alberto breschi
Piazza Annigoni Un progetto di rigenerazione urbana per Firenze
Editor-in-Chief Saverio Mecca | University of Florence, Italy Scientific Board Gianpiero Alfarano | University of Florence, Italy; Mario Bevilacqua | University of Florence, Italy; Daniela Bosia | Politecnico di Torino, Italy; Susanna Caccia Gherardini | University of Florence, Italy; Maria De Santis | University of Florence, Italy; Letizia Dipasquale | University of Florence, Italy; Giulio Giovannoni | University of Florence, Italy; Lamia Hadda | University of Florence, Italy; Anna Lambertini | University of Florence, Italy; Tomaso Monestiroli | Politecnico di Milano, Italy; Francesca Mugnai | University of Florence, Italy; Paola Puma | University of Florence, Italy; Ombretta Romice | University of Strathclyde, United Kingdom; Luisa Rovero | University of Florence, Italy; Marco Tanganelli | University of Florence, Italy International Scientific Board Nicola Braghieri | EPFL - Swiss Federal Institute of Technology in Lausanne, Switzerland; Lucina Caravaggi | University of Rome La Sapienza, Italy; Federico Cinquepalmi | ISPRA, The Italian Institute for Environmental Protection and Research, Italy; Margaret Crawford, University of California Berkeley, United States; Maria Grazia D’Amelio | University of Rome Tor Vergata, Italy; Francesco Saverio Fera | University of Bologna, Italy; Carlo Francini | Comune di Firenze, Italy; Sebastian Garcia Garrido | University of Malaga, Spain; Xiaoning Hua | NanJing University, China; Medina Lasansky | Cornell University, United States; Jesus Leache | University of Zaragoza, Spain; Heater Hyde Minor | University of Notre Dame, France; Danilo Palazzo | University of Cincinnati, United States; Pablo Rodríguez Navarro | Universitat Politècnica de València, Spain; Silvia Ross | University College Cork, Ireland; Monica Rossi | Leipzig University of Applied Sciences, Germany; Jolanta Sroczynska | Cracow University of Technology, Poland
Piazza Annigoni alberto breschi
Un progetto di rigenerazione urbana per Firenze
Questo volume raccoglie l’evoluzione dei progetti su piazza Annigoni a partire dal concorso internazionale del 2006, fino alla realizzazione dell'edificio a margine del plesso di santa Verdiana nel 2021. La pubblicazione è stata realizzata grazie a un contributo da parte di Firenze Parcheggi S.p.a.
Referenze fotografiche Tutte le viste esterne e interne dell’edificio realizzato sono di: Andrea Filippi (016STUDIO.COM)
in copertina Schema planimetrico di progetto, sintesi grafica di Nicola Del Monaco
progetto grafico
didacommunicationlab Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze Susanna Cerri Federica Aglietti
didapress Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze via della Mattonaia, 8 Firenze 50121 © 2022 ISBN 978-88-3338-167-1
Stampato su carta di pura cellulosa Fedrigoni Arcoset
Sommario Presentazioni Saverio Mecca Carlo Alberto Bevilacqua
6 7
Introduzione. Un progetto che nasce da lontano Alberto Breschi
9
2006/2011. Dal concorso internazionale alla progettazione
19
Alberto Breschi, Guido Ferrara. Nicola Ferrara, Barbara Lami, Eva Parigi, Giovanni Todesca, Matteo Zetti Progetto 1° classificato al concorso internazionale. 2005/2006
21
Il luogo del progetto, piazza Ghiberti e le aree limitrofe
33
Dal progetto preliminare al progetto definitivo del nuovo mercatino antiquario. 2006/2007
43
Dal progetto preliminare al progetto definitivo dell’edificio a margine di santa Verdiana. 2006/2008
51
2012/2021. I nuovi progetti e la loro realizzazione
63
Alberto Breschi Una proposta a scala urbana per il Centro Storico di Firenze
65
Il nuovo Mercatino delle Pulci in piazza Annigoni. 2017/2019
81
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni. 2012/2021
101
Una sfida strutturale Giacomo Tempesta
135
Interventi nel complesso di santa Verdiana
149
Presentazioni Finalmente una nuova architettura si è costruita a Firenze.
come Brunelleschi e altri erano capaci di concepire e costruire e la città
Dopo molti anni dal primo concorso di progettazione, e con in mezzo
sosteneva e chiedeva.
varie e tormentate vicende, la nuova sede di Firenze Parcheggi con il
Finalmente una nuova architettura si è costruita a Firenze, e non sol-
nuovo ingresso della sede di santa Verdiana si è realizzata.
tanto per il suo evidente aspetto esteriore prospiciente sulla nuova
Se anche per questo progetto di architettura si usasse ricordare, co-
piazza Annigoni ma piuttosto perché, così strettamente connesso a
me per un film nei titoli di coda, tutti coloro che hanno contribuito alla
un impianto storico complesso e stratificato come l’ex convento di
sua realizzazione, ne rimarremmo sorpresi.
santa Verdiana vuole indicare un metodo per un uso evolutivo della
Molti hanno contribuito a questo, pur sofferto, successo: dal Comune
città storica.
di Firenze col suo Sindaco Dario Nardella, all’Università di Firenze e
L’ibridazione delle funzioni e il nuovo ingresso connettendo non solo
i suoi rettori che lo hanno seguito nel tempo, Alberto Tesi, Luigi Dei
idealmente il chiostro alla piazza, apre alla città intera un organismo
e Alessandra Petrucci, a Firenze Parcheggi e al suo Presidente Carlo
per secoli escluso a ogni sguardo.
Bevilacqua, alle imprese che lo hanno costruito.
Che sia questa nuova architettura beneaugurante per molte nuove
Ma più di tutti dobbiamo riconoscere i meriti dei progettisti che han-
architetture nella città entro le mura: la città è un corpo vivente che ha
no collaborato al progetto: gli architetti Alberto Breschi e Giacomo
bisogno di rinnovarsi continuamente, di intrecciare nuove e antiche
Tempesta che ne hanno curato la concezione e la realizzazione insie-
architetture, guidato dalla cultura e dalla responsabilità civile come
me ai tecnici di Firenze Parcheggi e dell’Università.
solo gli architetti sanno esprimere: i segni del futuro che arricchiscono
Sì, questo è un successo: il frutto della tenacia di molti in una città,
il senso del passato, delle nostre radici.
Firenze, che ha smarrito il desiderio di futuro, troppo attenta a sfrut-
Grazie a tutti.
tare ciò che gli avi hanno realizzato: architetture nuove e sperimentali
Saverio Mecca Direttore del Dipartimento di Architettura (2012-2020) Università degli Studi di Firenze
Quando il professore Alberto Breschi mi ha chiesto di scrivere una bre-
sviluppo sostenibile, infatti la Firenze Parcheggi S.p.a. sta adottando
ve presentazione del libro che illustra l’opera che lo stesso professore
da diversi anni politiche aziendali che consentano di dare un contributo
ha creato in piazza Annigoni, oggi sede della Firenze Parcheggi S.p.A.
all’ambiente quali dotarsi di un parco auto esclusivamente elettrico e
di cui sono legale rappresentante, mi sono sentito lusingato di poterla
utilizzare energia proveniente da fonti rinnovabili per utilizzare i propri
offrire.
impianti a led.
Alla fine dell’anno 2009 sono stato nominato Presidente della Firenze
La Società per assegnare la realizzazione dell’opera ha utilizzato lo
Parcheggi S.p.a., società che gestisce 15 parcheggi di struttura localiz-
strumento giuridico del leasing in costruendo, istituto non molto dif
zati nel territorio fiorentino la cui partecipazione maggioritaria appar-
fuso nella nostra zona, ed il bando, dopo una serie di difficoltà, è stato
tiene al Comune di Firenze. Nel corso del mio primo ufficio sono venu-
aggiudicato nel 2018.
to a conoscenza della presenza in Società di un progetto con il quale
Il progetto prevedeva anche l’ingresso al plesso didattico di santa
il Professor Breschi aveva vinto, con altri colleghi, un concorso pubbli-
Verdiana, che è parte della Scuola di Architettura dell’Università di Fi-
cato dall’ufficio Urbanistica del Comune di Firenze in collaborazione
renze. Non era difficile immaginare come l’opera si sarebbe armonio-
con l’Ordine degli Architetti e la Società nel 2005 per la costruzione di
samente inserita sulla piazza a vantaggio della collettività: l’impianto
un edificio polivalente nell’unica area edificabile del centro di Firenze,
moderno con la pensilina e le proprie ampie superfici vetrate su piazza
di proprietà della Società. Il volume era originariamente costituito da
Annigoni sarebbe stato un nuovo elemento godibile da chiunque e ca-
unità immobiliari che la Società aveva acquistato nell’anno 2004, e poi
pace di attrarre lo sguardo di chi la attraversa.
demolito, al fine di realizzare il Parcheggio Sant’Ambrogio.
Nell’anno 2019 abbiamo dato inizio ai lavori che, dopo alcune vicissi-
Mi affascinò dal primo momento, ma purtroppo non erano ancora ma-
tudini e il lockdown da pandemia si sono conclusi nell’anno 2021. Fi-
turi i tempi per un investimento di questo tipo, prima mi dovevo oc-
nalmente nell’agosto del 2021 abbiamo potuto trasferire la nostra
cupare della sistemazione dei conti e riportare la Società fuori da una
sede nell’unico nuovo volume presente nel centro di Firenze che è già
serie di anni che la vedevano chiudere i bilanci in perdita.
diventato un elemento di riferimento per la collettività e tutti coloro
Finalmente nel 2014, consolidato l’andamento positivo dell’azienda,
che frequentano la zona. La vicinanza alla Scuola di Architettura ha
ho ritenuto essere giunto il momento di dare inizio allo studio di fatti-
fatto sì che la Società intrattenga continui rapporti con l’istituzione,
bilità dell’opera, rispolverando il progetto del 2005.
non ultimo quello di aver dato la possibilità agli studenti di visitare la
Il professore Breschi è stato immediatamente coinvolto e da lì è inizia-
sede e ammirare dalla fantastica terrazza che si affaccia sulla Piazza
ta una nuova avventura che ha visto recuperata l’area destinata al nuo-
Annigoni, le bellezze architettoniche che la circondano e tra queste, il
vo edificio, questa infatti insiste proprio sulle rampe di accesso al Par-
nostro “cupolone”.
cheggio di Sant’Ambrogio e, soltanto grazie ad accorgimenti tecnico-
Siamo entusiasti di vivere la nostra sede e di far parte del quartiere di
costruttivi, il fabbricato ha potuto rispettare i requisiti di leggerezza e di
Sant’Ambrogio, che rimane forse uno dei pochi angoli del centro anco-
duttilità. Tali accorgimenti, insieme ad altri, ci hanno permesso l’inseri-
ra vissuti principalmente dai fiorentini, con gli studenti, il mercato di
mento dell’edificio nella classe energetica A3, risultando questo in linea
Sant’Ambrogio e i locali commerciali della zona.
con la sensibilità dell’azienda al fattore ambientale nell’ottica di uno
Carlo Alberto Bevilacqua Amministratore delegato Firenze Parcheggi S.p.a.
Introduzione Un progetto che nasce da lontano Alberto Breschi
Nel 2005 veniva pubblicato da parte della società Firenze Parcheggi s.p.a. il bando per il Concorso Internazionale di un nuovo edificio in piazza Annigoni a Firenze. Il bando, abbastanza complesso e articolato, prevedeva non solo di redigere un progetto per uffici ma, poiché l’area era collocata ai margini del complesso monumentale di santa Verdiana, utilizzato dall’Università degli Studi di Firenze per la facoltà di Architettura, andavano indicate anche le modalità per un nuovo accesso al plesso didattico e inoltre, all’interno della piazza, prevedere la realizzazione del nuovo mercatino antiquario che al momento si trovava in piazza dei Ciompi. La storia di questo progetto potrebbe cominciare da questa data con la partecipazione a quel concorso, ma in realtà le tematiche affrontate erano nate da una riflessione su Firenze che si era formata fin dagli anni settanta in cui, laureato da poco, mi trovavo coinvolto con alcuni amici1 a immaginare scenari ed esiti alternativi per la mia città. Fu certamente un periodo in cui forte era la scoperta e l’entusiasmo per la disciplina architettonica, e fu in quel frangente che si formò in me quell’atteggiamento propositivo e quella disposizione a un pensiero sempre altro rispetto alle norme e ai comportamenti usuali che anche in seguito, con maggior consapevolezza critica e meno intento provocatorio, avrebbe segnato il mio percorso di docente universitario e di impegno professionale. Nel ritornare con la mente a quelle esperienze ha significato ritrovare l’inizio di questa storia. La Firenze della mia formazione universitaria era, a partire dagli anni Sessanta, ancora la città in cui si erano da poco diffusi i pensieri di padre Balducci e del parroco di Barbiana, con messaggi di una cultura della solidarietà, della tolleranza e soprattutto con pensieri di un cambiamento che si avvertiva imminente. Una città dove ancora persisteva l’eco delle utopie di La Pira e in cui la politica si ancorava agli ideali universali della pace e della giustizia espressi in un passato non troppo recente da uomini come Aldo e Nello Rosselli e Piero Calamandrei con idee che si ibridarono e amplificarono con quelle più cosmopolite del Sessantotto, movimento che mi coinvolse mentre stavo concludendo l’esperienza universitaria. Allora la città mi appariva vivace e piena di risorse a cui poter attingere.
1 Il gruppo Zziggurat nasceva a Firenze, nel 1968 e si occupava dell’architettura come “evento globale”, ossia come sistema di comunicazione e campo di espressione multimediale e pluridisciplinare, teso a una continua sperimentazione contenutistica e espressiva di tipo critico-innovativo che lo collocava nel panorama di quel movimento di avanguardia architettonica costituito dall’Architettura Radicale.
pagina a fronte Schema assonometrico con i nuovi inserimenti del Mercato antiquario e dell’edificio polivalente. Progetto presentato al Concorso del 2006.
10 Piazza Annigoni Alberto Breschi
È in quegli anni che Firenze sposta i suoi interessi culturali dalla letteratura alle arti visive con linee di ricerca che, specie nelle nuove generazioni nate all’interno della contestazione, sostituirono le attitudini artistiche tradizionali: innanzi tutto la pop art ma anche l’arte povera, la pittura analitica e concettuale, gli environments2. Di pari passo, ricerche avanzate in campo di elaborazione dell’immagine, cinematografico, teatrale e musicale completavano un quadro di fermenti e contaminazioni che furono il terreno 1969 Space Electronic, spazio culturale e innovativo, ideato e progettato dal gruppo radicale 9999 (Fabrizio Fiumi, Paolo Caldini e Paolo Galli, Giorgio Birelli).
più adatto a nutrire anche la fantasia e la formazione di chi avrebbe voluto un’altra Firenze, alternativa rispetto a quella cristallizzata nelle immagini da copertina e propagandata per il turismo; un’altra Firenze che fu capace di produrre quegli “angeli del fango” che contribuirono a salvare il patrimonio violato dall’alluvione e che sono la dimostrazione che questa città possedeva anche un’anima giovanile vitale e disinteressata. Per l’architettura, si consolidava il lavoro di gruppo che, nato all’interno dell’occupazione della Facoltà, diventava lo strumento di un rinnovamento nel campo della ricerca e della critica architettonica. Nascevano i primi esempi di sperimentazione alternativa che produssero quel clima culturale, quella situazione di “anti design” e di “anti-architettura” che sarà poi definita “architettura radicale”. 3 Lo Space Electronic, locale recuperato nel centro storico e inaugurato nel 1969, era l’icona del movimento, il luogo dell’incontro e delle esperienze più disparate, in un mix di attività ludiche e artistiche; non a caso viene usato l’interno di un edificio preesistente completamente svuotato e risolto con pochi elementi solidi e strutture leggere sospese, a evidenziare la dinamica e la suggestione di spazi alternativi secondo le linee della ricerca radicale in netta contrapposizione con una pratica del recupero ancora vincolata a norme e prassi più adatti al mantenimento dello status quo che al rinnovamento.4
‘Utopie radicali’ a cura di Pino Brugellis, Gianni Pettena, Alberto Salvadori. Ed. Quodlibet habitat 2018. Catalogo della mostra in Palazzo Strozzi a Firenze nel 2018 che presenta le opere degli architetti radicali fiorentini a più di mezzo secolo di distanza dai loro esordi. Nati in un secondo momento di crisi, in un periodo segnato, a Firenze, dalla tragica alluvione del 1966, e caratterizzato, in tutta Italia, da forti tensioni politiche e sociali ma anche da un grande rinnovamento artistico e linguistico, i lavori di Archizoom, Remo Buti, 9999, Gianni Pettena, Superstudio, UFO, Zziggurat sono oggi presenti nei principali musei del mondo. Gli scritti, disegni e i progetti dei sette protagonisti godono infatti tuttora di una capillare diffusione, e hanno influenzato già più di una generazione di architetti, storici, designer e artisti in moltissimi paesi.
Di quel periodo, le esperienze importanti che posso richiamare a ispirazione del progetto presentato al concorso del 2006 sono la partecipazione nel 1972 al Concorso nazionale di idee indetto dal Comune di Firenze per la sistemazione dell’area comprendente la Fortezza da Basso e l’area destinata a palazzo di Giustizia a Firenze,5 Lara Vinca Masini – “Itinerari per Firenze” Guide de l’Espresso 1981. Artisti come Alberto Moretti, Giuseppe Chiari, Mauro Mariotti, Luciano Bartolini, Maurizio e Massimo Nannucci, Lo Vergine trovano spazio in alcune gallerie di punta tra cui si distingue “Schema” che in quegli anni presenta operatori di tutto il mondo facendo respirare alla città un’atmosfera internazionale. Nascono spazi alternativi, come il “Centro proposte” e “Zona”, autogestiti e fuori dalle regole istituzionali, peraltro in forte ritardo dal punto di vista culturale, istituiti nei primi anni settanta su iniziativa diretta di alcuni artisti per la documentazione di esperienze internazionali e per offrire spazio alle situazioni emergenti all’interno della città. 3 Il movimento radicale si sviluppa in Europa negli anni ‘60, in contrapposizione alle tematiche del Funzionalismo, volto a una vera e propria ricerca architettonica d’avanguardia legata all’utopia. Figure importanti nella formazione del gruppo Zziggurat sono l’artista Giuseppe Chiari (Fluxus), Umberto Eco, docente di semiologia, gli storici dell’architettura Leonardo Benevolo e Giovanni Koenig, i docenti Leonardo Ricci e Leonardo Savioli. 4 Lo Space Elettronic rimaneva aperto giorno e notte cambiando destinazione d’uso a seconda dell’ora: la mattina e il pomeriggio era un luogo di studio, un’aula di progettazione e sperimentazione sia per il Gruppo 9999, sia per studenti della facoltà di Architettura che preparavano esami; la sera ospitava concerti dal vivo, jam session, installazioni di gonfiabili, ecc. Il locale divenne presto noto nel panorama culturale della città per i continui happening e forum di rilievo internazionale; era considerato luogo d’elezione per l’avanguardia nell’ambito della musica e del teatro. Oltre alla musica e al teatro la programmazione offriva contaminazioni fra diversi linguaggi in continuo scambio tra una dimensione dell’architettura utopica, concettuale e le arti visive, insieme al cinema, la danza, la cultura dei media, la body art, i cartoons, la video art, la Pop Art, l’arte povera. Alla fine del 1969 ospitò Dario Fo, Julian Beck e Judith Malina (Living Theatre). 5 Firenze: troppo tardi per essere salvata? in Casabella n.382. Il ruolo del centro storico nella progettazione a scala territoriale in una proposta di Alberto Breschi, Giuseppe Cruciani Fabozzi, Marco Dezzi Bardeschi, Roberto Pecchioli, Silvano Salvatori; Remo Buti (modello), Massimo Becattini (fotografia), Gaetano di Benedetto (ricerca storica), Gigi Gavini e Carlo Maltese (grafica)- Partecipazione al “Concorso nazionale di idee per la sistemazione dell’area comprendente la Fortezza da Basso e l’area destinata a palazzo di Giustizia”. 2
Un progetto che nasce da lontano Alberto Breschi 11
e nel 1973 la partecipazione al Concorso internazionale A.D.I., “La città come ambiente significante”.6 A queste si aggiunge, dal 1972 fino al 1978, uno studio e un progetto impegnativo che riguardava il complesso di sant’ Orsola nel quartiere di san Lorenzo a Firenze per la realizzazione di un Centro di servizi e di attrezzature culturali e ricreative per l’Università e la città.7 La partecipazione al concorso del 1972 nacque dall’incontro del gruppo Zziggurat con Giuseppe Cruciani Fabozzi e Marco Dezzi Bardeschi con il progetto “Florence, too late to be saved?” dove confluirono, e si scontrarono integrandosi, gli studi di carattere storico-critico con le nostre esperienze più radicali. Questo connubio abbastanza inconsueto ci permise di immaginare Firenze da un punto di vista assolutamente alternativo alle politiche conservative dell’urbanistica di quel periodo. In particolare di fronte alla percezione di un centro storico alienato e cristallizzato negli usi, ne contrapponemmo, provocatoriamente, come era nella prassi di quel periodo, uno più vitale in cui storia, memoria e progetto coesistevano per un uso della città libera da ogni condizionamento di carattere normativo e funzionale. Fu presentato dunque un progetto che voleva essere “… un atto di sfiducia di un certo realismo che, fatto di compromessi di altri compromessi finisce regolarmente per avallare lo ‘status quo’
1972 Concorso nazionale di idee indetto dal Comune di Firenze per la sistemazione dell’area comprendente la Fortezza da Basso e l’area destinata a palazzo di Giustizia a Firenze.
…. ritenendo che la diffusione di una descrizione di urbanistica alternativa potesse conseguire un grado di realtà e concretezza progettuale (almeno come catalizzatore nelle coscienze di desideri e rivendicazioni) … ” . La proposta prevedeva di ricostruire le nuove mura nel ricordo dell’immagine settecentesca di Firenze dello Zocchi, all’interno di un territorio segnato dalla centuriazione romana, nuove mura in cui concentrare ogni funzione direzionale e preservare così l’interno come una nuova “ città proibita”, in gran parte rappresentata dagli antichi insediamenti religiosi di cui si rivendica non solo la loro liberazione da ogni funzione incongrua ma anche la loro riammissione nel circuito urbano finalmente disponibile a ogni utilizzazione alternativa. … Le alienazioni dei beni ecclesiastici e in particolare dei complessi conventuali dentro la città operate dalle riforme leopoldine (1785), dalla gestione napoleonica (1808) e dal nuovo stato unitario (1865), hanno dato esito a un ‘blocco’ di cospicue parti del tessuto e delle emergenze urbane rivendicandone, attraverso la mediazione dell’autorità statale, l’uso alla collettività. In effetti l’inserimento di precise tipologie (caserme, scuole, carceri, ospedali, etc…,) e l’avocazione quindi a funzioni proprie delle istituzioni della ‘società civile’, nel momento in cui preservava tali episodi nella loro dimensione di contenitori pur degradandone e dissacrandone le strutture interne, scorporava tali ‘preesistenze’ dall’ambiente contiguo cui si riferivano, alienandole alla fruizione quotidiana della popolazione dei quartieri e della città.
La città come ambiente significante, A.D.I. Concorso internazionale 1973 -1° premio ex-equo. A. Breschi, A. Bagnoli, A. Bigi, G. Bigotti, F. Ferrari, M. Tozzi. In Casabella 372 e Domus 554. Il destino della città contemporanea si gioca fra le polarità contrapposte della perdita di sé nella naturalizzazione artificiale di realtà che si produce come giungla d’asfalto. 7 Una proposta per il recupero di funzioni urbane nel centro storico, Giovanni Bacciardi, Alberto Breschi, Carlo Clemente, Roberto Pecchioli, Edizioni CLUSF Cooperativa Editrice Universitaria Firenze, 1973.
‘La città di foglie’ da: 1973 “LA CITTÀ COME AMBIENTE SIGNIFICANTE”. A.D.I. Concorso internazionale.
6
1973 “Una proposta per il recupero di funzioni urbane nel centro storico“, Edizioni CLUSF Firenze, Giovanni Bacciardi, Alberto Breschi, Carlo Clemente, Roberto Pecchioli.
12 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Il progetto era chiaramente una provocazione volta a trasmettere un messaggio forte consistente nell’ipotizzare interventi di rivitalizzazione attraverso la liberazione di importanti complessi storici, con la loro dismissione da funzioni incongrue e superate (l’ex Manifattura Tabacchi di sant’ Orsola, le strutture carcerarie di santa Teresa, santa Verdiana e delle Murate) e destinandoli gradualmente ad altre che andavano da quelle più organiche e strutturali quali le sedi universitarie, fino a quelle attività ancora da definire ma lasciate all’interpretazione di movimenti giovanili per una libera espressione di creatività (arte, spettacolo, etc.). Da questa esperienza nacque il mio interesse per le grandi potenzialità del recupero dei grandi complessi conventuali reinterpretandone innovativamente spazi e utilizzazioni. Con il progetto vincitore presentato con il gruppo Zziggurat al Concorso internazionale del 1973 “la città come ambiente significante” promosso dall’A.D.I., fu possibile portare avanti una lettura ancora più radicale della città con la proposta di una visione del Centro Storico come sorta Da: Florence too late to be saved? Concorso nazionale di idee, 1973. Progetto di Alberto Breschi, Marco Dezzi Bardeschi, Giuseppe Cruciani, Roberto Pecchioli. L’area compresa fra il Mugnone ed il viale Spartaco Lavagnini, cioè la spina di edifici prevista dal Poggi a correre dalla Fortezza a piazza della Libertà a Firenze, viene interamente demolita per dar luogo ad un segmento delle nuove “mura” di contenimento e di drenaggio. Tale fascia è costituita dalla “collina” naturale-artificiale in cui, limitatamente alla porzione esterna, trovano posto due tipi di attrezzature: A - una griglia tecnologica polifunzionale (supporto fisso di spazi variabili) denuncia verso la città esterna il “fuori scala” nel senso della continuità orizzontale dell’intervento ed è destinata a drenare l’afflusso dalla conurbazione e ad alloggiare temporaneamente tutte le attività di servizio espulse dal centro.
di parco naturale, contrapposto all’informe città metropolitana delle aree periferiche. Il punto di partenza era che la Firenze che lo Zocchi ci mostrava ai margini di una campagna ancora segnata, nel suo ordine cartesiano, dalla griglia territoriale romana, non esisteva più e la struttura fisica del territorio della piana, da Firenze a Prato fino a Pistoia, compresi i centri storici minori, fino alle pendici collinari dove si avvertivano i primi segni di erosione, veniva sostituita da una nuova natura, una diversa dimensione che alterava i rapporti e dava nuovi significati alle relazioni tra le parti: il continuum ininterrotto dell’area metropolitana.Nella convinzione del gruppo tale processo avrebbe finito per tradurre l’eccezione in regola geomorfologica e determinato la saldatura dei nuclei urbani, dando luogo a una configurazione di tipo “alluvionale”, secondo direttrici che avrebbero lambito, pur con diversa aggressività, le colline circostanti. Ma è proprio questa nuova e opprimente configurazione che riassegnava ai centri storici una diversa identificazione e, per paradosso, recuperava loro proprio ciò che avevano perduto: la riconoscibilità. Essi ci sarebbero apparsi non più come pieni, ovvero punti singolari di “accumulazione” artificiale, bensì come vuoti, come “isole” disperse all’interno della conurbazione indifferenziata, la cui controforma appariva in definitiva come un paesaggio di terre emerse da una superficie alluvionale. Nel corpo ininterrotto della non-città, nella “marea di cemento” che satura lo spazio, occorre allora tornare a “tracciare”, e in alcuni casi non solo concettualmente, un “perimetro” come delle dighe con cui contenere l’invadenza iconoclasta delle periferie. I nuovi perimetri pote-
G.Zocchi. Elaborazione su ‘veduta’ di Firenze dal convento dei Cappuccini di Montughi, 1758 AMFC.
vano racchiudere “parchi” di riequilibrio storico e “parchi” di riequilibrio ecologico. Questi ci apparivano come complessi monumentali, “architettonici” o “naturali”, secondo le vecchie categorie, “boschi sacri” isolati dal contesto indifferenziato e contrapposti dialetticamente a esso. Le nuove “isoipse” del territorio risultavano composte in definitiva dall’insieme dei perimetri dei parchi; le quote massime di questo sistema semantico e ambientale, si avevano in corrispondenza delle sedimentazioni storiche, autentiche cittadelle della “memoria collettiva” come elementi la cui complessità li aveva preservati dalla completa metabolizzazione da parte della città totale, e da cui era possibile partire per la “ricolonizzazione” dell’ambiente circostante.
Un progetto che nasce da lontano Alberto Breschi 13
La città di foglie - dalla “Città come ambiente significante” Concorso internazionale ADI, 1973. Progetto di A. Breschi, A. Bagnoli, A.Bigi, G.Bigozzi, F.Ferrari, M.Tozzi. Il destino della città contemporanea si gioca fra le polarità contrapposte della perdita di sé nella naturalizzazione artificiale di realtà che si produce come “giungla di asfalto”, “selva di grattacieli”, “marea di cemento” e quella della propria rifondazione come rintracciamento di un limite perimetrale di attrezzature come nuove mura attorno al proprio nucleo storico investito da natura vera, quale atto di re-identificazione antropica dello spazio per l’avvio di un processo di neo-urbanizzazione dell’ambiente. Se la giungla che ha coperto il pianeta è di asfalto, in mezzo ad essa può sorgere una città di foglie.
Le isole erano i centri storici di Firenze, Prato, Pistoia come anche i centri storici minori, e il loro futuro si sarebbe giocato tra due destini opposti: o “parchi museo” devitalizzati e mera rappresentazione teatrale, a volte grottesca a volte tragica, oppure ancora struttura pulsante di vita capace di irradiare al suo esterno valori identitari di innovazione in cui si sarebbero potuti riconoscere gli abitanti della piana. Specialmente Firenze,“corpo unitario”, espressione di una sovrapposizione di tessuti e organismi, di tipi e controtipi, come un organismo architettonico fornito di durata e significato, con monumenti che avrebbero avuto il ruolo di nuclei generatori dello spazio urbano. Questo principio di metamorfosi della forma urbana, prodotto dell’accumulo di modificazioni, completamenti, ampliamenti o riduzioni di alcune significative permanenze, si radica nella “memoria collettiva” degli abitanti che finiscono per identificarsi con la forma stessa della
Giungla d’afalto. L’area metropolitana, di Firenze-Prato-Pistoia.
città che assume, nel suo insieme, il significato e il valore di un’opera d’arte alla base del senso di appartenenza e partecipazione.8 Nel 1973, e fino al 1978, ebbi occasione di lavorare al progetto di recupero del complesso di sant’Orsola. Con quell’esperienza mi fu possibile una metodologia di intervento per il centro storico che non lasciasse alle politiche della sola conservazione il destino della città, politiche che, nel mantenere integra la fisicità delle sue componenti (case e palazzi), niente avrebbero potuto contro la corruzione dei contenuti seguita al dilagare del turismo di massa e con le nefaste conseguenze. Consapevoli che quel progetto di riconversione avesse le potenzialità di innescare un processo di rigenerazione urbana per l’intero centro storico della città, allargammo lo studio all’intero comparto dell’area oltrarno fino alla cerchia dei viali, e inserimmo il progetto in un’ipotesi che I centri storici di Firenze, Prato, Pistoia ma anche piccoli enclave dei comuni minori sono forme difficili che rifiutano l’assorbimento nel circostante funzionalismo della città caotica e si prestano ad operazioni di recinzione da cui partire per un processo di “neo-urbanizzazione” dell’ambiente. Per questi la proposta è di svuotarli di tutte le attività istituzionali. In una città deserta infatti si ricrea il “silenzio”, supporto essenziale di ogni comunicazione L’abolizione delle attività fisse di qualsiasi genere, che avranno ormai saturato lo spazio esterno, renderà per contrasto queste oasi luoghi desiderabili e frequentati più di ogni altro. D’altra parte i moventi di tale desiderabilità non possono catalogarsi se non come negativo delle repulsioni generate dalla città esterna. non si tratterà quindi né di integrazione funzionale, né di complementarietà. si tratterà di luoghi “contrapposti”; luoghi per i quali la logica esterna non prevede spazio né tempo: non luoghi dove si va la domenica, ma dove si scappa.
8
‘Un’isola all’interno della marea di cemento’. Il centro storico di Firenze circondato e presidiato dalle ‘nuove mura’.
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Progetto di trasformazione del complesso di Sant’ Orsola, da: Una proposta per il recupero di funzioni urbane nel centro storico, Edizioni CLUSF Firenze, 1973.
collocava il recupero del manufatto ottocentesco in un progetto più esteso a livello urbano facendo intereagire vecchio e nuovo in una metamorfosi tendente all’affermazione di un segno innovativo nella forma e nei contenuti. Questo era il tema urbanistico e architettonico, concept del progetto, che anche anni dopo, nel 2005 venne, ripreso per la partecipazione al concorso internazionale per piazza Annigoni. La proposta di allora individuava un disegno organico per una porzione significativa del centro storico in cui si collocavano le potenzialità espresse da strade e piazze, grandi contenitori storici, vuoti urbani e giardini. Un dato importante che riguarda l’organizzazione dei vuoti interni agli edifici emerge con chiarezza osservando i due sistemi di sant’Orsola - piazza del Mercato - mercato di San Lorenzo e il grande isolato di santa Maria Nuova - piazza Brunelleschi - santa Maria degli Angeli. Questi due sistemi rilevanti per i valori storici-monumentali e per l’attuale destinazione pubblica (commerciale, universitaria, ospedaliera) sono le testate di un semicerchio formato dalla successione straordinaria di chiostri, piazze e cortili interni. Questo grande arco parte dal vasto isolato che comprende i chiostri e i cortili dell’ospedale di santa Maria Nuova, dei Dipartimenti della Facoltà di Lettere e della Biblioteca Umanistica, racchiude con la “stecca” di via del Castellaccio, piazza Brunelleschi, si attesta al Centro Linguistico della Rotonda brunelleschiana e si congiunge verso il Duomo sul tracciato della penultima cerchia di mura; l’arco continua, attraverso la breve via dei Fibbiai, in piazza della santissima Annunziata con i porticati ed i chiostri dello Spedale degli Innocenti e della Chiesa della Santissima Annunziata, per via della Sapienza (oggi via Battisti), si immette in piazza san Marco a sua volta circondata da edifici che racchiudono chiostri e sistemi di chiostri.
Un progetto che nasce da lontano Alberto Breschi 15
Tavola di sintesi Tratta da: Una proposta per il recupero di funzioni urbane nel centro storico, Edizioni CLUSF Firenze, 1973 I sistemi sant’Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con l’isolato di santa Maria Nuova (B) costituiscono le testate dell’arco formato dalla distribuzione dei chiostri intorno alle piazza san Marco e Tavola di sintesi santissima Annunziata Sistema delle piazze alberate I sistemi S.Orsola - Mercato S.- Lorenzo (A) ottocentesche: piazza Indipendenza l’isolato S. Maria Nuova (B) costituiscon piazzadi D’Azeglio. testate dell’arco dalla distribuz Sistema dei giardini formato che ha come testate il giardino della Vasca della da S.Marco e dei chiostri intorno alleFortezza piazza Basso (1) e piazzale Donatello (2) Annunziata Semi triangolo formato da: via Faenza, Borgo Albizi - viapiazze Pietrapiana e via Sistema delle alberate ottocentesc Guelfa-Alfani-Pilastri; quest’ultime piazza Indipendenza-piazza D’Azeglio assicurano il collegamento con i due punti forti a scala urbana: Fortezza da Basso (a) e piazza Beccaria.
Sistema dei giardini che ha come testa giardino della Vasca della Fortezza da Ba (1) e Piazzale Donatello (2)
Collegamento dell’area di studio con il “t punto forte”: Piazza della Libertà-Parterre Viali
Semi triangolo formato da: via Faenza, Bo Albizi-via Pietrapiana e via Guelfa-Alfani-P stri; quest’ultime assicurano il collegame con i due punti forti a scala urbana: Forte da Basso (a) e piazza Beccaria (c)
Proseguendo per via degli Arazzieri con il grande chiostro di santa Apollonia, l’arco si ricongiunge, per via santa Reparata, al complesso di sant’Orsola con il chiostro cinquecentesco e il grande cortile dell’orologio e finalmente riattesta verso il Duomo attraverso i cortili interni della stecca residenziale di via Taddea e il AMATA-breschi 8-29.indd si17 sistema esterno/interno del Mercato di san Lorenzo. Le due grandi piazze alberate ottocentesche di Firenze interne ai viali (piazza Indipendenza e piazza d’Azeglio) esaltano ulteriormente la simmetria dell’impianto urbanistico e hanno un collegamento viario diretto che, in posizione mediana, si incerniera sull’arco descritto, nel sistema costituito da piazza san Marco e piazza santissima Annunziata. L’insieme dei grandi giardini della Gherardesca, dei Borghesi e dei Semplici, comprendendo anche il giardino di san Clemente e quello retrostante dello Spedale degli Innocenti, si raccoglie intorno ai due assi viari di via Lamarmora e via Capponi che garantiscono un collegamento diretto con “l’arco dei chiostri e delle piazze” completando il disegno del sistema urbanistico.9
Conseguentemente la proposta architettonica scaturita da questa impostazione urbanistica non fu un progetto ex-novo, ma un progetto di trasformazione per restituire alla città non solo un organismo di rilevanza storica ma anche la continuità della sua crescita storica …. In questo senso la creazione di una nuova spazialità o meglio la trasfigurazione dello spazio esistente, non è fine a se stessa ma è volta ad aderire (o anche a suscitare) alla crescita di quei momenti organizzativi preminenti nella vita della città e portatori di concezioni culturali aperte e innovative, che non troverebbero adeguata espressione altrimenti. …
9 Giovanni Bacciardi, Alberto Breschi, Carlo Clemente, Roberto Pecchioli – Una proposta per il recupero di funzioni urbane nel centro storico, Edizioni CLUSF Cooperativa Editrice Universitaria Firenze, 1973.
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Modello per la partecipazione al concorso internazionale del 2006. Vista sull’edificio a margine di santa Verdiana.
Negli anni a seguire ambedue le proposte, quella urbanistica e quella architettonica, sono state prese a riferimento concettuale per studi e progetti10 che hanno permesso di approfondire le tematiche del recupero in generale nei rapporti con il contesto. Il progetto presentato al Concorso del 2006 fa propri questi assunti teorici e pur non essendo, del tutto un progetto di recupero, affronta il tema del ‘nuovo’ come parte integrante del contesto (il complesso conventuale di santa Verdiana, la piazza e i box di largo Annigoni, l’edificio de La Nazione) inserito in un processo di metamorfosi permanente. I due assunti metodologici che derivano da quelle esperienze, sono riassumibili nel riuso della preesistenza come riconversione innovativa, e nel coinvolgimento con il tessuto contestuale come relazione di interscambio. Il primo sanziona la convinzione che il ‘riuso’ debba essere perseguito esclusivamente secondo i procedimenti del restauro conservativo, ma debba prevedere anche una molteplicità di modalità d’intervento - riIl testo Amata Citta’ di Alberto Breschi con contributi vari, pubblicato nel 2010 raccoglie progetti del sottoscritto e collaboratori che comprende anche parte di una ricerca finanziata dal Comune di Firenze nel 2008 “Il recupero del Centro Storico fra innovazione e conservazione: progetti pilota di attrezzature collettive per strutture integrate di residenza e servizi” (12).Il testo raccoglie anche parte della Convenzione di ricerca “Un parco tematico della residenza a Firenze” 1998/99 - tra il Comune di Firenze e il Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano – prof. Andrea Branzi e arch. Barbara Camocini – e Dipartimento di Progettazione della Facoltà di Architettura di Firenze – prof. Alberto Breschi e arch. Giovanni Todesca. Era intenzione dell’Amministrazione dare luogo a una nuova fase della politica urbana dedicata allo sviluppo dell’Accoglienza da parte della città; “Accoglienza”destinata non soltanto al turismo e ai residenti, ma a chiunque, per motivi di lavoro o privati, fosse interessato ad abitare (provvisoriamente o a lungo) a Firenze. Da queste considerazioni è nata un' iniziativa che si inquadra nelle linee generali del nuovo Piano Strutturale e che per le sue componenti immobiliari, politiche e sociali, è destinata a rinnovare la forma (e soprattutto le funzioni interne) della città; si tratta infatti di un programma che non prevede nuove edificazioni, ma piuttosto una politica organica di recupero e ri-funzionalizzazione di spazi interni esistenti, quali: recupero di grandi contenitori storici dismessi (o in via di dismissione) che si trovano nel centro storico di Firenze, destinati a ospitare nuove funzioni miste, tra le quali la residenza; • recupero di alcune fabbriche abbandonate destinate a essere trasformate in nuovi spazi di residenza (anche per artisti); • trasformazione di strutture terziarie dismesse da destinare a nuove tipologie di residenza; ristrutturazione di vecchi quartieri popolari che necessitano di nuove tipologie residenziali e di nuovi servizi connessi.
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pristino, consolidamento, ristrutturazione, demolizione, ricostruzione - che riconfigurino la spazialità del luogo reinterpretandone i valori originari e la sua storia, per coinvolgerla in una effettiva rivitalizzazione, oltre la museificazione semplicistica o cosmesi epidermiche. Il secondo nasce dalla convinzione che nella città non esistono singoli oggetti di architettura, ma tessuti appunto, relazioni, vincoli dialettici: ogni progetto di architettura - nuova o di riuso - è sempre un progetto di morfologia dell’architettura che consiste, competitivamente, nell’esaltazione, anche linguistica, delle sue parti costitutive e delle loro relazioni: è insomma l’esaltazione del ‘rapporto’ tra gli elementi, del carattere complesso, ‘urbano’ dell’architettura, anche quando si tratti di un singolo edificio o si concentri nel ‘vuoto’ di un puro contenitore. Oggi questo approccio è importante proprio per città come Firenze, percepita solo come città-museo, luogo in cui l’attività umana risulta paradossalmente contratta. L’impossibilità di usare, di abitare, di fare esperienza ha il suo luogo topico nel museo e la museificazione del mondo pare oggi una condizione acquisita. Il Museo si identifica con l’intera città – così Venezia e Firenze dichiarate dall’ Unesco patrimonio dell’umanità – e non designa un luogo o uno spazio fisico determinato, ma drammaticamente “la dimensione separata in cui si trasferisce ciò che un tempo era sentito come vero e decisivo, ora non più”.11 Una città con una marcata impronta storica, dunque Firenze, non è soltanto le sue pietre, i palazzi prestigiosi o le chiese straordinarie, e neppure soltanto la sua storia, ma anche e soprattutto la comunità che la abita, la possiede e ne ha cura, che ne custodisce la memoria e il significato e pensa quel significato costantemente aggiornato all’epoca attuale. Amare questa città (anche in relazione alla dimensione metropolitana) significa sentirne la comunità e concepire una contemporaneità contestualizzata, un oggi plausibile, contraddittorio proprio perché plausibile. Firenze è un luogo da vivere e accrescere di opportunità relazionali e le sue architetture sono le occasioni , anche espressive, che le rendono possibili. La Firenze che vorrei è quella che in molti avremmo in mente: una città “umana” sia per i residenti che per i turisti, una città economicamente plurale e variata, non consegnata soltanto alla motilità pendolare e al commercio minuto e bancarellaro; una città che affianchi alla natura espositiva, all’andamento precario e giornaliero, anche una natura produttiva di servizi, incentivando l’insediamento e la residenza. La Firenze del domani si dilaterà certamente in un’area metropolitana sempre più vasta e il centro storico la rappresenterà per intero soltanto se, come “città d’arte’’, riconosciuta “eccezionale” dal mondo intero, saprà far sopravvivere al suo interno una città dinamica nella forma e vivibile per i suoi abitanti.
