e Internet ha democratizzato l’accesso alle informazioni e i social media hanno stimolato l’interazione tra brand, retailer e consumatori, Amazon ha definitivamente convinto i buyer di ogni specie e di ogni età che acquistare prodotti online è sicuro, facile e persino appagante. E i prodotti stampati, sebbene più complessi e carichi di personalizzazione e creatività, non sembrano fare ec-
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cezione. I primi zoppicanti fenomeni di vendita di stampa online risalgono agli anni ‘90, ma è nell’ultimo decennio che il fenomeno ha realmente assunto dimensioni rilevanti, visto grandi player alzare progressivamente l’asticella dei servizi e degli investimenti, e ampliare a dismisura il portfolio di prodotti, la gamma di servizi accessori, il proprio raggio d’azione geografico. Al punto che sia i grandi operatori nazionali – quelli ancora privi di
uno store online, s’intende – che le migliaia di piccoli print-service provider locali si stanno domandando quanto sia opportuno entrare in un’arena già affollata e apparentemente matura. Soprattutto, si chiedono quali siano le reali prospettive di sviluppo e gli investimenti da affrontare. Sebbene quasi tutti i business online abbiano alcuni elementi in comune – automazione spinta, efficace gestione della qualità, servizi di customer care
impeccabili – l’online printing non è una scienza esatta, né prevede un modello organizzativo standard, replicabile pedissequamente e indefinitamente. Il web è piuttosto un canale potente, e come tale va compreso, sfruttato e sostenuto. Per trovare la propria ricetta, e garantirsi ‖‖ In alto, uno dei reparti di stampa di Onlineprinters, che incrementa costantemente la propria base installata di Heidelberg Speedmaster
speciale
Michael Fries CEO di Onlineprinters
“La conversione da piccole tipografie a grandi modelli di e-commerce industriali continuerà per molti anni a venire.” spazi di crescita nel medio/lungo termine, è anzitutto opportuno analizzare il mercato, le best practice e le mosse degli operatori più rilevanti. A est e ovest dell’Atlantico, i giganti spostano gli equilibri Favoriti da una dimensione media delle proprie imprese più grande rispetto ad altre economie globali, Stati Uniti e Germania sono senza dubbio i Paesi occidentali che meglio hanno interpretato il concetto di consolidamento e concentrazione del business. Complice nel primo caso un mercato sconfinato, che batte un’unica bandiera e parla una sola lingua, dove prosperano giganti come vistaprint.com, controllata da Cimpress. In Germania, tra i fattori di successo annoveriamo la presenza di importanti costruttori di tecnologia, fiere di settore, infrastrutture logistiche, manodopera qualificata e cultura dell’automazione. Vantaggi che le tipografie tedesche hanno saputo sfruttare magistralmente, ottimizzando i propri workflow e dando vita a modelli di vendita online curati e aggressivi, che non si limitano a banali siti web plurilingua usati maldestramente per piazzare ordini qua e là per l’Europa. Gli stampatori online di maggior successo hanno fatto
della diversity culturale e linguistica la propria bandiera, ingaggiando personale locale in tutta Europa, creando infrastrutture di customer care in lingua madre, talvolta aprendo filiali nazionali. I nomi sono quelli blasonati di onlineprinters.com, flyeralarm.com, unitedprint.com e altri. Aziende che, pur con dimensioni rilevanti, restano in larga misura indipendenti o family-owned. «Il mercato della stampa online, e la nostra azienda in particolare, traggono beneficio principalemnte da quattro fattori. – chiarisce Michael Fries, CEO di Onlineprinters – Anzitutto c’è ancora un numero significati-
vo di clienti che si spostano da processi d’acquisto più lenti e costosi verso ordini online più rapidi. Un altro fattore di successo è poi la portata sempre più internazionale delle nostre attività. Inoltre, evolviamo continuamente il nostro focus dalla stampa all’e-commerce, per creare un’eccellente customer experience a prezzi contenuti. Infine, grazie a processi integrati e acquisti centralizzati, condividiamo con le nostre società controllate un beneficio reciproco». La società tedesca, nata come tipografia nel 1984, impiega oggi oltre 1.400 dipendenti ed è l’emblema di come una localizzazione geogra-
‖‖ In alto, il reparto di finishing di Onlineprinters; in basso, un team di operatori dedicati alla customer care presso il quartier generale di Unitedprint a Radebeul
fica favorevole, unita alla competizione serrata tra connazionali di calibro e di lunga tradizione, possa giovare alla qualità del servizio e del prodotto. «Continuiamo a puntare a crescite annuali a doppia cifra, e crediamo che la conversione da piccole tipografie decentralizzate a grandi modelli di e-commerce industriali continuerà per molti anni a venire. Nel nostro caso anche grazie all’ampliamento della gamma di
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speciale ‖‖ A sinistra, Jason Frueh, fondatore di MyCreativeShop, durante un recente speech all’evento annuale di CHILI Publish. In basso, uno scorcio della sala stampa di Skillpress, dove la cura del prodotto è sempre la stessa di una tipografia artigiana.
prodotti con gadget, applicazioni tessili e prodotti che aiutano i nostri clienti a raggiungere i loro obiettivi di marketing». Quando la stampa online è artigianale e design-driven Maurizio Battiston Co-fondatore e CEO di Skillpress
“Investiamo molto nella formazione e nella consulenza ai nostri clienti per la scelta di carte, finiture e metodi di rilegatura.”
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Se la vendita online è sinonimo di democratizzazione, è ragionevole pensare che qualsiasi operatore del printing possa poter beneficiare di questa opportunità. Per assurdo anche coloro che non possiedono una reale capacità produttiva, e talvolta neppure dei macchinari. Gli imprenditori più lungimiranti hanno capito che, per avere successo, è necessario smarcarsi da un’offerta generalista e costruire una propria
ricetta originale e riconoscibile. La piattaforma americana mycreativeshop.com nasce come un vasto contenitore di soluzioni creative, in cui la stampa è solo uno degli output possibili. «Tra i parametri della mia idea commerciale consideravo essenziale che fosse scalabile, automatizzabile e che avesse un magazzino fisico piccolo o quasi inesistente. Non sapevo nulla del mondo del design o della stampa, ma sentivo che l’idea poteva funzionare», afferma Jason Frueh, fondatore e CEO di MyCreativeShop. La piattaforma, in effetti, consente agli utilizzatori di realizzare un progetto grafico sulla base di un template completamente personalizzabile online, senza
il supporto di un grafico. Al termine dell’operazione, è possibile scaricare il proprio progetto per stamparlo presso un fornitore di fiducia, generando così un potenziale indotto per molti altri stampatori offline. Oppure ordinarlo sulla piattaforma nella quantità desiderata. «Una percentuale molto piccola di utenti ordinano la stampa attraverso di noi. Al punto che il fatturato correlato è al di sotto del 25% del totale. Ed è anche il nostro flusso di ricavi più costoso, dato che c’è un costo tangibile associato alla stampa». Quello di MyCreativeShop, che sfrutta le potenti infrastrutture di publishing automatizzato di CHILI Publish, è un modello leggero e scalabile, che consente all’azienda americana di servire migliaia di clienti in tutto il mondo, pur restando incredibilmente piccola. Tra le migliaia di esperienze locali, l’italiana skillpress. it è invece un esempio di come sia possibile digitalizzare e portare online l’arte tipografica. La piccola società, nata dall’amore per la tipografia di Maurizio e Marco Battiston, ha infatti scelto di sovvertire le logiche di standardizzazione che caratterizzano quasi tutti i fornitori online. Skillpress, la cui potenza di fuoco è limitata a una HP Indigo 12000HD e ad un moderno reparto di finishing, ha fatto della totale libertà di formato, supporto, grammatura, finitura e quantità i suoi punti di forza. «Investiamo molto nella formazione e nella consulenza ai nostri clienti per la scelta di carte, finiture e metodi di rilegatura; realizziamo per loro anche la singola copia, e trattiamo ogni progetto come se fosse unico. – spiega Battiston – Sebbene molti lo trovino insensato e antieconomico, per noi è un modello vincente, e i nostri clienti ci riconoscono
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speciale ‖‖ A sinistra, Annemijn Filius e Femke Wijbenga, rispettivamente direttore creativo e responsabile marketing di Motiflow. In basso, biglietti da visita su carte speciali realizzati da MOO.
solo alle 600.000 nuove aziende che ogni anno aprono i battenti negli Stati Uniti, le opportunità di mercato sono evidenti». Il packaging è la “next big thing”?
come veri artigiani della stampa digitale online». Tra decorazione e iperverticalizzazione, largo ai solution maker! Se il design gioca un ruolo cruciale nello sviluppo di progetti di stampa “convenzionali”, la sua importanza cresce se entriamo nel campo delle applicazioni inconsuete, di materiali e superfici che poco o nulla hanno a che fare con il commercial printing e il display graphics. È un territorio nuovo, fatto di operatori che potremmo definire solution maker, capaci di soddisfare una domanda di stampa inedita, spesso creand o un’offerta del tutto avulsa da quella di altri PSP. La maggior parte di loro ha maturato un’esperienza specifica al di fuori delle arti grafiche, al punto che le applicazioni spaziano dai tessuti alle wallpaper, dalla carta fotografica alla tela pittorica, fino alla carta da regalo. È il caso dell’americana spoonflower. com, dell’olandese motiflow.com e dell’italiana thecolorsoup.com, tre business dalla storia e dalle dimensioni differenti, accomunati da uno spiccato orientamento ai materiali tessili. Ma soprattutto dalla volontà di affiancare al puro output di stampa una gamma sconfinata di design e pattern, ricercabi-
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li per tema o per colore, talvolta scalabili per dimensione, realizzati da giovani designer internazionali, che sulla piattaforma trovano visibilità e opportunità di business. Un atteggiamento aperto e meritocratico, che coinvolge nuovi stakeholder e genera una rete spontanea di promotori delle infrastrutture di stampa. Tra i solution maker ci sono poi quegli operatori che hanno puntato sulle applicazioni di nicchia, come la britannica moo.com. Fondata nel 2006 da Richard Moss, l’azienda è da sempre ispirata alla passione del suo CEO per il design estremo e la qualità, che MOO ha declinato nel busi-
ness dei biglietti da visita, considerato da molti alla stregua di una commodity. «Lo scambio di un biglietto da visita è spesso il primo momento in cui un potenziale contatto, cliente o investitore interagisce con un’azienda o un brand. Avere un biglietto premium e progettato con attenzione aiuta a distinguersi in un mercato affollato. – afferma Amanda Champion, Marketing & Communications Manager di MOO – La nostra azienda ha poco più di 12 anni e nel 2018 ha raggiunto un fatturato di 100 milioni di sterline. Il mercato dei biglietti da visita è in piena espansione e, guardando anche
Il packaging è oggi il mercato che esprime i volumi, i tassi di crescita e le marginalità più elevate; fatta eccezione per contenitori promozionali e gadget, è però il segmento più complesso da affrontare. Realizzare packaging implica la gestione di una moltitudine di variabili, come la progettazione di template e tracciati fustella efficaci, l’aderenza a rigidi standard qualitativi e di sicurezza, la riproduzione impeccabile di tinte piatte, l’utilizzo spinto delle nobilitazioni, l’integrazione del packaging nei processi di confezionamento industriali, la resistenza della confezione nelle fasi di spedizione, esposizione sul punto vendita e interazione con il consumatore. Per questo, sono ancora pochi gli operatori della stampa online ad averlo introdotto, limitandosi magari a prodotti semplici realizzabili con carte, grammature e formati standard.
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speciale ‖‖ A sinistra, astucci realizzati in digitale da Packly. In basso, uno scorcio sul reparto produzione dell’azienda italiana, con alcune delle tecnologie tradizionali utilizzate per produrre le tirature di packaging più elevate.
stampatori online trattano per lo più come un servizio accessorio, fornendo fogli di sticker, piccole bobine o poco più. Inaspettatamente, a proporsi in questo contesto come un vero game changer è CCL Group, il gigante mondiale dell’etichetta. Forte delle sue competenze nell’autoadesivo e di una capacità di converting tali da poter soddisfare i brand owner più esigenti, nel 2018 il gruppo canadese ha lanciato portali online come etikett.de in Germania ed etichetta.it in Italia, e acquisito operatori già consolidati come easy2name.com in Gran Bretagna. La tecnologia sarà il fattore scatenante?
Giuseppe Prioriello Fondatore e CEO di Packly
“L’industria del packaging è ancora condizionata da logiche di produzione complesse e costose, inaccessibili a una vasta fetta del mercato.”
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Tra i pionieri del web-to-pack c’è l’italiana Packly, la software company nata nel 2014 per spalancare a designer, agenzie, piccole cartotecniche e semplici neofiti la via della progettazione, approvazione e acquisto online di packaging. «Abbiamo constatato che l’industria del packaging è ancora condizionata da logiche di produzione complesse e costose, inaccessibili a una vasta fetta del mercato. Per questo abbiamo progettato un software che rendesse la generazione di fustelle digitali e rendering 3D accessibile a tutti», spiega Giuseppe Prioriello, fondatore e CEO di Packly. Interamente web-based, ma accessibile anche tramite API, Packly consente di accedere a una libre-
ria di modelli, completamente personalizzabili per dimensioni e materiale, cui applicare il proprio layout grafico. Al termine del processo, oltre all’anteprima 3D interattiva, è possibile scaricare il tracciato fustella generato, oppure effettuare l’ordine. Packly può realizzare e spedire in pochi giorni micro-tirature (a partire da una singola copia) di astucci, stampati in digitale e fustellati con tecnologia Zund. Ma anche tirature medio-grandi, stampate con macchine offset a foglio Koenig & Bauer e finite con linee di converting BOBST o con una fustellatrice digitale Highcon. Meritano un capitolo a parte le etichette. Un altro mercato enorme e iper-tecnico, che gli
Sebbene il primato di ogni business di successo dipenda dalle capacità strategiche, commerciali, finanziarie e gestionali del management, le tecnologie continuano a rappresentare un elemento trainante per la nostra industria. Oltre che un fattore scatenante per la nascita di nuovi business. Se a drupa 2000, 2004, 2008 e 2016 la stampa digitale (l’inkjet in particolare) ha assunto un’importanza crescente, fino a diventarne protagonista incontrastata, c’è da aspettarsi che a drupa 2020 sarà considerata un’ovvietà. È quindi prevedibile che la discussione si sposterà sulla trasformazione digitale e sull’ibridazione dei processi produttivi del printing. E che i messaggi strategici di organizzatori ed espositori verteranno sempre più su interconnessione, automazione e digitalizzazione delle fasi di design, approvvigionamento, preparazione, finishing, converting, inventory e logistica. Guarda caso, proprio quegli ingredienti che già oggi danno sapore, e più sono destinati a fare la differenza, nei modelli di produzione e vendita online.
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strategie Gold & Silver, che da 25 anni nobilita stampati, si affaccia al digitale e sceglie MGI JETvarnish 3D Evolution & iFoil di Konica Minolta per differenziare l’offerta
L’inkjet riscrive le regole per i big della nobilitazione grafica e cartotecnica di Veronica Pastaro // veronica@densitymedia.com
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old & Silver, “oro e argento”. Non potrebbe esserci nome più evocativo per un’azienda che ha da sempre fatto della nobilitazione il cuore del proprio business, in forma esclusiva. Prima componendo da zero il parco macchine analogico e, recentemente, affiancando alla serigrafia e alle linee BOBST esistenti la sua prima piattaforma digitale: MGI JETvarnish 3D Evolution & iFoil.
