1 minute read

Editoriale

La rimonta del grande formato è già iniziata

di Lorenzo Villa

Fa davvero più rumore un albero che cade di una foresta che cresce? Questo interrogativo, che chiama in causa il celebre aforisma attribuito al filosofo e scrittore cinese Lao Tzu, mi accompagna dalla scorsa primavera. Perlomeno da quando la pandemia ha messo in ginocchio quegli operatori della comunicazione visiva più legati agli eventi e agli allestimenti fieristici. Affermare che fiere, convegni, seminari, road show e affini siano un comparto rilevante è un’ovvietà. Definire con certezza quanto essi siano vitali per il business di uno stampatore è materia più complessa. Non serve un economista per affermare che l’annullamento della quasi totalità delle fiere globali ha causato ricadute tragiche su location, viaggi, hotel, ristoranti, catering, hostess, allestimenti. Ma quale impatto ha avuto sul printing? Nei mesi scorsi non abbiamo smesso di monitorare l’andamento del settore, dialogando con costruttori, rivenditori e utilizzatori finali, analizzando l’evoluzione delle loro lavorazioni e dei loro consumi. Ne emerge uno scenario a più velocità, dove a patire maggiormente sono quegli operatori che hanno concentrato la propria capacità produttiva su materiali flessibili a scarso valore aggiunto, come quelli usati per fondali di stand, segnaletica e affissioni pubblicitarie. Meno pesante, a tratti sorprendentemente positiva, è la condizione degli stampatori che hanno diversificato le loro lavorazioni. Magari scommettendo su allestimenti “chiavi in mano” di punti vendita, interior decoration, stampa di tessuti, materiali cartotecnici. La stampa di grande formato resta una fetta piccola e scarsamente industrializzata dell’industria del printing, ma forse per questo è anche la più dinamica. Se per gli organizzatori di fiere la sfida epocale è ripensare i loro eventi in chiave digitale o “ibrida”, per gli stampatori il tema è essere più flessibili e camaleontici, marginalizzando le lavorazioni massive, e concentrandosi sulla fornitura di sistemi e soluzioni per un mondo sempre più “phygital”. La crescita registrata da alcuni operatori in questo strano 2020 è la prova che la ripresa, se ci piace chiamarla così, è già iniziata. Per riconoscerla e intercettarla, forse, basta solo cambiare punto di osservazione.

This article is from: