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Il cantiere durante il mandato da Sindaco di Peruzzi. Modifiche al progetto approvato
Il cantiere durante il mandato da Sindaco di Peruzzi. Modifiche al progetto approvato Studiando i disegni di Mengoni Guppy si accorge di un vizio di costruzione nei canali di scolo delle acque pluviali, composti di un involucro in lamiera di ferro, di una fodera in larice e di una «camicia» di zinco. Segnalato al direttore dell’Uffizio d’Arte82, condurrà alla sostituzione dell’interno dei condotti con «una lamiera di rame della grossezza di un millimetro fermata in guisa all’involucro stesso»83. Questa sarà la prima di una serie di modifiche apportate al Progetto Mengoni84, che finiranno per modificarlo dal punto di vista tecnico e compositivo, sulle quali finora la storiografia non ha abbastanza riflettuto. Lo stesso Guppy, dopo un allarmante rapporto di Polizia sulla necessità di provvedere alle famiglie povere del secondo blocco di case da demolirsi, viene incalzato a riprendere le demolizioni interrotte da tempo nei Camaldoli di San Lorenzo 85. Come su altri cantieri anche sui nuovi mercati cominciano ad allungarsi le ombre del temuto trasferimento della capitale, ormai certo:
[…] molti di quelli inquilini si mostrano fortemente speranzati che trasferendosi la Capitale non abbia più altrimenti luogo la costruzione del Nuovo Mercato, e che quindi non sia vero che i locali stessi debbano essere demoliti. Le famiglie che presentemente abitano quel blocco sono in numero di 230, e poche eccezioni fatte, tutte appartengono alla Classe più miserabile e demoralizzata della Società, poiché due terzi di essa sono pregiudicati per delitti, e l’altro terzo di storpi e ciechi che vivono di questua. Dai più facinorosi di queste famiglie si và giornalieramente dicendo – vedete che cosa hanno fatto del primo blocco che doveva essere demolito a maggio? Un ridotto di birbanti, di giocatori di biribissi, di galline e di altre cose immorali; ma se quei locali dovevano servire per questo scopo, non era meglio che vi avessero lasciato le famiglie? Noi però non saremo tanti gonzi, come quelli che andarono via a Maggio. Noi mangieremo i denari che ci sono stati dati dalla Commissione e resteremo nei locali dove siamo; accada pure quello che vorrà accadere, noi non ci muoveremo86 .
Nell’attesa che Guppy si organizzi per avviare le operazioni «su grande scala», Del Sarto informa Peruzzi della ripresa del cantiere per il nuovo mercato Centrale. Guppy ha infatti stabilito in alcune case del primo blocco che saranno demolite per ultime opifici e laboratori provvisori, nonché le dimore degli operai che verranno appositamente dalle sue officine di Napoli87. L’accollatario chiede quindi l’autorizzazione per subappaltare alla «Società Guarnieri, Martelli e Comp.» le demolizioni in San Lorenzo e le opere murarie di tutti e tre i mercati, che sarà accordata dalla Giunta dopo il parere favorevole del direttore dell’Uffizio d’Arte, sempre ben disposto verso gli impresari fiorentini: «oltre il Capo di essa che è uno dei più conosciuti Accollatari, anche tutti gli altri individui che formano la società sono scelti fra i migliori e più accreditati accollatari della Città»88 .
82 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7335, Napoli, 8 ottobre 1870. 83 Ivi, Deliberazioni della Giunta, CF 443, Ad. 5 novembre 1870. 84 Supra Il Municipio affida l’incarico a Mengoni, nota 87. 85 ASCFi, Comune di Firenze, Deliberazioni della Giunta, CF 443, Ad. 2 novembre 1870. 86 Ivi, Mercati delle vettovaglie, CF 7335, 2 novembre 1870. 87 BNCF, U. Peruzzi, XVIII, 74. Lettera di Luigi Del Sarto a Ubaldino Peruzzi, Firenze, 5 novembre 1870, inedita. «La Nazione», 25 ottobre 1870, BU, Archivio Aranguren, Busta 76. 88 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7335, 17 novembre 1870 e Deliberazioni della Giunta, CF 444, Ad. 19 novembre 1870. Alla Società di Ranieri Guarnieri, Cesare Martelli, Giuseppe Ricci, Luigi Cocchi e Baldassarre Ciuti era
Nel contempo, il Consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio di Firenze ha deliberato di accogliere la domanda di un prestito ipotecario di 30.000 lire presentata dai fratelli Cesare, Paolo ed Egisto Martelli89 . La doppia linea di intervento caratterizzerà il corso dei lavori sin dalle fasi iniziali, «allorché ne viene fissata ufficialmente la separazione affidando in “subaccollo” a una ditta locale la demolizione delle case insistenti sull’area, le opere di scavo e di muratura»90 . Guppy chiede quindi la consegna dei terreni per la costruzione dei due mercati succursali, dove presto cominceranno gli sterri91. Seguiranno altre varianti al Progetto Mengoni92, quali l’adozione per tutti e due i padiglioni della capriata prevista per quello di San Frediano93 e il rialzamento del piano del mercato (prima coincidente con il marciapiede) a causa dello sviluppo delle fogne che pregiudica la dimensione delle ghiacciaie94. Il piano dei due mercati gemelli sarà infatti sollevato di 60 centimetri. Se con tale modifica il parapetto in muratura su cui appoggiano le aperture risulterà diminuito in altezza questa sarà comunque sufficiente a proteggere l’interno della struttura, ottenendo un’aerazione maggiore nel piano inferiore con la possibilità di scaricare il ghiaccio direttamente all’esterno del mercato. La diminuzione di volume delle opere murarie sarà compensata dall’accollatario con un aumento dello zoccolo di fondazione e con le gradinate necessarie ai nuovi ingressi rialzati. La costruzione di ghiacciaie meno profonde ma più ampie, pur comportando la soppressione della coppia di scale prevista dal lato opposto all’ingresso principale, non intralcia l’accesso ai magazzini i quali, se prima dovevano essere 62, ora diventano 64; per la stessa ragione i lucernari risultano 17, in luogo dei 20 attesi. Al piano di vendita gli esercizi commerciali si attestano a 130, contro i 140 previsti, poiché alle botteghe dei macellai e dei pescivendoli è stato assegnato l’assetto stabilito da Mengoni per il mercato principale. Intanto Peruzzi viene nominato Sindaco di Firenze (R.D. 29 novembre 1870). Nomina confermata per il biennio 1871-1873 (R.D. 11 dicembre 1870)95 . Guppy propone poi di sostituire la pietra macigno alla pietra forte per le bozze di rivestimento dell’altezza delle rampe nel mercato Centrale, «essendo manifesto che questa può considerarsi una semplice fodera e non una costruzione valida a sostenere il grave peso che gli stà sopra». In ragione del prezzo maggiore96, l’impresario aumenterebbe lo spessore da 25 a 35 centimetri di quelle bozze «che più inte-
demandato anche l’approvvigionamento dei materiali di cava. Alla stessa sarà accollata la costruzione delle ali porticate ai lati del mercato Centrale, vedi Atti del Consiglio Comunale di Firenze dell’anno 1872, Coi Tipi di M. Cellini e C., Firenze 1872, Ad. 12 aprile 1872, pp. 257-260. 89 ASCRFi, Cassa Centrale di Risparmi e Depositi di Firenze, Delibere del Consiglio d’amministrazione e dell’Assemblea dei soci, vol. 800, 1870-1872, Ad. 14 ottobre 1870. 90 Ippolito, Il mercato centrale di S. Lorenzo, cit., p. 50. 91 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7335, 22 novembre 1870. 92 Ivi, Deliberazioni della Giunta, CF 444, Ad. 16 dicembre 1870. 93 Se Guppy riteneva inutile che «in due mercati identici in tutte le loro parti debba differire il Cavalletto solamente», sarà Del Sarto a scegliere la soluzione a travi reticolari rette prevista per quello di San Frediano. 94 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7335, 18 e 25 novembre, 5 e 10 dicembre 1870. 95 Ivi, Deliberazioni della Giunta, CF 444, Ad. 23 dicembre 1870. 96 Pari a 140 lire/mc per la pietra forte, contro 120 lire/mc per la pietra macigno (o pietra serena).
