Piazza Annigoni | Alberto Breschi

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Introduzione Un progetto che nasce da lontano Alberto Breschi

Nel 2005 veniva pubblicato da parte della società Firenze Parcheggi s.p.a. il bando per il Concorso Internazionale di un nuovo edificio in piazza Annigoni a Firenze. Il bando, abbastanza complesso e articolato, prevedeva non solo di redigere un progetto per uffici ma, poiché l’area era collocata ai margini del complesso monumentale di santa Verdiana, utilizzato dall’Università degli Studi di Firenze per la facoltà di Architettura, andavano indicate anche le modalità per un nuovo accesso al plesso didattico e inoltre, all’interno della piazza, prevedere la realizzazione del nuovo mercatino antiquario che al momento si trovava in piazza dei Ciompi. La storia di questo progetto potrebbe cominciare da questa data con la partecipazione a quel concorso, ma in realtà le tematiche affrontate erano nate da una riflessione su Firenze che si era formata fin dagli anni settanta in cui, laureato da poco, mi trovavo coinvolto con alcuni amici1 a immaginare scenari ed esiti alternativi per la mia città. Fu certamente un periodo in cui forte era la scoperta e l’entusiasmo per la disciplina architettonica, e fu in quel frangente che si formò in me quell’atteggiamento propositivo e quella disposizione a un pensiero sempre altro rispetto alle norme e ai comportamenti usuali che anche in seguito, con maggior consapevolezza critica e meno intento provocatorio, avrebbe segnato il mio percorso di docente universitario e di impegno professionale. Nel ritornare con la mente a quelle esperienze ha significato ritrovare l’inizio di questa storia. La Firenze della mia formazione universitaria era, a partire dagli anni Sessanta, ancora la città in cui si erano da poco diffusi i pensieri di padre Balducci e del parroco di Barbiana, con messaggi di una cultura della solidarietà, della tolleranza e soprattutto con pensieri di un cambiamento che si avvertiva imminente. Una città dove ancora persisteva l’eco delle utopie di La Pira e in cui la politica si ancorava agli ideali universali della pace e della giustizia espressi in un passato non troppo recente da uomini come Aldo e Nello Rosselli e Piero Calamandrei con idee che si ibridarono e amplificarono con quelle più cosmopolite del Sessantotto, movimento che mi coinvolse mentre stavo concludendo l’esperienza universitaria. Allora la città mi appariva vivace e piena di risorse a cui poter attingere.

1 Il gruppo Zziggurat nasceva a Firenze, nel 1968 e si occupava dell’architettura come “evento globale”, ossia come sistema di comunicazione e campo di espressione multimediale e pluridisciplinare, teso a una continua sperimentazione contenutistica e espressiva di tipo critico-innovativo che lo collocava nel panorama di quel movimento di avanguardia architettonica costituito dall’Architettura Radicale.

pagina a fronte Schema assonometrico con i nuovi inserimenti del Mercato antiquario e dell’edificio polivalente. Progetto presentato al Concorso del 2006.


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