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Era il 1995 quando Luca Lavinio, alla ricerca di un’attività imprenditoriale da avviare, decideva di rispondere alle segnalazioni di tipografie e cartotecniche della zona: non erano infatti presenti sul territorio aziende che offrissero servizi di stampa a caldo e rilievo in oro, argento, colori opachi e metallizzati. Così, a Falconara Marittima (AN), Lavinio fonda, insieme alla sorella Luciana, Gold & Silver. Da neofita del settore, inizia la sua avventura
in un piccolo laboratorio dotato soltanto di attrezzature manuali. Qualche anno più tardi aggiunge la prima macchina automatica, poi la prima autoplatina e così via, fino ad affermarsi nelle lavorazioni eseguite esclusivamente in conto terzi per le realtà locali del Centro Italia e persino per clienti nazionali. Ben presto è il packaging a rappresentare il settore di punta, con una prevalenza di scatole e astucci per quei settori più ricettivi alla nobilitazione, in testa
cosmesi e profumeria, calzature e abbigliamento. Sebbene la committenza sia importante anche nel campo editoriale, con libri, riviste e cataloghi, e nelle shopping bag, nonché nella realizzazione di progetti speciali. ‖‖ In alto: a sinistra, Luca Lavinio, amministratore di Gold & Silver; a destra, la MGI JETvarnish 3D Evolution & iFoil recentemente installata dall’azienda. Nella pagina a fianco, una vista dello spazio produttivo e del magazzino foil.
strategie
Luca Lavinio Amministratore di Gold & Silver
“Se non avessimo accolto la sfida della digitalizzazione, il rischio sarebbe stato rimanere fuori dal mercato. Confidiamo così di poter giocare d’anticipo.” Tra differenziazione spinta e convergenza con l’analogico Dopo oltre 20 anni impegnato nella nobilitazione, Lavinio ha riconosciuto negli ultimi tempi i segnali di una fase di stallo: «Serviva portare innovazione nel settore, per non far spegnere l’interesse verso la nobilitazione, evitare l’appiattimento e l’impoverimento delle nostre lavorazioni. Desideravo riaccendere la fantasia del cliente, per realizzare insieme prodotti che fossero unici sul mercato». La nobilitazione digitale è sembrata una via preferenziale per differenziarsi dai prodotti comuni. Per Lavinio, stimolato da un importante cliente, è quindi iniziata una fase di ricerca e studio attento, che l’ha portato a visitare assiduamente le fiere di settore e a sedersi al tavolo con i principali produttori di tecnologie digitali. «La scelta è caduta infine sulla piattaforma proposta da Konica Minolta soprattutto perché, nella versione Evolution, consente di gestire gli stessi formati carta che escono dalle macchine offset dei nostri clienti. – precisa l’amministratore di Gold & Silver – Se in cartotecnica il 50x70 è quasi sempre troppo stretto, anche il 70x100 è talvolta insufficiente. Per questo il formato 75x120 conferisce a JETvarnish Evo una
grande flessibilità. In aggiunta può automaticamente rilevare gli elementi vettoriali del layout grafico, generare i tracciati di nobilitazione e posizionarli a registro sul foglio stampato». Fra le sfide tecniche superate in fase di testing, Lavinio è stato definitivamente convinto dalla capacità di nobilitare una vasta gamma di stampati, realizzati con differenti carte (anche naturali), finiture superficiali, plastificazioni, grammature, metodi di stampa; ma anche dalla possibilità di rendere il prodotto nobilitato compatibile e resistente alle lavorazioni successive, come cordonatura, fustellatura, incollatura. Quando il digitale supera l’arte nota, anche su tirature elevate Nel caso dell’impresa marchigiana, l’adozione di MGI JETvarnish in configurazione completa si traduce anche nella possibilità di andare oltre le lavorazioni già compatibili con le tecnologie analogiche. Si aggiunge infatti la verniciatura UV spot in pochi pezzi, anche spessorata. Dalla comparazione effettuata da Gold & Silver fra nobilitazione tradizionale e digitale, emerge che sul piano qualitativo non si riscontrano differenze sostanziali, mentre sul piano prestazionale ed economico
l’utilizzo di una soluzione o dell’altra può incidere notevolmente. A tal proposito, Lavinio illustra: «Da una prima analisi abbiamo stimato che il pareggio fra le due tecnologie viene raggiunto con volumi di 5-6.000 fogli, per lavorazioni standard. Al di sotto di questa soglia, è preferibile il digitale. Il parametro per orientare la scelta, però, non è soltanto la convenienza». Oltre alle tirature ridotte (ancora occasionali), i principali ambiti di applicazione della tecnologia digitale sono i progetti molto complessi, come per esempio texture di fondo, tratti molto sottili o su fondo pieno, considerati generalmente critici da realizzare. È infatti considerevole il risparmio, sia in termini di tempo, per preparazione della macchina e prototipazione, sia in termini economici, grazie alla riduzione degli scarti e all’abbattimento dei costi fissi dovuti ai cliché di stampa, ora sostituiti da un file digitale. In aggiunta, una nuova opportunità di ampliamento del business è rappresentata dai progetti di personalizzazione spinta, con l’impiego di dati e layout di nobilitazione variabili. «JETvarnish è in grado di gestire un numero considerevole di variabili e di realizzare singoli prodotti uno diverso dall’altro. – spiega Lavinio – Al momento però il mercato non ha
ancora recepito tutte le potenzialità della nobilitazione digitale. Da parte dei clienti che già la richiedono abbiamo ricevuto ottimi riscontri, ma stiamo studiando la strategia migliore per spiegarla al mercato e farla conoscere a grafici e agenzie». Promozione e preventivazione accurata per aumentare volumi e profitti In casa Gold & Silver, comunicare le opportunità e i vantaggi derivanti dalla nobilitazione digitale è una sfida che si apre solo ora; ma Lavinio già ipotizza: «Vorremmo dare ai nostri clienti la possibilità di confrontare lo stesso lavoro realizzato con macchine tradizionali e digitali. Possiamo spiegarlo e raccontarlo finché vogliamo, ma nel nostro campo è la sensazione visiva e tattile a fare la differenza». In questo momento è infatti prioritario far conoscere la tecnologia ai clienti, così che arrivino rapidamente a commissionarci lavori complessi, che sfruttino appieno gli effetti realizzati da MGI JETvarnish: verniciatura spot, effetti 3D e foil. Parallelamente, in azienda dovranno essere inserite figure specifiche con competenze di prestampa, senza escludere l’eventualità di nuove risorse commerciali per presenta-
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strategie
‖‖ Durante la nostra visita, abbiamo assistito all’esecuzione del processo di nobilitazione con JETvarnish: lo stampato viene inserito nel mettifoglio (in alto a sinistra) e, in pochi secondi, viene restituito all’impilatore con l’applicazione del foil dorato (qui a fianco). Infine, Luca Lavinio, insieme a un operatore, controllano la qualità della lavorazione (qui sopra).
re ai clienti tutte le possibili lavorazioni e accompagnarli in questa fase di transizione. A fronte della mole di lavorazioni che può affrontare la macchina (sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo), è facile ipotizzare che in prospettiva aumenterà anche il numero di preventivi richiesti. «Oggi che disponiamo di entrambe le tecnologie, il problema è realizzare preventivi, che ci permettano di non andare in perdita né essere fuori mercato», evidenzia il titolare di Gold & Silver. Si tratta in effetti di una criticità assai diffusa nel settore, cui però il software integrato di Konica Minolta è in grado di far fronte: l’interfaccia di JETvarnish garantisce una previsione puntua-
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le dei consumi e dei tempi di lavorazione del prodotto finito, così da realizzare preventivi accurati. Un simile strumento permette di offrire prezzi più vantaggiosi al cliente e, al tempo stesso, maggior margine di guadagno all’impresa. Giocare d’anticipo per battere la concorrenza A qualche settimana dall’installazione di MGI JETvarnish, il co-titolare di Gold & Silver afferma: «È iniziata per noi un’avventura totalmente diversa, perché finora il nostro parco macchine non poteva contare su tecnologie digitali. Speriamo di accrescere il business e ampliare la gamma di prodotti offerti alla rete di
clienti già consolidata». La capacità della tecnologia digitale di semplificare processi altrimenti molto complessi è il motivo per cui anche alcuni tipografi si stanno dotando di simili macchinari. Ciò comporterà un progressivo aumento della concorrenza e un potenziale rischio per quelle imprese che hanno da sempre fatto della nobilitazione il proprio unico business. «È una preoccupazione reale. – ammettono Luca e Luciana Lavinio – Del resto, se non avessimo accolto la sfida della digitalizzazione, il rischio sarebbe stato ben peggiore, ovvero rimanere ai margini dello scenario competivo. Confidiamo così di poter giocare d’anticipo, approfittando del vantaggio per
migliorare le nostre competenze e affinare la tecnica». Il momento sembra propizio per crescere, soddisfacendo le richieste di clienti piccoli e medi in tempi molto più rapidi che in precedenza. Con l’ulteriore vantaggio per Gold & Silver di smarcarsi dal regime di semi-dipendenza dalle grandi commesse, espressione di pochi importanti clienti. Con quest’ultimo investimento, Gold & Silver dispone di un parco macchine ad ampio spettro: «Il nostro obiettivo era poter offrire ai nostri clienti la più ampia scelta in assoluto, già a partire dalle tecnologie», conclude il titolare. E, visitando il reparto produttivo, sembra proprio che l’obiettivo sia stato raggiunto.
strategie Edelmann è il primo beta site europeo di Landa, e anche uno dei gruppi che meglio interpreta la sfida dell’ibridazione e della trasformazione digitale della stampa
Innovatori del packaging globale e precursori della stampa digitale del futuro? di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com
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i sono fattori capaci di influenzare l’immaginario collettivo di un’intera industria. Talvolta hanno a che fare con singoli personaggi, altre volte con brand o tecnologie rivoluzionarie, in qualche caso con specifici mercati e applicazioni. Più comunemente, si tratta di un mix di tutto questo. Che la tecnologia digitale – l’inkjet in particolare – sia ormai il tor-
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mentone di chiunque nel mondo stampi qualcosa, è tanto ovvio quanto ineludibile. E che il packaging sia il settore che più sta trainando questa innovazione è altrettanto percettibile. Tornando ai brand e ai personaggi, poi, è intrigante osservare come i pionieri della tecnologia tendano spesso ad associarsi agli utilizzatori finali più virtuosi e promettenti. O talvolta a quelli più propensi al rischio. Non è quest’ultimo il caso della tedesca
Edelmann, che con i suoi 21 siti produttivi in 9 nazioni e 4 continenti, da oltre un secolo è un punto di riferimento per i brand owner che richiedono packaging di altissima qualità a livello globale. Nella primavera del 2017 il nome di Edelmann è balzato agli onori delle cronache per la decisione di installare la prima Landa S10 in Europa. Un anno dopo, nel 2018, la macchina è stata installata e la collaborazione tra Landa e Edelmann si è intensificata, con
un fitto programma di training per gli operatori e i manager del gruppo tedesco. Una mossa che ha sollevato la curiosità e l’entusiasmo di molti, che tuttavia non ha placato le illazioni e i rumor attorno all’ultimo pro‖‖ In alto: da sinistra, la prima tipografia di Carl Edelmann nel 1913 e il nuovo quartier generale dell’azienda. Nella pagina a fianco, Oliver Bruns, CEO di Edelmann, posa accanto alla prima Landa S10 del gruppo tedesco.
strategie Qual è il marchio di fabbrica di Edelmann? Abbiamo una predilezione per l’alta qualità, che otteniamo con un controllo di qualità maniacale e processi che governiamo da sempre. Per questo siamo a nostro agio con brand che cercano una qualità estrema. Al contrario, se provassimo a giocare nel campo delle commodity e dei grandi volumi, sicuramente perderemmo.
intervista a Oliver Bruns CEO di Edelmann Group
“Essere all’avanguardia è un punto centrale nella nostra strategia e si riflette nel modo in cui creiamo nuove soluzioni di packaging. E nell’adozione delle tecnologie che ci consentono di farlo, come Landa S10.”
Quanto conta l’innovazione? Essere all’avanguardia è un punto centrale nella nostra strategia e si riflette nel modo in cui creiamo nuove soluzioni di packaging. E nell’adozione delle tecnologie che ci consentono di farlo, come Landa S10. Ma l’innovazione riguarda anche il modo in cui interagiamo tra noi e contribuiamo ad arricchire la cultura aziendale. Oggi possiamo affermare di essere internazionali e il nostro corporate language è l’inglese, dalla Germania al Brasile, da Pechino agli USA. Dimensione globale coniugata a una tradizione familiare? Da oltre un secolo Edelmann è posseduta dalla stessa famiglia, sebbene nessuno dei suoi membri lavori in azienda. Questo ci offre grandi vantaggi: tra tutti la pos-
sibilità di adottare strategie di lungo termine. Se c’è un investimento in cui crediamo, non siamo costretti a farlo apparire remunerativo nei report trimestrali per gli investitori. Il benessere delle persone, poi, fa parte della nostra responsabilità sociale, dietro cui ci sono i valori solidi di una famiglia. Non ultimo, con una struttura così snella prendiamo le decisioni in modo estremamente rapido: se imboccare una direzione può darci un vantaggio competitivo, la famiglia ci dà subito carta bianca.
Quando un’organizzazione cresce diventa più complesso armonizzare stili e approcci… Questa è la mia sfida e occupa l’80% del mio tempo. Di certo non so come creare il miglior packaging e non so utilizzare tutte le nostre macchine, né quali inchiostri scegliere per ogni applicazione. Ma spendo la maggior parte del mio tempo a scovare persone talentuose, ovunque si trovino, per farle giocare nella nostra squadra, motivarle e fare in modo che prendano le decisioni giuste.
Quanto contano le persone? Sono il nostro principale vantaggio competitivo. Possiamo avere tutti gli standard qualitativi, le macchine Landa e le risorse finanziarie, ma sono tutti elementi replicabili. Il ruolo chiave e la motivazione delle nostre persone giustifica il fare business in location molto costose, esprimere eccellenza produttiva, sostenere l’innovazione, investire nella relazione col cliente, adottare le tecnologie più innovative. Il successo si fa con le persone giuste, quindi è vitale selezionarle, accertarsi che siano felici di lavorare con noi, dare loro i migliori strumenti, creare un ambiente favorevole e farle lavorare come un unico grande team.
Come si coniugano packaging e ambiente? L’ecosostenibilità non è solo un trend, ma è parte del mio credo personale. Non lavorerei mai per un’azienda che ne sottostimasse l’importanza, e infatti Edelmann la considera un valore fondante. Non tutti nella value chain del packaging danno lo stesso peso alla sostenibilità, ma oggi i brand la chiedono e sono disposti a pagare di più per qualcosa che già offrivamo. Questo ci avvantaggia nel creare prodotti cartacei in grado di rimpiazzare la plastica, stampati con tecniche ecologiche e consumi ridotti. La tecnologia di Landa va in questa direzione e ci aiuta a produrre in modo sostenibile.
getto di Benny Landa. Desiderosi di raccontarvi una storia fatta di numeri inconfutabili, solida tradizione e reale innovazione, ci siamo spinti a Heindenheim per esplorare i retroscena di un grande progetto di trasformazione tecnologica e di business. Passione di famiglia, competenza e visione globale Nonostante i suoi 3.000 dipendenti e una capacità produttiva annua di quasi 5 miliardi di scatole in cartoncino teso e cartone ondulato, Edelmann è un family business da oltre cento anni. La tipografia fondata da Carl Edelmann nel 1913 a Heindheim, dove è tuttora basato il quartier generale del gruppo, è cresciuta
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strategie ‖‖ A sinistra, Corinna Niederberger, Senior Project Manager Packaging Design & Development di Edelmann
nuovi prodotti è un tema serio e complesso, che coinvolge marginalmente il design, e riguarda piuttosto l’interazione tra tecnologie e processi. «Dobbiamo poter combinare tutti i moduli in modo sempre nuovo, così da rendere possibili nuovi design. – spiega Niederberger – Abbiamo clienti molto esigenti, come Chanel e L’Oreal, che ci spingono ad esplorare nuove possibilità per posizionare il proprio brand. Ma spesso non hanno nozioni di stampa, colore o qualità, e hanno bisogno di consulenti capaci di tradurre la loro aspettativa in un prodotto realizzabile». in modo organico nei primi decenni di vita. Poi, dagli anni ’70, a ritmi più sostenuti con l’acquisizione di altri operatori nazionali. Infine, nell’ultimo decennio, ha rafforzato la sua presenza nei più importanti mercati mondiali, tra cui USA, Cina, India, Brasile e Messico. Dall’ottobre 2017 alla guida di Edelmann Group c’è Oliver Bruns – un giovane manager con una carriera commerciale e tecnica alle spalle – che ci accoglie in azienda insieme al suo management team, che annovera manager di grande esperienza come il Direttore Tecnico e Managing Director Oliver Sattel, insieme a professionisti come Corinna Niederberger, chiamata ad elaborare per i clienti soluzioni di packaging innovative, che vanno dal design al delivery, promuovendo l’adozione di strategie multicanale, che includono (anche) la stampa digitale. «Sviluppare packaging oggi significa più comprendere ciò che il cliente ha in mente, che non solo aderire a capitolati tecnici. Dobbiamo capire cosa serve al brand per promuovere il suo prodotto, e declinare il nostro portfolio di soluzioni per fargli mettere sullo scaffale qualcosa di più bello ed efficace», spiega la manager. Una condizione idilliaca – verrebbe da dire – in cui la stampa digitale potrebbe ritagliarsi degli spazi
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in modo facile e indolore. Ma il progetto di Edelmann è ben più ambizioso. Tra digitale e analogico Edelmann non ama parlare della propria straordinaria base installata di sistemi di stampa, nobilitazione e converting, e rispettiamo la sobrietà di questo approccio. Ma una premessa è d’obbligo: quella di Landa non è la prima tecnologia digitale in azienda. «Investire in tecnologie innovative e di rottura significa avere una visione. Capire come utilizzarla nella pratica viene dopo. Ogni giorno qui entra un cliente con una nuova idea e noi lo aiutiamo sempre a concretizzarla. – spiega Bruns – Questo approccio ci aiuta a capire se abbiamo un’opportunità attraente per molti o, al contrario, se il mercato sta cercando altro». Ma il gioco d’azzardo non è nel DNA del gruppo tedesco, che va orgoglioso della propria capacità di anticipare i trend, capire cosa vuole il cliente, proporre sempre qualcosa di nuovo. Questo è vero anche per Landa, che Edelmann ha scelto di adottare sulla base di un’ambiziosa strategia di innovazione di processo e di prodotto. «Per la nostra offerta digitale abbiamo definito cinque aree di sviluppo. – spiega
Niederberger – che sono prototipazione, codifica, produzione di piccole serie, capacità di offrire un mix di diversi prodotti, ma soprattutto quella che chiamiamo “latetime customisation”. Quest’ultima è l’area dove crediamo di poter fare la differenza, integrando Landa con i processi industriali di finishing e nobilitazione». L’obiettivo di Edelmann è combinare il meglio del mondo digitale e di quello analogico, realizzando in analogico le nobilitazioni più complesse e raffinate, creando poi edizioni limitate, personalizzate o localizzate grazie alla sovrastampa in digitale. Questo consentirà di eliminare costose e antiestetiche sovraetichettature, o l’inutile coesistenza di più lingue sullo stesso packaging. E ancora di rispondere alla crescente esigenza di codifica, tracciabilità, multicanalità e interazione tra consumatore e packaging. Infine, grazie a Landa, il team di sviluppo di Edelmann potrà realizzare prototipi realistici di packaging nei workshop con clienti e designer, mettendoli in condizione di scegliere quello più appealing ed efficace. La centralità del product development In un’industria esigente come quella del packaging, sviluppare
Quando il packaging è “High Q” Edelmann ha coniato una sigla, che contraddistingue il proprio sistema di gestione della qualità nello sviluppo del packaging. «High Q Packaging è il brand che utilizziamo per comunicare il nostro modo di operare, che ha le norme ISO come ingrediente minimo, ma soprattutto riguarda la condivisione di skill e l’adozione di best practice maturate a livello globale. – racconta Bruns – Un sistema in cui la tecnologia di Landa entra a pieno titolo, e giocherà sempre più un ruolo determinante». Ma come funziona High Q? Se il segmento healthcare, ad esempio, esprime le richieste più evolute di sicurezza, procedure e documentazione, Edelmann trasferisce questi valori a settori meno esigenti, come il consumer electronics, definendo così nuovi standard. Al pari, la consistenza cromatica, la precisione di registro e la qualità dell’immagine richieste nel beautycare, vengono estese a settori meno sensibili, come il farmaceutico. «Non posso chiedere alla mia organizzazione di dare più o meno qualità per ogni commessa. – conclude Bruns – Quindi risulta più conveniente e remunearativo avere la stessa attenzione per tutto».
