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Giovanni Canali

Problemi impellenti

di GIOVANNICANALI, foto E. DELPOZZOe ORNITOLOGIALODATO

Ci sono diversi aspetti della canaricoltura di colore che sarebbe bene non rimanessero ulteriormente in una sorta di limbo. Giustificata l’attesa dalla pandemia, ma ora con la riapertura, e speriamo che continui, direi che necessita una presa in mano dei problemi. Sono interessati: tipo, varietà e categoria. Comincerei secondo lo schema tradizionale con il tipo. Preciso che non mi dilungo sui vari casi avendoli già trattati nelle sedi opportune. 1 - Questione opale e simili. Ho più volte sottolineato il fatto che l’opale, per ora, è l’unica mutazione che abbassa la melanina, segnatamente l’eumelanina, nella pagina inferiore della penna. Inoltre, è l’azzurro, almeno nei pigmentati, a rendere l’opale tipico. Ebbene, è stato riconosciuto giustamente il tipo mogano, che creava problemi enormi (a volte vincevano i mogano come opale, specialmente all’estero) e che rischia di crearne ancora con gli intermedi. Tuttavia, il riconoscimento è stato utilissimo, oltre che giusto. Peccato che ci sia ancora chi sostiene trattarsi di selezione, i tempi del dubbio sono finiti... serve approfondimento. Non mi dilungo. Oggi però c’è un altro tipo che io mi sono permesso di chiamare ossidiana che pure imperversa. Questo tipo riduce le melanine meno dell’opale, non le abbassa e non produce azzurro. Ebbene, c’è chi lo apprezza considerandolo un opale d’avanguardia. Micidiali gli intermedi. Urge riconoscimento; trattasi di mutazione non disprezzabile, anzi discretamente interessante. I suoi estimatori avrebbero tutto l’interesse al riconoscimento (inizialmente anche economico) e ad allevarla a parte. Se poi si volesse dare un nome diverso non importa. Esiste una tesi, in fase di verifica, secondo la quale mogano ecc... non sarebbero mutazioni alleliche all’opale ma l’effetto di fattori di “inscurimento”. Non ci credo, ma anche se fosse così non cambierebbe molto, sarebbero comunque dei tipi diversi e non degli opale tipici e quindi da giudicare a parte. C’è poi la triste situazione dell’isabella opale. Quando abbiamo commesso l’errore gravissimo di assecondare richieste straniere per avere un disegnino, io avevo pensato al peggio e purtroppo non mi sbagliavo, il peggio è arrivato. Ho visto diversi isabella opale non con un disegnino, ma con un disegno “bruno simile”, lungo ed

Coppia canarini selvatici, fonte: canale youtube di Ornitologia Lodato

Oggi c’è un altro tipo che mi sono permesso di chiamare ossidiana che pure imperversa

