Italia Publishers - Anno XXXII - n° 02/2020 - Prezzo euro 10,00 - Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LOM/MI
MEETING LEADERS
ABS Group, il fuoriclasse italiano degli allestimenti in tessuto, cresce e stupisce STRATEGIE
Con l’inkjet di AccurioJet KM-1, L’Artegrafica colma il gap tra stampa offset e digitale SPECIALE
Retail sostenibile, la nuova priorità per brand owner, creativi e operatori della filiera
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sommario 02
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EDITORIALE Sarà la trasformazione (digitale) a risollevarci
NEWS Novità, tecnologie e tendenze dai player del mercato digitale
MEETING LEADERS ABS Group, il fuoriclasse italiano degli allestimenti in tessuto, cresce e stupisce
STRATEGIE 26 |
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Kongsberg C44 e i software Esko proiettano Q&B Grafiche nella produzione industriale
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Con l’inkjet di AccurioJet KM-1, L’Artegrafica colma il gap tra offset e digitale
EVENTI 33 |
Mimaki rilancia l’Italia come suo centro di competenza per la stampa digitale su tessuto
SPECIALE 36 |
Retail sostenibile, la nuova priorità per brand, creativi e operatori della filiera
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Efficienza energetica e stampa di grande formato, una coesistenza difficile
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Italia Publishers – Anno XXXII – n° 02 2020 Registrazione: Tribunale di Milano n. 74 del 12/2/94 Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Direttore editoriale Lorenzo Villa
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Tiratura 4.263 copie
Diffusione 4.174 copie
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Sarà la trasformazione (digitale) a risollevarci La chiusura e la distribuzione di questo numero, dedicato alla stampa di grande formato, era prevista due settimane prima dall’apertura di FESPA 2020. Tuttavia, la cancellazione della fiera e l’accelerazione dell’epidemia di COVID-19 ci hanno costretti a posporre di circa un mese la distribuzione della rivista, così che possiate riceverla sulle vostre scrivanie in un momento più sereno per pensare ai vostri nuovi investimenti, e al rilancio del vostro business. Il Coronavirus ha assestato un duro colpo alle imprese, e alcuni settori della nostra industria lo hanno subito più di altri. Per esempio, tutto ciò che ruota attorno ad eventi, fiere e punti vendita, si è improvvisamente fermato. È difficile ipotizzare quanto rapida e sostenuta sarà la ripresa, ma è guardando al passato che possiamo pensare al futuro con maggior fiducia. La crisi del 2008-2009 ha generato un crollo spaventoso dei volumi di stampa, abbattendosi con particolare violenza sugli stampati generalisti e di alto volume: cataloghi, free press, edizioni di qualità e utilità discutibile, affissioni pubblicitarie massive e ridondanti. Tutti prodotti che, semplicemente, non esistono più. In quei due anni, anche la stampa di grande formato ha sofferto, e sia Viscom Italia che FESPA hanno vissuto qualche edizione sotto tono. Nondimeno, il mercato della comunicazione visiva ha reagito in modo straordinariamente rapido a quella che sembrava una crisi insormontabile, acquisendo nuovi spazi e sviluppando applicazioni impensabili fino a pochi anni prima. Parte del merito è da attribuire a tecnologie di stampa e finitura versatili, che hanno consentito agli operatori di decorare nuovi materiali e dar loro forma, rivolgersi a nuovi utenti, ristabilire rapidamente capacità produttive e fatturati. È utopico (e alquanto inquietante) ipotizzare che, nel medio-lungo termine, continueremo a produrre mascherine personalizzate e schermi protettivi, ma è la prova che tessuti, metacrilati, stampanti inkjet, plotter da taglio, saldatrici, cucitrici, e le altre tecnologie digitali che conosciamo, sono pronte a sostenere buone idee e nuovi business. Molto più di quanto immaginiamo!
news ATP Color festeggia 500 unità, a quota dieci le 5 metri tessili
‖ FESPA è il principale appuntamento annuale per gli operatori della stampa di grande formato europei. L’edizione 2020 si svolgerà a Madrid dal 6 al 8 ottobre.
FESPA slitta a ottobre 2020, drupa rimandata ad aprile 2021 Sebbene già da tempo non siano più l’unica occasione per toccare con mano la tecnologia e prendere decisioni d’acquisto, le fiere restano il luogo d’incontro prediletto di costruttori, utilizzatori finali, rivenditori e influenzatori della nostra industria. Tuttavia, lo scoppio dell’epidemia di COVID‑19 ha imposto la riprogrammazione di tutti gli eventi previsti nella prima metà dell’anno in corso. La prima manifestazione ad alzare bandiera bianca è stata FESPA, originariamente prevista per lo scorso marzo, a Madrid, e poi posticipata al prossimo ottobre, dal 6 all’8.
Ancor più grande è stato l’impatto del Coronavirus su drupa, originariamente prevista per il prossimo giugno, e poi posticipata ad aprile 2021, dal 20 al 30. Ora gli occhi sono puntati sugli appuntamenti dell’autunno, che al momento non hanno subito variazioni. Tra questi Viscom Italia e InPrint, previsti a Milano dal 22 al 24 ottobre, e PRINTING United, previsto ad Atlanta dal 21 al 23 ottobre. fespa.com drupa.com viscomitalia.it inprintitaly.com printingunited.com
Costituita nel 2003 e tuttora controllata dal suo fondatore, Roberto Martellono, ATPColor ha basato il proprio successo sulla produzione di stampanti tessili a sublimazione. Macchine apprezzate sia in Europa che in Nord America, tanto che, all’inizio del 2020, il costruttore italiano ha consegnato la sua cinquecentesima unità. Sul piano tecnico, ATPColor ha fatto della stampa diretta su tessuto e del sistema di termofissazione in linea i propri tratti distintivi. Nel 2017, inoltre,
l’azienda ha lanciato DFP 2000, la sua prima 5 metri (530 cm di luce di stampa), anch’essa dotata di termofissaggio in linea. Qualità di stampa, affidabilità e prezzo d’acquisto competitivo hanno decretato il successo della nuova ammiraglia. L’azienda ne ha infatti già vendute dieci unità, di cui sette già installate. Tra le aziende che l’hanno scelta, le italiane Alpac, Imagink, New Decor e Dardanelli, l’olandese Big Impact e la canadese Emerson Group. atpcolor.it
‖ DFP 2000 è la stampante a sublimazione da 5,3 metri di ATPColor, dotata di termofissaggio in linea. Nella foto, l’unità installata presso Alpac.
AccurioLabel di Konica Minolta raggiunge quota 500 installazioni
‖ AccurioLabel 230 ha una larghezza massima di stampa di 320 mm e può gestire materiali adesivi in bobina di larghezza compresa tra 250 e 330 mm.
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Dal lancio di bizhub PRESS C71cf nel 2015, Konica Minolta non ha mai smesso di investire nello sviluppo di tecnologia a toner per la stampa di etichette. La presentazione di AccurioLabel 190 nel 2017, cui si è affiancata AccurioLabel 230 nel 2019, ha confermato l’impegno del costruttore nello sviluppo di una gamma di macchine da stampa versatili e accessibili, in grado di produrre efficacemente quantitativi medio-bassi di etichette adesive di qualità. Una strategia che ha inco-
raggiato un numero crescente di operatori ad avvicinarsi a questo mondo. Tanto che, a marzo 2020, il costruttore ha annunciato la cinquecentesima unità venduta. «Molti stampatori di etichette, che utilizzavano da sempre i sistemi tradizionali, sono entrati per la prima volta nel settore della stampa digitale grazie ad AccurioLabel», spiega Edoardo Cotichini, Team Manager Industrial Printing di Konica Minolta Business Solutions Europe. konicaminolta.it
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news InPrint 2021 strizzerà l’occhio al packaging con ICE e CCE La formula della “co-location” sembra funzionare bene per un evento specialistico e trasversale come InPrint, la fiera delle tecnologie di stampa – sia tradizionali che digitali – per applicazioni industriali. Dopo la tappa milanese, il prossimo 22-24 ottobre (in co-location con Viscom Italia), lo show tornerà a Monaco di Baviera il 9-11 marzo 2021, nello stesso quartiere fieristico e nelle stesse date di ICE Europe e CCE International. Le due fiere, anch’esse organizzate da
Mack Brooks (oggi parte di Reed Exhibitions), sono rispettivamente l’evento di riferimento per la filiera della carta, dei film e dei laminati, e per l’industria del cartone ondulato. Inevitabilmente, la presenza di un elevato numero di costruttori e converter di packaging conferirà a InPrint 2021 un gusto particolare. Quello degli imballaggi, tuttavia, ha dimostrato di essere uno dei mercati a più elevata potenzialità per le tecnologie e per gli operatori della stampa digitale. inprintmunich.com
‖ InPrint è lo show annuale dedicato alle tecnologie di stampa decorativa e funzionale applicate all’industria. La fiera si tiene, in alternanza, a Monaco di Baviera e a Milano.
L’industria piange la scomparsa di Len Lauer, il CEO di Memjet
‖ HP Latex R1000 Plus consente di stampare su fogli, pannelli e supporti in bobina fino a 1,64 m di larghezza, con una produttività massima di 56 m²/h.
HP introduce i modelli Latex R 2020, più produttivi e user-friendly Lo scorso marzo, a circa due anni dal lancio di HP Latex R2000 (che ha esteso l’utilizzo degli inchiostri HP Latex ai materiali rigidi), HP ha annunciato una edizione 2020 della serie R, che include i modelli HP Latex R1000 e R1000 Plus (da 1,64 m di luce) e R2000 Plus (da 2,5 m di luce). Le versioni 2020 delle stampanti differiscono dalle precedenti per alcuni accorgimenti che ne migliorano usabilità, versatilità e produttività complessiva. Le principali novità introdotte riguardano il firmware, modificato per ridurre i tempi di cambio lavoro e cambio materiale, oltre che per diminuire la distanza necessaria tra i pannelli durante l’alimentazione della stampante in continuo. Secondo HP, questo si traduce in un
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aumento della produttività fino a +45% (a parità di impostazioni di stampa). La revisione delle modalità di stampa consente altresì di ottenere la medesima qualità con ink limit più bassi, ovvero con consumi di inchiostro minori. HP ha stabilito di estendere i benefici dell’edizione 2020 a tutti i clienti della serie precedente. Tra i numerosi materiali che le HP Latex R possono stampare ci sono anche quelli termoformabili e il cartone ondulato. Applicazioni, queste, che si stanno rivelando promettenti per la macchina, grazie alla sua elevata risoluzione e alle caratteristiche peculiari dei suoi inchiostri: cromie intense, formulazione base acqua, flessibilità ed estensibilità. hp.com
Solo poche settimane fa vi raccontavamo del percorso di evoluzione compiuto da Memjet. Le vere protagoniste del nostro articolo, tuttavia, erano le persone che ne hanno reso possibile la crescita e l’affermazione. A partire dal suo CEO Len Lauer, che ha guidato l’azienda dal 2010 fino al 13 aprile 2020, quando si è improvvisamente spento all’età di 62 anni. A ricordarlo è Tony Duddy, Group President di Memjet e responsabile R&D e Operations: «Len era un sostenitore instancabile della tecnologia
Memjet e dei nostri dipendenti. Inoltre ha saputo trasferire un’eccellente precisione ai partner OEM che serviamo, e ai loro clienti. Ma soprattutto, Len era un marito, un padre e un amico devoto. A tutti noi mancherà la sua straordinaria presenza nella nostra vita». Con effetto immediato, il Board of Directors di Memjet ha designato alla guida dell’azienda Sunil Gupta, già membro del Board, con una carriera nel printing tra le fila di Xerox e di Fuji Xerox. memjet.com
‖ Len Lauer ha ricoperto posizioni dirigenziali in Qualcomm, Bell Atlantic e IBM. Dal 2010 al 2020 è stato CEO di Memjet.
news swissQprint Creative Challenge premia i migliori lavori da 20 Paesi Lo scorso gennaio swissQprint ha annunciato i vincitori della seconda edizione della competizione “Creative Challenge” riservata ai suoi clienti di ogni parte del mondo. L’iniziativa, coordinata dal marketing aziendale, ha premiato – in base al giudizio di una giuria di cinque esperti – le applicazioni più originali e crea-
tive realizzate con le stampanti swissQprint. Anche i membri dello staff di swissQprint e il pubblico hanno potuto esprimere la propria preferenza sui progetti presentati, attraverso una piattaforma di voto online. Delle 65 opere qualificate, sei sono quelle che si sono aggiudicati un premio. Primo classi-
ficato “3D-Kopf ” dell’austriaca Haas Werbetechnik, un progetto di stampa artistica di alta precisione, apprezzato per gli effetti tridimensionali ottenuti con le funzionalità di stampa a rilievo di swissQprint. Tratti comuni di tutti i progetti vincitori – distribuiti tra riproduzioni artistiche, decorazioni
per interni, materiali promozionali e pubblicitari – sono l’alta qualità delle immagini, l’utilizzo di effetti speciali e l’impiego di supporti inusuali. Tre caratteristiche che rendono le stampanti flatbed UV delle serie Nyala, Impala e Oryx apprezzate dagli stampatori più esigenti. swissqprint.com
‖ In alto, il progetto “3D-Kopf”, vincitore del concorso riservato agli utilizzatori delle tecnologie inkjet swissQprint. A destra, “Privathaus M”, progetto secondo classificato.
