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Editoriale

Tra uomo e macchina, la controversia è risolta

di Lorenzo Villa

Resto sempre colpito dalle polemiche che accompagnano l’aggiornamento dei dati sulla disoccupazione in Italia, e dall’eterna polarizzazione del nostro mercato del lavoro. Da un lato il dramma sociale di milioni di soggetti disoccupati o “inattivi”. Dall’altro la difficoltà di alcuni settori a reperire forza lavoro, generica o specializzata. Per l’ennesima volta, osservo sgomento lo stato di affanno e confusione che regna nel nostro Paese. Dialogando spesso con aziende svizzere e tedesche, constato invece che nelle loro storie c’è sempre un capitolo che riguarda l’apprendistato. Mentre in Italia parliamo debolmente di “alternanza scuolalavoro”, in molti Paesi esteri si investe attivamente in programmi pluriennali per far “ruotare” decine di giovani risorse in azienda. Avvicinando i giovani diplomandi alla propria attività, queste organizzazioni trattengono le risorse necessarie ai propri fabbisogni immediati. Allo stesso tempo, costruiscono relazioni durature con i soggetti più brillanti, che potranno tornare in azienda come manager dopo un idoneo percorso di laurea. Dalle nostre parti, invece, molti imprenditori gettano la spugna, ricorrono al vecchio “chi fa da sé fa per tre”, o cercano sostegno nella tecnologia. Questo numero di Italia Publishers evidenzia, una volta di più, come l’automazione rappresenti per molti stampatori l’unica via rimasta per ridurre tempi e scarti, e marginalizzare l’impatto umano sulle lavorazioni. In cima alle loro priorità di investimento ci sono software gestionali, applicativi per automatizzare il flusso di lavoro, camere e scanner per controllare colore e qualità, unità mettifoglio, impilatori e bracci robotici per caricare, scaricare e voltare fogli e pile di materiali. Ma c’è già chi si chiede se la sola tecnologia basterà a porre le basi per crescere. La verità è che, anche per progettare e gestire l’automazione, servono mindset e competenze, quasi del tutto assenti nel nostro settore. Difficile prevedere quante aziende di stampa vorranno, o potranno, assumere laureati in ingegneria gestionale e dell’automazione. Nel frattempo, che sia per fede autentica o per mere ragioni fiscali, affidarsi alle macchine è una via segnata e incontrovertibile.

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