Agata opale intenso giallo, foto: E. del Pozzo

evidente. Pare che utilizzino, nella selezione, anche dei bruni opale deboli di feomelanina. Non faccio ulteriori vani commenti, penso però che a livello di giudizio non si dovrebbero accettare disegni pesanti. Un validissimo tecnico mi ha esposto un suo pensiero e cioè che non sarebbe male se in Italia dessimo l’ottimo anche agli isabella opale veramente tipici, cioè quelli di una volta, con disegno annullato dalla diluizione ed il perlaceo sulle penne forti. Un’idea che all’inizio era venuta anche a me, ma che non ho propugnato come avrebbe meritato. Getto lì anche questo pensiero, che non è peregrino, ma da considerare. Noto, semmai, che la scarsa diluizione negli isabella opale attuali disegnati ha annullato il perlaceo sostituendolo con una marcatura. Per quanto concerne le dicerie sulle interferenze che l’opale avrebbe sui portatori, a vote dette buone ma più spesso cattive, ribadisco che interferenze non ci sono affatto ed è tutta una selezione del tipo base. A questo proposito, mi permetto di segnalare che alla mostra di Parma (con soggetti non in vendita) ho vinto negli agata opale intensi gialli ed anche con un classico agata brinato giallo punti 92 portatore di opale. Non mi interesserebbe se qualcuno dovesse ritenere questa segnalazione vanitosa, poiché è utile. Vogliamo parlare di tipo base? 2 - Sarebbe bene parlare di tipo base, in considerazione del fatto che specialmente all’estero, invece di privilegiare il disegno di base tipico, si privilegia quello pesante negli agata opale e non solo, ma anche negli agata pastello e agata topazio. Inutile dire che questa pessima tendenza può far danno anche in Italia. 3 - Secondo me oltre all’ossidiana ci sono altri tipi che andrebbero valutati e, ritengo, almeno in parte riconosciuti. Penso al monomelanico e all’all black. Ritengo trattarsi di mutazioni, specialmente la prima, non credo affatto che con la semplice selezione si possa inibire totalmente la feomelanina. Allo stesso modo, ma con qualche perplessità, dubito che con la semplice selezione si possa allargare oltre un certo limite il disegno, facendo diventare, fra l’altro, le strie della testa quasi una calotta. I suddetti tipi, se non valutati a parte, possono inserirsi in altri, creando situazioni poco chiare, già in atto per il monomelanico. Del resto, già in altre specie abbiamo avuto mutazioni del genere: come il petto bianco nel diamante della signora Gould che inibisce la feo o diverse mutazioni che inscuriscono, come nel pappagallino ondulato che da verde chiaro diventa oliva con mutazione omozigote o verde scuro con situazione intermedia. Nel canarino è stata descritta una mutazione avvenuta all’estero, detta “mulatto”, dominante sessolegata che aumenta le melanine. Nel canarino di colore hanno serpeggiato anche altri fattori probabilmente mutati, andati dispersi, forse come quello che sembrava simile al satiné ma autosomico o quello apparentemente opale ma ad occhi rossi. Attualmente serpeggiano dei tipi molto simili al topazio neroma che tali non sono, almeno a mio parere. Ritengo che sarebbe necessaria una certa attenzione, se non altro per evitare confusione. 4 - C’è poi la questione phaeo. In questo tipo, la voce -appunto- “tipo” va anche troppo bene, per l’aspetto feomelanina addirittura abbiamo maschi che battono le femmine. Non va bene però per il disegno al negativo molto ridotto; non a caso, i portatori sono molto patinati e quasi privi di disegno. Penso che maggiore attenzione a questo aspetto ci vorrebbe. Il problema grosso è che mancano i nerobruni. Certo, l’errore di cambiare selezione da nero-bruno a nero fa danni a tutto campo, ma nel phaeo c’è anche qualche aspetto in più; infatti, si scoraggia l’allevamento dei neri

Allo stesso modo, ma con qualche perplessità, dubito che con la semplice selezione si possa allargare oltre un certo limite il disegno

phaeo penalizzando la melanina centrale anche nelle timoniere e questo non va bene. Nei neri phaeo è difficilissimo avere inibizione del disegno anche nelle timoniere e quindi andrebbe tollerato. Non si dimentichi che il nero aiuta a mantenere il disegno negli ossidati, come l’agata nei diluiti. Va anche detto che nei phaeo si è privilegiata la voce “tipo” più che in tutti gli altri casi. La conseguenza è che le altre voci sono trascurate, per cui spesso abbiamo pessimi piumaggi e scadenti varietà; quanto alla categoria, gli intensi sono intensi, mentre con gli altri si fatica a distinguere i brinati dai mosaico. Quando non si alza la gabbia per vedere se c’è il taglio netto, si sbaglia alla grande. Ho visto vincenti pessimi brinati come mosaico e non solo nel phaeo. Sul mosaico mi soffermerò più avanti. Necessita comunque una certa attenzione. 5- Per quello che concerne la varietà, c’è la triste faccenda della colorazione da nido. Nonostante i palesi difetti, è ricercata anche per evitare penalizzazioni in caso di penne mutate. Sarebbe bene, a mio parere, penalizzare solo le penne che non sono mai mutate (salvo incidenti), vale a dire: remiganti primarie, remiganti secondarie e grandi copritrici delle primarie. Negli altri casi, ovvero remiganti terziarie, alula e timoniere, in vari casi mutate anche in modo naturale, sarebbe bene non penalizzare. In particolare, non ha alcun senso prevedere le remiganti terziarie non mutate, poiché sono mutate nella grande maggioranza dei casi e sono poco visibili in quanto coperte in parte dalle scapolari. Fra l’altro, spesso non vengono penalizzate già ora, poiché sfuggono all’osservazione. Ricordo brevemente che i difetti della colorazione da nido sono: rimozione di un punto naturale utile per la valutazione genetica reale, danno al giallo che appare un poco meno limone, generale peggioramento per una uniformità molto meno gradevole del contrasto. Senza contare che nei gialli ci sono problemi vari, fra cui la poca differenza con i non colorati. Con la varietà si potrebbe citare anche la scarsa attenzione alla stessa ed alla tonalità limone, ma non intendo dilungarmi. Invoco, semmai, l’attenzione di chi ha voce in capitolo in OMJ per spiegare queste cose ed evitare la penalizzazione dei melanici non colorati. 6 - Nella categoria si nota che la scelta errata di privilegiare la brinatura fine rispetto a quella media, come si usava un tempo, favorisce la presenza di zone poco o per nulla brinate. Sarà il caso di penalizzare adeguatamente. Nel mosaicola china va sempre più verso il bianco eccessivo. Gialli e rossi mosaico non possono essere degli aspiranti bianchi. La carena nelle femmine è sempre più ridotta e meno frequente, mentre nei maschi non si ha più lo scudetto ma una carena, anche in quelli ben dotati di maschera. I ciliari nelle femmine sono sempre meno percettibili, ovviamente in particolare nelle gialle e giallo avorio. Secondo me bisogna non solo tollerare, ma richiedere tracce lipocromiche sul