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meeting leaders
ABS Group, il fuoriclasse italiano degli allestimenti in tessuto, cresce e stupisce di Lorenzo Villa
Una nuova sede, una nuova società per la vendita online, una nuova linea di display unici: il gruppo veneto non si ferma e ribadisce la centralità del tessuto nella propria offerta
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BS Group ama definirsi “la prima azienda in Italia ad aver reinventato l’uso del tessuto in ambito allestitivo”. Una rivendicazione ambiziosa, ma verosimile. Fino a due o tre anni fa, larga parte degli operatori nazionali del grandissimo formato utilizzava principalmente banner in PVC e tecnologia UV-curable per produrre i propri teli da 3 e 5 metri. Nel frattempo, già da fine anni Duemila, Giorgio Grando, co-fondatore e
Managing Director di ABS Group, e i suoi collaboratori erano impegnati in una battaglia per affermare il tessuto sia come materiale stampabile, sia come componente chiave di una nuova filosofia costruttiva e comunicativa. Nel 2017, ABS Group è stata la prima realtà italiana a dotarsi di tecnologie per la stampa a sublimazione fino a un’ampiezza di 5 metri. Nel 2018, l’azienda ha costituito una rete di partner tecnologici per sviluppare lightbox dinamici e soluzioni interattive
per il punto vendita. Infine, nel 2019, ABS Group ha posto le basi organizzative, tecnologiche e infrastrutturali per accelerare lo sviluppo del suo business nel medio-lungo termine. Tra queste, le più significative sono: il trasloco in una nuova sede, con spazi destinati alla produzione tre volte più grandi che nella precedente; e il lancio di Absolutex, un sito e-commerce che punta a ridefinire la fornitura di soluzioni espositive in tessuto, in particolar modo alla clientela professionale.
Una nuova casa per fare il salto nella produzione industriale La crescita del giro d’affari, l’adozione di tecnologie più produttive (e ingombranti), come pure lo sviluppo dei reparti dedicati alle lavorazioni metalliche e illuminotecniche portano ABS Group a saturare gli spazi della sua sede di via dell’Industria, a Vittorio Veneto. È il 2016 e l’azienda ha urgente bisogno di spazio, ma non vuole accettare compromessi che possano pregiudicare la scalabilità
futura del suo business. Così la proprietà decide di acquistare un nuovo spazio che sia vasto a sufficienza per consentire futuri ampliamenti dei reparti dell’azienda, oltre che prestigioso e identificativo. La scelta ricade su un complesso di 24.000 m², costruito negli anni Trenta e già sede della produzione serica della Torcitura di Vittorio Veneto nonché, in seguito, della Meccanico Vittorio Veneto (società controllata della SNIA Viscosa di Franco Marinotti). Un affascinante sito di archeo-
logia industriale a pochi passi dal centro di Vittorio Veneto. Dopo un delicato intervento di ristrutturazione, nell’estate del 2019, ABS Group si trasferisce nei nuovi spazi di via Marinotti. La nuova sede è dotata di riscaldamento e raffrescamento geotermico, sistemi di controllo dell’umidità relativa, impianti di ‖ Sullo sfondo, la galleria multisensoriale, realizzata da ABS Group per la mostra “Aldo Coppola. Bellezza senza Tempo”, combina stampa tessile e schermi LED.
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meeting leaders
Giorgio Grando MD di ABS Group
“Stiamo sviluppando prodotti inediti, basati su materiali speciali che combinano stampabilità e funzionalità come la fonoassorbenza.” illuminazione a basso consumo e luce naturale in tutti gli ambienti. «Priorità assoluta era che l’ambiente di lavoro fosse vivibile e confortevole per tutti i nostri collaboratori, sia negli uffici che in produzione», spiega Grando. Oltre ad ABS Group e Absolutex, il nuovo edificio ospita anche la consociata Kora Comunicazione, specializzata nella progettazione di allestimenti per punti vendita, eventi fieristici, siti museali e spazi pubblici, nonché nella consulenza strategica a brand locali, nazionali e internazionali. Nell’area dedicata alla stampa, le tirature medio-alte sono affidate alle stampanti a sublimazione Durst Rhotex 500, da 5 metri, e Rhotex 325, da 3,2 m, installate rispettivamente nel 2017 e nel 2020. Per tirature più brevi, l’azienda utilizza inoltre una stampante ATP Color DFP G4, da 3,2 metri, e alcune stampanti più piccole, da 1,6 metri. Per quanto riguarda la sublimazione, ABS Group utilizza una calandra Monti Antonio 91-5400, con luce da 5,4 metri e cilindro da 500 mm, per gestire la totalità della produzione. L’area dedicata al taglio e alla cucitura è equipaggiata con una macchina da taglio laser Matic Helios Plus, con piano da 3,3x3,3 m, una linea di cucitura semiautomatica Matic Cronos, e ulteriori postazioni di cucitura manuale.
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ABS Group, Absolutex e Kora Comunicazione, nel complesso, impiegano 56 collaboratori, e sviluppano un fatturato di oltre 5 milioni di euro (2019). L’importanza del workflow La realizzazione di lightbox e allestimenti implica numerose lavorazioni sequenziali, alcune delle quali prevalentemente manuali. Per questo, di pari passo con il crescere dei volumi prodotti, ABS Group ha dovuto affrontare la sfida di osservare e rendere più efficiente ogni fase del processo. L’idea di implementare un flusso di lavoro il più possibile automa-
tizzato risale al 2018, quando l’azienda commissiona alla software house Integro un sistema di preventivazione personalizzato. «Con l’installazione di Rhotex 500 e con l’aumento del numero e della complessità delle commesse, abbiamo sentito la necessità di una soluzione gestionale evoluta che includesse funzionalità avanzate di pianificazione della produzione», spiega Grando. «Volevamo poter dare ai clienti tempi di consegna certi, ma anche distribuire correttamente i carichi di lavoro sulle attrezzature». Nell’autunno del 2019, a seguito del trasferimento nella nuova sede e in vista del lancio ufficiale
‖ In alto, foto degli anni Trenta degli stabilimenti occupati da ABS Group dall’estate del 2019. Qui sopra, un momento della nostra intervista con Giorgio Grando, davanti a una postazione Durst Workflow.
di Absolutex, ABS Group affida alla Innovation Manager Arianna Trevisan l’incarico di migliorare ulteriormente l’organizzazione interna dell’azienda. Così Trevisan costituisce una task force coinvolgendo la software house Integro, una società specializzata nell’automazione della supply chain, e Soltech Service, noto sviluppatore di soluzioni per l’ottimizzazione dei flussi di lavoro
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in ambito prestampa e stampa. A quest’ultimo fornitore, in particolare, viene commissionata la creazione dell’infrastruttura software – basata sugli applicativi Enfocus PitStop e Switch – che permetta all’azienda veneta di automatizzare numerose delle operazioni in precedenza svolte manualmente dagli operatori. Dopo quattro mesi di lavoro, ABS Group può contare su un workflow completamente integrato, dal preventivo all’ordine, con potenti funzioni di pianificazione, calcolo dei carichi macchina e dei tempi di consegna. Un sistema che, peraltro, può essere facilmente aggiornato con nuovi parametri e variabili, oltre a essere in grado di auto-aggiornarsi riguardo le performance di ogni centro di lavoro. L’introduzione in azienda della nuova Durst Rhotex 325, per esempio, ha richiesto un aggiornamento dei parametri del software di gestione, ma la conseguente ridefinizione dei carichi di lavoro e dei tempi di produzione è stata automatica. «Questo ci permette di stimare correttamente i tempi di consegna degli ordini ricevuti, anche quando una delle nostre macchine è ferma per una manutenzione programmata o per un guasto», sottolinea Grando. Ultima evoluzione dell’infrastruttura software di ABS Group è stata l’adozione della suite Durst Workflow, di cui l’azienda veneta è uno dei primi utilizzatori al mondo. Questa include, tra gli altri, strumenti per la preparazione dei file, per il color management e per la creazione di report sulla produzione, oltre, naturalmente, a gestire le code di stampa sulle due Rhotex. Tra le funzionalità di Durst Workflow più apprezzate da ABS Group c’è la sua capacità di inviare al sistema di preventivazione dati esatti sull’inchiostro necessario per la stampa di ogni lavoro. «A differenza di altri RIP di stampa, Durst Workflow interagisce in modo semplice e trasparente con gli altri applicativi, inviando e ricevendo dati senza particolari limitazioni», rimarca Grando.
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Francesca Posocco CEO di Kora Comunicazione
“Nel creare contenuti destinati a sistemi espositivi interattivi, coniughiamo dinamismo ed efficacia con la componente emozionale.” 5
‖ 1) I lightbox con struttura arrotondata realizzati per decorare e coprire alcuni pilastri presenti in uno showroom Diadora. 2) Galleria multisensoriale realizzata con pareti in tessuto stampato e un LED wall di 60 metri, realizzata per la mostra “Aldo Coppola. Bellezza senza tempo” alla Triennale di Milano. 3) Allestimento dei saloni Aldo Coppola con corpi illuminanti in tessuto stampato, desk in tessuto conformabile Pongs Shape con illuminazione RGB e pareti attrezzate Absolutely. 4) Lightbox realizzati per la mostra di Wired Italia “WOW – Immagini Dal Futuro”, allestita nel 2017 al Maxxi di Roma. 5) Installazione artistica partecipativa #ioconlafrica, installata nel 2018 a Bologna per CUAMM Medici Con L’Africa. La struttura è una spirale in alluminio di 60 metri rivestita in tessuto impermeabile stampato.
