Spring Issue n.1 (Italiano)

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SPRING ISSUE 2017

NO. 1

DISCOVER

NAPLES TRAVEL AND FOOD MAGAZINE

IL CAPELLO DE DIOS

LO STREET FOOD A NAPOLI

IL RIONE SANITÀ

La reliquia profana contenente un capello di Diego Armando Maradona e custodita nel Bar Nilo

Tutto quello che può entrare in un panino: A' marenn è cosa seria

Alla scoperta della Sanità per i cinquant'anni dalla morte di Antonio De Curtis

PHOTOGRAPHED BY LISA SICIGNANO


"Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell'universo." MARIE-HENRI BEYLE (STENDHAL)

#DISCOVERNAPLESMAGAZINE


SOMMARIO 23

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ALLA SCOPERTA

L'INTERVISTA Il capello de Dios custodito nel Bar Nilo di Napoli di Chiara Andrea Grillo

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Pozzuoli: "Il Rione Terra" di Chiara Andrea Grillo

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IL QUARTIERE

STREET FOOD

Il Rione Sanità di Ciro Cuozzo

Tutto quello che può entrare in un panino: perché la "Marenna" è una cosa seria. di DiscoverNaplesmagazine

IMMAGINE DI COPERTINA: VIA SANTA MARIA ANTESECULA NEL RIONE SANITÀ, PALAZZO DI TOTÒ; IMMAGINE SOMMARIO: RIONE TERRA. | FOTO DI LISA SICIGNANO


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La cucina Napoletana Casatiello o Pastiera? Storia, ricette e curiosità.

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Eventi da non perdere...

41 Come e quando muoversi a Napoli: i consigli di chi vive e si sposta in città.

42 Lezioni di Napoletano Do you speak Neapolitan?

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Il magazine Il Progetto di Discover Naples. L'amore per Napoli e per le cose fatte bene racchiuse in un unico sogno: il Team del magazine si racconta.

IN ORDINE DALL'ALTO VERSO IL BASSO: FOTO DI PIETRO SCOLORATO E LISA SICIGNANO.


I CONSIGLI DI DISCOVER NAPLES #1

Napoli è una grande città, imprevedibile teatro quotidiano. Pianificare il viaggio significa esser sicuri di vedere quanto d'immenso offre la città.

Non sempre però è tutto come avevate pensato, ed è proprio questo il bello: scoprire quanto ha di più affascinante "l'imprevedibile" ti rende vivo, tra le innumerevoli difficoltà ti fa tir fuori un'energia tale da pensare di poter affrontare tutto, con il sorriso e la leggerezza di chi non ha più nulla da perdere. Scoprire Napoli significa sentirsi un pò "Napoletani."


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IL BAR NILO VIA SAN BIAGIO DEI LIBRAI E' META DI MOLTI TURISTI TALVOLTA INCONSAPEVOLI: ENTRANO NEL BAR PER UN CAFFE' E SCOPRONO UN TESORO NASCOSTO.


IL CAPELLO DE DIOS La reliquia profana contenente un capello di Diego Armando Maradona custodita nel Bar Nilo DI CHIARA ANDREA GRILLO

FOTO DI PIETRO SCOLORATOÂ


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L'INTERVISTA

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Nel centro storico di Napoli, in via San Biagio dei

Non nascondo però che non lo persi di vista nemmeno

Librai, a pochi passi dai principali luoghi di

per un secondo.Al termine del viaggio, per

interesse storico – culturale della città, è situato

raggiungere l’uscita dell’aereo, passai

un piccolo bar, il Bar Nilo, all’interno del quale è

obbligatoriamente dinnanzi al sedile occupato da lui.

stata creata una vera e propria edicola votiva

I miei occhi subito si posarono sul poggiatesta, sul

che custodisce un capello originale di Diego

quale erano rimasti attaccati alcuni capelli riccioluti e

Armando Maradona, icona del calcio mondiale,

di colore nero. Dovevano per forza essere i suoi!Così,

nonché figura sacra e intoccabile per il popolo

senza pensarci, li presi e li raccolsi nel cellophane di

partenopeo.

plastica delle sigarette, una custodia provvisoria del

Napoli, la capitale del Sud dalle mille idee, dai

mio piccolo tesoro. E’ stato un gesto goliardico, fatto

“mille culure”. Un’ulteriore testimonianza che dà

d’impulso, per vantarmi con amici e parenti. Di certo

prova della straordinaria fantasia e creatività

non avevo la benché minima idea di quel che potesse

dei suoi abitanti.

diventare in seguito.”

L’ideatore del famoso altarino è il signor Bruno

E poi, cosa è successo? Come è scattata l’idea di

Alcidi, titolare del Bar, che, con il sorriso e senza

esporli pubblicamente nel bar?

mai interrompere il suo frenetico lavoro alla

“Quella notte, quando tornai a casa, ancora pieno

cassa, s’è prestato a rispondere alle nostre

d’euforia, decisi che il mio trofeo non doveva essere

curiosità in merito al suo geniale e insolito

un semplice vanto tra i miei conoscenti, ma qualcosa

“culto”.

di più. Feci costruire con il cartongesso una cappella

votiva, di quelle tanto utilizzate a Napoli per venerare

Procediamo con ordine: come nasce questa

le immagini sacre. Volevo fare una sorta di contrasto

storia?

sacro – profano, anche se Maradona, a Napoli, è

“Era l’11 febbraio del 1990, andai allo Stadio San Siro

considerato un vero e proprio santo ufficioso, al pari di

di Milano per assistere all’incontro di Serie A Milan –

quelli ufficiali!Inizialmente lo esposi, all’esterno, solo

Napoli, una partita che ci lasciò con l’amaro in bocca

durante il periodo del Maggio dei Monumenti. Poi, sia

poiché terminò con un 3 a 0 per la squadra rossonera.

perché i bambini con il loro fare euforico lo fecero

La sera di quella giornata, di ritorno a Napoli, per una

cadere, sia perché mi resi conto che divenne una vera

fortunata coincidenza, mi ritrovai sullo stesso aereo di

e propria attrazione turistica, pensai di esibirlo

Maradona. Non potevo crederci, el pibe de oro, il

all’interno del bar accanto ad altri cimeli del calcio e

fuoriclasse argentino seduto, con il resto della

della tradizione napoletana che custodisco

squadra, a poche file di distanza da me!L’umore di

gelosamente.”

