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Originari appunti di riepilogo sullo Jaspe

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Attività F.O.I.

Attività F.O.I.

di GIOVANNI CANALI

La mutazione jaspe dominante parziale autosomica ed a penetranza completa, si caratterizza per una notevole espressività variabile

In effetti ci sono molti soggetti singolo fattore, che presentano penne anomale, quasi da classico, per la minore riduzione delle melanine. Vi sono variazioni anche nei doppi fattori.

In alcuni soggetti sono molto piccole, in altri notevoli ed acquistano l’aspetto di “toppe”. Molto evidenti nei singoli fattori, più subdole per la scarsa evidenza nei doppi fattori.

Nei doppi fattori, si nota molto spesso una singola penna tettrice (la cosiddetta piuma) anomala con un solo vessillo scuro, cioè la metà per il lungo.

Esistono però anche situazioni inverse cioè con zone che potremmo chiamare ipertipiche nei singoli fattori.

Si ha l’impressione netta che siano parti acianiche (lipocromiche)

Riguardano sia le penne forti che le unghie, proprio come le zone acianiche nei melaninici normali.

Osservando la molto diffusa presenza di queste zone apparentemente acianiche che appaiono negli jaspe singolo fattore, ma non nei melanici classici loro fratelli, all’inizio si pensa ad un caso. Poi visto che la cosa si ripete in modo costante, appare evidente che caso non può essere. Nelle penne si può notare qualcosa alla base, mentre nelle unghie no. Anche in fringillidi ovel’acianismo non c’è (ad esempio il Lucherino ove è comparsa la mutazione), queste zone appaiono ugualmente , segno evidente che di acianismo non si tratta.

Sembrerebbe logico quindi non squalificare, ma solo penalizzare, anche se c’è il rischio di far passare tracce acianiche vere, quindi è discutibile.

Il discorso penalizzazione o squalifica si potrebbe fare anche per le parti atipiche scure. Si potrebbe optare per la squalifica, come per la penalizzazione, come per situazioni intermedie a seconda della gravità del difetto. Sono aspetti molto discutibili.

Le penne che paiono acianiche possono avere un minimo di riconoscibilità, specie se viste alla mano nella zona iniziale, le unghie pare di no. Nella discussione sarebbe bene tener presente che l’espressività variabile non è selezionabile o, se lo è, in misura minima.

C’è anche da considerare l’aspetto che la grande severità indurrebbe a tolettature pesanti. Da non dimenticare che lo jaspe sembra avere una sorta di antagonismo con l’agata, infatti la riduzione è maggiore nei neri singolo fattore, nei quali si forma la bifora, rispetto agli agata singolo fattore che sono più scuri e senza bifora. La stria sembra allargata ma omogenea.

I bruni seguono il nero e gli isabella l’agata. È bene usare il termine bifora poiché a quella assomigliano: rachide scura e lati della scaglia scuri (lati scaglia non bordo penna) convergenti in punta. Altre descrizioni sono meno precise; ad esempio i “binari” non convergono. Bisogna assolutamente recepire che la barratura alare non deriva dagli Spinus! È diversa: la prima remigante (contando all’europea) è barrata, la prima degli Spinus no, se non in misura minima nel vessillo interno. In alcune specie non sono barrate le prime tre.

La barratura dello jaspe è più ampia, rispetto agli Spinus, ma limitata a poche penne; raramente supera la settima remigante primaria, mentre negli Spinus va oltre secondarie comprese.

In jaspe anomali ci può essere una seconda barratura sulle copritrici che non esiste negli Spinus.

I fratelli normali ne sono immuni totalmente e gli Spinus non nascono certo jaspe, ma la barratura è nei normali.

Ho usato il termine fattore e non diluizione poiché il discorso è genetico e di diluizione non si tratta.

Negli omozigoti detti doppio fattore suggerisco a livello descrizione il termine “cristallino”, per indicare l’effetto che inducono le melanine fortemente ridotte.

Non vado oltre, si tratta solo di appunti, tesi ad evitare errori di base.

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