Italia Publishers - Anno XXXIII - n° 06/2021 - Prezzo euro 10,00 - Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LOM/MI
MEETING LEADERS
Figlia di un grande sogno, la piccola HEXIS è un game changer nel mercato globale STRATEGIE
Colorobbia crea il pigmento tessile T-Inks per ridefinire il digital textile inkjet industriale EVENTI
Wrapstore.it si candida quale nuovo hub di competenze per i professionisti del wrapping
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sommario 06
EDITORIALE
5 | Comunicazione visiva, o stampa large format?
NEWS
6 | Novità dai player del mercato digitale
MEETING LEADERS
10 | Figlia di un grande sogno, la piccola
Hexis è un game changer nel mercato globale dell’autoadesivo
STRATEGIE 18 | Crearreda cresce e potenzia il suo reparto
produttivo con una swissQprint Impala 3
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26 | Lito Offset: da integralista della tipografia
ad alfiere della nobilitazione digitale 30 | Colorobbia crea il pigmento tessile T-Inks
per ridefinire il digital textile industriale
EVENTI 34 | Wrapstore.it si candida quale nuovo hub di
competenze per i professionisti del wrapping
IDEE PER CRESCERE 42 | Gestire il proprio tempo nell’epoca dello
smartphone e dello smart working 46 | Perché gli stampatori devono iniziare a
vendere risultati, anche per i prodotti di base
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Italia Publishers – Anno XXXIII – n° 06 2021 Registrazione: Tribunale di Milano n. 74 del 12/2/94 Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Direttore editoriale Lorenzo Villa
Direttore responsabile Gabriele Lo Surdo
Collaboratori Davide Medri Matthew Parker
Copertina Sara Ciprandi
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Prezzo: € 10,00. Arretrati: € 20,00. Abbonamento a otto numeri: € 70,00 (Italia) / € 140,00 (estero). Ufficio abbonamenti: abbonamenti@densitymedia.com.
Italia Publishers è una rivista che rispetta l’ambiente. Per produrla, utilizziamo energia proveniente da fonti rinnovabili e carte certificate FSC®. Per spedirla, utilizziamo film in materiale compostabile.
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Tiratura 4.619 copie
Diffusione 4.496 copie
editoriale di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com
Comunicazione visiva, o stampa large format? Ricordate quando la fiera nazionale della tecnologia di stampa digitale era conosciuta ai più come Sign Italia? Nella denominazione dello show, termini come serigrafia, gravoincisoria e (appunto) sign making erano parigrado della locuzione angolofona “Visual Communication”, se non predominanti su di essa. Nei primi anni Duemila, infine, il marchio Viscom ha accomunato gli show europei della serie, imponendosi nel linguaggio comune. Tanto che dire «ci vediamo al Sign», è diventato improvvisamente démodé. D’altra parte, volete mettere quanto è più figo affermare di essere un “imprenditore della comunicazione visiva” piuttosto che definirsi tipografo, serigrafo o copistaro? Eppure, a oltre un decennio di distanza, è lecito porsi qualche dubbio circa l’effettivo scopo sociale delle stamperie di grande formato, o della maggior parte di esse. Anzitutto, è opportuno domandarsi se la comunicazione visiva sia effettivamente l’atto di riprodurre o ingrandire immagini su supporti cartacei e plastici, impiegando tecnologie di stampa analogiche e digitali. Senza scomodare una falange di linguisti, basta affidarsi a Wikipedia per scoprire che non è così. Per definizione, la comunicazione visiva è la trasmissione di un messaggio per mezzo di immagini ed elaborati grafici, come ad esempio illustrazioni, fotografie, video, dipinti, lettering. La loro riproduzione, ovvero la stampa, è invece un processo artigianale o industriale, che solo in rarissimi casi può assurgere ad espressione artistica. Quindi, dovremmo smetterla di associare le nostre tecniche e tecnologie a un’espressione tanto nobile? Date le circostanze, credo che la licenza poetica sia accettabile e irreversibile. Tuttavia, fregiarsi di far parte di entourage esclusivi, come quelli della (vera) comunicazione visiva e delle (vere) arti grafiche, dovrebbe indurci ad ambire a qualcosa di più alto. Anche per questo, sempre più di frequente, vi raccontiamo di stampatori, produttori e rivenditori del grande formato che hanno intuito l’importanza di associare attività creative e inventive ai loro macchinari, inchiostri, materiali e processi di produzione e vendita.
news Con imagePROGRAF GP, l’inkjet di Canon ha 10 colori più il rosa fluo Se qualità fotografica e disponibilità di innumerevoli supporti sono ormai temi assodati nella comunicazione visiva, stampatori e creativi sono alla costante ricerca di nuove opportunità per differenziarsi e aumentare l’impatto dell’immagine stampata. Per questo Canon ha ampliato la fortunata gamma di stampanti base acqua imagePROGRAF, introducendo i quattro nuovi modelli della serie GP. Le larghezze di stampa vanno dai 610 mm (24”) di GP-200 e GP-2000, ai
1.118 mm (44”) di GP-300 e GP-4000. Quest’ultima (come anche GP-2000) è dotata di 11 canali colore, che includono rosso, arancio, verde, violetto e rosa fluorescente, con un gamut cromatico che raggiunge il 99% della PANTONE Formula Guide Solid Coated. Il rosa fluorescente, in particolare, può essere sovrapposto ad altri colori per conferire loro maggiore impatto, o come tinta piatta per far risaltare testi ed elementi vettoriali. canon.it
‖ Soprannominata “The Beast”, per le sue elevate prestazioni, Jeti Tauro H3300 UHS LED è l’ammiraglia di casa Agfa per la stampa su rigido e flessibile.
Agfa rinnova la gamma inkjet e punta sull’automazione
‖ Il rosa fluorescente di imagePROGRAF GP può essere sovrapposto agli altri colori per aumentarne l’impatto, o usato come tinta piatta per testi ed elemnti vettoriali.
Sebbene già da tempo sia tra i player più rilevanti dell’inkjet di grande formato, negli ultimi anni Agfa ha ampliato considerevolmente la sua offerta, guadagnandosi crescente popolarità tra i grandi operatori. Durante l’estate, il costruttore ha lanciato nuovi modelli in tutti i segmenti più rilevanti. Soprannominata “The Beast” e rivolta a stampatori con elevati volumi di materiali rigidi e flessibili, Jeti Tauro H3300 UHS LED è la nuova ammiraglia della gamma. Con una lar-
ghezza di stampa di 3,3 m, la stampante ibrida raggiunge i 600 m²/h e consente di produrre qualità vendibili anche alle produttività più elevate. Al pari degli altri modelli della famiglia, la nuova UHS prevede differenti livelli di automazione, sia per il carico e scarico dei pannelli che delle bobine. Novità anche sul fronte delle roll-to-roll, con la LED UV da 3,3 m, Oberon RTR3300, e la nuova sublimatica da 3,2 m, Avinci CX3200. agfa.com
Zünd Connect raccoglie, elabora e ottimizza i dati dei centri di taglio Cosciente della crescente esigenza degli stampatori di controllare la produzione e ottimizzare le risorse, Zünd ha messo a punto un nuovo software in cloud per i propri clienti. Zünd Connect è un applicativo accessibile via browser, in grado di raccogliere e rielaborare i dati generati da Zünd Cut Center, relativi a uno o più sistemi di taglio installati in azienda. La versione Monitor, gratuita per tutti gli utenti Zünd, restituisce una visualizzazione grafica dell’efficienza dei sistemi, fornen-
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do informazioni utili sulla loro disponibilità e sulle prestazioni in un dato periodo di tempo. La versione Analyzer, a pagamento, permette anche di effettuare analisi più precise sulle eventuali fonti di perdita, offrendo al cliente spunti per ottimizzare il proprio flusso di lavoro e le metodologie di produzione e manutenzione. Il software, per esempio, consente di identificare le lavorazioni, gli utensili o i supporti correlati ai fermi macchina più frequenti. zund.com
‖ Zünd Connect fornisce informazioni per migliorare l’efficienza dei sistemi di taglio.
news CartonSTAR rileva i difetti nella stampa inkjet single-pass su ondulato Seppur riservata a un numero limitato di utenti, a causa degli elevati investimenti necessari, la stampa inkjet single-pass è sempre più popolare tra i produttori di imballaggi e display in cartone ondulato. Al crescere della flessibilità operativa, e al decrescere delle tirature medie, aumentano tuttavia sia la qualità attesa che l’impiego di tinte piatte e immagini fotografiche di grande impatto. Una condi-
zione che, alle alte velocità delle single-pass (>70 m/min), crea evidenti problemi agli operatori nella rilevazione di eventuali difetti. Per questo ISRA Vision ha messo a punto CartonSTAR, una tecnologia di ispezione specifica per l’inkjet, in grado di rilevare in tempo reale numerosi fenomeni, a partire da quelli più comuni, come il fuori registro e lo scostamento di una tinta piatta da un target predefinito. CartonSTAR, inoltre, ricono-
sce le difettosità più tipiche della stampa inkjet, come il banding, la formazione di striature, e le righe bianche causate da ugelli occlusi. La funzione “Defect Classifier” si occupa inoltre di distinguere rapidamente i difetti di stampa da quelli causati dall’irregolarità e disomogeneità tipiche del cartone ondulato, evitando costosi e inutili fermi macchina. CartonSTAR è installabile sia su macchine inkjet destinate alla stampa di fogli di
ondulato (postprint) che su sistemi a bobina (preprint). Compatto e affidabile, CartonSTAR è progettato per operare in condizioni critiche di calore, polvere e umidità. Inoltre, grazie all’impiego di illuminatori a LED, è pressoché privo di manutenzione. isravision.com ‖ CartonSTAR è in grado di riconoscere i difetti tipici della stampa inkjet, come le righe bianche causate dagli ugelli occlusi.
Il nuovo riferimento per il grande formato La nuovissima gamma Acuity di Fujifilm Grazie a tecnologie innovative e all’avanguardia, Fujifilm ha aiutato migliaia di aziende a trasformare le attività di stampa di segnaletica ed espositori. Ma in un mondo caratterizzato dai continui cambiamenti, tre anni fa abbiamo deciso di ripartire da zero e di creare un nuovo riferimento per la stampa inkjet UV. Il risultato è una nuova gamma di stampanti Acuity progettata e sviluppata da Fujifilm che ridefinisce il rapporto prezzo/performance e trasforma il ROI di stampa. Questi modelli riscrivono il significato di versatilità e valore ridefinendo le aspettative in materia di facilità d’uso. Inoltre, essendo sviluppati da Fujifilm, utilizzano i migliori inchiostri UV sul mercato e garantiscono qualità e affidabilità straordinarie. La nuova gamma di stampanti Acuity progettata e sviluppata da Fujifilm. Per saperne di più: FujifilmAcuity.com/ItaliaPublishers
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meeting leaders
Figlia di un grande sogno, la piccola HEXIS è un game changer nel mercato globale dell'autoadesivo di Lorenzo Villa
Guidata con passione dalla seconda generazione della famiglia Mateu, l’azienda francese innova e diversifica la sua offerta di film, dal wrapping al medicale
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ebbene la sua invenzione, attribuita a Ray Stanton Avery, risalga ai primi anni Trenta del Novecento, il successo globale ottenuto dal materiale autoadesivo si deve a una miriade di produttori, e allo sforzo inventivo di un pugno di innovatori e sinceri appassionati di tecnologia e di prodotto. A quest’ultima categoria appartiene senza dubbio Michel Mateu, fondatore di HEXIS e fautore di uno dei più grandi successi tecnici
e commerciali europei nel campo dei film autoadesivi di grande formato. L’intraprendenza del suo fondatore, e la straordinaria capacità di cogliere e cavalcare nuovi trend, ha reso il produttore francese un pioniere nel suo campo, e un marchio apprezzato dai clienti, oltre che rispettato e temuto dai concorrenti. Per scoprire cosa rende unici HEXIS e i suoi prodotti, abbiamo visitato il quartier generale di Frontignan, sulla costa mediterranea dell’Occitania, nel Sud della Francia.