ressa che siano solidissime, come a Centimetri 69 sono portate quelle situate sugli angoli; permettendo solamente che quelle che non sono soggette a sforzi straordinari abbiano una minore grossezza». Il direttore dell’Uffizio d’Arte approva i vantaggi della proposta, poiché si accentuerebbe la parte bombata della «fodera di pietrame», ma anche perché il rivestimento del mercato è previsto in pietra macigno, perciò «non farà difetto che anche quello delle rampe sia della medesima pietra, tanto più che fra una qualità di pietra e l’altra non vi è un coronamento che ne motivi la differenza». La Giunta stabilisce dunque di approvare la sostituzione, come più avanti accorderà di sostituire la pietra macigno alla pietra forte nei pilastri del piano seminterrato per motivi legati sia alla tempistica sia alla stabilità dell’opera, giacché «nella Cava di Monteripaldi non si trovano blocchi delle volute dimensioni, altro che eccezionalmente e con lunghe e diligenti ricerche, e quindi sarebbe indispensabile ammettere che fosse per lo meno per ogni blocco tollerata la divisione in due bozze», ma anche ciò «richiederebbe un tempo lungo più di quello che possa venir tollerato dalla decorrenza dei termini per la esecuzione dell’opera». Viceversa, su parere di De Fabris si rigetta la richiesta di usare abete di Moscovia anziché larice rosso nei lavori di legname dei tre mercati. Alla richiesta avanzata da diversi commercianti di sostituire persiane in legno a quelle «in cristallo» nelle grandi finestrature per evitare che un surriscaldamento eccessivo possa alterare gli alimenti, la Giunta delibererà di adottare il sistema progettato da Mengoni per il mercato di Sant’Ambrogio, ormai prossimo al compimento, come pure deciderà di sperimentare in esso la costruzione di un assito di legno in luogo delle «cotichette in ferro» adibite a sostenere le tegole, che poi disporrà di estendere agli altri due mercati97 . Con il progredire dei lavori si registrano i primi pagamenti a Guppy come acconto sui materiali98, la costruzione del tratto di «fognone» a servizio del mercato Centrale99 e una serie di richieste avanzate dalla ditta appaltatrice (non sempre accolte) inerenti al trasporto degli scarichi presso i pubblici macelli e al bisogno di spazio a uso di cantiere nella piazza Vecchia di Santa Maria Novella e nell’«Asilo Mortuario di S. Caterina»100. Sinora Guppy aveva provveduto a trasportare i materiali presso il nuovo lungarno Serristori e la Fortezza da Basso. Secondo l’art. 14 del Capitolato l’impresario doveva demolire le case fino al piano stradale, togliendo i materiali e le macerie per trasportarli «o nei propri magazzini o ai pubblici scarichi se trattasi di materiale di rifiuto», come specificato dall’art. 25 degli Oneri speciali. Su invito del Sindaco, De Fabris esamina lo stato delle fondazioni del mercato Centrale, dove il cedimento di una colonna in ghisa ha provocato il crollo di alcune volticciole. La conclusione cui giunge l’architetto è che, per quanto non si sia realizzato il reticolato continuo in calcestruzzo previsto da Mengoni, l’insufficienza dello spessore del getto previsto (0,25 metri) è stata largamente compensata
97 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7335, 18 dicembre 1871-12 aprile 1872. 98 Ivi, Add. Giunta 21 luglio, 23 e 26 settembre e 30 ottobre 1871; 3 maggio, 21 giugno e 9 agosto 1872 (estratti). 99 Ivi, marzo 1871. 100 Ivi, 11 febbraio, 8 aprile e 3 novembre 1871.
Fig. 72 Dettaglio della chiusura lapidea delle aperture arcuate, «Firenze, lì, 10 Maggio 1872», disegno su carta lucida, 19,5 x 32,5 cm (ASCFi, Fondo Disegni, doc. 5215/002 bis).
dalla maggiore superficie delle fondazioni costruite e dalle considerazioni di ordine geologico attestanti un sottofondo «solido, uniforme, continuo», per cui «le di lui apprensioni motivate dalla lamentata omissione sembrano esagerate; che il lavoro presenta ogni desiderabile solidità, e che convenga andare oltre». La causa del cedimento viene attribuita alla presenza di un pozzo, che si è mancato di riempire101 . Il direttore dell’Uffizio d’Arte critica poi la scelta di Mengoni di realizzare in sottile lamiera di ferro i vani inferiori delle arcate situate lungo il perimetro del mercato Centrale, spartiti da un architrave posto a circa un quarto della loro altezza lasciando la parte superiore schermata da persiane in vetro, a causa dell’eccessivo surriscaldamento cui darebbero corso nei mesi estivi. Escludendo il legno per problemi di manutenzione, Del Sarto propone di adottare la pietra macigno, poiché, a fronte di una spesa maggiore102, detti vani si «accorderebbero col rimanente della fabbrica e ne renderebbero l’aspetto sempre più grandioso e monumentale» (fig. 72). La Giunta autorizza la variante ma De Fabris sarà interpellato dal Sindaco sulla lettera di protesta di Mengoni per «una sconcezza che svisa barbaramente l’opera». La replica dell’accademico fiorentino confermerà una visione architettonica ancora legata alla tradizione e quindi distante da quella più aggiornata dell’autore del progetto; progetto che proprio De Fabris contribuirà ad alterare:
101 Ivi, 13 aprile 1872. 102 Secondo il preventivo: 31,46 lire al mq (pietra macigno) per 9,50, che sono i metri quadrati di ciascuna formella dello spessore di 12 cm, fanno sì che ogni formella venga a costare 298,87 lire contro 171,10 lire secondo il Progetto Mengoni (formella in ferro di kg. 295), con una differenza di 127,77 lire per formella, la quale moltiplicata per le 30 complessive darà un aumento di spesa di 3.833,10 lire.
