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Strategie - X.Point

X.Point è la (re)startup che dinamizza il panorama wide format della Capitale

Il piccolo laboratorio di stampa digitale dell’EUR si distingue come modello di imprenditoria virtuosa, con una nota femminile. E ora investe in una swissQprint

di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

La swissQprint Oryx scelta da X.Point

Ci sono aziende che ripongono la propria forza nei capitali, altre nella tecnologia e altre ancora dal particolare ecosistema economico in cui sono immerse. È il caso, quest’ultimo, di molte tipografie e stamperie digitali nell’area di Roma, la cui attività è spesso legata alle amministrazioni pubbliche e ai loro fabbisogni. E poi ci sono le aziende diverse, che si smarcano dai classici paradigmi, la cui energia risiede nelle competenze, nelle idee e nel particolare modo di agire del loro fondatore o di un titolare illuminato, o ancor meglio di un gruppo di persone che condividono la medesima filosofia. Basata in una tranquilla via residenziale, a due passi dall’EUR, X.Point Printing nasce sulle ceneri di un business preesistente, ma è per molti aspetti una vera startup.

Il cutter Zund G3 già installato in azienda

Competenza e amore per prodotti (e clienti) unici

Abbiamo conosciuto Cristina Di Placido e la sua giovane squadra durante l’estate, accorgendoci subito di aver penetrato una dimensione inaspettata. Dopo oltre vent’anni di collaborazione con la precedente proprietà di questa ex-tipografia e centro stampa, da circa tre anni Cristina ne ha rilevato l’attività e con essa alcuni macchinari e un piccolo team operativo. Cui a stretto giro si sono uniti nuovi collaboratori, tra cui Laura Alessandri, un’autentica “pasionaria” del printing che, appena ricevuto l’invito di Cristina, ha lasciato il suo lavoro di venditrice di tecnologia e ha sposato questa avventura. «Ho iniziato a vendere macchine da stampa offset quando avevo vent’anni, e molto spesso venivo qui a passare l’ora di pranzo – racconta Laura – Ormai si era creata una famigliarità e sono stata onorata di poter contribuire all’avvio di questo progetto. Anche qui mi occupo della parte commerciale, e trovo che vendere stampati sia meraviglioso. Se ami davvero il tuo prodotto e lo conosci a fondo, smetti di parlare di prezzo e ottieni grandi soddisfazioni».

Il reparto di progettazione e di prestampa è il cuore pulsante di X.Point Printing

Dalla copisteria al wide format

Nata come tipografia, nell’ultimo decennio l’azienda si è trasformata in centro di stampa digitale, concentrandosi sulle tecnologie a foglio. Solo in tempi più recenti il focus si è spostato sul grande formato, con la progressiva introduzione di tecnologie a base acqua, HP Latex e HP PageWide XL. Entrambi i reparti possono disporre delle più disparate tipologie di finishing, incluso un cutter Zund G3 in formato 3x2 per il taglio di Plexiglas, Forex, alluminio, legno, PVC adesivo. Ma i servizi includono anche stampa e ricamo su t-shirt, stampe serigrafiche e altre applicazioni speciali. Proprio nei giorni della nostra visita, inoltre, in azienda c’era una particolare fermento per un nuovo ipotetico investimento in una stampante flatbed UV. Che a poche settimane di distanza si è concretizzato nell’acquisto di una swissQprint Oryx, in installazione a ottobre.