L’apripista dell’autoadesivo 100% Made in France È il 1988 quando, ad Hamamatsu (Giappone), Roland DG lancia PNC-1000, il primo sistema di taglio digitale della leggendaria serie CAMM-1. L’anno successivo, a Frontignan, Michel Mateu fonda HEXIS. Due episodi apparentemente slegati, che trovano una correlazione nel fenomeno che oggi tutti chiamano sign making. Secondo di quattro figli, discen-
dente di una famiglia di industriali, Mateu rifiuta gli studi universitari e ricopre diversi ruoli nell’azienda di famiglia. A 40 anni, supportato dalla moglie Michèle, decide di ipotecare la casa e di mettersi in proprio per sviluppare e produrre film adesivi in PVC. Mentre mette a punto il prodotto sul piano tecnico, Mateu concentra i suoi sforzi commerciali proprio sul promettente settore dell’intaglio con plotter digitali, ottenendo i primi consensi nel mercato nazionale.
Nei primi anni Novanta, HEXIS espone già alle fiere internazionali, e avvia la distribuzione nel Regno Unito e in altri mercati. Dal sodalizio tra Mateu e il suo rivenditore britannico, Scott Wilkins, nel 1994 nasce HEXIS UK, la prima filiale estera del gruppo. Nello stesso anno, HEXIS avvia la costruzione di un nuovo sito produttivo. I primi anni Duemila coincidono con la robusta espansione all’estero, e l’apertura delle filiali in Spagna (2001), Antille Francesi
(2002), Germania (2007), Italia (2010) e Scandinavia (2011), cui seguiranno Australia (2018), Stati Uniti (2019) e Svizzera (2021). Nel 2010, per supportare la crescita dei volumi, HEXIS costruisce un secondo sito produttivo, ad Hagetmau, in Nuova Aquitania. Il passaggio generazionale inizia alla fine degli anni Novanta, con l’ingresso in azienda della figlia ‖ Sullo sfondo, la linea Casting 4, una delle più moderne d’Europa, installata presso il sito HEXIS di Hagetmau.
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meeting leaders 1
Christophe Baudrion R&D Lab Director di HEXIS
“Rispetto a 30 anni fa, abbiamo linee produttive 4 volte più veloci e possiamo realizzare prodotti personalizzati in poche settimane.” ‖ 1) La cerimonia di inaugurazione del quartier generale di Frontignan, nel 1994. 2) Il sito produttivo HEXIS di Hagetmau, costruito nel 2010, si estende su 25.000 m².
di Michel e Michèle, Caroline, che assume ruoli esecutivi sempre più determinanti, fino ad assumere la presidenza di HEXIS nel 2017. Nel 2004 la segue il fratello Clément, che prende parte al progetto HEXIS Racing e fonda la startup HEXIS Energy Drink, fino alla nomina di CEO del gruppo. Oggi HEXIS conta 465 dipendenti, di cui 354 in Francia, produce ogni anno 20 milioni di m² di autoadesivo, e sviluppa un fatturato di 100 milioni di euro (2020), con una quota di export che ha superato il 60%. Il gruppo reinveste il 3% del suo fatturato in ricerca e sviluppo. Creare nuovi prodotti: missione e priorità di HEXIS Sin dalla fondazione, HEXIS si è distinta per la capacità di innovare e sviluppare metodologie di produzione proprietarie. Esempi di questo sforzo sono la tecnologia di evacuazione delle bolle d’aria HEX’Press, lanciata nel 2006, e la gamma di adesivi protettivi BODYFENCE, caratterizzati da un sistema “auto-cicatrizzante” che preserva la carrozzeria dei veicoli da graffi e avversità atmosferiche, anche a climi estremi.
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In campo ferroviario, i film antigraffio per il wrapping di HEXIS sono impiegati per la decorazione dei treni ad alta velocità TGV, e dei convogli delle metropolitane di Parigi e Londra. In campo aeronautico, HEXIS fornisce film per marcature tecniche a colossi come Airbus ed Airbus Helicopter. Uno degli ambiti di sviluppo più recenti è quello medicale, per cui l’azienda ha messo a punto il film antibatterico PURE ZONE, basato su una tecnologia di incapsulamento agli ioni d’argento, in grado di prevenire il proliferare dei batteri. Progettato nei laboratori di R&D aziendali, e impiegato in ospedali, ristoranti, industrie alimentari, e luoghi altamente frequentati come ascensori e
aeroporti, PURE ZONE riduce del 97% la proliferazione batterica e la diffusione di virus come il SARS-CoV-2. La gamma di prodotti HEXIS si estende a vinili da intaglio, film per il wrapping, prodotti per la stampa digitale di grande formato, film di sovralaminazione e di protezione della carrozzeria. La centralità dell’R&D Presso le sue unità produttive, HEXIS ha impiantato laboratori per analizzare materie prime e paste pigmentate, studiare il comportamento dei film e sviluppare nuovi prodotti. Il team di R&D, composto da 23 ingegneri e dottori in chimica, effettua controlli
rigorosi, studia la struttura molecolare di film, solventi e inchiostri, e analizza la natura di pigmenti e componenti dei polimeri. Per garantire la corrispondenza cromatica dei film cast colorati con i colori target in archivio, ogni singolo lotto di produzione è sottoposto ad accurate osservazioni ottiche e a rilevazioni spettrofotometriche. Impiegando gascromatografi, cromatografi liquidi e spettrometri di massa, i tecnici di HEXIS possono analizzare i componenti dei film ed effettuare test di migrazione. I supporti sono altresì sottoposti a test di allungamento, resistenza alla rottura, ruvidità superficiale, forza di distacco e adesione al substrato.
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‖ 3) e 4) Presso i suoi laboratori di R&D, HEXIS conduce analisi accurate su materie prime e paste pigmentate. 5) Una linea automatizzata di taglio del vinile cast colorato.
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Grazie all’impiego di climatometri allo Xeno e QUV, il laboratorio effettua anche test di invecchiamento accelerato in date condizioni climatiche e atmosferiche, con variazioni di temperatura comprese tra ±80 °C. Infine, per simulare le reali condizioni d’impiego dei materiali, i tecnici di HEXIS utilizzano intensivamente stampanti inkjet UV-curable, a solvente e latex, e dispositivi di taglio e mezzo taglio digitale. «Il nostro obiettivo è garantire la piena funzionalità e la sostenibilità dei prodotti», afferma Christophe Baudrion, direttore del laboratorio di ricerca e sviluppo di HEXIS. «Inoltre, ci facciamo carico delle istanze di clienti e partner
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commerciali, fornendo loro risposte e soluzioni pratiche». Tra i compiti del laboratorio c’è poi quello di testare e selezionare nuove tipologie di adesivi, materiali di spalmatura e liner. HEXIS impiega esclusivamente adesivi acrilici, e utilizza in prevalenza film in PVC, benché PE e PP rappresentino già alternative eco-sostenibili per alcuni prodotti. La ricerca e sviluppo è incessante sia nell’ambito dei film calandrati che degli adesivi cast. Nel campo del casting, oltre un decennio fa il team di Baudrion ha messo a punto una formulazione esclusiva, che conferisce ai materiali di HEXIS caratteristiche di resistenza e durevolezza uniche. «Per sviluppare un nuovo prodot-
to partiamo sempre dalla richiesta del mercato, ne discutiamo internamente, ed elaboriamo metodi per realizzarlo in modo efficace ed economico», spiega Baudrion «Rispetto a trent’anni fa, abbiamo linee produttive quattro volte più veloci e possiamo realizzare prodotti completamente personalizzati in poche settimane». In cima alle priorità dei clienti di HEXIS ci sono ecosostenibilità ed estrema durevolezza dei film. Negli ultimi mesi, ad esempio, il team di R&D ha messo a punto un film in poliuretano per rivestire pale eoliche e prolungarne la vita utile. In campo ambientale, HEXIS si prepara poi ad affrontare la sfida del progressivo rimpiazzo del PVC, e lavora attivamente
per facilitare il recupero e il riciclo dei suoi materiali. Tra le iniziative concrete, nel 2019 l’azienda ha avviato un programma di riciclo del film e del liner per i clienti del mercato francese. A stretto contatto con il laboratorio operano la divisione di customer care, che impiega tecnici madrelingua per tutti i Paesi in cui HEXIS è presente, e il team di consulenza all’applicazione che, in collegamento con le filiali nazionali, gestisce i reclami e fornisce ai clienti finali istruzioni pratiche sull’utilizzo dei prodotti. Produzione e logistica d’eccellenza, per conquistare i mercati globali Presso il quartier generale di Frontignan, che si estende su 35.000 m², HEXIS impiega 250 collaboratori e produce ogni giorno circa 104.000 m² di film autoadesivo su una linea di spalmatura e due linee di casting, e sui 5 centri di taglio automatizzati. Il sito di Hagetmau, con due linee di casting, impiega 75 tecnici e produce quotidianamente 25.000 m² di film. Entrambi gli impianti sono dotati di ossidatori termici per l’abbattimento dei
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Christophe Inigo Deputy Sales Director di HEXIS
“Dalla produzione allo slitting, dai magazzini all’utente finale, ogni singola bobina è tracciata e tracciabile». VOC derivanti dalla produzione. Presso l’unità di Hagetmau, nel 2017, HEXIS ha messo in produzione Cast-4 una delle più grandi macchine di casting d’Europa. L’unità, che ha richiesto tre anni di progettazione a cura degli ingegneri di HEXIS, produce in atmosfera protetta ed è dedicata alla realizzazione di prodotti specialistici ad alte prestazioni, come gli adesivi per il car wrapping e il film BODYFENCE. Su tutte le linee del gruppo sono installati sistemi di ispezione, che rilevano e registrano possibili difettosità, così da poterne tenere traccia per scartare batch difettosi, e prevenire eventuali reclami. Tutti i prodotti vengono convertiti in bobine jumbo, e in rotoli pronti per la spedizione. Per supportare le richieste specifiche di distributori e grandi consumatori, HEXIS ha anche installato, presso tutte le sue filiali, impianti per il taglio e il sezionamento delle bobine jumbo. In fase di confezionamento, i prodotti vengono etichettati automaticamente con codici a barre che contengono le informazioni relative alla produzione. «Dalla produzione allo slitting, dai magazzini delle filiali e dei distributori, fino all’utente finale, ogni singola bobina è tracciata e tracciabile», spiega Christophe Inigo, Deputy Sales Director di HEXIS. «Così siamo pronti a reagire in modo tempe-
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stivo e preciso di fronte a qualsiasi domanda o reclamo». Anche sul fronte logistico, HEXIS si adopera per combinare efficienza e sostenibilità. Ogni singola bobina è avvolta in un film protettivo, tappata alle estremità e inserita in una scatola in cartone da un braccio robotico. Per ridurre l’impatto del packaging, l’azienda ha già avviato un piano di recupero e riciclo dei tappi in plastica, e sta testando nuovi metodi di imballo per colli multipli. Oltre il materiale adesivo HEXIS si è ritagliata un posizionamento unico nell’immaginario dei clienti, creando anzitutto un prodotto di alta qualità al giusto
prezzo, e fornendo in poche settimane anche piccoli lotti di film personalizzati. Inoltre, presso i magazzini situati nelle sedi centrali, nelle filiali e presso i distributori in Europa, Nord America e Asia, l’azienda ha sempre disponibili a stock oltre 1.500 referenze. Uno sforzo organizzativo e finanziario rilevante, che tuttavia non basta a spiegare il successo del produttore francese. HEXIS ha capito prima di altri che, per avere successo nel campo dei film adesivi, sono necessari elevati livelli di competenza, e l’appoggio di una vasta comunità di esperti, consulenti e specificatori in grado di calare il prodotto nei contesti applicativi reali. Per questo, nel 2015, HEXIS costituito la sua
‖ 6) Nei magazzini delle sue sedi e filiali, HEXIS rende costantemente disponibili oltre 1.500 referenze. 7) Dimostrazione del nuovo concept HEX'PERIENCE durante la nostra visita presso il centro di formazione e applicazione di HEXIS a Frontignan.
divisione Application, che ha la missione di contribuire allo sviluppo e al testing dei prodotti, e di istruire tecnici applicatori. Ogni anno, l’azienda forma oltre 400 nuovi applicatori nei suoi centri di Frontignan e di Lille, con un programma didattico che include dieci differenti percorsi di formazione e certificazione. Un simile sforzo ha dato vita a una rete globale di applicatori, in grado di supportare i progetti speciali dei
meeting leaders ‖ 8) Il quartier generale di HEXIS, sulla costa mediterranea dell'Occitania.
