L’oppressione
descritta attraverso l’inquadratura, il colore e la luce nella produzione cinematografica di Sofia Coppola.
L’oppressione
descritta attraverso l’inquadratura, il colore e la luce nella produzione cinematografica di Sofia Coppola.
Desirée Milazzo, 869904
Indice Sofia Coppola La descrizione dell’oppressione • L’inquadratura
• Il colore e la luce
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Analisi del title design • ”The Virgin Suicides”
Fonti
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oppressióne s. f. [dal lat. oppressio -onis, der. di oppriměre «opprimere», part. pass. oppressus]. – L’atto, il fatto di opprimere, di tenere oppresso.
Più spesso, la condizione, lo stato di chi è oppresso, l’essere, il sentirsi oppressi, e il senso di peso, di disagio, di molestia, d’angoscia che ne derivano; talvolta con riferimento a uno stato di prostrazione psichica: un ambiente triste che dà l’oppressione; e di cosa che preoccupa molto, che provoca ansia, o una grande noia.
Sofia Coppola
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Sofia Carmina Coppola (New York, 14 maggio 1971) è una regista, sceneggiatrice e attrice statunitense, figlia del regista italoamericano Francis Ford Coppola. Debutta dietro la macchina da presa nel 1999 con “The Virgin Suicides”. Nel 2004 è stata la prima donna statunitense ad avere ottenuto una candidatura all’Oscar al miglior regista per “Lost in Translation”, con cui si aggiudica l’Oscar alla migliore sceneggiatura originale. Nel 2006 dirige il film biografico “Marie Antoinette”, candidato alla Palma d’oro al Festival di Cannes. Nel 2010 si aggiudica il Leone d’oro per il miglior film “Somewhere” alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nel 2013 dirige “Bling Ring” e nel 2017 gira“The Beguiled”, con il quale si aggiudica il Prix de la mise en scène al Festival di Cannes 2017. Sofia Coppola è considerata una delle esponenti più di successo del nuovo cinema statunitense.
“My movies are not about being, but becoming” 9
La forme dell’oppressione L’inquadratura Titolo “Sofia Coppola’s Gilded Cages” Autori Joost Broeren, Sander Spies Anno 2017 Link vimeo.com/213971937
Lo stile cinematografico di Sofia Coppola è improntato sulla profonda sensibilità con cui comunica lo stato d’animo dei protagonisti nelle sue opere. L’abilità della regista infatti, le permette di inserire nelle sue pellicole silenziosi dettagli che parlano al posto dei protagonisti.
Filmografia esplorata “The Virgin Suicides”, 1999 “Lost in Translation”, 2003 “Marie Antoinette”, 2006 “Somewhere”, 2010 “Bling Ring”, 2013
I personaggi creati da Sofia Coppola, per lo più giovani donne, appaiono distaccate, sole e intrappolate in situazioni difficili. Analizzando i personaggi, questi risultano sempre intrappolati in metaforiche ed opprimenti gabbie, rappresentate per esempio dalla vuota relazione amorosa di Charlotte in “Lost in Translation” o dalla rigida etichetta di Corte per la giovanissima e ribelle Delfina di Francia in “Marie Antoinette”. Queste due donne, come gli altri protagonisti della produzione della regista americana, sono oppresse. 10
”Lost in Translation”, 2003
”Marie Antoinette”, 2006
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Nell’intera produzione della regista sono molti i momenti in cui l’oppressione è la vera protagonista della scena, che spesso si manifesta nell’inquadratura oppure nel sapiente uso del colore e della luce. Spesso le due tecniche convivono, regalando così scene e sequenze silenziose ma ricche di pathos.
”The Virgin Suicides”, 1999
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L’inquadratura
Sofia Coppola mostra i suoi personaggi chiusi dentro ad inquadrature claustrofobiche, quasi a rappresentare la loro situazione di prigionia mentale. Una delle metafore più usate è quella dell’automobile - o della carrozza - in cui i finestrini sono chiusi e vengono aperti solo quando i personaggi si sentono apparentemente liberi, come accade ad esempio a Johnny Marco, protagonista di “Somewhere” o alla giovane Lux Lisbon in“The Virgin Suicides”. La rottura di questa barriera, dell’oppressione di cui sono prigionieri, non ha mai risvolti positivi, quasi a significare che evadere da queste situazioni non è semplice.
