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Notizie, pag
by Domenico
LA CITTÀ VICINA ALL’ACQUA
Mi sono perso un mondo, (non voluto, questo si, e poi perché mi avevano insegnato a non cercarlo) dove a comandare era il rosso del fuoco e il nero della notte che mangiava le case, i palazzi dei poteri, il bianco delle chiese e dei panni stesi, l’asimmetria dei vicoli con i portoni sfregiati dall’incuria dell’oblio. Riemergeva la città dell’acqua, solo quando i fuochi erano stanchi. Sbadigliavano allora di nuovo le guglie del Duomo, i campanili, le torri, le palme e il pino che faceva le cartoline belle. I vicoli stretti lunghi bui illuminati dal variopinto intimo disteso, dicevano dove c’erano ragazze, e i maschi nel passare erano subito in quelle case a sognare sconosciute braccia. La città tornava ed era viva, scintillante anche nei giorni senza sole. Il frastuono dei motori era mangiato dalle mille voci. La polvere che saliva verso il cielo, si perdeva nel vento che veniva dal mare, e la città profumava sempre. Poi una sontuosa chioma nera con un dieci sulla schiena fu l’ultimo imperatore, mentre saliva lentamente un altro mondo con i coltelli affondati nei petti prosperosi, i portoni con il segno dello spaccio, e il Santo che pure lui impara a dire no. Intanto sul terrazzo di un vicolo tortuoso, si cerca ancora il bimbo instancabile, che come uovo di Megaride si è nascosto e non si trova più.
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Salvatore D’Ambrosio
Caserta
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D. Defelice: Il microfono (1960)
NOTIZIE
È MORTA ELISABETTA II D’INGHIL-
TERRA – L’otto settembre 2022, a 96 anni, è morta la regina d’Inghilterra Elisabetta II; a succederle è il figlio, col nome di Carlo III. Una donna eccezionale, se non altro per il tempo lunghissimo trascorso sul trono, ma anche per aver sempre rispettato la democrazia e la costituzione inglese, e tenuta salda, nel possibile, una famiglia in cui scandali e lotte fratricide non sono mai mancati. Amata e stimata dai sudditi britannici e dalle comunità raccolte ancora nell’organizzazione del Commonwealth, in cui ci sono Nazioni importanti – come il Canada, l’Australia -, oggi indipendenti, ma che facevano parte del regno. I media italiani hanno dedicato all’avvenimento spazi e tempi forse esagerati, neppure Elisabetta II fosse stata la regina d’Italia: interi quotidiani e per più giorni e giorni; trasmissioni televisive e dibattiti anch’essi per giorni interi. Tutto ciò dà l’idea
che, sotto sotto, l’opinione pubblica italiana, i dirigenti e i media son tutti nostalgici di avere al potere una sola persona che li guidi e li protegga. È vero, siam tutti per la democrazia, ma, sotto sotto, tutti siam nauseati e avviliti per questi merdosi partiti che ci guidano per modo di dire, che guardano a neppure un metro di distanza –non hanno e, perciò, non pensano al futuro -, che hanno capi inetti e vaniloqui, polli, neppure galli, che mirano solo all’interesse momentaneo, al proprio arricchimento, al potere, alla poltrona, alla quale sono abbarbicati come cozze allo scoglio. La monarchia è roba di un passato medievale, di castellani nostalgici; siccome, però, il presente è quanto mai pessimo e coloro che ci dirigono inetti e pure disonesti -che pensano più alle bestie, i cani, per esempio, che ai cristiani -, inconsciamente, forse, tutti vorremmo al potere una donna come Elisabetta II, che anche amava cani e cavalli, ma ha saputo tenere unita una nazione molto meglio di quanto abbiano fatto i tanti nostri Presidenti e i tanti nostri capi di Governo che si sono alternati a valanga dall’inizio di questa nostra disastrata Repubblica. Si piange e si ammira Elisabetta II, insomma, e, adesso, si tifa tanto per re Carlo III, perché, sotto sotto, rappresentano la nostra aspirazione! Lo neghiamo, è vero, ci inalberiamo se ce lo dicono, è vero, ma, sotto sotto, la nostra è un’autentica invidia!
Domenico Defelice
ELISABETTA II
L’ultimo raggio dell’”evo moderno” si è spento. Il vecchio “nuovo mondo” è ormai del tutto scomparso. Più non resta che il mondo amaro e freddo dell’“evo futuro”.