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Giorgio Agamben – “Profanazioni” Edizioni Nottetempo, Roma 2005.
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La nuova città esiste. l’ho già progettata. Avendola nominata, l’ho già costruita. Leonardo Ricci, Anonimo del XX secolo, Il Saggiatore 1965
2006/2011 Dal concorso internazionale alla progettazione Alberto Breschi, Guido Ferrara. Nicola Ferrara, Barbara Lami, Eva Parigi, Giovanni Todesca, Matteo Zetti
• Progetto 1° classificato al concorso internazionale • Il luogo del progetto, piazza Ghiberti e le aree limitrofe • Dal progetto preliminare al progetto definitivo del nuovo mercatino antiquario • Dal progetto preliminare al progetto definitivo dell’edificio a margine di santa Verdiana
Progetto 1° classificato al concorso internazionale 2005/2006 Alberto Breschi, Guido Ferrara. Nicola Ferrara, Barbara Lami, Eva Parigi, Giovanni Todesca, Matteo Zetti
Il concorso di progettazione1, bandito nel 2005 da Firenze Parcheggi s.p.a. di concerto con il Comune di Firenze, si proponeva di acquisire una soluzione progettuale di elevata qualità architettonica e al tempo stesso di diffondere un metodo per il coinvolgimento degli abitanti nelle scelte di trasformazione e riqualificazione della città, in modo da rendere le scelte progettuali condivise e comprensibili a tutti i cittadini. Alla base del Bando di concorso vi era l’attività di un Laboratorio di partecipazione2 attivato nel quartiere e nel quale era stato dibattuto e affinato il tema progettuale proposto dall’ente banditore, individuando gli elementi e gli indicatori di qualità urbana che esprimevano le attese della comunità che abitava o frequentava il luogo. Le risultanze del laboratorio di partecipazione hanno integrato le esigenze dell’ente banditore, con i programmi dell’Amministrazione Comunale e con le suggestioni progettuali suscitate dalla partecipazione dei cittadini. I progettisti furono chiamati a confrontarsi con i problemi e le idee raccolte per dare risposte di qualità sia sotto il profilo architettonico che per quanto attiene la migliore interpretazione delle aspettative della comunità. Il tema del concorso era la nuova sistemazione di piazza Ghiberti e, in un’ottica più ampia di quella strettamente architettonica, la realizzazione di uno spazio urbano che non fosse solo una piazza ma divenisse un elemento riqualificante del quadrante, per le relazioni che riesce a stabilire e i processi che innesca o suggerisce. Un nodo quindi, come cerniera qualificata e qualificante del sistema che parte da via Gioberti e arriva fino a piazza Salvemini. Oltre a quanto indicato dalle linee guida del Laboratorio, il progetto doveva prevedere la costruzione di un nuovo edificio per attività commerciali e direzionali sul sedime dell’edificio che esisteva in aderenza alla Facoltà di Architettura e offrire soluzioni, adatte ed integrate alla nuova configurazione della piazza, per ospitare il mercato storico detto “delle Pulci”, attualmente ubicato in piazza dei Ciompi.
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V. Allegato 1 - Bando del concorso Internazionale 2005. V. Allegato 2 - stralcio dal documento del laboratorio di partecipazione per sant’Ambrogio e piazza Ghiberti – 5 marzo 2005.
pagina a fronte Area Ghiberti, il luogo dell’intervento.
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Intorno all'area di intervento.
Il quadro urbano di riferimento Il Laboratorio di partecipazione per sant’Ambrogio e piazza Ghiberti3 ha indicato obiettivi precisi e concreti che il presente progetto ha interpretato e tradotto per quanto attiene i desiderata espressi a livello di quartiere, come verrà dettagliatamente illustrato nei paragrafi seguenti. Tuttavia occorre premettere che deve anche essere considerato il superiore livello del ruolo urbano dell’intero distretto che ruota intorno a sant’Ambrogio e piazza Ghiberti, perché i due mercati (alimentare e antiquario, con funzioni differenziate ma sinergiche), la facoltà di Architettura, il complesso de La Nazione, gli spazi articolati e rifinalizzati delle Murate e dell’aula bunker, la stessa piazza Beccaria e Archivio di Stato, con il completamento dei due parcheggi interrati, non devono essere visti né come episodi separati né per gli interessi esclusivi dell’area urbana circostante. Di fatto, si sta componendo in questa parte di Firenze un’offerta qualificata di servizi che oltre a costituire un polo di attrazione per il quartiere, si propone quale manifestazione d’interesse per l’intera città, entro cui il sistema a rete dei vuoti urbani (piazze, marciapiedi, aree di resulta del mercato utilizzate a parcheggio, cortili interni agli isolati, verde) può giocare un ruolo magistrale e strategico, proponendo modi d’uso inediti e di grande qualità. Si tratta evidentemente di un progetto articolato e complesso, entro cui gli spazi di relazione, e piazza Ghiberti in particolare, devono consentire rapporti e integrazioni dinamiche, variabili nelle stagioni e nel corso
3 In questa fase piazza Ghiberti comprendeva, oltre lo spazio antistante il Mercato anche tutta l’area sovrastante il parcheggio entro cui dovrà essere collocato il Mercato antiquario e il nuovo edificio. In seguito quest’area sarà denominata prima largo Annigoni e infine piazza Annigoni.
Progetto 1° classificato al concorso internazionale 2005/2006 A. Breschi, G. Ferrara. N. Ferrara, B. Lami, E. Parigi, G. Todesca, M. Zetti 23
Proiezione sulla piazza delle direttrici del convento di S. Verdiana. Schema del rapporto divergente tra il convento e la nuova piazza nel concept finale di progetto.
della giornata, con un necessario riferimento al complesso del quadro urbano. La presenza di interessi a livello di città (e Firenze non è una città qualunque), lungi da costituire elementi di rischio o di limitazione, sono lo specchio di un reale cambiamento di ruolo, nel processo di riequilibrio delle funzioni del centro storico di cui il presente progetto vuole farsi interprete: si identificano con crescente chiarezza due assi direttori (di rappresentanza, residenziali, commerciali prevalentemente pedonali) che uniscono piazza Ghiberti e sant’Ambrogio da un lato, con il polo fieristico della Fortezza da Basso dall’altro. La nostra piazza conclude quindi nell’area sud-est il sistema delle grandi piazze storiche (Indipendenza – san Marco - santissima Annunziata – D’Azeglio) che com’è noto vivono e amplificano rapporti di alta prestazione dei contenitori edilizi che le circondano. Il concorso chiede un' interpretazione progettuale per l’ottimizzazione di quanto sta accadendo infatti è sotto i nostri occhi una metamorfosi profonda che il presente progetto intende gestire e orientare: ex carceri diventano la facoltà di Architettura, l’edificio de La Nazione si predispone a contenere un Trade Center, l’ex aula bunker offre l’opportunità di prevedere altri spazi per il verde e lo sport (piscina coperta) di cui il quartiere ha assoluto bisogno, insieme a servizi per la salute. Piazza Ghiberti costituisce quindi il polo direttore di un’offerta di servizi di prestigio che oltre a qualificare il quartiere, si propone quale manifestazione d’interesse per Firenze. In questo quadro, il sistema a rete dei vuoti urbani (piazze, marciapiedi, aree dei mercati, cortili interni agli isolati, verde) può giocare un ruolo magistrale e strategico, proponendo livelli di fruizione e modi d’uso inediti e di grande qualità. Le nuove funzioni del polo di piazza Ghiberti, senza confliggere con le esigenze di vita dei residenti, costituiscono un’opportunità non indifferente per la qualità della scena urbana, fornendo occasioni molteplici di interesse e di relazione, ottimizzate anche dalla presenza dei parcheggi interrati. La concezione tradizionale del verde urbano propria del quartiere finora ha identificato soltanto delle “macchie” separate e non interagenti. Il progetto propone la costituzione di una rete pedonale e ciclabile di collegamento, sopra ordinata rispetto a quella carrabile, anche con la creazione di tratti significativi di green ways. Concept di progetto Nel rapporto con i cortili dell’ex convento di santa Verdiana si individua il ruolo strategico della nuova architettura (blocco di nuovi uffici), che lungi da essere un tamponamento di un’area rimasta vuota, è il vero portale di una cittadella, baricentro delle nuove “mura”, comunicazione fra il vuoto della piazza e quello dei cortili interni (collegamento con la vita di quartiere, zona mostre, ecc.). La piazza Ghiberti, come qualsiasi piazza, a Firenze come altrove, non vive da sola: essa necessita di essere “formata” da uno o più fondali prospettici, anche diversi ma unitari, che costituiscano il vero sistema gene-
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Il quartiere di Santa Croce e Piazza Ghiberti devono farsi carico di gestire il cambiamento di ruolo del complesso delle funzioni urbane fra Piazza Beccaria e il Mercato di Sant’Ambrogio. Queste, lungi da costituire elementi di rischio o di limitazione, devono essere avviate verso un riequilibrio complessivo e strategico a livello dell’intera città, di cui il presente progetto vuole farsi interprete
Rispettare gli allineamenti e privilegiare le visuali
È sotto i nostri occhi una metamorfosi profonda: ex carceri diventano la facoltà di Architettura, l’edificio della Nazione si predispone a contenere un trade center, l’ex aula bunker offre spazi per il verde e lo sport (piscina coperta) e servizi per la salute. piazza Ghiberti costituisce quindi il polo direttore di un’offerta di servizi di prestigio che oltre a qualificare il quartiere, si propone quale manifestazione d’interesse per Firenze. Il sistema a rete dei vuoti urbani (piazze, marciapiedi, aree dei mercati, cortili interni agli isolati, verde) può giocare un ruolo magistrale e strategico, proponendo livelli di fruizione e modi d’uso inediti e di grande qualità. Ricostruire la continuità del lorro rafforzando il rapporto tra i vuoti, enfatizzando gli allineamenti tra gli edifici (vertici di un quadrato ideale tra Piazza Ghiberti, facoltà di Architettura, edificio nazione e aula bunker), garantire permeabilità nei percorsi e creare nuovi collegamenti.
Rapporto tra vuoti
Allineamenti e collegamenti
Visuali e nuovo costruito
Nuovi percorsi, permeabilità, assi
Progetto 1° classificato al concorso internazionale 2005/2006 A. Breschi, G. Ferrara. N. Ferrara, B. Lami, E. Parigi, G. Todesca, M. Zetti 25
ratore dello spazio aperto. In questo caso si tratta di coniugare la piazza a episodi apparentemente separati, come il sistema dei chiostri dell’ex convento di santa Verdiana, che costituiscono una struttura a forte caratterizzazione architettonica e urbanistica. Qui risiede il motivo per cui il progetto dà valore un’importante cerniera della struttura urbana, creando uno spazio bivalente sospeso fra università e rione, e quindi a servizio non solo degli studenti ma di strati e livelli di utenza più vasti e complessi: in questa prospettiva è proprio la piazza, oggi spazio “vuoto” e inutile, che può diventare invece il luogo di qualificazione dell’intreccio di funzioni plurime, da segnalare e rafforzare da precisi indicatori di contesto. Una grande vela a portico, sporgente sulla piazza e originata dalla struttura urbanistica dell’ex convento fornisce il primo segnale forte di questa concezione dello spazio, rendendo efficace e ricca la possibilità di percorrenza e d’uso degli spazi collettivi, in particolare di quelli previsti sul solaio di copertura del nuovo complesso edilizio, ricchi di suggestioni e di stimoli. In sintesi il progetto si fa carico di esprimere il nuovo ruolo dei contenitori edilizi e la loro importanza relativa nei confronti della città e del quartiere. La pensilina proposta è quinti solo la conferma dell’esistenza e dell’importanza del portale e a sua rotazione rispetto alla piazza (una cerniera e uno snodo della metamorfosi in atto) vuole esprimere la continuità sopraordinata dell’impianto urbanistico storico, che peraltro è lo stesso di quello del Mercato, de La Nazione, della stessa ex Aula bunker. La pensilina svolge funzione di filtro, di guida direttrice, di segnale luminoso durante la notte, e sporge in modo simmetrico sui due lati. Sul fronte opposto l’idea guida è quella di amplificare a effetto urbano i due padiglioni esistenti progettati dall’Arch. Natalini per l’accesso al parcheggio, in modo da ospitare la quota del mercatino antiquario da allocare in fondi permanenti trasformati con materiali diversi (metallo, vetro e pietra serena). Questa soluzione non collide con lo skyline delle terrazze e dei tetti delle abitazioni retrostanti, perché tende a costituire un filtro fra residenza, strada e piazza attrezzata, ulteriormente rafforzato da un filare di alberi di media grandezza. I mini-negozi antiquari non annullano l’identità del vuoto urbano centrale della piazza (come è accaduto in piazza dei Ciompi), ma la rendono un filtro dinamico di vita e di interessi. Una “strada interna” alla piazza può essere formata attraverso l’impiego di edicole esterne di appoggio della mercanzia, chiudibili ad armadio durante le ore notturne. Si noti l’importanza dei 4 lati che formano la piazza: • la ex sede de La Nazione non è più il retro della tipografia di un giornale quotidiano, ma un edificio di alto interesse civico; • l’ex carcere non è più luogo di segregazione, ma diventa spazio prioritario di vita collettiva orientato “verso il futuro”; • il “mercato delle pulci” costituisce lo sfondo del lato nord, in una mini urbanistica vivace, propria di un suk del XXI secolo; • l’ultimo lato verso il mercato di sant’Ambrogio attende il ripensamento degli spazi, compresi quelli sprecati in un banale parcheggio, probabilmente più adatti a completare l’offerta del mercatino antiquario.
pagina a fronte 1° tavola del Concorso (formato originale in A0) Studi sul quartiere e planovolumetrico d’insieme.
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pagina a fronte 2° tavola del Concorso (formato originale in A0 Assonometria d’insieme sulla piazza con l’inserimento dei nuovi progetti - Prospetto del nuovo edificio con l’ingresso alla Facoltà di Architettura. Prospetto del nuovo mercatino antiquario.
Un’architettura significante Il bando di concorso richiede la presenza di un edificio per uffici sul lato sud della piazza, la cui dimensione planimetrica tuttavia non riesce ad assolvere il ruolo di cerniera espressiva fra vecchio e nuovo, fra pieni e vuoti. La soluzione progettuale proposta adotta i seguenti criteri: • l’edificio coincide con il ponte funzionale a terra fra i vuoti dei cortili storici e la nuova piazza e quindi assolve e consolida il ruolo di porta di tutto il lato sud; • il cortile vuoto della facoltà di Architettura viene sostanzialmente coperto dalla pensilina, divenendo una galleria urbana ventilata e luminosa; • l’architettura esprime un volume aggettante in parte sulla piazza, ruotato secondo l’allineamento del tessuto urbano storico e/o della pensilina, così da interrompere il banale allineamento a filo degli edifici esistenti e da mettere opportunamente in valore l’importanza dei nuovi uffici direzionali; • non si tratta peraltro solo di un banale contenitore edilizio, dato che sul tetto praticabile esso diventa luogo di percorrenza, raggiungibile dal pubblico con ascensori e rampe di scale, amplificando in tre dimensioni l’effetto città e le prestazioni urbane: in sostanza piazza Ghiberti si sdoppia in pianta e si triplica in elevazione, aprendosi a prospettive attualmente inesplorate; • una duplice cortina tipo brise-soleil, della rispettabile dimensione di circa 30 metri per lato, costituisce un prospetto continuo di grande significato unitario, con la conseguente schermatura delle rampe di accesso al parcheggio sotterraneo. Tale soluzione permette di consolidare in via definitiva tutto il prospetto del lato sud, che in questo modo, oltre alla pensilina/portale diviene architettura simbolo della metamorfosi compiuta, del luogo significante del quartiere. Piazza Ghiberti e il mercatino antiquario Anche in questo caso è opportuno specificare la fattibilità e la cogenza della proposta progettuale. In primo luogo si fa riferimento alla volumetria dei due box esistenti di accesso al parcheggio interrato, volutamente iterandone la presenza planivolumetrica in cinque nuovi episodi, tutti diversi e al tempo stesso coordinati nelle forme, ognuno adatto a ospitare almeno 4 diversi esercizi, perfettamente chiudibili con serrande di sicurezza, ma non per questo luminosi all’interno, sia di giorno che di notte. Un sesto elemento chiude la spazialità della piazza sul lato sud e, data la sua originale posizione, assume un ruolo speciale di variazione tematica, essendo costruito in vetro e prendendo pertanto la forma di una serra, o di un giardino d’inverno d’uso pubblico, adatto eventualmente in tutto o in parte a ospitare in modo permanente le attività floriculturali tradizionalmente presenti nel mercato di sant’Ambrogio. La piazza pertanto è e resta piazza, ma sul lato nord diventa la sede di un mini villaggio di attrazioni. Essa al tempo stesso comprende una pseudostrada, in quanto - a fronte dei box del mercato antiquario - è collocata come si è visto una mostra permanente di mercanzie diverse, oggetti, quadri, ecc., disposti in vetrine e box chiudibili, evitando di assieparli in modo sparpagliato nelle immediate vicinanze degli esercizi commerciali. L’effetto d’insieme è quello di un complesso multivariato, colorato, ricco e vivace, attrattivo in tutte le situazioni della giornata. Una schermatura tipo brise soleil anche in questo caso può consentire un effetto di unitarietà prospettica sull’intero lato.
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pagina a fronte 3° tavola del Concorso (formato originale in A0) Sezione trasversale - piante schematiche e indicazione dei materiali - vista notturna della piazza.
Fra le piazze del quartiere messe a sistema, pedonalità e green ways La piazza, per essere definitivamente mineralizzata dal sottostante solaio di copertura del parcheggio, non può assumere su di sé piantagioni arboree di qualche significato. La richiesta di verde e spazi per il gioco e il soggiorno all’aperto avanzata in sede di Laboratorio, trova quindi una severa limitazione in questa situazione di fatto: per realizzare giardini e spazi naturali non posticci è preferibile dunque puntare sul recupero a verde di buona parte dell’area attualmente occupata dall’ex aula bunker, in connessione diretta con le previsioni di servizi sociali e sportivi di quartiere. L’area si presta allo scopo anche a livello urbanistico, in quanto posta a cavallo dell’isolato verso via dell’Agnolo, e quindi in collegamento con le attrezzature sociali poste sull’altro lato della strada. Ma il ragionamento precedente sull' assialità trasversale al centro storico, di collegamento fra il polo di piazza sant’Ambrogio/Ghiberti e quello del centro fieristico ed espositivo della Fortezza, permette di pensare più in grande. Pedonalità e piste ciclabili saranno da privilegiare lungo tutta questa direttrice, con la conseguente avanzata di lingue di verde lineare di collegamento, anche parziale, con il sistema delle piazze storiche. La fattibilità di questo intervento potrà crescere nel tempo, con il procedere della trasformazione parziale degli spazi di parcheggio lungostrada in aree di percorrenza pedonale e ciclabile, con un forte miglioramento della qualità ambientale della città. Ovviamente questa prospettiva esula dai confini del presente progetto, ma fa parte integrante di quella metamorfosi in atto, avente per baricentro sempre piazza Ghiberti. L’architettura degli spazi d’uso e dei materiali Per la palazzina degli uffici, il restyling dei padiglioni esistenti e i nuovi padiglioni per il mercatino delle Pulci è previsto il ricorso a soli tre materiali, due naturali e uno artificiale, in grado di contemperare lo spirito di una irrinunciabile contemporaneità e coniugare tradizione e innovazione, secondo un sottile contrappunto di valori materici e tecnologici.: la pietra, il rame e il vetro. La pietra naturale, materia pregiata e tradizionale presente a Firenze nella tonalità grigia della pietra serena, è usata come brise-soleil unitamente a doghe di rame “TECU”, patinate in verde industrialmente su di un lato secondo un disegno a fasce orizzontali di diverso spessore e a spaziatura variabile. In questo modo dal rame ha origine uno strato di ossido. All’opposto, l’immaterialità del vetro e del policarbonato, secondo le più moderne tecnologie e interessanti potenzialità estetiche, fornisce l’immagine vibrante e variabile della facciata continua, della pensilina di copertura di fronte all’ingresso della Facoltà di Architettura e, sul fronte opposto dei padiglioni del mercatino. Il progetto, presentato al Concorso, risulta vincitore e le tematiche a scala architettonica e urbana investono il nuovo mercatino antiquario che coinvolge per intero la piazza Annigoni come funzione pubblica “aperta” e polarità baricentrica. Il progetto di un nuovo organismo architettonico nel centro storico di Firenze non potrà che essere il risultato di quel processo continuo e incessante di modificazioni, completamenti, ampliamenti o riduzioni che conferiscono all’architettura lo spessore della sua storia e al contesto il significato profondo del suo ‘genius’. Non solo quindi progetto ex-novo ma, coinvolgendo il suo contesto, anche e soprattutto progetto di ‘metamorfosi’, come parte integrante di un processo di trasformazione urbana con le caratteristiche di progetto di ‘riconversione permanente’.
Progetto 1° classificato al concorso internazionale 2005/2006 A. Breschi, G. Ferrara. N. Ferrara, B. Lami, E. Parigi, G. Todesca, M. Zetti 29
Prospetto del nuovo edificio sulla piazza e nuovo ingresso alla facoltà scala 1:100
Prospetto dei box commerciali e degli espositori scala 1:100
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ALLEGATO 1 Stralcio del bando di gara concorso di progettazione - 2005
Il presente concorso di progettazione, bandito da Firenze Parcheggi s.p.a. di concerto con il Comune di Firenze, si propone non solo di acquisire una soluzione progettuale di elevata qualità architettonica ma anche di diffondere un metodo per il coinvolgimento degli abitanti nelle scelte di trasformazione e riqualificazione della città, nonché la sperimentazione di processi di partecipazione aderenti alla necessità di rendere le scelte progettuali condivise e più facilmente comprensibili a tutti i cittadini. Alla base del Bando di concorso vi è l’attività di un Laboratorio di partecipazione attivato nel quartiere, nel quale viene dibattuto ed affinato il tema progettuale proposto dall’ente banditore, individuando gli elementi e gli indicatori di qualità urbana che esprimono le attese della comunità che abita o frequenta il luogo. Le risultanze del laboratorio di partecipazione, che integrano le esigenze dell’ente banditore con i programmi dell’Amministrazione Comunale e con le suggestioni progettuali suscitate dalla partecipazione dei cittadini, sono elemento fondante del concorso e costituiscono il tema a cui i progettisti sono chiamati al confronto per dare risposte di qualità sia sotto il profilo architettonico che per quanto attiene la migliore interpretazione delle aspettative della comunità. Il tema Il tema del concorso è la progettazione di una nuova sistemazione di piazza Ghiberti e, in un’ottica più ampia di quella strettamente architettonica, la realizzazione di uno spazio urbano che non sia solo una piazza ma divenga, per le relazioni che stabilisce ed i processi che innesca o suggerisce, un elemento riqualificante del quadrante urbano in cui va da inserirsi, ponendosi come cerniera qualificata e qualificante del sistema che parte da via Gioberti ed arriva fino a piazza Salvemini. Oltre a quanto indicato dalle linee guida del Laboratorio, il progetto dovrà prevedere la costruzione di un nuovo edificio per attività commerciali e direzionali sul sedime dell’edificio che esisteva in aderenza alla Facoltà di Architettura, oltre ad offrire soluzioni, adatte ed integrate alla nuova configurazione della piazza, per ospitare il mercato storico detto “delle Pulci”, attualmente ubicato in piazza dei Ciompi. Oggetto e finalità del Concorso Il concorso ha come oggetto la progettazione, con il livello di approfondimento pari a quello di un progetto preliminare, della sistemazione di piazza Ghiberti, in conformità alle linee guida per la progettazione di cui all’articolo 11, comma 1, lettera “a”, che integrano le esigenze dell’ente banditore con i programmi dell’Amministrazione Comunale e con le attese dei cittadini così come emerse dal Laboratorio di partecipazione (elaborati che, nel loro complesso, costituiscono il documento preliminare alla progettazione di cui all’art. 15 comma 5 della L. 109/94 Il soddisfacimento di dette linee guida costituisce il tema del concorso e ad esse si rimanda per il dettaglio delle esigenze cui il progetto dovrà dare compiuta risposta.
Progetto 1° classificato al concorso internazionale 2005/2006 A. Breschi, G. Ferrara. N. Ferrara, B. Lami, E. Parigi, G. Todesca, M. Zetti 31
Progetto di sistemazione dell’area antistante al mercato di sant’Ambrogio. Breschistudio associati, 2012.
Il luogo del progetto, piazza Ghiberti e le aree limitrofe a cura di Guido Ferrara
Com’è noto, piazza Ghiberti è, propriamente, il luogo dove sorge il mercato di Sant’Ambrogio. Dopo la costruzione del complesso del quotidiano La Nazione all’inizio degli anni Sessanta, su progetto dell’architetto Pierluigi Spadolini, il toponimo si è inteso allargato anche alle aree adibite a sosta dei veicoli comprese fra via Paolieri e via della Mattonaia. Oggi tuttavia, la piazza soprastante il recente parcheggio pluripiano costruito dalla Firenze Parcheggi S.p.a., su progetto dell’architetto Adolfo Natalini, è stata ufficialmente denominata “largo Pietro Annigoni”. La nuova piazza si è formata a seguito della demolizione dei “casalini” che dividevano via della Mattonaia, via Paolieri e le aree di sosta delle auto ed è costituita dal solaio di copertura del nuovo parcheggio interrato, compresi i due box fuori terra contenenti a nord i servizi tecnologici e a sud ascensori, scale, servizi igienici e biglietterie. La sistemazione della piazza nasce come esito del bando di gara per un concorso internazionale, promosso dal comune di Firenze per il tramite della Firenze Parcheggi S.p.a. nel 2005, a seguito di un lungo lavoro di preparazione svolto dal Laboratorio di Partecipazione per Sant’Ambrogio e piazza Ghiberti, il cui documento finale è stato presentato pubblicamente in data 5 marzo 20051. A seguito di quest’esito, il 23 gennaio 2007 i progettisti autori del progetto meritevole del primo premio al concorso internazionale furono stati incaricati dalla Firenze Parcheggi S.p.a della progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva della nuova sistemazione di piazza Ghiberti con i progetti di un nuovo allestimento del mercato delle Pulci, attualmente ubicato in piazza dei Ciompi, e di un nuovo edificio per attività commerciali e direzionali sul sedime dell’edificio che esisteva in aderenza alla facoltà di Architettura. Nello stesso anno il gruppo vincitore presentava all’amministrazione comunale un progetto articolato che, partendo dai concept del progetto, e dopo attente verifiche con i soggetti interessati, in primis Firenze Parcheggi, ma anche gli operatori del mercatino delle Pulci, dell’Università degli Studi, gli assessori e gli uffici tecnici del Comune e della Soprintendenza, riguardava la sistemazione della piazza con un nuovo spazio mercatale e l’edificio polivalente a margine del complesso di santa Verdiana.
1 v. Allegato 2 - Firenze insieme, un percorso di partecipazione per il futuro della città. Hanno partecipato ai lavori del laboratorio: i cittadini che abitano, lavorano, studiano e vivono nel rione, insieme ai rappresentanti di: Ass.Commercianti Borgo la Croce, Ass.culturale Galileo 1878, Ass. culturale Nuova Buonarroti, Ass. Laportaaccanto, ARCI Firenze, ANVA Confesercenti, Comitato dei Residenti di Sant’Ambrogio e Santa Croce, Comitato di San Pierino, Confcommercio settore ambulanti, Confesercenti Firenze Q1, Esercenti Mercato Antiquario Piazza dei Ciompi, Facoltà di Architettura, Istituto Scuola città Pestalozzi, Libreria delle Donne, Università degli Studi di Firenze. Hanno inoltre contribuito: Comunità ebraica, Giardino dei Ciliegi, Novaradio, Opera di Santa Croce e hanno dato la loro collaborazione: Assessorati all’urbanistica, al commercio, alla mobilità, alla casa, al patrimonio e all’ambiente del Comune di Firenze con le strutture Firenze Parcheggi. IPAB Sant’Ambrogio. Ha coordinato i lavori: Fondazione Giovanni Michelucci di Fiesole.
pagina a fronte Ctr area Ghiberti e il luogo dell’intervento prima della creazione del parcheggio interrato.
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Schema urbanistico relativo agli spazi pubblici e agli spazi verdi. Schema urbanistico relativo alla valorizzazione del sistema dei percorsi. Schema urbanistico edifici e funzionalità.
Le quantità del verde urbano attrezzato disponibile nel quartiere non è affatto modesta. Il nuovo ruolo strategico di piazza Ghiberti fornisce l’opportunità per una gerarchizzazione e riequilibrio organico delle diverse aree, con interventi puntuali, semplici e fattibili. Spazi pubblici, spazi verdi, luoghi di sosta che entrano a far parte del progetto:
Le nuove funzioni del polo di piazza Ghiberti, senza congliggere con le esigenze di vita dei residenti, costituiscono un’opportunità non indifferente per la qualità della scena urbana, fornendo occasioni molteplici di interesse e di relazione, ottimizzate anche dalla presenza dei parcheggi interrati. Edifici e funzioni che entrano a far parte del progetto:
Creazione di un nuovo spazio Spazio esistente potenziato o riqualificato
Nuova funzione Funzione esistente potenziata o riqualificata
La concezione tradizionale del verde urbano finora ha identificato soltanto delle “macchie” separate e non interagenti. Il progetto propone la costituzione di una rete pedonale e ciclabile di collegamento, anche con la creazione di tratti di green ways. Valorizzazione del sistema dei percorsi: Principali percorsi e flussi pedonali e ciclabili Principali percorsi carrabili Potenziamento dei percorsi pedonali e ciclabili in relazione agli spazi verdi e zone di sosta Protezione dell’attraversamento Parcheggi
Dalla relazione paesaggistica del Luglio 2007 che porterà al rilascio del Permesso a Costruire 121/2008, riportiamo di seguito alcuni passi significativi che inquadrano il riferimento urbanistico dell’intorno di piazza Ghiberti. e dell’area di intervento. Già in fase concorsuale veniva rilevato che doveva essere opportunamente considerato il superiore livello del ruolo urbano dell’intero distretto che ruota intorno a sant’Ambrogio e piazza Ghiberti, perché i due mercati (alimentare e antiquariato, con funzioni differenziate ma sinergiche), la facoltà di Architettura, il complesso de La Nazione, gli spazi articolati e rifinalizzati delle Murate e dell’aula bunker, la stessa piazza Beccaria e Archivio di Stato, con il completamento dei due parcheggi interrati, non devono essere visti né come episodi separati né per gli interessi esclusivi dell’area urbana circostante. Di fatto, si stava componendo in questa parte di Firenze un’offerta qualificata di servizi che oltre a costituire un polo di attrazione per il quartiere, si proponeva quale manifestazione d’interesse per l’intera città, entro cui il sistema a rete dei vuoti urbani (piazze, marciapiedi, aree di resulta del mercato utilizzate a parcheggio, cortili interni agli isolati, verde) potesse giocare un ruolo magistrale e strategico, proponendo livelli di interesse e modi d’uso inediti e di grande qualità. Si trattava evidentemente di un progetto articolato e complesso, entro cui gli spazi di relazione e piazza Ghiberti in particolare dovranno consentire rapporti ed integrazioni dinamiche, variabili nelle stagioni e nel corso
Il luogo del progetto, piazza Ghiberti e le aree limitrofe Guido Ferrara 35
della giornata, con un necessario riferimento al complesso del quadro urbano. La presenza di interessi a livello di città, lungi da costituire elementi di rischio o di limitazione, sono lo specchio di un reale cambiamento di ruolo, nel processo di riequilibrio delle funzioni del centro storico di cui il presente progetto vorrà farsi interprete: si identificano con crescente chiarezza due assi direttori (di rappresentanza, residenziali, commerciali prevalentemente pedonali) che uniscono piazza Ghiberti e sant’Ambrogio da un lato con il polo fieristico della Fortezza da Basso dall’altro. La piazza Ghiberti conclude quindi nell’area sud-est il sistema delle grandi piazze storiche (Indipendenza – san Marco - santissima Annunziata – D’Azeglio) che com’è noto vivono e amplificano rapporti di alta prestazione dei contenitori edilizi che le circondano. Il concorso richiedeva direttamente o indirettamente un’interpretazione e un processo di ottimizzazione di quanto stava accadendo e infatti è sotto i nostri occhi un processo da gestire ed orientare in modo opportuno: le ex carceri di santa Teresa e santa Verdiana diventano le sedi delle lauree triennali e magistrali della facoltà di Architettura, l’edificio della Nazione si predispone a contenere un Trade Center, l’ex aula bunker offre l’opportunità di prevedere altri spazi per il verde e lo sport (piscina coperta) di cui il quartiere ha assoluto bisogno, insieme a servizi per la salute, luoghi di socializzazione e di soggiorno collettivo. Ma questo tipo di attività potrà essere facilmente affiancata (e in qualche caso integrata)con le necessità del polo universitario, anche con la dislocazione di strutture di ricerca di carattere dipartimentale. In questo quadro, il sistema a rete dei vuoti urbani (piazze, marciapiedi, aree dei mercati, cortili interni agli isolati, verde) assolve una funzione strategica essenziale, proponendo livelli di fruizione e modi d’uso inediti e di grande qualità. Le nuove funzioni del polo di piazza Ghiberti, senza confliggere con le esigenze di vita dei residenti, costituiscono un’opportunità non indifferente per la qualità della scena urbana, fornendo occasioni molteplici di interesse e di relazione, ottimizzate anche dalla presenza dei parcheggi interrati (Ghiberti e Beccaria). Quanto sopra riguarda ovviamente la considerazione di piazza Ghiberti entro il contesto del centro storico fiorentino nella situazione attuale e nelle prospettive future più immediate. Tuttavia, con riferimento specifico alle attuali previsioni dello zoning del piano regolatore urbanistico vigente, si deve ricordare che l’intervento ricade entro la normativa del “Centro storico entro le mura”2 e tuttavia occorre notare che, al di là delle specifiche normative in essere, prima il lavoro di partecipazione promosso dal comune di Firenze e poi gli esiti del concorso internazionale fanno assumere al presente progetto una connotazione speciale, in quanto le opzioni in esso contenute possono a buon diritto dirsi la risultante di una elaborazione collettiva a lungo dibattuta e monitorata, anche attraverso il confronto di numerose soluzioni progettuali proposte dai diversi gruppi partecipanti al concorso internazionale, che hanno trovato documentazione in mostre, dibattiti e pubblicazioni.3 Da questo punto di vista gli aspetti specifici del P.R.G. vigente appaiono una premessa necessaria, ma non sufficiente all’impostazione del problema. Gli aspetti propriamente progettuali derivati dagli esiti del concorso internazionale, se da un lato sono da considerare rispettosi di queste indicazioni, devono tuttavia essere assunti come una risposta concreta e di tipo oggettuale alle prospettive urbanistiche d’insieme che la città ha elaborato in questi anni, fornendo due distinte prestazioni, inscindibili in concreto: la qualità della scena urbana, oggi affidata soprattutto a vuoti di resulta dell’edificato e quindi luoghi non identitari;
Specificatamente gli interventi previsti in aderenza alla Facoltà di Architettura riguardano l’area A5 (Art. 22 del PRG vigente, classe 5) definiti “edifici d’epoca successiva compatibili con il contesto”, mentre le mappe del PRG tuttora riportano i “casalini” oggi demoliti con destinazione di “viabilità di progetto a raso” (sottozona F3, Art. 54, F321P). 3 Cfr. Graziella Sini: “Concorso per la nuova sistemazione di piazza Ghiberti” in OPERE, n. 12, a. IV marzo 2006 pag. 70. 2
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la qualità delle architetture e dei nuovi contenitori edilizi, che svolgono nel nostro caso il ruolo di elementi direttori dei margini della nuova piazza Ghiberti. Si nota infine che il progetto propriamente edilizio ed architettonico, con autentici caratteri di innovazione costruttiva rispetto al contesto, riguarda soltanto il nuovo ingresso alla facoltà di Architettura e i sottostanti volumi da dedicare ad attività terziarie, mentre i box dedicati al mercato delle pulci sono costituiti da edicole leggere, semplicemente ancorate sul sedime della piazza esistente, e quindi tecnicamente rimovibili.
Largo Annigoni - Note di carattere storico Quanto illustrato in precedenza riguarda gli eventi che hanno prodotto lo stato dei luoghi nel corso degli ultimi 50 anni. Il sito tuttavia, come tutto il centro storico fiorentino, vede processi importanti di trasformazione da almeno 6 secoli. L’ex monastero di santa Verdiana, ad esempio, ovvero l’attuale sede della facoltà di Architettura, è stato fondato nel 1400 per volontà del notaio Ser Niccolò di Manetto di Buonagiunta per le monache vallombrosane, e fu intitolato a San Giovanni Gualberto e santa Verdiana da Castelfiorentino, una monaca vissuta per 34 anni nella prima metà del XIII secolo. Posto sotto la protezione della Signoria fiorentina, il convento venne ristrutturato nel 1460 per volere di Cosimo il Vecchio de’ Medici. Ulteriori trasformazioni intervennero nel corso del Cinquecento e del Seicento, quando la chiesa del convento fu arricchita da diverse opere d’arte. Dal 1866, in seguito alla soppressione, ha ospitato un carcere femminile. Dopo la dismissione di questo, l’arch. Roberto Maestro è stato incaricato di trasformare l’ex carcere nella nuova sede della facoltà di Architettura, che costituisce oggi uno dei luoghi più dinamici dell’intero quartiere di santa Croce. Il mercato di sant’Ambrogio, insieme al Mercato Centrale, fu realizzato nel 1873 su progetto di Giuseppe Mengoni; in esso vengono esposti banchi di vendita di generi alimentari, ogni giorno della settimana. Al di fuori, in tutte le strade circostanti, un mercato delle verdure e delle erbe costituisce al mattino uno dei luoghi più frequentati del quartiere. È quindi da addebitare alla crescita urbanistica di Firenze Capitale l’installazione del mercato di sant’Ambrogio, con tutti i suoi accessori e depositi e quindi indirettamente anche la crescita di spazi urbani accessori nelle aree attigue, divenute prima depositi e piazzali e poi parcheggi. Infatti, la demolizione delle mura, la costruzione del sistema dei viali e del polo di piazza Beccaria aprivano a diverse possibilità tutto il settore orientale del centro di Firenze. Invece, solo 40 anni prima, ovvero nel 1843, come dimostrata dalla pianta di Firenze del Fantozzi riprodotta a fianco, tutta l’area era contraddistinta essenzialmente da orti entro le mura urbane, con l’eccezione del convento di santa Verdiana. Ma, a parte il convento e il mercato, difficilmente il luogo può vantare valori identitari di antica prospezione. A questa situazione originaria relativamente povera, inoltre, si è venuta a sovrapporre prima la costruzione dell’edificio de La Nazione e finalmente quella del parcheggio interrato, con la conseguente mineralizzazione definitiva dei lastrici, ma con la nascita di un vuoto urbano, in sostituzione di altri vuoti, già parcheggi e piazzali. Una piazza? Sì e no: tutti sanno bene infatti che questo luogo è privo di quella compiutezza che il lavoro del Laboratorio chiedeva di realizzare.
Il luogo del progetto, piazza Ghiberti e le aree limitrofe Guido Ferrara 37
Bonsignori 1584.
Fantozzi 1843.
Zocchi 1783.
Poggi per Firenze Capitale. 1865-1871.
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Largo Annigoni, stato attuale.
Largo Annigoni - lo stato attuale
Area Ghiberti - stralcio del P.R.G del comune di Firenze all’epoca del concorso.
ta pienamente disponibile per sua natura ad esprimere e realizzare le esigenze del quartiere e della comuni-
Il luogo, su cui una successione di interventi edificatori ha determinato l’esistenza di uno spazio vuoto, risultà cittadina: la tipologia dell’opera dunque attiene ad un arredo urbano allo scopo di far assumere identità ad uno spazio di vita collettiva, in un quartiere emergente nel contesto del centro storico e ad esso formalmente e strutturalmente integrato. Si tratta di un’area complessa: la “piazza” è in realtà solo il solaio di copertura di un parcheggio interrato a due piani. Sul lato sud una rampa ingresso e di uscita dal parcheggio conclude Via Paolieri. Se il lato sud è costituito dal lato semidiroccato della facoltà di Architettura, il lato ovest si apre al mercato di sant’Ambrogio e a via della Mattonaia, mentre sul lato est si staglia il retro degli edifici già del quotidiano La Nazione. Infine, il lato nord è contraddistinto da uno skyline proprio di una edilizia minuta che, solo con la formazione della nuova piazza, ha recentemente visto interventi di riqualificazione sulle parti più degradate e al piano terreno ha già trovato occasione di sostituire i magazzini in locali di ristorazione. Dal punto di vista paesaggistico, in estrema sintesi, pur appartenendo al centro storico di Firenze, il contesto è quello dipendente da interventi edilizi profondi, di cui alcuni recenti (La Nazione dell’arch. Spadolini, ma anche le coperture in ferro del mercato delle verdure di sant’Ambrogio) e altri recentissimi (parcheggio e box di servizio dell’arch. Natalini), con la presenza nella piazza di quattro alti pali di illuminazione “in stile” ottocentesco. I prospetti storici (nord e sud) hanno oggettivamente poca storia rispetto a queste innovazioni forti che si attribuiscono il carattere di prevalenza In relazione ai vincoli esistenti sull’area, la provincia di Firenze identifica l’intero centro storico di Firenze come un’area connotata da azioni di tutela di vario segno, con riguardo anche alla presenza del vincolo archeologico. Il centro storico è dunque sottoposto a tutela paesaggistica come un intero, anche se ognuno sa che ogni strada, ogni piazza, ogni cortile interno possiede caratteristiche ecologiche, storiche e percettive diverse le une dalle altre. Il vincolo paesaggistico, per sua natura, è proposto al fine di conservare beni e strutture che costituiscono risorse preziose per la collettività.