strategie Una scelta “disruptive” per una visione industriale Nei più diffusi modelli di commercial printing, la stampa digitale è spesso protagonista delle piccole tirature e di progetti di personalizzazione in scala ridotta. Nel packaging, invece, le aspettative sono diverse e alla tecnologia sono richieste performance industriali, nonché piena integrazione in flussi e processi analogici ben rodati. Questo è il campo in cui gioca Edelmann, ed è questo il tema su cui ci siamo confrontati con Oliver Sattel, che ci ha accompagnati nella visita ai reparti produttivi del sito di Heindheim. Qui, accanto a una batteria di Heidelberg Speedmaster, scorgiamo il profilo inconfondibile di Landa S10. «Tra i plus di Landa c’è la chimica d’inchiostro a base acqua, che sfrutta gli stessi pigmenti degli inchiostri offset, portati ad una dimensione più piccola. – spiega Sattel – I più grandi vantaggi dei Nanoink sono una superficie sostanzialmente piatta e una ridotta penetrazione nella carta. Questo consente una drastica riduzione dei consumi di inchiostro rispetto ad altre piattaforme digitali, una migliore deinchiostrabilità e riciclabilità dello stampato, e una perfetta riflessione della luce». La forma-
zione dell’immagine sul supporto è ciò che più rende unica la tecnologia di Landa, differenziandola da altre soluzioni inkjet esistenti. La tecnologia israeliana prevede infatti l’utilizzo di un belt riscaldato, su cui le teste di stampa gettano microgocce ad altissima frequenza, costuendo l’immagine. Questa è già formata e asciutta quando viene trasferita sul supporto, grazie all’interferenza tra il belt e un cilindro pressore. Oltre ad ottenere un punto ben definito, la cosiddetta “Nanografia” di Landa consente di stampare immagini di alta qualità su ogni tipo di carte e cartoncini, sia patinati che naturali, con differenti gradi di liscio. «Quando stampiamo in offset su materiali naturali, per ottenere la coprenza e brillantezza desiderata spesso dobbiamo utilizzare due castelli di stampa per colore – precisa Sattel – mentre le lavorazioni sin qui realizzate con Landa S10 hanno prodotto risultati soddisfacenti in un solo passaggio, con un deposito di inchiostro quattro volte inferiore». Se questo processo risulta vantaggioso perché riduce la penetrazione del colorante nelle fibre, pone al tempo stesso nuovi interrogativi sull’interazione tra la carta stampata e i processi di finishing e converting. I test sin qui effettuati da Edelmann delineano scenari
promettenti. «Con Landa abbiamo ottenuto risultati di stampa molto buoni anche con su carte leggere e cartone di bassa qualità. Inoltre abbiamo constatato la piena compatibilità della nanografia con la maggior parte dei processi di post-stampa tradizionali, inclusi hot foil, laminazione, taglio, cordonatura, rilievo a secco. – spiega Sattel – Inoltre, non scaldando i supporti, ne preserviamo la naturale umidità, le caratteristiche meccaniche e la stabilità dimensionale». Sempre sul fronte della qualità, Edelmann sta conducendo un programma di testing e ottimizzazione del colore, così da poter garantire un matching totale con gli altri processi di stampa, e la ripetibilità del processo sui cicli di produzione più intensi. Per Edelmann quest’ultimo è uno dei fattori differenzianti della tecnologia Landa, che con i suoi 6.500 fogli/ora in formato B1 si avvicina seriamente alle velocità orarie medie di una offset piana. «Abbiamo deciso di seguire Landa per la sua idea di produttività, che si traduce nella possibilità di gestire grandi volumi in tempi ridotti. – sottolinea Sattel – La S10 viaggia sempre alla stessa velocità, non decelera in base al numero di colori o alla maggiore o minore qualità. Inoltre, sulla base degli sviluppi che
stiamo vedendo, contiamo che nei prossimi 3-5 anni questi valori possano raddoppiare». La cultura della partnership è il fondamento del beta testing Pochi comprendono le ragioni profonde per cui un utilizzatore dovrebbe contribuire a testare le nuove tecnologie di un fornitore. Molti credono che questo debba tradursi in un cospicuo sconto a fronte del “disturbo”. La visita in Edelmann ci permette di discutere questo tema in profondità. «Abbiamo una lunga storia di beta testing, che per noi è al tempo stesso un’attitudine, una parte della nostra cultura e un valore strategico. Prima di Landa lo abbiamo fatto decine di volte con Heidelberg, Koenig & Bauer e altri costruttori. – racconta Sattel – È un processo che implica una forte interazione bidirezionale e investimenti di tempo e denaro. In definitiva, ci consente di acquisire un vantaggio competitivo di uno o due anni rispetto ai competitor, fare esperienza e acquistare macchine migliori». Dialogando con il management di Edelmann, scopriamo che collaborazione e partenariato sono valori fondanti della cultura aziendale, che consentono ai dipendenti del gruppo tedesco di lavorare a stretto contatto con l’R&D dei propri fornitori, ed essere parte integrante dei processi di sviluppo dei propri clienti. Questo consente a Edelmann di dialogare in modo più consapevole ed equilibrato con i brand owner, arrivando a spiegare loro che talvolta una nuova idea o una richiesta inedita, benché stimolante, non è realizzabile a causa di oggettivi ostacoli tecnologici. Quanto la stampa digitale continuerà ad essere un ostacolo, seppur parziale, è difficile definirlo. Di certo è un tema che riguarda da vicino l’interazione e il lavoro congiunto degli inventori e dei pionieri della nostra industria, come lo sono Edelmann e Landa. ‖‖ Oliver Sattel, Direttore Tecnico e Managing Director del sito produttivo di Heindheim di Edelmann Group
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strategie In visita da due pionieri europei nella stampa a foglio UV inkjet, per scoprire come hanno rivoluzionato il loro flusso di lavoro grazie a questa innovativa tecnologia
AccurioJet KM-1 apre le porte a nuove opportunità di business e nuovi mercati di Veronica Pastaro // veronica@densitymedia.com
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n web-to-print francese 100% digitale e uno stampatore tedesco con quasi un secolo di storia alle spalle. Apparentemente niente in comune. Eppure entrambi hanno accolto la sfida di essere pionieri, aggiudicandosi la prima installazione di AccurioJet KM-1 nei rispettivi Paesi. Nell’un caso, la scelta è stata dettata dall’obiettivo di offrire “prix ultra compétitifs” e aprire il proprio
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business al packaging; nell’altro, dal desiderio di integrare maggiormente stampa tradizionale e digitale, per abbattere i costi delle piccole tirature e consentire una personalizzazione più spinta delle medie. Due casi emblematici di come investire in innovazione tecnologica spalanchi le porte a nuove opportunità e permetta di accedere a nuovi mercati. Ciò è possibile quando l’innovazione è veicolata da macchine che presentano caratteristiche uniche:
tecnologia LED UV inkjet, formato B2+, stampa fronte/retro in un unico passaggio, produttività fino a 3.000 fogli/ora, compatibilità con un’ampia varietà di supporti (incluse carte non pretrattate e materiali plastici) e spessori (da 0,06 a 0,6 mm). Ma le specifiche tecniche non sono tutto, il valore di AccurioJet KM-1 sta anche nell’approccio di Konica Minolta, volto a guidare i clienti nel percorso di adozione della nuova tecnologia, nonché a supportar-
li tempestivamente tutte le volte che se ne presenti la necessità. In attesa di ricevere notizie di una prima installazione in Italia (che pare sia imminente), ci siamo spinti oltre i confini nazionali, in Francia e Germania, per raccogliere le testimonianze di Realisaprint.com e Rehms Druck. ‖‖ In alto, da sinistra, la AccurioJet KM-1 installata da Realisaprint.com, a Nizza (Francia), e quella installata da Rehms Druck, a Borken (Germania).
strategie
Realisaprint.com: il web-to-print B2B con i prezzi più competitivi d’Europa Massima soddisfazione del cliente e prezzi più bassi d’Europa; sono questi i tratti distintivi di Realisaprint.com, web-to-print francese, con sede in Francia. Un modello di business che ha portato l’azienda ad avviare, già diversi anni fa, una proficua collaborazione con Konica Minolta; prima nell’ambito della stampa a toner in formato B3+ e poi, lo scorso anno, in quello della stampa UV inkjet in formato B2+. A febbraio 2018, infatti, l’azienda ha formalizzato l’acquisto di AccurioJet KM-1, aggiudicandosi il primato nell’adozione di questa tecnologia nel Sud Europa. Nata nel 2006, Realisaprint.com è stata per alcuni anni solo un ufficio commerciale che si occupava di vendere stampe, di piccolo e grande formato, realizzate da terzi. «A un certo punto abbiamo capito che, per avere prezzi più competitivi e maggiore qualità, era necessario portare all’interno la produzione, così da controllare l’intero processo», ricorda Rémy Barelli, co-fondatore e direttore associato di Realisaprint.com. Risale al 2008 l’acquisto della prima macchina per la stampa di grande formato e, cinque anni più tardi, quello delle prime macchine Konica Minolta per la stampa a foglio. Oggi la clientela dell’azienda è costituita esclusivamente da rivenditori: «La nostra scelta è motivata dall’evidenza che è più facile e gratificante lavorare interfacciandosi con professionisti. – spiega Barelli – Hanno le competenze necessarie a preparare file corretti, e aspettative realistiche rispetto al risultato finale. Questo assicura maggior soddisfazione da entrambe le parti».
Il fattore competitivo primario è il prezzo Oltre alla qualità e all’ampia gamma dei prodotti, altro tratto distintivo di Realisaprint.com è senza dubbio l’attenzione a creare un concreto vantaggio economico per i suoi clienti. Barelli sottolinea: «Il prezzo rappresenta un argomento chiave nella competizione sul web, soprattutto quando i prodotti sono destinati alla rivendita. Con i prezzi più bassi d’Europa, siamo in grado di garantire la soddisfazione dei nostri clienti». Una
strategia che sul sito è sintetizzata così: «Se mai troverete prezzi più bassi dei nostri, ci allineeremo, abbassando il nostro prezzo del 5%». Una sfida, che Realisaprint.com ha deciso di vincere puntando su una produzione quasi esclusivamente interna. Il parco tecnologico dell’azienda infatti include sia macchine da stampa e finitura per il grande formato (roll-to-roll e ibride, con luce fino a 3,2 metri); sia macchine da stampa, finitura e nobilitazione per il piccolo formato. Durante il giro dei reparti produttivi abbiamo avuto modo di dare un’occhia-
ta alle ultime tecnologie arrivate; tra queste, Konica Minolta AccurioJet KM-1 (installata a settembre 2018) e MGI JETvarnish 3D & iFoil (arrivata in azienda proprio sotto i nostri occhi). Quest’ultima sostituirà la “sorella minore” MGI JETvarnish 3DS, per rispondere alle esigenze di nobilitazione sul formato B2+. Investimento necessario dal momento che AccurioJet KM-1 stampa in formato B2+, e la richiesta di prodotti nobilitati è in costante aumento. Le motivazioni di una scelta pioneristica Come detto, la AccurioJet KM-1 di Realisaprint.com è la prima (e,
‖‖ In alto, Rémy Barelli, co-fondatore di Realisaprint.com, posa con la AccurioJet KM-1 installata dall’azienda a settembre 2018. A fianco, panoramica del reparto dedicato alla stampa digitale di piccolo formato.
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strategie ‖‖ A fianco, la nuova nobilitatrice digitale MGI JETvarnish 3D & iFoil, arrivata in azienda durante la nostra visita. In basso, il plotter Zünd S3 con sbobinatore e mettifoglio automatico.
Minolta si sono offerti di venire qui dal Giappone per ascoltare i nostri feedback e capire come migliorare le prestazioni della macchina». Possibilità di business inedite
Rémy Barelli Co-fondatore e direttore associato di Realisaprint.com
“Il packaging è un settore in forte espansione. Con una tecnologia digitale in formato B2+ possiamo cogliere questa opportunità.”
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per il momento, l’unica) installata in Francia. Una scelta così pioneristica affonda le radici in un terreno ricco di motivazioni. Oltre all’economicità del processo di stampa, che si colloca perfettamente in linea con il modello di business perseguito dall’azienda, Barelli evidenzia: «AccurioJet KM-1 è ideale per le nostre necessità. In primo luogo per la gamma di materiali su cui permette di stampare, come carte non pretrattate e PVC. Al tempo stesso ci hanno convinti lo spessore consentito, fino a 0,6 mm, e la stabilità del colore, maggiore di quella ottenibile con la stampa offset». Per ottenere risultati di stampa ottimali e costanti nel tempo, Realisaprint.com ha affidato la ge-
stione colore a Color Care Server di Konica Minolta, e la gestione del workflow a Enfocus Switch. «Con AccurioJet KM-1 possiamo gestire agevolmente i piccoli lotti ordinati ripetutamente, mantenendo il prezzo competitivo come se fossero richiesti in un’unica soluzione», precisa il co-fondatore dell’azienda. Nella scelta della macchina ha giocato un ruolo decisivo anche la relazione pregressa con Konica Minolta: «È un partner che realizza tecnologie d’avanguardia e che offre un ottimo servizio post vendita. – motiva Barelli – Per noi, nel rapporto con i fornitori ha grande importanza l’aspetto umano. Siamo rimasti colpiti quando alcuni tecnici di Konica
Oltre a rendere possibile la realizzazione di nuovi prodotti, AccurioJet KM-1 spalanca le porte di nuovi segmenti di mercato: «Il packaging è un settore in rapida crescita, dove miriamo ad affermarci al più presto. La tecnologia LED UV inkjet rappresenta in questo senso un abilitatore, e il formato B2+ di AccurioJet ci spianerà la strada», sostiene il manager. Per assecondare l’espansione in questo settore, Realisaprint.com ha installato anche un plotter Zünd S3. La configurazione scelta combina sbobinatore e mettifoglio automatico. Infatti, sebbene oggi esso sia impiegato prevalentemente per taglio e mezzo taglio di materiale adesivo, l’obiettivo è utilizzarlo anche per la fustellatura di piccole tirature di packaging in cartone teso. All’orizzonte si sta anche preparando l’ingresso nel mercato italiano. «Entro metà anno avremo la versione italiana del sito. Inoltre abbiamo già assunto personale madre lingua che possa offrire ai nuovi clienti la miglior assistenza possibile», afferma Barelli. «Le persone sono la nostra risorsa più importante. Se cresciamo è perché abbiamo un team straordinario. Per questa ragione ci teniamo che si percepisca anche all’esterno. Dietro ognuno dei nostri prodotti ci siamo tutti noi. – sottolinea Adrien Silva, direttore marketing di Realisaprint.com – In tutto siamo circa 50, per lo più giovani, e condividiamo un unico obiettivo: lavorare al meglio delle nostre possibilità per soddisfare la nostra clientela».
strategie ‖‖ A fianco, Dirk Löwemann, responsabile di produzione di Rehms Druck e Peter Zabika di Konica Minolta (primo e terzo da destra) insieme agli operatori di AccurioJet KM-1. In basso, l’ingresso in macchina di fogli stampati in offset, per la sovrastampa in digitale.
