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Goodbye Zamboni 22 di Beniamino Piscopo
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Università: ponte tra mondo dello studio e mondo del lavoro? di Giulia Silvestri
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Associazione Virgola: così “lavoriamo” con vero spirito associativo di Laura Pergolizzi
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BIO-ON: LA PLASTICA NON È PIÙ UN PROBLEMA! di Irene Astorri
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1968
Goodbye Zamboni 22 di Beniamino Piscopo Gli antichi popoli etruschi celebravano periodicamente la primavera sacra, che vedeva i membri più giovani lasciare la tribù, per andare a colonizzare nuove terre. A Bologna, al contrario, vige l'autunno sacro, che arriva puntuale con i primi bagliori dorati delle foglie sugli alberi: anziché far partire i suoi giovani, Bologna ogni anno ne accoglie di nuovi, migliaia. Nell'estate del 2009, tra questi stuoli di sbarbatelli euforici c'ero anch'io. In qualità di matricola dell'Alma mater, mi apprestavo a seguire le lezioni della facoltà di giurisprudenza che fu di Irnerio e Accursio. L'impatto con la mitologica università di Bologna era stato tranquillizzante. Lo stile amabile dei professori, era distante anni luce dalla figura ancien regime di molti insegnanti liceali che avevo conosciuto. ( cordialità dovuta al contributo in tasse universitarie da elargire a questi colti e educati signori?) Metteteci che approdato all'Alma mater, fui accolto da un tripudio di bellezza femminile, con colleghe carine ovunque mi girassi, e capite con quale roseo ottimismo mi sia dedicato alla mia novella vita universitaria. L'iter standard è questo di solito. Le matricole più previdenti si organizzano già da metà Luglio: le aspetta un posto in doppia con
un vecchio compagno di liceo a trecento euro. Per tutti gli altri, si prevede un concitato mese di Settembre, scandito dal tradizionale vagare, scortati da un genitore o a coppie di amici, fra le bacheche fitte di messaggi. Seguiranno chiamate convulse al cellulare, appuntamenti con potenziali padroni di casa o, spesso, con studenti più anziani impegnati a subaffittare porzioni di appartamento. Tutti prima o poi, trovano la loro tana, il proprio ritmo, una consuetudine inattesa nel muoversi tra il nuovo alloggio e la zona universitaria. E così, Bologna ti tiene la mano, mentre attraversi la strada che ti porta sul marciapiede dei grandi, col privilegio però, di dover fare ancora i compiti a casa, come quando si è piccoli. Sono uno studente da sempre, da ventiquattro anni la mia copertina di linus è sapere che studiare in cambio di voti e promozioni, significa aver concorso con onore, al progresso materiale e spirituale della società. Queste vecchie certezze che mi hanno cullato nei miei tanti anni da pischello con lo zaino, stanno però sgusciando via, man mano che vengono sostituite da domande nuove. La consapevolezza del carnaio che aspetta al varco i laureandi italiani, attenua
parecchio l'entusiasmo della corona d'alloro adagiata al capo, e contribuisce a rendere la laurea una vittoria agrodolce. Chi come me, si appresta a staccare il traguardo, può ben comprendere questo conflitto interiore. Finire e lasciare per rimpiangere quello che si sta lasciando. Dire addio a quel magico limbo che è la vita universitaria, per essere sbattuti in prima linea e senza addestramento, nella vita reale. Ho ventiquattro anni, e dicono che sia normale sentirsi inadeguati, dicono che il cervello di un venticinquenne sia più o meno lo stesso di quello di un'adolescente. Posso confermarlo: se do un'occhiata al mio guardaroba, vedo ancora felpe da liceale e converse consumate. Di giacche, colletti bianchi e cravatte, neanche l'ombra. A pensarci però, rifondare un intero guardaroba non ha senso, è un cambiamento finto, forzato, non spontaneo. I guardaroba si evolvono un poco alla volta, così come, solo un po' per volta, cambiamo anche noi.
