Italia Publishers 04/2016

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Italia Publishers - Anno XXVIII - n° 04/2016 - Prezzo euro 10,00 - Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI

WHAT’S INSIDE?

Un’esplosione digitale nella stampa di etichette STRATEGIE

Per EFI il single-pass va oltre hardware e corrugated Numero realizzato con carte Fedrigoni - Copertina: Stucco Old Mill - Interno: Splendorgel EW


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DAREMO IMPULSO AL VOSTRO SUCCESSO

©2016 Electronics For Imaging, Inc. Tutti i diritti riservati.



WHAT’S INSIDE?

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Un’esplosione digitale nella stampa di etichette

sommario 04

EDITORIALE Stampare? È alleviare dolori, digitalizzare, ispirare e ispirarsi

NEWS

MATERIALI

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Quando l’autoadesivo “digitale” sposa l’eccellenza

STRATEGIE

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Manifattura del Seveso, quando la tradizione tessile fa il filo al digitale

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Per EFI il single-pass va oltre hardware e corrugated

SPECIALI

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Due nuove super stampanti per LP Grafica, un workflow efficace al servizio del cliente

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44 | Enfocus Virtual Safari, un’intera settimana a caccia di nuove opportunità

Grande crescita prevista per il label printing, mentre si esplorano nuove frontiere

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NoeCha completa la gamma e si consolida sul mercato italiano con Digitalia

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Tra dpi e ppi, tra driver e RIP, cosa mi serve davvero per stampare i miei file?

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Il principio TPD: come creare un messaggio di vendita accattivante per i print buyer

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Migliorare i processi e scegliere i prodotti giusti per guadagnare tempo (e soldi)

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Ecologia, etica e famiglia: Zünd svela gli ingredienti della leadership sostenibile

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E poi ci sono Capi a zig-zag, con i capelli al vento e l’aria di chi se ne infischia…

DRUPA HIGHLIGHTS

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Il teorema di drupa 2016? È che ferro + carta = sogno

Novità, tecnologie e tendenze dai player del mercato digitale

TECNOLOGIE 20 |

Professional DGA sceglie SmartTwin, inkjet dual-core

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Qual è il segreto dietro le sorprendenti applicazioni di Move? La versatile Nyala 2

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Quando l’automazione è ottimizzazione democratica, nasce Kongsberg i-BF

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Canon #unleashprint è cambiamento, innovazione e modelli di business inediti

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Ecologia e produttività: ecco come la tecnologia HP Latex ha convinto Tic Tac

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Gio’Gatto 1984: quando il luxury packaging incontra il taglio digitale di Valiani

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Lo sconosciuto mondo della stampa wide format


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inserzionisti Agfa B+B International Digitalia Durst Edigit EFI Elitron Eurmoma Eurotech Fenix Digital Group Fespa

pag. 63 pag. 2 pag. 25, 61 pag. 3, 13 pag. 9 pag. 116 pag. 35 pag. 71 pag. 69 pag. 65 pag. 113

Fotoba Fujifilm IMI Europe International Paper JK Group Kiian Digital KIP Italia M.C. System Mack Brooks MCA Digital Neopost

pag. 5 pag. 115 pag. 109 pag. 67 pag. 19 pag. 75 pag. 27 pag. 47 pag. 57 pag. 97 pag. 114

Nimax OKI Europe Pixartprinting Protek Ricoh SmartColor Sprint Solution Unigrafica Valiani Zund

pag. 103 pag. 6 pag. 81 pag. 41 pag. 31 pag. 54-55 pag. 91 pag. 83 pag. 99 pag. 11

Saremo presenti a Viscom sullo stand MCA Digital PAD. 8 - STAND H01


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Italia Publishers - Anno XXVIII - n° 04 2016 Registrazione: Tribunale di Milano n. 74 del 12/2/94 Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Direttore responsabile Silvia Guglielmi silvia@densitymedia.com Co-editore Lorenzo Villa lorenzo@densitymedia.com

Redazione Roberto Bonsignore roberto@densitymedia.com Elena Panciera elena@densitymedia.com Gloria Somaini gloria@densitymedia.com

Consulente tecnico Gabriele Lo Surdo gabriele@densitymedia.com

Hanno contribuito Sonja Angerer Daniele Bosco Roberto Cociancich Marco Olivotto Matthew Parker Smithers Pira

Pubblicità marketing@densitymedia.com

Amministrazione Manuela Spatola manuela@densitymedia.com

Copertina Genuine Roman Art www.genuineromanart.com

Stampa Unigrafica - Gorgonzola (MI) www.unigrafica.it

Tiratura 5.000 copie

Italia Publishers è stampato utilizzando energia elettrica green, proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili. Associato a

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density trade magazines for enthusiasts Via Carlo Torre, 29 - 20143 Milano density@densitymedia.com - +39 329 7874378

Tutti i diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’Editore e in ogni caso citando la fonte. Manoscritti, disegni, foto e altri materiali inviati in redazione, anche se non pubblicati, non verranno, in nessun caso, restituiti. In particolare l’invio di articoli implica, da parte dell’autore, l’accettazione (in caso di pubblicazione) di un compenso puramente simbolico stabilito dall’Editore, salvo accordi preventivi sottoscritti e comunicati a mezzo R.R. Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli autori. Dati, caratteristiche e marchi sono generalmente indicati dalle Case Fornitrici (rispettivi proprietari); non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Informativa ai sensi dell’art. 13, d. lgs 196/2003 I dati sono trattati, con modalità anche informatiche, per l’invio della rivista e per svolgere le attività a ciò connesse. Titolare del trattamento è: Density srl - via Carlo Torre, 29 - Milano (MI). Le categorie di soggetti incaricati del trattamento dei dati per le finalità suddette sono gli addetti alla registrazione, modifica, elaborazione dati e loro stampa, al confezionamento e spedizione delle riviste, al call center, alla gestione amministrativa e contabile. Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, è possibile esercitare i relativi diritti fra cui consultare, modificare, aggiornare o cancellare i dati, nonché richiedere l'elenco completo e aggiornato dei responsabili, rivolgendosi al titolare al succitato indirizzo. Spedizione in abbonamento a titolo oneroso Il ricevimento di questa rivista avviene a titolo oneroso secondo il tipo di abbonamento sottoscritto o tacitamente accettato. Chiunque desiderasse sospendere tale abbonamento ne avrà piena facoltà, senza alcun costo, e basterà darne comunicazione scritta all’ufficio abbonamenti.

editoriale di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

Stampare? È alleviare dolori, digitalizzare, ispirare e ispirarsi Mentre continuiamo a raccontarvi l’innovazione digitale di drupa in quella che abbiamo trasformato in un’area tematica a tutti gli effetti, non smettiamo di arricchire la rivista di nuovi contenuti e di quegli esperti che abbiamo incaricato di realizzarli. Prendiamo velocità, così come crediamo la stia prendendo quella porzione del mercato che crede e investe in nuovi modelli di business, nuove tecnologie e nuovi modi di fare azienda, approcciare il cliente e gestire la produzione. Con l’introduzione del nuovo What’s inside? sulle macchine da stampa digitale per etichette, in cui vi offriamo un’analisi attenta di 19 piattaforme di altrettanti costruttori, intendiamo muovere un altro passo concreto nella direzione che ci state indicando: allargare sempre più la prospettiva su un mercato che da un lato invoca specializzazione, ma dall’altro impone approcci multiprodotto e multiservizio, che non possono prescindere dal saper governare workflow e tecnologie. A pagina 78 Matthew Parker spiega che oggi fare business con la stampa significa anzitutto centrare un target di clientela, comprenderne i “dolori” e trovare un modo efficace di far percepire il proprio essere diversi, così da farsi preferire al fornitore qualunque. La nostra percezione, ciò su cui ci confrontiamo internamente quasi ogni giorno, è che fare business con la stampa in una dimensione moderna e sana attiene sempre meno al costruire e vendere prodotti - la loro esistenza e la loro qualità dobbiamo darla per acquisita! - ma piuttosto al formulare visioni, farsi ispirare e regalare a propria volta ispirazioni. Ma è anche – why not – progettare e realizzare etichette on-demand, costruire oggetti 3D fuori scala, dare vita a stampati con nobilitazioni digitali estreme. E in fondo, come ci racconta Roberto Cociancich a pagina 106, è anche un po’ scoprire con meraviglia che nelle nostre aziende – ancora troppo poche a dire il vero – ci sono capi a Zig Zag che riescono a farci sognare.


news Extremeprinting.it è il nuovo web-to-print “powered” by Agfa

|| Secondo da destra Marco Borali, proprietario dell’etichettificio Ario, prima azienda italiana a scegliere la Tau 330E, visibile sullo sfondo

Durst Tau 330E conquista anche l’Italia e va in produzione da Ario Rivisitazione “economica, evolutiva ed efficiente” della potente narrow-web UV Tau 330, la versione “E” ribadisce la solidità e la qualità costruttiva di casa Durst e festeggia la prima installazione in suolo italico. I motivi che hanno spinto Marco Borali, proprietario del noto etichettificio lombardo Ario, a scegliere questa macchina da stampa digitale per etichette sono diversi. Da un lato la proverbiale eccellenza tecnologica di Durst, dall’altro livelli di velocità, costi di produzione ed

effetto finale della stampa comparabili all’analogico - in particolare serigrafia e flexo - oltre alla grande versatilità d’uso in settori applicativi che vanno dall’industriale alla cosmesi. Tra i punti di forza di Tau 330E gli inchiostri UV ad alta pigmentazione e basso consumo, il vantaggioso programma di sostituzione della singola testa di stampa e il piano di manutenzione e gestione del consumabile che consente di risparmiare fino al 50%. www.durst.it

C’è un nuovo brand nel panorama nazionale del web-to-print che nasce dal continuo desiderio di innovare di Leaderform, nota azienda veneta specializzata nei servizi di stampa per il direct marketing e la business communication. La società veronese amplia così i propri orizzonti tra wide format e produzioni ondemand. Un progetto ambizioso, per cui Leaderform ha scelto di puntare al massimo sulla qualità, scegliendo le tecnologie di stampa inkjet di Agfa. Nello specifico Extremeprinting.it si avvale di

una Jeti Tauro H2500, stampante ibrida UV a sei colori perfetta per i materiali rigidi, e di una Anapurna M3200i RTR, soluzione UV roll-to-roll da 3,2 metri in grado di lavorare in multi-roll anche su formati più piccoli. Extremeprinting.it offre una vasta gamma di prodotti stampati, espositori, materiali promozionali e wallpaper che, grazie alle stampanti Agfa e ad un reparto di finitura di prim’ordine vengono realizzati su differenti materiali e nei formati più disparati. www.extremeprinting.it

|| Da sinistra Ivan Marchi, direttore di produzione di Leaderfom, insieme ai titolari Federico e Luciano Cozza. Alle loro spalle, la Agfa Jeti Tauro H2500

Saxoprint fa presa sul mercato con i nuovi adesivi e servizi al top

|| Alcuni esempi di adesivi realizzabili presso Saxoprint

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C’è chi dice che gli adesivi sono tutti uguali. Non con il servizio di printing online di Saxoprint: adesivi riposizionabili, riscrivibili, con stampa speculare, vetrofanie, versioni per l’indoor o l’outdoor. Il fiore all’occhiello, però, è l’opzione vegana, interamente realizzata senza utilizzare prodotti di origine animale - inchiostri inclusi - per una stampa consapevole, oltre che di ottima qualità. Ma ecco i numeri. I formati variano da un minimo di 4 cm fino al canonico formato A4 ed è possibile ordi-

nare dai 250 ai 10.000 pezzi. Di sicuro effetto la stampa con vernice selettiva, che permette di ottenere risultati a rilievo, lucidi e opachi. Oltre ad essere un brand di punta dell’online printing, Saxoprint è nota per il suo servizio di customer care a 360°, pronto a fornire assistenza sia nella fase di prestampa che nelle operazioni di finishing. Da sempre attenta all’ambiente, offre anche un servizio di consegna veloce perfetto per la fornitura di prodotti just-in-time. www.saxoprint.it


news

Va in scena European Label Forum, organizzato da FINAT La città di Amsterdam ha ospitato la seconda edizione dello European Label Forum. Punti cardine delle due stimolanti giornate, ricche di incontri e workshop, il desiderio di cambiamento e la volontà di creare valori. Elementi che al momento attuale possono fare la differenza, soprattutto in un settore dove coesistono innumerevoli tecniche per produrre e presentare gli imballaggi. Il discorso di apertura di Thomas Hagmain presidente di FINAT - ha messo in luce come dal 2012 il mercato del-

la produzione di etichette abbia registrato ogni anno una curva di crescita del 5%, grazie soprattutto ai settori farmaceutico, sanitario e della cura alla persona. I partecipanti a European Label Forum sono stati fortemente incoraggiati a non temere il cambiamento, ma anzi a cercare di avviare un’operazione di svecchiamento che sappia coinvolgere l’intero mercato, aiutandolo ad avviare nuovi trend, senza limitarsi a seguire quelli passati. www.europeanlabelforum.com

|| In alto, Thomas Hagmaier, presidente FINAT. Sotto, un momento del discorso motivazionale tenuto dal trendspotter di fama internazionale Magnus Lindkvist

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news Ritrama amplia la gamma dedicata all’interior decoration RI-JET DECO WALL LINEN 150, ultimo arrivato in casa Ritrama, va ad arricchire ulteriormente l’offerta della serie wall graphics ink-jet print media, per la gioia di architetti e designer. Si tratta di un film adesivo in PVC che riproduce perfettamente le caratteristiche visive e tattili del lino, in grado di trasformare ambienti casalinghi e d’ufficio con tempi e costi nettamente inferiori rispetto a quelli della tradizionale carta da parati. RI-JET DECO WALL LINEN 150 è stato pen-

sato per accogliere qualunque tipo di grafica personalizzata, essendo adatto alla stampa con tutte le tecnologie ink-jet wide format. Da sottolineare la facilità d’uso - non è necessario alcun intervento murario - e la massima coprenza, che consente di procedere all’applicazione senza operazioni preparatorie. Ritrama è una nota multinazionale italiana e il suo nome è annoverato tra i protagonisti globali del settore dei materiali autoadesivi. www.ritrama.com

|| Xeikon Color Services permette di campionare ogni singola tinta utilizzata in passato, associandola a un codice univoco e inserendola nel cloud

Con Xeikon migri al digitale senza perdere di vista i colori

|| Un esempio di applicazione del nuovo RI-JET DECO WALL LINEN 150

Il servizio di Color Services offerto da Xeikon è pensato appositamente per assistere le aziende che fino ad ora hanno operato in un ambito di stampa tradizionale e che desiderano passare al digitale. Xeikon affianca l’azienda dal primo all’ultimo passaggio del processo, seguendo sia le fasi preparatorie che quelle conclusive, creando un piano di lavoro completamente personalizzato intorno alle necessità e ai desideri del cliente. Il sistema cloud Xeikon Color Control permette di cam-

pionare ogni colore; nel caso in cui la tinta non corrisponda ad alcun canale preesistente, verrà creato un nuovo profilo ICC ad hoc. Parallelamente al processo di catalogazione dei colori verrà svolto un controllo qualità che permetterà di individuare tonalità spente o erroneee, valutando con precisione di quanto si discostino dalla tinta corretta. Un sistema che permette alle aziende di digitalizzarsi molto più velocemente e in sicurezza. www.xeikon.com

L’Italia al centro della strategia di crescita europea di KIP Multinazionale leader nel settore della stampa wide format, KIP concentra la sua attenzione sulla sede italiana, ampliandone sempre più le competenze sovranazionali. La chiave di questo successo tricolore si deve alla sapiente guida di Davide Carolo, Regional Sales Manager, e al cambio di marcia da lui adottato che ha permesso a KIP di rinnovarsi e di abbandonare l’originaria vendita diretta in favore di quella indiretta. Una scelta che predilige il cliente,

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moltiplica i punti vendita e permette di offrire all’utilizzatore finale un servizio pronto e attento. Un ulteriore goal segnato da KIP è stata la partnership con Konika Minolta, leader nelle soluzioni di stampa per il mondo business: un accordo che già dagli albori mostra risultati promettenti. KIP ha inoltre da poco presentato la Serie 800, che ha rivoluzionato l’offerta nell’ambito del colore per la stampa wide format. www.kip.com

|| Davide Carolo, Regional Sales Manager KIP, al centro tra alcuni membri del suo team in occasione della passata edizione di Viscom


news Ricoh pensa in grande con i nuovi inchiostri latex AR per la gamma Pro L4100, ad asciugatura rapida ed ecosostenibili Gigante nel mercato della stampa digitale di produzione, Ricoh continua ad innovare anche nel campo dell’inkjet. Walter Vicenzutto, Graphic Arts Sales Specialist di Ricoh Italia, sottolinea la particolarità della nuova generazione di inchiostri, introdotti al pubblico in occasione di FESPA 2016 e pensati appositamente per la gamma Latex Pro L4100. Rispetto ai predecessori

i nuovi arrivati, anch’essi disponibili nelle tinte dell’arancio e del verde che ampliano il gamut cromatico della stampante, offrono una resa cromatica superiore. Trattandosi di una chimica ad asciugatura rapida, la temperatura necessaria per il loro fissaggio si abbassa notevolmente, rendendoli adatti anche alla stampa su supporti sensibili al calore. Allo stesso

tempo, la notevole resistenza agli agenti esterni li rende perfetti per il settore del display graphics, sia per applicazioni indoor che outdoor. La serie Latex Pro L4100 ha di fatto segnato l’ingresso di Ricoh nell’universo della stampa wide format, mercato in cui la multinazionale ha registrato una risposta assai positiva, certamente anche per via della customer experience

offerta. Basti pensare che a tutti gli acquirenti passati della serie Latex Pro L4100 è stata assicurata un’assistenza completa per la migrazione alla nuova generazione di inchiostro. Ricoh festeggia anche i positivi risultati di vendita registrati nel periodo estivo e si prepara a stupire di nuovo in occasione di Viscom 2016. www.ricoh.it

|| Latex Pro L4100, disponibile nei formati da 130 cm o 160 cm, può essere configurata con quattro, sei o sette colori (CMYK, CMYKOG, CMYKOGW) a seconda delle esigenze produttive e di qualità.

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news Roland DG presenta due novità nella serie print & cut TrueVIS SG Da sempre leader nei dispositivi stampa & taglio, Roland DG arricchisce il neonato brand TrueVIS SG con due nuovi modelli: SG-300 da 76 cm di luce e SG-540, che arriva a 137 cm di luce. Entrambi i modelli presentano una serie di miglioramenti rispetto al passato: in primo luogo un aumento di velocità del 60% rispetto alla precedente serie VersaCAMM SPi. Entrambe altamente intuitive e facili da usare, offrono un ampio ventaglio di materiali utilizzabili e un engine di taglio che garan-

tisce accuratezza e precisione anche nel caso di materiali spessi o rigidi. Il potente RIP VersaWorks Dual permette di attuare un’efficace previsione e contenimento dei consumi, ha in memoria la Roland Color System Library e le librerie Pantone, offre inoltre funzionalità avanzate per una parziale automazione del lavoro. Attraverso il Roland DG Mobile Panel è inoltre possibile seguire e gestire il processo di stampa tramite tablet e dispositivi mobili. www.rolanddg.com

|| I due nuovi modelli Roland DG, SG-300 e SG-540, sono equipaggiati con due teste di stampa FlexFire e inchiostri TrueVIS certificati Greenguard Gold

Neopost Rental Italia potenzia il finishing con il noleggio operativo Neopost, leader nelle soluzioni di gestione documentale e forte della propria divisione Graphics, è sempre in prima linea nel proporre le tecnologie più evolute attraverso formule commerciali e finanziarie al passo coi tempi. Esempio lampante le recenti installazioni effettuate presso corGae, azienda di stampa digitale bolognese molto attenta alle nuove tecnologie, che ha scelto la formula del noleggio operativo. “Rende tutto più semplice e sicuro - spiega Elia Nardini, titolare di corGae - Al contrario delle modalità classiche, più tortuose. È una formula snella e interessante, che assicu-

ra una copertura assistenziale completa”. Neopost Rental Italia è la società di noleggio operativo interna di Neopost, al servizio dei clienti italiani. Per gli operatori interessati alle tecnologie Neopost o solo curiosi, il 5 novembre 2016 corGae organizza un Open Day dove sarà possibile vedere in azione le cinque macchine installate: la multifunzione Duplo DC-646 PRO, il cucipiega Duplo 350 Digital Booklet System, la brossuratrice polituretanica monoganascia Duplo DPB-500 PUR, il plastificatore Bagel Minilam B3 e un fustellatore laser iMark. www.neopost.it

|| Vista dall’alto del reparto di produzione digitale di corGae con, in primo piano, le tecnologie di finitura Duplo fornite da Neopost Graphics

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Fujifilm Jet Press 720S è stampa digitale certificata Jet Press 720S, la macchina inkjet B2 di Fujifilm immessa sul mercato nel 2008 e che attualmente vanta più di 80 installazioni a livello mondiale, ha ottenuto le certificazioni FOGRA e GRACoL. Nata come macchina da stampa appositamente progettata per il mercato del commercial printing, la Jet Press 720S ha dimostrato che, oltre alle già note qualità di flessibilità e altissima produttività, anche la sua capacità di rispettare gli standard imposti incontra i favori del mercato mondiale. Falko Wagner, Systems Specialist e Digital Print Solutions EMEA per Fujifilm Europe, sottolinea come questo risultato sia soprattutto da intendersi come “un riconoscimento da parte degli stessi acquirenti Fujifilm, che hanno potuto sperimentare in prima persona l’altissimo livello qualitativo di Jet Press 720S - che, ricordiamo, è una macchina destinata alla grande produzione - e in particolar modo la sua affidabilità”. www.fujifilm.eu


Rho P10 200 La stampante UV più versatile e produttiva della sua categoria Nuova funzione Fine Art Quality per immagini ancora più definite e ricche di contrasto • Affidabilità garantita per produzioni 24/7 e massima precisione nel posizionamento dei materiali rigidi • Estrema flessibilità e totale automatizzazione nel carico del materiale • Disponibile anche in versione cartotecnica e Roll to Roll •

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news

Elitron cambia la “geometria” del suo taglio digitale con un 3x2 progettato per il superwide Introdotta a drupa 2016 accanto all’imponente linea di taglio automatizzata Kombo TAV-R, non è passata inosservata ai più attenti quella che promette di tradursi in una tecnologia rilevante per la community del superwide format. Kombo SDC+ è infatti dotata di una trave da 3,2 metri su cui è montata la testa di taglio, con un conveyor belt della medesima larghezza. Questo si traduce nella possibilità di tagliare efficacemente i materiali flessibili in uscita dalle moltissime superwide digitali installate o di prossimo lancio sul mercato, pur riducendo al massimo l’ingombro nel reparto di produzione e con un eccellente rapporto prezzo/prestazioni.

“Stiamo osservando un grande interesse e investimenti in crescita sulle stampanti da 3,2 metri con tecnologia UV, latex e solvente anche da parte di piccoli e medi stampatori - spiega Sara Gallucci, Sales & Marketing Manager di Elitron - e Kombo SDC+ è la risposta concreta di Elitron alle istanze di questo grande e dinamico gruppo di imprenditori”. Al pari delle altre serie di Elitron, anche Kombo SDC+ è disponibile con l’esclusivo sistema di videoproiezione per il riconoscimento “one shot” dei file da tagliare sull’intero piano di lavoro. Il nuovo cutter è inoltre equipaggiabile con il sistema di carico e scarico automatico Heleva. www.elitron.com

|| In primo piano il management team di Elitron a drupa 2016. Da sx Sara Gallucci, il fondatore Giuseppe Gallucci e il general manager Daniele Gallucci

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|| In alto, la Mimaki JFX200-2531 con piano di appoggio duplicato rispetto al modello precedente. In basso, la Mimaki UJF-6042 MkII

Fine estate bollente per Mimaki che presenta tre nuove flatbed Aria di cambiamento in casa Mimaki, noto produttore di stampanti wide format e plotter da taglio per i mercati grafico, tessile e industriale. La UV LED flatbed JFX200-2531, discendente della JFX200-2531, risponde alla necessità di un formato di stampa più grande offrendo un letto piano raddoppiato rispetto alla versione precedente. Molto utili anche il “toogle print”, che permette di effettuare due lavorazioni in contemporanea per dimezzare i tempi di stampa, oltre alla tecnologia a goccia variabile per una riproduzione sempre ottimale delle differenti aree

dell’immagine. Seguono a ruota le stampanti UJF-3042 MkII e UJF-6042 MkII - nuove versioni, rispettivamente, della UJF-3042 HG e della UJF6042 - che si propongono come la nuova generazione di macchine UV Mimaki, con un aumento della velocità del 20%. “I nostri utilizzatori parlano e noi ascoltiamo le loro necessità” - spiega Mike Horsten, General Manager Marketing di Mimaki EMEA - “pensiamo che saranno estremamente soddisfatti di queste nuove stampanti e delle nuove funzioni che tutte hanno da offrire”. www.mimakieurope.com


news Gescom sceglie NoeCha1 per gli alti volumi di supporti rigidi La punta di diamante della bergamasca NoeCha ha trovato casa presso uno degli stampatori digitali più rilevanti d’Italia, la laziale Gescom, che ha deciso di puntare su NoeCha1-30K per incrementare la propria capacità produttiva nel campo dei supporti rigidi. Questa imponente macchina è equipaggiata con teste di stampa industriali Kyocera dotate di risoluzione nativa di 1.200x1.200 dpi, 3 livelli di greyscale e goccia variabile tra 3,5 e 1,5 picolitri (la dimensione più piccola mai usa-

ta nel settore). NoeCha1-30K è stato il primo caso mondiale di installazione di queste genere di teste di stampa su una macchina di formato 3.200x2.000 mm, dotata di un’automazione totale del processo di lavorazione per le fasi di carico e di scarico. “La fiducia accordataci da un leader di settore come Gescom conferma la nostra leadership tecnologica nell’ambito delle flatbed high-end” - ha commentato Marco Baio, fondatore e CEO di NoeCha. www.noecha.com

|| Stephanie Duvivier e Marco Baio di NoeCha con il management di Gescom a drupa 2016 in occasione dell’acquisto della NoeCha1-30K

|| Da sinistra, Giulio Fazzini, Amministratore di Protek, e Raffaele Schirinzi, Direttore Tecnologie Italia di Euroscreen, al momento della stipula dell’accordo.

Protek ed Euroscreen pronte a festeggiare un anno di successi A quasi un anno dall’accordo con Euroscreen per la distribuzione dei cutter TT, Giulio Fazzini, Amministratore di Protek, stila un bilancio parziale della collaborazione. “Non nascondo la nostra profonda soddisfazione – afferma – perché, nonostante conoscessimo la grande forza commerciale di Euroscreen, i risultati ottenuti da Protek nel sign & display ci stanno sorprendendo. Nonostante i ritmi di produzione quasi raddoppiati, abbiamo dovuto chiudere a giugno le prenotazioni per il 2016 e

stiamo lavorando in prospettiva per i primi mesi del 2017. Avevamo stabilito con Euroscreen un tetto minimo di 10 vendite nei primi 12 mesi, già abbondantemente superato, e siamo orgogliosi di un partner in grado di assistere i clienti e indirizzarli con competenza, valorizzando il frutto del nostro lavoro. Prova ne è il fatto che, delle ultime 10 demo svolte nel nostro showroom, ben 9 siano andate a buon fine. Per il futuro non ci diamo limiti: il sodalizio farà molta strada”. www.protek.it

IMI Digital Print Europe, uno sguardo al futuro del mercato La conferenza Digital Print Europe 2016, che accorpa due importanti eventi, si terrà ad Amsterdam dal 28 novembre al 1 dicembre. Da un lato c’è la IMI Europe Digital Printing Conference, occasione perfetta per entrare in contatto con i maggiori esperti della stampa digitale e rimanere aggiornati sulle ultime novità. Quest’anno un’attenzione particolare sarà riservata all’analisi degli andamenti di mercato nel settore del digital printing e del packaging, per fare il punto della situazione e cercare di intu-

irne i futuri sviluppi. “Siamo fieri di essere uno dei maggiori punti di riferimento per gli specialisti del settore e per le aziende produttrici” - afferma Tim Phillips, Managing Director di IMI Europe. La Ink Jet Academy, appuntamento pensato per chi un esperto punta a diventarlo, è invece progettata per chi desidera acquisire una conoscenza specifica di teste di stampa, inchiostri, tecnologie emergenti e ogni altro aspetto dell’universo inkjet nel minor tempo possibile. www.imieurope.com

|| Digital Print Europe unisce i maggiori esperti di digital printing, gli appassionati e i professionisti che lavorano in questo settore

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strategie Il lancio a drupa di Nozomi C18000 riaccende i riflettori sulla strategia hardware di EFI, che nell'hi-speed inkjet si lega a filo doppio con i nuovi Fiery

Per EFI il single-pass va oltre hardware e corrugated a cura della redazione // redazione@densitymedia.com

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a verticalizzazione dell'offerta è ormai il filo conduttore che guida l'offerta di quasi tutti i produttori dell'inkjet. La stessa EFI già da anni presidia con ottimi risultati mercati chiave come la decorazione ceramica con EFI Cretaprint e la stampa di etichette autoadesive e packaging flessibile con EFI Jetrion. Cui più recentemente si è aggiunto il brand EFI Reggiani per il tessile. In quest'ottica il lancio di Nozomi a drupa 2016 inizialmente è apparso a molti come una risposta alla crescente esigenza di stampa just-in-time nella cartotecnica, salvo non dover rivedere questa conclusione sulla base di una strategia molto più interessante e articolata. Negli intendimenti di EFI, infatti, Nozomi si propone come la prima piattaforma di stampa inkjet ad alta velocità in chiave cross-market: una single-pass adattabile a differenti applicazioni che potrebbero andare dalla cartotecnica alla grafica, fino agli alti volumi di segnaletica. Un approccio all'hardware che in una certa misura si lega alla granitica strategia software di EFI, che ha ancora una volta al centro il brand Fiery. Con decine o a volta centinaia di teste di stampa installate, velocità lineari di svariate di decine di metri al minuto e qualità di stampa che hanno

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poco da invidiare a una stampante per il proofing, le moderne single pass devono ricevere una quantità di dati enorme per poter costruire le immagini e i dati variabili alla stessa velocità dell'hardware di stampa. Un'elaborazione estremamente complessa, che richiede potenze di calcolo estreme ed è comune a tutti i settori e a tutte le piattaforme. Non è casuale che i nuovi Fiery ad alte prestazioni siano già stati adottati da Landa e rappresentino un'opzione interessante per molti costruttori. Di single-pass, visioni e strategie abbiamo parlato con G. Scott Wood, product manager di Nozomi, e con il carismatico e inossidabile Guy Gecht, CEO di EFI.

|| In alto, la sagoma imponente della nuova single-pass UV LED Nozomi C18000 ha dominato lo stand EFI a drupa 2016


strategie

intervista a G. Scott Wood Senior Product Manager Nozomi C18000 di EFI

"Il cartone ondulato va considerato una categoria a sé quando si parla di problematiche di assorbimento e dot gain, condizioni del substrato e movimentazione dei materiali..."

Perché gli imballaggi in cartone ondulato sono diventati un tema così rilevante? Il packaging in generale resta un segmento chiave per la stampa per la ragione evidente che è qualcosa che non può essere sostituita da media elettronici. Inoltre, i plus commerciali che i brand-owner possono ottenere grazie a strategie multi-lingua e multi-SKU per il tracking del packaging sono notevoli. E la stampa digitale, in molti casi è il metodo di produzione più efficiente perché questo sia possibile. Abbiamo già visto quanto le strategie correlate alla stampa digitale siano importanti nella produzione di etichette. Mentre quello degli imballaggi in cartone ondulato era uno dei settori in cui la tecnologia, per dimensioni, velocità e capacità di gestire il materiale, non era in grado di creare un'offerta produttiva capace di offrire più valore ai converter. L'offerta di EFI, la nuova Nozomi C18000 che abbiamo lanciato a drupa, colma davvero questa lacuna con un prezzo di acquisto che consente un ritorno dell'investimento più consistente e una velocità all'altezza delle esigenze produttive del comparto. Quali tipi di inchiostro funzionano meglio nell'ondulato?

Ci sono diverse macchine da stampa inkjet di nuova concezione progettate per l'ondulato e in questo panorama Nozomi C18000 di EFI si distingue per l'imaging LED. La macchina deposita un primer in-line che migliora il dot gain e l'assorbimento dell'inchiostro sui diversi tipi di copertina dell'ondulato, mentre la nostra formulazione inkjet LED non implica l'applicazione di calore, come invece accade per altre chimiche inkjet UV-curable. Questo è un fattore chiave nell'ambito del corrugated, dal momento che il cartone ondulato è particolarmente soggetto a deformazione in fase di asciugatura o polimerizzazione ad alta temperatura. La stampa su cartone ondulato è più difficile che su altri media? Il cartone ondulato va considerato una categoria a sé quando si parla di problematiche di assorbimento e dot gain, condizioni del substrato e movimentazione dei materiali. Abbiamo lavorato per sviluppare un set di inchiostri con performance ottimizzate in termini di dot gain, adesione e curing/asciugatura sulla base della nostra esperienza nello sviluppo di tecnologia inkjet LED. A differenza di supporti cartacei e altri media, i fogli di cartone ondulato hanno spesso angoli sollevati che pos-

sono influenzare in modo significativo la produzione. Abbiamo quindi sviluppato delle guide laterali che aiutano a garantire l'alimentazione ottimale dei pannelli attraverso la macchina, anche in presenza di imperfezioni del cartone. Per consentire la gestione di alti volumi devono esserci dei meccanismi di carico e scarico abbastanza robusti, capaci di garantire agli operatori un'alimentazione e una rimozione efficiente dei lavori stampati. Su Nozomi C18000 in particolare abbiamo l'opzione di un'alimentazione pienamente integrata dall'alto e dal basso per una separazione dei fogli, un sollevamento e un trasporto più efficienti, oltre che un setup automatizzato per lavori ripetitivi. Raccontaci di più su ciò che compone l'offerta di Nozomi... La tecnologia LED di EFI, che già ha dimostrato la sua efficacia nelle stampanti superwide che abbiamo installato in ogni parte del mondo, comporta un vantaggio notevole nella produzione su ondulato. Inoltre la macchina è stata sviluppata per offrire una combinazione eccellente tra costo di acquisto, produttività e costi operativi comprensivi dell'inchiostro. Nozomi ha velocità operative che toccano gli 8.100 m2/ora e può stampare su pannelli di dimensioni fino a 1,8x3 metri.

|| Tra le applicazioni a maggior potenziale ed elevata redditività realizzabili con Nozomi c'è l'imballaggio, specie quello che richiede l'inserimento di grafica, loghi ed elementi personalizzati come versioning multi-lingua e dati per favorirne la tracciabilità

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strategie

intervista a Guy Gecht CEO di Efi

"Nozomi in giapponese significa speranza, ma è anche un treno proiettile, di cui i giapponesi sono particolarmente orgogliosi per le prestazioni e la puntualità..."

Quale è stata la reazione del mercato di fronte a Nozomi? Ci siamo preparati a lungo. Abbiamo mostrato le specifiche di Nozomi in NDA a diversi prospect. Il feedback è che una simile piattaforma era esattamente ciò che si aspettavano dalla tecnologia digitale. Le esigenze sono molto simili e includono la possibilità di realizzare efficacemente basse tirature, ridurre le scorte di magazzino, produrre on-demand con qualità adeguata, il tutto con una soluzione affidabile. I clienti vogliono poter stampare direttamente sul supporto. E noi abbiamo l'esperienza per stampare in single pass su materiali critici, maturata nel ceramico.

