Confluenze RIVISTA CULTURALE QUADRIMESTRALE Anno V - n. 3 – Settembre/Dicembre 2017
COUNSELING E CONSULENZA FILOSOFICA Relazioni di aiuto all’avanguardia nella formazione dell’individuo: salute mentale e società civile di Divina Lappano
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l Counseling, attività di pertinenza specifica del Counselor, è una metodologia afferente alle relazioni di aiuto che, da quasi un secolo ha raggiunto un assetto stabile e ampiamente riconosciuto nei contesti professionali sociosanitari e terapeutici dei paesi anglosassoni europei e americani. Attraverso l’esplorazione delle risorse interne e l’ampliamento delle mappe cognitive, il Counseling mira a sviluppare le potenzialità della persona, stimolando la capacità di scelta e l’autodeterminazione, promuovendo il miglioramento delle relazioni interpersonali nei contesti affettivi familiari, sociali, lavorativi e scolastici. La Consulenza Filosofica (Pratica Filosofica o Ontologia Applicata) è una delle metodiche più all’avanguardia nell’ambito delle professioni di aiuto, sebbene vanti una tradizione millenaria che risale alla saggezza delle antiche scuole di vita e di pensiero. La competenza metodologica della filosofia applicata è volta alla disamina dei processi logici e delle idee nel contesto di un dialogo chiarificatore, che sollecita l’analisi ontologica degli equilibri, la valutazione dei bisogni e delle potenzialità, nella rinuncia a concepirsi vittima di eventi, recuperando risorse sconosciute e capacità creative inespresse. Tali approcci sono orientati ad un nuovo Umanesimo della cura della persona cui mirano gli organi di governo che operano nei dicasteri della sanità e dell’educazione, coinvolti a livello mondiale nell’arginare i segni di un disagio esistenziale connesso alla labiPagina
le concezione dell’identità personale e societaria che contraddistingue la progenie della civiltà contemporanea. È necessario rallentare un processo sempre più allarmante alimentato da sentimenti di insicurezza, scarse capacità decisionali, atteggiamenti di inadeguatezza esitati nella ricerca di approvazione sociale e nel solipsismo di un’euforia chimica generata dalle nuove droghe di sintesi ormai angosciosamente imperversanti già in età scolare. Le innovative metodologie, oltre che promuovere la libera crescita e la maturazione evolutiva, etica e civile, dell’individuo, operano, infatti, nei termini di prevenzione delle problematiche sociali e sanitarie, contrastando l’insorgenza di patologie psichiatriche con acting-out di tipo aggressivo e interazioni sociali caratterizzate da sentimenti di autosvalutazione e isolamento, prodromi della “follia chimica” che incombe sulla “generazione sintetica” facente uso indiscriminato di sostanze psicoattive dagli effetti devastanti e spesso letali. L’O.M.S. è dell’avviso sia necessario facilitare le relazioni e la comunicazione nelle forme più naturali attraverso l’aiuto di veri e propri consiglieri (Counselors, appunto), figure distanti da modelli anacronistici che, dopo la metamorfosi delle strutture societarie e culturali, hanno concluso storicamente il loro ciclo vitale, arginando così la vocazione direttiva e manipolatoria che ha contraddistinto gli interventi terapeutici a partire dalle origini, ormai inefficaci nella prevenzione e nel trattamento degli attuali
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conflitti di matrice economica e socioculturale. Il Counseling è alternativa valida a fronte di criteri terapeutici obsoleti, conforme per suo statuto al concetto di salute sancito dall’O.M.S. nel 1948 (la Salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia) e a quanto precisato successivamente nella Carta di Ottawa del 1986: l’individuo deve essere capace di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, soddisfare i bisogni e modificare positivamente l’ambiente circostante, intraprendendo un ruolo attivo nella promozione della propria salute. Il percorso di evoluzione personale proposto dalla Consulenza Filosofica, teso alla realizzazione del proprio progetto individuale e alla comprensione del senso stesso della vita, affina nell’approccio dialogico dell’analisi esistenziale gli strumenti della consapevolezza, trasformando il significato della “crisi” nel suo etimo di “scelta”, tracciando quel disegno del “vivere bene” definito dagli antichi Greci Euzen o “Arte della Vita”. In tal senso, va sottolineato che, proprio per le peculiarità che caratterizzano queste metodologie, essa si sono rivelate efficaci nell’affrontare le problematiche esistenziali anche nelle situazioni-limite del fine vita, della terminalità e delle malattie cronicodegenerative, laddove, i consueti trattamenti psicologici hanno esaurito il potere terapeutico. Per questa ragione, sono numerosi i reparti ospedalieri e gli hospices che hanno introdotto la figura del Counselor e del Consulente Filosofico. Segno tangibile della rivoluzione culturale in atto a livello mondiale e dell’impronta che la pratica filosofica ha tracciato in Italia nel corso dell’ultimo ventennio, il MIUR, Ministero dell’Istruzione, Università e RiPagina