Maradona, dei giocatori e degli altri tifosi presenti

Dopo quest’avvincente racconto, la domanda

anche se non manifesto era facilmente percepibile.

nasce spontanea: ha mai provato a contattare

Avrei voluto avvicinarmi al mio mito, magari scattare

Maradona?

una foto insieme, ma un po’ per l’imbarazzo di

“No, in realtà non ho mai provato a contattarlo, però

trovarmi accanto ad un colosso del calcio, un po’ per il

lui ne è a conoscenza perché sua figlia è venuta a

senso condiviso di delusione, non lo feci.


L'INTERVISTA

trovarci ed ha immortalato l’altarino sacro in una

Tutti i gadget che ha esposto nel bar sono stati

fotografia con la promessa di mostrarlo al

raccolti da lei o i suoi clienti hanno contribuito ad

padre.”trovarci ed ha immortalato l’altarino sacro in

incrementare la collezione?

una fotografia con la promessa di mostrarlo al

“In parte da me e in parte da qualche turista

padre.”

argentino che conoscendo la particolarità del luogo,

Se ne avesse l’occasione, cosa vorrebbe dirgli?

nonché la mia passione, affettuosamente m’ha

“Sicuramente gli direi grazie. E’ lui che m’ha dato la

portato qualche oggetto raffigurante Maradona,

possibilità di farmi conoscere in tutto il mondo.”

come ad esempio, dei piccoli “pupazzetti” che lo

E’ soddisfatto di aver raccolto un suo capello o le

raffigurano.”

sarebbe piaciuto trovare qualcos’altro?

A quale oggetto si sente più legato?

“Non c’è altro che avrei voluto trovare. Sono molto

“Non nascondo che con il capello ho un legame

felice di possedere un suo capello perché è stata

speciale, ma sono sentimentalmente legato anche alle

una cosa accaduta per caso, per gioco. Cercare un

stampe affisse al muro. Queste piacevano molto a mio

oggetto con l’intento di dover trovare per forza

fratello. In realtà è stato lui l’artefice, nonché

qualcosa sarebbe stata una forzatura. Invece così è

iniziatore di questa tradizione e napoletanità che

accaduto in modo naturale. Una casualità diventata oggetto di culto, un punto di riferimento per i cittadini e i turisti.

L'interno del locale con il famoso "altarino" dov'è custodito il capello De Dios. Ormai è diventato un culto ed un rito prendere il caffè nel Bar.

amiamo valorizzare nel bar.”



15 FEBBRAIO 2017, TIFOSI ESULTANO FUORI AL BAR SAN LORENZO VICINO PIAZZA SAN GAETANO.


I CONSIGLI DI DISCOVER NAPLES #2

Passeggiare per i vicoli è un'esperienza sensoriale: la confusione, il vociare, i "panari", i panni stesi al sole, i bambini che giocano a pallone, " l'odore" di cibo che pervade le strade ... Napoli è "eterna", creativa e piena di vita, ma anche problematica. Napoli si rinnova, ma non cambia mai. Qui nascono e muoiono idee, ed è proprio questo che vi sorprenderà: l'inspiegabile "incoerenza". Vi lascerà con una sensazione incompleta, e come una donna, vi legherà per sempre a lei in una relazione senza fine.


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L'INTERVISTA

Il proprietario del Bar Nilo il sig. Bruno Alcidi: accoglie ed intrattiene clienti ed amici come solo i napoletani sanno fare.

Ci sono altri affascinanti racconti che può

“Come gli altri, anche quest’oggetto è frutto d’un

narrarci?

ironia totalmente made in Napoli. L’ampollina non è

“Di racconti come quello del capello no, però posso

altro che un rimando profano alla tradizione religiosa

dire che nessun oggetto è messo a caso, è tutto

della liquefazione del sangue di San Gennaro, da

studiato con minuzia nel rispetto di quelli che sono i

secoli custodito in un’ampolla.In questa noi abbiamo,

valori che vogliamo diffondere. Una dimostrazione è il

spiritosamente e simbolicamente, conservato le

calendario della Padania che, scherzosamente, ho

“lacrime” versate dai napoletani quando Maradona,

appeso alla parete. Nulla di serio, è solo un simpatico

nel 1991, ha lasciato la città.”

modo per strappare un sorriso ai nostri clienti mentre

Di quale personaggio, del presente o del passato,

sorseggiano un buon caffè.”

le piacerebbe conservare un ricordo?

Lei ha così tanti oggetti da ammirare che il tempo

In ambito calcistico Maradona è ed è stato unico. Non

di un caffè risulta fin troppo breve per osservarli

potrei sostituirlo con nessun altro. Però ‘na tazzulella

tutti. Tra questi però spicca un’ampollina con

‘e cafè senza Pino Daniele in sottofondo che sapore

“autentiche lacrime dei napoletani”. Può rivelarci

può avere? Ecco perché nel bar ho attaccato diverse

di più?

fotografie che lo immortalano.”


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CASATIELLO.... ..O PASTIERA? di Discover Naples | foto LISA SICIGNANO

IN QUESTA PAGINA: CLOSEUP DEL CASATIELLO; NELLA PAGINA ACCANTO: FARCITURA.


Il Casatiello ha origini antichissime, addirittura se ne trova una testimonianza nell'opera “La gatta Cenerentola” di Gianbattista Basile del 1634. Lo scrittore racconta il momento dei festeggiamenti dati dal Re per ritrovare quella fanciulla che aveva perso la scarpetta e che gli aveva rubato il cuore.

“E' venuto lo juorno destenato oh bene mio: che mazzecatorio e che bazzara che se facette! Da dove vennero tante pastiere e casatielle? Dove li sottestate e le porpette? Dove li maccarune e graviuole? Tanto che nce poteva magnare n'asserceto formato”.

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Il termine “Casatiello” deriva infatti, da “caso” che, nella lingua napoletana, vuol dire formaggio e rievoca quindi la cospicua quantità che se ne trova al suo interno. Ma il tortano (in cui le uova sode, tagliate a spicchi, si trovano solo nell’impasto) è in realtà più antico del casatiello. Che ne rappresenta un’evoluzione. Un bel giorno dev’essere accaduto che uno di quei fornai che preparavano i tortani, per renderli più appetitosi, abbia provato a incastrarvi dentro delle uova crude, e intere. Una volta tolto dal forno questa specie di supertortano (forse una volta sola non bastò, e ci vollero più tentativi), si accorse che le uova, al di sotto del guscio, erano diventate sode. E avevano preso un particolarissimo sapore, a causa dell’impasto in cui si trovavano immerse: era nato così il casatiello. Al di sopra di ciascun uovo inserito nella ciambella venivano infatti sistemate due striscioline di pasta perpendicolari tra loro e sono la rappresentazione della Croce. Ed ecco gli ingredienti per la preparazione del Casatiello: • 600 g di farina 00 • 300 ml di acqua (tiepida) • 150 g di strutto • 25 g di lievito di birra (fresco) • 10 g di sale • pepe q.b. (nero) • 1 cucchiaino di malto d'orzo • 150 g di salame napoletano • 150 g di prosciutto cotto • 100 g di pancetta • 150 g di emmental • 150 g di groviera • 150 g di provolone • 50 g di parmigiano grattugiato • 50 g di pecorino grattugiato • strutto q.b. (per spennellare) • 4 uova intere crude (per decorare) Attrezzi: stampo a ciambella diam. 26 cm


• Iniziate a preparare la pasta, che avrà bisogno di lievitare un paio d'ore: prendete una ciotola e versate la farina, il sale, il malto d'orzo (a piacere) e il lievito un po' alla volta, che avrete precedentemente sciolto in un po' di acqua tiepida e iniziate ad impastare • Aggiungete l'acqua restante e fatela assorbire dalla farina, inserite lo strutto e procedete ad impastare il tutto • Appena l'impasto sarà abbastanza compatto, trasferitelo su un piano lavoro leggermente infarinato e continuate a lavorarlo con energia, per almeno altri 10 minuti • Sbattete, tirate e allungate l'impasto affinché risulti perfetto • Fate una palla con l'impasto e mettetelo in una ciotola, coprite con pellicola trasparente e lasciatelo riposare in forno chiuso con luce accesa per consentire una corretta lievitazione • Passate le due ore di lievitazione, prendete l'impasto e stendetelo su una spianatoia aiutandovi con il mattarello, dopo avergli dato una forma rettangolare, conservate un po' d'impasto che servirà per la decorazione sulle uova

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• Distribuite sulla sfoglia tutti i salumi e i formaggi che avrete precedentemente tagliato a cubetti e spolverate con i formaggi grattugiati • Arrotolate l'impasto e formate un salsicciotto, sistematelo in uno stampo a ciambella unto • Ungete la superficie con lo strutto e mettete a lievitare per mezz'ora di nuovo in forno • Trascorso il tempo, prendete il casatiello, sistemate le uova crude sulla superficie e bloccatele con le striscioline di pasta • Rimettete di nuovo a lievitare il casatiello per mezz'ora • Cuocete in forno preriscaldato a 170° per 60 minuti, portando la temperatura a 180° per gli ultimi 10 minuti • Una volta cotto, fatelo raffreddare completamente prima di sformarlo e gustarlo.


Narra la leggenda che la sirena Partenope,

Esiste anche una leggenda più "reale" che narra

simbolo della città di Napoli, dimorasse nel Golfo

che dei pescatori, a causa dell'improvviso

disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, e che da qui

maltempo, rimasero in balia delle onde per un

ogni primavera emergesse per salutare le genti

giorno ed una notte. Una volta riusciti a rientrare

felici che lo popolavano, allietandole con canti di

a terra, a chi domandasse loro come avevano

gioia. Una volta la sua voce fu così melodiosa e

potuto resistere in mare così tanto tempo,

soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati

risposero che avevano potuto mangiare la Pasta

e rapiti, accorsero verso il mare commossi dalla

di Ieri, fatta con ricotta, uova, grano ed aromi.

dolcezza del canto e delle parole d'amore che la

Per questo motivo la Pastiera iniziò ad essere

sirena aveva loro dedicato e, per ringraziarla,

simbolo di rinascita, oltre che per gli ingredienti,

sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono

perché aveva dato una seconda vita a questi

incaricate di consegnarle i doni della natura: la

quattro pescatori.

farina, la ricotta, le uova, il grano tenero, l'acqua

La pastiera è una torta di pasta frolla farcita con

di fiori d'arancio, le spezie e lo zucchero. La

un impasto a base di ricotta, frutta candita,

sirena depose le offerte preziose ai piedi degli

zucchero, uova e grano bollito nel latte. La pasta

dei, questi riunirono e mescolarono con arti

è croccante mentre il ripieno è morbido. Il colore

divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella

è giallo oro molto intenso. Il profumo e il sapore

prima Pastiera, che superava in dolcezza il canto

cambiano a seconda delle spezie e degli aromi

della stessa sirena.La ricetta attuale fu

utilizzati durante la preparazione. Nella ricetta

perfezionata proprio nei conventi e divennero

classica gli aromi utilizzati sono cannella, canditi,

celebri quelle delle suore del convento di San

scorze d'arancia, vaniglia e acqua di fiori

Gregorio Armeno.

d'arancio.


