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Introduzione
PPTR della Regione Puglia, 2015. Elaborato “I paesaggi della Puglia”, Regione Puglia e Laboratorio LARIST dell’Università degli studi di Firenze (estratto). Introduzione
L’insediamento umano nel quadro naturale costituito dal paesaggio potrebbe apparire del tutto accidentale o senza senso o addirittura dannoso come una piaga […]. Ma se, con sufficiente orgoglio e sufficiente umiltà, ci si colloca sul piano dell’uomo (ed è questo il postulato implicito in ogni discorso che dall’uomo provenga), è necessario che riappaia un senso della presenza umana nel quadro naturale. Dei segni lasciati da questa presenza non si può discutere se non in quella tensione che si fa ‘misura di tutte le cose’. E allora l’insediamento-piaga scompare per lasciare il posto all’insediamento-fioritura, che un ambiente terrestre deve essere pronto a ricevere, anzi è in qualche modo predestinato a ricevere. A questa scommessa non si può sfuggire; l’uomo, quale momento più ardente della realtà naturale, si colloca in essa al punto giusto, la riordina alle sue leggi e in ciò stesso ne rivela la pre-umanità, quell’attesa in cui essa si preparava alla sua più complessa riuscita (se non osiamo dire più alta). E tale ‘collocarsi’ dell’uomo assume piena evidenza quando lo si considera sotto l’aspetto dell’insediamento, giacché questo, come i lineamenti di un volto, traduce in termini sensibili tutta una storia della ragione, il suo sfolgorante successo, oppure, come purtroppo è possibile che accada, il suo fallimento. Il paesaggio viene dunque ad animarsi e a meglio splendere nel lavorio umano che vi opera, perché al di sotto della sua apparente insignificanza esistevano elementi che un ‘giusto’ antropocentrismo ha fatto risaltare. Nello stesso tempo un tipo determinato di società manifesta la propria raggiunta maturazione potenziando quella che si potrebbe dire l’espressività della figura di un territorio, grazie all’insediamento che vi si è formato e che ha trovato le sue motivazioni socioeconomiche nelle particolari possibilità vitali offerte dal territorio stesso1 (Zanzotto 2013, pp. 69-70).
La lunga citazione di Andrea Zanzotto – tra i poeti italiani contemporanei che maggiormente hanno esplorato il tema del paesaggio e la relazione tra uomo e ambiente di cui il paesaggio stesso è specchio – contiene numerose assonanze con la riflessione portata avanti dalla scuola patrimoniale e territorialista2. L’idea di una presenza antropica misurata, calibrata, che feconda un ambiente fisico con il suo portato culturale e costruisce per questa via territorio, luogo, paesaggio, è uno dei princìpi cardine della visione patrimoniale. L’arricchimento reciproco tra uomo e paesaggio – che secondo Zanzotto discende dal virtuoso
1 Corsivi nostri. 2 La trattazione più estesa e recente di questo approccio si trova in Magnaghi 2021.