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L’Amaranto comune
Da erbaccia infestante a pseudocereale superfood
di PIERLUIGI MENGACCI, foto WIKIPEDIA, WWW AFRICANBIRDCLUB ORG, WIKIMEDIA
Premessa
Che cos’è un’erbaccia? Quante volte me lo sono chiesto! Quante volte la parola erbaccia ci rincorre durante la giornata! Quando camminiamo nei marciapiedi, oppure nei sentieri di campagna o di montagna, nei prati o parchi di città. Quante volte diciamo “È un’erbaccia!” calpestandola sotto i nostri piedi.
Ma un’erbaccia cos’è?A questa domanda, che più volte mi son posto, ho trovato queste risposte: Secondo il dizionario è una “pianta erbacea che la terra produce spontaneamente, senza coltura”, oppure “una pianta selvatica (non coltivata deliberatamente) che cresce dove non la si vuole” o ancora “erba inutile, dannosa al seminato, infestante”.
Secondo Wikipedia “per pianta infestante (oppure malerba o popolarmente erbaccia) si intende una pianta che, non rivestendo alcuna funzione ritenuta utile per la produzione agricola, va a danneggiare le piante esistenti entrando in competizione con esse o parassitandole”.
SecondoDuog Larson, giornalista, “un’erbaccia è una pianta che ha imparato tutte le abilità di sopravvivenza ad eccezione di come crescere in fila”. Potrei citare altre definizioni ma, secondo me, la più attinente e perspicace è quella del filosofo R. W. Emerson: “Che cos’è un’erbaccia? Una pianta di cui non sono state ancora scoperte le virtù”. Quest’ultima frase mi è tornata in mente un giorno mentre ero intento a potare e pulire dalle “erbacce” la siepe di alloro e mi è capitata tra le mani una pianticella mai vista nel giardino; prima di sradicarla, mi sono chiesto: “È un’erbaccia, o… una pianta di cui non conosco le virtù?!”. Guardandola meglio, le foglie leggermente seghettate e nervate attaccate al fusto da un lungo picciolo, il formarsi di una specie di pannocchia sull’apice mi hanno ricordato una pianticella che mi fece notare l’amico agronomo Massimo, anni or sono, durante la visita ad un fabbricato colonico da ristrutturare. Durante le nostre uscite in campagna, per lavoro o meno, Massimo mi presentava sempre qualche pianticella “strana”, elencandone pregi, difetti e virtù e se fosse più o meno commestibile. Quel giorno mi fece notare una pianticella nata al piede di una parete in pietre e mattoni del fabbricato in questione, dicendomi:
“Gigi conosci questa pianticella?”.
La guardai: era una pianticella che più volte avevo incontrato nelle mie escursioni campagnole, alla quale non avevo mai prestato alcuna considerazione, anzi, da sempre la consideravo un’erbaccia infestante.
“È un’erbaccia infestante” gli rispondo “che ogni tanto si incontra passeggiando lungo i sentieri di campagna o in qualche campo abbandonato”.
“Si, hai ragione, è considerata una pianta infestante e purtroppo viene eradicata anche con i diserbanti. Ne conosci il nome? Sai che…”. Lo interrompo.
“Non mi dire adesso che anche questa è commestibile ed ha super poteri !?”. “Hai detto bene: è commestibile! È considerata uno pseudo-cereale che ha molte proprietà nutritive: le sue foglie si possono usare al posto degli spinaci. Si chiamaAmaranto Comunee i suoi semi sono ricchi di proteine, vitamine, minerali, ecc. E poi tu, che sei un ornitofilo e amante delle erbe selvatiche, dovresti sapere che passeri,cardellini, verdoni e altri silvani si nutrono dei semi di questa pianta. Inoltre, quello che le nostre mani oggi strappano e buttano via come erbaccia infestante potrebbe diventare un alimento vitale per il futuro”.
Le parole di Massimo hanno “toccato” il mio amor proprio e, tornato a casa, non vedevo l’ora di conoscere questa erbaccia infestante pseudo-cereale.
Alcuni dati botanico-storici
La pianta erbacea dell’Amaranto appartiene alla famiglia delle Amarantaceae ed è una grande famiglia che comprende oltre 500 specie di cui l’Amaranto Comune (Amaranthus retroflexus) è il parente selvatico di quelle coltivate per la produzione di semi commestibili (oltre 60 specie). Le piante più rinomate e coltivate,non solo per la produzione di semi ma anche per arredare giardini e parchi, sono Amaranthus caudatus, Amaranthus cruentus e Amaranthus hypochondriacus. Sonopiante dicotiledoni, vale a dire caratterizzate da un embrione dotato di due cotiledoni (foglia embrionale), a differenza dei cereali, piante monocotiledoni, con foglia singola.