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committenti, oltre che sempre pronti a testare sul campo l’efficacia di nuovi materiali. Per incoraggiare i clienti ad approcciare il redditizio business della riqualificazione degli ambienti, nel 2019 HEXIS ha lanciato il concept HEX’PERIENCE, che consente ad applicatori e interior designer di creare piccoli lotti di prodotti completamente personalizzati, combinando un film calandrato stampabile, un pattern
selezionato da un’apposita libreria online, e una specifica sovralaminazione protettiva. Un futuro di crescita, e di impegni concreti per l’ambiente e le persone Orgogliosa di una produzione 100% Made in France, fedele al pragmatismo del suo fondatore, HEXIS si impegna a ridurre il suo impatto ambientale con ini-
ziative pratiche e misurabili. Dal 2005, l’azienda ha adottato un sistema di gestione della qualità che tocca tutti i reparti aziendali, dalla progettazione alla produzione e commercializzazione dei prodotti. Nel 2016 ha conseguito la certificazione ISO 50001:2011 per il sistema di gestione dell’energia e, a luglio 2020, ha ottenuto la ISO 14001:2015 per i processi di tutela dell’ambiente e pianificazione del ciclo di vita dei prodotti.
Grazie all’impiego degli ossidatori termici sulle linee di spalmatura, l’azienda ha ridotto le emissioni di VOC da 271 tonnellate (2015) a 29 tonnellate (2019). Per rimarcare il suo impegno concreto per la qualità dell’aria nella regione, HEXIS aderisce stabilmente ad Atmo Occitanie, l’osservatorio per la sorveglianza della qualità dell’aria nell’Occitania. Inoltre, nel 2021, l'azienda ha affidato a Bureau Veritas il calcolo del suo carbon footprint, per pianificarne correttamente l’evoluzione nei prossimi anni. Infine, il produttore francese ha commissionato a Ecovadis una valutazione indipendente delle sue pratiche di responsabilità sociale d’impresa (CSR), che già da tempo comprendono politiche antidiscriminatorie nelle assunzioni, il coinvolgimento di soggetti deboli, e piani formativi per i dipendenti. Per supportare la crescita costante del business, entro il 2023 HEXIS conta di completare l’ulteriore espansione del sito produttivo di Frontignan.
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strategie Nata dall’ispirazione artistica dei suoi titolari e da un vuoto nell’offerta di mercato, l’azienda milanese ha creato da zero un business digitale inedito ed esplosivo
Crearreda cresce e potenzia il suo reparto produttivo con una swissQprint Impala 3 di Gabriele Lo Surdo
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e esistesse un premio alla stringatezza e all’intelligibilità del naming, Crearreda lo avrebbe vinto da tempo. A quasi trent’anni dalla sua nascita, la società fondata da Giuseppe Botta, fa ciò che il suo marchio promette: complementi d’arredo e materiali decorativi dal design esclusivo. L’avventura di Crearreda inizia quasi per caso all’inizio del 1992, da un’idea di Tiziana Bramati,
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moglie di Giuseppe, illustratrice e artista, desiderosa di decorare le pareti della cameretta dei figli. Visitati senza successo colorifici e negozi di bricolage, la coppia non si rassegna, e anzi intuisce l’opportunità di disegnare, produrre e vendere adesivi murali personalizzati. Realizzati i primi prototipi, insieme alla moglie e al fratello Francesco, Botta decide di fare sul serio. Così, commissiona a un serigrafo alcune centinaia di sticker, basati
sui disegni di sua moglie e sagomati con fustelle realizzate ad hoc. Dopo qualche tentativo, riesce a piazzare l’intero lotto a una nota catena di negozi di giocattoli. In pochi giorni gli sticker di Crearreda vanno a ruba, e iniziano i riordini. Già a dicembre 1992, grazie all’intensa attività business development di Francesco, la gamma di sticker, arricchita di nuove forme e disegni originali, è sugli scaffali dei punti vendita di Coop, Grancasa, Rinascente, Chicco.
Negli anni successivi, Crearreda diversifica la gamma di prodotti, aprendo ad altri ambienti della casa, e Francesco, nella posizione di General Manager dell’azienda, si dedica a un ulteriore ampliamento dei canali di vendita. La presenza ad Heimtextil e altre fiere internazionali, e la collaborazione con un partner europeo, ‖ In alto: a sinistra, la macchina da stampa swissQprint Impala 3; a destra, il plotter da taglio Zünd S3 L1300.
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Giuseppe Botta Fondatore di Crearreda
“Se non avessimo rivisto il nostro modus operandi, e scalato rapidamente la capacità produttiva digitale, avremmo chiuso i battenti.” dà impulso all’export verso tutto il mondo, in particolare i mercati di Spagna, Portogallo, Grecia, Croazia, Repubblica Ceca, Nord America e Taiwan, dove l’azienda opera tramite una rete di distributori. Dalla creatività al prodotto finito, online e offline Il vero punto di forza di Crearreda è la sua capacità di sviluppare prodotti originali, declinarli in innumerevoli varianti e commercializzarli su diversi canali. Nell’ultimo decennio – con il coinvolgimento dei figli di Giuseppe, Marco e Paolo – l’azienda è passata dall’outsourcing alla realizzazione in casa della maggior parte dei suoi prodotti; inoltre, ha ampliato all’inverosimile i suoi cataloghi, e ha abbracciato la vendita online lanciando il sito dekoidea.com e stringendo partnership con alcuni grandi e-commerce generalisti, tra cui Amazon. «Fino al 2015, appaltavamo la stampa a serigrafi e stampatori offset, gestendo internamente progettazione grafica, ricerca dei materiali e logistica», spiega Botta. «Ma era un modello inefficiente, con un time-to-market sfavorevole, che ci imponeva grandi scorte di magazzino a rischio di obsolescenza». Inizialmente Crearreda si rivolge a stampatori digitali esterni, sperimentando i benefici dell’inkjet, ma anche la difficoltà di gestire
una rete di fornitori frammentata. Poi, nella primavera del 2015, la proprietà aziendale conclude che l’unica soluzione è acquisire le tecnologie digitali e le competenze necessarie per produrre internamente lotti più piccoli, in tempi molto brevi. Così, introduce una HP Latex 370, seguita da una Durst Rho P10 200 e da un sistema di taglio digitale Zünd S3 L1600. «Se non avessimo rivisto il nostro modus operandi, e scalato rapidamente la capacità produttiva digitale, avremmo chiuso i battenti», afferma Botta. «Sciolto il nodo della produzione, abbiamo potuto concentrarci sullo sviluppo di nuove idee e l’impiego di nuovi materiali, che ora ci
stanno premiando». A febbraio del 2019, Crearreda ha trasferito la produzione in un nuovo capannone di 500 m², e a giugno di quest’anno ha sostituito la Durst Rho P10 con una swissQprint Impala 3. L’azienda oggi ha 16 collaboratori e un fatturato di 3,6 milioni di euro (2020). Verso soluzioni decorative più professionali e durevoli Spinta dal desiderio di proporre articoli decorati sempre più tecnici e specialistici, e spronata dai tempi di consegna risicati dell’e-commerce, Crearreda ha intrapreso un percorso sistematico di ricerca e sviluppo di nuovi
‖ 1) e 2) Lorenzo Papini e Andrea Gatto, operatori di Crearreda, durante le fasi di una produzione roll-to-roll eseguita con swissQprint Impala 3.
prodotti e processi. L’introduzione della tecnologia inkjet UV a letto piano di swissQprint si inquadra in questa strategia. «Passare alla stampa true flatbed ci ha permesso di velocizzare lo sviluppo di nuovi prodotti (che spesso inizia con test intensivi sui materiali più disparati) e la realizzazione di campionature da presentare nei punti vendita», spiega Marco Botta, Product Manager di Crearreda. «Nelle fasi di prototipazione e pre-produzione, la flessibilità è vitale, come lo sono la creatività e la qualità della decora-
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Marco Botta Product Manager di Crearreda
“Nella fase di prototipazione, la flessibilità è vitale, come lo sono la creatività e la qualità dell’immagine percepita dal cliente.”
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‖ 3) Particolare del piano aspirante di swissQprint Impala 3 con sistema di parzializzazione del vuoto Tip Switch. 4) e 5) Anche le etichette e materiali di confezionamento dei prodotti Crearreda sono realizzati internamente, con una macchina da stampa Xerox Versant 180 Press e un sistema di taglio digitale automatico Prima LTS 0604.
zione percepita dal cliente». Proprio la diversificazione spinta dei prodotti, e l’esigenza di stampare su materiali rigidi e flessibili spesso inediti, anche senza una dima, hanno convinto la proprietà aziendale ad optare per un sistema a piano fisso. Partendo da prodotti prettamente grafici, Crearreda ha progressivamente inserito a catalogo rivestimenti per piani cottura, paraschizzi, paracolpi, porte da interni, e mille altri articoli decorati impensabili solo fino a qualche anno fa. I benefici dell’architettura flatbed di swissQprint Tra le caratteristiche più apprezzate dagli utenti swissQprint c’è
l’articolata gamma di configurazioni colore, resa possibile dai 9 canali, che alimentano fino a 18 teste (due per canale). L’azienda lombarda ha scelto di configurare la sua Impala 3 con CMYK, bianco e varnish, ottenendo un buon bilanciamento tra produttività (fino a 180 m²/h), qualità, possibilità di creare effetti speciali, ed espandere ulteriormente il sistema grazie ai tre canali liberi (6 teste) da allocare. «Già in quadricromia, il gamut cromatico di Impala 3 è molto ampio, e il bianco aderisce e resiste all’abrasione anche su supporti critici e non pretrattati, sia rigidi che flessibili», afferma Paolo Botta, Responsabile Ufficio Acquisti di Crearreda. «Ad oggi, utilizzamo la
vernice solo per un numero limitato di applicazioni, ma stiamo sperimentando per creare effetti tattili di grande impatto». La stampa su materiali rigidi rappresenta solo il 20% dei volumi di Crearreda, mentre l’80% è costituito da supporti flessibili in bobina, tra cui linoleum, film adesivo e tessuti. Grazie all’opzione roll-to-roll, che include svolgitore e riavvolgitore motorizzati, cilindro allargatore, e sistema di regolazione della tensione, Impala 3 può alimentare bobine fino a 180 kg di peso. La perfetta planarità del materiale è garantita dal piano aspirante Tip Switch a 136 zone indipendenti, coadiuvato dai sensori anti-crash alle estremità del carrello. Tra i plus della stampante, anche il sensore che rileva la fine della bobina, inviando un alert o interrompendo la stampa. Al fine di migliorare l’adesione dell’inchiostro sui materiali più critici, all’unità antistatica (di serie su tutti i modelli swissQprint) Crearreda ha aggiunto il sistema di ionizzazione opzionale. Tra le ragioni che hanno portato l’azienda a scegliere
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strategie ‖ 6) Bobine di linoleum decorate con swissQprint Impala 3. 7) e 8) Utilizzabili in ogni spazio della casa, anche all’aperto, le passatoie e i tappeti di Crearreda sono ignifugi, atossici, repellenti all’acqua, antiscivolo e facili da pulire con un panno umido.
