Firenze Architettura (2, 2019), pp. 10-21 ISSN 1826-0772 (print) | ISSN 2035-4444 (online) © The Author(s) 2019. This is an open access article distribuited under the terms of the Creative Commons License CC BY-SA 4.0 Firenze University Press DOI 10.13128/FiA-11075 - www.fupress.com/fa/
Presenze artistiche musulmane a Firenze. Una nota A note concerning the presence of Islamic art in Florence Franco Cardini
A prima vista, parrebbe di non poter dire granché sui rapporti tra Firenze e il mondo musulmano: a differenza di quanto si potrebbe mettere invece insieme a proposito di Pisa anzitutto, ma anche ovviamente di Livorno, di Grosseto, di Siena, di Arezzo con la sua “Giostra del Saracino” e addirittura di centri come Pistoia. Riguardo lo stesso movimento crociato, a parte le leggende relative a Pazzino de’ Pazzi e alle pietre del Santo Sepolcro utilizzate nella cerimonia pasquale dello “Scoppio del Carro” – che senza dubbio prende le sue origini da un rito pasquale celebrato nella chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme – le notizie sono scarne e non anteriori al maturo XII secolo. Le prospettive mutano, però, con i viaggi e le ambascerie diplomatiche del Tre-Quattrocento per giungere alla ricchezza delle collezioni medicee, agli splendori della stamperia granducale in grado di pubblicare testi in numerosi idiomi orientali e quindi ai reperti conservati ai Musei del Bargello e dello Stibbert, agli exploits del castello di Sammezzano o della “sala orientale” di Villa Cora sul Viale de’ Colli, magari perfino al prodigio kitsch dell’Alhambra di Coppedè, purtroppo sacrificata negli Anni Sessanta del XX secolo per dar luogo a un insignificante edificio adibito a usi editoriali. Insomma, ce ne sarebbe abbastanza per mettere insieme un gran bel volume di Orientalia Florentina, a parte quelli che in realtà sono già stati scritti: e, magari, dimenticati1. Ma riferiamoci a qualche elementare dato d’insieme. E a meglio orientarci cominciamo con il collocare Firenze nel contesto mediterraneo e toscano. La storia della Toscana, regione profondamente mediterranea e cerniera, con tutto il Tirreno e con il canale di Sicilia, tra il bacino occidentale e quello occidentale del Mare nostrum, è legata al
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At first sight, there may not seem to be much to say about the links between Florence and the Muslim world: unlike Pisa, especially, but also obviously Livorno, Grosseto, Siena, Arezzo with its “Giostra del Saracino”, and even towns such as Pistoia. Regarding the Crusades, with the exception of the legends concerning Pazzino de’Pazzi and the stones from the Holy Sepulchre used in the Easter ceremony of the “Scoppio del Carro” – which undoubtedly originates from an Easter rite which takes place at the church of the Holy Sepulchre in Jerusalem – information is scarce and not prior to well into the 12th century. Perspectives changed, however, through the voyages and diplomatic embassies of the 14th and 15th centuries which led to the wealth of Medicean collections, to the splendours of the Grand Duchy prints which published texts in many Oriental languages, to the artifacts kept at the Bargello and Stibbert museums, to the exploits of the castle of Sammezzano or of the “Oriental room” of Villa Cora on Viale de’ Colli, and perhaps even to the prodigious kitsch of Coppedè’s Alhambra, unfortunately sacrificed in the Sixties to make space for an insignificant building for editorial functions. In brief, there is enough after all to put together a great volume of Orientalia Florentina, to add to those which in fact were already written: and perhaps forgotten1. But let us begin by referring to some basic general information. And in order to better orient ourselves, let us place Florence within the Mediterranean and Tuscan contexts. The history of Tuscany, a region that is deeply Mediterranean and which serves as a connection, together with the Tyrrhenian sea and the strait of Sicily, between the Western and Eastern basins of the Mare nostrum, has been linked to the Eastern-Mediterranean world since the 8th century B.C., that is since the Etruscan colonisation.