[…] il Sig. Mengoni non aveva presente tale disposizione da lui data al disegno, quando scriveva la lettera alla quale si risponde, poiché il fatto stesso rende chiaro che nessuna alterazione venne portata (quanto alla forma) all’opera da esso concepita, ma che solamente venne in quella parte sostituita la pietra al bandone onde temperare il soverchio riscaldamento che parve dover derivare nell’interno del mercato dalla sottile parete di ferro. Se dunque fosse vero che quella maniera di sguantimento delle arcate è una sconcezza che svisa barbaramente l’opera sarebbe d’uopo concludere che tale sconcezza esiste identica nel disegno Mengoni? Noi fortunatamente crediamo il contrario; ed anzi siamo di parere che quella specie d’imbasamento continuo posto al piede della grandiosa composizione corregge l’apparente debolezza dei piedritti delle arcate, e massimamente di quelli che funzionano al tempo stesso come piedritti e come capi saldi sui quattro angoli del quadrato103 .
La Giunta delibera anche di approvare i disegni delle botteghe grandi del mercato di Sant’Ambrogio presentati dall’Uffizio d’Arte e di sostituire le botteghe in ferro a quelle in legno predisposte da Mengoni nel mercato Centrale. Nell’ultima adunanza si stabilisce infine la sostituzione della pietra al materiale laterizio previsto per i parapetti dei muri a retta nelle vie Sant’Antonino e Panicale, affinché gli stessi si accordino con la «grandiosa fabbrica del Mercato» e con le ali porticate lungo i due tracciati, a fronte di un ulteriore aumento di 2.678,30 lire sulla Perizia Mengoni104. Perizia che Francolini aveva chiesto all’amico Peruzzi per lo sviluppo del progetto del nuovo mercato del bestiame105 . Nel 1873, mentre la costruzione del mercato Centrale è ormai giunta alla copertura, l’attenzione si sposta sul mercato di Sant’Ambrogio nel quartiere di Santa Croce, il primo a essere inaugurato. Il Consiglio comunale ne approva il regolamento, steso da Leopoldo Viti e Carlo Violi e poi perfezionato dalla Giunta, per il quale si sono chieste informazioni anche al Consolato del re d’Italia a Lione: «Sono in numero di sei i mercati esistenti in Lione, cioè quelli Des Cordeliers, de la Martiniére, les Brotteaux, de la rue Bourbon, de Vaise, e de la Guillotiére», i primi quattro destinati a legumi, frutta e pesce, il quinto al bestiame, l’ultimo alle granaglie. «Il solo rimarchevole, anzi modello nel suo genere è il mercato des Cordeliers nel centro di Lione. Esso fu costrutto ed è esercitato dal Comune; la sua area è di metri 3563; […] il terreno, proprio della Città»106. Il soprintendente ai pubblici Mercati Violi aveva già consegnato una relazione: Mercati di Parigi, Lione, Torino e Milano. Relazione di Carlo Violi alla Giunta Municipale di Firenze107. Allo stesso era «affidata la sorveglianza per ciò che riguarda l’interesse pubblico e Municipale, e l’esatta osservanza delle Leggi e dei Regolamenti»108. Al fine di introdurre nei sotterranei del padiglione gli animali interi, già macellati, nel «modo più spedito ed anche sfuggevole alla
103 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7335, 20 febbraio 1873 (corsivo nostro). 104 Ivi, 4 ottobre 1872. 105 BNCF, U. Peruzzi, XXIII, 75. Lettera di Felice Francolini a Ubaldino Peruzzi, Firenze, 25 ottobre 1872, inedita. 106 Regolamento per l’esercizio del Nuovo Mercato Succursale di S. Ambrogio, in Atti del Consiglio Comunale di Firenze dell’anno 1873, Coi Tipi di M. Cellini e C., Firenze 1874, Ad. 28 febbraio 1873, pp. 52-56; ASFi, Prefettura di Firenze 1865-1952, Protocollo Generale, f. 72, n. 2035 (marzo-aprile 1873). Oltre al Regolamento anche le tariffe per il peso pubblico e le altre misure saranno estese a tutti i mercati: Atti del Consiglio Comunale di Firenze dell’anno 1873, cit., Ad. 4 novembre 1873, p. 646. 107 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7335, 30 settembre 1872. 108 Atti del Consiglio Comunale di Firenze dell’anno 1872, cit., Ad. 12 aprile 1872, pp. 247-248.