Con la varietà si potrebbe citare anche la scarsa attenzione alla stessa ed alla tonalità limone

Phaeo intenso rosso, foto: E. del Pozzo

dorso dei maschi, per evitare un palese eccesso. Ho più volte segnalato come anche la lotta contro i ciliari lunghi non abbia alcuna logica alla base. I ciliari lunghi sono tali già nel selvatico e non c’è alcuna ragione di combatterli. Non vado oltre, è la questione degli standard errati in quanto avulsi dalla caratteristica naturale che vorrebbe ciliari lunghi e mascherina nelle femmine, come si vede accoppiando in modo equilibrato con intensi. Quindi i ciliari nelle femmine sono solo il residuo della mascherina, manteniamo almeno quello! Non starò a parlare dell’origine del mosaico, sulla quale mi sono già ampiamente espresso. Intendo però ricordare bene due cose: le zone di

elezione intense non le ha create

il mosaico, poiché ci sono già nel brinato, a partire dal selvatico, e quando si accoppiano i mosaico con intensi sono identiche. Frasi come: “È mosaico, non vedi che ha le zone di elezione evidenti?” gradirei non doverle più sentire. Vi sono brinati abbondanti estremamente simili al mosaico, comprese le zone di elezione (a volte vengono pure confusi), anzi nei brinati, spesso, le zone di elezione sono anche più intense, visto che si accoppia con l’intenso. Seconda cosa: il mosaico non aumenta

effettivamenteildicromatismo

sessuale, ma lo sottolinea soltanto. Il canarino è specie dicromatica, già dal selvatico, sia come tipo che come varietà che anche come categoria.

Mosaico giallo maschio, foto: E. del Pozzo Per la categoria basta guardare i selvatici o i malinois che sono brinati: la brinatura è maggiore nelle femmine e le zone di elezione sono maggiori nei maschi. La somiglianza con mosaico non selezionati è evidentissima. Se i maschi e le femmine vincenti alle mostre fossero fratelli e sorelle avremmo sì un aumento effettivo del dicromatismo sessuale, ma ben sappiamo che non sono neanche parenti. Esistono due linee selettive diverse e le madri dei maschi vincenti a volte hanno più maschera dei padri delle femmine vincenti. Bisogna ben dire che siamo di fronte ad un artificio selettivo. Scusate la debolezza, ma quando parlo di queste cose non posso non chiedere perché non accoppiare il mosaico con l’intenso ed avere standard equilibrati per entrambi i sessi. Lo so, siamo troppo abituati così, non serve domandare. Comunque, nei melanici qualcuno accoppia i mosaico con intensi e con qualche ottimo risultato, visto che la categoria incide meno e si guadagna da altre parti: piumaggio, tipo e varietà ed in parte anche nella categoria per via delle zone di elezione intensissime, almeno nei maschi, sia pure a prezzo di diffusioni. Senza farmi illusioni dico che, almeno, bisognerebbe cercare di tutelare le zone di elezione e la carena, nonché lo scudetto, senza farsi abbagliare dal bianco… per quello ci sono i bianchi. Non dimentichiamo che il mosaico è sì un super brinato, ma la super brinatura deve essere dove è in natura e non deve corrodere le zone di elezione (maschera facciale, spalline e codione). Secondo me sarebbe bene evitare degenerazioni eccessive; pertanto, fra una femmina senza carena ed una con qualche soffusione in più preferirei senz’altro quest’ultima. Quanto alla mancanza di ciliari li riterrei difetto gravissimo, da squalifica se fosse prevista, almeno dovrebbe essere penalizzato adeguatamente. Analogo discorso per la maschera spezzata dei maschi. Non mi dilungo, spero in adeguati interventi.

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