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Piercarlo Rossi
Il Pettirosso del Giappone
Japanese Robin (Larvivora akahige), “il Folletto”
di PIERCARLOROSSIfotoF. RIGAMONTI
Il pettirosso giapponese è un uccellino dai colori molto vivaci e questo gli ha permesso di essere, un tempo, un popolare uccello da gabbia nel suo areale nativo. Vive e si riproduce nelle foreste montane da Sakhalin al Giappone meridionale, mentre nel periodo invernale migra a sud-ovest fino alla Cina meridionale e all’Indocina. Alcuni Autori riportano fino a cinque sottospecie, ma solo tre sono quelle ufficialmente riconosciute, una delle quali, la L.A. tanensis presente sulle isole Izu, è piuttosto diversa dalle altre come piumaggio, canto ed etologia; questo ci fa supporre possa trattarsi di una specie a sé stante, non ancora ufficialmente riconosciuta.
Sebbene localmente abbastanza comuni, i pettirossi giapponesi sono generalmente timidi ed elusivi, mantenendosi nel fitto sottobosco (sia nei luoghi di riproduzione, prevalentemente montani, della specie che nelle aree di svernamento di pianura); durante la riproduzione, tuttavia, il loro canto, un trillo forte ed acuto, di solito tradisce la loro presenza. Durante la migrazione a volte si trova anche in parchi e giardini alla ricerca di cibo, dove la specie può dimostrarsi sorprendentemente confidente a seguito di questa esigenza.
Descrizione Presenta un corpo piccolo e snello, con una lunghezza totale di 14–15 cm. La lunghezza delle ali dei maschi è di 74–79 mm, la lunghezza della coda 50–54 mm mentre il becco misura 15,5–17,0 mm. Peso stimato in 17 g.
Maschio di Larvivora akahige Femmina di Larvivora akahige
Nido con uovo MASCHIO - parti superiori dalla fronte alla corona e la nuca di colore brunooliva, sfumate di marrone più luminoso o più caldo sulle copritrici della coda superiore e marrone rossiccio abbastanza brillante sulla coda. Le ali hanno lo stesso colore del dorso, ma con copritrici e frange maggiori più luminose sia sulle remiganti primarie che secondarie; l’alula e le copritrici primarie sono simili o hanno punte marrone più scuro. L’intero capo, fino alle copritrici dell’orecchio e alla parte superiore del petto/gola è di colore arancione brillante e intenso, diventando leggermente più pallido sullo stretto anello dell’occhio. L’arancione è separato dalle parti inferiori biancastre da una fascia pettorale nera a contrasto (più ampia al centro); i fianchi e la parte inferiore del petto hanno sfumature grigiastre di intensità variabile. I piumaggi differiscono solo leggermente tra freschi e abrasi; gli uccelli con piumaggio logoro possono mostrare una fascia pettorale leggermente più ampia e basi grigie più estese, specialmente sulla parte inferiore del petto, sul ventre e sui fianchi. Le zampe sono bruno-rosate con il becco nero e la coda rossa e brillante, che può essere aperta a ventaglio e messa in bella mostra. FEMMINA - presenta un piumaggio simile al maschio adulto, ma la fronte, la corona e le parti superiori sono generalmente di un marrone più opaco, mentre la coda manca anche dei toni più luminosi con un caldo colore rossiccio. Le ali presentano un colore marrone con strette frange marrone caldo sulle copritrici maggiori. Il colore arancione sulla testa e sul petto è meno esteso, con screziature marroni sulle copritrici e sul petto. La fascia toracica è stretta e meno distinta (talvolta del tutto assente). I lati del petto ed i fianchi presentano una colorazione che può variare dal grigio al grigio oliva; il centro del ventre e le copritrici sotto la coda sono biancastre. Nel piumaggio abraso, il colore arancione della testa può essere ancora più opaco mentre il petto, il ventre e i fianchi possono mostrare basi di piume grigie. GIOVANE - simile alla femmina adulta ma leggermente più scuro, con macchie color cuoio pallido sulla testa fino al mantello. La testa, il mento, la gola e i lati del collo sono di color arancio, mentre il petto e i fianchi sono leggermente più chiari, con ampie punte grigio-marroni o bruno-oliva che formano barre o squame.
Variazioni geografiche Le tre sottospecie riconosciute si differenziano principalmente per la colorazione della fascia toracica e delle parti inferiori, nonché per le vocalizzazioni.