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swissQprint ci sono anche i ridotti costi di gestione, resi possibili da un mix di fattori. Tra i più rilevanti l’asciugatura LED, estesa dal produttore svizzero a tutti i modelli nel 2018, che riduce i tempi di riscaldamento e i consumi energetici, prolunga la durata delle lampade, e aumenta il tempo di funzionamento dell’attrezzatura. A loro volta, le unità di svolgimento e riavvolgimento della bobina, e la funzionalità di ripresa della stampa dopo un’interruzione, consentono di ridurre al minimo fisiologico gli sprechi di materiale. Sul fronte della manutenzione ordinaria, infine, agli utenti swissQprint sono richieste poche e semplici operazioni eseguibili in autonomia dall’operatore, tra cui la pulizia quotidiana delle teste. «Impala 3 ha un’architettura costruttiva semplice, e per questo è estremamente affidabile», spiega Giuseppe Botta. «Entro il periodo di garanzia è tutto incluso, e dopo questo termine non è comunque necessario sottoscrivere contratti di manutenzione». Grazie all’interfaccia di scambio dati, basata sullo standard XML e conforme alle linee guida dell’In-
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Paolo Botta Responsabile acquisti di Crearreda
“Lavoriamo per rimpiazzare progressivamente plastica e PVC con materiali più sostenibili.”
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‖ 9) e 10) I paraschizzi adesivi della serie Kitchen Panels sono realizzati in materiale ignifugo e sono lavabili con detergenti da cucina. 11) Le piastrelle decorative riposizionabili Floor Tiles sono antiscivolo, oltre che resistenti all’acqua e all’umidità.
dustria 4.0, Impala 3 è interconnessa al gestionale aziendale di Crearreda, al quale trasferisce in tempo reale informazioni su lavorazioni, tempistiche e consumi. Un futuro improntato all’ecosostenibilità
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Contestualmente alla trasformazione digitale dalla produzione, Crearreda ha avviato un processo di transizione ecologica verso processi produttivi e materie prime ecosostenibili. In produzione, l’azienda ha scelto di impiegare solo macchinari a basso assorbimento energetico, con emissioni e consumi ridotti, e ha installato un compattatore di sfridi industriale, che ha ridotto sensibilmente il volume di rifiuti conferiti al riciclo. Sul fronte dei supporti di stampa, l’azienda è costantemente alla ricerca di nuovi materiali sicuri, privi di sostanze nocive, provenienti da materia prima riciclata e facilmente riciclabili. «Utilizziamo solo carte FSC e lavoriamo per rimpiazzare progressivamente plastica e PVC con materiali più sostenibili», afferma Paolo Botta, Responsabile acquisti di Crearreda. «Per farlo, ci affidiamo ai migliori fornitori specializzati in supporti per la stampa digitale (tra cui Filmolux e Ritrama) e investiamo tempo e risorse nel reperire e testare nuovi materiali di derivazione industriale». La ricerca del miglior compromesso tra performance ed ecosostenibilità è il denominatore comune dei cataloghi Crearreda e Dekoidea. Lo dimostrano i rivestimenti per porte Door Cover e i film per la riqualificazione Top Cover, realizzati con materiali adesivi bubble-free, lavabili e removibili, così come le carte da parati in poliestere certificate Greenguard. Un’asticella già alta, che Crearreda è intenzionata ad innalzare ancor di più nei prossimi anni.
strategie Fedele al suo core business tipografico e alla tecnologia offset, l’azienda lombarda investe in una MGI JETvarnish 3D Evo in formato B1+ di Konica Minolta
Lito Offset: da integralista della tipografia ad alfiere della nobilitazione digitale di Lorenzo Villa
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a quasi 50 anni, il nome ne definisce inesorabilmente la missione. Fondata, posseduta e condotta da tre generazioni dalla famiglia Rizzi, Lito Offset è l’archetipo della tipografia dura e pura, nata e cresciuta con la tecnologia offset, e mai contaminata dal digitale. La storia dell’azienda inizia nel 1974 a Erba (CO), quando Francesco Romano Rizzi, dipendente di
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una cartotecnica della zona, decide di mettersi in proprio e, insieme alla moglie Giuseppina Corti, fonda Lito G. Corti. Nei primi anni, i coniugi eseguono piccole lavorazioni di stampa, e successive lavorazioni manuali di cordonatura e piega. All’inizio degli anni Ottanta, sull’onda della domanda di materiali di marketing, gli ordinativi di cataloghi, brochure e pieghevoli a colori esplodono. La svolta avviene nel 1986, quando l’azienda cambia
ragione sociale in Lito Offset, si trasferisce nell’attuale sede, e inizia ad acquisire importanti commesse come terzista. Mentre il giro d’affari cresce, Lito Offset evolve la sua base installata, passando dalla monocolore offset 50x70 alla bicolore, fino ad approdare a sistemi pluricolore, plastificatrice in formato B1, cucipiega e fustellatrici semiautomatiche. Nel 2007 acquista una Manroland 500 a 5 colori con spalmatore in formato 590x740 mm.
Oggi, con un fatturato che sfiora il milione di euro (2020), l’azienda è guidata dai figli dei fondatori, Ottavio e Simona Rizzi, e da Federico Agostini, figlio di Simona. A giugno 2021, Lito Offset ha introdotto JETvarnish 3D Evolution (Evo) con iFoil, entrando nel novero dei pochi stampatori italiani ad impiegare un sistema di nobilitazione digitale in formato B1+. ‖ In alto, il reparto stampa di Lito Offset con, sullo sfondo, JETvarnish 3D Evo.
strategie nari sovradimensionati», sostiene Rizzi. «Ma abbiamo capito subito cosa avremmo potuto fare con una JETvarnish di formato compatibile con la nostra plastificatrice, e con la quasi totalità delle macchine offset sul mercato».
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I plus dell’ammiraglia di MGI
‖ 1) Federico Agostini al lavoro su JETvarnish 3D Evo. 2) L’impilatore dell’unità di nobilitazione digitale.
Tipografi di prossimità e terzisti di fiducia Quella di Lito Offset è una clientela prettamente locale, con rare digressioni fuori regione. Collaborando con numerose agenzie, l’azienda serve più settori, inclusa l’editoria. Da circa trent’anni, Lito Offset è anche il partner di stampa elettivo di industrie specializzate nel packaging cilindrico in cartone ondulato, per vini e liquori, cui fornisce etichette stampate e rifilate a misura. Un settore merceologico esigente, che impone a Lito Offset di riprodurre loghi, immagini e tinte piatte impeccabili, arricchite con plastificazioni opache e soft touch, verniciature serigrafiche lisce e spessorate, lamine metalliche ed effetti di embossing e debossing. Se stampa e plastificazione sono da sempre eseguite internamente, fino alla scorsa primavera le nobilitazioni erano affidate a serigrafi e fornitori esterni. Tra i cavalli di battaglia di Lito Offset ci sono astucci e display da banco in cartone teso. «Siamo abituati a gestire piccoli e grandi quantitativi, a governare una grande mole di variabili, a lavorare come terzisti e ad avvalercene a nostra volta», afferma Ottavio Rizzi. «A spingerci verso
qualcosa di nuovo non è stato un calo degli ordinativi, ma piuttosto il desiderio di dare alla nostra azienda una prospettiva diversa». A fine 2020, la proprietà di Lito Offset avvia un’analisi delle possibili aree di investimento, e si trova ad un bivio. Acquistare una nuova macchina offset; introdurre la stampa digitale; o portare all’interno lavorazioni gestite esternamente, o del tutto inedite? L’azienda è sana, e i margini per investire ci sono. Così, la decisione è unanime. «L’evoluzione tecnica nell’offset è ormai trascurabile, e la stampa digitale non ci ha mai convinti», spiega Rizzi. «Così, abbiamo deciso di concentrarci sulle lavorazioni a più alta marginalità».
Attirati da vernici, foil ed embossing digitali, folgorati dal formato B1+ Se la nobilitazione digitale non è più una novità assoluta per molti stampatori, meno evidenti sono le sue potenzialità e i suoi limiti. A gennaio 2021, Lito Offset inizia ad analizzare l’offerta di mercato, e si imbatte in MGI JETvarnish. È amore a prima vista, ma lo stampatore è indeciso tra il modello 3DS, in formato B3, e la serie 3D Evo in formato B2. Infine, durante una visita presso l’azienda marchigiana Gold & Silver, Rizzi assiste a una demo del modello Evo in formato B1+, e ne resta folgorato. «Non abbiamo mai fatto mosse azzardate, né acquistato macchi-
Completata l’analisi costi-benefici, Lito Offset si rende conto che le lavorazioni affidate a terzisti non giustificano l’acquisto di un sistema top di gamma, capace di nobilitare fino a 2.291 fogli/h su un formato carta di 750x1.200 mm. A sbloccare l’investimento è la prospettiva di rendersi autonomi da fornitori esterni, e di poter offrire servizi di nobilitazione a un’utenza molto più vasta. «La maggior parte dei clienti rifiuta la nobilitazione per i costi eccessivi, imputabili principalmente a cliché, telai e avviamenti», spiega Simona Rizzi. «JETvarnish ha scatenato curiosità. Ci ha permesso di riaprire conversazioni commerciali chiuse, e di proporre con successo un upgrade su lavorazioni di stampa già acquisite». Già al termine dell’installazione, a giugno 2021, Lito Offset si trova a realizzare decine di campionature per agenzie, tipografie e cartotecniche, e inizia a utilizzare il sistema per nobilitare la quasi totalità dei lavori già programmati. «Con JETvarnish, possiamo nobilitare efficacemente anche poche
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‖ 3) e 4) Dettagli di verniciature spessorate e applicazione di foil eseguiti con JETvarnish. 5) Tre generazioni di imprenditori in Lito Offset: da sinistra Simona Rizzi, Giuseppina Corti, Federico Agostini e Ottavio Rizzi.
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via, la nobilitazione digitale risulta spesso vantaggiosa anche sulle tirature più elevate. «Se consegnare in poche ore è la priorità, il costo puro dei materiali è irrilevante», sostiene Ottavio Rizzi. «Avere controllo del processo, risultati certi, e nessun tempo morto, ripaga ampiamente qualche euro in più di vernice e foil».