Design, prestampa e manualità, per una ricetta unica

Ma i fattori che rendono X.Point Printing diversa non si fermano qui. La sua titolare ha infatti compreso, più della maggior parte delle PMI del settore, che non sono i macchinari a rendere le aziende migliori, né la presunzione di bastare a sé stessi. Su questo presupposto, Cristina ha aperto le porte della sua attività a professionalità (e professionisti) complementari, con l’idea di condividere con loro opportunità, rischi e successi. Tra loro c’è un anziano ed esperto legatore, che ha avviato una proficua collaborazione con X.Point. E ci sono giovani professionisti come José Alejandro Lupico Barca, un graphic designer che per vent’anni ha lavorato come freelancer nel settore del gaming e del cinema, affidando molti dei suoi progetti di stampa a X.Point. «Da cliente ho sempre visto questa azienda come una fabbrica di sogni, con apparecchiature capaci di fare cose uniche e un’attitudine straordinaria a fare ricerca e sviluppo su nuove carte, materiali, finiture e nobilitazioni – spiega Alejandro – per questo ho accettato di lavorare qui e portare qui dentro i miei clienti. Lavorando in sinergia con la produzione e dialogando con il pubblico, anziché rinchiuso nel mio studio, imparo cose nuove e la mia creatività è più coerente con gli strumenti utili a realizzarla. E poi semplifichiamo davvero la vita ai clienti finali, agli applicatori e agli allestitori che si affidano a noi».

Intervista a Cristina Di Placido

Fondatrice di X.Point Printing

“Amiamo l’idea che un cliente entri pensando di trovare un centro stampa, e gli si apra un mondo. Questo stupore ci appaga molto.”

Chi sono i vostri clienti?

Abbiamo cercato di stringere il cerchio, costruendo una clientela di nicchia. Un esempio? Il ristoratore che è entrato per fare un nuovo menu, cui siamo arrivati ad arredare casa con materiali innovativi, wallpaper e grafiche realizzate da noi.

E la pubblica amministrazione?

Le grandi commesse pubbliche sono una risorsa, ma rischiano di metterti in ginocchio. Così ci siamo spostati sulla clientela privata, ma non per questo disdegniamo i grandi committenti e i loro progetti, che magari non sono duraturi ma per tre o sei mesi assorbono capacità produttiva e generano fatturato. Diciamo che abbiamo creato il giusto mix tra clienti privati, agenzie di viaggi ed eventi, allestitori e grandi imprese in diversi settori.

Specializzati o generalisti?

Non possiamo permetterci di essere monoprodotto, ma sappiamo quando è il momento di verticalizzare l’offerta. Per esempio abbiamo agganciato un’agenzia europea di eventi per cui allestiamo location a Parigi, Nizza, Barcellona. Un settore che abbiamo sviluppato moltissimo è poi quello della decorazione dei vetri per l’architettura e l’arredamento, dove abbiamo personale e competenze dalla grafica al taglio, fino all’applicazione.

Come amate definirvi?

Continuiamo a definirci centro di stampa digitale. Ci piace mantenere le nostre origini e un profilo basso. Amiamo l’idea che un cliente entri pensando di trovare un centro stampa, e gli si apra un mondo. Questo stupore ci appaga molto.

Come trovate nuovi clienti?

Finora molto è venuto con il passaparola. Le specializzazioni le abbiamo vendute ancora poco, eppure abbiamo molto da fare. Alcuni clienti ci passano sempre più lavoro, forse perché qui trovano soluzioni sia per il business che per la loro sfera privata.

Come vivete la competizione con gli online printers?

Ci siamo irrigiditi molto su questo. Alcuni clienti si erano abituati a utilizzarla come forma ricatto e siamo stati chiari: se compri online perdi l’occasione di entrare qui, ispirarti, vedere e toccare prodotti che noi miglioriamo e diversifichiamo. Il cliente che lo ha capito è intelligente e costruttivo. Ed è il cliente che vogliamo. Viviamo il tempo come un investimento e non ci secca stare un’ora con il cliente per fargli 100 biglietti da visita. Specie se poi se lo ricorda, torna o ci consiglia ad altri. Bisognerebbe essere meno frenetici nel voler raccogliere subito. La semina funziona ancora.

Come vi ponete nei confronti della tecnologia e dei fornitori?

Senza le stampanti non potremmo lavorare. E i fornitori sono parte del nostro network di informatori e validatori. Il rapporto instaurato con il team di Fenix, ad esempio, ci ha portato a investire in sistemi davvero efficaci e differenzianti, come HP Latex e HP PageWide. E ci ha permesso di avvicinarci a una tecnologia come Oryx di swissQprint più velocemente di quanto avrei pensato.

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