Sottospecie • Larvivora akahige akahige Presente nel sud di Sakhalin e nelle isole Curili meridionali, nonché in gran parte dell’arcipelago giapponese, comprese le piccole isole a sud di Kyushu (escluse Rishiri, il largo di Hokkaido e le isole Izu, a sud di Honshu). Questa popolazione sverna nel sud-est della Cina continentale (a nord-ovest del Fujian, a sud di Guangdong e Guangxi), a Hong Kong e a Taiwan, con un numero minore di svernanti in Vietnam e piccoli nuclei che raggiungono la penisola coreana, il Laos e la Thailandia. • Erithacus akahige rishirensis Non sempre riconosciuta come sottospecie poiché i suoi presunti caratteri diagnostici sono considerati dipendenti dall’età e dalla stagione da un certo numero di ornitologi giapponesi. Distribuzione: presente sulle isole Rishiri e Rebun, al largo di Hokkaido nord-occidentale, spostandosi a sud in inverno (presumibilmente nelle stesse aree dell’akahige). Riepilogo dell’identificazione: Kuroda ha diagnosticato questo taxonda Larvivora a. akahigein virtù di una distinta sfumatura olivacea dalla corona alle parti su-
periori comprese le ali, non di colore rossastro come l’akahige, ma più spento. Misure: lunghezza dell’ala 73,0–73,5 mm, lunghezza della coda 52–53 mm, lunghezza del becco 12,0–13,5 mm, lunghezza del tarso 27,5–29,0 mm. • Larvivora akahige tanensis Questa sottospecie è presente nelle regioni di Nishino-omote, Tanegashima, a sud di Kiu Siu. • Luscinia akahige kobayashii Distribuzione: residente nelle isole Izu nella zona meridionale del largo di Honshu ed in Giappone. Le popolazioni delle isole a sud di Kyushu sono state erroneamente attribuite a questa specie ma si riferiscono in realtà a Larvivora a. akahige. Si differenzia da Larvivora a. akahige per la mancanza di una fascia toracica nera ed una base pallida (giallastra) alla mandibola, una canzone più balbettante, meno trillata con una durata complessivamente più lunga e un minor numero di note pronunciate a un ritmo più lento ma una gamma di frequenze leggermente più ampia.
Distribuzione Il suo areale spazia dal sud dello Sakhalin alle isole Curili meridionali attraverso la maggior parte del Giappone, comprese le isole a sud di Kyushu. La maggior parte delle popolazioni migra nel sud-est della Cina, con un numero minore in Indocina. Al limite settentrionale della distribuzione di questa specie sembra esserci stata un’espansione verso nord, con la popolazione di Sakhalin, a nord di Hokkaido, che si pensa si sia stabilita solo nel secolo scorso.
Habitat La specie nominale abita il sottobosco umido, denso e ombroso lungo valli e torrenti in foreste montane composte da sempreverdi a foglia larga, foreste miste di conifere e latifoglie (es. Betula, Phellodendron amurense, Ulmus effusa, Quercus e Alnus), spostandosi nel sottobosco di foreste secolari. Generalmente, questa specie nidifica tra i 1.000 ed i 2.500 m di altitudine (principalmente 1.300–2.100 m) su Honshu e Shikoku, 600–1.600 m su Hokkaido, 1.100–1.900 m su Yakushima. La sottospecie tanensisoccupa habitat simili, principalmente nelle foreste decidue e sempreverdi; a differenza degli altri taxa, tuttavia, questa specie si trova tipicamente in pianura, al di sotto degli 800 m.
Movimenti e migrazioni Le popolazioni di Larvivora a. akahigee e Larvivora a. rishirensislasciano le loro aree di riproduzione degli altipiani in Giappone alla fine di agosto scendendo a quote più basse tra settembre e novembre (principalmente in ottobre). Quindi migrano attraverso il Giappone occidentale e la costa orientale dell’Asia continentale per svernare nella Cina meridionale (principalmente nel Fujian, Guangzhou, Guangdong e Guangxi) e Vietnam. Numeri considerevoli sono stati registrati sull’isola di Shawaishan (Jiangsu) in autunno, ma restano scarsi a Hong Kong (da fine novembre a fine marzo). Gli uccelli ritornano ai luoghi di riproduzione tra metà aprile e maggio. Uno studio effettuato in Giappone ha rilevato che in 27 anni la migrazione autunnale in direzione sud si è leggermente ritardata; gli autori ipotizzano che, nell’area di studio, i cambiamenti climatici e l’abbondanza di cibo possano consentire alla specie di rimanere più a lungo, ritardando così la data della partenza autunnale.