Si racconta che Maria Teresa d'Asburgo-Teschen, seconda moglie di re Ferdinando II di Borbone, soprannominata la Regina che non sorride mai, cedendo alle insistenze del marito buontempone, accondiscese ad assaggiare una fetta di pastiera e non potĂŠ far a meno di sorridere, e da qui nasce il termine "magnatell'na risataâ€? (tipico detto partenopeo che sollecita le genti alla ilaritĂ ).


La ricetta Ingredienti per l’impasto • 250 g di grano duro • 1/2 litro di latte • scorza di 1/2 limone • cannella • cucchiaio di zucchero • 150 g si strutto • 150 g di zucchero • un uovo intero • 2 tuorli Ingredienti per il ripieno • 500 gr di Ricotta di Bufala Campana DOP • scorza di 1/2 limone • acqua di fiori d’arancio • canditi

7- La pasta va ora divisa in due parti, una delle quali va stesa con il mattarello (matterello) e posta sulla tortiera precedentemente unta con lo strutto avanzato. 8- A questo punto il ripieno deve essere versato sopra la pasta e livellato adeguatamente magari con l’aiuto di un coltello. 9- Il resto della pasta serve per fare delle strisce larghe circa 1 cm che vanno poste ad incrocio sul ripieno. 10- La cottura in forno è di 180°C per circa 1 ora e trenta minuti. Prima di servire è opportuno cospargere il dolce con dello zucchero a velo.

• 6 tuorli d’uovo • 4 albumi montati a neve • il grano precedentemente cotto • zucchero a velo Preparazione 1- Dopo aver lasciato 250 gr di grano duro in ammollo per due giorni bisogna scolarlo e cuocerlo per 15 minuti con dell’acqua. 2- Dopo una seconda scolatura il grano va posto in un recipiente con ½ litro di latte, la scorza di ½ limone, della cannella e un cucchiaio di zucchero. 3- La cottura, a fuoco lento, deve dunque durare fino all’assorbimento del latte (circa due ore). 4- Durante questo tempo si può iniziare a preparare la pasta frolla impastando 150 g di strutto, 150 g di zucchero, un uovo intero e 2 tuorli e facendola poi riposare per circa trenta minuti. 5- Per il ripieno bisogna anzitutto setacciare 500 gr di Ricotta di Bufala Campana DOP per unirla in una ciotola con il resto dello zucchero, la scorza di ½ limone, l’acqua di fiori d’arancio e i canditi fatti a piccoli pezzi. 6- Impastare poi con 6 tuorli di uova, aggiunti uno alla volta, il grano precedentemente cotto e 4 albumi montati a neve.

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STREET FOOD TUTTO QUELLO CHE PUÒ ENTRARE IN UN PANINO: PERCHÈ LA

"MARENNA" È

UNA COSA SERIA.

DI DISCOVER NAPLES | FOTO DI LISA SICIGNANO


Tradizione vuole che, un pò per fretta un pò per sfizio, il panino imbottito (chiamato in napoletano la "Marenna" per sottolineare l'importante grandezza) è, dopo la Pizza, molto apprezzato dai Napoletani. Oggi solitamente viene preparato dai salumieri per il pranzo dei manovali (nello specifico per quelli che svolgono un'attività lavorativa molto faticosa) o per soddisfare l'appetito di chi preferisce mangiare la "sostanza" dando poco importanza "all'apparenza". Perché sì, fino a poco tempo fa veniva considerato un cibo poco elegante. Palatoni (ossia pezzi interi di pane tagliati a metà per il lungo), sfilatini (pane tipo baguette ma più spesso) o semplici panini (ma pur sempre grandi abbastanza da contenere tutto il contenibile) il pane di ogni forma e sostanza viene farcito con verdure fritte e condite, con i salumi, con la provola o la mozzarella, con la carne, con le polpette al ragù o con quelle fritte, con la parmigiana di melanzane, con il soffritto... proprio quest'ultimo veniva preparato nell'antichità fuori ai "vasci" (i bassi) dalle casalinghe, venditrici di "zuffritto", per contribuire alle entrate economiche della famiglia: le persone che si accingevano ad andare a lavoro arrivavano dalle donne con il "palatone"per imbottirlo con il soffritto per mangiarlo durante la pausa dal lavoro.

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Le zucchine alla scapece sono un piatto tipico della tradizione campana. Il termine scapece, di origine spagnola (escabeche) sta a indicare una preparazione basata sulla frittura dell’ingrediente in questione (di solito pesce o verdura) e la successiva aromatizzazione nell’aceto. Solitamente i napoletani le mangiano come contorno o guarniscono i panini, soprattutto nel periodo estivo.