cerca, nel corso della “Giornata Mondiale della Filosofia”, World Philosophy Day 2017, ha sancito un importante Protocollo di Intesa evidenziando l’importanza della pratica filosofica per la formazione dell’individuo e la costruzione di un adeguato sistema valoriale societario. La recente normativa ministeriale tende a stimolare una scuola che promuova la persona, e, dunque, favorisca la genesi di una futura cittadinanza responsabile e un nuovo Umanesimo. Nell’inamovibile certezza che la pratica filosofica, addestrando all’analisi critica sui temi dell’esistenza, faciliti l’ascolto reciproco e lo scambio tra pari, il Ministero ha trasmesso le celebrazioni in diretta streaming per l’intera giornata dedicata ai lavori. La Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il Centro di Ricerca sull’Indagine Filosofica celebrano il World Philosophy Day, indetto annualmente dall’UNESCO, con la presentazione del Protocollo d’Intesa MIUR-CRIF “La pratica filosofica come opportunità di apprendimento” per tutti e delle azioni a esso connesse. La Giornata intende porre l’attenzione sul ruolo della filosofia nella scuola e nella società attraverso la proposta di attività di ricerca, sperimentazione e valutazione della pratica filosofica di comunità, realizzate in ambito nazionale e internazionale e volte allo sviluppo del pensiero complesso, nella sua articolazione critica, creativa e valoriale. Nell’ottica dell’Agenda 2030 dell’ONU “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare dell’obiettivo 4 Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”, gli interventi dei vari studiosi metteranno in luce le potenzialità educative e formative della filosofia nella pratica scolastica e
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in altri luoghi di apprendimento anche attraverso il ricorso a metodologie e strumenti innovativi. Le profonde trasformazioni della società contemporanea sollecitano a livello nazionale e internazionale i sistemi formativi ad affrontare nuove sfide che richiedono anche all’insegnamento/apprendimento della filosofia di coniugare, attraverso una più articolata e significativa dinamica educativa, l’acquisizione di conoscenze e contenuti filosofici con il conseguimento di competenze (life skills) di tipo cognitivo e socio-relazionale, sia nell’ambito scolastico sia in quello più in generale dell’educazione permanente (lifelong learning). Il Counseling e la Consulenza Filosofica offrono ampie prospettive non solo nell’ambito della formazione dell’individuo ma anche, e non a caso, nel futuro della salute mentale, prevenzione e cura della persona. I campi di intervento sono infiniti almeno quanto lo sono gli aspetti legati ai problemi e ai conflitti della vita, alle motivazioni che inducono verso una migliore conoscenza di sé per giungere alla determinata volizione di vivere con consapevolezza il percorso dell’esistenza, ottimizzando le proprie risorse individuali. Senza limiti culturali né preclusioni di altro genere, è rivolto a coloro che, dall’adolescenza alla terza età, sentono il bisogno ricorrere all’aiuto di un professionista, che con strumenti metodologici fondati sull’ascolto attivo, sull’accoglienza incondizionata, sulla comprensione empatica e sull’autenticità di una relazione priva di pregiudizi, metta a fuoco le criticità accompagnando nel cammino esistenziale per favorire il naturale processo di empowerment e salutogenesi. Non molti sanno, che in Finlandia attraverso la metodica del “Dialogo Aperto” équipe multidisciplinari hanno ridotto l’insorgenza della schizofrenia, che prevedono di debellare definitivamente nei prossimi Pagina