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Integrazione e mix analogico/ digitale sembra essere il trend dell'ultimo anno... EFI è l'azienda delle partnership. Se guardiamo a Fiery, che è il nostro core-business, è sempre stato guidato dalle part-

nership. Per esempio a drupa abbiamo pilotato le macchine di Landa, così come la nuova piattaforma di Canon. Su Nozomi per esempio il carico e scarico è realizzato da terze parti, così come l'unità di scanning che verifica la qualità: ci sono aziende che lo fanno egregiamente e non crediamo sia un'idea intelligente sviluppare qualcosa che possiamo prendere da altri.

Si preannuncia un successo, quindi? Sapevamo che il mercato avrebbe accolto positivamente questa novità e siamo fiduciosi che entro la fine dell'anno avremo opzionato tutta la produzione dell'anno prossimo. Nozomi non rientra in un range come Vutek o di Reggiani... L'idea è di introdurre Nozomi come "no brand": è una piattaforma che può essere applicata a differenti aree. Nozomi in giapponese significa speranza, ma è anche un treno proiettile, di cui i giapponesi sono particolarmen-

Una funzione di stampa a fogli affiancati consente il pieno sfruttamento della velocità e della luce di stampa, aumentando la produttività fino a 9.000 pannelli 80x60 cm all'ora. Gli utilizzatori possono stampare praticamente su qualsiasi tipo di ondulato, compresi i tradizionali modelli Kemi, sbiancati e kraft, ed è possibile alimentare pannelli di spessore più elevato senza modificare la velocità della macchina. EFI è il primo produttore ad avere un ecosistema completo per la produzione digitale di cartone ondulato con una suite di workflow completa

te orgogliosi per le prestazioni e la puntualità. Esattamente quella con cui presentiamo questa qualità a questa velocità.

per il corrugated e un front-end digitale Fiery ad alta velocità, utilizzato per pilotare la prossima generazione macchine inkjet ad alta velocità. Avere tutte queste tecnologie integrate in un'unica piattaforma significa che i nostri clienti possono avere più successo implementando, gestendo e facendo crescere la produzione di cartone ondulato. Quali sono le applicazioni più interessanti per Nozomi? EFI Nozomi C18000 darà il massimo sulle piccole e medie tirature di packaging e materiali POP su cartone ondulato a colo-

|| La più recente evoluzione di Fiery è legata alla gestione del flusso di dati verso le nuove single-pass inkjet ad alta velocità, tra cui i sistemi di Landa e EFI Nozomi

ri. Alcuni dei vantaggi vengono da come il sistema consente ai brand di gestire meglio i costi e introdurre supply chain basate sul just-in-time, anziché magazzini centralizzati più costosi e spesso oggetto di sprechi. E in condizioni in cui i brand owner, i retailer e altri vogliono introdurre applicazioni di packaging ad alto tasso di personalizzazione, la macchina sarà in grado di fornire un ulteriore vantaggio competitivo. La personalizzazione e il marketing multi-SKU nell'ondulato sono stati talvolta frenati, in passato, dalle possibilità tecniche, ma questa tec-

nologia abbatte molte di queste barriere. Ci sono ancora applicazioni, come le alte tirature di scatole a uno o due colori, in cui i metodi analogici potrebbero restare diffusi, ma per molti dei nostri potenziali clienti quelle applicazioni rimangono un business a bassa marginalità e vediamo che i player dell'imballaggio sono desiderosi di muoversi verso applicazioni ad alto valore aggiunto. In futuro EFI sarà in grado di sviluppare ulteriori modelli di Nozomi orientati verso diversi segmenti della produzione inkjet, come il signage e la grafica.



tecnologie L’azienda pugliese, nata come studio grafico, esordisce nella stampa digitale a getto d’inchiostro con un’esclusiva soluzione dal doppio engine by SmartColor

Professional DGA sceglie SmartTwin, inkjet dual-core

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n settori maturi e altamente competitivi è determinante ragionare fuori dagli schemi per trovare il proprio spazio, crescere e lasciare il segno. Nata nel 2002 dalla passione dei fratelli Antonio e Giovanni Maulucci come centro di stampa digitale e studio grafico, Professional DGA si è trovata a destreggiarsi nel passaggio dalla stampa fotografica con sistemi analogici all’imaging digitale. L’avvento degli smartphone e il crollo della richiesta di stampe fotografiche tradizionali ha spinto i fratelli Maulucci a voltare pagina, intuendo la trasformazione della fotografia e portando l’immagine di alta qualità su supporti alternativi, assecondando la domanda di personalizzazione e la voglia di oggetti unici dei clienti. La ricerca di una stampante digitale davvero polivalente ha condotto a SmartTwin, l’ultima e la più innovativa delle soluzioni di SmartColor, che consente alle PMI di affrontare applicazioni e nuovi business grazie a due differenti tecnologie in un solo hardware compatto.

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|| Alcune fasi dell’installazione della SmartTwin e i primi esempi di lavorazioni possibili grazie all’utilizzo della stampante.


tecnologie

intervista ad Antonio Maulucci Co-titolare Professional DGA

“Volevamo qualcosa di diverso e nessuno si è dimostrato in grado o interessato a fornirci una soluzione personalizzata...”

Da quando la stampa digitale è parte del vostro business? In ambito fotografico affianchiamo già da alcuni anni la stampa digitale a quella tradizionale, con applicazioni fine art a base acqua, arrivando oggi a una equivalenza dei volumi di lavoro. Da circa due anni cercavamo, invece, una stampante inkjet speciale. Abbiamo atteso una tecnologia che soddisfacesse le nostre aspettative in termini di risoluzione di stampa e versatilità. Cosa vi ha convinto a scegliere di affidarvi a SmartColor? Conosciamo SmartColor da oltre 10 anni e ci hanno sempre attratto le idee innovative e fuori dagli schemi di questo brand. Quando abbiamo capito che era il momento giusto, abbiamo iniziato a guardarci intorno: in oltre 15 anni di attività abbiamo sempre investito in attrezzature e sappiamo cosa vogliamo. Abbiamo vagliato molte flatbed, rivolgendoci anche ai grandi player. Ma

noi volevamo qualcosa di diverso e nessuno si è dimostrato in grado o interessato a fornirci una soluzione personalizzata. SmartColor ci è venuta incontro in tutto e per tutto, realizzando al 100% le modifiche che abbiamo richiesto. Due motori di stampa, un solo piano di lavoro: come pensate di impiegare SmartTwin? Ci attendiamo molto dalla no-

stra SmartTwin e i clienti sono già pronti a sfruttarla. Finalmente possiamo stampare in UV e solvente, sia su materiali flessibili che rigidi, utilizzando una sola macchina. Il suo unico limite è la fantasia. Potremo finalmente estendere il range di applicazioni, aprendo alle wallpaper, ai materiali plastici, alla decorazione del vetro e del legno. E a tutte le opportunità che potremo cogliere.

Un solo piano di lavoro, due stampanti indipendenti Già alla sua presentazione, avvenuta nel corso di FESPA Digital 2016, SmartTwin ha riscosso grande curiosità, grazie soprattutto alla sua architettura originale. Nata sulla base della fortunata serie SmartFlat e dotata del robusto piano di lavoro che caratterizza l’engineering del costruttore italiano, SmartTwin

prevede l’installazione combinata di due stampanti, ciascuna con una propria movimentazione e alimentazione inchiostri indipendente: una UV a sei colori più bianco e una waterbased CMYK, a solo titolo di esempio. Una scelta tecnica ardita, che consente tuttavia di eseguire decorazioni complesse sullo stesso

|| Professional DGA ha installato la prima SmartTwin in Italia, personalizzandola con un piano aspirante da 1.600x3.000 mm, un engine UV e uno eco-solvent

materiale, o alternare due produzioni totalmente diverse. Tra i vantaggi pratici il più evidente è senz’altro la razionalizzazione degli spazi in produzione, cui si aggiungono versatilità operativa, tempi di setup ridotti e un impiego dell’operatore ottimizzato. Disponibile con o senza aspirazione, il piano di lavoro può raggiungere la dimensione massima di 2.600x4.000 mm e, grazie all’esclusivo sistema di altezza variabile del ponte di stampa, può alimentare pezzi di spessore fino a 500 mm. La combinazione tra chimiche d’inchiostro multiple, formati personalizzati e spessori consente di applicare SmartTwin ai mercati e ai prodotti più disparati, tra cui legno, vetro, plastiche, pellame, lastre acriliche, carta e perfino capi d’abbigliamento, questi ultimi decorabili utilizzando apposite dime e inchiostri waterbased per stampa diretta.

SmartColor Via Verrotti c/o Espansione 2 65015 Montesilvano (PE) www.smartcolor.it info@smartcolor.it T: +39 085 4451443

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What’s inside

Complice la domanda crescente, la febbre da etichetta on-demand sta contagiando operatori vecchi e nuovi. La condizione ideale per una bella “digital revolution”

Un’esplosione digitale nella stampa di etichette

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ggi si apre un capitolo nuovo nella serie dei What’s Inside di Italia Publishers. Un capitolo che abbiamo fortemente voluto e su cui abbiamo scelto di investire in linea con la mission di Italia Publishers, che negli ultimi due decenni ha visto il nostro magazine in prima linea nel dare voce a quei segmenti del printing che si evolvono in chiave digitale, cui troppo spesso manca una controparte editoriale focalizzata, appassionata e competente su tecnologie che ancora pochi conoscono o hanno metabolizzato. Dopo le stampanti inkjet wide e superwide format a fine anni ‘90, le flatbed e ibride UV nei primi anni 2000, i plotter da taglio e tante altre tecnologie “breakthrough”, è tempo di rivoluzione digitale anche per il mercato dell’etichetta autoadesiva, con qualche interessante declinazione nel packaging flessibile. Le cosiddette narrow-web (letteralmente “banda stretta”) ereditano in minima parte la struttura delle grandi stampanti digitali a moduli continuo, ma in realtà si caratterizzano per numerosi dettagli e funzionalità pensate ad-hoc per la produzione di etichette destinate ai settori più svariati, dal vino al farmaceutico, dall’healthcare all’industria. Proprio l’esigenza di alimentare innumerevoli tipologie di adesivi in bobina impone valutazioni attente sul tipo di tecnologia di stampa, sulla presenza o meno di sistemi di pretrattamento e naturalmente sul finishing disponibile, in linea o off-line.

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Mi serve un pre-trattamento? Poco o tanto, la risposta è quasi sempre affermativa. Chi già stampa etichette e chi si accinge a farlo sa (o imparerà) che lavorando ad alta velocità con supporti di stampa che possono differire per tipologia (carta o varie tipologie di plastica) e finitura, l’adesione dell’inchiostro e un’adeguata resa qualitativa e coloristica sono tutt’altro che scontati. E se questo è vero nella stampa analogica, sia essa serigrafica, offset o flexo, lo è ancora di più se parliamo di un layer di inchiostro gettato da teste inkjet, di uno strato di toner o di una pellicola di colorante comunque applicata con un metodo digitale. Per migliorare le caratteristiche del materiale molti produttori equipaggiano quindi le macchine da stampa (specie quelle più produttive) con unità di pulizia della bobina – il cosiddetto web cleaning – e moduli per il trattamento corona. Quest’ultimo serve ad “attivare” un materiale di per sé poco poroso e con bassa tensione superficiale, rendendolo più ricettivo a inchiostri e coating.


what’s inside DFE: questo sconosciuto...

Quale “motore” di stampa?

Se nella stampa analogica mi serve un buon reparto di prestampa (digitale nei limiti del possibile) e su una normale stampante inkjet mi serve un RIP, quando scelgo una macchina da stampa digitale mi imbatto in quello che definiamo Digital Front End, o DFE per i più intimi. Come suggerisce il nome, parliamo dell’interfaccia hardware/software che consente all’utilizzatore di pilotare la macchina ed effettuare tutte le operazioni di setup, caricamento dei file, gestione delle code di stampa, ottimizzazione dei tracciati fustella, dei nesting e della resa sul formato di stampa, cambio lavoro, verifica delle impostazioni di produttività, qualità e color management. Nella maggior parte dei casi il DFE è già parte integrante dell’offerta del costruttore, ma vale senz’altro la pena includerlo tra i vari parametri di valutazione.

L’unità di stampa è il cuore pulsante di ogni macchina digitale. Qui l’immagine si forma, viene trasferita e fissata sul supporto. Al pari del mondo analogico, come scoprirete nelle pagine che seguono anche nel digitale esistono differenti tecnologie disponibili. Anzitutto la tecnologia HP Indigo, basata su un esclusivo sistema di imaging e sull’ormai noto Electroink. Poi c’è la tecnologia elettrofotografica con toner in polvere, in tutto simile a quella in uso sui sistemi a foglio ma con l’impiego di unità di imaging e fusori di fissaggio più evoluti. Su tutte, però, prevale oggi l’inkjet: di fatto la tecnologia più modulare, scalabile, versatile nella costruzione di configurazioni ad-hoc. Ma anche la più complessa da decifrare per il grande numero di differenti teste di stampa, lampade di pre-asciugatura (pinning) e asciugatura finale (curing) per le chimiche UV, o di altri sistemi specifici per le chimiche a base acqua. Capire “cosa c’è dentro” è il primo presupposto per fare una scelta consapevole.

Riavvolgere e “sfridare” Salvo micro-tirature da applicare a mano o applicazioni di nicchia, la maggior parte delle etichette stampate nel mondo reale sono destinate ad essere applicate su flaconi, bottiglie, packaging e beni industriali vari. Un’applicazione che viene effettuata per lo più su linee automatizzate e che necessita quindi di bobine di adesivo stampato e fustellato secondo standard molto rigidi in termini di quantità, distanza, allineamento delle etichette e del materiale, oltre che assenza di criticità in fase di spellicolatura e applicazione. Esigenze imprescindibili che impongono agli stampatori una gestione accurata della bobina in uscita dalla linea di stampa e di fustellatura – effettuata in linea o fuori linea con laser o fustelle fisiche – e che prevedono la separazione finale, su due diversi cilindri, del liner con le etichette fustellate e dello sfrido.

Quando la fustella è laser Tra inchiostri, toner e primer Nell’analisi di un processo di stampa la chimica è tra gli elementi più difficilmente interpretabili dall’utente finale medio e, seppure molto simili o paragonabili per architettura, le narrow-web digitali per etichette non fanno eccezione. La chimica d’inchiostro più popolare, grazie alle sue note caratteristiche di adesione su innumerevoli materiali, è senza dubbio l’UV-curable, su cui sono basati colori di processo, tinte spot e addirittura primer o vernici clear che possono essere applicati a registro e asciugati con lampade UV e UV-LED. Il base acqua, tuttavia, incontra sempre più favori tra chi necessita di una finitura più simile alla stampa offset, totale assenza di odori e piena sicurezza in applicazioni “critiche”, come quelle a contatto con gli alimenti.

Come per altri flussi di stampa digitale, anche nel campo dell’etichetta una delle maggiori criticità è quella di “finire” adeguatamente il prodotto. Se la mia macchina mi consente di mandare in stampa con pochi click micro-tirature di 1.000, 100 o 10 etichette, è naturale che queste dovranno essere fustellate in modo altrettanto efficace e just-in-time. Come vedrete più avanti, la maggior parte dei produttori di macchine digitali propone – di serie o come opzione – dei moduli di fustellatura laser in abbinamento alle proprie attrezzature. Se la complessità della commessa è standard, infatti, una narrow-web con un laser in linea rappresenta una linea di produzione completa. Ma badate bene: c’è laser e laser. Le differenze risiedono per lo più nella potenza del diodo, espressa in kW, così come nel numero di teste laser a bordo del modulo. Queste variabili condizionano anzitutto la velocità di produzione, ma anche la stessa lavorabilità di alcuni adesivi.

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What’s inside

Durst Tau 330 e 330E Non è coraggioso affermare che il segmento dell’etichetta è uno di quelli in cui Durst ha fatto il classico centro al primo colpo. Pur non essendo un prodotto di primo prezzo, sin dalla sua nascita la serie Tau è stata accolta positivamente sia dai clienti finali che dalla rete commerciale, al punto che a settembre 2016 ha toccato le 100 installazioni. Tra i plus di Tau l’eccellente qualità costruttiva, l’affidabilità e modularità, ma anche una qualità di stampa e una capacità di riprodurre testi e dettagli sottili che molti definiscono straordinaria. Non è casuale che tra gli utilizzatori italiani si annoverino etichettifici come PWG e Ario, specializzati in applicazioni critiche come quelle tipiche del farmaceutico. L’ulteriore svolta è stato il lancio della serie Tau E – dove “E” sta per economica, evolutiva ed efficiente – che prevede un costo d’acquisto più basso di circa il 30%, nuovi inchiostri ad alta pigmentazione che consentono risparmi tra il 15 e il 20% e un programma di manutenzione e consumabili che riduce i costi fino al 50%. Questo consente anche ai piccoli e medi stampatori di approcciare la stampa di etichette su materiali fino a 500 micron e 330 mm di larghezza con velocità fino a 48 m/min, risoluzione di stampa HD da 720x1.260 dpi e l’aggiunta dell’inchiostro bianco ad alta coprenza. www.durst.it

Epson SurePress L-4033A e SurePress L-4033AW Le due narrow-web inkjet di Epson sono pensate per i label converter tradizionali in cerca di una soluzione digitale professionale, con una buona qualità di stampa, un “touch & feel” naturale (grazie agli inchiostri ad acqua) e ottimi strumenti hardware e software di serie (come lo spettrofotometro manuale X-Rite i1Basic Pro 2 o il RIP Esko Digital Front End per Epson) a fronte di un investimento interessante. La SurePress L-4033A a sei colori si differenzia dalla L-4033AW perché quest’ultima ha un canale addizionale per il bianco opaco, così che riesce a stampare, oltre che su tutti i principali substrati autoadesivi supportati dalla “sorella minore” (carta semilucida, lucida, opaca, BOPP, PET e Yupo) anche su materiali trasparenti e metallici. Versatili, le due SurePress stampano su bobine da 80 a 330,2 mm di larghezza, con diametro massimo di 600 mm, fino a 100 kg di peso e 1.000 m di lunghezza. Gli array a testa di stampa multipla Epson Micro Piezo con tecnologia Variablesized Droplet, che produce gocce da 3 a 13 picolitri, consentono di ottenere sfumature uniformi e dettagli nitidi anche in testi di piccole dimensioni e codici a barre. La massima produttività delle due macchine è di 5 m/min con risoluzione 720x720 dpi. www.epson.it

In ogni piattaforma Durst a fare la differenza sono i dettagli, unitamente a quelle feature capaci di trasformare una “stampante” in un sistema di produzione industriale. La gamma Tau integra moduli di pretrattamento relativamente comuni come web cleaning e corona (foto sotto), ma anche tecnologie di polimerizzazione speciali tra cui cilindri raffreddati e gas inerte, così come unità di alimentazione di bobine jumbo. La gamma di inchiostri Epson SurePress AQ include il verde e l’arancione, così da garantire gamut ampio, corrispondenza con colori spot, saturazione elevata e sfumature realistiche. Il nero è doppio: Nero e Nero Matte sono montati su due canali diversi, e a seconda del tipo di supporto si può scegliere l’uno o l’altro. Sono inchiostri a base acqua: ecosostenibili, non hanno bisogno di pretrattamento né fissaggio, e si asciugano in due fasi (piastra riscaldata e aria calda). Sulla SurePress L-4033AW è montato anche il bianco opaco, mentre per entrambe è disponibile il liquido di Over Print, per ottenere un effetto lucido sull’intera superficie dell’etichetta oppure solamente su dei particolari.

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What’s inside

HP Indigo 8000

Xeikon Serie 3000

Una nuova, superproduttiva label press alimentata con il celebre Indigo ElectroInk, il “toner liquido” brevettato di casa HP: all’Indigo 20000 e all’Indigo WS6800 si è affiancata quest’anno l’Indigo 8000. Le alte prestazioni per cui sono note tutte le stampanti di questa gamma, non solo quelle per etichette, hanno fatto sì che la tecnologia Indigo sia la più diffusa tra gli etichettifici professionali. Indigo 8000 riesce a raddoppiare la produttività e la velocità di stampa di Indigo WS6800 grazie a una soluzione semplice ma efficace: un doppio motore di stampa che consente di lavorare contemporaneamente il doppio del substrato. La perfetta sincronizzazione del materiale è gestita da un’unità di controllo buffering (BCU) posizionata tra i due motori di stampa. Con una produttività di 60 m/min nella modalità a 4 colori e 80 m/min in modalità EPM a tre colori (che consente di aumentare la resa del 33% con una riduzione del 25% dei consumi di energia), Indigo 8000 è una delle macchine più produttive – se non la più produttiva – sul mercato. Alla quadricromia standard supportata dal modello “base” si possono aggiungere fino a un massimo di 3 ulteriori stazioni per colori e inchiostri speciali. Per una gestione professionale di tutto il processo, dalla prestampa all’inserimento dei dati variabili, sono inclusi software dedicati sviluppati con Esko. www.hp.com

Tra le più apprezzate narrow-web di fascia alta, la Serie 3000 di Xeikon è una gamma di stampanti a toner dedicate al mondo delle etichette, caratterizzate da alta qualità, scalabilità, versatilità e fedeltà cromatica, oltre che da un basso costo d’esercizio. È composta da 5 soluzioni che differiscono per velocità di stampa – da 9,6 a 19,2 metri lineari al minuto – e larghezza delle bobine, che va da 200 a 516 mm. Tranne la 3500, sono tutte upgradabili on-site, anche successivamente all’acquisto. Ad esse si aggiunge la CX3, il top di gamma in grado di raggiungere una velocità di punta di 30 metri lineari al minuto, con banda di stampa massima di 330 mm. In comune hanno la grande risoluzione di stampa di 1.200 dpi, combinata con una densità di punto variabile che garantisce contorni e dettagli ultradefiniti. Cinque le stazioni colore, con la possibilità di aggiungere una tinta spot tra rosso, verde, blu, arancione, ExtraMagenta e SuperBlack. Oltre a colori personalizzati da concordare con il costruttore. Sono tutte in grado di stampare su supporti senza pretrattamento, destinati anche ad uso alimentare vista l’assenza di sostanze volatili. La modularità è un altro aspetto interessante che rende possibile trasformare tutte le stampanti in delle soluzioni one-stop, con stazioni di taglio, laminazione e verniciatura (anche a rilievo). www.xeikon.com

L’unità di primerizzazione in linea (ILP) consente di applicare il primer, quando è necessario, direttamente sui supporti di stampa, così da accorciare i tempi e semplificare l’intero flusso di lavoro. In questo modo si possono usare supporti standard senza bisogno di acquistare e mantenere costosi materiali pretrattati in magazzino. All’interno della stessa unità si trova il dispositivo per il trattamento corona.

Il front-end digitale X-800 è il cuore del workflow di Xeikon. La sua architettura modulare separa le funzioni di prestampa da quelle della stampa in corso, dando modo di gestire in maniera indipendente le due fasi. Consente di controllare direttamente ogni parte dell’hardware, dallo spettrofotometro in linea a ogni altro modulo, gestendo l’applicazione dei dati variabili, ottimizzando la produttività e riducendo gli sfridi.

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What’s inside

EFI Jetrion

INX Digital NW210

Pochi ricordano come a metà degli anni ‘2000 l’americana Jetrion fosse già qualche passo più avanti di molti altri vendor nello sviluppo di tecnologie inkjet single-pass per la stampa di packaging ed etichette. È passato un decennio da quando il giovane brand è entrato a far parte del portfolio di tecnologie inkjet di casa EFI e la gamma di soluzioni ha subito un’importante evoluzione qualitativa e produttiva. L’attuale famiglia di prodotti EFI Jetrion si articola su differenti modelli, che differiscono per formato, produttività e opzioni di pre-trattamento e finishing. La piattaforma più interessante e versatile per un pubblico di stampatori digitali evoluti ed etichettifici evoluti è senz’altro Jetrion 4950lx, caratterizzata dal sistema di curing con tecnologia LED. L’engine compatto della macchina racchiude quasi ogni modulo necessario ad una produzione end-to-end, a partire dal trattamento corona fino alla stazione opzionale di laminazione e verniciatura, per finire con un potente laser di fustellatura a doppia testa e un modulo di riavvolgimento. Un’ottima riproduzione di immagini, dei fondi pieni e dei dettagli più fini, così come la compatibilità con una vasta gamma di materiali non trattati, è garantita dal motore di stampa UV a 4 colori più bianco opzionale. La velocità massima è di 34 metri lineari al minuto in piena qualità a 720x720 dpi. www.efi.com

Giunta sul mercato da outsider, con un motore di stampa realizzato completamente da INX Digital, la NW210 ha sorpreso per il grande equilibrio tra prestazioni da mid-range, qualità di stampa e costi ponderati. La narrow-web UV-LED inkjet realizzata dalla divisione digitale di Sakata INX racchiude in poco più di 3 metri tutta la tecnologia necessaria per realizzare etichette con banda massima di 210 mm, capace di soddisfare le esigenze di un ampio segmento di mercato, intercettando la crescente richiesta di soluzioni destinate a produzioni on-demand ma in grado, all’occorrenza, di far fronte a picchi produttivi mid-run. La narrow-web di INX Digital può raggiungere una produttività massima di 23 metri lineari al minuto, stampando su carta, poliestere, BOPP, PP, supporti metallizzati e alluminio con spessore inferiore a 0,1 mm. La NW210 sfrutta appieno il mix di prestazioni e affidabilità delle teste di stampa Xaar 1002 a goccia variabile (da 6 a 42 pl) con risoluzione massima di 720 dpi e la dotazione colore, che arriva fino a 6 canali (CMYK e in più gli opzionali: Bianco, Varnish, Orange e Green). L’elevata predisposizione di INX Digital alla personalizzazione permette, inoltre, di accedere a una gamma completa di opzioni, tra cui il trattamento corona e un modulo opzionale per la fustellatura laser, con potenza massima di 400 W. www.inxdigital.com

La gamma Jetrion è accompagnata delle potenti suite software di EFI, di fatto la software house di riferimento del settore. Insieme al tool standard Fiery XF, che governa le code di stampa e le funzionalità di color management di Jetrion, EFI è in grado di fornire agli etichettifici più grandi e organizzati anche il potente gestionale Radius. Gli utilizzatori più orientati al web-to-print possono invece contare sulle funzionalità evolute e sulla facilità d’uso di EFI Digital StoreFront.

Il software di gestione del workflow utilizzato dalla NW210 è realizzato per permettere la gestione dei dati variabili, oltre che una rapida fase di setup. Oltre 1.000 differenti setting preconfigurabili garantiscono agli operatori la possibilità di gestire i differenti parametri delle lavorazioni riconoscendo le impostazioni di labeling direttamente dai PDF, senza dover operare fermi macchina e ottimizzando i tempi delle lavorazioni.

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what’s inside

SPGPrints DSI 5330

Domino N610i

Con la DSI 5330, SPGPrints nel 2012 ha immesso sul mercato la prima stampante UV inkjet con 10 stazioni di stampa da 5 teste ciascuna. Alla quadricromia della versione base di questa macchina high end, pensata per affiancare sistemi analogici su tirature minori e con alti livelli di personalizzazione, si possono infatti aggiungere il primer, l’arancione, il viola, il bianco ad alta coprenza e due ulteriori stazioni per colori speciali. Tutti i fluidi alimentano teste di stampa Xaar 1002 da 5,5 picolitri con tecnologia di goccia variabile. Per garantire la precisione di stampa anche alla massima velocità della macchina (35 m/ min), il sistema di asciugatura dell’inchiostro prevede delle stazioni di pinning intermedie tra le stazioni colore e una lampada UV per la polimerizzazione finale. DSI 5330 può stampare su tutti i principali materiali cartacei, plastici e metallici, con una luce di stampa massima di 328 mm; riesce a supportare jumbo roll larghi fino a 330 mm e con un diametro di oltre 1.000 mm. Dotata di un sistema per la pulizia superficiale della bobina e per il trattamento corona, a questa stampante si può aggiungere anche un sistema di finishing tradizionale o laser in linea. Per quanto riguarda la gestione della macchina e dei file di stampa dal punto di vista software, DSI 5330 usa programmi Esko sia per la gestione del colore, sia per l’artwork e i dati variabili. ntg.it - www.spgprints.com

Al 2014 risale l’ultima versione della N610i, a sette colori, vincitrice del 2016 Best Label Printer EDP Award: con una velocità massima di quasi 75 m/min e una produttività di 3.000 m/ora, grazie alla possibilità di lavorare bobine fino a 1.000 mm di diametro, è una delle più produttive sul mercato. La multinazionale britannica è orgogliosa della tecnologia intelligente proprietaria iTech, che comprende ActiFlow – un sistema di ricircolo dell’inchiostro che ne mantiene costante la temperatura e rimuove eventuali microbolle d’aria –, CleanCap – un sistema automatizzato di pulizia e copertura delle teste di stampa –, e StitchLink – una tecnologia di controllo che garantisce il posizionamento preciso di tutte le teste, così da stampare senza soluzione di continuità su tutta la larghezza della bobina. Questa narrow-web UV inkjet è basata su teste di stampa piezoelettriche drop‐on‐ demand Kyocera con 5 livelli di greyscale. Il cost of ownership è mantenuto basso: nessun costo per clic, niente lastre, un unico modello di inchiostro, nessun pretrattamento in linea necessario (anche se sono comunque di serie un sistema per il web cleaning, per il trattamento corona, per il controllo antistatico e dei sensori per la guida della bobina). La N610i può essere usata da sola, con un sistema di finitura in linea oppure può diventare parte integrante di una stampante ibrida completa. www.domino-printing.com

Gli inchiostri UV a bassa migrazione e basso odore prodotti in house da SPGPrints sono disponibili in contenitori da 2,5 kg ciascuno. Grazie al bianco si può stampare su materiali trasparenti e metallizzati; con l’arancione, il viola e le tinte piatte inseribili nelle due stazioni aggiuntive, il gamut riproducibile è molto ampio. Il primer consente di aumentare la flessibilità del substrato, migliorare l’adesione e la qualità di stampa.

La stampante a 7 colori (CMYK, arancione e viola) riesce a coprire oltre il 90% dei colori Pantone. Lo speciale inchiostro bianco ad alta coprenza (oltre il 70%) consente non solo di ottenere un effetto tattile simile in tutto e per tutto alla serigrafia, ma anche di creare una gamma infinita di texture e immagini tridimensionali.

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What’s inside

Gallus Labelfire 340

Nilpeter PANORAMA DP-3

Il sistema per la stampa di etichette Labelfire 340, sviluppato insieme a Heidelberg (la società tedesca a capo del gruppo di cui fa parte la svizzera Gallus) coniuga tecnologia di stampa digitale a getto d’inchiostro UV e tecnologia flexo di stampa e finitura in linea. L’imponente sistema modulare end-to-end di produzione consente di ottenere in un unico passaggio bobine perfettamente finite, pronte per l’inserimento nell’etichettatrice, rimanendo competitivo anche per tirature piccole e medie (da 300-500 metri) e produzioni con dati variabili, gestibili da software. Il cuore tecnologico della Labelfire 340 è il modulo a getto d’inchiostro (DPU, Digital Print Unit): le teste di stampa piezoelettriche drop-on-demand hanno una particolare forma romboidale che ne agevola il montaggio e consente di ottenere una qualità di stampa uniforme, evitando l’effetto banding. Raggiunge una velocità di stampa di 50 m/min indipendentemente dal numero di colori usati e alla massima risoluzione nativa, che corrisponde a 1.200x1.200 dpi. Il sistema di stampa a otto colori (CMYK più bianco, a cui si possono aggiungere arancione, verde e viola) copre uno spazio colore molto ampio. La possibilità di eseguire più lavori sulla stessa bobina di partenza, senza dover arrestare la macchina per sostituirla, contribuisce a ridurre i tempi e quindi a incrementare la produzione. www.gallus-group.com

La narrow-web UV inkjet Nilpeter PANORAMA DP-3 è un sistema high-end progettato per avere tempi di avviamento e produzione brevi: e infatti ha un uptime superiore al 90%, un’accensione facile e rapida, una velocità di stampa che va dai 30 ai 50 m/min e una gestione completamente automatizzata del flusso di lavoro. Tutto questo la rende una soluzione ideale per quegli stampatori che desiderino affiancare alla propria tecnologia offset una macchina digitale per rispondere con sollecitudine alle esigenze di un mercato che chiede personalizzazioni sempre più estreme, tirature sempre minori e time-to-market sempre più stretti. Se il label converter ne avesse bisogno (il produttore dichiara che non sono necessari), PANORAMA DP-3 è configurabile sia con un sistema per il pretrattamento (web cleaning e trattamento corona), sia con un sistema modulare di finishing in linea (DP-3 & Converting). Riesce a stampare bobine da 350 mm di larghezza (per una luce di stampa che va da 50,8 a 322 mm), con un diametro massimo di 750 mm e un peso di 120 kg nel caso sia indipendente, mentre la bobina può raggiungere i 1.000 mm di diametro e i 350 kg di peso nel caso abbia il finishing in linea. Le teste di stampa Kyocera da 3 pl con 4 livelli di greyscale, alimentate da inchiostri UV (CMYK + bianco), offrono una risoluzione massima di 600x600 dpi. web.nilpeter.com

Con il pannello di comando HMI lo stampatore può gestire sia gli aspetti legati alla stampa digitale, sia i processi analogici connessi. Heidelberg Prinect Front End, software affermato fra gli stampatori offset anche grazie alla sua interfaccia semplice e intuitiva, automatizza ogni fase del processo di lavoro a cominciare dalla prestampa, inclusa la gestione del colore e quella dei dati variabili.

Attraverso l’ampio touchscreen l’operatore ha accesso al software Screen EQUIOS, che gestisce il flusso di lavoro e dà accesso a una serie di funzioni di serie o opzionali (profilazione colore, corrispondenza cromatica, step & ripeat automatico, gestione dei dati variabili, MIS).

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Ricoh Pro L4100 per dare spazio all’immaginazione La serie Ricoh Pro L4100 con i nuovi inchiostri Latex AR offre versatilità nelle applicazioni per interni ed esterni

Ricoh Italia Srl viale Martesana 12, 20090 Vimodrone (MI) Tel. 02.91987100 production_printing@ricoh.it - www.ricoh.it

Ricoh Pro L4160 e L4130 sono soluzioni ideali per applicazioni di grande impatto visivo su un’ampia gamma di supporti. L’ultima generazione di teste di stampa piezoelettriche Ricoh a goccia variabile (4 picolitri) garantisce qualità elevata e precisione anche nei dettagli. La bassa temperatura di polimerizzazione velocizza i cicli produttivi e la stampa su supporti sensibili al calore senza danneggiarli. I nuovi inchiostri Latex AR Ricoh sono caratterizzati da ecosostenibilità e rapida asciugatura. Oltre al CMYK, sono disponibili i colori arancio, verde e bianco per una creatività senza limiti.

