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Una poetica genuina, sentimentale e pudica
by Domenico
Graziano Giudetti
di Tito Cauchi
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Ho avuto il piacere di leggere e scrivere su Graziano Giudetti, poeta tarantino nato a Pulsano (nel 1947 e poeta romano per elezione dal 1976). Questo volume, Frammenti di un diario, conferma e, anzi, rafforza la stima che ho di lui; ma non vorrei farmi tradire dalla mia conoscenza personale. Seguirò e verificherò la nota di lettura di Antonio Coppola, il quale afferma che l’opera “è uno scritto per raccontare la ‘tenera gioventù’, gli amori incompiuti e inquieti, un vero nodo dall’età scolare all’età adulta”, entro una cornice vera con una “dimensione salvifica ed esistenziale”, il cui faro di riferimento è Jorge Louis Borges poeta da lui amato, al quale dedica la poesia d’apertura. Un’opera che giunge immediata al lettore, che richiama Sandro Penna per l’autenticità, e richiama Umberto Saba per il nitore. Una poesia trascinante, alla maniera del poeta latino Orazio, secondo il quale “non basta che la poesia sia bella dev’essere anche dolce e trascinare l’animo di chi ascolta”.
I primi Frammenti iniziano dall’anno 19661967 (forse seguiva un corso di studio risolutivo), in essi Graziano Giudetti confida, a un sottinteso compagno, di stare male in salute. In seguito si rivolge generalmente alla seconda persona. Narra così di soffrire le prime pene d’amore, come verso Silvana, una bella sedicenne; verso Anna e poi verso C. P. per colpa di una bidella. Così, dopo avere rivolto una preghiera a Dio, commen- ta: “Giammai, ho vissuto e letto sul fazzoletto azzurro del cielo, il manifesto oscuro della mia esistenza,” (p.18).
Il suo è un tu conversevole, non necessariamente personale, mettiamo riferito al proprio diario. Guarda ammirato una casa, senza ombre, riempita di “solo affetti sinceri e cordiali”, osserva la bellezza della pace familiare. A volte questo tu sembra essere rivolto a sé stesso e preferibilmente si rivolge alla donna o anche a un elemento della natura (l’onda, il vento, un fiore, la poesia, ecc.). Soffre, anche perché “gli uomini si odiano”, ma sorride alla vita, spera nella primavera che è “promessa/ di gioiosi pensieri”. Si impadronisce di me la percezione di una malattia e di un velo di tristezza, un dolore che lui riesce a trasfigurare o a trasporre in una poetica che sa di carezza, di cui sente il bisogno.
Di tanto in tanto il diario è segnato da date, così ne seguiamo gli spostamenti. Nel 1968 dice “addio ai miei vent’anni”, veste la divisa da Finanziere come da una foto riprodotta, lontano da casa ed “esiliato dal dolce vivere” della sua Pulsano, relegato nell’isola d’Elba; lì si sente come gli scogli schiaffeggiati dall’onda “impietosa”. In seguito lo vediamo in altri luoghi, per servizio o altre ragioni, come a Genova (1970); come pure “Nella nebbia fumogena/ delle città padane”. Riscopre la sua vita “avvolta di solitudine” senza di “lei” sentendo di appartenerle sempre di più. Mentre sta di guardia nella garitta ad Ostia apprende che il padre è in fin di vita (20.1.1971), forse trascorreranno altri sei mesi perché lo si colmi “d’inutili fiori”; fin quando riceve la triste notizia (21.9.71). Il servizio lo porta a Cefalù (in Sicilia). La Napoli splendente gli ricorda una canzone che il padre soleva canticchiare «quannu mi dici sì tiennel’ a mmente/ Nun devi fa murì stu core amante.»; non manca una visita a Roma.
Non trascura quanto avviene intorno e nel mondo, chissà un po’ nel vago per alleggerire la tragicità degli accadimenti, per esempio di un annegamento, di quanto succede altrove come sui “tetti afghani impagliati”, della grandine che distrugge il raccolto. Osserva: “Profonda palude/ mutata dal sole/ si specchia felice/ nel triste mio cuore.” (p.95, ‘Fossalon’, in prov. di Gorizia). Riflette: “Scrivere con stile di niente/ scrivere di aria e di sogni/ restare con gli occhi sui vetri/ a cullare orizzonti. / (…) / i poeti che sfiorano cigli/ si perdono nel muto dolore.” (p.104), mi sembra una dichiarazione di poetica. In conclusione, fin qua, mi sembra che Egli dica di non piegarsi e di non spezzarsi, ma sa che “Il tempo ingiallisce/ anche gli steli più robusti.” (p.114).