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IL RIONE TERRA


ALLA SCOPERTA DEL SITO ARCHEOLOGICO PUTEOLANO D’ETÀ ROMANA DI ANDREA CHIARA GRILLO FOTO DI LISA SICIGNANO

A Pozzuoli, nell’omonimo e antichissimo porto, si nasconde un territorio di incantevole bellezza, depositario d’una storia millenaria e risalente ai tempi dell’epoca romana. Se sei alla ricerca d’avventura o sei un appassionato dei luoghi del passato, non puoi fare a meno di vistare l’area archeologica del Rione Terra, considerato il cuore pulsante della storica città metropolitana. Situato su un promontorio che affaccia sul Golfo di Napoli, il borgo circondato su tre lati dal mare, fu denominato Terra, che nel Medioevo stava ad indicare il centro abitato delimitato da una cinta muraria. La sua posizione sopraelevata, quindi strategica, era in grado difenderlo e di tenere sotto controllo l’arrivo dei nemici che potevano giungere sia dalla terra che via mare. Popolato fin dal II secolo a.C., il Rione Terra costituisce il primo nucleo abitativo di Pozzuoli e il principale porto di Roma, prima della costruzione di quello di Ostia. Come narra la storia, il quartiere di Pozzuoli, fu scenario drammatico di una serie d’eventi naturali che determinarono, nel 1970, l’abbandono dell’area da parte dei suoi abitanti sia per ripetuti fenomeni bradisismici che per le pessime condizioni igieniche in cui il luogo versava. A peggiorare la situazione fu il terremoto dell’Irpinia del 1980. Segnato da una fase di recessione economica, il territorio fu per lungo tempo oggetto di lavori di ripristino, di riqualificazione e valorizzazione della sua antica superficie ampia quattromila metri quadrati e del suo sottosuolo, oggi divenuto percorso archeologico sotterraneo.


I CONSIGLI DI DISCOVER NAPLES #3

Il cibo a Napoli viene venerato come se fosse un "Santo": pizza, ragù, sfogliatelle (riccia e frolla), babà, casatiello, pastiera, genovese, "marenne" di tutti i tipi, ... e chi ne ha più ne metta! Napoli è un'esperienza sensoriale: visiva, olfattiva, tattile, uditiva, gustativa... soprattutto emozionale. Assaggiare tutto è un obbligo, indimenticabile il caffè offerto dalla signora del "basso" da ricambiare con quello "sospeso" (pagato in anticipo negli esercizi commerciali per essere offerto, come la pizza, a chi non può permetterselo). L'appetito dei napoletani è grande, come il cuore, del resto.


IN ALTO A SINISTRA CASE SUL RIONE TERRA E VISTA DAL RIONE TERRA SUL GOLFO DI POZZUOLI; AL CENTRO INTERNO DELLA CATTEDRALE DI SAN PROCOLO; IN BASSO: ENTRATA DELLA CATTEDRALE.

Solo a partire dal 2014 l’area è stata nuovamente aperta al pubblico. Visitare il Rione Terra significa tornare indietro nei secoli e immergersi in un’atmosfera d’altri tempi. Segnaliamo, a tal proposito, le tre aree archeologiche che il visitatore potrà scoprire e ammirare: la mostra multimediale “Tra terra e mare alle origini del gusto”, un sito archeologico sotterraneo e l’imponente cattedrale di San Procolo. “Tra terra e mare alle origini del gusto” è una progetto promosso dalla Soprintendenza Archeologica della Campania in partenariato con il Comune di Pozzuoli e finanziato dalla Regione Campania ed ha come obiettivo la scoperta delle meraviglie dei Campi Flegrei e di Pozzuoli attraverso il fil rouge del cibo. Difatti ai visitatori saranno mostrati i prodotti d’importazione, frutto del commercio marittimo, i locali in cui veniva lavorato e conservato il grano, le tabernae, i luoghi dove si mangiava il pesce e il garum, una salsa liquida preparata con interiora di pesce utilizzata dai romani come condimento.

La mostra – itinerario è un percorso che si snoda tra passato e presente, tra antico, moderno e contemporaneo, tra gli edifici sotterranei e le strade romane, location in cui si riunivano botteghe, magazzini e laboratori e tra virtual mapping che avranno il compito di riprodurre in maniera interattiva e multimediale le attività che venivano

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svolte sul territorio. 
 I n poche parole un incredibile e sorprendente esperienza multisensoriale ricca di colori ed effetti speciali per esplorare il suolo puteolano. Il tour, le immagini e i video relativi sono rintracciabili seguendo, sui diversi social network, l’hashtag ufficiale #pozzuoliterramare. In poche parole un incredibile e sorprendente esperienza multisensoriale ricca di colori ed effetti speciali per esplorare il suolo puteolano. Il tour, le immagini e i video relativi sono rintracciabili seguendo, sui diversi social network, l’hashtag ufficiale #pozzuoliterramare. Il sito archeologico sotterraneo si pone come un continuum della mostra interattiva, non solo per quel che riguarda i valori e i significati che intende trasmettere ma proprio perché fisicamente connessi fra loro. L’area, inaugurata il 15 giugno 2002, si delinea come un viaggio storico tra meravigliosi spazi e reperti archeologici romani, come il pistrinum, ovvero un forno d’età augusta utilizzato per la lavorazione e la cottura del pane e l’ergastula, un luogo dedicato alla vita degli schiavi. Inoltre sono anche da ammirare le pareti dipinte, i cui soggetti principali sono i dodici dei dell’Olimpo. 
 L a visita, ad entrambi i percorsi, è gratuita ma con obbligo di prenotazione. 
 E ’ effettuabile solo di sabato e domenica dalle 9.00 alle 17.00 e prevede un tour della durata di 40 minuti in compagnia di una guida specializzata e certificata.