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UNIVERSITÀ: ponte tra mondo dello studio e mondo del lavoro? di Giulia Silvestri Dopo cinque o più anni all'interno delle mura universitarie, usufruendo dei servizi, buoni o meno, che la stessa università offre, a tasse più o meno alte a seconda della facoltà prescelta, gli studenti vengono catapultati nel mondo del lavoro, o della disoccupazione che dir si voglia.
presentarsi al Career Day se si hanno pretese di questo genere? Giovani appena laureati non avranno mai questo tipo di curriculum. Gli unici studenti con qualche possibilità erano i laureati in ingegneria e quelli in economia, le cui lauree erano richieste in quasi tutti gli stand prensenti in Fiera. I laureati di altre facoltà, non avevano molte alternative.
svolti presso aziende convenzionate con la stessa Università e prevedono solo un'indennità minima di 450 euro al mese. Le aziende convenzionate sono più di duemila e accettano anche autocandidature.
Un altro servizio dell'Università, per i laureandi e i neo laureati (entro i diciotto mesi dalla laurea), è il Servizio Orientamento Lavoro, il quale fornisce Li lascia in balia del nulla oppure offre un informazioni sugli sbocchi professionali collegamento, funge da ponte tra un Le aziende proponevano tirocini retribuiti che la propria laurea può portare, universo e un altro? (sottopagati) della durata di circa 6 mesi, consulenza orientativa individuale e, stage e poco altro. infine, avvia diversi laboratori riguardanti Proprio a inizio Marzo si è svolto il la stesura del curriculum, come affrontare Career Day, rivolto agli studenti appena Una volta constatato che trovare qualcosa un colloquio di lavoro, come muoversi laureatisi e a quelli laureandi. Ascoltando che non sottovaluti le proprie capacità, in per cercare efficacemente lavoro. l'opinione di alcune persone che vi hanno una giornata come il Career Day, è partecipato, viene da chiedersi: serve altamente improbabile, rimane cos'altro Gli strumenti ci sono, la loro efficacia davvero? offre l'università ai neo laureati. dipende dalla valorizzazione che ne viene fatta, sia da parte dell'Ateneo, che da parte Le impressioni di molti giovani che il 4 Innanzi tutto bisogna sottolineare che il delle aziende. Quale modo migliore come marzo si sono ritrovati a fare file Career Day fa parte di una serie di eventi primo passo per valorizzare il servizio, se interminabili per poter lasciare il organizzate all'interno di Job Placement. non quello di chiedere ai diretti curriculum e fare un breve colloquio con Questa è una bacheca di annunci a interessati, agli studenti, quali sono le loro le varie aziende presenti, è che quei servizio di aziende e studenti. È riservata esigenze e come le concreterebbero con curricula sarebbero finiti nel primo agli studenti iscritti all'Università di questi o altri strumenti? cestino per la carta disponibile. Bologna (laureati e laureandi); in essa è possibile inserire il proprio CV, consultare Quest'anno, a differenza degli altri anni, gli annunci di lavoro pubblicati dalle sono state distribuite delle piantine con aziende e autocandidarsi per una tutti gli stand e con l'indicazione di che posizione lavorativa concernente i propri tipo di laurea fosse richiesta in questi studi. A Job Placement l'azienda può ultimi. richiedere l'invio di curricula conformi alle proprie attività di recruitment. A questo proposito, molti studenti di giurisprudenza hanno reputato inutile L'Università di Bologna statuisce anche questa giornata perché, oltre all'assenza di dei bandi per tirocini extracurriculari che richieste, i pochi stand a ciò dedicati possono essere iniziati entro dodici mesi cercavano persone con almeno cinque dal conseguimento della laurea. I tirocini anni di esperienza. Per quale motivo hanno la durata di sei mesi, vengono Cosa fa l'università dopo aver formato orde di studenti per così tanti anni?
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Associazione Virgola: così “lavoriamo” con vero spirito associativo
Intervista all’associazione Virgola di Bologna Di Laura Pergolizzi L’associazione Virgola, fondata nel settembre 2012 da un gruppo di ragazze dell’età compresa tra i venti ed i trent’anni, propone attività culturali rivolte a bambini, ragazzi e adulti all’interno del Quartiere San Donato. Tra le tante iniziative in cui è coinvolta, cogestisce lo spazio lettura “C’era una volta” ed accoglie classi e visitatori presso la “Fattoria Urbana” del Circolo La Fattoria. Inoltre collabora con le associazioni del Pilastro con iniziative pubbliche per valorizzare il territorio. Ne parliamo con una delle socie fondatrici Emanuela Rosmini.
in scena uno spettacolo teatrale in cui abbiamo provato a descrivere la quotidianità di adolescenti, bambini e bambine del Pilastro.