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What’s inside

Konica Minolta bizhub PRESS C71cf La nuova bizhub PRESS C71cf è pensata per quegli etichettifici che stanno cercando di spostare parte dei propri volumi verso il digitale, in risposta a un mercato che chiede tirature ridotte, tempi di consegna più rapidi, personalizzazione e controllo delle commesse sempre maggiori. La tecnologia toner proprietaria Simitri HD E, a polimeri con componenti vegetali provenienti da biomasse, è sicuramente uno dei punti di forza di questa nuova bizhub PRESS e testimonia l’attenzione all’ecologia del produttore giapponese. Questo toner ha un basso impatto sull’ambiente in ogni fase del suo ciclo di vita, dalla produzione (genera il 33% in meno di CO2 rispetto alla fabbricazione di toner tradizionale), all’uso (per esempio, ha un’ottima resa su una vasta gamma di supporti, che non hanno la necessità di essere primarizzati), al riciclaggio. bizhub PRESS C71cf movimenta attraverso un avvolgitore e uno svolgitore Miyakoshi bobine da 330 mm con diametro massimo di 500 mm, stampando a una velocità variabile a seconda del supporto (da 8,5 a 18,5 m/min). Al RIP proprietario Konica Minolta IC602 possono essere affiancati un densitometro per la linearizzazione dei supporti e Accurio JetLabel, per la gestione dei flussi di lavoro e dei dati variabili. www.konicaminolta.it

OMET XFlex X6 JetPlus OMET XFlex X6 JetPlus è il risultato della combinazione tra il sistema di stampa flexo OMET XFlex X6 e la tecnologia digitale inkjet di Domino, che monta teste di stampa drop-on-demand Kyocera. Questa soluzione ibrida high end unisce i vantaggi di entrambe le tecnologie, ampliandone possibilità applicative e potenzialità: per esempio, si avrà una perfetta resa di tinte piatte Pantone e fondi pieni grazie alla flexo, e la possibilità di avere stampe personalizzate e basse tirature grazie al digitale. Uno dei punti di forza di OMET XFlex X6 JetPlus è la produttività per ogni tipo di tiratura: 75 m/min in modalità “rapid mode” digitale, 200 m/min in modalità flexo. Al doppio sistema di stampa si aggiunge il sistema di finitura in linea, opzionale e totalmente configurabile, che comprende tutti i moduli di nobilitazione e conversione flexo, oltre a Monotwin Cut, il gruppo fustella che taglia usando un unico cilindro magnetico per etichette di qualsiasi forma e dimensione (l’unica cosa che deve essere cambiata è il lamierino flessibile). Il modulo digitale beneficia della tecnologia Domino, che comprende Clean Cap, per la pulizia delle teste di stampa, StitchLink, per il loro preciso posizionamento, e ActiFlow, per il ricircolo dell’inchiostro, oltre al software per la gestione colore Esko Digital Front End (DFE), con l’opzione VDP per la gestione dei dati variabili. printing.omet.com

I toner polimerizzati come Simitri HD E si differenziano da quelli polverizzati per la dimensione delle loro particelle, che nei primi sono molto più piccole e hanno una resa maggiore rispetto ai secondi. Inoltre, il toner a polimeri richiede una temperatura di fusione più bassa: questo fa sì che si possano stampare anche supporti sottili e sensibili al calore. Entrambi gli aspetti contribuiscono a ridurre la quantità di energia usata e, di conseguenza, le emissioni di CO2.

Un particolare dell’unità di stampa digitale con tecnologia Domino con quattro stazioni colore (aggiornabili a 6). Può essere configurata anche direttamente con 6 colori (CMYK, arancione e viola), e in tutti i casi si può aggiungere una stazione in più per il Digital White. Supporta inchiostri UV-curable, il che consente di stampare su un’ampia gamma di materiali diversi senza bisogno di pretrattamento.

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ADSI iTech CENTRA HS Label Printer & Finisher Il brand americano ADSI (Allen Datagraph Systems Inc.), distribuito in Italia in esclusiva da NTG Digital, propone una gamma molto vasta di stampanti per etichette compatte, con tecnologia sia inkjet che toner, pensate per soddisfare le esigenze più varie. Vediamo più da vicino il sistema iTech CENTRA HS, composto da una stampante con motore di stampa a LED toner e da un sistema di finitura non in linea. Con una velocità di stampa massima di oltre 9 m/min e una risoluzione massima di stampa di 600x1.200 dpi, è interessante per quelle piccole realtà che, a fronte di una spesa contenuta, cerchino una soluzione versatile per produrre in house piccole e medie tirature. Riesce a stampare bobine non pretrattate in vari materiali, anche prefustellate, larghe da 216 a 317 mm e con un diametro massimo di 355 mm. Insieme al sistema iTech CENTRA HS Printer & Finisher sono inclusi Wasatch SoftRIP con retino stocastico (compatibile con Windows7, Vista32, Vista64 e Windows XP) e Allen Direct Cut, per gestire il finishing. Un modulo opzionale di Wasatch SoftRIP consente di gestire i dati variabili, ovvero di personalizzare le etichette inserendo per esempio codici a barre, QR code o altri elementi variabili. www.ntg.it - www.allendatagraph.com

Afinia DLP-2000 Definita dallo stesso costruttore una “mini stampante digitale per etichette”, è la versione completa di finishing in linea della compatta L801, che, come si può vedere nella fotografia qui sotto, costituisce la prima sezione dell’intera macchina. È pensata per la stampa di bobine in carta e materiali autoadesivi compatibili con inchiostri a base acqua da 50 a 206 mm di larghezza e fino a 203 mm di diametro, che possono arrivare a 450 mm utilizzando lo svolgitore opzionale. Dotata di teste di stampa Memjet alimentate da inchiostri dye based ad asciugatura istantanea, con Afinia DLP-2000 si riesce a ottenere una risoluzione massima di 1.600x1.600 dpi. Grazie al software Wasatch SoftRIP, opzionale, lo stampatore avrà a disposizione una serie di strumenti avanzati per la gestione del colore con i quali potrà creare profili ICC ad hoc, migliorare la brillantezza delle stampe e ridurre i costi profilando i materiali usati. Il vero elemento differenziale di Afinia DLP-2000, rispetto a molte delle altre macchine nel segmento entry level, è il finishing in linea: in un unico passaggio, a una velocità massima di 9 m/ min, si ottengono etichette perfettamente stampate, laminate, tagliate, sfridate. In altre parole, oltre 3.500 etichette di circa 9 centimetri di diametro pronte per essere inserite in un’etichettatrice in meno di 20 minuti. www.afinialabel.com

Il finisher iTech CENTRA HS consente di controllare attraverso un touchscreen di grandi dimensioni le operazioni di plastificazione, taglio (con un plotter a lame con diverse inclinazioni), rimozione degli sfridi e slitting (il taglio verticale della bobina) in un solo passaggio. L’allineamento tra stampa e taglio è garantita dal sistema ottico di registrazione SMARTMark per la scansione dei crocini di stampa.

Qui sopra si possono vedere alcuni dettagli del processo di finitura: la laminazione, il taglio analogico e la sfridatura, necessaria per ottenere la bobina “pulita”. Il taglio viene eseguito grazie a un cilindro semirotativo magnetico RotoMetrics ad alta precisione (ha un margine di errore di 0,2 mm) che supporta matrici flessibili lunghe da 25 a 305 mm e larghe 216 mm. Alla fine del processo, sei lame verticali consentono di tagliare i rotoli in sezioni della misura desiderata (slitting).

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iSys Label EDGE 850

Primera CX1200e

EDGE 850 si può definire una narrow-web “ultracompatta”, misurando, con il feeder, solamente 660x434x546 mm, più i 406x502x483 mm del riavvolgitore. Per le sue caratteristiche ben si presta ad affrontare piccole e medie tirature: con una velocità di stampa massima che supera i 9 m/min, lavora bobine larghe da 76,2 a 216 mm (la macchina ne rileva automaticamente la larghezza) e anche materiali prefustellati e pretagliati. La qualità di stampa, con una risoluzione fino a 1.200x600 dpi, è garantita dalla tecnologia dry toner, che non richiede di pretrattare i numerosi materiali stampabili. Oltre alla quadricromia base, che riesce a coprire fino all’82% dei colori Pantone, è disponibile un canale supplementare per la stampa del bianco (opzionale). Proprio perché non presuppone che l’acquirente di EDGE 850 sia un esperto di stampa, ma magari un piccolo produttore o uno studio grafico, iSys Label ha semplificato operatività e manutenzione, così da consentire lavorazioni inhouse snelle e un immediato inserimento delle bobine stampate all’interno del flusso di lavoro. La suite software proprietaria EDGE2Print, con gestione colore Harlequin, è inclusa, mentre è opzionale iVDP, che serve a gestire i dati variabili, ampliando le possibilità di personalizzazione e agevolando l’inserimento di codici a barre e altri numeri identificativi. www.isys-label.com

Primera CX1200e è una stampante digitale con tecnologia toner in grado di gestire bobine fino a 203 mm di larghezza, ottimizzata per basse e medie tirature e studiata per offrire, in quest’ambito, un ottimo rapporto prezzo-qualità. Grazie a una gestione semplice e un costo contenuto, ben si adatta a un utilizzatore che non intende rivendere lo stampato ma usarlo: aziende agricole e cantine, torrefazioni, piccoli studi grafici. Il punto di forza di questa macchina, infatti, è una risoluzione che riesce a competere con macchine di categoria superiore, arrivando a 2.400x600 dpi, e la possibilità di riprodurre attraverso la quadricromia standard fino al 64% delle tinte Pantone. Sempre in risposta alle esigenze di un target non necessariamente di professionisti della stampa, Primera ha lavorato per ottenere uno strumento facile da usare: nessuna necessità di pretrattare il materiale, quindi, manutenzione ridotta al minimo (sostituzioni pianificate del transfer belt, del fusore e del contenitore del toner usato, occasionale aspirazione dell’interno della macchina) e un software RIP intuitivo incluso (PTPrint). Il supporto tecnico post vendita da remoto è gratuito. La stampante può essere equipaggiata con il sistema di finitura digitale FX1200e che consente di laminare, fustellare, tagliare e riavvolgere le bobine. www.prime-tec.eu - www.primera.eu/it/

Caratteristica non scontata in stampanti compatte, EDGE 850 offre la possibilità di stampare anche con toner bianco. Questa opzione apre una possibilità interessante anzi, spesso fondamentale, nel mondo della stampa di etichette: quella di stampare su supporti colorati, trasparenti e metallici. Un plug-in del RIP Harlequin permette agli utenti di scegliere se usare il toner bianco come base oppure come tinta piatta.

Primera ha studiato un sistema per il riavvolgimento intelligente delle bobine, non comune tra i sistemi di pari categoria. Attraverso uno speciale sensore collegato al mandrino di riavvolgimento, IntelliTorque (questo il nome del dispositivo brevettato) consente di mantenere il substrato perfettamente e costantemente tensionato, e quindi di garantire una perfetta registrazione tra i colori.

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materiali Da sempre attenta allo sviluppo digitale, tra i primi big dell’autoadesivo a creare un range ottimizzato per HP Indigo, Arconvert è oggi uno scrigno di prodotti d’eccellenza e di competenze al servizio degli stampatori più evoluti

Quando l’autoadesivo “digitale” sposa l’eccellenza

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ino, champagne, olio, liquori, beni di lusso: sono questi i settori in cui a un’etichetta è richiesto di esprimere il massimo livello di design e ricercatezza. E alla tecnologia applicata alla sua produzione il massimo livello di sofisticatezza. Mondi esclusivi, serviti da una community di etichettifici e stampatori specializzati, dotati di un mix di tecnologie di stampa e converting estremamente variegato, che consente di soddisfare esigenze specifiche come colori spot, neri opachi, effetti di embossing, metallizzati, fustellature speciali e molto altro. Un segmento che, specie nella sua fascia top, vede nel materiale autoadesivo un elemento chiave per l’ottenimento dell’effetto desiderato e per il raggiungimento di specifiche performance di resistenza alla manipolazione, all’umidità e ai grassi, alle alte e basse temperature. Sembra impossibile che una tale

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dimensione di sogno possa mai vedere la stampa digitale giocare un ruolo chiave. Ed è un dato di fatto che anche tecnologie consolidate e leader di fatto come HP Indigo – per cui Arconvert ha formulato un range di prodotti ad hoc, siano riuscite a penetrare solo marginalmente l’industria dell’etichetta – non tanto per ragioni qualitative o cromatiche, quanto appunto per il livello estremo di specializzazione richiesto da ogni singola applicazione. Ma l’evoluzione non si ferma e l’offerta di tecnologie di stampa digitale non è mai stata così ricca, aggressiva e convincente. E allo stesso modo un leader dell’autoadesivo come Arconvert ha scelto di supportare gli innovatori, pur restando solidamente al fianco degli etichettifici leader di mercato. || In alto la modernissima unità produttiva di Arconvert ad Arco di Trento, dotata di una piattaforma di slitting e logistica di prim’ordine per i materiali autoadesivi


materiali

intervista a Carlo Codermazzi General Manager di Arconvert

“L’innovazione tecnologica non è quasi mai frutto del caso, ma di un assiduo lavoro di laboratorio fatto di esperimenti e misurazioni”

Cosa significa la stampa digitale per Arconvert? Come è nata e si è evoluta la domanda di prodotti specifici? Dalla prima stampante laser nel 1969 a oggi, la tecnologia digitale ha subito un’evoluzione molto rapida: una rivoluzione tecnologica ed estetica che ha cambiato il modo di comunicare e lo stesso settore della stampa, che è ora in grado personalizzare anche le piccole tirature pur mantenendo un elevato livello qualitativo. Come sempre Arconvert ha intuito il cambiamento e ha risposto a questa nuova esigenza del mercato. Da sporadica, la domanda di carte e film per il digitale si è fatta via via più frequente, fino a diventare costante. Ecco perché Arconvert continua a sviluppare materiali autoadesivi performanti e facili da lavorare in digitale, cercando di interpretare le necessità di stampatori ed etichettifici in base alle specifiche applicazioni d’uso. Qual è l’approccio al digitale di Arconvert? L’entusiasmante esperienza di collaborazione con HP, che ha portato alla certificazione Indi-

go dei materiali autoadesivi IDP prodotti da Arconvert, la dice lunga sul metodo che abbiamo affinato negli anni per sviluppare nuovi prodotti. L’innovazione tecnologica non è quasi mai frutto del caso, ma piuttosto di un assiduo lavoro di laboratorio fatto di esperimenti e misurazioni, combinato con una fase di confronto con i partner – i fornitori e i clienti stessi – che spesso, con i loro suggerimenti, contribuiscono alla creazione di un nuovo prodotto o al miglioramento di quelli esistenti. Lo sviluppo di nuovi materiali in Arconvert avviene secondo i più elevati standard qualitativi e l’immissione sul mercato viene autorizzata solo a fronte di accurati test che ne accertino le performance in termini di lavorabilità, stampabilità, facilità di dispensazione e resistenza agli agenti esterni. Quali le vostre valutazioni su questo ormai vastissimo portafoglio di tecnologie? “Personalizzazione” e “piccole tirature” sono le parole d’ordine per avere accesso a un mercato in forte crescita. Il proliferare di nuovi macchinari e tecnologie

per la stampa digitale non è altro che la risposta a stampatori ed etichettifici che vogliono sempre di più stampare on demand. La globalizzazione ha portato anche l’esigente settore del food and beverage alla polverizzazione, dove un numero elevato di player genera un numero enorme di microtirature. È chiaro che chi ha le macchine più performanti e una logistica efficace può trarre maggiori benefici da questa evoluzione. Ma come sempre, a parità di servizio offerto, l’etichettificio vincente sarà a nostro avviso quello che saprà offrire il massimo livello qualitativo non solo nella stampa, ma anche nella qualità dei materiali utilizzati. Un adesivo poco performante o una carta di scarso livello possono causare contestazioni e l’abbassarsi del posizionamento del prodotto sullo scaffale. Le statistiche parlano chiaro. Un’etichetta curata ed elegante può cambiare il comportamento di acquisto del consumatore. Ecco perché i player del food and beverage pretendono che gli etichettifici realizzino etichette di qualità anche in piccole tirature stampate in digitale.

Tra electroink e toner, inkjet UV e waterbased... la sfida della compatibilità e del “no primer” Non è un mistero che primer e primerizzazione comportino per lo stampatore un costo aggiuntivo, sia in termini di acquisto e magazzino tout court che di tempo lavorativo. Per questo motivo gli etichettifici includono sempre più spesso questa “variabile” tra i fattori da valutare quando acquistano una nuova macchina, unitamente al proprio portafoglio clienti, alla rete di vendita, ai volumi previsti, agli aspetti logistici. Da fornitore moderno e attento alle esigenze degli enduser, Arconvert prende atto della scelta fatta dal singolo cliente e si impegna sempre più a fondo per soddisfarne al meglio le necessità, fornendogli il mate-

riale più adatto alla tecnologia di stampa che ha a disposizione. Ecco il perché del costante sforzo di Arconvert, che continua incessantemente a investire per offrire una gamma di prodotti ampia e diversificata, tale da adattarsi alla maggior parte delle attuali tecnologie di stampa digitale. Tra i settori in cui Arconvert ottiene i risultati più importanti c’è quello del food and beverage, e in particolare i segmenti del vino, delle bollicine, dell’olio e delle specialità alimentari sotto vetro – dove i clienti chiedono materiali di elevata qualità, che abbinino elevate performance tecnologiche alla bellezza e poliedricità dei frontali Fedrigoni.

Arconvert SpA Via Del Linfano, 12 38062 Arco – Trento T: +39 0464 584444 F: +39 0464 532024 info@arconvert.com www.arconvert.com

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wild format Scopriamo perché a volte è meglio preferire la stampa digitale all’offset e quali sono gli errori più comuni da evitare

Lo sconosciuto mondo della stampa wide format

fonte: datacolor.comEbis

di Sonja Angerer // sonja@rrrabbitproductions.de

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e siete dei principianti che desiderano muovere i primi passi nel meraviglioso mondo della stampa digitale wide format, questo è l’articolo che fa per voi. Nata molto tempo dopo l’offset tradizionale, la stampa digitale di grande formato ha raggiunto risultati di altissima qualità, anche se rispetto alla stampa tradizionale, usata per stampare i giornali o i magazine, rimane ancora tanta strada da fare. È pur vero che per la stampa inkjet ci sarebbero tante applicazioni che invece non vengo-

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no ancora sfruttate al meglio. Prendiamo il caso del direct marketing. Le agenzie pubblicitarie non hanno vita facile al giorno d’oggi: siamo continuamente aggrediti da un’infinita gamma di messaggi, sia digitali che analogici, e questo spesso causa il fallimento della maggior parte delle campagne di marketing, che finiscono con il passare completamente inosservate. La stampa digitale può essere una valida alternativa per creare modi di comunicare nuovi e freschi. Non solo: oltre a essere adatta per la pubblicità indoor e outdoor viene spesso usata anche per

Sonja Angerer si accosta al mondo della stampa come grafica. Con il passare degli anni la sua passione per le materie tecnologiche, soprattutto relative alle tecniche stampa e ai nuovi macchinari, unitamente alla scrittura, la portano a diventare giornalista specializzata di tecnologie inkjet. Attualmente scrive su vari magazine e portali di settore, tra cui le riviste tedesche “Large format” e “New Decor”. Ha fondato Rrrabbitproductions, studio editoriale specializzato in tecniche di stampa, strumentazioni, software e macchinari. Sonja tiene anche corsi e classi incentrati sulle tematiche della stampa industriale e digitale, oltre a offrire servizi di traduzione e gestione dei Social Media.


wild format operazioni che non hanno alcun fine commerciale, e sono puramente estetiche o decorative. Prendiamo il caso della carta da parati. Grazie alle più recenti tecnologie di stampa HP, anche le piccole realtà commerciali possono permettersi il lusso di brandizzare vetrine, interni e uffici. E le possibilità non si fermano qui. Si possono personalizzare anche superfici estese come pavimenti, mattonelle, piani dei tavoli, tessuti per la casa. Una soluzione ideale non solo per la location di un evento, ma anche per spazi destinati a durare nel lungo periodo, come la hall di un ospedale o di un centro commerciale. Le nuove macchine da stampa inkjet wide format hanno luce di stampa fino a 5 metri, mentre la lunghezza è potenzialmente infinita. Pensando a queste misure è facile immaginare risultati sorprendenti. Vediamo qualche esempio di installazioni particolarmente riuscite realizzate in passato per scopi promozionali. Uno dei più noti progetti di stampa digitale wide format, risalente al 1999, ha visto il grattacielo della Bayer AG a Leverkusen (Germania) trasformato in un’enorme confezione di Aspirina. Da quel momento tantissimi sono stati i palazzi, i ponti, i cantieri abbelliti da immagini, pubblicitarie o puramente decorative. Come? È sufficiente ricoprire la struttura originaria con enormi strisce di tessuto, in precedenza stampate con la grafica desiderata usando macchine digitali, per ottenere un risultato completamente diverso da prima. Un altro caso di rivestimento che merita di essere ricordato è quello realizzato in occasione del restauro della famosa statua della Bavaria di Monaco: invece del solito banale telo, a ricoprire la statua è stata messa della stoffa stampata in stile trompe-l’œil,

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grazie alla quale si aveva l’impressione che sul piedistallo non ci fosse più nulla. A rendere più efficace l’effetto ci pensava il messaggio stampato, che spiegava al pubblico cosa era successo: la statua aveva vinto la lotteria e aveva deciso di andarsene in vacanza (figura 1). Ma non è obbligatorio ricorrere a progetti così impegnativi per lasciare il segno: i workflow automatizzati e i cutter flatbed permettono di produrre piccole tirature di espositori POS e confezioni personalizzate a proprio piacimento (figura 2), ideali per campagne o esercizi commerciali che dispon-

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gono di poco budget. O ancora, perché non sfruttare queste nuove tecnologie per regali divertenti, personalizzando tazze, piatti, portachiavi e pupazzi, o addirittura oggetti ben più complicati come possono essere un computer o uno snowboard?

Pensare fuori dagli schemi L’originalità di un progetto di stampa digitale dipende interamente dall’idea creativa che lo genera. Potrebbe sembrare un’affermazione ovvia, ma capita spesso di vedere campagne pubblicitarie in wide format che non hanno saputo sfruttare al 100% il potenziale creativo offerto loro dalla tecnologia con cui sono state prodotte. Per realizzare un poster di grande formato, il designer non può limitarsi ad adattare la grafica realizzata per una brochure, ma deve ricominciare da capo, pensando ai vantaggi e alle potenzialità del formato e della macchina di stampa che ha a disposizione. Facciamo un esempio ancora più specifico: nel caso di manifesti che dovranno essere visti sia con la luce solare che di notte, retroilluminati (ad esempio nel caso delle pensiline degli autbous), esistono delle stampanti inkjet che sono in grado, grazie a uno specifico uso dell’inchiostro bianco, di creare degli strati di colore che permettono alle immagini e ai testi di rimanere sempre perfettamente visibili indipendentemente dalla fonte di luce a cui sono sottoposti, senza perdere nitidezza o qualità dei colori originali. Pensiamo anche al vantag-

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wild format gio economico che può derivare dalla scelta di optare per una tecnologia digitale. Mentre per tirature contenute i prezzi della stampa offset rimangono molto alti, con la tecnologia digitale è possibile stampare poche copie - o anche solo una - a cifre decisamente più contenute. Questo perché il processo di preparazione della stampa offset prevede vari passaggi, quindi tempo e consumabili, che invece con il digitale non esistono. L’economicità della stampa inkjet spesso si conferma anche su tirature più alte, fino a 1.000 copie. È davvero importante ricordarsi sempre che per avvicinarsi efficacemente al digitale è necessario pensare in modo nuovo, abbandonando la mentalità legata all’analogico in favore dell’approccio inkjet. Un piccolo trucco potrebbe essere quello di prendere spunto dal mondo della pubblicità online, che ha molti lati in comune con il mercato della stampa digitale. Spesso infatti questi due strumenti si compensano a vicenda. Dei poster wide format possono aiutare notevolmente le campagne web, raddoppiando la loro efficacia e aumentandone l’impatto visivo. E non è tutto. Attraverso l’applicazione di strumenti di ultima generazione - QR code, beacon Bluethoot, contenuti per la realtà aumentata (AR) - su poster, confezioni o display diventa possibile interagire con gli utenti che possiedono uno smartphone, raccogliendo anche dati di vendita e feedback molto utili per le aziende. Tenuto conto della sempre maggior popolarità che sta guadagnando lo shopping online, presto i packaging personalizzati e interattivi potrebbero diventare uno

dei pochi canali efficaci per raggiungere determinate fasce di consumatori. Essendo un mercato in continuo sviluppo, la stampa digitale vede anche molta sperimentazione. In occasione dell’ultima drupa, ad esempio, i più importanti produttori di stampanti digitali hanno introdotto macchine da stampa inket nuove e sempre più veloci per il settore specifico del cartone ondulato (figura 3), come la EFI Nozomi C18000 o la HP PageWide C500 Press. I brand-owner più avanzati e visionari inizieranno ad esplorare nuovi concetti di packaging, creando un nuovo mercato digitale che secondo gli esperti potrà valere fino a 400 milioni di euro nei prossimi anni.

Il materiale scelto conta tanto quanto l’idea di partenza Le moderne tecnologie di stampa inkjet permettono di intervenire su pressoché qualunque tipo di materiale: carta, alluminio, autoadesivo, tessuto, plexiglass, vetro e anche superfici inusuali come lamine di metallo o assi di legno. La maggior parte delle superfici destinate all’outdoor, tuttavia, è principalmente composta da PVC. I designer con un occhio di riguardo per l’impatto ambientale preferiscono perciò orientarsi su soluzioni più green, di origine tessile o che comunque non contengano cloruro di polivinile, sostanza molto dannosa per l’ambiente. Esistono diverse alternative valide, tra cui il cartone ondulato, che è però adatto a installazioni esterne di breve termine. Materiali impossibili da riciclare sono anche il legno, il metallo e i laminati che - una volta terminato l’uso finiscono direttamente in discarica. Per essere certi di mantenere un impatto sulla natura il più rispettoso possibile, anche nella stampa digitale si dovrebbe pensare a quello che sarà il corso di vita del prodotto, come è consuetudine fare in qualunque altro tipo di processo produttivo.

Essere un po’ nerd aiuta

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Come qualsiasi tecnologia sconosciuta in precedenza, un minimo di background tecnico aiuterà ad evitare gli errori più comuni. Ma non preoccupatevi troppo. In questo caso gli esperti del settore hanno già combattuto innumerevoli campagne creative, acquisendo tutta l’esperienza necessaria per guidarvi attraverso i vari processi di stampa. Ciononostante, è bene fare attenzione e ricordare che il mondo inkjet rimane molto diverso da quello della stampa tradizionale. Prendiamo in esame il fattore della risoluzione di

stampa. Spesso i designer che non lavorano abitualmente su grandi formati tendono a sottostimare il fattore della distanza visiva e finiscono con il produrre file incredibilmente pesanti e con troppi dpi rispetto a quello che sarà poi il loro utilizzo finale. Per un poster in formato superwide destinato ad essere visto solo da lontano, per esempio, la risoluzione si aggira tipicamente attorno ai 75 dpi. Il motivo è che da una lunga distanza è impossibile vedere chiaramente la maggior parte dei dettagli, per cui è assolutamente sensato stampare formati grandi a una risoluzione molto bassa, con un conseguente risparmio di inchiostro. Si consideri inoltre che, se producessimo un file nativo Photoshop in formato 10x15 metri mantenendo una risoluzione di 300 ppi, questo finirebbe per pesare tra i 59 e i 234 GB, a seconda della profondità del colore. Senza dubbio una dimensione notevole, che la maggior parte degli attuali sistemi informatici faticherebbe a gestire. Paradossalmente sono le stampe più piccole, destinate ad essere viste da soli 30 cm di distanza, a richiedere una risoluzione di gran lunga superiore, che in alcuni casi particolari può addirittura raggiungere i 2.400 dpi. Esistono molti altri dettagli su cui è necessario soffermarsi durante i processi di stampa digitale, per non rischiare di confondersi basandosi sulle precedenti conoscenze nei campi della stampa commerciale o della serigrafia. Ad esempio, una macchina da stampa wide format può arrivate a usare fino a 12 diversi colori di processo, avendo quindi a disposizione un gamut incredibilmente più ampio rispetto a quello che si potrebbe mai avere nell’offset. Persino il posizionamento dei punti in una stampante inkjet potrebbe differire considerevolmente da quello che avremmo in una macchina offset.

È sempre meglio affidarsi a un esperto del settore Chiedere consiglio al proprio stampatore di fiducia è senza dubbio il miglior modo per ottenere un’ottima qualità di stampa, corrispondenza del colore tra i vari elementi, e le più innovative tecnologie. Ultimo appunto. Come in tanti altri ambiti, anche nel campo della stampa digitale wide format il detto per cui spendere poco significa spendere il doppio, rimane assolutamente vero. Per cui non fatevi tentare dall’idea di risparmiare qualche decina di euro su una stampa digitale optando per un servizio fai da te. Per arrivare a un prodotto di qualità è necessario mettersi nelle mani di un esperto. E alla fine, vedrete, ne sarà valsa assolutamente la pena!



tecnologie Move esorta i propri clienti: "Fate volare le vostre idee". Ed è la prima ad aiutarli a farle decollare grazie agli effetti speciali che realizza grazie alla produttiva flatbed di casa swissQprint, distribuita in esclusiva per l'Italia da Fenix Digital Group

Qual è il segreto dietro le sorprendenti applicazioni di Move? La versatile Nyala 2

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na cartotecnica che non ha bisogno di pubblicità: basta il passaparola dei propri clienti soddisfatti. Non è fantasia: questa è Move, azienda trevigiana in cui operosità e sperimentazione vanno a braccetto e realizzano applicazioni sorprendenti. Applicazioni che non sarebbero possibili senza Nyala 2, attiva e in bella vista nello stabililmento di Tezze di Vazzola. Nata come cartotecnica offset, Move ora è perfettamente in equilibrio tra digitale e tradizionale, grazie all'integrazione in azienda dell'ammiraglia di casa swissQprint, fin dal lancio italiano della prima generazione della stampante, a Viscom 2012. A due anni fa risale poi la sostituzione con Nyala 2, che permette di sostenere maggiori volumi produttivi mantenendo una grande versatilità applicativa, a cominciare dalla gamma di supporti che si possono stampare. «Le sfide che i nostri clienti ci pongono sono sempre più grandi. Per fortuna, da quando abbiamo la swissQprint in azienda, non ci poniamo più limiti: non solo

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cartone e cartoncino, ma pannelli di ogni materiale, PVC, polimetilmetacrilato, legno, metallo, oltre ai materiali flessibili che riusciamo a lavorare grazie all'opzione roll-to-roll», si entusiasma Mirko Brisotto, uno dei giovani fondatori dell'azienda. «Ricordo in particolare un lavoro stampato su un supporto flessibile trasparente: osservandolo da un lato si vedeva una grafica, mentre guardandolo dal lato opposto se ne vedeva una diversa. Siamo riusciti a ottenere questo risultato con la lavorazione "multilayer", letteralmente "multistrato". Ovvero abbiamo stampato sulla stessa superficie di materiale prima un'immagine, poi uno strato di inchiostro bianco, per uniformare la base, e infine la seconda immagine. La sorpresa è garantita!». || Due esempi di lavorazioni particolari realizzate da Move con Nyala 2: a sinistra una stampa in rosso e bianco, perfettamente coprente, su cartone alveolare nero; a destra, il raffinato effetto graffiato è stato ottenuto stampando su alluminio


tecnologie tecnologie

intervista a Mirko Brisotto Cofondatore di Move

“Nyala 2 è come un fuoristrada: potente e flessibile, ci permette di andare ovunque vogliamo, anche in territori finora inesplorati”

Move, cartotecnica (anche) digitale: ci raccontate questa storia? Siamo nati come cartotecnica tradizionale, ma qualche anno fa ci siamo resi conto che, a causa della crisi del settore fotolitografico nel nostro territorio, il Veneto, molte persone con grandi professionalità e competenze cercavano una nuova collocazione nel mercato del lavoro. Da qui è scaturita l'idea di partire con un progetto tutto nuovo per Move: dedicare un dipartimento esclusivamente alla stampa digitale. Abbiamo colto un'opportunità, abbiamo rischiato e ci siamo buttati. Questo ci ha aperto immediatamente nuove strade e ha portato nuovi progetti, tanto che ora la nostra produzione è equamente divisa tra offset e digitale. Come entra Nyala 2 nella vostra azienda? È tutta "colpa" della nostra sete di novità. Quando abbiamo cominciato a guardarci intorno alla ricerca di una true flatbed, abbiamo cercato una macchina che fosse non solo produttiva, ma

anche versatile, e ci consentisse di sperimentare senza freni. Fenix Digital Group ha compreso le nostre esigenze e ci ha proposto la prima Nyala, che era già allora tra le più veloci sul mercato. Di questa macchina, quello che ci ha veramente lasciato senza fiato sono state però le applicazioni, che ci hanno fatto subito pensare alle infinite possibilità creative che ci avrebbe potuto aprire. Perché Nyala, e ora Nyala 2, più che a una Ferrari la si può paragonare a un fuoristrada: potente e flessibile, ci permette di andare ovunque vogliamo, anche in territori finora inesplorati.

Come descrivereste il vostro rapporto con Fenix Digital Group? Fenix Digital Group ha creduto in noi fin dall'inizio. Ci ha aiutati nel momento più delicato, quando la nostra era solamente un'idea. Il team Fenix ha saputo interpretare i nostri bisogni perfettamente, e ci ha consigliato esattamente la macchina che ci serviva proprio quando ci serviva, ci ha supportato nella formazione e nella comprensione delle potenzialità di Nyala 2. Da allora, il rapporto di fiducia, dialogo e collaborazione con loro non è mai venuto a mancare.

|| La sede di Move a Tezze di Vazzola, in provincia di Treviso

I segreti dietro la scelta di Nyala 2: l'affidabilità di swissQprint e la competenza di Fenix Digital Group Nyala 2 è il cuore pulsante della produzione digitale di Move, di cui esaudisce tutti i desideri di produttività e versatilità. La produttività è garantita non solo dall'impressionante velocità di 206 m²/h che raggiunge in modalità "Speed", ma anche dall'opzione tandem di serie, che consente all'azienda veneta

|| Nyala 2 è il cuore del dipartimento di stampa digitale di Move

di eliminare i momenti di fermo macchina dovuti al carico e allo scarico del materiale: l'operatore lavora alternativamente su due sezioni del piano, caricando i materiali sia dal fronte che dal retro. Secondo Move, però, il vero plus di Nyala 2 è la versatilità, che si traduce in una qualità di stampa altissima e nella possibilità di realizzare numerose lavorazioni speciali. In concreto, questo significa riuscire a raggiungere e soddisfare clienti che hanno bisogno di espositori e packaging di fascia alta. Per esempio con stampe di qualità fotografica e un gamut cromatico esteso, grazie al sistema a goccia variabile delle teste di stampa da 9 a 42 picolitri (che consente di stampare caratteri leggibili fino a 2 punti tipografici) e alla possibilità di caricare fino a 9 colori contemporaneamente (oltre alla quadricromia di base, light ciano, light magenta, light nero, arancione, verde, viola, bianco, trasparente, primer, colori Pantone). Oppure con gli effetti tattili e tridimensionali che si ottengono grazie alle proprietà fisiche e chimiche degli inchiostri UV-curable, che riescono a strappare un «Oh!» di sorpresa anche ai clienti più esperti e smaliziati.

Fenix Digital Group srl Via Maggiate 69 28021 Borgomanero (NO) www.fenixdigitalgroup.com T: +39 0322 060 276 F: +39 0322 060 128 info@fenixdigitalgroup.com

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speciale Secondo il report di Smithers Pira, nel settore della stampa di etichette si assisterà a una crescita annuale del 5% fino al 2019

Grande crescita prevista per il label printing, mentre si esplorano nuove frontiere di Smithers Pira // info@smitherspira.com

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l contrario di alcuni mercati in cui la stampa tradizionale sta subendo un forte declino, le analisi degli esperti del settore sostengono che i label printers abbiano prospettive ben più rosee. Secondo i dati contenuti nel report “The Future of Label Printing Markets to 2019”, condotto da Smithers Pira, il mercato globale del label printing arriverà a valere 38,5 miliardi di dollari entro la fine del 2016. La somma totale di etichette stampate nello stesso anno riuscirà anche, per la prima volta nella storia, a superare il trilione di fogli A4. Quello delle etichette è un settore molto ampio e differenziato, che si sta evolvendo per rispondere alle varie influenze - tecniche e legislative - di un mercato in continua espansione. Secondo i dati raccolti dall’analisi Smithers Pira, fino al 2019 questi mutamenti si tradurranno in un indotto annuale maggiore del 5%. Il mercato italiano del label printing è pronto per riacquistare terreno rispetto al declino registrato nella prima metà del secolo, arrivando a registrare un valore pari a 1,25 miliardi di dollari nel 2019. Esistono diverse categorie di etichette stampate: acqua e colla, autoadesive, multi-part tracking, in-mould, shrink sleeve. La maggior parte dei settori è destinata ad avere un andamento di crescita variabile nei prossimi cinque anni ad eccezione delle etichette autoadesive, già regine del mercato, che godranno di un indice di cresci-

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Smithers Pira Market Intelligence

ta stabile. Le sleeve labels avranno una forte crescita, mentre nel caso delle multi-part tracking si assisterà a un netto calo delle vendite. I mutamenti futuri dei vari settori sono principalmente dovuti all’evoluzione delle nuove

tecnologie - in particolare le piattaforme di stampa digitale - ai passaggi di proprietà nei vertici aziendali e alle oscillazioni del mercato finanziario, a loro volta condizionati dai mutamenti economici e demografici mondiali.

