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Il Diamante guttato

Ricordi, allevamento e selezione

di FRANCESCOFAGGIANO, foto GIORGIODELLEDONNE

Introduzione Tra i ricordi più lontani delle mie esperienze d’allevamento ritrovo un episodio il cui protagonista fu il D. guttato, uno degli Estrildidi australiani a me più caro. Episodio legato un po’ alla for - tuna del principiante, che vede la realizzazione dei miei primi due ibridi di D. guttato x D. mandarino, nati nell’e state del 1991 in una volieretta cilindrica sistemata tra i fiori di una lantana, dove l’anno precedente avevo svez zato in purezza, tra mille difficoltà, due Cordon blu. La coppia formata dal maschio di DM e la femmina di guttato era stata alloggiata per tutta la primavera nel piccolo locale d’allevamento che mio padre aveva realizzato (come grazie a Dio ancor oggi ha la forza di continuare a fare per me). Probabilmente a causa della stufetta e della luce artificiale mal gestita, i soggetti non avevano accennato alcun segno di estro, per cui a fine maggio decisi di metterli a riposo in questa voliera esterna dove era rimasto un nido a pera in vimini, utilizzato dai Cordon blu l’anno precedente, e che avevo lasciato come ri paro notturno. Ben presto l’am bien te favorevole indusse l’estro nel maschio che col suo tipico richiamo, o meglio display nu - ziale, si proponeva alla compagna, non altrettanto solerte. Arrivò poi giugno e per potermi permettere l’a cquisto di altri esemplari nelle mostre autunnali, mi ero trovato un lavoro estivo che però mi obbligava ad allontanarmi per due settimane consecutive da casa e dall’aviario... una vera tragedia perché la coppia aveva fatto il nido e si accingeva a deporre e proprio il giorno della mia Il Diamante guttato è stato presente con alterne fortune nel mio aviario, regalandomi anche l’orgoglio di ottenere con 95 punti il “Best Ibridi” a Reggio Emilia

Pulli di pochi giorni di guttato falso opale partenza depose il primo uovo! Le due settimane passarono ve loci tra la fatica del lavoro e le “notti brave”, imperdibili per un adolescente, cosi 16 giorni dopo tornai a casa per un solo pomeriggio e quasi non ci credetti quando, ispezionando il nido, vi trovai due piccoli ap - pena schiusi! Ebbi il tempo di sperare che li portassero a svezzamento, con fi dan do nel maschio di mandarino, e ripartii per altre due settimane, chie dendo ad un mio amico di passare da casa di lì a sei

Piccoli di guttato falso opale a lipocromo giallo

giorni per provare ad anellarli, nell’eventualità fossero stati allevati... Fine della storia: nel mese di novembre uno dei due soggetti si aggiudicò il titolo di campione di razza nella mostra della mia amata AOS. Da quel momento, il Diamante guttato è stato presente con alter ne for - tune nel mio aviario, re galandomi anche l’orgoglio di ottenere con 95 punti il “Best Ibridi” a Reggio Emilia con l’ibrido di Padda x guttato; per questo mi sento di consigliare a tutti gli appassionati di “australiani” questa splendida specie capace di dare grandi soddisfazioni, tanto in selezione quanto in ibridazione. Ecco perché ora che non li allevo più seguo con piacere i successi del giovane ed entusiasta Giorgio Delle Donne, che mi delizia con i suoi successi.

Descrizione Il Diamante guttato è una specie caratterizzata da due elementi fenotipici principali che sono la base della sua selezione: la struttura e i disegni. Per questa specie è difatti richiesta una struttura notevole, con taglia supe - riore ai 12,5 cm, testa larga di base trapezoidale, petto largo e tondeggiante,

Piccoli a fenotipo classico

spalle larghe e schiena dritta che termina con una coda corta e squadrata. Il ventre deve essere ben sollevato dal posatoio e la posizione allo stesso è richiesta tendenzialmente verticale. Si è soliti paragonare il Diamante guttato al Ciuffolotto europeo per similitudini nella struttura, ricordando però che nel guttato ali e coda sono corte! I disegni precisi e geometrici aiutano nel complesso il realizzarsi di un’immagine compatta e possente che esprime vigore e forza. Dal becco verso l’occhio, il quale presenta un evidente cerchio perioculare realizzato grazie alla carnosità delle palpebre dello stesso colore lipocromo del becco, distin guiamo le redini di forma rettangolare che, dall’attaccatura del becco, arrivano e circondano l’occhio; devono essere simmetriche, precise e di un bel nero pieno. Abbiamo poi la bavetta, di colore bianco che dal mento arriva al petto dove stacca nettamente sulla banda pet - torale nera, larga e precisa che separa quest’ultimo dal ventre candido su cui lateralmente troviamo il disegno dei fianchi, idealmente un rettangolo nero

ornato da file regolari di grandi pallini bianchi che devono essere assolutamente tondeggianti. È importante un confine netto tra il grigio bluastro della testa e il dorso brunastro che termina con il vistoso e brillante groppone scarlatto. Sulle piume del codione, il lipocromo rosso è caratteristicamente strati fi - cato su lamelle cornee, che ci indicano queste piume ornamentali, un po’ come per la maschera del Diamante di Gould. Meno evidenti ma tipici della specie sono i calzoni neri che poco si allungano sui fianchi. Il becco del guttato deve essere corto, conico e di un bel colore violaceo per la commistura tra lipocromo, circolazione sanguigna e melanina. Spesso la base è leg ger mente più chiara, pur essendo questo un difetto; se non eccessivamente evidente, que - sta schiarita è tollerabile. E’ importante nella selezione del feno tipo ricordare che i colori dei vari distretti sono netti e non inquinati tra loro: in particolare, la bavetta deve essere più candida e netta possibile, la banda pettorale deve avere la linea di margine superiore e inferiore dritta e regolare, i pallini devono essere or di nati su almeno due file ed

essere candidi. Il Diamante guttato tende alla pinguedine, dunque sarà attenzione dell’allevatore evitare che i soggetti ingrassino e soprattutto che accumulino enormi cuscinetti di grasso sul petto e sul ventre, che non solo imbruttiscono la sagoma dei soggetti, ma ne compromettono la salute. Il Diamante guttato è un granivoro longevo e prolifico se ben gestito come spazi e razione alimentare, quindi non farlo ingrassare è la prima delle sue esigenze.

Mutazioni Pur essendo una specie abbastanza diffusa, soprattutto nei Paesi del nord Europa, attualmente ha evidenziato in modo stabile veramente poche mutazioni fenotipiche a suo carico, di cui in primis la classica mutazione bruno ses solegato, che si fa però fatica a selezionare in modo eccellente a causa della base eumelanica molto ossidata dell’ancestrale, che evidentemente non permet - te di tradurre in eu-bruna e so prattutto in feomelanina il potenziale melanico degli esemplari, i quali si presentano spesso più di colore “isabellino” che bruno. Va evidenziato come il fenotipo classico realizzi un deposito feomelanico mi ni - mo, che ci indica un’im possibili tà di espressione di notevoli toni marroni. Altra mutazione presente ormai da quasi trent’anni anche nel nostro Paese e di cui solo recentemente si è avuta un’idea attendibile di cosa potrebbe realmente essere, è il “falso opale”, detto anche semplicemente opale o argento. In realtà, pare che questa varietà in ibridazione con il DM feo (che poi feo non è...) abbia prodotto un ibrido mutato. Tale informazione, seppur attendi bile, non è stata però ancora con - fermata da successivi tentativi. Sostanzialmente questa mutazione, che ribadisco non essere un opale, produce un fenotipo che nel complesso è certamente assimilabile ad un opale, ma con differenze importanti, prima tra le quali l’evidente dislocazione superficiale delle melanine e la loro disomogenea distribuzione, che so prat tutto nel dorso realizza spesso uno sgradevole effetto marmoriz za to; poi manca l’effetto rifrattivo, che di contro apprezziamo in ottimi esemplari interessati dall’opale tanto

Diamante guttato, particolare del groppone e della coda corta

nel Padda quanto nel Becco d’argento. Comunque, il primo vero indizio che non sia un opale ma una strana forma di feomelanismo, è dato dal colore rosso degli occhi nei piccoli. Come riferimenti selettivi è fondamentale ricercare l’uni for - mità dell’espressione melanica grigio perla che deve garantire l’evidenziarsi di tutti i disegni della specie su di un fondo grigio perlaceo e non bianco o beige. È importante ricordare, in effetti, che questa mutazione, che permette un residuo eumelanico grigio, non deve portare, se ben selezionata, alla cancellazione di nessun disegno! Ovviamente le aree interessate da lipocromo come becco, palpebre e codione presenteranno una tonalità appena più chiara ma comunque intensa e brillante del lipocromo. Le zampe non devono essere interessate da schiarimento e devono presentarsi melanizzate. Come per altri Estrildidi, nel guttato è fis sata con successo la mutazione a “lipocromo giallo”, nome assoluta men te improprio perché oggi