Il luogo del progetto, piazza Ghiberti e le aree limitrofe Guido Ferrara 39
Entro queste, tuttavia, possono essere presenti elementi di degrado e a questo fine il Codice dei beni culturali recita all’art. 135 comma 3: Al fine di tutelare e migliorare la qualità del paesaggio, i piani paesaggistici definiscono per ciascun ambito specifiche prescrizioni e previsioni ordinate: a) al mantenimento delle caratteristiche, degli elementi costitutivi e delle morfologie dei beni sottoposti a tutela, tenuto conto anche delle tipologie architettoniche, nonché delle tecniche e dei materiali costruttivi; b) all’individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio compatibili con i diversi livelli di valore riconosciuti e con il principio del minor consumo del territorio, e comunque tali da non diminuire il pregio paesaggistico di ciascun ambito, con particolare attenzione alla salvaguardia dei siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO; c) al recupero e alla riqualificazione degli immobili e delle aree compromessi o degradati, al fine di reintegrare i valori preesistenti, nonché alla realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati; d) all’individuazione di altri interventi di valorizzazione del paesaggio, anche in relazione ai principi dello sviluppo sostenibile.
E all’Art. 143 comma 9 aggiunge: “Il piano paesaggistico individua anche progetti prioritari per la conservazione, il recupero, la riqualificazione, la valorizzazione e la gestione del paesaggio regionale indicandone gli strumenti di attuazione, comprese le misure incentivanti.” Non essendo evidentemente proponibile un piano paesaggistico per il caso in esame, il presente progetto intende comunque assolvere i compiti prescrittivi di cui agli articoli del Codice sopra citati e in particolare quelli dei punti b) e c) dell’Art. 135 e non a caso lo stesso centro storico di Firenze è un sito inserito nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Come si è visto, il nostro contesto ha una sua storia e quindi una sua condizione di stato ambientale che deve essere considerata attentamente in questa sede, sia a causa degli eventi di trasformazione recenti che sono stati precedentemente descritti, sia a causa della propria autoreferenzialità, ovvero alla modesta capacità di interferire a livello percettivo con altri contesti, anche se prossimi, come ad esempio il sistema dei viali, piazza Beccaria, piazza D’Azeglio e simili, sia infine a causa delle dimensioni effettive del comparto, pari A 5.996 mq., peraltro ben delimitato da isolati imponenti. Queste considerazioni comportano almeno alcune significative conseguenze: • in primo luogo in questo contesto gli aspetti di trasformazione innovativa come quelli relativi al mercato delle Pulci e al nuovo ingresso della facoltà di Architettura finiscono per costituire vere e proprie opportunità, non solo e non tanto sotto il profilo funzionale, ma soprattutto ai fini ambientali e paesaggistici, per quanto interventi finalizzati in modo specifico alla riconsiderazione qualitativa della scala urbana di livello locale; • in secondo luogo il carattere assunto dal luogo a seguito degli interventi propone al progetto di sistemazione della piazza un ruolo prevalente di restauro ambientale e percettivo.
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ALLEGATO 2 Stralcio dal documento finale del laboratorio di partecipazione – 5 marzo 2005
A. Muoversi nel rione Un ruolo centrale è al momento svolto dall’asse borgo La Croce – via Pietrapiana, da consolidare e ulteriormente proteggere, ma diverrebbe molto significativo farne la spina di un sistema pedonale più ampio centrato su piazza Sant’Ambrogio con un nuovo asse trasversale del rione e valorizzando la nuova piazza Ghiberti insieme ad una rinnovata piazza de’ Ciompi. Un nuovo asse trasversale che possa collegare in sicurezza il sistema delle scuole su san Giuseppe passando per la piazza Sant’Ambrogio sino al giardino di piazza D’Azeglio, riqualificando nel suo procedere commerci ed artigianato che si snodano lungo quest’asse oggi in diverse parti fortemente degradato. Un primo percorso protetto su via de’ Macci, con adeguati snodi su Ghibellina – Agnolo pensati e progettati come punti notevoli, con la dignità di Canti, configurati per intercettare le direttrici carrabili con visibilità e gerarchia tale da costringere naturalmente il traffico alla precedenza e in ogni caso a rallentare. Dalla piazza sant’Ambrogio, a questo punto cuore del sistema, il percorso potrà continuare lungo via Carducci in forma mista (pedonale e carrabile), ma protetta, per ritrovare un nuovo punto notevole nell’attraversamento verso la piazza D’Azeglio, anche qui come percorso preminente, fortemente marcato e anche qualitativamente adeguato per sovrapporsi, rallentandolo, al traffico locale e permettere un accesso importante al giardino che è una delle più importanti risorse verdi della zona, da qualificare con nuove attività e presenze. B. Spazi sociali per una comunità: cultura, sport, aggregazione sociale Il primo livello di socializzazione passa dalla consuetudine all’incontro negli spazi pubblici e diventa quindi centrale il ruolo del sistema delle piazze e della strada. La sistemazione di piazza Ghiberti offre l’opportunità per orientare in questo senso le valenze di socialità di questa grande piazza insieme al mercato di sant’Ambrogio, dando insieme una nuova prospettiva di identità locale alla piazza dei Ciompi: il primo uno spazio per l’incontro tra tutti, da dentro e da fuori il rione, e il secondo uno spazio più intimo, per chi qui vive e cresce, da rigenerare come cuore storico del rione stesso. Un sistema di piazze che a cominciare dalla stessa santa Croce deve ritrovare anche nella sacralità laica e spirituale di un luogo e di una comunità un nuovo rapporto con il sistema città, spesso fagocitante i valori locali nel valore d’uso museale urbano. Infine un sistema che possa valorizzare risorse presenti come piazza D’Azeglio riammettendola nel corso dell’intera giornata nel circuito vitale del rione. Sulla stessa linea pare porsi la questione dello sport ed il tempo libero con un possibile autonomo ruolo dell’associazionismo supportato dal Quartiere per recuperare spazi sottoutilizzati (come nel caso dell’area dietro l‘IPAB sant’Ambrogio per lo sport giovanile di rione). Al tempo stesso su un altro fronte vanno attivati processi di mediazione forti da parte dell’Amministrazione nella riconversione degli edifici in dismissione della zona, da una parte con interventi pubblici come nel caso delle Murate e prossimamente per l’aula-bunker o dall’altra negli interventi privati nella contrattazione nei cambi di destinazione d’uso. Azioni di mediazione in casi come La Nazione dove una quota (per la pubblica utilità) potrebbe essere orientata verso la realizzazione di una piscina anche a gestione privata ma convenzionabile con scuole, università e associazioni. C. Le persone: vivere e lavorare nel rione Uno spazio che presenta nell’alta concentrazione d’uso un grande valore ma anche altissime criticità che determinano da una parte disagi nella permanenza, ma dall’altra pericolosi rischi d’espulsione sia della residenza tradizionale che delle attività economiche più fragili: espulsione che significa l’interruzione di una esperienza di vita in
Il luogo del progetto, piazza Ghiberti e le aree limitrofe Guido Ferrara 41
Prospetto e vista lato opposto sull'area di progetto per il mercato antiquario.
un dato contesto, un irrecuperabile impoverimento traumatico di pezzi del tessuto sociale, economico e culturale. Questo rione, così centrale e storicamente significativo, vede nelle storie dei suoi abitanti il carattere popolare che ne ha segnato l’identità, negli ultimi decenni travolto dai processi di trasformazione della città e della società. Emigrazioni ed immigrazioni, ridefinizione dei modelli lavorativi e famigliari, crescita fondiaria, forti rifunzionalizzazioni di grandi complessi come le Murate e gli altri complessi conventuali ora universitari, hanno innescato i meccanismi della cosiddetta gentrification residenziale e commerciale (cioè un effettivo miglioramento estetico e sostanziale del luogo che comporta l’avvento di classi più agiate o motivate economicamente, ma causa l’allontanamento di chi lo occupava in precedenza). D. Piazza Ghiberti: pensare insieme uno spazio per il rione Una nuova piazza, in un contesto così denso di spazi, valori, legami e funzioni, è un’occasione irripetibile per inserire nella vita di questo rione un tassello capace di avviare nuove azioni e relazioni su tutto l’intorno. Una nuova piazza dove prima stavano magazzini e parcheggi, dove stava un retro di funzioni urbane, oggi troverà nuova centralità. Piazza Ghiberti è al centro di un nuovo sistema di relazioni: è una nuova porta della città per chi arriva da fuori, con la eccezionale dotazione di parcheggi tra Ghiberti e Beccaria, è prospiciente al principale asse pedonale del rione e al circuito ciclabile cittadino, affaccia sulla vitalissima piazza del mercato e potrà essere il principale accesso alla facoltà di Architettura. Ulteriori nuove realtà andranno a proporsi: dalla ricollocazione del mercatino dei Ciompi alle nuove connessioni urbane che si attiveranno con le Murate attraverso la riapertura dell’area aula- bunker, sino al ruolo delle nuove funzioni assunte con il riuso del complesso de La Nazione. Una fitta rete di polarità, percorsi, attraversamenti che da subito può delineare il carattere preminente di questo nuovo luogo della città, uno spazio per l’incontro.
Dal progetto preliminare al progetto definitivo del nuovo mercatino antiquario 2006/2007 Responsabili per il gruppo del progetto architettonico Alberto Breschi, Nicola Ferrara, Barbara Lami Responsabile per il gruppo del progetto strutturale Giacomo Tempesta Responsabile per il gruppo del progetto impiantistico Giovanni Ghini
Dopo l’esito del concorso, esposto in sede pubblica a partire dall’incontro con enti pubblici e privati interessati, avvenuto presso la facoltà di Architettura nel marzo 2006, si sono venute man mano precisando le
pagina a fronte Largo Annigoni. Documentazione fotografica dell’area d’intervento.
richieste delle diverse parti coinvolte nel progetto. L’assessorato alla Pianificazione del Territorio, Edilizia privata, Centro storico del Comune di Firenze inviava ai diversi enti interessati e per conoscenza ai progettisti vincitori del concorso, incaricati da Firenze Parcheggi S.p.a. di redigere il progetto preliminare, definitivo ed esecutivo, una serie di osservazioni e suggerimenti predisposti dall’Associazione Città Ciclabile, in merito agli arredi da inserire nella piazza. Nel settembre dello stesso anno, presso l’Assessorato alla Partecipazione democratica del Comune di Firenze, ha luogo un incontro fra i rappresentanti del Quartiere, del citato “Laboratorio di partecipazione”, del mercato antiquario, dell’Università – presenti i progettisti vincitori del Concorso -, per una migliore definizione degli obiettivi da precisare entro il progetto di sistemazione di piazza Ghiberti. Una ampia discussione ha permesso di approfondire molte delle tematiche già proposte dal Laboratorio, senza escludere un riferimento ai contenuti del documento appena citato. Inoltre, veniva fatta pervenire ai progettisti la richiesta da parte del Consorzio del mercato antiquario di piazza dei Ciompi sui requisiti minimi ed essenziali perché il mercato di antiquariato potesse operare e mantenere la sua identità senza confondersi con i troppo numerosi e anonimi centri commerciali1.
Elenco dei requisiti richiesti dagli operatori del mercatino: - Conoscere prima possibile le dimensioni di ogni singolo stand, sia come spazio interno che come spazio esterno, tenendo presente che oggi ciascun consorziato dispone di 16 mq. interni e 3 mq. esterni e che la misura interna ed esterna di tutti gli stand sia uguale. - I materiali di costruzione dei nuovi banchi devono essere idonei al tipo di lavoro svolto dagli occupanti. - Il mercato è e deve essere un luogo di aggregazione. Gli stand dunque devono essere collegati tra loro con una tettoia di protezione dagli agenti atmosferici per consentire ai visitatori di girare nel mercato e non di entrare e uscire dal singolo negozio (ennesimo centro commerciale). - Essenziale un sistema individuale e generale di sicurezza per evitare furti, atti vandalici, occupazione abusiva notturna, etc. - Servizi igienici e possibilità di acqua corrente, eventuale fontanella. - Predisposizione elettrica per eventuali impianti di riscaldamento e climatizzazione. - Conoscere al più presto i costi per poter avviare la richiesta di finanziamento. 1
Planimetria dell’area con i punti di vista.
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pagina a fronte Progetto preliminare: schema e planimetria della sol. A derivante dal Concorso. Progetto preliminare: schema e planimetria della sol. B con box uguali e corridoio centrale.
Studio delle alternative progettuali Sulla base di queste richieste, nel corso dello svolgimento del progetto preliminare, agli inizi del 2007 ha avuto luogo un incontro fra i tecnici incaricati e una delegazione del Consorzio durante la quale sono state presentate dai progettisti due soluzioni per gli stand commerciali: una quasi identica a quella assentita dalle risultanze del Concorso internazionale e una più innovativa, limitatamente agli aspetti distributivi, ma sempre conseguente alla “filosofia” generale del progetto. La prima soluzione derivante dal Concorso non risulta corrispondente alle aspettative e si richiede ai progettisti lo sviluppo della seconda proposta, caratterizzata da un percorso centrale sul quale gli esercizi in modo paritetico trovano la loro unica apertura e accesso. Venivano anche precisate in via pressoché definitiva le dimensioni dei singoli stand, fissate preferibilmente in m. 3,60x5,00, pari a circa 18 mq. di superficie utile, con un’altezza interna attorno a m. 3,20. Questa seconda soluzione peraltro, oltre a rispondere a buona parte delle richieste degli esercenti, mette in evidenza due opportunità non indifferenti: • dal punto di vista della piazza, pur essendo assicurato un contatto di trasparenza con il mercatino e con la strada retrostante per mezzo di 6 varchi, si nota l’evidente vantaggio di disporre di un prospetto unitario, facilmente coordinabile in termini materici e architettonici con il fronte opposto della Facoltà di Architettura: questo assicura alla piazza stessa una molteplicità di usi per tutta la giornata, senza alcuna interferenza diretta o indiretta con il mercatino; • dal punto di vista della gestione e sicurezza, non c’è dubbio che una soluzione compatta, dove tutti gli esercizi si affacciano su un percorso che in tutto o in parte può essere chiuso durante le ore notturne, offre le massime garanzie. Come già esposto formalmente la soluzione proposta dal progetto premiato dal concorso era fondata sulla seguente linea di indirizzo : l’idea guida è quella di amplificare a effetto urbano i due padiglioni esistenti progettati dall’arch. Natalini per l’accesso al parcheggio, in modo da ospitare la quota del mercatino antiquario da allocare in fondi permanenti trasformati con materiali diversi (metallo, vetro e pietra serena). Questa soluzione non collide con lo skyline delle terrazze e dei tetti delle abitazioni retrostanti, perché tende a costituire un filtro fra residenza, strada e piazza attrezzata, ulteriormente rafforzato da un filare di alberi di media grandezza. I mini-negozi antiquari non annullano l’identità del vuoto urbano centrale della piazza (come è accaduto a piazza dei Ciompi), ma la rendono un filtro dinamico di vita e di interessi. Una “strada interna” alla piazza può essere formata attraverso l’impiego di edicole esterne di appoggio della mercanzia, chiudibili ad armadio durante le ore notturne.
La risposta che il progetto preliminare aveva offerto a suo tempo alle richieste del Consorzio del mercato antiquario, non si discosta da questa linea d’indirizzo, pur essendo evidente che per rendere possibile l’assoluta parità di condizioni dei 29 esercizi commerciali rispetto agli accessi, le “edicole esterne” dovevano essere trasformate in una vera sequenza di esercizi commerciali. Si nota peraltro che l’idea concorsuale originaria faceva comunque riferimento all' individuazione di un affaccio privilegiato dei diversi esercizi non verso la piazza ma ancora verso l’interno, in modo che la presenza del mercatino non fosse conflittuale con gli usi multipli che devono essere assicurati alla piazza e alla vita di quartiere.2 Si rinvia ancora una volta a quanto proposto dai progettisti nella soluzione presentata al Concorso internazionale, secondo cui: “La piazza pertanto è e resta piazza, ma sul lato nord diventa la sede di un mini villaggio di attrazioni. Essa al tempo stesso
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Dal progetto preliminare al progetto definitivo del nuovo mercatino antiquario 2006/2007 A. Breschi, N. Ferrara, B. Lami, G. Tempesta, G. Ghini 45
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Prospetto della soluzione A.
Infine la soluzione proposta nella fase progettuale del preliminare risponde, in modo più diretto e concreto, ai requisiti fissati in sede di Laboratorio Progettuale per il mercatino antiquario e segue quella precedentemente proposta nel Concorso di “amplificare” e riproporre i due padiglioni esistenti progettati dall’arch. Natalini. Di fatto, vengono costituiti cinque nuovi padiglioni di tipologia omologa a quella dei due esistenti, anche se con un movimento delle coperture pensato per mostrane le opportune differenziazioni. Le aperture per il libero transito del pubblico fra la nuova piazza e largo Annigoni non presentano più l’ostruzione delle mostre all’aperto, che nella proposta di concorso erano necessarie per la creazione della “strada commerciale” interna. Nel preliminare questa viene sostituita dalla movimentazione del volume dei 5 padiglioni, dato che ognuno viene sdoppiato al suo interno, per consentire appunto la presenza del percorso di collegamento “coperto per l’esposizione”, come nella specifica richiesta del Laboratorio, ripresa poi dal Consorzio. Il Progetto Definitivo del mercatino antiquario Per valutare l’evoluzione del progetto preliminare e i suoi possibili esiti operativi, nel maggio 2007 i tecnici incaricati sono stati invitati a una riunione convocata dall’assessore all’Annona del comune di Firenze, presenti gli amministratori e i tecnici dei tre assessorati coinvolti e l’amministratore delegato di Firenze Parcheggi. In particolare viene fatto presente che: • la piazza dovrà fornire al mercatino antiquario uno spazio adeguato ma non esclusivo, dato che gli usi multipli a cui essa è strutturalmente finalizzata devono essere assunti come prioritari; • in conseguenza, il progetto definitivo deve fare in modo che i varchi fra largo Annigoni e la piazza abbiano la massima agibilità da parte del pubblico; • la distanza fra l’ultimo dei 5 padiglioni del mercatino e l’edificio de La Nazione deve essere adatto alla libera circolazione dei mezzi, anche ingombranti, provenienti dall’accesso di via Paolieri (carico e scarico e sicurezza); I progettisti condividono pienamente queste osservazioni e hanno predisposto gli elaborati tecnici con le caratteristiche a seguito descritte. Gli usi multipli della piazza sono sempre stati i protagonisti del progetto: nel progetto definitivo si propone che l’allineamento degli accessi agli esercizi commerciali del mercatino antiquario dia luogo a un ingresso privilegiato dal lato del mercato di sant’Ambrogio, e che un’analoga continuità spaziale sia disposta sul lato de La Nazione. Questo dispositivo, durante le ore di apertura, rafforza la concentrazione delle attività comprende una pseudo-strada commerciale, in quanto - a fronte dei box del mercato antiquario - è collocata come si è visto una mostra permanente di mercanzie diverse, oggetti, quadri, ecc., disposti in vetrine e box chiudibili, evitando di assieparli in modo sparpagliato nelle immediate vicinanze degli esercizi commerciali. L’effetto d’insieme è quello di un complessso multivariato, colorato, ricco e vivace, attrattivo in tutte le situazioni della giornata. Una schermatura tipo brise soleil anche in questo caso può consentire un effetto di unitarietà prospettica sull’intero lato.”
Dal progetto preliminare al progetto definitivo del nuovo mercatino antiquario 2006/2007 A. Breschi, N. Ferrara, B. Lami, G. Tempesta, G. Ghini 47
Prospetto della soluzione B.
commerciali all’interno dello spazio dedicato al mercato, lasciando disponibile tutto lo spazio esterno a usi multipli di qualsiasi tipo; • ognuno dei varchi pedonali fra piazza e largo Annigoni ha una dimensione netta di m. 2,60, a cui si devono aggiungere i distacchi con il box del parcheggio (3,00 m.) e quelli sul lato ex La Nazione (min. 6,54 m., max 8,13 m.), per un totale di una luce complessiva di oltre 22,5 metri; • tutti i passaggi sono scoperti e permanentemente agibili, ben illuminati e intervisibili sia di giorno che di notte. Le eventuali chiusure di sicurezza dei locali commerciali del mercatino potranno realizzarsi per ognuno dei 6 box; • il distacco con l’edificio ex La Nazione permette ogni tipo di circolazione veicolare. Dal punto di vista delle tecniche costruttive di esecuzione, il mercato sarà composto da 29 box commerciali e un box servizi, ciascuno di 17 mq netti di superficie. I box sono assemblati in gruppi di tre, si creano così dieci strutture volumetriche indipendenti, collegate da un percorso centrale, assimilabile a una galleria commerciale, coperto con una struttura che offre protezione dalle intemperie e dall’irraggiamento diretto del sole (vetro strutturale e lamierino frangisole). Ognuno dei blocchi composto da tre box ha una superficie lorda di 58.2 mq, per un totale quindi di 582 mq; la parete che prospetta sulla galleria interna, sarà costituita da un grande infisso vetrato, e costituisce al tempo stesso la vetrina e l’accesso a ogni singola unità di vendita. La tecnologia costruttiva in carpenteria metallica, prevede una fase di studio, progetto e costruzione delle varie componenti in officina e una fase di assemblaggio in cantiere. Il progetto strutturale è affidato all’architetto Giacomo Tempesta e quello impiantistico al perito industriale Giovanni Ghini. Ogni blocco, costituito dalle tre unità di vendita (in un caso due, più il gruppo servizi igienici), è composto da una struttura in tubolari metallici, in ferro zincato, con cui si realizzeranno sia la pedana di calpestio che gli elementi verticali e di sostegno della copertura. I tamponamenti (sia verticali che orizzontali) saranno in pannelli strutturali isolanti in alluminio (metecno-isopak-alucobond) di spessori adeguati e variabili a seconda della funzione (parete o soffitto) da 20 a 60 mm. Il rivestimento esterno in pannelli di lamiera pre-trattata (spessore 3-5 mm) con giunto maschiato, sarà applicato a una struttura realizzata in catinelle di legno a sezione quadrata 30x30 mm intervallate, per creare complanarità e isolamento termico, con pannelli in sughero o pannelli in eps. L’iter realizzativo indicato dall’Amministrazione comunale stabilisce che le strutture del nuovo mercatino antiquario in piazza Annigoni dovranno essere realizzate nel rispetto del progetto unitario approvato dal Consiglio comunale con la delibera n. 2/2008 secondo un progetto costruttivo concordato con il Consorzio del mercato antiquario e delle Pulci che dovrà assumersi l’onere della realizzazione.3 Il Consorzio non darà seguito a questa indicazione e il progetto non avrà seguito. Il costo totale dei trenta box, copertura della galleria, eventuale sistema di chiusura con cancelli esterni, predisposizione per impianti tecnologici è pari ad euro 1.066.710,00.
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Vista da Via della Mattonaia.
Vista della galleria.
Dal progetto preliminare al progetto definitivo del nuovo mercatino antiquario 2006/2007 A. Breschi, N. Ferrara, B. Lami, G. Tempesta, G. Ghini 49
Planimetria della piazza con indicati anche gli arredi.
Dal progetto preliminare al progetto definitivo dell’edificio a margine di santa Verdiana 2006/2008 Responsabili per il gruppo del progetto architettonico Alberto Breschi, Eva Parigi, Giovanni Todesca, Matteo Zetti Responsabile per il gruppo del progetto strutturale Giacomo Tempesta Responsabile per il gruppo del progetto impiantistico Giovanni Ghini
Il progetto unitario Nel 2008 il Comune di Firenze, nel quadro delle opere di completamento del parcheggio interrato di piazza Ghiberti, oggi largo Annigoni, ha approvato all’unanimità con delibera di Consiglio n° 2008/C00002, il progetto unitario per la sistemazione dell’area corrispondente alla piazza a seguito del concorso internazionale, in cui in particolare è prevista la realizzazione di un edificio in aderenza al complesso di santa Verdiana per una superficie utile lorda di mq. 778,00 e la realizzazione di un’ampia pensilina in corrispondenza del nuovo ingresso della facoltà di Architettura. II Progetto Unitario si pone l’obiettivo di precisare i parametri urbanistici ed edilizi e l’assetto planivolumetrico dell’area, coerentemente con le disposizioni dello strumento urbanistico vigente e definire un quadro delle funzioni e attività previste per ciascun immobile, le modalità e la tempistica per la realizzazione dei lavori.1 Anche il progetto definitivo, presentato lo stesso anno, attua la normativa in relazione alla logica dell’impianto generale approvato che individua nell’accesso alla facoltà di Architettura l’elemento significativo di qualificazione dell’intero complesso, conforme al progetto unitario e ne accoglie le destinazioni d’uso differenziate2, determinate in conformità con le previsioni del vigente PRG.3 Nel rapporto con i cortili dell’ex convento si individua il ruolo strategico del nuovo edificio che, lungi da essere un tamponamento di un’area rimasta vuota, diviene ‘portale di una cittadella’, baricentro delle nuove “mura”, comunicazione fra il vuoto della piazza e quello dei cortili interni e in particolare del chiostro centrale di santa Verdiana che riassume il ruolo originario di fulcro e distribuzione per l’intero sistema didattico. La riorganizzazione funzionale dell’intero sistema distributivo del plesso didattico permette inoltre di collegare direttamente la piazza con il sistema delle Murate, attraverso un percorso pedonale diretto tra l’aula “bunker” e il retro del complesso che potrà essere ristrutturato a partire dalla sostituzione di alcune parti del vecchio sistema carcerario aggiunte in epoca recente all’impianto conventuale e assolutamente incongrue rispetto alla nuova destinazione didattica. V. Allegato 3 - Parametri del Progetto Unitario 2008. Una destinazione COMMERCIALE DIREZIONALE per l’area relativa all’art. 21, anche per quella minima porzione di area interessata dalla destinazione “F 2p” e una destinazione di PUBBLICO INTERESSE per l’area relativa all’art. 22, interamente interessata dalla destinazione “F2p”. 3 Per quest’area, contraddistinta dalle particelle 760, 416 e 779, il PRG prevede una diversa classificazione: per le particelle 760 e 416 – Edifici di classe 4, per le particelle 779 – Edifici di classe 5. Inoltre il PRG classifica l’area come zona “F 2p” con destinazione pubblica o di pubblico interesse. 1
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pagina a fronte Planivolumetrico con il nuovo mercatino antiquario e l’edificio a margine.
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DI FIRENZE
BANISTICA
POLIVALENTE NAZIONE PUBBLICA L PLESSO DIDATTICO DII ARCHITETTURA FIRENZE
BANISTICA
I FATTO POLIVALENTE PRINCIPALI NAZIONE PUBBLICA ON IL NUOVO EDIFICIO
L PLESSO DIDATTICO I ARCHITETTURA
VO
ESECUTIVO
scala 1:200 2008 SCALA Iaggio FATTO Vista a volo d’uccello della nuova sistemazione di piazza Ghiberti PRINCIPALI DATA AGG. ON IL NUOVO EDIFICIOFIRMA
Vista assonometrica d’insieme.
ESECUTIVO
AGG.
scala 1:200
SCALA
DATA
318
maggio 2008
430
837
VO
FIRMA 0
5
10
20 m
5
10
20 m
5
10
20 m
5
10
20 m
837
torio Moreni
318
430
PA - via G. La Pira 21 - Firenze
i, Prof. Arch. Guido Ferrara, Dr. Arch. Barbara Lami, Dr. Arch. Eva Parigi, ca, Dr. Arch. Matteo Zetti
Sovrapposizione sullo stato di fatto della sagoma del nuovo progetto.
torio Moreni
0
Prospetto lato S. Verdiana 1:200
pesta (strutture)
olfo PA -F.L. via Baratta, G. La Pira 21 - Firenze Dr. Arch. Claudio Pifferi (sicurezza)
.I. Prof. Giovanni Ghini (impianti) hi, Arch. Guido Ferrara, Dr. Arch. Barbara Lami, Dr. Arch. Eva Parigi, ca, Dr. Arch. Matteo Zetti
pesta (strutture)
837
olfo F.L. Baratta, Dr. Arch. Claudio Pifferi (sicurezza)
318
430
.I. Giovanni Ghini (impianti)
521
0
318
430
Prospetto lato S. Verdiana e sovrapposizione sagoma nuovo edificio 1:200
837
Progetto definitivo: Planimetria generale.
521
0
Dal progetto preliminare al progetto definitivo dell’edificio a margine di Santa Verdiana 2006/2008 A. Breschi, E. Parigi, G. Todesca, M. Zetti, G. Tempesta, G. Ghini 53
Il progetto definitivo4 Si richiedeva la presenza di un edificio per uffici sul lato sud della piazza, la cui dimensione planimetrica tuttavia non riesce ad assolvere il ruolo di cerniera espressiva fra vecchio e nuovo, fra pieni e vuoti. La soluzione progettuale proposta adotta alcuni criteri che vanno a integrare la dominante della pensilina a vela, ovvero: l’edificio coincide con il ponte funzionale a terra fra i vuoti dei cortili storici e la nuova piazza e assolve e consolida il ruolo di porta di tutto il lato sud; il cortile vuoto della facoltà di Architettura viene sostanzialmente coperto dalla pensilina, assumendo il ruolo di galleria urbana, ventilata e luminosa. L’architettura esprime un volume aggettante in parte sulla piazza, ruotato secondo l’allineamento del tessuto urbano storico e della pensilina, così da interrompere il consueto allineamento a filo degli edifici esistenti e da mettere opportunamente in evidenza l’importanza dei nuovi uffici direzionali. Non si tratta solo di un semplice contenitore edilizio, dato che sul tetto praticabile esso diventa luogo di percorrenza, raggiungibile dal pubblico con ascensori e rampe di scale, amplificando in tre dimensioni l’effetto città e le prestazioni urbane: in sostanza piazza Ghiberti si sdoppia in pianta e si triplica in elevazione, aprendosi a prospettive attualmente inesplorate. Questa soluzione permette di consolidare in via definitiva tutto il prospetto del lato sud, che in questo modo, oltre alla pensilina/portale diviene un’architettura simbolo dell’avvenuta metamorfosi, del luogo più rappresentativo del quartiere. L’edificio si compone di due piani fuori terra ed è completamente rivestito in pietra serena eccetto un’ampia vetrata continua in aggetto al piano primo. La destinazione, attuando la normativa in relazione alla logica dell’impianto generale e all’impostazione del progetto unitario, è commerciale a piano terra con un accesso diretto a una terrazza al piano primo direttamente connessa alla piazza, e di pubblico interesse su due livelli con ingresso a piano terra e un’ampia zona a uso polivalente al piano superiore. Il piano di copertura è utilizzato a terrazzo a ponte, in parte protetto dall’ampia pensilina, che si affaccia sul cortile interno di santa Verdiana e sulla nuova piazza Annigoni. Esternamente il progetto mantiene in sostanza la logica del progetto presentato al concorso, con un unico corpo sormontato dalla pensilina che segnala l’ingresso alla facoltà, ma differisce sia per un diverso disegno dei prospetti, che per la matericità delle finiture. Il calcolo strutturale della pensilina ne ha leggermente ridotte le dimensioni, mentre sul retro, nel cortile di santa Verdiana, viene demolita la scala in metallo esterna che impedisce l’ingresso da largo Annigoni e ricostruita integrandola nel disegno del nuovo edificio. Il progetto approfondisce inoltre le articolazioni funzionali della zona a uso pubblico e di quella a uso commerciale. Per la parte a uso pubblico viene individuata un’area d’ingresso ‘condominiale’ che accoglie i collegamenti verticali e suddivide gli spazi a piano terra e al piano primo, secondo un’ipotesi funzionale a uso uffici. Per ottenere il massimo della flessibilità, sono stati adottati pavimenti galleggianti e controsoffittature per accogliere tutta l’impiantistica, mentre la suddivisione dei locali è affidata a pareti mobili attrezzate che comprendono anche le armadiature e gli infissi.
4 Parametri del progetto: S.U.L. di progetto 537,92 mq - Area A relativa Art. 22 Area B relativa Art. 21. La SUL di progetto risulta molto inferiore a quella ammissibile dal progetto unitario a causa delle destinazioni del P.R.G. che suddividono l’area in due zone distinte con destinazioni e modalità d’intervento diversificate. Questa limitazione sarà superata negli anni successivi con il nuovo progetto affidato all’arch. Alberto Breschi che provvederà a richiedere una variante al piano.
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Prospetto su piazza Ghiberti
Pianta del Piano terra e del complesso di S. Verdiana Piano terra e prospetto principale.
Piano terra e prospetto principale.
Dal progetto preliminare al progetto definitivo dell’edificio a margine di Santa Verdiana 2006/2008 A. Breschi, E. Parigi, G. Todesca, M. Zetti, G. Tempesta, G. Ghini 55
Sezione longitudinale AA’
Pianta del Piano primo Piano primo e sezione longitudinale.
Vista notturna dalla piazza.
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Render in notturna dell’edificio.
Sezione trasversale attraverso il passaggio verso santa Verdiana.
Dal progetto preliminare al progetto definitivo dell’edificio a margine di Santa Verdiana 2006/2008 A. Breschi, E. Parigi, G. Todesca, M. Zetti, G. Tempesta, G. Ghini 57
Vista da via della Mattonaia e dall’interno sulla piazza.
Vista prospettica del blocco uffici della piazza
Vista dal nuovo edificio verso via della Mattonaia
Vista da lato La Nazione e vista dalla terrazza sulla piazza.
Vista prospettica verso il nuovo ingresso al plesso di S. Verdiana
Vista dalla terrazza verso il mercato
I locali di servizio sono collocati a piano terra e al piano primo. A livello ammezzato è ricavato un locale accessorio per impianti e/o deposito. La zona commerciale rimane sostanzialmente immutata e comprende un ampio locale completamente libero. I servizi sono collocati a piano terra e un blocco scala-ascensore collega il piano terra alle terrazze situate al 1° e 2° livello. La terrazza del 1° livello è predisposta per una eventuale messa in opera di un solaio di copertura, nell’ipotesi di una revisione delle norme attuali per adeguarla alle indicazioni del progetto unitario. Tutto il complesso ha una finitura esterna in pietra simile alla pietra utilizzata per la piazza antistante, posta in opera con un sistema di parete ventilata che accoglie anche il coibente termico.
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Schema assonometrico della struttura. Vista laterale dello schema strutturale.
Note costruttive - Giacomo Tempesta L’impianto strutturale del nuovo edificio di largo Annigoni è fortemente condizionato dai limiti di contorno costituiti dall’impianto delle paratie di contenimento del parcheggio sotterraneo e dagli edifici appartenenti all’attuale plesso didattico della facoltà di Architettura. Ulteriore elemento di forte condizionamento è costituito dall’ingresso al parcheggio da via Ferdinando Paolieri, sostanzialmente modificato rispetto al progetto iniziale. Quest’ultimo, allo scopo di consentire lo sviluppo dell’ampia curva di immissione alla quota inferiore del parcheggio, ha imposto di ritagliare una ulteriore e cospicua fetta di terreno rispetto al naturale allineamento del fronte laterale delle strutture di contenimento, determinando da un lato la marcata riduzione della superficie di suolo atto a contenere il sistema delle fondazioni del nuovo edifico, dall’altro una sostanziale irregolarità geometrica del sito in questione. Ne deriva una striscia di suolo utile che, partendo da una porzione sufficientemente ampia e al tempo stesso corrispondente alla superficie di nuova edificazione relativa alla zona destinata ad uso commerciale, si distende in una lingua di ridotte dimensioni verso il lato destinato agli spazi che saranno occupati dagli uffici. Al fine di evitare l’interazione con il sistema di diaframmi in c.a. che definiscono il perimetro del parcheggio interrato, la soluzione tecnica del sistema delle fondazioni del nuovo edificio si basa sull’uso di una tecnologia che prevederà la messa in opera di una rete di pali trivellati posti al di sotto di piastre o travi continue. La scelta di un sistema di fondazioni indirette è anche dipesa dalle caratteristiche proprie del sottosuolo che presenta una stratificazione nella quale il substrato superficiale di terreno eterogeneo di riporto si estende fino alla profondità di 3 metri prima di incontrare una stratificazione di ghiaia compatta e successivamente la presenza di un substrato roccioso di notevole spessore. Il sistema di fondazioni indirette permette inoltre di evitare, ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, l’inclusione in una categoria di suolo di tipo E in luogo di una tipologia di tipo B. Per le strutture in elevato si possono distinguere due parti distinte dell’edificio. La prima, relativa all’area destinata ad uso commerciale, è caratterizzata prevalentemente dalla presenza di setti armati, la seconda, relativa alla restante parte dell’edificio, è caratterizzata da un sistema di telai in profili d’acciaio, disposti a pettine sul fronte della piazza. Elemento di congiunzione tra i due sistemi strutturali è contraddistinto dall’apparato portante posto in corrispondenza della pensilina. In particolare va osservato che il sistema dei telai in acciaio dell’area uffici, disponendo di una superficie effettiva di appoggio sul terreno estremamente limitata, si caratterizza attraverso una configurazione geometrica che ne prevede porzioni completamente aggettanti, sostenute da appositi puntoni di controvento in grado di trasferire le sollecitazioni nella porzione di suolo utile, senza che vi siano, quindi, azioni dirette
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sull’impalcato di copertura del parcheggio se non per quelle derivanti dalle sole murature di tamponamento esterno. In corrispondenza di uno di questi telai, quale importante vantaggio rispetto alla riduzione delle sollecitazioni di ribaltamento, si è scelto di estenderne la struttura di telaio fino a comprenderne quella necessaria a sostenere le nuove scale di accesso alle aule superiori del plesso didattico di santa Verdiana. Il sistema degli impalcati prevede la realizzazione diffusa di solai in acciaio, lamiera grecata e calcestruzzo, secondo due tipologie. Quella destinata alla copertura di ampie luci, quali quelle dell’area commerciale e del solaio posto al di sotto della pensilina, prevede l’uso di travi HEA 240 sormontate da connettori Diapason in grado di rendere pienamente collaborante la soletta superiore in lamiera grecata e calcestruzzo armato. La seconda, a struttura molto più leggera, destinata alla soluzione per i solai dell’area uffici, si caratterizza attraverso l’uso di impalcati in lamiera grecata e calcestruzzo alleggerito, sorretti da orditure di travi in profili HEA 100 poste ad interassi opportuni. Elemento emergente dell’intervento strutturale è costituito dall’ampia pensilina che, sul fronte di largo Annigoni, si attesta in corrispondenza del nuovo ingresso al plesso didattico di santa Verdiana. L’impianto strutturale di sostegno parte da un unico elemento portante iniziale costituito da un nucleo scatolare a struttura mista in acciaio e cemento armato, realizzato attraverso un sistema intelaiato in profili in acciaio interamente annegati nel calcestruzzo. Al di sopra di tale elemento si dispone un impalcato orizzontale portante atto a sostenere, sul perimetro esterno, due setti paralleli che proseguono fino alla quota della pensilina e che ne costituiscono il sistema di appoggio. L’impalcato orizzontale, che sul lato corrispondente all’area commerciale trova appoggio diretto sul setto di confine di quest’ultima, dalla parte della zona uffici è interamente aggettante. L’aggetto è sorretto da una orditura di travi mensola realizzate in profili d’acciaio a sezione variabile. I setti di sostegno della pensilina, precedentemente citati, sono caratterizzati da una struttura intelaiata di profili d’acciaio muniti, nei riquadri tra montanti e traversi, di opportuni controventi di irrigidimento. La pensilina, la cui superficie di copertura è definita da un rettangolo di dimensioni 15 x 20 m, è costituita da un sistema di travi portanti disposte parallelamente ai due assi di allineamento secondo due successive gerarchie strutturali. La prima è contraddistinta dalle due travi longitudinali principali, realizzate con profili IPE 600, disposte in corrispondenza dei setti portanti e collegate trasversalmente da travi di identiche dimensioni, la seconda da due travi intermedie longitudinali, con profilo IPE 400, collegate anch’esse trasversalmente da elementi similari. I bordi esterni della struttura, sui due lati più lunghi, sono sorretti da mensole in acciaio con profili a doppio T a spessore variabile, mentre le parti aggettanti sul lato corto, sia sul fronte di largo Annigoni che su quello del cortile di santa Verdiana, vengono realizzate attraverso una orditura di lamine parallele poste in corrispondenza degli assi delle travi principali, mutuamente collegate da una cortina di piatti trasversali con funzione di brise soleil. Le strutture costituenti la parte centrale della pensilina sono chiuse in un carter in lamiera mentre le parti terminali risulteranno permeabili all’azione del vento e della neve. Un ulteriore sistema di piatti diagonali, disposti nella parte centrale della pensilina, fornisce alla struttura il necessario irrigidimento di piano.
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ALLEGATO 3 Norme tecniche di attuazione del progetto unitario - delibera di consiglio n°: 2008/c/00002-2007/01017
Art. 1 - Obiettivi e contenuti del PU Il Progetto Unitario (d’ora in poi indicato come PU) si propone l’obbiettivo di definire i parametri urbanistici ed edilizi e l’assetto planivolumetrico dell’area, coerente con le disposizioni dello strumento urbanistico vigente e definire un quadro delle funzioni e attività previste per ciascun immobile, le modalità e la tempistica per la realizzazione di lavori. Art. 2 - Elaborati del PU Il PU, oltre che dalle presenti N.T.A., è costituito dai seguenti elaborati: TAV.1A - Planimetria generale - Stato attuale, TAV, 4A - Stato di progetto, TAV.15A - Arredo urbano, TAV. 16A - Abaco arredo urbano. Relazione tecnica, Relazione arredo urbano. Art. 3 - Modalità di attuazione del Progetto Unitario Il PU è attuato mediante intervento diretto attraverso il rilascio di permesso di costruire per quanto concerne la ricostruzione dell’edificio posto in aderenza all’ex carcere di santa Verdiana e la realizzazione della pensilina in corrispondenza del nuovo ingresso al plesso didattico della facoltà di Architettura; per quanto attiene la formazione del mercato essa è soggetta al rilascio di un atto amministrativo che autorizzi l’occupazione del suolo pubblico. Art. 4 - Destinazioni d’uso ammissibili Le destinazioni d’uso ammissibili sono determinate in conformità con le previsioni del vigente PRG, che classifica l’area come zona “F2p - Attrezzature e servizi pubblici di progetto con simboli mercato/ centro annonario e attrezzature; centro storico entro le mura - immobile di classe 5. Art. 5 - Disciplina attuativa delle singole Unità di intervento Edificio da ricostruire Destinazione d’uso di progetto: di pubblico interesse. SUL ammissibile: mq.778,00. Numero dei piani di progetto: 2. Altezza massima di progetto: 8,58 mt. all’estradosso del solaio di copertura. Pensilina Altezza massima di progetto: Estradosso a mt. 12,10 dal piano di campagna. Indicazioni particolari: di forma pressoché quadrata (mt. 20,00 di larghezza imi. 25,50 di profondità) da posizionare in corrispondenza dell’ingresso del plesso della Facoltà di Archileltura con aggetto massimo di ml. 5,00 sull’area occupata dall’Università degli Studi. Mercato Numero dei piani di progetto: 1. Superficie max.: Mq. 938,00 circa (ml. 64,65 x 14,30). Altezza massima di progetto: Mt. 3,5 in gronda e mt. 5,2 al colmo della copertura. Indicazioni particolari: Il mercato deve essere costituito da nn° 30 box (di cui 29 commerciali e 1 servizi) con superficie di ing. 17,00 circa, ciascuno (ml. 3,45 x 4,90) e da un percorso centrale della larghezza di ml. 3,60.