Rehms Druck: personalizzazione avanzata di grandi volumi, unendo offset e digitale Quasi un secolo di storia e una strategia di crescita a doppio binario, nell’offset e nel digitale. È il caso di Rehms Druck, che può vantare la prima installazione di AccurioJet KM-1 in Europa e che ha scelto di utilizzare la nuova macchina non solo in affiancamento alle macchine tradizionali, ma anche in combinazione con esse. A Borken, 60 km da Münster, Rehms Druck si è affermata nella stampa di materiale per il direct mailing, manualistica, stampati commerciali, cataloghi di alta qualità e packaging. Lavorazioni molto differenziate – con tirature piccole, medie e grandi – che l’azienda realizza per una clientela eterogenea: catene di supermercati, aziende manifatturiere locali, e ancora agenzie che gestiscono rinomati brand, in particolare della moda e del lusso. Dal 1922 a oggi, l’azienda è riuscita a costruirsi una notorietà sia a livello locale che nazionale, affrontando naturalmente alcune importanti trasformazioni. Una fra le più significative è stata senza dubbio l’ingresso nel digitale: l’introduzione delle prime macchine a toner in bianco e nero risale alla richiesta di manualistica da parte di un importante marchio di elettrodome-
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stici negli anni Novanta. «La scelta del digitale è stata naturale, per via della vasta gamma di prodotti realizzati dal cliente, della frequente variazione delle loro specifiche tecniche, nonché della necessità di accompagnarli con documentazione in differenti lingue», spiega Dirk Löwemann, responsabile di produzione di Rehms Druck. Crescita parallela di offset e digitale Il business di Rehms Druck è in espansione per tutte le tipologie
di prodotto offerte, di conseguenza l’azienda sta ampliando il parco macchine su doppio binario, digitale e offset. A colpo d’occhio, girando fra gli impianti, è chiaro che la tecnologia tradizionale ha ancora un ruolo di primissimo piano in azienda. Oltre a una 6 colori con vernice e una 8 colori con gruppo di voltura, entrambe Heidelberg, l’azienda ha appena installato una Koenig & Bauer Rapida 106 con doppio gruppo di verniciatura e forno di essiccazione combinato IR/TL-UV. Nel reparto digitale si trovano
invece, cinque macchine a toner in bianco e nero (di cui quattro Konica Minolta), affiancate dalla AccurioJet KM-1 per la stampa a colori. Completano la produzione numerose tecnologie complementari per eseguire ogni tipo di lavorazione: dalla finitura di stampati e packaging, all’imbustamento e postalizzazione. Nel 2016 per Rehms Druck si apre un bivio. «Una delle nostre 50x70 offset stava arrivando a fine vita. Così ci siamo trovati a decidere se investire in un nuovo modello, più performante, oppure in un’alternativa digitale. – ricorda Löwemann – L’esigenza di azzerare tempi di avviamento e costo degli impianti, per evadere efficacemente tirature piccole e medie, era sempre più concreta. Al tempo stesso l’aspettativa di qualità nei confronti dei prodotti stampati in digitale era sempre più alta». Così Rehms Druck offre la scena per la prima installazione di AccurioJet KM-1 in Europa. L’urgenza di iniziare a produrre con la macchina è tale da rendere impossibile attendere i tempi tecnici necessari alla sua costruzione. Pertanto l’azienda chiede e ottiene di avere la macchina dimostrativa installata
strategie ‖‖ A fianco, alcuni prodotti stampati con AccurioJet KM-1. In basso, Dirk Löwemann sul pulpito della nuova Koenig & Bauer Rapida 106.
dalla qualità finale che vogliamo ottenere». Una funzionalità che si è rivelata determinante per conquistare la fiducia di uno dei più importanti costruttori tedeschi di auto sportive. Scettico circa la qualità ottenibile con la tecnologia UV inkjet, il cliente ha chiesto di effettuare alcune prove di stampa con AccurioJet KM-1. Grazie al controllo qualità sul singolo foglio, il risultato ha lasciato il cliente pienamente soddisfatto. A riprova della sua attenzione alla qualità, Rehms Druck è la prima azienda in Germania ad aver ottenuto la certificazione Qualitätssiegel Digitaldruck (letteralmente “sigillo di qualità nella stampa digitale”) per la stampa UV inkjet. Apertura alla personalizzazione e a nuovi segmenti
nello showroom Konica Minolta di Langenhagen. «Da subito è stato chiaro che era la macchina giusta per noi. – commenta il manager di Rehms Druck – Nel giro di alcune settimane siamo riusciti a saturarne la produttività su due turni». Dirk Löwemann Responsabile di produzione di Rehms Druck
“Usiamo AccurioJet per personalizzare stampe realizzate in offset. Così ne aumentiamo la forza comunicativa ma non il costo.”
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Flessibilità e qualità del processo In cima alle ragioni che hanno portano Rehms Druck a scegliere AccurioJet KM-1 si trova la sua compatibilità con innumerevoli materiali. «Ci ha convinti la possibilità di utilizzare le stesse carte che usiamo per la stampa offset, nonché altri materiali particolari, mantenendo la produttività della macchina costante. – motiva
Löwemann – Ciò consente una semplificazione per il nostro ufficio acquisti, grazie all’interazione con un unico fornitore, e abilita processi integrati fra offset e digitale, altrimenti impensabili». A favore di tale decisione, hanno concorso anche la capacità della macchina di gestire produzioni fronte/retro in automatico, nonché il dispositivo per il controllo automatico della qualità. Il responsabile di produzione spiega: «Possiamo decidere quanto spesso la macchina deve stampare e verificare un’apposita pagina test. Per esempio ogni 500 o 1.000 passaggi. Altrimenti possiamo impostarla affinché stampi una test chart su ogni singolo foglio. La frequenza di questa operazione dipende
Il progetto di Rehms Druck di integrare stampa tradizionale e digitale trova la sua espressione in tutta una serie di prodotti che l’azienda realizza sovrastampando con AcurioJet KM-1 su fogli già stampati in offset. «I risultati di una campagna di comunicazione direct mailing dipendono dal suo grado di personalizzazione. Su tirature medio-grandi l’offset resta la tecnologia più economica. Con AccurioJet KM-1 aggiungiamo la personalizzazione solo in alcune specifiche aree dello stampato; così ne aumentiamo l’efficacia ma non i costi», illustra Löwemann. AccurioJet abilita inoltre Rehms Durck alla gestione delle piccole tirature di packaging, nonché alla stampa su materiale plastico (carte fedeltà, voucher prepagati etc.), prima commissionate a terzi. Della macchina l’azienda ha apprezzato anche la semplicità d’uso e manutenzione: «Grazie al training di Konica Minolta, la sostituzione delle componenti soggette a usura, come le teste di stampa, può essere effettuata direttamente dai nostri operatori», precisa Löwemann.
strategie Per continuare a crescere e battere la concorrenza, le aziende di stampa di grande formato devono dotarsi di nuovi strumenti per automatizzare il flusso di lavoro
Gestione del colore: una vera sfida per gli stampatori digitali di grande formato
foto: eye4colourprints.com
di Graeme Richardson-Locke
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sservando il susseguirsi di eventi FESPA, la crescente maturità del settore del grande formato diventa evidente. Un maggior numero di stampatori sta entrando in questo mercato, producendo una gamma più vasta di applicazioni con tecnologie sempre più sofisticate. La crescita del settore è stata favorita dalla riscoperta, da parte dei brand, della stampa come strumento di mar-
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keting, grazie alle sue proprietà fisiche e tattili, notoriamente carenti nei canali elettronici. L’impiego della stampa insieme ai canali online dà vita a campagne che “attraversano” l’onnipresente rumore digitale, differenziando brand e prodotti dai loro competitor. Questa per gli stampatori è un’enorme opportunità di diversificare la propria offerta e di orientarsi verso nuovi prodotti, con il supporto dei fornitori di macchinari e materiali. Macchi-
ne da stampa con cinque o più canali sono sempre più comuni, e consentono agli stampatori di andare oltre la quadricromia, aggiungendo gli inchiostri arancione, verde o viola, vernici speciali etc. Molti stampatori di grande formato hanno risposto all’aumento dei volumi e alla diversificazione delle applicazioni dando priorità alla creazione di capacità produttiva e all’ampliamento della propria offerta, spesso a scapito dell’automazione e del con-
Graeme Richardson-Locke è uno specialista della stampa con oltre 30 anni di esperienza nella serigrafia e nel digitale di grande formato. Le sue conoscenze spaziano dalla progettazione alla produzione, passando per la vendita e la gestione operativa. Grazie alla sua padronanza dei processi di stampa, Greame persegue l’obiettivo di creare prodotti stampati eccezionali che stimolino la relazione tra consumatori e marche attraverso l’innovazione pratica. In qualità di Technical Support Manager di FESPA, Greame presenta argomenti tecnici a conferenze e seminari; oltre a mettere a disposizione le proprie competenze per iniziative come Print Make Wear, Printeriors e il nuovo Colour L*A*B*, in occasione delle fiere FESPA.
foto: eye4colourprints.com
strategie
trollo qualità, diffusi invece nelle aziende di stampa commerciale. Questo è vero soprattutto per quanto riguarda la gestione del colore, ma il FESPA Print Census del 2018 suggerisce che le cose stanno cambiando. I risultati hanno mostrato che molti intervistati si sono concentrati sul miglioramento dell’omogeneità dei loro prodotti e della soddisfazione del cliente attraverso l’implementazione di sistemi per la gestione del colore (27%) e per il controllo qualità (34%). Tale ottimizzazione dei processi arriva al momento giusto, se gli stampatori vogliono tenere il passo con i concorrenti, in un mercato in evoluzione. L’importanza del colore La gestione del colore è sempre stata importante, in particolare quando i clienti sono marche leader, per i quali il colore è una componente fondamentale della propria “identità”. Le ricerche confermano che il colore ha un’influenza decisiva sul modo in cui
i consumatori identificano e acquistano i prodotti, aumentando la riconoscibilità delle marche fino all’80% se utilizzati efficacemente in loghi, materiale di marketing e imballaggi. Quando si produceva prevalentemente offset, la gestione del colore era piuttosto intuitiva. Alla fine della fase di progettazione e prestampa, i clienti firmavano una “prova contrattuale”, di cui l’operatore di stampa cercava di rispettare le caratteristiche. C’erano meno persone coinvolte, e meno passaggi potevano andare storti. Oggi, nell’era digitale, le cose sono molto più complicate. I brand owner utilizzano una moltitudine di canali di marketing, fisici ed elettronici; dunque ci sono molti colori da mantenere uniformi su un gran numero di supporti differenti, di cui la stampa è solo uno. Ci sono più interlocutori coinvolti, che contribuiscono alla selezione e all’approvazione di colori: brand owner, designer, fornitori di supporti e inchiostri, e stampatori che, a volte, si troveranno in
Paesi (o persino continenti) differenti. Gli stampatori con un negozio online possono avere migliaia di clienti che caricano contenuti digitali, ognuno dei quali richiede un qualche livello di gestione del colore. Di conseguenza, durante il percorso dalla progettazione all’output (stampato o online), il colore viene riprodotto su diversi dispositivi (scanner, monitor, stampanti etc.), nessuno dei quali può riprodurre l’intera gamma di colori visibili all’occhio umano e ognuno dei quali lavora all’interno di uno specifico spazio cromatico, con la propria gamma di colori. Supporti differenti rispondono in modo differente a inchiostri, processi e condizioni di illuminazione differenti. Uno stampatore di grande formato può avere un mix di macchine (latex, UV e a solvente), ciascuna con caratteristiche differenti, ma il loro output deve essere uniforme. Per garantire che tutti vedano le stesse cromie, la gestione colore traduce i colori tra i vari dispositivi, confrontando lo spazio in
‖‖ Graeme Richardson-Locke nel suo laboratorio di riproduzioni artistiche di alta qualità Eye 4 Colour, a Brighton
cui un colore viene creato con quello nel quale verrà riprodotto, e apportando degli aggiustamenti necessari. Il processo di “traduzione” è ottenuto usando i profili colore, ovvero descrizioni matematiche dello spazio del colore di ciascun dispositivo. Gli stampatori possono astenersi dal prendere seriamente la gestione del colore? Forse, se gestite una piccolissima azienda, con un flusso di lavoro strettamente controllato. Ma tali modelli di business sono sempre più rari e incompatibili con il trend dell’ampliamento dell’offerta di applicazioni. Un altro aspetto a favore dell’investimento nella gestione del colore è rappresentato dall’inevitabile transizione verso la produzione automatizzata, che si verifica nei mercati maturi. Spesso definita “Print 4.0”, il suo obiettivo è il collegamento intelligente di macchine e sistemi in flussi di
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foto: eye4colourprints.com
strategie tenere qualche ordine, ma poco di più. Eppure sono in competizione con aziende di stampa commerciale con flussi di lavoro progettati per gestire macchine offset a 12.000 fogli/ora, nei quali è facile integrare macchine da stampa di grande formato ad alta velocità. Mentre le aziende più piccole stanno pensando di muovere i primi passi verso la gestione del colore, questi attori stanno considerando soluzioni in grado di applicare il cambiamento dinamico del colore a 8.000 file/ora. Colour L*A*B*
lavoro digitali end-to-end, che riducano al minimo la necessità di intervento dell’uomo tra ordine e spedizione. Flussi di lavoro automatizzati Secondo Keypoint Intelligence l’automazione è una delle tendenze chiave che stanno interessando i flussi di lavoro degli stampatori di grande formato, e ha tre declinazioni differenti. In primo luogo, il flusso di lavoro non si limita più al solo front-end digitale delle macchine da stampa, ma automatizza un maggior numero di attività che precedono la stampa. In secondo luogo, cresce l’impiego di strumenti di progettazione online che consentono ai clienti di personalizzare i loro prodotti tramite browser, in modo particolare i prodotti tessili e di arredamento. Il terzo trend è il “web-to-workflow”: maggiore automatizzazione nell’ingresso dei lavori, tramite negozi online integrati direttamente con la produzione. Ovviamente la gestione del colore è una componente fondamentale di tutti e tre gli scenari, e gli stampatori hanno a disposizione vari strumenti per ridurre le operazioni manuali di calibrazione dei dispositivi e monitoraggio del colore. Dispositivi
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in linea come densitometri, spettrofotometri e scanner misurano la precisione del colore durante la stampa, rilevando e correggendo eventuali variazioni non appena si presentano. Recentemente sono diventate disponibili soluzioni di gestione del colore basate su cloud – PantoneLIVE™ ne è un esempio – che permettono a tutte le persone coinvolte nella filiera del colore di accedere a un archivio di dati spettrali relativi a ogni tinta piatta PANTONE™. Una volta che il cliente ha specificato il colore, i designer creano la grafica utilizzando la stessa impronta cromatica. Il reparto prestampa poi adatta il file per farlo corrispondere alla gamma cromatica del dispositivo di output, e i produttori di inchiostro creano la tinta in base alla ricetta digitale. Infine, la macchina da stampa riproduce il colore sul prodotto finale, controllandone la qualità tramite il confronto diretto con i dati spettrali. Questo riduce al minimo i passaggi necessari per creare e utilizzare i profili colore, e abbatte i tempi necessari alla sincronizzazione di stampanti e dispositivi diversi. Mentre gli stampatori di grande formato di tutte le dimensioni traggono beneficio dai workflow più automatizzati, incluse soluzioni quali
la gestione del colore basata sul cloud, sono le aziende più grandi che si stanno dimostrando rapide nell’adottarli. È un segnale positivo della crescente maturità del settore che ho menzionato prima, ma non si può negare che il grande formato è ancora molto indietro nell’automazione dei processi rispetto all’industria in generale. In un certo senso il grande formato sta attraversando una fase che i suoi omologhi di piccolo formato hanno attraversato alcuni anni fa: il passaggio da un processo prevalentemente artigianale alla produzione industriale. Ma c’è l’urgente necessità di accelerare il ritmo dell’automatizzazione al fine di raggiungere le conoscenze e la qualità degli stampatori commerciali, digitali e offset, che stanno installando soluzioni di stampa di grande formato e ampliando la loro offerta di prodotti in questa direzione. Saranno gli stampatori più piccoli, quelli che hanno fino a cinque dipendenti, che vivranno più intensamente questa sfida. Questi sono fortemente rappresentati nel pubblico di FESPA, tanto che conosciamo bene i loro profili. Molti pensano che sia impossibile investire in un livello significativo di automazione; si sono spinti a creare un sito web sperando di ot-
Così, quando ci siamo seduti a pianificare le caratteristiche del programma per i visitatori di FESPA 2019 Global Print Expo, abbiamo considerato la gestione del colore una priorità assoluta. Il risultato è Colour L*A*B*, una vetrina di tecnologie e un programma di conferenze a supporto, progettati per aiutare i visitatori a migliorare le proprie procedure di gestione del colore. Situato all’interno della fiera, Colour L*A*B* offrirà una panoramica strutturata di tutti gli elementi che contribuiscono alla gestione del colore professionale, inclusi monitor, strumenti di misurazione e calibrazione, lightbox, hard e soft proofing, soluzioni software e dispositivi di output di stampa. I visitatori potranno anche partecipare gratuitamente a visite guidate (da prenotare in anticipo) con il rinomato consulente del colore Paul Sherfield. Qualunque sia il livello di preparazione dei visitatori, Colour L*A*B* li aiuterà ad ampliare le proprie conoscenze e competenze per identificare eventuali lacune nelle loro procedure e sfruttare al meglio gli strumenti di gestione del colore disponibili, ottimizzando i propri flussi di lavoro per ottenere su tutti i lavori il colore esatto “al primo colpo”. Per maggiori informazioni visitate fespaglobalprintexpo.com. Per ottenere un ingresso gratuito a FESPA Global Print Expo, usate il codice FESM943 al momento della registrazione, entro il 13 maggio 2019.
