Campo di Battaglia: Barbara Kruger e il corpo delle donne

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Campo di battaglia Barbara Kruger e il corpo delle donne


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Indice "Your body is a battleground", l’analisi dell’opera

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Il campo di battaglia

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• Le regole

• Gli stereotipi • La bellezza

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Ellen Hochberg, l’eredità

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Fonti

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"Your body is a battleground" Analisi dell’opera

"Untitled" (your body is a battleground), 1989

L’opera fotografica “Your Body is a Battleground” di Barbara Kruger nacque nel 1989 come manifesto per una marcia femminista sul diritto di scelta. Si tratta di una delle opere più emblematiche della produzione dell’artista americana. In questo lavoro sono presenti alcune caratteristiche principali della poetica di Barbara Kruger: una tematica forte, d’attualità; una tecnica mista, che mischia sapientemente fotografia e tipografia in un collage e una forte matrice politica, che rende tutte le opere particolarmente schierate: ognuna di esse, infatti, è una presa di posizione. 5


Uno degli argomenti più indagati nella produzione dell’artista americana è il corpo delle donne e il suo trattamento da parte della cultura contemporanea.

La tecnica utilizzata comprende l’uso di fotografie in bianco e nero uniti a slogan particolarmente incisivi e si rifà molto al mondo della pubblicità, in cui l’artista ha lavorato. Le immagini scelte In quest’opera l’elemento principale provengono da riviste e pubblicità è un volto femminile che per metà degli anni Cinquanta e Sessanta. è in negativo, come se fosse diviso in due parti, due fazioni che si La parte tipografica, quasi contendono il corpo della donna: disturbante, è composta da un proprio come un campo di battaglia. font molto attraente, il Futura, che Inoltre, il trattamento applicato Kruger utilizza sempre in grassetto all’immagine mostra delle piccole e in corsivo e in forte contrasto macchie, come delle ferite di guerra. cromatico con l’immagine. Le parole che compongono lo slogan Una caratteristica molto evidente sono infatti racchiuse in riquadri della composizione è il perfetto rossi. equilibrio fra le forme morbide della donna, probabilmente una modella La palette usata ricorda molto le degli anni Quaranta, e la rigidità opere del costruttivismo sovietico e degli slogan. della propaganda moderna.

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Dettaglio dell’opera

Aleksandr Rodchenko, 1924 7


Il campo di battaglia Le regole, gli stereotipi e la bellezza

La produzione dell’artista americana mette in luce il comportamento consumistico dell’uomo moderno e la sua nuova filosofia, ponendo l’attenzione sulle condizioni materiali di vita, nelle quali risultano evidenti gli usi e gli abusi del potere sul piano privato e pubblico. Nell’interesse dell’artista verso la società e l’elemento umano si può notare l’influenza di Diane Arbus, sua insegnante alla Parson’s School of Design di New York.

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"Untitled" (Pro-Life for the Unborn/ Pro-Death for the Born), 2000-2004


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"Your body is a Battleground", Billboard project, Wexner Center for the Arts, Columbus, Ohio, 1990

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La carica innovativa delle opere di Barbara Kruger risiede, oltre che nella tecnica, nel medium e nel linguaggio utilizzati. I suoi lavori infatti si presentano sotto forma di giganteschi cartelloni e manifesti che attirano l’attenzione dello spettatore provocandolo e facendolo riflettere sui quesiti sollevati. In sintesi la Kruger utilizza il linguaggio pubblicitario, che è semplice ma accattivante, per interpretarlo in chiave artistica e politica.

“L’arte dell’avvenire sarà potentemente pubblicitaria” Fortunato Depero, 1927

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Dal punto di vista fotografico la produzione di Barbara Kruger si può definire postmoderna, dal momento che utilizza forme già prodotte -le immagini- e le unisce insieme creando qualcosa di nuovo, come avviene nei ready made di Duchamp. L’artista ha raramente scattato in prima persona le fotografie per le sue opere, preferendo riappropriarsi del materiale del passato, incluso quello iconico. Le immagini scelte, per lo più provenienti da riviste dei decenni precedenti, sono fotografie comuni che immortalano momenti quotidiani e spesso banali che Kruger riesce sapientemente a spettacolarizzare, grazie all’uso degli slogan.

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"Untitled" (Remember Me), 1988

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Le regole

Come già accennato, uno dei temi principali della produzione dell’artista americana è il trattamento riservato al corpo delle donne da parte dei mass media e della società. L’immagine fotografica presente in un’opera senza titolo, conosciuta come “We have received orders not to move”, ha come protagonista una donna seduta, accovacciata e ricoperta da lunghi spilli.

"We have received orders not to move", 1982

Gli spilli, in questo caso, possono rappresentare le varie imposizioni che fin da bambina una donna riceve. È molto importante anche il trattamento dell’immagine: la fotografia infatti, sembra ricoperta da una sottile texture a griglia, come a simboleggiare una gabbia entro cui la donna è intrappolata.