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”Somewhere”, 2010
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L’inquadratura
”The Virgin Suicides”, 1999
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A tal proposito, è emblematica la scena finale di “The Virgin Suicides”. L’ultima delle sorelle Lisbon che viene trovata dalla polizia è proprio Lux, con il braccio ormai senza vita fuori dal finestrino dell’automobile dei genitori. Inoltre, il mezzo di trasporto potrebbe far pensare ad un allontanamento dalla situazione presente, una sorta di spinta ad andare avanti, ma nella maggior parte dei casi si traduce in un mancanza di agentività, che è la facoltà di far accadere le cose e di intervenire sulla realtà. Questo risvolto negativo si nota nella sequenza finale di “Bling Ring”, dove il giovane Marc Hall, con indosso la tuta arancione e lo sguardo vacuo oltre al finestrino, viene portato in carcere.
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L’inquadratura
”The Virgin Suicides”, 1999
”Bling Ring”, 2013
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La forme dell’oppressione Il colore e la luce Titolo “Lighting in Sofia Coppola’s The Virgin Suicides” Filmografia esplorata Autrice Emma O’Byrne “The Virgin Suicides”, 1999 Anno 2015 Link vimeo.com/125602175
Influenzata dai suoi studi in pittura e fotografia, Sofia Coppola fa un uso molto attento del colore e della luce. Predilige colori pastello dai toni neutri, cosicché anche in scene con molta luce, per lo più naturale, i colori appaiono spenti, affievoliti e freddi. L’opera in cui l’uso del colore e della luce è esemplare è “The Virgin Suicides”, il suo film d’esordio. In questa pellicola più di tutte, colore e luce simboleggiano un altro degli elementi più cari alla regista: l’incomunicabilità esistenziale dei suoi personaggi. In questo film le emozioni, in particolare il senso di depressione, provate dalle ragazze sono descritte attraverso il colore e l’intensità della luce.
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La luce segue e rappresenta infatti, il declino verso la depressione piÚ profonda delle sorella Lisbon. All’inizio del film la luce è molto intensa, naturale e vivida. Le ragazze sono sempre ben illuminate e radiose. Man mano che la narrazione si evolve, le ragazze appariranno sempre meno illuminate, come se la luce stessa simboleggiasse la loro forza.
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Il colore e la luce
”The Virgin Suicides”, 1999
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”The Virgin Suicides”, 1999
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Il colore e la luce Con il tentato suicidio della più piccola delle sorelle, Cecilia, la luce cambia assumendo dei cupi toni di blu, colore della depressione, diventando molto fredda, quasi asettica. Lo stesso trattamento verrà utilizzato più avanti nella narrazione sia quando Cecilia si suiciderà sia quando le ragazze verranno segregate in casa e la loro tristezza sarà sempre più profonda.
”The Virgin Suicides”, 1999
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”The Virgin Suicides”, 1999
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Il colore e la luce
Subito dopo la luce e i freddi toni del blu, appare quella verde. Questa compare fin dall’inizio, simboleggiando la vita ma anche la morte. È verde la rigogliosa chioma dell’albero del giardino dei Lisbon, la stanza d’ospedale dove si risveglia Cecilia, ma lo sono anche i teli con cui le giovani senza vita vengono portate fuori dalla loro casa. Nel caso della stanza d’ospedale va notato che la luce è sì verde, ma è molto leggera e quasi fastidiosa, e che la ragazza indossa un camice azzurro, quasi ad anticipare l’imminente tragedia.
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L’evoluzione della storia ha un epilogo terribile: tutte le sorella Lisbon si suicidano. Se il film inizia con una situazione idilliaca e con una luce molto vivida, la struggente scena finale è quasi buia e dai toni freddi e spenti. Nella tragica sequenza, vista attraverso gli occhi dei loro giovani vicini di casa, i corpi delle ragazze appaiono nell’oscurità e in ombra, mostrando così la brutale ed opprimente forza della loro infelicità. La potenza del linguaggio filmico di Sofia Coppola lascia trasparire una minuziosa attenzione alla produzione e alla regia delle sue opere.