Ottavio Rizzi Co-titolare di Lito Offset
“Con JETvarnish possiamo nobilitare efficacemente anche poche decine di fogli 70x100, e offrire prezzi aggressivi, pur senza pregiudicare la nostra marginalità.”
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decine di fogli 70x100, a prezzi aggressivi e senza pregiudicare la nostra marginalità», spiega Ottavio Rizzi. «Fare gli apripista ha un costo e implica qualche rischio, ma siamo certi che ci consentirà di smarcarci dalla concorrenza». Sebbene offra i migliori risultati su supporti patinati e plastificati, JETvarnish può alimentare ogni genere di carte e molti supporti plastici. Oltre alla lucidatura spot, Lito Offset utilizza intensivamente il foil, e sfrutta la verniciatura spessorata per realizzare effetti di embossing senza cliché. Grazie al caricamento da pallet e all’interfaccia utente intuitiva, un solo operatore può gestire la macchina da stampa e la linea di nobilitazione. «Con l’editor integrato puoi modi-
ficare in corso d’opera qualsiasi parametro, come lo spessore della vernice, o gli elementi vettoriali da nobilitare», spiega Federico Agostini, Responsabile di Produzione di Lito Offset. «Questo ci avvantaggia nel dialogo col cliente, che può seguire test e avviamenti, e portare con sé i primi pezzi finiti pochi minuti dopo». Sul fronte dei costi, il modello economico di JETvarnish è basato sull’effettivo consumo di vernice e foil, che è precalcolato dal software in dotazione. Questo consente di valutare in tempo reale il vantaggio economico rispetto alla serigrafia, che normalmente resta rilevante fino ad alcune migliaia di pezzi. Grazie ai bassi consumi, e all’assenza di impianti, tutta-
Verso nuovi segmenti di clientela premium A pochi mesi dall’installazione, JETvarnish 3D Evo ha permesso a Lito Offset di offrire nuovi servizi ai suoi clienti storici, e di avviare nuove collaborazioni con aziende cartotecniche, anzitutto quegli operatori che esigono la nobilitazione dell’intero foglio B1 non rifilato. L’obiettivo di medio termine dell’azienda lombarda è diventare un interlocutore di riferimento per progetti cartotecnici premium, preservando un equilibrio bilanciato tra clientela diretta e lavorazioni conto terzi. Oltre ai progetti standard, Lito Offset sta già testando le funzionalità di variabilizzazione dei tracciati di verniciatura e foiling, resi possibili dalla tecnologia digitale.
strategie Dopo aver guidato la trasformazione digitale della decorazione ceramica, il gruppo italiano ha applicato al tessuto la sua esperienza negli inchiostri inkjet a pigmento
Colorobbia crea il pigmento tessile T-Inks per ridefinire il digital textile industriale di Lorenzo Villa
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e da oltre due decenni la lenta digitalizzazione della stampa tessile non smette di fare rumore – e coinvolge piccoli e medi produttori di tecnologia di stampa, software, chimiche d’inchiostro e di processo –, la pressoché totale trasformazione digitale della decorazione ceramica ha destato meno scalpore, e ha messo d’accordo l’intera supply chain. Iniziato con le prime stampanti single-pass, nel 2000, già nel
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2010 questo processo era ad uno studio avanzato, grazie all’iniziativa congiunta di produttori di piastrelle, costruttori di macchinari, e dei pochi gruppi impegnati nella formulazione di coloranti e smalti. In quest’ultima categoria c’è Colorobbia, che oggi detiene il 13% delle quote di mercato globali. Con 28 sussidiarie in 18 Paesi, oltre 600 milioni di euro di fatturato, e 2.000 dipendenti, il gruppo italiano festeggia quest’anno i 100 anni di vita. L’azienda ha
scelto come sede strategica per lo sviluppo dell’inkjet il proprio sito di Castellón de la Plana, a nord di Valencia. È qui che nel 1995 ha aperto il primo laboratorio di R&D digitale e, nel 2016, ha varato un piano di investimenti per formulare e produrre inchiostri per la stampa inkjet tessile. Un polo tecnologico incentrato sull’inkjet Costituito nel 1988 per la produ-
zione di fritte, smalti, pigmenti e altri prodotti per l’industria ceramica e del vetro, il sito Colorobbia di Castellón de la Plana si estende su una superficie di 400.000 m² e impiega 470 dipendenti, il 30% dei quali laureati. «Colorobbia España ha fatto della diversificazione il suo punto di forza», afferma Edoardo Bocini, System & Processes Integra‖ In alto, uno scorcio del campus tecnologico di Colorobbia España.
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Gonzalo Trilles de Castro MD di Colorobbia España
“Formuliamo e produciamo internamente i nostri inchiostri inkjet, con un team di ricercatori con decenni di esperienza.” tion Manager presso Colorobbia España. «Abbiamo basato lo sviluppo dei coloranti inkjet a Castellón perché qui, alla fine degli anni Novanta, è iniziata la digitalizzazione della decorazione ceramica a livello globale». Insieme al distretto di Sassuolo (Italia), con cui ha stretto un’alleanza a favore della transizione energetica sostenibile, il cluster di Castellón De la Plana è il principale polo europeo di produzione ceramica. Qui hanno sede oltre 200 aziende di produzione di piastrelle, oltre a produttori di fritte, pigmenti e macchinari, una facoltà universitaria, laboratori e centri di ricerca, scuole d’arte e di design ceramico. E qui ogni anno, Colorobbia España produce oltre 250.000 tonnellate di semilavorati, tra cui 10.000 tonnellate di coloranti inkjet. «Formuliamo e produciamo internamente tutti i nostri inchiostri inkjet, avvalendoci di un team di ricercatori e ingegneri con decenni di esperienza», spiega Gonzalo Trilles de Castro, Managing Director di Colorobbia España. «Utilizziamo le tecnologie più avanzate e selezioniamo le migliori materie prime per garantire una qualità del prodotto eccellente e shelf life più estese». Con l’avvio della formulazione degli inchiostri T-Inks, l’azienda ha ampliato gli spazi produttivi, costruito laboratori, reparti di miscelazione e confezionamento,
e assunto 12 nuovi ricercatori. Una ricerca e sviluppo globale e multidisciplinare I laboratori di R&D, analisi e testing di Colorobbia España, insieme agli uffici tecnico-commerciali, impiegano 30 ricercatori e costituiscono l’ossatura per lo sviluppo e il miglioramento costante delle chimiche inkjet del gruppo. A guidarci nella loro scoperta è Javier Pérez Martínez, Director of R&D & Innovation di Colorobbia Group. «Nel 1994, Colorobbia è stata la prima azienda in Spagna, nel settore ceramico, ad investire in un microscopio elettronico a scansione con microanalizzatore, una tecnologia all’avanguardia a quel
tempo», racconta Pérez. «È stato solo l’inizio di un viaggio di scoperte e investimenti, che ci ha portati ad avere uno dei migliori laboratori al mondo dedicati alla ricerca e sviluppo in ambito ceramico, che oggi è parte di un ecosistema di eccellenza globale». Per mettere a punto nuovi prodotti, e ottimizzare i prodotti esistenti, i ricercatori del laboratorio di R&D tessile dispongono di strumenti altrettanto avanzati, tra cui analizzatori di particelle, viscosimetri, analizzatori di PH, conduttività e umidità, dispersori, macinatori e drop watcher. Nel laboratorio analisi, che serve tutti i reparti aziendali e i clienti finali, vengono analizzate materie prime, semilavorati e prodotti
‖ 1) Ricercatori al lavoro nel laboratorio di R&D tessile di Colorobbia. 2) Il laboratorio analisi di Colorobbia España serve tutte le divisioni del gruppo.
finiti, con l’obiettivo di isolare singoli componenti di un composto, e comprendere la causa di fenomeni inattesi o difetti nei materiali decorati dei clienti. Il laboratorio si avvale di un microscopio elettronico con microanalizzatore, analizzatori a raggi X termogravimetrici e termodifferenziali, difrattometro a raggi X, spettrometro IR, gascromatografo, reometri rotazionali, analizzatore di superfici, spettroscopio al plasma, analizzatori di acqua e liquidi. Gli operatori dell’ufficio tecnico-commerciale realizzano invece
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strategie ‖ 3) Presso il laboratorio tecnicocommerciale di Colorobbia España vengono eseguiti test e profili colore per clienti e integratori. 4) Gli inchiostri inkjet T-Inks sono confezionati in contenitori da 1, 5 e 1.000 kg.
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Javier Pérez Martínez R&D Director di Colorobbia
“Abbiamo creato T-Inks per garantire affidabilità estrema, tempi di setup ridotti e minima manutenzione nelle stampanti inkjet industriali.”
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le campionature per OEM e integratori, e supportano gli utilizzatori finali dai primi step di utilizzo del prodotto, sino alla profilazione cromatica e all’avvio della produzione a livello industriale. «Abbiamo creato la gamma T-Inks per garantire affidabilità estrema, tempi di setup ridotti e minima manutenzione nelle stampanti inkjet industriali», continua Pérez. «Per gli stampatori tessili, l’accoppiata inchiostro più stampante è cruciale. Per questo lavoriamo a stretto contatto con i più importanti OEM del mondo digitale». Nel laboratorio di testing (equipaggiato con stampanti e torchi tiraprove, sistemi di impregnazione, asciugatori, crockmeter e unità di lavaggio), i tessuti stampati con
T-Inks sono sottoposti ai test di resistenza all’abrasione, ai lavaggi e all’esposizione ai raggi UV. «Gli inchiostri a pigmento sono usati da sempre nell’home textile, ma è molto difficile crearne una versione digitale, con tutte le proprietà richieste», rimarca Pérez. «Formulando T-Inks abbiamo elaborato un prodotto con una straordinaria resistenza allo sfregamento a umido e a secco, e siamo orgogliosi delle prestazioni che abbiamo raggiunto.» Un sistema di valori e benefici che va oltre l’inchiostro Forte dell’esperienza maturata in ceramica – dove le stampanti inkjet sono sottoposte a cicli
produttivi molto sostenuti, i consumi sono altissimi, l’automazione è totale e i costi di produzione sono ridotti all’osso –, Colorobbia è entrata nel mercato tessile per cambiare le regole del gioco. L’azienda ha scelto di concentrarsi sulla chimica a pigmento, candidata a rimpiazzare gli inchiostri reattivi e a semplificare un processo oggettivamente complesso ed energivoro. A dirigere la divisione tessile, il gruppo ha chiamato Alberto Ghisellini, tecnico e commerciale con una lunga esperienza nell’inkjet industriale. «Nel tessile, gli inchiostri a pigmento rivoluzioneranno la produzione, eliminando la necessità di vaporizzare e lavare il tessuto, con enormi vantaggi operativi e ambientali», afferma Ghisellini. «Colorobbia ha investito non solo per soddisfare la domanda esistente, ma per creare e fornire un pigmento tessile di qualità e affidabilità tali da accelerare la transizione dall’analogico al digitale a ritmi mai visti». Conclusa la messa a punto del prodotto, nel 2017 Colorobbia ha condotto i primi test di T-Inks e ha presentato in anteprima il prodotto a FESPA 2019 insieme a Zimmer Austria, ricevendo feedback molto positivi. Contestualmente ha avviato l’alfa testing su stampanti multi-pass Kerajet presso uno stampatore spagnolo. Nel febbraio 2020, l’azienda ha infine avviato il beta testing presso l’azienda spagnola S.G. Hogar, nuovamente con tecnologia Kerajet, che si è concluso con successo nel febbraio 2021. «Abbiamo completato un processo quinquennale di analisi di mercato, ricerca, sviluppo e formulazione», spiega Ghisellini. «E oggi siamo pronti a sostenere la trasformazione digitale dell’industria tessile, e dei mercati decorativi che utilizzano coloranti inkjet a pigmento».
strategie ‖ 5) Movimentazione di inchiostri e semilavorati presso la linea di produzione pilota di T-Inks. 6) Il sito di Colorobbia España produce e spedisce ogni anno oltre 10.000 tonnellate di coloranti inkjet, tra ceramica e tessile.
