ANNO III / N째4, 2013
CULTURA
Autunno ad arte
CAMBIO VITA:
Quattro storie di successo
MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA:
70 di questi Festival
Anno I I I - Numero 4 Bimestrale – Agosto/Settembre 2013 Direttore responsabile Edoardo Cela. ecela@publibrands.it Caporedattore Ilaria Maggi. imaggi@publibrands.it Art Director Marco Ferrari. marco@thatsall.it Editorial Assistant Chiara Durante. redazione@publibrands.it Hanno collaborato Rossella Crippa, Mirta Oregna, Rosanna Patruno (Diners Club Italia), Carla Pellegrino (Diners Club Italia), Tommaso Piazza, Juliette Poggi (Grafica)
SOMMARIO Agosto/Settembre 2013 6 PERSONAGGIO Glamour, funzionalità e resitenza: il design secondo Claudio Luti 10 NEWSLINK 12 BUSINESS Mobilità, turismo, innovazione
Pubblicità
18 CULTURA 70 di questi Festival EMOTIONAL ADVERTISING SRL via Melzi d’Eril 29 - 20154 Milano - Italia tel. +39 0276318838 - fax +39 0233601695 info@emotionaladv.it www.emotionaladv.it
22 LIFESTYLE Cambio vita
Progetto grafico & Impaginazione
29 STYLE TOUR
www.thatsall.it
34 CUCINA D’AUTORE Cristina Bowerman
Edito da Publibrands Italia srl Via Milazzo 6, 20121 Milano Tel. +39 02 36636738 - Fax +39 02 4983358 redazione@publibrands.it dinersmagazine@publibrands.it www.publibrands.com
Rivista ufficiale di Diners Club Italia Via Moscova 3, 20121 Milano Tel +39 02 321621 - Fax +39 06 3212697 www.dinersclub.it
Stampa Musumeci S.p.A. Loc. Amerique 97 - 11020 Quart (AO) Diners Club è registrato presso il Tribunale di Milano Autorizzazione n° 457 del 14/09/2011
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38 WINE Alla scoperta della Repubblica Gastronomica di Panzano in Chianti 40 DESTINAZIONE Robinson Crusoe si è fermato qui TRAVEL SPECIAL 44 KURHAUS CADEMARIO Hotel & Spa 46 BAGNI DI PISA Palace & Spa
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SOMMARIO • Agosto/Settembre 2013
48 HEALTH Le sei fasi del processo di disintossicazione
71 LO SAPEVI CHE Tutto sotto controllo con Diners Safe
52 MEMO
72 VIPREMIA
56 SOCIAL
In copertina Willem de Kooning, Door to the River, 1960, Olio su tela, 203,5 x 178,1 cm Whitney Museum of American Art, New York; purchase, with funds from the Friends of the Whitney Museum of American Art 60.63 © 2013 The Willem de Kooning Foundation / Artists Rights Society (ARS), New York Foto di Sheldan C. Collins
DINERS TRAVEL 62 IGV CLUB BLUE BAY Kenya 63 HAKUNA MAJIWE SWAN CLUB Zanzibar 64 EXPLORARESORT GRAND BAHIA PRINCIPE TULUM 5* Mexico e tour dello Yucatan
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66 MAREVERO MARSA ALAM RESORT 4* Marsa Alam
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D•NEWS 60 PARTNERS Vola tra Irlanda e Gran Bretagna con Hotels.com 61 CONCORSO Vinci il viaggio dei sogni con Carta DIners 68 I NOSTRI LUOGHI 70 LO SAPEVI CHE Le spese con Carta Diners in un semplice click
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CULTURA • testo di Tommaso Piazza
70 di questi Festival
Festeggia un anniversario importante la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, quest’anno in programma dal 28 agosto al 7 settembre
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H
