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Antonio Di Tillio

Le metamorfosi del Lizard

Gioie e dolori degli allevatori

di ANTONIODITILLIO, FOTOA. DITILLIOeH. EVANS Il modesto piumaggio grigiastro, opaco e quasi insignificante dei novelli lascia gradualmente il posto a quello da adulto, di tessitura sericea nei dorati e vellutata negli argentati

Con la prima muta nel canarino Lizard, forse più che in ogni altra razza, si verifica una vera e propria metamorfosi, quando il modesto piumaggio grigiastro, opaco e quasi insignificante dei novelli lascia gradualmente il posto a quello da adulto, di tessitura sericea nei dorati e vellutata negli argentati, finemente decorato con un disegno di scaglie, rowingse lacings, che sembra uscito dalle mani di un abile artigiano. Una trasformazione, descritta da G. T. Dodwell come un piccolo miracolo (1), che porta il giovane Lizard ad assumere, nel corso del primo anno di vita, il suo aspetto migliore e più adatto alle esposizioni. Ciò è dovuto anche al fatto che nei novelli, diversamente da quanto accade agli adulti, remiganti e timoniere normalmente non vengono rinnovate (proprio in base a tale caratteristica, gli allevatori inglesi distinguono i novelli –unflighted– dagli adulti – flighted). Le ali e la coda appaiono pressoché nere per il sovrapporsi delle rispettive penne (remiganti e timoniere), le quali invece rivelano tutta la loro trasparenza se osservate singolarmente; dalla loro perdita e conseguente sostituzione derivano difetti più o meno vistosi, consistenti in forme di depigmentazione che potremmo definire “parafisiologiche” nei soggetti di oltre un anno di età. Pertanto, diversamente da alcune razze pesanti di canarino domestico, evitare la perdita di tali penne nei Lizard novelli destinati alle esposizioni rappresenta uno dei maggiori obiettivi dell’allevatore. In alcuni casi, per motivi non ben conosciuti (2), anche i novelli come gli adulti vanno incontro ad una sostituzione pressoché totale delle penne, compromettendo in tal modo le proprie chancesespositive. Più frequentemente vengono perdute, simmetrica-

La calotta, unica area interamente lipocromica del lizard, resta invariata per forma e dimensioni; striature continue e parallele sul dorso preludono ad un futuro ordinato spangling, foto e all. A. Di Tillio