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Un prodotto stabile, qualitativo ed economico Con T-Inks, Colorobbia ha voluto superare tutti i limiti insiti nel pigmento inkjet, offrendo prodotti e servizi in grado di supportare efficacemente gli alti volumi di produzione dei clienti industriali, e di garantire una qualità e un’economicità tali da giustificare il rimpiazzo di tecnologie analogiche e digitali preesistenti. «La nostra offerta va oltre il colorante, ed è incentrata sul supporto tecnico e applicativo», spiega Ghisellini. «In campo tessile, offriamo consulenza lungo l’intero flusso di lavoro, dalla preparazione del substrato alla gestione del colore, fino alla stampa e alla finitura». T-Inks è disponibile nei colori di processo CMYK, cui si aggiungono Rosso, Verde, Arancio, Light Cyan, Light Magenta, Light Black. Il prodotto è confezionato in bottiglie da 1 kg, taniche da 5 kg, e cisterne da 1.000 kg per alimentare i sistemi centralizzati di pompaggio alle stampanti. T-Inks è compatibile con teste di stampa Dimatix Starfire con ricircolo, su cui Colorobbia offre 2 anni di garanzia. Attualmente sono in fase di testing altre teste, con e senza ricircolo. Le stampe realizzate con T-Inks sono state testate al lavaggio secondo la norma ISO 105-C06:2010, e allo sfregamento a secco e umido secondo la norma ISO 105-X12:2016, totalizzando punteggi mai inferiori a 4/5 su 5 e 3/4 su 4. Anche nei test di resistenza al candeggio, eseguito secondo la norma ISO 105N01:1993, e di solidità alla luce, eseguito secondo la norma ISO 105-B02:2014, T-Inks ha conseguito (rispettivamente) un punteggio medio di 5 e di 8, i massimi possibili. Inoltre, T-Inks ha superato con successo (5/5) il test di migrazione del colorante nei rivestimenti in PVC, condotto secon-
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do la norma ISO 105-X10:1996. La gamma T-Inks è certificata Eco Passport di OEKO-TEX, ed è conforme ai protocolli Inditex sull’assenza di formaldeide, ammine e fenoli. Grazie a una produzione flessibile, alla shelf life di 12 mesi, e ad un modello distributivo diretto, che non dipende da logistiche esterne, distributori e rivenditori, Colorobbia consegna T-Inks direttamente presso gli stampatori, riducendo il time-to-market e il prezzo del prodotto. «T-Inks taglia i costi di decorazione del 30% rispetto ai valori medi di mercato», afferma Ghisellini. «Siamo concorrenziali sia rispetto al reattivo inkjet che al pigmento serigrafico, e nel futuro T-Inks sarà ancora più vantaggioso».
Pronti alla sfida tessile globale Colorobbia affronta il mercato del pigmento tessile forte delle sue unità produttive e logistiche in alcuni dei mercati tessili più dinamici, tra cui Italia, Spagna, Portogallo, Turchia, Russia, Brasile, Messico, USA, Vietnam, Cina, India ed Emirati Arabi. Al raggiungimento di volumi adeguati, il gruppo è pronto a costruire impianti di miscelazione e confezionamento in altre sedi. Colorobbia può contare su un team globale di centinaia di tecnici, addetti all’assistenza clienti, ed esperti di colore e applicazione, oltre che su un’infrastruttura di supporto che copre le principali lingue e tutti i fusi orari.
Alberto Ghisellini Non Ceramic Inkjet Division Manager di Colorobbia
“Offriamo consulenza lungo il workflow, dalla preparazione del substrato alla gestione del colore, fino alla stampa e alla finitura.”
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strategie 150 corsisti, 2 settimane, 8 giornate: questi i numeri del grande workshop estivo gratuito organizzato da Eurmoma per applicatori professionisti e neofiti
Wrapstore.it si candida quale nuovo hub di competenze per i professionisti del wrapping di Lorenzo Villa
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’ennesima sfida di Ippolito Bassani, fondatore di Eurmoma e protagonista eclettico del mercato italiano della stampa di grande formato, si è già trasformata in un successo per l’azienda romana, che cresce ininterrottamente da tre decenni. Da anni, i materiali autoadesivi rivestono un’importanza crescente per Eurmoma, ma è con il lancio di Wrapstore.it, nel 2019, che il distributore ha mosso un passo
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decisivo nel campo delle pellicole per il car wrapping, la decorazione e riqualificazione di autoveicoli, spazi, edifici. Lo scorso luglio, per suggellare il debutto pubblico di Wrapstore.it, Eurmoma ha organizzato un grande evento in cui ha coinvolto, in presenza e in sicurezza, decine di applicatori professionisti e neofiti, stampatori digitali e allestitori. Nel corso dell’evento, l’azienda ha dedicato a ciascuno di loro esperienze e attenzioni speciali.
Due settimane per aggregare la community del wrapping Per dar vita all’evento Wrapstore.it, Eurmoma ha costituito una task force di 16 persone, coordinata dal direttore commerciale Roberto Buccitti, e ha ingaggiato una squadra di formatori specializzati nell’applicazione delle pellicole. Tra i membri del corpo docente, il celebre applicatore australiano Vaidas Gecas di GSWF, Duilio Zarola di ZarCar, Riccardo Colucci e Barba-
ra Frisina di Orafol, Piero Michaelidis di SWICHO e Andrea Cedrati, applicatore ufficiale di Coversty’l. Nell’ambito delle 8 giornate, il team di Wrapstore.it ha messo a punto un fitto calendario di sessioni teoriche e pratiche, tutte completamente gratuite, a numero chiuso e su prenotazione, che hanno registrato il tutto esaurito e hanno permesso ai parteci‖ In alto, l’applicatore australiano Vaidas Gecas durante l’evento Wrapstore.it.
strategie 1
Ippolito Bassani Fondatore di Eurmoma
“Il wrapping richiede un investimento iniziale molto basso: per questo è un’opportunità straordinaria per giovani talenti.” panti di approfondire uno o più argomenti. Nel corso della prima settimana, dedicata ad applicatori professionisti e carrozzieri, Wrapstore.it ha focalizzato la formazione sulla protezione della carrozzeria dell’auto, con sessioni dedicate all’applicazione dei film trasparenti e colorati del produttore canadese GSWF. La seconda settimana è stata invece dedicata alla decorazione, con sessioni dedicate all’interior design con i prodotti Coverstyl’, e due giornate dedicate al car wrapping con la sterminata gamma di pellicole Orafol. Infine, una giornata dedicata all’innovazione, con la pellicola LCD a matrice polimerica SWICHO, in grado di modificare il suo aspetto da trasparente a bianco opaco, e sostituire così tende e pannelli divisori. Per consentire a tutti partecipanti di esercitarsi in comfort e sicurezza, Eurmoma ha allestito due tensostrutture sul piazzale antistante l’azienda, predisposto postazioni con autoveicoli e parti di carrozzeria, fornito strumenti di applicazione e messo a disposizione oltre 500 m² di film di varie tipologie. «Tra sito web, catalogo, prodotti a magazzino, campionature, logistica, formazione, acquisizione di competenze ed eventi di lancio, Wrapstore.it è uno dei nostri investimenti più rilevanti degli ultimi anni», sottolinea Bassani. «Il nostro obiettivo è offrire un’alter-
nativa percorribile e di qualità alla manciata di marche che sinora hanno monopolizzato il mercato». Diversificare, per supportare gli stampatori digitali che vogliono “cambiare pelle” La diversificazione, balzata agli onori delle cronache dall’inizio pandemia, è un tema cruciale per Ippolito Bassani, e uno dei capisaldi dell’offerta di Eurmoma. «Quasi quarant’anni di esperienza in questo mercato, prima come stampatore e poi come distributore, mi hanno insegnato che la diversificazione è la chiave per la sopravvivenza e il successo», afferma Bassani. «È con questo obiettivo che è abbiamo conce-
pito Wrapstore.it. Desideravamo creare un’offerta professionale ed eterogenea, in grado di raggruppare in un unico portale tutto ciò di cui un professionista del wrapping necessita per svolgere al meglio il suo lavoro». Con l’avvento dalla pandemia, gli operatori eccessivamente verticalizzati su un singolo segmento applicativo hanno sofferto più di altri. Per questo, Eurmoma ha ampliato il catalogo “I Gioielli”, lanciato Wrapstore.it, e sviluppato nuove soluzioni espositive modulari, in grado di offrire ai clienti opportunità concrete di riflessione e diversificazione, e ampliare il più possibile la platea di potenziali interlocutori. «Il wrapping richiede un investi-
‖ 1) e 2) Sessioni pratiche di applicazione dei vinili di protezione della carrozzeria prodotti dalla canadese GSWF.
mento iniziale molto basso, ma impone buona volontà, tanta pratica e pazienza: per questo è un’opportunità straordinaria per giovani talenti», afferma Bassani. «Gli sbocchi lavorativi sono innumerevoli, dalle auto agli scooter, dai mobili alle vetrine. Sia per gli esperti che per gli outsider, vorremmo che Wrapstore.it fosse un aiuto concreto a coloro che vogliono fare questo lavoro». Forte del successo ottenuto, Eurmoma sta già pianificando un nuovo workshop gratuito durante l’autunno. Parallelamente, l’azienda sta raccogliendo le preiscrizioni
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‖ 3-6) Corsisti all’opera nelle postazioni di lavoro predisposte per le sessioni pratiche di Wrapstore.it.
per i corsi avanzati di applicazione che, ancora una volta, saranno tenuti da alcuni dei più affermati professionisti dell’applicazione italiani e internazionali. «Quando lo scorso giugno abbiamo lanciato il workshop, eravamo certi che avrebbe destato interesse, ma non ci aspettavamo di andare sold out in pochi giorni», afferma Stefano Scipioni, Marketing Manager di Eurmoma. «Il numero di partecipanti, l’impegno che hanno dimostrato durante le giornate di corso, e i feedback che ci hanno dato nelle settimane successive, dimostra che l’idea era giusta, e ci incoraggia a investire nello sviluppo di Wrapstore.it». Un’offerta di soluzioni a 360°, sia online che offline Oltre che nel portale online, strutturato in sezioni e arricchito con centinaia di foto di esempi pratici di applicazioni, la proposta di valore di Wrapstore.it è contenuta anche in un catalogo cartaceo di quasi 200 pagine, con una selezione di prodotti esclusivi, sia nella fascia base che in quella premium. La sezione più vasta riguarda i vinili per il car wrapping, con i prodotti di PWF, KPMF, GSWF e Orafol, disponi-
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Velocità massima di 600 m²/h
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strategie ‖ 7) Il campionario di vinili GSWF per la protezione della carrozzeria. 8) L’offerta di Wrapstore.it è contenuta anche nel catalogo di oltre 200 pagine , ordinabile gratuitamente scansionando il QR code. 9) Il team di Wrapstore.it festeggia il successo dell’evento al termine dell’ottava e ultima giornata.