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Wherever a color goes it stays that color
La nostra promessa è quella di consentire a tutti gli stampatori di riprodurre sempre risultati prevedibili con un’elevata fedeltà del colore e alta qualità, sia che si tratti di stampa di imballaggi che di stampa commerciale.
Poiché stiamo mantenendo questa promessa da più di 30 anni, le aziende di tutto il mondo si affidano sempre più al software realizzato da GMG.
strategie La finlandese Adara Pakkaus, terza azienda finlandese dell’ondulato, digitalizza i suoi processi di stampa e fustellatura con Elitron Kombo TAV e HP Scitex
L’industria nord-europea dell’ondulato cresce nel POP con stampa e taglio digitale di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com
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a Finlandia è terra di foreste, e non è casuale che il Paese scandinavo sia il cuore pulsante dell’industria cartaria europea, con gruppi del calibro di UPM e Metsä Board a giocare un ruolo cruciale. Ma quella forestale e cartaria è una filiera complessa, in cui trovano spazio numerose competenze e attività industriali. Quello del cartone ondulato, in particolare, è un settore che più di altri si
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sta vivacizzando e innovando, in cui si muovono operatori globali e realtà indipendenti più snelle. È il caso di Adara Pakkaus, spinoff di un’importante cartiera che dal 1933 ha sede nella cittadina di Valkeakoski, 150 chilometri a nord di Helsinki. Qui sta fiorendo un importante business digitale connesso al packaging e ai display stampati: un caso che abbiamo voluto scoprire e approfondire. All’apparenza Adara non è tanto diversa da altri produtto-
ri di ondulato europei. Eppure qui la produzione di materiali stampati premium ha subito un’accelerazione repentina, al punto che il brand Adara Display occupa uno spazio crescente nel grande ecosistema produttivo. Per questo, negli ultimi anni Adara ha scelto di costruire un nuovissimo reparto di stampa digitale, imperniato sulla tecnologia inkjet di HP per la stampa, e soprattutto sul taglio digitale industriale Made in Italy della marchigiana Elitron.
La flessibilità come ingrediente di successo nell’ondulato Ad accoglierci in azienda c’è Lari Seppälä, giovane Printing Manager del gruppo, che ci accompagna in un viaggio alla scoperta delle unità produttive di Adara. Il grande sito di Valke‖‖ In alto, il cutter digitale Kombo TAV installato presso Adara Pakkaus. Nella pagina a fianco, la stampante HP Scitex 15500 e il cutter Elitron.
strategie
intervista a Lari Seppälä Printing Manager di Adara Pakkaus
“Il packaging stampato sta assumendo un’importanza crescente. I display, in particolare, rappresentano solo il 2% del volume complessivo, ma pesano già il 7% in valore generato.”
Perché un Printing Manager in un’azienda di ondulato? Sono entrato in Adara nel 2008, quando abbiamo introdotto la linea Göpfert multicolore, e da allora ho seguito gli sviluppi sia del reparto flexo che della nuova digital factory. In aziende come la nostra, il packaging stampato sta assumendo un’importanza crescente. I display, in particolare, rappresentano una piccola percentuale sul volume complessivo, ma generano un valore elevato. Quando avete iniziato a pensare al digitale? Avevamo due linee serigrafiche piane a due e quattro colori, e per anni la qualità è stata sufficiente. Poi i clienti sono diventati più esigenti e hanno iniziato a inviarci layout grafici complessi e ricchi di immagini. Abbiamo ricevuto reclami e questo ci ha indotti a testare nuovi tipi di telai, inchiostri, carte più spesse, ma i risultati non erano soddisfacenti. Nel frattempo le soluzioni di stampa e converting digitale stavano crescendo, e la decisione è stata ovvia. Quali altri fattori hanno contribuito alla svolta? La dimensione delle commesse era in continuo calo, mentre crescevano le richieste di mockup realistici, realizzati just-in-time e talvolta in più varianti, su cui i clienti potessero verificare l’efficacia del prodotto. Era qualcosa che non potevamo più fare in serigrafia, e
soprattutto non potevamo gestire con sistemi di fustellatura analogici. Questo ci ha indotti a investire su Elitron Kombo TAV. C’è domanda anche di microtirature e dati variabili? Inizialmente abbiamo scommesso sulla personalizzazione, ma brand owner e creativi restano ancorati a progetti tradizionali. Al contrario i piccoli ordini da 30 o 40 display stanno esplodendo. In quest’ottica, la combinata di HP Scitex ed Elitron si è rivelata perfetta. Abbiamo automazione completa, oltre che tempi e costi di setup praticamente azzerati. Se HP è un brand globale, la scelta di Elitron è meno ovvia… L’offerta di cutter digitali è vasta, e non sono molti a scegliere macchine così automatizzate. Elitron era la migliore scelta possibile nella nostra visione di automazione completa, potenza e produttività. Soprattutto, abbiamo valutato che fosse l’unica macchina in grado di lavorare ininterrottamente su due o tre turni. Come avete integrato flussi analogici e digitali? Non è banale inserire macchine stand-alone o near-line in un’azienda dove tutto viaggia in linea e va veloce. Eppure abbiamo costruito un reparto digitale molto efficiente, che adotta lo stesso sistema di production planning degli altri reparti. Gli operatori
hanno schermi su cui vedono ciò che devono stampare e tagliare, e in quale ordine. Devono solo approvvigionarsi della giusta tipologia e quantità di cartone, alimentare la stampante, caricare il cutter, scaricare i semilavorati e inviarli alle lavorazioni successive. Tutto viene svolto da un solo operatore per turno, che governa entrambe le attrezzature. Qual è il coefficiente di utilizzo della tecnologia digitale? In situazioni normali lavoriamo su HP Scitex ed Elitron su due turni, quindi 16 ore al giorno per 5 giorni alla settimana. Ma abbiamo periodi di picco, come Pasqua e Natale, quando il carico di lavoro può aumentare temporaneamente. State pensando a nuove unità di backup? Il nostro primo livello di backup è la flexo, inoltre possiamo dirottare volumi a una serigrafia esterna, poco distante. In generale, evitiamo di sovraccaricare le macchine, svolgiamo la manutenzione preventiva in modo maniacale e abbiamo tecnici interni in grado di intervenire a qualsiasi livello. Sul fronte stampa, abbiamo tecnici che hanno ottenuto la certificazione HP di maintenance training di livello 3, quindi possono sostituire anche le teste inkjet. Kombo TAV, dal canto suo, è una macchina industriale, che necessita di una manutenzione ridottissima.
akoski produce 60 milioni di m2/anno di cartone ondulato con un team di 140 persone, per un fatturato che supera i 40 milioni di euro. Nel grande edificio principale trovano spazio un ondulatore e quattro centri di converting, tra cui spiccano una linea Göpfert multicolore con rotary die-cutter e due Bobst flatbed con gruppi di stampa flexo. L’ondulatore, in grado di realizzare un vasto range di prodotti, produce i fogli per tutto lo stabilimento, incluso il reparto digitale. Questo è concepito come un’unità completamente autonoma, benché
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strategie ‖‖ A sinistra, l’ondulatore di Adara Pakkaus. In basso, uno scorcio dell’area di stoccaggio dei fogli, vicino alle linee di converting.
collegata al sito principale. Dal 2016, qui sono installate una macchina HP Scitex, pilotata dal software Caldera, e una Elitron Kombo TAV. «Adara è il terzo produttore di ondulato della Finlandia, il più grande tra le società indipendenti. – ci spiega Seppälä – Il nostro elemento distintivo è la flessibilità, che ci contrappone alle multinazionali. E la nostra digital factory è parte di questa strategia». Una clientela eterogenea per progetti di valore Al pari di altri box maker, anche Adara serve differenti tipologie di clienti, in una quantità di mercati, dall’industriale al farmaceutico, dalla logistica all’industria cartaria. Sul fronte dei display, in particolare, l’azienda serve i più importanti gruppi alimentari finlandesi, birrifici e numerosi operatori del settore ortofrutticolo. Larga parte della produzione è ancora occupata da scatole americane non stampate e packaging secondario, ma la produzione di confezioni di qualità e display è in crescita. I materiali per il punto vendita, dato il loro elevato contenuto grafico, sono quasi tutti stampati e fustellati in digitale. «Se l’esigenza qualitativa lo giustifica, con HP Scitex possiamo stampare anche migliaia di fogli, ma è il converting che pone
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maggiori interrogativi. – spiega Seppälä – Il taglio digitale, specie se prevede un tracciato molto complesso, può rappresentare un collo di bottiglia. Tuttavia, grazie all’automazione introdotta da Kombo TAV e alla possibilità di lavorare senza operatore, riusciamo a essere competitivi anche su un elevato numero di pezzi per ordine». Uno dei principali vantaggi del taglio digitale è infatti l’assenza di una fustella fisica, unita alla possibilità di avviare la produzione del primo pezzo in pochi click. Nelle lavorazioni ripetitive, ad esempio quei display che vengono riassortiti 5-10 volte all’anno, per Adara
può avere senso riutilizzare la stessa matrice di fustellatura già disponibile a magazzino. Per tutti i nuovi display, invece, il flusso di stampa e taglio digitale risulta preferibile. Affidabilità e ripetibilità alla base di un processo industriale Adara è abituata a considerare packaging e display in cartone ondulato alla stregua di prodotti industriali, che devono essere realizzati rapidamente, a costi contenuti e in modo ripetibile. Una sfida che in Finlandia è resa più complessa dalle temperature rigide dell’inverno e da un tasso
di umidità che può subire forti sbalzi. Per questo l’azienda lavora a temperatura e umidità controllata, e i fogli di cartone che escono dall’ondulatore vengono stoccati in aree dedicate degli stessi reparti produttivi prima delle fasi di converting. «La planarità del cartone è un requisito importante per evitare problemi in produzione, ancor di più nel processo di stampa digitale. – spiega Seppälä – L’obiettivo è ridurre le variabili al minimo, così da poter utilizzare la stessa tipologia e qualità di cartone su tutte le linee di converting». Per eseguire in modo tempestivo le lavorazioni on-demand, il reparto digitale di Adara può contare su un proprio magazzino dedicato, dove sono stoccate tutte le tipologie di fogli fino al formato massimo 3.200x1.600 mm, declinati nelle varie tipologie e spessori disponibili. «La relazione che abbiamo stabilito con Elitron e con i nostri fornitori più innovativi è di reciproco scambio, collaborazione e validazione congiunta. – conclude Seppälä – Questo ci aiuta ad acquisire un vantaggio competitivo e a delineare più consapevolmente gli scenari tecnologici e competitivi del futuro».
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‖‖ Il layout di produzione della digital factory di Adara. 1) Il magazzino materie prime, con i fogli di ondulato pronti per le lavorazioni. 2) La stampante HP Scitex configurata con carico e scarico automatici. 3) Le pile di fogli stampati vengono poste su bancali, pronte per il converting. 4) Le lavorazioni di cordonatura e fustellatura sono eseguite su Elitron Kombo TAV, con carico e scarico completamente automatici da bancale a bancale. 5) I bancali di fogli fustellati vengono prelevati dall’operatore, pronti per le successive lavorazioni di incollaggio, confezionamento e spedizione.
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strategie La nuova filiale hub di Spandex rappresenta un caso scuola per conoscenza del mercato, cura del cliente e ruolo centrale riconosciuto alla formazione
Tra logistica e Academy, è a Bologna il competence hub del display graphics di Veronica Pastaro // veronica@densitymedia.com
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a formazione non è più una componente accessoria, ma un asset portante del business. È sulla base di tale convinzione che Spandex ha realizzato la sua nuova filiale di Bologna, che accanto agli uffici commerciali e alla logistica vede sorgere un apposito edificio per ospitare la vasta gamma di corsi dell’Academy. L’offerta formativa si inserisce all’interno di un processo di ripensamento non solo
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degli spazi, ma anche del modello di business, che mette sempre più al centro la cura del cliente e la risposta tempestiva alle sue esigenze. Lo scorso agosto, l’inaugurazione della sede emiliana ha rappresentato un momento spartiacque e Giacomo Fariello, Marketing Manager di Spandex Italia, è la nostra guida nella visita alla scoperta delle principali novità: dai moderni magazzini alle linee di converting per rigido e flessibile, senza tralasciare il
cash & carry e gli spazi della rinnovata Academy. Competenze globali, approccio locale Sulla linea del tempo che, dalle origini nel 1976, ripercorre le tappe fondamentali dell’espansione di Spandex, l’occhio cade sulle recenti acquisizioni italiane: se solo nel 2016 Bibiemme ha assunto il ruolo di cuore pulsante nell’area del Triveneto, già quattro
anni prima, la bolognese Sanvido aveva mostrato quelle peculiarità che rendono oggi la filiale emiliana un vero e proprio hub. L’approccio di Spandex nel rilevare altre attività imprenditoriali mostra tratti inusuali per una multinazionale. «Siamo ‖‖ In alto: a sinistra, la nuova filiale bolognese di Spandex Italia; a destra, un formatore certificato 3M durante il corso di car wrapping che si svolge nell’Academy dell’azienda
strategie ‖‖ A sinistra, Alessandro Lanfranconi, Claudio Fabbri e Giacomo Fariello, rispettivamente Managing Director, Sales Director e Marketing Manager di Spandex Italia; alle loro spalle, la linea del tempo che ripercorre le tappe fondamentali della storia dell’azienda, dal 1976 a oggi. In basso, Fabbri nella corsia del magazzino dedicata allo stoccaggio del materiale 3M DI-NOC.
Una formazione professionalizzante
convinti che esistano delle specificità territoriali che vanno preservate. – osserva Alessandro Lanfranconi, Managing Director di Spandex Italia – Per questa ragione abbiamo integrato i concetti di multinazionale efficiente e di mercato locale». Un esempio del successo di questo paradigma è costituito dalla logistica. Da un lato, l’esperienza globale di Spandex è la premessa che consente all’azienda di effettuare la maggior parte delle consegne con la propria flotta di automezzi entro 150 chilometri. Dall’altro lato, la volontà di confermare il posizionamento della nuova sede nella zona industriale del capoluogo emiliano è orientata a ridurre l’impatto su fornitori, distributori, nonché sui clienti stessi, che possono ritirare personalmente, quasi sempre in giornata, gli ordini di materiali effettuati.
menti per la messa in sicurezza, antisismica e antincendio. – illustra Lanfranconi – Lo sviluppo verticale degli spazi garantisce lo stoccaggio di tutto il materiale su scaffale, così da preservarne qualità e integrità». Lo sguardo, che si perde fra le linee di converting per rigido e flessibile e le innumerevoli corsie del magazzino, può immediatamente notare la divisione per marchi fra i quali spicca un’intera parete dedicata al 3M DI-NOC, motivo di orgoglio per Claudio Fabbri, Sales Director di Spandex Italia: «Come master hub il nostro magazzino serve tutta Europa, con una gamma di oltre mille pattern. Una completezza di gamma straordinaria, che affonda le sue radici
nel modello Sanvido, primo attore a introdurre il DI-NOC in Italia, oggi secondo Paese al mondo per volumi di vendita, dopo il Giappone. Costituiamo un caso scuola, che pone sfide in termini di conoscenza del mercato e replica del paradigma». Al momento non esiste una strategia organica per la diffusione di questo modello, ma soltanto la proattività dei country manager di alcune filiali estere di Spandex, intenzionati a esplorare le opportunità del DI-NOC: «Abbiamo creato insieme dei moduli formativi dedicati ai nostri colleghi, grazie al supporto dell’Academy, che si sta configurando essa stessa come un modello da esportare nelle altre realtà europee del Gruppo», spiega Fabbri.