mente, soltanto le remiganti secondarie ed in alcuni casi anche qualche timoniera, con comparsa quasi inevitabile di “spot” bianchi apicali (in inglese white tips), che verranno ad essere penalizzati in sede di giudizio. Nel caso delle timoniere si può pensare al fenomeno del “plucking”, ovvero al fatto che altri soggetti becchino e strappino le penne; da ciò è invalsa la consuetudine di alloggiare i novelli più promettenti all’interno di gabbie di dimensioni ridotte, singolarmente o in compagnia di pochi altri esemplari. Subentra, tuttavia, in questi casi la coscienza dell’allevatore, che deve valutare un bilancio tra il benessere animale e le esigenze espositive. Nel caso personale, la soddisfazione di vedere i giovani Lizard irrobustirsi e socializzare in comunità, compiendo evoluzioni quasi acrobatiche all’interno di una capiente volieretta, supera il timore di vederne irrimediabilmente compromessi i risultati espositivi. Va inoltre ricordato che, oltre ai fattori ormonali, anche le condizioni ambientali influiscono sulla muta; tra queste, la presenza di altri soggetti aiuta ad uniformarsi e sincronizzarsi con questa particolare fase del ciclo biologico. L’esposizione alla luce solare per alcune ore del giorno garantirà l’imbrunimento delle zampe oltre ad esercitare, più in generale, un benefico effetto sull’intero organismo (a tutti sarà capitato di osservare le buffe posture, con piumaggio arruffato, assunte dai canarini durante un bagno di sole al fine di garantire la massima penetrazione dei raggi solari). La prima muta differisce dalle successive anche per motivi diversi da quelli fin qui illustrati. Mentre nei soggetti adulti tale processo, che consuma molte energie ed è inizialmente evidenziato soprattutto dalla subitanea perdita delle timoniere, si caratterizza per l’atteggiamento apatico e la perdita del canto nei maschi, nei novelli la vivacità rimane inalterata ed i maschi esprimono un “pre-canto” che diviene sempre più forte e simile al canto degli adulti. Unitamente al dimorfismo sessuale, che nel Lizard si rende ben evidente al termine della muta, ciò consente di distinguere agevolmente e piuttosto precocemente i maschi dalle femmine. Diversamente dagli adulti, inoltre, nei novelli l’inizio della muta si palesa con la perdita delle copritrici alari maggiori, la cui assenza lascia scoperta la parte più prossimale delle remiganti, anche se ben prima inizia, quasi inosservata, la sostituzione molto lenta e graduale delle piume di petto, addome e dorso, con la timida comparsa anche di qualche sporadica scaglia. Nel caso delle copritrici, trattandosi di una sostituzione fisiologica anche in prima muta, l’eventuale comparsa di orlature bianche non costituisce difetto e viene tollerata anche in ambito espositivo (diverso, invece, è il discorso in caso di comparsa di una penna interamente bianca, che costituisce sempre un grave difetto). Contemporaneamente, vengono perse anche le copritrici minori e mediane (3), che configurano l’elemento definito dagli inglesi con il termine “lacings” (che letteralmente significa “allacciature”, ma anche “galloni”, “mostrine”), a cui lo standard riserva 5 punti per nitidezza e regolarità. I lacings sono costituiti da tre file di penne (4), simili alle scaglie nella forma e di dimensioni crescenti nel loro digradare verso le copritrici maggiori, ma più vicine alle remiganti nella loro colorazione; anche da un punto di vista embriogenetico si differenziano dalle scaglie per la loro derivazione dallo pterilio omerale anziché spinale. Nel complesso assumono l’aspetto di una merlettatura, che si interpone quale zona di raccordo tra le scaglie e le ali (Dodwell comprende anche le copritrici maggiori in quello che definisce “elemento di artistica connessione” tra scaglie ed ali5). Attualmente, purtroppo, si tende

Femmina dorata dopo la prima muta: l’avvenuta sostituzione delle remiganti secondarie è rivelata dalle lievi depigmentazioni apicali, foto e all. A. Di Tillio

Femmina argentata, in evidenza i lacings; schiarite al margine delle copritrici sono da considerarsi fisiologiche dopo la prima muta, foto e all. H. Evans

Esemplare maschio argentato calotta netta di rara bellezza, foto e all. H. Evans a trascurare tale caratteristica del disegno (6), cui invece andrebbe riservata la giusta importanza, quale storicamente è sempre stata riconosciuta, come si evince dagli standard più antichi, ricordando tra l’altro che, a parità di altre qualità, cinque punti in esposizione possono fare la differenza. Elementi del piumaggio come i lacingspossono essere schematicamente evidenziati ed isolati dal contesto generale soltanto in una razza che sembra essere stata creata per perfezionisti amanti del disegno, in cui il contrasto tra margine chiaro ed area centrale scura rende le penne singolarmente individuabili, ciascuna potendo così rivendicare la propria importanza ed il proprio ruolo, come in un mosaico ove dimensione, forma, colore e collocazione delle singole tessere contribuiscano a determinare il complessivo effetto finale, che nel caso del Lizard è espresso dal perfetto equilibrio e dalla delicata armonia del suo pregiato, unico ed inconfondibile disegno. Da quanto fin qui esposto si comprendono le difficoltà, insite nella razza, nell’ottenere soggetti privi di difetti e la necessità di attendere il termine della prima muta, per poter individuare quelli esteticamente più aderenti allo standard e adatti ad un futuro sia espositivo che riproduttivo. Ciononostante, in alcuni casi anche il piumaggio giovanile può lasciar trasparire, fin dall’inizio, le caratteristiche di un soggetto dotato di una marcia in più rispetto agli altri. Si tratta in genere di esemplari che presentano lunghe strisce melaniniche che corrono in modo continuo, ininterrotto e parallelo lungo il dorso, dalla nuca fino al sovracoda, lasciando presagire un futuro ordinato spangling(anche se ciò, ovviamente, non è sufficiente ad escludere altri possibili difetti, anche a carico delle stesse scaglie, per quanto allineate esse siano). Sicuramente di più difficile previsione è la quantità e qualità del disegno ventrale (rowings), che può riservare le maggiori sorprese dopo la muta sia in senso positivo che negativo. Ultime a mutare sono le piume del capo, le sole ad essere totalmente lipocromiche a livello della calotta che, quando presente, costituisce l’unica vera costante nella livrea del canarino Lizard, mante-

