Italia Ornitologica - 10 - 2020

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DIDATTICA & CULTURA

L’udito

Le cosiddette orecchie dei gufi non sono orecchie

di GIOVANNI CANALI, foto: WIKIPEDIA e G. MARSON

I

sensi degli uccelli sono più o meno sviluppati, talora molto, con diversità fra le diverse specie. La vista è uno dei più sviluppati e studiati. Tuttavia anche l’udito è di rilievo e merita osservazioni. Tralascio dettagli anatomici dell’orecchio, per i quali ci sono testi dettagliati, come pure quelli che vado a citare. Sui sensi degli uccelli mi sento di raccomandare il testo di Tim Birkhead “I sensi degli uccelli”, ed. Ricca, Roma, 2017 - traduzione di Marco Gustin e Alessandra Lombini - ed altri della letteratura fondamentale come “Il mondo degli uccelli” di Gianfranco Bologna, ed. Arnoldo Mondadori, Milano, 1976. Le nozioni di base mi erano già note, ma molte altre le ho apprese dal citato testo di Birkhead, molto dettagliato oltre che di piacevole lettura e a cui faccio ampi riferimenti, secondo il quale la maggior parte degli uccelli è in grado di udire frequenze sonore fra 05 e 6 kHz (la k sta per 1000, vale a dire che equivale a 500 e 6000 hertz). Per confronto, noi li percepiamo tra i 16 e i 20.000 hertz e il cane avverte suoni di frequenze fino a 40.000 - 46.000 hertz. Si badi però che certe frequenze sono udite meglio dagli uccelli. Fra i campioni dell’udito vi sono i rapaci notturni, gli Strigiformi. Anche il Bologna mette in evidenza l’udito dei rapaci notturni e ne individua la migliore acuità uditiva fra i 2000 ed i 4000 hertz. La ragione è ovvia: devono sentire i rumori, anche quelli minimi, che producono le loro prede in un ambiente buio. Fra l’altro gufi e civette sono molto sensibili agli acuti richiami dei roditori loro prede. Sappiamo che le cosiddette orecchie dei gufi non sono orecchie e non agevolano l’udito; ma sono solo ciuffetti di penne di ornamento, forse con funzione di

riconoscimento di specie o di finte armi. Diverso è il caso del disco facciale ben evidente in barbagianni e allocchi, che funziona come una parabola di penne che dirigono i suoni verso gli orecchi, che negli strigiformi sono fortemente asimmetrici, poiché uno si apre più in alto ed uno più in basso. Questa asimmetria favorisce la percezione e la loca-

lizzazione del punto di emissione dei rumori. È stato infatti sperimentalmente dimostrato che il barbagianni si orienta grazie ai suoni ed è in grado di localizzare le prede in movimento anche al buio completo artificialmente creato, quando conosce le caratteristiche della stanza. Altrimenti è incerto e rischia di sbattere contro gli ostacoli di cui non

Allocco della Lapponia (Strix nebulosa), fonte: wikipedia.org, autore: Peterkz

NUMERO 10 - 2020

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