Dal progetto preliminare al progetto definitivo dell’edificio a margine di Santa Verdiana 2006/2008 A. Breschi, E. Parigi, G. Todesca, M. Zetti, G. Tempesta, G. Ghini 61
Inserimento del progetto nel complesso di santa Verdiana con il nuovo ingresso e ipotesi di ampliamento.
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Il giorno che io mi sono messo a costruire una casa non credevo che avrei disegnato un ritratto di me stesso. il migliore di quanti io non abbia disegnati finora in letteratura. Curzio Malaparte Una casa tra Greco e Scirocco, Elleboro ed. 1940
2012/2021 I nuovi progetti e la loro realizzazione Alberto Breschi
• Una proposta a scala urbana per il Centro Storico di Firenze • Il nuovo Mercatino delle Pulci in piazza Annigoni • Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni • Una sfida strutturale Giacomo Tempesta • Interventi nel complesso di santa Verdiana
Nel 2012, a seguito della scadenza del permesso a costruire dei progetti scaturiti dal concorso internazionale del 2006, su tutta la vicenda si apre una nuova fase: • a scala urbanistica con una proposta da parte di Alberto Breschi per il Centro Storico di Firenze che viene descritta nel testo AMATA CITTA’ nel 2010 e che inserisce il progetto per Annigoni insieme ad altri interventi di riconversione e di recupero in un progetto urbanistico di ampio respiro di rinnovamento anche dal punto di vista di nuovi e più contemporanei linguaggi architettonici;
• a scala architettonica, con l’incarico ad Alberto Breschi da parte di Firenze Parcheggi per la progettazione di un nuovo edificio più consono alle esigenze funzionali della Società che recuperi appieno le prescrizioni del progetto unitario e un nuovo mercatino antiquario delle Pulci da parte del comune di Firenze che vada incontro alle esigenze degli operatori. Ambedue i progetti si concluderanno con la loro realizzazione.
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Una proposta a scala urbana per il Centro Storico di Firenze Alberto Breschi
Dopo le varie fasi e verifiche del progetto preliminare, definitivo ed esecutivo, e l’approvazione nel 2007 da parte del Consiglio comunale di un progetto unitario che comprende tutta l’area di largo Annigoni e il complesso di santa Verdiana per l’attuazione, in data 25/07/2008 viene rilasciato dal comune di Firenze il Permesso a Costruire n. 121/2008 e avviate fino al 2011 una serie di modifiche e integrazioni al progetto richieste dalla società Firenze Parcheggi s.p.a. all’architetto Breschi. In sostanza si rimette in discussione le generiche destinazioni funzionali di carattere commerciale e direttivo espresse nel permesso a costruire, e si decide di trasferire nel nuovo organismo l’intera struttura tecnico amministrativa della società al momento suddivisa in più sedi. Nel 2012 viene elaborato il progetto esecutivo e depositato il progetto strutturale al Genio Civile nel Giugno
pagina a fronte Posizionamento dei progetti recenti di santa Teresa e piazza Annigoni lungo la direttrice PilastriAlfani-Guelfa fino all’espansione metropolitana. In puntinato l’asse strategico all’interno del centro storico (la Fortezza da Basso e Piazza Beccaria ne segnano le estremità) ed evidenziata la sua matrice di orientamento della centuriazione nell’agro fiorentino. In tratteggio il nucleo storico già turistico.
2012 da sottoporre a validazione. La validazione viene effettuata dalla società Tecnoengineering S.R.L. Nello stesso anno scade il permesso a costruire e soltanto a fine 2015 si riaprirà la possibilità di un rilancio con un nuovo progetto affidato da parte della Firenze Parcheggi s.p.a. all’arch. Alberto Breschi e finalmente, a seguito dell’approvazione di una variante al PRG, si avvierà di nuovo l’iter realizzativo. La tavola di inquadramento urbanistico della nostra partecipazione al concorso era ripresa dagli studi condotti nel lontano 1978 per il progetto di sant’ Orsola dove si evidenziava una lettura e un tracciato significativo tra il polo della Fortezza da Basso e quello attorno a piazza Beccaria attraverso il percorso storico di via Guelfa, via degli Alfani, via dei Pilastri, il tutto accompagnato da una serie di considerazioni sulla morfologia dell’intorno.1 Nel progetto presentato al concorso nel 2006 il riferimento al polo di piazza Beccaria viene ulteriormente consolidato per la presenza di largo Annigoni e dei grandi contenitori storici presenti nelle immediate adiacenze quali santa Teresa, santa Verdiana e le Murate. Su questa traccia si costruisce nel 2010 l’ipotesi urbanistica di “Amata città”2 che riprende e ripropone il tema di una diversa lettura della città nato da una domanda molto semplice, ovvero: quale fosse l’ idea di città che abbiamo e che vorremmo.
Giovanni Bacciardi, Alberto Breschi, Carlo Clemente, Roberto Pecchioli – Una proposta per il recupero di funzioni urbane nel centro storico, Edizioni CLUSF Cooperativa Editrice Universitaria Firenze, 1973. 2 Amata città di Alberto Breschi con contributi di Serafina Amoroso, Andrea Branzi, Barbara Camocini, Claudia Giannoni, Giovanni Todesca. ALINEA edizioni 2010 “Amata città” raccoglie una serie di progetti che, insieme ad altri colleghi e amici, ho redatto nell’arco di circa 25 anni e che sono inquadrati in un’ipotesi urbanistica che dà loro un significato che va oltre il dato tecnico-funzionale. Tra questi un progetto significativo riguarda proprio quello di piazza Annigoni. 1
Tavola di sintesi urbanistica, progetto Sant’ Orsola 1971.
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Principali itinerari turistici nel centro storico di Firenze. Turismo di massa a Firenze e Turismo d’elite a Firenze - aspetti complementari della museificazione della città e perdita identitaria.
Ci siamo domandati se la città in cui viviamo risponde ai nostri desideri, se ci rappresenta nelle nostre aspirazioni di convivenza civile, offerta culturale o semplicemente habitat quotidiano. Ciò che anni fa prevedeva Pasolini, la spaventosa mutazione antropologica rivolta verso una omologazione del Brutto (inteso nel senso più lato) ha trovato paradossalmente in questa città rappresentante del Bello la sua più visibile epifania.3
Come cittadino mi sentivo privato del senso di appartenenza, come architetto provavo a capire come fosse potuto avvenire questo disastro e come fosse possibile opporsi a questo processo. È fuor di dubbio che una delle cause prevalenti fosse da ricercare nel cosiddetto “turismo di massa” che ha finito per incidere profondamente sulla trasformazione della struttura commerciale e residenziale del centro storico. Questo turismo, cosiddetto “mordi e fuggi”, ha invaso di souvenir ogni luogo del centro, mentre il cosiddetto “turismo d’elite”, che produce show-room di qualità, mostra un volto che non è dissimile da quello che si manifesta nelle altre città: negozi ormai del tutto standardizzati a Parigi, come a Londra, New York e Hong Kong determinano un livellamento di immagine e di comportamenti che sono un ulteriore segnale di scadimento e perdita di identità. Si può affermare che Il turismo di massa e quello d’elite sono due aspetti complementari di uno stesso fenomeno che modifica profondamente il volto di una città e la sua identità: da civitas a città museo. Secondo uno studio recente la quota di residenza nel centro storico, di circa il 30% del costruito alla fine degli anni ‘80, si è rapidamente abbassata al 10/15%. Utilizzando Firenze come ineffabile città di monumenti e di opere d’arte si è finito per dimenticare, trascurare o peggio, rimuovere, la sua proiezione nel futuro come “luogo contemporaneo per viverci”. Se è vero che ogni città ha il proprio mito formato da una serie di immagini stratificate nel tempo, parte integrante della sua cultura grazie alle quali essa è famosa, Firenze è una città “congelata” nel mito del suo passato a cui non ha saputo aggiungere un mito contemporaneo. La consapevolezza di oggi è che non riesce a esprimere pienamente le qualità di vita e le identità culturali di una comunità moderna, tutt’altro. Mi chiedo se sia ancora possibile reinventare una nuova dimensione urbana che sappia accogliere chi ci vive, studia e lavora, e penso sia urgente un coraggioso e difficile “progetto in controtendenza”, che coinvolga le nuove generazioni, atto a contrastare il progressivo processo di degrado della città.
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Antonio Tabucchi –“Gli Zingari e il Rinascimento- vivere da Rom a Firenze”, Edizioni Librerie Feltrinelli, Milano 1999.
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Un progetto per il centro storico: residenza e turismo rinnovabile La città asservita al turismo inarrestabile e di massa è identificata prevalentemente nel quadrilatero generato dal castrum romano da cui nascono e in cui convergono i percorsi turistici più inflazionati. Basta collegarsi al sito del comune di Firenze per avere conferma che tutti gli itinerari si svolgono attorno ai luoghi simbolo del turismo da cartolina: Battistero e Duomo, piazza della Repubblica e piazza della Signoria, piazza Strozzi e ponte Vecchio sono concentrati in un’area molto ristretta. Oltre quest’area la percezione della città e della vita che vi si svolge è diversa; i luoghi d’arte e di cultura, essendo più lontani, sono meno inquinati dal turismo becero. Non mi riferisco certo ai più noti musei di san Marco, dell’Accademia o il museo Archeologico, ma a luoghi meno frequentati e proprio per questo più interessanti quali il cenacolo di santa Apollonia o il chiostro dello Scalzo, il cenacolo del Fuligno o l’Opificio delle pietre dure e i musei universitari di Storia Naturale, Botanica, Paleontologia, Etnologia e Mineralogia, il museo MUDI agli Innocenti di piazza santissima Annunziata e per finire il museo di Arte e Storia Ebraica. Le università e le biblioteche di impronta umanistica, che troviamo particolarmente concentrate in questa parte del centro storico, sono frequentate da studenti, ricercatori e studiosi che provengono non solo da ogni parte d’Italia, ma in numero crescente dall’Europa e da altri continenti. Tra le facoltà più importanti troviamo le sedi didattiche, i Dipartimenti e le numerose biblioteche specialistiche delle facoltà di Lettere e Architettura, che si aggiungono al Kunsthistorishes institut, la biblioteca Marucelliana, il Conservatorio statale, il Rettorato e il Centro Linguistico di Ateneo e la biblioteca delle Oblate. Un quadro esauriente di presenze culturali amplissimo è completato da strutture urbane a carattere primario quali i due mercati ottocenteschi di san Lorenzo e sant’ Ambrogio, il teatro della Pergola e l’ospedale della santissima Annunziata e altre di importanza internazionale quali il centro Congressi di villa Vittoria, il palazzo degli Affari e il polo espositivo della Fortezza da Basso con i suoi 100.000 mq espositivi. Di particolare evidenza, è il più recente complesso delle Murate destinato a divenire il polo fiorentino dell’innovazione artistica. Il progetto di riqualificazione che ha già portato a un parziale recupero dell’ex-convento con la previsione del SUC (Spazi Urbani Contemporanei): non un mero luogo espositivo, ma un laboratorio permanente delle idee che faccia di Firenze il fulcro delle arti visive, della musica, del teatro, delle performances, passando per il cinema, la moda, la botanica e la cucina. Interdisciplinarietà e contemporaneità a 360 gradi.4 Il quadro di quest’area si completa con una quota di residenza ancora consistente e radicata che ha mantenuto una discreta presenza di esercizi commerciali espressamente dedicati alla vita cittadina. Vi si trovano trattorie e punti di ristoro, certamente diversi da quelli della tradizione fiorentina, ma ancora a buon mercato e soprattutto caratterizzati dalla presenza assidua e vivace di uomini e donne che nel centro storico vivono o lavorano. Un ritorno all’economia di prossimità è anche la risposta più efficace all’anonimato degli acquisti online e alla standardizzazione dei centri commerciali.
A questo proposito il 17 Gennaio 2010 Le Murate hanno ospitato un evento denominato Barcamp a cura delle principali realtà fiorentine del contemporaneo in tutte le sue declinazioni. Dai «vicini di casa», gli studenti di Architettura, fino al festival Costante Cambiamento e alla Lega di Improvvisazione Teatrale. E poi performance e workshop a cura, fra gli altri, di Pitti, Polimoda, Porta Romana, Versilia Danza e dell’istituto Andrei Tarkovskij. Si è discusso di filosofia col gruppo Humanamente e di architettura con numerosi architetti e docenti della Facoltà di Architettura. Evento clou è stato il concerto, a cura di Musicus Concentus, di Hauschka, compositore tedesco fra i guru europei della sperimentazione. 4
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Fascia di riferimento Pilastri-AlfaniGuelfa: Polarità d’interesse. Università e Biblioteche. Fascia di riferimento Pilastri-AlfaniGuelfa Musei e spazi d’arte. Fascia di riferimento Pilastri-AlfaniGuelfa Università e Biblioteche. Asse Pilastri - Alfani - Guelfa: Università e Biblioteche
Asse Pilastri - Alfani - Guelfa: Polarità
Asse Pilastri - Alfani - Guelfa: Musei
01. Fortezza da Basso
01. Cenacolo di Fuligno
02. Palazzo Congressi
02. Cenacolo di S. Apollonia
03. P.zza Indipendenza
03. Palazzo Medici Riccardi
04. Mercato Centrale
04. Museo di S. Marco
05. S. Marco / Accademia
05. Chiostro dello Scalzo
06. SS. Annunziata / Innocenti
06. Galleria dell’Accademia
04. Conservatorio di Musica Luigi Cherubini
07. Piazza Brunelleschi / S. Maria degli Angeli
07. Museo di Storia Naturale
05. Rettorato, Aula Magna
08. Giardino dei Semplici
08. Teatro della Pergola
09. Opificio delle Pietre dure
06. Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
09. Sinagoga
10. Museo degli Innocenti
07. Biblioteca di Architettura
10. Piazza S. Ambrogio
11. Museo Archeologico Nazionale
08. Kunsthistorisches Institut
11. Mercato di S. Ambrogio
12. Chiostro di S. Maria dei Pazzi
09. Lettere e Filosofia
12. Largo Pietro Annigoni
13. Museo di Arte e Storia Ebraica
10. Biblioteca Umanistica
01. Studi Umanistici e della Formazione 02. Fondazione Spadolini Nuova Antologia 03. Biblioteca Marucelliana
13. Complesso delle Murate
11. Middlebury College
14. Piazza Cesare Beccaria
12. Biblioteca di Storia dell’Arte 13. Biblioteca Comunale Centarle 14. Biblioteca delle Oblate 15. Archivio Storico 16. Architettura 17. Archivio di Stato
Questa parte di città, ancora vivace e potenzialmente ricca di opportunità e risorse, potrà essere l’alternativa al flusso turistico invasivo e al conseguente degrado dei servizi a esso dedicati. Da una parte sarà decisivo incentivare la residenza, con la possibilità di una alternativa e parziale ri-funzionalizzazione in quei complessi, ancora non utilizzati, che possono permettere innovazioni tipo-morfologiche più adatte a un habitat contemporaneo (tipo co-housing o tipologie alternative per studenti e giovani in generale) e migliorare la qualità della vita con un incremento di servizi assistenziali primari, di esercizi commerciali e attività legate al quotidiano. Dall’altra, poiché i servizi previsti per la classe turistica non coincidono con quelli previsti per la popolazione urbana residente, occorrerà favorire un nuovo “turismo rinnovabile” che riscopra l’autenticità e la quotidianità dei luoghi da visitare per superare quella tipologia di turismo consumistico secondo il quale ci si reca in una città d’arte una sola volta nella vita, si visitano i siti di rilievo, e in fretta si riparte. Al contrario del ‘mordi e fuggi’ l’offerta per un turismo rinnovabile tende a proporre quei valori di vita e di relazione che nascono proprio in una realtà urbana non artefatta da cui il turista trae esperienze positive e durature. I processi di sviluppo e contrazione urbana in rapporto alle città con un alta presenza turistica sono state analizzate in occasione della Convenzione di Ricerca dal titolo “Parco tematico della residenza” in cui sono stati indicati interventi progettuali e programmatici destinati a realizzare a Firenze un rilancio dell’offerta residenziale al fine di portare nuovi abitanti nel centro storico della città.5 Un parco tematico della residenza a Firenze 1998/99 - Convenzione di ricerca tra il Comune di Firenze e il Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano – prof. Andrea Branzi e arch. Barbara Camocini – e Dipartimento di Progettazione della Facoltà di Architettura di Firenze – prof. Alberto Breschi e arch. Giovanni Todesca.
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Il brano seguente, tratto da quella ricerca, chiarisce il concetto di cosmopolitan consuming class che, come a Londra o in altre città con modelli di vita avanzati, rappresenta i “city users”: non abitanti stabili ma persone che vivono la città per periodi di tempo anche prolungati, usando le stesse strutture e gli stessi servizi dei residenti.
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… La cosmopolitan consuming class comprende individui provenienti da ogni parte del mondo; essi, insieme all’ampia fascia di immigrati, fanno di città turistiche come Firenze un serbatoio culturale ricchissimo. Per indicare questo concetto, il sociologo e antropologo indiano Arjun Appadurai ha definito il termine Ethnoscape6, riferendosi al fenomeno transnazionale e interculturale derivato dai cambiamenti che interessano la società e l’uomo. Turisti, immigrati, rifugiati, esuli, lavoratori temporanei, ma potremmo aggiungere ricerca9
tori e giovani imprenditori che si muovono creando nuove comunità ed eterogenei e inediti paesaggi urbani. AMATA-Amoroso 30-41 .indd 35
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A Firenze, pur la città non faccia parte degli assi finanziari internazionali come accade per le città globali, questo flusso contribuisce in modo diverso a portare la globalità nella realtà locale, con tutta la ricchezza culturale a esso collegata. Alcune città d’arte quindi accolgono importanti fattori di apertura, tipici della cultura globale, attivati però in contesti economici spontanei e informali. Nelle aree centrali o semicentrali di città quali Londra, Berlino, Amsterdam, Barcellona e New York le attività creative hanno portato nuova linfa vitale e sempre più imprese e progetti si nutrono di capacità non convenzionali delle persone per individuare e risolvere problemi di natura complessa. Ed è proprio alla presenza di attività legate al design, all’architettura, alla pubblicità, al teatro, alla musica, alla danza o al cinema che si deve il recupero e la bonifica di molti quartieri abbandonati. Le stesse scelte e gli stessi stili di vita delle persone sono oggi sempre più influenzati da questo ethos, al punto che la scelta di “dove vivere” diventa altrettanto importante rispetto alla scelta del “per chi lavorare”.7
È stata intenzione dell’Amministrazione dare luogo a una nuova fase della politica urbana dedicata allo sviluppo dell’Accoglienza da parte della città; “Accoglienza”destinata non soltanto al turismo e ai residenti, ma a chiunque, per motivi di lavoro o privati, sia interessato a abitare (provvisoriamente o a lungo) a Firenze. Da queste considerazioni è nata un’ iniziativa che si inquadra nelle linee generali del nuovo Piano Strutturale e che per le sue componenti immobiliari, politiche e sociali, è destinata a rinnovare la forma (e soprattutto le funzioni interne) della città; si tratta infatti di un programma che non prevede nuove edificazioni, ma piuttosto una politica organica di recupero e rifunzionalizzazione di spazi interni esistenti, quali recupero di grandi contenitori storici dismessi (o in via di dismissione) che si trovano nel centro storico di Firenze, che saranno destinati a ospitare nuove funzioni miste, tra le quali la residenza; recupero di alcune fabbriche abbandonate destinate a essere trasformate in nuovi spazi di residenza (anche per artisti); trasformazione di strutture terziarie dismesse da destinare a nuove tipologie di residenza; ristrutturazione di vecchi quartieri popolari che necessitano di nuove tipologie residenziali e di nuovi servizi connessi. 6 Appadurai, Arjun, “Modernità in polvere”, Ed. Meltemi, 2001. 7 Giovanni Padula, “Flussi creativi fra città creative” in Cluster on innovation. City n.05, Edizioni Cluster s.r.l., Torino 2005.
Planimetria del sistema delle piazze, delle corti, degli slarghi nella fascia di riferimento Pilastri-Alfani-Guelfa. Il sistema delle due grandi piazze alberate ottocentesche interne ai viali (piazza Indipendenza e piazza d’Azeglio) che esaltano la simmetria dell’impianto urbanistico e hanno un collegamento viario diretto con il sistema costituito da piazza san Marco e piazza santissima Annunziata - il sistema costituito dai chiostri e dai cortili dell’ospedale di santa Maria Nuova, dei Dipartimenti della facoltà di Lettere e della Biblioteca umanistica, dalla piazza Brunelleschi. Planimetria del sistema del verde nella fascia di riferimento PilastriAlfani-Guelfa. Il sistema è costituito dai grandi giardini della Gherardesca, dei Borghesi e dei Semplici (comprendendo anche il giardino di san Clemente e quello retrostante dell’Ospedale degli Innocenti) e da una successione straordinaria di chiostri, piazze e cortili interni per i quali non ci pare azzardato che non si possa in futuro prevedere (fatti gli opportuni interventi) l’inserimento di momenti di servizio che interessino anche una scala inferiore a quella del quartiere e di collegamenti che ne ristabiliscano la originaria storica continuità.
quelli quelli che che attualmente, attualmente, e ai e ai primi primi deldel Novecento Novecento saranno saranno quartieri quartieri giàgià inglobati inglobati nella nella Firenze Firenze moderna moderna come come Novoli, Novoli, San San Donato Donato e San e San Jacopino. Jacopino.
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Il tracciato Il tracciato analizzato analizzato corrisponde corrisponde al al 2°2° decumano decumano e corrisponde e corrisponde alle alle attuali attuali viavia di di Novoli Novoli e via e via Maragliano Maragliano che, che, proseguendo proseguendo all’interno all’interno deldel centro centro storico, storico, collegano collegano i due i due poli poli della della Fortezza Fortezza e di e di piazza piazza Beccaria Beccaria at-at-
1515 Il centro della centuriazione coincide con il punto in cui oggi si incrociano le vie Strozzi, Tornabuoni, della Vigna Nuova e della Spada, in corrispondenza della porta occidentale dell’urbs. Centuriazione dell’agro fiorentino e posizione dell’urbs. L’urbs si colloca nella piana Firenze-Prato- Pistoia nel luogo dove a valle si chiude, alla confluenza del mungono con l’Arno. L’orientamento della centuriazione corrisponde all’orientamento della valle; la città invece è orientata secondo i punti cardinali, in base al criterio della tradizione.
Centuriazione dell’agro dell’agro fiorentino fiorentino e posizione e posizione dell’urbs. dell’urbs. Il centro Il centro della della centuriazione centuriazione coincide coincide concon il punto il punto in cui in cui oggi oggi si incrosi incro-Centuriazione L’urbs si colloca si colloca nella nella Piana Piana di Firenze-Prato-Pistoia di Firenze-Prato-Pistoia nel nel luogo luogo dove dove a valle a valle si si ciano ciano le vie le vie Strozzi, Strozzi, Tornabuoni, Tornabuoni, della della Vigna Vigna Nuova Nuova e della e della Spada, Spada, in inL’urbs chiude, chiude, alla alla confl confl uenza uenza del del Mugnone Mugnone con con l’Arno. l’Arno. L’orientamento L’orientamento della della centucentucorrispondenza corrispondenza della della porta porta occidentale occidentale dell’urbs. dell’urbs. riazione riazione corrisponde corrisponde all’orientamento all’orientamento della della valle; valle; la città la città invece invece è orientata è orientata secondo secondo i punti i punti cardinali, cardinali, in base in base al criterio al criterio della della tradizione. tradizione.
Studi comparativi legati al concetto di ‘creative cities’ hanno rilevato che Firenze si trova in posizione avanzata rispetto ad altre città italiane grazie anche all’affluenza di studenti, ricercatori stranieri e studiosi in
genere. A Firenze inoltre hanno luogo numerose manifestazioni legate alla creatività, sono state fondate
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numerose associazioni per l’arte, la moda, la musica classica e contemporanea e molte altre iniziative fra le quali lo stesso “festival della creatività”. Gli spazi della Fortezza da Basso dal 2009 sono stati il contesto ideale per le installazioni sulle “Metamorfosi
urbane” dei più grandi architetti e designers internazionali, lasciando spazio alla fantasia con proposte di nuovi e possibili modi di abitare gli spazi urbani.8 Da queste premesse scaturisce Il progetto per restituire il centro storico ai suoi abitanti, articolato in due operazioni strategiche, non necessariamente coincidenti con le fasi temporali, ma più specificatamente connesse a scelte di carattere politico e culturale. Nella prima operazione, prevalentemente di analisi, si individua, all’interno della cerchia dei viali, quella porzione urbana che attraversa il centro storico da est a ovest e si estende lungo una fascia segnata dal nuovo asse strategico Pilastri - Guelfa - Alfani, che pare possedere le caratteristiche e le potenzialità di “città vitale” e che inquadra urbanisticamente il progetto Annigoni, insieme a una serie di altri progetti analoghi in cui la memoria storica viene assorbita in un disegno dalla forte valenza contemporanea; non progetti ex-novo, ma progetti di “metamorfosi” che si pongono come parte integrante di un processo di trasformazione urbana e attuano programmi funzionali in linea con una visione della città che guardi più alla sua vivibilità che alla sua immagine. Contemporaneamente sarà poi necessario attivare una fase più operativa con modalità innovative per un incremento della residenza stabile e temporanea, ricorrendo a nuove forme dell’abitare9 per la ristrutturazione dell’esistente e le ipotesi di riconversione di complessi monumentali. Sarà necessario anche un progetto di ‘arredo urbano’ che renda l’asse Guelfa - Alfani - Pilastri visibile e riconoscibile nel suo nuovo significato di asse portante di questa parte di città.10
8 Alla Fortezza da Basso, contenitore privilegiato della città di Firenze, svolge il Festival della creatività dedicato in genere alla città, luogo in cui la creatività diventa innovazione, produzione e sviluppo. Durante i quattro giorni del festival si tengono incontri, talk show, workshop, performance con artisti, studiosi e scienziati provenienti da tutto il mondo. 9 V. i progetti ex Telecom per un co-housing di alto profilo, la Piattaforma tecnologica per vivere, studiare e lavorare nelle ex-officine della squadra di Rialzo, la residenza-atelier nel complesso di S. Orsola in “Un parco tematico della residenza a Firenze” 1998/99 - Convenzione di ricerca tra il Comune di Firenze e il Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano – prof. Andrea Branzi e arch. Barbara Camocini – e Dipartimento di Progettazione della Facoltà di Architettura di Firenze – prof. Alberto Breschi e arch. Giovanni Todesca. 10 V. Claudia Giannoni - Un progetto di arredo urbano per l’asse Guelfa-Alfani-Pilastri in AMATA CITTA’, Alinea 2008, pag. 42.
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Nuovo asse strategico: Pilastri - Alfani - Guelfa Firenze, vista dall’alto, mostra ancora ben evidente il più antico disegno della città che risale all’epoca etrusco-romana e ha una ben definita struttura quadrilatera corrispondente agli incroci stradali tra via dei Rondinelli e via de’ Cerretani, tra la parte absidale del Duomo e via del Proconsolo, tra via del Proconsolo e via dei Gondi per chiudere il perimetro quadrilatero sul lato tra via delle Terme e piazza santa Trinita. Firenze nasce intorno a un forum, ossia attorno a un luogo in cui si teneva un mercato, e la città è stata costruita secondo il tipico schema impostato sul cardo e sul decumano. Il cardo maximus partiva all’altezza dell’attuale piazza san Giovanni e proseguiva per via Roma e via Calimala, mentre il decumanus maximus percorreva quel rettilineo che oggi corrisponde a via del Corso, via degli Speziali e via degli Strozzi. La vita sociale dell’antica Florentia si svolgeva in luoghi in cui ancora oggi si ha un’intensa vita, ovvero nella zona di piazza della Repubblica. Il grande vuoto dominato dal porticato ottocentesco è ancora la stessa piazza di inizio secolo, ma adesso è occupato da una banale giostra e da bancarelle con le riproduzioni dei “gioielli” della città; i bei caffè delle Giubbe Rosse e Paszkowski, che un tempo hanno accolto generazioni di poeti, scrittori e artisti e che hanno vissuto le risse dei futuristi prima e ospitato Montale e la sua cerchia poi, oggi mostrano malinconicamente arredi in stile e menù turistici. Se osserviamo ancora la città dall’alto, risulta ben evidente come alla trama regolare, ortogonale e orientata secondo i punti cardinali del castrum romano si contrapponga un altro disegno che si sviluppa a partire dal XII secolo, al tempo della seconda cerchia di mura. Correva l’anno 1078, quando iniziarono i lavori di ampliamento delle mura Matildine: la zona del duomo, all’epoca occupata dal Battistero e dall’antica santa Reparata, a nord rientrò finalmente dentro le mura, mentre sul lato orientale la cinta muraria giungeva fino all’Arno, dove all’altezza di piazza dei Giudici, piegava verso borgo Santi Apostoli per percorrere tutta l’attuale via Tornabuoni. Firenze si popolava allora di circa ventimila anime e soprattutto aveva dato corso alla propria espansione verso i borghi vicini di Prato e della Val di Pesa. Tra le direttici più antiche troviamo il tracciato dell’antica via Cassia, nel suo percorso tra Luni e Firenze odierna che proseguiva per Arezzo. Corinto Corinti segnala la cittadina di Ad Maris Fievole Vecchia, Monsummano Terme, come punto di partenza del suo tracciato. Dopo Pistoia la strada incontra gli antichi borghi di Carratica e Badia prima di incontrare Hegliana, corrispondente alla moderna Agliana, e poi ancora Casale, Obiana, Cafaggio, San Giorgio, a Solaria Limiti, Santa Maria a Novoli, San Donato, San Jacopino e infine Firenze murata. Sul moderno tracciato che il Corinti con puntualità riporta, si trova invece il grosso borgo di Campi mentre scompaiono quelli che attualmente, e ai primi del Novecento saranno quartieri già inglobati nella Firenze moderna, come Novoli, San Donato e San Jacopino. Il tracciato analizzato corrisponde al 2° decumano e corrisponde alle attuali via di Novoli e via Maragliano che, proseguendo all’interno del centro storico, collegano i due poli della Fortezza e di piazza Beccaria attraverso via Guelfa, via degli Alfani e via dei Pilastri. Questo tracciato possiede una fortissima vocazione territoriale e, protraendosi verso la piana dove si sta consolidando l’area metropolitana, è rappresentativo di una nuova identità che, nel pieno recupero di una storia straordinaria, di memorie e tradizioni ancora presenti, esprime innovazione e cambiamento nei concetti di qualità urbana e di sviluppo sostenibile della vita quotidiana. Il percorso individuato rappresenta quella porzione di città che non vuole lasciarsi assorbire dal turismo di massa, e alla quale occorre dare mag-
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giore visibilità e nuovi valori, espressione di un rapporto dialettico fra passato e presente, fra memoria e attualità nell’ottica di una vera sfida per una Firenze del domani. Sintesi e progetto urbano Il tracciato Pilastri - Alfani - Guelfa diventa l’asse portante per un incremento residenziale e una riqualificazione delle attrezzature e dei servizi comunitari. La residenza e i servizi a essa dedicati favoriscono quel genere di produttività, genericamente chiamata “informale”, relativa al lavoro svolto da una nuova classe definita “creativa” che ormai, nei paesi avanzati, rappresenta la forza trainante dell’economia ed è impiegata nei settori di scienza e ingegneria, arte e musica, cultura estetica e design work, e perfino in professioni legate alla ricerca, alla conoscenza, alla salute, alla finanza. Questo genere di lavoratori dovrà essere supportato con attrezzature informatiche per la comunicazione e l’elaborazione dei servizi. La nuova classe di lavoratori creativi, organizzandosi preferibilmente in team-clusters, necessita dunque di spazi di residenzalavoro cui solo il co-housing potrebbe dare una risposta positiva. Il tracciato rappresenta il fulcro di un’area che, come visto in precedenza, per caratteristiche storiche e ambientali e presenza di funzioni di rilevante importanza culturale, edifici di struttura morfologica di pregio, appare particolarmente adatto a riflettere l’innovazione urbana. Innanzi tutto va sottolineata l’importanza del collegamento del sistema descritto con i due “punti forti” a scala urbana posti lungo i viali e rappresentati dalla Fortezza da Basso verso ovest e dalla nuova stazione dell’Alta Velocità di Norman Foster: il primo è strettamente connesso al sistema espositivo-congressuale e all’interscambio con i collegamenti ferroviari a livello regionale con santa Maria Novella, il secondo legato a scambi nazionali e internazionali. A est il punto focale è invece costituito dal sistema piazza Beccarla – piazza Ghiberti, centrale rispetto alle potenzialità degli isolati circostanti con il complesso delle Murate, il sistema universitario di santa Teresa e santa Verdiana, il mercato di sant’Ambrogio, le Murate e poco oltre l’Archivio di Stato, Montedomini, le Caserme. Le due strade parallele di via san Gallo e via Cavour assicurano infine il collegamento con l’ultimo “punto forte” del sistema viali: piazza della Libertà e Parterre. In questo disegno l’asse Pilastri - Alfani - Guelfa e il contesto a cui fa riferimento è quella parte di città che, per dirla con Saverio Mecca nella sua presentazione del testo Amata città, va dalla Fortezza alla Piazza Beccaria e che nella sua storia medioevale e moderna era rimasta compresa fra il quadrato romano, denso e compatto, e le mura che attendevano una crescita che non ci fu, a partire dall’800 vede svilupparsi un processo di evoluzione che ne fa una città altra e diversa da quella più antica. È questa una Firenze che dialoga e si allinea con la trama ortogonale della pianura che si estende verso Sesto e Prato, simbolicamente si appoggia quasi al nucleo romano e medioevale di pietra forte, ma, quasi ignorandolo, ruota e guarda dove l’orizzonte si apre nella Piana. Tiene dentro di se le tracce, i segni antichi, i grandi giardini e i muri più antichi e li inserisce e ridisegna nella trama ortogonale della città ottocentesca. I luoghi delle comunità chiuse, dei conventi e poi delle carceri progressivamente si aprono a nuove funzioni: la città della cultura e della scienza si espande e si consolida, dalle Murate a santa Verdiana e santa Teresa, all’Orbatello in via della Pergola, ai Servi di Maria alla Crocetta, alla futura sant’Orsola, senza però un disegno urbano unitario, una visione storica e strategica al tempo stesso. Breschi ci propone di guardare la città dall’Archivio di Stato di piazza Beccaria verso la Fortezza del Sangallo e vedere una città in cui la cultura e la scienza si concentrano in maniera eccezionale e ci invita ad averne coscienza per darle riconoscibilità e carattere proprio. Oggi questa parte della città, di cui l’Università è il cuore, quasi costituisce una seconda città, invisibile e opposta a quella del turismo e del commercio del quadrato d’oro: ogni giorno migliaia di persone, studenti,
Nuova-piazza Nuova-piazza Brunelleschi-S.Maria Brunelleschi-S.Maria degli Angeli”. degliQuesti Angeli”. dueQuesti sistemi due rilevanti sistemiper rilevanti i valoriper storici-monumeni valori storici-monumen tali e per tali l’attuale e per destinazione l’attuale destinazione pubblica (commerciale,universitaria, pubblica (commerciale,universitaria, ospedaliera) ospedaliera) sono le testate sono le ditestate un
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di u
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semicerchio semicerchio formato da formato una successione da una successione straordinaria straordinaria di chiostri,dipiazze chiostri, e cortili piazze interni. e cortili interni. 16
Individuazione Individuazione dell’asse ed aree dell’asse di pertinenza ed aree di pertinenza
professori e impiegati, entrano ed escono da aule, laboratori, biblioteche e uffici, studiano, leggono, parlano, si incontrano, animano le strade, i bar, i ristoranti, ma gli spazi della città, la loro forma, le strade, le piazze sembrano ignorare, negare questa presenza.
Lo schema appena descritto fa riferimento a quelle parti di città la cui potenzialità morfologica offre l’occaAMATA-breschi AMATA-breschi 8-29.indd 16 8-29.indd 16
sione per una reinterpretazione degli spazi esistenti e un loro riuso all’interno di una concezione unitaria che concorra a operare un ribaltamento dell’attuale tendenza alla paralisi della realtà urbana. I processi da mettere in atto riguardano essenzialmente le tematiche della riconversione e del recupero. In tal senso le normative predisposte dall’amministrazione per la proprietà privata appaiono riduttive e finalizzate solo al mantenimento di uno stato apparente di assoluta immodificabilità che tuttavia non ha impedito che si attuassero, dall’interno, in maniera costante e progressiva, micro-interventi che nel tempo hanno impietosamente compromesso il valore e l’integrità dei manufatti.11 Per ciò che invece riguarda il patrimonio più consistente degli edifici pubblici, c’è da osservare che le alienazioni dei beni ecclesiastici e in particolare dei complessi conventuali interni alla città operate dalle riforme leopoldine (1785), dalla gestione napoleonica (1808) e dal nuovo stato unitario (1865), hanno dato esito a un “blocco” di cospicue parti del tessuto rivendicandone, attraverso la mediazione dell’autorità statale, l’uso alla collettività. In effetti l’inserimento di precise tipologie (caserme, scuole, carceri, ospedali) e l’avocazione quindi a funzioni proprie delle istituzioni della “società civile”, nel momento in cui preservava tali contenitori pur degradandone e dissacrandone le strutture interne, di fatto scorporava tali preesistenze dall’ambiente cui si riferivano, alienandole alla fruizione quotidiana della popolazione dei quartieri e della città. La sfida per inserire nuove architetture e il recupero di questi complessi senza abdicare a un linguaggio contemporaneo rappresenterà quella svolta della politica urbanistica che è chiamata a lavorare per un reale rinnovamento della città.
11 Norme di attuazione del piano regolatore: all’interno del centro storico gli edifici sono prevalentemente di classe 0,1,2 – in cui sono ammissibili interventi di manutenzione ordinaria, di restauro fino al risanamento conservativo. Gli immobili possono essere destinati esclusivamente a funzioni compatibili con le loro tipologie e con il loro carattere originario.
Individuazione dell’asse PilastriAlfani-Guelfa e fascia di pertinenza.
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Tavola di sintesi tratta da: Una proposta per il recupero di funzioni urbane nel centro storico, Edizioni CLUSF Firenze, 1973 I sistemi sant’Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con l’isolato di santa Maria Nuova (B) costituiscono le testate dell’arco formato dalla distribuzione dei chiostri intorno alle piazza san Marco e santissima Annunziata Sistema delle piazze alberate ottocentesche: piazza Indipendenza piazza D’Azeglio. Sistema dei giardini che ha come testate il giardino della Vasca della Fortezza8-29.indd da Basso (1) e17 piazzale AMATA-breschi Donatello (2) Semi triangolo formato da: AMATA-breschi 8-29.indd 17 via Faenza, Borgo Albizi - via AMATA-breschi 8-29.indd 17 Pietrapiana e via Guelfa-AlfaniPilastri; quest’ultime assicurano il collegamento17 con i due punti forti a TA-breschi 8-29.indd scala urbana: Fortezza da Basso (a) e piazza Beccaria.