a raggiunto il traguardo delle 70 edizioni, la Mostra del Cinema di Venezia, festival tra i più accreditati, glamour quanto Cannes, indipendente quanto quello di Berlino, ma senz’altro dotato di una propria anima ben definita. Da un lato autori affermati, dall’altro i cortometraggi, fucina dei registi di domani; da un lato i film di genere, spesso difficilmente collocabili, dall’altro i documentari, che si assicurano sempre più interesse da parte del pubblico; ci sono i film restaurati e un progetto, che prende il nome di Future Reloaded: 70 registi di tutto il mondo – tra cui Kiarostami, Burshtein, Salles – sono stati invitati a realizzare un cortometraggio, in totale libertà creativa, un omaggio d’autore collettivo, che verrà proiettato per la prima volta al Lido. Quattro le sezioni: Concorso, Fuori Concorso, Orizzonti e Venezia Classici. Così spiega il Direttore, Alberto Barbera: “Nel compilare la playlist dei titoli proposti quest’anno, si è cercato di tener conto della crescente frammentazione e schizofrenia che sembra caratterizzare l’universo delle immagini in movimento, sempre più contrapposte per modalità produttive, incoerenza dei modelli spettacolari di riferimento, esplorazioni delle nuove potenzialità offerte dalle tecnologie digitali, aperte alla sperimentazione delle inedite piattaforme distributive e promozionali. Ma anche segnate dalle complicazioni economiche, dalla riduzione di risorse finanziare che un tempo sembravano pressoché illimitate, dalle inedite strategie di promozione e dalle difficoltà di ‘bucare’ l’opaca resistenza del mondo della comunicazione.” 19
PER NOSTALGICI
PER I MEDITATIVI
Che strano chiamarsi Federico. Scola racconta Fellini
The Zero Theorem di Terry Gilliam (Regno Unito-Usa, 2013 - 107’) con Christoph Waltz, Matt Damon, Mélanie Thierry, David Thewlis, Lucas Hedges, Ben Whishaw, Tilda Swinton
di Ettore Scola (Italia, 1993 – 93’) con Sergio Rubini, Antonella Attili, Vittorio Viviani, Sergio Pierattini, Tommaso Lanzotti
Christoph Waltz interpreta Qohen Leth, un programmatore per la corporazione ManCom che il regista definisce “in attesa di una telefonata che darà un senso alla sua vita”. Un film distopico, dove il protagonista controllato da una misteriosa figura nota solo come “Il Management”, lavora senza sosta per risolvere un problema matematico che potrebbe finalmente rivelare il senso della vita. Ma è continuamente interrotto da una donna tentatrice e da Bob, un bambino prodigio che lo sprona al lavoro.
Un’amicizia insolubile quella tra Ettore Scola e Federico Fellini, vissuta tra la redazione del Marc’Aurelio, il giornale satirico per cui i due lavorarono dalla fine degli anni ’40, la casa di Scola e il bar notturno dove chiacchieravano insieme allo sceneggiatore Maccari. A vent’anni dalla morte, il regista de La Dolce Vita rivivrà sul grande schermo un lungo periodo della sua storia, dal 1939 fino al suo quinto Oscar del 1993, ricostruito tra Cinecittà e repertori d’epoca.
MOSTRA IN PILLOLE Direttore: Alberto Barbera Presidente di Giuria: Bernardo Bertolucci Madrina: Eva Riccobono Presidente della Giuria della sezione Orizzonti: Paul Schrader Leone d’Oro alla carriera: William Friedkin 20
Venezia 70
20
Concorso
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Fuori Concorso
3470
Titoli Visionati
1534
lungometraggi
1936
cortometraggi
PER I FIDUCIOSI
PER SOGNATORI
L’Intrepido
Gravity
di Gianni Amelio (Italia, 2013 - 104’) con Antonio Albanese, Livia Rossi, Gabriele Rendina, Alfonso Santagata, Sandra Ceccarelli
Un “racconto dai toni leggeri”, come lo ha definito il regista stesso, che vede Antonio Albanese nei panni di Antonio Pane, disoccupato pronto a qualsiasi mestiere, che vive la crisi italiana dei giorni nostri ma con una speranza in fondo al cuore.