VISTA SUL GOLFO DI POZZUOLI DAL BELVEDERE DI VIA CAMPI FLEGREI.


Continuiamo il nostro giro turistico parlando della Cattedrale di San Procolo. 
 S ituata sulla sommità del Rione Terra, ha subito innumerevoli interventi di restauro a seguito dei fenomeni bradisismici che la colpirono nel 1970 e per un incendio che divampò nella Chiesa nella notte tra il 16 e il 17 maggio 1964 che distrusse l’intera navata centrale. Fu riaperta al culto solo l’11 maggio del 2014.
 La cattedrale si compone di due costruzioni opposte fra loro, il tempio di Augusto, edificato in onore dell’omonimo imperatore, e la chiesa cristiana tardo barocca. Proprio per la presenza di questi due monumenti, la struttura prende il nome di “Tempio – Duomo”. 
 I l Santo da cui la Cattedrale deriva il suo nome è il patrono della città e della diocesi di Pozzuoli e viene celebrato il 18 novembre. 
 A nche in questo caso la visita, possibile solo di sabato – dalle 9 alle 12 e dalle 17.30 alle 19.30 - e domenica – dalle 10 alle 13 e dalle 17.30 alle 19.00, è gratuita e, in questo caso, non necessita di alcuna prenotazione. COME & QUANDO... L’area archeologica del Rione Terra è facilmente raggiungibile con i mezzi di trasporto disponibili in città. Si raccomandano però scarpe comode ed un abbigliamento sportivo. La fermata di riferimento è quella di Pozzuoli. 
 E ’ possibile arrivarci tramite la linea 2 della metropolitana o con la cumana e con gli autobus EAV da Piazzetta Circumvesuviana, nei pressi di Piazza Garibaldi, direzione Napoli – Monte di Procida. Giunti a Pozzuoli, una piacevole passeggiata nel centro storico vi farà rivivere il quotidiano d’una civiltà che sembrava perduta. Quando: ogni sabato e domenica e nei giorni festivi Orario: Percorso archeologico sotterraneo e Mostra Multimediale “Tra terra e mare alle origini del gusto” dalle 9.00 alle 17.00 con obbligo di prenotazione; Cattedrale di San Procolo, sabato dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.30 alle 19.30; domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.30 alle 19.00 Costo: ingresso gratuito Per informazioni e prenotazioni: 081 1993628 - 081 19936287 prenotazioni@comune.pozzuoli.na.it

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UNO DEI TANTI VICOLI DEL RIONE TERRA.


"St'anno m'é capitato 'navventura... dopo di aver compiuto il triste omaggio. Madonna! si ce penzo,e che paura!, ma po' facette un'anema e curaggio." À

L I V E L L A ,

A N T O N I O

D E

C U R T I S ( T O T Ò )

# D I S C O V E R N A P L E S M A G A Z I N E


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RIONE SANITÀ DI CIRO CUOZZO | FOTO LISA SICIGNANO

IN QUESTA PAGINA: MURALES DI TONO CRUZ IN VIA FONTANELLE ALLA SANITÀ. PAGINA SUCCESIVA: INTERNO DEL PALAZZO DELLO SPAGNUOLO.


Un luogo dove è sepolta la storia greca e romana,

anniversario così importante, nella “sua” Sanità sono in

dove ogni giorno si incontrano e si mescolano culture e

programma mesi di celebrazioni e iniziative. Da aprile a

razze diverse che rendono il Rione Sanità, situato

dicembre saranno diversi gli eventi organizzati per

subito fuori le vecchie mura della città, ai piedi della

ricordare il principe della risata che proprio tra i vicoli e le

collina di Capodimonte, un posto unico nel suo genere.

strade del Rione è cresciuto e ha preso inspirazione per i

Un quartiere vivo e in continuo fermento che,

suoi tanti personaggi interpretati durante la lunga carriera

nonostante le tante difficoltà, rappresenta oggi una

artistica. Quella Sanità dove Totò si faceva portare dal suo

delle facce migliori di Napoli, una delle zone più

autista alle due di notte, per non farsi riconoscere, e

frequentate e apprezzate dai turisti provenienti da

lasciava qualche soldo sotto la porta di sconosciuti. Al

tutto il mondo. Chiese, cimiteri, palazzi antichi, rovine,

secondo piano del civico 109 di via Santa Maria

ma anche mercato dei Vergini, enoteche 'sociali',

Antesaecula c'era la sua casa. In attesa del museo

pizzerie e pasticcerie, letteralmente assalite da

richiesto da tempo dalla figlia Liliana, una targa e un busto

stranieri, erasmus, studenti fuori sede e napoletani

ricordano le gesta del grande attore. “Fu, qui nella via

stessi. Un Rione che il 15 febbraio del 1898 diede i natali

Santa Maria Antesecula, una delle più antiche strade della

ad Antonio de Curtis, in arte Totò, attore e comico

vecchia Napoli che il 15 -2- 1898 nacque il principe Antonio

italiano tra i più grandi di sempre, scomparso il 15 aprile

De Curtis–Il nostro Totò egli fu comico impareggiabile per

di cinquant'anni fa. roprio in occasione di un

la sua mimica. Uomo di nobili sentimenti, poeta insigne, fra

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cosa da farsi perdonare nel Rione considerato un tempo “una periferia al centro di Napoli”. Proprio nei Vergini piccoli commercianti e artigiani danno vita a uno dei mercati più belli della città. “Ogni giorni ci svegliamo a testa alta con l'obiettivo di migliorare questo quartiere” racconta un giovane ragazzo, appena 25enne, che insieme alla famiglia gestisce una cantina, da generazioni presente nei Vergini. “Prima si vendeva solo del vino, oggi invece è diventato un luogo di incontro e confronto, un posto sociale dove ogni sera, grazie anche alla musica, si vivono emozioni diverse”. Un posto che sintetizza al meglio l'anima del Rione Sanità. Aggregazione e sinergie tra i vari commercianti del quartiere. Fare rete per offrire a