Passo dopo passo, dai lightbox tradizionali al “phygital” retail Nel 2012, ABS Group lancia il suo primo lightbox, costituito da una cornice di alluminio, un sistema modulare di retroilluminazione a LED e un rettangolo di tessuto in poliestere stampato a sublimazione. Contestualmente avvia un processo di ricerca e selezione dei fornitori di tecnologia LED, e inaugura un dipartimento di illuminotecnica interno. Nel 2017, a Euroshop, l’azienda è la prima realtà italiana (e una delle prime in Europa) a presentare lightbox dinamici, ovvero equipaggiati con sistemi programmabili di retroilluminazione selettiva, capaci di ri-
produrre effetti di movimento ed evidenziare aree specifiche della grafica stampata. «Se il lightbox statico ha impiegato qualche anno ad affermarsi, quello dinamico, invece, è stato accolto dai clienti in modo entusiastico. Forse perché combina le caratteristiche uniche della stampa con il dinamismo di uno schermo», spiega Grando. Sempre nel 2017, ABS Group lancia anche ABSolutely, un sistema allestitivo modulare basato anch’esso su profili di alluminio e tessuto stampato, utilizzabile per realizzare sia strutture semplici che interi stand fieristici. Oltre a una serie di elementi base (frame retroilluminati di varie forme e dimensioni), ABSolutely include numerosi accessori: mensole, contenitori, snodi per porte, pareti pivotanti, basculanti e scorrevoli. Forte dei risultati ottenuti con le sue soluzioni dinamiche, nel 2018, ABS Group decide di alzare l’asticella e avvia una partnership con le società ETT e Corepixx. La prima specializzata nella creazione di corner esperienzali per musei e pubbliche amministrazioni; la seconda specializzata in applicazioni interattive con pannelli touch e sistemi di proiezione. Insieme, le tre aziende danno vita al brand 1P/Primo Piano, che dà anche il nome a uno spazio esperienziale condiviso nel centro di Milano. Grazie alla collaborazione, ciascu-
meeting leaders no dei partner è in grado di offrire ai propri clienti soluzioni esperienziali uniche e innovative, in cui spazi fisici, reali, e mondo digitale si compenetrano. Non contenta dei progressi fatti, a Euroshop 2020, ABS Group ha scritto un ulteriore decisivo capitolo della sua evoluzione. In occasione dell’ultima edizione dello show, l’azienda ha infatti introdotto un portfolio di sistemi espositivi dinamici, interattivi e sensoriali, accomunati dal concept “Phygital Retail” – combinazione di elementi “physical” e “digital”. I nuovi lightbox dinamici interattivi, grazie a speciali sensori, rilevano il comportamento dell’utente davanti alle strutture espositive, inclusi i suoi contatti con esse, e “reagiscono” attivando giochi luminosi, animazioni, ed effetti sonori. In progetti di allestimento complessi, a suddetti lightbox si possono abbinare schermi touch e multitouch, nonché dispositivi capaci di rilevare tag NFC e offrire all’utente contenuti basati su di essi. «Poter accedere a differenti tecnologie è la premessa per costruire allestimenti che integrino elementi “fisici” e digitali», spiega Grando. «La nostra sfida è creare esperienze armoniche, fluide e user-friendly, in cui le varie tecnologie utilizzate non stridano tra loro, ma risultino complementari». Tessuto, strutture modulari, sistemi riconfigurabili, per una piena eco-sostenibilità Come è noto, brand owner e retailer sono sempre più attenti all’impatto ambientale degli allestimenti che commissionano, e sempre più spesso essi richiedono soluzioni realizzate con materiali ecosostenibili, facilmente separabili, e riciclabili alla fine del loro ciclo di vita. Tuttavia, se oggi molti riconoscono che il poliestere è più sostenibile del PVC, la valutazione troppo spesso si ferma al solo supporto stampato, trascurando di valutare l’impatto della struttura espositiva nel suo complesso. Partendo da questa considerazione, ABS Group ha sviluppato le
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proprie strutture perché siano durevoli, riutilizzabili e riconfigurabili all’infinito. Le cornici in alluminio possono essere smontate e riassemblate con facilità. Lo stesso vale per i pannelli luminosi modulari, che possono essere riconfigurati per adattarsi a differenti layout grafici. Infine, naturalmente, la stampa su poliestere può essere facilmente sostituita, smaltita e riciclata. «Molti nostri lightbox sono installati nei negozi da cinque o sei anni, e sembrano nuovi. Anche se integrano uno schermo digitale, nascondendone la struttura e il design, ne rallentano l’obsolescenza», testimonia Grando. «Il nostro
compito è dunque sviluppare contenitori performanti, versatili e durevoli, che possano adattarsi al contenuto in modo semplice, economico e sostenibile».
‖ In alto, il reparto stampa di ABS Group con le stampanti sublimatiche Durst Rhotex 500 (da 5 metri) e Rhotex 325 (da 3,2 metri). Qui sopra, La calandra Monti Antonio Mod. 91-5400.
Verso nuovi traguardi
tessuto non ha un ritorno economico immediato, ma alla lunga è un buon investimento», chiarisce Grando. «Sempre più spesso i contractor ci mandano capitolati in cui è specificato un prodotto ABS, e non un generico sistema tessile. Questo ci dà fiducia». L’esperienza di 1P/Primo Piano, e i numerosi premi e riconoscimenti ottenuti dall’azienda per i suoi progetti, dimostrano che le competenze tecniche, unite a ricerca,
Eventi come Euroshop 2020 dimostrano che la rivoluzione nel retail è solo all’inizio, e i margini di crescita per stampa, tessuto e nuovi materiali sono enormi. Per spiegarne i trend, coinvolgendo decisori e influenzatori, ABS Group organizza workshop e seminari per architetti, creativi e brand owner. «Spiegare i valori e i vantaggi del
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meeting leaders ‖ A sinistra, un momento della panel discussion organizzata da ABS Group in occasione del suo kickoff meeting annuale. Da sinistra, Giorgio Grando (ABS Group), Alberto Bassanello (Durst), Gabriele Lo Surdo (Density) e Osvaldo Gallio (Absolutex). In basso, lo stand dell’azienda a Euroshop 2020.
Durst, a Bressanone. «Da anni Durst ci accompagna nel nostro percorso ed è per noi fonte di ispirazione. Potremmo quasi dire che i nostri ultimi investimenti in tecnologia nascono da una scommessa comune», racconta Grando. «Le nostre due aziende sono legate da qualcosa che va oltre il rapporto cliente-fornitore. Siamo accomunati da visioni che riguardano il valore cruciale della competenza, nonché un’incrollabile fede nel tessuto come supporto del futuro». Al kickoff meeting di ABS Group hanno partecipato anche, in veste di relatori, Alberto Bassanello, direttore vendite di Durst per l’Italia, e il collega Gabriele Lo Surdo. Durante il suo intervento, Bassanello ha evidenziato i plus della stampa a sublimazione e i tratti di unicità della tecnologia Durst Rhotex; il collega Lo Surdo, invece, ha descritto e commentato i trend e le recenti evoluzioni del mercato dei display in tessuto, in Europa e Nord America. Absolutex e la sfida della vendita online a clienti professionali sviluppo e creatività, possono realmente fare la differenza nel rapporto tra brand e consumatore all’interno del punto vendita. Una dinamica che rafforza il ruolo strategico della cooperazione tra ABS Group e Kora Comunicazione. «Per le grafiche degli allestimenti statici, lavoriamo sulla sintesi e sull’immediatezza nel veicolare messaggi», racconta Francesca Posocco, CEO di Kora Comunicazione. «Nel creare contenuti destinati a sistemi espositivi interattivi, invece, coniughiamo dinamismo ed efficacia con la componente emozionale». Per il futuro, ABS Group guarda già oltre il soft signage. Il man-
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agement aziendale sta infatti valutando come ampliare la gamma di tessuti stampati, per offrire soluzioni con proprietà particolari, destinate all’interior decoration e all’home textile. «Stiamo sviluppando prodotti inediti, basati su materiali speciali che combinano stampabilità e funzionalità come la fonoassorbenza o la capacità di ridurre la concentrazione batterica nell’aria», continua Grando. “Strategia a 2.000 m”, per andare più in alto Appannaggio di grandi e medie organizzazioni, i kickoff mee-
ting vengono utilizzati per unire la squadra e condividere obiettivi, contenuti, strumenti e modalità di lavoro. Con analoghi scopi ABS Group e Absolutex, a gennaio 2020, hanno coinvolto i rispettivi team in una due giorni di formazione denominata “Strategia a 2000 m”. «L’idea, mia e di Osvaldo [Gallio, CEO di Absolutex, ndr], era di migliorare la sinergia tra le due aziende e le rispettive forze vendite», racconta Grando. «Per farlo ci serviva un’azione dirompente e un luogo evocativo». Per le sessioni formative e di dibattito, la scelta è ricaduta infatti sull’iconico quartier generale di
L’ultima sfida con la quale, a partire da metà 2019, ABS Group ha deciso di confrontarsi è quella di servire una clientela professionale tramite un e-commerce dedicato. Per farlo, l’azienda ha creato una nuova società e un nuovo brand: Absolutex. «Abbiamo adottato un approccio che, in passato, aveva già decretato il successo online di diversi stampatori commerciali: entrare nel mondo della vendita via Internet fondando una newco che facesse di questa attività il suo core business», conclude Grando. Si apre così un nuovo capitolo della storia di ABS Group, e inizia il cammino di Absolutex.
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Absolutex: il partner online che rende facile e redditizio il vantaggio tessile Absolutex è una startup nata in seno ad ABS Group alla fine del 2018. Attività principale dell’azienda è la vendita online, sia a rivenditori sia a clienti finali, di espositori e allestimenti in tessuto. Il target di clientela cui si rivolge Absolutex include: stampatori di ogni genere che intendono ampliare la propria offerta con prodotti di grande formato, in tessuto; allestitori di stand fieristici, location per eventi, e spazi commerciali; realtà specializzate nella progettazione di uffici, nell’arredamento e nella decorazione d’interni. Principale canale di vendita dell’azienda è il sito ecommerce absolutex.com, lanciato a ottobre 2019. Per comprendere il modello di
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business e il posizionamento di Absolutex, abbiamo intervistato il CEO dell’azienda. Osvaldo Gallio ha una formazione finanziaria e alle spalle quasi dieci anni di carriera in posizioni manageriali, in Italia e Gran Bretagna, presso una delle più importanti aziende europee della vendita online di soluzioni espositive. «Mi sono avvicinato al progetto Absolutex a seguito di un confronto serrato con Giorgio [Grando, Managing Director di ABS Group, ndr]», racconta il manager. «Aver lavorato tanti anni in questo mercato mi ha permesso di capirne le grandi potenzialità, ma anche di coglierne le innumerevoli criticità, che principalmente riguardano l’efficienza della catena di fornitu-
ra dei prodotti». Così, conclusa l’esperienza in Gran Bretagna, Gallio rientra in Italia e poco dopo si mette al lavoro per dare slancio ad Absolutex. «Siamo partiti analizzando le proposte della concorrenza, nonché il parco macchine e l’organizzazione interna di ABS Group. L’obiettivo era capire in quali aree sarebbe stato necessario investire prioritariamente affinché il posizionamento di mercato e l’offerta di Absolutex fossero vincenti. Abbiamo concluso che sarebbe stato necessario investire nel miglioramento della gestione delle tecnologie all’interno del processo produttivo. Ma la priorità assoluta riguardava il garantire agli utenti del sito un’esperienza d’uso senza
precedenti», spiega Gallio. «Così ci siamo messi al lavoro seguendo i principi del design thinking. Abbiamo dato forma ad Absolutex affinché fosse una piattaforma accessibile, semplice e completa, oltre che capace di creare opportunità e profitto per i rivenditori». L’azienda infatti non punta a diventare l’ennesimo stampatore online generalista, nel cui catalogo c’è un po’ di tutto. Absolutex vuole piuttosto essere riconosciuta ‖ In alto, grazie a tecnologie con luce di stampa fino a 5 metri, Absolutex può fornire anche frame retroilluminati di grandissime dimensioni. Nella pagina a fianco, schermate del sito Absolutex relative alla configurazione e all’ordine di un prodotto per il punto vendita della linea ABSolutely.
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meeting leaders ‖ Absolutex include nel suo catalogo varie tipologie di appendimenti in tessuto, bandiere e tessuti stampati a metraggio per differenti applicazioni.