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bili in decine di colori e finiture, sia lucide che opache, metallizzate, iridescenti e con effetti tattili. Nell’ambito della protezione, il catalogo include pellicole antigraffio e antimacchia per la carrozzeria, con finiture lucide, satinate e opache, e i film di protezione per parabrezza di Bruxsafol. Un’intera sezione è dedicata anche ai materiali rifrangenti. Sul fronte della riqualificazione, Wrapstore.it si affida alle pellicole Coverstyl’, che simulano legni, pelli, pietre naturali e tessuti. Il catalogo include anche pellicole per l’applicazione su mattoni e cemento, carte da parati, film calpestabili, pellicole per l’oscuramento e il controllo solare, e un’ampia sezione di accessori per l’applicazione, che include spatole, racle, rulli, lame, scanner, sonde, phone, e chimici per il trattamento delle superfici. Come già avviene per “I Gioielli”, “Lastre e Profili”, “Autoadesivi e Biadesivi”, “Led & Neon”, distribuiti complessivamente in 18.000 copie/anno, il catalogo è sfogliabile online e ordinabile (gratuitamente) in versione cartacea su Wrapstore.it.
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Stefano Scipioni Marketing Manager, Eurmoma
“Quando, lo scorso giugno abbiamo lanciato il workshop, non ci aspettavamo di andare sold-out in pochi giorni.”
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Foto Marco Ligabue e Matteo Girola, 2017 © FAI
Abbazia di San Fruttuoso, Camogli (GE), restaurata dal FAI e aperta al pubblico nel 1988
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idee per crescere Nuove tecnologie e nuove dinamiche sociali hanno radicalmente cambiato i paradigmi dell’organizzazione delle nostre vite, e hanno generato nuove criticità da gestire
Gestire il proprio tempo nell’epoca dello smartphone e dello smart working di Davide Medri
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a gestione del tempo ha sempre rappresentato un problema per i manager, ma anche per molti impiegati con incarichi di responsabilità. Affermazioni che abbiamo sentito ripetutamente dai nostri clienti sono: “non ho mai abbastanza tempo per fare tutto”, “si lavora male, di fretta e per urgenza”, “sono stressato”, ecc. Di recente, tuttavia, alcuni rapidi cambiamenti hanno sensibil-
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mente accentuato il problema, ponendoci di fronte a nuove sfide da affrontare. Da una parte, c’è stato l’avvento di Internet veloce e dei dispositivi mobili, che ci consentono di essere costantemente connessi in ogni luogo e in ogni momento. Dall’altra, vediamo la progressiva adozione dello smart working in tutte quelle attività che non necessitano di una presenza stabile nella sede lavorativa; e questa modalità di lavoro impli-
ca una modifica dell’organizzazione delle proprie attività, oltre che del rapporto con i tradizionali orari contrattuali. Come se non bastasse, questi fenomeni hanno subito una brusca accelerazione con l’avvento dell’emergenza COVID‑19; accelerazione che secondo molti esperti ha portato a un punto di non ritorno: solo una piccola parte delle aziende torneranno alle modalità operative in uso prima del COVID‑19.
Davide Medri è attualmente senior advisor in BIP (Business Integration Partners), con un percorso professionale misto tra marketing, vendite e formazione, sia all’interno di aziende multinazionali che nella libera professione. Tra le esperienze, dieci anni trascorsi nel mondo delle Arti Grafiche e del Digital Printing in HP Indigo e Xerox. Le competenze di Davide coprono due ambiti chiave: quello commerciale (vendite, negoziazione, account management, sales management) e quello della comunicazione interpersonale “allargata” (stili di comunicazione interpersonale, public speaking, coaching, gestione riunioni). In parallelo una passione per la fotografia, praticata e insegnata.
idee per crescere 1
Effetti indesiderati e meno conosciuti dello smartphone
IMPORTANTE E NON URGENTE
NON IMPORTANTE MA URGENTE
IMPORTANTE MA NON URGENTE
URGENZA
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ESECUZIONE IMMEDIATA
PIANIFICAZIONE IN AGENDA
DELEGA O RINVIO
RINVIO O CANCELLAZIONE
IMPORTANZA
Ci siamo abituati a considerare lo smartphone come una sorta di “Giano bifronte”: da una parte, ci consente di risparmiare tempo su molte attività (acquisti, home banking, prenotazioni…), e dall’altra, per converso, ci porta via molto tempo in distrazioni superflue (chat, social network, giochi, e-mail indesiderate ecc.). Ciò che risulta meno evidente e meno noto riguarda una serie di implicazioni negative, comprovate da numerosi test neurologici, sulle quali ritengo opportuno soffermarmi. Le applicazioni che utilizziamo sui nostri smartphone creano dipendenza. I “like”, le notifiche, i commenti, generano nel nostro cervello la produzione di dopamina, che guarda caso è il neurotrasmettitore alla base delle più note dipendenze: fumo, droghe, gioco d’azzardo. Con la differenza che queste ultime vengono segnalate come pericolose, e ne viene proibito o limitato l’uso. Più utilizziamo il nostro telefonino più ne diventiamo schiavi. Provate a darvi l’obiettivo di non guardarlo per mezz’ora. Se questo vi costa fatica significa che avete sviluppato una forma più o meno grave di dipendenza; ovvero che occupa una parte del vostro tempo al di là della vostra volontà cosciente e di ciò che è strettamente necessario. L’utilizzo continuativo dello smartphone causa disturbi dell’attenzione e problemi di focalizzazione. Specialmente nei minori. Maggiore è l’esposizione ai mes-
IMPORTANTE E URGENTE IMPORTANZA
È importante sottolineare che queste dinamiche hanno avuto un impatto pesante anche sul “work-life balance”, l’equilibrio fra vita lavorativa e vita privata. Molti sono restati disorientati, e devono ancora trovare un punto di equilibrio accettabile nella separazione di questi ambiti. In questo articolo cercherò quindi di esaminare in particolare queste tematiche, cercando di offrire alcuni suggerimenti pratici per fronteggiarle al meglio.
URGENZA saggi brevi che caratterizzano le chat, i commenti, gli SMS, minore diventa la nostra capacità di focalizzarci per un tempo prolungato su un compito specifico senza distrarci. Allo stesso modo diminuisce la nostra capacità di autocontrollo. Le aree cerebrali destinate a controllare i nostri comportamenti sono influenzate negativamente,
e subiscono interferenze, dal continuo attaccamento al display. Da ultimo, viene inibita la presenza del cosiddetto tempo vuoto. Quel tempo in cui ci si ferma, si lascia spazio alla riflessione, all’analisi, alla pianificazione, al riparo da disturbi e stimolazioni esterne. Lo strumento è pervasivo, riempie continuamente il momento presente e ci porta sempre altrove.
Quindi, come risulta evidente, non si tratta solo di sprecare tempo consultando troppo spesso il nostro telefonino, ma di riportare anche danni dal punto di vista psicofisico che impattano sull’efficacia della nostra performance. Come difendersi Per evitare, o per lo meno limitare,
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idee per crescere da svolgere nell’arco della giornata; 2) collocarle nei quadranti della matrice (fig. 1); 3) ogni volta che si rende necessario svolgere una nuova attività, collocare anch’essa nel quadrante di riferimento ed eseguire la relativa azione (fig. 2). Questo evita che eseguiamo azioni in modo automatico (es. rispondere a tutte le chiamate che arrivano), e ci spinge a mettere in agenda tutte le attività importanti ma non urgenti, che altrimenti vengono rimandate ad libitum (es. un colloquio di feedback con un collaboratore). Vita privata addio
Letture consigliate • Riconquista il tuo tempo, Andrea Giuliodori, BUR • #Egophonia, Monica Bormetti, Hoepli • Smart working, Domenico De Masi, Marsilio questi effetti negativi, suggeriamo due differenti tipi di approccio. Il primo è direttamente rivolto allo strumento, utilizzando i seguenti accorgimenti. • Controllate anzitutto il tempo e la modalità di utilizzo con una delle tante applicazioni esistenti. Quasi sicuramente stavate sottostimando il tempo dedicato. • Togliete le notifiche dalle applicazioni. Evitate di essere distratti dal richiamo costante alla consultazione e decidete voi quando aprirle. • Per lo stesso motivo chiudete le applicazioni dopo averle utilizzate, rendendo più difficoltoso l’accesso successivo. • Utilizzate un timer per imporvi di non utilizzare lo smartphone prima che sia scaduto il tempo prefissato. • Evitate di utilizzare lo smartphone appena svegli e subito prima di coricarvi. La mente ha bisogno di essere sgombra all’inizio della giornata e di staccare al suo termine. Il secondo approccio è più tradi-
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zionale, e prevede l’utilizzo della cosiddetta matrice “importanza-urgenza” (vedi figure a pag. 43). Ritengo preliminarmente doveroso fornire una definizione chiara di questi due termini, che spesso vengono confusi o fraintesi. Definiamo un’attività importante quando è strettamente correlata al raggiungimento di un obiettivo, sia di breve sia di lungo periodo. Un’attività è invece urgente quando richiede un‘azione immediata. Quindi, per esempio, è urgente la richiesta del collega, del capo, del cliente, ma anche la telefonata, la notifica, la e-mail in arrivo, il messaggio nella chat. Tutti eventi che richiamano la nostra attenzione distogliendoci da ciò che stiamo già facendo. La maggior parte di noi è abituata a lavorare per urgenza, e a dare retta agli stimoli, via via che questi si presentano. Così facendo lasciamo che il tempo della nostra giornata sia “invaso” e in balia della volontà altrui. L’approccio da seguire prevede quindi le seguenti fasi: 1) individuare a tavolino tutte le attività
Passiamo ora al secondo tema che impatta in modo rilevante sulla gestione complessiva del tempo: il lavoro in smart working. Negli scorsi mesi, dal nostro osservatorio privilegiato di consulenti aziendali, abbiamo avuto modo di rilevare situazioni che si ripetono con sempre maggiore frequenza: dilatazione delle ore lavorate; connessione costante, sette giorni su sette; mail inviate la notte; telefonate e messaggi in chat fuori orario di lavoro. A causarle, molto spesso, è la mancanza di stacco logistico fra il momento lavorativo e quello della vita privata. L’assunto “una volta fuori dall’ufficio mi lascio tutto alle spalle” non vale più. E molte persone si sentono coinvolte nelle problematiche aziendali proprio da quei dispositivi, che creano la dipendenza che abbiamo descritto in precedenza. In alcuni Paesi, il legislatore ha già provveduto a regolamentare questa disciplina, introducendo, per esempio, il divieto di inviare corrispondenza di lavoro al di fuori degli orari previsti dal contratto, o il diritto alla disconnessione. Ma sappiamo bene che nel nostro Paese certe regole hanno un significato formale, e poi vengono puntualmente disattese. Ripristiniamo un equilibrio Ferme restando le raccomandazioni menzionate in precedenza, cerchiamo di fornire altri sugge-
rimenti pratici. • Separate gli strumenti che utilizzate per lavoro da quelli che utilizzate nella vita privata (computer, tablet, smartphone, etc.), e spegnete gli strumenti di lavoro nelle ore serali e nei giorni festivi (a meno che non lavoriate in quelle fasce orarie). • Rispettate i medesimi orari di lavoro che avevate in azienda anche se siete a casa in smart working. • Se proprio volete scrivere della corrispondenza fuori dall’orario di lavoro, lasciatela in bozza e inviatela durante gli orari di lavoro. • Recuperate durante la giornata momenti di convivialità online. In molte società si inizia la giornata con un “update meeting” – durante il quale si condividono aggiornamenti sulle attività svolte – e si organizzano dei coffee break virtuali – durante i quali sono bandite conversazioni di lavoro. • Contrastate la vita sedentaria pianificando delle attività da svolgere negli orari extralavorativi, che vi costringano a interrompere gli altri impegni. In chiusura di questo articolo mi permetto una considerazione conclusiva. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una crescente accelerazione nel ritmo del cambiamento. L’insegnamento principale che dobbiamo trarne è che le principali competenze da sviluppare in futuro saranno la flessibilità e la velocità di reazione. Quindi una parte del nostro tempo dovrà essere dedicato a monitorare i segnali, spesso contraddittori, che riceveremo dal mondo circostante. Sarà inoltre importante che sviluppiamo la nostra capacità di ascolto, e che pianifichiamo le nostre “contromosse” secondo una logica agile. I momenti di rottura determinati dalla tecnologia, dalla scienza, dalle dinamiche ambientali saranno sempre più frequenti. Rimanere ancorati ai modelli esistenti sarà sicuramente un atteggiamento perdente.