WIN
Oscar
Hayao Miyazaki Errol Morris Andrzej Wajda
di Alfonso Cuarón (Usa, 2013 – 90’) con Sandra Bullock, George Clooney
È durata oltre sei mesi la preparazione fisica di Sandra Bullock per interpretare il ruolo di un’astronauta: ore e ore in un cubo di 2m70 per 2m70 in grado di simulare l’assenza di gravità. Il nuovo lavoro del regista Cuaron è un dramma fantascientifico dove l’attrice, nel ruolo di un ingegnere biochimico, si appresta alla sua prima missione nello spazio, accompagnata da un George Clooney alla guida dello shuttle. Sullo spazio, dove, come ha affermato il regista, non ci sarà suono, la navicella viene distrutta dai detriti e i due si ritrovano isolati, con riserva di ossigeno limitata e nessun contatto con la Terra.
Leone d’Oro
Leone d’Oro alla Carriera
Leone d’Argento
Gianni Amelio Kim Ki-duk Tsai Ming-liang
Hayao Miyazaki Andrzej Wajda
Philippe Garrel Terry Gilliam Kim Ki-duk
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LIFESTYLE • testo di Mirta Oregna
Cambio vita Quattro inversioni di marcia, quattro storie di successo, quattro imprenditori, con un unico denominatore comune: la passione
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hi si è trovato a ereditare una professione di famiglia per la quale non si sentiva portato, chi aveva ormai raggiunto il massimo in quello che faceva e cercava nuove sfide, ma anche chi ci si è trovato costretto o per caso… Cambiare vita, nel senso di cambiare professione, diventando poi un imprenditore di successo, non è solo una questione di crisi economica, ma spesso la passione di una vita che si trasforma in fonte di guadagno. E allora tutto sembra più facile…
Gabriele Giovanelli MilanoVino www.milanovino.it
Che cosa faceva ieri? Sono diventato commercialista, per lunga tradizione familiare, ma in realtà non ho mai esercitato. Che cosa fa oggi? Ho creato una realtà che propone e vende vini ricercati per il consumo quotidiano, cioè vini da enoteca a prezzi da supermercato, e li consegno a casa in bicicletta. Perché ha deciso di cambiare?
Perché non era la mia professione: non sarei mai stato un buon commercialista. Che cosa è cambiato nella sua vita? Sono molto più libero, godo di flessibilità e del “poter fare”. Pensa, con il suo nuovo lavoro, di aver inventato “qualcosa” o riempito una “nicchia”? Sicuramente, con la consegna a domicilio del vino su due ruote. Qual è stata la difficoltà più grossa da superare? E la cosa che si è rivelata più semplice? Il salto nel buio iniziale: bisogna crederci fin dall’inizio. Mi ha stupito invece la credibilità che abbiamo acquistato subito da parte dei produttori, oggi entusiasti. Sarebbe pronto per un nuovo cambio? Ci ho preso gusto e adesso parto per gli Stati Uniti, dove lavorerò sempre sul vino… Che cosa le piacerebbe provare a fare? Avere tante attività in giro per il mondo e poi viaggiare tra l’una e l’altra.
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Chiara Johnson Different Houses www.differenthouses.it
Che cosa faceva ieri? La storica dell’arte e la giornalista d’arte e antiquariato per diverse testate italiane. Che cosa fa oggi? Sono socia, con Marco Sicari, di Different Houses, agenzia immobiliare che pratica home staging (sorta di make-up e scenografia di un appartamento) per facilitarne la vendita. Un servizio che è incluso nelle consuete provvigioni. Perché ha deciso di cambiare? Da un lato la mia incontenibile passione per le case (ho entrambi i genitori architetti), dall’altro l’immobilità del mercato immobiliare dovuta alla crisi mi ha fatto accendere una lucina nel cervello…
Che cosa è cambiato nella sua vita? Finalmente faccio un lavoro fisico, che richiede una certa manualità. Poi c’è il complesso aspetto economico di quando diventi imprenditore, che va seguito. Pensa, con il suo nuovo lavoro, di aver inventato “qualcosa” o riempito una “nicchia”?