Smithers Pira è un riferimento a livello mondiale nell’industria del packaging, della carta e della stampa. Fondata nel 1930, offre ai propri clienti servizi di consulenza tecnico-strategica finalizzati ad approfondire la conoscenza di questi mercati, identificare opportunità e valutare performance di prodotto. Per maggiori informazioni visitare il sito www.smitherspira.com o scrivere a info@smitherspira.com.


speciale Mutamenti economici e demografici L’andamento del mercato economico va a determinare in maniera diretta la richiesta per molti prodotti che utilizzano le etichette. Il settore più importante, quello del food, tende a mantenere una curva di vendita stabile anche in momenti di crisi, cosa ben più ardua per altri segmenti più piccoli. Nei paesi in via di sviluppo e nelle economie di transizione si sta assistendo a un mutamento di impatto globale: un aumento del reddito medio che porterà 2,7 miliardi di persone a essere considerati benestanti entro il 2021, con conseguente potere di spesa e volontà di uguaglianza. I maggiori brand e multinazionali si stanno organizzando di conseguenza, accrescendo notevolmente la loro presenza in America Latina, Sud-Est Asiatico e Africa.

Il comportamento dei consumatori Nella maggior parte dei settori commerciali, in seguito alla recessione economica l’atteggiamento mentale dei consumatori è diventato meno impulsivo e più pragmatico, con una netta tendenza allo sviluppo della fedeltà per un determinato marchio. I meno disposti al rischio invitano a “comprare responsabilmente”, leggendo maggiormente le etichette informative per fare acquisti informati. Parallelamente si è assistito a un aumento di interesse per le tematiche legate alla salute e al benessere fisico, seguito dal desiderio di maggior chiarezza e informazione nel mercato delle etichette. Le scelte d’acquisto per cibo o bevande dipendono molto dalle informazioni riportate sulle singole etichette, che invece un tempo venivano lette velocemente e senza attenzione. Il consumatore in cerca di sicurezze si affida a brand conosciuti, specialmente nei paesi in via di sviluppo, e alle informazioni riportate in etichetta che indicano il livello di qualità del prodotto, come ad esempio il paese d’origine.

La normativa vigente La legislazione relativa all’etichettatura alimentare è in continua evoluzione. Con il passare del tempo, gli elementi che devono obbligatoriamente comparire in etichetta sono aumentati sempre di più, rendendo necessario allargare lo spazio sul prodotto dedicato al testo. I criteri da seguire nella descrizione delle proprietà dell’alimento e dei suoi

ingredienti sono regolati da dettagliate leggi nazionali e internazionali, che si arricchiscono continuamente di nuove norme. Secondo la legislazione vigente, spesso il testo deve essere tradotto in vari idiomi, persino dialetti o lingue locali. Alcuni settori, come nel farmaceutico, pretendono che i prodotti siano sottoposti a sempre maggiore tracciabilità durante il processo di produzione e distribuzione. In Europa, ad esempio, la sola legge sull’etichettatura alimentare - numero 1169/2011 - introdurrà, a partire dal 13 dicembre 2016, diversi nuovi obblighi: indicare il paese di origine e provenienza della maggior parte degli ingredienti, in particolar modo della carne (sia fresca che surgelata); specificare le informazioni nutrizionali di ogni prodotto, con possibilità di inserire dettagli aggiuntivi sulla parte frontale del pacchetto; rispettare un’altezza minima per il font usato nei testi, che deve risultare sempre e comunque leggibile; indicare sempre, per ogni genere di cibo, gli eventuali allergeni presenti, mettendoli in particolare evidenza nel caso di piatti pronti; etichettare bevande con un’alta dose di caffeina come non adatte a bambini o a donne sia incinta che in stato di allattamento, indicando sempre la quantità di caffeina contenuta; quando superiore al 5% del volume totale, specificare la quantità di acqua aggiunta in prodotti a base di carne o di pesce sotto forma di tagliata, arrosto o bistecca, e precisare questo dettaglio nel nome del prodotto; indicare il tipo di olio vegetale usato, come nel caso dell’olio di palma. Tutto questo ha portato anche alla nascita di nuovi formati di etichette, in particolare le ECLs (Extended Content Labels), simili a piccoli libretti formati da più pagine. Un simile design permette di avere spazio in abbondanza per le normative, le specifiche del prodotto o altre informazio-

ni utili - come istruzioni per l’uso in diverse lingue, coupon o altre iniziative promozionali - senza andare ad aumentare lo spazio occupato dall’etichetta sulla confezione. Le ECLs sono particolarmente indicate per l’ambito farmaceutico, ad esempio nel caso di medicinali venduti in fiale.

Nuove possibilità per il label printing Le più recenti novità tecniche nel campo della stampa di etichette sono state viste in occasione dell’ultima edizione di drupa. Una delle maggiori tendenze identificate dal report Smithers Pira “Technology Forecast for Print and Printed Packaging to 2026” è l’uso sempre maggiore del servocomando e l’aumento dei livelli di automazione per riuscire ad avere un controllo più approfondito di temperatura e pressione durante il processo di stampa. Sempre più macchine sono inoltre dotate di una telecamera di controllo per controllare che i livelli qualitativi siano sempre rispettati. Si assiste a un incremento dell’automazione anche nel campo del finishing, con attrezzature laser che lentamente vengono usate per sostituire i mezzi tradizionali e inserite nel processo di lavoro per permettere la produzione di etichette single-pass.

Nuovi prezzi per la produzione di etichette L’ingresso di nuove tecnologie in un mercato in crescita come quello del label printing ha portato a un calo costante dei prezzi di produzione. L’analisi condotta da Smithers Pira mo-

Smit

hers Pira offre ai lettori di Italia Publishe rs uno sconto esclusivo del 10% sul report “The Fu ture of Label kets to 2019”

Printing Mar

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La stampa digitale I dati raccolti da Smithers Pira mostrano che nel 2010 la stampa digitale occupava il 6,9% del mercato totale, cifra che nel 2016 è salita all’11,2%. L’influsso del digitale appare anche più evidente se si considera il valore aggiunto, che ha portato a una domanda mondiale del 17,5% nel 2010, cifra che è arrivata al 26,2% nel 2016. Attualmente la stampa tradizionale rimane l’opzione principale nel settore del label printing, ma si prevede che verrà superata dal digitale - in termini di valore e non di volume - prima della fine del 2020. Per quanto riguarda invece le tecnologie più tradizionali, la crescita avverrà con meno slancio. La stampa tradizionale mostrerà un andamento statico, anche se le statistiche relative ai due maggiori mercati del settore - sheet-fed litho e gravure mostrano una crescita rispettabile.

L’emergenza dell’inkjet All’interno del digitale, le macchine di stampa a toner sono la tecnologia principale per marchi come Xeikon e HP. Ad ogni modo, l’inkjet è la tecnologia crescente con un volume annuo di stampa in crescita del 20% nei prossimi quattro anni. Questo porterà il mercato della stampa digitale a moltiplicarsi fino a sei volte rispetto al volume attuale nella decade 20102020. Il crescente interesse nei confronti della stampa digitale per il label printing si è

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(trillion A4 prints)

Total label printed volume

($ billion constant 2013 values)

stra che il prezzo medio per stampare 1.000 A4 subirà un calo pari al 12% nella decade 2009-2019. Questi cambiamenti economici non interesseranno però indistintamente tutti i settori, ma si concentreranno nel campo delle etichette in-mould, multi-part tracking e acqua e colla, mentre il risparmio produttivo che si registrerà negli altri settori sarà di gran lunga inferiore. Il cambiamento maggiore che si è registrato nel comparto del label printing è stata la tecnologia di stampa digitale, tra cui la stampa elettrofotografica a toner in polvere e l’inkjet, che stanno diventando sempre più accessibili anche alle masse, dimostrandosi particolarmente adatte per usi specifici. Nel frattempo il diverso peso economico della stampa digitale sta portando molti fornitori di servizi (PSPs) e brand ad avvicinarsi a queste tecnologie. La stampa digitale permette ai fornitori di adottare dei modelli di business meno impegnativi, riuscendo ad evadere gli ordini dei clienti in un lasso di tempo decisamente minore - fattore che può giustificare la richiesta di un sovrapprezzo - senza necessità di enormi scorte di magazzino.

Label types in global label market

speciale

|| Mercato globale delle etichette per tipo, 2009-19 (miliardi di $, costante prezzi e tassi di cambio 2013; bilioni di stampe A4) - Fonte: Smithers Pira

percepito chiaramente nelle novità presentate all’ultima edizione di drupa a Düsseldorf, Germania. Il mercato della stampa digitale di etichette è ormai densamente popolato, con al suo interno più di 40 produttori. L’obiettivo attuale è quello di arrivare a dei cicli di lavoro più veloci, in modo da incrementare la competitività sul prezzo rispetto al mercato tradizionale. Un’altra tendenza di mercato vede invece lo sviluppo di nuovi supporti, inchiostri - ad esempio le nuove soluzioni metallizzate - e opzioni decorative, per portare la stampa inkjet allo stesso livello dell’analogico. Mentre la qualità dei prodotti rimane la preoccupazione principale, diverse case produttrici offrono soluzioni ibride che includono caratteristiche sia consolidate che innovative nella stessa macchina, come accade nella Domino N6v10i: costruita partendo da una tecnologia di stampa digitale a sette colori, ha la possibilità di integrare moduli per stampa flexo, screenprinting, laminatura, varnishing e cutting.

Il potere del brand Le macchine inkjet hanno ridotto notevolmente i tempi di preparazione e non necessitano di materiale costoso come la stampa flexo. Questo le rende più economiche rispetto alle macchine tradizionali nel caso di basse tirature di stampa, il che ha invogliato diversi brand a ideare packaging promozionali e stagionali. Questo tipo di prodotto viene ormai progettato non solo per occasioni di grande rilievo come il Natale, ma anche per eventi minori come Halloween o gli eventi sportivi, ad esempio la UEFA Champions League. Il potenziale aggiunto ad ogni prodotto grazie a questo genere di packaging è stato ampiamente dimostrato in occasione della cam-

pagna “Share-a-Coke”, che ha visto etichette personalizzate per ogni confezione, create grazie ad etichette stampate con stampanti HP Indigo.

Le etichette e Internet I veloci progressi dell’online spingono anche il settore delle etichette a innovarsi continuamente. Molti prodotti grafici che in precedenza venivano stampati - libri, quotidiani, brochure, carta da lettere e anche buste - sono stati soppiantati da alternative digitali. Il packaging e le etichette rimangono però quasi totalmente immuni da questa migrazione, il che è un bene per la stampa offset anche se il parziale assottigliamento del mercato ha provocato un aumento della concorrenza da parte della stampa digitale, soprattutto per via dei continui miglioramenti che stanno avendo in questo campo. I nuovi software di produzione accessibili tramite Internet hanno aperto inaspettati mercati per i label printers, in particolar modo per coloro che hanno investito nella stampa digitale. Queste piattaforme di printon-demand possono tagliare drasticamente il tempo necessario perché il file raggiunga la stampante, aiutando la velocizzazione dei processi produttivi e l’abbassamento dei costi nel caso di stampe personalizzate. Il web-toprint aiuta anche a diminuire la serie di figure che si interpone tra il grafico e lo stampatore, altro fattore che aiuta a diminuire i prezzi di produzione. Software come Chili Publish sono stati creati appositamente per essere facili da usare, sono dotati di template che aiutano ad ottenere un file per la stampa corretto e sono configurati per interfacciarsi senza problemi con la suite Adobe. Con la crescita di questa tendenza, diventerà sempre più semplice per


i brand abbandonarsi alla creatività e interfacciarsi direttamente con chi si occupa della stampa del prodotto, senza necessità di ulteriori figure professionali per l’avvio alla stampa.

In-house printing La sempre maggiore disponibilità di stampanti digitali da scrivania può rappresentare un rischio per i piccoli stampatori, perché permetterebbe a chi commissiona basse tirature - come ad esempio le piccole case vinicole o i produttori alimentari di piccola taglia - di implementare modelli di auto-produzione. Un’altra idea di business potrebbe essere quella di offrire prodotti personalizzati, ad esempio nel caso di bomboniere per matrimoni. Il prezzo di partenza per questi devices base è solitamente compreso tra i 7.000 e i 40.000 euro. Gli inchiostri o i toner mantengono lo stesso costo di quelli contenuti in una macchina per l’alta produzione, dando un costo per A4 stampato che va da 1 a 3 centesimi. Queste macchine stanno anche cominciando ad essere dotate di moduli di finishing low-cost, con sistemi meccanici o magnetici per il taglio che offrono possibilità di tagliare o rifilare lo stampato. La minaccia per i piccoli stampatori potrebbe diventare ancora maggiore se anche i clienti più importanti, come le catene di ristoranti, seguissero questa tendenza, installando sistemi di stampa low-cost nei vari punti vendita e coordinando i diversi processi di produzione tramite un hub.

Presents

Pad 12 - Stand C39

WHITE GOLD SILVER CLEAR FLUORESCENT

Sicurezza e anticontraffazione Avere un’etichetta che svolga anche funzioni di sicurezza e anticontraffazione è senza dubbio molto utile, soprattutto nel settore farmaceutico, cosmetico ed enologico. Sigilli in grado di evidenziare eventuali manomissioni - shrink sleeves - sono ormai di uso comune e servono anche per controllare l’integrità di un pacco. La tecnologia di stampa digitale permette inoltre di assegnare ad un’etichetta un codice univoco, o semplicemente una serie di informazioni, consultabili tramite app - come Tesa dtect prodotta da Tesa Scribos - che permettono ai consumatori di controllare in prima persona la validità di quello che stanno acquistando. Per ottenere questo genere di risultati vengono impiegati vari tipi di meccanismi su entrambi i lati dell’etichetta, utilizzando sostanze chimiche speciali e non visibili ad occhio nudo. Un esempio dei risultati che si possono ottenere è un adesivo composto da vari strati di tessuto adesivo e inchiostro, che una volta rimosso lascia sulla superficie la parola “void”, rendendo noto ogni tentativo di apertura. A partire dal 2019, questi sistemi di etichettatura saranno resi obbligatori in Europa dal direttivo sulla falsificazione dei medicinali 2011/62/EU.

Conclusioni Il mercato globale potenziale di questo dinamico settore tecnologico è stato appunto analizzato e quantificato nel report “The Future of Label Printing Markets to 2019”, basato su una serie di ricerche approfondite, interviste a fornitori, produttori e consumatori. Una seconda fase di ricerca ha poi incluso approfondite analisi di mercato, report, articoli di giornale, brevetti, rassegne scientifiche nazionali e internazionali, e varie altre fonti che si riferissero alla stampa, alla carta o al packaging. Il report fornisce una serie di informazioni utili, tra cui una proiezione di mercato fino al 2019.

A Multiverse of opportunities

product preview

Xerox® C60-Multiverse-Plus by BiancoDigitale

www.biancodigitale.it www.mcsystemweb.com

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tecnologie Parallelamente a sistemi di carico e scarico completamente robotizzati, Esko sceglie di supportorare le migliaia di utilizzatori Kongsberg con nuovi sistemi capaci di aumentare l’efficienza di qualsiasi cutter già installato

Quando l’automazione è ottimizzazione democratica, nasce Kongsberg i-BF

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utomazione è sempre più la parola d’ordine in tutti i segmenti della produzione digitale. Eppure alla stessa accezione corrispondono interpretazioni, approcci e livelli di investimento spesso diametralmente distanti. Esko e il suo partner B+B hanno un’idea molto chiara in proposito, che nell’ultimo decennio è stata continuamente ribadita e riconfermata da approcci al prodotto illuminati, innovativi e dimensionati correttamente per offrire risposte praticabili tanto ai big dell’industria quanto alle PMI della grafica e della cartotecnica che continuano a scegliere Kongsberg per i propri reparti di finishing e i software di Esko per la gestione del workflow. E se a drupa abbiamo ammirato il nuovissimo robot, in grado di caricare e scaricare in autonomia più macchine da stampa e da taglio,

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la grande novità che Esko dedica al mercato italiano in questo caldo inizio d’autunno si chiama Kongsberg i-BF. Il nuovo board feeder si propone come il primo livello di automazione accessibile a pressoché tutti gli utilizzatori di cutter Kongsberg, sia di nuova installazione che preesistenti, progettata ad-hoc per gestire elevati volumi sia di materiale rigido che roll-to-roll. La lombarda Maja Digital Printing, che ha già scelto la nuova unità in abbinamento a un nuovo Kongsberg C64 e in affiancamento al Kongsberg XP già installato, è l’emblema di quella tipologia di stampatori digitali proiettati verso il futuro con un modello di business e un progetto aziendale sano e innovativo. || In alto una configurazione tipo di Kongsberg i-BF in abbinamento a uno nuovo cutter ad alte prestazioni C64 in formato 3,2x3,2 metri con conveyor belt


tecnologie

intervista ad Arsenio Malossi Maja Digital Printing

“Così possiamo alleggerire i nostri collaboratori sul piano fisico e mentale...”

Cosa vi ha spinti a investire in tecnologie sempre più produttive? Al pari di molti sign-maker siamo partiti con tecnologie di piccolo cabotaggio, che ci hanno fatti crescere in modo progressivo. Poi nel 2009, nonostante la congiuntura sfavorevole, abbiamo scelto di acquisire una Rho 750 Pac e una Kongsberg XL44, poi sostituita con una nuova XP: così abbiamo fatto il salto di qualità in termini di volumi, commesse e tipologia di committenti. Cosa vi spinge oggi ad automatizzare i processi? Adottare tecnologie come i-BF significa principalmente sopperire al lavoro manuale in attività monotone e a basso valore aggiunto, come appunto l’alimentazione dei pannelli sul tappeto. Lo stesso operatore che prima trascorreva 6 ore al giorno a bordo macchina, a regime ne occuperà al massimo

una. Così possiamo alleggerire i nostri collaboratori sul piano fisico e mentale, consentendo loro di dedicarsi ad attività più motivanti e redditizie. Lo stesso vale per la nuova Kongsberg C64 da 3,2 metri con conveyor belt, che affiancheremo all’XP per migliorare i processi di taglio dei materiali flessibili in uscita dalla Durst Rho 320R e dalla Latex 1500. Quali gli utilizzi specifici di Kongsberg i-BF? Anzitutto volumi medio/alti di pannelli, ma anche fogli di car-

tone microonda e microtriplo. Il formato di i-BF ci consente di gestire tanto i formati pieni quanto il 120x160 in battuta doppia. Siamo stati tra i primi in Italia a introdurre il Re-board e oggi gestiamo una gamma molto vasta di materiali rigidi, soprattutto espositori, materiali POP, packaging e allestimenti. Per questo abbiamo scelto di tenere entrambi i cutter Esko: Kongsberg C64 con i-BF per gestire le tirature ripetitive e Kongsberg XP per le decine di commesse just-in-time che si avvicendano ogni giorno.

3 formati fino all’XXL, multi-sheet, jumbo-roll e carico pannelli in 4 secondi: tutto questo è i-BF Si chiamano i-BF 20, 40 e 60. Ma c’è da aspettarsi che sarà quest’ultimo modello a conquistare gli stampatori italiani. Kongsberg i-BF 60 è il board feeder pensato per affiancare sia i nuovi cutter di grande formato C64 che le serie preesistenti di Esko. i-BF è pensato per alimentare materiali flessibili (compresi banner, flag e magnetico) grazie al portabobine per jumbo fino a 300 Kg di peso,

oltre che tutti quei materiali rigidi che vengono stampati e tagliati a lama in grandi volumi: forex da 3 e 5 mm, cartone ondulato, cartone alveolare, polipropilene alveolare e teso, carta, sandwich e molti altri. Tra i principali vantaggi c’è la drastica riduzione del tempo di cambio pannello, che in manuale può andare dai 30 secondi al minuto, che si riducono a 4-9 secondi con i-BF. Mentre il cutter

|| Qui sopra, a drupa 2016 Esko ha mostrato tutte le possibilità e le opzioni della gamma Kongsberg, tra cui il nuovo robot e la serie i-BF. In alto, Davide Dal Col di B+B con Arsenio e Jacopo Malossi di Maja festeggiano l’acquisto di i-BF a drupa.

esegue la lavorazione, infatti, i-BF pre-carica già il secondo foglio e lo inserisce all’interno dell’area utile del piano. Quando il plotter finisce la lavorazione del primo foglio, la barra si abbassa, blocca il foglio sucessivo al tappeto e lo accompagna in zona di taglio con l’ausilio del conveyor belt. E via così. L’altezza di 95 cm da terra al piano del plotter consente di predisporre le pile di fogli su pallet, mentre la presenza di più bracci di presa con ventose ottimizzate per il cartone consente di lavorare con prese multiple. Per esempio singoli pannelli da 3x2 metri, due affiancati da 160x160 o addirittura tre pile di formato 70x100 o 120x160, anche di materiali diversi. Quest’ultima funzionalità è resa possibile anche grazie al software IPC, che permette di associare il file di taglio corretto per ogni singolo pannello attraverso la lettura dei QR-code o dei barcode generati da iCut Layout o Automation Engine.

B+B International srl Vicolo Boccacavalla 3/F, 31044 Montebelluna - TV Tel. +39 0423 289090 Fax +39 0423 1912102 info@bbinternational.eu www.bbinternational.eu

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speciale Nell’articolo precedente abbiamo esaminato le modalità di creazione del profilo colore di un dispositivo: come è opportuno gestirlo in fase di stampa?

Tra dpi e ppi, tra driver e RIP, cosa mi serve davvero per stampare i miei file? di Marco Olivotto // marco@marcoolivotto.com

Q

uesto articolo inizia con una considerazione apparentemente banale: un computer e una stampante non parlano la stessa lingua. Questo fatto non è in realtà compreso fino in fondo. La figura 1 ne è una prova: nella finestra dei preset della più recente versione di Photoshop possiamo decidere quale tipo di documento creare scegliendo da una lista di formati predefiniti. Nel campo relativo alla descrizione, vengono fornite le dimensioni del documento in unità di lunghezza o in pixel e la sua risoluzione. Questa viene espressa in DPI, ovvero Dots

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Per Inch. Si tratta di un grave errore: si dovrebbe esprimere in PPI, ovvero Pixels Per Inch, e questo stesso valore in alcuni contesti è quasi irrilevante. Nonostante ci siano alcune scuole di pensiero che tendono ad assimilare “pixels” a “dots”, l’errore è inequivocabile. Indichiamo con “dots” le gocce d’inchiostro che una stampante deposita sulla carta. Il termine significa “punti”, ma è del tutto diverso da “pixels”, che indica invece le unità elementari che compongono un monitor. Un documento non è composto da gocce, quindi non può avere senso parlare di DPI. Associare a un file quella che è la caratteristica fisica di un dispositi-

Dopo la formazione classica, la laurea in fisica e vent’anni di produzione musicale, nel 2007 Marco Olivotto scopre le opere di Dan Margulis, padre della correzione del colore in Photoshop, e diventa suo allievo. Da sempre dedito all’insegnamento in diversi ambiti presso strutture private e pubbliche, dal 2011 dedica i propri sforzi alla diffusione delle tecniche della correzione del colore in Photoshop. Da allora organizza campus, workshop, attività formative on-demand in ambito fotografico e grafico, è speaker di FESPA, collabora con realtà didattiche di livello nazionale ed è autore di ben 25 videocorsi e seminari sulla correzione del colore. Dal 2015 è collaboratore fisso di Italia Publishers.


speciale vo è come minimo imbarazzante, eppure è prassi comune e dura a morire. Considerato che la risoluzione è un concetto semplicissimo, ci si chiede quanta confusione ci sia quando si affrontano temi più delicati come la gestione del colore, necessaria a garantire risultati ripetibili e uniformi all’interno di un flusso di lavoro.

1

Chiarezza, innanzitutto… Se scegliessimo la terza opzione dall’elenco di figura 1, Photoshop creerebbe un documento di 5 x 7 pollici a 300… PPI e non DPI. La figura 2 lo dimostra: la finestra di ridimensionamento immagine del software riporta una risoluzione espressa correttamente in Pixels/Inch, non Dots/Inch. Quindi, o i due termini sono equivalenti, o c’è un grosso errore di interpretazione. La risposta giusta è la seconda: la confusione che deriva dall’utilizzo “sportivo” di queste sigle porta da anni a malintesi assai pericolosi. Tornando alla considerazione sul linguaggio comune, se il buongiorno si vede dal mattino sta piovendo a dirotto. Pochi ad esempio comprendono che impostando una stampante sulla risoluzione “draft” a 360 DPI oppure sulla risoluzione fotografica di 2.880 DPI cambia la qualità della stampa, ma non la sua dimensione fisica. Il valore DPI definisce infatti il numero di gocce d’inchiostro che una stampante è in grado di depositare in un pollice lineare: una stampa a 360 DPI utilizzerà gocce otto volte più grandi rispetto a una effettuata a 2.880 DPI – e questo naturalmente modifica la qualità della riproduzione. Questo problema non è secondario e soprattutto non è slegato da ciò che scriveremo in questo articolo, perché è tutto racchiuso nella prima frase di questo articolo: la lingua dei due dispositivi, computer e stampante, non è la stessa. Vale quindi la 2

pena di chiedersi come si possa operare la migliore traduzione possibile dal linguaggio nativo delle immagini digitali a quello che le stampanti sono solite parlare.

Diversi formati, un solo output L’esempio più ovvio è quello di un PDF che contenga materiali di natura diversa: ad esempio, del testo, un logo realizzato in formato vettoriale e un’immagine raster. Quest’ultima è composta di pixel ed è caratterizzata da una certa risoluzione nominale (PPI, non DPI). Un logo in formato vettoriale è invece composto da punti, linee ed elementi riconducibili a formule matematiche: non ha risoluzione, oppure – con un leggero abuso terminologico – potremmo dire che ha risoluzione infinita. Infatti, una qualsiasi illustrazione vettoriale non perde qualità e non si sgrana quando la ridimensioniamo e la deformiamo, mentre un’immagine raster, come ben sappiamo, non sopporta bene le stirature a cui possiamo sottoporla. Il testo è codificato in maniera leggermente diversa da un’immagine vettoriale, ma è assai più simile a questa che a un documento raster. Un PDF viene codificato in un linguaggio opportuno, abbastanza simile nella sua fi-

losofia al vecchio PostScript. La traduzione necessaria per la stampa prende gli elementi del PDF e li trasforma in un formato raster adatto al dispositivo di output con il quale stiamo lavorando. Perché questo è il problema: dobbiamo per forza convertire i dati in qualche forma di formato raster, ovvero definire un risultato stampato punto per punto, e non per mezzo di oggetti matematici astratti. Per fare un esempio banale, è possibile definire un cerchio perfetto in Illustrator; ma se lo vogliamo stampare dovremo comunque “esploderlo” in una serie di punti posti su una griglia. Quanto densa, è definito dal numero di DPI usati per la stampa; quanto accurata, è definito dalla bontà della traduzione, da cerchio ideale a cerchio reale. La traduzione è realizzata da un software: quanto più alto sarà il suo livello, tanto migliore sarà il risultato.

Il driver e il RIP Dobbiamo fare un passo indietro: quando acquistiamo una stampante riceviamo sempre in dotazione un software in grado di pilotarla. Il suo nome è “driver”. Quando mandiamo in stampa un documento con il classico comando File>Stampa, la finestra che ci appare è quella del driver, o perlomeno comunica direttamente con esso. In generale, un driver non offre grandi opzioni. Di solito, la scelta del tipo di carta su cui stampare, la sua dimensione e quale modalità vogliamo utilizzare per la gestione del colore. La conversione di un’immagine dal formato raster a quello più adatto per la stampante (ma anche la conversione di un logo vettoriale o un testo) sono effettuate dal driver. Se abbiamo bisogno di maggiore controllo e accuratezza, il driver non basta: ci serve un RIP. Il RIP è un software la cui specialità è gestire e convertire dati immagine di ogni genere in un formato raster adatto per una determinata stampante. Il significato della

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Immagine: © GMG

speciale

sigla è Raster Image Processor: processore d’immagine raster.

• ottimizzazione dei tempi di stampa nel caso di documenti pesanti.

I vantaggi derivanti da un RIP

Un commento è d’obbligo: cosa significa “calibrare una stampante”? Innanzitutto è necessario ricordare che il processo è sempre riferito a un determinato supporto e, in generale, a determinate condizioni di stampa. Il processo viene chiamato anche “linearizzazione” e consiste nella regolazione della quantità d’inchiostro per ciascuna cartuccia o serbatoio, anche in funzione di quanto inchiostro il supporto di stampa è in grado di assorbire. Questo processo riporta la stampante a uno stato iniziale noto e compensa le inevitabili variazioni che affliggono la macchina nel tempo. Su questa base va naturalmente creato il profilo colore che descrive il comportamento di quella specifica stampante con un determinato supporto. In sintesi, per dare una definizione semplice ma efficace, un RIP è a tutti gli effetti un driver di stampa, ma offre possibilità assai più ampie.

Un RIP presenta dei vantaggi rispetto a un driver, alcuni dei quali elementari, altri molto evoluti. Ad esempio, consente di posizionare diverse immagini sullo stesso foglio ottimizzando così l’utilizzo della carta; ma permette anche di effettuare conversioni sofisticate e precise da uno spazio colore a un altro utilizzando talvolta profili colore ICC, talvolta profili in un formato proprietario. Si può tranquillamente affermare che la gestione del colore avanzata è uno dei punti di forza della maggior parte dei RIP, e sappiamo quanto ciò sia importante in un flusso di lavoro complesso. I vantaggi dei RIP sui driver si possono schematizzare come segue: • gestione di flussi di stampa basati su documenti multipli, con loro unione su un singolo foglio; • facilità di manipolazione dell’immagine in termini di ridimensionamento e ritaglio; • possibilità di calibrare e profilare una stampante in maniera specifica per i diversi supporti; • possibilità di convertire le tinte piatte (ad esempio Pantone) e di simularne l’aspetto in stampa; • maggiore efficienza del processo di stampa grazie ad una gestione avanzata delle code;

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Quanti e quali RIP ci sono in commercio? Esistono diversi software sul mercato, ma i più diffusi sono probabilmente quelli prodotti da Onyx, Caldera, ColorGate, ImagePrint, EFI, Colorburst, Wasatch ed Ergosoft. Il loro costo può essere ragionevole o molto elevato, a seconda della configurazione, e le diverse ditte produttrici hanno puntato su caratteristiche diverse per soddisfare diffe-

renti esigenze di mercato. Onyx, ad esempio, è un sistema che punta sulla scalabilità: alcuni utenti utilizzano una sola stampante governata da un solo computer, ma in altri contesti potrebbero esserci molte stampanti diverse condivise tra un notevole numero di computer. In entrambi i casi, è disponibile una soluzione software opportuna e adatta alla mole di stampe che vengono realizzate. La gestione del colore è molto avanzata e personalizzabile e consente un controllo pressoché totale della qualità di stampa. Cosa da non sottovalutare, Onyx fornisce un’anteprima di stampa che viene mostrata a schermo con una corretta gestione del colore – una caratteristica non comune a tutti i software. La scelta di Onyx, condivisa anche da altri produttori, è stata quella di utilizzare un formato proprietario per i profili dei vari media accoppiati alle varie stampanti: questo ha come ricaduta che la gestione del colore è potente, ma non passa per i profili ICC. La curva di apprendimento per chi non abbia già un’esperienza specifica nel campo della gestione del colore può essere abbastanza ripida. Caldera si rivolge principalmente al mercato della stampa di grande formato e propone numerose soluzioni in grado di gestire flussi di lavoro mirate a regimi di produzione che vanno da bassi a molto elevati. Vale la pena di notare che Caldera fornisce anche diverse soluzioni mirate al ritaglio dei materiali dopo la stampa, e questo è decisamente un plus in certi contesti. Vengono anche proposti pacchetti comprendenti hardware di terze parti per la profilazione delle stampanti


speciale nonché software di verifica dei flussi di lavoro e di ottimizzazione dei consumi e dei costi. Il costo dei software è in generale piuttosto elevato, anche perché si rivolge a realtà professionali di un certo livello. ImagePrint produce ColorByte, un RIP versatile che ha il limite di supportare soltanto stampanti Epson. Il suo punto di forza è quello di fornire profili colore di buona qualità per un gran numero di media prodotti da terze parti, e alcuni di questi sono profili specializzati molto validi in determinati contesti. La licenza permette l’utilizzo su un numero illimitato di computer e diversi tutorial di buona fattura aiutano l’utente a padroneggiare il flusso di lavoro. Il vero limite, però, è quello di non poter pilotare stampanti di marche diverse. Per gli utenti Epson, tuttavia, ColorByte è una buona opzione per estendere le capacità piuttosto limitate di un driver di stampa gestito direttamente dalle applicazioni in uso quotidianamente. EFI è oggi nota per la sua gamma di stampanti di grande e grandissimo formato, ma propone anche una serie di software di ottimo livello per la produttività aziendale. Uno dei prodotti più interessanti è Fiery, un server di stampa digitale che si propone d’integrare macchine di diverse marche pilotate da un’unica interfaccia utente, potente ma intuitiva. Anche queste soluzioni, in generale, sono principalmente mirate ad aziende con flussi di stampa importanti, benché esistano delle proposte scalate verso il basso che coprono le esigenze più

semplici dei centri di stampa di dimensioni ridotte. Uno dei punti a favore dei software EFI è l’oggettiva velocità di esecuzione che permette di gestire documenti anche assai complessi in tempi molto rapidi. ColorBurst mette sul mercato due diverse versioni di RIP: Overdrive e Pro. La maggior parte delle marche di stampanti presenti sul mercato è supportata, e la differenza tra le due versioni risiede nei profili colore dei vari media: Overdrive utilizza profili ICC standard, mentre Pro utilizza un formato proprietario. Questo espande le possibilità di controllo ma rende l’implementazione di una corretta gestione colore abbastanza complessa, un po’ come nel caso di Onyx. Wasatch produce SoftRIP, una famiglia di software di stampa specializzati in campi diversi: si va dalle stampanti di grande formato, anche su media tessili, a quelle di piccolo formato utilizzate fuori dai contesti industriali. Esiste anche una versione denominata “SP” specializzata nella produzione di separazioni su pellicola per mezzo di stampanti a getto d’inchiostro. Il prezzo, in generale, è piuttosto concorrenziale rispetto ai competitor, a parità di prestazioni. ErgoSoft è una software house svizzera che opera da più di un quarto di secolo nel campo dell’immagine digitale. Propone diverse soluzioni mirate alla stampa tessile, di grande formato e di piccolo formato, anche con qualità fotografica, ma soprattutto propone ErgoSoft RIP come soluzione unitaria in grado di coprire diversi campi di applica-

UV LED

|| Un’infografica di ColorGATE che illustra la centralità del RIP, con le sue funzionalità di color management, nella gestione di tutti gli aspetti della stampa

zione all’interno di un mercato che diventa ogni giorno oggettivamente più diversificato. Il software supporta un numero enorme di stampanti di diverse marche, e diversi modelli all’interno di ciascuna marca – alcuni di questi anche obsoleti. Vale la pena di menzionare anche GMG, che produce un notevole numero di software di supporto alla gestione del colore con un approccio innovativo e decisamente orientato al crossmedia. GMG non propone tanto soluzioni RIP chiuse, quanto una serie di software dedicati alla conversione tra spazi colore e alla realizzazione di prove di stampa: da un lato questi sono un valido ausilio alla produzione, dall’altro producono risultati che sono assimilabili a quelli ottenibili con un RIP, perlomeno in certi contesti.

