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MEDICINA NARRATIVA
FILOSOFIA E MEDICINA L’Etica Narrata di Giovanna Zucca di DIVINA LAPPANO
¬Iatróv filósofov i¬sóϑeov* Ippocrate, De decenti habitu Vano è il discorso del filosofo che non curi qualche sofferenza umana: e come l’arte medica a nulla giova se non ci libera dalle malattie del corpo, così neppure la filosofia, se non ci libera dai mali dell’ anima. Epicuro, Fr. 221 Le malattie, specialmente quelle lunghe, sono anni di apprendistato nell’arte della vita e nella formazione dello spirito. Novalis, Frammenti
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el corso di un ventennio, a partire dalle mie ricerche antropologiche e filosofiche, nelle pubblicazioni, nel corso di convegni ed eventi di vario tipo, nella professione di counselor e consulente filosofico, e ogni volta che ne ho avuto occasione, ho tenacemente proposto una visione della malattia conforme all’approccio etico che oggi contraddistingue le Medical Humanities1. Lontana dal credere che per raggiungere l’euzein dei Greci, il “vivere bene” o lo “svegliarsi alla vita”, sia sufficiente recitare un mantra o abbandonarsi al principio del piaNel riquadro di inizio sezione Sodales (particolare) è opera dell’artista Assunta Mollo
cere, muovo dal presupposto, concreto a partire da Eschilo2, che sia possibile pervenire ad una sorta di saggezza che migliori la qualità della vita proprio partendo da una condizione di sofferenza, attraverso un processo di spontanea consapevolezza e l’inevitabile nascita di una nuova visione del mondo, che arricchendo l’individuo, gli permetta di procedere in un cammino di evoluzione fino al benessere della persona nella sua interezza. Ho, dunque, rivolto il mio interesse a ciò che favorisce il solido legame tra essenza, sofferenza ed eccellenza, in qualsivoglia modo si manifesti, verso una nuova etica della sofferenza e del disagio esistenziale, per convergere nella concezione di “uomo come opera d’arte”, dalle risorse della malattia alla malattia come risorsa3. Lungo questo cammino impervio e faticoso ho incontrato intrepidi compagni di viaggio, al-
* Il medico filosofo è pari ad un dio. 1 D. Lappano, La Medicina Narrativa. Presagio di un Ritorno alle Scienze Umane, “Confluenze” - Anno III n.1 Gennaio/Aprile 2015, Comet Editor Press, Marzi (Cs). 2 Eschilo, Agamennone, vv. 176 e succ. La saggezza si conquista attraverso la sofferenza… 3 D. Lappano, Canone Inverso. Viaggio metaclinico nella sofferenza alla ricerca di valori, significati e scopi, “Confluenze” Anno II - n. 2 - Maggio/Agosto 2014, Comet Editor Press, Marzi (Cs). Anno IV - n. 2 – Maggio/Agosto 2016
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cuni solo attraverso l’espressione del loro pensiero, altri camminando per mano nella vita di tutti i giorni. Giovanna Zucca, anima gemella, è una delle stelle più brillanti dello straordinario firmamento che accoglie questa umanità radiosa. Scrittrice di successo, una laurea in filosofia conseguita a Venezia, “summa cum laude”, Giovanna Zucca collabora attivamente con il Centro di Studi sull’Etica dell’Università Ca’ Foscari. Dalla sua esperienza ospedaliera ultraventennale, come strumentista e aiuto anestesista di sala operatoria, trae ispirazione, diventando tedofora di una fulgida fiamma ecumenica, che si riempie di elaborazioni filosofiche implacabili… Tutto fuorché astratte. Le sue luminose intuizioni assumono forma “oracolare” nella semplicità dei colloqui con cui anima le riflessioni e i battibecchi tra i protagonisti dei suoi libri, con una tale freschezza che conquista i lettori, quelli ostici, i forbiti e quelli occasionali, di frequente refrattari alla lettura. L’immediatezza sagace e suggestiva della “filosofa di sala operatoria” riesce a sedurre tutti. I suoi testi riscuotono il plauso degli addetti ai lavori, che la vogliono ospite gradita nelle rubriche dedicate ai libri, da “Billy” del TG1, al TG5, ai programmi radiofonici dei più importanti networks nazionali fino alle più importanti testate giornalistiche, da La Repubblica, al Corriere della Sera, a Il Tempo, La Stampa, Il Messaggero e così via, fino ai quotidiani delle Marche, Lazio, Calabria, Sicilia, Veneto e a tutti i periodici settimanali, da Il Venerdì, a 4
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Vogue, Vanity Fair, Donna Moderna, Gioia, Anna, fino a Famiglia Cristiana… È un dilagare di recensioni entusiasmanti. Un’escalation che nel 2012, con Mani calde, la vede vincitrice del Premio “Rhegium Julii Opera Prima” mentre nel 2014, con il suo secondo romanzo, Una carrozza per Winchester, ispirato alla vita di Jane Austen, quale riconferma di vittorioso talento, riceve dalle mani di Tony Servillo la menzione d’onore al “Premio Merck Serono”. Da Guarda, c’è Platone in Tv! fino all’ultimo nato, Assassinio all’Ikea. Omicidio fai da te4, riesce a rinnovarsi e a cogliere di sorpresa il lettore, cambiando stile e narrazione, restando affascinante e originale nella prosa e nei contenuti. L’articolo è dedicato a lei, che da operatore sanitario, filosofa e scrittrice, ci racconta l’altro volto della Medicina Narrativa, non quello di cui ci hanno parlato finora coloro che sono affetti da patologie, ma quello di chi lotta ogni giorno dall’altra parte della barricata per “prendersi cura” dell’umanità sofferente, e, grazie all’acume e a sensibilità profonda, riesce a darne testimonianza efficace anche nella parola scritta. D. Grazie infinite, Giovanna, per aver accolto l’invito a parlare della tua esperienza professionale e umana. Non possiamo che partire da Epicuro… Cosa ti ha spinto ad esplorare il quotidiano della sala operatoria attraverso la lente della filosofia? È nato prima l’interesse per la filosofia, che cura i “mali dell’anima”, o quello per la medicina, che cura “i mali del corpo”?
G. Zucca, Mani Calde, Fazi Editore, Roma, 2011; della stessa autrice: Guarda, c’è Platone in Tv! Come i filosofi antichi ci insegnano a vivere il presente, Fazi Editore, Roma, 2012; Una Carrozza per Winchester. L’ultimo amore di Jane Austen, Fazi Editore, Roma, 2013; Assassinio all’Ikea. Omicidio fai da te, Fazi Editore, Roma, 2015. Anno IV - n. 2 – Maggio/Agosto 2016
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R. Grazie a te, Divina, per le bellissime parole con le quali mi introduci. La tua domanda è interessante e mi porta a riflettere su un aspetto che fino ad ora era rimasto nell’ombra. Effettivamente in entrambi i casi si tratta di “Cura” ed è da questa radice che si irradia il mio interesse. La filosofia mi aiuta a non avvitare il pensiero in spire che si avvolgono incessantemente su se stesse, quando il senso di ciò che vedo intorno a me sfugge. Mentre la tecnica, parte necessaria del mio lavoro di strumentista, mi aiuta a mantenere sempre la speculazione filosofica su un piano di concreta realtà. È come vivere sospesi tra tecnica e metafisica, e portare in ognuno di questi due ambiti un punto di vista nuovo. L’interesse per la filosofia mi pare di averlo da sempre, fino da quando l’immagine ossessiva del Nulla che corrode l’Essere si è affacciata alla mia mente. D. I filosofi antichi ci insegnano a vivere il presente è il sottotitolo di Guarda, c’è Platone in Tv! È riuscita, dunque, la filosofia a dare le risposte ai quesiti esistenziali con i quali ti confronti ogni giorno nella pratica ospedaliera? R. Io lavoro nel settore operatorio di un grande ospedale. Ogni giorno mi confronto con l’apparente mancanza di senso di ciò che mi circonda. E’ difficile, e, a volte, mi chiedo sgomenta come facciano quelli che non hanno consuetudine con la pratica della filosofia a sopportare tutto il caos che quotidianamente cerchiamo di addomesticare. Io chiedo aiuto alla possanza dei Latini e alla grazia dei Greci, e nonostante tutto la mancanza di senso erode il mio essere e si fa strada. Ed è allora che sento arrivare il Filosofo che si introduce nella caverna per spezzare le catene. D. In questo divino connu-
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bio, direbbe Ippocrate, fino a che punto la medicina si è addentrata nei pensieri e nelle trame di Giovanna Zucca, filosofa e scrittrice? R. Direi molto. A volte scrivere fa sentire onnipotenti. È come essere il Demiurgo che cambia i destini degli uomini. Di fronte a tragedie insensate mi chiedo dove sia l’Inventore. Nel Motore Immobile? Nel Tutto che tutto penetra? E un volto, una storia delle tante che mi sfiorano giornalmente, prende possesso del mio pensiero. In questi casi basta saper aspettare i tempi dell’anima e scriverne. Farla uscire dall’osceno anonimato e renderla universale. D. Vista la tua lunga esperienza a contatto con la sofferenza, ritieni che essa possa favorire un processo di sana consapevolezza e trasformarsi in