Alimentazione Come suggerisce il suo nome scientifico, che significa “mangiatore di bruchi”, questo Muscicapide si nutre di scarafaggi, insetti, vermi, coleotteri, piccoli grilli, bruchi, frutti e altri piccoli insetti.
Vocalizzazioni Sviluppo vocale: i novelli emettono ripetutamente uno tsree dissonante
Novello appena involato
Piccoli Larvivora akahige allevati allo stecco
Uova donate dall'allevatore al Museo civico di Lentate sul Seveso
quando chiedono cibo, che si trasforma in una serie veloce, ancora più acuta, tchree-tchree-tchree... quando vengono nutriti. Il canto è abbastanza vario ma consiste sempre in una o due note introduttive seguite da una serie di note trillate (simile allo squillo di un telefono). Nelle canzoni vengono emesse una serie di note a formare una lunga serie, con pause di alcuni secondi, e le frasi consecutive differiscono sempre leggermente. Emette inoltre una serie di note brevi, piuttosto dure, staccate una dall’altra. Note simili possono anche essere date singolarmente o in coppia. Un breve singolo richiamo alto e acuto si ripete a intervalli. La frequenza sale da circa 7,5 kHz a 8,5 kHz e la durata della nota è di circa 0,1 secondi. Il canto della sottospecie tanensispuò essere distinto da quello della specie nominale con certezza, sulla base delle sue note introduttive più lunghe con una durata complessivamente maggiore in questa parte e una serie di trilli di durata inferiore, con meno note pronunciate a un ritmo leggermente più lento e con una gamma di frequenze un po’ più ampia. All’orecchio umano, per la differenza di ritmo, il canto del tanensissuona più balbettante mentre quello dell’akahige è più trillato. Canta principalmente da aprile a giugno, in corrispondenza del periodo riproduttivo, ma può essere ascoltato anche occasionalmente fino all’inizio di agosto. Lo si ascolta all’alba, al mattino presto e di nuovo nel tardo pomeriggio; emette la sua melodia rimanendo appollaiato su piccoli rami in una fitta vegetazione a quote basse (0–2 m dal suolo). Mentre canta, la testa punta verso l’alto, con il becco spalancato, la coda è allargata e il corpo trema al ritmo del tintinnio. La canzone è pronunciata in modo dominante dal maschio, ma anche le femmine cantano debolmente durante la nidificazione e l’incubazione, in risposta al maschio. Il canto viene pronunciato dal maschio all’inizio del periodo riproduttivo per attirare la femmina ed in seguito per difendere il proprio territorio. Il canto maschile è molto ridotto una volta deposte le uova.
Nido, uova e nidiacei La riproduzione avviene principalmente tra maggio e la metà di luglio in tutto il suo areale; da osservazioni sul campo si è notato che alcune coppie hanno effettuato una seconda covata, prolungando così la stagione riproduttiva fino alla fine di agosto. Il nido viene collocato, solitamente, in una cavità tra le rocce, su una sassaia, nel foro di un albero o di un ceppo. Il nido risulta essere costruito principalmente con muschio, piccoli ramoscelli, foglie essiccate, felci e altre fibre vegetali. Vengono deposte solitamente da 3 a 5 uova di colore blu-verdastro, che vengono incubate soltanto dalla femmina per circa 12–15 giorni. I nidiacei vengono nutriti da entrambi i genitori, con una percentuale leggermente superiore per quanto riguarda la femmina, circa il 60%.
Stato di conservazione L. a. akahigenon è considerato a rischio di estinzione. Nonostante la sua precedente popolarità come uccello da gabbia, la popolazione globale sembra essere relativamente stabile. Tuttavia, sta subendo declini locali, in particolare nel sud del suo areale. Tra i 17 siti di rilevamento nel Kyushu è scomparso da sette durante gli anni 2000 (ed è diminuito in altri), in coincidenza con i danni causati dal cervo Sika (Cervus nippon), ritenuto dagli ecologisti quale responsabile di danni nelle piantagioni di conifere. Allo stesso modo, il numero nella penisola di Kii è diminuito del 93,3% tra il 1977 e il 2010, sempre in risposta al danno dei cervi e alla perdita/degrado dell’habitat. Queste minacce potreb-
bero ora diffondersi in tutto il Giappone, sebbene non ci siano prove di cali evidenti; inoltre, nel nord del paese la specie ha effettuato un’espansione del suo areale. La sottospecie tanensisè attualmente considerata vulnerabile. Questo taxon distintivo è limitato all’area endemica degli uccelli, in quanto nelle isole Izu è protetta, trovandosi queste ultime all’interno di un parco nazionale. La specie è inoltre presente in diversi importanti siti designati come aree protette speciali. Tuttavia, la perdita e la modifica dell’habitat in maniera rilevante in molte isole, unita ad un areale molto limitato, lo rende a rischio di estinzione. Inoltre, l’introduzione della donnola siberiana (Mustelasibirica) a Miyake-jima negli anni ‘70, la presenza diffusa di gatti domestici e una popolazione in continuo aumento della cornacchia dal becco grosso (Corvus macrorhynchos) a causa dello scarso smaltimento dei rifiuti umani hanno aggravato le minacce di questa specie. Come se tutto questo non bastasse, l’aumento di piantagioni di Cryptomeria (coltivata per il legname) sta rapidamente sostituendo le foreste autoctone nel suo areale, con gravi conseguenze per il suo futuro.