Etimologicamente il nome deriva dal greco amarantos = che non appassisce (le infiorescenze rimangono intatte anche dopo l’essiccamento); inoltre, molte specie hanno fiori rossi, per cui la parola ha finito per identificare una varietà cromatica tra il rosso scarlatto e il cremisi. Retroflexus = piegato all’indietro, attitudine tipica della pannocchia centrale dell’amaranto ad essere piegata all’indietro.
A proposito del color amaranto, esiste anche un uccello esotico chiamato Amaranto del Senegal o Amaranto rosso (Lagonosticta senegala (Linnaeus, 1766) ed è un uccello passeriforme della famiglia degli Estrildidi. La pianta è di origine sudamericana e fu introdotta per errore in Europa nei primi viaggi dalle Americhe. Le popolazioni delle civiltà Azteca e Maya consideravano queste piante “l’oro degli Dei” e i semi erano noti per le alte qualità nutrizionali ed energetiche ed erano ritenuti i semi più importanti tra tutti quelli alimentari. Altrettanto, se non maggiormente importante, era l’uso che ne veniva fatto nei riti religiosi. Si dice che gli Aztechi impastassero l’amaranto con farina di mais per forgiare delle figure antropomorfe che richiamavano i loro idoli venerati, figure che venivano poi consumate al termine dei riti propiziatori. L’amaranto è una pianta erbacea annuale. Ha un apparato radicale fittonante che raggiunge un’ottima profondità nel terreno. Ha un fusto eretto, legnoso nella parte inferiore di colorazione verde chiaro, più rossastro alla base e può raggiungere un’altezza media di 100 cm, ma in condizioni ideali può arrivare fino a 2 metri. La pianta crescendo assume una forma cespugliosa che le viene data dalle varie ramificazioni che si dipartono dal fusto a partire dalla rosetta basale. Le foglie, di color verde, con margine leggermente ondulato e chiare nervature, sono attaccate al fusto da un lungo picciolo.
I fiori o infiorescenze sono a forma di spiga sulle ramificazioni laterali ed hanno la forma di una grossa pannocchia terminale lunga anche 15 cm sita all’apice del fusto. È una pianta monoica, ovvero i fiori femminili e maschili si trovano sulla stessa pianta. Ogni pannocchia produce molti semi di colore marrone o rossastro, la cui caratteristica peculiare è quella di rimanere vitali nel terreno per molti anni. La pianta dell’amaranto comune, oltre che nei campi coltivati, la troviamo nei prati, nei bordi dei sentieri, nelle aie di fabbricati colonici abbandonati, negli orti ecc. e trattandosi di una pianta piuttosto resistente a parassiti, malattie e temperature elevate non ha bisogno di particolari cure.
La pianta è commestibile per intero. Foglie, semi e radici sono da sempre impiegati nell’alimentazione. Le foglie hanno un sapore delicato simile a quello degli spinaci; le radici sono ricche di amido con un sapore che ricorda il latte; i semi hanno un retrogusto di nocciola.
Valori nutrizionali calcolati per 100gr. di semi crudi di Amaranto.
Fonte: database USDA - Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti
Proprietà e benefici I valori nutrizionali precedentemente elencati ci fanno comprendere come l’amaranto, pur non appartenendo alla famiglia delle graminacee o delle leguminose, abbia caratteristiche nutrizionali similari che lo pongono a metà strada tra un legume ed un cereale. Infatti, rispetto ai cereali che vengono abitualmente consumati nel nostro paese (grano, mais, riso, orzo, ecc.) ed alcune leguminose (piselli, fagioli, soia) i suoi valori nutrizionali sono alquanto superiori.
Le proprietà nutrizionali principali che hanno permesso all’amaranto di entrare nella categoria dei superfood sono riassumibili nei seguenti punti:
-Ottimo contenuto proteico e migliore qualità proteica. Va precisato che pur essendo ottime, non sono proteine nobili come quelle animali.
-Ottima ricchezza in vitamine e sali minerali.
-Assenza di glutine; ideale nella preparazione di alimenti per celiaci, pappe per neonati, bambini e minestroni di verdure per convalescenti e anziani.
-Abbondanza dell'aminoacido lisina, superiore rispetto a diversi alimenti vegetali (cereali, fagioli, piselli, soia) e animali (carne, latte, uova), limitante nella scagliola.
-Elevato contenuto di microelementi quali calcio, ferro e fosforo ecc. che contribuiscono ad elevare la qualità nutrizionale dell'amaranto.
