6 minute read

Il Saltimpalo (Saxicola torquatus)

Next Article
Attività F.O.I.

Attività F.O.I.

di PIERCARLO ROSSI, foto THOMAS WENDT

Gli uccelli insettivori, a differenza dei granivori, hanno affinato movenze e comportamenti adattandoli al particolare tipo di nutrimento: la ricerca di prede vive ed in continuo movimento. Questo ha pilotato l’evoluzione verso una conoscenza sempre più evoluta della realtà che li circonda. L’insettivoro deve essere vigile, attento, perennemente in movimento; deve contrastare l’eventuale azione di fuga e di difesa dell’insetto che per spirito di conservazione deve poter sfuggire alle insidie della cattura. Ciò ha favorito uno spiccato indivi-

Prima parte

dualismo, un territorio da conquistare e difendere, uno spirito battagliero, un instancabile moto. Di contro, molti di loro hanno linee armoniche e piacevoli, un canto eccellente, colori splendidi e cangianti, altre volte modesti e mimetici. Quanto appena descritto è certamente riscontrabile nella specie di cui vorrei parlarvi oggi, il Saltimpalo.

Conosciuto con il nome latino di Saxicola torquatus è un piccolo uccello dell’ordine dei Passeriformi appartenente alla famiglia dei Muscicapidi, lungo circa 12 cm, con un peso di 13 grammi e un’apertura alare di 22 cm. Il suo curioso nome deriva dalla sua abitudine di caccia; infatti, questi uccelli sostano su posatoi elevati sempre attenti all’ambiente circostante con tipici e continui movimenti della coda e delle ali, subito pronti a lanciarsi all’inseguimento degli insetti di cui si cibano, per poi tornare sullo stesso posatoio, spesso un palo, appunto, sempre accompagnato dall’in- confondibile e più accentuato movimento sincrono d’ali e coda.

La sua diffusione

Le svariate sottospecie di Saxicola torquata sono diffuse praticamente in ogni parte del vecchio continente, dove le condizioni ambientali lo consentano; esse si distribuiscono lungo una ampia fascia che comprende tutta l’Europa dal Mediterraneo alla

Scozia settentrionale, alla Danimarca, alla Polonia meridionale, l’Ucraina, la Russia centromeridionale, fino alla Siberia meridionale ed al Giappone. A sud l’area di distribuzione raggiunge la Persia, il Tibet e la Birmania. In Africa nidifica a nord del Sahara e nella parte occidentale fino al Madagascar ed al Sud-Africa. Nella parte settentrionale del suo areale il Saltimpalo è migratore, giungendo tra febbraio e marzo e ripartendo per l’Africa fra settembre ed ottobre. Dove il gelo non è eccessivo come in Italia non migra, ma abbandona il territorio di nidificazione e diviene erratico.

La distribuzione invernale di questi uccelli è strettamente legata al gelo: inverni particolarmente freddi e soprattutto nevosi ne fanno strage.

Descrizione

Fra agosto e settembre il Saltimpalo muta completamente il suo piumaggio assumendo una livrea alquanto diversa per i due sessi. Il maschio adulto presenta le parti superiori nero lucide con margini rossicci che nascondono in parte la tinta di fondo; il groppone è invece biancastro, formando la caratteristica macchia chiara alla base della coda. Questa, piuttosto corta, è di colore nero uniforme. L’ala, lunga dai 65 ai 68 mm è anch’essa nera ad eccezione di una barra bianca formata dalle copritrici. Testa e gola sono pure nere ed il becco, sempre nero, è lungo circa

13,5-15 mm. Le parti inferiori sono di un color castano, più acceso sul petto, che sbiadisce fino al biancastro sotto il ventre; pure bianche sono due vistose macchie ai lati del collo. Non ha muta estiva, ma col tempo le penne perdono per abrasione gli apici fulvi cosicché la livrea si presenta a tinte più marcate. La lunghezza dell’intero animale è di 12,5-13 cm e quella del tarso 21-23 mm.

La femmina è molto meno vistosa, avendo il dorso e la gola brune con striature nerastre; anche la testa ha lo stesso colore, ma con una sfumatura spesso più scura. Le copritrici superiori della coda sono fulve, la coda e le ali sono anch’esse brune screziate di scuro e manca o è poco marcata la barra bianca sull’ala come pure le macchie ai lati del collo, mentre viceversa presenta una macchia chiara sotto il mento; la gola, invece, è nerastra.

Le parti inferiori sono di un color castano meno acceso di quello del maschio.