Ma un RIP mi serve davvero? Una delle risposte migliori che conosco, in generale, è “dipende”. Sembra volta a semplificare un problema, ma ha un grosso vantaggio: ammette che la realtà è variegata e che non esiste un’unica risposta adatta in qualsiasi contesto. Uno stampatore che si occupa di stampa fotografica fine art non ha le stesse esigenze di uno stampatore tessile “on demand”: ferma restando la necessità di mantenere un elevato livello qualitativo, il primo può permettersi di lavorare certosinamente su ogni stampa, il secondo ha bisogno di ottimizzare il flusso di lavoro per mantenere un margine di profitto ragionevole. I due processi sono molto diversi. In certi casi, la ripetibilità dei risultati è più importante dell’ottenimento della massima qualità possibile, in altri accade il contrario. Conosco alcuni stampatori fine art, ad esempio, che hanno abbandonato l’idea di utilizzare un RIP al posto del semplice driver, mentre altri dichiarano di non poterne fare a meno. Perché? Il rimando è ai sei punti di vantaggio che un RIP offre su un driver: chi ritiene di avere esigenze come quelle elencate dovrebbe seriamente considerare la possibilità di acquistare un software dedicato; chi invece è soddisfatto del proprio flusso di lavoro forse non ne ha bisogno – anche se alcuni dei vantaggi potrebbero giovargli. Anche questi, naturalmente, vanno rapportati alla curva di apprendimento del software (che rappresenta un costo indiretto) e alla necessità di modificare un flusso di lavoro magari condiviso da diversi operatori. Insomma: ogni vantaggio ha il suo costo. Dal rapporto tra il primo e il secondo si deve decidere se sia il caso di cambiare strada rispetto al passato oppure no.

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pubbliredazionale Eurmoma, storico produttore e distributore di materiali per la comunicazione visiva, prosegue sulla strada dell’industrializzazione dei propri stabilimenti e propone sul mercato una soluzione “made in Rome” ancora più competitiva

Totem Arianna Style, il filo conduttore che unisce qualità, prezzo e design a cura della redazione // redazione@densitymedia.com

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enticinque anni di esperienza si sentono e fanno la differenza. Prendiamo il caso di Eurmoma: fermandosi alla superficie, la si può descrivere come un’azienda italiana che riesce a proporre sul mercato della comunicazione visiva prodotti di ottima qualità a prezzi concorrenziali. Ne è un perfetto esempio il totem bifacciale permanente Arianna Style che il produttore laziale presenta, per la prima volta a Viscom, all’interno della propria gamma di prodotti pensati per POP e fiere “I miei gioielli”. Quattro diverse finiture (nero, grigio, argento anodizzato e bianco), un design elegante e pulito, la possibilità di personalizzarne le misure a partire da 500x1.400 mm fino a un massimo di 700x2.000 mm. Cosa vediamo però se cerchiamo di andare oltre la superficie? Notiamo che questo è un prodotto dal design inconfondibilmente italiano, pensato per figurare in contesti tradizionalmente molto attenti alla qualità e all’eleganza come il settore alberghiero, pur richiedendo un investimento conte-

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nuto. E questo è frutto di una certosina ricerca sui materiali e sulle lavorazioni, realizzate interamente nella sede romana dell’azienda. Osserviamo poi come Arianna Style non sia il prodotto solamente di uno studio estetico ma anche funzionale: per esempio, le lastre rigide in forex stampabili e personalizzabili possono essere sostituite in pochi semplici gesti dallo stesso personale di vendita. E questo dimostra una conoscenza del cliente solida e profonda. Esiti importanti della visione di Ippolito Bassani, titolare di Eurmoma, che da vari anni ha iniziato a industrializzare i propri stabilimenti: «La decisione di portare all’interno dell’azienda ogni fase della produzione, a cominciare dalla progettazione, ci ha portati a investire non solo in nuove macchine CNC, ma anche e soprattutto nelle persone», spiega Bassani. «Il made in Italy secondo Eurmoma: qualità, design e personalizzazione al servizio del cliente.». || In alto, Arianna Style nelle quattro finiture disponibili. In basso, due particolari del totem, tra cui notiamo il semplice sistema di sfilatura dei profili senza viti.

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drupa highlights Nel terzo appuntamento del nostro report di drupa vi presentiamo ancora una volta tecnologie digitali che vanno oltre la propria dimensione produttiva

Il teorema di drupa 2016? È che ferro + carta = sogno

foto: Messe Düsseldorf/ctillmann

a cura della redazione // redazione@densitymedia.com

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rupa ne è stata solo il palcoscenico, questo è vero. Ma è altrettanto vero che fiere come drupa, al pari di teatri come la Scala, fanno di un grande cartellone la propria essenza. Nelle prossime pagine, raccontandovi delle impressionanti nobilitazio-

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ni digitali prodotte da Scodix e MGI, del mega-3D printing di Massivit, delle carte da mille e una notte di Fedrigoni o di un inkjet hi-speed portato all’estremo come quello di Barberàn, l’unica considerazione che ci troviamo a fare è che tutto o quasi, durante drupa, ci ha sollevati dal classico ménage delle arti grafiche. Ci ha anzi condotti in una dimensio-

ne sognata e finalmente slegata da diatribe ormai poco rilevanti come la classica “analogico vs digitale”, da guerre di religione per un formato di file piuttosto che un altro, da questo o quell’altro tipo di lastra offset e tecnologia di incisione. Tutto ciò che abbiamo visto e toccato ci dice che la nostra industria si trova oggi di fronte alla più grande possibilità

di svolta degli ultimi 50 anni. Il segreto – se ce n’è uno – è forse tentare di guardare a tutto questo con occhi nuovi. Provare ad applicare un teorema che pochi tipografi passionari conoscono ancora bene, ma che la maggior parte degli stampatori di oggi sembra aver dimenticato. E voi, avete ancora un po’ di voglia di sognare?


drupa highlights

Fedrigoni sempre più internazionale continua a investire in innovazione e porta a drupa carte ecologiche e tecniche avveniristiche 125 anni suonati e non sentirli, anzi. La storica realtà industriale veronese non sembra conoscere le parole “stanchezza” o “crisi”: «Rispetto allo scorso drupa siamo cresciuti del 25%», ci racconta Chiara Medioli, Marketing Director del gruppo. Fedrigoni è reduce da una serie di acquisizioni internazionali, tra cui la statunitense GPA – Gummed Papers of America e la società brasiliana Arjo Wiggins Ltda, ora Fedrigoni Brasil Papeis Ltda. A drupa ha portato nuovi prodotti per ciascun segmento di attività, comprese quindi Arconvert, anima conver-

ting del gruppo, e la divisione Fabriano Security. In uno stand dalla bellezza quasi onirica abbiamo visto i risultati di una politica di ricerca e innovazione di prodotto e di processo (solo nell’ultimo anno Fedrigoni ha investito in R&D 32,5 milioni di euro). Tra le nuove Special Papers, la gamma di carte riciclate Freelife è la realizzazione tangibile dei valori di sostenibilità ambientale che da sempre contraddistinguono l’azienda, frutto di un controllo accurato di ogni fase della vita della carta, dalla produzione fino al riciclo. A drupa è stato presentato

un nuovo colore (Freelife Vellum Premium White) e un’estensione di grammature. Altri colori e novità tra le carte e i cartoncini lucidissimi Splendorlux, studiati per il settore del packaging di lusso, e tra gli Old Mill, in pura cellulosa ecologica ECF (Elemental Chlorine Free), certificati FSC, ideali per produzioni editoriali e librarie di prestigio. Un’ulteriore novità risponde alle esigenze del mercato delle nobilitazioni digitali: è Soho Touch Class, carta uncoated pensata per rendere al meglio gli effetti particolari della termografia su stampa digitale. Arconvert

ha presentato le preziose Immaculate Papers, nove carte bianche pensate per il mercato dell’olio d’oliva di qualità: un rivoluzionario trattamento “greaseproof” nell’impasto le rende grassorepellenti, e quindi immuni dalle macchie di grasso e resistenti agli scollamenti. Ultima novità da Fabriano Security, la tecnologica divisione dedicata al mercato delle banconote e dei passaporti e, in generale, dei sistemi di protezione da contraffazione: il filo di sicurezza Cristalli Liquidi e il doppio ologramma Vista. www.fedrigoni.com

|| In alto, uno scorcio dello stand di Fedrigoni a drupa. Qui a sinistra, un particolare del visual book che interpreta su carte riciclate Freelife i valori dell’azienda nel campo dell’ecologia. Qui sopra, alcune carte cast-coated della gamma Splendorlux.

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drupa highlights Scodix, la rivoluzione digitale della nobilitazione che lascia a bocca aperta stampatori e converter Era il 2012 quando Scodix ha esposto a drupa per la prima volta, presentando Scodix S, una soluzione digitale per la nobilitazione capace di realizzare due sole applicazioni: verniciatura spot e glitter. Gli operatori del settore hanno immediatamente colto la portata dirompente di questa innovazione e l’azienda ha registrato nei mesi immediatamente successivi risultati di vendita sorprendenti. Nel 2013 è stata la volta del lancio di Scodix Ultra che introduceva, oltre a una maggiore produttività, la possibilità di realizzare un numero maggiore di applicazioni (ben 8!) tra cui verniciatura spot, glitter, foil, colori metallici, dati variabili e braille. A distanza di appena 3 anni l’azienda israeliana – forte di oltre 250 installazioni nel mondo – è tornata ad esporre a drupa presentando un vero e proprio gioiello destinato a cambiare, ancora una volta, le regole del gioco. Si tratta di Scodix E106, un’evoluzione delle piattaforme precedenti, dedicata alla nobilitazione di stampati per il packaging. Considerate le esigenze di questo

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mercato, in termini di qualità, formato e produttività, la sfida per la ricerca e sviluppo Scodix dev’essere stata tutt’altro che semplice. Il risultato? Fino a 4.000 fogli/ora in formato B1 (760x1060 mm) con risoluzione 600x2540 dpi, su supporti fino a 700 g/m2. Roy Porat, CEO di Scodix, parlando di E106 ha dichiarato “Non è solo una questione di realizzare applicazioni accattivanti, ma di mantenere il costo competitivo per lavorazioni da 1 a 10.000 fogli”. Ebbene, sembra che il risultato sia stato raggiunto e non vediamo l’ora di saperne di più incontrando i primi clienti. Al di là di questra importante novità, sullo stand erano presentate anche Scodix S e Scodix Ultra Pro, nonché un’ampia gallery applicativa con campioni realizzati dai clienti Scodix di ogni parte del mondo. Inutile dire che quest’ultima area è stata frequentatissima per l’intera durata dello show, dimostrando ancora una volta la potenza comunicativa che le tecnologie Scodix sono in grado di aggiungere agli stampati. www.scodix.com

|| In alto, un esempio di una delle nove possibilità di nobilitazione offerte dalle tecnologie Scodix; qui sopra, l’ultima straordinaria creatura dell’azienda israeliana: Scodix E106, dedicata ad applicazioni su cartone teso e capace di stampare su fogli fino a 70x106 cm; in basso: lo stand a Drupa frequentatissimo dai visitatori e ricco di campioni applicativi da vedere e, soprattutto, da toccare.


Via Polonia, 27 - 35127 Padova - Italy - Tel. 049.89.99.111 Via Magenta, 77 - 20017 Rho Milano - Italy - Tel. 02.93.07.178 www.digitaliaspa.com info@digitaliaspa.com


drupa highlights JETvarnish 3D Evolution, JETvarnish 3DW e ALPHAJET: ecco il trittico di MGI dedicato alla nobilitazione inkjet a foglio, webfed e industriale Al debutto assoluto, JETvarnish 3D Evolution e JETvarnish 3DW hanno entrambe introdotto innovazioni considerevoli. La prima è una soluzione inkjet UV single-pass per nobilitazione digitale che permette di creare sui substrati effetti tattili e tridimensionali con spessori da 5 a 200 micron. Può alimentare materiali plastici, carta e cartone teso con spessori da 0,15 a 0,6 mm, presenta un’unità di coating con due canali standard, destinati ad accogliere chimiche UV differenti e intercambiabili on-the-fly secondo le necessità di

lavorazione. Dispone, inoltre, di stacker e feeder oltre che di una unità per l’hot foil. La scalabilità è la sua più grande novità rispetto alla JETvarnish 3D. Permette, infatti, un upgrade dal formato B2 standard (520x1.200 mm) fino al B1+ (750x1.200 mm), opzione che consente di raggiungere una produttività massima di 4.065 fogli B2, con un incremento di oltre il 25% rispetto alla versione standard, integrabile anche on site dopo l’installazione. Inoltre, la Evolution integra il nuovo sistema di registrazione automatico dei fogli AIS SmartScan, che

non necessita di crocini ed è in grado di compiere 5.000 miliardi di operazioni al secondo. Frutto di uno sviluppo durato tre anni, L’AIS SmartScan promette di rendere superfluo il setup per la registrazione da parte di un operatore, con un notevole risparmio sia in termini di tempi che di costi. JETvarnish 3DW è la prima soluzione inkjet UV per la nobilitazione a rilievo webfed per etichette e cartone teso con larghezza di stampa da 100 a 420 mm. Anche la 3DW utilizza il sistema AIS e consente effetti tridimensionali con spessore da

3 fino a 200 micron. Inoltre dispone di un’unità di hot foil ed è compatibile con una vasta gamma di stampanti narrow-web sia digitali che analogiche. Grande curiosità anche per ALPHAJET, imponente piattaforma inkjet per stampa e nobilitazione a foglio – anche in rilievo – fino al formato B1+. Dotata di 4 o 8 canali colore, può stampare utilizzando sia inchiostri UV che inchiostri conduttivi – sviluppati da Agfa – per realizzare applicazioni industriali come circuiti elettronici e dispositivi RFID. www.mgi-fr.com

|| In alto la JETvarnish 3DW, in grado di raggiungere una velocità massima di 42 metri lineari al minuto. A sinistra ALPHAJET, soluzione end-to-end completamente automatizzata. A destra il modulo hot foil di JETvarnish 3D Evo.

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EXTREMELY VIVID PRINTING

NUOVA JETI TAURO.

PER INCREDIBILI COLORI, DETTAGLI E PRODUTTIVITA'. Abbagliato da questi colori? Questo è l'effetto di Jeti Tauro! Questa nuova generazione di stampanti ibride wide-format inkjet UV, è costruita basandosi sulle nostre conoscenze a livello di R&D e permette di ottenere stampati di eccezionale qualità ad alta velocità sia su rigido che flessibile. Questa è LA soluzione per il mercato sign & display per produzioni di alto volume di sicuro impatto visivo.

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drupa highlights

OKI stupisce sia nell’inkjet wide format che nel mondo desktop con le applicazioni fluorescenti

|| In alto la H3-104s, in grado di stampare a una velocità massima di 56,6 m²/h. Qui sopra la nuova Pro6410 NeonColor, con una risoluzione di 1.200x600 dpi. In basso alcune applicazioni realizzate con gli inks neon e sottoposte a luce UV.

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La gamma inkjet ColorPainter di OKI, con i suoi modelli roll-toroll eco-solvent W-64s, M-64s e H3-104s, ha offerto ai visitatori un’ampia scelta in termini di produttività e applicazioni. La W64s, soluzione smart disponibile con 4 o 6 canali colore e luce di stampa fino a 1.616 mm, ha svelato i nuovi inchiostri fluo Neon (Pink e Yellow) – utilizzabili solo in abbinamento alla quadricromia con inks GX – mostrandone le potenzialità su una vasta gamma di vinili e PVC. La M-64s è una mid-range solida e affidabile, con una luce di stampa di 1.620 mm e velocità massima di 66,7 m²/h, destinata alla produzione di banner, PVC, poliestere, backlit e altri supporti adatti agli inks a solvente. È possibile configurarla con 6 o 7 canali colore: in quest’ultimo caso si aggiunge alla quadricromia estesa il grigio, che migliora la fedeltà della stampa monocromatica e offre gradazioni maggiormente uniformi nelle lavorazioni a colori. La risoluzione massima è di 900 dpi e ha un sistema di goccia variabile che contribuisce a migliorare la qualità dell’immagine, eliminando contestualmente il banding. La

H3-104s condivide con la M-64s gli inchiostri ECO SX e il range di substrati alimentabili. I canali colore sono 8 (CMYK, Lc, Lm, Gy, Lgy), con una risoluzione di 900 dpi e 7 livelli di greyscale. La superwide è versatile, grazie alla larghezza di stampa di 2.632 mm e a soluzioni tecnologiche come il sistema automatico di regolazione dell’altezza delle teste di stampa, o il Safe Scanning System per minimizzare i crash da contatto tra materiale e teste di stampa, con riduzione degli interventi dell’operatore ed elevate affidabilità e produttività. Anche il range desktop ha mostrato le capacità applicative dei colori fluo, col debutto della Pro6410 NeonColor, soluzione toner LED a 4 colori (CMY e White o Black) per stampa fluorescente, diretta o sublimatica, su carta con un peso fino a 250 g/m² e con formato massimo A4. Notevoli le possibilità applicative: decorazione di abbigliamento e oggetti, packaging, allestimenti POS. La Pro6410 NeonColor, le wide format e altre soluzioni desktop di OKI saranno presenti sullo stand a Viscom 2016, stand K25/K28, pad. 8. www.oki.it


Solo cartelloni? Assolutamente no. Le stampanti UV swissQprint sono in grado di produrre ogni elemento dei tuoi progetti: POS displays, banner, pannelli retroillluminati. E molto altro.

Viscom Italia 2016, padiglione 8, stand G02/08

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drupa highlights

Jetmaster, single pass UV inkjet di Barberán nata per decorare il legno, è la rivelazione di drupa per la stampa di packaging ad alti volumi Debuttare a una kermesse come drupa è sempre un’esperienza intensa. Farlo da protagonisti in un ambito che non è (o forse non era) il proprio core-business assume una rilevanza ancora più intensa. Barberán, storico costruttore catalano di macchine analogiche per nobilitare il legno, ha mostrato la sua Jetmaster a Düsseldorf, consapevole di avere tra le mani una tecnologia inkjet UV single pass per il packaging all’avanguardia, che conta già alcune installazioni nel mondo (in Spagna, Italia, USA e Australia). La Jetmaster è una macchina

industriale, stazzata e costruita totamente in-house, dalla struttura ai sistemi di trascinamento dei materiali, fino all’elettronica. L’unica eccezione sono le teste di stampa, prodotte da Seiko, con risoluzione massima di 360 dpi e 4 livelli di greyscale, utilizzate da Barberán anche per la decorazione del legno, fino al 2007 principale applicazione di questa tecnologia da parte del costruttore. Dotata di 4 o 6 canali colore (CMYK e Lc/Lm o Violet/ Orange le opzioni disponibili), la Jetmaster è disponibile in 3 formati, con luce di stampa di

1.260, 1.680 o 1.890 mm, con una velocità di stampa massima di 55 metri lineari al minuto è in grado di produrre 6.237 m²/h. La Jetmaster alimenta ogni tipo di cartone, da quello teso al tripla onda, essendo in grado di stampare virtualmente su substrati con spessore fino a 80 mm. Proprio in merito alla movimentazione dei substrati per il packaging – particolarmente critici a causa della tendenza ad inarcarsi –, Barberán ha sviluppato una tecnologia che combina vuoto e aspirazione e rappresenta uno dei suoi principali plus

per poter ottenere risultati finali di grande qualità. In via opzionale, la Jetmaster è in grado di gestire fino a un massimo di 4 file contemporaneamente, stampando soggetti diversi allo stesso tempo. L’azienda catalana non produce né il software RIP né gli inchiostri. Nel primo caso fornisce insieme alla Jetmaster la suite di ColorGATE, mentre, per quanto riguarda gli inks, l’azienda si affida a 5 fornitori tra cui il cliente può scegliere liberamente le chimiche più adatte alle sue necessità. www.jetmasterseries.com

|| A fianco un imballaggio realizzato utilizzando la tecnologia inkjet single pass di Barberán. In alto e qui sopra la Jetmaster 1260, caratterizzata dalla cabina protettiva che permette anche di mantenere una temperatura ideale per la stampa.

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La Galileo di Esanastri, prima sfridatrice automatica al mondo, porta a drupa la #removolution Cos’è la disruptive innovation (innovazione “dirompente”)? Banalizzando un po’, è inventare una cosa dal nulla. Galileo Weeding Machine è un perfetto esempio di innovazione disruptive, ed è tutto italiano. Sviluppata a partire da un’idea di Roberto Posarelli, presidente di Esanastri insieme ai ricercatori dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, è la prima macchina al mondo che rimuove gli sfridi dai materiali autoadesivi in modo automatico: finora questa attività è stata gestita in modo

manuale, con tempi lunghi e alte possibilità di errore. La rimozione avviene in due fasi: durante la “microsfridatura” vengono rimosse le parti interne, e durante la “macrosfridatura” tutte le parti esterne, che vengono poi riavvolte in modo meccanico. Il tutto viene gestito da un software proprietario, Galileo Remover Tool, che ottimizza i movimenti della macchina una volta scelta la direzione della sfridatura. Una vera rivoluzione nel mondo delle applicazioni adesive sagomate. www.galileoweedingmachine.it

|| Qui sopra, un particolare della Galileo Weeding Machine in funzione mentre sta eseguendo quella che viene definita “microsfridatura”, la rimozione dei piccoli sfridi interni. In alto, lo stand pieno di visitatori che osservano la macchina


drupa highlights La nobilitazione toner-based diventa mainstream? Il toner sfida la serigrafia nel piccolo formato? Dietro a tutto questo c’è BiancoDigitale Una piccola azienda italiana che riesce ad avere successo grazie a un’idea semplice e geniale: stiamo parlando dell’umbra M.C. System, concessionario Xerox Gold da più di trent’anni, presente a Düsseldorf con il proprio brand

BiancoDigitale. Nome parlante, perché il “bianco digitale” è il toner speciale pensato e sviluppato per alcune delle più versatili e diffuse stampanti Xerox di piccolo formato per stampa diretta su carta e stampa transfer. L’idea

di stampare il bianco come colore viene nel 2013 al giovane responsabile tecnico Lorenzo Lepri, osservando che nel mondo del toner digitale mancava la possibilità, comune nel settore serigrafico, di stampare in bian-

co. BiancoDigitale è nato dopo un anno di ricerca compiuta insieme a varie aziende partner italiane, tra cui Shock Line, che ha studiato una serie di carte transfer compatibili, e DEVStudio, che ha sviluppato un software dedi-

cato, e con il supporto della casa madre Xerox. Al toner bianco nel frattempo si sono aggiunti toner metallizzati e fluorescenti, che consentono, a seconda della tipologia, di ottenere effetti speciali e nobilitazioni anche nel piccolo formato, e di stampare su qualsiasi substrato grazie al sistema transfer: l’ultimo strato bianco,

nel passaggio sotto la termopressa, diventa la base omogenea di ogni immagine. Oltre allo sviluppo di una nuova chimica del toner, sono stati reingegnerizzati i modelli Xerox Phaser 6600, 7100, 7500 e 7800. Ora la gamma di stampanti “by M.C. System” comprende quelle per carta transfer WPs (White Printing) e

WPs-Fluo (per toner fluorescenti), e quelle per stampa diretta su carta WPs-DP e H-Fluo. La grande novità di quest’anno, presentata a drupa come prototipo ma presto in commercio, è la Xerox Colour C60 WPs-Multiverse by M.C. System: un sistema brevettato che consente di trasformare in pochi minuti la versione base

con quadricromia in versione “fluo” o “metallizzati e trasparente + bianco”, attraverso due kit intercambiabili e sostituibili che comprendono l’intero developer housing. Solo l’ultima di una serie di novità che sta avendo un grande successo di mercato. www.biancodigitale.it www.mcsystemweb.com

|| In alto, lo stand BiancoDigitale. A sinistra, alcune applicazioni realizzate con gli inchiostri BiancoDigitale Fluo; qui sopra, un esempio di stampa con toner bianchi e metallizzati, e un particolare del prototipo della Xerox C60 WPs-Multiverse by M.C. System presentata a drupa, che verrà lanciata commercialmente a Viscom.

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POP UP

I pizzi di carta di SEI Laser a drupa: bellezza, velocità e tanta tecnologia

ROLL

UP

fino a 2.500 fogli B2 all’ora), si integra con i più produttivi sistemi di stampa da produzione HP Indigo 10000, 12000 e 30000. ProCrease PaperOne, sviluppato da SEI Laser in collaborazione con ManMat per PaperOne, è il rivoluzionario sistema proprietario, brevettato, che permette agli stampatori di produrre le matrici di cordonatura maschio/ femmina in pochi minuti: viene tagliata digitalmente una dima, nelle cui tracce si inseriscono degli speciali filetti di cordonatura. www.seilaser.eu/it

A BOARD

Siamo rimasti incantati di fronte alle delicate applicazioni di carta nello stand SEI Laser. E ancora di più dalla tecnologia che c’è dietro. A drupa, PaperOne 5000 si è sdoppiata: abbiamo osservato il nuovo sistema laser modulare per la finitura e la trasformazione digitale sviluppato in collaborazione con HP sia nello stand dell’azienda bergamasca che in quello della multinazionale statunitense. Grazie alle sue prestazioni eccezionali (riesce a fustellare, microforare, forare, incidere, marcare e cordonare

E L TʼS

M A IN D E

|| In alto, PaperOne 3500 a drupa, che sarà protagonista anche dello stand di SEI Laser a Viscom; qui sopra, la PaperOne 5000 presso lo stand HP

R

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drupa highlights

MassivIT ridisegna i paradigmi della comunicazione visiva attraverso la stampa digitale 3D La stampa 3D incontra la viscom per dare vita a un connubio tutto da scoprire. Grande curiosità suscitata dalla tecnologia di MassivIT 3D, azienda israeliana formata nel 2013 da professionisti della stampa digitale, distribuita in Italia in esclusiva da NTG DIGITAL. MassivIT 1800 è una piattaforma in grado di stampare oggetti di qualsiasi forma – anche due contemporaneamente –, fino alle dimensioni massime di 1.500x1.200x1.800 mm: per dare l’idea, una riproduzione a grandezza naturale di un uomo adulto richiede 5 ore. Per realizzare gli oggetti, la stampante utilizza un materiale polimerico che si solidifica se sottoposto a luci UV, sviluppato dalla stessa MassivIT 3D e chiamato Dimengel. Attraverso la tecnica esclusiva brevettata definita GDP (Gel Dispensing Printing), il gel viene depositato allo stato fluido e immediatamente solidificato attraverso l’utilizzo di lampade UV. Il Dimengel – non infiammabile e disponibile solo nel colore bianco – viene rilasciato in strati sottili, che possono avere uno spessore da 0,7 a 1,7 mm, a una velocità massima di 1.000 mm lineari al secondo.

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Gli strati si sovrappongono, solidificandosi immediatamente e saldandosi ai livelli sottostanti, formando una struttura cava con la forma desiderata. Con questa procedura MassivIT 1800 è in grado di sviluppare in altezza gli oggetti a un ritmo di 350 mm/ ora, decidendo anche lo spessore della parete esterna dell’oggetto, che può variare da 1,5 a 9 mm. I vantaggi offerti da questa tecnologia di stampa sono molteplici. L’oggetto finito, pur di dimensioni notevoli, mantiene una relativa leggerezza e maneggevolezza, con una struttura autoportante e nessuno spreco di materiali, pronto a essere dipinto o wrappato per allestimenti di fiere, POP e POS, ma anche come complemento d’arredo o per applicazioni outdoor. La preparazione del file di stampa è assimilabile a quella per realizzare un file 3D. Una volta pronto, il file viene processato dal software MassivIT Smart già fornito con il sistema di stampa, ridimensionato in base alle proprie necessità e suddiviso in livelli per poter essere ricostruito all’interno di MassivIT 1800. www.massivit3d.com www.ntg.it

|| In alto lo stand di MassivIT 3D. Al centro la stampante 3D MassivIT 1800, usata per la campagna pubblicitaria dei film “Angry Birds” e “Ghostbusters” realizzati entrambi da Sony. In basso un’applicazione stampata con MassivIT 1800.



strategie Sempre al passo con l’innovazione, il service di stampa bergamasco investe anche quest’anno in tecnologia e entra nel mercato della cartotecnica di grande formato

Due nuove super stampanti per LP Grafica, un workflow efficace al servizio del cliente di Elena Panciera // elena@densitymedia.com

L

uca Pesenti, titolare insieme alla moglie Valeria Crippa della bergamasca LP Grafica, mi accoglie con un sorriso: «Ci siamo fatti un doppio regalo: una Durst Rho 512R e una Rho P10 200 HS». Un investimento importante che conferma la salute e la vivacità del print service provider che “stampa in grande”. Con uno stabilimento di 1.100 metri quadrati, una dozzina di macchine da stampa e finishing, 14 collaboratori giovani e affezionati («Entrano in azienda da “cuccioli”», scherza Valeria, «e diventano di famiglia»), LP Grafica è una delle realtà più interessanti tra Milano e Brescia, asse chiave per quanto riguarda il mercato della stampa digitale.

|| Una delle due “new entry” di LP Grafica, l’impressionante Durst Rho 512R

Produttività e affidabilità Durst per gestire i picchi produttivi La superwide Rho 512R ha convinto LP Grafica per la sua produttività (fino a 350 m²/ora, 24/7) e per i costi di produzione contenuti, mentre l’ibrida Rho P10 200 HS (High Speed) consentirà all’azienda di Luca Pe-

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senti di entrare da protagonista nel mercato della cartotecnica grazie alla speciale opzione “corrugated” per la stampa di cartone ondulato. Entrambe le macchine usano gli inchiostri UV ad alta pigmentazione (con una resa

cromatica eccellente rispetto alla quantità di inchiostro usato) Durst Rho Roll FLT, ancora più elastici rispetto alla generazione precedente e quindi ideali per lavorazioni su materiali flessibili in bobina e applicazioni

cartotecniche con pieghe difficili. Scegliendo l’esacromia (CMKY, Lc e Lm), LP Grafica ha puntato sulla massima qualità di stampa; sulla Rho P10 200 HS è poi montato anche il bianco, che consente lavorazioni particolari.


strategie

intervista a Luca Pesenti Titolare di LP Grafica

“Il nostro sogno? Creare nel bergamasco un luogo di collaborazione tra aziende di stampa per scambiare idee e progetti e aiutarsi anche nelle emergenze”

Rho 512R e Rho P10 200 HS: perché questo doppio acquisto, e perché proprio ora? Finora ci siamo appoggiati a dei partner per rispondere alle esigenze dei nostri clienti, ma da sempre desideravamo una stampante da 5 metri. E del resto, il nostro payoff è “Stampa in grande”. Ma Durst, produttore al quale siamo legati da 13 anni, solamente da qualche tempo produce stampanti per il grandissimo formato. Inoltre, tre anni fa, non lo neghiamo, abbiamo attraversato un periodo difficile legato alla crisi economica generale. Da due anni, però, il trend si è invertito: il lavoro è in crescita, i clienti storici sono affezionati e, pur non avendo una strategia pubblicitaria aggressiva, non mancano nemmeno i clienti nuovi. Il nostro sogno, poi, è creare nel bergamasco un luogo di collaborazione tra aziende di stampa per scambiare idee e progetti e aiutarsi anche nelle emergenze: l’acquisto delle due superstampanti va letto in quest’ottica. Inizialmente volevamo acquistare solamente la Rho 512R, ma poi, in vista di nuovi progetti, abbiamo deciso di cambiare anche l’ibrida Rho 700 Presto, sostituendola con una Rho P10 200 HS. Come nasce la collaborazione con Durst? Abbiamo acquistato la prima Rho 205 non appena è stata lanciata

sul mercato, nel 2003, e l’abbiamo sostituita nel 2005. Dopo cinque anni alla tecnologia ibrida abbiamo affiancato anche quella roll-to-roll. Fin da subito abbiamo capito di aver fatto la scelta giusta perché queste stampanti sono strumenti che semplificano davvero il nostro lavoro e ci aiutano a creare un mondo di prodotti diversi: possiamo stampare su supporti rigidi e flessibili di ogni tipo, che ci consentono di essere competitivi non solo nel mondo delle arti grafiche, ma anche in quello dell’arredamento. Per esempio, ai nostri clienti possiamo proporre anche stampa su materiali inusuali: vetro, legno, carta da parati personalizzata, spazio alla fantasia. Per me, poi, che vengo dal mondo serigrafico, trovare una serigrafia digitale è stato a dir poco fantastico.

un ecommerce: e lì rimane, per il momento. Non abbiamo ancora trovato l’idea vincente che ci permetta di conciliare i ritmi e le condizioni di un ecommerce con i nostri valori e la nostra storia aziendale. Perché noi lavoriamo con le persone: più di una volta abbiamo deciso di rinunciare a un grande brand, impersonale e spersonalizzante, per seguire piccoli clienti con un cuore, di quelli che non se ne vanno senza fare due chiacchiere alla porta. Internet mette troppa distanza tra noi e loro. Il nostro secondo sogno è forse più vicino a essere realizzato: dopo investimenti così consistenti in tecnologia hardware, uno dei prossimi acquisti potrebbe essere un software gestionale, in modo da sfruttare in modo ancora più efficace le potenzialità delle macchine che abbiamo.

Altre strategie per il futuro e sogni nel cassetto? Primo sogno nel cassetto, aprire

|| In alto, un particolare di un tavolo in vetro stampato con tecnologia Durst; in basso: la Rho P10 200 HS in azione è affiancata al Konsberg C64

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strategie Automazione e efficienza: Caldera riduce tempi e errori LP Grafica usa i software Caldera da oltre 10 anni. Di GrandRIP+ apprezza soprattutto la possibilità di automazione di tanti processi altrimenti lunghi, complessi e facilmente soggetti a errori. In particolar modo hanno semplificato il lavoro di LP Grafica la possibilità di pannellizzare automaticamente i file, usata soprattutto nelle produzioni su blueback, e la funzione “Compose” per il layout e il nesting delle immagini, che consente di ridurre gli scarti di produzione stampando sullo stesso substrato file diversi, raggruppati nel modo più efficace possibile. Molto apprezzata inoltre la possibilità di profilare rapidamente i vari materiali, soprattutto tessili, svolta in abbinamento allo spettrofotometro Barbieri Spectro LFP.

