Raccogli le idee e dai inizio al tuo IDEARIO!
Soluzioni gioco “Guarda e...” : A-2; B-4; C-1; D-3 PROGETTO DIDATTICO ARTSYSTEM - 09/2014 GRAFICA L+L AD3.it
10 - 17 Chiuso il mercoledì Informazioni: T. +39 041 5229138 Visite guidate: artsystem@artsystem.it Numero verde 800 662 477 INGRESSO LIBERO
Guarda e riconosci il vetro incamiciato!
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Tomaso Buzzi (Sondrio 1900 – Rapallo 1981) studia al Liceo Classico e frequenta il Corso di Architettura a Milano. Diventa un brillante professionista e partecipa del clima di rinnovamento culturale milanese. Lo studio e il fascino per l’arte e la cultura degli antichi gli permetteranno di accumulare un bagaglio di immagini e conoscenze che saprà tradurre e reinventare nei sui oggetti di arredamento. Nel 1927 conosce Paolo Venini all’interno della società “Il Labirinto” e tra il 1932 e il 1934 disegna per la Venini i vasi e gli oggetti in vetro esposti in questa mostra.
ESEMPIO:
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L’incamiciatura è in molti settori una tecnica di rivestimento. Nell’arte vetraria... il vetro riveste sé stesso per sovrapposizione di colori diversi più o meno trasparenti. La composizione del vetro da impiegarsi viene studiata insieme al chimico perchè gli strati possano diventare sottilissimi e, una volta fatti aderire l’uno all’altro, stiano insieme. Tomaso Buzzi studiò ben 14 diversi accostamenti di colori, alcuni dei quali ispirati alla natura: Laguna, Alba, Alga e Tramonto.
verde lattimo zaffiro verde lattimo giallo
esterno
interno
Osserva l’esempio: la sequenza di colori sulla sinistra è la ricetta di Buzzi per ottenere i colori visibili all’interno e all’esterno dell’oggetto così come risultano nei due riquadri. Abbiamo, infine, rotto il vaso perchè tu capisca! Adesso osserva le ricette e collega i risultati:
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verde lattimo zaffiro rosso lattimo pagliesco pagliesco lattimo verde ametista giallo lattimo verde rosso lattimo pagliesco pagliesco lattimo rosso lattimo pagliesco
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esterno
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Il disegno per Tomaso Buzzi era molto importante, tanto che il suo amico Giò Ponti lo ritrasse impegnato a fissare le idee nel suo taccuino: non solo un diario ma un “ideario”. Nell’ultima pagina del tuo libretto troverai uno spazio tutto per te! Usalo durante la tua visita. Il mosaico rappresenta il mito di Atlante e il cielo sorretto dalla sua mano è proprio quello che si sarebbe visto nel periodo in cui è stato prodotto, alzando lo sguardo in una notte scura: tra aprile e giugno del 1932 a Venezia durante la Biennale d’arte! Questa coppa ha un piede davvero articolato: cerca il disegno alla parete per capire di quali elementi si compone e leggi le note di Tomaso per immaginartela in un’altra variante di colore!
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Anche Buzzi andava a vedere le mostre! Pare che per la forma di questo vaso si sia ispirato all’arte persiana, in particolare ad un boccale in bronzo esposto a Londra nel 1931.
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La famosa “coppa delle mani” ha per base due mani aperte decorate da anelli e bracciali. Attraverso i disegni che vedi appesi alla parete puoi ripercorrere il processo creativo: sali in groppa al cavallo con le ruote e arriva in cinque tappe fino al disegno di fornace!
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Questa coppa non ha piede applicato, come la maggior parte di quelle che hai visto finora, ma è stato ricavato nel corpo stesso dell’oggetto. Tomaso ha chiamato “tramonto” questa sfumatura di vetro incamiciato.
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Su molti dei vasi che hai visto finora vi è una finitura a foglia d’oro. Se osservi bene potrai distinguere i quadrati dell’oro in foglia che si sono disgregati sopra il vetro in forza della soffiatura e del calore.
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Questo servizio da tavola testimonia la ricerca di Buzzi per il nuovo gusto della casa moderna coltivato insieme agli amici del “Labirinto”.
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La gallinella è stata realizzata con la tecnica della “filigrana a reticello”: canne di vetro cristallo e blu vengono accostate l’una all’altra su due “strati” sovrapposti e ruotati di 90°: successivamente fuse assieme, raccolte e soffiate! Osserva la foglia disegnata da Tomaso “così” e “non così”: riesci a distinguere nel disegno cosa Tomaso ha voluto spiegare al maestro vetraio? Aiutati guardandola anche dal vero!
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Alla fine degli anni ‘50, Tomaso Buzzi scelse un luogo tutto suo per raccogliere la storia del suo lavoro: La Scarzuola, un convento francescano abbandonato vicino a Terni. Nella valle retrostante costruì (19581978) una surreale città-teatro che definì “antologia in pietra”: gli edifici e giardini di età classica e rinascimentale tanto studiati e amati, citati nei suoi progetti, ora diventano architetture e luoghi Tomaso Buzzi tra cui camminare! negli anni ‘20 e ‘30 visse un felice rapporto di lavoro con il più anziano collega architetto Giò Ponti. Si trovarono affiatati nel disegnare mobili, tessuti e decorazioni per la casa che fossero moderni. Educarono il pubblico dell’alta borghesia al nuovo gusto fondando la rivista “Domus” e posero sul mercato le loro creazioni attraverso la società “Il Labirinto”.
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Atlante è un personaggio della mitologia greca, condannato da Zeus a sorreggere la volta celeste per aver guidato la rivolta contro gli dei dell’Olimpo. Lo storico greco Erodoto descrisse la catena montuosa dell’Africa Minore come le “colonne del cielo” e la definì per primo proprio con il nome del titano: Atlante!
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L’immagine di sinistra si trova nel catalogo di una famosa esposizione di arte persiana svoltasi a Londra nel 1931. Tomaso la ricorda nel disegno del vaso che vedi accanto. La vetreria Venini lo realizza togliendovi un piccolo particolare: quale? In mostra l’hai già incontrato... torna sui tuoi passi a guardare il vaso con un occhio nuovo... l’occhio di Tomaso!
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L’occhio di Tomaso! Dall’antico al moderno
Tomaso Buzzi deriva la forma dei vasi a due bocche dagli antichi contenitori greci chiamati “askoi” (sing. askos). Di piccole dimensioni e in terracotta erano impiegati in particolare per olii o profumi: la seconda bocca infatti facilitava la fuoriuscita dell’aria e rendeva fluido lo scorrere dei preziosi liquidi dall’altra.