Il giovane ha la schiena, la testa, le ali e la coda bruno nerastre con screziature chiare. Lo spazio chiaro sull’ala manca in molti esemplari ed è appena accennato negli altri. La gola è bianco sporco e le parti inferiori fulvo chiare, con screziature più scure sul petto e sui fianchi; il sopraccoda è rossiccio. Rispetto allo Stiaccino, altro rappresentante del genere Saxicola, il Saltimpalo è più corpulento ed ha una postura più eretta; tra le due specie la colorazione del maschio è inconfondibile mentre la femmina ed il giovane somigliano a degli stiaccini molto scuri; si possono distinguere però con certezza per la mancanza di sopracciglio e di bianco ai lati della coda. Gli individui stanziali in Sardegna hanno tinte più vivaci di quelli continentali.

Dove poterlo osservare in natura

Frequenta territori aperti e soleggiati, possibilmente incolti, brughiere, cave di sabbia, margini di zone paludose e campagna coltivata a cereali; nelle savane dove sverna ed in generale in ogni landa scoperta e cosparsa radamente di alberi e cespugli normalmente lo si vede appollaiato sulla cima di un arbusto, di un palo o su di un filo che attende una preda, stando impettito e vibrando continuamente le ali e la coda. Molto diffidente per natura, difficilmente si lascia avvicinare, ma malgrado ciò si abitua a vivere anche lungo strade trafficate e ferrovie. È un uccello che si adatta molto al territorio e infatti nidifica spesso dal livello del mare fino a circa 1.500 m di altitudine.

Il suo richiamo è molto particolare in quanto è formato da ripetizioni molto veloci di note doppie, ritmicamente alte e basse e dura un po’ più a lungo se emesso in volo.

Viene utilizzato sia per delimitare il territorio che durante i voli nuziali.

Alimentazione

Il Saltimpalo si nutre principalmente di insetti, ragni, vermi e altri animali che trova nel terreno; usa la tecnica di caccia da appostamento: attende la sua preda e una volta avvistata parte in picchiata e la cattura, usando il metodo “atterra e abbatti la preda”. Discende per catturare la preda a terra e ritorna sullo stesso trespolo da cui era partito.

Cattura ogni sorta di insetti sia in volo che a terra: piccoli coleotteri, ditteri, cavallette, larve, farfalle ed anche formiche. Mangia anche piccoli lombrichi, lumachine, ragni e miriapodi; in inverno, periodo di carestia, raccoglie anche dei piccoli semi, ma il suo becco è poco adatto a frantumarli.

Stagione riproduttiva

I maschi stabiliscono dei territori di superficie estremamente variabile dalle 30 are fin oltre i due ettari, secondo i casi, che occupano un anno dopo l’altro.

Il corteggiamento inizia verso i primi di marzo ed è composto da un volo nuziale molto particolare, nel quale il maschio si libra nell’aria in maniera verticale battendo le ali molto velocemente fino a 10-20 metri da terra, salendo e scendendo poi sul posto come se fosse appeso ad un filo; durante questo volo il canto è molto più sostenuto del solito.

In ricordo di Giovanni Paone

I Nostri Lutti

Dopo il corteggiamento la femmina sceglie un posto, in genere ai piedi di un arbusto, molto ben nascosto e coperto dalla vegetazione, dove costruirà da sola il nido con erbe, molto muschio, crini e piume. La prima deposizione avviene alla fine di marzo o ai primi di aprile e l’incubazione inizia con la deposizione del penultimo uovo.

Le uova, generalmente 5 o 6, si presentano ellittiche-ovali, di colore verde-azzurro pallido finemente punteggiate di bruno chiaro.

Hanno dimensioni di mm18.2 x mm14.2.

La femmina cova da sola per un paio di settimane circa ed i piccoli restano nel nido per una quindicina di giorni, dopodiché ne escono, ma non sapendo ancora volare saltellano nei dintorni ricevendo il cibo dal padre per 20 giorni circa. Dopo circa una settimana dall’abbandono del primo nido la femmina ne costruisce un secondo vicino all’altro e depone una seconda covata.

Quando la stagione lo consente, o se uno dei due nidi è stato predato, viene deposta una terza covata fra la fine di giugno ed i primi di luglio. La produzione di uova è dunque abbondante, ma non più della metà di queste danno dei giovani che arrivano all’indipendenza, essendo la mortalità molto elevata a causa dei topi, dei piccoli carnivori e degli incendi.

Il12 Dicembre 2022, ha concluso la sua esistenza terrena Giovanni Paone, socio cofondatore dell’Associazione Ornitologica AR.CA.FRA.

Giovanni, faceva parte di quella categoria di esperti allevatori capace di consolidare e ampliare il sistema associativo del nostro hobby, riuscendo a diffondere la nostra passione tra gli allevatori.

Capace di influenzare altri a farlo, con il suo modo sapiente e accattivante fatto di racconti e aneddoti acquisiti in oltre quarant’anni di allevamento di canarini.

A noi mancherà l’amico, il punto di riferimento della nostra Associazione, all’ornitologia un instancabile allevatore.

Il direttivo e soci dell’Associazione Ornitologica AR.CA.FRA.

This article is from: