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L’udito Giovanni Canali
L’udito
di GIOVANNICANALI, foto: WIKIPEDIAe G. MARSON
Le cosiddette orecchie dei gufi non sono orecchie
Isensi degli uccelli sono più o meno sviluppati, talora molto, con diver - sità fra le diverse specie. La vista è uno dei più sviluppati e studiati. Tuttavia anche l’udito è di rilie - vo e merita osservazioni. Tralascio dettagli anatomici dell’orecchio, per i quali ci sono testi dettagliati, come pure quelli che vado a citare. Sui sensi degli uccelli mi sento di raccomandare il testo di Tim Birkhead “I sensi degli uccelli”, ed. Ricca, Roma, 2017 - traduzione di Marco Gustin e Alessandra Lombini - ed altri della letteratura fondamentale come “Il mondo degli uccelli” di Gianfranco Bologna, ed. Arnoldo Mondadori, Milano, 1976. Le nozioni di base mi erano già note, ma molte altre le ho apprese dal citato testo di Birkhead, molto dettagliato oltre che di piacevole lettura e a cui faccio ampi riferimenti, secondo il quale la maggior parte degli uccelli è in grado di udire frequenze sonore fra 05 e 6 kHz (la k sta per 1000, vale a dire che equivale a 500 e 6000 hertz). Per confronto, noi li percepiamo tra i 16 e i 20.000 hertz e il cane avverte suoni di frequenze fino a 40.000 - 46.000 hertz. Si badi però che certe frequenze sono udite meglio dagli uccelli. Fra i campioni dell’udito vi sono i rapaci notturni, gli Strigiformi. Anche il Bologna mette in evidenza l’udito dei rapaci notturni e ne individua la migliore acuità uditiva fra i 2000 ed i 4000 hertz. La ragione è ovvia: devono sentire i rumori, anche quelli minimi, che producono le loro prede in un ambiente buio. Fra l’altro gufi e civette sono molto sensibili agli acuti richiami dei roditori loro prede. Sappiamo che le cosiddette orecchie dei gufinon sono orecchie e non agevolano l’udito; ma sono solo ciuffetti di penne di ornamento, forse con fun zio ne di riconoscimento di specie o di finte armi. Diverso è il caso del disco facciale ben evidente in barbagianni eallocchi,che funziona come una parabola di penne che dirigono i suoni verso gli orecchi, che negli strigiformi sono fortemente asimmetrici, poiché uno si apre più in alto ed uno più in basso. Questa asimmetria favorisce la percezione e la localizzazione del punto di emissione dei rumori. È stato infatti sperimen tal men - te dimostrato che il barbagianni si orienta grazie ai suoni ed è in grado di loca - liz zare le prede in movimento anche al buio completo artificialmente creato, quando conosce le caratteristiche della stanza. Altrimenti è incerto e rischia di sbattere contro gli ostacoli di cui non
Allocco della Lapponia (Strix nebulosa), fonte: wikipedia.org, autore: Peterkz
conosce l’esistenza. L’allocco di Lapponia riesce addirittura a sentire i movimenti delle prede non visibili sotto la neve, grazie alle orecchie molto grandi e molto complesse, protette da una pelle mobile e schermate da penne particolari, che affondano nella so vrab - bondanza di circa dieci centimetri di piumaggio che ingrossano molto l’aspetto della testa, come anche ci descrive in una sua suggestiva osservazione alla mano Birkhead. Si segnala ampiamente in letteratura la possibilità caratteristica degli Strigiformi di associare all’udito la vista acutissima, per controllare l’ambiente, e la capacità di ruotare solo la testa di 270 gradi, vale a dire 135 per parte, pur rimanendo fermi col corpo, quindi meno visibili a prede e predatori. Eccetto le poche specie con testa nuda, come le faraone o certi avvoltoi, gli uccelli hanno penne sulle orecchie –spesso più lucide per la loro struttura partico lare –che le proteggono pur consentendo di udire. È una struttura molto im por tante per gli uccelli legati al l’ac - qua, per evitarne l’ingresso. Un altro aspetto interessantissimo è
Barbagianni (Tyto alba), fonte: wikipedia.org, autore: Stevie B che gli uccelli sentono differenze minime fra i richiami dei consimili: è noto che gli stornisanno riconoscere il singolo individuo. Sotto questo aspetto una campionessa è l’uria, che è in grado di distinguere i richiami dei suoi pulcini (che a loro volta identificano i genitori) anche in mezzo al frastuono e al nutrito coro di richiami della colonia. È stato sperimentalmente accertato che il guaciaro, una specie di capri mul go messicano, presenta la particolare capacità di orientarsi in grotte buie captando con l’udito gli echi dei suoi ri chiami a bassa frequenza, che rim balzano dalle pareti e dagli ostacoli, utilizzando una sorta di sonar simile a quello di certi mammiferi, come i delfini e i pipistrelli, che però emettono segnali a frequenze più alte, schiocchi e squittii solo in parte udibili per l’uomo. Con i loro ecoscandagli biologici a onde della frequenza di 50.000 hertz, alcune specie (come il pipistrello pescatore Noctilio leporinus) riescono a percepire, dalla distanza di una decina di metri, perfino le piccole increspature della superficie dell’acqua, che rivelano l’affiorare