-Ottima presenza di fibre che apportano un effetto benefico sulla digestione. I benefici che l’amaranto può apportare all’organismo, noti fin dall’antichità, dopo un periodo di “oscuramento”, sono ritornati in auge nel 1975, grazie alla pubblicazione di un libro di botanica a cura della American Academy of Sciences in cui venivano descritte le caratteristiche nutritive di diverse piante dimenticate tra cui, appunto, anche l’amaranto. Nell’ultimo ventennio poi, vari studi scientifici e diverse pubblicazioni scientifiche in campo mondiale hanno dimostrato che l’Amaranto come alimento o con i suoi derivati (farina, olio, latte, ecc.) è assai utile per il nostro organismo come prevenzione ed anche di supporto in situazioni delicate derivanti da diverse patologie.
Riassumo brevemente alcuni benefici utili al nostro organismo ma che possono es- sere utili anche all’alimentazione dei nostri volatili:
- Alta digeribilità: la completa assenza di glutine e l’abbondanza di fibre ne fanno un alimento altamente digeribile, adatto non solo per i celiaci, ma anche per chi ha problemi intestinali, nello svezzamento dei bambini, nelle convalescenze e nella preparazione di pappe per anziani.
- Assorbimento del calcio: il buon contenuto di lisina, un amminoacido essenziale, scarsamente presente nei cereali (limitante nella scagliola), nelle verdure e nelle carni animali aiuta l’organismo a fissare il calcio nelle ossa e produrre energia. È una sostanza fondamentale per la salute della pelle, dei tessuti e per le difese immunitarie.
-Contrasta il diabete: possedendo un basso indice glicemico rispetto ai cereali dove il contenuto di fibre contribuisce a diminuire l’assorbimento degli zuccheri, è un alimento che diabetici possono consumare senza avere fastidiosi picchi insulinici. Inoltre, anche la ricchezza di proteine contribuisce a regolare i livelli glicemici.
- Abbassamento del colesterolo: dovuto principalmente al contenuto di fitosteroli, che hanno proprietà utili per contrastare la formazione di colesterolo LDL e trigliceridi.
- Perdita di peso: viene consigliato per chi vuol perdere peso. È dimostrato da diversi studi che una alimentazione ricca di fibre vegetali aumenti il senso di sazietà ed aiuti a prevenire il rischio di obesità.
-Previene l’anemia: grazie al contenuto di una buona quantità di ferro, soprattutto nelle foglie, e di vitamina C può essere di aiuto a prevenire stati anemici derivanti dalla carenza di questo minerale.
- Antiossidante: il contenuto di acidi fenolici, composti vegetali con attività antiossidante, di vitamine del gruppo B, C ed E e la buona presenza di minerali quali potassio, fosforo, magnesio, ferro ecc. rendono questa pianta un supporto utile per l’organismo a contrastare gli effetti nocivi dei radicali liberi che possono causare gravi malattie croniche. È stato dimostrato che l’effetto antiossidante è maggiore nel seme crudo che in quello cotto. Inoltre, gli estratti ottenuti dall’amaranto in fase vegetativa sono una preziosa fonte di antiossidanti e sono adatti alla formazione di nutraceutici oppure usati come alimenti funzionali.
- Alimentazione vegana: l’amaranto, grazie al buon contenuto di proteine e sostanze ritenute le più nutrienti tra quelle di origine vegetale e considerate simili a quelle di origine animale, viene consigliato come un valido alimento per la dieta di tutte quelle persone che hanno deciso, per vari motivi, di non mangiare più alimenti di origine animale.
-Superfood: l’insieme di tutte le proprietà nutritive sopra accennate, scientificamente documentate e utili per la salute, hanno fatto sì che l’amaranto, per il rilevante profilo nutrizionale, sia annoverato nella categoria degli alimenti dichiarati “superalimenti”.
