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Maria Gargotta, Memorie d’autunno, di Liliana Porro Andriuoli, pag
by Domenico
MARIA GARGOTTA: MEMORIE D’AUTUNNO
di Liliana Porro Andriuoli
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LA storia di un ritorno alle origini, con il quale si ricongiungono la fine e l’inizio di un’umana avventura, potrebbe definirsi il nuovo romanzo di Maria Gargotta, Memorie d’autunno, in cui la protagonista Sophia fa ritorno da Palermo a Napoli, città dove era nata e nella quale aveva trascorso la sua giovinezza, per recuperare proprio quel passato che ormai ha dimenticato.
Erano trascorsi trentacinque anni da quella partenza e molte cose erano accadute da allora; ma oggi che una grave malattia l’aveva colpita e minacciava di cancellarle per sempre la memoria, un medico le aveva consigliato di andare alla ricerca della propria giovinezza, per ritrovare se stessa e forse ottenere la guarigione desiderata.
Sophia aveva compiuto in tal modo un viaggio a ritroso nel tempo, tornando ad abitare nel suo appartamento del Vasto, un quartiere di Napoli ormai in decadenza e mal frequentato, ma nel quale aveva ritrovato Arianna, l’amica dei suoi anni giovani.
Il fatto veramente straordinario è però che nelle vie di Napoli Sophia incontra anche Elios, il giovane scrittore greco, conosciuto durante gli anni universitari, che ella aveva amato e con il quale ora riannoda la sua relazione con lo stesso ardore di un tempo.
L’Elios che Sophia incontra non è però una figura reale, bensì è solo il frutto della sua immaginazione; una proiezione del suo inconscio, con la quale s’intrattiene e parla, credendola una creatura vera come quella che aveva conosciuta ed amata. (Una figura, quella di Elios, che presenta una certa analogia con Giuditta Guastamacchia, la protagonista de I fantasmi sono innocenti, il precedente romanzo di Maria Gargotta, quantunque la figura di Giuditta abbia in quel romanzo una ben diversa importanza e possieda quindi una ben diversa statura rispetto a Elios).
Nel riandare al proprio passato Sophia rivive così gli anni dell’Università, con la loro felice scoperta di un mondo nuovo e con le sollecitazioni della contestazione studentesca che lo avevano accompagnato. Ricontempla ora quegli anni con «gli occhi della nostalgia», rivivendone lo slancio e l’ardore: a tanto tempo di distanza però le mani a tratti le tremano e la sua mente vacilla, non essendo ormai più la stessa di allora. Ancora tuttavia si entusiasma per i sogni di ieri e per tutte le sue favolose attese.
Nei suoi colloqui con Elios, ora fortunosamente ritrovato, Sophia parla sovente del loro amore di un tempo e ricerca le ragioni della sua partenza da Napoli, che l’aveva allontanata da lui. Era stata, quella della sua partenza per Palermo, una decisione presa avventatamente, più per un impulso improvviso
che in seguito ad una saggia ponderazione; e le sue conseguenze avevano poi segnato tutto il restante corso della sua vita. Elios, è vero, non aveva fatto nulla per trattenerla, ma si era comportato così per lasciarle la piena libertà di decidere del proprio destino.
Tornando ora a Napoli, Sophia ritrova non solo il suo amore giovanile, ma ritrova anche la sua città, nei suoi aspetti più tipici e segreti: perché anche quello per la sua città natale era stato per lei un amore struggente. E così, attraversando i vicoli di Napoli, Sophia va alla ricerca del proprio passato, muovendosi avanti e indietro nel tempo e recuperando frammenti di ricordi che a poco a poco riaffiorano alla sua mente.
Elios, come lo vede Sophia, è «folle e logico, sognatore e pragmatico, capace di ascoltare e di raccontare e poi amante di silenzi quieti, che non vogliono essere disturbati». Sophia invece è «una ragazza strana, solitaria e poco interessata a ciò a cui è interessato il mondo», sicché Elios può dirle: «vivi questi momenti, in cui siamo insieme, e non farti troppe domande, non pensare a ciò che sarà, a cosa è stato», raccomandandole pertanto di «vivere nel presente».
L’analisi che la Gargotta fa della personalità di Sophia è molto sottile, specie allorché si sofferma sulle sue contraddizioni, come quella riguardante la sua partenza da Napoli, avvenuta con sofferenza e soprattutto senza un’effettiva convinzione. Una partenza che era stata poi la causa della sua infelicità.
C’è in seguito l’acuirsi del male, che conduce alla morte Sophia, anche se intramezzato da una breve ripresa, durante la quale ella compie il recupero del suo passato. Tale morte avviene a Napoli, su di una panchina di via Caracciolo, alla presenza del mare, che qui acquista il valore di un vero e proprio personaggio.
Sophia va comunque incontro alla morte con fermezza, dopo aver vinto le sue paure e con la consapevolezza di aver ritrovato in Elios la ragione della propria vita e quindi il proprio riscatto.
Un libro scritto con scioltezza e freschezza di stile questo di Maria Gargotta, la quale sa guardare a fondo nell’animo del suo personaggio, come già aveva fatto nei suoi libri precedenti, e con quel tocco di intima umanità che da sempre la contraddistingue. «L’amore aiuta a vivere e a durare, / l’amore annulla e dà principio»: sono questi due versi tratti da Primizie del deserto di Mario Luzi, con i quali il libro si chiude: ed appare quanto mai significativo che con essi abbia fine una storia che ha per sottotitolo Una vita d’Amore (e oltre), quasi a voler significare che l’Amore, quello vero, è ciò che ci introduce nell’Eternità.
Di molto interesse appaiono in tutto il contesto certe descrizioni dei tesori di Napoli, come quella del quadro del Caravaggio raffigurante Le Sette opere della Misericordia, situato nell’omonima Cappella, o quella della statua del Cristo velato nella Cappella Sansevero.
Il libro termina con una Postfazione di Francesco D’Episcopo, nella quale quest’insigne critico ci fornisce una chiave di lettura del romanzo, definendolo «un diario à rebours e in progress di un sentimento, di una passione, che è talmente entrata nelle fibre più intime e intense del corpo e dell’anima della protagonista, da diventare vera sostanza di vita».
Quantunque questo più recente libro di Maria Gargotta non possa definirsi un libro autobiografico fortemente vi s’avverte la presenza dell’autrice, la quale trae sempre l’ispirazione dal proprio vissuto per meglio penetrare nell’animo dei personaggi, così come s’avverte la presenza dei luoghi amati: l’amatissima città di Napoli e la Sicilia, regione d’origine della famiglia paterna.
Un libro importante dunque, anche per lo studio psicologico che vi è compiuto, e che costituisce un nuovo tassello che viene ad aggiungersi agli altri pregevoli romanzi che Maria Gargotta ci è andata donando in questi ultimi anni.
Liliana Porro Andriuoli
MARIA GARGOTTA: Memorie d’autunno (Editore Rogiosi, Napoli, 2019, € 14,00)