Il progetto della Spandex Academy prendeva forma già sei anni fa. Facendo un confronto con il format precedente, il Sales Director racconta: «Prima c’erano ampie aree dedicate solo all’esposizione dei nostri prodotti. Oggi abbiamo immaginato uno showroom integrato, all’interno di aree modulabili funzionali a una struttura più mutevole a seconda delle esigenze». Grande flessibilità per ospitare una vasta gamma di corsi, come quello che ci mostra Fariello durante la nostra visita. Un ristretto gruppo di partecipanti ascolta le spiegazioni del docente, che si avvale di dispositivi multimediali per rendere interattivo anche quest’aspetto. «La scelta di tenere una media di partecipanti bassa, generalmente fra le quattro e le sei persone per volta, è funzionale a garantire una formazione quasi personalizzata, capace di rispondere alle specifiche esigenze di ciascuno. – commenta Lanfranconi – La collaborazione con docenti certificati da 3M con-
Il mercato italiano come caso scuola Fra vendite e varie acquisizioni, l’Italia entra nel mirino di Spandex negli anni ’90 e rappresenta oggi la quinta country a livello mondiale. Ma il vero fiore all’occhiello di Spandex Italia è il recente magazzino della filiale bolognese, che ha aumentato del 56% la capacità di stoccaggio e non esclude la possibilità di ulteriori espansioni. «Nella preparazione degli stabili, abbiamo affrontato grossi investi-
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sente la strutturazione dei corsi in una parte teorica e una pratica, comprensiva di kit tecnico con tutto l’occorrente per sperimentare le tecniche oggetto del corso». Al termine del corso, strutturato su una o più giornate, ogni partecipante riceve un attestato che comprova l’intento professionalizzante dell’Academy e la spendibilità del titolo conseguito sul mercato. A riprova della varietà dell’offerta formativa, è sufficiente dare una rapida occhiata al calendario dei corsi disponibile online (sul sito shop.Spandex.com, Sezione Training), che spazia dal wrapping all’applicazione di pellicole per finestre e superfici in vetro, senza tralasciare la prote-
Alessandro Lanfranconi Managing Director di Spandex Italia
“Il dialogo inizia prima del corso e prosegue anche dopo, accompagnando il cliente lungo tutta la sua attività, con una sorta di coaching.”
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zione della carrrozzeria dei veicoli e l’interior decoration. Fra le novità del 2019 spicca la creazione di un corso base destinato ai neoassunti dei clienti che vogliono essere iniziati alle tecniche digitali e di intaglio; il corso di boat wrapping viene esteso alla riqualificazione degli interni della barca ed è stato istituito un corso sulla tecnologia knifeless, per tagliare le pellicole grafiche senza necessità di una lama e senza provocare alcun danno alla superficie; sono inoltre in preparazione i corsi per il wrapping sui veicoli commerciali. In aggiunta, Lanfranconi tiene a precisare: «Abbiamo attivato anche un’offerta di servizi professionali. Per esempio, il “Training in azienda” dà la possibilità di realizzare direttamente presso il cliente un corso personalizzato costruito su specifiche esigenze. Il nostro “Supporto avviamento cantiere” garantisce poi ai nuovi applicatori una consulenza sul campo per i primi progetti a seguito della frequentazione dei corsi». L’Academy allarga le vedute Se lo scorso anno si sono svolti circa 65 corsi, l’obiettivo 2019 è una crescita del 20%, che intende cavalcare l’onda di una risposta estremamente positiva dal mercato. «Stiamo constatando una fame di formazione tecnica, nei più disparati ambiti. – osserva Fabbri – Si fa infatti strada il tema della riqualificazione delle pro-
fessioni, che ha ridotto molto lo scetticismo nei confronti di simili corsi, persino da parte delle figure più evolute del mercato, come architetti e designer. La platea di fruitori dell’Academy è perciò eterogenea e al tempo stesso il tasso di fidelizzazione è elevato. Difficile che la partecipazione si fermi a un solo corso, perché i nostri percorsi sono riconosciuti come altamente qualificanti e unici». Tra i fattori di unicità che vanta l’Academy, c’è il primato temporale di Spandex, apripista nella promozione di attività formative di così alto livello nel settore. «Un altro tratto distintivo dell’A cademy è la componente di follow up. – puntualizza Lanfranconi – Il dialogo infatti inizia prima del corso, per avere piena consapevolezza dell’investimento e dei benefici che se ne potranno trarre, e prosegue anche dopo, accompagnando il cliente lungo tutta la sua attività, con una sorta di coaching». Persino l’attività sui social network è funzionale alla costruzione di una relazione continuativa, come evidenzia Fariello: «Oltre a creare una community orientata al confronto e alla condivisione di esperienze, attraverso i nostri canali social intendiamo continuare a seguire il cliente con una proposta di contenuti sempre aggiornati, nell’ottica di una formazione permanente». Nella vision di Spandex la formazione non costituisce soltanto un servizio a supporto della vendi-
‖‖ A sinistra, gli spazi logistici e di converting dedicati ai materiali rigidi. A destra, la parte pratica del corso di car wrapping presso la Spandex Academy, con sullo sfondo le postazioni attrezzate con il materiale necessario.
ta del prodotto, bensì un vero e proprio valore strategico. «Fin da quando è nata, non abbiamo mai immaginato l’Academy come una semplice location, quanto piuttosto come uno spin-off del brand: nasce da una costola di Spandex, ma vuole essere un cappello sotto il quale realizzeremo sempre più iniziative», ricorda Fabbri. In tale prospettiva si colloca infatti l’Academy on Tour, il progetto itinerante che raggiunge le principali città d’Italia per fare formazione. Da una parte c’è il desiderio di divulgare concetti per attirare clienti e creare nuove opportunità di business, e dall’altra Spandex punta a coinvolgere tutti i protagonisti della filiera: «Vogliamo ingaggiare le scuole d’arte, grafica e design, creare eventi con gli studenti affinché siano in grado di immaginare possibili sbocchi professionali. Siamo infatti convinti che tutto ciò porti un beneficio sociale importante, perché troppe volte scopriamo la scuola molto lontana dai concetti di business», conclude Lanfranconi. L’Academy è in definitiva una scuola che non si pregia soltanto del valore formativo: l’obiettivo di Spandex è allargare le vedute, insieme ai partner, per creare consapevolezza.
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tecnologie Sviluppato dall’italiana Zechini e supportato da Valiani, B.ON.D si propone come un nuovo processo facile e accessibile per produrre scatole di lusso in piccoli lotti
L’ingrediente segreto del nuovo Box On Demand è il taglio digitale di Optima V di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com
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l packaging, nelle sue più disparate declinazioni, si è trasformato nella gallina dalle uova d’oro per gli stampatori che lo hanno abbracciato strategicamente, o più spesso, in una nuova storia da raccontare e nella possibile ancora di salvezza per una più vasta platea di operatori provenienti dalla stampa commerciale, dall’online printing e talvolta persino dal wide format. Non è casuale che, sempre più spesso, ci
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troviamo a raccontarvi storie di innovazione tecnologica e applicativa che hanno a che fare con la produzione di astucci, etichette, materiali per il punto vendita, progetti cartotecnici di tipo promozionale. È poi curioso osservare come i segmenti più tecnici del packaging stiano conferendo alle tecnologie digitali di design, prestampa, stampa, finishing e nobilitazione il ruolo di vere protagoniste di una trasformazione epocale. Tanto nei grandi volumi,
dove a contendersi la partita sono le multinazionli del converting e le più innovative (e inaccessibili) piattaforme di fascia industriale, quanto nello sviluppo di prodotti di nicchia, ad elevata marginalità e alto tasso di personalizzazione. È questo il terreno su cui nasce una partnership inedita tra Valiani e l’italiana Zechini Graf-For, l’ennesima che vede ancora una volta protagoniste le tecnologie compatte di taglio digitale “made in Tuscany” del nosto costruttore.
Scatole “luxury”, ma prodotte on-demand in chiave digitale Il concept B.ON.D. (Box On Demand) coniato da Zechini, noto costruttore milanese di macchinari per la legatoria, è emblematico e ben sintetizza il mes‖‖ In alto: a sinistra, alcuni esempi di scatole realizzate con il flusso Box On Demand di Zechini; a destra, un dettaglio del plotter da taglio Valiani integrato nel workflow
tecnologie 1
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‖‖ 1) Il materiale steso di una scatola pronta per la fase di rivestimento, stampato e nobilitato con tecnologia Konica Minolta, e fustellato con il cutter Optima V 80 di Valiani. 2) Coperchio finito realizzato con il sistema Zechini Box On Demand. 3) Nico Valiani, CEO di Valiani, durante l’open house Zecchini dello scorso marzo, mostra un prodotto finito, confezionato con il flusso Box On Demand.
saggio lanciato al mercato. Specie a quello esigente e raffinato che storicamente è il target dei prodotti realizzati con le macchine di Zechini: marchi del fashion e del lusso, stampatori ed editori specializzati in produzioni di nicchia. Oltre che un marchio, però, Box On Demand è un processo produttivo basato su differenti macchinari near-line, pensati per realizzare in tempi fulminei e in piccoli quantitativi scatole rigide con fondo e coperchio, rivestite con materiali di pregio. Un workflow semplice, intuitivo e accessibile Il workflow Box On Demand di Zechini è basato su tre moduli essenziali. Il primo, denominato CT150, è un macchinario da tavolo che provvede all’applicazione del nastro necessario per
fissare le alette del fondo e del coperchio della scatola già fustellati, conferendo loro la struttura desiderata. Il secondo è l’incollatrice Vesper, cui è associata la calandra Xenia, che consentono di preparare la superficie del cartone su cui andrà applicato il rivestimento. Il pezzo forte del sistema Zechini è però la rivestitrice ESB500-S, che si avvale di un ingegnoso sistema di forme in legno per completare il rivestimento automatico della scatola con il materiale prescelto, neutro o eventualmente stampato e nobilitato. Il valore aggiunto digitale Già nella sua configurazione base, il Box On Demand consente di realizzare fino a 300 scatole rivestite ogni ora, in formati tra 95x95x10 mm e
400x400x150 mm. Eppure, la crescente esigenza di velocità e personalizzazione ha indotto l’azienda milanese a promuovere un’integrazione sempre più spinta tra piattaforme analogiche e nuove tecnologie digitali. Nel caso di Box On Demand, il principale collo di bottiglia del flusso è la fustellatura degli elementi base delle scatole. Una lavorazione che, se gestita con fustelle tradizionali, allunga i tempi di produzione di ore o addirittura giorni, vanificando parzialmente i vantaggi di questa linea compatta. Per questo Zechini ha identificato nella tecnologia di taglio Valiani l’ideale complemento di B.ON.D. Fustellatura, cordonatura e V-cut, digitali e in tempo reale Valiani Optima V 80, con il suo formato 1.230x820 mm, la testa
di taglio multiutensile e un prezzo d’acquisto molto competitivo, consente anche ai piccoli e medi operatori della cartotecnica di effettuare con estrema precisione lavorazioni di fustellatura, cordonatura, mezzo taglio di adesivi e tagli a V partendo da un file digitale, senza l’utilizzo di matrici fisiche. Questo si traduce in cambi lavoro istantanei e nella possibilità di realizzare tanto i medi quanto i piccoli quantitativi di scatole, fino ai singoli prototipi, senza tempi e costi di setup. «Le nostre macchine sono già utilizzate in produzione da centinaia di piccole e medie cartotecniche in tutto il mondo – spiega Nico Valiani, CEO di Valiani – per questo abbiamo aderito con entusiasmo al progetto Box On Demand di Zechini, cui siamo orgogliosi di aggiungere funzionalità digitali inedite».
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eventi Barberán introduce la nuova Jetmaster 1750 con nuovi feeder e stacker, nuovo software, inchiostro bianco e vernice spot a rilievo. Confermata la filosofia open ink
Tra qualità e automazione, Jetmaster chiude il cerchio nel single pass per l’ondulato di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com
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e ne abbiamo parlato in passato, ma questo è senza dubbio il momento giusto per ricordarlo. Qualche anno fa la catalana Barberán ha avuto il merito di inaugurare la stagione della stampa inkjet single-pass nell’industria del cartone ondulato, dedicando sforzi e investimenti al progetto Jetmaster. Tutto questo mentre pochi sembravano credere in questa opportunità, o non
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erano in grado di rilasciare piattaforme affidabili. Un bel primato per una family company che è orgogliosa di restare tale, e per un team di tecnici e business developer che – ci piace ribadirlo – è il medesimo della prima ora, e anzi si è arricchito di nuovi professionisti. Siamo stati particolarmente lieti di volare a Barcellona lo scorso febbraio per partecipare all’open house 2019 di Barberán, specie dopo aver partecipato al medesimo evento nel 2017. So-
prattutto siamo felici di confessarvi che, nonostante i volti, i sorrisi e il calore umano di questa grande azienda siano sempre gli stessi, la maturazione del prodotto e il livello di innovazione tecnologica sono andati ben oltre le più rosee aspettative. Nasce una “nuova” Jetmaster L’umiltà che ne caratterizza il modo di agire impedirà forse a Jesus Barberán e ai suoi collabo-
ratori di lanciarsi in proclami roboanti su rivoluzioni epocali e tecnologie di svolta. Ma non impedisce a noi di farlo. La verità è che la Jetmaster 1750 protagonista dell’evento non è solo la naturale evoluzione della serie esistente, né tantomeno un restyling ‖‖ In alto: a sinistra, un momento della presentazione di Jetmaster 1750; a destra, alcuni delegati apprezzano l’elevata qualità di stampa della nuova macchine, durante l’open house
eventi ‖‖ A destra: un dettaglio dei nuovi effetti di verniciatura spot e a rilievo realizzabili con Jetmaster; esempi di stampa con inchiostro bianco ad alta coprenza; la presentazione della nuova piattaforma software G5 di Barberán.