Tra le particolarità di Absolutex c’è la funzionalità, basata su Enfocus Pitstop, che effettua il controllo e l’approvazione del file di stampa in tempo reale, mentre l’utente sta creando il suo ordine. Grazie ad essa, il cliente ha un riscontro immediato riguardo l’eseguibilità del suo lavoro, e viene scongiurato il rischio che notifiche di incompatibilità tardive si traducano in uno slittamento dei tempi di consegna. Investire in tecnologia sublimatica o affidarsi ad Absolutex XPRO?
come partner specializzato nella sublimazione, capace di offrire un prodotto di qualità, in tempi rapidi, a un prezzo competitivo e con un servizio pre e post-vendita impeccabile. Ingredienti apparentemente scontati, ma difficili da garantire, ed essenziali per assicurare piena soddisfazione dei clienti finali e buone marginalità ai rivenditori. Segmentazione dell’utenza e un’esperienza “frustration free” La rivoluzione a cui stanno lavorando i membri del team di sviluppo di Absolutex ha origine dalla ferma volontà di offrire al contempo un’esperienza d’uso appagante e le migliori condizioni commer-
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ciali a ciascun segmento di utenza. Riguardo quest’ultimo aspetto, la piattaforma offre due livelli di fruizione. Ai clienti finali, Absolutex offre un’ampia scelta di prodotti ordinabili (ad oggi sono oltre 8.000), un prezzo allineato con il mercato e la promessa di una qualità superiore. Ai professionisti del settore, specialmente se rivenditori, Absolutex offre invece un trattamento riservato, tramite lo speciale programma denominato XPRO. I membri di XPRO, oltre ad avere accesso a tutti i vantaggi standard della piattaforma, hanno a disposizione una serie di servizi personalizzati (tra cui prodotti esclusivi e un canale dedicato per l’assistenza clienti), oltre che prezzi speciali, concordati in base
ai volumi ordinati. La piattaforma Absolutex è inoltre predisposta affinché l’utenza XPRO possa utilizzare il configuratore e le funzioni di anteprima (bi – e, presto, tridimensionale) per presentare il prodotto al cliente finale, in totale trasparenza. Infatti, visitando il sito, quest’ultimo vedrà sempre i prezzi standard, lasciando al rivenditore l’agio di gestire serenamente la propria marginalità. «Abbiamo fatto ogni sforzo per implementare una strategia che ci consentisse di servire al meglio sia clienti occasionali che rivenditori», spiega Gallio. «Per questo il “motore” alla base della piattaforma Absolutex è un software CRM, anziché un classico software per e-commerce».
Affidarsi a fornitori esterni è una pratica comune nel mondo industriale. Molto meno nel settore della stampa, dove la maggior parte delle aziende affida malvolentieri a terzisti le proprie commesse, arrivando spesso a dotarsi di tecnologie destinate a rimanere sottoutilizzate. Una prassi antieconomica, che Absolutex si propone di cambiare con XPRO. «Anche acquistando attrezzature entry-level, strutturarsi per la finitura di prodotti in tessuto è una spesa ingiustificata se non si gestiscono volumi di stampa al di sopra dei cinquantamila metri quadri all’anno. Questa è la soglia minima per ammortizzare le cifre investite in tempi ragionevoli», afferma Gallio. «Per arrivare a “fare soldi”, poi, è necessario puntare a volumi di stampa ancora più grandi, che si avvicinino ai centomila metri quadri all’anno. E questi obiettivi devono essere raggiunti in tempi molto brevi, perché nel frattempo le tecnologie di stampa invecchiano e diventano obsolete». I clienti Absolutex XPRO, invece, possono avere la certezza che i loro lavori saranno prodotti con tecnologie industriali di ultima generazione e materiali di alta qualità (gli stessi utilizzati da ABS Group). Il tutto con tempi di consegna e marginalità garantite, e senza l’aggravio di costosi investimenti in tecnologie e risorse umane.
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strategie In crescita da tre decenni, lo stampatore veneto ha investito nella Formula Digitale di B+B International per potenziare i propri reparti di progettazione e produzione
Kongsberg C44 e i software Esko proiettano Q&B Grafiche nella produzione industriale di Lorenzo Villa
I
l mercato delle arti grafiche è sempre più polarizzato. Al vertice della piramide ci sono pochi grandi player, spesso concentrati sulla vendita online, con importanti basi installate e grande potenza finanziaria. Alla base della piramide c’è invece una miriade di micro aziende fortemente localizzate, con capacità di spesa limitata e dimensioni quasi sempre familiari. Le aziende di media dimensione, storicamente
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più dinamiche e innovative, sono attualmente tra le più esposte alla sfida di continuare a crescere, aggiornandosi e sostenendo costantemente investimenti, sia in capitale umano che tecnologico. Appartiene a quest’ultima categoria Q&B Grafiche, nata come stampatore digitale all’inizio degli anni Novanta e oggi forte di tecnologie di prim’ordine, tre siti produttivi e un giro d’affari che supera i 3,2 milioni di euro (dato 2018).
Il “one-stop shop” della grafica e dei materiali POP Negli anni, l’azienda di Mestrino (PD) ha introdotto tecnologie digitali sempre più produttive, sia nel piccolo che nel grande formato, servendo una clientela variegata e fornendo una gamma di prodotti straordinariamente vasta, anche attraverso canali di vendita online. «In questo periodo storico, la sfida è soddisfare ogni esigenza del cliente, evitando che debba rivol-
gersi a più fornitori», esordisce Armando Bernardi, co-titolare di Q&B Grafiche. «Per farlo dobbiamo continuare a investire nelle tecnologie più evolute e produttive. Così possiamo garantire la capacità di gestire i volumi richiesti, con tempi di consegna fulminei e a prezzi competitivi, senza ‖ In alto, il reparto di stampa e taglio digitale su materiali rigidi di Q&B Grafiche, che ospita una Durst Rho P10 200 e la nuova Esko Kongsberg C44.
strategie
Armando Bernardi Co-titolare di Q&B Grafiche
“Possiamo realizzare istantaneamente un prototipo pressoché definitivo, e quasi sempre andiamo in produzione entro poche ore.” ‖ In alto, materiali per il punto vendita realizzati da Q&B Grafiche. A sinistra, la nuova Komori Enthrone 29 formato B2+ (53x75 cm), installata nel reparto di stampa a foglio dell’azienda veneta.
mai sacrificare le marginalità». La necessità di mantenere alta l’asticella tecnologica nasce dalla tipologia di clienti cui l'azienda si rivolge: PMI e agenzie creative del territorio, in prevalenza, ma anche un numero crescente di grandi aziende e brand owner della GDO e del retail, sia nazionali che internazionali. A loro lo stampatore veneto offre soluzioni chiavi in mano, che vanno dalle brochure ai manifesti per affissione, dagli espositori da terra alle grafiche retroilluminate. «Chi acquista prodotti stampati occasionalmente tende a cercare online il miglior prezzo. Ma chi necessita di consulenza, soluzioni innovative, continuità nella fornitura, qualità ripetibile e certez-
za del servizio cerca interlocutori capace di andare oltre gli standard, ed è disponibile a pagare un prezzo premium», spiega Bernardi. Per intercettare e fidelizzare questo profilo di clienti, Q&B Grafiche ha creato una squadra di operatori con competenze di prestampa, progettazione grafica e CAD. Oltre a ciò l’azienda ha scelto di investire su tecnologie hardware e software con prestazioni industriali. Tra tipografia e grande formato Visitare i reparti di Q&B Grafiche equivale a una full immersion tra le più recenti tecnologie digitali e analogiche oggi disponibili sul mercato.
Nel sito produttivo dedicato al piccolo formato, il reparto stampa ospita quattro macchine a toner Konica Minolta C6100 e una nuova macchina offset Komori Enthrone 29 formato B2+ (53x75 cm). Nello stesso edificio vi sono anche le postazioni di prestampa, il CtP e il reparto allestimento, attrezzato per confezionare stampati on-demand di alta qualità. Ma è nel grande formato che Q&B Grafiche esprime la maggior specializzazione e diversificazione applicativa. Negli anni, alle stampanti OKI ColorPainter M-64s e KIP Color 80, l’azienda ha affiancato tecnologie HP Latex e HP PageWide XL, nonché una Durst Omega 1, sostituita nel 2016 con
una Durst Rho P10 200. Un passo, quest’ultimo, che ha proiettato Q&B Grafiche nel ricco mercato dei materiali per il punto vendita, accrescendo i volumi di stampa su supporti rigidi. «Cresciamo bene in tutti i segmenti, ma quelli che ci danno più soddisfazioni sono la cartotecnica e la produzione di espositori multimateriale, che combinano cartone ondulato, materiali espansi, metacrilato, legno, metallo ecc.», continua Bernardi. «È un mercato ricco di opportunità ma molto esigente. Per affrontarlo abbiamo dovuto accrescere la nostra capacità progettuale e produttiva”. Stampa e taglio sempre più equalizzati e integrati All’inizio del 2019, Q&B Grafiche decide di riorganizzare i reparti di stampa e finitura dei materiali rigidi – ospitati in due differenti siti produttivi – dandosi come priorità la piena integrazione dei processi di progettazione, prestampa, prototipazione e produzione. Una decisione coerente con il progetto di Industria 4.0 intrapreso dall’azienda negli ultimi due anni. Dopo una serie di test e dimostrazioni, il management aziendale abbrac-
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strategie ‖ A sinistra, Q&B Grafiche si avvale dei file parametrici disponibili su ArtiosCAD.net e di i-cut Layout per preparare i file di stampa e taglio di grande formato. In basso, da destra, Armando Bernardi e Massimo Quaggiato, co-titolari e fondatori di Q&B Grafiche, con Sipron Spaia, Sales Executive di B+B International.
La forza della specializzazione
cia il progetto Formula Digitale, l’ecosistema tecnologico di B+B International, che ha come pilastri i software Esko, i sistemi di taglio digitale Kongsberg e il gestionale Packway. La configurazione scelta da Q&B Grafiche include il software ArtiosCAD, per la progettazione di prodotti cartotecnici ed espositori (sia temporanei che durevoli), il pacchetto i-cut Suite, per la prestampa e il nesting automatico, e il plotter da taglio Kongsberg C44, in formato 2.210x3.200 mm, per le lavorazioni di taglio, cordonatura e fresatura. «Stampando, con la nostra Durst, quantitativi di espositori sempre più rilevanti, il taglio era diventato un collo di bottiglia. Inoltre, volevamo accrescere ulteriormente il livello qualitativo dei nostri prodotti fustellati e fresati», sottolinea Bernardi. «Abbiamo assistito a numerose demo, ed effettuato alcune lavorazioni di test, concludendo che C44 fosse una perfetta sintesi di produttività, precisione, affidabilità nelle lavorazioni ripetitive». Q&B Grafiche ha installato la macchina equipaggiata con piano aspirante a zone indipendenti e conveyor belt, e valuterà in futuro investimenti in ulteriori dispositivi opzionali per l’automazione del processo. Tra cui, le unità per il carico e lo scarico di pannelli e fogli di cartone ondulato, oltre che il sistema di alimentazione per materiali in bobina.
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«Sempre più spesso, i clienti ci chiedono prodotti eco-sostenibili e riciclabili; meno PVC espanso e più cartone, meno banner e più tessuto. Anche in quest’ottica abbiamo considerato la tecnologia di Esko», spiega Bernardi. La progettazione come fattore competitivo L’accresciuta focalizzazione di Q&B Grafiche sulla produzione di espositori e altri prodotti cartotecnici sta portando l’azienda a interagire con brand owner, designer e agenzie a un livello sempre più alto. I clienti, infatti, chiedono sempre più spesso allo stampatore di contribuire fin dalle fasi di progettazione dei loro prodotti.
Questa mutata dinamica ha spinto l’azienda a introdurre ArtiosCAD, l’applicativo di progettazione 3D di Esko, e ad adottare ArtiosCAD.net come sorgente di design parametrici. «Prima progettavamo gli espositori con Illustrator, e ogni modifica richiedeva tempistiche più lunghe», spiega Bernardi. «Oggi abbiamo una postazione dedicata a disegno CAD e rendering 3D, una libreria di progetti e la possibiltà di realizzare rapidamente istruzioni di montaggio, stampate e video. Così, terminata la progettazione, possiamo realizzare istantaneamente un prototipo pressoché definitivo, e quasi sempre andiamo in produzione entro poche ore».