Inventato no, è una pratica comune nel mondo anglosassone. Invece da noi il mercato immobiliare è fermo alle trattative di 10 anni fa: gli affitti camminano da soli, mentre per le vendite molte case hanno potenzialità inespresse che il proprietario non vede e il cliente non riesce a immaginare. Noi li aiutiamo. Qual è stata la difficoltà più grossa da superare? E la cosa che si è rivelata più semplice? L’ostacolo più alto è la burocrazia italiana… Quanto a facilità, l’avviamento del lavoro è stato più veloce del previsto: vendiamo in un mese e mezzo, rispetto agli otto preventivati! Sarebbe pronta per un nuovo cambio? Non ancora, siamo in pista da solo un anno, ci vuole tempo perché l’attività vada da sola. Che cosa le piacerebbe provare a fare? Vendere ai clienti non solo la casa, ma anche i mobili che utilizzo nell’home staging; spesso me lo chiedono.
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LIFESTYLE
Massimiliano Parri Tablecloth.it www.tablecloths.it
Che cosa faceva ieri? Per 25 anni ho fatto il tecnico ortodontico per bambini, brevettando anche un apparecchio. Che cosa fa oggi? Da 5 anni dirigo l’azienda che ho fondato, Tablecloth.it, partita da un portale di e-commerce e approdata lo scorso autunno al primo flagship store a Prato. Perché ha deciso di cambiare? È stato un gioco di passioni: vengo da una famiglia di stampatori tessili (mio padre ha lavorato con Cavalli), ho sempre avuto un certo senso estetico, la passione per il cibo e per la vela (pratico il windsurf). Nel mio campo ero arrivato in alto e cominciavo a provare “fastidio” per i dottori: io restavo sempre un tecnico.
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Che cosa è cambiato nella sua vita? Sono aumentati gli impegni e devo gestire più cose contemporaneamente. Pensa, con il suo nuovo lavoro, di aver inventato “qualcosa” o riempito una “nicchia”? Sicuramente ho occupato una nicchia, soprattutto con il riuso delle vele negli ultimi modelli di borsa disegnati, anche se non sono stato il primo. Qual è stata la difficoltà più grossa da superare? E la cosa che si è rivelata più semplice? Nessuna difficoltà, la passione fa superare tutto. Era qualcosa che poi avevo già dentro. Sarebbe pronto per un nuovo cambio? Certo!
Che cosa le piacerebbe provare a fare? Il creatore di idee, io penso e qualcuno poi realizza il prodotto e me lo consegna finito.
LIFESTYLE
Camillo Carmignani Parma & Co. www.parmaeco.it
Che cosa faceva ieri? Lavoravo nell’abbigliamento: ero direttore retail e mi occupavo dello sviluppo dei punti vendita. Che cosa fa oggi? Ho aperto a Milano, con mio padre, un’attività il cui format si ispira a una tipica salumeria parmigiana. Perché ha deciso di cambiare? Nell’abbigliamento ho iniziato a lavorare per caso, poi la passione per il cibo ha preso il sopravvento e io gli ho applicato la professionalità che avevo nell’altro campo. Che cosa è cambiato nella sua vita? Non uso più giacca e cravatta (anche se la mia era del tipo “largo”), ora indosso il grembiule!