Non solo stampa, ma anche consulenza e installazione LP Grafica presenta vari punti di forza, a cominciare da una costante ricerca dell’eccellenza nelle applicazioni che realizza, così come nei partner, nei prodotti e nei servizi che sceglie. È un perfetto esempio di ciò che deve essere un service di stampa oggi: oltre a prodotti sempre all’avanguardia, offre un ventaglio di servizi che vanno dall’analisi dei fabbisogni alla consulenza di comunicazione integrata per piccole realtà professionali e artigianali, dalla grafica all’impaginazione, fino all’installazione on site dei prodotti stampati. «Cerchiamo di essere sempre e comunque “la” soluzione per i nostri clienti. Anche se bussano alla nostra porta il sabato sera o durante le vacanze di natale, anche se ci danno scadenze strettissime», ci racconta Luca. «Lavoriamo spesso sotto stress, ma la nostra soddisfazione è realizzare le idee che ai nostri clienti sembrano impossibili». Queste sono le ragioni pratiche e strategiche che l’hanno spinto ad acquistare le due Durst, che offrono allo stesso tempo una grande versatilità applicativa – per poter consigliare applicazioni e materiali sempre nuovi – e la garanzia di un prodotto affidabile e produttivo anche in momenti di picco come quelli che affronta quotidianamente. Luca cerca le stesse caratteristiche di affidabilità, qualità e produttività in tutte le tecnologie che entrano nella sua azienda; e infatti in LP Grafica troviamo, per esempio, i software Caldera ed Esko, sistemi di finitura per materiali flessibili Fotoba e la piattaforma di taglio flatbed Kongsberg C64.

|| In alto, una postazione di prestampa con GrandRIP+ di Caldera; qui sopra, un operatore usa la taglierina Fotoba XLD 170; a destra, il gigantesco Esko Kongsberg C64

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Kongsberg C64, il perfetto complemento per un futuro... sempre più cartotecnico! Anche per il taglio in piano la strategia di LP Grafica ha previsto la scelta di una macchina top di gamma, il Kongsberg C64 acquistato nel 2015. Le motivazioni che hanno spinto all’acquisto? La grande versatilità della macchina, che ha contribuito a rendere l’azienda competitiva in nuovi mercati, come quello cartotecnico, e la possibilità di avere una perfetta integrazione tra software di progettazione e tavolo da taglio, grazie ad ArtiosCAD e alla suite di taglio i-Cut. Kongsberg C64 è estremamente performante e garantisce una perfetta gestione di grandi volumi produttivi provenienti anche da unità di stampa diverse, anche su lavorazioni delicate come i tagli a 45°. Le sue dimensioni importanti (3.200x3.200 mm di area utile di taglio) lo rendono lo strumento ideale per il taglio di materiali rigidi ma anche di quelli flessibili stampati con macchine roll-to-roll ad alta velocità.


strategie Di applicazione in applicazione, da Bergamo alle Olimpiadi di Rio I clienti di LP Grafica sono numerosi, e molti di loro sono piccole aziende e professionisti fidelizzati: allestitori, agenzie grafiche e tanti, tantissimi architetti in cerca di soluzioni originali per le loro proposte di interior design. Tra di essi spiccano anche alcuni nomi molto noti come, ad esempio, la Rai per la quale il team di Luca Pesenti ha realizzato tutta la

decorazione degli studi televisivi allestiti per le scorse Olimpiadi di Rio de Janeiro: decine di metri di striscioni in tessuto che sono stati spediti oltreoceano e visti da milioni di telespettatori in tutta Italia. Tifosi dell'Atalanta, da tempo i coniugi Pesenti sponsorizzano poi la squadra bergamasca, di cui hanno recentemente ultimato la decorazione dello store ufficiale presso l’Orio Center, alcuni locali interni dello stadio (con floor e wall decoration), loghi a rilievo, segnaletica interna, oltre ovviamente agli striscioni in PVC attorno all’arena dello Stadio Atleti Azzurri d’Italia e di quello di Rovetta, usato per i ritiri.

|| A sinistra, la parete neroblù esterna alla sala executive allestita da LP Grafica nello stadio dell’Atalanta: porta, parete e targa; qui sopra, un operatore controlla la stampa degli striscioni per le Olimpiadi di Rio 2016

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tecnologie Se ai big del mercato è richiesto di fornire prodotti validi a una vasta community di utilizzatori, Canon sa che ispirare è uno dei compiti di ogni vero grande leader

Con #UNLEASHPRINT Canon ispira cambiamento, innovazione e nuovi business

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’hashtag che a drupa 2016 abbiamo visto campeggiare sul gigantesco stand di Canon è la sintesi perfetta del pensiero e degli sforzi della multinazionale verso la formulazione di soluzioni in grado di migliorare l’industria della stampa di produzione. Soluzioni digitali, come è nel DNA di Canon, che l’azienda ambisce a offrire come fonte di ispirazione al cambiamento, opportunità di innovazione tecnologica e soprattutto come base concreta per trasformare il modello di business di migliaia di stampatori professionali. Un messaggio dirompente che rimette la stampa al centro, non solo come modalità di comunicazione complementare, ma sempre più come driver capace di supportare e trainare campagne multicanale ad alto valore aggiunto. Mentre larga parte dei brand-owner guarda con favore all’evoluzione dei canali video, dei

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contenuti online e delle più svariate forme di email marketing, le applicazioni di stampa dimostrano la propria efficacia in ogni contesto della vita e del business. Per questo l’offerta Canon si declina oggi su innumerevoli mercati: dal publishing al packaging, dalla fotografia alle nuove applicazioni di stampa decorativa e funzionale. Una “diversity” che Canon rende tangibile attraverso la ricerca e sviluppo e l’introduzione di nuove tecnologie: dall’inkjet di Arizona, ColorWave e ImagePROGRAF al toner di ImagePRESS e VarioPrint, fino a soluzioni innovative e “sognate” come DreamLabo e la futura inkjet fotografica industriale Voyager, introdotta a drupa 2016 come prototipo. || #unleashprint è il potente hashtag scelto da Canon per accompagnare una value proposition rinnovata e supportata da una solida offerta tecnologica


tecnologie Da 13 anni ininterrottamente Arizona è uno standard di fatto tra i sistemi flatbed. Cosa la tiene sulla cresta dell’onda? La capacità, partendo da una piattaforma tecnologica consolidata ed affidabile, di sviluppare nuovi modelli evoluti in termini di prestazioni produttive e qualitative.

intervista a Walter Bano Wide Format Channel Director di Canon Italia

“Forniamo soluzioni, know-how, consulenza servizi per dare vita a nuovi business nella stampa, dalla grafica all’industria... ”

Guardando clienti e prospect, quali sono le applicazioni del wide format con maggior potenziale di crescita? Vediamo un grande potenziale in 3 ambiti: l’evoluzione digitale delle applicazioni serigrafiche, la stampa diretta di substrati per applicazioni industriali e l’interior decoration. Il termine industrial printing è quasi abusato. Come Canon esprime il proprio impegno in questo segmento? Dedicando risorse per lo sviluppo concreto di queste applicazioni e offrendo ai clienti

tradizionali ma anche al mondo industriale know-how per gestire questa trasformazione con profitto.

ca sul mercato e alla capacità di erogare servizi di consulenza e formazione pre e post vendita di assoluto livello.

Come e in quali segmenti il mix di stampa a foglio e grande formato può rivelarsi un fattore abilitante? Dal punto di vista strategico gli operatori dei servizi, inclusi quelli di stampa, devono puntare sempre di più all’eccellenza nel soddisfare le esigenze dei clienti. Questo presuppone la capacità non solo di rispondere a 360° alle loro richieste, ma anche un ruolo consulenziale nel quale lo stampatore diventa “partner” del cliente, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di business. Una gamma di soluzioni tecnologiche a foglio e grande formato, abbinata a piattaforme web-to-print e a personale altamente qualificato costituiscono un elemento differenziante. Canon è un player di riferimento per questo tipo di aziende, grazie a una gamma di soluzioni uni-

Con UV Gel Canon entra con una nuova tecnologia proprietaria nel roll-to-roll. Quali i plus rispetto alle tecnologie oggi più diffuse? Con la nuova e rivoluzionaria tecnologia UV Gel, Canon si pone l’obiettivo di diventare il nuovo riferimento nel mercato della stampa dei materiali flessibili, superando i limiti delle tecnologie latex, UV e solvente in termini di qualità, gamma dei supporti stampabili, impatto ambientale e costi di produzione. Quali potranno essere gli sviluppi futuri dell’UV Gel nella stampa su materiali rigidi? La tecnologia UV Gel è stata pensata e sviluppata per i nuovi sistemi roll-to-roll Canon e al momento non è prevista la sua estensione ai nostri sistemi di stampa flatbed.

Arizona 2280XT, IPF PRO 4000 e 6000 e UV Gel: tre ingredienti per il successo degli stampatori italiani Il focus di Canon sulle soluzioni continua a crescere, con il grande formato a giocare un ruolo chiave in termini applicativi e di costruzione di nuovi modelli di business. A fare la parte del leone, se non altro per la presenza scenica e per la moltitudine di supporti stampabili e applicazioni realizzabili, sarà come sempre la serie Arizona. In occasione di

Viscom 2016 il modello di punta sarà 2280 XT, dotata di piano fisso da 2,5x3 metri, motore di stampa UV con goccia variabile da 6 a 42 picolitri, 8 canali colore (con bianco e varnish tra le opzioni) e curing a bassa energia per l’alimentazione di supporti termosensibili. Per la stampa rollto-roll a base acqua di altissima qualità Canon propone invece

imagePROGRAF PRO-4000 con luce di stampa 1.118 mm, 12 colori e goccia da 4 picolitri. Infine la nuova tecnologia UV Gel, di cui scopriremo insieme le caratteristiche e che già promette di superare ogni tecnologia attualmente in uso per stampare su materiali flessibili con bassi consumi e massima qualità, resistenza e durata.

Canon Italia SpA Strada Padana Superiore 2/B 20063 Cernusco S.N. - MI www.canon.it

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speciale Per occupare uno spazio nell’immaginario del cliente è necessario avvicinarsi sempre più al suo mondo, al suo linguaggio e ai suoi tormenti quotidiani

Il principio TPD: come creare un messaggio di vendita accattivante per i print buyer di Matthew Parker // matthew.parker@printandprocurement.com

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nzitutto gli stampatori dovrebbero smettere di vendere stampa. Può sembrare una strana idea. Tuttavia la maggior parte degli acquirenti sono facilmente in grado di acquistare online prodotti stampati standard, a prezzi decisamente economici. Cercare di convincere i potenziali clienti

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che il servizio o la qualità è migliore rispetto alla concorrenza non incoraggerà gli acquirenti a pagare di più e, come abbiamo visto nei miei articoli precedenti, se tutti gli approcci di vendita risultano simili, gli stampatori finiscono per combattere sul prezzo. Il problema è che, nel nostro mercato, molti si focalizzano sulla stampa, senza considerare che la maggior parte dei clienti non

è interessata alla stampa come lo siamo noi. Essi considerano semplicemente i prodotti stampati come un modo per raggiungere i loro obiettivi di business. Non si ecciteranno quindi se parlate loro di qualità, servizio o, ancora peggio, delle vostre macchine da stampa. Pertanto dobbiamo cambiare il modo in cui pensiamo e dobbiamo iniziare a guardare le cose dal punto di vista del

Matthew Parker opera attraverso il suo brand Profitable Print Relationships. Matthew ha oltre 20 anni di storia nell’ambito dell’acquisto di stampa e tra le altre esperienze ha gestito gli acquisti di stampa di Future Publishing, uno dei principali editori di riviste consumer nel Regno Unito. Nel corso della sua carriera ha gestito oltre 1.400 trattative con aziende di stampa e oggi mette a frutto la sua esperienza di buyer come formatore e mentore in grado di aiutare le aziende di stampa a vendere di più e con maggiori marginalità. Potete scaricare gratuitamente l’e-book di Matthew “Dieci errori comuni nella vendita di stampa e cosa fare in proposito” dal sito profitableprintrelationships.com.


speciale cliente. Qui ci sono cinque parole che tutte le persone che vendono stampa dovrebbero ricordare.

Vivere nel mondo del cliente Se vogliamo avere successo con i buyer di oggi abbiamo bisogno di cambiare il focus del nostro messaggio di vendita. È importante smettere di pensare alla stampa ed è tempo di iniziare a guardare il punto di vista del cliente. Quando lo facciamo abbiamo più possibilità di capire ciò che il cliente vuole raggiungere. Abbiamo l’opportunità di vendergli una soluzione piuttosto che un prodotto stampato. Questo cambia completamente la natura della nostra conversazione e diventiamo subito più interessanti per i nostri prospect e i nostri clienti. Abbiamo molte più possibilità di avere una conversazione di vendita più interessante e coinvolgente e questo tipo di conversazione condurrà ad un risultato vantaggioso per compratore e venditore. Ma iniziare questo tipo di conversazione non è facile. Dopo tutto dovete ancora convincere un prospect che disponete di una soluzione che lui sta cercando, convincerlo ad interagire con voi e portarlo a desiderare di trascorrere del tempo per scoprire voi e i vostri servizi. La soluzione più efficace che ho trovato a questo problema è quella di costruire un messaggio di vendita che si basa sul principio TPD.

Cos’è il principio TPD? Il principio TPD è una struttura semplice, a tre stadi, che consente di sviluppare un messaggio di vendita che ha molte più possibilità di agganciare i potenziali clienti. Essa è incentrata sul cliente, non su di voi. Il nucleo del messaggio è incentrato su ciò che motiva maggiormente il cliente ad acquistare. TPD sta per Target Audience (target di riferimento), Pain (tormento) e Difference (differenza). Un messaggio di vendita che contiene questi tre elementi ha molte più possibilità di successo di un tradizionale approccio di vendita di stampa. Tuttavia è importante che il messaggio li contenga tutti e tre. Se una delle tre parti del messaggio è mancante, diventa difficile coinvolgere i potenziali clienti e, nello scenario peggiore, il rischio è quello di agevolare uno dei vostri concorrenti.

Perché si dovrebbe utilizzare il principio TPD? Le aziende di stampa che sviluppano un

messaggio TPD hanno molte più possibilità di creare un rapporto corretto con un prospect fin dall’inizio del processo di vendita. Il prospect si renderà conto che lo stampatore capisce il suo mondo e la sua attività, vedendolo così come qualcosa di diverso da un fornitore di materie prime. Sarà più propenso a considerare l’azienda di stampa come un potenziale partner commerciale. Una volta che si avvia la costruzione di un rapporto in questo modo, si ha una migliore possibilità di controllare il processo di vendita e si hanno maggiori probabilità di avere successo attraverso le diverse fasi che conducono ad un successo commerciale. Naturalmente questo significa che si hanno maggiori probabilità di raggiungere gli obiettivi di vendita e di business, siano essi stati fissati da voi o dalla vostra azienda. Le aziende di stampa che si affidano a messaggi di vendita tradizionali hanno molte meno probabilità di raggiungere i loro obiettivi di vendita. Esse troveranno molto più difficile creare il giusto livello di rapporto con i loro prospect e avranno molte più probabilità di perdere controllo del processo di vendita. Di contro i loro prospect e clienti li tratteranno come un fornitore di commodity. Diamo un’occhiata alla costruzione di un messaggio di vendita basato sul principio TPD in modo più dettagliato.

Il primo elemento è il target di riferimento Molte aziende di stampa hanno paura di rinunciare a del business potenziale. Ciò si-

gnifica che esse creano un messaggio di vendita molto generalista, così da non escludere alcun prospect. Tuttavia, poiché il messaggio è così generalista, risulterà poco attraente per la maggior parte dei potenziali clienti. È quindi molto meglio creare un messaggio di vendita altamente focalizzato su uno specifico settore di mercato. In genere, quando le aziende di stampa guardano la loro lista di clienti, vedono due cose: in primo luogo scoprono che la maggior parte delle vendite provengono da una rosa di pochi clienti chiave e, secondariamente, possono riscontrare che questi clienti provengono da due o tre settori di mercato principali. Questo può fornirvi le basi per decidere quale tipo di cliente è più adatto a voi. Se infatti avete l’esperienza per trattare con specifici settori di mercato, concentrandovi su questi potrete aumentare la probabilità di ottenere buoni risultati di vendita. Ma alcune aziende hanno paura di adottare una strategia simile, che richiede di ignorare molti altri potenziali clienti. Può sembrare un errore tralasciare questo business, ma è molto meglio guardare alle opportunità che vengono da questa strategia. La maggior parte delle aziende di stampa aumenterebbe in modo significativo il proprio fatturato se conquistasse tre o quattro nuovi clienti che risultino simili ai propri migliori clienti già esistenti. Focalizzando l’attenzione su questo target di vendita avrete maggiori possibilità di fare questo cambiamento. Se invece proseguite cercando di vendere nel maggior numero di possibili settori di mercato differenti, è possibile che vi ritroviate con un grande numero di clienti più piccoli.

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speciale Questo tipo di base di clienti è più costoso da gestire ed è in genere molto meno redditizia.

È importante conoscere bene il mercato di riferimento Quando lavoro attraverso il principio TPD con i miei clienti, spesso trovo che non conoscono i loro migliori clienti quanto credono. Molte aziende di stampa credono infatti di conoscere i propri clienti top molto bene e li incontrano regolarmente. Possono senz’altro avere una buona vita sociale, ma quando comincio a porre loro domande più dettagliate su questo o quel cliente, spesso hanno difficoltà a rispondere. Molte persone semplicemente non conoscono la strategia dei propri clienti per gli anni a venire. Né conoscono le sfide chiave che queste aziende devono affrontare. Senza questa conoscenza è difficile creare un messaggio di vendita convincente per aziende simili. Vale la pena che investiate un po’ di tempo per sedervi con i vostri clienti chiave, intraprendendo una conversazione che non deve essere focalizzata sulle vendite. Prendetevi invece tempo per conoscere meglio loro e le loro aziende. Come i vostri prodotti e servizi di stampa possono aiutarli a migliorare il loro business? Quali sfide devono affrontare come azienda? Come sperano l’azienda si svilupperà nel corso dei prossimi anni? Cos’altro potreste fare per aiutare i buyer e le loro aziende a raggiungere i loro obiettivi? Queste informazioni vi aiuteranno a servire meglio i vostri migliori clienti. Questo vi fornirà inoltre una ricerca di mercato essenziale per creare messaggi di vendita dettagliati per altre aziende simili. Scoprirete che, in genere, la maggior parte delle aziende che operano nello stesso settore di mercato e hanno una dimensione e cultura simili, sono di fatto molto simili. Se è possibile creare un messaggio di vendita che avrebbe funzionato per il vostro cliente esistente, 9 volte su 10 si rivelerà estremamente efficace anche per società simili. Il vostro messaggio di vendita sarà sempre più concentrato. Parlando in modo competente del settore di mercato in cui opera il vostro prospect, inizierete a farlo sentire coinvolto. Tuttavia la conversazione deve concentrarsi su un’area chiave se volete convincere qualcuno ad acquistare i vostri prodotti o servizi. È qui che entra il secondo elemento del principio TPD.

È importante capire il tormento dei vostri prospect Agire sul tormento è un modo molto efficace

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per convincere qualcuno a comprare. Come abbiamo già visto in articoli precedenti, i buyer non sono generalmente interessati a migliorare la qualità o il servizio. Specifiche tecniche e vantaggi raramente incoraggiano la gente a comprare. Al contrario, se la gente vede un modo per risolvere i problemi che si trova ad affrontare, è molto più ben disposta a prendere in considerazione l’acquisto. Questo vale sia in contesti business che consumer. Il vostro lavoro come venditori è quello di capire i dolori del vostro prospect e come potreste risolverli. Io di solito vedo tre tipi di tormento. Il primo tipo si basa sul ritorno sugli investimenti. Come potete migliorare il risultato che le aziende si prefiggono di raggiungere grazie ai materiali stampati? Siete in grado di migliorare l’efficacia dei loro materiali di marketing? Potete incoraggiare un cliente ad utilizzare la personalizzazione o differenti tipologie di finitura? Questo sarà più probabile per incoraggiare le loro prospettive di agire quando ricevono un prodotto stampato? Il tipo di tormento è quello del costo. Molte aziende sono costantemente alla ricerca di modi per ridurre i costi. Tuttavia, questo è molto diverso dal cercare prezzi più bassi. Per esempio, potete agire sui costi nell’ambito del loro flusso di lavoro? Un’idea potrebbe essere quella di fornire prodotti just in time, riducendo così i costi di stoccaggio per il cliente ed eliminando i costi di smaltimento dei prodotti stampati obsoleti. Se è possibile ottenere questo tipo di risultato, il cliente potrebbe essere disposto a pagare anche di più per un prodotto stampato. L’ultimo tipo di tormento è poi quello personale. Ad esempio, il vostro prodotto o servizio potrebbe aiutare il buyer ad occuparsi meglio della sua aziende? Siete cioè in grado liberare

il tempo di un gruppo di lavoro attraverso un workflow più efficiente? Questo tipo di soluzioni può spesso convincere un buyer a cambiare addirittura fornitore.

Come si fa a capire il giusto tormento per ogni prospect? Pochi buyer hanno tempo da trascorrere con voi al telefono o in riunione per discutere discutere i loro tormenti. Andare a chiedere ai prospect quali sono le loro sfide potrebbe spesso tradursi in una reazione negativa, portandoli a non voler conversare con voi. Il metodo per rispondere alle loro domande risiede nel capire i vostri clienti attuali. Se lavorate bene su di loro, i vostri clienti trascorreranno volentieri del tempo con voi, parlandovi delle sfide che si trovano ad affrontare. E vi daranno le informazioni di cui avete bisogno per sviluppare un approccio basato sul tormento con prospect simili.

Ricorda che devi risolvere il tormento di un cliente Se utilizzate il Principio TPD per vendere i vostri servizi di stampa, questa parte della vendita sarà tipicamenta diviso in due parti. In primo luogo, è necessario concentrarsi su come fare sì che il vostro prospect capisca che voi vi rendete conto delle sfide che lui deve affrontare. Dovrete quindi fare in modo che inizi a parlarvi del suo tormento. Successivamente è necessario che gli diciate come affrontare e risolvere queste sfide attraverso i vostri prodotti, e così via. Idealmente, avrete alcuni casi di studio che si concentrano sui ri-


pixartprinting.it


speciale sultati già raggiunti da aziende simili alla sua. Una vendita di soluzione deve sempre concentrarsi sui risultati. Vale la pena di prendersi un po’ di tempo per rifocalizzarsi sulla creazione delle soluzioni giuste per i vostri clienti e prospect una volta comprese le vere sfide di business. Così avrete creato un messaggio di vendita focalizzato su uno specifico target di riferimento. Se avete parlato con il vostro prospect dei tormenti che sapete lui si trova ad affrontare, a questo punto dovrebbe essere pronto ad acquistare? Questo è assolutamente corretto. Il problema è che potrebbe non essere pronto a comprare da voi. Ecco perché il terzo elemento del principio TPD è così importante.

Se non fate la differenza, potreste creare business per il vostro concorrente Un prospect non solo deve capire perché dovrebbe fare un acquisto, ma perché dovrebbe comprare da voi. L’elemento differenziante del principio TPD è quello che fa capire al prospect il motivo per cui voi siete il fornitore giusto per loro. Anche in questo caso, la differenza spesso ha poco a che fare con la stampa. Quando si parla di fare la differenza, mi piace usare tre parole per essere certo che sarà una differenza efficace. La prima di queste parole è “specifico”. Molte persone la intendono come ciò che fa emergere la loro azienda, ma in termini estremamente generali. Questo rende difficile per un buyer comprendere la differenza. Per esempio, dire che la vostra differenza è il livello di servizio che fornite, in realtà non significa molto. Se invece mi dite che nella vostra azienda si risponde ad una telefonata nel giro di due

squilli, comincio a capire la vostra differenza. Semplicemente avrò dei dettagli concreti su cui lavorare. Naturalmente, questa differenza non attirerà tutti i buyer. Cosa succederebbe, per esempio, se questi preferissero comunicare via e-mail? Ecco perché la seconda parola è molto importante, ed è “prezioso”. Una differenza deve essere preziosa per un buyer. Per questo motivo è necessario costruire una serie di differenze per la vostra azienda, scegliendo poi quella giusta per il buyer che si sta approcciando. L’ultima parola è “proprietario”. La vostra differenza dovrebbe essere qualcosa che è difficile da copiare. A volte questo significa avere una caratteristica o un flusso di lavoro che i vostri concorrenti non hanno. Altre volte, può essere semplicemente dare un nome unico alla vostra differenza. Ciò significa che gli acquirenti la vedranno come unica. La differenza a volte è semplicemente un marchio. Così ora dovreste essere in grado di creare un messaggio di vendita efficace basato sul principio di TPD. Ma vediamo come il principio TPD ha funzionato nella vita reale.

Ecco un grande esempio di un messaggio di vendita TPD Ho lavorato per una casa editrice specializzata in magazine. Un’azienda di stampa che mi ha approcciato mi ha detto che non volevano stampare le mie riviste. Questo li ha resi completamente diversi dalla maggior parte delle aziende di stampa che mi si stavano approcciando. Al contrario, mi hanno detto che si stavano concentrando su aziende con un grande numero di clienti in abbonamento, che era senz’altro il caso della mia azienda. Hanno aggiunto che in genere

erano piuttosto abili nel ridurre i costi del rinnovo degli abbonamenti per i loro clienti, aggiungendo che avevano anche aumentato il prezzo di rinnovo degli abbonamenti per i loro clienti grazie allo sviluppo di una serie di prodotti che solo loro avevano. E volevano avere un incontro con me per mostrarmene alcuni. Ebbene questa azienda si è distinta da molte altre con un messaggio molto efficace, conquistandosi da subito una riunione. E poi continuando a lavorare con noi.

Esaminiamo ciò che rende questo un messaggio TPD Target di riferimento: gli editori che hanno un gran numero di clienti in abbonamento. Il tormento: queste aziende potrebbero ridurre il costo delle attività di rinnovo degli abbonamenti e rinnovare con successo più abbonati? Differenza: i processi unici che l’azienda di stampa utilizza. Ma c’è un altro punto importante su questo messaggio di vendita: esso in realtà non parla di stampa e si focalizza invece sul mondo in cui il cliente vive e compete. E si concentra anche sui risultati. Si tratta di un messaggio di vendita che mi ha fatto, come buyer, sedere e fare delle valutazioni, oltre infine a dare lavoro a questa azienda.

È il momento per voi di implementare TPD Ecco quattro punti d’azione per voi. Anzitutto decidere che tipo di cliente può essere un buon target per voi. Poi sedervi con uno dei vostri clienti appartenenti a questo target di riferimento e capire i suoi tormenti. Quindi iniziare un brainstorming sul tema della differenza. Infine iniziare a programmare la vostra partecipazione al seminario che terrò a Milano entro fine anno in collaborazione con Italia Publishers. Potete già chiedere informazioni a density@densitymedia.com

E ricordate, gli stampatori devono smettere di vendere stampa Ora avete un nuovo sistema che può aiutarvi a smettere di vendere stampa. Disponete di un sistema per creare un messaggio di vendita di gran lunga più efficace. L’azienda che mi ha venduto le soluzioni di abbonamento mi ha telefonato oltre 10 anni fa. Ma ricordo ancora quel messaggio di vendita. Un buon risultato, non c’è che dire!

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UNA STAMPA DI QUALITÀ SI ABBINA BENE CON TUTTO. Una stampa perfetta è un valore aggiunto per qualsiasi prodotto. Riesce a far emergere su carta tutta la sua qualità, come se si potesse toccare con mano. Per questo in Unigrafica lavoriamo da oltre quarant’anni fra tradizione e innovazione, alla ricerca della soluzione migliore per ogni specifico campo: moda, design, gioielli, automobili, arredamento, cosmetica e molto altro ancora. Vieni a conoscerci su www.unigrafica.it Unigrafica srl • Via Buonarroti, 65 - 20064 Gorgonzola (MI) • T +39.02.9510095 F +39.02.9517500


tecnologie Lo storico ecommerce, punto di riferimento italiano per il wide format, ha dato il benvenuto a un altro grande brand nel proprio stabilimento di Thiene

Ecologia e produttività: ecco come la tecnologia HP Latex ha convinto Tic Tac

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ic Tac è uno dei web-to-print storici in Italia per il wide format: Giancarlo Miotto e Luisa Bianchetto l'hanno fondata oltre vent'anni fa. L'acquisto della prima stampante digitale e la sua installazione in garage, nella migliore tradizione "startuppara", risale infatti al 1992, ed è cresciuta fino a raggiungere i numeri di oggi: quasi 500.000 m² tra TNT, striscioni, pannelli, carta e cartone stampati. All'aumentare dei numeri, Tic Tac si è strutturata: con 36 dipendenti, ora ha un ufficio commerciale guidato da Luisa e un reparto marketing e comunicazione seguito da Michele Zanandrea; inoltre, un team di programmatori interni segue costantemente l’ecommerce, attivo dal 2005. Tic Tac è un'azienda molto amata: traspare non solo dalle parole dei suoi fondatori, ma anche e soprattutto da chi ci lavora. Grazie alla curiosità e alle profondissime competenze acquisite dai titolari anno dopo anno, sfida dopo sfida, senza sentirsi mai "arrivati", è in

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perenne evoluzione. Ricerca, innovazione, investimenti in invenzioni e tecnologie proprietarie hardware e software, oltre alla scelta strategica di avere pochi partner tecnologici, tutti top di gamma nel loro settore, dalla stampa al finishing – Durst, Fotoba, Zund, per fare solo qualche nome. Questa è la filosofia che ha condotto Tic Tac all'ampliamento della base installata con un grande brand come HP e una tecnologia oggi estremamente diffusa ma effettivamente "diversa" come quella Latex. «Nelle nuove tecnologie abbiamo sempre cercato la stessa flessibilità del solvente o dell'UV-curable: questo abbiamo chiesto a MCA Digital, che ci ha seguiti e consigliati nell'acquisto. Il Latex è la soluzione perfetta: non ha emissioni né odori, è ecologico e offre un'esperienza tattile e visiva molto naturale che piace ai nostri clienti più attenti all'ambiente e alla natura», spiega Giancarlo. || A sinistra una panoramica del reparto di stampa e taglio; a destra, la Latex 370


tecnologie

intervista

a Luisa Bianchetto Responsabile commerciale di Tic Tac

Perché avete scelto la tecnologia HP Latex? Il motivo principale è che le stampanti HP Latex ci consentono di raggiungere nuovi segmenti di mercato, completando la nostra offerta nel grande formato. Ci piacciono innanzitutto perché i loro inchiostri sono a base acqua, e quindi sostenibili per l'ambiente e le persone, e in secondo luogo perché hanno un effetto semilucido che piace alla nostra clientela e si differenzia dall'effetto semiopaco che si ottiene con gli inchiostri UV. Infine, ci hanno convinto le performance delle macchine sia in termini di qualità che di produttività: per esempio, la HP Latex 3500 a tutt'oggi lavora 14 ore al giorno, per lunghi periodi anche non presidiata.

vo sito ecommerce. Abbiamo rafforzato anche le infrastrutture, hardware e software. In quest'ottica va letta anche la nostra decisione di incrementare il parco macchine. Consideriamo la tecnologia HP Latex del tutto matura per le nostre esigenze, e in sede di acquisto è stato dirimente avere la possibilità di arricchire la nostra offerta con prodotti nuovi e ecologicamente sostenibili: al momento proponiamo dei wallpaper personalizzabili, ma stiamo lavorando per ampliare ulteriormente il nostro portfolio per l'home décor. Come descrivereste la vostra

partnership con HP? Siamo esigenti, lo sappiamo: e del resto, in quanto web-to-print, il rapporto che abbiamo con i nostri clienti non ammette errori. Dobbiamo mantenere quanto promesso online con rapidità, affidabilità, costanza. Lavorare con noi richiede gli stessi sforzi. D'altro canto, se molto chiediamo, molto offriamo in termini di confronto e feedback costruttivi. Siamo un banco di prova importante: se una tecnologia "funziona" con noi, allora funzionerà anche in aziende con esigenze inferiori alle nostre. HP ci supporta con un dialogo aperto, proficuo e propositivo.

"Consideriamo la tecnologia HP Latex del tutto matura per le avete deciso di nostre esigenze, che sono Perché acquistare proprio ora? particolarmente elevate" Questo per noi è un momento di

grandi investimenti strategici: stiamo ampliando e riorganizzando gli spazi della nostra sede, stiamo investendo sulle persone, con formazione tecnica e non solo, abbiamo rinnovato missione e valori aziendali e lanciato il nuo-

|| Il team di Tic Tac durante un recente team building aziendale

HP Latex 370 ha aperto la strada in Tic Tac, la produttiva HP Latex 3500 l'ha seguita a ruota All'ottobre 2015 risale l'acquisto della snella HP Latex 370, ma già si respirava in Tic Tac la profonda consapevolezza che questa tecnologia potesse offrire un reale valore aggiunto all'azienda. E così è stato: la 370 è stato il primo passo verso l'adozione della sorella maggiore HP Latex 3500, solamente quattro mesi dopo. A distanza di tempo, dopo un necessario periodo di rodaggio e sperimentazione,

|| La produttiva HP Latex 3500, da febbraio 2016 in Tic Tac

il bilancio è del tutto positivo: mentre la HP Latex 370 viene dedicata con la massima flessibilità a lavori estemporanei, la HP Latex 3500 lavora a pieno regime su doppi turni durante il giorno, stampando su PVC, tessuti e altri materiali flessibili, e su doppie bobine di carta durante la notte, non presidiata. L'autonomia della macchina anche per lunghe tirature è garantita dalle speciali cartucce di inchiostro da 10 litri. Produttività e automazione sono infatti gli aspetti fondamentali che hanno convinto Miotto a scegliere HP Latex 3500, che vanta una luce di stampa di 3.200 mm e la possibilità di stampare un jumbo roll di 300 kg di peso oppure, in contemporanea, due di 200 kg ciascuno. Tanto più che, nel caso della tecnologia HP Latex, produttività non significa affatto rinunciare a sostenibilità ambientale e qualità di stampa, anzi: gli inchiostri a base acqua convincono anche i clienti più ecologicamente sensibili, mentre gli inchiostri light ciano e light magenta garantiscono una resa cromatica ricca e definita anche su substrati colorati, nei toni chiari e nelle sfumature. Per soddisfare anche i clienti più esigenti.

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tecnologie Il noto designer torinese racconta l'evoluzione della sua azienda cartotecnica, punto di riferimento internazionale per la produzione di shopping bag di lusso

Gio'Gatto 1984: quando il luxury packaging incontra il taglio digitale di Valiani di Elena Panciera // elena@densitymedia.com

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io'Gatto è un vero artista, ve lo posso testimoniare. La sua azienda ha l'aspetto di un atelier dove opere di ogni tipo – tutte sue, di Gio'Gatto – accolgono e sorprendono l'ospite. Non meno affascinanti dei dipinti alle pareti sono le creazioni di carta che ricoprono ogni centimetro di spazio, involucri preziosi che seducono il destinatario ancora prima del loro contenuto. Perché in questo caso parlare di "packaging" è davvero riduttivo. La carta, qui, si trasforma in comunicazione potente e suggestiva, che interpreta e media tra brand, prodotto e consumatore finale. Gio'Gatto, però, non è solo un artista: è un imprenditore saggio e sagace, che ha saputo costruire negli anni (più di trenta) un'azienda riconosciuta come punto di riferimento a livello internazionale nel packaging di lusso, vincitrice del Luxury Pack 2014 e di un'infinità di altri premi. Gio'Gatto, però, dal 2014 ha un segreto, che lui chiama amichevolmente "il Valiani". In uno dei luminosi locali della sede nel

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centro di Torino, infatti, il Mat Pro Ultra V di Valiani non ha un attimo di tregua: qui vengono realizzati tutti i prototipi, anche i più complicati, ovvero shopping bag di lusso, scatole di ogni foggia e misura, espositori, cartelline, insomma qualsiasi cosa che serva a contenere, presentare e al contempo valorizzare un prodotto. «Ora abbiamo le spalle coperte da un sistema di taglio che ci permette di partire dall'idea e arrivare al prodotto finito in tempi molto brevi e riusciamo a realizzare quelle microproduzioni alle quali prima eravamo costretti a rinunciare. Riusciamo a soddisfare tutta quella moltitudine di clienti che, in emergenza o operando in mercati ristretti, necessitano di piccole quantità», spiega Gio'Gatto. || In alto, solamente alcune delle applicazioni realizzate da Gio'Gatto 1984 con il plotter Valiani. A sinistra, due linee di prodotti cartotecnici realizzate per piccole aziende alimentari. A destra, il prototipo di un espositore per vasetti: si può notare l'impressionante precisione e pulizia del taglio del cartone alveolare, priva di antiestetici dislivelli causati dalla pressione della lama.


tecnologie tecnologie

intervista a Gio'Gatto Titolare di Gio' Gatto 1984

"Nell'acquisto c'è una grossa componente emozionale, e poter presentare al cliente un prototipo in pochi minuti offre un vantaggio competitivo notevole"

Gio'Gatto 1984: azienda, laboratorio artistico, salotto sperimentale? Siamo un'azienda con un'anima artistica che accoglie i visitatori con calore. Per noi «Non si può fare» non è una risposta: in ogni progetto cerchiamo di superare i nostri limiti, e siamo convinti che materiali e macchine debbano essere al servizio delle nostre idee, non il contrario. Oggi il packaging è importante come non mai, è ciò che si vede prima del prodotto, ciò che lo avvolge e lo presenta, aumentandone il valore percepito. Purtroppo non tutti si rendono conto delle potenzialità di questo strumento di comunicazione e del valore dell'azione progettuale, diversa e antecedente la fase produttiva. Cerchiamo quindi di lavorare con aziende che abbiano visione e valori compatibili con i nostri, perché non c'è pagamento che tenga: io devo eccitarmi a vedere la mia creazione, non il mio conto in banca. Come è cambiato il vostro modo di lavorare grazie al plotter Mat Pro Ultra V?