I suoi interlocutori, anzi i suoi destinatari, come s’è detto sopra, sono anche gli astri che illuminano la terra, è la sapienza che si veste di umiltà, è l’armonia proveniente dalla donna amabile, è il pensiero di “lei” che lo sorregge e la distanza che lo tiene lontano lo strugge. I sentimenti dell’interiore si frammischiano con i sentimenti che dilagano nel mondo. A volte si sente uno straniero in Patria, o sente gli occhi addosso per le strade di Palermo (1973);o fantastica di stare con i ribelli di Gerusalemme. Certamente non mancano le metafore perciò capita che a prima lettura sfugga il significato o l’allusione, specie quando “Due occhi di marmo/ vivono nel silenzio dei confini.” (p.130, Ventimila giorni fa) con riferimento ai nostri soldati caduti sulle montagne nella Prima Guerra Mondiale. Altra garitta, nell’Isonzo (1987), e il pensiero corre al Carso, al fronte di guerra; si stringe intorno ai nostri caduti che sente come suoi compagni. Ed anche uno sguardo a Venezia, Canal Grande. Vaghi riferimenti al materiale radioattivo (cesio, uranio) portatore di morte. I pensieri si affastellano, la morte gli fa sentire “L’addio di mio padre” (p.144) e i suoi passi di presso (1985). Un pensiero va a Lamberto Sabatini: “Il suo corpo ancora vivo/ fece harakiri sul ferro battuto/ d’una Bergamo danarosa.” (p.195, Passeggiata stridente). Ma trae l’unico suo conforto pensando a lei, confessando: “non vidi altre strade/ oltre un muro d’un bacio/ che sapeva di addio.” (p.183); e si conforta con la poesia; d’altronde è lui che dichiara di esserne innamorato, di avvertire“il lento sbocciare dei versi/ sotto il cielo azzurro/ di cirri striati.” (p.141); ma accusa, fra le ultime poesie: “Ho cultura di pece franosa/ al cospetto di vetrine letterarie, / e parole d’argento nel sangue/ che animano di costanza i pensieri.” (p.197). Frammenti di un diario si chiudono con l’anno 2002.
***
Graziano Giudetti ci ha fatto compagnia fin qui, ma su molte altre cose abbiamo sorvolato. Confermiamo l’autenticità genuina, inequivocabile l’animo che ha sedimentato eventuali scorie cui la modernità ci ha abituati. Sentimento non ingenuo ma sincero, che trova conforto nell’unica donna rivelata. Ha il peso delle sofferenze e delle pene, che sono quasi un refrain, ma lo fa con animo sereno. Non detta precetti, non è sentenzioso, non ha toni forzati ed eccessivi. Il suo lessico è fatto di nostalgia e amarezza, le voci ricorrenti sono: carezze, lacrime, pene, petali, sorriso, muri di tufo; voci tutte associate a frammenti e frantumi; tuttavia, quan- te felici immagini ci regala. Insomma ha creato un’opera d’arte di intimità genuina, sentimentale e pudica (magari con qualche angolo nascosto, come tutti, d’altronde!). lui stesso che definisce i suoi moti come “qualcosa di indecifrabile” (p.83).
Graziano Giudetti
FRAMMENTI DI UN DIARIO, E.E.S. Editorial Service System S.r.l., Roma 2016, pp. 212.
Tito Cauchi
II Edizione
Premio Editoriale Il Croco
L’Editrice POMEZIANOTIZIE - via Catilina 6 - 00071 Pomezia (RM) – tel. 349/4175191E-mail: pomezianotizie22@gmail.com - organizza, per l’anno 2023, la II Edizione del Premio Editoriale Letterario IL CROCO, suddiviso nelle seguenti sezioni:
Raccolta di poesie (in lingua o in vernacolo, max 500 vv.);
Poesia singola (in lingua o vernacolo, max 35 vv.);
Racconto, o novella, o fiaba (max 8 cartelle. Per cartella s’intende un foglio battuto a macchina – o computer - da 30 righe per 60 battute per riga, per un totale di 1800 battute);
Saggio critico (max 8 cartelle, c. s.).
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Essendo Premio Editoriale, non è prevista cerimonia di premiazione (se si dovesse decidere di tenerla, gli Autori partecipanti saranno avvisati in tempo tramite e-mail) e l’operato della Commissione di Lettura di Pomezia-Notizie è insindacabile. I Premi consistono nella sola pubblicazione dei lavori. All’unico vincitore della Sezione Raccolta di poesie verranno consegnate 20 copie del Quaderno Letterario Il Croco sul quale sarà pubblicata gratuitamente la sua opera - lo stesso Quaderno verrà allegato al mensile PomeziaNotizie (presumibilmente a un numero tra agosto e ottobre 2023) e sui numeri successivi saranno ospitate le eventuali note critiche e le recensioni. Gli altri Autori selezionati della Sezione riceveranno offerte vantaggiose per l’eventuale pubblicazione delle loro opere in altri Quaderni Il Croco. Ai primi, ai secondi e ai terzi classificati delle sezioni Poesia singola, Racconto (o novella, o fiaba) e Saggio critico, sarà inviata gratuitamente copia del mensile - o del Quaderno Letterario Il Croco - che conterrà il loro lavoro. Pomezia-Notizie, comunque, può sempre essere letta, sfogliata eccetera su: http://issuu.com/domenicoww/docs/ (il cartaceo è, in genere, riservato agli abbonati e ai collaboratori). Per ogni sezione, qualora i lavori risultassero scadenti, la Commissione di Lettura può decidere la non assegnazione del premio.
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