Tavola di sintesi
I sistemi S.Orsola - Mercato S. L l’isolato di S. Maria Nuova (B) c testate dell’arco formato dalla dei chiostri intorno alle piazza Annunziata
Sistema delle piazze alberate piazza Indipendenza-piazza D’A
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Tavola di sintesi I sistemi S.Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con l’isolato di S. Maria Nuova (B) costituiscono le Tavola disintesi sintesi Tavola testate didell’arco formato dalla distribuzione dei chiostri intorno alle piazza S.Marco e SS. IAnnunziata - Mercato S. Lorenzo (A) con Isistemi sistemiS.Orsola S.Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con l’isolato Nuova (B)(B) costituiscono le le l’isolatodidiS.S.Maria Maria Nuova costituiscono testate formato dalla distribuzione testate dell’arco dell’arco formato dalla distribuzione Sistema delle piazze alberate ottocentesche: dei intorno alle piazza S.Marco e SS. dei chiostri chiostri intorno alle piazza S.Marco e SS. piazza Indipendenza-piazza D’Azeglio Annunziata Annunziata
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Tavola di sintesi sintesi Tavola di sintesi Tavola di sistemi S.Orsola Mercato S. Lorenzo Lorenzo (A)(A) con I sistemi S. Orsola - Mercato S. Lorenzo con II sistemi S.Orsola -- Mercato S. (A) con AMATA-breschi 8-29.indd 17 l’isolato di S. S.diMaria Maria Nuova (B) costituiscono le l’isolato S. Maria Nuova (B)costituiscono costituiscono le l’isolato di Nuova (B) 17 Tavola di sintesi testate dell’arco formato dalla distribuzione le testate dell’arco formato dalladistribuzione distribuzione testate dell’arco formato dalla I sistemi S.Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con dei chiostri chiostri intorno alle piazza S.Marco e SS. SS. l’isolato di S. Maria Nuova (B)alle costituiscono le dei chiostri intorno allapiazza piazza S. Marco e dei intorno S.Marco SS. testate dell’arco formato dalla distribuzione Annunziata dei chiostri intorno alle piazza S.Marco e SS. Annunziata Annunziata Annunziata Sistema delle piazze alberate ottocentesche: Sistema delledelle piazze alberate ottocentesche: piazza Indipendenza-piazza D’Azeglio Sistema delle piazze alberate Sistema piazze alberate ottocentesche: ottocentesche: piazza Indipendenza-piazza D’Azeglio piazza Indipendenza-piazza D’Azeglio piazza Indipendenza - piazza D’Azeglio Sistema dei giardini che ha come testate il giardino della Vasca della Fortezza da Basso (1) e Piazzale Donatello (2)
Collegamento dell’area di studio con il “terzo Sistema deiPiazza giardini che ha come cometestate testate Sistema dei giardini che ha il ilil Sistema dei giardini che come testate punto forte”: della Libertà-Parterre giardino delladella Vasca della Fortezza daBasso Basso giardino della Vasca della da Basso giardino Vasca dellaFortezza Fortezza da Viali (1) e eSemi Piazzale Donatello (2) (1) Piazzale Donatello (2) triangolo formato da: via Faenza, Borgo (1) e Piazzale Donatello (2) Albizi-via Pietrapiana e via Guelfa-Alfani-Pilastri; quest’ultime assicurano il collegamento
con i due punti forti a scala urbana: Fortezza Collegamento dell’area di studio studio con con ilil “terzo “terzo Collegamento dell’area di da Basso (a) e piazza Beccaria (c) punto forte”: forte”: Piazza Piazza della della Libertà-Parterre Libertà-Parterre punto
Viali Viali
Sistema dei giardini che ha c giardino della Vasca della Fort (1) e Piazzale Donatello (2)
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piazza Indipendenza-piazza D’Azeglio
(1) e Piazzale Donatello (2)
Sistema dei giardini che ha come testate il Collegamento dell’area di di studio con il “terzo Collegamento dell’area studio con punto Sistema dei Vasca giardini cheFortezza ha come testate il giardino della della dail “terzo Basso punto forte”: Piazza della Libertà-Parterre Piazza della Libertà giardino della Vasca della- Parterre Fortezza da Basso (1) e forte”: Piazzale Donatello (2)
(1) e Piazzale Donatello (2) Viali Collegamento dell’area di studio con il “terzo punto forte”: Piazza della Libertà-Parterre Collegamento dell’area divia studio conBorgo il “terzo Semi triangolo formato da: Faenza,
punto forte”: Piazzaedella Libertà-Parterre Albizi-via Pietrapiana via Guelfa-Alfani-PilaViali Viali stri; quest’ultime assicurano il collegamento con Vialii due punti forti a scala urbana: Fortezza Semi triangolo formato da: via(c) Faenza, Borgo da Basso (a) e piazza Beccaria Albizi-via Pietrapiana e via Guelfa-Alfani-PilaSemi triangolo formato da: via Faenza, triangolo formato da: via BorgoBorgo stri; Semi quest’ultime assicurano il Faenza, collegamento Albizi-via Pietrapiana e viaurbana: Guelfa-Alfani-Pilavia Petrapiana e via Guelfa - Alfani - Pilastri; con i Albizi due -punti forti a scala Fortezza stri; quest’ultime assicurano quest’ultime assicurano il collegamento con i due da Basso (a) e piazza Beccaria (c) il collegamento
con punti i dueforti punti forti a scala urbana: Fortezza a scala urbana: Fortezza da Basso (a) e da Basso e piazza piazza (a) Beccaria (c) Beccaria (c) 13-04-2010 14:25:18
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Semi triangolo triangolo formato formato da: da: via via Faenza, Faenza, Borgo Borgo Semi Albizi-via Pietrapiana Pietrapiana e e via via Guelfa-Alfani-PilaGuelfa-Alfani-PilaAlbizi-via stri; quest’ultime quest’ultime assicurano assicurano ilil collegamento collegamento stri; con ii due due punti punti forti forti a a scala scala urbana: urbana: Fortezza Fortezza con da Basso Basso (a) (a) e e piazza piazza Beccaria Beccaria (c) (c) da
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Metamorfosi e linguaggio contemporaneo: un’identità che si esprime per differenze Il centro storico di Firenze è parte significativa di un’area metropolitana molto vasta che occupa tutta la piana in una sorta di espansione alluvionale fino alle colline limitrofe e si configura come un contesto com13-04-2010 14:25:18
13-04-2010 14:25:18 posto da isolati monumenti e pregevoli nuclei storici ma anche e soprattutto da periferie anonime e aree
industriali, da viadotti e raccordi autostradali, da vestigia di alto valore e relitti industriali. Un contesto che comunque rispetto ad altri del tutto simili, si caratterizza e si distingue per la presenza dei centri storici che come isole da un magma indifferenziato e tra queste il centro storico di Firenze ha un ruolo, per storia e dimensione, più rappresentativo. L’identità delle espansioni periferiche e dei comuni limitrofi – Scandicci, Sesto, Campi Bisenzio, fino a Prato e Pistoia – è determinata in gran parte proprio dall’essere parte integrante di questo ambito fiorentino e ogni abitante della piana si sente orgoglioso partecipe di questa eredità.
Una proposta a scala urbana per il Centro Storico di Firenze Alberto Breschi 75
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Ma, nonostante la sua dilatazione, la città non ha prodotto il “nuovo” in cui sentirsi identificata e la condizioAMATA-breschi 8-29.indd 28 ne esistenziale prevalente è la coscienza di appartenere a un “mondo antico” di cui ci si sente insieme eredi e prigionieri. La mia convinzione è che solo la diffusione e moltiplicazione del “nuovo” sia la vera sfida per il futuro e l’unico criterio etico ed estetico possibile per progettare un “rinascimento urbano” inteso globalmente come diffusione della cultura, dei servizi, dell’intrattenimento, della costruzione di momenti comunitari, della riqualificazione dell’ambiente urbano. Ed è questo il tema conduttore dei progetti che sono inseriti in “Amata Città”, in quel settore urbano alternativo alla città museo per accrescere le potenzialità di rinnovamento urbano anche dal punto di vista di nuovi e più contemporanei linguaggi architettonici. L’inizio degli interventi riguarda proprio il punto di partenza del nuovo asse verso est: la sistemazione da piazza Annigoni che si caratterizza per la presenza del nuovo ingresso alla Facoltà di Architettura che completa il complesso processo di metamorfosi dell’ex convento di santa Verdiana; nel rapporto con i cortili dell’ex convento si individua il ruolo strategico della nuova architettura (blocco di nuovi uffici), che lungi da essere un tamponamento di un’area rimasta vuota, è il “vero portale di una cittadella”, baricentro delle nuove “mura”, comunicazione fra il vuoto della piazza e quello dei cortili interni e in particolare del chiostro centrale che riassume il ruolo originario di fulcro e di distribuzione per l’intero sistema didattico12…
Nel progetto si porta così a compimento quella profonda metamorfosi in atto nell’area già da alcuni anni e che determina un’offerta di servizi di prestigio e di qualificazione di tutto il quartiere: il parcheggio interrato e il mercato di Sant’Ambrogio, le ex-carceri di santa Teresa e santa Verdiana che diventano sedi di attività didattiche e di ricerca universitarie, l’edificio de La Nazione e l’ex aula bunker che offriranno spazi per servizi per il quartiere e la città, e il passaggio a lato di santa Verdiana, che garantisce il collegamento diretto con le Murate, polo innovativo per l’espressione artistica a Firenze. I concetti base cui questo progetto, ma anche e soprattutto gli altri progetti nel settore lungo la fascia13 si sono ispirati sono: 12 13
Dalla relazione al progetto definitivo del 2008. V. Allegato 4 - progetti da Amata città.
Analisi critica dell’asse strategico Pilastri-Alfani-Guelfa Tratto da: Amata città, ibid., Firenze, 2010. All’interno del centro storico esiste un’alternativa al nucleo più antico che vede Firenze sia come eccellenza storicoartistica ma anche come città vetrina: ci riferiamo a quella fascia urbana che trova nell’asse viario Pilastri- Alfani-Guelfa la propria spina dorsale. Una fascia contraddistinta da polarità culturali feconde come le sedi delle università e delle biblioteche cittadine e da emergenze che trascendano la valenza storica per essere ancora attrattori sociali come il Mercato Centrale, il complesso delle Murate e, infine luoghi carichi di potenzialità che attendono di essere rigenerati (sant’Orsola, Polo universitario di piazza Brunelleschi). Fascia che si estende dalla Fortezza da Basso a piazza Cesare Beccaria e che trova nella sua metà longitudinale superiore la sequenza delle grandi piazze fiorentine. I progetti di Amata città lungo l’asse.
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Schema assonometria di largo Annigoni con i progetti del 2008.
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Metamorfosi per esprimere il risultato di quel processo continuo e incessante di modificazioni, completamenti, ampliamenti o riduzioni che conferiscono all’architettura lo spessore della sua storia e al contesto
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il significato profondo del suo genius. Urbanità come espressione di un processo di trasformazione della città che trovi nel contesto le connotazioni più rilevanti atte a far assumere al progetto le caratteristiche di “riconversione permanente” con la ricerca di spazi e funzioni rinnovate.
Il rapporto con il luogo è sempre stato la base di ogni input primario di progetto. Rapporto come “rapporto fisico”, fatto di riferimenti alla sua struttura di trame viarie, scorci prospettici, vedute, contiguità, esposizioni, impregnato della concreta fisicità delle relazioni materiche, coloristiche, tipologiche, volumetriche dell’intorno; ma anche, rapporto più sottilmente concettuale composto di allusioni, interpretazioni, analogie, traslitterazioni, rimandi a quei connotati ambientali di più ampia “sensibilità culturale” che costituiscono la parallela, simultanea stratificazione “immateriale” inerente ai luoghi stessi, la loro “anima”. E anche nel progetto Annigoni il rapporto con il luogo è alla base del concept generale. Innanzi tutto si tratta di intervenire in un’area vuota, ma in città non esistono “vuoti storici” in qualche modo da preservare o riempire, ma soltanto aree che appartengono a parti di città cui va riconosciuto il ruolo rappresentativo di quella collettività che ha formato nel tempo la propria identità. Il progetto si deve porre l’obbiettivo primario di ribadire e, se possibile, potenziare questo ruolo di sempre, riportando a nuovo decoro fisico e formale le aree dismesse e a nuove funzioni pubbliche “aperte” gli edifici da recuperare perché un nuovo sistema si costituisca come polarità baricentrica. La storia dei manufatti e di ogni area in cui siamo intervenuti, e questa in particolare, ci ha spesso raccontato di parti urbane profondamente radicate nella coscienza degli abitanti di Firenze, non solo nelle persone più anziane che ovviamente hanno mantenuto ancor vive nella memoria immagini di quel monumento, piazza o edificio, ma anche delle nuove e più giovani generazioni che, secondo una consuetudine non codificata, né tantomeno imposta, sentono ancora molti di quei luoghi come insostituibili punti di riferimento del “vivere in città”, basti osservare quanta presenza di giovani si concentri in quest’area dalla mattina alla sera. L’area vuota su cui è previsto il progetto è un’area a margine del complesso conventuale di santa Verdiana che, nel tempo si è trasformato prima in complesso carcerario e poi in complesso universitario. È pertanto con essa fortemente coinvolta e il nuovo ingresso con la pensilina ruotata secondo il disegno delle corti interne ne evidenzia la stretta connessione. Ma Annigoni intesa come piazza con il mercatino, il nuovo edificio polivalente e il complesso universitario è anche un progetto di metamorfosi che si evolve proprio sulle stratificazioni di santa Verdiana di cui rappresenta la parte più contemporanea e pubblica nei confronti della città.
Con la partecipazione alla Biennale di Venezia del 1978, "Utopia e crisi dell'antinatura, intenzioni architettoniche in Italia",
futuro" con un progetto di "Archeologia del Una proposta a scala urbana per il Centro Storico di Firenze Alberto Breschi 77 il gruppo si scioglieva e cessava la sua attività. Ipotesi di struttura urbana ZZIGGURAT da: "Topologia e Morfogenesi" a cura di Lara Vinca Masini, ed. LA BIENNALE, Venezia 1978.
Annigoni, nella sua totalità, è un insieme di attività - piazza e luogo attrezzato, struttura polivalente per la didattica e la ricerca, attrezzatura per l’interscambio della mobilità, per il lavoro e spazio per convegni, attrezzature espositive per mostre permanenti e temporanee, ambienti per l’intrattenimento e l’incontro - da tempo particolarmente richieste da quella parte della popolazione che, insofferente delle disastrose e omologanti pratiche consumistiche rappresentate dai centri commerciali e dagli outlet villages, reclama come nuova opportunità sociale. Siamo partiti dalla constatazione che ogni manufatto architettonico si è adattato nel tempo per l’inserimento di nuove funzioni che a volte lo hanno profondamente modificato. In questo processo di graduale passaggio da una “contaminazione controllata” per giungere a un “ordine costituito”, abbiamo rivisto non solo quella costante ben nota nella storia dell’architettura - l’accumulazione in uno stesso organismo di “stili” o soltanto “frammenti” di architetture diverse - ma la concretizzazione di una “metamorfosi” non già intesa come forma in continua trasformazione, ma “esito finale”, quasi biologico dell’evoluzione di una forma. Il nuovo edificio a margine dell’ex convento non è come si è detto solo un progetto ex-novo, ma piuttosto un progetto di “riconversione permanente”, il completamento di un organismo complesso e stratificato come santa Verdiana, che vuole comunicare la difficile unità dell’inclusione piuttosto che la facile unità dell’esclusione. Un metodo progettuale ricavato per analogia trasversale dalle “ricostruzioni ideali piranesiane” che indicano il senso, metodologico e concettuale, dell’uso dei materiali del passato ai fini della formazione del suo avvenire. Sono passati molti anni da quando con gli amici di una stagione straordinaria colma di sogni e speranze, invitati da Lara Vinca Masini in una Biennale di Venezia sul tema della “Topologia e Morfogenesi”,14 presentammo una serie di progetti utopici che oggi in qualche modo mi sono richiamati alla mente se non nel linguaggio, certamente nell’atteggiamento e nell’enunciazione teorica “…l’archeologia, come tecnica di costruzione della completezza di un passato in base alle persistenze incomplete di esso, è, a pensare bene, l’unica tecnica che, per il suo carattere attivo, ci permetta attualmente anche una plausibile ricostruzione ideale del futuro. La progettazione del futuro va considerata più che altro un problema di “completamento”: le parti già note di esso sono i disorganici ruderi contemporanei di simmetrie a venire…”.
14 Lara Vinca Masini, Topologia e Morfogenesi, utopia e crisi dell’antinatura. Momenti delle intenzioni architettoniche in Italia. Edizioni La Biennale di Venezia 1978.
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ALLEGATO 4 Da “Amata Città”: i progetti lungo la fascia Pilastri-Alfani-Guelfa
Copertina del testo Amata città, Firenze 2010.
AMATA CITTA’ Alberto Breschi contributi di:
Serafina Amoroso Andrea Branzi Barbara Camocini Claudia Giannoni Giovanni Todesca
Alberto Breschi
AMATA CITTA’
Ci siamo domandati se la città in cui viviamo risponde ai nostri desideri, se ci rappresenta nelle nostre aspirazioni di convivenza civile, offerta culturale o semplicemente habitat quotidiano. Io sono dell’idea che a forza di utilizzare Firenze come ineffabile città di Monumenti e di Opere d’Arte si é finito per dimenticare, trascurare o peggio, rimuovere, la sua proiezione nel futuro come “luogo contemporaneo”. Ogni città ha il proprio mito; esso é composto da una serie di immagini stratificate nel tempo, parte integrante della sua cultura, grazie alle quali essa é famosa. Firenze è una città “congelata” nel mito del suo passato a cui non ha saputo aggiungere un mito contemporaneo. Oggi ho la piena consapevolezza che non riesce a esprimere pienamente le qualità di vita e le prerogative culturali di una comunità moderna che guardi al domani. Tutt’altro. Mi chiedo se sia ancora possibile reinventare una dimensione urbana che sappia accogliere chi ci vive, studia e lavora e penso che occorrerebbe un coraggioso e difficile “progetto in controtendenza” che sia innovativo e possa contrastare il progressivo processo di degrado della città. Firenze richiede un grande e impegnativo progetto culturale a cui vorrei partecipare con il contributo di ‘Amata città’. A.B.
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1. Museo di storia naturale nell’area degli ex macelli del bestiame in via Circondaria a Firenze. 2. Progetto per un plesso scolastico in via dell’ Arcovata nell’area degli ex macelli del bestiame di Firenze. 3. Progetto per una residenza universitaria in via dell’ Arcovata nell’area degli ex Macelli del bestiame di Firenze. 4. Stazione dell’alta velocità: progetto per la nuova stazione ferroviaria dell’alta velocità a Firenze. 5. Nuova sistemazione dell’edificio della squadra di rialzo nell’area di Santa Maria Novella. 6. Progetto per uno spazio espositivo nella centrale termica di A. Mazzoni in via delle Ghiacciaie. 7. Edificio residenziale con parcheggio in via Cittadella angolo via delle Ghiacciaie. 8. Ipotesi progettuale per un nuovo polo fieristico nella Fortezza da Basso. 9. Ristrutturazione del Mercato Centrale di San Lorenzo. 10. Una residenza per l’arte contemporanea nell’ex complesso conventuale di Sant’ Orsola. 11. Recupero di Piazza Brunelleschi e realizzazione della nuova sede della biblioteca umanistica dell’Università. 12. Progetto per il riordino funzionale, il restauro e gli interventi conservativi del complesso di santa Teresa per le esigenze del Dipartimento di Progettazione della Facoltà di Architettura. 13. Nuova sistemazione di Piazza Ghiberti e accesso al complesso di santa Verdiana.
Una proposta a scala urbana per il Centro Storico di Firenze Alberto Breschi 79
Progetti da Amata città.
Il nuovo Mercatino delle Pulci in piazza Annigoni 2017/2019 Un nuovo progetto - Alberto Breschi Progetto architettonico Alberto Breschi Collaboratori Giacomo Benvenuti, Paolo Oliveri, Nicola Del Monaco Progetto strutturale Enrico Marino Progetto impiantistico Giovanni Ghini
Premessa Il progetto nasce dal concorso internazionale del 2006 per la sistemazione della piazza Ghiberti denominata poi largo Annigoni. Il concorso, vinto con il collega Guido Ferrara e un gruppo di giovani collaboratori (architetti Nicola Ferrara, Barbara Lami, Eva Parigi, Giovanni Todesca, Matteo Zetti) prevedeva anche la sistemazione del mercatino antiquario delle Pulci che andava trasferito dalla vecchia sede di piazza dei Ciompi. Questo progetto, elaborato nel 2008 fino alla definizione esecutiva con un costo finale di oltre un milione di euro, non ebbe seguito perché gli stessi operatori, confluiti in un consorzio, non si accordarono sull’impianto proposto e soprattutto sul farsene carico economicamente.1 Successivamente nel 2017 il Comune decise di riaffrontare il trasferimento del mercatino delle Pulci in largo Annigoni incaricando l’architetto Alberto Breschi di redigere un nuovo progetto con costi molto ridotti rispetto al precedente e con una serie di vincoli molto stringenti che riguardavano il numero dei box, la loro dimensione e la collocazione all’interno della piazza. Il progetto esecutivo fu consegnato all’amministrazione nel 2017 e i lavori, iniziati nel 2018, sono terminati nel 2019 sotto la direzione dell’architetto Paolo di Nardo che ha in parte modificato il progetto originario.
1 Nel 2008 il mercato era composto da 29 box commerciali e un box servizi, ciascuno di 17 mq netti di superficie. I box sono assemblati in gruppi di tre, così da creare dieci strutture volumetriche indipendenti, collegate da un percorso centrale, assimilabile a una galleria commerciale, coperto con una struttura che offre protezione dalle intemperie e dall’irraggiamento diretto del sole (vetro strutturale e lamierino frangisole). Il costo totale dei trenta box, copertura della galleria, eventuale sistema di chiusura con cancelli esterni, predisposizione per impianti tecnologici è pari ad euro 1.066.710,00.
pagina a fronte Planimetria generale Area Annigoni con evidenziati: mercato di sant’ Ambrogio - Largo Pietro Annigoni - progetto di rifunzionalizzazione del plesso didattico di santa Teresa - Plesso didattico di santa Verdiana con il progetto del nuovo ingresso da piazza Annigoni.
PIAZZAPIAZZA ANNIGONI ANNIGONI - REALIZZAZIONE - REALIZZAZIONE STRUTTURE STRUTTURE PER MERCATO PER ANTIQUARIO ANTIQUARIO DI FATTO FATTO - RILIEVO RILIEVO FOTOGRAFICO FOTOGRAFICO PIAZZA ANNIGONI - REALIZZAZIONE STRUTTURE PERMERCATO MERCATO ANTIQUARIOSTATOSTATO STATO DI FATTO -- RILIEVO FOTOGRAFICO PIAZZA ANNIGONI - REALIZZAZIONE STRUTTURE PER MERCATO ANTIQUARIO
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Piazza Annigoni - Realizzazione strutture per Mercato Antiquario. Stato di fatto - Rilievo fotografico
Planimetria dello stato di fatto di piazza Annigoni prima dell’intervento con le foto dell’intorno.
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Il progetto del nuovo mercato antiquario nel contesto urbano Piazza Ghiberti, come qualsiasi piazza, necessita di uno o più fondali prospettici, anche diversi ma unitari, che costituiscano il vero sistema generatore dello spazio aperto. Il fronte de La Nazione è ormai consolidato da tempo, mentre quello verso santa Verdiana è completato dal nuovo edificio polivalente che coniugherà la piazza a episodi apparentemente separati, come il sistema dei chiostri dell’ex convento di santa Verdiana, ora sede di Architettura. Il progetto conferisce così valore a un’importante nodo della struttura urbana, creando uno spazio fra università e rione, e quindi a servizio non solo degli studenti ma di strati e livelli di utenza più vasti e variegati. In questa prospettiva si colloca il nuovo mercatino delle Pulci che ripropone a effetto urbano i due padiglioni esistenti progettati dall’architetto Natalini per l’accesso al parcheggio, in modo da ospitare la quota del mercatino antiquario da allocare in fondi permanenti. La piazza verrebbe così ad animarsi di presenze quotidiane che la rendono un filtro dinamico di interessi tra i box del mercatino antiquario a cui dovrebbe essere destinato un uso adeguato ma non esclusivo. Gli usi multipli a cui la piazza è strutturalmente finalizzata devono essere assunti come prioritari, di conseguenza, il progetto del posizionamento dei box deve prevedere varchi che lascino massima agibilità al pubblico, così la distanza fra gli ultimi padiglioni del mercatino e l’edificio dell’ex La Nazione dovrà adattarsi alla libera circolazione di mezzi provenienti dall’accesso di via Paolieri (carico e scarico e sicurezza).
FOTO 3
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Il nuovo Mercatino delle Pulci in piazza Annigoni 2017/2019 A. Breschi, E. Marino, G. Ghini 83
Vista dell’area con i nuovi progetti.
Le condizioni alla base del nuovo progetto possono essere riassunte nei seguenti punti: • la piazza copre interamente due piani di parcheggio interrato ed è quindi impostata su un grande solaio, ovvero senza alcuna possibilità di disporre di suolo vegetale al di sotto dei lastrici esistenti, ma soprattutto ogni intervento soprastante sarà vincolato dal posizionamento e dalle caratteristiche delle strutture portanti il parcheggio; • le caditoie per la raccolta delle acque meteoriche sono disposte su due assi nel senso longitudinale, in coordinamento con opportune acquature della piazza: insieme alla rete di drenaggio sottostante costituiscono l’unica rete di smaltimento possibile; • sul bordo della piazza sono ben rilevabili griglie di areazione necessarie al funzionamento del parcheggio, insieme a uscite di sicurezza di cui dovrà essere lasciata libera la completa agibilità. Descrizione del progetto Attualmente la piazza è drammaticamente vuota e utilizzata solo per sporadici e improvvisati eventi, adesso la collocazione planimetrica di 28 box al suo interno in modo da non occuparla interamente incrementa la vivibilità di questo spazio pubblico sul quale affacciano la sede de La Nazione, la scuola di Architettura e varie attività commerciali che costituiscono, insieme all’adiacente piazza Ghiberti col Mercato di sant’Ambrogio, un’importante polo commerciale all’aperto a disposizione di questa porzione di città. A seguito delle considerazioni precedenti l’idea centrale del nuovo mercatino riprende l‘impostazione del progetto del 2008 ma ne amplia lo spazio tra le due file di box e lo rende pienamente più vivibile con una parziale copertura che non impedisce l’aerazione del sottostante parcheggio. Si costruisce di fatto un vuoto che è una galleria urbana a tutti gli effetti, cuore pulsante del nuovo mercatino. I box sono suddivisi in due tipologie caratterizzate dalla finitura e dalla copertura: 24 di questi sono espositivi, 3 per servizi collettivi e uno per servizi igienici. I box sono raggruppati per tipologie in gruppi di 3 e 1, disposti su due file frontali di 14 elementi divisi in due blocchi a una distanza di circa 7.60 metri e collocati in asse con la fila dei lampioni esistenti in modo da riassorbirli in un disegno unitario. L’impianto planovolumetrico occupa soltanto una parte dell’intera superficie di piazza Annigoni - circa il 50% -, lasciando libera la parte rimanente dirimpetto al futuro ingresso alla scuola di Architettura di santa Verdiana. In tal modo viene garantita la possibilità di un utilizzo articolato della piazza stessa per eventi, mostre e manifestazioni. Lo spazio tra le due file, configurato come ‘galleria urbana’ è parzialmente coperto da una struttura leggera in acciaio e policarbonato traslucido che appoggia sulla struttura delle due file di box contrapposti. La distribuzione dei box si configura come una piazza coperta dedicata all’antiquariato minore, facilmente accessibile non solo attraverso il varco principale lungo l’asse longitudinale di ml. 7,60, ma anche trasversal-
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SCHEMA DISTRIBUZIONE SMALTIMENTO ACQUE METEORICHE (FLUSSO DELLE ACQUE) - STATO ATTUALE
LEGENDA
Freccia di deflusso acque (stato attuale)
TIQUARIO
CHE
VIA DELLA MATTONAIA
VIA DELLA MATTONAIA
4
Freccia di deflusso acque (stato di progetto) Caditoie esistenti
ESECUTIVO
Pluviale di progetto (dispersione in canaletta)
LEGENDA
1:500
FIRMA
asse di simmetria della piazza
Freccia di deflusso acque (stato attuale)
Canalette di progetto (incassate)
Freccia di deflusso acque (stato di progetto) Caditoie esistenti
Pluviale di progetto (dispersione in canaletta)
Maurizio Barabesi
Canalette di progetto (incassate)
Sistema di smaltimento esistente
Sistema di smaltimento esistente Allaccio canalette di progetto a sistema di smaltimento esistente
Allaccio canalette di progetto a sistema di smaltimento esistente
Schema della struttura e smaltimento delle acque meteoriche.
Schemi assonometrici.
mente con un passaggio in corrispondenza dei lampioni inglobati nel disegno generale assieme al sistema dei sotto-servizi preesistenti. La configurazione degli elementi che contengono i box riprende il disegno dei due box di servizio al parcheggio, con una copertura a padiglione, sagomata in modo da rispecchiare le singole unità con la finalità di contestualizzare al luogo il nuovo progetto. L’intera struttura è prevista come temporanea secondo le indicazioni dell’amministrazione, con un sistema costruttivo che all’occorrenza, potrà essere smontato per recuperare in tal modo la disponibilità della piazza.
Il nuovo Mercatino delle Pulci in piazza Annigoni 2017/2019 A. Breschi, E. Marino, G. Ghini 85
I box vendita e i box per servizi Il progetto, se pur unitario nel suo complesso, è formato dall’accostamento di unità più piccole e autonome studiate nel dettaglio perché possano lavorare indipendentemente l’una dall’altra, sia a livello funzionale che impiantistico. Nello specifico, la realizzazione prevede un modulo base dalla superficie interna utile calpestabile di 17,15 mq circa con altezza interna di 3,00 ml. Ventiquattro dei ventotto box, destinati alle attività dei vari esercenti, hanno anche un soppalco di analoghe dimensioni con altezza utile di 1,70 ml a uso deposito, a cui si potrà accedere tramite una scala retrattile interna opportunamente collocata nel solaio di soppalco. I restanti 4 box, con stesse dimensioni in pianta dei precedenti, sono privi di soppalco e ospitano servizi igienici (due ambienti con un antibagno) e servizi collettivi. All’interno dei singoli box, il piano di calpestio è formato da una pavimentazione in gres solidale con il piano della piazza, da cui si dipartono gli elementi strutturali. La finitura e colorazione del grès è stata scelta per armonizzare la continuità materica tra gli ambienti interni e la pavimentazione in pietra della piazza. I tamponamenti esterni sono formati da pannelli sandwich con doppia lamiera in acciaio e materiale coibente interposto. Benché non sia prevista la climatizzazione dei nuovi locali (tenuti aperti durante tutto l’arco della giornata), per aumentare la resistenza termica del tamponamento verticale, è stato predisposto un ulteriore materassino isolante interno, confinato nella sottostruttura metallica che è servita per il successivo placcaggio e finitura finale con lastre di cartongesso. Questo sistema garantisce una buona risposta sia nelle stagioni calde che in quelle più fredde. La superficie metallica esterna del pannello ha inoltre uno spessore maggiorato fino a 6/10 per aumentare la solidità contro gli urti, la durabilità nel tempo è assicurata dalla finitura in acciaio corten che purtroppo è stata modificata in fase realizzata. Le pareti divisorie interne tra i box confinanti sono state previste sempre a secco con doppia lastra tipo Aquapanel e materassino coibente interposto. L’ingresso ai singoli box vendita è indipendente e formato da una porta a vetri a due ante con infisso in alluminio a taglio termico di altezza 3,00 ml che si ribalta completamente sulla parte esterna in modo da rendere agevole il rapporto interno esterno. La grande specchiatura vetrata e l’apertura completa dell’infisso garantiscono un apporto di luce diurna molto generoso. Inoltre, sulla parete opposta è collocata un’ampia finestra con apertura a vasistas. I vetri degli infissi esterni sono doppi e a effetto traslucido in modo che, una volta chiuso il box, l’interno sia solo parzialmente percepibile. L’introspezione all’interno dei box era preclusa da vetri serigrafati che non sono stati realizzati. Per garantire una maggiore sicurezza e protezione nelle ore notturne, oltre ai 4 cancelli posizionati agli ingressi del complesso, le finestre che danno direttamente sulla piazza sono fornite di un sistema antiintrusione realizzato in tubolari metallici verniciati solidali con l’infisso stesso.
86 Piazza Annigoni Alberto Breschi
E
F
Render dell’ingresso al nuovo mercatino delle Pulci e vista del nuovo edificio a margine di santa Verdiana.
3.50 m
EM 06
2.35 m
7.60 m
Pendenza=0.5%
Pendenza=0.5%
EM 04
EM 04
EM 06
Evacuatori di fumo
5.37 m
H: 3.16 m
10.74 m
3.38 m
10.74 m
3.50 m 53.22 m
Planimetria dell’intervento. Il posizionamento dei box lascia libera un’ampia zona della piazza davanti al nuovo edificio e all’ingresso di santa Verdiana e si relaziona ai grandi pali di illuminazione.
18.34 m
Pendenza=0.5%
D
Evacuatori di fumo
Info Point
C
Il nuovo Mercatino delle Pulci in piazza Annigoni 2017/2019 A. Breschi, E. Marino, G. Ghini 87
Render dell’interno della galleria tra i due blocchi.
Prospetto interno.
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Sezione 1 -1
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Struttura e materiali utilizzati Le strutture che andranno a comporre il nuovo mercato insistono sull’ultimo solaio delle sottostanti strutture costituenti il parcheggio interrato. All’epoca del dimensionamento delle strutture del parcheggio si tenne in conto del fatto che ne sarebbero state costruite nuove a livello della attuale piazza atte a ospitare la sede di un mercato. È stato quindi realizzato un graticcio di travi in corrispondenza dell’ultimo impalcato con funzione di fondazione delle strutture suddette, ammettendo inoltre di poter adottare in futuro un carico di esercizio sull’ultimo impalcato pari a 2’500 kg/mq. Per valutare l’impatto delle nuove strutture su quelle esistenti sono state condotte analisi volte a dimostrare che i carichi che verranno trasmessi dalla nuova costruzione, producono effetti minori e comunque paragonabili a quelli precedentemente preventivati in fase di progettazione delle strutture della piazza. La struttura di fondazione del fabbricato è costituita da una serie di plinti in c.c.a. che, se intercettanti il reticolo di travi realizzato per la predisposizione del mercato all’epoca della costruzione della piazza e del parcheggio interrato, verranno connessi alle stesse. La struttura di fondazione della carpenteria metallica viene posta mediamente a quota – 0,40 m rispetto al piano finito dell’attuale piazza, sopra uno strato di magrone di spessore 10 cm. Di seguito viene riportata una mappa colorata contenente le pressioni massime di contatto con lo strato di sottofondazione. La pressione di contatto massima viene confrontata con i valori di resistenza a compressione del calcestruzzo alleggerito di cui è composto lo strato di riempimento che va dall’intradosso dell’ultimo solaio fino alla pavimentazione della piazza Dalle precedenti figure è immediato intuire che la verifica delle pressioni di contatto tra strato sottofondazione e fondazione, risulta soddisfatta in quanto il valore massimo di pressione pari a 0,71 kg/ cmq, risulta inferiore al valore ammissibile della resistenza di progetto a compressione del calcestruzzo di cui è costituito lo strato di riempimento insistente sull’ultimo impalcato che è stato prescritto pari a fcd=0,85*(0,83*10)/1,5=4,70kg/cmq, con una resistenza cubica Rck pari a 10kg/cmq. Dovendo progettare una nuova struttura gravante su un solaio esistente (la copertura del parcheggio interrato), fin da subito l’intervento è stato pensato per ottimizzare e ridurre al minimo i carichi. La struttura portante è realizzata in acciaio, con scatolari per gli elementi verticali e travi a doppio T per gli elementi orizzontali di collegamento. La leggerezza e la resistenza dell’acciaio hanno permesso di creare un telaio a un ridotto impatto visivo; il disegno architettonico non lo cela ma, al contrario, lo armonizza con i tamponamenti esterni trasformandolo in una griglia che dona forma e consistenza all’intero complesso. La struttura in acciaio del mercatino è ancorata attraverso tira-fondi su plinti collocati alla stessa quota e con le stesse altezze della maglia strutturale esistente, al di sotto del massetto gettato per la posa del lastricato in pietra. Per fare ciò, è stata messa in pratica una serie di interventi puntuali di rimozione del rivestimento in pietra e accantonamento per il riutilizzo, lo scavo nei punti individuati in sede di progetto (che ha avuto cura di minimizzare l’interferenza con la struttura portante principale della copertura del parcheggio), la posa dell’armatura e il getto del calcestruzzo nello scavo utilizzato come cassero a perdere. Le dimensioni delle fondazioni sono state opportunamente studiate affinché il sistema finito risultasse a filo con la piazza nonostante l’esigua profondità di scavo possibile. Laddove la struttura verticale ha intercettato la maglia esistente, il plinto è stato ancorato alla struttura e questa è stata ripristinata con staffe e collanti chimici a completamento del plinto stesso.
pagina a fronte Vista dell’interno della galleria. Sezione trasversale. Al centro il lampione in stile ottocentesco in asse della galleria.
90 Piazza Annigoni Alberto Breschi
COMUNE DI FIRENZE DIREZIONE NUOVE INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ
ELABORATO N.
PIAZZA ANNIGONI REALIZZAZIONE STRUTTURE PER MERCATO ANTIQUARIO
ALLEGATO 1
CO.: 170358
CUP.: H11E1700430004
DESCRIZIONE ELABORATO: ARCHITETTONICO - STRUTTURA - IMPIANTI - SICUREZZA
SOVRAPPOSIZIONE BOX CON MAGLIA STRUTTURALE ESISTENTE SOTTOSTANTE
PRELIMINARE
DEFINITIVO
ESECUTIVO
Sovrapposizione tra lo schema strutturale del parcheggio interrato e quello del nuovo mercatino. PROT. N.
DATA
SCALA
MARZO 2018
1:500
SOSTITUISCE IL N. AGG.
DATA
FIRMA
AGG.
DATA
Committente Comune di Firenze
FIRMA
RUP Arch. Maurizio Barabesi
Confronto dei carichi ammissibili e quelli del nuovo mercatino. Progetto Prof. Arch. Alberto Breschi
Coll. progetto architettonico: arch. Giacomo Benvenuti - arch. Paolo Oliveri - Dott. arch. Nicola del Monaco
Coll. progetto strutture: ing. Enrico Marino
Coll. progetto impianti: per. Ind. Giovanni Ghini Info Point
Coll. per la sicurezza: ing. Enrico Marino
Grafico delle pressioni di contatto.
Il nuovo Mercatino delle Pulci in piazza Annigoni 2017/2019 A. Breschi, E. Marino, G. Ghini 91
Nella parte sommitale dei box, la struttura disegna la sagoma della copertura ma resta celata dai pannelli che sorregge e che costituiscono il manto, realizzato sempre con pannello tipo sandwich come quelli di tamponamento verticale. I montanti verticali sono collegati tra loro da tiranti incrociati in acciaio che svolgono la funzione di controvento. Il sistema di tamponamento integra perfettamente questi elementi che vengono collocati nelle pareti cieche e nascosti dalla placcatura interna in cartongesso. Tutte le connessioni degli elementi strutturali sono realizzate prevalentemente a fissaggio meccanico; questa scelta progettuale, se da un lato ha richiesto una progettazione più accurata in fase esecutiva, ha premiato la velocità di realizzazione del cantiere, uno dei desiderata del Comune di Firenze in accordo con gli esercenti coinvolti direttamente da questa operazione. All’interno della maglia strutturale così concepita, una struttura secondaria sorregge i pannelli di tamponamento verticale esterni per un’altezza di 3,00 ml, differenziati da quelli inclinati della copertura per una diversa coloritura: in corten i primi, più chiari i secondi, in accordo al rivestimento in pietra dei due blocchi preesistenti sulla piazza di proprietà e gestione della Firenze Parcheggi S.p.a. Dal punto di vista più strettamente funzionale la galleria non è la sola novità di questo mercatino rispetto al vecchio progetto del 2008. Particolare attenzione in fase progettuale è stata riservata alle soluzioni impiantistiche e di connessione con le forniture degli enti competenti: se da un lato l’intervento sostituisce una serie di strutture temporanee rimovibili a uso prevalentemente diurno (e quindi privo di utenze), dall’altro, la realizzazione di nuove e più aggiornate strutture è diventata l’occasione per dare spazi più flessibili che andassero incontro alle esigenze dei commercianti. Per risolvere alcune problematiche di tipo non solo realizzativo ma anche gestionale nel tempo, la rete impiantistica è stata organizzata in due lunghi canali che connettono longitudinalmente le due file di box contrapposte. Qui sono stati collocati i tubi per il passaggio della linea elettrica, della rete idrica e il sistema di smaltimento delle acque piovane. Il box adibito a servizi igienici è stato dotato di 2 servizi attrezzati per utenza disabili e una zona antibagno, predisposta per l’apertura comandata dell’elettro-serratura con chiave elettronica in dotazione agli esercenti. Lo smaltimento dei reflui e delle acque bianche è stato convogliato in una tubazione esistente nel massetto alleggerito (posata a servizio dei fabbricati circostanti e con un’altezza di 0,70 ml sopra la struttura in travi precompresse del parcheggio interrato) che si allaccia a una fossa biologica già collegata al sistema fognario. L’impianto elettrico, attraverso i canali tracciati nel solaio di copertura del parcheggio, raggiunge un quadro elettrico generale dal quale originano tutte le connessioni per i singoli box, e ogni spazio vendita è stato dotato di un proprio sistema di contabilizzazione dell’energia e la predisposizione per un sistema di condizionamento a pompa di calore, lasciando a ogni singolo utente la possibilità di allestire il proprio in base alle necessità. Nel 2018 iniziano i lavori con una diversa Direzione dei Lavori affidata all’architetto Paolo di Nardo che, per esigenze di carattere economico e per richieste successive da parte degli operatori, modificherà il progetto, in particolare nella semplificazione di alcuni dettagli costruttivi e nella scelta di alcuni materiali. Nel 2019 il nuovo Mercatino delle Pulci apre al pubblico.
92 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Posizionamento della piastra di ancoraggio dei pilastri verticali sul plinto di fondazione. La nuova struttura si colloca sulla copertura di un parcheggio interrato. Lo scavo per le fondazioni va a ricercare la struttura portante orizzontale della piazza.
Controllo del corretto posizionamento delle piastre di fondazione attraverso contro-sagoma della struttura di orizzontamento contro terra.
Posizionamento della piastra di ancoraggio dei pilastri verticali sul plinto di fondazione.
Il nuovo Mercatino delle Pulci in piazza Annigoni 2017/2019 A. Breschi, E. Marino, G. Ghini 93
Assonometria d’insieme dello scheletro strutturale con le due file di box vendita intervallati dai due box per servizi comuni.
Vista da lato esterno della struttura portante.
94 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Punto di attacco dell’arco di sostegno alla copertura con il montante verticale.
Pianta Carpenteria in acciaio Arcata centrale
Particolare della copertura completa di lastre di policarbonato traslucido per abbattere l’irraggiamento.