Fidarsi è bene. Certificato è meglio. La stampa specializzata è il mezzo più sicuro per raggiungere target selezionati di operatori e professionisti di settore. Quando pianificate il vostro investimento pubblicitario, scegliete riviste certificate CSST. Dati certi su tiratura e diffusione, autenticati con metodologia internazionale, vi daranno la garanzia di aver investito il vostro denaro nel modo migliore, affidandovi a editori che lavorano all’insegna della trasparenza.
Member of IFABC International Federation of Audit Bureaux of Circulations
idee per crescere I vostri prospect non vogliono sentirsi dire che siete bravi a stampare: compreranno da voi se capiranno che risultati possono raggiungere grazie ai vostri prodotti
Perché gli stampatori devono iniziare a vendere risultati, anche per i prodotti di base di Matthew Parker
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risultati vendono. L’interesse per i vostri prodotti e servizi non basta. Se un prospect sta prendendo seriamente in considerazione la possibilità di comprare da voi, vorrà avere la certezza che ciò che offrite funziona. Se un prospect ha fiducia in quello che gli state vendendo, è molto più probabile che compri. La tattica migliore e più semplice per creare questa fiducia è quella di
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condividere i risultati che un cliente ha già ottenuto dopo aver comprato il tuo prodotto o servizio. Il modo più immediato per dimostrarlo è condividere un caso di studio (case study). Un’interessante ricerca (https:// www.quicksprout.com/case-study-how-i-used-a-case-study-togrow-my-sales-by-185/) mostra come un’azienda abbia aumentato le vendite del 185% attraverso l’uso di casi di studio. Nella ricer-
ca, sono stati analizzati una serie di modi con cui poter creare più vendite. Usare un case study non ha creato più contatti. Tuttavia, l’uso di casi di studio durante la fase di trattativa ha portato ad un aumento del 70% delle vendite concluse positivamente. Non piacerebbe anche a voi raggiungere un simile risultato? Certo, questa ricerca non riguardava l’industria della stampa. Ma è una dimostrazione di come fun-
Matthew Parker opera attraverso il suo brand Profitable Print Relationships. Matthew ha oltre 20 anni di storia nell’ambito dell’acquisto di stampa e tra le altre esperienze ha gestito gli acquisti di stampa di Future Publishing, uno dei principali editori di riviste consumer nel Regno Unito. Nel corso della sua carriera ha gestito oltre 1.400 trattative con aziende di stampa e oggi mette a frutto la sua esperienza di buyer come formatore e mentore in grado di aiutare le aziende di stampa a vendere di più e con maggiori marginalità. Potete scaricare gratuitamente l’e-book di Matthew “Dieci errori comuni nella vendita di stampa e cosa fare in proposito” dal sito profitableprintrelationships.com.
idee per crescere
ziona la mente di un compratore. A volte c’è molto da imparare dalle strategie usate in altri settori. Cos’è la vendita di risultati? La vendita di risultati è un modo di provare ai vostri potenziali clienti che i vostri prodotti e servizi funzionano. Essa consiste nel mostrare a un potenziale cliente come un altro cliente (preferibilmente uno in un settore simile a quello del potenziale cliente) abbia ottenuto buoni risultati di business acquistando gli stessi prodotti che state proponendo al potenziale cliente. Giusto per essere chiari, i risultati di business sono cose come l’aumento delle vendite o dei contatti da parte di potenziali clienti. Insomma, niente che abbia a che fare con un servizio meraviglioso,
ottimi consigli e un’eccellente qualità di stampa. Questi ultimi vantaggi sono gli stessi di molte altre aziende: raramente convincono un potenziale cliente a comprare. Se volete convertire i prospect in clienti, avete bisogno di rendere evidente come potere aiutare a far crescere gli affari, non che siete una bella azienda con cui lavorare. La ragione principale per cui tanti casi di studio non funzionano è perché non evidenziano i vantaggi di business derivanti dall’utilizzo di un prodotto o servizio. La vendita di risultati funziona meglio con prodotti e servizi È difficile creare un caso di studio potente basato sulle vostre capacità e tecniche di produzione. Poche aziende acquistano volumi di stampa tanto grandi da poter con-
siderare l’efficienza della vostra produzione un argomento rilevante per il loro business. Mettere in mostra solo gli aspetti produttivi, indipendentemente da quanto siano buoni la vostra qualità e il vostro servizio, vi porterà a prezzi da commodity perché innumerevoli altre aziende hanno un’offerta simile, che vendono nello stesso modo. Inoltre, pochi compratori si preoccupano del processo di stampa. È molto meglio vendere i risultati derivanti dall’acquisto dei vostri prodotti e servizi. I vostri potenziali clienti capiscono rapidamente che prodotti potete realizzare per loro, specialmente quando si tratta di prodotti di base come una brochure o un opuscolo. Quindi il vostro compito è piuttosto quello di convincerli che i vostri prodotti sono ciò di
cui hanno bisogno per migliorare i loro affari. Un esempio di come potrebbe funzionare un caso di studio Immaginate di essere una piccola azienda che vende online. Immaginate di aver ricevuto un caso di studio che descrive un’azienda simile alla vostra, che ha ottenuto ordini grazie a un volantino ben progettato. Il volantino offriva uno sconto ai clienti che facevano un secondo ordine, oltre un certo valore, entro due settimane dalla ricezione dell’ordine originale. Quindi, dal caso di studio emerge che il volantino ha portato a un sostanziale aumento degli ordini e del fatturato generato dal singolo cliente. Non sareste interessati a fare una campagna simile? E non sarebbe ancora meglio se
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idee per crescere lo stampatore fosse in grado di offrirvi la realizzazione completa del prodotto, incluso il copywriting e il design? In una circostanza come quella descritta, è molto più probabile che il potenziale cliente compri senza mettersi a fare confronti con uno stampatore più economico. Come si crea un caso di studio? Il modo migliore per creare un caso di studio è quello di parlare con uno dei vostri clienti. Raccomando di intervistarli e, preferibilmente, di registrare l’intervista. Chiedete loro quali sono le sfide che la loro azienda stava affrontando e come il vostro prodotto o servizio li ha aiutati a superare questa sfida. Chiedete loro di includere quanti più dettagli e numeri possibili. Dopo aver completato l’intervista, fate fare una trascrizione. Quando riceverete la trascrizione, scoprirete che, con un po’ di editing, il caso di studio sarà pronto. A questo punto, assicuratevi di inviarlo al cliente e assicuratevi che lui sia felice che voi lo condividiate menzionando la sua azienda. Molti clienti saranno contenti della pubblicità extra. Mi piace usare questo metodo perché crea casi di studio davvero autentici che si basano sulle vere parole dei clienti. Loro formuleranno le cose in un modo che è più potente di quello che qualsiasi copywriter, anche molto bravo, può creare. Metodi alternativi per creare casi di studio efficaci Non tutti i clienti sono felici di rendere pubblici i risultati che stanno ottenendo. Altri potrebbero non aver misurato i risultati ottenuti dopo l’acquisto vostri prodotti. O potreste aver bisogno di promuovere un prodotto nuovo per il quale non avete ancora un cliente effettivo. In ognuno di questi casi, sarà impossibile creare un case study come ho suggerito sopra. Ecco alcune strategie alternative. In primo luogo, se vi è consentito accedere ai risultati, potreste pro-
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porre al cliente di usarli mantenendo anonima la fonte. Sarebbe accettabile condividere un caso di studio che riguarda “uno dei nostri clienti del settore xyz”. Se non riuscite a trovare alcun risultato, considerate di sovvenzionare un progetto per un cliente in cambio di dati. In questo caso, potete produrre il lavoro al costo o addirittura sottocosto. Ma, per beneficiare del prezzo ridotto, il cliente dovrà impegnarsi a misurare il successo del progetto e a condividere i risultati con voi. Se non aveste un cliente adatto, potreste realizzare un progetto per la vostra azienda. Per esempio, potreste realizzare una campagna di direct mail indirizzata ai vostri potenziali clienti e poi usare i risultati della campagna nel caso di studio. Infine, se tutte le altre opzioni fallissero, potreste sempre cercare casi di studio del settore e usarli per spiegare in generale la bontà effettiva di un prodotto. Quest’ultima strada è meno convincente delle precedenti, ma è comunque molto più efficace che vendere parlando di come stampate. Condividere i casi di studio I casi di studio funzionano solo se qualcuno li legge! Quindi assicuratevi di condividere i vostri casi di studio il più ampiamente possibile.
Ecco una check list di dove dovresti condividere: • social media; • campagne e-mail; • campagne di direct mail; • durante le riunioni e le conversazioni con clienti e prospect • come parte del vostro materiale di vendita. Un fatto interessante della ricerca che ho menzionato all’inizio è che i casi di studio tendono ad essere letti ampiamente. Un’azienda ha tracciato la lettura dei suoi casi di studio attraverso gli indirizzi IP e ha scoperto che, molto spesso, i casi di studio sono stati inoltrati ad altri da coloro che li hanno ricevuti. Quindi i casi di studio permettono di raggiungere anche interlocutori che non pensavate di avere. Anche se non siete già in contatto con il decisore, qualcuno dei suoi collaboratori con cui siete in contatto potrebbe condividere con lui il vostro caso studio. E questo potrebbe essere un fattore determinate per la decisione di lavorare o meno con voi. È ora di passare all’azione! Spero di avervi convinto che la vendita di risultati e l’uso di casi di studio è un’eccellente strategia di vendita! Ma quali sono i primi passi da fare? 1. Esaminate quali dei prodotti o servizi che offrite sarebbero
adatti alla vendita di risultati. Avete bisogno di fare qualche cambiamento per migliorarli? Per esempio, dovete trovare dei partner che si occupino copywriting o di design? 2. Esaminate quali clienti possono essere adatti per un’intervista su un caso di studio. Contattateli e fissate una data per parlare. Se non avete clienti adatti, quale degli altri percorsi descritti sopra si adatta alla vostra situazione? 3. Create il vostro caso di studio. Un caso di studio ideale è lungo una o due facciate di un A4 (comprese le immagini), a seconda della complessità di ciò che stai offrendo. 4. Condividete il più possibile il vostro caso di studio. E assicuratevi di misurare i risultati! Il punto chiave da ricordare quando vendete risultati Ai compratori piace la prova che ciò che vendi funziona. Dovete assicurarvi di poter dare loro questa prova. Per portare avanti una vendita basata su risultati di successo, avete bisogno di avere effettivamente dei risultati da presentare! Quindi, assicuratevi di misurare sempre il successo dei vostri clienti e di essere pronti a condividere questi dati con i vostri prospect.