del pesce o della rana, mentre quelle notturne che si nutrono di insetti volanti, come il ferro di cavallo (Rhinolophus ferrumequinum), possono misurare la velocità relativa del loro volo rispetto a quella della preda tramite l’effetto Doppler e identificare l’eco di fili anche di piccolissimo spessore. In modo analogo si destreggiano al buio certi rondoni asiatici, le salangane, che nidificano in grotte ed i cui nidi (fatti di muco) sono utilizzati dalla cucina cinese. Non tutte le specie hanno le stesse capacità uditive; per esempio, pare che il grido di allarme ad alta frequenza di alcuni uccelli canori non sia avvertibile dal rapace loro predatore, meno sensibile a quelle frequenze, che ha quindi difficoltà a rilevare la loro presenza e a localizzarli. Va pure detto che nel canto degli uccelli sono contenute frequenze non udibili dall’uomo ma che forse sono udite dagli uccelli. Birkhead si chiede se il canto ci sembrerebbe meno melodioso ed affascinante se lo udissimo interamente, ed umilmente me lo chiedo anch’io. In effetti, l’orecchio umano ha difficoltà crescente a percepire, come distinti, suoni diversi man mano che l’intervallo tra loro si riduce avvicinandosi al decimo di secondo. I canti degli uccelli contengono però elementi che si susseguono ad intervalli molto più brevi e secondo alcuni studi sembra molto probabile che, sotto questo aspetto, l’udito degli uccelli sia molto più ricettivo di quello umano e che recepiscano i suoni in modo diverso. A questo proposito, ilcanarinoè un uccello canoro di notevole interesse e spesso è citato da Birkhead, che è autore del testo “THE RED CANARY” copyright 2003 Tim BirKhead. Del resto, oltre ad essere altamente canoro, il canarino è animale domestico molto frequentemente allevato e quindi fa cil mente studiabile, senza contare che esistono anche razze da canto virtuose. Il canto del canarino è fra i 2 o 3 kHz e comprende parti che a noi umani sfuggono. Birkhead cita un aspetto particolare, detto “sillaba sexy”, fatta di elementi ad alta e bassa frequenza in rapida successione, circa 17 volte al secondo, che a noi sembra solo un trillo continuo. Questa sillaba, invece, pare sia ben percepita dalle femmine, le
quali - se tutto quadra - si predispongono all’accoppiamento. È noto l’atteggiamento di invito della femmina quando fa il “seggiolino” come si dice nel nostro gergo, almeno in quel di Parma (al scrané - scritto come si legge). Ho più volte notato come nel canarino si possano individuare diversi tipi di canto, che hanno funzioni e significati differenti. Esiste un canto di sfida territoriale fra maschi che si fronteggiano, poi vi è il canto di corteggiamento, di cui sopra, quando il maschio si esibisce verso una femmina, poi direi un canto ludico, fatto per il piacere di cantare, che probabilmente è quello che sele zio na - no gli allevatori di canarini da canto. In effetti, durante le gare i cantori non devono vedersi e le gabbiette sono schermate o poste una sopra l’altra e di femmine nei paraggi non ce ne sono. Sarebbe interessante valutare bene le note che differenziano questi canti, almeno quelle percepite, ma è operazione non facile, che io non sono in grado di fare adeguatamente; spero in qualche volenteroso cultore del canto. Ritengo probabile che i canti suddetti, che sono già diversi al nostro orecchio, a quello del canarino lo siano molto di più e che quindi possano stimolare nei consimili reazioni ben diverse, dal timore alla seduzione. A livello di allevamento, vista la sensibilità dell’udito dei nostri amici pennuti, è bene, nei limiti del possibile, evitare ambienti molto rumorosi. Anche noi stessi sarebbe bene evitassimo rumori violenti e improvvisi. Cosa diversa la
Canarini Malinois in voliera, foto: G. Marson
Harzer roller, fonte: wikipedia.org, autore: Stevie B
radio che pare favorire il canto, ma senza esagerazioni e solo in nostra presenza. I parrocchetti sono sensibili alla musica (come le otarie) e ne segnano “danzando” il ritmo ma, oltre ai mammiferi e agli uccelli cantori in genere, moltissimi altri animali come grilli, rane, rospi e raganelle, ecc. comunicano con suoni diversi e hanno quindi organi capaci di percepirli. Le frequenze sonore di questi segnali sono connesse anche alla distanza a cui devono arrivare: bassissime (infrasuoni) degli elefanti che comunicano a distanza di chilometri; relativamente basse per i rapaci che cacciano dal cielo, richiami squillanti degli uccelli che vivono nel bosco, acuti nei nidiacei. Le onde sonore a bassa frequenza percorrono maggiori distanze e subiscono
meno l’attenuazione da parte degli ostacoli; le onde ad alta frequenza sono invece fermate e riflesse dagli ostacoli e arrivano meno lontano. Sarebbe questa la ragione evolutiva per cui i piccoli di moltissime specie emettono pigolii, squittii e richiami ad alta frequenza per chiedere soccorso o per segnalare la loro posizione ai genitori, evitando così di essere uditi dai predatori o da conspecifici estranei non sempre benevoli che si trovino nelle vicinanze (Giuliano e M. Maddalena Ferrari, Bestie da guerra, ed. Albatros, Roma, 2012 - testo interessantissimo e particolarissimo ove si fa una disamina di tutti gli animali usati in guerra, che sono molto più di quelli noti, e con grande competenza). Anche i nostri bambini, peraltro, hanno voce più acuta degli adulti…