ben riuscito. Insieme ai quasi 200 partecipanti ai due giorni di open house, abbiamo infatti scoperto che sotto la nuova, elegantissima carrozzeria grigio/nera, si nascondono grandi novità. Molte delle quali prevedibili, altre inattese. Innovazioni fortemente volute dal costruttore catalano, tutte ideate e integrate dal team di sviluppo di Barberán, ma (come è naturale che sia) rese possibili da una rete di partnership tecnologiche di prim’ordine. Anche in questo caso, il merito di Barberán è quello di non aver coinvolto, esposto e reso i propri partner co-protagonisti dei propri successi, sia in azienda che nell’approccio coi clienti. E naturalmente in occasione di fiere ed eventi. Ma ora scopriamo cosa c’è dentro la “nuova” Jetmaster. Nuovo formato e più automazione Insieme alla nuova livrea, per chi già conosce Jetmaster la novità più visibile è il nuovo codice 1750, che corrisponde alla larghezza utile di stampa. Questa nuova versione unifica i precedenti modelli 1680 e 1890 nel medesimo corpo macchina, adattandosi bene al popolare formato 66 pollici in uso nel mercato americano. Con l’ulteriore vantaggio che, installando teste di stampa ed elettronica aggiuntive, è sempre possibile passare dai 1750 ai 1890 mm di luce stampabile. Jetmaster 1750 può sfruttare la larghezza stampando su un unico foglio di grandi dimensioni, o produrre in modalità dual-feed su due fogli di larghezza inferiore alimentati in parallelo. Tra le novità più apprezzate dai partecipanti all’open house, i nuovi moduli di inserimento e il nuovo stacker ad alta pila. Per l’alimentazione, Barberán conferma la collaborazione con il costruttore spagnolo EMEP, che ha messo a punto per Jetmaster
un nuovo feeder con inserimento dal basso, migliorato rispetto alla versione precedente sia nella funzionalità che nell’interfaccia utente. A questo si aggiunge un nuovo feeder ad alta pila con presa dall’alto, che consentirà di alimentare anche materiali leggeri, ampliando i campi di utilizzo di Jetmaster a differenti applicazioni grafiche e cartotecniche. Il vantaggio per l’utilizzatore finale sarà quello di poter installare entrambe le tipologie di feeder, utilizzando alternativamente quello più idoneo alla lavorazione, con tempi di cambio lavoro molto brevi. La novità più visibile è però l’imponente stacker ad alta pila, sviluppato dall’italiana N.E. Engineering, che porta Jetmaster ai più alti livelli di automazione e integrazione nei workflow delle aziende di packaging. L’impilatore, presentato all’open house nella versione da 2.000 mm di altezza
massima della pila, può raccogliere in piena velocità fogli stampati fino a 5.000 mm di lunghezza (anche in dual-feed), restituendo pile perfettamente pareggiate e allineate su un sistema di belting modulare. Grazie all’esperienza pluriennale di N.E. Engineering nell’handling dell’ondulato, gli utilizzatori di Jetmaster possono affidarsi al partner di Barberán anche per costruire linee integrate di movimentazione dei semilavorati. Più qualità e affidabilità Molte delle novità introdotte da Baberán si trovano nel cuore pulsante di Jetmaster, il suo engine di stampa. La qualità e l’affidabilità complessiva del sistema, già rivelatesi soddisfacenti presso gli ormai numerosi clienti nel mondo, sono state ulteriormente migliorate con l’introduzione di
un nuovo sistema di pinning UVLED. Questo prevede l’installazione delle lampade di pinning in linea retta, evitando così l’applicazione di una doppia dose di esposizione sui bordi delle lampade, e migliorando di conseguenza la qualità di stampa. Anche il sistema di asciugatura finale, in questo caso completamente UV, è stato ridisegnato e potenziato da 120 a 160 W/cm, in virtù dell’aumentata velocità di produzione, che ora si attesta a 80 m/min. Come optional è possibile installare un sistema all’azoto inerte, che diminuisce la concentrazione di ossigeno nella stazione di curing. Esacromia e nobilitazione In un mercato sempre più attento alla brand equity e al ruolo di packaging e materiali POP nelle dinamiche d’acquisto dei consumatori, le tecnologie di stampa
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Stefano Rogora Marketing Manager EMEA di INX International
“Una competizione aperta sull’inchiostro stimola i produttori a fare meglio e scatena un dialogo bidirezionale con gli utilizzatori finali.” ‖‖ In alto: 1) il nuovo feeder di Jetmaster durante una demo in modalità dualfeed; 2) la rampa di uscita del nuovo stacker prodotto da N.E. Engineering; 3) vista laterale dello stacker.
sono chiamate a fare la differenza. Per questo Barberán non si è limitata ad eccellere sul fronte del color matching e dell’esacromia con Orange e Violet, ma durante l’open house ha anticipato (mostrando campioni di ottima qualità) la prossima introduzione del bianco coprente e della vernice nelle proprie configurazioni. Quest’ultima, per la prima volta su una single-pass per l’ondulato, sarà utilizzabile sia per la lucidatura spot che per effetti a rilievo. L’open ink ribadito e potenziato Se la maggior parte delle tecnologie di stampa digitale viene
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proposta con un proprio inchiostro OEM, Barberán ha scelto sin dall’inizio di aprire il proprio sistema a più fornitori, occupandosi di testarne e validarne i prodotti. Ad oggi, gli utilizzatori di Jetmaster possono scegliere tra l’offerta di tre fornitori di prim’ordine quali Chimigraf, Toyo e Sakata INX. Quest’ultimo brand, forte di una lunga esperienza nell’inkjet e di infrastrutture di R&D e produzione globali, è stato l’ink partner ufficiale dell’open house di quest’anno. Sono già numerosi, sia in Nord America che in Europa, gli utilizzatori che hanno scelto il set di chimiche INX per Jetmaster, che include il primer e il set di inchiostri CMYK, Orange e Violet, tutti conformi alla normativa Swiss Ordinance. Non è ufficiale, ma è ragionevole aspettarsi che INX sarà protagonista anche
sul fronte dell’inchiostro bianco e della vernice spot, due aree in cui l’ink vendor vanta una lunga tradizione e prodotti efficaci. «La politica di open ink di Barberán ben rappresenta le istanze di un settore industriale come l’ondulato, dove si gioca una partita a tre tra costruttore, converter e ink vendor. – spiega Stefano Rogora, Marketing Manager EMEA di INX International – Una competizione aperta sull’inchiostro stimola i produttori a fare meglio, migliora le performance dei prodotti e scatena un dialogo bidirezionale con gli utilizzatori finali». In effetti, ascoltando le testimonanze dei partecipanti all’open house, tra cui l’americana Sonoco Display, appare evidente come un tale approccio stia producendo vantaggi per tutti gli stakeholder coinvolti, accrescendo la consapevolezza sulle scelte tecniche ed
efficientando i processi di approvvigionamento e logistici. La sfida del software Sottostimato e trattato da molti alla stregua di un male necessario, il software si sta imponendo come il vero game changer nelle decisioni d’acquisto delle tecnologie di stampa digitale. Per questo Barberán ha presentato una nuovissima infrastruttura software dedicata a Jetmaster. Denominata G5 e sviluppata interamente in casa, essa include funzionalità evolute di preview, rotazione dell’immagine, dati variabili e monitoraggio di tutti i parametri di produzione. A breve, inoltre, verranno introdotte le nuove funzionalità di color management e modifica dell’immagine, oltre all’integrazione di un inspection system in linea.
eventi I brand owner globali sono pronti a incontrarsi ad Amsterdam per il Packaged Summit 2019: tra i temi chiave, progettazione grafica e comunicazione di prodotto
Tra design e produzione, la globalizzazione apre nuovi scenari per il packaging
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’ottava edizione del convegno, di cui siamo ormai frequentatori abituali, si prepara ad aprire i battenti ad Amsterdam. Con un approccio esclusivo, basato sull’interazione tra soli brand owner del packaging, l’evento di Mark Allen Group si è ormai affermato come una piattaforma privilegiata non solo per il networking tra gli addetti ai lavori, ma anche come luogo di confronto sui principali
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trend del settore. I circa 200 delegati rappresentano i settori di riferimento del packaging, dal food alla cosmesi, dai tabacchi al farmaceutico. Eppure, al di là di questi operatori esigenti e blasonati, alle tematiche più evolute del packaging si affacciano oggi quei segmenti dell’industria che storicamente hanno considerato l’imballaggio alla stregua di un contenitore. O poco più. Tra gli speaker dell’edizione 2019 di Packaged Summit, in programma
ad Amsterdam il 24 e 25 giugno, annoveriamo ad esempio Görkem Gör, manager del Gruppo Arcelik, che con i suoi circa 27.000 collaboratori e 15 stabilimenti in 6 Paesi è il principale produttore di elettrodomestici della Turchia, nonché uno dei più rilevanti tra Europa e Middle East. Gör è il responsabile della progettazione grafica e della comunicazione di prodotto del Gruppo Arçelik, incaricato di coordinare la stampa, le interfacce grafiche per
gli utenti (GUI), il packaging e le immagini dei manuali per l’intera gamma di prodotti dei marchi del Gruppo. Tra questi Arçelik, Beko, Voltas Beko, Grundig, Blomberg, Elektrabregenz, Arctic, Defy, Defy, Dawlence, Flavel, Leisure, Altus. Gör è laureato in Belle Arti all’Università di Marmara, con specializzazione in Graphic Arts ‖‖ In alto e nella pagina accanto, alcune sessioni e momenti di networking di Packaged Summit 2018 ad Amsterdam
eventi
intervista
a Görkem Gör Head of Graphic Design & Product Communication di Arçelik Group
Perché hai scelto una carriera nell’industria del packaging? Ho una passione innata per tutto ciò che riguarda il design. Ecco perché ho scelto di studiare Graphic Design all’Università. Potevo scegliere due orientamenti per la mia professione: Packaging Design o Pubblicità. Ho parlato con i miei insegnanti e ho chiesto loro di guidarmi. Uno di loro mi ha spiegato che produrre un oggetto tridimensionale da disegni 2D è come giocare mentre si sta progettando un pack. Da sostenitore dei mattoncini giocattolo, ho trovato la mia risposta e ho scelto una carriera nel settore del packaging. Quali sono le principali responsabilità nel tuo ruolo? Sono responsabile di tutte le esigenze di Graphic Design correlate ai prodotti di 13 brand di elettrodomestici globali e locali. In prevalenza piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo.
“Ci sono sempre differenze tra materiali stampati e strumenti digitali. Ciò che ogni utente visualizza sullo schermo è diverso, e ogni fornitore con cui Quali sono le sfide che lavoriamo ha tecnologie affronti quotidianamente? di stampa diverse.” Una delle sfide più impegnative è il rispetto delle scadenze. Abbiamo molti prodotti e dobbiamo seguire continuamente la tecnologia. Ecco perché c’è un bisogno costante di comunicare i prodotti. Un’altra sfida è la riduzione dei lotti di produzione, e il contenimento dei costi. Come designer, questa può essere un’area molto limitante per la creatività dei team.
Puoi descrivere una delle tue più grandi storie di successo durante il tuo periodo come professionista del packaging? È difficile allineare il linguaggio del design per marchi globali, che raggiungono varie regioni del pianeta. Le esigenze e le aspettative di tutti i Paesi coinvolti potrebbero essere diverse. Attraverso un grande lavoro di squadra e indagini sui consumatori, abbiamo raggiunto e concordato un nuovo design del packaging per i piccoli elettrodomestici Beko. Per me è stata una grande esperienza. Qual è la principale differenza nel packaging tra la Turchia e il più ampio mercato europeo? Non penso ci siano molte differenze tra la Turchia e l’Europa allargata. Di sicuro ci sono aspettative diverse per ogni mercato. Alcuni vogliono mostrare il prodotto nelle sue dimensioni reali, altri vogliono renderlo scenografico. Il problema che affronto sempre è il linguaggio utilizzato: la maggior parte dei Paesi vorrebbe un utilizzo predominante della propria lingua. Come affronti la vendita in-store e online, e la color equity del tuo brand attraverso strumenti digitali? Ci sono reparti specifici che si occupano di in-store e online. Raccogliamo i loro input prima di iniziare un processo di progettazione. Questi sono molto utili
durante la progettazione, ma le decisioni finali sono prese dai team reasponsabili del brand e del design. Dobbiamo pensare globalmente quando prendiamo una direzione. Non vogliamo creare strutture diverse per nessun canale, o il processo ne sarà influenzato. Devo essere onesto sulla consistenza cromatica: non è possibile gestire il colore in modo assolutamente preciso per diverse piattaforme. Ci sono sempre differenze tra materiali stampati e strumenti digitali. Ciò che ogni utente visualizza sullo schermo è diverso, e ogni fornitore con cui lavoriamo ha tecnologie di stampa diverse. Come designer, personalmente credo nella coerenza visiva dei materiali di comunicazione del brand. La consistenza cromatica può essere una delle più importanti, tra le altre, ma non facile da gestire. Quello che facciamo è assegnare i designer a diversi luoghi in cui produciamo alcuni prodotti, così da controllarli istantaneamente e rendere i colori almeno simili tra loro. Puoi anticiparci alcuni dei temi che tratterai nella tua presentazione di giugno? Vorrei parlare di come abbiamo a che fare con così tanti dipartimenti e Paesi come team di design. Inoltre, uno degli aspetti più interessanti è quante volte abbiamo bisogno di cambiare il design per un solo marchio, o per la confezione di un solo prodotto.
e Design, e ha all’attivo dieci anni di esperienze tra brand identity, stampa, packaging e media digitali, con una carriera trascorsa tra agenzie locali e IKEA Turchia. “Designing the Needs” è il titolo evocativo della sessione di Arçelik Group all’ottavo Global Packaged Summit! Insieme a Gör ci saranno oltre 25 relatori, espressione di brand globali innovativi, che condivideranno pensieri e case study innovativi. Informazioni e iscrizioni su packagedsummit.com con il 20% di sconto per i lettori di Italia Publishers utilizzando il codice ITALIA20.
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eventi Tra intelligenza artificiale, robotica, case study di settore e speech di economisti, influencer e youtuber, si apre in Germania la settima edizione di OPS
I web-to-print globali si incontreranno a Monaco per Online Print Symposium
N
egli ultimi sei anni, l’Online Print Symposium si è posizionato come un evento riconosciuto a livello internazionale nell’ambito della stampa online. Il fatto che molti visitatori “recidivi” si siano già re-iscritti all’edizione 2019, sottolinea l’importanza che la conferenza ha raggiunto nel settore della stampa online. Nei mesi precedenti al 3 e 4 aprile 2019, infat-
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ti, c’è stato un lungo lavoro dietro le quinte. Sotto lo slogan “Think Global – Print Online”, esperti del settore e relatori di spicco offriranno ai partecipanti una visione unica delle strategie e delle azioni delle loro aziende, evidenziando tendenze, sviluppi e concetti lungimiranti. Temi come la trasformazione digitale, nuovi modi per raggiungere il cliente, tecnologie e processi di produzione innovativi e sviluppi nell’internazionalizzazione caratterizzano
l’industria della stampa online, e la pongono costantemente di fronte a nuove sfide. Un settore vitale e agile Tra gli speech di maggiore interesse quello di Robert Keane, CEO di Cimpress. Alla sua ultima apparizione all’Online Print Symposium 2015, Keane ha fissato una pietra miliare con l’annuncio della sua visione di “Coopetition”, che ha trasformato l’intero settore. Da
allora molto è successo, l’industria si è evoluta in modo significativo, e molte nuove collaborazioni sono emerse nello spirito della Coopetition – come quella tra Onlineprinters e Letterjazz. È solo uno dei tanti esempi, ma dimostra quanto sia vitale e agile il mondo della stampa declinata nel territorio dell’e-business. Così ‖‖ In alto e nella pagina a fianco, alcuni momenti dell’edizione 2018 di Online Print Symposium
eventi
Letterjazz, un’azienda artigiana che produce stampe a rilievo con vecchie macchine tipografiche, ha avviato la collaborazione con uno stampatore che ha scelto un posizionamento industriale. Sono due realtà complementari, che utilizzano gli strumenti dell’e-business print come base comune. La stampa online come motore di crescita Nel suo keynote speech al settimo Online Print Symposium, Robert Keane affronterà ancora una volta il tema della stampa online come motore di crescita, evidenziando le tecnologie e i processi chiave del futuro, e delineando i nuovi modelli di business che le nuove tecnologie potranno abilitare. In questo ambito l’intelligenza artificiale e la robotica giocheranno un ruolo molto importante. La prossima ondata di trasformazione è in arrivo e a dimostrarlo è la stessa Cimpress, che ad esempio sta già investendo in queste nuove tecnologie e in nuovi impianti di produzione. Ad aprire la seconda giornata del simposio sarà il Holger Schmidt, economista, chiamato ad approfondire il tema delle piattaforme come modello di business superiore in molti mercati digitali. La capacità di utilizzare i dati
acquisiti per sviluppare ulteriori vantaggi competitivi e penetrare costantemente in nuovi mercati li rende attori potenti. Chiunque comprenda i meccanismi economici della piattaforma e li utilizzi a proprio vantaggio, può non solo trarne un beneficio, ma anche avere lo stesso successo sviluppando modelli proprietari. La dimensione dell’azienda spesso non è il presupposto per il successo: si tratta piuttosto di sviluppare i propri segmenti di mercato con idee intelligenti e modelli di business agili. Il 2019 è un anno relativamente tranquillo riguardo fiere, eventi e celebrazioni. Ma non è questo il motivo per cui l’Online Print Symposium 2019 è così importante, ma piuttosto perché quest’anno si prepara il terreno per i prossimi grandi eventi della stampa online. L’intelligenza artificiale e la robotica possono sembrare a molti ancora oggi pericolose, perché un giorno potrebbero sostituire l’uomo. Ma a questo approccio pessimistico non dovrebbe essere dato molto credito, con qualche eccezione. A Monaco sarà possibile trovare tutto quanto necessario per un ebusiness redditizio nella stampa. Per prendere parte all’evento è sufficiente aggiudicarsi uno degli ambiti biglietti, dato che il
numero di partecipanti è limitato. Bernd Zipper, co-organizzatore dell’Online Print Symposium, motiva i potenziali partecipanti con il motto “Andateci, ne vale la pena”.
Green di Adobe, che è anche responsabile delle vendite EMEA di Magento, e presenterà un’idea dei futuri sviluppi del settore.
“Who’s who” nella stampa online
L’Online Print Symposium 2019 si propone ancora una volta di fornire il giusto mix di knowhow da parte dei colossi del settore, unito all’esperienza di startup della stampa e di business di successo. Ingredienti di cui gli imprenditori della stampa hanno bisogno per ampliare la loro visione di lungo termine. Alla vigilia dell’evento è previsto un raduno di esperti: relatori, espositori e partecipanti delle precedenti edizioni dell’evento si incontreranno in un’atmosfera amichevole e si scambieranno idee su temi caldi. «Con l’Online Print Symposium abbiamo creato una piattaforma sulla quale i concorrenti possono scambiarsi informazioni a livello visivo e valutare insieme le tendenze. L’OPS è un evento leader che ispira l’intero settore della stampa. Il notevole interesse internazionale è la prova che il simposio è diventato uno degli eventi più importanti al mondo per la stampa online», afferma Jens Meyer, CEO di printXmedia Süd e co-organizzatore del Symposium.
