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Divulgare la nostra passione
di PIERFRANCOSPADA, foto INTERNET(AUTORIVARI)
Tra le tante definizioni del verbo divulgare, quella che preferisco è la seguente: “Rendere accessibile a un maggior numero di persone per mezzo di un’esposizione piana, non eccessivamente tecnica”. Essa, infatti, contiene tutti gli elementi che, secondo me, dovrebbero guidare il lavoro di un buon divulgatore e cioè: rendere accessibile ciò che si scrive al maggior numero di persone, tenendo conto che il livello di istruzione di chi legge può essere molto variabile e che persone anche molto colte, in determinate aree del sapere, sono, o possono essere, del tutto impre parate sul l’argomento che si vuole divulgare. Ne deriva, come conseguenza, che l’esposizione non deve essere solo chiara ma soprattutto piana, cioè fatta utilizzando un linguaggio non tecnico o, nel caso fosse necessario utilizzare termini tecnici, spiegarli esaurientemente in modo che la persona che abbiamo davanti non inciampi in qualcosa di incomprensibile, anche se stiamo parlando di ornicoltura. Dunque l’esposizione non deve essere eccessivamente tecnica, altrimenti diventa ostica, poco comprensibile e noiosa per i non addetti ai lavori, naturalmente senza arrivare al limite della banalità. Dare applica zione a questi punti può sembrare semplice, ma non lo è affatto. Divulgare la nostra passione ha l’o biettivo di farci conoscere e di spiegare a tutti i profani che ci potrebbero giudicare erroneamente come coloro che insensibilmente privano gli ani mali della loro libertà. Tutti noi amiamo i nostri animali, per ché sappiamo che sono una componente fondamentale degli eco si stemi. Più di diecimila specie di uccelli, distribuite
in ogni angolo della Terra, sono capaci di viaggi incredibili, rappresentati dalle migrazioni, che a volte comportano spostamenti di migliaia di chilometri. Ciascuna specie è unica per aspetto e comportamenti. Gli uccelli sono ottimi indicatori dello stato di salute dell’ambiente, sono in grado di segnalarci tem-
Fonte: www.pourfemme.it Piccola rondine, fonte: letteredalnord.wordpress.com
pestivamente i cambiamenti in atto e dunque di avvisarci quando l’ambiente soffre. Un patrimonio preziosissimo che do vrem mo sempre più conoscere e rispettare. I ritrovamenti archeologici e le pitture del passato ci dicono che l’uomo, già migliaia di anni fa, era affascinato da queste straordinarie creature. Gli uccelli sono tutt’ora presenti nella nostra vita di tutti i giorni, sono, nel mondo animale, uno dei nostri legami quotidiani con la natura. Anche per chi vive nel cuore di una rumorosa e caotica città, c’è sempre qualche specie di uccello che gli vive accanto e che costantemente gli ricorda che siamo ancora parte della natura, non importa quanti muri di cemento costruiamo. Come altri pochi animali, sono capaci di risvegliare il nostro senso di meraviglia. È difficile riuscire a rimanere impassibili al magnifico volo di una poiana o al romantico cin guet tio dei nostri canarini in primavera. Il verso dei barbagianni e degli assioli, nelle notti d’estate sarde, sa ancora toccare la nostra anima più profonda. Il volo di uno stormo di fenicotteri, spettacolo comune nella mia terra, la Sardegna, ci fa immaginare grandi viaggi e luoghi lontani. Osservare gli uccelli è come tendere l’orecchio alla straordinaria sinfonia della natura. Osservare il loro comportamento ci fa riflettere sulla nostra vita. Seguire il duro lavoro di un passero che costruisce il suo nido nella persiana rotta di una vecchia casa, sfuggendo alle grinfie di un gatto, senza stancarsi mai, ci insegna che la vita continua anche davanti alle difficoltà. Guardare una colorata ghiandaia che scaccia dalla mangiatoia le cince affamate, ci mette davanti ad un interrogativo: con chi mi schiero? Con la ghiandaia bella e forte o con le cince indifese? La passione per il nostro hobby ci insegna che la vita va affrontata anche per i suoi aspetti più duri e difficili, come gli uccelli sembrano fare ogni giorno. Osservarli in natura e all’interno dei nostri allevamenti, da vicino, ci farà presto sentire profondamente legati all’ambiente in cui viviamo. Amiamo i nostri canarini perché ci parlano del mondo in cui viviamo, perché ogni giorno ci ri cor dano come potrebbe essere la nostra vita, pacifica, serena, bella. Tutta questa passione dobbiamo regalarla a tutti coloro che ancora non ci conoscono e che soprattutto non conoscono il nostro hobby. Particolare at ten zione dovremmo rivolgere alle giovani generazioni. Fonda-
Nidiaceo di passero, fonte: www.ereticamente.net
Cassette nido per uccelli in giardino, fonte: www.naturdecor.it
Piccioni che bevono acqua da una fonte di un parco, fonte: it.Freepik.com mentale per il raggiungimento di questo obiettivo diventa quindi sollecitare le scuole a partecipare allo sviluppo di progetti e iniziative di vario genere in ambito ornitologico di carattere nazionale e locale, che noi appassionati dovremmo ri vol gere an nual mente agli Istituti sco lastici per stimolare l’interesse degli stu den ti a conoscere il nostro mondo. Necessario diventa inoltre ricercare collaborazioni con le pubbliche ammini stra zio ni, creare sinergie con le altre associazioni esistenti e operanti nel sociale. Tra le no stre missioni importanti, c’è soprattutto quella di far comprendere che allevare in am biente controllato specie ormai da secoli non più abituate alla vita libera in mezzo alla natura, ha la funzione di preservarli dall’andare incontro a morte certa; c’è da osservare anche che certe ope ra zio ni di ripopo lamen to di specie di uccelli in via di estin zione sono state possibili grazie unicamente alla passione di chi come noi è riuscito ad allevarli e a ripro durli. Tutto ciò considerato, divulgare la nostra passione ora più che in passato diventa una delle “missioni” più importanti della FOI. La divulgazione è la chiave per fronteggiare e risolvere definitivamente il problema dei pregiudizi nei confronti del nostro hobby, promuovendo la conoscenza, il rispetto e l’amore verso i nostri animali con i quali tante volte creiamo legami emotivi molto forti. L’ornicoltura ci aiuta a sviluppare in tutti noi, bambini, ragazzi, adulti, la sensibilità giusta. Ci aiuta a vivere meglio, a raggiungere una comprensione profonda e più autentica del nostro ruolo sulla Terra. ”Vivere l’ornicoltura, non solo osservarla”: è con questo concet to che dovremmo sviluppare i progetti e le iniziative con le scuole. Un’esperienza diversa da quella più tradizionale, che racconta dei nostri piccoli animali in modo descrittivo e talvolta un po’ distaccato. Divulgare la nostra pas sione deve invece far conoscere il nostro hobby soprattutto ai bambini, creare legami intensi e significativi tra loro e tra loro e i nostri animali. Sarebbe bene quindi sviluppare attività didat tiche e divulgative non per le scuole, ma con le scuole, perché solo lavorando insieme è possibile stimolare nei bambini e nei ragazzi un pensiero critico, far sì che possano diventare uomini capaci di comprendere e dare il giusto valore alle nuove conoscenze alle quali si avvicinano.