Amaranto: usi vari
Come detto in precedenza, l’intera pianta è commestibile e trova usi versatili nel campo gastronomico. Le foglie tenere basali, molto apprezzate per la ricchezza di ferro, sono utilizzabili in misticanze di insalata, mentre le più vecchie sono migliori se cotte come gli spinaci. I giovani fusti, tagliati a pezzi, spellati e lessati, si possono utilizzare come gli asparagi. I semi si possono consumare per la preparazione di ricette salate. Prima della cottura è opportuno lavarli sotto l’acqua corrente e vanno bolliti in due parti di acqua con un cuc- chiaio di sale. Una volta cotto, questo pseudocereale assume una consistenza gelatinosa e dal sapore dolciastro; è consigliabile farlo riposare per 10 minuti e poi unirlo a del riso, orzo o verdure, per ottenere un gusto complessivo più gradevole. Oltre che nella classica versione a chicchi, l’amaranto può essere trasformato in farinae usato per fare pane, pizze e gnocchi. Inoltre, la sua versatilità è anche nella possibilità di impiegarlo in nutrienti zuppe, minestre, sformati; è pure utilizzato come base per polpette e burger vegetali. Un’altra versione molto gradevole prevede di utilizzarlo per fare i popcorn: riscaldati in una padella con un filo di olio, scoppiano, proprio come il mais. Infine, è molto famosa la torta di amaranto, pere e cioccolato. Un accenno particolare merita l’olio di amaranto, molto utilizzato anche in cosmesi, in quanto è ricco di squalene, un acido grasso vegetale dalle proprietà eudermiche e ricostituenti e con una buona concentrazione di vitamina E. Le sue proprietà sono ideali non solo per chi è abituato a prendere la tintarella al mare in quanto assorbe i raggi UV: si assorbe velocemente, è ideale per pelli secche e irritate, favorisce la rigenerazione della pelle ed è leggermente antinfiammatorio. Viene anche consigliato nei casi di psoriasi; infine, avendo pro- prietà antiossidanti contrasta l’azione dannosa dei radicali liberi.
Va fatto presente che generalmente il consumo alimentare di amaranto non desta alcun disturbo e non ha effetti collaterali ma, essendovi contenute discrete quantità di acido ossalico, è sconsigliato a chi è affetto da patologie renali in quanto può nuocere all’assimilazione da parte dell’organismo di alcuni minerali, tra cui il calcio, e pertanto è consigliabile una alimentazione molto varia. Nel campo specifico dell’alimentazione avicola è stato rilevato che una dieta a base di amaranto in un allevamento di polli abbia mostrato effetti benefici; nei nostri volatili familiari l’amaranto è tenuto in considerazione soprattutto negli allevamenti di pappagalli e silvani. Pannocchie di amaranto sono commercializzate come quelle di panico e sono dichiarate ideali per favorire il foraging in quanto aiuta gli uccelli a tenersi impegnati e al tempo stesso a mantenere una buona forma fisica. Un amico allevatore di cardellini, verdoni, cardinalini e loro ibridi, che abita in campagna, avendo la possibilità di reperire l’amaranto comune, sono anni chelo fornisce ai suoi uccelli sia nella fase di fioritura della pianta sia quando questa ha le pannocchie piene di semi, con piena soddisfazione e senza aver riscontrato effetti collaterali.
Su suggerimento dell’amico ibridatore e col pensiero che questa pianta ricca di proteine, minerali, fibre, vitamine non dovesse mancare nell’alimentazione dei miei canarini di colore, ho lasciato crescere le pianticelle trovate tra la siepe di alloro e quando ho ritenuto le pannocchie mature le ho introdotte nella voliera. Per i canarini è stata una sorpresa…. Ma, dopo un po’, erano lì a litigarsi il posto sopra di esse. Da quel giorno, per tutto il periodo autunno-inverno anche l’amaranto comune è entrato a far parte delle mie piante selvatiche.
Chiudo, ritornando alla premessa, con questa profonda osservazione sulle erbacce della giornalista Francesca Della Giovampaola, permacultrice (permacultura= cooperare con la natura per un ambiente sostenibile, equilibrato ed estetico e non lavorare contro di essa), che dovrebbe farci riflettere:“Le erbacce non esistono. Esiste solo un immenso e indeterminato numero di specie vegetali, che popolano il pianeta e contribuiscono in maniera fondamentale a renderlo la meraviglia che ammiriamo. Sono arrivate prima di noi sulla Terra e hanno preparato le condizioni per la nostra evoluzione. Ci nutrono, ci forniscono fibre, medicinali, combustibile, riparo e ossigeno. Plasmano il nostro ambiente e, grazie alla loro capacità di trasformare l’energia del sole in carboidrati, sono alla base della catena alimentare che nutre tutti gli esseri viventi. Crescendo nei nostri orti e giardini, sui muri, ai margini dell’asfalto, nei campi coltivati, sotto gli alberi e tra i filari, tra le mattonelle o sui marciapiedi, non fanno altro che seguire il loro istinto. Esattamente come noi, vogliono vivere, riprodursi e conquistare nuovi territori”.
Ad maiora, semper
Alcune fonti:
- F. Della Giovampaola, giornalista professionista-permacultrice-Bosco di Ogigia
-https://www.viversano.net/alimentazione/mangiaresano/amaranto-proprieta
-https://www.coltivazionebiologica.it/pianta-di-amaranto/ - wikipedia.org.