Se Esko ha scelto il packaging e la produzione digitale come area di competenza esclusiva, B+B International ha intrapreso un analogo cammino di specializzazione. Lo sviluppo di un software gestionale specifico per packaging, display e stampa digitale, integrato con i software Esko, si è rivelata una formula vincente per il system integrator italiano, e un vantaggio per i suoi clienti. «Affidarci a fornitori e partner concreti, ben radicati e affidabili è un aspetto fondamentale del nostro modo di fare business. Tra l’altro, abbiamo notato che questo ha anche effetti positivi sul dialogo con i clienti e collaboratori. In B+B International abbiamo trovato un interlocutore capace di comprendere le nostre esigenze specifiche, forte di ottime tecnologie e, soprattutto, carico di competenze ed entusiasmo. Questa è la migliore garanzia per il successo del nostro progetto di progressiva transizione alla produzione digitale industriale», conclude Bernardi.
strategie Grazie a un modello di business basato su qualità del prodotto e rapidità di consegna, il noto terzista trevigiano cresce e investe su persone, processi e tecnologie avanzate
Con l’inkjet di AccurioJet KM-1, L’Artegrafica colma il gap tra offset e digitale di Lorenzo Villa
L
’Artegrafica riassume nel suo nome l’essenza della nostra industria, e punta ad esserne l’emblema. L’attività viene avviata nel 1972 da Adriano Zaia e nel 1989 subisce una prima trasformazione. Il figlio Paolo, appena tornato dal servizio militare, e sua sorella Carla entrano in azienda e insieme danno vita a una piccola realtà di stampa conto terzi. Parte del team è anche Anna Maria,
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moglie di Adriano. «Ci siamo divisi i compiti secondo le nostre inclinazioni, mio papà al commerciale, Carla in amministrazione, mia mamma in legatoria, io in stampa. Il successo è arrivato subito, e abbiamo assunto collaboratori», racconta Paolo Zaia, co-titolare de L’Artegrafica. «All’inizio abbiamo puntato sulla stampa a un colore, affidando i lavori in quadricromia a partner esterni. Ma i volumi crescevano rapidamente e i fornitori faticava-
no a starci dietro. Così, nel 1991, abbiamo installato una bicolore Adast 35x50 e, di lì a poco, una Miller 70x100». Trent’anni di crescita e investimenti continui
e nel weekend», ricorda Zaia. In seguito, L’Artegrafica cambia sede – passando da 300 a 600 m² di superficie –, inaugura la legatoria e installa una seconda 4 colori. Entrambe sostituite poi da una 5 colori e una 6 colori. Nel 2018,
I primi anni di attività sono concitati. L’attivismo della famiglia si traduce in un costante aumento delle commesse, che si accentua dopo l’installazione della prima 4 colori. «Stampavo anche di notte
‖ In alto, il reparto di produzione digitale de L’Artegrafica, che ospita un CtP automatico, le macchine da stampa Konica Minolta AccurioJet KM-1 e AccurioPress C6100, nonché una HP Indigo 5000.
strategie 1
Roberto Tonion Responsabile di Produzione de L’Artegrafica
“Abbiamo allineato le nostre macchine offset e inkjet, ma KM-1 ha una qualità superiore e uno spazio colore più ampio.” ‖ 1) Le macchine da stampa offset Komori Lithrone S40P (8 colori) e KBA Rapida 106 (10 colori). 2) La nuova Konica Minolta AccurioJet KM-1 in produzione.
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l’azienda fa il salto di qualità trasferendosi nell’attuale sito di 3.500 m², a Casale Sul Sile (TV). Oggi, L’Artegrafica e la sua consociata Digital K contano 40 collaboratori e hanno superato i 9 mln di euro di fatturato (2019). Lo scorso gennaio, lo stampatore veneto si è inoltre aggiudicato la prima installazione italiana della macchina da stampa inkjet B2+ Konica Minolta AccurioJet KM-1. Un successo basato sulla capacità di ascoltare e adattarsi Di questi tempi, è sorprendente vedere una tipografia crescere con un ritmo serrato. La crisi del 2008 ha assestato un duro colpo alla nostra industria, ma L’Artegrafica
ha continuato ad ampliare il suo giro d’affari in modo inarrestabile. Un risultato basato su una ricetta tanto ovvia da concepire quanto complessa da attuare. «Basta organizzarsi», spiega Zaia. «Se un cliente chiede di consegnargli un ordine per domani, noi, nei limiti del possibile, lo facciamo. Lavoriamo su tre turni e siamo aperti anche in agosto, pronti a fare da backup ai colleghi. Se sei affidabile, corretto e leale, un cliente ci pensa due volte prima di andare da un’altra parte. Prezzi convenienti e ottima qualità sono le basi, ma noi puntiamo sul servizio». Da terzista puro, negli ultimi anni lo stampatore veneto ha progressivamente evoluto il modello
di business. Oggi tra i clienti de L’Artegrafica ci sono anche operatori della GDO, mobilifici, cantine vinicole e industrie del territorio. Tratto distintivo dell’azienda è la sua capacità di realizzare progetti di alta qualità rispettando tempi di consegna stringenti. Le tecnologie giuste al momento giusto Sebbene un’attrezzatura non possa rimpiazzare una visione imprenditoriale, il successo di un’azienda di stampa resta legato alle sue scelte in fatto di macchinari. Per questo L’Artegrafica ha sempre investito con fiducia in nuove tecnologie. «Ho davanti agli occhi l’immagine di me, su
una canoa, che remo in senso contrario a quello della corrente. Se continuo a remare, vado avanti. Però, se smetto, non resto fermo, inizio ad arretrare», racconta Zaia. «A meno che tu non operi in una nicchia esclusiva, se smetti di crescere e investire sei finito». Animata da questo spirito, nel 2012 l’azienda installa la sua prima stampante Konica Minolta (marchiata Develop), cui poco dopo affianca una seconda unità, entrambe con booklet maker integrato. L’obiettivo iniziale è non perdere ordini nelle piccole tirature, ma presto cominciano ad arrivare commesse che prevedono la stampa di indirizzi e altri dati variabili. Così, L’Artegrafica investe in una MGI Meteor DP8700, in grado di gestire tirature più lunghe. «Abbiamo sempre desiderato avere macchine produttive, e i numeri iniziavano ad essere importanti. Inoltre, volevamo sfuggire alla logica del costo per click, e pagare per assistenza e consumabili», rimarca Zaia. Raggiunta la saturazione della sua capacità produttiva, l'azienda affianca una HP Indigo 5000 alla stampante MGI. Infine, nel 2019 L’A rtegrafica valuta l’acquisto di una nuova macchina da stampa, con l’idea
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strategie mica rispetto ad altre tecnologie digitali proposte con il modello “a click”. Inoltre, in alcuni casi, i suoi costi sono addirittura allineati con quelli dell’offset». Analogico e digitale, verso la convergenza totale Lavorando per una clientela esigente, L’Artegrafica è particolarmente attenta alla gestione del colore e realizza prove certificate per tutte le sue commesse. «Abbiamo potenziato il reparto digitale per gestire l’aumento di commesse con tirature fino a 1.000 copie, ma esigevamo una qualità ripetibile e senza compromessi», spiega Roberto Tonion, responsabile delle tecnologie di stampa. «In offset abbiamo una fedeltà alla prova colore del 98%. KM-1 ci ha permesso di raggiungere lo stesso traguardo anche in digitale. Abbiamo allineato le nostre macchine offset e inkjet, ma KM-1 ha una qualità superiore e uno spazio colore più ampio». L’architettura di KM-1 consente poi una gestione carta del tutto assimilabile a quella di una macchina analogica. Questo darà presto modo a L’Artegrafica di avere un magazzino materiali unico, per offset e digitale, nonché operatori interscambiabili tra i due reparti. ‖ In alto, un volume di pregio stampato con AccurioPress KM-1. Qui sopra, Paolo e Carla Zaia, titolari dell’azienda.
di accrescere qualità, capacità produttiva e portfolio di prodotti. «Da un paio d’anni è scoppiata la mania dell’UV. Tutti acquistano macchine offset UV 70x100 con spalmatore, per gestire più carte e materiali», spiega Zaia. «A mia volta ho concluso che quella dell’UV fosse la direzione giusta, ma serviva una macchina dimensionata correttamente, capace di gestire tirature medie più basse, e commesse sempre più frammentate. Se dovesse entrare un ordine da 10.000 copie, da stampare in UV, avrei già tanti colleghi a cui chiedere supporto».
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Il tempo di KM-1 I titolari de L’Artegrafica mettono gli occhi sulle poche macchine da stampa digitale a foglio di fascia industriale, tra cui AccurioJet KM-1 di Konica Minolta. Tra i requisiti che ritenevano imprescindibili c’erano la corrispondenza qualitativa con l’offset, e la compatibilità con i materiali e i sistemi di finitura già utilizzati dall’azienda. «Ci serviva una macchina veloce e affidabile, con un formato 50x70, che non stampasse solo carta. La volevamo senza costo del click, oltre che facile da gestire e manutenere in autonomia», spiega Zaia. «KM-1 ha dimostrato di possedere tutte queste caratteristiche». Dopo un viaggio
in Giappone per approfondirne gli aspetti tecnici, e dopo aver visitato alcuni utilizzatori europei, l’azienda italiana acquista la macchina. Completata l’installazione a gennaio 2020, KM-1 inizia subito a lavorare su un turno, assorbendo volumi sia dalle altre macchine digitali, nonché dall’offset. Già a febbraio, la macchina viene impiegata su due turni. «Utilizzare KM-1 per 16 ore al giorno, 5 giorni e mezzo a settimana, ci ha consentito di valutarne sul campo l’affidabilità e verificarne i costi di esercizio», spiega Zaia. «Realizzando lavori ad alta copertura, il costo dei prodotti stampati è strettamente connesso al consumo dell’inchiostro. Oggi possiamo affermare che KM-1 è più econo-
Un futuro sempre più digitale Negli anni l'azienda ha cambiato pelle, potenziando il reparto prestampa e incorporando un’agenzia creativa. Così facendo, si è messa in condizione di offrire ai clienti progetti chiavi in mano. Una revisione del modello di business in cui KM-1 si sta già rivelando un asset strategico. «Poter realizzare prototipi identici al prodotto finito è un plus enorme; come anche lo è poter avviare la tiratura e consegnare il lavoro in poche ore», conclude Zaia. «Per scaramanzia non parlo ancora di una seconda macchina. Ma se oggi dovessi pensare a un potenziamento della nostra produzione, probabilmente sarebbe più digitale che offset».
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eventi Con un evento organizzato presso il centro demo di Tradate, Mimaki Bompan Textile ha rimarcato la sua focalizzazione sulla stampa tessile industriale e sul soft signage
Mimaki rilancia l’Italia come suo centro di competenza per la stampa digitale su tessuto di Lorenzo Villa
T
re anni dopo la costituzione della joint venture tessile italiana, Mimaki ha r iunito nel centro dimostrativo di Tradate (VA) gli influenzatori del settore, e ha fatto il punto sulla propria offerta tecnologica. Ad accogliere gli ospiti c’erano, tra gli altri, Hirokazu Hayashi e Marco Vanzini, rispettivamente CEO e Sales Director di Mimaki Bompan Textile, insieme a Bert Benckhuysen,
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Senior Product Manager EMEA di Mimaki Europe. Pioniere e fondatore del digital textile printing La storia di Mimaki nell’industria tessile inizia alla fine degli negli anni Novanta, quando il brand giapponese presenta TX-1600 come sua prima piattaforma inkjet compatta e accessibile per la stampa diretta su tessuto con chimiche a base acqua. In un’in-
dustria dominata dalla tecnologia analogica, la flessibilità dell’inkjet di Mimaki viene accolta con entusiasmo, in ogni parte del mondo. Artefici di questo successo sono i partner commerciali dell’azienda, tra cui l’italiana Bompan, e i tanti integratori che scelgono le stampanti Mimaki per costruire i propri sistemi di stampa digitale tessili con tappeto adesivo. «Sono stato uno dei primi utilizzatori di TX-1600, e ricordo che era lentissima. Stampava
giorno e notte per produrre pochi metri», ricorda Vanzini. «È sorprendente vedere che da quella prima innovazione oggi abbiamo stampanti multi-pass che producono quasi 400 m²/h, come Mimaki Tiger-1800B». Per oltre un decennio, la tecnologia Mimaki resta centrale nei reparti produttivi tessili. Poi, tra il 2010 e il 2015, con il ‖ In alto, uno scorcio del centro demo italiano di Mimaki Bompan Textile.
eventi
‖ Sopra: a sinistra, l’unità di preparazione TR300-1850C; a destra, la stampante Tiger-1800B MkII per il soft signage. A fianco, applicazioni stampate con inchiostri sublimatici e a pigmento.