Il Pilastro, quartiere multiculturale, è dai più immaginato come una zona poco sicura. I bambini avvertono questa stessa sensazione? Bologna è una città caratterizzata da e “La Fattoria”, per la quale organizziamo No. Noi abbiamo lavorato con i bambini un’attività associativa molto vivace. stabilmente la Fattoria didattica. di una quarta elementare provenienti da Quali sono gli “steps” principali per diverse nazionalità, i quali hanno mostrato trovare spazio all’interno di un A distanza di più di un anno, quali di vivere serenamente il quartiere. I panorama così vasto? obiettivi avete già raggiunto? problemi ci sono certamente, ma come in La nostra idea iniziale era quella di Inizialmente con il doposcuola non molte altre zone di Bologna. La stampa ha costituire un servizio di doposcuola per i abbiamo avuto molto riscontro. Abbiamo spesso esagerato. Il progetto ha il merito bambini che vivono nella zona del toccato con mano il fatto che molte di aver visto il Pilastro dal punto di Pilastro. Ci eravamo rese conto del fatto famiglie del Pilastro non avevano la osservazione di chi conosce realmente di che nella zona ci fossero servizi dedicati disponibilità di sostenere le spese di cosa si parla. A proposito, con gli stessi solamente a bambini segnalati. Il nostro doposcuola, nonostante i nostri prezzi bambini abbiamo recentemente portato a obiettivo era quello di fornire un servizio fossero altamente competitivi. Per questo termine un secondo progetto il cui aperto a tutti, mantenendo prezzi stiamo cercando dei finanziamenti esterni obiettivo era la realizzazione, attraverso lo ragionevoli. per portare avanti questo progetto. Ad svolgimento di alcune attività, della In una prima fase abbiamo studiato le esempio, pensiamo all’opportunità dei “Carta dell’accoglienza”. Il Progetto altre realtà per stabilire quale veste finanziamenti europei, spesso “Giochiamo con l’accoglienza” ha avuto assumere. Per fare questo ci siamo affidati sottovalutati. Fortunatamente, però, un riscontro particolarmente positivo tra i alla consulenza fornita da Legacoop, dal questo momento di “stallo” ci ha bambini partecipanti. servizio Progetti d’impresa della permesso di aprirci alla possibilità di Provincia di Bologna e ci siamo messe in svolgere altre attività sul territorio... così Da qualche tempo la vostra associazione contatto con l’Arci. La formula abbiamo deciso di metterci in gioco. è entrata a far parte del tavolo di associativa ci è sembrata la più idonea per Accanto al progetto della Fattoria Progettazione Permanente del Pilastro perseguire i nostri obiettivi iniziali. didattica, abbiamo iniziato ad operare promosso dal Quartiere San Donato. all’interno delle scuole. Infatti siamo Cosa ci dite di questa esperienza? Solitamente si pensa alla realtà entrate a far parte, in stretta Il “Tavolo” è una rete collaborativa di associativa come una realtà a “bassi collaborazione con la cooperativa Associazioni, Istituzioni e realtà sociali costi”. Quali sono stati i costi di base “Alimos”, di un progetto ministeriale che che sono attive sul territorio del Pilastro. necessari per iniziare la vostra attività? prende il nome di “Frutta nelle scuole”. Grazie alle riunioni che si svolgono ogni I costi che abbiamo affrontato sono stati Questo è attualmente il più grande quindici giorni ciascuna realtà ha la quelli di registrazione dell’atto costitutivo programma europeo di educazione possibilità di contribuire alla e dello statuto, le spese Arci e le imposte alimentare rivolto agli studenti delle programmazione di attività culturali, periodiche. Per la sede abbiamo trovato scuole elementari. Inoltre, abbiamo educative e sociali, ma anche di un grosso aiuto nel Circolo “La Fattoria” avviato, insieme alle associazione partecipare ad un dialogo costruttivo di Via Luigi Pirandello, che ci ha messo a Laminarie, il Circolo “La Fattoria, il CVS finalizzato a rispondere alle emergenze disposizione dei locali. Uno dei lati più ( Centro Volontariato Sociale) e con il che si presentano di volta in volta nel positivi di costituirsi associazione è la contributo del Quartiere San Donato, il territorio. In questo modo avvertiamo continua possibilità di instaurare laboratorio “Vivo a Bologna, ma abito certamente di essere parte di una rete che collaborazioni con altre meravigliose qui” presso l’istituto Comprensivo 11. Al guarda nella stessa direzione, in maniera realtà, cosa che è avvenuta tra “ Virgola” termine dei lavori è stato possibile mettere positiva.
