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O rniFlash

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L’affermazione che il bianco è l’unione di tutti i colori ha origini antiche. Le sue variazioni di luce sono moltissime e possono variare tanto. Il bianco è formato dalla somma di tutti i colori dello spettro elettromagnetico. È un fattore ad alta luminosità ma senza tinta e infatti viene anche detto acromatico. Il suo opposto è invece il nero, che è dato dall’assenza di tutti i colori.

La svolta fu data da Isaac Newton, fisico e matematico inglese, considerato uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi; egli fece un’osservazione basata sul fatto che la luce del sole, ma anche di qualunque altra sorgente luminosa, sia composta di radiazioni diverse, ognuna con differente intensità.

Newton dimostrò così che la luce che ci appare bianca non è in sé monocromatica, ma è la somma di una serie di frequenze di onde luminose, ciascuna delle quali con una differente lunghezza d’onda. A Newton si deve anche il primo modello di rappresentazione del colore, un cerchio che ha al suo centro il bianco e lungo la circonferenza, ordinatamente disposti, i colori scomposti.

Ogni canarino possiede un patrimonio di geni ereditato dai genitori capace di condizionarne sia l’aspetto esteriore che altre caratteristiche individuali. Colore della pelle, degli occhi, posizione, tipo e colore del piumaggio, ecc... Il patrimonio genetico dei nostri protetti, a proposito di mutazioni spontanee, è riuscito a perpetuarsi negli anni solo grazie alla tutela da parte degli allevatori. Se pensiamo ai canarini bianchi o chiari in generale, sarebbero difficilmente capaci di rimanere in vita fino all’età riproduttiva in quanto non riuscirebbero a sfuggire ai predatori esistenti nell’habitat naturale.

Non si pensi che basta guardare un cromosoma al microscopio per veder scritto, a fianco di ogni gene, la sigla che lo caratterizza! La conoscenza e la classificazione dei geni deriva dall’osservazione degli scienziati e degli allevatori, cui sono seguite deduzioni e interpretazioni talora vere, talora non vere. Talora le osservazioni dei piccoli allevatoripotrebbero trasformarsi in una goccia che fa traboccare il vaso, potrebbero significare la soluzione di un problema annoso.

Veniamo ora al punto saliente di questo scritto.

Apigmentato: tempo fa, nei canarini di forma e posizione lisci, si usava il termine “apigmentato” per descrivere il canarino a fondo bianco con alcune parti (o anche tutte) del piumaggio ricoperto da melanine. Nel caso dei pezzati, il bianco (fattore epistatico) riesce a nascondere solo la cromaticità gialla e non anche quella scura (anche se in parte).

Acianismo: vocabolo non trovatosul vocabolario Treccani e sull’enciclopedia medica. Se si prova a digitare la parola “acianismo” sul web, vengono fuori collegamenti relativi solo ed esclusivamente al modo ornitologico, come se questo sostantivo fosse stato coniato e usato solo nel campo dell’avicoltura. Come riferito da Giovanni Canali nel suo testo del 1992 “I colori nel canarino” (pag.64), tale termine, pur essendo inesatto, è in voga; riferendoci all’etimologia di questa parola, essa richiama una provenienza greca (kyanotikos) con l’alfa privativo, ed ecco il termine “acianico”.Ora, con l’aiuto di alcuni amici greci, ho cercato di chiarirmi se i dubbi che mi sono sorti siano fondati o meno. Possiamo affermare che il termine kyanotikos (bluastro) è usato nella lingua greca per indicare, appunto, un colore bluastro e questa parola viene usata solo ed esclusivamente in campo medico (corpo dal colore cianotico, privo di ossigeno, non ossigenato bene). Sicuramente tale termine non sarebbe improprio e potrebbe essere accettato se esistesse la melanina blu, ma questa mutazione nei canarini ancora non esiste. Anche il Prof. Zingoni nel suo capolavoro “Canaricoltura”, a pag. 426, evidenziava l’inesattezza del termine. Circa la mutazione bianco recessivo, però, invece di “acianico” sarebbe più appropriato definirlo “cianico” a causa della pelle proprio kyanotikos (“pelle blu”). Ma sicuramente calzerebbe stretto per i gialli e ancor di più per i rossi privi di melanina.

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