Prospetto Carpenteria in acciaio Arcata centrale
(Scala 1:20)
(Scala 1:20)
B
C
4
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
3530
Omega 100x50x30/2.5
0
R642
IPE160
Ø24
7600 7750
Pianta dei controventi dell'Arcata Centale (Scala 1:20)
C
B 7750 800
726
762
787
800
800
787
762
726
800
IPE160 IPE160
Ø8
Ø8
Ø8
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Ø8
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Ø8
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
3530
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Ø8
Ø8 Omega 100x50x30/2.5
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Omega 100x50x30/2.5
Ø8 Omega 100x50x30/2.5
Ø8
Ø8
Omega 100x50x30/2.5
Ø8
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Ø8
Ø8
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Ø8
Omega 100x50x30/2.5
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
Ø8
3530
3
Omega 100x50x30/2.5
3
Materiali Acciaio da Carpenteria Metallica: Profili S275 Bulloneria cl.8.8 Piastrame S275 Acciaio da Cemento Armato: B450C Calcestruzzo: C25/30 2
2
IPE160
IPE160
Pianta Copertura (Scala 1:150)
0 10 IPE 0 10
0
0
0
10 IPE
0
10
10
10
IPE
IPE
IPE
0
IPE
IPE
10
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0
0
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IPE
0
IPE
IPE
IPE
0 10 IPE 0 10 IPE
0
0
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10
IPE
Ø8
Ø8
34
Omega 100x50x30/2.5
Ø8
Omega 100x50x30/2.5
Ø8
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
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Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5 Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Ø8
Omega 100x50x30/2.5 Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
IPE160
Omega 100x50x30/2.5
IPE160
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Ø8 Ø8
Omega 100x50x30/2.5
IPE160
Omega 100x50x30/2.5
Ø8
Omega 100x50x30/2.5
IPE160
Omega 100x50x30/2.5
IPE160
Omega 100x50x30/2.5
IPE160
IPE160
Ø8
Ø8
a=6 a=6
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Ø8
Ø8
a=6
IPE160
100
IPE
IPE
a=6
Ø8
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
144
Omega 100x50x30/2.5 Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Ø8
0 10 IPE 0 10
0 10
0
0
IPE
0
10
10
10
IPE
IPE
IPE
0 0
10
10
IPE
0
0
0
10
10
0
10
IPE
IPE
IPE
IPE
0 10 IPE 10 0 IPE
0 0
10
10
10
0
10
0
IPE
IPE 100
UPN 220
IPE 100
IPE
10
IPE
UPN 220
IPE
IPE
UPN 220
IPE 100
UPN 220
IPE 100
UPN 220
UPN 220
IPE 100
UPN 220
IPE 100
0
UPN 220
UPN 220
UPN 220
UPN 220
UPN 220
IPE 100
UPN 220
IPE 100
10
44
IPE
25
0
50
10
0
0
0
UPN 220
C
IPE
0
10
10
IPE
IPE
0
10
10
0
IPE 100
UPN 220
IPE 100
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
10
10
IPE 100
UPN 220
IPE 100
IPE
IPE
UPN 220
UPN 220
UPN 220
UPN 220
IPE 100
UPN 220
UPN 220
IPE 100
IPE
10
0
0
0
IPE 100
UPN 220
IPE 100
IPE
IPE 0
0
10
10
IPE
IPE
0
10
UPN 220
a=6
6
10
10
IPE
67
IPE
IPE
a=6
IPE
Omega 100x50x30/2.5
37
a=5
75
Ø8
25
Ø8
Omega 100x50x30/2.5
Ø8
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5 Omega 100x50x30/2.5
Ø8
Omega 100x50x30/2.5
B
Omega 100x50x30/2.5
Ø8
Omega 100x50x30/2.5
0
Omega 100x50x30/2.5
0
10
Omega 100x50x30/2.5
IPE
Omega 100x50x30/2.5
0
0
Omega 100x50x30/2.5
10
IPE 100
UPN 220
IPE 100
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
Omega 100x50x30/2.5
IPE 100
UPN 220
IPE 100
UPN 220
UPN 220
UPN 220
IPE 100
UPN 220
IPE 100
UPN 220
UPN 220
10
Omega 100x50x30/2.5
IPE
UPN 220
IPE 100
UPN 220
UPN 220
IPE
Omega 100x50x30/2.5
0
0
Omega 100x50x30/2.5
10
0
10
UPN 220
IPE 100
A
IPE
10
0
0
0
10
10
10
IPE
Omega 100x50x30/2.5
8 IPE
IPE
IPE
10
UPN 220
UPN 220
3530
7 IPE
IPE
0
IPE 100
UPN 220
IPE 100
Omega 100x50x30/2.5
Ø8
6
0
0
10
10
IPE
IPE
UPN 220
+3.22
a=6
30
D
150
24
IPE160
IPE 100
UPN 220
IPE 100
UPN 220
IPE 100
UPN 220
UPN 220
Omega 100x50x30/2.5
37
a=6
200
1
IPE 100
5
4
0
44 19
UPN 220
IPE 100
UPN 220
100
UPN 220
30
40
0
50
30
0
10
50
a=6 a=6
10
19
NODO Trave-Tirante IPE160 S275 - Ø24 S275 2 M12 (F13mm) cl.8.8 Fazzoletto di attacco alla trave sp.8mm S275 Piatto di testata tirante sp.8mm S275 Saldature Fazzoletto-trave a doppio cordone a=6mm Saldature Testata-Tirante a doppio cordone a=6mm
a=5
a=5 a=5
a=6 a=6
10
IPE
a=6 a=6
IPE
a=6 a=6
a=6 a=6 a=6 a=6
UPN 220
IPE 100
NODO Colonna-Trave 150x150x5 S275 - IPE160 S275 Saldature a doppio cordone a=6mm
30
+3.22
3
2 IPE
NODO Trave-Trave IPE160 S275 - IPE160 S275 3+3 M10 (F11mm) cl.8.8 Flange sp.8mm S275 Saldature Travi-Flange a doppio cordone a=6mm
10
1
(Scala 1:5)
IPE
Particolare Nodo di attacco dell'Arcata alle strutture laterali
7600 7750
Carpenteria Arcata
812
812
812
2
81
1
Piatto 100x100 sp.5mm S275 a cui connettere gli arcarecci da saldare, su entrambi i lati, alla piattabanda superiore della trave IPE160
IPE160
812
Ø8
IPE160 S275 - Ø8 S275 2 M10 (F11mm) cl.8.8 Piatto di attacco a IPE160 sp.8mm S275 Contropiatto di attacco collegato a Ø8 sp.8mm S275 saldature piatto-IPE160 a doppio cordone a=6mm saldature contropiatto-Ø8 a doppio cordone a=6mm
PRELIMINARE
81
Ø8
DATA
PROT. N.
2
ESECUTIVO
MARZO-2018
SCALA
1:100
SOSTITUISCE IL N. AGG.
74
1
C Ø8
Ø8
DEFINITIVO
Ø8
Ø8
Ø8
74
2
Ø8
CUP.: H11E1700430004
CARPENTERIA ARCATE CENTRALI E RELATIVI NODI
Ø8 Ø8
CO.: 170358
DESCRIZIONE ELABORATO:
812
R6420
812
PIAZZA ANNIGONI REALIZZAZIONE STRUTTURE PER MERCATO ANTIQUARIO
ST-07
7834
14
DIREZIONE NUOVE INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ
ELABORATO N.
(Scala 1:10)
B
COMUNE DI FIRENZE
Schema strutturale in pianta e sezione della copertura.
Vista strutturale della galleria centrale.
14
2
DATA
FIRMA
AGG.
DATA
Committente Comune di Firenze Progetto Prof. Arch. Alberto Breschi
Coll. progetto architettonico: arch. Giacomo Benvenuti - arch. Paolo Oliveri - Dott. arch. Nicola del Monaco
Ø24 Coll. progetto strutture: ing. Enrico Marino
Coll. progetto impianti: per. Ind. Giovanni Ghini
Coll. per la sicurezza: ing. Enrico Marino
FIRMA
RUP Arch. Maurizio Barabesi
Il nuovo Mercatino delle Pulci in piazza Annigoni 2017/2019 A. Breschi, E. Marino, G. Ghini 95
Vista della galleria; l’interruzione della copertura al centro e negli intervalli tra i blocchi serve a garantire l’areazione interna.
96 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Passaggio trasversale al centro del due blocchi. Sullo sfondo l'edificio a margine di santa Verdiana.
Il nuovo Mercatino delle Pulci in piazza Annigoni 2017/2019 A. Breschi, E. Marino, G. Ghini 97
Vista d’insieme nel giorno d’inaugurazione del mercatino delle Pulci; sullo sfondo il cantiere del nuovo edificio della Firenze Parcheggi s.p.a.
Vista del nuovo mercatino delle Pulci in relazione cromatica con l’edificio della Nazione.
98 Piazza Annigoni Alberto Breschi
ALLEGATO 5 Scheda riassuntiva del Mercato Antiquario in piazza Annigoni. Nuova struttura per 24 box vendita e 4 box per servizi collettivi
Firenze, 2018-2019. Importo dei lavori: euro 814.543,56. Data inizio e fine lavori: 2018-2019. Committenza: Comune di Firenze. Localizzazione: Piazza Annigoni, in sostituzione delle precedenti strutture temporanee. Responsabile del Procedimento: arch. Maurizio Barabesi. Progetto definitivo ed esecutivo Progetto architettonico: prof. arch. Alberto Breschi. Progetto strutturale: ing. Enrico Marino. Progetto impiantistico: per. ind. Giovanni Ghini. Collaboratori: arch. Giacomo Benvenuti, arch. Paolo Oliveri, arch. Nicola Del Monaco. Realizzazione Responsabile del Procedimento e Responsabile dei lavori: arch. Maurizio Barabesi. Direzione Lavori: arch. Paolo Di Nardo. Coordinatore per la Sicurezza: P.I.E. Paolo Ferruzzi. Impresa: Raggruppamento Temporaneo di Imprese P&C COSTRUZIONI SRL (capogruppo) e SERVICE AGM SRL (mandante).
Il nuovo Mercatino delle Pulci in piazza Annigoni 2017/2019 A. Breschi, E. Marino, G. Ghini 99
Logo del nuovo mercatino delle Pulci.
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 Un iter e progetto complesso Progetto architettonico Alberto Breschi Collaborazione di Claudia Giannoni, Gianluca Chiostri, Michele Argiolas, Paolo Oliveri, Nicola Del Monaco Progetto strutturale Giacomo Tempesta (DiaCon Srl) Collaborazione degli architetti Jacopo Giuseppe Vitale, Gabriella Aliboni, Maria Grazia Sinopoli Progetto impiantistico Per. ind. Giovanni Ghini Sicurezza Tommaso Chiti Responsabile del procedimento Richard Cammarano Direttore di cantiere Alfredo Angiolini (SICREA)
Cronistoria Il manufatto identificato convenzionalmente come “Nuovo edificio polivalente a prevalente destinazione pubblica e nuovo ingresso al plesso didattico della facoltà di Architettura” si configura quale riqualificazione dell’area edificata disposta in adiacenza alle mura di perimetro dell’antico complesso di santa Verdiana,
pagina a fronte Il sindaco di Firenze Dario Nardella posa la prima pietra. Sono presenti, tra gli altri, il rettore dell’Università degli Studi Luigi Dei e l’amministratore delegato della Firenze Parcheggi s.p.a. Carlo Bevilacqua.
area totalmente demolita durante le fasi di realizzazione del parcheggio interrato. Il complesso di santa Verdiana, a partire dal 1988 e fino al 1992, era stato oggetto di un intervento di recupero generale finalizzato alla destinazione d’uso di plesso didattico dell’Università degli Studi di Firenze e utilizzato specificatamente come sede didattica della Facoltà di Architettura. L’intervento aveva previsto, oltre al recupero delle parti più antiche del convento, anche la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica, da adibire a aule didattiche, integrativi o sostitutivi di manufatti preesistenti. Uno di questi, orientato con asse verso la piazza e disposto ortogonalmente al muro di perimetro, attesta la sua parete di fondo in adiacenza con quest’ultimo (che per quel tratto conserva inalterata la sua consistenza originaria in spessore ed altezza), rimanendone tuttavia distaccato di circa 70 cm. Il nuovo corpo di fabbrica, con la sua disposizione planimetrica, definisce il perimetro di un cortile interno, di dimensioni minori rispetto all’area preesistente, chiuso sul fronte della piazza dai lacerti in pietra residui del muro originario. La demolizione degli edifici disposti in adiacenza al muro di perimetro di santa Verdiana venne posta in atto alla fine del 2000; rimasero esclusi da tale intervento l’edificio d’angolo lato mercato di sant’Ambrogio, oggi sede di un punto di ristoro, e una porzione di un edificio più basso posto in continuità rispetto al precedente, oggi sede di un bar- ristoro. Con l’inizio dei lavori per la realizzazione del parcheggio interrato si procedette alla realizzazione del fronte di paratia costituente il perimetro di confine (lato santa Verdiana) delle strutture interrate del parcheggio; i lavori dureranno fino al mese di dicembre del 2004.
Stato dell’edificato a ridosso del complesso di santa Verdiana nella sua configurazione originaria, precedente all’intervento di recupero e rifunzionalizzazione del 1988.
102 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Planimetria della fine del’800 che mostra la tipologia dell’edificato disposto a ridosso del complesso di santa Verdiana. In evidenza la porzione di edificato demolita tra il 1998 e il 2000 per consentire i lavori di realizzazione del parcheggio interrato.
Dal gennaio del 2005, terminata la pavimentazione della piazza, ciò che rimaneva del precedente nucleo edificato era un’area caratterizzata da un appezzamento di terra di forma allungata (circa 44 metri), disposta in adiacenza alle mura di confine del plesso di santa Verdiana (di quest’ultime rimasero alcuni lacerti muniti di una rete di protezione), di modeste dimensioni in larghezza (circa 6 metri nella parte più stretta e 9 metri nel punto più ampio in prossimità dell’edificio che ospita il bar) con una geometria complessiva di forma trapezoidale e una leggera concavità sul lato di confine con il plesso di santa Verdiana. Il concorso internazionale bandito nel 2005, all’interno di un tema più ampio di recupero comprendente l’area di piazza dei Ciompi, richiedeva la realizzazione di un nuovo edificio polifunzionale disposto sul lato sud della piazza, in adiacenza con il confine del plesso di santa Verdiana, da collocare nell’area identificata in rosso. Tra i vincoli principali da rispettare nel nuovo progetto, la cui destinazione d’uso primaria, nella sua individuazione iniziale, si presentava non ancora chiaramente definita, vi era quello di comprendere al suo interno il sostanziale ripristino di un accesso indipendente, tra la piazza e il plesso didattico di santa Verdiana, destinato alle funzionalità distributive della facoltà di Architettura. Un ingresso vero e proprio infatti, con le medesime caratteristiche di esclusività, esisteva già dagli anni ’90, previsto e realizzato all’interno dell’intervento di recupero del complesso coordinato dall’architetto Roberto Maestro e dall’Ufficio Tecnico dell’Università di Firenze, prima delle demolizioni dell’edificato, sopra ricordate e funzionali alla realizzazione del parcheggio interrato. Nel gennaio del 2006 la vittoria del concorso internazionale viene assegnata al gruppo di progettazione guidato da Alberto Breschi e Guido Ferrara. L’idea progettuale, nella sua concezione iniziale, proponeva un manufatto a corpo unico, disposto a occupare, attraverso la configurazione geometrica del suo sviluppo planimetrico, una superficie perfettamente equivalente a quella del resede disponibile per la sua edificazione. Spiccava la presenza di una imponente pensilina orientata secondo l’asse del chiostro interno di santa Verdiana, disponendosi in tal modo con un orientamento ruotato rispetto alla piazza. Il ruolo simbolico della pensilina è quello di indicare il nuovo ingresso alla facoltà di Architettura, un ruolo di filtro, di guida direttrice e di segnale. Nel 2007 il comune di Firenze, nel quadro delle opere di completamento del parcheggio interrato di piazza Annigoni, approverà prima il progetto unitario per la sistemazione dell’area corrispondente alla piazza, dando seguito al Concorso Internazionale di Progettazione, e successivamente, nel 2008, ratificherà l’approvazione di un progetto definitivo, sostanzialmente riferibile al progetto vincitore del concorso, rilasciando il permesso di costruzione.
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 103
In evidenza la porzione di edificato demolita tra il 1998 e il 2000 (profilo verde). In rosso il profilo delle porzioni di muratura residue del vecchio perimetro del plesso.
Da quella data seguiranno circa tre anni di rallentamenti nella codifica delle decisioni e degli indirizzi progettuali esecutivi dell’opera, per i quali, al di là della funzione primaria di ingresso alla facoltà di Architettura, non sembrava essere stato deciso in modo definitivo dal committente, Firenze Parcheggi S.p.a., il ruolo funzionale specifico dell’edificio nel suo complesso; permangono a quell’epoca idee per un suo utilizzo polivalente che comprenda, tra l’altro, un’area da destinare a usi commerciali e, forse, prevedendo una parziale fruizione degli spazi da parte dell’Università al di là del diritto di accesso al plesso di santa Verdiana. Vengono elaborate, dal gruppo di progettazione, alcune ipotesi nelle quali permangono i ruoli chiave della pensilina, dell’accesso ad Architettura uniti alla sostanziale caratteristica di unitarietà della “stecca” prospiciente la piazza, dotata di rivestimento in pietra e di alcune ampie aperture vetrate. A una prima definizione della destinazione d’uso si perviene con il progetto esecutivo redatto nel 2012, comprensivo del progetto strutturale di Giacomo Tempesta e approvato dalla committenza, previa validazione tecnica di una società esterna di controllo. Nel 2012 scade il permesso a costruire del 2008 e viene presentato un nuovo progetto più funzionale alle esigenze della Firenze Parcheggi S.p.a. che viene respinto a causa della conferma da parte dell’Ufficio tecnico delle indicazioni di P.R.G. Le classificazioni previste per il lotto erano tali da rimettere in discussione tutto il progetto, considerando per il lotto in esame la creazione di due parti non solo separate, ma anche incongrue tra di loro e in evidente contrasto con il Progetto Unitario che aveva recepito le conclusioni del concorso internazionale e fissato precisi parametri di progetto incompatibili con le norme di P.R.G.1 La Firenze Parcheggi S.p.a. incarica l’architetto Alberto Breschi di redigere un nuovo progetto suddiviso in due lotti distinti2 in modo tale che successivamente, una volta approvata una variante al P.R.G. per la normativa più restrittiva inerente al secondo lotto, si possa ricondurre i due lotti a una soluzione unitaria in linea con i parametri del progetto del 2007 e le destinazioni funzionali organiche con le esigenze della Firenze Parcheggi S.p.a. A conclusione di questo difficile iter amministrativo, finalmente nel mese di Novembre del 2015 viene messo in gara con la procedura del leasing in costruendo un nuovo esecutivo derivato dai precedenti permessi a costruire e nel Marzo del 2018, conclusa la gara, la Firenze Parcheggi S.p.A. affida i lavori per la realizzazione del “Nuovo edificio polivalente a prevalente destinazione pubblica e nuovo ingresso al plesso didattico della facoltà di Architettura” mediante lo strumento del leasing in costruendo.3
Vedi Allegato 6 - Norme tecniche di attuazione. In data 10/05/2012 viene rilasciato nuovo Permesso a Costruire n. 61/2012 per il 1° lotto e il 01/04/2015 viene rilasciato il Permesso a costruire n. 426/2015 del 2° lotto, come integrazione e completamento del progetto relativo al Permesso a costruire n. 61 del 2012. 3 Leasing in costruendo ex Art. 187 dl D. Lgs. 50/2016 all’ATI composta da: SICREA S.p.A., VARIA Costruzioni S.r.l., e ICCREA Bancaimpresa S.p.A.,(mandante), che ha assunto l’esecuzione dei lavori per l’importo di € 2.289.548,04. 1
2
104 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Estratto del PRG sull’area di progetto.
Estratto P.R. del Comune di Firenze Art. 22 edifici classe 5
Estratto di planimetria catastale Foglio 168, particelle 416 - 780 -7709
Art. 21 edifici classe 4 F2p
Destinazione d’uso pubblico o di pubblico interesse
Il 4 Settembre 2018 iniziano di fatto le lavorazioni con l’apertura del cantiere da parte di Sicrea S.p.a. I lavori si svolgono in conformità alle norme contrattuali, alle previsioni del progetto indicate dai Permessi a costruire n° 61/2012 e n° 426/2015 e dal Progetto esecutivo 2016 redatto da Alberto Breschi che assume anche la Direzione dei lavori, mentre l’architetto Giacomo Tempesta assumeva direzione dei lavori per le strutture e il perito industriale Giovanni Ghini quella per gli impianti. Il Direttore di cantiere è il geometra Alfredo Angiolini mentre le funzioni di responsabile unico del procedimento e responsabile dei lavori sono svolte durante tutto il corso dei lavori, dall’architetto Richard Cammarano. Durante le lavorazioni vengono presentate due importanti varianti4 e nel Febbraio 2021 si ha la comunicazione di fine lavori da parte della ditta esecutrice Sicrea S.p.a., e il 5 Marzo 2021 con il verbale di sopralluogo terminano le lavorazioni e certificano le opere collaudate e la contemporanea presa in carico dell’edificio da parte della Società Firenze Parcheggi S.p.a. il 14 Giugno 2021.5
4 Con la 1° variante il trattamento del prospetto principale su piazza Annigoni da intonaco a pietra come espressamente richiesto dalla Commissione edilizia del 26/04/2018, produce come prima risultato il superamento percettivo dell’edificio suddiviso in blocchi e ne agevola la lettura come un corpo unitario. Con la 2° Variante viene prodotta un’ultima importante modifica al progetto del 2008 che riguarda la parte più strettamente a contatto con il complesso conventuale, motivata a seguito di un accordo con l’Università stipulato durante l’esecuzione dei lavori per consentire l’espletamento di quelle funzioni basilari che sono l’accoglienza e il controllo degli accessi al polo didattico universitario con la creazione del nuovo ingresso da piazza Annigoni. v Allegato. 5 In Allegato 8 la scheda riassuntiva.
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 105
ALLEGATO 6 Variante PRG
Con Delibera n. 2013/G/00157 il 6 Giugno 2013 la Giunta comunale dà parere favorevole all’avvio del procedimento di variante al PRG per dare attuazione al progetto unitario approvato ai sensi dell’art. 52.2 delle NTA del PRG vigente, con deliberazione n 2008/C/00002 del 14.01.2008 (busta 4851/2007), relativo alla sistemazione generale di piazza Pietro Annigoni, assicurando conformità urbanistica alla realizzazione di un nuovo edificio che rappresenterà il nuovo ingresso alla Facoltà di Architettura., coerentemente con gli indirizzi e le prescrizioni del Piano Strutturale approvato e con i vigenti strumenti di pianificazione sovraordinata regionale (PIT) e provinciale (PTCP). Le classificazioni che rendevano problematico la proposta di un intervento unico come peraltro indicato dal progetto unitario erano: • per le particelle 780 e 416 – Edifici di classe 4 - Art. 21. Sono edifici di classe 4 gli edifici di particolare interesse documentario ed ambientale, di realizzazione coeva, o non, alla formazione del tessuto, che costituiscono in larga misura i tessuti storici e consolidati della città e dei centri minori. Sugli edifici inseriti in classe 4 sono ammissibili gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente previsti dalle presenti norme fino alla ristrutturazione edilizia R1, con le limitazioni di cui all’art. 6 punto 6.3. Gli interventi di ristrutturazione edilizia R1 comprendono le opere che comportino la riorganizzazione funzionale interna delle singole unità immobiliari, senza che ne siano alterate le superfici utili, con modifiche agli elementi verticali strutturali e non strutturali, limitatamente alla apertura e chiusura di porte, fermi restando i caratteri architettonici e decorativi dell’edificio, nonché agli elementi costituenti arredo urbano. Tali opere dovranno, comunque, essere realizzate senza alterare l’impianto distributivo principale. Sono inoltre ammessi interventi volti al recupero di superfici non utilizzate a fini abitativi, anche tramite aperture di finestre sui fronti secondari. • per la particelle 779 – Edifici di classe 5 - Art. 22. Sono edifici di classe 5 quelli realizzati in epoca successiva di quella di formazione del tessuto edilizio, che presentano caratteri ed allineamenti compatibili con il contesto. Sugli immobili inseriti in classe 5 sono ammessi tutti gli interventi sul patrimonio edilizio esistente previsti dalle presenti norme, fino alla ristrutturazione di tipo R2 o R3. Gli interventi di ristrutturazione edilizia R2, comprendono: a) le opere che, in deroga agli artt. 7, 8 e 9 del D.M. 2.4.1968 n. 1444, comportino la riorganizzazione funzionale degli edifici anche mediante: costruzione di servizi igienici in ampliamento della volumetria esistente; rialzamento della copertura dell’ultimo piano, nel caso che questo risulti abitato e senza che si costituiscano nuove unità immobiliari; b) le opere di trasformazione incidenti sugli elementi verticali strutturali dell’edificio, anche con variazione della posizione dei medesimi; c) le opere di trasformazione delle coperture che comportino incremento volumetrico, di altezza o di S.U.L. d) le opere di trasformazione di edifici esistenti che comportino in qualsiasi parte del medesimo, ivi compresi i sottotetti od il sottosuolo, la formazione di nuova S.U.L.; e) le opere di ristrutturazione finalizzate al mutamento di destinazioni d’uso. Gli interventi di ristrutturazione edilizia R3, oltre alle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria e ristrutturazione edilizia R1, comprendono le opere che comportino la ristrutturazione e la modifica di elementi strutturali fino allo svuotamento dell’involucro edilizio.
106 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Individuazione dei 3 blocchi in cui è impostato il nuovo progetto.
Blocco B Blocco C
Blocco A
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 107
Descrizione del nuovo progetto In questo nuovo esecutivo l’edificio si sviluppa su tre livelli fuori terra più una terrazza praticabile. Rispetto al progetto del 2008, presenta un disegno totalmente nuovo che deriva dalla suddivisione dell’intero organismo in tre corpi di fabbrica distinti dal punto di vista strutturale ma comunque ricongiunti formalmente e funzionalmente in un unico corpo, ancora unitario, nel fronte prospiciente la piazza. Al piano piazza, una doppia apertura, sormontata da una copertura metallica centrale aggettante che funge da elemento segnaletico d’ingresso alla scuola di Architettura, permette di accedere al cortile interno del plesso didattico di santa Verdiana. La suddivisione in 3 corpi modifica però sostanzialmente il progetto del 2008, con conseguenze importanti nella configurazione non solo funzionale ma soprattutto formale evidenziata da un prospetto sulla piazza completamente diverso, e, nonostante la suddivisione strutturale in blocchi che costruttivamente impone giunti evidenti di separazione, anche più compatto e omogeneo per l’elemento del tetto, non più pensilina separata dall’architettura sottostante, ma pienamente integrato nel disegno complessivo. La differenza rispetto al progetto precedente è sostanziale perché l’elemento di copertura si salda al resto tramite un incremento volumetrico al piano terrazzo sottolineato inoltre dallo stesso rivestimento in alucobond utilizzato nella parte centrale. Il concept generale del progetto rimane comunque sostanzialmente invariato rispetto al tema centrale del progetto vincitore al concorso riproponendo, nella sua impostazione planivolumetrica, quello di un corpo allineato al disegno della piazza in cui si apre un elemento al centro in corrispondenza del nuovo ingresso in asse con il cortile interno e gli orientamenti di santa Verdiana, primo fra tutti quello del chiostro. Questa parte risulta così leggermente disallineata rispetto al fronte e di conseguenza alla piazza. In tal modo si è voluto affermare il forte radicamento del progetto al luogo nella duplice interazione con il disegno più recente e attuale della piazza nata dalla formazione del parcheggio interrato e la preesistenza storica del convento. Il complesso viene a differenziarsi con queste caratteristiche: • Blocco A - occupa l’area più vicina a via della Mattonaia e funzionalmente accoglie al piano terra l’ingresso principale, alcuni uffici di relazione con il pubblico, il sistema di collegamento verticale principale e il blocco dei servizi igienici, al mezzanino locali di servizio e un grande ambiente polivalente che si affaccia sul piano sottostante, e al piano primo gran parte dei locali a uso tecnico-amministrativo collocati a fronte della piazza con una distribuzione sul retro. Sul fronte il blocco è caratterizzato da ampie e lineari vetrate continue che corrono orizzontalmente come i ricorsi in pietra. Il terrazzo è praticabile e si affaccia sulla piazza con un parapetto in vetro. Strutturalmente questa parte è caratterizzata prevalentemente dalla
Schemi del concept di progetto nel rapporto tra la piazza Annigoni e le direttrici del complesso di santa Verdiana.
presenza di setti armati con una gerarchia di importanza che definisce quelli trasversali come elementi portanti primari (sui quali trovano appoggio le orditure dei solai di impalcato) e quelli di perimetro con caratteristiche secondarie. • Blocco B – situato al centro è caratterizzato dalla struttura che sorregge il tetto aggettante e accoglie al piano terra il nuovo ingresso ad Architettura attraverso due varchi con chiusura di serrande traforate, in modo da non precludere la vista del cortile interno, e ai piani superiori, primo e secondo, le funzioni direttive. Questo corpo di uffici, disassato rispetto all’ortogonalità della piazza, è interamente rivestito in alucobond.
Concept di progetto in sintesi assonometrica delle due direzioni principali.
108 Piazza Annigoni Alberto Breschi
L’impianto strutturale di sostegno parte da un unico elemento portante a piano terra costituito da un nucleo scatolare a struttura mista in acciaio e cemento armato, realizzato attraverso un sistema intelaiato in profili in acciaio interamente annegati nel calcestruzzo. Al di sopra di tale elemento si dispongono in sequenza verticale due impalcati orizzontali portanti predisposti a sostenere, sul perimetro esterno oltre che sulla verticale del nucleo centrale, quattro setti paralleli che proseguono fino alla quota della pensilina e ne costituiscono il sistema di appoggio. L’impalcato orizzontale di travi è costituito da una sequenza parallela di travi che nella zona centrale trovano appoggio sul nucleo portante e sui setti laterali, mentre risultano in aggetto sia verso il lato di santa Verdiana che verso piazza Annigoni. L’elemento di copertura, la cui superficie è definita da un rettangolo di dimensioni 12 x14.20 metri, è costituita, come sopra accennato, da un sistema di sette travi portanti disposte parallelamente rispetto all’asse trasversale del manufatto e realizzate con profili IPE 400 a sezione variabile con rastremazione verso i due lati aggettanti. Un ulteriore sistema di travi IPE 200 è disposto ortogonalmente alle travi principali in modo da definire una geometria a maglia regolare costituita da riquadri rettangolari. I bordi esterni della struttura, sui due lati più lunghi, sono sorretti da mensole in acciaio con profili a doppio T, anch’essi a spessore variabile, predisposti a sorreggere lungo il perimetro, gli elementi di connessione del carter del rivestimento in lamiera. Un sistema incrociato di profili IPE 120, disposti lungo gli assi diagonali di riquadri, costituisce il necessario sistema di controventamento finalizzato all’irrigidimento dell’impalcato di piano. • Blocco C – situato nella parte terminale proprio in corrispondenza della rampa di accesso al parcheggio interrato è strutturato da un volume che accoglie un unico ambiente a tutta altezza motivato dalla necessità di non gravare eccessivamente sulle parti sottostanti. Questa parte corrisponde a un’area relativamente “leggera” dell’edificio e si caratterizza attraverso un vasto vuoto interno, che definisce un doppio volume, attestato da un ballatoio e un nucleo costituito da setti in c.a. e profili in acciaio, annegati nel getto dei setti, disposti a pettine ortogonalmente al fronte della piazza. Il prospetto riprende il rivestimento in pietra del blocco A in modo da ricomporre un disegno unitario ed è caratterizzato anche da un’ ampia vetrata che denuncia all’esterno il doppio volume interno. Funzionalmente questa parte ha una destinazione polivalente costituita da una sala al piano per riunioni e piccoli convegni, con servizi e ambienti di ristoro ai livelli superiori accessibili tramite un collegamento verticale autonomo. Un ingresso secondario sul fronte laterale contribuisce a rendere autonoma quest’area. Strutturalmente quindi il nuovo progetto approfondisce, in fase esecutiva, alcune osservazioni espressamente richieste dal Genio Civile e che sono diretta conseguenza della suddivisione dell’organismo in 3 parti. Più coerentemente si viene a rispondere ai vincoli strutturali imposti dalle particolari condizioni del terreno che in parte è interessato dalla presenza del sottostante parcheggio interrato fortemente condizionato dai limiti di contorno costituiti dal sistema delle paratie di contenimento del parcheggio sotterraneo e dagli edifici appartenenti all’attuale plesso didattico della facoltà di Architettura; ulteriore elemento di forte condizionamento è costituito dall’ingresso al parcheggio da via Ferdinando Paolieri, sostanzialmente modificato rispetto al progetto iniziale. Al fine di evitare l’interazione con il sistema di diaframmi in c.a. che definiscono il perimetro del parcheggio interrato, la soluzione tecnica del sistema delle fondazioni del nuovo edificio si basa sull’uso di una tecnologia che prevede la messa in opera di una rete di pali trivellati posti al di sotto di piastre o travi continue. La
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 109
Piano terra, vista del corridoio di distribuzione.
Piano terra, vista d’ingresso.
Rivestimento in Pietra spess. 3cm
-0.37
-0.04 Cornice in pietra
Citofono + badge
0.00 Cornice in pietra
Cornice in pietra
Rivestimento tipo Alucubond
Cornice in pietra
Zerbino incassato Barriera d'aria
+0.31
Gradini in legno Alzate 16.40 cm 6
-0.23
5
Rivestimento in pietra
-0.23
7
9
8
10
4
11
3
12
2
13
1
entrata a S1 da via Paolieri 17.5%
14 15
0.00
Pavimentazione in Pietra
Intonaco
+0.31 Gradini in gres Alzata 16.37 cm
Intonaco Zona fotocopiatrici
3
2
+0.31
Intonaco
1
4
Cornice in pietra
5
-0.23
6
7
Intonaco
8
10
Alimentazione fari illuminazione cortile interna
Cornice in pietra
9
11
12
13
14
15
16
Intonaco
Alimentazione fari illuminazione cortile interna
Calcestruzzo Drenante
0.02
Pavimento flottante
Cornice in pietra Alberature esistenti
Pavimentazione in Gress
0.00 Griglia di raccolta
Profilo metallico di bordo
Pavimentazione in Gress
aiuola esistente
Pianta del piano terra con l’ingresso agli uffici di Firenze Parcheggi S.p.a., il passaggio per santa Verdiana, corte interna e nuova segreteria. Key plan piano terra.
- 0.96
110 Piazza Annigoni Alberto Breschi
scelta di un sistema di fondazioni indirette è anche dipesa dalle caratteristiche proprie del sottosuolo che presenta una stratificazione nella quale il substrato superficiale di terreno eterogeneo di riporto si estende fino alla profondità di 3 metri prima di incontrare una stratificazione di ghiaia compatta e successivamente la presenza di un substrato roccioso di notevole spessore. Il sistema di fondazioni indirette permette inoltre di evitare, ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, l’inclusione in una categoria di suolo di tipo E in luogo di una tipologia di tipo B. I tre sistemi strutturali sono tenuti indipendenti attraverso due giunti sismici che, opportunamente, enucleano il blocco pensilina che per la sostanziale diversità del sistema strutturale è destinato a un diverso comportamento. Il sistema degli impalcati calpestabili prevede la realizzazione diffusa di solai in acciaio, lamiera grecata e soletta in calcestruzzo resa collaborante mediante l’utilizzo di connettori metallici. L’intera struttura del nuovo edifico si discosta nettamente dall’edificato adiacente attraverso la realizzazione di un’ intercapedine di 10 cm con funzioni di giunto sismico. La nuova impostazione strutturale determina anche un sostanziale cambiamento della facciata sulla piazza Annigoni. Nel 2008 il prospetto presentava un disegno omogeneo, l’ingresso ad Architettura non era visivamente collegato alla pensilina e c’era un netto distacco tra il piano terra a destinazione commerciale, tra il piano primo a destinazione uffici e anche tra l’edificio e la pensilina a causa del terrazzo che ne sottolineava la separazione. Con il nuovo progetto le modifiche ai prospetti sono più marcate e riguardano un’ impostazione del fronte principale più coerente con l’impianto strutturale e la pensilina viene percepita piuttosto come un tetto aggettante. Tutto il blocco centrale assume anche materialmente il ruolo di forte segnale nei confronti dell’ingresso in quanto è interamente ruotato e caratterizzato da una finitura diversa rispetto ai due blocchi laterali, previsti in una prima stesura in intonaco, e riproposti in corso d’opera in pietra a ricorsi orizzontali, per riprendere le prescrizioni dell’Amministrazione in ottemperanza alle indicazioni del Progetto Unitario. I blocchi si differenziano visivamente anche per le aperture che rispondono alle diverse funzionalità interne. Nel blocco centrale le aperture degli uffici si aprono all’interno del rivestimento in alucobond e al centro, dove gli uffici possono usufruire di un locale in comune adibito a riunioni, l’alucobond è traforato come un brisoleil. Nei blocchi laterali le aperture sono inserite nella parete ventilata in pietra. Il blocco a sinistra, guardando il prospetto dalla piazza, è segnato da un grande infisso che si apre su un unico volume a tutta altezza; questa soluzione è stata imposta per esigenze di carattere strutturale in quanto questa parte dell’edificio, gravando in parte sul sottostante parcheggio, ha richiesto pesi molto contenuti risolti con una struttura in acciaio e pareti leggere non in muratura, e un unico ambiente senza il solaio di divisione tra i piani. Il blocco a destra, potendo contare su fondazioni tradizionali su pali per la presenza di un terreno agibile, presenta la divisione in piani (piano terra, mezzanino e primo piano) con una tecnologia tradizionale in c.a., ed è caratterizzato da un ampio infisso vetrata a sviluppo orizzontale su un ambiente libero e organizzato in sotto ambienti ottenuti dalla scansione di pareti mobili attrezzate.
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 111
I corridoi di distribuzione sono ubicati verso l’interno nella zona di contatto con il complesso di santa Verdiana in modo da lasciare verso la piazza tutti gli spazi funzionali. Sul retro le aperture sono strettamente necessarie per fornire l’illuminazione ai corridoi e sono collocate secondo la normativa sugli affacci delle proprietà confinanti. La flessibilità per tutti i piani è garantita anche dall’utilizzo di un pavimento flottante per la distribuzione impiantistica, mentre lo spazio a piano terra e al piano primo è organizzato in gran parte come open space per offrire la massima disponibilità ad accogliere pareti attrezzate mobili. I materiali e i colori degli interni sono il nero delle pavimentazioni in gres, il grigio chiaro delle pareti e dei controsoffitti in cartongesso, il bianco delle pareti attrezzate. Gli apparecchi di illuminazione e climatizzazione sono inseriti in un controsoffitto omogeneo con tutti i parametri relativi all’ aerazione dei locali ricalcolati secondo quanto richiesto dal regolamento edilizio; in particolare, in relazione alla ventilazione trasversale per i locali che, a seguito della presente modifica al progetto, risultano esserne privi, conformemente a quanto previsto dall’art. 131 del R.E. viene installato un sistema di immissione ed estrazione dell’aria conforme alle norme UNI 10339. La S.U.L. (superficie utile lorda) risulta adesso di mq. 750,68. recuperando in gran parte quella consentita dal progetto unitario e dalla variante al P.R.G. ovvero ancora inferiore a 778 mq.
Render del nuovo edificio polivalente dalla piazza dalla piazza da lato de La Nazione.
112 Piazza Annigoni Alberto Breschi
HEGGI S.P.A.
a 21 - 50121 Firenze ax 055/27.20.134
OLIVALENTE E PLESSO DIDATTICO ARCHITETTURA
ROGETTI: otto 1 n. 61/2012 tto 2 n. 426/2015
ALI AA' - BB' - GG' ESECUTIVO
1:50
scossalina metallica
cimasa in pietra
FIRMA
scossalina metallica
scossalina metallica Pavimento Flottante in legno
Massetto di Pendenza 2%Parapetto in vetro
Massetto di Pendenza 2%
Cimasa in pietra
Guaina imp.
50
Vano utile 12 cm
100
Fossa biologica esistente
266 295
273
241
-0.15
Vano utile 24 cm per inserimento coibente e impianti
griglia di areazione parcheggio
275
Per canale 10x60 Vano utile 12 cm Barriera d'aria
Vetro con logo serigrafato
493
238 sotto trave
3
Paratie Parcheggio
Altezza variabile
V-1
-0.23
Cornice perimetrale metallica aggettante
Vano utile sotto trave 10 cm
Vetrata serigrafata
194
242
225
210 110
Parete attrezzata Vano utile 24 cm per inserimento coibente e impianti
griglia di areazione parcheggio
-0.31
20
369
V-1
Grigliato metallico
+ 2.41
362
Rivestimento per integrazione impianti
290 sotto trave HEA 180
+ 5.09
Controsoffitto in cartongesso
Passaggio del canale di ricambio aria 20x20 cm
Cornice perimetrale metallica aggettante
490 sotto trave HEA 160
Vano utile 24 cm per inserimento coibente e impianti
Vano utile 12 cm
Altezza varibile
- 0.23
Per canale 10x60
20
241
+2.41
Passaggio del canale di ricambio aria 20x20 cm Connessione parete attrezzata a struttura
Cornice perimetrale metallica aggettante
459
Vetrata serigrafata
490 sotto trave HEA 160
194
244
Vano utile sotto trave 20 cm
14
V-3
Vetro di giunzione setti
27
Cornice perimetrale metallica aggettante
Vano utile 14 cm Rivestimento per integrazione impianti
Vano utile sotto trave 8 cm
459
+5.09
Cornice perimetrale metallica aggettante
icola Del Monaco
240
275
Parete attrezzata
Vano utile 12 cm
+5.09
Rivestimento per integrazione impianti
V-3
490 sotto trave HEA 180
Parete attrezzata
290 sotto trave HEA 160
240
200
275
Vano utile 12 cm
+5.09
Vano utile sotto trave 10 cm
Rivestimento per integrazione impianti
V-3
13
18
60
50
240
Vano utile sotto trave 10 cm
290 sotto trave HEA 180
240
sta
Parapetto in vetro
110
Guaina imp.
13
Prof. Arch. Guido Ferrara Arch. Barabara Lami, Dr. Arch. Matteo Zetti
50
30
Guaina imp.
60
+8.58
Pavimento Flottante in legno
Cimasa in pietra
Strato coibente spess. 8cm 35
A
Parapetto in vetro
18
ciottoli di marmo spess. 4/6 cm
arano
Massetto di Pendenza 2% Muretto
Rivestimento in pietra spess. 3cm
30
cimasa in pietra
30
240
V-6
18 30
SCALA
DATA
250
E 2019
G.
60
O
Citofono + Badge
V-1
Zerbino incassato
- 0.23
Buca delle lettere
Soglia in pietra
Sezione AA' - Sezione trasversale Corpo A volume accesso terrazza - Scala 1:50
Sezione BB' - Sezione trasversale Corpo A - Scala 1:50
- 0.25
griglia di areazione parcheggio
Paratie Parcheggio
Paratie Parcheggio
Sezione GG' - Sezione trasversale Corpo A - Scala 1:50
Sezioni trasversali del corpo A.
Key plan delle sezioni trasversali.
Rivestimento in Pietra spess. 3cm
Cornice in pietra
Rivestimento tipo Alucubond
+0.31
-0.23
Gradini in legno Alzate 16.60 cm 20
21
22
25
18
Rivestimento in pietra
23
24
19
Rivestimento in pietra
17
12
16
13 14 15
0.00
+2.77
Spazio vuoto nel controsoffitto Tavolo in arredo
Intonaco
Intonaco Tubolare metallico in setto c.a. per impianti quota controsoffitto
Spazio vuoto nel controsoffitto
20
19
18
+2.77 Intonaco
17
21
22
Cornice in pietra
Contr. Grigliato (h 2.20 cm)
6 7
Intonaco
8
+2.41
9 10
11
12
13
14
15
Cornice in pietra
16
Intonaco Gradini in gres Alzate 16.62 cm
Pianta del mezzanino.
Alimentazione fari illuminazione cortile interna
Alimentazione fari illuminazione cortile interna
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 113
Vista del mezzanino dal doppio volume d’ingresso.
Vista del mezzanino nella parte di corridoio con i collegamenti verticali.
114 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Vista dall’interno del nuovo edificio verso il Duomo e la Sinagoga.
Vista dall’interno del nuovo edificio verso il Mercatino delle Pulci.
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 115
Piazza Annigoni, vista del nuovo edificio in notturna da via della Mattonaia .
116 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Rivestimento in Pietra spess. 3cm
Cornice in pietra
+0.31 20
21
19 18 17
16 15
Miniascensore
37
38
35
36
34
33
Zona fotocopiatrici Cornice in pietra Alimentazione fari illuminazione cortile interna
24 25
Cornice in pietra
26 27
28
29
30
31
alucubond
32
+5.09
H2O
Intonaco
Alimentazione fari illuminazione cortile interna
Gradini in gres Alzate 16.57 cm
Pianta del piano primo con evidenziati i 3 blocchi: blocco A, uffici, blocco B direzionale, blocco C affaccio sulla sala riunioni.
Key plan piano primo.
Vista area ristoro al piano primo.
26
27 28
Intonaco
41 23
Intonaco
24
+5.09
+5.09 39
23
25
29
Motore ascensore
40
22
Vista interna degli uffici zona direzionale al piano primo.