rapido incremento delle prestazioni delle teste di stampa e il conseguente sviluppo di macchine con prestazioni industriali, il tasso di digitalizzazione della stampa tessile cresce esponenzialmente. Così Mimaki mette in atto una strategia volta ad arricchire la propria offerta di tecnologie per il tessile, nonché la propria presenza commerciale in prossimità di distretti strategici: acquisisce l’integratore italiano La Meccanica (2016) e il produttore australiano di sistemi di pre- e post-trattamento Rimslow (2017), e costituisce in Italia la joint venture Mimaki Bompan Textile (2017). Verso la micro factory tessile accessibile, modulare e scalabile Il centro demo di Mimaki Bompan Textile ospita l’intera gamma di soluzioni tessili di Mimaki, che include modelli da 1,8 e 3,2 m, sia per stampa su carta transfer che diretta. Tra queste, anche la stampante Tx300P-1800 MkII, che può essere configurata per stampare contemporaneamente sia con inchiostri a sublimazione che a pigmento. Per gli alti volumi, invece, Mimaki propone Tiger1800B, con luce di 1,8 m, velocità
Marco Vanzini Sales Director di Mimaki Bompan Textile
“Offrendo piattaforme complete e compatte, consentiamo a nuovi imprenditori di entrare facilmente nella stampa tessile.” massima di 385 m²/h e tappeto adesivo. Nella versione MkII, equipaggiata con inchiostri per sublimazione diretta, Tiger-1800B è indicata anche per professionisti del soft signage. Dal 2018, fanno parte del portfolio prodotti Mimaki anche il sistema di preparazione e finissaggio TR300-1850C, il vaporizzatore TR300-1850S e l’unità ibrida di preparazione e lavaggio TR600-1850W – sistemi compatti che abilitano anche piccoli operatori alla stampa di fibre naturali e miste con inchiostri reattivi, acidi, dispersi e a pigmento. Queste unità permettono ai clienti Mimaki di realizzare una linea produttiva completa, adatta anche a piccoli spazi, con un inve-
stimento limitato. «Offrendo piattaforme complete e compatte, consentiamo a nuovi imprenditori di entrare facilmente nella stampa tessile, e a chi già vi opera da tempo di ampliare la propria offerta di fibre stampate in digitale, includendo poliestere, cotone, lino e seta», spiega Vanzini. Per monitorare l’operatività e l’efficienza di tutti i sistemi Mimaki installati in azienda, l'azienda ha infine messo a punto un software denominato “Mimaki Job controller”, ispirato ai principi dell’Industria 4.0. Più forti nel soft signage A supporto del crescente gradimento del tessuto nell’ambi-
to della comunicazione visiva, le soluzioni tessili di Mimaki includono macchine per la stampa a sublimazione. «Crediamo molto nel potenziale del soft signage. Per questo offriamo tecnologia sublimatica con formati, produttività e livelli di prezzo crescenti», conclude Vanzini. «Ma tra i nostri obiettivi c’è anche proporre agli stampatori tecnologie nuove e abilitanti, come quelle con inchiostri a pigmento». Il centro demo di Mimaki Bompan Textile è oggi il cuore pulsante dei processi di testing e validazione di Mimaki Europe nell’ambito della stampa tessile. Un mercato per il quale il brand nipponico presenterà presto ulteriori soluzioni, in occasione di FESPA 2020.
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speciale Con concept mirati e coerenti con i valori aziendali, i brand possono trasformare i punti vendita in luoghi di fruizione e divulgazione della propria filosofia green
Retail sostenibile, la nuova priorità per brand, creativi e operatori della filiera di Francesca Zorzetto // francizorzetto@gmail.com
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a sostenibilità è oggi in cima alla lista delle priorità di ciascuno di noi, come abitante di questo pianeta prima ancora che come consumatore. Allo stesso modo, per brand e retailer, essa si è trasformata in una sfida e un incentivo a progettare e sviluppare nuovi prodotti, processi e servizi, nonché, forse, in un’interessante opportunità di business. La sostenibi-
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lità resta un tema trasversale ad ogni settore merceologico e, come vedremo in seguito, rappresenta un requisito imprescindibile per alcune generazioni di consumatori. L’argomento è oggettivamente ampio e complesso, e si presta a numerose interpretazioni. In questo articolo ho scelto di parlarvi della sostenibilità all’interno del punto vendita, traendo spunto da due recenti case study. Il primo è il nuovo flagship store
di Timberland a Londra, il secondo riguarda l’apertura del primo negozio UNIQLO in Italia, nel centro di Milano. C’è sostenibilità e sostenibilità Ogni giorno, numerosi brand ci bersagliano con messaggi legati alla sostenibilità. Questo accade sempre più spesso anche all’interno dei punti vendita, dove sembrano esserci enormi spazi
Francesca Zorzetto inizia il suo percorso di consulente e formatrice free-lance nel 2005, dopo una significativa esperienza in azienda. Oggi supporta brand e realtà indipendenti nella presentazione di prodotti e servizi, nello sviluppo di competenze e nella realizzazione, attraverso il visual merchandising, di obiettivi commerciali. Scrive di visual merchandising e retail marketing e nel 2010 è co‑autrice di “Temporary Store: la strategia dell’effimero”. Dal 2014 collabora con Retail Institute Italia e dal 2015 coordina il corso di specializzazione in Visual Merchandising di IED Venezia. Ha fondato il blog milanretailstore.com e organizza “visual tour” tematici a Milano per aziende e addetti ai lavori.
speciale ‖ Nella pagina a fianco, un corner divulgativo del flagship store Timberland di Londra, dedicato ai nuovi parchi e aree gioco della città. A sinistra, l’ingresso dello store con il logo aziendale in versione “vegetale”. In basso, videowall e pareti vegetali creano un’esperienza immersiva.
di azione e di miglioramento. Un fenomeno da riconoscere (ed evitare) è il cosiddetto “greenwashing”, ovvero il tentativo di alcune aziende di apparire più green di quanto non siano in realtà. Sappiamo che l’impatto ambientale di un prodotto si valuta lungo tutto il suo ciclo di vita, dalla scelta delle materie prime ai consumi energetici, fino al trasporto, al packaging, allo smaltimento. Oggi esistono protocolli e certificazioni, e gli stessi consumatori hanno molti più strumenti per informarsi e verificare. Tanto che definirsi “green” senza esserlo può rivelarsi un boomerang, e causare ricadute negative sulla reputazione e sul giro d’affari di un brand. Ci sono brand per cui la sostenibilità è un valore fondante, ed è parte del DNA aziendale. Pensiamo a Lush nella cosmesi, Patagonia nell’abbigliamento, Granarolo nell’industria alimentare. Ma anche brand, come H&M o Starbucks, che stanno bruciando le tappe per migliorare il proprio “rating” di sostenibilità, rendendola un valore essenziale della propria mission attraverso una profonda revisione di processi, prodotti e servizi. In assenza di una strategia strutturata, è tuttavia preferibile procedere per piccoli passi. Il punto vendita, in quanto luogo fisico di interazione tra brand e consumatore, può facilmente diventare sostenibile attraverso scelte progettuali, materiali innovativi, esperienze, soluzioni logistiche, eventi e incontri tematici. Tra percezioni e dati di fatto Sul tema della sostenibilità, ci sono numerosi luoghi comuni da sfatare. Il primo è che l’attenzione alla sostenibilità sia patrimonio esclusivo di alcune generazioni di consumatori, o che ne coinvol-
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speciale
‖ L’inserimento di tronchi e fiori reali, supportati da infografiche, aiuta Timberland a informare il consumatore sugli impegni concreti dell’azienda a favore dell’ambiente.
ga solo una nicchia. Certo Millennials e Generazione Z sono i più coinvolti, perché il futuro è soprattutto loro e dei loro figli. Ma quasi ogni generazione ha maturato una crescente sensibilità a questi temi. La ricerca “Meet the 2020 consumer driving change”, pubblicata nel gennaio 2020 e realizzata dall’IBM Institute for Business Value in collaborazione con la NRF (National Retail Federation), ha analizzato le priorità e le abitudini di 18.980 consumatori di 28 Paesi. Secondo i dati emersi, il 57% degli intervistati afferma di essere pronto a cambiare le proprie abitudini di acquisto per ridurre il suo impatto negativo sull’ambiente; una percentuale che sale al 77% tra coloro che con-
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siderano la sostenibilità un valore importante. Inoltre, tra coloro che affermano che questi valori sono molto importanti, circa il 70% si dice pronto a pagare un prezzo premium per acquistare da brand impegnati per la sostenibilità. Per l’Italia, l’indagine “Gli Italiani e il Risparmio” di Acri - Ipsos, pubblicata nel 2019, rileva che il 71% degli italiani conosce il concetto di sostenibilità e il 74% ritiene che le aziende debbano considerare le conseguenze del loro business su società e ambiente. Il 52% è più attento, rispetto a 2-3 anni fa, ai comportamenti sostenibili delle aziende, e il 59% ritiene che le emergenze globali da contrastare siano sia quelle ambientali che quelle sociali.
Timberland apre a Londra un flagship store “di scopo” Timberland, marca americana nata nel 1973, oggi parte di VF Corporation, propone ai suoi clienti un “outdoor lifestyle”. Il suo impegno per la sostenibilità è concreto e parte da lontano. Dal 1998, infatti, l'azienda aderisce all’Earth Day. Inoltre, oggi, offre ai suoi dipendenti 40 ore di permesso retribuito ogni anno per attività di volontariato (privilegiando le attività incentrate su temi ambientali), ed è impegnata in progetti ambiziosi come “Plant the Change”, che si propone di piantare 50 milioni di alberi entro il 2025. Sul piano produttivo, l’azienda ha inoltre stabilito al 2020
la deadline per l’utilizzo di cotone e pelle 100% sostenibili, e il completo abbandono del PVC. Questi valori trovano casa nel primo flagship store europeo del brand, aperto nel 2019 a Londra, in Carnaby Street. Esso presenta un nuovo concept, indicato come esempio di “purpose-led” store, ovvero uno spazio commerciale progettato attorno ad un principio, un obiettivo, un impegno. Negozi come questo si propongono ai consumatori come teatro di valori, piuttosto che di prodotti. Il flagship store, il cui design è stato curato dallo studio londinese Dalziel & Pow, ha l’obiettivo di essere uno spazio coinvolgente ed esperienziale, basato su un format replicabile per nuove aperture. Al suo interno, la visione green del brand Timberland diventa tangibile attraverso fattori tecnici e progettuali. Sul fronte dei materiali costruttivi, nel negozio Timberland di Londra abbondano i materiali riciclati, ottenuti dagli scarti di processi industriali, e materie prime avanzate come la bio-resina utilizzata per i manichini. Nella sostenibilità del grande punto vendita, anche l’illuminazione gioca un ruolo determinante, ed è garantita da
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speciale ‖ A sinistra, l’ingresso del flagship store di UNIQLO a Milano. In basso, il giardino dello store milanese con l’installazione “L’acqua è più preziosa dell’oro” di One Block Down.