8 settembre 2022
Mariagina Bonciani
Milano
*** ADDIO A MARIO VIGNAROLI – Venerdì, 9 settembre, presso il Parco degli Ulivi di Pomezia, è morto, dopo una breve malattia, Mario VIGNAROLI, papà di Emanuela, moglie di Stefano Defelice; non aveva che 68 anni e ha trascorso l’intera vita lavorando, stimato e ben voluto da tutti, sempre con il sorriso - franco, mai sguaiato - sulle labbra; un uomo esemplare, che lascia un cordoglio incolmabile. Alla Famiglia e ai parenti tutti, specialmente alla moglie Rosanna, ai figli Emanuela, Marco e Cristian, le nostre sentite condoglianze e il nostro affetto. I funerali, con un concorso di folla raramente visto (chiesa e piazza Indipendenza strapiene; commozione generale e profonda), sono stati celebrati nella nostra Città, in San Benedetto Abate, alle dieci di sabato 10 settembre. Testimonianze sentite del parroco all’omelia e altre dal sagrato al termine della cerimonia funere; pagina veramente indimenticabile, per commozione e pathos, quella della figlia Emanuela, che qui di seguito riportiamo: “Caro Papà, chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo dovuti trovare a scrivere queste righe per te, o almeno mai avremmo pensato di farlo così presto. Sì, perché troppo presto te ne sei andato. Sei andato via proprio quando finalmente stavi pensando di staccare un po’ la spina dal lavoro ed iniziare a goderti un po’ di più la famiglia ed i tuoi affetti. Questo tempo non l’hai avuto, ma comunque la vita l’hai goduta a pieno e l’hai condivisa con tante, tantissime persone, quelle stesse persone che in questi 30 giorni hanno fatto squillare i nostri telefoni giorno e notte perché non potevano credere a quello che ti stava accadendo, perché volevano sapere come stavi e per dirci: “Date un abbraccio a Mario”… Beh, sappiate che ogni vostro saluto ed abbraccio noi glielo abbiamo portato. Questi 30 giorni sono stati così difficili, ognuno di noi avrebbe voluto alleviare un po’ della tua sofferenza e forse è stata proprio l’impotenza, il non poter fare nulla per te che ci ha devastati… Ma ti siamo stati sempre vicino e ti abbiamo coccolato ed abbracciato fino al tuo ultimo respiro. Ci mancherà la quotidianità, il non poterti vedere e sentire tutti i giorni.
Ci mancherà vederti con la tuta blu varcare la porta dell’officina, ci mancherà vederti arrabbiato su una testata perché se facevi un lavoro lo dovevi fare bene e per tempo; ci mancherà il suono delle tue martellate, il suono dell’antifurto che puntualmente non spegnevi mai, ci mancherà sentirti sbattere due volte il portone di casa, suono inconfondibile del tuo arrivo, ci mancherà vederti arrivare il martedì con il borsone del calcetto e discutere in campo per un passaggio sbagliato; mancherà il tifo per il Nonno al Trofeo Matusa, ci mancherà vedere il furgone blu parcheggiato sotto casa con lo zio che ti aspetta; mi mancherà farmi una corsetta con te; ci mancherà sentirti gridare per un gol fatto dall’Inter, ci mancherà vederti camminare mano nella mano con mamma, ci mancherà vederti uscire insieme il sabato sera con gli amici, ci mancherà vederti sdraiato sul tappeto, dopo una giornata faticosa a lavoro, a fare la lotta con i tuoi nipotini; ci mancherà vederti ridere, scherzare e ballare con gli amici di una vita; mancherà vederti il sabato e la domenica nell’orto o nel pollaio; ci mancherà sentirti dire: “A Stè c’ho sete, che dici, ci apriamo una birretta fresca?”; ci mancherà sentirti dire: “Oggi mi riposo” e dopo un’ora eri già a lavorare alle prese con qualcosa perché tanto fermo non ci sapevi stare; ci mancherà vederti sempre pronto a tutto e per tutti. Se bisognava andare a Parma, nelle Marche, a Testa di Lepre, tu eri già in macchina pronto ad andare, perché per te la famiglia ed i parenti erano fondamentali. Per alcuni sei stato uno zio straordinario, per altri un amico insostituibile, per noi sei stato un grande padre, che ci ha insegnato cosa sia la famiglia, il lavoro, il sacrificio, ma soprattutto l’onestà. Una volta ho sentito dire da un sacerdote: “Le persone quando ci lasciano è come se stessero in un’altra stanza… Non le vedi, ma ci sono”. Ecco, noi vogliamo pensare che sei ancora in officina, o a calcetto, o nell’orto o appunto in un’altra stanza. Non ti vediamo, non ti sentiamo, ma sappiamo che ci sei. Ciao Papà, ti vogliamo un mondo di bene”.
Emanuela Vignaroli
Emanuela ricorda, tra l’altro, l’artefice dall’onesto lavoro, il sorriso sempre sulle labbra. A noi, quel suo sorriso, onesto, mai sguaiato, è rimasto impresso, una sua vera nota distintiva, assieme, naturalmente, alla sua signorilità. Così intendiamo ricordarlo in questi versi:
FATTI DI TERRA E STELLA
Fatti di terra e stella, a tutti è dato ascendere al Calvario dove è salito Cristo. Nessuno può sottrarsi.
Fatto di terra e stella il tuo fu crudele ed improvviso.
Artefice gentile e generoso fatto di terra e stella.
Dono prezioso la tua signorilità, la tua pacatezza ed il decoro, il tuo discretissimo sorriso. Fatto di terra e stella.
Domenico Defelice
ELEZIONI POLITICHE: FRATELLI D’ITA-
LIA PRIMO PARTITO – Le elezioni politiche del 25 settembre 2022 hanno decretato quello di Giorgia Meloni il primo partito d’Italia. Se, poi, lei verrà nominata Presidente del Consiglio e se il Centrodestra sarà in grado di governare per i prossimi cinque anni, è tutto un altro discorso: perché i suoi alleati, Forza Italia e Lega, sono entrambi al di sotto del 10% e covano invidia verso la Meloni, la quale, da un quattro per cento delle passate elezioni, è riuscita a portare il suo partito al successo di adesso; perché fra i tre ci sono stati e ci sono fibrillazioni e distinguo e perché il Centrosinistra non se ne starà con le mani in mano in una leale opposizione e data la natura che da sempre lo distingue, sarà capace di mobilitare la piazza e quant’altro per rendere difficile la vita del Governo di Centrodestra. Con Giorgia Melone, comunque, non c’è da aspettarsi il ritorno della dittatura, pericolo sempre enfatizzato dalla Sinistra per spaventare gli italiani,