Intonaco
Pavimentazione in Pietra
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 117
Render del nuovo edificio da via della Mattonaia.
CHEGGI S.P.A.
Pira 21 - 50121 Firenze Fax 055/27.20.134
POLIVALENTE E PLESSO DIDATTICO DI ARCHITETTURA
PROGETTI: a lotto 1 n. 61/2012 lotto 2 n. 426/2015
ITUDINALE FF'
BRE 2019
SCALA
DATA
1:50
+12.09 FIRMA
13
AGG.
Key plan sezione longitudinale.
ESECUTIVO
8
VO
Linea Vita
Linea Vita
Massetto di Pendenza 2%
ciottoli di marmo spess. 4/6 cm
cimasa in pietra
Guaina imp.
14
+5.09
+5.09
Vano utile 12 cm
+5.09
275
275
Connessione in vetro
240
Rivestimento per integrazione impianti
275
Connessione in vetro
275
275
Rivestimento per integrazione impianti
Rivestimento per integrazione impianti
290 sotto trave HEA 160
Connessione in vetro
290 sotto trave HEA 180
Rivestimento per integrazione impianti
pesta
275
Strato coibente spess. 8cm
hi
290 sotto trave HEA 160
Rivestimento in pietra spess. 3cm
30
60
i, Prof. Arch. Guido Ferrara Dr. Arch. Barabara Lami, ca, Dr. Arch. Matteo Zetti
Massetto di Pendenza 2% Vano utile 15 cm
+8.58
Guaina imp.
30
PA e
60
240
270
270
V-9
Volume impianti con griglia di areazione a protezione pioggia
cimasa in pietra
marano
+5.09
+5.09
+5.09
29 28 27 26 25 24
Vedi particolare gradino
Nicola Del Monaco Rivestimento per integrazione impianti
23
241
-0.23
21 20
19 18 17 16
Giunto d'ombra in continuità con i giunti dei prospetti nord-sud
+2.77
15 14 13 12 11 10
400
Vedi particolare parapetto
Rivestimento in pietra
9
100
387
440
Rasatura cemento colore Antracite Rivestimento in pietra
368
Rivestimento per integrazione impianti
490 sotto trave HEA 180
+2.41 F'
490 sotto trave HEA 160
241
72
22
Meccanismo serranda meccanizzata a scomparsa
Meccanismo serranda meccanizzata a scomparsa
8 7
15 35
-0.06
0.00
90
6 5 4 3 2 1
60
-0.02
-1.50
Sezione FF' - Sezione longitudinale - Scala 1:50
Sezione longitudinale.
90
+0.31
21 35
118 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Vista del nuovo edificio in notturna dal lato della La Nazione.
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 119
120 Piazza Annigoni Alberto Breschi
cimasa in pietra
cimasa in pietra Linea vita
Cornice in pietra
Linea vita Cornice in pietra Parapetto in vetro
Pendenza 2%
ciottoli di marmo spess. 4/6 cm
Pendenza 2%
Volume impianti con griglia di areazione a protezione pioggia
Pavimentazione in gres
Macchine impianti
Pendenza 2%
Miniascensore
+8.56
+8.51 39
38
36
37
35
Pavimentazione in gres
+8.58
33
34
40
Fari illuminazione cortile parzialmente incassati
+8.58
41
Cornice in pietra
42
alucubond
43 44
Cornice in pietra
45
Intonaco
46
47
48
49
50
51
52
Fari illuminazione cortile parzialmente incassati
53
Intonaco Gradini in gres Alzate 16.57 cm
Pianta del piano terrazzo con affaccio sulla piazza. Al centro il blocco direzionale e a destra l’area esterna non praticabile con gli impianti.
Vista dal terrazzo verso la Nazione.
Fari illuminazione cortile parzialmente incassati
Fari illuminazione cortile parzialmente incassati
Intonaco
Pavimentazione in Pietra Intonaco
NUOVO INGRESSO AL PLESSO DIDATTICO DELLA FACOLTA' DI ARCHITETTURA VARIANTE AI PROGETTI: Concessione Edilizia lotto 1 n. 61/2012 Concessione Edilizia lotto 2 n. 426/2015
E ELABORATO
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 121
EZIONE IN CORRSIPONDENZA DEL PASSAGGIO
MINARE
DEFINITIVO
DATA
ESECUTIVO
DICEMBRE 2019
SCALA
1:50
Sezione trasversale sul corpo B attraverso il passaggio dalla piazza Annigoni alla corte di santa Verdiana. È visibile sul fronte interno la nuova portineria e in parte il grigliato a protezione della nuova scala di sicurezza.
CE IL N. DATA
FIRMA
Dr. Arch. Richard A. Cammarano
Canale raccolta acque meteoriche
Lamierino grecato a basso spessore (2 o 3 cm)
5
13
Prof. Arch. Alberto Breschi, Prof. Arch. Guido Ferrara Dr. Arch. Nicola Ferrara, Dr. Arch. Barabara Lami, Dr. Arch. Giovanni Todesca, Dr. Arch. Matteo Zetti
Pannello di Stiferite con guaina (pendenza 1%)
Piastra di raccordo
FIRENZE PARCHEGGI SPA via G. La Pira 21 - Firenze
8
AGG.
Rompi goccia
Prof. Arch. Giacomo Tempesta
V-4
270
Prof. Arch. Alberto Breschi
Schermatura solare in lamelle orizzontali e struttura arretrata
P.I. Giovanni Ghini Arch. Tommaso Chiti
+8.58
Vano utile 15 cm
35
Arch. Paolo Oliveri, Arch. Nicola Del Monaco
275
C
V-4
Schermatura solare in lamelle orizzontali e struttura arretrata
Ganci per linea vita
+5.09
Vano utile 12 cm
Cartella in metallo
262
285
Luce incassata Meccanismo avvolgibile meccanizzato per serranda
Guida Serranda
Tornello di sicurezza PORTINERIA
griglia di areazione parcheggio
252
C'
Rivestimento metallico tipo Alucubond
440
nto:
FIRMA
73
DATA
-0.03
Key plan sezione trasversale. Sezione in corrispondenza del passaggio - Sezione trasversale Corpo B - Scala 1:50
Vista del tetto di copertura del blocco B dal basso.
122 Piazza Annigoni Alberto Breschi
GGI S.P.A.
PACCHETTO A4 41 CM
50121 Firenze 5/27.20.134
PACCHETTO A17 38.5 CM
Lato interno
Lato interno
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Intonaco per interni 1.5cm
PACCHETTO C4 13 CM
PACCHETTO A8 47.5 CM
Lato interno
Lato interno
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Intonaco per interni 1.5cm
Forato in laterizio 8cm Blocco in laterizio alveolato 25cm Struttura in c.a. 25cm
VALENTE E SSO DIDATTICO CHITETTURA
Cartongesso 1.5 cm
PACCHETTO C3 40 CM PACCHETTO A18 36.5 CM Lato esterno - terrazza
Lato interno Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Sottostruttura cartongesso 7 cm Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm
intonaco per esterni 1.5cm Blocco in laterizio alveolato 30cm
HEB 160/ Isolante 12cm (6+6)
Struttura in HEA 140 Blocco in laterizio alveolato 25cm
Rivestimento in pietra 3cm
Profili verticali a C 60 mm / Stiferite 6 cm con guaina (GT4) Giunto sismico con isolante
Lato esterno
Lato esterno
Lato esterno
PACCHETTO A20 41.5 CM
Pavimentazione flottante in legno
Lato esterno - terrazza
Massetto alleggerito per pendenza 2%
Intonaco per esterni 1.5cm Isolante 4cm
Guaina impermeabile doppio strato
Lato vano tecnico/cavedio
Intonaco per esterni 1.5cm Lato esterno
Struttura in c.a. 25cm
Lato interno
Lamiera grecata 10.5cm
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm
HEA 160 / HEA 180 Profili orizzontali a C 60 mm / Stiferite 6 cm con guaina (GT4)
ESECUTIVO Isolante 10cm Strato impermeabilizzante
1:10
Rivestimento in pietra 3cm
PACCHETTO A9 40 CM Lato interno
Intercapedine passaggio impianti di altezza come da quote di progetto
HEB 160/ Isolante 12cm (6+6)
Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm
Cartongesso 1.5cm PACCHETTO A18 36.5 CM
Stiferite 4 cm con guaina Rivestimento in lam. metallico Alucobond Lato esterno
intonaco per esterni 1.5cm
Sottostruttura cartongesso 3.5cm Cartongesso 1.5cm Isolante 10cm Intonaco per esterni con rasatura 3 cm
PACCHETTO C4 13 CM
Lato esterno - altra proprietà
Lato interno
PACCHETTO A19 40 CM
Forato in laterizio 8cm
PACCHETTO A2 51 CM
Traversi metallici UPN 50
Cartongesso 1.5 cm
Sottostruttura cartongesso 3.5cm Cartongesso 1.5cm Lato interno - Corpo C
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Sottostruttura cartongesso 5+5 cm
Lato esterno - terrazza
Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm
Intonaco per esterni 1.5cm Isolante ad alta densità 2.5 cm
Struttura in HEA 140 PACCHETTO D4 COPERTURA CORPO B - AREA APERTA ALLA FOLLA
PACCHETTO A11 25.5CM
PACCHETTO D2 COPERTURA CORPO A - AREA SOLO MANUTENZIONE
Lato interno
Lato esterno
Pavimentazione in gres incollata su massetto alleggerito 6cm
Pannello in legno mineralizzato tipo Eraclit 2.5 cm Profili orizzontali a C 80 mm / Stiferite 6 cm con guaina (GT4)
Profili orizzontali a C 65 mm Profili orizzontali a C 65 mm
Massetto alleggerito per pendenza 11cm (min4cm max18cm)
Rivestimento in pietra 3 cm Lato esterno
Guaina impermeabile doppio strato
Intonaco per esterni con rasatura 3 cm Lato esterno - altra proprietà
Ghiaia 6cm
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm
Massetto alleggerito per pendenza 2%
HEB 160/ Isolante 12cm (6+6)
Guaina impermeabile doppio strato
Lato esterno - altra proprietà
PACCHETTO A3 36 CM
Barriera al vapore Lamiera grecata 10.5cm
PACCHETTO B1 35/40 CM
Stiferite 4 cm con guaina
Barriera al vapore
Intercapedine passaggio impianti di altezza come da quote di progetto
PACCHETTO A23 41 CM
Cartongesso 1.5 cm
Lato vano tecnico/cavedio
Struttura in HEB 140/ Isolante 14 cm
PACCHETTO A12 35 CM Lato vano tecnico/cavedio
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Rivestimento in lam. metallico Alucobond
Lamiera grecata 10.5cm
HEA 160 / HEA 180
PACCHETTO A22 49 CM
Intercapedine passaggio impianti di altezza come da quote di progetto
Lato interno
PACCHETTO B2 31.5 CM PACCHETTO A13 38.5 CM Lato interno
Del Monaco
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Struttura in c.a. 25cm
Struttura in c.a. 25cm
Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5 cm
Massetto armato fibrorinforzato 15/20cm
Struttura in c.a. 25cm
HEB 160/ Isolante 12cm (6+6) Isolante 3cm Intonaco per esterni con rasatura 3 cm
Lato esterno Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm Ghiaia 6cm
Siferite 4 cm con guaina
Massetto alleggerito per pendenza 2%
Rivestimento in lam. metallico Alucobond
Stiferite 8cm
Lato esterno
Terreno rullato
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
PACCHETTO E4 ATTACCO A TERRA EDIFICIO -TIPO 3
Struttura in c.a. 30cm
Struttura in c.a. 25cm
Lato vano tecnico/cavedio
PACCHETTO B6
Rivestimento in pietra 3cm
Lato esterno
Lato interno
Isolante ad alta densità Aeropan 1 cm
Stiferite 8cm PACCHETTO B4 40 CM
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Isolante 7 cm
Lato interno - Corpo A
Massetto fibrorinforzato 10 cm
Cartongesso 1.5cm
Lato interno
PACCHETTO A5bis 37,5 CM
Lato vano tecnico/cavedio
Lato interno
PACCHETTO B5 30 CM
Intonaco per esterni 1.5cm
PACCHETTO E2 ATTACCO A TERRA EDIFICIO - TIPO 2 Pavimentazione in gres incollata
Lato vano tecnico/cavedio
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Struttura in c.a. 25cm
Intercapedine passaggio impianti di altezza come da quote di progetto
Massicciata Vespaio areato tipo Cupolex 30cm
Barriera al vapore Lamiera grecata 10.5cm
HEA 160 / HEA 180
Struttura in c.a. 30cm
Intonaco per esterni con rasatura 3 cm Lato esterno Massetto alleggerito 3 cm
PACCHETTO B7 61,5 CM
Lato interno Intonaco per interni 1.5cm
Ghiaia 6cm
Massetto alleggerito per pendenza 2% Guaina impermeabile doppio strato
Isolante 10cm
Lato interno
Cartongesso 1.5cm
PACCHETTO D2 COPERTURA CORPO A - AREA SOLO MANUTENZIONE
Intercapedine passaggio impianti di altezza come da quote di progetto
Pavimentazione in gres incollata
Intonaco per interni 1.5cm
Pavimentazione flottante in gres
Intercapedine passaggio impianti di altezza come da quote di progetto
Profili orizzontali a C 60 mm / Stiferite 6 cm con guaina (GT4)
Struttura in c.a. 25/30cm
Struttura in c.a. PACCHETTO E1 ATTACCO A TERRA EDIFICIO -TIPO 1
Struttura in c.a. 18cm
Intercapedine passaggio impianti di altezza come da quote di progetto
Lato interno
Lato interno
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Lato interno Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Intonaco per interni 1.5cm
PACCHETTO B3 23 CM Lato interno
PACCHETTO A14 41 CM
Tavelle in laterizio alveolato 5.5cm Cartongesso 1.5cm Lato interno
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Lato interno
Lato interno Cartongesso 1.5cm Lato interno
PACCHETTO B1 35/40 CM
Sottostruttura cartongesso 3.5cm Cartongesso 1.5cm PACCHETTO A5 46 CM
PACCHETTO B6
CA 8.5cm
Profili orizzontali a C 60 mm / Stiferite 6 cm con guaina (GT4) Rivestimento in pietra 3cm
HEA 160 / HEA 180
Lato esterno
Massicciata
Lato esterno Guaina impermeabile doppio strato
Barriera al vapore
Barriera al vapore Lamiera grecata 10.5cm
esterno
Lato interno
Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2cm
Lato interno
Intonaco per interni 1.5cm
Stiferite 8cm Isolante 10cm Intonaco per esterni con rasatura 3 cm
PACCHETTO A4bis 36 CM
Sottostruttura cartongesso
Lato interno
PACCHETTO D3 COPERTURA CORPO A - VOLUME ACCESSO TERRAZZA
Lato esterno
Lato esterno
Cartongesso 1.5cm
Cartongesso 1.5cm
Sottostruttura cartongesso 3.5cm Cartongesso 1.5cm Lato interno
Rivestimento in pietra 3cm
Guaina impermeabile doppio strato
Rivestimento in pietra 3 cm
PACCHETTO E3 PAVIMENTAZIONE PIAZZA
Pavimentazione flottante in legno
Massetto alleggerito per pendenza 2%
Profili orizzontali a C 60 mm / Stiferite 6 cm con guaina (GT4)
Lato interno
Struttura in c.a. 25/30cm Struttura in c.a. 25cm
Profili orizzontali a C 60 mm / Stiferite 6 cm con guaina (GT4)
Cartongesso 1.5cm
PACCHETTO D1 COPERTURA CORPO A - AREA APERTA A LLA FOLLA Lato esterno
Struttura in c.a. 30cm
Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm Cartongesso 1.5cm
Lato esterno
Arch. Guido Ferrara Barabara Lami, rch. Matteo Zetti
Cartongesso 1.5cm Intercapedine e struttura in profilati HEB 140
Lato interno
Lato interno
Montanti sottostruttura cartongesso 6 cm
HEB 160/ IPE 400
Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm
Stiferite 8cm
Strato impermeabilizzante Lato di aderenza con altra proprietà
Lato interno
Rivestimento in pietra 3cm
Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm Isolante 10cm
Isolante 10cm
Cavedio/ vano tecnico
PACCHETTO C5 (spostato sulla scala) 17 CM
Struttura in c.a. 14 cm Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm Profili verticali a C 90 mm / Stiferite 6 cm con guaina (GT4)
Isolante 8cm
Blocco in laterizio alveolato 25cm
Struttura in c.a. 25cm
Lato esterno
Lato interno
Lato esterno - terrazza
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Pannello in legno mineralizzato tipo Eraclit 2.5cm
HEB 140
Lato esterno
Lato esterno - altra proprietà
Lato di aderenza con altra proprietà
FIRMA
Rivestimento in pietra 3 cm
Lato interno PACCHETTO A10 41 CM
Barriera al vapore
Struttura in c.a. 30cm
Profili orizzontali a C 25 mm
Isolante 10cm
Stiferite 8cm
ECNOLOGIA DDIVISI PER CORPI
Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm
Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm PACCHETTO D1 COPERTURA CORPO A - AREA APERTA A LLA FOLLA
Intonaco per esterni con rasatura 3cm
PACCHETTO A7 40 CM
SCALA
Lato interno
Cavedio/ vano tecnico Struttura in c.a. 35cm
Profili orizzontali a C 60 mm / Stiferite 6 cm con guaina (GT4) Isolante 10cm
TTI: n. 61/2012 n. 426/2015
DATA
PACCHETTO A1 44 CM PACCHETTO B8 66 CM Lato interno - Corpo B Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm
Struttura in c.a. 25cm Struttura in c.a. 30cm
Lato esterno Isolante 8cm PACCHETTO A15 41 CM Lato interno
Struttura in c.a.
Sopraelevazione Cupolex
Lato esterno Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2.5cm Intonaco per interni 1.5cm Lato interno
PACCHETTO B7 61,5 CM
Lato interno
Lato esterno
Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Estradosso solaio interpiano
Cartongesso 1.5cm Lato interno - Corpo B
Intercapedine passaggio impianti di altezza come da quote di progetto
Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso
Guaina + Guaina Ardesiata Siferite 4 cm
PACCHETTO F2 HEB 160/ Isolante 12cm (6+6) Struttura in c.a. 30cm
Intercapedine passaggio impianti di altezza come da quote di progetto
Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm
IPE 120 Giunto sismico
Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2.5cm
Giunto sismico con isolante Isolante 10cm
Stiferite 8cm
Strato impermeabilizzante
Intercapedine passaggio impianti di altezza come da quote di progetto
Lato di aderenza con altra proprietà
HEB 160/ IPE 400 Isolante 10cm
Cartongesso 1.5cm
Intonaco per esterni con rasatura 3 cm
Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm Cartongesso 1.5cm Lato interno - Corpo B
Lato vano tecnico/cavedio HEB 160
PACCHETTO C1 11 CM
Intercapedine passaggio impianti di altezza come da quote di progetto
Pavimentazione in gres incollata su livellante 5cm
Forato in laterizio 8cm Intonaco per interni 1.5cm
Tavelle in laterizio alveolato 5.5cm Cartongesso 1.5cm
PACCHETTO F3 Traversi metallici UPN 50
Lato interno - Corpo C
Struttura in c.a. 30cm
Estradosso solaio interpiano
PACCHETTO C1 11 CM
Estradosso solaio interpiano Pavimentazione in gres incollata su livellante 5cm CA 8.5cm Tavelle in laterizio alveolato 5.5cm
Lato interno CA 8.5cm
Intonaco per interni 1.5cm
Lato interno Intonaco per interni 1.5cm
Pavimentazione in gres incollata su livellante 5cm
Intradosso solaio interpiano
HEB 140
Sottostruttura cartongesso 3.5cm Cartongesso 1.5cm
Rivestimento in lam. metallico Intradosso solaio interpiano
PACCHETTO F2
Lato esterno
Pannello in legno mineralizzato tipo Eraclit 2.5cm
PACCHETTO A7 40 CM
Intercapedine passaggio impianti di altezza come da quote di progetto
Intradosso solaio interpiano Struttura in HEB 160/ isolante 12cm (6+6)
Isolante 10cm
Estradosso solaio interpiano
CA 8.5cm Lamiera grecata 10.5cm
HEB 160
intonaco per interni 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Solaio parcheggio sottostante
Lato interno - Corpo B Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm Pan. in legno min.liz. tipo Eraclit 2,5cm
Struttura in c.a. 25cm
Lato interno
Struttura in c.a. 25cm
PACCHETTO F4
PACCHETTO B8 66 CM
Estradosso solaio interpiano Pavimentazione flottante in gres
Lamiera grecata 10.5cm PACCHETTO A16 40 CM
Vespaio areato tipo Cupolex 30cm Lato vano tecnico/cavedio
PACCHETTO A6 49.5 CM
Pavimentazione flottante in gres
Lato interno - Corpo A Cartongesso 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Terreno rullato
HEB 160/ Isolante 12cm (6+6) PACCHETTO F1
Struttura in c.a. 25cm
Profili orizzontali a C 60 mm / Stiferite 6 cm con guaina (GT4) Rivestimento in pietra 3cm
Intonaco per esterni con rasatura 3 cm
Giunto sismico con Isolante
intonaco per interni 1.5cm Sottostruttura cartongesso 3.5cm
Tavelle in laterizio alveolato 5.5cm
Isolante 10cm
Cartongesso 1.5cm
Lana di Roccia 5cm
Intradosso solaio interpiano
Cartongesso 1.5cm
Forato in laterizio 8cm
Strato impermeabilizzante
Intonaco per interni 1.5cm
Lato di aderenza con altra proprietà
Lato interno
Intercapedine passaggio impianti di altezza come da quote di progetto
Cartongesso 1.5cm
Lato interno
Intradosso solaio interpiano
CORPO A
Corpo A
Abaco dei pacchetti tecnologici.
CORPO B
Corpo B
CORPO C
Corpo C
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 123
Note sul progetto degli impianti Giovanni Ghini Fin dalle prime valutazioni di fattibilità, gli interventi sono apparsi molto articolati a causa della complessa morfologia delle parti strutturali che ha reso gli spazi fruibili per il transito dei vari sistemi tecnologici limitati ed obbligati. Tali limitazioni hanno implicato che in fase progettuale i percorsi dei vari sistemi appartenenti agli impianti elettrici ed idrotermo sanitari, fossero ben definiti e coniugati. Le dotazioni richieste dalla committenza e interamente realizzate, oltre a garantire tutti i servizi tecnologici propedeutici alle regolari attività svolte nell’edificio, congiuntamente alla tipologia di realizzazione delle tamponature, dei rivestimenti e degli infissi, hanno un ruolo determinante per quanto concerne il contenimento energetico rappresentato dall’adozione delle seguenti tecnologie : Per quanto concerne gli impianti elettrici: • Utilizzo di sorgenti luminose con tecnologia Led regolabili in intensità luminosa e ad elevata efficienza luminosa (oltre 100 lm/W); • Utilizzo di sistema di auto-calibrazione e auto-spegnimento delle sorgenti luminose in base al contributo di illuminazione naturale provenienti dalle grandi superfici finestrate prospicienti Largo Pietro Annigoni ed in base alla presenza di persone all’interno di un vano per un tempo pre-impostato • Possibilità di strutturare scenari luminosi predefiniti in modo da ottimizzare la quantità di illuminazione necessaria per determinate specifiche necessità (eventi di video proiezione, conferenze, ecc.). Per quanto concerne gli impianti idrotermo sanitari: • Utilizzo di sistema di climatizzazione estiva ed invernale mediante tecnologia ad espansione diretta VRF (fluido di refrigerante variabile) così articolato : unità esterna: all’interno della quale è contenuto il compressore e la batteria di scambio con l’aria esterna; unità interne: dislocate nei vari locali climatizzati che rappresentano i terminali che contengono la valvola di laminazione e la batteria che genera l’effetto utile in ambiente (nel caso specifico sono state utilizzate unità da incasso a soffitto, canalizzabili e da parete); • Unità di trattamento aria locali finalizzate al ricambio di aria primaria in tutti quei locali in cui, data la morfologia del fabbricato, sono scarsamente dotati, o in taluni casi non dotati, di ventilazione trasversale. Il sistema permetterà un costante rinnovo dell’aria primaria in base ai parametri volumetrici e di velocità di cui alle Norme UNI 10339 espressi rispettivamente in mc/h e m/sec. Ogni unità centrale di trattamento aria locale sarà dotata di sistema di filtraggio dell’aria di tipo fisico finalizzato ad eliminare l’innalzamento di pulviscolo e pollini in ambiente. • Sistema di controllo centralizzato atto: al costante monitoraggio del funzionamento del sistema; alla regolazione automatica della temperatura ed alla regolazione automatica della velocità dell’aria espulsa dai vari terminali interni; • Pannelli locali di comando finalizzati alla regolazione locale dei vari parametri climatici in base alle singole necessità che potrebbero verificarsi in specifici ambienti; • Data la tipologia di attività svolta all’interno del fabbricato, che non richiede la presenza di docce, la produzione di acqua calda sanitaria è stata demandata a due boiler elettrici a spegnimento automatica di ridotta dimensione (capacità nominale pari a 30 litri ciascuno), al fine di produrre la quantità di acqua necessaria alla fruizione dei soli lavelli presenti nei servizi igienici. In materia di sicurezza antincendio e di reazione al fuoco dei materiali, oltre ad avere dotato l’attività di impianto di allarme ottico-acustico di incendio attivabile mediante pulsanti dislocati in ogni percorso di esodo e debitamente segnali, tutti i materiali utilizzati (cavi elettrici, plastiche, materiali coibenti, ecc.) sono stati tutti selezionati in fase di approvazione quali rispondenti al CPR Regolamento Prodotti da Costruzione (UE) N.305/2011 per una classe pari a “Cca - s1b, d1, a1”. In riferimento alle valutazioni progettuali per il contenimento energetico riferito all’edificio, al fine di conseguire gli obiettivi prefissati dalla L. 133/08 e dal precedente D.Lgs. 311/06, per l’ottenimento di un edificio definibile in
124 Piazza Annigoni Alberto Breschi
classe energetica “A”, fatta un’analisi delle strutture portanti del corpo di fabbrica, si è pervenuti alle seguenti soluzioni tecniche al fine di contenere le dispersioni presunte. Dall’analisi dei progetti architettonici si evidenziano più tipologie costruttive nettamente contrastanti fra loro : • Nell’elevato, pareti in C.A. portanti e pareti con strutture portanti in C.A. con tamponature classiche in laterizio pesante il tutto rivestito da un contro intonaco • Nei solai, uso di strutture tipo cupolex nella parte poggiante sul terreno, lamiera grecata nella parte del piano terreno a sbalzo del sottostante parcheggio e solai in laterocemento al piano soprastante. Pertanto, data la disomogeneità delle strutture sopra menzionate, si è preso come riferimento di calcolo lastre di poliuretano espanso avente densità 32 Kg /mc ed una U di calcolo di 0,032 W/mq. con spessore variabile in funzione della tipologia della struttura, con l’obbiettivo di conseguire comunque un valore di U omogeneo ed inferiore al valore limite prefissato dalla L. 133/08 per l’anno 2010, tale da garantire un margine operativo in funzione, sia della struttura delle pareti vetrate ivi previste e sia per la tipologia impiantistica di climatizzazione invernale ed estiva. Conseguentemente a quanto sopra premesso, è stato previsto quanto segue : • Per le pareti in cemento armato spessore cm. 25, poliuretano cm. 8 e intonaco cm. 2; • Per la tamponatura pareti spessore cappotto cm. 8 (descrizione struttura dall’interno verso l’estero): Intonaco cm. 2, forati cm 8, intercapedine aria in quiete cm. 2, Poroton tipo (800) cm. 12, poliuretano cm. 8, rivestimento pietra cm. 2; Per i solai: • Solaio su cupolex quale base del pavimento galleggiante : soletta in calcestruzzo generico (1700/mq.) spessore medio cm. 8 su cupolex, spessore isolante cm. 10, velo di vetro bitumato mm. 5, calcestruzzo generico (1700 kg/ mc.) cm. 5 su cui poggia il solaio galleggiante • Solaio su lamiera grecata spessore isolante cm. 10 lamiera grecata 15x15 ininfluente, Cls generico cm. 8, isolante cm.10, velo di vetro bitumato mm. 5, calcestruzzo generico di cm. 5 su cui poggia il solaio galleggiante. • Solaio terrazzi e copertura con spessore isolante pari a cm 12, con lastra isolante posta in opera nell’intradosso del solaio e rivestito con cartongesso o altro materiale, costituente il controsoffitto. • Divisori interni e solai interni sono stati valutati con una U inferiore < 0,8 W/mq e dotati di coibente fono assorbente. • Per quanto concerne le strutture vetrate (finestre, porte, pareti a vetro, ecc.), è stato deciso di riferirsi a due tipologie di strutture : la prima avente una U pari a 0,915 (0,9) e l’altra avente una U pari a 1,044 (1) W/mq. Le varie tipologie di strutture saranno comunque di tipo composito, costituite da basso emissivo a doppia intercapedine. Con spessore pari a 15 mm (totale 30 mm + spessore lastre di vetro).
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 125
Durante lo svolgimento dei lavori si rendono necessarie 2 importanti varianti che sono motivate oltre che da precise prescrizioni dell’Amministrazione Comunale, da obbiettivi miglioramenti di carattere funzionale e da richieste concordate con l’Università degli Studi di Firenze, confermando quanto importante sia un controllo da parte del progettista durante la delicata fase dell’esecuzione dei lavori. Con la 1° variante il trattamento del prospetto principale su piazza Annigoni da intonaco a pietra come espressamente richiesto dalla Commissione edilizia del 26/04/2018, produce come prima risultato il superamento percettivo dell’edificio suddiviso in blocchi e ne agevola la lettura come un corpo unitario. Per il fronte principale sulla piazza tale cambiamento ha comportato la formazione di una parete ventilata con un’adeguata struttura di supporto e l’inserimento all’interno di un coibente atto a garantire le condizioni richieste della classe A per il contenimento energetico. Questa finitura è applicata ai corpi laterali del prospetto mentre rimane in alucobond quella centrale con l’accesso all’Università. Il fronte laterale che accoglie un ingresso secondario è suddiviso in due parti distinte che hanno una corrispondenza anche nella diversa struttura interna: un trattamento a intonaco che riprende nella colorazione la parte limitrofa al corpo dell’ex convento, e parete ventilata in pietra analogamente al fronte sulla piazza, in modo da accentuarne la percezione volumetrica. Il fronte sul retro mantiene la chiara suddivisione in blocchi e conserva, in quello al centro, il rivestimento in metallo, ma sono trattate ad intonaco, in analogo trattamento cromatico, le parti laterali connesse con le preesistenze. Il recupero della SUL., per ulteriori mq. 77,59, è ottenuto principalmente attraverso la creazione di un’area di servizio polivalente a ballatoio collocata al piano intermedio del blocco A, e l’utilizzo dello spazio al piano terrazzo del corpo B, collocato sotto la copertura, che ha permesso il recupero di alcuni ambienti a uso ufficio. A seguito di tale incremento la SUL complessiva dell’edificio passa da mq. 673,09 ad un totale di mq. 750,69, che comunque si mantiene al sotto dei parametri del progetto unitario. 1 Le due terrazze, rispettivamente del corpo A e C risultano funzionali nella parte degli uffici, come spazio vivibile con vista sulla piazza sottostante, e come spazio squisitamente tecnico nel corpo C che rimane escluso ad un uso funzionale. Al fine di evitare l’affaccio sulla proprietà dell’Università degli Studi di Firenze, il parapetto rivolto su questo lato viene rialzato e si smaterializza con il vetro sulla piazza per facilitare la percezione dall’alto sul nuovo mercatino delle Pulci e la visione del Duomo e della Sinagoga.
1
Per questa variante c’è stato bisogno della presentazione di una SCIA 3298/2019 che ha avuto esito positivo.
126 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Render del prospetto Nord con studio dell’illuminazione esterna.
Frangisole in Alucobond traforato sopra gli infissi (Particolare 1)
FIRENZE
UTIVO
00
PARCHEGGI Vetro con logo serigrafato
Recinzione a correre lungo il muro
FIRENZE
FIRENZE
FIRENZE
FIRENZE
PARCHEGGI
PARCHEGGI
PARCHEGGI
PARCHEGGI
FIRENZE
FIRENZE
PARCHEGGI
PARCHEGGI
FIRENZE
PARCHEGGI
FIRENZE 130
0.00
130
130
130
130
130
130
130
130
130
PARCHEGGI
130
130
130
-0.04 -0.37
Prospetto Nord da piazza Annigoni. Prospetto Nord - Affaccio su Piazza Annigoni - Scala 1:100
68
55
27
16
26
Cartella in metallo
383
354
Controparete strutturale
372
FIRMA
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 127
S.P.A.
ze
Frangisole in Alucobond traforato sopra gli infissi (Particolare 1)
EE ATTICO TURA
CALA
Vista dal cortile interno di santa Verdiana.
FIRENZE
ESECUTIVO
1:100
PARCHEGGI Vetro con logo serigrafato
FIRMA
Recinzione a correre lungo il muro
FIRENZE
FIRENZE
FIRENZE
FIRENZE
FIRENZE
FIRENZE
PARCHEGGI
PARCHEGGI
PARCHEGGI
PARCHEGGI
PARCHEGGI
PARCHEGGI
FIRENZE
PARCHEGGI
FIRENZE 130
0.00
130
130
130
130
130
130
130
130
130
PARCHEGGI
Il blocco centrale che segna il passaggio è in alucobond, i corpi laterali sono in intonaco per integrarsi con le parti preesistenti.
130
130
130
-0.04 -0.37
Prospetto Nord - Affaccio su Piazza Annigoni - Scala 1:100
Ferrara Lami, o Zetti
55
68
o
27
16
26
Cartella in metallo
51
Prospetto Est
Prospetto Sud - Affaccio su cortile Università - Scala 1:100
Scala 1:10
Profilo metallico
Telecamera di sorveglianza
Pensilina
Illuminazione
0
Videocitofono Recinzione a correre lungo il muro
0.00
383
354
372
Controparete strutturale
0.00
Prospetto interno a Sud, dal cortile interno di santa Verdiana.
0.00
Prospetto Sud - Affaccio su cortile Università - Scala 1:100
Scala 1:10
Profilo metallico
Telecamera di sorveglianza
Pensilina
Illuminazione
Rampa in c.a architettonico
200
Videocitofono Recinzione a correre lungo il muro
Piattaforma in pietra +0.07
-0.37
Prospetto Estlaterali, - Scala 1:100 Prospetti in ambedue i prospetti la parte in pietra si raccorda con il fronte sulla piazza e quella in intonaco con le preesistenze.
Vista laterale da via Paolieri.
Prospetto Ovest - Scala 1:100
Vista laterale da via della Mattonaia.
383
354
372 51
Prospetto Est
0.00
128 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 129
Vista sulla scala interna del blocco C.
FIRENZE PARCHEGGI S.P.A. Sede Legale: Via G. La Pira 21 - 50121 Firenze Telefono 055/27.20.11 Fax 055/27.20.134
Key plan sezione sulla scala. NUOVO EDIFICIO POLIVALENTE E NUOVO INGRESSO AL PLESSO DIDATTICO DELLA FACOLTA' DI ARCHITETTURA VARIANTE AI PROGETTI: Concessione Edilizia lotto 1 n. 61/2012 Concessione Edilizia lotto 2 n. 426/2015
ZIONE ELABORATO
SEZIONE TRASVERSALE FF'
RELIMINARE
N.
DEFINITIVO
DATA
ESECUTIVO
DICEMBRE 2019
SCALA
1:50
TUISCE IL N. AGG.
FIRMA
DATA
Dr. Arch. Richard A. Cammarano FIRENZE PARCHEGGI SPA via G. La Pira 21 - Firenze Prof. Arch. Alberto Breschi, Prof. Arch. Guido Ferrara Dr. Arch. Nicola Ferrara, Dr. Arch. Barabara Lami, Dr. Arch. Giovanni Todesca, Dr. Arch. Matteo Zetti scossalina metallica
Prof. Arch. Alberto Breschi Prof. Arch. Giacomo Tempesta cimasa in pietra 60
P.I. Giovanni Ghini
14
18
Arch. Tommaso Chiti Arch. Paolo Oliveri, Arch. Nicola Del Monaco 7.21 (aula 3)
240
E'
6.04 (aula 2)
+5.09
Rivestimento in pietra spess. 3cm
31 210
3.71 (aula 1)
+2.77
223
354
381
Ringhiera metallica esterna a ricoprire trave a cosciale
45
6 32
15
dimento:
FIRMA
E
DATA
0.00
35
+0.00
0.02
griglia di areazione parcheggio
-1.50
Sezione CC' - Sezione trasversale Corpo B - Scala 1:50
Sezione trasversale sulla scala del corpo C.
130 Piazza Annigoni Alberto Breschi
A. B
C
6
A
B'
321
B
148
90
Scatolari metallici verticale a sostegno infisso fissati alla struttura portante
SECUTIVO
A'
210
A'
A
58
B
Complanarità con parete esterna e rivestimento in massima continuità della finitura parete esterna
CO
1:20
FIRMA
100
B PROSPETTO ESTERNO
SEZIONE VERTICALE BB B
Integrazione profili per paratia antiallagamento
1
Descrizione
Porta esterna invisibile in complanarità alla parete esterna di riferimento; lato esterno infisso ed eventuale telaio a vista con finitura o rivestimento in Alucubond in continuità alla finitura della parete di riferimento; infisso ermetico o dotato di integrazione con profili per installazione paratia antiallagamento; finitura interna a scelta D.L.
103
103
35
103
13
Vetro serigrafato: la SEZIONE VERTICALE CC scansione della serigrafia (spess. 3cm) è di 1 cm
Localizzazione
98 204
98 204
98 204
98 204
103
103
103
Scatolari metallici verticale a sostegno infisso fissati alla struttura portante SEZIONE ORIZZONTALE AA' - QUOTA MODULI APRIBILI
521 Partizioni apribili con struttura totalmente arretrata al vetro
4 Finestra ad anta unica e telaio invisibile da lato esterno; apertura a ribalta e battente; dotazione di imbotte metallico in continuità dell'infisso; finiture a scelta D.L.
SEZIONE ORIZZONTALE AA'
VEDERE DISEGNO ESECUTIVO STEELSYSTEM
Particolare del grande infisso della sala riunioni. Vista dall’esterno del grande infisso del corpo C.
Corpo C - L0, L1
Quantità totale
1
Descrizione
Vetrata con struttura a montanti e traversi arretrati rispetto al vetro e con finitura a scelta della D.L.; moduli vetrati inferiori apribili e moduli vetrati superiori fissi; la vetrata deve essere dotata di una cornice metallica perimetrale in massima continuità con gli infissi vetrati e con finitura a scelta della D.L.; finiture maniglie, cerniere a scelta D.L.
A
VISTA ESTERNA DALL'ALTO 85
PROSPET
SEZIONE LONGITUDINALE AA'
V-2
Localizzazione
A'
L0 C04; L0 C05; L1 C09 (x2)
Quantità totale
120
Tipologia
A
110
98 204
103
IE-6
Descrizione
6
58
36
103
SEZIONE ORIZZONTALE AA'
90
Imbotte metallico
120
ESTERNO
Partizioni vetrate apribili e fisse con struttura totalmente arretrata al vetro
SEZIONE VERTICALE BB' Tipologia
INTERNO
ESTERNO
95
6
B PROSPETTO ESTERNO
Quantità totale Descrizione
210
C
100
110
Tipologia
VISTA ESTERNA DALL'ALTO
IE-9
Tipologia
V-7
Localizzazione
Corpo C - Copertura
Localizzazione
L2 C10;
Quantità totale
1
Quantità totale
1
Descrizione
Descrizione
Infisso esterno di ispezione e dotato di sistema di areazione secondo specifiche tecniche ascensore
Lucernario fisso con vetro lattiginoso costituito da tre moduli vetrati simmetrici con struttura invisibile dall'interno; finitura cromatica della struttura a scelta della D.L. e massima continuità con i rivestimenti interni;
A 210
103
Telaio incassato lato interno e coprigiunti
Localizzazione
157
206 103 PROSPETTO ESTERNO
A'
Tipologia INTERNO
148
90
210
L0 C01
Quantità totale
SEZIONE ORIZZONTALE AA'
B
Elemento piatto a cornice metallica perimetrale in continuità dell'infisso
Localizzazione
Complanarità con parete esterna e rivestimento in massima continuità della finitura parete esterna
A
IE-3
100
a
Elemento piatto a cornice metallica perimetrale in massima continuità dell'infisso
SEZIONE VERTICALE
PROSPETTO ESTERNO Tipologia
90
36
527
Scatolare metallico orizzontale a sostegno infisso fissato alla struttura portante
PROSPET
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 131
B
Abaco infisso e rivestimento alucobond blocco centrale.
C
FIRENZE PARCHEGGI S.P.A. Sede Legale: Via G. La Pira 21 - 50121 Firenze Telefono 055/27.20.11 Fax 055/27.20.134
A
A'
VARIANTE AI PROGETTI: Concessione Edilizia lotto 1 n. 61/2012 Concessione Edilizia lotto 2 n. 426/2015
Complanarità con parete esterna e rivestimento metallico in massima continuità della finitura parete esterna
Frangisole in Alucubond traforato sopra gli infissi in massima continuità dei rivestimenti metallici opachi Corpo B A'
A
BORATO
ARE
DEFINITIVO
ESECUTIVO
B DATA
A
240
240
ABACO DEGLI INFISSI CORPO B
240
NUOVO EDIFICIO POLIVALENTE E NUOVO INGRESSO AL PLESSO DIDATTICO DELLA FACOLTA' DI ARCHITETTURA
DICEMBRE 2019
SCALA
B'
1:20
N. FIRMA
AGG.