Con il Valiani abbiamo aggiunto l'anello che mancava all'Ufficio Progettazione, con tempi infinitamente più brevi rispetto quando tagliavamo a mano oppure ci appoggiavamo a partner esterni. Ora in pochi minuti disegnamo le fustelle, impostiamo le grafiche, tagliamo e montiamo il prototipo. Mat Pro Ultra V facilita e asseconda la nostra creatività con grande duttilità. Nota di merito anche per l'assistenza post vendita. Quali sono i vantaggi della precampionatura? I vantaggi sono tanti: progettuale, competitivo, commerciale. Una

situazione tipo: un cliente vuole investire in un progetto cartotecnico e viene da me. Io in pochi minuti posso fare uno schizzo di progetto sulla base delle sue esigenze, mandarlo al taglio e presentargli un prototipo. Vedere e toccare un campione di quello che sarà il prodotto finito è importante per il designer, per capire dove andare a correggere il progetto, ma soprattutto per il cliente, che si trova in mano un'idea trasformata in realtà. Come ben sappiamo, nell'acquisto c'è una grossa componente emozionale, e poter presentare un prototipo può davvero fare la differenza.

|| Gio'Gatto all'interno del suo studio, a Torino

Valiani Mat Pro Ultra V, prezioso alleato di piccole realtà cartotecniche in cerca di automazione e qualità Il passaggio dal taglio manuale a quello digitale è stato una fase fondamentale per un'azienda come Gio'Gatto 1984. Valiani Mat Pro Ultra V, scelto per l'imbattibile rapporto tra qualità e investimento necessario, è lo strumento attraverso cui è stato compiuto questo passaggio. L'azienda toscana, nata come produttore di tavoli da taglio per l'industria dei passepartout, vanta un'esperienza più

|| Il Valiani Mat Pro Ultra V è sempre attivo in Gio'Gatto 1984

che quarantennale nel trattamento di materiali cartacei. E infatti Mat Pro Ultra V è ideale per la lavorazione di carta, cartoncino, cartone ondulato e materiali vegetali. Il piano di lavoro, diviso in 4 zone con aspirazione indipendente, permette la gestione ottimale del materiale quale che sia la sua dimensione. La telecamera ad alta risoluzione per il riconoscimento dei crocini di stampa consente un flusso di lavoro ininterrotto dal momento della stampa fino al taglio e alla cordonatura digitali. Per una realtà piccola come Gio'Gatto 1984, inoltre, in fase di scelta del tavolo da taglio è stata dirimente la consapevolezza che questo è uno strumento estremamente intuitivo e facile da usare, e che i tecnici Valiani offrono un periodo di affiancamento e formazione specifica alle persone che useranno la macchina. Nei rari casi in cui ci siano difficoltà tecniche, l'assistenza, precisa e sollecita, viene svolta da remoto grazie alla guida telefonica da parte della casa produttrice: un modo snello e "smart" per minimizzare i costi di manutenzione per il cliente, ma soprattutto per abbattere i tempi di risoluzione degli eventuali problemi.

Valiani srl Via Delle Regioni 305/7/9 50052 Certaldo (FI) www.valiani.com info@valiani.com T: +39 0571 666598 F: +39 0571 663454

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strategie Chiusa con successo la terza edizione del congresso online dedicato alla ricerca di nuove idee per l'ottimizzazione del flusso di lavoro nel mondo del printing digitale

Enfocus Virtual Safari, un’intera settimana a caccia di nuove opportunità di Elena Panciera // elena@densitymedia.com

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hi è stato a drupa alzi la mano! Un bel po’ di gente, vedo. Ma non tutti. Pensando anche a chi non è riuscito a esserci, Enfocus ha organizzando, giusto dopo la fine dell’importante fiera quadriennale, la terza edizione del proprio Virtual Safari, un congresso online di una settimana con decine di interventi gestiti attraverso la modalità del “webinar” (non sai cos’è? Scoprilo nel box di approfondimento di pagina 84). Il percorso di Virtual Safari si è snodato, a caccia di nuovi strumenti e nuove idee, attraverso tre percorsi principali: sessioni su come migliorare le proprie competenze in vari campi come la gestione del flusso di lavoro, dei dati variabili e del colore; sessioni più tecniche, su come sfruttare al meglio tutte le potenzialità delle soluzioni software Enfocus – dai noti Switch e PitStop Pro, fino ad arrivare a Connect e al nuovo Appstore; sessioni di interesse più generale, su argomenti caldi legati al digitale e alle innovazioni presentate a drupa, per aiutare le aziende di stampa a crescere.

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IL VIRTUAL SAFARI IN CIFRE

EDIZIONI

PARTECIPANTI LIVE DOWNLOADS = 100

ORE DI CORSI

2014

2015

2016 summer edition

SPEAKER/SESSIONE


strategie

intervista a Michael Reiher Product Manager di Enfocus

“Volevamo evocare l’esplorazione dell’ignoto, l’eccitazione di imparare qualcosa di inaspettato. E volevamo che fosse divertente: così è nata l’idea del «safari»”

Virtual Safari: perché questo nome? L’idea è nata dal desiderio che i partecipanti a questo evento esplorassero e imparassero, potessero vedere nuove soluzioni e tecnologie, fossero aggiornati sulle nuove tendenze del mercato. Volevamo un nome che evocasse l’esplorazione dell’ignoto, l’eccitazione di imparare qualcosa di inaspettato. Inoltre, volevamo qualcosa che fosse divertente: così è nata l’idea del “safari”. Come vengono scelti gli speaker e gli argomenti? Abbiamo molti partner, dagli OEM che integrano le loro soluzioni con Switch agli integratori che sviluppano soluzioni perso-

nalizzate per i nostri clienti: ci è sembrato naturale coinvolgerli in questo progetto. Inoltre, dato che volevamo che il Virtual Safari non fosse una mera presentazione di prodotti, ma che fosse realmente formativo, abbiamo contattato anche i nostri partner esperti di contenuti e formazione, che ci hanno portato interventi di interesse industriale più ampio e presentazioni di alto livello. Avete altre iniziative simili a questa? Enfocus Forum, grazie al quale i nostri clienti possono interagire non solo con noi, ma anche tra loro, scambiandosi idee e consigli, e Enfocus Academy, sessioni di formazione online sui nostri

prodotti e workshop mensili che li aiutano a ottenere di più dai nostri prodotti. Stiamo poi lanciando una nuova iniziativa, il contest X-treme Switch-over [sulla falsariga del reality show Extreme Makeover, n.d.r.]: selezioneremo un’azienda che non è ancora nostra cliente e la seguiremo passo passo nel processo di applicazione di una moderna soluzione di automazione del workflow. Ci faremo carico dell’analisi del fabbisogno, della creazione del piano di sviluppo, dell’installazione della soluzione nell’azienda del cliente, misurando i risultati e comparandoli ai suoi obiettivi iniziali. Tutto questo in cambio della possibilità di documentare ogni fase del processo e condividere i risultati.

|| La giocosa e accattivamente locandina digitale del Virtual Safari di quest’anno, che si è tenuto a metà luglio

I software che facilitano il lavoro (e la vita): i falsi miti sull’automazione del workflow Dal 1993 Enfocus crea software per gestire il flusso di lavoro in modo automatico, accompagnando e facilitando ogni passaggio dal momento in cui il file entra in azienda in modo digitale, fino al momento in cui ne esce, con la spedizione del prodotto finito. In questi anni l’azienda belga si è scontrata con vari pregiudizi e timori riguardo al tema dell’automazione dei processi e del workflow, alcuni dei quali sono serviti come stimolo per migliorare la propria offerta e il proprio prodotto. Innanzitutto, l’automazione viene spesso percepita come dispendiosa in termini di tempo. Ovviamente, inserire un nuovo strumento in azienda non è un passaggio del tutto indolore: implica che tutti imparino a

usarlo (e quindi delle sessioni di formazione), e c’è bisogno di un periodo iniziale per impostare tutti i processi. La parola d’ordine, in questo caso, è “gradualità”. L’automazione viene poi spesso percepita come fonte di complicazione – obiezione risolta da Enfocus lavorando sull’intuitività e sulla facilità d’uso degli strumenti. Il terzo timore, molto sentito tra i dipendenti che spesso “remano contro” il cambiamento, è che, se un’attività viene automatizzata, la persona che la svolgeva rischi di perdere il lavoro. Falso: le persone, sollevate da occupazioni ripetitive e a basso valore aggiunto, possono concentrare i loro sforzi in attività che aumentino la rilevanza dell’azienda anche nei confronti della concorrenza. C’è chi crede che l’automazione sia incompatibile con la flessibilità; Enfocus ha pensato anche a questo creando uno strumento modulare. “Modularità” è la risposta anche all’obiezione che automatizzare sia

costoso, grazie alla possibilità di personalizzare la soluzione in base alle proprie reali esigenze. L’automazione, infine, non è utile solamente alle grandi aziende, anzi: i compiti ripetitivi sono ancora più onerosi in termini di tempo e risorse nelle piccole imprese.

Gestione dei file e del flusso di lavoro: le soluzioni Enfocus I più noti software sviluppati da Enfocus sono Switch, per la gestione automatizzata del workflow, e PitStop Pro, strumento pressoché indispensabile per il preflight e l’editing dei PDF. Quest’ultimo consente di rendere automatica la correzione a una serie di errori dei file ricorrenti (risoluzione insufficiente, mancanza di abbondanze, problemi legati all’incorporamento dei font, errori nella sovrastampa di elementi bianchi, coprenza

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strategie degli inchiostri troppo alta, presenza di layer invisibili o nascosti, per citarne alcuni), diminuendo i tempi di lavorazione e soprattutto le possibilità di errore: in questi casi anche una dimenticanza si può pagare cara. Enfocus Switch è invece il software a concezione modulare che gestisce l’automazione dei processi dell’azienda (tutti o solamente qualcuno). Con Switch si ricevono, classificano, processano i lavori in entrata, si convertono in PDF i file nativi, si gestiscono gli eventuali problemi che entrano nei file provenienti da piattaforme web-to-print.

Le integrazioni con i software di altre aziende: alcuni esempi di collaborazione La forza di Enfocus Switch, però, è la sua capacità di gestire software di terze parti, dando e ricevendo input come un operatore umano. Questo avviene attraverso i cosiddetti “configuratori” che gli stessi partner sviluppano appositamente per Enfocus Switch. Ci sono partner esperti nella gestione del colore, nella conversione in PDF, nel DAM (Digital Asset Management), nella stampa digitale e di produzione, nell’editoria digitale, nell’archiviazione documentale, nell’ottimizzazione delle immagini, nell’imposizione, nella gestione del preflight e dei PDF, nella collaborazione e nel proofing online, nella gestione dei dati variabili... E proprio a loro, oltre che a esperti e consulenti indipendenti, Enfocus si è rivolta per approfondire questi

|| Un esempio di flusso di lavoro di Enfocus Switch, che consente di gestire ogni tipo di file dal momento in cui arriva in azienda fino alla spedizione del prodotto finito, integrando anche applicazioni di terze parti

argomenti durante Enfocus Virtual Safari, suggerendo nuove possibilità di impiego e idee originali per far espandere il business dei propri clienti. Alcuni nomi eccellenti: Apago, CHILI Publish, CrossXColor, HP, Tilia Labs, Tribay – solo per farne qualcuno.

Appstore e creazione congiunta di contenuti: approcciando nuovi modelli di business La vocazione collaborativa di Enfocus si è recentemente concretizzata in una soluzione di “sharing creativity” estremamente attuale: l’Appstore, una piattaforma online

sulla quale sviluppatori da tutto il mondo possono proporre e vendere le proprie applicazioni per Switch, ovvero dei flussi di lavoro confezionati ad hoc per rispondere alle più disparate esigenze produttive. Lanciata nella primavera di quest’anno, sta riscontrando un notevole successo tra gli utenti, che apprezzano la possibilità di ottenere, con una spesa annuale contenuta (il servizio funziona per abbonamento alle app desiderate), dei flussi di lavoro già pronti e collaudati. La condivisione del sapere e la creazione collaborativa di contenuti sono valori molto sentiti dall’intero gruppo Esko, di cui Enfocus fa parte, come testimoniano le sue numerose e apprezzate iniziative, tra cui il Virtual Safari.

Il webinar: mi connetto e imparo, quando voglio e a costo zero Il webinar, parola composta da web e seminar, è una sorta di videoconferenza formativa o informativa a cui è possibile partecipare da remoto, attraverso una connessione internet. Viene gestita attraverso una piattaforma digitale specifica (ce ne sono diverse) e interattiva, così che i partecipanti possano dialogare con lo speaker – solitamente a voce, via telefono oppure attraverso la piattaforma stessa, e via chat. In questo modo è possibile raggiungere un numero virtualmente infinito di partecipanti, a un costo relativamente contenuto (quello della piattaforma e quello della connessione inter-

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net). Un ulteriore vantaggio di questa tecnologia è dato dalla possibilità di registrare gli interventi, che diventano dei semplici file video. Ovviamente, come le conferenze e i corsi “normali”, anche i webinar possono essere gratuiti o a pagamento, a seconda di cosa decide di fare l’organizzatore. In questo caso, dall’11 al 15 luglio, chiunque si è potuto connettere e assistere da qualsiasi parte del mondo (tenendo conto del fuso orario) a uno o più dei 28 webinar organizzati da Enfocus, oppure scaricare gli interventi e vederli nel momento preferito, gratuitamente e senza spostarsi dalla propria scrivania.

|| Il Virtual Safari ha risvegliato anche in redazione un’inusuale voglia di scoperta. A turno ci siamo collegati ai webinar per capirne di più su quelli che, senza ombra di dubbio, sono alcuni degli argomenti più scottanti del momento



strategie Dopo pochi anni di start-up, accompagnati dai consensi del mercato alle ultime fiere internazionali, il costruttore italiano punta oggi ad acquisire market-share, grazie anche a un nuovo accordo di distribuzione per l’Italia

NoeCha completa la gamma e si consolida sul mercato italiano con Digitalia

I

n un mercato di stampanti di fascia medio/alta popolato da pochi brand, a volte gli spazi appaiono ristretti, inadatti a far emergere nuove realtà in grado di giocarsela alla pari coi big. In realtà, anni di esperienza in questo settore insegnano che pur avendo a disposizione un certo numero di soluzioni diffuse e consolidate, alcuni clienti finali sono costantemente alla ricerca di attrezzature e soluzioni originali, esclusive e differenzianti. Forse è questo lo spirito che ha guidato Marco Baio nel costituire NoeCha, che oggi ben si sposa con la strategia commerciale che contraddistingue Digitalia: la continua e instancabile ricerca di soluzioni innovative e fuori dal coro, da mettere al servizio degli stampatori digitali. Grazie a partnership esclusive come quelle con Seiko (di cui OKI ha acquisito la divisione wide format), Flora, Jetrix, Aristo e molte altre, ha di fatto costruito un portfolio inimitabile di soluzioni, alcune di esse destinate a sorprendere e a rispondere alle complesse esigenze di un mercato che continua a esprimere curiosità e dinamismo.

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|| Da sinistra Marco Baio, fondatore e CEO di NoeCha, e Marino Rossetti, CEO di Digitalia, posano sul piano di lavoro della nuova NoeCha DOT1, la flatbed robusta e iper-qualitativa presentata a drupa dall’azienda bergamasca


strategie

“Apriamo nuovi scenari per gli stampatori di fascia alta e per i piccoli che vogliono crescere”

Quali sono i vantaggi per la vostra forza vendita e per i clienti finali di Digitalia? L’accordo, ufficiale a partire da Viscom 2016, ci permette di completare la nostra offerta con un engine di fascia alta, così da rispondere in modo convincente alle richieste di clienti top, cui oggi forniamo magari consumabili e che da tempo ci chiedono di acquistare tecnologia al top. I nostri venditori stanno ultimando i corsi di aggiornamento organizzati da NoeCha e presto potranno fornire ogni tipo di delucidazione su queste piattaforme. Avere una presenza capillare sul mercato con decine di venditori ci consentirà poi di intercettare quella definiamo “domanda inattesa” da parte di clienti medio/piccoli che devono fronteggiare l’aumento dei volumi di produzione.

Da dove l’accordo con NoeCha? Digitalia è storicamente alla ricerca di brand all’avanguardia, che siano in grado di andare al di là degli standard, ponendosi su un livello differente rispetto ai competitor. Il nostro obiettivo è avere prodotti d’eccellenza, pur con un profilo smart. E possiamo affermare che NoeCha rispecchia appieno questa filosofia.

Cosa rende appetibile NoeCha per il cliente finale? Un mix che definirei unico di originalità costruttiva, altissima qualità di stampa, versatilità nelle opzioni di automazione e una piena integrazione tra hardware e consumabile. Il tutto con livelli di investimento ragionevoli e modulari. Esattamente ciò che ci chiedono le PMI del settore.

intervista a Marino Rossetti CEO di Digitalia

europeo. Crediamo fermamente in Digitalia, che ha una rete di vendita capillare, attenta al mercato e in grado di veicolare i nostri prodotti nella maniera giusta alle aziende giuste.

intervista a Marco Baio Fondatore e CEO di NoeCha

“La competenza e la capillarità di Digitalia ci rafforzano nel nostro mercato di origine” Cosa vi aspettate dall’accordo distributivo con Digitalia? Siamo certi di avere tra le mani la migliore tecnologia flatbed attualmente disponibile. Così come siamo certi di avere trovato il canale migliore per farla conoscere al mercato italiano. Si tratta di un accordo di distribuzione in esclusiva, il primo sottoscritto da NoeCha a livello

Cosa rende unica NoeCha? Ciò che ci rende unici è la nostra visione, che ci spinge ad andare sempre oltre l’arte nota. Ad esempio NoeCha DOT1, presentata nel corso dell’ultima drupa, è la prima flatbed UV-LED al mondo equipaggiata con teste Kyocera con risoluzione nativa di 1.200x1.200 dpi e goccia variabile da 1,5 a 3,5 pl. Ha un prezzo da mid-range, prestazioni hi-end e costi di produzione paragonabili a quelli di macchine per alti volumi. Inoltre, sia DOT1 che la nostra ammiraglia NoeCha1 sono pensate non solo per gestire alte tirature di pannelli – grazie al board-feeder e allo stacker automatizzati – ma anche per ottimizzare la produzione quotidiana. DOT1 può stampare in modalità multi-sheet contemporanea su materiali diversi come Forex, Dibond o altri. Il nostro orgoglio è offrire soluzioni basate su tecnologie all’avanguardia ma sviluppate totalmente inhouse, dal sistema di stampa al curing, fino all’elettronica.

Due centri demo per scoprire NoeCha1 e DOT1 La partnership tra NoeCha e Digitalia è improntata su una strategia di vendita differente per ciascuna delle due soluzioni prodotte dall’azienda bergamasca. Il distributore gestisce in totale autonomia ogni singola fase dei rapporti con il cliente finale per la flatbed compatta NoeCha DOT1 e i clienti che desiderano scoprire la qualità, testarne le capacità e le possibilità di personalizzazione potranno recarsi a Padova, presso lo show room di Digitalia. Oltre alla fase di vendita della stampante, Digitalia si occuperà anche dell’assistenza e della fornitura di consumabili. Per quanto riguarda l’ammiraglia NoeCha1, invece, Digitalia continuerà ad avvalersi del grande demo center già attivo presso la sede di NoeCha di Capriate San Gervasio, tra Milano e Bergamo. La recente installazione presso Gescom e la curiosità già espressa dai clienti sono il miglior presupposto per un successo commerciale.

|| Presso il demo center di NoeCha a Capriate (in alto) sarà possibile testare dal vivo l’ammiraglia NoeCha1

Digitalia SpA Via Polonia 27 35127 Padova (PD) www.digitaliaspa.com T: +39 049 89 99 111 F: +39 049 87 00 543 info@digitaliaspa.com

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idee per crescere I trucchi del mestiere per riuscire a ottimizzare al massimo le varie fasi di lavoro, ottenendo risultati migliori con la metà della fatica

Migliorare i processi e scegliere i prodotti giusti per guadagnare tempo (e soldi) di Daniele Bosco // daniele_bosco@boscofg.it

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no degli elementi che influiscono maggiormente sull’economia del lavoro è il tempo trascorso a svolgere le operazioni necessarie per arrivare al prodotto finito. Gli imprenditori, però, spesso sottovalutano - quando non lo ignorano totalmente - questo aspetto. E magari perdono tempo in esercizi impossibili per ridurre il costo delle materie prime, anziché studiare soluzioni efficaci per completare il lavoro in tempi più brevi. Parlando con il personale e i titolari di alcune aziende di dimensio-

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ni medio/piccole (tra 1 e 10 dipendenti) ho avuto occasione di notare come le varie “fasi critiche” che causano ingenti perdite di tempi molto spesso collimino. Va da sé che, trattandosi di problemi che si richiamano l’un altro, anche le soluzioni saranno simili tra loro. Un ulteriore elemento che ho potuto osservare è che non si tratta mai di ostacoli relativi a un singolo reparto, ma spesso ne coinvolgono più di uno. Questo sottolinea l’esigenza di dare all’azienda un’identità comune, che rifugge i separatismi interni e anzi permette ai vari settori di comunicare gli uni con gli altri, creando una

Affiatati nella vita e nell’azienda di famiglia, la palermitana Bosco Forniture Grafiche, i fratelli Bosco vantano competenze complementari. Con il suo brand “Sistema Consulenza Plotter” e un decennio di esperienza nel settore, Alessandro supporta ogni anno decine di aziende grafiche nella scelta della stampante più idonea per applicazioni e necessità specifiche. A sua volta Daniele, all’attivo oltre 14 anni di stampa digitale e di supporto telefonico a clienti di ogni tipologia e dimensione, ha scelto di specializzarsi nella consulenza su materiali di consumo ed espositori pubblicitari. Dal 2016, complici la loro contagiosa positività e voglia di comunicare, contribuiscono ad arricchire la “diversity” dei contenuti di Italia Publishers.


idee per crescere metodologia di lavoro che consenta ad ogni divisione di ottimizzare l’impiego del tempo.

La realtà di tutti i giorni Nel nostro settore al principio di tutto c’è il file. Un minimo errore in prestampa può inficiare tutti gli step successivi. Se i profili colore non sono stati settati correttamente, ad esempio, i pochi minuti che originariamente avrebbero dovuto essere dedicati al controllo delle bozze possono moltiplicarsi, andando a ritardare l’approvazione del lavoro e generando un pericoloso loop. Il colore è uno dei pilastri alla base del processo produttivo ed è di fondamentale importanza riprodurlo fedelmente già dalla prima copia. Il cliente esige - giustamente - che la tinta desiderata corrisponda a quella riprodotta sulla stampa. Sbagliare significa dover ricominciare da capo, cioè perdere altro tempo prezioso. Il processo di stampa è filato liscio? E’ arrivato il momento dei vari processi di finishing. Il rifilo della stampa anzitutto: un passaggio importante ma anche rischioso, perché coinvolge tagliacarte e taglierine con cui ci si può ferire. Un’evenienza che oltre ad una gita al pronto soccorso causerà il blocco della lavorazione. Fornire metodologie di lavoro sicure ai dipendenti, che li guidino nelle vari fasi indipendentemente dal reparto in cui si trovano, è di vitale importanza per ottenere un ambiente di lavoro organizzato e ordinato, sicuro e veloce, dove ogni secondo viene sfruttato al massimo. Ottenuto il prodotto finito - una vetrofania per esempio - è il momento dell’applicazione. Che tecnica è meglio usare? Per evitare la formazione di antiestetiche bolle d’aria è bene prendere esempio dai grandi applicatori, affidandosi a prodotti “bubble free” che grazie all’applicazione facilitata permettono di risparmiare molto tempo ed errori. Un altro trucco del mestiere sono i materiali “attacca e stacca”, leggermente più costosi ma progettati per una rimozione facile, veloce e anche pulita, perché non lasciano alcun residuo di colla.

Scegliere il materiale giusto per ogni specifica applicazione Concentriamoci adesso su alcuni materiali per la stampa, appartenenti a varie fasce di prezzo, che a seconda dei casi si adattano a determinati tipi di lavorazione, permettendo di ottenere risultati perfetti in poco tempo. Il primo caso è quello del vinile polimerico, un ottimo materiale che - a differenza di alcuni monomerici - ha una resa

cromatica molto buona e una texture morbida che ne permette una facile applicazione, rendendolo perfetto per la decorazione di automezzi, anche per via della sua adattabilità alle superfici leggermente curve. Il vinile polimerico vanta inoltre una buona stabilità nel tempo, che può farlo ritirare al massimo di qualche decimo di millimetro, mentre il monomerico può raggiungere variazioni di millimetri. Originariamente era molto costoso, mentre ultimamente la sua diffusione ha portato ad un leggero calo dei prezzi, rendendolo più appetibile per il mercato. Prendiamo poi in esame l’application tape, a cui spesso viene preferito l’economico polietilene in plastica, assai meno versatile. A seconda della grandezza delle lettere o delle immagini, se viene usato un tipo di adesivo sbagliato l’operazione di applicazione può trasformarsi in un processo molto lungo e condurre ad un risultato di scarsa qualità. Detto questo, non è neppure possibile affidarsi a un solo genere di application tape: il prodotto adatto andrà individuato di volta in volta, a seconda del lavoro da realizzare. Ad esempio, nel caso di caratteri o di figure particolarmente sottili, sarà opportuno utilizzare un prodotto in polipropilene con colla di medio tack. A questo proposito, sarà sicuramente utile tenere in magazzino almeno due tipi di materiale, per avere più possibilità di avere direttamente in casa il

prodotto adatto. Terminata anche la fase di applicazione, passiamo alla pulizia delle teste di stampa, un’operazione molto importante perché assicura precisione e continuità al lavoro di stampa. Una scarsa manutenzione della stampante può causare interruzioni del lavoro, con conseguente spreco di materiale, malcontento del cliente e non pochi grattacapi sul fronte dell’assistenza tecnica. Anche mantenere il reparto produttivo pulito e in ordine è un’accortezza che può far risparmiare molto tempo, che troppe volte viene impiegato in estenuanti ricerche, oltre a facilitare la concentrazione di tutti coloro che vi lavorano, creando un’atmosfera rilassata e assolutamente proficua per tutto il team.

Il responsabile acquisti: una figura irrinunciabile? Un fattore chiave nella gestione di un’azienda di stampa digitale è riuscire a mantenere un equilibrio tra i prodotti venduti ai clienti e quelli comprati dai fornitori. Da un lato un magazzino sguarnito - causato da ordini troppo rarefatti - genera criticità nel servire il cliente, che dovrà sopportare lunghe attese per avere quello che ha richiesto, o rivolgersi a un altro fornitore. Dall’altro un eccessivo quantitativo di ordini rischia di

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idee per crescere “appesantire” il magazzino e immobilizzare risorse economiche impiegabili diversamente. Chi si occupa di questo bilanciamento è il responsabile acquisti. Tenendo conto anche del particolare periodo economico che stiamo attraversando, è logico pensare che non sia fattibile avere un’ampia scorta di ogni singolo prodotto, ma è di essenziale importanza avere in magazzino più di un esemplare degli oggetti che si vendono abitualmente, che difficilmente resterebbero sullo scaffale a lungo. Quella del responsabile acquisti è una mansione che può essere ricoperta sia dal titolare dell’azienda che da un dipendente scelto, a patto che si tratti di una persona con doti di precisione, attenzione e capacità di pianificazione, perché dovrà prendere nota di ogni acquisto/vendita per avere una panoramica completa dell’andamento del magazzino. In breve tempo sarà quindi in grado di prevedere con realismo quali saranno i prodotti a più elevata rotazione e di quali invece sarà opportuno limitare le scorte, per fare nuovi ordini solo alla bisogna.

Imparare a delegare per il bene dell’azienda Se non ci fossero limiti di tempo, o se si avesse il dono dell’ubiquità, diventerebbe all’improvviso molto facile dedicarsi simultaneamente a “coccolare” i nuovi clienti, aver cura di non trascurare quelli storici o occuparsi personalmente di tutte le attività connesse all’azienda: vendite, acquisti, recupero crediti, produzione degli stampati, applicazioni, installazioni, consulti con commercialista e ragioniere, riunioni in ban-

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ca, pagamenti e così via. In pratica, a conti fatti, per una sola persona è assolutamente impossibile fare tutto questo. La soluzione? Delegare. Molti imprenditori sono restii a farlo perché hanno il timore di perdere di vista l’andamento globale dell’azienda, ma in realtà cercando di occuparsi personalmente di tutto finiscono con il correre da una parte all’altra senza riuscire mai davvero a concentrarsi su nulla. La soluzione chiave per trovare persone adatte a prendersi cura di determinati compiti è quella di curare la loro formazione. Quasi nessuno è a priori

inadatto per un lavoro, a patto che abbia la possibilità di accedere ad un processo di istruzione, che lo porterà ad essere un professionista soddisfatto e abile nello svolgere il compito assegnato.

L’azienda perfetta può esistere Nel corso di questo articolo ho cercato di pensare alle situazioni più comuni che rallentano il lavoro in un’azienda, causando sprechi di tempo e - di conseguenza - mag-


fieramilano 13-15 OTTOBRE 2016

Continua il viaggio #adaltavelocità di MCA Digital PROSSIMA FERMATA VISCOM ITALIA 2016 Per poter competere sul mercato le imprese devono cambiare e il cambiamento deve passare attraverso una nuova progettazione dell'organizzazione aziendale. Flessibilità e adattabilità diventano quindi i principali fattori di successo. Questa la filosofia che MCA Digital ha scelto di seguire salendo sul "treno del cambiamento" e selezionando partner e collaboratori che condividono lo stesso obiettivo. Un lavoro di squadra tra persone che hanno il coraggio di cambiare.

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giori spese, a scapito della produttività e della serenità del personale. Riassumendo, potremmo partire da una preparazione corretta dei file da stampare, seguire con attenzione i processi di finishing più delicati, affidarci a un responsabile acquisti per la gestione del magazzino, imparare a delegare per non finire sommersi. Riuscire ad affidare compiti sino a quel momento svolti personalmente sarà un’ottima occasione per capire che in una piccola azienda anche i collaboratori sono in grado di svolgere una o più mansioni teoricamente estranee al loro flusso di lavoro abituale. Una volta acquisita questa certezza, sarà più facile ritagliarsi dei momenti di riflessione, in cui fare un elenco delle eventuali problematiche che l’azienda sta affrontando e, soprattutto, intuire come risolverle. Per riuscire a fare un’analisi oggettiva ed esaustiva sarebbe meglio, invece che limitarsi al pensiero, prendere carta e penna e iniziare a elencare i punti deboli dell’azienda, per poi - accanto o sotto - annotare

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quelle che ci sembrano delle soluzioni o dei suggerimenti per migliorare. Un esempio: ormai la consegna a domicilio è diventata un servizio fondamentale, sia che venga svolto in prima persona che tramite terzi. Perché non sfruttare questa “fretta” dei clienti per portarli a fidelizzarsi? Prodotti consegnati in tempo, senza ovviamente pagare cifre folli per la spedizione, porteranno sicuramente a ordini successivi, a discapito dei concorrenti. I tre principi fondamentali da seguire, per un’azienda grafica che desidera crescere e migliorarsi, sono un processo produttivo snello e controllato, una forte concentrazione sul cliente tipo (così da arginare la concorrenza) e una buona capacità di delega da parte del titolare, che potrà così concentrarsi sulla vendita e sul marketing. L’importante è prendere coscienza dei propri limiti e agire instancabilmente per superarli, anche se all’inizio può sembrare un’impresa impossibile. Un’attenta analisi e una certa chiarezza nella direzione da segui-

re renderà il raggiungimento dell’obiettivo più semplice del previsto. Occhio poi alle decisioni emozionali, che possono spingere a credere ciecamente in un nuovo prodotto senza aver prima fatto delle ricerche di mercato, che spesso permettono di capire le reali possibilità di vendita. Alla base della gestione oculata del tempo ci deve essere una visione d’insieme dell’azienda in tutta la sua ampiezza. Si deve sempre tenere conto del fatto che i vari processi lavorativi non sono a sé stanti, ma correlati tra loro. Allo stesso modo i dipartimenti di un’azienda, benché piccola, non sono entità autonome ma collaborano per raggiungere un obiettivo comune. Ultimo concetto, ma non per questo meno importante: un’azienda non è composta di reparti, ma di persone, che dovrebbero essere sempre coscienti dei cambiamenti in essere, dei problemi contingenti e degli obiettivi futuri, così da poter intervenire in prima persona nello loro risoluzione o, in generale, nel processo di sviluppo.


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density meets leaders Il costruttore svizzero di soluzioni da taglio continua ad innovare, cresce nei mercati globali. Ma pone sempre al primo posto i valori che l’hanno resa grande

Eccellenza, ecologia, etica e famiglia: la leadership di Zünd è solida e sostenibile di Roberto Bonsignore // roberto@densitymedia.com

L

’assoluta qualità delle soluzioni da taglio Zünd non fa quasi più notizia. Tuttavia è un punto di partenza ideale per evidenziare i fattori che distinguono un ottimo prodotto da uno standard di eccellenza, definendo così una leadership. Negli anni Zünd ha intrapreso una crescita costante, che non si è concentrata solo su aspetti tecnologici, ma ha coinvolto l’azienda nel suo complesso, facendone crescere la percezione da parte del mercato, al punto da considerarla un benchmark. Il costruttore svizzero ha raggiunto questo traguardo grazie a efficienza e affidabilità, investendo costantemente in un settore chiave come l’R&D, senza tralasciare la visione complessiva che caratterizza una società all’avanguardia. Varcando le porte della sede di Altstätten, nel cuore della Valle del Reno, l’occhio è subito attratto da una moltitudine di applicazioni, che testimoniano la poliedricità di un costruttore che ha saputo affermarsi nell’immaginario e nei workflow di innumerevoli settori industriali.