una combinazione di luce naturale, che filtra dalle vetrate, e corpi illuminanti a LED, che coniugano un ridotto assorbimento energetico e una lunghissima durata. La lunghezza d’onda scelta, inoltre, simula la luce solare. L’intero design del negozio si ispira alla natura, sia per le cromie utilizzate che per la presenza di superfici e finiture che riproducono legno, foglie, muschio, sassi. Nello store sono presenti numerose piante e intere pareti vegetali, che creano un’esperienza immersiva per il visitatore, regarandogli una parentesi di relax nei ritmi frenetici della metropoli londinese. Anche la comunicazione in-store gioca un ruolo importantissimo, e si articola tra messaggi che invi-
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tano all’azione e corner informativi che descrivono le iniziative di Timberland a sostegno dell’ambiente. Nel flagship sono inoltre presenti videowall che trasmettono immagini di paesaggi naturali, e pannelli touch interattivi. Tutta la comunicazione è incentrata sull’ultima campagna globale del brand, “Nature Needs Heros”, che invita i consumatori a diventare attori nella tutela dell’ambiente. UNIQLO a Milano racconta una supply chain sostenibile Fondata nel 1984, e oggi presente in 25 Paesi, con oltre 2.200 negozi, UNIQLO è la principale insegna di Fast Retailing Group, una delle principali holding giapponesi nel
settore dell’abbigliamento. Fast Retailing Group fa del rispetto dell’ambiente, dei diritti umani e delle diversità una delle sue priorità, e opera per ridurre al minimo il suo impatto ambientale. Tra le azioni pratiche, l’utilizzo di materiali riciclati e materie prime sostenibili, la riduzione degli scarti di lavorazione lungo la supply chain, l’efficientamento della logistica. Gli store di UNIQLO sono spazi di grandi dimensioni e ad alto traffico, quasi sempre inseriti in importanti distretti commerciali. Non è casuale che per l’apertura del suo primo flagship store italiano, avvenuta a settembre 2019, il brand nipponico abbia scelto Milano e la centralissima piazza Cordusio. La visita dello store, che occupa
più piani di un edificio storico, va oltre l’esperienza di shopping e si snoda tra luoghi, installazioni temporanee e messaggi che toccano sostenibilità, impegno sociale, creatività e tecnologia. Nel cortile interno è stato allestito “Static Wave”, un giardino a tema progettato dallo studio Odd Garden, che si propone come luogo di incontro dinamico tra le piante tipiche dei giardini giapponesi e le piante delle corti milanesi. Per rimarcare la propria promessa (mantenuta) di ridurre del 99% del consumo di acqua nella produzione dei jeans, in occasione dell’inaugurazione dello store, UNIQLO ha ospitato qui l’installazione “L’acqua è più preziosa dell’oro” del retailer One Block Down. Questa è stata realizzata con ritagli di denim riciclato dal servizio di orlatura di UNIQLO, utilizzando la tecnica di rammendo artistico giapponese chiamata “boro”. Attualmente lo spazio ospita un videowall che racconta, attraverso immagini e frasi, la filosofia e l’impegno ambientale di UNIQLO, e un grande cubo trasparente che raccoglie gli abiti usati portati in negozio dai clienti, e donati alla onlus Fondazione Progetto Arca per vestire rifugiati e persone in difficoltà. Nella cultura giapponese il rapporto con gli elementi della natura è fondante, così come lo sono la durevolezza dei beni e il loro riutilizzo. Per rimarcarlo, UNIQLO ha costruito diversi corner tematici all’interno del suo store milanese. Al piano terra è presente una parete realizzata con la tecnica costruttiva dello tsuchikabe (da “tsuchi”, terra), che utilizza argille, sabbie silicee e altri materiali naturali applicati su una griglia di bambù. La parete, che fa da sfondo a uno spazio pensato per installazioni ed eventi, simboleggia la sostenibilità. Altra area evocativa, inaugurata nella stagione natalizia 2019, è dedicata alle collezioni realizzate da giovani designer con
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‖ In alto, il cubo installato da UNIQLO e Fondazione Progetto Arca per la raccolta di abiti usati. In basso, la collezione realizzata da giovani designer con abiti e tessuti di scarto.
famigliari e partner. Un modello che si ispira ai principi del marketing virale teorizzato dall’imprenditore americano Seth Godin, che sottolinea la forza dirompente di un passaparola autentico, spontaneo, coinvolgente. La sostenibilità è un buon affare, per tutti?
abiti e tessuti di scarto. Qui il tema (e la parola chiave) è “mottainai”, espressione divenuta emblematica tra gli ambientalisti che riassume l’esclamazione: “Che spreco!”. Seguendo il filone del “reduce, reuse, recycle”, inoltre, per le tende dei camerini UNIQLO ha scelto di utilizzare i tessuti del produttore berlinese Pentatonic, ricavati da bottiglie di plastica. Ultima doverosa citazione, è quella relativa a Life Wear, il brand scelto da UNIQLO per denominare la sua collezione di capi che, per le loro caratteristiche, migliorano la vita quotidiana delle persone. LifeWear è anche il nome scelto per la nuova rivista aziendale del brand. Sebbene UNIQLO utilizzi numerosi materiali stampati per costruire
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la brand experience dei suoi consumatori, l’obiettivo finale del brand resta la sostenibilità e la riduzione del materiale in eccesso. Per questo, ad agosto 2019, l’azienda ha annunciato il suo impegno a ridurre il numero delle shopping bag monouso negli store europei, introducendo una tariffa di 10 centesimi di euro (o l’equivalente in altre valute) per i sacchetti di carta. Il ricavato viene devoluto a un’organizzazione no profit, che fornisce acqua potabile alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo. Contestualmente, tutti i negozi UNIQLO in Europa hanno introdotto borse in tela riutilizzabili ed ecologiche, realizzate con tessuto ricavato da PET riciclato. Per UNIQLO sostenibilità e
responsabilità sociale vanno a braccetto. Tra il 24 e il 28 febbraio 2020, il personale dello store milanese è stato coinvolto in una “settimana solidale” per la distribuzione di abiti riciclati a rifugiati e senzatetto, insieme a Fondazione Progetto Arca. UNIQLO attua anche politiche a sostegno dell’inclusione e della diversità, come quella (in partnership con UNHCR) che prevede l’inserimento del 10% di rifugiati tra le proprie risorse umane in Italia, ed eventi di sensibilizzazione negli store. L’idea è che sostenibilità e responsabilità sociale siano parte integrante del fare impresa, e che i collaboratori si trasformino in ambasciatori del brand, impegnati attivamente per diffondere questi valori tra clienti, amici,
I consumatori hanno già iniziato a scegliere e premiare prodotti, servizi e brand sostenibili. Per questo è difficile pensare che il punto vendita possa fare eccezione. Negli ultimi dieci anni, ho visto aumentare continuamente il numero di brand e retailer che inseriscono la sostenibilità tra i criteri per realizzare vetrine, allestimenti e materiali per il punto vendita. Se fino a poco tempo fa l’idea di una supply chain sostenibile si limitava al prodotto, alle materie prime, a imballi e spedizioni, nel futuro questa includerà sempre più le fasi di promozione e commercializzazione nelle vetrine fisiche e virtuali. Per questo, il retail sostenibile non è più un concetto fantasioso o un diversivo per progetti ad alto budget, ma un’opportunità reale e una via segnata per tutta la nostra industria.
speciale L’energia elettrica è uno dei costi fissi più rilevanti per gli stampatori di grande formato, eppure, a tutt’oggi, non è chiaro quali tecnologie ne consumino meno
Efficienza energetica e stampa di grande formato, una coesistenza difficile di Sonja Angerer
Q
uando esci da una stanza di casa tua, ti ricordi di spegnere la luce? Molte persone oggi pensano che farlo sia l’azione più saggia per contribuire a ridurre l’impatto dell’uomo sull’ambiente. Seguendo questo ragionamento, appare sensato che chi vuole comprare una stampante di grande e grandissimo formato possa scegliere il modello energeticamente più efficiente per le sue necessità. A
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maggior ragione alla luce della decisione dell’Unione Europea (novembre 2018) di incrementare l’efficienza energetica del 32,5% entro il 2030. Efficienza energetica che, per definizione, ha a che fare con la sfida di ridurre la quantità di energia necessaria per fornire prodotti e servizi. Tuttavia, senza un parametro oggettivo per misurare l’efficienza energetica, com’è possibile fare progressi in questo campo? Uno studio del Research Institute
for Media Technology di Fogra ha confermato che già nel 2011 il consumo energetico costituiva circa il 10% dei costi fissi degli stampatori tedeschi. E che il 72% di questo valore era costituito dall’elettricità. «L’industria grafica, in ogni parte del mondo, è molto pigra quando si tratta di operare dei cambiamenti. A meno che questi non prevedano un risparmio economico», afferma Laurel Brunner di Digital Dots, consulente con 30 anni di
esperienza nel settore, e membro di diversi gruppi di lavoro sulle norme ISO. Brunner è anche coordinatrice dell’ISO Working Group 11, un gruppo incaricato di fissare gli standard correlati all’impatto ambientale dell’industria grafica, che include la stampa. Come si riconosce una stampante ad elevata efficienza energetica? Per riconoscere una stampan-
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relativi alle stampanti con asciugatura LED enfatizzano il ridotto consumo energetico reso possibile da questa tecnologia. A sinistra, sulla brochure di alcuni modelli HP Latex, il costruttore HP Latex Inks esalta il ridotto impatto ambientale • Scratch resistance comparable to hard-solvent inks della piattaforma, esibendo anche il logo on SAV and PVC banner—you can consider relativo alla certificazione Energy Star. unlaminated use for short-term signage12 • Outdoor durability up to 5 years laminated, 3 years unlaminated13
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se dalla modalità “production”) giocano un ruolo significativo nel HP Latex printheads consumo energetico complessi• See fine details and smooth transitions vo. Questo standard può essere with HP 831 Latex Printheads providing HP Latex Inks enable more differentiation—odorless 1200 dpi native resolution usato per comparare le modalità prints go where solvent can’t. • Keep day-one image quality by replacing stampa delle macchine: dalla the printheads yourself in a few di minutes, without a service call quella “alta qualità”, che sarà la più lenta, fino a quella “alta velocità”, passando per le combinazioni intermedie», spiega Brunner. High-efficiency curing Questo standard però sembra • Prints are completely cured and dry inside UL GREENGUARD GOLD the printer, and ready for immediate finishing and non essere ancora molto usato. delivery HP is designing end-to-end sustainability into L’ISO 20690 è pensato per maclarge-format printing. The HP Latex 570 Printer is chine digitali che lavorano in EPEAT Bronze registered—a designation for reduced environmental impact. diverse modalità, tipicamente utilizzate per le tirature più lunghe e con una minore incidenza di fermi macchina e avviamenti, che Easy maintenance and operation • Accessible print zone with large window sono responsabili di impennaand lights te dei consumi. • Enjoy low-maintenance printing with te energeticamente efficiente, è degli elementi fondanti «Questo standard stabilisce un automaticper dropun’indetection and nozzle replacementISO sul necessario anzitutto uno standard tera famiglia di standard metodo per stimare l’efficiencondiviso su cui basare la misura- consumo delle stampanti digitali. za energetica di qualsiasi stamzione del consumo energetico. Oggi gli standard più diffusi sono pante digitale professionale», Dal 2013 al 2014 il Ministe- l’ISO 21632 e l’ISO 20690. spiega Brunner. ro bavarese degli Affari Econo- L’ISO 21632 è pensato per le mac- Per la prima volta, l’ISO 20690 HP Optical Media Advance Sensor (OMAS) mici, Infrastrutture, Trasporti e chine con periodi di transizione consente di mettere in relazione • Precise and accurate motion control of media Tecnologia ha sponsorizzato il energetica relativamente limitati. modalità di stampa comuni come advance between print swaths • Controls registration automatically including progetto di ricerca di Fogra deno- «Esso fornisce delle indicazioni “alta qualità” e “alta produttività”, prints with automated registration espresse in m²/h, con il consumo minato “Energy efficiency for dig- per misurare il consumo energe-double-sided across sides ital printing environments”. Lo tico di stampanti di ogni formato, di energia espresso in KWh, a studio è riconosciuto come uno le cui modalità di stampa (diver- prescindere dalla marca di stamUsing water-based inks eliminates exposure to inks with hazard warning labels and high solvent concentrations, and simplifies ventilation, storage, and transportation requirements.
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Based on a comparison of HP Latex Ink technology to competitors with leading market share as of December, 2013 and analysis of published MSDS/SDSs and/or internal evaluation. Performance of specific attributes may vary by competitor and ink technology/formulation.
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Applicable to HP Latex Inks. UL ECOLOGO® Certification to UL 2801 demonstrates that an ink meets a range of multi-attribute, lifecycle based criteria related to human health and environmental considerations (see ul.com/EL).
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HP 831 Latex Ink Cartridges, certification number 14142007, certified by the Eco Mark Office of Japan Environment Association.