pochi anni (da 33 nuovi pazienti l’anno su 100.000 abitanti nel 1985 a soli 2 nuovi pazienti l’anno su 100.000 abitanti nei primi anni del 2000). Dopo aver rallentato non solo l’insorgenza delle recidive e degli esordi psicotici, il ricorso a psicofarmaci e i ricoveri ospedalieri, si è ottenuto un notevole successo anche nei casi di totale guarigione, pari all’84%. L’Open Dialogue, com’è facile evincere, si nutre dei principi della maieutica oltre che della dottrina del filosofo Martin Buber, propugnatore del dialogo nella relazione Io-Tu (In principio è la relazione). Seikkula, autore del metodo, afferma: Aprire le porte ai dialoghi aperti per me ha significato prestare maggiore attenzione e interesse alla qualità intersoggettiva della vita umana nel suo complesso. Come essere viventi siamo esseri relazionali, nasciamo nelle relazioni e abbiamo la necessità primaria di essere ascoltati e di essere presi sul serio. Quando, dopo una crisi, i pazienti ritornano a relazioni dialogiche il nostro lavoro è terminato. La Danimarca ha già adottato il “Dialogo Aperto” come approccio ufficiale alla malattia mentale e sperimentazioni sono partite in Germania, Regno Unito, Usa. In Italia sono ora più di dieci i Dipartimenti di Salute Mentale, da Torino a Caltagirone, che hanno avviato il progetto Open Dialogue dopo che il Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie del Ministero della Salute ha celermente redatto il nuovo Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2014-2018 “Il dialogo aperto un approccio innovativo nel trattamento delle crisi psichiatriche d’esordio: definizione e valutazione degli strumenti operativi ed organizzativi per la trasferibilità del ‘dialogo aperto’ nei DSM italiani”. Ai dipartimenti di prevenzione si chiede di promuovere, attività di intervento precoce sui
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sintomi di esordio, identificando e trattando tempestivamente sia i soggetti a rischio, che le prime crisi. […] Nell’ambito degli interventi sugli esordi sintomatologici (di bambini, adolescenti e adulti), un approccio valutativo e terapeutico che coinvolga tutto il nucleo familiare e la rete di relazione, preferenzialmente a domicilio, aperto al dialogo, alla lettura di sistema e orientato ai bisogni, lasciando in secondo piano il trattamento farmacologico, è rappresentato dal modello finlandese del “Dialogo aperto” di Seikkula. Questo approccio è attualmente in corso di adozione in molti Paesi occidentali e il progetto intende testarne la trasferibilità nei Dipartimenti di Salute mentale selezionati per il trattamento dei sintomi di esordio in pazienti con crisi psichiatrica. Si rende dunque necessaria la condivisione di approcci innovativi nel trattamento e a tale riguardo si sottolinea che le più recenti evidenze scientifiche indicano come particolarmente efficaci quegli interventi che pongono il focus sul contesto familiare e dimostrano che l’approccio familiare è quello maggiormente utile per evitare il rischio di orientare precocemente alla carriera psichiatrica e al trattamento farmacologico, ad una lettura esclusivamente “sintomatologica” dei fenomeni iniziali di sofferenza del singolo e del gruppo. In controtendenza, così, con l’indiscriminata avanzata della psicofarmacologia e di una “sintomatologia della sofferenza” che spinge l’ordine degli psicologi alla richiesta di istituire la figura dello “psicologo di base”, il Ministero della Salute pone il suo veto autorevole, accordando la ricerca scientifica alle Scienze Umane, secondo una visione che, prima che clinico-patologica (medicalizzazione e patologizzazione dell’Umano), è, e resta, prettamente antropologica e filosofica, dunque, esistenziale. Diversamente da tecniche afferenti alla psicologia che si occupano delle medesime Pagina
problematiche, il Counseling non fa ricorso a domande chiuse ed items preconfezionati, né all’analisi testologica della psicodiagnostica per la valutazione e la cura dei disagi. Pur essendo contenitivo non è mai direttivo, né classifica l’individuo secondo parametri clinici legati al concetto di malattia disfunzionale, definendo i confini tra individui “sani e malati” secondo i criteri di “normalità e patologia”. Non riduce la persona e la naturale sofferenza dovuta alle difficoltà della vita ad un caso clinico. Non offre risposte precostituite secondo protocolli predeterminati, né persegue il fine teorico del modello cui fa riferimento seguendo assiomi rigidi, standardizzati e universali. Come avviene per le scuole di psicoterapia, anche il Counseling offre approcci diversificati. Relativamente alle differenze con psicologia e psicoterapia, per il Counseling e la Consulenza Filosofica non vi sono implicazioni di carattere medico, nessun criterio diagnostico, né interpretazioni secondo modelli che classificano e condizionano il comportamento