Il programma dell’edizione 2019 è notevole. I relatori del 7° Online Print Symposium sono realmente rappresentativi dell’industria internazionale della stampa online. Tra loro Jim Cunliff, Head of Customer Love di Face Media Group, leader di mercato in UK; Jürgen Geiger, Fondatore e CEO di mypromo.com – una piattaforma e-commerce per la digitalizzazione degli articoli promozionali; Yasukane Matsumoto, CEO di Raksul e uno dei pionieri nel mercato giapponese e asiatico della stampa online; Rene de Heij, CEO di Probo, specialista olandese di stampa large format online; Onur Durmus, fondatore della start-up turca di stampa online bi’dolubaski.com; Paul Adriaans, Executive Vice President di RPI Europe e specialista olandese di stampa online personalizzata. Significativa, inoltre, la presenza di relatori dal mondo del business. Tra loro Jörg Schieb, digital expert per ARD, così come Brian
Tra leader e startup
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speciale Il mercato della stampa ha ancora in serbo numerose innovazioni, tecnologiche, di prodotto e di business. Basta scegliere e seguire una strategia adeguata
Il futuro degli stampatori: non arrendersi alla crisi differenziando il business di Sean Smyth // sean@seansmyth.co.uk
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rovo sempre molto istruttivo confrontarmi con gli stampatori, in particolare quando si parla di prospettive future. Organizzazioni diverse hanno visioni molto differenti, anche quando operano negli stessi settori. Aver fiducia nel futuro è una caratteristica distintiva per le aziende di stampa, così come scegliere e seguire una strategia adeguata. Questo perché, nonostante alcuni settori siano in
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difficoltà, esistono ancora grandi opportunità di guadagno nel mondo della stampa. Alla fine del 2018, Smithers Pira ha pubblicato “Future of European Printing to 2023”, un report che analizza i mercati europei della stampa nel corso di oltre 10 anni. Il valore complessivo della stampa e del packaging stampato è stato stimato attorno ai 134 miliardi di euro nel 2018 in Europa occidentale; l’equivalente di 10,43 trilioni di stampe A4. È un mer-
cato enorme. Naturalmente non esiste un’unica industria della stampa in Europa, ma si compone di un’ampia gamma di applicazioni e metodi per depositare colorante su un substrato. I produttori di grandi volumi di riviste sono molto diversi dai converter di etichette, dagli stampatori commerciali o di banconote, così come le macchine da stampa rotocalco sono molto diverse da quelle a foglio con tecnologia a toner. La buona notizia è che un futuro
Oltre a scrivere e tenere seminari, Sean Smyth è un analista di mercato attivo nelle industrie della stampa e della cartotecnica. È un tecnologo della stampa e ha lavorato in aziende grandi e piccole (anche come proprietario) dove ha utilizzato la tecnologia per un semplice scopo: fare soldi. Smyth è inoltre uno stratega aziendale; lavora con brand, costruttori di attrezzature, fornitori materiali di consumo e converter, cercando di dar loro strumenti ed indicazioni per sfruttare le tante opportunità derivanti dall’adozione della stampa digitale da parte di stampatori, etichettifici e cartotecniche. Smyth è infine ricercatore, consulente e direttore non esecutivo presso Smithers Pira.
speciale
West European Print Market Value Total
All Publishing
All packaging
All Graphics
-6,0
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CAGR (%), 2018-23
prospero attende alcuni settori, mentre per altri le cose andranno meno bene. Nel complesso, nei prossimi cinque anni si osserverà un continuo declino nel volume e nel valore della stampa, senza considerare gli effetti delle fluttuazioni valutarie e dell’inflazione. La minaccia dei nuovi canali Ci sono tre grandi categorie di prodotti stampati: • editoriali (libri, riviste, giornali, guide); • grafici (pubblicità, promozioni, stampa commerciale etc.); • packaging (imballaggi in ondulato, teso, plastica rigida etc.) ed etichette. Ciascuna di queste ha avuto un andamento diverso, sia perché l’intero settore della stampa è cambiato, sia perché tecnologie innovative sono entrate nel mercato, offrendo nuovi canali di comunicazione. Invece di informare, educare, intrattenere o promuovere, la stampa deve oggi competere con altri canali che possono provvedere a queste funzioni, a volte in modo più tempestivo e a costi inferiori. Sono i consumatori e gli
utenti finali a decidere i canali, non gli editori o i fornitori di stampa. Le preferenze individuali cambiano insieme alla popolazione. Una dura lezione per la stampa È una dura lezione per l’industria della stampa l’impatto negativo che hanno avuto le innovazioni esterne, come i digital media. Il valore della pubblicità che finanziava giornali e riviste è crollato, in favore di supporti come internet e i dispositivi mobili. Nel 2018 due compagnie, Alphabet e Facebook, hanno ottenuto più introiti pubblicitari rispetto a tutti i giornali e le riviste del mondo messi insieme: è un messaggio preoccupante. La maggior parte dei giornali e delle riviste ha una presenza online per lasciare ai lettori la scelta, ma pochi recuperano gli introiti pubblicitari persi e le vendite a prezzo di copertina di cui godevano in passato. Prima delle ricerche su internet e dei social media, una parte di queste spese pubblicitarie era rappresentata dalla stampa di comunicazione visiva, direct mailing e inserti. Gli e-book hanno conquistato
-1,0
0,0
1,0
2,0
3,0
CAGR (%), 2013-18
una porzione del mercato dei libri, anche se le pubblicazioni cartacee stanno tornando alla ribalta. Molti cataloghi, guide e brochure di viaggi sono scomparsi. Altri prodotti sono diminuiti: i cataloghi diventano più sottili, gli atlanti stradali sono stati sostituiti dai sistemi GPS e Google Maps. Molti biglietti sono sostituiti da app su smartphone, mentre trasferimenti di fondi su Apple Pay e per via elettronica riducono l’utilizzo di assegni e pagamenti con bollettino. Il volume dell’invio di materiale cartaceo è in discesa in tutta Europa: molti clienti preferiscono non ricevere lettere per rendiconti o pagamenti, così come le aziende hanno in gran parte abbandonato i moduli; allo stesso modo email e messaggi hanno sostituito la posta, sempre più costosa. Il risultato è il declino della produzione di stampa: il mercato dell’Europa occidentale scenderà in media dell’1,7% annuo fino al 2023. Le prospettive per l’editoria sono persino peggiori, visto che raggiungeranno un calo del 3,9% annuo tra il 2018 e il 2023. Anche la stampa grafica crollerà, ma assisteremo a una vera cresci-
‖‖ Tassi di crescita in Europa occidentale del valore dei prodotti editoriali, grafici e del packaging, dal 2013 al 2023 (fonte: Smithers Pira)
ta per il segmento delle etichette e del packaging, con un’accelerazione fino a un CAGR dell’1,6% tra il 2018 e il 2023. Le opportunità del packaging L’attuale situazione comporta una potenziale carenza di carta, in quanto alcune cartiere stanno diminuendo la loro capacità per bilanciare la domanda in calo, mentre molte altre passano al cartone e ai materiali per il packaging, seguendo l’aumento della domanda. Le alternative elettroniche alla stampa non possono infatti sostituire le funzioni di protezione e contenimento del packaging. Una volta qualcuno disse saggiamente: “Non si può versare il latte da un iPad”. Questo rende il packaging un’opportunità, così che molti stampatori commerciali stanno esplorando la possibilità di coglierla. L’aumento della popolazione in tutta Europa, insieme al contem-
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speciale poraneo calo della dimensione dei nuclei familiari, fa aumentare la domanda di packaging in confezioni più piccole, che sostituiscono quelle in “formato famiglia”. Le opzioni prive di grassi, zucchero, glutine, noci, carne e altro aumentano la gamma di prodotti disponibili nei negozi. I brand leader stanno lanciando nuove varietà per competere con i marchi artigianali, che propongono i loro prodotti usando come punto di forza l’essere anticonvenzionali. Sempre più consumatori vogliono prodotti genuini e a chilometri zero, affinché abbiano un ridotto impatto ambientale. Infatti stanno nascendo in tutta Europa produttori locali, e quelli di maggior successo vogliono imballaggi di alta qualità, per essere a norma di legge e aumentare la propria notorietà. Ciò contribuisce ad accrescere la domanda di packaging ed è uno dei fattori scatenanti della tendenza alla digitalizzazione di questo settore. Molti di questi prodotti sono commercializzati online e quindi alimentano anche la domanda di imballaggi per spedizioni, in rapida crescita, per la gioia del settore degli ondulati. Del resto, sono
anche le stesse aziende di stampa a utilizzare più imballaggi per spedizioni visto che utilizzano l’e-commerce come canale di vendita per i propri prodotti. La decorazione d’interni Altre imprese stanno guardando oltre il packaging verso i mercati industriali, utilizzando le loro abilità di stampa per produrre articoli funzionali e decorativi, dalla carta da parati all’elettronica stampata. È infatti un business fiorente in Giappone, dove Toppan e Dai Nippon Printing registrano vendite annue multimiliardarie nell’elettronica stampata, nonché nei materiali decorativi per interni, come laminati e pavimentazioni. Molti produttori di applicazioni per la comunicazione visiva stanno esplorando il settore della carta da parati e della decorazione d’interni. Un esempio è lo stampatore digitale norvegese Copycat, che utilizza le sue macchine inkjet a bobina per stampare design di porte, carta da parati e poster. La gamma di design è ampia, inclusa la possibilità per i clienti di caricare foto della propria porta di casa.
Uno dei mercati di applicazione in tal senso è quello delle case di cura a lunga degenza: la famiglia di un paziente può selezionare un design simile alla propria porta di casa, invece della porta standard istituzionale, così da rendere l’ambiente più familiare. Esistono prove documentate del fatto che ciò porti beneficio a coloro che soffrono di demenza, e sicuramente rende l’esperienza meno ostile per i visitatori. Nuove frontiere del digitale Le prospettive per i diversi metodi di produzione variano notevolmente con la stampa digitale: guida l’inkjet, che continua a crescere fortemente, mentre la stampa offset è in calo, con l’eccezione della stampa flexo per etichette e packaging. La stampa digitale è adatta per piccole tirature e output con personalizzazioni spinte. Le tirature sono diminuite, grazie a una migliore previsione della domanda che riduce gli sprechi, mentre la molteplicità di versioni comporta che il contenuto venga mantenuto aggiornato con il cambiamento dei modelli di ordi-
nazione. Molte aziende di stampa commerciale hanno investito in macchine a toner e offset, mentre altre hanno compiuto il passo verso l’inkjet, esplorando nuove opportunità oltre a libri e mailing. Alcuni stampatori offset hanno cambiato i loro modelli e metodi di lavoro. Il “lean manufacturing” ha eliminato gli sprechi e i tempi non produttivi, grazie all’automazione low-touch o no-touch, dando una spinta alle funzioni di prestampa e amministrazione. La tecnologia ha abilitato nuovi processi di vendita, consentendo a uno dei settori chiave della stampa di reinventarsi. Le aziende che usano macchine offset a foglio in Germania hanno usato il web-to-print per procurarsi un gran numero di lavori di stampa commerciale di valore relativamente contenuto. Hanno ottenuto le commesse in gran parte grazie alla competitività del prezzo, perché potevano unire più lavorazioni su un solo foglio di ‖‖ Tassi di crescita in Europa occidentale del volume di produzione di stampa digitale e analogica dal 2013 al 2023 (fonte: Smithers Pira)
West European Print Market Volume
Total
Digital
Analogue
-4,0
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CAGR (%), 2018-23
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CAGR (%), 2013-18
6,0
8,0
À
speciale ‖‖ Pagina dal sito italiano di Flyeralarm
carta standard, contenendo così i costi della fase di avviamento. Hanno investito nel formato B1 e in presse più grandi, usandoli in modo efficiente per stampare con colori standardizzati, grazie a flussi di lavoro altamente automatizzati, su un range limitato di carta e finiture. Hanno seguito la strada di Vistaprint, pioniera del web-toprint, che ha sviluppato pratici sistemi di ordinazione e amministrazione per consentire ai clienti di crea-re, approvare e caricare materiale grafico senza processi manuali di prestampa. L’azienda è cresciuta notevolmente, investendo molto nella pubblicità per attrarre singoli ordini, che riempissero la capienza, e automatizzando i processi di amministrazione, in modo da gestire migliaia di lavori ogni giorno. Offre in aggiunta template di alta qualità, oltre a materiale per il marketing ed esempi facili da modificare e personalizzare. Ciò ha aperto nuovi mercati, fornendo prodotti stampati a consumatori singoli e microimprese. Lo stesso approccio è stato adottato anche per fotolibri e fotoprodotti, che sono ora un
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mercato multimiliardario in Europa. In questo settore, Onlineprinters, Solopress, Flyeralarm, Unitedprint, Cewe Color e WIRmachenDRUCK (parte del gruppo Cimpress, proprietario di Vistaprint) hanno riportato vendite ben oltre 1,5 miliardi di euro nel 2017, proprio grazie al webto-print. Queste aziende hanno dato nuova vita alla stampa offset a foglio in tutta Europa. Re-ingegnerizzare la produzione di stampa commerciale combinando i lavori offre vantaggi significativi per i clienti in termini di costo. Si tratta di imprese che sono cresciute rapidamente, alcune offrendo anche servizi di stampa all’ingrosso ai rivenditori. Il web-to-print ha incrementato la pressione commerciale e sta avendo un impatto su tutti i fornitori di prodotti di stampa, incluse le aziende che non usano la tecnologia. I clienti ora hanno accesso a qualsiasi converter di stampa o packaging, che consente loro di confrontare facilmente i servizi. Questo fa pressione sul prezzo e sui tempi di consegna, in quanto simili sistemi riducono i costi di vendita, servizio clienti, ammini-
strazione e prestampa. Adottare il web-to-print consente di standardizzare ulteriormente molti prodotti di stampa comuni. Ciò rende difficile per le piccole imprese giustificare l’investimento in tecnologia, e sta accelerando nel tempo i cambiamenti strutturali, poiché le aziende escono dal settore oppure vengono inglobate con il proseguire del consolidamento. Tecnologie smart e modelli di consumo Le figure finanziariamente forti nel web-to-print integreranno ulteriori servizi e capacità di produzione, offrendo accesso a mercati regionali e internazionali attraverso future acquisizioni. Stanno sviluppando nuove tecnologie, inclusi algoritmi sofisticati di intelligenza artificiale, per combinare lavori di molteplici produttori e minimizzare costi, tempi di consegna e impatto ambientale, grazie alla diminuzione degli sprechi e alla stampa effettuata vicino al cliente. Le aspettative stanno cambiando insieme alle abitudini legate alle modalità di acquisto. La possibi-
lità di consegna il giorno stesso sta diventando la normalità e sarà sempre più comune per la stampa online. La specifica e l’inserimento dell’ordine avverranno tramite dispositivi mobili e ci sono sviluppi che coinvolgono la ricerca vocale e il controllo tramite smart speaker, il cui uso è in aumento. Stampatori online di dimensioni medie o piccole possono trarre vantaggio da una buona performance in mobilità per proporre offerte locali con consegna rapida. Gli smartphone, minaccia per molti settori della stampa, stanno anche aprendo nuovi mercati digitalizzando l’acquisto e l’amministrazione. Non è del tutto negativo. La scelta e le prospettive per la stampa dipendono dalle preferenze individuali degli utenti finali, in quanto consumatori, di tutte le età, passano sempre più tempo sui loro smartphone. Decidono come ottenere informazioni, come comunicare e fare acquisti. È una delle ramificazioni della crescente importanza della digitalizzazione: maggior rilevanza per sempre più consumatori, a scapito della stampa. Queste condizioni mutevoli del mercato rendono importante per le aziende sviluppare e seguire una strategia. Si tratterà di ottimizzare l’efficienza e sviluppare flussi di lavoro agili, che riducano l’intervento manuale e il costo, includendo il web-to-print per ampliare l’influenza sul consumatore. Identificate le opportunità per aggiungere valore alla stampa attraverso l’uso di substrati innovativi, abbellimenti e finiture. Quando decidete di fare un investimento, considerate di creare collaborazioni per aggiungere ulteriori capacità e nuove competenze per aumentare la gamma di prodotti e servizi forniti. Esistono portali economicamente vantaggiosi che facilitano l’utilizzo di servizi di stampa e terzisti che offrono nuovi servizi. Cercate di accogliere la nuova tecnologia adatta, oltre che per mettere inchiostro su carta, per soddisfare queste esigenze emergenti.