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Applicable to HP Latex Inks. UL GREENGUARD GOLD Certification to UL 2818 demonstrates that products are certified to UL’s GREENGUARD standards for low chemical emissions into indoor air during product usage. For more information, visit ul.com/gg or greenguard.org.
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EPEAT registered where applicable/supported. See epeat.net for registration status by country.
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Scratch-resistance comparison based on testing third-generation HP Latex Inks and representative hard-solvent inks. Estimates by HP Image Permanence Lab on a range of media.
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HP image permanence estimates by HP Image Permanence Lab. Outdoor display permanence tested according to SAE J2527 on a range of media, including HP media; in a vertical display orientation in simulated nominal outdoor display conditions for select high and low climates, including exposure to direct sunlight and water; performance may vary as environmental conditions change. Laminated display permanence using HP Clear Gloss Cast Overlaminate, GBC clear gloss 1.7 mil hot laminate, or Neschen Solvoprint Performance Clear 80 laminate. Results may vary based on specific media performance. For best results use media options intended for double-sided printing.
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ICC profiling with the spectrophotometer does not support uncoated textiles and backlits.
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Lo standard esclude quelle macchine che sono integrate in un più ampio processo produttivo, ad esempio nei processi di decorazione ceramica e stampa tessile. Ci sono diverse etichette che vengono applicate dai produttori per dimostrare l’efficienza energetica della macchina; ad esempio EnergyStar, Blauer Engel, RAL-UZ 122. Già in un suo articolo del 2014, Andreas Kraushaar, che guida il settore prestampa di Fogra, le descriveva come inadeguate, dal momento che nessuna è pensata per stampanti con alimentazione trifase. Vale la pena di osservare, infatti, come alcune stampanti di grande formato molto conosciute, ad esempio la Canon Océ ColorWave 700 e la serie Mimaki CJV150, abbiano una certificazione Energy Star e non un’alimentazione trifase. La certificazione, introdotta dall’americana EPA (Environment Protection Agency), si focalizza principalmente sul consumo di energia in modalità di riposo, visto che è destinata principalmente alle stampanti da ufficio. Quella delle stampanti digitali è una categoria di prodotti molto vasta. Si spazia dai modelli desktop in formato A3+ alle stampanti industriali roll-to-roll di grandissimo formato, ai modelli flatbed. A seconda dell’applicazione, del tipo di inchiostro e del processo produttivo, per realizzare il prodotto finito possono anche
The color variation inside a printed job has been measured at 10-pass mode on vinyl media within this limit: maximum color difference (95% of colors) <= 2 dE2000. Reflective measurements on a 943 color target under CIE standard illuminant D50, and according to the standard CIEDE2000 as per CIE Draft Standard DS 014-6/E:2012. 5% of colors may experience variations above 2 dE2000. Backlit substrates measured in transmission mode may yield different results.
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speciale ‖ A sinistra, l’infografica realizzata da Agfa a sostegno della tecnologia di asciugatura LED nelle stampanti wide format. Tra le rivendicazioni, il minore consumo energetico è al primo posto.
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BULB
NO
NO CONSUMABLE BULB COSTS ECOLOGICAL
NO
kWh
CHANGE
WARMUP TIME
HIGH PRODUCTIVITY
1
ECONOMICAL
10,000 + HOURS = 5 YEARS = LIFETIME PRINTER
CALIBRATION
4.5DAYS
EXTRA
OF UPTIME ANNUALLY
NO MERCURY
DISPOSAL GAS LOW ENERGY
VENTILATION
CONSUMPTION
SAVE ON YOUR BUDGET AVERAGE COST SAVE FOR ANAPURNA LED WIDEFORMAT PRINTERS:
12% 24% 37% 1 SHIFT PRODUCTION
1.5 SHIFT PRODUCTION
WE EMBODY PRINT
46
2 SHIFT PRODUCTION
essere necessarie macchine accessorie, come ad esempio asciugatori esterni, calandre e laminatori. Per non parlare dell’illuminazione dell’edificio, del riscaldamento o dell’aria condizionata. Dato che le stampanti di grande formato hanno bisogno di un ambiente stabile, con un range di condizioni operative abbastanza stringente, in quest’ambito i costi possono essere più alti rispetto ai macchinari analogici. Fermo restando che, in media, una stampante digitale ha un assorbimento energetico orario inferiore a una macchina offset o serigrafica. Dal 2015, perciò, Fogra mette a disposizione degli stampatori modalità di analisi dei carichi energetici reali, focalizzandosi sulle prestazioni e sui dati di consumo energetico nell’arco dell’intero processo produttivo. I produttori di stampanti offrono dati standardizzati di efficienza energetica? «L’ISO 21632 e l’ISO 20690 sono stati sviluppati abbastanza facilmente, partendo sin dall’inizio da principi ampiamente condivisi. Le prime difficoltà con l’ISO sono arrivate al momento di conciliare le aspettative e le esperienze nei diversi Stati», sostiene Brunner. «All’inizio, il nostro modello di consulenza sull’efficienza energetica, a favore dei produttori di stampanti digitali, ha avuto un grande successo. Ora, però, la domanda è molto calata», aggiunge Kraushaar. «Oggi swissQprint è il produttore di stampanti digitali più attivo in questo campo». Le stampanti LED Karibu (rollto-roll) e Nyala (flatbed) sono state di recente testate da Fogra sui loro valori di efficienza energetica secondo lo standard ISO 20690:2018, e giudicate particolarmente virtuose. Lo stesso vale per il modello entry-level Oryx 3 LED e per la gamma di
stampanti Impala. Nel novembre 2019, Fogra ha anche testato la stampante single-pass per cartone ondulato EFI Nozomi C18000, che si è dimostrata molto efficiente. «Misurare il consumo energetico delle nuove stampanti è sempre un argomento interessante per noi e per i nostri clienti. Siamo allineati agli standard industriali più rilevanti, che utilizziamo come parte della nostra analisi e come strumenti di misurazione», afferma Peter Weingartner, Chief Technology Officer di Durst Group. Mentre le stampanti finora testate secondo l’ISO 20690 erano tutte LED UV, altre macchine, con differenti set di inchiostri, come latex, base acqua o eco-solvent, possono rivelarsi molto meno efficienti, per via delle loro specifiche tecniche di processo. Ma questa è solo una faccia della medaglia. «Quando si parla di processi di stampa eco-friendly, come la Water Technology, è probabile che si debba utilizzare più energia per l’evaporazione», spiega Weingartner. HP sta pubblicizzando i suoi inchiostri HP Latex come un’opzione ecologica, il che è vero per molti aspetti. Tuttavia, il consumo di energia delle stampanti HP Latex è piuttosto elevato. Questo accade perché, dato l’elevato contenuto di acqua nell’inchiostro, è necessaria molta energia perché questa evapori. Tra i documenti online dell’HP Latex Knowledge Centre si può trovare un confronto del 2016 tra la Latex 360 e la Roland XF-640. La conclusione è che il costo energetico mensile della HP Latex, e il carbon footprint correlato all’uso di energia, sono circa quattro volte superiori a quelli della stampante Roland DG. Va detto però che non stiamo parlando di macchine di ultima generazione. Comunque, anche un rapido confronto tra le schede tecniche delle più recenti stampanti eco-solvent di Roland DG, Mutoh e Mimaki di categoria simile rivela che HP Latex ha un consumo energetico molto più elevato duran-
speciale Example of combined test Confirm 5% consistency of BQ Run 1 and 2. If fail, make additional test runs until this passes.
Confirm 5% consistency of BP Run 1 and 2. If fail, make additional test runs until this passes.
Power W
Transitional modes
Time t a. Off
b. Start Up
c. PR
trn
b. trn
d. BQ 1st Run
e. PR
b. trn
f. BQ 2nd Run
opt f.1 b. PR trn
opt f.2 BQ 3rd Run
g. PR
The company
swissQprint Schützenwiese 8 CH-9451 Kriessern Switzerland
| 32004
has been positively tested against the rigorous requirements stipulated in ISO 20690 for outstanding energy efficiency. ISO 20690 provides requirements and recommendations for measuring the electricity consumption of small and wide format digital production presses printing in different modes of operation.
FograCert
Energy Efficiency Tested combinations: ¬ Draft mode, 6C, Bi-Dir., 1 Pass -- named: “BP” ¬ Productivity mode, 6C , Bi-Dir., 2 Passes -- named “BQ/BP1” ¬ Quality mode, 7C, Bi-Dir., 2 Passes -- named “BQ/BP2” ¬ Fine Art mode, 7C, Uni-Dir., 2 Passes -- named “BQ” The calculated average power consumption and the resulting energy efficiency values for the tested 4 combinations as defined in ISO 20690 Annex A. The consistency among the four machine combinations is better than 5 %.
Printer
swissQprint
Nyala LED
Test Form
Colour
Fogra A3 (119 %)
6C/7C
(tonal coverage)
Average Power Consumption
Energy efficiency (m2/kWh)
PrintReady
Sleep
OFF
Suppl: Setup
BQ
BP
430 ± 35 W
N. A.
30 W
500 ± 90 W
11
65
“BQ/BP1” “BQ/BP2” 44
25
Munich, 2018-06-06
Dr. Andreas Kraushaar Fogra Institute for Media Technologies
te la stampa. Tuttavia, è difficile per un cliente fare un confronto reale, perché ogni produttore ha il proprio metodo per misurare i consumi. Inoltre, c’è sempre da considerare tutto il processo di stampa,
48
h. BP 1st Run
i. PR
b. trn
j. BP 2nd Run
opt j.2 b. PR trn
‖ Sopra, un grafico Fogra che illustra la procedura di testing utilizzata per la certificazione ISO 20690. A sinistra, il certificato di efficienza energetica rilasciato da FOGRA a swissQprint per Karibu, evidenzia i test effettuati e i risultati ottenuti.
Certifciate of accomplishment
Manufacturer
b. trn
dato che alcune applicazioni con inchiostri eco-solvent possono richiedere unità esterne di asciugatura, mentre la stampa prodotta da HP Latex è normalmente pronta per il finishing. Inoltre, una stampante con inchiostri
eco-solvent deve essere sempre collegata all’alimentazione elettrica, dal momento che (anche se non stampa) deve effettuare cicli regolari di spurgo degli ugelli. Le stampanti HP Latex, infine, sono dotate di una modalità di riposo molto efficiente dal punto di vista energetico, come attestano le certificazioni Energy Star ottenute per HP Latex 315, 335, 365, 560 e 570. I produttori stanno facendo abbastanza? «I cambiamenti introdotti nell’industria per aiutare gli stampatori a prosperare, non riflettono necessariamente un forte impegno per la mitigazione dell’impatto ambientale», afferma Brunner. Ma Weingartner non è d’accordo, ed è sicuro che l’industria è sempre più consapevole della necessità di ridurre la propria impronta ecologica, e aumentare la propria efficienza energetica. Sottolinea anzi che la riduzione del consumo energetico delle stampanti superwide format deve risiedere nella combinazione
opt j.2 BP 3rd Run
k. Sleep
l. Off
di diversi approcci. «Valutando l’interazione tra chimica d’inchiostro e macchinario, si potrebbe lavorare su un mix di asciugatura per radiazioni luminose e calore. O magari installare scambiatori di calore per riciclare e riutilizzare l’energia termica. Anche un software intelligente che guida il processo, secondo i dettami dell’Industria 4.0, deve essere parte dell’approccio», aggiunge il CTO di Durst. Sebbene la richiesta dei clienti di avere macchinari efficienti dal punto di vista energetico diverrà un fattore trainante, la loro capacità di confrontare facilmente i livelli di efficienza energetica rimarrà insufficiente. Almeno finché i produttori di stampanti non si metteranno d’accordo su un metodo standardizzato, riconosciuto a livello internazionale, per determinarlo. Un metodo già disponibile (per quanto imperfetto) all’interno degli standard ISO, la cui applicazione potrebbe richiedere atti esecutivi da parte delle associazioni e delle autorità di regolamentazione. Tuttavia, quando si tratta di efficienza energetica, l’acquirente di tecnologia dovrà sempre considerare l’intero processo, così da definire con precisione quale macchina sia la più efficiente, la più adatta alle sue esigenze, e alle esigenze del pianeta.