quelli che l’Italia può contrapporre ai maggiori artisti del mondo”. Era un legame molto forte quello di Totò con il Rione Sanità. Nonostante il trasferimento successivo a Roma, il principe della risata tornava spesso nel suo quartiere. Qui aveva il suo calzolaio di fiducia che con grande rispetto chiamava “maestro” e gli amici con i quali è cresciuto. Una viuzza quella che diede i natali a Totò che sbuca nelle zona dei Vergini, sbarcata nelle scorse settimane sulla BBC. La televisione britannica ne ha esaltato il fermento e il patrimonio storico e artistico riscoperto negli anni grazie all'ottimo lavoro che svolgono diverse associazioni presenti sul territorio. Associazioni che coprono i vuoti lasciati da uno Stato che ha tante


IN QUESTA PAGINA DALL'ALTO: CIMITERO DELLE FONTANELLE; IL TESCHIO CHE SUDA; TESCHI AMMASSATI E TECA PER I VOTI;

residenti, turisti e napoletani di passaggio un'attrazione continua. Pasticcerie, pizzerie e tantissime altre attività della zona che offrono prodotti di livello a prezzi davvero concorrenziali. Un Rione dove sacro e profano si mescolano e danno vita a leggende e a racconti unici. Uno di questi riguarda il famoso “teschio del Capitano”, presente all'interno del cimitero delle Fontanelle e conservato in una teca di vetro, e non di legno, per preservarlo dall'umidità. Considerato dai napoletani un'anima pia che aiuta tutti i fedeli devoti, il “teschio del Capitano” è legato principalmente alla leggenda dei “due sposini”. La storia narra di una giovane promessa sposa che ogni giorno si recava al cimitero delle Fontanelle per far visita al “teschio del Capitano”. Una consuetudine che non aveva però l'approvazione del suo promesso sposo. Quest'ultimo un giorno chiese di accompagnarla perché curioso di vedere da vicino il famoso teschio e di sfatare quella credenza popolare P .

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NELLA PAGINA PRECEDENTE:VIA SANTA MARIA ANTESECULA 109, IL PALAZZO ED IL RITRATTO DI TOTÒ; IN QUESTA PAGINA: LA SUA ABITAZIONE.




NELLA PAGINA ACCANTO:IL PALAZZO DELLO SPAGNUOLO;IN QUESTA PAGINA: LE PORTE DI ACCESSO AGLI APPARTAMENTI SONO DECORATE CON STUCCHI CHE INQUADRANO MEDAGLIONI CON I RITRATTI A BUSTO DELLA FAMIGLIA CHE ABITAVA QUELL'APPARTAMENTO.


tanto cara ai devoti che ogni giorno facevano visita al Capitano. Una volta giunti nella cava, il giovane infilò un bastone nella cavità dell'occhio del teschio e, con perfida ironia, lo invitò al suo matrimonio. Il giorno delle nozze tra gli invitati apparve all’improvviso un uomo sconosciuto in divisa da carabiniere. Incuriosito da quella strana presenza, lo sposo si avvicinò e ovviamente gli chiese di qualificarsi. Il carabiniere ripose che era stato proprio lui a invitarlo al suo matrimonio ricordandogli che in quell’occasione si era anche divertito ad accecargli un occhio. La leggenda narra che a quel punto il Capitano aprì la giacca della sua divisa e invece del corpo di un uomo apparvero solo le ossa dello scheletro. Alla vista di quella scena i due novelli sposi, per il terribile spavento, morirono sul colpo. Un Rione che 'campa' di pane e turismo così come sottolinea la stessa BBC. “Il problema di Napoli, e del Rione Sanità, è la sua storia, ne ha troppa, tra cimiteri greci, rovine romane, castelli medievali e chiese rinascimentali, molta di più di quanto una città possa permettersi di mantenere”. Per questo diventa fondamentale il contributo offerto dalla Fondazione San Gennaro e da tante associazioni presenti: dalla Smmave, impegnata nel ripristino di una chiesa abbandonata, quella di Santa Maria della Misericordia ai Vergini, alla Celanapoli, l'associazione che da 20 anni lavora per riportare alla luce le tombe della nobiltà dell’antica Neapolis, non dimenticano infine l'associazione VerginiSanità, che mantiene un frammento di epoca romana dell’Acquedotto Augusteo. Una mobilitazione a 360 gradi che ha difatti liberato una effervescente vitalità e una concreta possibilità di crescita e di riscatto dell'intero Rione Sanità.

Per maggiori info sui prossimi eventi nel Rione Sanità: antoniodecurtis.com/news IN QUESTA PAGINA: BALCONE DI UNA CASA IN VIA CRISTALLINI.

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EVENTI D A N O N P E R D E R E . . Maggio dei monumenti per info: fondoambiente.it

“Totò Genio” mostra dedicata a Totò: 12 aprile -9 luglio 2017 presso il Maschio Angioino, il Palazzo Reale e San Domenico Maggiore.