degli individui in funzione di un rigido schema di riferimento in cui far convergere l’analisi e il trattamento, per ottenere obiettivi che dirigono verso una visione del mondo che appartiene al terapeuta piuttosto che al cliente. A questo proposito, non è possibile fare a meno di sottolineare che, al di là dei modelli applicati e delle loro opinabili validità, è la persona con le sue qualità interiori di integrità e coerenza, empatia e affidabilità, a fare la differenza e a portare il reale contributo nell’evoluzione del percorso di crescita personale all’interno della relazione di aiuto. La tecnica di per sé non serve a molto, anzi può rivelarsi assai pericolosa se maldestramente applicata. Il modello è e resta solo uno strumento: bisogna “saper essere” prima di “saper fare”. È opportuno precisare, inoltre, che la
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professione del Consulente Filosofico non deve essere associata in nessun modo a quella dell’insegnante di filosofia. Essere un erudito che illustra la propria disciplina come materia di studio in un contesto didattico non coincide con l’essere un professionista della relazione di aiuto, che, formato per anni ai principi della maieutica e della pragmatica filosofica, esercita la propria pratica, applicando l’antica saggezza per portare alla luce ciò che è rimasto nell’ombra - come illustra Platone nel Mito della Caverna - verso la nascita di una nuova consapevolezza, valorizzando ciò che nell’individuo è più eccellente o, nelle parole di Socrate, ciò che vi è in lui di più nobile e divino. Tanto meno si confonda il Consulente Filosofico con il filosofo che, vivendo nel compiacimento del “bel pensare”, aggrovigliato nei circuiti delle idee, fa esercizio di stile nella retorica degli “infiorettamenti” ideologici, perdendosi nei meandri delle elaborazioni astratte, prive di “praxis” nella realtà della sua vita, svilendo, depauperando e generando confusione sulla vera figura del filosofo e sulla missione originaria della filosofia. “Filosofia e questioni di Senso” – “Counseling ed empowerment” sposi per l’eternità. Il Counselor nell’hic et nunc aiuta a rimuovere ostacoli e a sciogliere conflitti in totale alleanza con i principi e gli obiettivi che il consultante vuole perseguire, a favore della sua piena autonomia, della piena responsabilità, della sua libera facoltà di pensare, agire e vivere senza generare nessun meccanismo di condizionamento, assoggettamento e dipendenza emotiva. Il Consulente Filosofico favorisce e sostiene la comunicazione dialogica: relazione Io-Tu, ermeneutica dell’intersoggettività, alterità di significazione, sospensione del giudizio (epoché), assenza di pregiudizio e libertà dePagina
cisionale consentono di comprendere e trasformare la realtà per educare ai principi dell’etica civile, seguendo l’insegnamento filosofico, dal “Conosci te stesso” socratico alla “Cura di Sé” degli stoici, ai principi di Epitteto, all’opera fondamentale di Epicuro, a Platone, ai principi della logica aristotelica, nella premessa fondamentale che “pensare bene aiuti a vivere meglio” e che “se le idee si ammalano”, come sostiene il filosofo Galimberti, “la filosofia è la medicina dell’anima” (Seneca). Ambedue svolgono una funzione di pedagogia comunitaria e muovono verso la formazione di un individuo consapevole e responsabile per la costruzione di una società sana ed equilibrata. Si tratta di una rivoluzione culturale iniziata da tempo, il tentativo di arrestarne il processo avviato a livello mondiale, definito nel settore specialistico da una precisa area d’intervento, accreditato da una compagine scientifica internazionale, persuasa dell’utilità e dell’efficacia di queste differenti metodiche, è divenuto oggi, nonostante le clamorose diatribe, pleonastico e, quanto mai, inutile. Eludere queste semplici evidenze e/o osteggiarle è sinonimo di disinformazione (ignoranza) e/o lascia presumere rapporti di connivenza con le forze reazionarie cui necessita mantenere lo status quo, oligarchie il cui fine è conservare i privilegi acquisiti e gli equilibri politici che hanno generato, indifferenti allo stato di crisi esistenziale e al generale dissesto socio-economico e culturale da essi provocato, nella totale assenza di una coscienza civile improntata ai valori etici del benessere universale dell’uomo e della sua stirpe futura. —————— DIVINA LAPPANO
Antropologo Clinico Esistenziale Counselor & Consulente Filosofico e-mail: drdivinalappano@libero.it
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