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Il colore e la luce
”The Virgin Suicides”, 1999
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Analisi del title design
“The Virgin Suicides”
Titolo “The Virgin Suicides” Regia Sofia Coppola Anno 1999 Nazione Stati Uniti d’America Title designer Geoff McFetridge (Champion Graphics) Effetti speciali Title House
I titoli di testa di “The Virgin Suicides” trasmettono molto bene l’atmosfera del film, riassumendo lo stato d’animo e l’innocente gioia di vivere tipica dei teenager. Va notato che i titoli di testa non si trovano all’inizio del film, ma subito dopo la prima scena, una delle più emblematiche della pellicola: il tentato suicidio di Cecilia, la sorella più piccola.
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La sequenza si apre in una calda atmosfera, quasi idilliaca. La luce è molto calda, i colori sono molto vividi e la tipografia si sovrappone all’immagine degli alberi, uno dei simboli del film, e ad un roseo cielo pieno di nuvole, altro potente e silenzioso simbolo. In un primo momento appare il titolo dell’opera scritto in corsivo, utilizzando un carattere handwritten, e con un elemento molto frivolo, come i cuoricini al posto dei puntini sulle quattro I presenti nel titolo. Per certi versi questi insignificanti cuoricini preannunciano il tragico epilogo: il suicidio delle ragazze, ad eccezione di Cecilia, la prima ad andarsene. Questi sono infatti quattro, proprio come le sorelle, e sono gli ultimi elementi tipografici a sparire.
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Title design
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Title design
In un secondo momento appaiono altre scritte, che riportano il titolo della pellicola, con grafie differenti, simili alle scritte che i teenager solitamente scarabocchiano sui loro diari. La parte grafica dei titoli di testa è stata curata da Geoff McFetridge, designer canadese che ha disegnato le scritte ispirandosi agli scarabocchi e all’immaginario del diario segreto delle ragazzine. Questa sequenza ad un occhio distratto potrebbe apparire frivola e puramente estetica, ma invece è un’anticipazione dell’atmosfera del film e soprattutto dello stato d’animo delle sorelle Lisbon. Infatti, quando il frame viene letteralmente invaso dalle scritte che riportano il titolo dell’opera, lo spettatore viene quasi spiazzato. La scena risulta claustrofobica, piena di minuscoli dettagli che introducono al mondo delle sorelle Lisbon.
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Nei frame ci sono cuoricini, rose e disegnini innocenti e pieni di spensieratezza. A tutto ciò continua a fare da sfondo quell’onirico cielo roseo pieno di nuvole. Appena scompaiono le scritte, appare il volto sognante di Lux, la sorella più ribelle, che, sempre sovrapposta al cielo, fa l’occhiolino allo spettatore, come se volesse sedurlo. Si può perciò dire che i titoli di testa della pellicola di debutto di Sofia Coppola sono ricchi di piccole anticipazioni, chiavi di lettura e trasmettono perfettamente l’atmosfera dell’intero film. Una giovinezza all’apparenza spensierata, soffocata ed oppressa dall’interno della loro vita, cioè dalla famiglia.
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Title design
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Fonti Sitografia
• artofthetitle.com/title/the-virgin-suicides/ • artspecialday.com/9art/2018/05/14/sensibilita-meschina-sofiacoppola/ • filmfisher.com/2014/05/motif-sofia-coppolas-car-ride/ • thedissolve.com/features/movie-of-the-week/1076-the-virginsuicides-is-a-window-into-sofia-coppola/ • vimeo.com
Videografia
• “Sofia Coppola: Gilded Cages”, 2017, Olanda, Joost Broeren e Sander Spies (vimeo.com/213971937) • “Lighting in Sofia Coppola’s The Virgin Suicides”, 2015, Irlanda, Emma O’Byrne (vimeo.com/125602175)
Filmografia
• “The Virgin Suicides”, 1999, USA, Sofia Coppola • “Lost in Translation”, 2003, USA, Sofia Coppola • “Marie Antoinette”, 2006, USA, Sofia Coppola • “Somewhere”, 2010, USA, Sofia Coppola • “Bling Ring”, 2013, USA, Sofia Coppola
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Font utilizzati: Adobe Caslon Pro, Elephant, Futura. 28 Maggio 2019 DesirÊe Milazzo, 869904 Anno Accademico 2018 Corso di Storia dell’Arte Contemporanea e Linguaggi della Comunicazione Visiva Modulo di Linguaggi Audiovisivi Prof. Paolo Castelli Scuola del Design