DATA
FIRMA
B PROSPETTO ESTERNO
SEZIONE VERTICALE BB
Integrazione profili per installazione paratia antiallagamento
PROSPETTO ESTERNO - SCHEMRATURA IN TRATTEGGIO Dr. Arch. Richard A. Cammarano
C'
FIRENZE PARCHEGGI SPA via G. La Pira 21 - Firenze
80
C
46
102
46
80
102
5
46
Tipologia
IE-2
Localizzazione
L0 B01
Quantità totale
1
Descrizione
Porta esterna invisibile in massima complanarità alla parete esterna di riferimento; infisso ed eventuale telaio a vista con finitura o rivestimento metallico in Alucubond in massima continuità alla finitura della parete esterna di riferimento; infisso ermetico o dotato di integrazione con profili per installazione paratia antiallagamento;
240
Prof. Arch. Alberto Breschi, Prof. Arch. Guido Ferrara Dr. Arch. Nicola Ferrara, Dr. Arch. Barabara Lami, Dr. Arch. Giovanni Todesca, Dr. Arch. Matteo Zetti
5
Prof. Arch. Alberto Breschi Prof. Arch. Giacomo Tempesta
A
Complanarità con parete esterna e rivestimento metallico in massima continuità della finitura parete esterna
A'
P.I. Giovanni Ghini Arch. Tommaso Chiti
SEZIONE ORIZZONTALE AA'
Arch. Paolo Oliveri, Arch. Nicola Del Monaco
238
240
PROSPETTO ESTE
SEZIONE ORIZZON
B
B
B'
A'
A
240
A
PROSPETTO ESTERNO - SCHEMRATURA C' SEZIONE ORIZZONTALE AA'
INTERNO
A
B PROSPETTO ESTERNO 46
ESTERNO
125
125
46
102
46
102
46
125
125
SEZIONE VERTICALE BB'
PROSPETTO ESTE
46
844 SEZIONE ORIZZONTALE BB'
INTERNO
46
ESTERNO
125
125
46
102
46 844
102
46
125
125
46
Tipologia
V-4
Localizzazione
Corpo B - L1; corpo B L2
Quantità totale
2
Descrizione
Vetrata con struttura a montanti e traversi arretrati rispetto al vetro e con finitura a scelta della D.L.; Moduli apribili si a battente che a vasistas; finiture maniglie, cerniere a scelta della D.L.; integrazione con schermatura solare in elementi piatti non scatolari e con finitura a scelta della D.L.;
102
Tipologia
SEZIONE ORIZZONTALE AA'
IE-7
Localizzazione
L1 B02
Quantità totale
2
Descrizione
Finestra ad anta unica e telaio invisibile da lato esterno; apertura a ribalta e battente; dotazione di imbotte metallico in continuità dell'infisso; finiture a scelta D.L.
Vista dall’interno uffici del blocco B. Particolare, vista attraverso il grigliato del blocco centrale.
SEZIONE ORIZZON Tipologia
V
Localizzazione
C
Quantità totale Descrizione
2
Po com ma D.L rive as
PROT. N.
DATA
DICEMBRE 2019
SCALA
DATA
FIRMA
AGG.
DATA
onsabile del procedimento:
Dr. Arch. Richard A. Cammarano FIRENZE PARCHEGGI SPA via G. La Pira 21 - Firenze
ettisti:
Prof. Arch. Alberto Breschi, Prof. Arch. Guido Ferrara Dr. Arch. Nicola Ferrara, Dr. Arch. Barabara Lami, Dr. Arch. Giovanni Todesca, Dr. Arch. Matteo Zetti
nte 2015/2019:
Prof. Arch. Alberto Breschi Prof. Arch. Giacomo Tempesta
Sezione sul doppio volume del corpo P.I. Giovanni Ghini C attraverso la corte interna Arch. Tommaso Chiti di santa Verdiana e la nuova Arch. Paolo Oliveri, Arch. Nicola Del Monaco portineria.
Linea Vita cimasa in pietra
60
Rivestimento per integrazione impianti
275
Tenda motorizzata incassata e rivestimento a filo infisso
200
D
Cornice perimetrale metallica aggettante
Ganci per linea vita
Parapetto in muratura rivestito in cartongesso
+5.09
Cartella in metallo
V-2
D'
Tubolare metallico in setto c.a. per passaggio impianti
400
IE-6
Parete attrezzata
13
35
6
PORTINERIA
iano Terra +0.31 -0.02
0.00
-1.50
Sezione DD' - Sezione trasversale Corpo C sala polivalente - Scala 1:50
Key plan sezione trasversale.
Vista sul doppio volume del corpo C.
252
250
o di sicurezza:
scossalina metallica
14
ture:
anti:
FIRMA
132 Piazza Annigoni Alberto Breschi
mittente:
boratori:
1:50
SOSTITUISCE IL N. AGG.
Un nuovo progetto per l’edificio a margine di santa Verdiana in piazza Annigoni 2012/2021 A. Breschi, G. Tempesta, G. Ghini 133
Fondazioni del corpo A e preparazione primo solaio.
Solaio grecato corpo B.
Messa in opera dei pannelli demineralizzati.
Struttura mista cemento armato e telaio in ferro del corpo C.
Mensole della struttura corpo B.
Pacchetto formato da pannello demineralizzato, coibente con guaina e parete ventilata in pietra.
Struttura e solaio grecato corpo B.
Vista in costruzione dei 3 corpi.
Una sfida strutturale Giacomo Tempesta
Premessa Il progetto strutturale, a firma del sottoscritto, relativo al progetto elaborato dopo il concorso
pagina a fronte Schizzo della struttura del corpo B.
dal gruppo di progettazione viene depositato presso il Genio Civile di Firenze il 23/12/2012, con la denominazione di “Nuovo Edificio Polivalente a Prevalente Destinazione Pubblica e Nuovo Ingresso al Plesso Didattico della Facoltà di Architettura – Lotto 1”. L’iter esecutivo del progetto 2012 non ebbe comunque seguito immediato, principalmente a causa di sopraggiunte perplessità, da parte della committenza, circa l’effettiva opportunità di confermare un inter composto da due differenti stralci di progetto. Tra il 2012 e il 2015, superati gli ostacoli burocratici e reimpostato l’iter di presentazione per la richiesta del permesso a costruire, venne redatto un nuovo progetto sia architettonico che strutturale; quest’ultimo, pur mantenendo le caratteristiche generali dei precedenti dal punto di vista del linguaggio architettonico, fu basato su nuovi elementi concettuali sia funzionali che strutturali. Nel nuovo progetto l’edificio si configura ancora “ come ponte funzionale fra i vuoti dei cortili storici e la nuova piazza, assolvendo il ruolo di porta di tutto il lato sud ” di Piazza Annigoni, ma rinuncia alla sua precedente sostanziale unicità dimensionale, con conseguente continuità del prospetto sulla piazza, scomponendosi in tre corpi effettivamente distinti (Corpo A, B, C), ai quali vengono fatte corrispondere strutture la cui concezione e la cui consistenza rispondono non solo a diversi ruoli funzionali, ma soprattutto a differenti assetti strutturali le cui specificità fanno diretto riferimento al rapporto delle strutture stesse con le caratteristiche del terreno di fondazione e con le possibili interazioni con il parcheggio interrato adiacente. Il progetto pur configurandosi come una rielaborazione del progetto del 2012, in alcuni punti sostanziale, viene presentato come variante del precedente. Il 21 giugno 2016 viene depositato nuovo progetto strutturale esecutivo denominato “Nuovo Edificio Polivalente a Prevalente Destinazione Pubblica e Nuovo Ingresso al Plesso Didattico della Facoltà di Architettura. Variante 1 al progetto n. 154325 del 23.12.2012”. Nel nuovo progetto i tre corpi indipendenti A, B e C, si configurano con caratteristiche individuate non solo da esigenze funzionali ben distinte ma soprattutto da consistenze e tipologie strutturali sostanzialmente diverse, frutto di scelte ponderate che si confrontano con la marcata complessità e articolazione del sito.
Vista dello schema planimetrico relativo al progetto redatto e presentato nel giugno del 2016, come variante 1 del progetto del 2012. L’edificio viene sostanzialmente scomposto in tre corpi indipendenti.
136 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Schema effettivo del lotto edificabile.
Schema effettivo della disposizione dei 3 blocchi.
Schema “apparente” del lotto edificabile.
Considerazioni generali sul progetto strutturale L’idea strutturale alla base del progetto, in considerazione dei numerosi vincoli presenti nel sito inerenti alle strutture esistenti disposte in adiacenza e delle caratteristiche geometriche dell’area edificabile, tenendo conto della sostanziale distinzione in aree funzionali diversificate all’interno del manufatto, è stata sviluppata seguendo tre aspetti generali: La scomposizione dell’edificio in tre elementi distinti definiti convenzionalmente come Blocco A, Blocco B e Blocco C, ciascuno dei quali caratterizzato da un impianto strutturale specifico; La definizione delle relazioni suolo - struttura attraverso l’organizzazione di un sistema di fondazioni nel quale convivono in contemporanea la tipologia di fondazioni dirette e di fondazioni indirette; la necessità di definire attraverso opportuni giunti sismici il distanziamento perimetrale tra l’organismo strutturale del nuovo edificio e i manufatti esistenti attigui, disposti in corrispondenza delle zone di adiacenza, oltre a quello specifico tra i singoli blocchi. In relazione al primo punto, la scelta di una chiara distinzione e indipendenza tra i tre blocchi è stata dettata dalla necessità di dover tenere conto di tre elementi sostanziali: La conformazione planimetrica assunta dal manufatto è decisamente irregolare e a sua volta derivante dalla geometria anomale del lotto edificabile. Tale circostanza, se affrontata con la scelta di un manufatto unitario, sia strutturalmente che per materiali e organizzazione, avrebbe comportato il disconoscimento a
Una sfida strutturale Giacomo Tempesta 137
Blocco A
Blocco B
Blocco C
priori degli elementari principi di omogeneità della distribuzione delle masse e delle rigidezze richiesti per una migliore risposta sismica dell’edificio, fortemente richiamati dalle norme. La non coincidenza tra area edificabile apparente e area del sito di fondazione. Quest’ultima, infatti, non ne ripropone una geometria corrispondente a causa dello sviluppo perimetrale della paratia del parcheggio interrato il cui andamento mostra una risegatura dovuta alla presenza e disposizione della rampa di accesso (modificata in corso d’opera durante la realizzazione del parcheggio), con conseguente modifica e riduzione della superficie utile effettiva. La destinazione funzionale delle varie parti dell’edificio, nella scelta progettuale e nei desiderata della committenza, si presenta sostanzialmente diseguale. Ad un’area, cui è stato fatto corrispondere il punto principale di ingresso uscita, di volume più ampio e prevalentemente destinata ad uffici con l’eventuale possibilità di accesso al pubblico (seppur con normali affollamenti), se ne affianca un’altra disposta in successione ed alla quale si accede solo dall’interno dell’edificio in corrispondenza del primo e del secondo livello, di minore volume, cui sono destinati uffici con funzione direttiva e per la quale non è previsto l’accesso diretto al pubblico. Vi è poi una terza area di servizio, che ospita un piccolo punto di ristoro, pausa lavoro e relax, destinata anche a spazio per riunioni interne del personale alla quale corrisponde una uscita secondaria. In relazione a quanto sopra descritto in merito alla geometria del sito ed ai suoi fattori condizionanti e, al tempo stesso, seguendo la logica della chiara distinzione funzionale delle varie aree del manufatto, il progetto ha previsto di posizionare il Blocco A in corrispondenza dell’area più ampia del sito edificabile, con un perimetro che ne ripropone la configurazione geometrica, il cui fronte su piazza Annigoni si sviluppa, ad una distanza di 2.5 m, parallelamente alla traccia della paratia del parcheggio interrato. Il Blocco B, sul quale insiste la pensilina di copertura, è stato disposto, con una leggera deviazione del suo asse rispetto al fronte principale della paratia, in prossimità della risega che quest’ultima presenta nell’area centrale del sito. Al fine di mantenere congrue le distanze dalla paratia dalla base di appoggio fondale, il volume del fusto portante e lo sviluppo della sua fondazione si presentano, fino al primo livello di impalcato, con una superficie ridotta rispetto a quella effettiva di quest’ultimo che quindi si dispone in aggetto sui quattro lati. Il Blocco C è stato infine posizionato in corrispondenza dell’area ridotta di suolo, a ridosso della risega del perimetro che la paratia presenta in adiacenza alla curva di accesso al parcheggio.
Schema della disposizione dei 3 blocchi.
138 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Blocco A Organizzazione del sistema di fondazioni
Schema delle strutture del primo impalcato di solaio.
Blocco A L’area su cui insiste il blocco A è quella dove il terreno di fondazione assume caratteristiche più tradizionali e omogenee. A circa 1.80 m dal piano di calpestio, per tutta la sua superficie, quest’ultimo possiede caratteristiche idonee alla realizzazione di una fondazione tradizionale a travi rovesce. I vincoli e le condizioni al contorno delle quali è stato necessario tener conto sono, nell’ordine: l’aderenza con un tratto del vecchio muro del perimetro di santa Verdiana che risulta adiacente alla geometria dell’edificio in corrispondenza della sua parete interna; Sezione schematica del sistema di fondazione in rapporto alle strutture del parcheggio interrato.
l’aderenza con il breve tratto di muro appartenente all’edificio del bar; la paratia del parcheggio, lato piazza, il cui testa palo si sviluppa longitudinalmente per tutta la lunghezza del corpo A, discostandosi dal fronte del nuovo edificio ad una distanza di poco più di 2 m. La struttura del Corpo A, al quale corrispondono due piani fuori terra che si sviluppano, a partire dal piano di calpestio e misurati in corrispondenza dei piani di impalcato, per un’altezza di 8.00 m, si caratterizza attraverso strutture verticali realizzate interamente con setti in c.a. ed impalcati in solai misti acciaio – calcestruzzo con soletta collaborante dotati nella maggioranza dei casi di connettori a piolo (fanno eccezione i soli solai del piano intermedio dell’area dei destinai ai servizi igienici ed agli sbarchi dell’ascensore). Rispetto al progetto del 2012 il nuovo progetto ha totalmente modificato la gerarchia degli scarichi a terra dei carichi di impalcato e dei carichi di esercizio: le orditure delle travi infatti sono state disposte ortogonalmente ai setti di controvento a loro volta ortogonali ai due muri di perimetro longitudinali. Questa scelta è finalizzata alla precisa necessità di trasferire la gran parte delle pressioni sul terreno in un’area che fosse il più distante possibile dalla paratia del parcheggio interrato in modo da minimizzarne le interazioni (in tal modo l’asse mediano longitudinale dell’edificio disposto parallelamente al fronte della paratia risulta distante da quest’ultima circa 7 m). Attraverso tale soluzione è stato inoltre possibile ottenere che i carichi a terra trasferiti dai setti posti in parallelo sia alla paratia che alle murature di confine poste in adiacenza, fossero limitati ai soli pesi propri dei setti stessi. Ulteriore scelta, finalizzata ad annullare le interferenze con le strutture del parcheggio interrato, è stata quella che ha portato all’adozione di un sistema di fondazioni di tipo misto, superficiali e profonde, nel quale ambedue le tipologie fossero in grado di sopportare i carichi indipendentemente l’una dall’altra nel rispetto delle portanze del terreno; questo con l’intento primario di far sì che la prevalenza dei bulbi di pressione si posizionasse ad una profondità (circa 10 m dal piano di campagna) superiore a quella del piano inferiore del parcheggio (circa 6 m dal piano di campagna). Il sistema comprende quindi un sistema di travi rovesce interconnesse, disposte con la propria orma ad una profondità di 1.80 m dal piano di campagna, ed un sistema di 28 pali in c.a. del diametro di 30 cm e lunghezza di 7.00 misurata a -0,80 m dal piano di campagna, disposti lungo l’asse delle travi ad interassi di circa 2.50 m.
Una sfida strutturale Giacomo Tempesta 139
Blocco A Schema dei setti in c.a.
Dettaglio delle strutture di impalcato.
Blocco A Dettaglio delle strutture di impalcato.
Impalcato del solaio intermedi.
Il problema dell’adiacenza tra i setti di perimetro e le murature degli edifici limitrofi è stato risolto attraverso la realizzazione di un giunto distanziatore con funzioni sismiche che (tenendo conto delle irregolarità geometriche delle murature preesistenti) varia dai 10 ai 18 cm. A tale proposito è opportuno porre in evidenza come l’effettiva adiacenza del Blocco A con gli edifici limitrofi si riduca di fatto al solo tratto di circa 5 m con la parete in muratura, mista in pietra e mattoni, alta circa 4 metri, appartenente al bar presente sul lato ovest verso il mercato di Piazza Ghiberti (tratto 4 - 5 à fig.12), trascurando il breve tratto 3 – 4 che confina con una sottile parete di un paio di metri (per la quale è stato previsto un consolidamento con betoncino armato) relativa al perimetro di una piccola corte interna. Il confine con il Plesso di santa Verdiana non vede invece una contrapposizione diretta tra il nuovo setto in c.a. con relativa fondazione e i corpi edilizi del Dipartimento di Architettura e relative fondazioni disposte in prossimità del confine; in questo caso infatti, a dividere le due strutture, si trova il vecchio muro di recinzione del convento, di circa 50 cm di spessore: i corpi di fabbrica con struttura portante composta da telai in c.a. per il tratto 1 -2, ed in acciaio l’altro tratto 2 - 3, edificate in occasione dell’intervento di recupero della fine degli anni ’80, si discostano dal muro di recinzione lasciando una intercapedine di circa 60 cm (fig. 12). In definitiva non vi è adiacenza diretta tra nuove strutture e strutture preesistenti fatta esclusione per il muro di recinzione che, di fatti, rimane contenuto in una sorta di sandwich interno. Sempre in relazione al Blocco A, e tornando al tema del sistema delle fondazioni, la figura 13 mostra il sistema delle travi rovesce comprensive della disposizione dei 28 pali e una schematizzazione del rapporto delle aree di influenza del sistema complessivo con il terreno di fondazione, gli edifici limitrofi di santa Verdiana e la struttura del parcheggio interrato. Il Blocco A si prefigura come un corpo di fabbrica nel quale, come sopra già ricordato, si svolgeranno funzioni di ufficio (Firenze Parcheggi Spa) con possibile accesso al pubblico: Classe II – Cat. B2. La sua configurazione strutturale è caratterizzata da un sistema portante a setti in c.a. e un sistema di impalcati, disposti su due
140 Piazza Annigoni Alberto Breschi
livelli di piano ed un piano ammezzato di servizio, realizzati con solai misti in acciaio e calcestruzzo, in lamiera grecata con soletta collaborante mediante connettori a piolo, per i vani di luce maggiore, o solai in acciaio e laterizio per le aree di servizio. Al fine di ridurre al massimo le possibili interferenze con le strutture di contenimento del parcheggio, il sistema fondale connesso ai setti portanti, ovvero quelli che raccolgono il 90% delle azioni trasmesse dagli impalcati in funzione dell’orditura degli orizzontamenti, è stato disposto ortogonalmente alla piazza. In tal modo l’orma della fondazione continua a trave rovescia di ciascun setto appoggia pienamente sull’area più ampia e omogenea, oltre che distante dalla paratia, del terreno edificabile. La trave rovescia posta al di sotto del fronte di parete parallelo alla piazza assume quindi il solo onere di sostenere il solo peso proprio del setto di perimetro, setto che peraltro si presenta con ampie forature vetrate per quasi l’80% del suo sviluppo. Il setto retrostante, completamente cieco (fatta eccezione che per le due piccole finestrature lucifere in corrispondenza della parte antistante il cortile interno di santa Verdiana), segue il perimetro obbligato, definito dallo sviluppo lineare della cinta muraria dell’antico convento che si interpone, come una sorta di sandwich di separazione, tra la nuova struttura e le strutture della sede didattica di Architettura che se ne discostano di circa 0.8 m. L’interfaccia tra nuovo setto e fronte della cinta muraria retrostante è stata risolta predisponendo uno scostamento che determina un’intercapedine variabile tra 10 e 20 cm (a seconda delle irregolarità della muratura di confine), che si prefigura come un vero e proprio giunto di separazione nel cui spazio è stata interposta, tra l’altro, un lastra di materiale coibente di 8 cm. Anche sul fonte laterale del blocco, posto in adiacenza per circa 6 metri alla muratura di perimetro dell’edificio del bar della piazza, è stato lasciato uno stacco di circa 10 cm. In considerazione delle altezze e della morfologia degli edifici interessati è facilmente dimostrabile che l’ampiezza dell’intercapedine è superiore al valore che si ottiene per la definizione del giunto sismico corrispondente. Blocco B Il Blocco B insiste su un’area di terreno le cui caratteristiche sono le medesime di quello sul quale insiste il Corpo A. È composto da un elemento rettangolare centrale (con riferimento agli assi 3,5 x 2,95 m) realizzato con setti armati, di spessore 35 cm, contenente al suo interno un’ossatura intelaiata in profili d’acciaio HEB 200. Il manufatto in oggetto si mantiene chiuso a partire dallo spiccato di fondazione fino alla quota del primo impalcato posto a + 5,00 rispetto al piano di campagna, per poi proseguire con i soli due setti più lunghi per altri 6 m, fino alla quota della pensilina posta a + 11,00. L’interazione con il terreno è realizza attraverso una piastra di fondazione (5.70 x 5.10 m), nervata con sette travi rovesce incrociate, quattro in parallelo con il lato corto e tre con quello lungo, posta ad una quota di spiccato di – 2.50 m rispetto al piano di campagna, e munita di 12 pali di 7 m di lunghezza. Anche in questo caso la scelta progettuale è stata quella di optare per una fondazione mista, superficiale e profonda, per la quale il valore della portanza di ciascuna tipologia è comunque in grado di sostenere i carichi trasmessi dalla struttura fuori terra. Il Blocco B si prefigura come un corpo di fabbrica nel quale si volgeranno funzioni di ufficio direttivo (Firenze Parcheggi Spa), accessibile solo dall’interno attraverso il passaggio dal Blocco A e non aperto al pubblico.
Una sfida strutturale Giacomo Tempesta 141
Blocco B Organizzazione del sistema delle fondazioni.
Sezione schematica del sistema di fondazione in rapporto alle strutture del parcheggio interrato.
142 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Blocco B. Morfologia delle carpenterie metalliche con differenziazione dei vari elementi.
Morfologia delle carpenterie metalliche con differenziazione dei vari elementi.
Morfologia delle carpenterie metalliche con differenziazione dei vari elementi. Dettagli dei giunti bullonati.
Una sfida strutturale Giacomo Tempesta 143
Blocco B Scomposizione degli elementi in acciaio delle mensole di impalcato. Dettagli della carpenteria metallica delle mensole di impalcato. Dettagli della carpenteria metallica delle mensole di impalcato. Scomposizione degli elementi costituenti le mensole di impalcato e modalità di assemblaggio. Dettagli della carpenteria metallica delle mensole di impalcato.
Vista assonometrica dell’intero impianto strutturale in acciaio.
144 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Blocco B. Impalcato di piano con differenziazione dei vari elementi assemblati.
Carpenteria metallica della trave principale della pensilina.
Impalcato della pensilina con differenziazione dei vari elementi assemblati.
Una sfida strutturale Giacomo Tempesta 145
Elementi di telaio costituenti lo scheletro in acciaio del fusto in c.a. Il sistema dei connettori a U migliora la collaborazione tra i due materiali.
Assemblaggio in opera degli elementi in acciaio costituenti le mensole di sostegno del primo impalcato.
Movimentazione e calo verticale dell’elemento centrale monoblocco in corrispondenza del secondo impalcato e connessione con i profili verticali di perimetro.
Griglia completa costituente il secondo impalcato di piano. Sono visibili, sul perimetro ed in corrispondenza del fusto centrale, gli elementi verticali pre-assemblati necessari alla connessione con le strutture del livello superiore.
Blocco B.
Assemblaggio in opera degli elementi in acciaio costituenti le mensole di sostegno del secondo impalcato. La connessione viene eseguita mediante coprigiunto bullonato, mantenendo gli elementi i sospensione fino a completamento dell’operazione.
Griglia completa costituente il secondo impalcato di piano. È visibile, al livello inferiore, la stesura del solaio in lamiera grecata collaborante.
Terzo livello: griglia dei profili di appoggio delle travi della pensilina. È visibile, al livello inferiore, la disposizione delle armature supplementari relative alla realizzazione dell’impalcato di solaio in lamiera grecata collaborante.
Assemblaggio in opera del sistema dei profili costituenti la struttura della pensilina.
Completamento delle connessioni degli elementi verticali ed orizzontali costituenti il sistema strutturale. I vari elementi composti, preconfezionati fuori in officina, risultano connessi mediante coprigiunto bullonato.
Completamento dell’assemblaggio in opera del sistema dei profili costituenti la struttura della pensilina.
146 Piazza Annigoni Alberto Breschi
La struttura portante prevalente del blocco è quella in acciaio al fine di garantire una continuità, sia nei materiali che nella tecnologia, con la pensilina che lo sovrasta. Fanno eccezione la prima parte del fusto, a partire dallo spiccato di fondazione, e la sua prosecuzione mediante due setti paralleli fino al livello della pensilina. Questi ultimi sono stati previsti con una struttura mista in setti in c.a. che ospitano, annegata al proprio interno, una intelaiatura in profili d’acciaio che funge da scheletro portante aggiuntivo e che permette un congruo sistema di connessione continua con la struttura degli impalcati aggettanti dei due livelli superiori. La caratteristica emergente è quella che vede l’impianto strutturale partire dal basso con le dimensioni contenute del fusto per poi allargarsi, in corrispondenza del primo livello, attraverso lo sviluppo in aggetto di mensole in profili d’acciaio poste a sorreggere l’intera struttura degli impalcati superiori, confinati da un impianto intelaiato in carpenteria metallica, fino alla pensilina. Lo spessore dei setti in c.a. è di 35 cm (con sviluppo di circa 13 m dallo spiccato di fondazione per i due che proseguono fino al livello della pensilina), l’ossatura in acciaio è formata da profili HEB 200. In merito all’interazione tra i due materiali occorre osservare come lo spazio tra la casseratura di conteniBlocco C Sezione schematica del sistema di fondazione in rapporto alle strutture del parcheggio interrato.
mento del getto e la superficie perimetrale dei profili in acciaio, misurato omoteticamente, anche tenendo in considerazione dell’ingombro delle armature metalliche, abbia la dimensione netta minima di 7.5 cm. Ciò comporta che nelle fasi di getto (eseguito per cantieri verticali di circa 1.5 m) è stato possibile controllare con accuratezza sia il passaggio che la diffusione omogenea del conglomerato cementizio all’interno del cassero accertando quindi la completa occupazione del volume da riempire e l’assenza di vuoti tra i profili. L’interazione e la collaborazione tra gli elementi in acciaio e la massa in calcestruzzo sono state ulteriormente migliorate e garantite mediante un sistema di connettori sagomati ad U (realizzati con barre ∅ 14 a aderenza migliorata) saldati in corrispondenza delle facce dei profili ed annegati nel getto. Blocco C Il blocco C si prefigura come una sorta di padiglione, ovvero un volume coperto (con impalcato piano di copertura praticabile per la sola manutenzione), sostanzialmente vuoto al suo interno. L’unico piano di calpestio, escludendo lo stretto passaggio a ballatoio posto alla quota di + 5.10, è quello del piano terra che quindi grava direttamente, anche se solo in parte, su una porzione del solaio del parcheggio interrato, previa interposizione di un vespaio areato. Sull’esigua striscia di terreno in corrispondenza della quale è stato predisposto il sistema di fondazioni gravano i carichi trasmessi dal setto in c.a. del perimetro posteriore e quelli trasmessi da tre setti, sempre in
Vista montaggio carpenteria corpo C.
c.a., disposti a pettine, due dei quali a definizione del fusto dell’ascensore di servizio che serve il passaggio da piano terra al piano del ballatoio. Solo una ridotta parte delle azioni trasmesse dalla copertura gravano sul fronte verso la piazza. Quest’ultimo è costituito da un sistema intelaiato di tipo reticolare formato da profili in acciaio HEA 140 e collegato trasversalmente ai setti retrostanti. Il sistema dei montanti, disposti ad un interasse di 1.2 m, trasferisce sul cordolo armato posto alla base una distribuzione uniforme di carico di tipo lineare di bassa entità cui contribuiscono sia i carichi di copertura che i pesi propri delle strutture di facciata che ospitano, tra l’altro, un’ampia apertura finestrata.
Una sfida strutturale Giacomo Tempesta 147
Blocco C Organizzazione del sistema delle fondazioni.
Schema dei telai in acciaio.
Schema dei telai in acciaio.
148 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Vista montaggio carpenteria corpo C.
L’edificio C trasferisce sul solaio del parcheggio interrato una parte dei carichi derivante dal solaio di copertura ed il solo peso proprio delle strutture di facciata. I carichi trasmessi sono decisamente inferiori ai valori definiti per l’impalcato di calpestio della piazza, ovvero 2500 daN/mq. La parte più consistente del manufatto, realizzata in setti in c.a., insiste come sopra ricordato, sulla fondazione appoggiata in corrispondenza della striscia tergale di terreno, definita da una piastra nervata con travi rovesce in coesistenza con 5 pali trivellati. Le pressioni medie trasmesse al suolo sono trascurabile, esse non superano mai il valore di 0.6 daN/cmq nella condizione più sfavorevole. L’apparto fondale è quindi disposto in modo prevalente lungo la striscia di terreno tergale adiacente al cortile del plesso di santa Verdiana, confinato verso Piazza Annigoni dalla paratia di bordo della rampa d’accesso al parcheggio interrato. Lungo quest’area, infatti, si sviluppa il setto in c.a. di perimetro e la sequenza de setti ortogonali disposti a pettine, su tre dei quali appoggia il passaggio a ballatoio interno. Il sistema è composto da una piastra, la cui geometria rispecchia la forma della striscia di terreno, sormontata da un reticolo travi rovesce. Lungo l’asse mediano della piastra ed in corrispondenza di ogni setto trasversale e della trave rovescia ad esso associata, sono stati disposti cinque pali ∅ 300 e profondità 7 m misurati dallo spiccato di fondazione posto a – 1.5 m da quello di campagna. Le azioni trasferite al terreno dalle strutture superiori sono molto ridotte e dipendono prevalentemente dai carichi di peso proprio dei setti, da quelli derivanti dalla limitata porzione dell’impalcato del ballatoio e della ridotta area di influenza dell’impalcato di copertura.
Interventi nel complesso di santa Verdiana Progetto architettonico Alberto Breschi Progetto strutturale Giacomo Tempesta (DiaCon Srl) Progetto impiantistico Giovanni Ghini
Con la 2° Variante viene prodotta un’ultima importante modifica al progetto del 2008 che riguarda la parte più strettamente a contatto con il complesso conventuale, motivata a seguito di un accordo con l’Università stipulato durante l’esecuzione dei lavori per consentire l’espletamento di quelle funzioni basilari che sono l’accoglienza e il controllo degli accessi al polo didattico universitario con la creazione del nuovo ingresso da piazza Annigoni. In sostanza si tratta di un vero e proprio coinvolgimento del progetto con il complesso conventuale che rende ancor più evidente come il nuovo edificio rappresenti una sorta di ‘completamento’ delle stratificazioni che nel corso degli anni si sono prodotte attraverso modifiche continue e cambi di destinazione.1 Gli interventi riguardano la trasformazione in portineria di due aule attigue al nuovo ingresso del plesso didattico di santa Verdiana, la sistemazione della corte interna al complesso con accesso direttamente da piazza Annigoni e la sostituzione della scala esterna provvisoria con una nuova scala inserita nel volume dell’edificio.2 Il progetto della nuova portineria riguarda la trasformazione di alcuni ambienti per consentire la creazione di un’unico vano che agevoli un maggiore controllo. La corte interna limitrofa al nuovo edificio della Firenze Parcheggi su piazza Annigoni presentava nel progetto del 2008 una scala di sicurezza addossata al nuovo edificio mentre il resto della corte, non essendo coinvolta dal progetto, di fatto risultava inutilizzabile a causa di una sistemazione incongrua e non compatibile con il nuovo ingresso. Il progetto di variante prevede la totale sistemazione della corte con un disegno organico delle aiuole e delle parti arboree preesistenti che vengono mantenute, con il completo rifacimento di tutta la pavimentazione in calcestruzzo drenante nelle colorazioni in accordo con le finiture dei prospetti interni, con lo spostamento della scala vicino alla nuova portineria, in aderenza alle aule e protetta da un frangisole in grigliato metallico analogo a quello utilizzato per la scala di sicurezza di santa Teresa. Lo scopo è quello di rendere la corte più fruibile da parte dell’utenza e costituire un sistema distributivo alternativo che da piazza Annigoni tramite il segnale della pensilina conduca alla corte e da questa al chiostro storico al centro del complesso restituendo a questi spazi esterni il ruolo di centralità distributiva, in previsione di una auspicabile revisione degli spazi interni e di eventuali nuovi ampliamenti di tutto il plesso. 3
V. santa Verdiana a Firenze - dal monastero sede universitaria, sette secoli di storia. A cura di Fauzia Farneti e Silvio Van Riel. DIDA press 2017. 2 Poiché l’immobile in questione è situato in ZONA A – AMBITO DEL NUCLEO STORICO ed è classificato come EMERGENZA DI VALORE STORICO ARCHITETTONICO in quanto facente parte dell’ex complesso di S. Verdiana, si è reso necessario ottenere il Nulla Osta della Soprintendenza che riporta il prot. 026464 del 02/12/19. 3 Allegato 7 - Ipotesi di fattibilità per un nuovo ampliamento di santa Verdiana. 1
150 Piazza Annigoni Alberto Breschi
•
Planimetria di santa Verdiana con il nuovo ingresso da piazza Annigoni.
Vista dell’ingresso da piazza Annigoni al complesso di santa Verdiana.
E TICO RA
Interventi nel complesso di santa Verdiana Alberto Breshi, Giacomo Tempesta, Giovanni Ghini 151
Sezione trasversale sulla portineria e vista della scala di sicurezza.
ERIA
ESECUTIVO
A
1:50
FIRMA
rara , ti 7.21 (aula 3)
6.04 (aula 2)
Cartella in metallo
3.71 (aula 1)
296
285
483
325
354
372
421
Controparete strutturale
383
Controparete strutturale
0.00
96
L'
M'
0.96
- 0.96
N'
Sezione LL' - Sezione trasversale Portineria - Scala 1:50
Sezione MM' - Sezione trasversale Portineria - Scala 1:50
-0.37
-0.04
Pianta della nuova portineria e ingresso da piazza Annigoni.
0.00
Zerbino incassato Barriera d'aria
H=3.20
+0.31
Gradini in legno Alzate 16.40 cm 6
-0.23
5
-0.23
7
8
9
10
4
11
3
12
2
13
1
entrata a S1 da via Paolieri 17.5%
14 15
0.00
Tubolare metallico in setto c.a. per impianti quota controsoffitto
H2O
Gradini in gres Alzata 16.37 cm
+0.31
+0.31
Zona fotocopiatrici 3
2
1
4
Cornice in pietra
5
-0.23
6
Pluviale metallico 10 cm
7 8
9 10
Cornice in pietra 11
12
13
14
15
16
Calcestruzzo Drenante
0.02
Controparete in cartonegesso
Pavimento flottante
Cornice in pietra Alberature esistenti
Pavimentazione in Gress
0.00
- 0.96
Griglia di raccolta
Profilo metallico di bordo
Pavimentazione in Gress
Sottostruttura per frangisole aiuola esistente
Pozzetto (-0,49)
Pozzetto
152 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Vista interna del bancone reception portineria.
Vista assonometrica del bancone dall’esterno.
Portali per sostegno porta
Vista assonometrica posterioore
Interventi nel complesso di santa Verdiana Alberto Breshi, Giacomo Tempesta, Giovanni Ghini 153
Vista della corte interna di santa Verdiana con la nuova portineria e la scala di sicurezza.
154 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Vista della corte precedente all’intervento con la scala di sicurezza da sostituire.
Pianta della nuova scala di sicurezza.
Sezione costruttiva della nuova scala.
Prospetto con il rivestimento in grigliato di alluminio verniciato.
Interventi nel complesso di santa Verdiana Alberto Breshi, Giacomo Tempesta, Giovanni Ghini 155
Vista notturna dalla corte interna verso la portineria e la nuova scala di sicurezza.
156 Piazza Annigoni Alberto Breschi
ALLEGATO 7 Ipotesi di fattibilità per un nuovo blocco di aule in santa Verdiana
Vista del chiostro di santa Verdiana.
Il nuovo ingresso di Architettura a santa Verdiana, direttamente da piazza Annigoni, determina una diversa distribuzione delle attività all’interno della struttura didattica. L’impianto che si viene a creare ribalta l’ingresso da via della Mattonaia a piazza Annigoni, sottolineando il ruolo delle corti e in particolare del grande chiostro storico che diviene il naturale punto di smistamento, ancor più evidenziato dall’elemento di copertura esterno che segnala e convoglia il percorso Questa nuova impostazione distributiva ci permette di riprendere un’ipotesi di ampliamento, avanzata anche a suo tempo dall’arch. Roberto Maestro e ripresa dal sottoscritto che riguarda i corpi di fabbrica posti sul lato est del complesso, elementi di scarsissima qualità architettonica e incongrui rispetto all’impianto storico. La posizione che occupano tali fabbricati, in virtù del nuovo collegamento tra piazza Annigoni e via dell’ Agnolo, offre la possibilità di poter utilizzare quei volumi per un nuovo organismo dalle potenzialità strategiche per l’inserimento, oltre che di nuove aule, di laboratori, ad esempio quello di Costruzioni, che necessitano di collegamenti diretti e separati dai percorsi didattici. Il progetto di fattibilità proposto è improntato dalla stessa logica di completamento e metamorfosi alla base del concept di progetto per il nuovo edificio di piazza Annigoni: completare la stratificazione in atto di un sistema che accoglie e rende visibile l’ impianto conventuale seicentesco, la sua trasformazione in casa di pena del ventesimo secolo e infine in struttura didattica di segno contemporaneo. Il progetto si articola in più fasi e prevede di sostituire le parti demolite con corpi di fabbrica di tipologia affine al nuovo progetto di piazza Annigoni, con allineamenti in altezza e uso di materiali analoghi, ampie vetrate e rivestimento in pietra. Il nuovo corpo si separa nettamente dalle preesistenze senza contaminarle attraverso una ‘galleria’ distributiva completamente smaterializzata in vetro analoga a quella già realizzata nell’altro complesso universitario di santa Teresa.
Una sfida strutturale Giacomo Tempesta 157
Pianta piano terra di santa Verdiana con il nuovo ingresso, la nuova portineria e in rosso l’ipotesi di fattibilità per nuovi interventi di ampliamento. Schema per un’ipotesi di ampliamento di nuove aule.
Prospetto dello stato di fatto dal percorso di collegamento dalla piazza Annigoni alle Murate con indicato i primi due interventi.
Prospetto con i primi interventi e con indicato un’ultima fase di completamento. Il primo intervento a destra ha le caratteristiche dimensionali e materiche del blocco polivalente e nuovo ingresso alla Facoltà sulla piazza Annigoni, al centro viene recuperato il blocco centrale attraverso una ristrutturazione parziale con un nuovo prospetto.
Sezione trasversale del 1° blocco di nuova edificazione.
158 Piazza Annigoni Alberto Breschi
Stato di fatto complesso di santa Verdiana dal lato del collegamento Annigoni-Murate.
Stato di progetto con l’ipotesi di fattibilità per nuove aule e servizi.
Una sfida strutturale Giacomo Tempesta 159
ALLEGATO 8 Scheda riassuntiva del nuovo edificio polivalente a prevalente destinazione pubblica e nuovo ingresso al plesso didattico di santa Verdiana in piazza Annigoni. 2019/2021
Dati del progetto presentati nella Variante finale di fine lavori: Destinazione d’uso di progetto: servizi collettivi di pubblico interesse S.U.L. di progetto 750,68 mq Numero dei piani 2 + chiusura di parte della terrazza sotto la pensilina Altezza massima 8,52 all’estradosso del solaio del 2° piano Pensilina: Altezza massima di progetto: Estradosso a mt 12,10 dal piano di campagna, di forma pressoché quadrata (12,50 x 14,50) Opere di sistemazione interna relativi alla nuova portineria nel complesso di santa Verdiana: (N.O. Soprintendenza prot. 026464 del 02/12/19) Importo dei lavori: euro 2.721.363,00 Data inizio e fine lavori: 28/03/2019 - 01/02/2021 Committenza: Firenze Parcheggi S.p.a. Localizzazione: Piazza Annigoni, Responsabile del Procedimento: Arch. Richard Cammarano Progettista e direttore dei Lavori: Prof. Arch. Alberto Breschi collaboratori: architetti Claudia Giannoni, Gianluca Chiostri, Michele Argiolas, Paolo Oliveri e Nicola Del Monaco. Progettista e direttore dei Lavori opere strutturali: prof. arch. Giacomo Tempesta (DiaCon Srl) collaboratori: architetti Jacopo Giuseppe Vitale e Gabriella Aliboni di DiaCon srl e Maria Grazia Sinopoli. Progettista e direttore dei Lavori opere impiantistiche: p. ind. Giovanni Ghini Coordinatore Sicurezza in fase progettazione ed esecuzione: arch. Tommaso Chiti Realizzazione: Impresa: SICREA S.p.a. in ATI con VARIA costruzioni e ICCREA BancaImpresa S.p.a. Direttore di cantiere: geom Alfredo Angiolini (Sicrea) Principali sub-appaltatori: VANGI s.r.l., scavi e movimenti di terra / PALINGEO s.r.l., palificazioni / APO s.r.l., opere murarie / IMAF, carpenteria metallica / MIG COSTRUZIONI, facciate ventilate / STEEL SYSTEM, serramenti e alucobond / CAMA, ascensori / TECNOROMS, cartonassi / FLOORLAB, pavimenti flottanti / EDILART, tinteggiature / IDRO-SERVICE, impianti meccanici / BV IMPIANTI, impianti elettrici / SIGLOBAL, portineria e finiture / INSIDE CONTRACT, pareti attrezzate e arredi.
Finito di stampare da Logo s.r.l. | Borgoricco (PD) per conto di didapress Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze luglio 2022
Il volume descrive l’evoluzione di un progetto nato dal concorso del 2006, sviluppato nel 2008/2011 con una prima stesura e concluso con un nuovo progetto e conseguente realizzazione dal 2012 al 2021. Il progetto verte su piazza Annigoni, nel centro storico di Firenze, nell’ambito e nel metodo della riqualificazione urbana e del disegno della città come perenne ‘ritrattamento della materia esistente’. La pubblicazione si rivolge ai giovani architetti freschi di laurea che si apprestano a una professione tanto bella quanto difficile e complessa. Difficile nel mantenere sempre vivo un atteggiamento propositivo, complessa per la miriade di norme burocratiche imposte dalla prassi. Il messaggio che l’autore desidera trasmettere è che in fondo si finisce sempre per dare vita a un’idea, a un sogno che nasce da lontano, e che ogni progetto ha sempre bisogno di uno sguardo più ampio di quello che le condizioni oggettive impongono all’inizio. Questa esperienza conclude il percorso progettuale di Alberto Breschi per Firenze e ne rappresenta la sintesi. Alberto Breschi ha svolto gli studi universitari presso la Facoltà di Architettura di Firenze dove si è laureato, nel 1969, con relatori Leonardo Ricci e Leonardo Savioli. Co-fondatore del gruppo ZZIGGURAT nel periodo dell’Architettura Radicale degli anni Settanta, è stato professore ordinario di Progettazione Architettonica e Urbana nella Facoltà di Architettura di Firenze, dove ha insegnato dal 1970 fino al 2013. Titolare di BRESCHISTUDIO , vive e lavora a Firenze in un impegno professionale quasi interamente dedicato alla progettazione pubblica e costantemente sostenuto dall’ approfondimento di ricerca teorica. www.breschistudio.com
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