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Gli stereotipi

Un altro argomento su cui Kruger ha posto attenzione è quello dei canoni di bellezza, anch’essi imposti dalla società e spesso anche dalla moda. Nelle opere che trattano questo tema le immagini fotografiche utilizzate provengono da campagne pubblicitarie e da icone del passato.

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Nell’opera “Not stupid enough” e in “Not ugly enough” le protagoniste sono Marylin Monroe, icona di bellezza e stereotipo della donna bella e frivola, ed Eleanor Roosvelt, first lady e attivista.

"Not stupid enough" e "Not ugly enough", 1997


I volti delle due donne sono circondati da alcuni slogan che, urlando ciò che quella donna non è abbastanza, mettono in luce la fuorviante sovrapposizione tra aspetto e personalità dettata dagli stereotipi della società moderna: una donna bella non può essere anche intelligente e viceversa. Questa serie di opere del 1997 critica il sistema, che non perde occasione di denigrare il corpo e la figura delle donne quando non

ricalcano i canoni prestabiliti e stereotipati. Perfino la diva per eccellenza non è abbastanza: la società la vuole diversa da come realmente è. È interessante notare che Barbara Kruger per entrambe le donne usa lo stesso processo creativo: sceglie uno scatto iconico, lo ingrandisce togliendo il contesto e lo invade con i suoi potenti e dissacranti slogan. Come a simboleggiare le due facce di una stessa problematica. 17


"Super rich. Ultra gorgeous. Extra skinny. Forever young", 1997

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La bellezza

Anche in “Super rich. Ultra gorgeous. Extra skinny. Forever young” il tema è quello della bellezza. In questo specifico caso, Kruger cerca di demolire lo stereotipo della donna eterea e perfetta costruito negli anni dalla pubblicità. L’opera nella sua parte fotografica presenta il ritratto di una donna che si sta sottoponendo ad un trattamento estetico molto in voga negli anni Cinquanta in cui per combattere le rughe venivano applicati dei cubetti di ghiaccio su una maschera.

Come recita il titolo dell’opera, la società vuole le donne sempre perfette, in forma, allegre e soprattutto dall’aspetto perennemente giovane. I cubetti di ghiaccio possono essere visti anche come delle metafore del sacrificio che ogni donna dovrebbe compiere per apparire conforme al canone voluto dalla società, ma anche come qualcosa di fastidioso e a tratti opprimente, che blocca la vera natura dell’essere umano: l’invecchiamento.

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Ellen Hochberg L’ereditĂ

Lo stile di Barbara Kruger ha influenzato molti artisti contemporanei, come ad esempio l’americana Ellen Hochberg. Hochberg, oltre a trattare tematiche femministe, in una delle sue opere riprende il linguaggio postmoderno creato da Kruger.

"Who does she thinks she is?", 2012

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Nell’opera fotografica “Who does she thinks she is?” del 2012 l’artista crea una sovrapposizione temporale fra due volti: quello meno nitido di Margaret Sanger, pioniera dei metodi contraccettivi nei primi del Novecento, e gli occhi di una giovane donna del XXI secolo.

L’opera inoltre non parla soltanto del silenzio e dell’indifferenza che spesso le azioni delle donne generano, ma anche della visione che la società ha delle donne che lottano.

Lo slogan riportato in basso, “It’s time for women to stop being politely Entrambi i volti sono ritratti in angry”, cita le parole del Premio bianco e nero e sono incorniciati da Nobel per la Pace del 2011 Lehymah potenti slogan in carattere Futura Gbowee, con cui l’attivista liberiana che sembrano urlare contro lo invita a una forma di protesta piena, spettatore, proprio come fanno consapevole e non trattenuta da i poster fotografici di Barbara restrittivi schematismi di genere. Kruger.

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Questo recupero recente dimostra come i messaggi lanciati nel corso degli anni Ottanta e Novanta da Barbara Kruger siano ancora attuali e come la sua forma d’arte sia ancora un mezzo per suscitare riflessioni e domande.

"You are beautiful", Rachel Kovan, 2011

Per questo l’opera di Barbara Kruger potrebbe ben rappresentare quel “messaggio senza codice” in grado di restare continuamente comprensibile per lo spettatore teorizzato da Roland Barthes negli anni Sessanta. "I Never Want To Grow Up Ugly", Mary Zamojski, 2011

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Fonti

Bibliografia • “Remote Control: People, Cultures, and the World of Appearances”, Barbara Kruger, MIT Press, Cambridge, 1993 • “Barbara Kruger”, Barbara Kruger, Rizzoli New York, New York City, 1998 • “Il pensiero dei fotografi”, Roberta Valtorta, Bruno Mondadori, Milano, 2008

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Sitografia • http://arthistoryarchive.com • https://artwave.it • http://barbarakruger.com • https://guggenheim.org

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Font utilizzati: Crimson Text, Futura, Karla. 7 Maggio 2019

DesirÊe Milazzo, 869904 Anno Accademico 2018/2019 Corso di Storia dell’Arte Contemporanea e Linguaggi della Comunicazione Visiva Modulo di Storia della Fotografia Prof. Sergio Giusti Scuola del Design




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