nendosi invariata per tutta la vita sia nella forma che nelle dimensioni (nelle sue diverse tipologie intera, spezzata, quasi mancante ecc.), ove si eccettui l’evidenza di una intensificazione del lipocromo dopo la prima muta. Il titolo dell’articolo indica che “le metamorfosi del Lizard” sono più di una: con la seconda muta, infatti, si verifica un nuovo cambiamento piuttosto drammatico che, purtroppo, in questo caso è in grado di sorprendere in senso negativo, ponendo fine ad un incantesimo durato soltanto un anno, quasi un attimo di splendore nell’eterno grigiore. In questa “Cenerentola della canaricoltura”, il piumaggio totalmente rinnovato perde infatti molta della propria brillantezza e della definizione del suo caratteristico disegno, ma sono soprattutto le penne remiganti e timoniere che, una volta sostituite, mostrano i segni del tempo con la comparsa di depigmentazioni soprattutto apicali, ma spesso presenti anche a livello della radice o dell’intera penna, sotto forma di generale brizzolatura: è l’inizio del lungo “autunno” della vita esteriore del canarino Lizard. Tale fenomeno era già noto nell’Ottocento, quando Charles Darwin, in un breve paragrafo dedicato ai canarini, scriveva: “V’è poi un altro carattere degno di menzione, in quanto si manifesta in un solo periodo della vita; e, limitatamente a quel preciso periodo, è rigorosamente ereditario: vale a dire, le penne dell’ala e della coda nei canarini pregiati sono di colore nero, ma esse rimangono tali solo fino alla prima muta, poiché, in seguito, questa particolarità scompare” (7). I “canarini pregiati” a cui il famoso scienziato inglese faceva riferimento non potevano che essere il Lizard ed il London, razze a quell’epoca sicuramente già presenti oltre Manica e conosciute da oltre un secolo (informazioni di questo tipo dovevano essergli state fornite certamente dal suo corrispondente B. P. Brent, autore del primo standard del canarino Lizard che si conosca, risalente al 1860). Come scrive Darwin, tale fenomeno “è rigorosamente ereditario”, ovvero geneticamente determinato e, dunque, almeno in parte legato anche alla selezione dell’uomo. In questo senso, la previsione di categorie espositive riservate anche ai soggetti di oltre un anno di età (in inglese “overyear”), come in uso già da molto tempo in Inghilterra, induce gli allevatori a selezionare i propri soggetti in modo da ridurne al minimo il fenomeno delle depigmentazioni. Esemplari geneticamente meno predisposti alla degenerazione del piumaggio risulteranno avvantaggiati anche durante il loro primo anno di vita, in caso di perdita accidentale delle penne.

Femmina argentata al suo terzo anno di vita, con degenerazione del piumaggio ridotta al minimo, grazie ad una sapiente selezione, foto e all. H. Evans

NOTE

(1)G.T. Dodwell, “The Lizard Canary and other rare breeds”, Triplegate LTD, 1982, pag. 43. (2)U. Zingoni, “Canaricoltura – Biologia e allevamento del Canarino domestico”, F.O.I., Pia-

cenza, 1990, pag. 76. (3)Noble S. Proctor, Patrick J. Lynch, “Manual of

Ornithology – Avian Structure & Function”, Yale

University Press, 1993. (4)Secondo Huw Evans esisterebbe anche una quarta fila, composta da sole 3 penne e quasi mai visibile, perché coperta dalle altre penne di contorno (finespangledsort.com Lizard canary basics part 2: the difference between spangles & lacings). (5)G.T. Dodwell, cit. pag. 25. (6)Huw Evans, “The Hitch-hicker’s Guide to the

Lizard canary: Episode 6”, Cage & Aviary Birds,

October 7 2020, pag. 10. (7)Charles Darwin, “The Variation of Animals and

Plants under Domestication”, 1868. Traduzione in italiano: “La variazione degli animali e delle piante allo stato domestico”, a cura di

A. Volpone, Einaudi Ed., 2011, p. 294.

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