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|| Il quartier generale Zünd di Altstätten si articola in quattro edifici perfettamente integrati con l’ambiente circostante

Density Meets Leaders: esploriamo i brand che fanno la differenza Questa rubrica nasce con l’obiettivo di accompagnarvi alla scoperta di aziende straordinarie, che grazie alle loro caratteristiche uniche contribuiscono all’evoluzione della nostra industria. Aziende capaci di esprimere non solo

eccellenza costruttiva o potenza commerciale, ma anche visione e ispirazione. Aziende fatte di idee, persone, progetti, strategie, tecnologie, e talvolta anche storia e tradizione. Pur senza la presunzione di poterne cogliere appie-

no l’essenza, visitiamo per voi queste realtà animati dall’insaziabile curiosità e dal desiderio di apprendimento e di confronto che è parte della filosofia di Density. Seguiteci allora. E naturalmente aspettiamo suggerimenti e proposte.


density meets leaders

intervista a Oliver Zünd CEO di Zünd Systemtechnik

“La nostra è una visione di lungo termine. Crediamo nel nostro futuro e in quello della nostra comunità, per questo le priorità sono le persone, il territorio e l’ambiente”

Cosa differenzia una grande azienda da un leader? È una questione di visione e di priorità. Il giro d’affari è importante, ma non è determinante. A differenza di tante aziende multinazionali, noi non focalizziamo la nostra strategia sulla crescita a breve termine. Non ci sono azionisti che premono per ottenere guadagni immediati, così possiamo permetterci di guardare oltre e pianificare a medio-lungo termine. Crediamo nel nostro futuro e in quello della nostra comunità, per questo le nostre priorità sono le persone, l’ambiente e il territorio. Proprio per questo motivo la salvaguardia dei luoghi in cui viviamo e delle persone con cui interagiamo è per noi una priorità. Le nostre macchine sono famose, oltre che per la precisione e l’affidabilità, anche per la loro grande durata. Fabbricare piattaforme durevoli e continuamente aggiornabili permette di utilizzare meno risorse naturali, con minor inquinamento e spreco di energia.

rette conseguenze della prima. La nostra sede di Altstätten è il primo edificio industriale in Svizzera ad essere realizzato secondo il rigoroso standard di risparmio energetico Minergie-P. Utilizza una quantità di energia 5 volte inferiore ed emettte il 20% in meno di anidride carbonica rispetto ad una struttura tradizionale. Inoltre, più del 75% dei componenti utilizzati per realizzare le nostre soluzioni da taglio viene prodotto da aziende che si trovano entro pochi chilometri. Così otteniamo al tempo stesso un abbattimento

Come si riesce a unire etica e strategie economiche efficaci? Molto spesso le seconde sono di-

|| La sede Zünd è in costante evoluzione e i nuovi edifici, come quello nella foto, vengono realizzati con un’attenzione quasi maniacale all’ecologia; grazie all’impiego di tecnologie all’avanguardia vantano infatti un livello di efficienza energetica difficilmente riscontrabile in ambito industriale

Una storia di successo, un mix di strategia e tecnologia 32 anni di storia non sono pochi, specie se connessi a un nome e ad un cognome preciso: quelli di Karl Zünd. Fondatore e principale artefice del successo dell’azienda, l’imprenditore elvetico inizia nel 1984 la sua avventura nel mondo del taglio digitale, distribuendo a livello europeo i plotter da taglio Wild, parte dell’universo Leica. Solo due anni dopo la sua passione per l’innovazione lo porta a organizzare un gruppo di ingegneri per sviluppare strumenti di taglio e periferiche compatibili con i cutter Wild. Il 1988 vede la nascita di Zünd Systemtechnik AG, società dedicata alla realizzazione di cutter per il mondo grafico e per la lavorazione del pellame. L’anno seguente debutta il primo plotter da taglio, il P-1200, e da lì in avanti per l’azienda inizia una fase di crescita vorticosa. A stretto giro vengono realizzati i cutter P-700 e P-2000, mentre nel 1994 vengono acquisite Wild e la sua rete distributiva, solo due anni dopo aver

introdotto sulle proprie piattaforme l’allora rivoluzionario sistema modulare di teste di taglio con cambio rapido dell’utensile. Nel 1996 l’azienda si trasferisce nell’attuale sede e nel 1998 viene inaugurata Zünd Asia, trait d’union con il mercato orientale. Nel 2004 la costituzione di Zünd America contribuisce a consolidare la presenza dell’azienda svizzera oltreoceano, con una crescita delle vendite negli States che oggi contribuiscono al giro d’affari per quasi il 50%. Nel 2007, dopo un’importante esperienza iniziata nel 2001, Zünd decide di cessare la produzione della fortunata serie di stampanti flatbed UVJet, concentrando le energie esclusivamente nel settore del cutting. Questo è il preludio di una nuova accelerazione da parte del costruttore, che nel 2008 presenta la serie G3, prima piattaforma di taglio di una nuova generazione di cutter destinata a diventare rapidamente un punto di riferimento nei mercati della grafica e del packaging. Ad affermare Zünd come riferimento anche gli investimenti sul software Cut Center – una suite proprietaria per la gestione del workflow – e sull’automazione

dell’impatto ambientale e un vantaggio per i nostri fornitori, per noi e per l’intero indotto che ruota attorno ad Altstätten. Europa e USA sono i vostri mercati principali. Differenze? Ho sviluppato il business di Zünd negli Stati Uniti e posso dire che il mercato americano è molto più veloce. Ci sono tempi di reazione immediati e anche i clienti scelgono rapidamente. Diciamo che in Europa si tende a ponderare e acquisire maggiore consapevolezza di quasi ogni prodotto.

con il sistema di carico e scarico automatico BHS (Board Handling System). Alla serie G3, in pochi anni, si affiancano la più compatta e ultraveloce S3, la L3 dedicata alla lavorazione della pelle, e infine, nel 2016, l’ultima nata D3 con doppio braccio, capace di raddoppiare la produttività nell’ambito di un utilizzo industriale nel packaging e in altri settori.

Una piccola multinazionale dal cuore famigliare L’evoluzione di Zünd dimostra come sia possibile riuscire a diventare protagonisti di un mercato globale, con un fatturato di 100 milioni di euro nel 2015, senza perdere le peculiarità di un’azienda famigliare molto legata al territorio. La visione della famiglia Zünd ha rappresentato, soprattutto durante i primi anni di vita dell’azienda, l’elemento chiave di uno sviluppo a tratti esponenziale ma sempre ponderato e legato a visioni chiare. A distanza di trent’anni la leadership e la capacità di crescere di Zünd resta inossida-

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density meets leaders bile grazie a una serie di scelte azzeccate. Prima fra tutte quella di puntare sulla ricerca & sviluppo, rendendo quest’area la pietra angolare della propria attività. L’azienda ha investito in ricerca fin dagli albori e continua a farlo, sia a livello hardware che software, impiegando circa un quarto dei dipendenti nello sviluppo dei sistemi di taglio e nel miglioramento dell’esperienza di utilizzo per l’utente finale. Questo ha permesso a Zünd di continuare ad offrire sempre una delle migliori tecnologie di taglio sul mercato. L’intera fase produttiva viene svolta esclusivamente all’interno della fabbrica di Altstätten, a piena garanzia dell’eccellenza dei processi costruttivi, che mettono sempre in primo piano la qualità e la sostenibilità ambientale. Questo atteggiamento ha portato Zünd ad acquisire due importanti certificazioni rilasciate dall’ISO (International Organization for Standardization), entrambe basate su criteri molto rigidi: la ISO 9001:2008 per il sistema di gestione della qualità e la ISO 14001:2004 per il sistema di gestione ambientale. L’aderenza a questi standard è un fattore chiave per un produttore che punta ad ampliare la propria presenza diretta in mercati strategici come quelli europeo e nordamericano, seguiti dall’Asia e più recentemente dall’India. Anche in Italia – storicamente uno dei Paesi più interessanti per il costruttore, con oltre 1.200 installazioni complessive – dal 2014 Zünd ha costituito una propria filiale diretta, coordinata dalla casa madre e dotata di un demo center in cui è possibile testare quasi tutte le serie di cutter. Presso Zünd Italia, basata in provincia di Bergamo, opera un team tecnico/commerciale in grado di assistere i clienti provenienti dai vari settori e da tutte le regioni del Paese.

Zünd Cut Center e Zünd Design Center: il lato software del cutting Zünd Cut Center (ZCC) e Zünd Design Center (ZDC) sono i software che hanno permesso ai cutter del costruttore svizzero di compiere il salto di qualità definitivo. Tra le particolarità di ZCC c’è la predisposizione nativa al dialogo con software di terze parti. Questo permette, ad esempio, di rendere il workflow print & cut estremamente rapido e intuitivo. Indipendentemente da dove le informazioni relative alla finitura dei pezzi stampati vengono generate (manualmente in prestampa, tramite RIP o tramite software dedicato), Zund Cut Center è in grado di acquisirle automaticamente, processarle e renderle disponibili per l’operatore mediante il riconoscimento di codici QR (o a barre) presenti sullo stampato. Inoltre, ZCC stima i tempi di ciascuna lavorazione – permettendo ottimizzare la produzione – e registra questi dati in un database di statistiche, accessibile da qualsiasi software gestionale aziendale. ZDC è, invece, un utile plugin per Adobe Illustrator ideale per chi vuole muovere i primi passi in ambito cartotecnico. Grazie a una vasta libreria di modelli parametrici, permette infatti di realizzare scatole, confezioni ed espositori in pochi click e senza bisogno di avere alcuna ersperienza/competenza in materia.

Modularità, attenzione al cliente e configurazioni personalizzate e aggiornabili L’acquisto di un cutter Zünd è quasi sempre preceduto da un percorso di avvicinamento naturale e progressivo. I demo center permettono al potenziale cliente di testare in maniera approfondita le soluzioni di taglio, per decidere quale sia la più adatta alle proprie esigenze e ai materiali che desidera lavorare. Una volta presa la decisione viene effettuato l’ordine e, in base alla tipologia di cutter scelto, i tempi di consegna possono variare da un minimo di otto

|| L’intuitiva interfaccia di Zünd Cut Center permette all’operatore di avere sotto controllo tutte le funzionalità del sistema di taglio Zünd collegato

Quattro serie per rispondere a ogni tipo di esigenza produttiva

|| Il D3, presentato a drupa in abbinamento al sistema di carico e scarico automatico BHS (Board Handling System), è disponibile in 4 formati, fino a 3.210x3.200 mm.

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La gamma di cutter Zünd è composta da 4 serie modulari, aggiornabili, ricche di tool opzionali come feeder e stacker automatici per un’operatività 24/7, dotate di software dedicati e di una vasta gamma di strumenti di taglio e fresatura. Il G3 è il pluripremiato bestseller di casa Zünd, dedicato al sign & display e al packaging, con dimensioni del piano di taglio fino a 3.210x3.200 mm. Gestisce materiali cartotecnici, plastici, schiume, tessuti, metacrilati e compositi con spessore massimo di 110 mm. L’S3 ha dimensioni più compatte ed è destinato a lavorazioni più leggere e su formati più piccoli. È anch’esso aggiornabile e in grado di integrare feeder e stacker. Il cutter L3 – formato massimo 1.000x2.300 mm – è dedicato alla lavorazione della pelle ed è dotato di un sistema di videoproiezione per operare un nesting preciso e funzionale. Il D3 è l’ultimo nato, basato su piattaforma G3, ed è dotato di doppio braccio di taglio per gestire elevati volumi produttivi in ambito cartotecnico e nel packaging. Viene presentato da Zünd in anteprima italiana a Viscom 2016, stand E01/E07, pad. 8.


density meets leaders settimane fino a un massimo di dieci, in qualsiasi parte del mondo. La macchina viene costruita, testata, smontata e riposta in un esclusivo imballo in legno progettato per garantire l’integrità di ogni elemento. Ed è infine pronta per la spedizione e l’installazione.

Una divisione dedicata al post-vendita La qualità dell’offerta di Zünd si basa, oltre che sull’eccellente livello delle sue soluzioni, anche su un servizio di assistenza estremamente efficiente. All’interno dello stabilimento di Altstätten un’intera divisione è preposta alla revisione e riparazione di componenti. Quan-

|| In alto, l’area del demo center dedicata alla piattaforma Zünd S3. Qui sopra, uno scorcio del reparto dove il sistema Zünd G3 viene costruito e collaudato.

do la disponibilità di un determinato articolo o componente scende sotto una quantità stabilita, un gestionale provvede all’approvvigionamento. Oltre a vantare una presenza diretta sui principali mercati del mondo, l’azienda svizzera può contare su una rete di distribuzione ufficiale e su circa 300 tecnici certificati. Per poter diventare un tecnico abilitato è necessario seguire un corso di una settimana ad Altstätten, al termine del quale, dopo una valutazione del candidato, viene rilasciata l’idoneità a effettuare interventi di assistenza sulle piattaforme Zünd.

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strategie Il distributore anconetano arricchisce il proprio portfolio di tre prodotti all’avanguardia per uno dei mercati più promettenti della comunicazione visiva

L’esperienza di Eurotech porta in Italia nuove soluzioni per il soft signage

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numeri parlano chiaro: il soft signage sta crescendo, da anni e con costanza, in tutta Europa. Un mercato ormai consolidato nei paesi nordici, mentre in Italia fatica a decollare: complice l’assenza di una regolamentazione ferrea sull’impiego di PVC, un’offerta non ancora molto ampia, costi non concorrenziali e, in generale, poca informazione relativa ai vantaggi del soft signage. Che sono molti: i tessuti si trasportano, immagazzinano, montano e lavano con estrema facilità, e hanno una resa qualitativamente molto alta rispetto a altri materiali come PVC e policarbonato, soprattutto nei backlit. Ma prima di tutto i tessuti in poliestere sono riciclabili, aspetto molto importante per una clientela finale sensibile a tematiche ecologiche e ambientali. Le grandi case produttrici di macchine da stampa e di inchiostri si sono già attrezzate: sono numerosi i modelli di stampanti wide format per il soft signage da 3,2 metri, e a marzo, a FESPA Digital, Durst ha aperto anche il mercato dei 5 metri presentando la sua

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Rhotex 500, con luce di stampa di 5.050 mm. I rivenditori di supporti hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo di questo mercato: loro il compito di proporre un’offerta di tessuti sempre più ampia e con caratteristiche competitive ma, soprattutto, di condividere il proprio know how. È ciò che fa Luigi Pieralisi, titolare di Eurotech: forte di un’esperienza pluridecennale nel mercato della comunicazione visiva e dotato di una sensibilità non comune ai trend di mercato, è da anni in prima linea nella selezione dei migliori tessuti per il soft signage da tutto il mondo. Attento alle esigenze del mercato, ci presenta tre nuovi prodotti ecologici e sostenibili, uno dei quali disponibile anche con altezza di 5.000 mm, che troveremo nel nuovo listino di settembre. Vediamoli da vicino. || In alto, un esempio di stampa su poliestere per applicazioni soft signage. Nella pagina accanto, uno scorcio dell’azienda e, in alto, due esempi di applicazioni realizzabili con i tessuti proposti dall’azienda di Jesi.


strategie

Tessuti pensati per applicazioni nel soft signage Tutti i tessuti che Eurotech ha inserito nella propria linea dedicata al soft signage sono riciclabili e possono essere stampati con tutte le principali tipologie di inchiostri: ecosolvent, solvent, UV-curable e latex. Il prodotto più innovativo aggiunto all’offerta, segnale evidente di un’azienda al passo con i tempi e le evoluzioni del mercato, è disponibile con un’altezza massima di 5.000 mm. Si presenta robusto e compatto ed è flame retardant (secondo la certificazione FR-B1). Grazie a

un peso di circa 300 g/m², ben si presta per essere usato per le più diverse applicazioni. Gli altri due tessuti inseriti a listino, entrambi disponibili fino a un’altezza massima di 3.200 mm, hanno grammature diverse per soddisfare le diverse esigenze del mercato. Il più pesante (circa 350 g/m²) può essere lavorato con una saldatrice a impulsi come Eurotech Protea 650, caratterizzata da un ottimo rapporto qualità-prezzo e bassi consumi energetici. È un tessuto antisfilo, saldabile, cucibile, oc-

chiellabile, ignifugato (certificato FR-B1). L’ultima new entry è un tessuto in poliestere da 250-260 g/m², con una spalmatura in poliammide e poliuretano che lo rende particolarmente adatto per ogni tipo di applicazione sia indoor che outdoor. Campioni di tutti i prodotti saranno disponibili a Viscom, dove l’azienda di Jesi presenterà anche tessuti in cotone lucidi e opachi, backlit fino a 3.200 mm di altezza e tessuti pensati per la stampa a sublimazione diretta e per la serigrafia.

Eurotech srl Via C.A. Moriconi, 6 60035 Jesi - AN Tel. +39 0731 601 95 Fax +39 0731 605 083 info@eurotech-italia.it www.eurotech-italia.it

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idee per crescere Spesso si pensa che i Capi siano tutti uguali, e invece può capitare di incontrarne uno diverso, con i capelli scompigliati, che cambia tutto

E poi ci sono Capi a zig-zag, con i capelli al vento e l’aria di chi se ne infischia… di Roberto Cociancich // roberto.cociancich@senato.it

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poi ci sono i Capi a zig-zag. Si sa: prima ci sono quelli quadrati, quelli tondi, quelli a forma di pera… Ci sono i Capi con la bacchetta e quelli con il regolamento in mano. I Capi che hanno studiato il progetto, quelli che hanno fatto il corso, quelli che hanno letto tutti i numeri di Servire… Sto parlando dei Capi con le strisce, magari con le bandierine, senz’altro di quelli con il questionario e con la griglia. I Capi che ti mettono

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in cerchio e dopodiché anche in riga. Dei Capi che con voce calma e suadente ti spiegano che i modelli-unitari-dettagliano-i-contenuti-impre­ scindibili-e-prioritari-affinché-lo-spessoreculturale-e-la-dimensione-vocazionale-con­ tribuiscano-alla-competenza-metodologica-eccetera-eccetera-eccetera… (Amen!). Grazie, grazie. Grazie davvero tantissime. Tutto questo è molto bello, molto educativo, molto giusto. Non ci permetteremmo mai di metterlo in dubbio. Come potremmo d’altronde? Tonnellate

Roberto Cociancich nasce e trascorre la maggior parte della sua vita nella città di Milano, dove compie i primi studi al Liceo Classico per poi iscriversi alla facoltà di Legge e iniziare il praticantato che lo porterà, infine, a diventare avvocato. Parallelamente inizia ad affacciarsi all’attività politica, partecipando attivamente al dibattito contemporaneo. Ha una fortissima passione per gli sport all’aria aperta - è una personalità di spicco nell’ambiente Scout - la velocità e gli idrovolanti. Lettore attivo e vorace, complice la sua curiosità instancabile spazia dai classici ai libri contemporanei, anche se ama soffermarsi in particolare su Borges, Garcia Marquez e Albert Camus.


idee per crescere

di scienza educativa, centenari di proposte pedagogiche, reti globali di interconnessioni tra agenzie educative…tutto dalla loro parte… Ma poi zitti, zitti, arrivano loro (noi?). Chi? i Capi a zig-zag. Con i capelli al vento, la faccia sporca di sole e l’aria di chi se ne infischia. Non molti. Anzi pochi. Chi lo sa! Magari due o tre. Forse di più. Imprevedibili, come le zanzare. Indefinibili come i macheruali. All’improvviso, come i temporali. Zig-zag, quasi non te ne accorgi. Ma dov’erano? Prima non c’erano. Anzi, no: erano già lì, che guardavano, con un filo d’erba tra i denti; sì mi sembra che fossero lì, in fondo alla via. E chi guardavano? Guardavano te. E perché? Non si sa. Ne sei sicuro? Non lo so ma quasi ci spero. Ma che succede? Niente. Niente. Cos’è questo strano rumore? Forse solo che gira un po’ il vento della vita. Si aprono le finestre, si può guardare più lontano, entra ossigeno nella stanza (nasce timido un piccolo desiderio di scendere per strada e di mettersi a cantare…). Ma aspetta, ancora non si può. Ecco qui, c’è un Capo a zig-zag che si aggira nel tuo cortile, ha bussato al tuo portone e devi decidere se gli vuoi aprire. Attenzione, attenzione! Potrebbe essere un pericolo, una minaccia. Potrebbe sconvolgere le abitudini, il quieto vivere. Non ha l’aria di uno che conosce l’articolo 18 del regolamento. E forse neppure l’articolo 37 dello statuto. Eppure mi sembra uno che di cose ne ha conosciute e ne ha vissute tante. O di uno che ancora non le sa ma è curioso ed è impaziente di scoprirle. Si, mi ha detto proprio così: “sono impaziente”. Ha strizzato un po’ l’occhio. E ha aggiunto ridendo che le vuole scoprire insieme a te. E perché proprio con me? Perché ha detto che ha fiducia in te. Fiducia? Proprio ora che cominciavi a non crederci più. Proprio ora che tutti, anche i tuoi genitori, i tuoi professori e persino il coadiutore del parroco ti avevano fatto capire che di fiducia, no, non ce n’era proprio più. Esaurita. Peggio che la

benzina. Ed era andata a finire che l’avevi persa anche tu. Zig-zag. Prende un pennello e colora di azzurro le tue scarpe. Pedalavi al buio ma lui ha acceso la dinamo della tua bicicletta. È ancora notte sulla città ma si cominciano a scorgere tante piccole luci lungo la strada… Certo, ha le mani sporche. Sporche di grasso, l’olio per la catena. Dev’essere uno che se la ripara da sé. Mani forti, che ti sorreggono mentre inciampi. Poche parole, è vero. Però le parole giuste. I Capi a zig-zag non fanno grandi discorsi. A volte preferiscono i silenzi. Ascoltano. Guardano. Sembrano assorti. Poi raccontano. Piccole storie da niente, ma con una passione che accende la fantasia. E mentre raccontano spalancano le braccia e disegnano con le mani il profilo delle montagne, la cresta degli alberi che si muove nel vento; e nel racconto ti ritrovi a poco a poco avanzare nel sentiero della giungla: odi lontano il tamburo della tribù degli uomini rossi che avevano giurato sul corpo del gran capo Pacotapl vendetta per l’offesa ricevuta. Senti scricchiolare le foglie sotto ai piedi, sussulti: occhi ti osservano nascosti dal folto delle foglie e tu sei lì che cominci a fartela addosso dalla paura perché ti è stato appena spiegato quanto terribili sono le torture riservate ai bianchi fatti prigionieri. Eppure avanzi tra mille pericoli, liane, fosse nascoste per i leoni, verso la radura erbosa che cela il mistero della cassa in cui, si dice, stia sepolto il tesoro del pirata Morgan… Ecco il punto dove scavare! La mappa è chiara “Dove l’ombra della grande quercia incontra quella della sequoia”. E mentre stai scavando freneticamente a mani nude e con un cucchiaio di ferro, senti sempre più forti quegli occhi che ti scrutano dalla foresta; il sudore ti imperla la fronte, un brivido scende lungo la schiena, scorgi con la coda dell’occhio il profilo di un guerriero che sta per saltarti addosso… ecco proprio in quel preciso momento, col tuo cuore che batte a mille, il Capo fa uno sbadiglio e dice: “ragazzi, buonanotte, questa la continuo domani sera…”

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idee per crescere Perché sono fatti così i Capi a zig zag ti fanno sognare e dopo tu non ti puoi lamentare se poi se ne vanno a dormire. Ricordo quella volta che mi ero preso matematica e chimica a settembre. La professoressa Massi era stata irremovibile. È chiaro che non le ero molto simpatico ma nell’ultima interrogazione non ero andato poi così male…sentivo in gola il sapore dell’ingiustizia. Davanti a me un’estate di compiti ed equazioni. Ecco, quelli sono i momenti in cui ti servirebbe avere un Capo a zig zag che ti viene a cercare. “Ehi ci sei?” “Si! Mamma scendo un momento…” “Come va?” “Mah, insomma, cambiamo argomento…” “Ma lo sai che ho trovato la seconda parte della mappa?” “Quale mappa?” “Ma come quale?!! Non ti ricordi che la cassa di Morgan era vuota?” “Ma veramente…” “Stai zitto, per favore. Lasciami finire: ho trovato la seconda parte della mappa, ti dico. Sono certo che questa volta ci porta dritti al tesoro. Solo che il vecchio Morgan ci ha voluto rendere complicata la vita”. “In che modo?” “Il vecchiaccio si è divertito a darci le coordinate con delle equazioni di secondo grado. Dobbiamo decifrarle, mi puoi dare una mano?” “Sai io con la matematica..” “Non voglio sentire scuse, domani sera a casa mia. Anch’io non ci capisco molto però ci sarà anche Franco e lui è un genio…” . “A va bene, allora…” “Ciao ti aspetto, e non dimenticare la parola d’ordine.” Perché in definitiva i Capi a zig zag hanno questo di bello: si interessano a te. Sul serio. Sembra che i tuoi problemi siano i loro problemi. Non sono lì per giudicarti anche se certe volte ti fanno delle sfuriate che neppure tua madre sarebbe capace di fare. Però ci tengono. Per davvero. Fanno il tifo come se dovessi segnare il gol della vita ogni domenica. E se tiri fuori il calcio rigore sono capaci

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di invadere il campo e prenderti a pedate. Ma è solo perché si capisca che ci tengono. Che tengono a te più di ogni altra cosa. Che non sei trasparente, un cellophane dell’esistenza, un ectoplasma senza un destino. No, il tuo destino sembra il loro. Solo che ti lasciano costruirlo da solo. A volte non ti dicono niente oppure, semplicemente: “adesso tocca a te”. Se ci sono dei rischi da correre per te se li corrono tutti, eccome se li corrono! Ma se ci sono dei vantaggi, ecco sembra proprio che i vantaggi non li vogliano. Niente applausi, niente ringraziamenti, niente parole di troppo. Una stretta di mano e via, come sempre: poche parole, molti fatti. Sono strani questi capi a zig zag, però hanno un modo di guardare che ti affascina. Ti guardano negli occhi ma poi distolgono lo sguardo in fretta e ti domandano: “hai visto da che parte sale il sentiero della montagna?”. Tu ovviamente non hai neppure cominciato a vederla, la montagna. Ma loro hanno già lo zaino in spalla e si avviano dicendo “saliamo sulla cima”. Ed è così che condividono i passi, la borraccia, il freddo della notte, il caffè della mattina. E mentre stringi una tazza tra le mani rifletti che anche se la strada non è sempre dritta, che ci sono spesso delle curve, dei tornanti, che a volte sembra di tornare indietro, insomma mentre rifletti che nonostante tutti i nostri sforzi per semplificare e rettificare è proprio la vita che è fatta irrimediabilmente a zig zag, (forse è per questo che si rifiuta di farsi cucire stretta nelle caselle di programmi, moduli e progetti che avevamo immaginato per lei) ecco, ci sono degli uomini e delle donne per i quali questo non è poi così un gran problema. Ci sono uomini e donne per i quali la vita è un’avventura, un gioco straordinario e appassionante, proprio perché sconosciuta e sempre nuova. Da affrontare con gusto, creatività e fantasia. Uomini e donne competenti, certo, ma sempre in grado di distinguere tra ciò che sono gli obiettivi e quel che sono dei semplici strumenti. Ti incammini insieme a loro, intuisci che tutto questo non è solo metodo e neppure una filosofia: è un modo di essere, di guardare l’esistenza. Potremmo forse dire: uno stile. Si inerpica ancor di più il sentiero e Lassù, più in Alto, cominciamo a intravedere la Cima.


IMI Europe facilita l'apprendimento e la collaborazione nell'ambito della community degli sviluppatori di tecnologia inkjet e degli utilizzatori finali delle applicazioni di stampa digitale e decorazione.

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Organizziamo conferenze e corsi di alta qualità rivolti a manager in posizioni strategiche e commerciali, così come a sviluppatori tecnici nell'industria della stampa digitale.

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materiali La storica azienda tessile lombarda si prepara a festeggiare il secolo di esistenza con lucida visione strategica, tra innovazione e sostenibilità ambientale

Manifattura del Seveso, quando la tradizione tessile fa il filo al digitale

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anifattura del Seveso è un'azienda unica – e nel suo caso non si tratta di un'espressione retorica: è davvero l'unica azienda in Italia (e tra le pochissime al mondo) a produrre tessuti accoppiati a substrati cartacei per il mondo dell'editoria di pregio e del packaging di lusso. È una realtà che incarna la migliore tradizione italiana fatta di artigianalità, eccellenza, creatività, a cui si aggiunge un'orgogliosa attenzione all'ambiente, che l'ha portata a essere l'unica azienda al mondo del settore a certificare tutti i propri prodotti FSC e PEFC, compresi gli accoppiati con cotoni e viscose. In quasi cent'anni di storia (si sta preparando a festeggiare l'anno prossimo questo importante traguardo), è stata tutto tranne che gregaria. Nata come tintoria e azienda tessile tradizionale, a partire dagli anni cinquanta si è specializzata nella produzione di tessuti accoppiati per legatorie. Sotto la guida della famiglia Bologna, una ventina d'anni fa ha spostato la propria sede, ampliando e

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rinnovando gli impianti, a Osio Sotto, nel cuore del distretto tessile bergamasco. Negli anni, Manifattura del Seveso ha saputo inventarsi e reinventarsi più volte, sempre fedele ai propri valori e con una lucidità strategica che le ha permesso più volte di precorrere i tempi, innovando costantemente. Al 2012 risale il lancio di Isobell, materiale brevettato a base tessile in grado di isolare termo-acusticamente gli edifici, assicurando un risparmio energetico. E proprio quest'anno il dipartimento di R&D di Manifattura del Seveso ha perfezionato una versione di Setalux, uno dei prodotti più preziosi del suo catalogo, pensata appositamente per la stampa digitale, grazie a uno speciale pretrattamento che assicura un eccellente ancoraggio degli inchiostri inkjet al tessuto. E ha aperto la strada a un intero universo di applicazioni nel settore luxury. Vediamone qualcuna. || In alto, alcune immagini del lussuoso volume realizzato con Digicopy, le cui pagine interne, stampate con tecnologia HP Latex, sono in Setalux Double


materiali

intervista a Francesco Vaia Responsabile marketing e comunicazione Manifattura del Seveso

Manifattura del Seveso: qual è il segreto dietro a cento anni di successi? Non avere paura del cambiamento e della trasformazione, ma rimanendo sempre fedeli ai propri valori. In un secolo, siamo passati attraverso due guerre e numerose crisi mondiali; dalle rive del Seveso (la prima sede era nel centro di Cusano Milanino) ci siamo trasferiti in provincia di Bergamo. Abbiamo sempre coltivato i rapporti con le persone e con le aziende: ora per esempio siamo circa trenta dipendenti, tutti molto affezionati all’azienda, e anche i clienti sono storici. Non solo perché il nostro prodotto è unico, ma anche e soprattutto perché diamo valore alle cose e alle relazioni. E non ci siamo mai sentiti “arrivati”: guardiamo al futuro innovando ogni giorno. Le aziende che producono prodotti simili ai vostri, nel mondo, si contano praticamente sulle dita di una mano. Come è cambiato il vostro mercato, nel tempo? Il nostro payoff è lo specchio di

come è cambiato il nostro target, e quindi di come si è trasformato il nostro approccio al mercato: quando il cuore del nostro business erano i prodotti per l'editoria, era “Vestiamo il sapere”. Da qualche anno è diventato “Se mi fili, io ti avvolgo”: un messaggio seducente, così come la seduzione è un concetto fondamentale in quel mondo del packaging di lusso che è diventato per noi un bacino di interlocutori importanti. Attualmente esportiamo in 42 paesi, e oltre il 40% del nostro fatturato è estero. In effetti,

questo dato potrebbe essere ancora maggiore, considerando i clienti finali dei prodotti realizzati con i nostri tessuti accoppiati. Il perché è presto detto: spesso i grandi brand e le multinazionali si servono di stampatori italiani, che li hanno convinti e fidelizzati grazie a realizzazioni di nicchia e eccellenza artigianale, e in questo modo hanno brillantemente superato la crisi. Sono questi ultimi i nostri clienti diretti, anche se poi i nostri prodotti finiscono nelle boutique di grandi nomi del lusso in tutto il mondo.

|| La consegna del volume Arte, energia dall'immaginario a Sergio Mattarella

L'inkjet si veste di seta e viscosa e apre nuove frontiere alla comunicazione visiva di lusso Due esempi diversi di come la comunicazione visiva nel segmento luxury sia pronta a percorrere strade inedite, sfruttando tutti i punti di forza della tecnologia inkjet – personalizzazione estrema, time-to-market ridotto. Il primo è un volume di pregio assoluto, nato da un’idea di Giorgio Costa, editato e stampato dalla milanese Digicopy in ti-

|| Un particolare in anteprima della nuova agenda 2017 di Manifattura del Seveso, che come ogni anno celebra la donna

ratura limitatissima (una copia è stata consegnata nelle mani di Sergio Mattarella, presidente della Repubblica): è il catalogo del palio artistico Arte, energia dall'immaginario, che si è tenuta a Milano durante EXPO 2015. Ed è anche la celebrazione della potenza della stampa digitale, a cominciare dall'elegante copertina in tela con una rappresentazione stilizzata del duomo di Milano, realizzata con una particolare tecnologia di stampa 3D su carta e ricoperta con foglia d'argento. L'interno, poi, è stupefacente: oltre 50 pagine in lucida Setalux Double, supporto multistrato in viscosa con anima in carta, dove le opere dei giovani artisti in mostra sono state stampate con tecnologia HP Latex. Il secondo prezioso esempio è la copertina dell'agenda 2017 di Manifattura del Seveso, stampata con tecnologia HP Indigo su Setalux trattata per stampa digitale: la prima, dopo tante edizioni stampate con tecnologia offset, che arriva proprio nell’anno del centenario - celebrato in copertina dallo speciale logo commemorativo. Un segno importante di vitalità e spinta verso l’innovazione di un’azienda sempre al passo coi tempi.

Manifattura del Seveso SpA Via Amerigo Vespucci 20 24046 Osio Sotto (BG) manifatturadelseveso.it info@manifatturadelseveso.it Tel +39 035 881950 Fax +39 035 4823427

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tecnologie In un ambito in cui la tecnologia sembrava aver già raggiunto la sua massima espressione, la ricerca e sviluppo dell’azienda nipponica dimostra di poter fare la differenza, dando vita a un monitor top di gamma che non teme confronti

EIZO, dall’entusiasmo di migliorarsi è nato CG247X a cura della redazione // redazione@densitymedia.com

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arliamoci chiaro, se posizionarsi al top di una qualsiasi categoria è difficile, mantenere la posizione acquisita per anni lo è ancora di più. E superarsi? Be’ diciamo che è un’impresa per pochi. Per gli amanti dello sport, l’estate è stata un’occasione di assistere a questo raro spettacolo, seguendo le gesta di atleti straordinari che, già detentori di record mondiali, hanno ben pensato di “migliorarsi”. Per noi, animati da un’innata passione per la tecnologia, qualcosa di simile è successo quando abbiamo provato in redazione il nuovo EIZO CG247X. Tutt’altro che nuovi alle tecnologie EIZO, siamo rimasti sorpresi nello scoprire come il nuovo modello della casa nipponica possa vantare caratteristiche ancora più accattivanti del suo predecessore. Oltre alla maggiore luminosità massima (+15% rispetto al modello precedente) e al miglior rapporto di contrasto (+50%), è stato interessante notare l’ulteriore ampliamento della gamma cromatica riproducibile. Nel nostro settore la necessità di un monitor di fascia alta scaturisce quasi sempre da un desiderio molto semplice (ma non facile da esaudire): voglio poter prevedere, con il

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minor margine d’errore possibile, come il mio file apparirà in stampa. Del resto anche la rinuncia a un monitor del genere è dovuta spesso all’erroneo assunto che, in fondo in fondo, un monitor valga l’altro e la previsione del risultato sia una chimera inutile da inseguire. Niente di più sbagliato: già a livello di specifiche CG247X esprime valori fuori dall’ordinario (99% di copertura dello spazio colore Adobe RGB, 100% dell’ISO Coated V2, 100% dell’sRGB) e se i numeri non fossero abbastanza non resta che testare con mano. La nostra esperienza è stata al di sopra dell’aspettativa: neri profondi, sfumature morbide, colori affidabili, calibrazione periodica automatica grazie al sensore integrato e… Insomma CG247X ha tutti i connotati per essere il “must have” di chiunque lavori con le immagini e ritenga la qualità un valore imprescindibile, per sé e i propri clienti. || In alto, CG247X con la palpebra che, unitamente allo speciale trattamento antiriflesso dello schermo, permette di ottenere una visualizzazione perfetta in qualsiasi condizione di luce; in basso, un momento del processo di autocalibrazione del monitor mediante sensore incorporato e software incluso EIZO ColorNavigator.

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30 September 2016

DATA:

30 September 2016

SEDE:

nhow Hotel, Milan

LINGUA:

English and Italian

ISCRIZIONE PARTECIPANTI: tariffa agevolata fino al 29 luglio Membro FESPA €175 Non membro €225

CODICE PROMO: AD22 ARGOMENTI TRATTATI: • Sommario sul mercato e tendenze del settore • Strategie del settore • Moda digitale • Impatto ambientale • Inchiostri per tessuti digitali • Stampa tessile per interni

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