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“Virgola”: attività di volontariato o attività lavorativa? Inizialmente il nostro intento era quello di iniziare a fare esperienza con i bambini per poter eventualmente e successivamente realizzare un’attività lavorativa, “trasformandoci” in cooperativa. Molte associazioni dopo tanti anni si sono trasformate in cooperativa, altre, purtroppo, nascondono l’attività lavorativa dietro l’associazionismo.
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Bisogna avere l’onestà di cambiare veste nel caso in cui cambino i presupposti e gli obiettivi da perseguire. Nel nostro caso, alla luce dei progetti per i quali abbiamo collaborato e delle nostre forze in campo abbiamo deciso lasciare, per ora, le cose come stanno. Quali i progetti per il futuro? Date la nostra giovane età e la necessità di trovare un’occupazione stabile, il nostro
auspicio è quello di continuare ad avere del tempo a disposizione per occuparci con la stessa passione di sempre di queste attività. Dunque, speriamo di poter confermare le attività abbiamo già svolto e, perché no, accogliere nuovi soci che abbiano il nostro stesso spirito per incrementare l’offerta di Virgola. Siete tutti invitati a partecipare!
BIO-ON: la plastica Non è più un problema!
Voglia di cambiare, inventiva e bioplastica: il futuro a portata di mano di Irene Astorri
prodotti di plastica con materiali che possiamo produrre solo noi, perché usiamo una materia prima nostra, riusciremo sia a mantenere gli attuali posti di lavoro che a crearne di nuovi. Su quali titoli di studio punteresti, chi assumeresti nella tua azienda? E che rapporto di lavoro tendi a creare? Assumiamo sia diplomati che laureati: in un laboratorio, un laureato sa per lo più fare calcoli e proiezioni ma difficilmente sa far funzionare gli strumenti, cosa che riesce meglio a un diplomato di scuola tecnica, ad esempio delle Aldini-Valeriani (di Bologna); molto spesso succede che un diplomato sappia fare delle cose del laureato e non viceversa. È un problema davanti al quale mi trovo spesso: se devo decidere di assumere un laureato o un diplomato, a parità di ruolo, assumo un diplomato. Purtroppo l’università italiana oggi ha diverse lacune, viene insegnata molto la teoria ma poco la pratica. Oggi il mercato del lavoro, in Italia e non solo, è stato distrutto: purtroppo fanno in maniera che le aziende creino precarietà, che non diano continuità. Fanno in modo che non ci sia un progetto a lungo termine e il contesto, sia europeo che mondiale, è difficilissimo. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo un progetto a lungo termine. Perciò, anche se ci costa di più e abbiamo più responsabilità, dobbiamo fare in modo che le persone non vengano a lavorare da noi per un breve periodo: potenzialmente gli facciamo fare un percorso di crescita e li assumiamo a tempo indeterminato. È un rapporto molto onesto perché si differenzia da coloro che fanno contratti semestrali o annuali per convenienza economica: per me queste non sono aziende serie. Alcuni, quando presentiamo questa idea di lavoro, ci etichettano come “azienda di sinistra”: non è questione di sinistra o destra, si tratta di avere rispetto per le persone, che non consideriamo numeri. Le persone sono persone. Quindi ognuno, da chi svolge il lavoro più umile a chi fa quello più intellettuale, deve avere la possibilità di programmare la propria vita. Quando lo dico ai congressi molti si alzano e applaudono, ma penso sia una cosa che dovrebbe essere normale, le aziende non possono continuare a giocare con la vita delle persone: è una questione di rispetto.