pubblica vista», Del Sarto propone la costruzione di un montacarichi secondo il progetto e la spesa definiti da Guppy, da collocarsi sul marciapiede esterno («sul lato di esso rivolto a Levante e presso l’angolo che esso fa col lato corto rivolto a Mezzogiorno»), ottenendone l’autorizzazione a fronte di una spesa di altre 3.200 lire. Data la necessità che l’illuminazione sia pronta per il giorno dell’inaugurazione (1o maggio 1873), l’ingegnere ottiene inoltre l’assenso alla proposta del direttore della Società del Gas di impiegare i pezzi di congiunzione già a disposizione sebbene siano di ottone, e quindi più costosi di quelli ordinati in Francia, spiegando come lo stesso direttore Lalouette si fosse già recato anche a Milano, «dove non poté avere speranza di pronto invio di quei medesimi oggetti che poi ordinò a Parigi», mentre la Giunta incarica Del Sarto e Cantagalli dell’impianto di approvvigionamento dell’acqua nel mercato Centrale109. Su richiesta del Sindaco il direttore dell’Uffizio d’Arte invia infine la perizia delle tende per proteggere dal calore la nuova struttura in vista dell’estate. La Giunta stabilisce di provvedere all’accollo per la fornitura delle stesse mediante licitazione privata a offerte segrete. Fra i negozianti fiorentini invitati, gli unici in grado di fornire la stoffa secondo il campione scelto dal Comune («alona»)110 saranno Ravà, Peyron e Daneo, l’ultimo dei quali si aggiudicherà l’accollo per la somma di 1.785 lire. Le tende saranno dotate di un’armatura in ferro per la spesa ulteriore di 8.882,76 lire111 . Per quanto si avanzino da tempo richieste di particolari postazioni all’interno del mercato, il nuovo padiglione stenta a decollare, anticipando un problema che sarà presto condiviso dalle altre due strutture, ascrivibile in parte al trasferimento della capitale, seguito da un progressivo ridimensionamento demografico della città, in parte alla permanenza del Mercato Vecchio e dei soliti mercati all’aperto che continuano a svolgersi nelle piazze, secondo un fenomeno che si riscontra in generale a livello europeo. Il direttore dell’Uffizio di Polizia municipale sottopone all’attenzione del Sindaco una serie di provvedimenti diretti a migliorarne le prospettive112: 1.Collocare ai lati esterni del «Mercatino» delle tende sostenute a colonne amovibili di legno in difesa dei raggi solari che riscaldano eccessivamente le «persiane di cristallo». 2.Spostare sotto alle suddette tende i banchi presenti nella piazza. 3.Trasferire nel «Mercatino» tutto quanto si suole vendere nel «Mercato del Venerdì» di porta alla
Croce, che dovrebbe essere soppresso: «bigonce, corbelli, pali, canne, vimini, arnesi rurali, polli, pulcini, salumi». 4.«Istituire nei giorni di Martedì un mercato settimanale di mercerie, chincaglie, tessuti, vestiario nuovo e usato, stoviglie, granate, gabbie, uccelli, frutte e fiori».
109 I tubi e altri accessori per la conduzione dell’acqua saranno forniti dalla Fonderia del Pignone, vedi F. Foggi, Immagini di fabbrica, in Arte e industria a Firenze, cit., pp. 37-104: 47. 110 Si tratta di tela olona, un tessuto grezzo, pesante e molto resistente, impiegato per tendaggi e vele. 111 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7335; ASFi, Prefettura di Firenze 1865-1952, Protocollo Generale, f. 74, n. 4047 (maggio-novembre 1873). 112 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7335, 12 maggio 1873.
5.Dichiarare che nella piazza del Mercato sia libera da ogni spesa l’occupazione di suolo pubblico per tutti i rivenditori, eccettuati quelli all’interno del padiglione e gli altri con i banchi sotto le tende esterne. 6.Annunziare che ogni giorno vi sia permesso gratuitamente «il Mercato all’ingrosso degli ortaggi, legumi, frutte e fiori etc. per norma di chi per maggior vicinanza preferisse il Mercato di S. Ambrogio a quello della Piazza di Cestello». 7.«Regolare con tariffa e disciplina i facchini eventuali che a guisa di camorra si impongono anche a chi non li richiede di servizio». 8.Istituire una comoda latrina «nel rientro del muro dal lato volto a ponente». 9.«Affrettare in ultimo l’apertura della nuova strada di fronte a Via della Mattonaia».