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Pensa, con il suo nuovo lavoro, di aver inventato “qualcosa” o riempito una “nicchia”? Sì, anche se la bottega con ristorante non è un’idea nuova: qui è in chiave moderna e con un prodotto che deve essere di alta qualità. Qual è stata la difficoltà più grossa da superare? E la cosa che si è rivelata più semplice? La burocrazia e tutti i suoi controlli, già oggi è un bene se dopo l’investimento si va a pari… Non essendo del settore però non mi aspettavo un gradimento del pubblico così immediato. Sarebbe pronto per un nuovo cambio? Sì, anzi sono già in dirittura d’arrivo con l’estero: aprirò a Londra. Che cosa le piacerebbe provare a fare? Il pianista…perché già mi diletto al piano con la musica jazz.
CUCINA D’AUTORE • testo di Ilaria Maggi
Cristina Bowerman Determinazione, tanto studio, libertà da pregiudizi: cosi, dopo un cambio di carriera a trent’anni, due ristoranti, una stella Michelin, c’è ancora la voglia di apprendere, partendo sempre da una domanda: perché nessuno l’ha fatto prima di me?
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ristina Bowerman è una chef sui generis: ha studiato da avvocato, si è trasferita in America, ha fatto la disegnatrice grafica, ha sempre cucinato – “ma mai in maniera professionale”. Poi un bel giorno, “non mi sono chiesta se ero brava, a me interessava fare quello che mi piaceva, così mi sono laureata in arti culinarie, ho fatto la gavetta prima, dopo e durante e sono tornata in Italia con l’idea di completare l’esperienza”. Da qui tutto ha avuto inizio: dapprima Glass Hostaria, a Roma, poi la stella Michelin, oggi un nuovo ristorante, sempre nella capitale, Romeo, aperto da pochi mesi, in società con i fratelli Roscioli, di cui spiega: “volevamo uno sbocco creativo diverso, Glass rappresenta una certezza nell’ambito romano e non solo, volevamo una cosa più casual, di più facile approccio, con una tipologia di cucina differente”. Scelta che viene quasi da sé quando a parlare è una persona che “sente la necessità di autostimolarsi”, che ama le sfide e che “nella sua testa non si è ancora fermata”. Una chiacchierata prima di vederla al Taste of Roma, seconda edizione in programma dal 26 al 29 settembre. Da dove trae ispirazione? Da qualunque cosa, per esempio le vacanze sono state una ricca fonte: ho mangiato la balena, la renna, mi sono imbattuta in frutti di bosco che non avevo mai provato. Lo stimolo può essere anche lo studio, una tecnica, non necessariamente un ingrediente; partecipare a un convegno, fare uno stage, anche se per un breve periodo, perché non amo allontanarmi per troppo tempo dal ristorante. Molte persone
pensano che lo chef debba stare sempre in cucina. Lo trovo assurdo. L’eccesso non è mai positivo. È giusto essere presenti, ma con alcune eccezioni che permettano di approcciarsi a nuove esperienze. Devo aumentare le mie conoscenze per poi trasmetterle a chi lavora con me, necessariamente devo studiare più di loro. I convegni di cui parla cosa le “insegnano”? Cerco di partecipare almeno a un convegno importante l’anno, dove lo chef ha qualcosa da dirmi. Come una studentessa con il suo quadernino, ascolto e intanto ne approfitto per andare ai supermercati, ai ristoranti, conoscere e apprendere. Possibilmente fuori Roma, perché ogni tanto ho bisogno di una boccata di ossigeno fuori dall’Italia. Quest’anno ritorno per la seconda volta al convegno organizzato dal Noma, che mi ha portato tanto in termini di conoscenze.