risorsa? R. Credo che la sofferenza non faccia altro che fare da cassa di risonanza per quello che si è. Estrae il peggio o il meglio da ciascuno di noi. Il dolore non è spaventoso ma immaginarlo sì. Quando il pensiero domina il pensatore la sofferenza rimane solo sofferenza sterile e lontana da ogni consapevolezza. D. Da addetta ai lavori ti sembra che la Medicina Narrativa abbia trovato riscontro efficace nel tuo contesto lavorativo? R. Sì. La condivisione è una risorsa importante. Condividere un dolore, una tragedia, e sapere che il tuo pensiero è quello di altri è una formidabile fonte di sostegno. D. I tuoi personaggi hanno voci e volti che si ispirano a vicende da te vissute? Qual è il feedback che raccogli da pazienti e colleghi? R. Il narratore è fondamentalmente un ladro. Ruba le storie, i volti e li trasforma. Cambia i destini. È il supremo istante dove la mortalità apre le braccia all’immortalità e il fini-
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to si disgrega nell’infinito. È il momento che da sempre appartiene all’eternità. I riscontri sono positivi e molti trovano tracce del loro vissuto nelle mie storie e io lascio loro pensare che è davvero di loro che sto narrando, poiché tutto appartiene all’universale che accomuna l’umano. D. La filosofia è lo sfondo che si accorda con tutti i colori delle tue narrazioni. Qual è il protagonista che ha lasciato il segno più profondo durante le ore trascorse in intimo colloquio con te? R. Senza dubbio Nietzsche. Per la potenza della prosa e l’inesorabile lucidità del pensiero. Un pensatore è legato al proprio tempo. In qualche caso egli si eleva dal proprio tempo e dice cose destinate a valere per sempre. Nietzsche era un profeta. E come tutti i profeti passò per folle. D. Sono dell’idea che la tua verve e le storie dei personaggi che animano i tuoi racconti siano da trasposizione cinematografica e televisiva. Confesso l’emozione profonda che la lettura di Mani Calde ha suscitato in me… Avrà il seguito che i lettori attendono? R. Sì. C’è una certa attenzione sia per Mani Calde che per il recente Assassinio all’Ikea. Omicidio-fai-da-te. Vedremo gli sviluppi. In ogni caso, ho pronto un seguito del romanzo Mani calde. D. Dopo la parentesi effervescente dell’irresistibile giallo, Assassinio all’Ikea. Omicidio fai da te, tornerai a parlare di medicina, del “curare” e del “prendersi cura”? R. Nei prossimi mesi pubblicherò un nuovo giallo con i miei “approssimativi” investigatori. Tornerà l’ambientazione ospedaliera. Infatti, la storia si svolgerà in un grande policlinico di Padova. E ci sarà la toccante vicenda di una delle due amiche
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che proprio grazie all’amicizia supererà un terribile momento. L’amicizia è un atto creativo. Implica la virtù del coraggio. Il coraggio di vincere la paura dell’ignoto per approdare a qualcosa di nuovo. Il nuovo giallo tratta proprio del potere salvifico dei rapporti profondi. D. Qual è l’idea, la suggestione potente che Giovanna Zucca finora non ha rivelato? Sarà il capolavoro che ci sorprenderà nel prossimo futuro? R. Scrivere è un’attività socratica. Richiede un esame rigoroso di se stessi. E se ti dicessi che sono pronta a descrivere gli ultimi mesi di vita felice di Nietzsche a Torino? Quei pochi giorni di folgore creativa che diedero vita a Ecce Homo. Beh, ti chiederei di metterti a lavoro immediatamente per pubblicare al più presto la tua opera dedicata al filosofo che suscita in me commozione profondissima e che ritengo meriti un interesse più vivo e appassionato di quanto sia stato destinato alle sue opere e alla sua persona. Conoscendo la tua brillante formazione filosofica e la tua irresistibile capacità di travolgere fatti e persone in quadri di esilarante pathos e fulgida bellezza, sono certa che “porterai alla luce” un Nietzsche solenne, inedito e dissacrante: “al di là del bene e del male”! Grazie, Giovanna carissima, per la testimonianza di eccellenza e stile. La tua produzione letteraria appartiene a vibranti pagine di “etica narrata”. Saremo lieti di seguire le tue nuove avventure per festeggiare con te gli imminenti e meritati successi! ——————— DIVINA LAPPANO
Consulente Filosofico e Counselor Esistenziale ISUE Vice Presidente IRSEM Direzione Scientifica ISUE Calabria e-mail: drdivinalappano@libero.it
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