Malgrado ciò gli affari continuano a languire, per cui molti degli esercenti chiederanno riduzioni del canone d’affitto oppure di cambiare la loro postazione, dando luogo a una serie di deliberazioni sulla messa in regola degli affitti, mentre il soprintendente Violi propone un cambiamento dell’orario di chiusura considerando la ridotta presenza di botteghe affittate e la scarsa affluenza dei compratori113 . Avviata la costruzione dei due loggiati che dovranno fiancheggiare il mercato Centrale, l’Uffizio d’Arte propone una variante circa la struttura delle colonne in pietra macigno, proponendo di realizzarle in forma monolitica anziché a blocchi114, per ragioni di stabilità: «quando le dimensioni delle colonne stesse non sono così grandi, mentre la fabbrica che di sopra ricorre è assai alta». La Giunta tuttavia rigetta la proposta115. Gli accollatari Martelli e Guarnieri, a dispetto dei sacrifici sostenuti per assecondare la richiesta di terminare «i due grandiosi fabbricati» entro il maggio 1874, lamenteranno un ritardo nel mandato di pagamento accordato per 45.000 lire. La Giunta stabilisce la sostituzione di persiane con elementi in legno a quelle con lamelle «di cristallo», previste per la navata maggiore del mercato principale, concordando con l’impresa Guppy l’immediata sospensione delle ordinazioni, mentre secondo il rapporto dell’Uffizio d’Arte si definiranno i lavori di rafforzamento dei due fronti in ferro e vetro della stessa navata, «mediante una trave in ferro sorretto da mensole […] da fissarsi in piano orizzontale al di sopra delle colonne», stanziando per il lavoro non previsto dalla Perizia Mengoni altre 5.722,40 lire: «equivalente a Centesimi 76 per ognuno dei Kilogrammi 7490 di ferro a tale scopo occorrenti». Evidentemente il mancato reticolato in calcestruzzo previsto da Mengoni cominciava a destare preoccupazione. Sulla base di un altro rapporto dell’Uffizio d’Arte la Giunta delibera sulla pavimentazione delle comunicazioni del sotterraneo e delle rampe da realizzarsi in pietra macigno, anziché «a ciottoli in malta
113 Ivi, 11 luglio 1873. 114 Le 30 colonne del Progetto Presenti prevedono i fusti divisi in 14 rulli, secondo la nuova proposta si sarebbero avuti fusti di 4,5 m di altezza per 74 cm di diametro. 115 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7335, 21 marzo 1873.
sopra uno strato di ghiaia», così come stabilirà di costruire dei fognoli laterali alle discese in luogo delle feritoie per facilitare lo scolo alle acque116 . Frattanto al Comitato direttivo della Società Toscana di Orticultura117 è stato concesso di organizzare nel mercato Centrale un’esposizione internazionale118 a titolo gratuito e senza l’obbligo di rimettere in pristinum la struttura dopo l’utilizzo, sebbene ciò non significhi che essa possa esimersi dal ripristino di potenziali danni arrecati all’edificio. L’ingegnere Filippo Venerati, a nome della Ditta Guppy, chiede perciò all’Uffizio d’Arte la consegna ‘provvisoria’ del mercato, non ancora ultimato, per scongiurare eventuali responsabilità. Gli articoli 21 e 22 del Capitolato inserito nel contratto di accollo sono chiari al riguardo: due sono le consegne, quella provvisoria, da effettuarsi un mese dopo il compimento dei lavori (quando l’Amministrazione comunale tramite l’Uffizio d’Arte e insieme a persona di fiducia della Giunta procederà al riscontro di tutte le opere eseguite alla presenza dell’impresario, per assicurarsi che il lavoro corrisponda alle prescrizioni contrattuali), e quella definitiva, da eseguirsi al termine dell’anno stabilito per il mantenimento dell’opera a cura dell’impresario (durante il quale l’edificio è stato fruito dal Comune). A garanzia dell’impegno sarà trattenuta la cauzione versata all’atto del contratto, da restituirsi dopo il completo adempimento degli obblighi prescritti: condizione attestata da un certificato della Direzione Tecnica municipale da rilasciarsi dopo un ultimo sopralluogo della stessa e dell’incaricato della Giunta. In sostanza, non risulta contemplata alcuna consegna ‘parziale’ dell’opera, laddove Guppy ha proposto di consegnare la sola parte inferiore dell’edificio (fino ai capitelli delle colonne), rimandando la consegna della parte superiore al completamento dei lavori (botteghe, magazzini, annessi). Il Municipio, dopo il collaudo provvisorio parziale, dovrebbe quindi