La creatività si può apprendere? Prima di dipingere Guernica Picasso avrà realizzato mille quadri; in cucina, quando si sperimenta, il colpo di genio che differenzia uno chef da tutti gli altri è un accoppiamento particolare, una tecnica specifica. Non c’è improvvisazione, non mi alzo al mattino pensando “vediamo come stanno questi due ingredienti insieme”, c’è prima uno studio, poi la pratica. Magari dopo aver provato, scopri che quello che ne viene fuori è terribile! Lo butti e non ci pensi più. È vero che i sapori e i gusti si assemblano già nella mente? Sì, per molti di noi è vero. A volte mangio qualcosa e penso: “mi piacerebbe mangiarla con…”, molte volte nella mia testa ho gli ingredienti, ho il piatto e spesso capita che funzioni. Quando ho queste intuizioni faccio una ricerca al contrario, cioè vado a scoprire se quell’accoppiamento è davvero mio,
se non nasce da qualcosa che ho letto o visto. Non ho la pretesa di essere l’unica al mondo a pensare a determinate cose; il mio compagno mi dice sempre: “quando hai una di queste idee brillanti, quello che ti devi domandare non è come mai nessuno ci ha pensato, ma come mai nessuno l’ha fatto”, perché sicuramente ci hanno pensato, ma se nessuno l’ha fatto una ragione c’è! Ci vuole tanta determinazione? Certo; nella vita ho sempre fatto più o meno quello che volevo, non mi sono mai lasciata condizionare da stereotipi o pregiudizi: ho cambiato carriera a 30 anni, le mie scelte le ho fatte in maniera libera e indipendente. Oggi mi ritrovo con due ristoranti, un compagno… Una stella Michelin… Sì, una stella, che non mi aspettavo. Sono contentissima, non potrei chiedere altro. Ma nella mia testa non mi sono ancora fermata, voglio andare avanti. Ad esempio Romeo significa confrontarsi con una realtà diversa: ci sono un centinaio di coperti, il che significa fare un menu che segua i valori in cui credo – la freschezza, la preparazione, la particolarità dei cibi – ma applicati a questo ristorante. È una forma di sfida con se stessi. La cucina è ancora un ambiente molto maschile, perché? Perché sono arrivati prima. Una cosa che combatto è la mentalità della gente che ci sta intorno, le faccio un esempio banale: chi hanno scelto per fare Masterchef o Hell’s Kitchen? Tutti uomini, perché l’uomo in generale trasmette autorevolezza, forse perché il nostro stile manageriale è leggermente diverso.
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Cosa ne pensa dell’invasione di programmi televisivi sulla cucina? Ho un approccio diverso rispetto a tanti colleghi che odiano questo tipo di trasmissioni; secondo me sono fantastiche, non posso che ringraziarle perché l’alta cucina – di cui io penso di essere rappresentante (anche se Glass non è il prototipo della cucina stellata, abbiamo un po’ rivoluzionato l’estetica e il contenuto) – è entrata nelle case, ha permesso di allargare il campo d’azione. L’unica categoria di chef che non sopporto sono quelli che non hanno mai avuto un ristorante o lavorato in un ristorante, mi domando di cosa parlano. Chef significa cuoco di brigata, ma la brigata dov’è? Questo dà una falsa immagine di quello che è un cuoco. Bisogna essere più realistici. Glass Hostaria Vicolo del Cinque, 58 00153 Roma Tel. 06 58335903 www.glass-restaurant.it Romeo Via Silla 26/a 00192 Roma Tel. 06 32110120 www.romeo.roma.it
RICETTA D’AUTORE Linguine Pastificio dei Campi cotte in acqua di peperone arrostito, colatura produzione nostra, alici di Cetara e coriandolo fresco Ingredienti: 340 gr Linguine 8 peperoni rossi 5 cucchiai di olio 2 cucchiai olio all’aglio 1 cucchiaio pane di lariano esiccato, fritto e sbriciolato un mazzetto coriandolo fresco 20 alici di Cetara sott’olio Colatura di alici produzione Glass Procedimento: Cospargete di olio 7 peperoni rossi e metteteli a cuocere in forno a 170 gradi circa. Metteteli a scolare e raccogliete il loro succo. Usate 6 peperoni per qualcos’altro e uno frullatelo (dopo averlo spelato ed eliminato i semi. Tutti!) con un po di olio e sale e passatelo al setaccio. Prendete l’ultimo peperone e dopo averlo arrostito su fuoco vivo, mettetelo ad esiccare in forno fino a quando completamente disidratato ( circa 60 gradi per 7/8 ore). Frullatelo riducendolo in polvere. Presentazione: Cuocete le linguine per 4 minuti in acqua salata. In una padella fate rosolare uno spicchio d’aglio in 4 cucchiai di olio, aggiungete l’acqua dei peperoni e fatela ridurre di un terzo. Aggiungete la pasta e finitela di cuocere in padella (4 minuti circa) aggiungendo altro liquido se necessario. Aggiungete le alici e il coriandolo. In un piatto disponete il coulis di peperoni, la polvere di peperoni e la pasta.