produrre direttamente. Il bello del materiale è che, mentre le altre Devo ammetterlo: inizialmente ero un po’ aziende hanno sviluppato bioplastiche titubante all’idea di scrivere questo scarse (ad esempio sportine che se le usi articolo. Astorri Irene che intervista per fare la spesa si rompono e puzzano) Astorri Marco, può suonare con questo materiale fai di tutto, anche i autoreferenziale, ma visto che la sua paraurti per le automobili. Il mercato delle società ha destato l’attenzione anche di plastiche è qualcosa di micidiale: nel telegiornali, giornali e programmi come mondo vengono prodotti 300 milioni di Tg2, Tg3, Superquark, La Repubblica ecc, tonnellate di plastica e il mercato aumenta allora la notizia è alquanto valida. E io del 3-5% l’anno. Noi ci inseriamo in quel posso procedere. mercato: la plastica oggi viene prodotta col petrolio, che però è in esaurimento, Marco, innanzitutto presenta il tuo perciò o cambi i materiali e torni alla progetto e la tua azienda a chi non ha carta, al legno… o trovi dei nuovi prodotti mai sentito parlare né di te nè della che sostituiscono quelli fatti dal petrolio Bio-on. ma che mantengono le stesse La “cosa” è nata per caso nel 2006: caratteristiche. Inoltre il nostro prodotto è eravamo fornitori di tessere per andare a totalmente naturale. sciare, tessere che se strisciate ti consentono di accedere in un posto Avete avuto problemi con le passando determinati varchi. Il presidente multinazionali? della società sciistica ci chiese di trovare Per ora nessuno, hanno solo cercato di un prodotto che non fosse né carta (si comprarci: lo fanno continuamente. Non scioglie) né plastica (i resti rimangono abbiamo avuto problemi perché ciò che anche a neve sciolta). Ci siamo così facciamo è una goccia in un oceano. buttati nel mondo dei biomateriali, Produciamo circa 10 mila tonnellate rendendoci conto che chi li produceva l’anno di biopolimero, in confronto ad un aveva risultati scarsi: i prodotti erano mercato di 300 milioni. La multinazionale poco resistenti, per produrli si usava cibo, che cerca di comprarti comunque non lo si inquinava tantissimo e il risultato non fa per bloccarti, ma per sviluppare un era neanche biodegradabile, ma solo altro business. compostabile. Cercando abbiamo trovato Come vedi il futuro della tua società? il pha, con tutte le caratteristiche che Positivamente: darà da lavorare a molte volevamo. Nel 2008-2009 abbiamo scelto persone. Già adesso siamo in quaranta, di sviluppare l’idea in Italia con lo secondo me nell’arco di qualche anno farà Zuccherificio, la CoProB. Dal 2009 in modo che molti ricercatori, biologi, abbiamo creato i laboratori, gli impianti dottori in chimica, ingegneri ecc pilota, lo sviluppo ingegneristico degli troveranno lavoro qua in Italia per impianti industriali e da quest’anno sviluppare questa tecnologia e all’estero si inizieremo a costruire gli impianti apriranno molte sedi produttive. Poi, oltre industriali in giro per il mondo. alla produzione della plastica, si Bio-on è una IP (intellectual property) svilupperanno molti posti per tutta la company: il suo scopo è progettare nuovi filiera (la plastica deve anche essere impianti, sviluppare la tecnologia, lavorata). proteggerla, brevettarla e cederne in Al giorno d’oggi le aziende che lavorano licenza l’uso: altre aziende possono la plastica in Italia e in Europa subiscono È una questione etica, di rispetto per il acquistare la licenza e produrre in cambio la concorrenza di paesi come la Cina, che lavoratore in quanto persona, per di una royalty. Così noi possiamo producono molto e a basso costo: se l’ambiente e per un futuro “pulito”. sviluppare la tecnologia senza l’onere di queste aziende iniziano a sostituire i
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Stazione Bologna Centrale
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