richiedere uno stato di consistenza e alla presenza dell’impresario o del suo rappresentante procedere subito alla consegna del locale alla Società di Orticoltura, in modo tale che essa da quel momento sia responsabile dei danni arrecati alla struttura dalla manifestazione; un altro stato di consistenza dovrebbe redigersi alla presenza dei rappresentanti della Società, del Municipio e dell’impresario al termine dell’evento. A dispetto di un quadro farraginoso la richiesta di Guppy sarà in certo modo accolta, poiché, se questi non ha diritto a esigere la consegna provvisoria parziale del locale, il Comune ha interesse a concedere il mercato alla Società di Orticoltura per un appuntamento di livello internazionale, così entrambe le parti si trovano nella condizione di derogare al patto stabilito per la consegna definitiva. La Giunta acconsentirà al pagamento dei decimi sull’importo dei lavori chiesto da Guppy a condizione che questi accetti uno stato di consistenza parziale del mercato in luogo del collaudo provvisorio, non potendo il
116 Ivi. La Guppy si farà carico della pavimentazione a lastrico nei sotterranei per la spesa di 1.400 lire, il Municipio provvederà a quella delle rampe e alla costruzione dei fognoli per la somma di 5.597,82 lire. 117 Istituita nel 1854 per volontà dell’Accademia dei Georgofili, nel 1880 si doterà di un grande tepidario in ferro, ghisa e vetro per le esposizioni su progetto dell’architetto ingegnere Giacomo Roster, membro del Consiglio della Società che aveva partecipato all’allestimento dell’Esposizione nel mercato Centrale, cfr. G. Cini, Progetto di recupero e restauro del grande Tepidarium del Roster al Giardino dell’Orticoltura a Firenze, «Bollettino ingegneri», 45 (1998), pp. 10-14. 118 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7335, 17 giugno 1872, 23 maggio 1873 e 17 marzo 1874.
Municipio accettare una consegna parziale dell’opera. Sulla decisione avrà inciso il fatto che Guppy, «oltre all’avere già eseguita la massima e più sostanziale parte dei lavori, ha sempre nella Cassa Comunale un vistoso deposito di garanzia»119 . L’inaugurazione del mercato Centrale si svolgerà l’11 maggio 1874 con l’apertura dell’Esposizione internazionale di orticoltura e floricoltura, a cui parteciperanno anche il re Vittorio Emanuele II e lo stesso Mengoni. L’architetto non mancherà di lodare Peruzzi, quale «Re della festa», per l’opera prestata alla sua città:
[…] Sono arrivato ora con mia moglie e siamo alloggiati all’Hotel Milano 1.o piano. In quanto ai biglietti da Lei gentilmente offerti per l’inaugurazione, passerei stasera dal suo portiere per evitarle al caso l’incomodo di spedirli qui all’Albergo. Mia moglie la ringrazia assaissimo della gentilezza ed io me ne rallegro con Lei che degnamente è il Re della festa, e l’autore di tante opere utili nella sua Città nativa e della presente deliziosa bellezza di Firenze120 .
Un ultimo contatto tra i due maggiori protagonisti della vicenda dei nuovi mercati si registrerà due anni più tardi quando Mengoni, risolti da tempo i rapporti col Municipio, esprimerà a Peruzzi le sue condoglianze per la morte della madre lasciando trasparire la solidità di un legame che le polemiche per l’alterazione del progetto non hanno scalfito: «Le esprimo con questo biglietto il mio più vivo dolore per la disgrazia che ha afflitto la di Lei famiglia, e che per quell’affezione che Le porto mi ha toccato vivamente. Voglia accogliere questi miei sinceri sentimenti e credermi sempre / Il Suo Devotissimo Servitore / Giuseppe Mengoni»121 . Il ruolo fondamentale di Peruzzi nel promuovere l’immagine della città sarà suggellato da una prestigiosa pubblicazione, Raccolta delle migliori fabbriche antiche e moderne di Firenze (1876)122, come gli autori non mancheranno di sottolineare quando chiederanno a Ubaldino l’approvazione del piano editoriale, che poi gli dedicheranno:
[…] Nel rimettere a Vostra Signoria la qui acclusa circolare, siamo certi di avere adempiuto ad un dovere. Il lodevole interesse che Vostra Signoria prende in proposito di qualunque opera d’arte si eseguisce nella nostra bella Città, e la conoscenza profonda degli affari da Vostra Signoria posseduta, ci fanno d’altronde sperare che il nostro progetto non vi lascierà indifferente. In ogni modo, credete alla lealtà dei nostri propositi, scevri d’ogni traccia d’inganno123 .