Allevamento in ambiente domestico Il suo canto e la livrea sgargiante hanno fatto di questo interessante insettivoro un ambito uccello da gabbia e da voliera. È stato importato occasionalmente tra gli anni ‘90 e 2000 da alcuni brani allevatori, soprattutto del nord Europa, che sono riusciti a creare ceppi domestici di questa specie. In Italia attualmente viene allevato con successo da un bravo allevatore, il lariano Felice Rigamonti, che i lettori già conoscono grazie ai miei articoli sulle Niltave e sul codirosso dal cappuccio bianco Phoenicurus leucocephalus. Ma ora lasciamo che sia proprio Felice a guidarci in questa nuova esperienza d’allevamento: “Amo definire questa specie Il folletto, come indicato da Piercarlo nel titolo dell’articolo. Ho reperito la prima coppia dall’amico Pietro Arena cinque anni or sono e da allora ne ho sempre tenuta almeno una coppia nelle mie ampie voliere. Quest’anno, vista l’abbondanza dei soggetti prodotti ultimamente, ho deciso di allestire due coppie, che ad oggi sono entrambe intente nella costruzione del nido; li trovo molto belli e discretamente rustici, non hanno particolari esigenze alimentari e climatiche. L’unica nota dolente è quella della penuria di soggetti disponibili per poter immettere sangue nuovo nel ceppo, anzi, se qualcuno fosse in possesso di qualche soggetto non esiti a contattarmi alla mail posta in calce all’articolo. Uso una dieta unica nelle quattro stagioni composta da un mangime per insettivori più buffaloe pinkie, mentre nel periodo riproduttivo aumento la somministrazione degli insetti più disparati, oltre alle tarme della farina. Le coppie sono poste in voliere plantumate di 5x2x2 metri, dove ho notato che passano buona parte della giornata al suolo alla ricerca continua di qualche insettuccio. Nel periodo riproduttivo il maschio ama emettere il proprio canto e fare la parata nuziale dai posatoi. Con il passare degli anni ho notato che il nido da loro preferito è quello a cassetta semiaperta che io sono solito posare (più di uno) ad un metro circa da terra. La stagione riproduttiva ha inizio a primavera inoltrata. La covata è composta da 4/5 uova di colore blu/verdastro e vengono di solito portate a termine 2 covate annue. I piccoli abbandonano il nido dopo 12/13 giorni e sono incapaci di volare ma in breve tempo raggiungono l’indipendenza. Ho notato che si distinguono i sessi già in giovane età, in quanto il maschio presenta le piume della testa più rossastre e, soprattutto, le penne delle timoniere di un colore rosso più acceso. Come già accennato in precedenza, è una specie poco esigente e quindi adatta anche a chi si affaccia per la prima volta all’affascinante mondo degli insettivori. Sicuramente penso che le sfide continue siano il vero sale di questo hobby; quest’anno ho aggiunto al mio allevamento due coppie di Luscinia pectoralis, una specie molto bella cromaticamente, che spero di riuscire a riprodurre. Per concludere, questa è la mia mail: felicerigamonti.57@gmail.com Se qualche allevatore avesse soggetti da cedere di questa specie o anche solo per una semplice chiacchierata mi può contattare tranquillamente”.
Dipinto di Larvivora akahige
I NOSTRI LUTTI
In ricordo di Enrico Conforti
IIl 13 agosto 2022, è venuto a mancare il geometra Enrico Conforti (ex Giudice Internazionale di Ondulati & altri psittaciformi). Niente e nessuno potrà riportarti indietro, senza di te ci sentiremo soli, ci mancheranno per sempre il tuo sorriso e la tua generosità. La tua assenza è dura da sopportare ma sei volato in cielo e l’unica cosa che possiamo fare è continuare a vivere portando nel cuore il tuo ricordo.
Gli Amici di Ferrara