Nidiata di Diamante guttato falso opale

sappiamo che questo fenomeno in tutti gli uccelli è dato da una mutazione del grado di ossidazione delle molecole lipoidi rosse che così appaiono arancio, quindi il viraggio del colore non è di tipo quantitativo, legato alla sua diluizione (riduzione della quantità) o carenza del pigmento come nell’avorio, ma ad una modifica della sua qualità! Ovviamente becco, palpebre e codione dovranno presentarsi dello stesso brillante e intenso arancio. Sulla base classica (leggi nerobruno), anche se non è facile ca - pirne il perché e soprattutto lo riesce a notare solo chi veramente conosce bene la specie, la mutazione “lipocromo giallo” determina una leggerissima riduzione anche del fondo melanico bruno, di cui non ci spieghiamo il motivo. Molto belli sono gli esemplari combinati, quali i bruno a lipocromo giallo e i “falsi opale” a lipocro mo giallo, combinazione, quest’ultima, davvero gradevole, dove le tonalità grigio perla delle melanine vengono esaltate dal lipocromo arancio brillante. Si suppone infine che quei soggetti particolarmente schiariti, dove i disegni appena percettibili sono dati da un estremo residuo di melanina beige, siano la combi nazione tra il bruno ed il “falso opale”, teoria interessante e potenzialmente corretta di cui però nuovamente, ad oggi, non abbiamo riscontri certi. Concludendo questa veloce carrellata sulle mutazioni di colore del guttato, voglio ricordare la varietà “alichiare” che

Diamante guttato falso opale a lipocromo giallo

Ornicoltura Il guttato è un granivoro il cui temperamento e la cui tendenza alla pinguedine obbligano l’allevatore ad alloggiarlo in gabbie spaziose, o meglio volierette, dove con il movimento brucerà più calorie e scaricherà le tensioni anche con attività di arricchimento ambientale come il bagno, che non deve mancare, spighe immature, qualche tarma ecc. In una voliera capiente si hanno anche buoni risultati con l’allevamento in purezza, ma anche in questo caso, come nel Dia - mante di Gould, i piccoli non rag giun - gono le richieste strutture fisiche per via di un’alimentazione più magra e soprattutto quantitativamente inferiore rispetto a quella che i Passeri del Giap - pone garantiscono. Al misto esotici è bene aggiungere una parte di scagliola e una di panico, entrambi semi ben appetiti da questa specie; un pastoncino morbido e costanti integrazioni di sali minerali e calcio sono importanti al mantenimento in salute dei soggetti. Per gli esemplari che avessero accumulato grasso sul petto e/o sull’addome, un metodo efficace di dimagrimento consiste nel togliere le mangiatoie ogni giorno dal pomeriggio all’indomani mattina, lasciando a dispo si zione la sola acqua. Il prolungato digiuno deter mi - nerà la desiderata perdita di peso entro 7-10 giorni, riportando in forma i sog - getti che, se grassi, difficilmente si riprodurranno con successo. L’estro anche in questi Estrildidi è determinato dall’abbondanza di cibo proteico e non tanto da grassi, a cui si associa lo stimolo della preparazione del nido, per il quale suggerisco la cassetta per gli ondulati di colore e la fibra di cocco, oltre che il bagno quotidiano. La femmina in buone condizioni di salute depone fino a 7-8 grosse uova per covata, con un massimo di 4 covate consecutive, in cui però non sempre abbiamo elevati tassi di fertilità. I Passeri del Giappone sono ottime balie ma, viste le dimensioni e l’esigenza di rag giun gere taglie notevoli, intervenire con un paio di imbeccate a base di pappa proteica è un’attenzione utilissima. Anche durante la muta, il bagno quotidiano è fondamentale come antistress e per sviluppare un piumaggio corretto. E’ consigliabile evitare gli affollamenti e ancor meglio alloggiare in stormi misti i novelli, per evitare liti e deplumazione. Infine, in ibridazione è possibile, a seconda del partner, utilizzare sia il guttato maschio che la femmina senza alcun problema, considerando che attualmente il guttato è uno degli Estrildidi australiani che ha dato più ibridi in assoluto, tanto con le Lonchure, Padda compreso, quanto con altri australiani, fino ad arrivare a ibridi estremi come quello con il Fetonte e addirittura l’Amaranto del Senegal, per dare tanto spazio alla fantasia!

Ibrido di Diamante guttato x Padda

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