Premiato con medaglia d’argento all’Esposizione Artistico-Industriale di Firenze (1877) e con menzione onorevole all’Esposizione Artistica di Napoli (1879), il volume sarà ristampato in una edizione ampliata (1880)124 che includerà il Nuovo Mercato Centrale di Mengoni quale icona di modernità
119 Ivi, 24 aprile 1874. 120 BNCF, U. Peruzzi, XXXVI, 56. Lettera di Giuseppe Mengoni a Ubaldino Peruzzi, Firenze, 8 maggio 1874, inedita. 121 Ivi, Lettera di Giuseppe Mengoni a Ubaldino Peruzzi, s.l., 30 aprile 1876, inedita. 122 Raccolta delle migliori fabbriche antiche e moderne di Firenze disegnate e descritte da Riccardo ed Enrico Mazzanti e Torquato Del Lungo architetti, cit. 123 BNCF, U. Peruzzi, Appendice, XXXVI, 7. Lettera di Riccardo Mazzanti a Ubaldino Peruzzi, Firenze, 26 aprile 1876, inedita. 124 Raccolta delle migliori fabbriche antiche e moderne di Firenze disegnate e misurate dal vero dagli architetti Riccardo ed Enrico Mazzanti e Torquato Del Lungo con illustrazioni storiche di Iodoco Del Badia, cit.
dell’architettura fiorentina, forse per volere dello stesso Peruzzi, considerato che solo pochi anni prima uno degli autori della Raccolta aveva espresso scetticismo nei confronti dell’edificio (seppur in forma anonima)125. All’opera sarà dedicato anche un fascicolo, Il Nuovo Mercato Centrale di Firenze costruito dall’Uffizio d’Arte Municipale sul progetto dell’Architetto Comm. G. Mengoni misurato dal vero e corredato da illustrazione storica ed artistica (Ferroni, Firenze 1881), forse con l’auspicio dell’Amministrazione comunale che il decretato smantellamento del Mercato Vecchio possa finalmente dare avvio a un concreto utilizzo della struttura ultimata da tempo. Nonostante l’opera promozionale, la letteratura specialistica non mancherà di indirizzare critiche al progetto che riguardano tanto la soluzione architettonica quanto la funzionalità, mentre a Mengoni sarà rimproverato di aver importato a Firenze un modello estraneo al contesto architettonico tradizionale126 . Tornando ai mercati, da un rapporto di Del Sarto e del soprintendente Violi si apprende della presa in consegna e del collaudo provvisorio dell’ultimo di essi. La consegna provvisoria del nuovo padiglione per l’Oltrarno ha luogo il 20 aprile 1874, mentre quella definitiva avverrà l’anno successivo a seguito della relazione degli ingegneri Cantagalli, incaricato dalla Giunta, e Del Sarto per l’Uffizio d’Arte. Nel frattempo si è deliberato sul pagamento a Guppy di 162.258,07 lire, come somma di 134.989,79 lire (in conto dei lavori e provviste per la costruzione del mercato Centrale, compresa la restituzione dei decimi trattenuti sull’importare dei lavori) e di 27.268,28 lire (per il mercato di San Frediano, in merito al quale si era già stanziato un acconto di 22.410,52 lire in febbraio)127 . Subito dopo l’inaugurazione già si prospetta un radicale ripensamento della distribuzione dei reparti di vendita e dei percorsi interni al mercato Centrale. Il direttore dell’Uffizio d’Arte sottopone alla Giunta un progetto dell’impresa Guppy. Per quanto riguarda i banchi, questi sono mantenuti conformi al progetto mengoniano e uguali per tutti e tre i mercati; per quanto concerne le botteghe invece, pur rispettandone i modelli, le loro dimensioni sono state ottimizzate facendo sì che i lati dei quadrati e dei rettangoli delle piante siano espressi in misure intere al fine di facilitarne ampliamenti e riduzioni: le botteghe grandi sono impostate su un quadrato di 4 metri di lato, le piccole su un quadrato di 2 metri (con gradazioni intermedie). Queste variazioni, più consone «alle abitudini dei nostri venditori e degli esercenti nei nostri Mercati», se da un lato migliorano la circolazione, dall’altro riducono le attività commerciali (326 contro 501). D’altronde, quando Mengoni aveva steso la sua proposta non sapeva che sarebbero stati aggiunti due fabbricati laterali (per quanto non si raggiunga comunque il totale degli esercizi attesi). Riguardo alla struttura delle botteghe, l’ingegnere Venerati ha proposto due tipologie, l’una con telaio in ferro, pareti in marmo e zoccolo in lamiera di ferro, l’altra con telaio in legno. Se il modello in ferro e marmo sarebbe preferibile per l’eleganza e la pulizia (con una spesa
125 R. M. [Riccardo Mazzanti], G.P. [Giovanni Pini], Il nuovo mercato centrale di Firenze per gl’ingegneri R. M. e G. P., Tip. del Vocabolario, Firenze 1874 126 A. Canestrelli, Considerazioni generali sui mercati a proposito del Mercato centrale di Firenze, s.e., Firenze 1881. 127 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7335, Ad. 25 maggio 1874.