In apertura un ritratto di Cristina Bowerman e il ristorante Romeo, aperto pochi mesi fa a Roma. A sinistra una delle sale del ristorante Glass Hostaria con cui la chef ha ottenuto la stella Michelin.
• a cura di Chiara Durante
Social A tutto cinema
Moët Ice Impérial ha festeggiato con un White Party il Fullmoon Ponza Festival, rassegna di cinema svoltasi dal 7 al 9 luglio. La piscina del Grand Hotel Santa Domitilla ha ospitato una serata dall’atmosfera glamour, alla quale hanno partecipato Claudia Gerini (1, in foto), fondatrice del festival, Carolina Crescentini, Donatella Finocchiaro e molti altri. Alla 57esima edizione dei David di Donatello, con La migliore offerta di Tornatore come film vincitore, sono arrivati tanti personaggi del cinema italiano, tra cui Alessandro Gassman, Stefano Accorsi (2, in foto, in Gucci) e Margherita Buy. Per l’Ischia Global Film & Music Fest, lo scorso luglio, sono sbarcati sull’isola verde del Golfo di Napoli tanti volti celebri come Laura Torrisi (3, in foto, in Blumarine), Madalina Ghenea, Nicolas Cage e Vanessa Hudgens. Parata di stelle anche al Taormina Film Fest, con ospiti del calibro di Russell Crowe, Meg Ryan e Giuseppe Tornatore. La vincitrice del premio Personaggio dell’anno Persol è stata Maria Sole Tognazzi (4, in foto) con Viaggio Sola, ma hanno partecipato alla premiazione, tra gli altri, Francesca Neri e Kim Rossi Stuart.
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Fashion Show L’evento One Night Only Roma ha inaugurato, il 5 giugno, la boutique Giorgio Armani in via Condotti; alla festa esclusiva, tanti voli noti come Ornella Muti, Carolina Crescentini e Francesca Neri (1, in foto da sinistra). Molti hanno scelto di indossare abiti firmati dallo stilista. A fine giugno, il mondo fashion si è riunito a Milano Moda Uomo. Per l’occasione Roberto Cavalli ha organizzato un party con ospiti come Elisabetta Canalis (2, in foto con lo stilista) e Franca Sozzani. Non da meno l’evento di Carlo Mengucci e Grey Goose Vodka, al quale sono arrivati, tra gli altri, Alessandro Dell’Acqua, la blogger Chiara Ferragni e Benedetta Mazzini. Un carnè di vip ha partecipato anche all’opening party della boutique Gucci in zona Brera. Guest star della serata: Frida Giannini e Lapo Elkann (3,insieme in foto).
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Star in rosso Il 18 giugno, la tappa finale di Cash & Rocket on Tour, l’evento charity che mette al volante 70 donne famose tutte vestite di rosso, è stata celebrata con un’asta battuta da Milly Carlucci (1, in foto). Hanno partecipato tanti volti noti del mondo della musica e dello spettacolo, accolti nel giardino dell’Hotel De Russie a Roma. Tra i presenti: Alessandra Mastronardi (2, in foto con il compagno Liam McMahon), Pierpaolo Piccioli, Teresa e Margherita Missoni.
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D•NEWS I nostri luoghi
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