YoGaiola (lezioni di Yoga vicino al mare), info areamarinaprotettagaiola.it

Napoli Comicon Salone internazionale del Fumetto alla Mostra d’Oltremare

Festa in costume d’epoca"

"

22 e 23 Aprile 2017 Museo di Capodimonte

Isola di Vivara (Procida) Riapertura l'8 Aprile

“Il segreto celato” video-visita interattiva di Castel Nuovo, Maschio Angioino fino a luglio 2017

Picasso a Capodimonte Museo di Capodimonte dall’8 aprile al 10 luglio 2017

Mostra di Helmut Newton Palazzo delle arti di Napoli, fino al 18 giugno 2017

Complesso monumentale di Villa Rufolo – Ravello Aperto dal 1° Aprile 2017

N.B. Nelle prime domeniche del mese l'ingresso nei musei è gratuito. I Musei resteranno aperti anche a Pasqua.


COME E QUANDO MUOVERSI IN CITTÀ.... Il modo migliore per visitare Napoli è muoversi in scooter o in metropolitana con la linea 1 (un'occasione anche per visitare le "Stazioni dell'arte"). Importanti sono anche altri i mezzi di trasporto come: la funicolare, la linea 2 della Metropolitana (per raggiungere la zona Flegrea) e i pullman che circolano,però, con meno frequenza. Pertanto, se avete degli orari da rispettare (come partenze, impegni o appuntamenti) informatevi sul sito dell'ANM. Un'occasione da non perdere è visitare la città con il bus sightseeing (anche per una maggiore sicurezza per chi visita la città). Per chi decidesse di spostarsi o raggiungere la costiera (anche se il modo migliore è utilizzare il Metrò del Mare) in auto, fate molta attenzione al traffico cittadino. Invece, per decidesse di utilizzare l'auto in città, ecco le info per le eventuali code: tutti i giorni direzione e tratto

Corso

Malta in entrambi i sensi; da e verso Vomero (dalle ore 9:00 alle 12:00 e dalle 15:30 alle 20:00 tranne il sabato e la domenica); In occasione delle partite della squadra di calcio del Napoli evitare l'uscita della tangenziale

Fuorigrotta e la zona dello stadio San Paolo.

di

Nei weekend code anche sul lungomare di Mergellina dove è possibile, però, noleggiare delle biciclette (è sconsigliato l'utilizzo di biciclette per spostarsi dalle zone basse alle alte della città causa forti pendenze). Per chi dall'aeroporto volesse raggiungere il centro, può utilizzare i taxi e il bus "Alibus" (la fermata è quasi all'esterno dell'Aeroporto di Capodichino, uscendo dall'aeroporto subito dopo la stazione dei taxi).

Per maggiori informazioni scriveteci: info@discovernaples.eu P . 4 1

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DO YOU SPEAK NEAPOLITAN?

BALCONE NEI VICOLI DEL RIONE SANITA'.

“PARIARE”: 1) si riferisce a situazioni piacevoli e di divertimento; 2) P. “addosso a qualcuno” indica uno scherno, es: “Mi stanno pariando addosso!”= “Mi prendono in giro”; 3) "Stiamo solo "Pariando"! significa anche farsi una storia di una sera, baciarsi, limonare senza impegno»; 4) “Ho pranzato e ora devo pariare” viene usato ancor oggi dalle persone anziane come sinonimo di digerire. P . 4 2

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Il Team di Discover Naples si racconta:

"l'idea è nata per caso" "Il progetto nasce dall'esigenza di fornire ai turisti consigli per scoprire la bellezza di Napoli e suggerire il modo migliore per visitare i suoi luoghi, unici al mondo."

La definiamo voglia di ripartire dalla propria città:

- Fornire conoscenza sulla lingua Napoletana .

dopo qualche anno di esilio, per esigenze di lavoro, il ritorno a Napoli per pura "malinconia" e

Speriamo di esser riusciti a dare il meglio in questo

rivivere la sensazione di non doversene più

primo numero e a raggiungere numerosi lettori e

separare: l'incontro con i turisti spesso spaesati

lettrici, nonché turisti, speriamo ora meglio

ed inconsapevoli, gli inconvenienti dovuti ai mezzi

informati. Un particolare ringraziamento va alle

di trasporto, la voglia di collaborare e di ri-dare

persone che hanno collaborato in maniera eccellente

dignità al proprio lavoro. Ecco

e professionale alla pubblicazione del primo numero,

perché Discover Naples: un gruppo di giovani

in ordine casuale: Giovanna Giannone, Lisa Sicignano,

ragazze partono con la semplice voglia di

Chiara Andrea Grillo, Pietro Scolorato, Ciro Cuozzo,

raccontarvi quello che quotidianamente vivono

Mauro Cariello, e a tutti quelli che hanno letto

sotto i propri occhi: bellezza e caos allo stesso

Discover Naples.

tempo unici. Perché Napoli cambia, ma è come se fosse sempre la stessa. Il progetto è strutturato

Ringraziamo in anticipo chi supporterà il nostro

secondo una serie di obiettivi:

progetto: a breve verrà attivato il

- Mostrare foto e video dei luoghi più suggestivi

crowedfounding, siamo su kickstarter come

di Napoli.

Discover Naples magazine

- Segnalare gli eventi e le date d'interesse storico e socio-culturale. - Raccontarvi storie ed interviste per conoscere meglio il popolo napoletano, così speciale ed unico al mondo. - Informarvi sulla cucina Napoletana attraverso foto, ricette e curiosità.

Il Team di Discover Naples


Contatti:

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per collaborazioni info@discovernaples.eu

Hashtag #discovernaplesmagazine

per curiosità e/o consigli hello@discovernaples.eu

"GOLFO DI NAPOLI", VISTA DA CORSO VITTORIO EMANUELE

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"A Parigi si sospira, a Napoli si inghiotte; a Parigi si deglutisce, a Napoli si mangia". M A R I E - H E N R I

B E Y L E

( S T E N D H A L )

# D I S C O V E R N A P L E S M A G A Z I N E


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